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Scuola anestetica allenamento mensile giugno

Date post: 06-Jul-2015
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Di certo da quanto l’istruzione si impartiva l’approccio educativo nella scuola pubblica è molto cambiato. Parafrasando don Lorenzo Milani, gli insegnanti oggi indovinano molto più spesso la domanda giusta ovvero “come essere a scuola” e non tanto “cosa fare a scuola”. Sicuramente le energie necessarie per tentare di abbozzare una risposta consona sono molte e riguardano l’intera sfera delle persone che si pongono questa domanda, siano esse insegnanti, genitori e non solo quelle che identificheremmo come le uniche persone in apprendimento, ovvero gli studenti. Se prestiamo attenzione all’ambiente educativo, e ripercorriamo mentalmente i grandi dibattiti degli ultimi anni (crocifisso, chador, cattedra si o no, bullismo, …) ci renderemmo conto che questo non è costruito per favorire le libere connessioni neurali dei bambini o le sinapsi degli studenti, e che il paradigma culturale è ancora quello della trasmissione unidirezionale di nozioni, dell’asimmetricità tra docente e discente, e dunque sulla pretesa di inquadrare gli approcci mentali ed i relativi comportamenti dei futuri cittadini.
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di Giugno Allenamento Mensile Esploriamo la complessità per scoprire le nuove possibilitàToni Montevidoni Tel: +39-0733-814730 Cell: +39-335-6241595 Skype e Twitter: tonimon70 Sito: www.tonimontevidoni.com Mail: [email protected] www.linkedin.com/in/tonimontevidoni www.slideshare.net/Tonimon viadeo.com/s/btGxZ Scuola an estetica! “Perché il sogno dell’eguaglianza non resti un sogno vi proponiamo tre riforme. Non bocciare. A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a pieno tempo. Agli svogliati basta dargli uno scopo.” da Lettera ad una professoressa Di certo da quanto l’istruzione si impartiva l’approccio educativo nella scuola pubblica è molto cambiato. Parafrasando don Lorenzo Milani, gli insegnanti oggi indovinano molto più spesso la domanda giusta ovvero “come essere a scuola” e non tanto “cosa fare a scuola”. Sicuramente le energie necessarie per tentare di abbozzare una risposta consona sono molte e riguardano l’intera sfera delle persone che si pongono questa domanda, siano esse insegnanti, genitori e non solo quelle che identificheremmo come le uniche persone in apprendimento, ovvero gli studenti. Se prestiamo attenzione all’ambiente educativo, e ripercorriamo mentalmente i grandi dibattiti degli ultimi anni (crocifisso, chador, cattedra si o no, bullismo, …) ci renderemmo conto che questo non è costruito per favorire le libere connessioni neurali dei bambini o le sinapsi degli studenti, e che il paradigma culturale è ancora quello della trasmissione unidirezionale di nozioni, dell’asimmetricità tra docente e discente, e dunque sulla pretesa di inquadrare gli approcci mentali ed i relativi comportamenti dei futuri cittadini.
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Page 1: Scuola anestetica allenamento mensile giugno

di Giugno Allenamento Mensile “Esploriamo la complessità per scoprire le nuove possibilità”

Toni Montevidoni Tel: +39-0733-814730

Cell: +39-335-6241595 Skype e Twitter: tonimon70

Sito: www.tonimontevidoni.com Mail: [email protected]

www.linkedin.com/in/tonimontevidoni www.slideshare.net/Tonimon

viadeo.com/s/btGxZ

Scuola an estetica!

“Perché il sogno dell’eguaglianza non resti un sogno vi proponiamo tre riforme.

Non bocciare.

A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a pieno tempo.

Agli svogliati basta dargli uno scopo.”

da Lettera ad una professoressa

Di certo da quanto l’istruzione si impartiva l’approccio educativo nella scuola pubblica è

molto cambiato. Parafrasando don Lorenzo Milani, gl i insegnanti oggi indovinano molto

più spesso la domanda giusta ovvero “come essere a scuola” e non tanto “cosa fare a

scuola”. Sicuramente le energie necessarie per tentare di abbozzare una risposta consona

sono molte e riguardano l’intera sfera delle per sone che si pongono questa domanda, siano

esse insegnanti, genitori e non solo quelle che identificheremmo come le uniche persone in

apprendimento, ovvero gli studenti.

Se prestiamo attenzione all’ambiente educativo, e

ripercorriamo mentalmente i grandi dibattiti degli

ultimi anni (crocifisso, chador, cattedra si o no,

bullismo, …) ci renderemmo conto che questo non è

costruito per favorire le libere connessioni neurali

dei bambini o le sinapsi degli studenti, e che il

paradigma culturale è ancora quello della

trasmissione unidirezionale di nozioni,

dell’asimmetricità tra docente e discente, e dunque

sulla pretesa di inquadrare gli approcci mentali ed

i relativi comportamenti dei futuri cittadini.

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Toni Montevidoni Tel: +39-0733-814730

Cell: +39-335-6241595 Skype e Twitter: tonimon70

Sito: www.tonimontevidoni.com Mail: [email protected]

www.linkedin.com/in/tonimontevidoni www.slideshare.net/Tonimon

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Il modo con cui i giovani partecipano ad un concerto video-riprendendolo,

condividendolo in streaming su youtube o flicker, twittandolo, commentandolo e

recensendolo in tempo reale sul proprio profilo google+, e non solo ballandolo come

facevamo (solo) vent’anni fa, dà la dimensione dello scostamento dei presupposti tra

l’obsoleto sistema educativo ed i nativi digitali.

Il livello di interazione nel tempo che viviamo abilita una percezione in 4D e consente di percepirsi protagonista ed al contempo interprete della realtà in cui siamo profondamente presenti. Definendola in 140 caratteri fornisco a tutti anche la mia visione della cosa o semplicemente un mio commento. Alla pari e con piena dignità! Tant’è vero che chiunque interagisce sul tema non si chiede chi ci sia dietro all’account, ma valuta il valore di quanto io ho pubblicato, postato, flaggato. Il modello mentale di questi user experience designers si ispira ad una visione sistemica delle cose, riconosce un ventaglio di opzioni, organizza e sceglie valutando da diversi punti di vista. Ora immaginatevi questi ragazzi che quando rientrano il lunedì mattina si imbattono nella riproposizione di alcuni presupposti tipici:

NATIVI DIGITALI PRESUPPOSTI SISTEMA SCOLATICO FRASI TIPICHE

Intelligenza collettiva formata sugli interessi dei singoli e crowdsourcing

sono preconfezionati, standardizzati, lineari, unidirezionali, quasi esclusivamente conoscenze

“ti dico io cosa è importante, tu devi solo memorizzarlo”

+ esperienza + relazioni + connessioni = + apprendo

è frenata, come se il processo sinaptico fosse agevolato da una percezione settoriale o individualistica

“non si copia dal vicino”, “i compiti si fanno da soli”, “guai a chi suggerisce”, “il voto che TI do è…”

Funzioni svolte da persone ed in momenti diversi

l’insegnante e discenti sono ruoli distinti, precostituiti, riconoscibili e fissi

“Io vi insegnerò a leggere, scrivere e far di conto”

Esiste solo se connesso a forme di leadership

se non si riconosce l’autorità costituita, c’è una punizione

“ti mando dietro la lavagna”, “Ti metto la nota”, “Vai dal Preside!”

Dipende da quello che gli altri pensano di te e da quello che hai fatto in precedenza

si illude di garantirsi la propria credibilità nascondendosi dietro l’asserita competenza nella materia scolastica

“forza ragazzi, se mi seguite arriveremo alla fine del programma scolastico”

immediatamente disponibili e sempre completamente accessibili, dunque non interessanti

venduti come conoscenza o addirittura come sapienza, ovvero diventano strumento di potere sugli altri

“ed ora ragazzi prendete a pagina 15 e leggete ad alta voce con me”

a-spaziale, a-sincrono, sempre connesso, laico

Classe fisica omogenea per età, farcita di simboli della cultura

“Quando entra il Preside ci si alza in piedi e si dice buongiooooorno”

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Toni Montevidoni Tel: +39-0733-814730

Cell: +39-335-6241595 Skype e Twitter: tonimon70

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www.linkedin.com/in/tonimontevidoni www.slideshare.net/Tonimon

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“Del resto bisognerebbe intendersi su cosa sia lingua corretta.

Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all’infinito.

I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro.

O per bocciarlo.

Voi dite che Pierino del dottore scrive bene. Per forza, parla come voi. Appartiene alla ditta. Invece la lingua che parla e scrive Gianni è quella del suo

babbo. Quando Gianni era piccino chiamava la radio lalla.

E il babbo serio: <<non si dice lalla, si dice aradio>>”

Come avete visto non ho fatto alcun riferimento alle metodologie didattiche perché il discorso si farebbe lungo. A tal proposito basta sottolineare quanto si fa fatica in Italia ad andare fuori dalle convinzioni limitanti della Riforma Gentile per esplorare, ad esempio, l’approccio montessoriano, o quello steineriano e più in generale forme di apprendimento collaborativo o con un approccio multiculturale, rispettoso delle diverse abilità e non assimilativo.

Ora allena la tua mente provando a rispondere alle seguenti domande:

Quanti e quali metodi educativi conosci, oltre a quello tradizionale? Sapresti indicarne approcci e strumenti?

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Cosa succederebbe se, invece di trasferire dei contenuti codificati in programmi di Stato, l’insegnante

proponesse ai ragazzi una struttura motivazionale basata sui loro interessi di apprendimento?

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Se la scuola accogliesse un modello di valutazione 360°, ovvero che include la valutazione degli insegnanti

da parte degli alunni, come cambierebbe la relazione tra questi? Quali aspetti positivi e quali negativi?

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Se il livello di apprendimento non riguardasse

prevalentemente i contenuti, ma fosse calibrato per allenare

anche capacità ed attitudini dei singoli ragazzi, come

cambierebbe il rapporto scuola-mondo del lavoro?

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