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SEDUTA DI LUNEDÌ 14 MARZO 2016 -...

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RESOCONTO STENOGRAFICO 589. SEDUTA DI LUNEDÌ 14 MARZO 2016 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI INDICE RESOCONTO STENOGRAFICO ...................... 1-39 PAG. Missioni ............................................................ 1 Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica Presidente ..................................................... 1 Disegno di legge: S. 1600 Ratifica ed esecuzione del trattato di assistenza giu- diziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Pa- nama il 25 novembre 2013, e del trattato PAG. di estradizione tra il Governo della Re- pubblica italiana ed il Governo della Re- pubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 3156) (Discussione) ............................ 1 (Discussione sulle linee generali – A.C. 3156) ... 2 Presidente ..................................................... 2 Porta Fabio (PD), Relatore ........................ 2 Disegno di legge: S. 1927 Ratifica ed esecuzione del Memorandum d’intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Atti Parlamentari I Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISCUSSIONI SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A). N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Area Popolare (NCD-UDC): (AP); Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL; Scelta Civica per l’Italia: (SCpI); Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA); Democrazia Solidale-Centro Democratico (DeS-CD); Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN); Misto: Misto; Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all’Estero: Misto-ALA-MAIE; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P; Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR; Misto-USEI (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI.
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RESOCONTO STENOGRAFICO

589.

SEDUTA DI LUNEDÌ 14 MARZO 2016PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

I N D I C E

RESOCONTO STENOGRAFICO ...................... 1-39

PAG.

Missioni ............................................................ 1

Organizzazione dei tempi di discussione deidisegni di legge di ratifica

Presidente ..................................................... 1

Disegno di legge: S. 1600 – Ratifica edesecuzione del trattato di assistenza giu-diziaria in materia penale tra il Governodella Repubblica italiana ed il Governodella Repubblica del Panama, fatto a Pa-nama il 25 novembre 2013, e del trattato

PAG.

di estradizione tra il Governo della Re-pubblica italiana ed il Governo della Re-pubblica del Panama, fatto a Panama il 25novembre 2013 (Approvato dal Senato)(A.C. 3156) (Discussione) ............................ 1

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3156) ... 2

Presidente ..................................................... 2

Porta Fabio (PD), Relatore ........................ 2

Disegno di legge: S. 1927 – Ratifica edesecuzione del Memorandum d’intesa tra ilGoverno della Repubblica italiana e il

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016

N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti”del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestualiverso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A).

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolodella Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Area Popolare (NCD-UDC): (AP); Sinistra Italiana-SinistraEcologia Libertà: SI-SEL; Scelta Civica per l’Italia: (SCpI); Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noicon Salvini: (LNA); Democrazia Solidale-Centro Democratico (DeS-CD); Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale:(FdI-AN); Misto: Misto; Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento AssociativoItaliani all’Estero: Misto-ALA-MAIE; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito SocialistaItaliano (PSI) - Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR; Misto-USEI (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI.

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PAG.

Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Er-zegovina sulla cooperazione nel settoredella difesa, fatto a Roma il 30 gennaio2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 3241) . 3

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3241) ... 3

Presidente ..................................................... 3

Carrozza Maria Chiara (PD), Relatrice .... 3

Disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del-l’Accordo che istituisce un’associazione tral’Unione europea e i suoi Stati membri, dauna parte, e l’America Centrale, dall’altra,fatto a Tegucigalpa il 29 giugno 2012 (A.C.3261) .............................................................. 4

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3261) ... 4

Presidente ..................................................... 4

Porta Fabio (PD), Relatore ........................ 4

Disegno di legge: S. 1660 – Ratifica edesecuzione dell’Accordo sul reciproco ri-conoscimento dei titoli attestanti studi uni-versitari o di livello universitario rilasciatinella Repubblica italiana e nella Repub-blica popolare cinese, con Allegati, firmatoa Pechino il 4 luglio 2005 (A.C. 3300) .... 6

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3300) ... 6

Presidente ..................................................... 6

Carrozza Maria Chiara (PD), Relatrice .... 6

Testo unificato delle proposte di legge: Di-sposizioni concernenti la donazione e ladistribuzione di prodotti alimentari e far-maceutici a fini di solidarietà sociale e perla limitazione degli sprechi (A.C. 3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A)(Discussione) ................................................. 7

PAG.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3057-Aed abbinate) .................................................. 7

Presidente ..................................................... 7

Busto Mirko (M5S) ..................................... 25

Carnevali Elena (PD) .................................. 22

Fiorio Massimo (PD) ................................... 14

Fossati Filippo (PD) .................................... 11

Gadda Maria Chiara (PD), Relatrice ........ 8

Gagnarli Chiara (M5S) ............................... 21

Giammanco Gabriella (FI-PdL) ................. 19

Giordano Silvia (M5S) ................................ 13

Nicchi Marisa (SI-SEL) .............................. 16

(Repliche della relatrice e del Governo – A.C.3057-A ed abbinate) ..................................... 26

Presidente ..................................................... 26

De Filippo Vito, Sottosegretario per la sa-lute ................................................................. 26

Sull’ordine dei lavori e per la risposta ad unostrumento del sindacato ispettivo ............. 28

Presidente ..................................................... 28

Giordano Silva (M5S) ................................. 28

Ordine del giorno della seduta di domani . 29

Testo integrale della relazione del deputatoFabio Porta in sede di discussione sullelinee generali (A.C. 3261) .......................... 29

Testo integrale della relazione della deputataMaria Chiara Gadda in sede di discussionesulle linee generali del testo unificato (A.C.3057-A ed abbinate) ................................... 32

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 588 — VENERDÌ 11 MARZO 2016

Atti Parlamentari — II — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTEROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 14.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.Invito il deputato segretario a dare

lettura del processo verbale della sedutaprecedente.

RAFFAELLO VIGNALI, Segretario,legge il processo verbale della seduta del29 febbraio.

PRESIDENTE. Se non vi sono osserva-zioni, il processo verbale si intende appro-vato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell’articolo 46, comma 2, del Regola-mento, i deputati Angelino Alfano, Gioac-chino Alfano, Amendola, Amici, Artini,Baldelli, Bellanova, Bernardo, DorinaBianchi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi,Michele Bordo, Borletti Dell’Acqua, Bo-schi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta,Bueno, Caparini, Capelli, Casero, Casti-glione, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cimbro,Ciprini, Cirielli, Costa, D’Alia, Dambruoso,Del Basso De Caro, Dell’Orco, Dellai, DiGioia, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni,Gregorio Fontana, Fontanelli, France-schini, Galati, Garofani, Gelli, Giacomelli,Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Lo-catelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Ma-dia, Manciulli, Marazziti, Merlo, Migliore,Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Por-

tas, Quartapelle Procopio, Rampelli, Ra-vetto, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti,Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Tabacci,Tinagli, Valeria Valente, Velo, Zampa eZanetti sono in missione a decorrere dallaseduta odierna.

I deputati in missione sono complessiva-mente ottantasei, come risulta dall’elencodepositato presso la Presidenza e che saràpubblicato nell’allegato A al resoconto dellaseduta odierna (Ulteriori comunicazioni al-l’Assemblea saranno pubblicate nell’allegatoA al resoconto della seduta odierna).

Organizzazione dei tempi di discussionedei disegni di legge di ratifica.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione dei disegni di legge di ra-tifica nn. 3156, 3241, 3261 e 3300.

Avverto che lo schema recante la ri-partizione dei tempi riservati all’esame deidisegni di legge di ratifica all’ordine delgiorno è pubblicato in calce al vigentecalendario dei lavori dell’Assemblea (vedicalendario).

S. 1600 – Ratifica ed esecuzione delTrattato di assistenza giudiziaria inmateria penale tra il Governo dellaRepubblica italiana ed il Governo dellaRepubblica del Panama, fatto a Pa-nama il 25 novembre 2013, e del Trat-tato di estradizione tra il Governo dellaRepubblica italiana ed il Governo dellaRepubblica del Panama, fatto a Pa-nama il 25 novembre 2013 (Approvatodal Senato) (A.C. 3156) (ore 14,03).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione del disegno di legge, già

RESOCONTO STENOGRAFICO

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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approvato dal Senato, n. 3156: Ratifica edesecuzione del Trattato di assistenza giu-diziaria in materia penale tra il Governodella Repubblica italiana ed il Governodella Repubblica del Panama, fatto a Pa-nama il 25 novembre 2013, e del Trattatodi estradizione tra il Governo della Re-pubblica italiana ed il Governo della Re-pubblica del Panama, fatto a Panama il 25novembre 2013.

(Discussione sulle lineegenerali – A.C. 3156)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affariesteri) si intende autorizzata a riferireoralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore,onorevole Fabio Porta.

FABIO PORTA, Relatore. Buongiorno,Presidente. Deputati, rappresentante dalGoverno, il provvedimento in esame recala ratifica dei due accordi finalizzati amigliorare la cooperazione giudiziaria conPanama, nel quadro del più generale raf-forzamento del contrasto alla criminalitàinternazionale. Il Trattato di assistenzagiudiziaria in materia penale avvia un’im-portante fase di sviluppo dei rapportibilaterali, favorendo un’incisiva collabora-zione nell’ambito giudiziario penale. Conesso, infatti, i due Stati si impegnano aprestarsi assistenza giudiziaria in ogniprocedimento concernente reati la repres-sione dei quali sia di competenza delloStato richiedente.

Il Trattato di assistenza giudiziaria inmateria penale, che si compone di 26articoli, sancisce l’obbligo reciproco dellacooperazione in materia penale. L’articolo1 include tra le misure di mutua assi-stenza, tra l’altro, la notifica dei docu-menti, l’assunzione e la trasmissione ditestimonianza, la ricerca e l’identificazionedi persone.

Il Trattato, inoltre, prevede, all’articolo2, il temperamento del principio delladoppia incriminazione, consentendo diprestare l’assistenza giudiziaria anchequando nell’altro Stato il fatto non costi-tuisca reato. Il Trattato definisce, inoltre,i casi in cui l’assistenza giudiziaria puòessere negata o rinviata, tra cui quandoesistono motivi per ritenere che la richie-sta di assistenza abbia finalità persecutorieper motivi di razza, religione o di opinionipolitiche. Tra le altre previsioni, si puòanche segnalare l’articolo 18, che noncontempla il segreto bancario tra i motiviper rifiutare l’assistenza.

Il Trattato di estradizione si inseriscenel medesimo contesto di sviluppo deirapporti tra Italia e Panama in ambitogiudiziario e penale. L’adozione dell’attopattizio in materia di estradizione, in par-ticolare, è stata imposta dalla necessità didisciplinare uniformemente l’esigenza diconsegna di persone che sono sottoposte aprocedimenti penali o devono eseguire unapena. Ai sensi dell’articolo 2, l’estradizioneè concessa, nel rispetto del principio delladoppia incriminazione, per i reati previstida entrambi gli ordinamenti e punibili conpene di almeno un anno o quando la penaancora da scontare non sia inferiore a seimesi.

Il Trattato disciplina, altresì, i casi incui una delle due parti debba o possanegare l’estradizione, includendo tra glialtri anche i casi di reati politici, esclu-dendo quelli per terrorismo e quando visia il fondato motivo di una possibilediscriminazione.

L’estradizione può essere rifiutata an-che qualora essa risulti non compatibilecon l’età, le condizioni di salute o altrecondizioni della persona richiesta. Il testocontempla, altresì, ipotesi di arresti prov-visori in casi di urgenza e di richieste diestradizioni avanzate da più Stati e pre-vede una procedura semplificata se vi è ilconsenso della persona richiesta.

Il disegno di legge di ratifica dei dueTrattati provvede alla copertura finanzia-ria dei relativi oneri, valutati in circa 23mila euro l’anno per il Trattato di assi-

Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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stenza giudiziaria ed in circa 32 mila eurosempre annui per il Trattato di estradi-zione.

Vado a concludere questa breve rela-zione. L’adozione di norme puntuali nelsettore della cooperazione giudiziaria po-trà agevolare un’ulteriore intensificazionedei rapporti tra Italia e Panama in settoricruciali, a partire da quello finanziario,economico, commerciale e migratorio.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rap-presentante del Governo si riserva di in-tervenire nel prosieguo.

Non vi sono iscritti a parlare e pertantodichiaro chiusa la discussione sulle lineegenerali, avvertendo che non si dà luogoalle repliche.

Il seguito del dibattito è rinviato adaltra seduta.

S. 1927 – Ratifica ed esecuzione del Memo-randum d’intesa tra il Governo della Re-pubblica italiana e il Consiglio dei Mini-stri della Bosnia ed Erzegovina sulla coo-perazione nel settore della difesa, fatto aRoma il 30 gennaio 2013 (Approvato dalSenato) (A.C. 3241) (ore 14,08).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione del disegno di legge, giàapprovato dal Senato, n. 3241: Ratifica edesecuzione del Memorandum d’intesa trail Governo della Repubblica italiana e ilConsiglio dei Ministri della Bosnia edErzegovina sulla cooperazione nel settoredella difesa, fatto a Roma il 30 gennaio2013.

(Discussione sulle lineegenerali – A.C. 3241)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affariesteri) si intende autorizzata a riferireoralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice,onorevole Maria Chiara Carrozza.

MARIA CHIARA CARROZZA, Rela-trice. Grazie, Presidente. Colleghi deputati,rappresentante del Governo, il Memoran-dum in esame ha lo scopo di fissare lacornice giuridica entro cui sviluppare lacooperazione bilaterale tra le Forze ar-mate dei due Paesi, nell’intento di conso-lidare le rispettive capacità difensive e dimigliorare la comprensione reciproca sullequestioni della sicurezza. La sottoscrizionedi tale atto va intesa come azione stabi-lizzatrice di un’area di particolare valorestrategico e di alta valenza politica edesposta anche a elevati rischi di infiltra-zione terroristica, considerati gli interessinazionali e gli impegni internazionali as-sunti dall’Italia nella regione dei Balcani.In particolare, la finalizzazione di taleaccordo si propone anche lo scopo disostenere lo sviluppo delle capacità ope-rative dello strumento militare bosniaco,al fine di assistere il Paese nel processo diintegrazione euro-atlantica.

L’Accordo è composto da un brevepreambolo, in cui viene richiamata lacomune adesione alla Carta delle NazioniUnite, e 11 articoli. Cito l’articolo 1, cheenuncia i principi ispiratori e lo scopodell’accordo, dichiarando che esso, al fineultimo di rafforzare la pace e la stabilitàmondiale, intende incoraggiare, agevolaree sviluppare la cooperazione nel settoredella difesa sulla base dei princìpi direciprocità e uguaglianza, nonché in con-formità con i rispettivi ordinamenti giuri-dici, con gli impegni internazionali prece-dentemente assunti e, per quanto concernela parte italiana, anche con la normativaeuropea. I successivi articoli disciplinanole linee guida, le modalità di attuazionedella cooperazione tra i Ministeri delladifesa dei due Paesi, nonché la coopera-zione sulla base dei piani annuali e plu-riennali elaborati dalle parti.

L’Accordo disciplina anche l’eventualecooperazione nel campo industriale. Lacooperazione tra i due Paesi potrà svilup-parsi in campi quali la politica di sicu-rezza e difesa, le operazioni umanitarie edi mantenimento della pace, la sicurezzaed il controllo degli armamenti, nel ri-spetto dei trattati internazionali in materia

Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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di difesa, l’organizzazione delle Forze ar-mate e delle strutture e dell’equipaggia-mento dei reparti militari, l’industria delladifesa e la politica degli approvvigiona-menti, subordinata ai rispettivi Ministeridella difesa.

L’articolo 5, in particolare, regola gliaspetti finanziari derivanti dalla coopera-zione, stabilendo che ciascuna parte so-sterrà le spese di propria competenza perl’esecuzione del Memorandum. È previstala disciplina delle questioni attinenti allagiurisdizione e al trattamento dell’infor-mazione degli atti classificati.

Nell’auspicare una rapida approvazionedi questo disegno di legge, già approvatodal Senato nel luglio scorso, i cui onerifinanziari appaiono modesti (986 euro al-l’anno), ricordo che il Memorandum co-stituisce un ulteriore segnale di attenzionee di sostegno nei riguardi di un Paese che,da pochi mesi, è legato all’Unione europeada un accordo di associazione fortementevoluto dal nostro Paese, che ha portato,dopo sei lunghi anni, una nota positiva nelpanorama politico bosniaco.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rap-presentante del Governo si riserva di in-tervenire nel prosieguo.

Non vi sono iscritti a parlare e pertantodichiaro chiusa la discussione sulle lineegenerali, avvertendo che non si dà luogoalle repliche.

Il seguito del dibattito è rinviato adaltra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell’Accordo cheistituisce un’associazione tra l’Unioneeuropea e i suoi Stati membri, da unaparte, e l’America Centrale, dall’altra,fatto a Tegucigalpa il 29 giugno 2012(A.C. 3261) (ore 14,12).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione del disegno di legge n. 3261:Ratifica ed esecuzione dell’Accordo cheistituisce un’associazione tra l’Unione eu-ropea e i suoi Stati membri, da una parte,e l’America Centrale, dall’altra, fatto aTegucigalpa il 29 giugno 2012.

(Discussione sulle lineegenerali – A.C. 3261)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affariesteri) si intende autorizzata a riferireoralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore,onorevole Porta.

FABIO PORTA, Relatore. Grazie, Pre-sidente. Colleghi deputati, rappresentantedel Governo, il provvedimento al nostroesame reca l’autorizzazione alla ratifica eall’esecuzione dell’Accordo di associazionetra l’Unione europea e i sei Stati centroa-mericani considerati come un’entità regio-nale integrata, requisito, questo, che l’U-nione europea privilegia proprio per lastipula di accordi di associazione conl’esterno. Occorre ricordare come l’inte-grazione regionale dell’America Centralesia iniziata sin dal 1960 con la creazionedel Mercato comune centroamericano,mentre nel 1991 nacque il sistema diintegrazione centroamericana con obiettivinon più solo economici, ma anche politici.

Mi preme sottolineare che, in ragionedell’elevata integrazione economica dellaregione centroamericana con il Messico, ilnostro Paese, che proprio in Messico operacon numerose aziende, dovrebbe indiret-tamente beneficiare di più anche dei ri-sultati dell’Accordo in esame, che, comun-que, comporterà la liberalizzazione doga-nale nei confronti del 91 per cento delleesportazioni centroamericane nel territo-rio dell’Unione e, per converso, la libera-lizzazione graduale dei dazi nei confrontidel 69 per cento delle esportazioni euro-pee di prodotti industriali in Centroame-rica.

L’Accordo in esame non rappresenta,peraltro, un assoluto esordio di relazionicommerciali e istituzionali qualificate del-l’Unione europea con la regione centroa-mericana. Va infatti ricordato che l’Ac-cordo di dialogo politico e di coopera-zione, stipulato con gli stessi sei Paesi il 15dicembre 2003 è autorizzato alla ratificain Italia con legge 6 marzo 2006, n. 137.

Atti Parlamentari — 4 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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Dal punto di vista della struttura, l’Ac-cordo in esame presenta un’ampiezza no-tevole, contando, oltre al preambolo, 363articoli e 21 allegati, alcune dichiarazionie un protocollo relativo alla cooperazioneculturale. Si rileva, in particolare, la moledell’Allegato 1, dedicato alla soppressionedei dazi doganali, che da solo occupaquasi 1.700 pagine.

I 363 articoli dell’Accordo sono rag-gruppati in cinque parti: la parte prima èdedicata alle disposizioni generali e isti-tuzionali e comprende gli articoli dall’1all’11, nei quali si definisce, tra l’altro, lanatura dell’Accordo, fondato sul rispettodei principi democratici e dei diritti umanifondamentali, nonché sulla promozionedello sviluppo sostenibile nel quadro degliobiettivi di sviluppo del Millennio delleNazioni Unite e sui principi del buongo-verno e dello Stato di diritto, inclusa lagestione corretta e trasparente degli affaripubblici a tutti i livelli istituzionali, con unparticolare sforzo contro la corruzione.Viene comunque salvaguardata, con l’ar-ticolo 3, la sovranità di ciascuna delle seiRepubbliche centroamericane nei con-fronti di qualsiasi disposizione dell’Ac-cordo in esame.

La seconda parte – gli articoli dal 12 al23 – riguarda i profili del dialogo politicotra l’Unione europea e l’America Centrale.Pone tra gli obiettivi di esso l’istituzione diun partenariato politico privilegiato, fon-dato sul rispetto e la promozione dellademocrazia, della pace, dei diritti umaninonché sul rafforzamento delle NazioniUnite quali fulcro del sistema multilateralee la cooperazione nell’ambito della politicaestera e di sicurezza, in vista anche diiniziative congiunte di comune interessenelle sedi internazionali appropriate.

Vengono poi analiticamente enunciatisettori in cui dovrà strutturarsi il dialogopolitico, che concernono il disarmo, la nonproliferazione delle armi di distruzione dimassa, la lotta al terrorismo, i gravi cri-mini di portata internazionale, i finanzia-menti allo sviluppo e le migrazioni, lacooperazione in materia ambientale e nelsettore economico-finanziario, il buongo-verno in ambito fiscale e, soprattutto, la

decisione di negoziare l’istituzione di unmeccanismo comune aperto ad interventidella Banca europea degli investimenti edel Fondo investimenti dell’America La-tina per contribuire allo sviluppo e allariduzione della povertà in America Cen-trale.

Cercherò di andare più sinteticamentenelle parti successive.

PRESIDENTE. Onorevole Porta, lei haancora 40 secondi. Io posso darle un po’di tolleranza e lei può comunque conse-gnare la sua relazione e, anzi, è giàautorizzato a consegnarla.

FABIO PORTA, Relatore. Consegno lamia relazione con questa ultima indica-zione. L’Accordo, Presidente, ha sollevatonon poche polemiche in taluni settoridell’opinione pubblica centroamericana enon vi è dubbio che occorrerà attenderequalche anno per vedere quali frutti cre-sceranno grazie alle prospettive apertedall’Accordo stesso, anche se, già da oggi,è possibile cogliere la forte volontà delleclassi democratiche di questi Paesi diraggiungere una coesione e un’integra-zione che fino ad alcuni decenni fa nonera immaginabile.

È una coesione raggiunta attraverso lamediazione del Parlamento centroameri-cano, il cui ruolo sottolinea come i Paesicentroamericani abbiano di fatto raggiuntouna nuova fase del loro processo di inte-grazione. È un processo che ha di frontea sé ancora molta strada, ma che sicura-mente potrà adesso avvalersi di questonuovo quadro giuridico internazionale dicollaborazione e di scambio.

Chiedo che la Presidenza autorizzi lapubblicazione in calce al resoconto dellaseduta odierna il testo della mia relazione(La Presidenza lo consente, sulla base deicriteri costantemente seguiti).

PRESIDENTE. Prendo atto che il rap-presentante del Governo si riserva di in-tervenire successivamente.

Non vi sono iscritti a parlare e pertantodichiaro chiusa la discussione sulle lineegenerali, avvertendo che non si darà luogoalle repliche.

Atti Parlamentari — 5 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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Il seguito del dibattito è rinviato adaltra seduta.

S. 1660 – Ratifica ed esecuzione dell’Ac-cordo sul reciproco riconoscimento deititoli attestanti studi universitari o dilivello universitario rilasciati nella Re-pubblica italiana e nella Repubblicapopolare cinese, con Allegati, firmato aPechino il 4 luglio 2005 (Approvato dalSenato) (A.C. 3300) (ore 14,18).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione del disegno di legge diratifica n. 3300, già approvato dal Senato:Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sulreciproco riconoscimento dei titoli atte-stanti studi universitari o di livello uni-versitario rilasciati nella Repubblica ita-liana e nella Repubblica popolare cinese,con Allegati, firmato a Pechino il 4 luglio2005.

(Discussione sulle lineegenerali – A.C. 3300)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affariesteri) si intende autorizzata a riferireoralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice,onorevole Carrozza.

MARIA CHIARA CARROZZA, Rela-trice. Grazie, Presidente. Onorevoli colle-ghi, rappresentante del Governo, l’Accordosul reciproco riconoscimento dei titoli at-testanti studi universitari o di livello uni-versitario rilasciati nella Repubblica ita-liana e nella Repubblica Popolare Cinese,sottoscritto a Pechino il 4 luglio 2005,disciplina la corrispondenza di livello deititoli accademici dei due Paesi.

Ad oggi la cooperazione culturale tral’Italia e la Cina è disciplinata da unAccordo di cooperazione che risale al 6ottobre 1978, mentre la cooperazione nelcampo della ricerca risale a un Accordofirmato a Pechino il 9 giugno 1998. Manca

ancora una disciplina del reciproco rico-noscimento dei titoli di studio a livellouniversitario rilasciati dalle autorità com-petenti della Repubblica italiana e dellaRepubblica popolare cinese. Ciò comportache i cittadini che intendono iscriversipresso le università dell’altro Stato con-traente conseguono presso tali universitàdiplomi di laurea privi di riconoscimentolegale da parte delle autorità dei Paesi diorigine. A seguito dell’entrata in vigore diquesto Accordo, si permetterà quindi aglistudenti italiani e cinesi, in possesso deltitolo finale degli studi secondari superiori,di essere ammessi nelle istituzioni univer-sitarie dell’altro Stato contraente. Even-tualmente, potrà essere previsto un esamedi idoneità all’accesso al corso universita-rio.

Nell’obiettivo di favorire la collabora-zione culturale tra i due Paesi, l’intesatiene opportunamente conto dei cambia-menti verificatisi nel sistema universitarioitaliano dal 1997, in attuazione della Con-venzione di Lisbona dell’aprile 1997 fino alregolamento del 2004 sull’autonomia di-dattica degli atenei.

In ragione del numero di studenti dilingua italiana nelle scuole superiori enelle università cinesi e del crescente nu-mero di studenti cinesi che si scrivono neinostri atenei – circa 8 mila – l’Accordo,favorendo l’inserimento di questi studentinel sistema accademico italiano, contri-buirà altresì all’aumento del tasso di in-ternazionalizzazione dei nostri atenei non-ché all’ulteriore diffusione della linguaitaliana, anche attraverso la rete dei treistituti di cultura operanti a Pechino,Shanghai e Hong Kong.

Passando ai contenuti, quanto all’am-bito di validità i destinatari dell’Accordosono le università, gli istituti universitari, ipolitecnici e le istituzioni di alta forma-zione artistica e musicale, statali e non,legalmente riconosciuti ed abilitati a rila-sciare titoli aventi valore legale. Ai sensidell’articolo 3, gli studenti in possesso deltitolo finale di studi secondari superioripossono essere ammessi presso un’istitu-zione universitaria di uno dei due Paesisecondo le disposizioni vigenti nel Paese di

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accoglienza, previa verifica della cono-scenza della lingua nazionale, della dispo-nibilità dei posti riservati agli studentistranieri e del superamento delle proce-dure di selezione per l’accesso ai corsi anumero chiuso. Il medesimo articolo pre-vede che siano esonerati dalle prove perl’accertamento della competenza lingui-stica nonché dal contingentamento deiposti i diplomati presso scuole secondarienel cui programma di insegnamento siastato inserito, almeno per un triennio,l’insegnamento della lingua del Paeseospite.

Gli articoli da 4 a 6 disciplinano ilriconoscimento dei titoli rilasciati dalleistituzioni universitarie cinesi in Italia,disponendo che i certificati rilasciati dalleistituzioni elencate nell’Allegato B consen-tano l’iscrizione ai corsi universitari diprimo livello, dei livelli successivi e aldottorato di ricerca presso i nostri atenei.La competenza ad esprimere una valuta-zione sull’equivalenza dei certificati deiperiodi di studio e degli esami sostenutispetta in ogni caso all’istituzione ricevente.

L’articolo 7 riconosce ai possessori diun titolo universitario conseguito pressoun’istituzione universitaria di uno dei duePaesi il diritto a fregiarsi di tale qualificanell’altro Paese. Il successivo articolo 8prevede la creazione di una Commissionemista permanente per l’attuazione dell’in-tesa. Il disegno di legge è già stato appro-vato dal Senato il 10 settembre scorso eriproduce il contenuto di un analogo prov-vedimento già presentato nel corso del2012 ma il cui esame si è interrotto per loscioglimento della legislatura. Segnalo ilparere favorevole espresso dalla Commis-sione bilancio, che ha esplicitato che alletrasferte in Cina prenderà parte un solorappresentante del Ministero dell’istru-zione. Infine è il caso di richiamare larilevanza di questo accordo che si inqua-dra in una prospettiva di grande sviluppodelle relazioni italo-cinesi avviata dalledue visite di Stato del Presidente Renzi edel Premier Li Keqiang già nel 2014,proseguita con Expo 2015, con la visita del

Ministro Gentiloni in aprile e che si èconsolidata con le missioni in Cina delPresidente del Senato.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenireil rappresentante del Governo; prendo attoche si riserva di intervenire in sede direplica. Non vi sono iscritti a parlare epertanto dichiaro chiusa la discussionesulle linee generali, avvertendo che non sidarà luogo alle repliche. Il seguito deldibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del testo unificato delle pro-poste di legge: Gadda ed altri; Galati;Mongiello ed altri; Causin ed altri;Faenzi ed altri; Sberna ed altri; Man-tero ed altri; Nicchi ed altri: Dispo-sizioni concernenti la donazione e ladistribuzione di prodotti alimentari efarmaceutici a fini di solidarietà so-ciale e per la limitazione degli sprechi(A.C. 3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A) (ore 14,23).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione del testo unificato delleproposte di legge nn. 3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A: Gadda edaltri; Galati; Mongiello ed altri; Causin edaltri; Faenzi ed altri; Sberna ed altri;Mantero ed altri; Nicchi ed altri: Disposi-zioni concernenti la donazione e la distri-buzione di prodotti alimentari e farma-ceutici a fini di solidarietà sociale e per lalimitazione degli sprechi.

Avverto che lo schema recante la ri-partizione dei tempi è pubblicato in calceal resoconto stenografico della sedutadell’11 marzo 2016.

(Discussione sulle linee generali– A.C. 3057-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali.

Avverto che i presidenti dei gruppiparlamentari MoVimento 5 Stelle e PartitoDemocratico ne hanno chiesto l’amplia-

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mento senza limitazioni nelle iscrizioni aparlare, ai sensi dell’articolo 83, comma 2,del Regolamento.

Avverto, altresì, che la XII Commis-sione (Affari sociali) si intende autorizzataa riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice,onorevole Maria Chiara Gadda.

MARIA CHIARA GADDA, Relatrice. Si-gnor Presidente, onorevoli colleghi, onore-voli rappresentanti del Governo, ciascunodi noi conosce il significato della fame. Èuna richiesta frequente e costante cheviene avanzata quotidianamente. Questaconstatazione vale per alcuni ma non pertutti. Per tanti secoli la fame è stata tristecompagna di viaggio di intere generazionie ha fatto parte del paesaggio delle città eallo stesso tempo è stata motore di cam-biamenti sociali. Con lo sviluppo e lamodernità la fame è sfuggita allo sguardo,diventando un’immagine di popoli e Paesilontani visti in televisione o nelle fotogra-fie. La violenta e lunga crisi che ha colpitoanche il nostro Paese ha riproposto questitemi nelle nostre comunità, mostrando ilvolto di nuove e inedite forme di indi-genza. Lo sperpero che diventa rifiutorappresenta un costo per la collettività ecomporta un dispendio di risorse naturali,idriche, energetiche e di emissioni di ani-dride carbonica per la sua produzione.Allo stesso tempo i dati preoccupanti cheriguardano l’aumento della povertà e lacattiva alimentazione invitano a riconside-rare i modelli di consumo e facilitare latransizione verso un modello che metta alcentro la sostenibilità del sistema. Il rico-noscimento del diritto al cibo trova la suaprima formulazione nel 1948, all’articolo25 della Dichiarazione universale dei di-ritti dell’uomo, diventando un diritto esi-gibile dopo l’approvazione nel 1976 delPatto sui diritti economici, sociali e cul-turali ratificato come trattato da più di150 Stati, ma è necessario che seguanomeccanismi all’interno di ciascun ordina-mento in grado di conferire a questodiritto una concreta esecutività. Ricordo alriguardo che Expo Milano 2015 ha sceltocome sua proposta tematica « Nutrire il

pianeta, energia per la vita », temi rilan-ciati anche dalla XXI Conferenza di Parigisui cambiamenti climatici.

Il provvedimento in esame, recante di-sposizioni concernenti la donazione e ladistribuzione di prodotti alimentari e far-maceutici ai fini di solidarietà sociale eper la limitazione degli sprechi, rappre-senta una delle eredità dirette di ExpoMilano 2015. Nel mondo un terzo dellaproduzione di cibo viene sprecata, appe-santendo la bilancia che vede contrap-porsi, da un lato, la sovrabbondanza e,dall’altro, la scarsità di mezzi e risorse.Uno scandalo, un insulto per la società,come è stato definito dal Presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella. Una forbiceche taglia in orizzontale tra le persone, ipopoli, in verticale tra le generazioni. Lenorme che sono oggetto della valutazionedi questa Assemblea si pongono l’obiettivoambizioso ma possibile di favorire il re-cupero e raddoppiare la donazione delleeccedenze affinché non diventino spreco.Un testo che riconosce la bellezza, lebuone pratiche diffuse sul territorio na-zionale che già oggi consentono di recu-perare circa 500 mila tonnellate di derratealimentari. La legge n. 155 del 2003, al-trimenti chiamata « del buon samaritano »,ha già consentito le donazioni in questianni, equiparando l’ente caritativo al con-sumatore finale in termini di responsabi-lità civile.

Oggi ci troviamo nelle condizioni diarmonizzare il quadro normativo al fine diindirizzare efficacemente la donazione. Lofacciamo, partendo da un assunto, ovveroche si spreca ad ogni livello della filiera. InItalia, come indica una recente ricercaeffettuata dal Politecnico di Milano, ven-gono prodotti in un anno circa 5,6 milionidi tonnellate di eccedenze alimentari in-tese come cibo che viene realizzato, tra-sformato, distribuito e preparato per lasomministrazione e per diverse ragioninon viene venduto o consumato. Di queste,circa 500 mila tonnellate vengono recupe-rate con tassi differenti sulla base delgrado di recuperabilità del prodotto edello stadio della filiera in cui l’eccedenzasi genera. La maggior parte dell’eccedenza,

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calcolata intorno al 57 per cento, vienegenerata dagli attori economici in tutta lafiliera ma anche il consumatore finaleinfluisce notevolmente sul fenomeno percirca il 43 per cento. Essere consapevolidelle ragioni e dei numeri dello sprecoconsente di individuare gli interventi cor-rettivi. Da un lato, è necessario interveniresul fronte dell’educazione; un cittadinoconsumatore più consapevole sarà menoportato a sprecare perché in grado diassegnare alle cose un valore economico,sociale e ambientale e a non considerarlesoltanto da un punto di vista utilitaristico.Sull’altro versante, nel caso degli attorieconomici e concentrandoci sulla filiera adalta e media recuperabilità, l’aspetto or-ganizzativo e la chiarezza normativa sonola ricetta vincente. La donazione è uno deimodi, assieme alla ritrasformazione e alriutilizzo dei prodotti, per allungarne ilciclo di vita. Allo stesso tempo, il dono èun modo con cui si risponde a un bisognosociale, una scelta di responsabilità chepuò rientrare nelle politiche aziendali eche, allo stesso tempo, coinvolge le asso-ciazioni, i cittadini, le istituzioni e gli entilocali. Il recupero e la donazione delleeccedenze sono una scelta costosa in ter-mini organizzativi ed economici per leimprese così come per gli enti caritativi,calcolata in circa il 10-30 per cento delvalore recuperato. Questo significa da unlato, che la donazione, per crescere, deveessere semplificata e incentivata e, dall’al-tro, che esiste un significativo effetto mol-tiplicatore nella donazione. In Commis-sione si è svolto un confronto e un ap-profondimento di altissimo livello che hacomportato un lungo ciclo di audizioni,che ha visto il coinvolgimento dei princi-pali rappresentanti delle associazioni ca-ritative ed ambientaliste, degli attori ditutta la filiera economica e impegnato,assieme al Ministero della salute, anche ilMinistero delle politiche agricole, alimen-tari e forestali e il Ministero dell’ambiente.Una singola legge non può mai essererisolutiva, tanto meno su un tema cosìtrasversale e dalle molte implicazioni so-ciali, ambientali ed economiche, come èl’oggetto del testo di legge in esame, ma

una legge è buona quando riconosce unfatto sociale e si inserisce come un tasselloin un piano strategico e in un quadro piùampio di politiche attive, soprattutto inmateria di contrasto alla povertà. Il prov-vedimento in esame riconosce e rafforzal’impegno avviato con la legge di stabilità2015 dove si è inserito chiaramente ilprincipio secondo il quale, per le imprese,è più conveniente donare che buttare ciboe prova a fare alcuni passi in avanti. LaCommissione affari sociali ha conclusol’esame del provvedimento il 10 marzoscorso a seguito di un approfondito esameal quale hanno partecipato con spiritocostruttivo tutti i gruppi parlamentari. Siconsegna all’Assemblea un testo significa-tivamente arricchito. Obiettivo della legge,in merito, è riconosciuto dalle associazioniascoltate, è quello di riordinare la materiadelle cessioni ai fini di solidarietà sociale,affrontando gli aspetti che oggi costitui-scono i limiti più forti, quali la burocraziaonerosa e una normativa complessa estratificata, garantendo, allo stesso tempo,la sicurezza alimentare, il rigore e latracciabilità. Per quanto attiene al conte-nuto del provvedimento, considerati itempi contingentati a disposizione e l’am-piezza dell’intervento normativo in esame,mi concentrerò sui punti essenziali, rin-viando alla relazione integrale di cui sichiede alla Presidenza l’autorizzazione aldeposito.

Il provvedimento consta di 18 articolied è suddivisa in quattro capi. L’articolo 1illustra la finalità del provvedimento, cheè quella di ridurre gli sprechi per ciascunadelle fasi di produzione, trasformazione,distribuzione e somministrazione di pro-dotti alimentari, farmaceutici o di altriprodotti con particolare riferimento alladestinazione ai fini di solidarietà sociale.

Il recupero e la donazione dell’ecce-denza è uno dei modi, assieme al riuso eal riciclo, attraverso il quale è possibileestendere il ciclo di vita dei prodotti.L’articolo 2 definisce gli operatori delsettore alimentare (i donatori) e amplia laplatea dei soggetti cessionari (i donatari).Per la prima volta trovano una definizionenel nostro ordinamento i termini « ecce-

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denze alimentari » e « spreco alimentare ».Si esplicita, essendo questo spesso causa difraintendimento e origine di spreco anchetra i consumatori, la differenza esistentetra il termine minimo di conservazione ela data di scadenza; si qualifica, ai finidella presente legge, la donazione, intesacome cessione di beni a titolo gratuito. Ilcapo 2 definisce alcune misure di sempli-ficazione per la cessione gratuita deglialimenti. In particolare, l’articolo 3 dettale modalità di cessione delle eccedenzealimentari ai soggetti cessionari da partedegli operatori del settore alimentare, chedeve essere gratuita e destinata a favore dipersone indigenti. Si prevede una gerar-chia nella donazione, con priorità al con-sumo umano, mentre le eccedenze alimen-tari non idonee al consumo umano pos-sono essere cedute per il sostegno vitale dianimali e per altre destinazioni, come ilcompostaggio di comunità con metodoaerobico. È altresì consentita la raccoltadei prodotti agricoli che rimangono incampo e la loro cessione a titolo gratuito.L’articolo 4 chiarisce che la cessione delleeccedenze alimentari è consentita ancheoltre il termine minimo di conservazione,purché siano garantite l’integrità dell’im-ballaggio primario e le idonee condizionidi conservazione, ed è inoltre previstal’ulteriore trasformazione delle stesse. Perquanto attiene alla ritrasformazione, al-l’articolo 16 si qualifica tale operazionecome permutativa, esente IVA, se è rela-tiva alle finalità sociali previste dalla leggein esame. L’articolo 4 dice in modo chiaroche i prodotti finiti della panificazionepossono essere donati nell’arco delle 24ore dalla loro produzione. La sicurezzaigienico-sanitaria è uno dei punti cardine,assieme alla tracciabilità, della presentelegge; l’articolo 5 ne dispone i requisiti.L’articolo 6 prevede la possibilità di con-sentire la cessione, ai fini di solidarietàsociale, dei prodotti alimentari idonei alconsumo umano o animale oggetto diconfisca. L’articolo 8 riconosce il lavorosvolto in questi anni grazie a fondi nazio-nali e comunitari del tavolo permanente dicoordinamento in materia di distribuzionedelle derrate alimentari agli indigenti. Il

tavolo riunisce associazioni caritative, at-tori economici e istituzioni. Viene estesa lasua composizione a tutti gli attori dellafiliera economica e, allo stesso tempovengono implementate le sue funzioni inmateria di valutazione, promozione diprogetti innovativi e monitoraggio relati-vamente allo spreco alimentare. Limitaregli sprechi significa anche intervenire sulfronte della prevenzione, disponendo mi-sure di promozione nell’ambito della co-municazione radiotelevisiva e della forma-zione, soprattutto con il coinvolgimentodelle giovani generazioni. La legge disci-plina prioritariamente l’ambito della do-nazione, ma non abbiamo rinunciato adinserire, all’articolo 9, elementi che sicu-ramente dovranno trovare spazio in ulte-riori provvedimenti specifici. Per ridurregli sprechi alimentari nel settore dellaristorazione, sono promosse iniziativevolte a ridurre lo spreco di cibo e incen-tiva, permettendo ai clienti l’asporto deipropri avanzi, la family bag. L’articolo 12ne assegna le specifiche risorse nello statodi previsione del Ministero dell’ambiente.L’articolo 11 rifinanzia, con 2 milioni dieuro per il 2016, il fondo per la distribu-zione di derrate alimentari alle personeindigenti e contestualmente istituisce, nellostato di previsione del Ministero dell’agri-coltura, un fondo, con dotazione di 1milione di euro per ciascuno degli anni2016-2017-2018, destinato al finanzia-mento di progetti innovativi, che possonoprevedere il coinvolgimento di volontaridel servizio civile nazionale e finalizzatialla limitazione degli sprechi e all’impiegodelle eccedenze, nonché per promuoverela produzione di imballaggi riutilizzabili ofacilmente riciclabili. L’articolo 13 modi-fica la legge n. 155 del 2003, ampliando laplatea dei soggetti beneficiari delle dona-zioni e le categorie dei prodotti che pos-sono essere cedute gratuitamente agli in-digenti. La legge si occupa prioritaria-mente di cessione di prodotti nuovi. Si èritenuto in questo ambito di disciplinare,all’articolo 14, anche il tema della distri-buzione di articoli ed accessori di abbi-gliamento usati. Si considera cessione atitolo gratuito il conferimento da parte dei

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privati di tali articoli ed accessori diret-tamente presso le sedi operative dei sog-getti autorizzati alla distribuzione gratuita;altrimenti, i beni che non siano destinatiin donazione o non siano ritenuti idonei aun successivo utilizzo sono gestiti in con-formità alla normativa sui rifiuti di cui aldecreto legislativo n. 152 del 2006.

L’articolo 15 incentiva la donazione,alle sole ONLUS che dispongano di per-sonale sanitario, di medicinali non utiliz-zati correttamente conservati e non sca-duti, ad eccezione dei medicinali da con-servare in frigorifero a temperature con-trollate, quelli contenenti sostanzestupefacenti o psicotrope nonché quellidispensabili solo in strutture ospedaliere.La povertà non è infatti solo alimentare:con questa misura si vuole incentivarel’attività delle associazioni che ogni giornodanno assistenza agli indigenti in materiadi cura e assistenza sanitaria. Le misure disemplificazione burocratica, fiscale e tri-butaria sono disciplinate all’articolo 16.L’articolo 17 dà al comune la facoltà diapplicare un coefficiente di riduzione dellatariffa sui rifiuti alle utenze non domesti-che relative ad attività produttive e distri-butive che cedano a titolo gratuito benialimentari direttamente o indirettamenteagli indigenti. Infine, in materia di appaltinella ristorazione collettiva, all’articolo 18si inserisce tra i criteri di valutazionedell’offerta, quando il contratto è affidatocon il criterio dell’offerta economicamentepiù vantaggiosa, la cessione a titolo gra-tuito, a fini di beneficenza, delle eccedenzealimentari.

Avviandomi alla conclusione, signorPresidente, questa proposta di legge diiniziativa parlamentare arriva all’atten-zione dell’Assemblea dopo un lungo per-corso di ascolto e confronto. L’Italia nonè già oggi fanalino di coda in Europa nelrecupero e nella donazione delle ecce-denze, con questa legge vogliamo fare unulteriore passo in avanti (Applausi deideputati del gruppo Partito Democratico).

Chiedo quindi che la Presidenza auto-rizzi la pubblicazione in calce al resocontodella seduta odierna del testo integrale del

mio intervento (La Presidenza lo consente,sulla base dei criteri costantemente seguiti).

PRESIDENTE. Prendo atto che il rap-presentante del Governo si riserva di in-tervenire nel prosieguo del dibattito.

È iscritto a parlare l’onorevole Fossati.Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Presidente, colleghi,penso che con questa discussione ci pren-diamo una responsabilità e mandiamo unmessaggio al Paese, un messaggio positivoe importante per il Parlamento. Inizio conqualche parola non mia. Qualcuno hadetto: almeno un terzo del cibo prodottonel mondo e destinato al consumo umanoviene sprecato, ogni anno sono 1,3 miliardidi tonnellate; il miliardo di persone affa-mate nel mondo potrebbero essere sfa-mate con meno di un quarto del cibo cheviene buttato via negli Stati Uniti, in GranBretagna e in Europa; il 10 per cento delleemissioni da effetto serra dei Paesi ricchivengono dalla produzione di cibo che nonverrà mai mangiato; l’acqua usata nelmondo per irrigare le coltivazioni dipiante – che poi saranno sprecate –sarebbe abbastanza per coprire il fabbi-sogno domestico di 9 miliardi di cittadini;le Nazioni Unite stimano che l’uso disprechi alimentari per nutrire animali po-trebbe far risparmiare la quantità di granonecessaria per sfamare 3 miliardi di per-sone. Questi sono i dati che commentaCarlo Petrini, presidente internazionale diSlow Food, una delle associazioni che hafatto di più per porre al dibattito pubblicoi temi della sostenibilità, della produzionedegli alimenti e del contrasto agli sprechialimentari. Il commento di Carlo Petrini aquesto spreco e fame sono due facce dellastessa medaglia: a fronte di una produ-zione alimentare che sarebbe sufficienteper sfamare 12 miliardi di esseri umani (inun momento in cui gli abitanti del pianetasono 7 miliardi) quasi 800 milioni dipersone soffrono di fame o di malnutri-zione. Ciò significa che quasi il 40 percento del nostro cibo è sprecato. Riguardoa questi dati e a questa denuncia vibrantenon ci sono migliori parole di quelle

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utilizzate da Papa Francesco, quando havisitato la sede mondiale della FAO. DiceFrancesco: è doloroso constatare come lalotta contro la fame e la denutrizione siaostacolata dalla priorità del mercato edalla preminenza del guadagno, che hannoridotto il cibo a una merce qualsiasisoggetta a speculazione, anche finanziaria.

Infatti, il Papa con la consueta chia-rezza ci riporta agli anni terribili cheabbiamo passato, gli anni della crisi fi-nanziaria in cui le bolle speculative nonsono state create e non si sono gonfiatesoltanto sugli immobili o sulle tecnologie,ma purtroppo si sono spesso montate ecostruite e poi sono esplose sui prezzidelle materie prime, producendo in unbatter d’occhio, in un clic di Borsa lamessa in miseria di milioni e milionisoprattutto di agricoltori o comunque dipersone appartenenti alla popolazionedella parte più povera del mondo. Ilprovvedimento in esame interviene, con-tribuisce a mettere una luce su questegrandi contraddizioni del nostro mondo,in cui si è scatenata una caccia al terrenocoltivabile nei Paesi del sud del mondo: iprotagonisti della quale sono le grandimultinazionali della produzione di ali-menti e spesso anche Stati sovrani che –penso alla Cina – hanno il problema,vedono di fronte a sé, anche per politichedissennate che hanno scelto, il problemadell’esaurimento delle risorse alimentaridel loro territorio. E il grande tema su cuistiamo discutendo – ci sono anche molteproposte di legge in discussione adesso quiin Parlamento – di un modo nuovo diaffrontare il tema dello sviluppo econo-mico, è il tema della circolarità dell’eco-nomia. Con esso siamo proprio nel pienodel provvedimento che stiamo discutendooggi: il tema cioè di tutto ciò che puòallungare la vita del prodotto per ottenereun effetto economico e ambientale piùforte, più utile alla nostra generazione e aquelle che verranno rispetto a un mecca-nismo basato sul consumo e sullo spreco.L’altro punto è la circolarità nella distri-buzione, la sharing economy, vale a direscommettere sullo sviluppo del valored’uso del prodotto, quindi della produtti-

vità all’interno della sua vita più lunga: ecome, dove, se non nel campo degli ali-menti, nel campo dei prodotti della terranoi dovremmo anticipare una discussioneche poi vedrà un cambiamento, che vedràimpegnato tutto il mondo della produ-zione ? Questo è il contesto su cui caliamola nostra proposta al Parlamento.

Potevamo fare altro: la Francia nel2015 ha approvato una legge che prevedefino a due anni di reclusione per quegliattori e operatori della media e grandedistribuzione alimentare che non distri-buiscono materiale in eccedenza e lo man-dano allo smaltimento. L’approccio èquello della repressione penale. Noi sce-gliamo – l’abbiamo già scelta nel 2003 e laconfermiamo – una strada diversa, ab-biamo un atteggiamento diverso. Se sidovesse sintetizzare – il testo unificato inesame non lo merita – con poche paroleil senso della legge è il seguente: noiproviamo a rendere la vita più semplicesia agli operatori che possono e devonodonare sia a coloro che si prendono laresponsabilità, l’onere e l’orgoglio, spessoattraverso il lavoro volontario, di distri-buire alimenti o altri prodotti necessariagli indigenti, a chi non è in grado dipagarli. Si tratta quindi di un provvedi-mento che vuole incentivare i comporta-menti virtuosi soprattutto nella filieradella produzione e del consumo deglialimenti. La relatrice, che ha lavoratomoltissimo a costruire questa proposta,diceva che è necessario intervenire su tuttala filiera, nei punti caldi possibili dovel’intervento ha già mostrato che si puòfare e si può fare bene: il campo dellatrasformazione degli alimenti e il campodella distribuzione, dove già troviamo per-centuali di eccedenze distribuite di unqualche rilievo, anche se si può ancorafare tantissimo. Ma il provvedimento nonsi « distrae », non esclude l’intervento an-che nei punti più difficili: ad esempio, laproduzione agricola, riguardo alla qualeprevediamo anche qualche facilitazione inpiù per l’intervento sul campo, ed il tema,complicato ma affascinante, del compor-tamento del consumatore finale.

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C’è stata discussione in Commissione suquesto, su quali potevano essere gli inter-venti che facessero fare qualche passoavanti: è difficile arrivare nel frigorifero diognuno di noi. Ma c’è una possibilità:l’educazione alimentare a partire dallescuole, dall’educazione ambientale e dicittadinanza che molti comuni hanno av-viato da tempo e gli incentivi alle famiglieper la riduzione dei rifiuti, soprattutto irifiuti alimentari. Noi abbiamo degli alleatianche per arrivare a questo punto criticodella filiera: il mondo straordinario delvolontariato, che la legge giustamente am-plia a tutto il terzo settore, che ormai datempo, da anni sta lavorando su questotema ed è una delle ricchezze del nostroPaese. Esso può essere un utile alleato –la relatrice diceva molto bene anche que-sto – per passare, per allargare, come inparte già fa, dal tema e dall’attività didistribuzione degli alimenti al tema di piùcomplessive campagne e buone pratichesull’educazione all’ambiente e al cibo daparte dei cittadini. Inoltre ci sono i citta-dini non organizzati che vanno comunqueconsiderati e vanno incentivati. Sembra unpunto eccentrico o sopravvalutato ma ame sembra che anche questa proposta,come ormai tutti la conosciamo, del doggybag, sia un modo per incentivare sia ilristoratore o il pubblico esercizio sia ilconsumatore finale alla pratica del nonspreco, cioè del riutilizzo del cibo checonsumiamo al ristorante, al pub o co-munque fuori di casa e stia esattamentedentro questo approccio largo molto inte-ressante e molto utile.

Concludo sottolineando un utile para-dosso che ci siamo trovati di fronte per-ché, come tutti possiamo capire, la pre-venzione dello spreco alimentare dopo uncerto punto, se funziona e deve funzio-nare, produrrà meno massa per la do-manda degli indigenti e dei poveri. Ma cipiace pensare – non avremmo propostoquesto provvedimento se non pensassimociò – che la scommessa che il testounificato in esame pone al centro dellasostenibilità della produzione alimentare edella distribuzione degli altri prodotti utilialla dignità della vita delle persone, l’in-

tervento sulla terra e sui suoi prodotticome bene comune da tutelare sia inrealtà un pezzo di nuove politiche dicontrasto alla povertà. Insomma il nostroobiettivo è anche che ci siano meno indi-genti da sfamare !

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l’o-norevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Presidente, oggi lospreco alimentare è sicuramente unanuova emergenza. La FAO, infatti, hacalcolato che ogni anno si sprecano 1,3miliardi di tonnellate di cibo pari a unterzo della produzione mondiale. Il cibodestinato al consumo umano si perde o sispreca nel percorso della filiera alimen-tare: più precisamente nel mondo si spre-cano oltre 500 milioni di tonnellate di cibonella produzione agricola, ben 355 milionidi tonnellate dopo la raccolta, 180 milionidi tonnellate durante l’elaborazione a li-vello industriale, 200 milioni di tonnellatenel percorso distributivo e addirittura 345milioni di tonnellate di cibo nell’ambitodel consumo domestico o nella ristora-zione. Naturalmente, se un prodotto èperduto più a valle della filiera alimentare,maggiori sono le conseguenze ambientalidato che, oltre ai costi di produzioneiniziali, devono essere aggiunti i costi am-bientali sostenuti durante la lavorazione, iltrasporto, lo stoccaggio e il consumo. L’os-servatorio Waste Watcher ha stimato ilfenomeno dello spreco alimentare nel no-stro Paese, e i risultati sono sconcertanti.

Ogni anno 5 milioni di tonnellate diprodotti alimentari finiscono nella spaz-zatura, 149 chili di cibo sprecato annual-mente per persona, pari a 8 miliardi dieuro; ma da più parti considerano tali datimolto sottostimati, l’Università di Bolognaha infatti stimato che il quantitativo diprodotti in agricoltura non raccolti sia dicirca 1,5 milioni di tonnellate, il 3 percento dell’intera produzione agricola na-zionale. Lo spreco nella filiera della tra-sformazione industriale è di circa 2 mi-lioni di tonnellate, mentre lo spreco nelladistribuzione commerciale è di oltre300mila tonnellate. Non vi è dubbio, in-

Atti Parlamentari — 13 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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fatti, che lo sperpero, che diventa rifiuto,ha un costo per l’intera collettività intermini di un dispendio di risorse naturalie idriche utilizzate per produrre gli ali-menti e emissioni di anidride carbonica aogni livello della filiera: dalla produzionefino alla distribuzione e al consumo.

Secondo il Libro verde degli sprechialimentari in Italia lo spreco alimentarenel percorso dal campo alla tavola è undispendio in termini di emissioni di 3,4tonnellate di CO2 equivalenti; e se siconsiderano le emissioni in relazione allosmaltimento dei rifiuti di cibo, le emissioniperse salgono a 5 milioni di tonnellate. Lospreco alimentare è dovuto al cibo cheresta nei campi, perché non risponde aicanoni di vendita o per mantenere prezzidi vendita artificiosamente elevati, o aiprodotti invenduti che raggiungono la datadi scadenza sugli scaffali dei supermercati,ma anche a quello che siamo indotti acomprare in eccesso e che buttiamo senzache passi sulle nostre tavole o mangiamoin maniera eccessiva rispetto al nostrofabbisogno, con gravi rischi per la nostrasalute. Per tale ragione noi abbiamo pro-posto che sia vietata ogni forma di pub-blicità o di promozione per la grandedistribuzione che possa indurre all’acqui-sto di cibo in eccedenza, quali il secondoe il terzo prodotto dati in omaggio. Questoperché l’industria alimentare, allo scopo diaumentare il proprio profitto, ci spingecon una pubblicità martellante a consu-mare sempre più cibo e di sempre peggiorqualità. Le campagne pubblicitarie, stu-diate per far leva soprattutto sulle fasceinfluenzabili della popolazione, bambini eadolescenti, che è dimostrato sono ingrado di influenzare fortemente gli acqui-sti della famiglia, creano veri e propribisogni indotti, portandoci ad acquistare ea consumare molto più cibo di quantorealmente necessitiamo. Infatti, sia inCommissione che ora in Aula, abbiamoproposto degli emendamenti per vietare lapubblicità sulle reti televisive nelle ore diprogrammazione destinate ai minori deiprodotti alimentari e bevande contenenti

un alto livello di acidi grassi saturi, grassianimali, zuccheri e sali liberi, nonché oliodi palma.

Il nostro rapporto con il cibo è radi-calmente cambiato in questi ultimi anni.Ippocrate disse: il tuo alimento sia il tuomedicamento. Invece, il cibo oggi è diven-tato causa di obesità, di malattie e diaumento dei costi per il Servizio sanitarionazionale e primaria fonte di inquina-mento. Con questa legge si potrebbe faredi più sulla prevenzione della formazionedegli sprechi: ad esempio, promuovendogli alimenti a chilometro zero. Tale espres-sione è stata coniata come indicatore percalcolare l’impatto ambientale del cibo inbase ai chilometri percorsi dal luogo diproduzione al luogo di consumo.

Il lavoro svolto in Commissione XII èstato positivo e collaborativo e il testoapprovato è stato sensibilmente migliorato;tuttavia, al fine di rendere veramenteefficace questo provvedimento, sarebbestato necessario uno sforzo maggiore siasulla prevenzione della produzione deglisprechi, sia sul consumo compulsivo dialimenti spesso dovuto principalmente ap-punto ad un bombardamento di pubblicitàdi cibo spazzatura e ad una cattiva edu-cazione alimentare. A tutte queste proble-matiche il MoVimento 5 Stelle ha propostodelle soluzioni attraverso emendamenti inCommissione; molti sono stati bocciati, edè per questo che li proporremo per l’Aulacon la speranza che il dialogo più ampioporti ad una maggiore saggezza (Applausidei deputati del gruppo MoVimento 5Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’o-norevole Fiorio. Ne ha facoltà.

MASSIMO FIORIO. Presidente, dopo lapuntuale presentazione e disamina dellarelatrice vorrei svolgere alcune riflessionirispetto a questo provvedimento, che percerti versi è inaspettato agli occhi di molti:per esempio degli organi di informazione,per i quali non avrebbe mai visto la luce.Tuttavia, non c’è solo lo scetticismo dimolti che hanno impaginato pagine e pa-gine chiedendosi: « l’Italia che fa » ? C’è

Atti Parlamentari — 14 — Camera dei Deputati

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anche il fatto che siamo sommersi, siamoinondati di dati, di cifre, di numeri, chesicuramente ci forniscono la fenomenolo-gia complessa dello spreco, delineano ilperimetro articolato del fenomeno, maallo stesso tempo paralizzano, rischiano diinibire l’iniziativa politica, che di frontealle dimensioni di un fenomeno globale delgenere sembra non poter fare nulla.

Nonostante ciò, approda in Aula oggiuna legge sul tema, che in qualche modorisponde alla sfida lanciata da Expo e alledomande che si sono posti in quella sede.Anzi, l’Esposizione mondiale di Milano èstata la sede in cui questa legge, che è ilfrutto di iniziative parlamentari, la primadel PD, è maturata e ha trovato la spintaper proseguire il suo cammino nelle Com-missioni parlamentari ed ora finalmentein Aula. Non poteva essere altrimenti,« Nutrire il pianeta, energie per la vita »era il tema di Expo, in cui al centro c’erail cibo, la sostenibilità ambientale e lasostenibilità sociale delle produzioni ali-mentari. Possiamo dire senza tema dismentita che il provvedimento che discu-tiamo oggi raccoglie la sfida lanciata daExpo, non si tira indietro dal risponderealle domande poste e anzi possiamo direcon orgoglio che questo provvedimento èuno dei frutti più buoni di quella mani-festazione. Questo tema ha attraversatoExpo in molte forme, è diventato forse inqualche modo uno dei temi dominanti,perché forse poneva la domanda più ra-dicale, la questione più profonda, quellache intende interrogare il cuore del mo-dello produttivo che governa il sistemaoccidentale globale; la domanda riguardala connessione tra le produzioni di beni eil consumo di quei beni. La risposta èsotto gli occhi di tutti: questa connessione,la connessione tra ciò che produciamo eciò che consumiamo è disallineata, e perdirla alla Shakespeare dell’Amleto « Out ofjoint », scardinata. Noi produciamo moltodi più di quello che consumiamo, ma allostesso tempo, questo è il paradosso, ciòche viene prodotto non è abbastanza persoddisfare i fabbisogni mondiali.

Lo spreco, come lo approfondiamooggi nella sua enormità insopportabile di

numeri e cifre, appare sempre più, perdirla in termini psicanalitici, il rimosso delmodello produttivo che ha prevalso finora.Quello che emerge, anche in questo Paesee nel mondo, è che forse alla base dellosvilimento, della svalutazione, infine delsuperamento delle culture dei modelli con-tadini e rurali a favore di moderni modellidi consumo, fenomeno che ci ha illumi-nato splendidamente Pier Paolo Pasolininelle sue opere, c’è la volontà anche disopprimere una cultura che affrontava,gestiva e limitava il fenomeno dello spreco.Non è un caso che questa legge abbianell’agricoltura non solo il riferimento im-portante perché ci si occupa di cibo, maperché in quell’ambito, in quel settore, sipossono trovare risposte.

Il provvedimento, molto articolato, nonsi tira indietro dall’affrontare anche altrisettori dei fabbisogni primari, penso altema dei farmaci e a quello degli abiti;affronta le varie fasi della produzione,della trasformazione, della distribuzione edel consumo di cibo. Voglio citare, a titolodi esempio, la possibilità di recuperareprodotti agricoli direttamente in campo daparte delle associazioni del terzo settore,che altrimenti andrebbero perduti. È unapratica in uso da sempre nelle campagne,chi ha esperienza della vita delle aziendeagricole ricorda che, in passato, la solida-rietà di consentire a chi era in stato dibisogno di accedere ai propri campi erauna pratica abituale. L’agricoltura, ab-biamo dimenticato, ha sempre avuto unavocazione sociale che le consentiva nonsolo di produrre beni, ma di rispondereanche ad esigenze sociali. Da questo puntodi vista crediamo che il riconoscimento delTavolo di coordinamento che ha sedepresso il MIPAAF sia una cosa importante.Finora quel tavolo ha gestito risorse statalie comunitarie per finanziare progetti di-stributivi di derrate agli indigenti. Questotavolo ha gestito spesso iniziative a soste-gno di comparti in crisi, trasformandoquel sostegno in occasioni di solidarietàconcreta. Ora questo tavolo è incremen-tato nei suoi componenti da rappresen-tanti della filiera produttiva, dalla rappre-sentanza di associazioni di solidarietà e

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dalle istituzioni. Questa modalità di colla-borazione è alla base di un nuovo modellodi economia e impresa, quella che qual-cuno oggi chiama economia circolare, mache non è altro che l’idea che le scelteeconomiche d’impresa hanno coinvolgi-menti comunitari ampi e che molto spessoimprese di solidarietà possono trovare si-nergie importanti, che non si riducono allasemplice beneficenza. Questa modalità diimpresa e di economia è probabilmentemeno nuova di quello che riteniamo, èforse più nostra di quello che pensiamo.Negli anni in cui Adam Smith scriveva lesue opere fondamentali di economia, allabase delle quali c’era l’idea di homo oeco-nomicus, mosso da una forma di egoismoproduttivo, Antonio Genovesi, da una cat-tedra intitolata « Economia civile » rispon-deva ribadendo la dimensione comunitariadell’impresa. Per Genovesi il soggetto eco-nomico è relazionale e fatto di reciprocità;il mercato ha una funzione mutualistica.Quell’idea di economia civile, che persecoli è sembrata subalterna al modelloanglosassone che si è imposto, trova oggigli eredi migliori nel mondo dalla coope-razione, dei distretti del made in Italy,della finanza etica, della buona agricolturae nel pensiero che il prodotto, le cose cheproduciamo e che coltiviamo, non vivonosolo nella dimensione dello scambio e delmercato.

La relazione fra persone, che le cosesono, che il prodotto, i beni primari sono,non si esaurisce nell’essere cose o prodottidi consumo. Ecco, credo che l’idea disostenere, riconoscere e promuovere ladonazione – è bello chiamarla « dona-zione » e non solo « cessione gratuita » –come pratica non di beneficenza, ma comestrategia per rispondere ai bisogni socialisia la grande conquista di questa legge.

Sta finendo, forse, un’epoca che avevaridotto il dono a regalo. L’atto di donareè altro: rimanda a una pratica più pro-fonda di cura dell’altro, che il turbo-liberismo, che abbiamo vissuto in questianni, ci aveva fatto dimenticare. Natural-mente questa legge non intende vincolare,mettere paletti alle pratiche di coloro cheoperano nella solidarietà, sarebbe sba-

gliato e anche impossibile da farsi. È unambito di relazioni e di pratiche umanetroppo ampio e troppo ricco.

Uno dei più grandi pensatori di questianni Jacques Derrida, nel suo splendidolibro « Donare il tempo », parafrasandoBaudelaire, diceva che testimoniare dellaparadossalità del dono è un po’ comecercare il mezzo dì alle 14. Derrida insi-steva nel rapporto tra dono e temporalità:donare significa aprire un tempo nuovo.Non so se questa legge aprirà un temponuovo, so che questa legge è in sintoniacon tempi nuovi.

Da ultimo, vorrei fosse messo agli attiun ringraziamento al lavoro della relatrice,alla sua tenacia, che ha consentito aquesta legge di essere qui oggi, e alla suaintelligenza, che ha consentito a questalegge di essere maturata in modo cosìimportante (Applausi dei deputati delgruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l’o-norevole Nicchi. Ne ha facoltà.

MARISA NICCHI. Grazie, Presidente.Siamo avvolti in un insopportabile para-dosso: da una parte, uno spreco di ali-menti senza fine e, dall’altra, un aumentodella povertà alimentare quantitativa equalitativa; da una parte, questa crassa,anche volgare, opulenza e, dall’altra, inac-cettabili diseguaglianze. Mentre enormiquantitativi di cibo vengono gettati, lapovertà alimentare persiste e, anzi, cresce.È una questione globale, che ci conducealle radici, alla base delle diseguaglianze,che stanno raggiungendo valori mai toccatiprima, anche in Italia. L’1 per cento piùricco della popolazione mondiale possiedepiù risorse del resto del mondo. Potere eprivilegi sono strumenti usati per condi-zionare il sistema economico, per condi-zionare la vita di tante persone, per farequel click, di cui si parlava prima, cheallarga il divario tra chi è ricco e chi nonlo è e impoverisce improvvisamente tantepersone.

Non si può evitare questa contestualiz-zazione. Non si può vincere la sfida control’ingiustizia della povertà, a partire dal

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rendere esigibile, come veniva ricordatoprima, il diritto al cibo, finché non si ponerimedio a queste diseguaglianze, oltre unavisione di compassione caritatevole, mariacciuffando quelli che sono i fondamentidi un pensiero critico, capace di porre laquestione della lotta alla diseguaglianzacome il tema di fondo con cui immaginareun cambiamento.

Secondo le ultime stime di un recentevolume curato da Giancarlo Rovati e LucaPesenti, gli italiani incapaci di risponderealle proprie necessità alimentari sonocirca 5 milioni e mezzo, di cui un milionee 300 mila bambini, minorenni. Infatti,sono proprio i bambini e gli adolescentiquelli che sono più esposti al fenomenodella povertà alimentare, insieme alle po-polazioni di chi vive nel Mezzogiorno,questo grande problema del nostro Paeserimosso completamente dalle politiche delGoverno. Però, è anche necessario dire chenon è che tutte le contraddizioni socialisono solo nel Mezzogiorno. Ci sono dasegnalare persino dati inquietanti che ri-guardano la ricca, l’opulenta Lombardia,dove, proprio se si guarda la condizionedei bambini, ci sono dati assolutamentepreoccupanti.

Quindi, la proposta di legge, che noistiamo discutendo, contro lo spreco ali-mentare – così è stata denominata –intende intervenire su questa materia.Quindi, è una scelta positiva, è una sceltadi iniziativa parlamentare. Vuole inserirsiin una generale riduzione degli sprechi; siparte da quelli alimentari, ma si affron-tano altri temi e altri beni. Promuove l’usoconsapevole delle risorse e l’insieme di unapolitica di riduzione dei rifiuti, comequello del recupero dei farmaci, del ve-stiario e di altri prodotti. E soprattutto –questo è un obiettivo importante che noicondividiamo – vuole incentivare e sem-plificare la donazione, i suoi processi e ilvalore della donazione.

Noi ancora vediamo alcune debolezzein questo testo e ci auguriamo che, nelladiscussione che si svolgerà in Aula, sipossano affrontare. Però, non c’è dubbio –lo diciamo già da subito – che conside-riamo un fatto positivo questo primo prov-

vedimento, a cui abbiamo anche contri-buito, anche insieme ad altri gruppi del-l’opposizione, con una nostra visione e condelle proposte, e che, per la prima volta,si prefigge di affrontare in modo organico,complessivo e anche più articolato, dalledefinizioni alle misure, un tema così im-portante. Il problema dello spreco alimen-tare è un fenomeno che ha dimensioni eprofili inquietanti, con dei tratti di immo-ralità. Lo spreco alimentare mondiale valeogni anno mille miliardi di dollari. È unacifra vertiginosa, che sale a 2.600 miliardise si considerano i costi nascosti legatiall’acqua, all’uso improprio e spropositatodell’acqua, e all’impatto ambientale: unaconnessione stretta tra questione sociale equestione ambientale. Nella sola Unioneeuropea si sprecano circa 90 milioni ditonnellate di cibo ogni anno, 180 chilo-grammi a persona. Sono dati indecenti serapportati al bisogno di milioni di donnee di uomini nel mondo. E non sono daticaduti dal cielo o frutti della natura. Moltopiù viene chiamata in causa la volontàumana, una volontà umana critica nonsubalterna a questo modo, a questa realtà,a questa idea di società così squilibrata.Chiama in causa la responsabilità politica.Sì, la responsabilità politica intanto deiGoverni, dei Parlamenti, delle forze poli-tiche. Non ci bastano gli importanti appellidi Papa Francesco. Anzi, quelli dovrebberoconsiderarsi un pezzo per fare noi – noiche facciamo politica a tutti i livelli, dal-l’opposizione al Governo –, per fare e perintervenire su una questione così impor-tante.

Per quanto riguarda il nostro Paese,secondo i dati dell’indagine realizzata nel2012 dalla Fondazione per la sussidiarietàe dal Politecnico di Milano, lo sprecoalimentare ammonta a circa 6 milioni ditonnellate, pari ad un valore di 12,3 mi-liardi di euro. Dati più recenti, forniti –veniva citato – dall’ultima rivelazione Wa-ste Watchers, indicano come, in Italia, lospreco alimentare, solo per le economiedomestiche, di quello che si fa nelle nostrecase, vale tra i 12 e i 13 miliardi di euro.Il cibo sprecato in Italia è di 108 chilo-grammi pro capite, di 450 euro per ogni

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famiglia media, mentre la parte di ciboche è recuperato e poi donato agli enticaritatevoli e alle food bank rappresentapoco più del 6 per cento del totale.

I monitoraggi di Last Minute Market –non tutto nasce da Expo e poi ci arrivo –,inoltre, hanno dimostrato che in un annosi potrebbero recuperare in Italia 1,2 mi-lioni di tonnellate di derrate che riman-gono sui campi, oltre 2 milioni di tonnel-late di cibo dall’industria agroalimentare epiù di 300 mila tonnellate dalla distribu-zione. Ma non sempre i prodotti ritiratidagli scaffali finiscono nella pattumiera. Ilmerito è da attribuire a tante organizza-zioni non lucrative di utilità sociale, alleOnlus, come il Banco alimentare, alla Reteantispreco, oppure ad iniziative – perchéè vero: non tutto nasce da Expo – comequelle dell’università di Bologna che pro-muove, da oltre dieci anni, il recupero diprossimità, supportando gli enti locali e leimprese nell’attivazione di progetti di re-cupero degli alimenti invenduti.

A partire dal 2012, Last Minute Marketha promosso la carta per una rete diamministrazioni a spreco zero. Sono 700 icomuni che hanno aderito. È un docu-mento che impegna i comuni firmatari adadottare specifiche azioni per contrastareil fenomeno dello spreco alimentare. An-drea Segrè, in un articolo recente sull’U-nità ha indicato due grandi questioni: inprimo luogo, c’è la questione della pre-venzione. Il miglior rifiuto – e, per ana-logia, il migliore spreco – è quello che nonsi produce. Poi, c’è la seconda questione:investire risorse adeguate per raggiungeregli obiettivi e le priorità indicate dall’Eu-ropa e dal Piano nazionale di prevenzionerifiuti, che rischiano, senza queste risorse,di rimanere sulla carta.

Nel medesimo articolo Andrea Segrèipotizzava un finanziamento di interventiper la prevenzione attraverso un piccoloprelievo sulla tariffa rifiuti applicata aicomuni, pari ad un euro all’anno. Un’im-postazione che si potrebbe discutere e cheha ispirato, per esempio, un nostro emen-damento che noi poi riproponiamo, dicontenuto simile, per permettere, quindi,attraverso un piccolissimo prelievo dalla

tariffa del servizio di gestione del ciclo deirifiuti, di poter alimentare questo Fondo.

Nel testo ci sono punti ancora damigliorare e che noi abbiamo, con lenostre proposte, trasformato in emenda-menti, per augurarci un miglioramentodella discussione. Tuttavia, c’è un punto didebolezza su cui sappiamo anche esserciun dibattito (quindi, non abbiamo la cer-tezza; noi interveniamo e sappiamo diintervenire su un dibattito). Si tratta delfatto che tutte le misure che sono volte afavorire il recupero degli alimenti, ai finidella donazione delle loro eccedenze persolidarietà, sono, nel testo, solo su basevolontaria. Infatti, in tutto il testo si spe-cifica e si ripete che gli operatori delsettore possono cedere, che gli enti localipossono prevedere, che le eccedenze diprodotti agricoli in campo possono esserecedute, che i prodotti della pianificazioneinvenduti possono essere ceduti.

Noi crediamo che sia giusto discutereun buon rapporto tra azioni che incenti-vano processi virtuosi – quindi, dati involontà – e anche, però, alcuni obblighi.Anche sulla falsariga della recente leggefrancese approvata, noi chiediamo e pen-siamo che si debbano introdurre alcuniobblighi nei confronti degli operatori delsettore alimentare e anche verso altrisoggetti. In Francia è stata approvata direcente una legge in virtù della quale allagrande distribuzione, quali supermercatidi dimensione superiore a 400 metri qua-drati, viene proibito di gettare alimentiancora consumabili rimasti invenduti o didistruggerli e viene obbligata a firmare unprotocollo con un’associazione solidale perfacilitarne la donazione. Anche noi pen-siamo che un obbligo similare possa essereintrodotto, perché pensiamo che la stra-tegia migliore sia mettere insieme alcuniobblighi e incentivare i comportamentivirtuosi.

L’altro punto di debolezza è la man-canza di adeguate risorse, ossia quellerisorse necessarie a finanziare i tre fondiche saranno a sostegno di questo nuovoprovvedimenti. Sempre sul tema delle ri-sorse, merita sottolineare come lo stessoservizio bilancio della Camera ha segna-

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lato come ciò che è previsto per avviarecampagne di sensibilizzazione tra i diversiministeri, importanti anche ai fini deisuggerimenti e degli obiettivi che propo-neva la collega Giordano, secondo il testorealizzabili senza maggiori risorse, sianodifficilmente realizzabili, perché poi si ri-torna sempre lì: tutto viene previsto acosto zero.

Durante l’esame in Commissione èstato soppresso un nostro articolo chestanziava risorse per finanziare agevola-zioni fiscali agli enti del terzo settore perl’acquisto di beni mobili strumentali enecessari all’attività di donazione delleeccedenze alimentari ai fini di solidarietà.

Le misure anche importanti che, in-vece, questo testo contiene e che hanno uneffetto positivo riguardano molti aspetti: lesemplificazioni burocratiche sono unpunto dolente; l’estensione delle agevola-zioni della cosiddetta « legge del buonsamaritano » anche ad altri beni e, aquesto, aggiungiamo anche la possibilità,che per noi era un obbligo ma che inveceè stata acquisita come possibilità, previstain un nostro emendamento di far sì che icomuni possano prevedere una riduzionedella tariffa sui rifiuti per le attività cheproducono e distribuiscono beni alimen-tari ceduti a titolo gratuito per solidarietà.

Inoltre, è positiva la scelta, nell’ambitodegli appalti pubblici per la ristorazione,di tenere conto, tra i criteri per l’aggiu-dicazione, anche di quello della cessione, atitolo gratuito e a fini solidaristici, delleeccedenze alimentari.

Insomma, l’esame della Commissione,dove sono stati approvati alcuni dei nostriemendamenti, è stato un esame serio, unconfronto importante, che ha modificatosensibilmente il testo iniziale, grazie ancheal lavoro mirato, attento e approfonditodella relatrice (anch’io mi aggiungo all’in-tervento che mi ha preceduto, del collegaFiorio).

Noi chiediamo che questo buon contri-buto, questo buono spirito costruttivopossa realizzarsi e proseguire anche nelladiscussione parlamentare.

Vogliamo migliorare questo testo, checonsideriamo un fatto importante per po-

ter affrontare la grande sfida del muta-mento ambientale, quella che è la madredelle nostre battaglie, la sfida del governodelle mutazioni climatiche. Anche conqueste azioni si può intervenire e si puòrispondere a questa grande sfida, ancheper far camminare insieme la giustiziasociale e la giustizia ambientale.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l’o-norevole Giammanco. Ne ha facoltà.

GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie,Presidente. Il provvedimento, che iniziaoggi il suo percorso in Aula, è di assolutarilevanza per le sue ricadute in terminieconomici, sociali e ambientali.

Il problema degli sprechi alimentari,infatti, riguarda tutto il mondo: secondo idati della FAO, ben un terzo del cibo delmondo finisce sprecato. Parliamo di 1,3miliardi di tonnellate, spreco che rappre-senta quattro volte la quantità necessariaper sfamare un miliardo di persone cheoggi soffre la fame perché non ha accessoa sufficienti risorse alimentari.

Solo nei Paesi industrializzati vengonogettati 222 milioni di tonnellate di ciboogni anno: è una quantità che basterebbea sfamare l’intera popolazione dell’Africasubsahariana. Numeri preoccupanti perun tema che troppo spesso rimane aimargini dell’agenda politica.

Expo 2015 ha contribuito sicuramentea sollevare il tema dello spreco alimentarenel nostro Paese: spente le luci dell’eventoè giunta, quindi, l’ora che questo Parla-mento offra all’Italia e agli italiani unanorma volta a contrastare davvero questofenomeno.

Secondo il Barilla center for food andnutrition, ogni anno finiscono tra i nostririfiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate diprodotti alimentari, per un valore di oltre30 miliardi di euro. Cifre impressionanti etutto questo cibo basterebbe a sfamare,secondo la Coldiretti, circa 44 milioni dipersone. È più che sufficiente, quindi, pergli oltre 4 milioni di individui che nelnostro Paese vivono in condizioni di po-vertà assoluta.

Oggi, quindi, vogliamo compiere unulteriore passo per affermare concreta-

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mente il diritto al cibo come diritto uni-versale, per contribuire a raggiungere l’o-biettivo « Fame zero » nel 2030, sancitodalla Carta di Milano e dai nuovi Obiettividel Millennio dell’ONU.

Ma ci sono altri fattori da tenere amente, perché la ricaduta ambientale deglisprechi alimentari è enorme. Innanzitutto,ridurre gli sprechi alimentari fa l’interessedell’ambiente, perché diminuisce il volumedei rifiuti. E, ancora: ogni anno nel mondo250milia miliardi di di litri d’acqua e quasi1 miliardo e mezzo di ettari di suolovengono utilizzati per produrre cibo chepoi viene gettato via. Anche se la Terra èavvolta per il 70 per cento dall’acqua, solouna piccola parte degli 8 milioni di chi-lometri cubi di acqua dolce è effettiva-mente utilizzabile e la pressione congiuntadi crescita demografica, aumento dei con-sumi pro capite e inquinamento stannorendendo la risorsa idrica un bene semprepiù prezioso e sempre più conteso, comedimostra la moltiplicazione dei conflitti interra africana per il controllo dei fiumi inun mondo in cui 1,4 miliardi di personenon ha accesso all’acqua potabile.

Inoltre, combattere lo spreco alimen-tare è importante anche per contenerel’impatto sulla biodiversità che la produ-zione massiva di alimenti ha a livelloglobale. Gli effetti negativi dell’espansioneagricola e delle coltivazioni estensive sonotali sulla frammentazione degli habitat esulla perdita di biodiversità che appareveramente inconcepibile e inaccettabileche una parte rilevante di quanto prodottovenga gettato.

Fortunatamente negli ultimi annistiamo assistendo a una maggiore presa dicoscienza del problema da parte dei cit-tadini, sia italiani che europei. Buoneabitudini, come una lista della spesa ra-gionata, il controllo delle etichette, l’im-piego delle quantità giuste e la correttaconservazione degli avanzi sono semprepiù diffuse.

Secondo l’inchiesta Waste Watcher2016, l’85 per cento dei consumatori èconsapevole dell’importanza dell’imballag-gio rispetto alla conservazione o deperibi-lità del prodotto; per il 64 per cento il

packaging è addirittura « indispensabile » eil 93 per cento dichiara di scegliere laconfezione sulla base della sua funziona-lità, oppure della possibilità di riutilizzo (il90 per cento).

Ma c’è di più: il 56 per cento deiconsumatori, cioè più di un italiano sudue, ha dichiarato di essere disposto apagare qualcosa di più per avere imbal-laggi che aumentino la probabilità di uti-lizzo del prodotto, riducendone di conse-guenza lo spreco.

Quella che si impone oggi è una vera epropria rivoluzione culturale dei modellidi consumo, perché se il 57 per cento deglisprechi sono causati dagli attori economici(cioè dai produttori primari fino alla di-stribuzione e alla ristorazione) il restante43 per cento avviene a casa del consuma-tore. Infatti, la globalizzazione ha com-portato un aumento generalizzato dei li-velli di benessere e l’offerta alimentare anostra disposizione è cresciuta a dismi-sura. Troppo spesso, però, a causa di ritmidi vita frenetici, ci ritroviamo a consumaresempre più pasti fuori casa, continuandoparallelamente ad accumulare nelle nostrecase scorte di cibo che non sono eterne eche diventa difficile quindi smaltire. A ciòsi aggiungono le date di scadenza tropporigide apposte sugli alimenti, le promo-zioni che spingono i consumatori a com-prare cibo sempre in maggiore quantità ei numerosi passaggi dal produttore alconsumatore nelle catene di montaggio deicibi industriali.

È evidente, quindi, che in Aula è ap-prodato un provvedimento importante cheinterroga le coscienze di tutti noi e bisognariflettere sul ruolo del legislatore nellospingere le aziende e i cittadini a scelteeconomicamente ma anche eticamente so-stenibili.

Anche stavolta uno sguardo a quantogià accade all’estero è indispensabile. Loscorso 4 febbraio, ad esempio, il Senatofrancese ha approvato in via definitiva unalegge che istituisce, per i supermercatisopra i 400 metri quadrati, il reato dispreco alimentare; in pratica non sarà piùpossibile per questi negozi smaltire l’in-venduto, trasformandolo in rifiuto quando

Atti Parlamentari — 20 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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è ancora commestibile. I supermercatifrancesi di grandi dimensioni, quindi, sa-ranno obbligati – si badi bene, obbligati – ainviare alle organizzazioni caritatevoli ilcibo prossimo alla data entro la quale èpreferibile consumarlo, oppure a trasfor-marlo in mangime per gli animali o in com-post. Per far sì che ciò accada davvero èstato stabilito, quindi, l’obbligo di stipulareun accordo con queste organizzazioni e, inmancanza di esso, sono previsti 75 milaeuro di multa o due anni di reclusione.

Non è l’unica novità che arriva dainostri vicini francesi: infatti, nel 2016 sonoscattate anche nuove norme per i risto-ranti che servono almeno 180 pasti algiorno. D’ora in poi saranno obbligati afornire ai clienti che ne facciano richiestai cibi non consumati per portarli a casanelle cosiddette doggy bag, contenitori cioèda asporto.

L’Italia arriva forse in ritardo sul tema,ma può vantare esempi virtuosi come ilRefettorio ambrosiano aperto a Milanodalla Caritas, che cucinava il cibo avanzatodi Expo, oggi di supermercati e ristoranti,per le famiglie più bisognose.

La povertà alimentare non riguardasolo il sud del mondo, oggi 53 milioni dieuropei fanno fatica a mangiare un pastocompleto ogni giorno e in Italia, in cinqueanni, sono più che raddoppiate le personeche non possono più permettersi una dietaequilibrata.

Personalmente – parlo da cittadina,svestendomi dei panni del politico – ri-tengo che politiche incisive sul tema deglisprechi alimentari si sarebbero dovutefare già da tempo. Il nostro Paese contacomplessivamente oltre 10 milioni di po-veri, e lavorare affinché si recuperi e sidoni loro cibo che altrimenti andrebbebuttato è tra le più incisive operazioni disolidarietà possibili.

Il testo in discussione va quindi nelladirezione giusta, favorendo l’uso consape-vole delle risorse e il recupero di prodottiancora utilizzabili da parte delle associa-zioni di volontariato, sburocratizzando leprocedure per la raccolta e la donazionenon solo di cibo ma anche di farmaci e divestiti.

Senza dubbio ci sono aspetti perfetti-bili, il testo si può migliorare, si sarebberopotuti e dovuti introdurre alcuni obblighinecessari nei confronti degli operatori eanche stanziare maggiori risorse per spin-gerli a donare, ma siamo sicuramente sullabuona strada. Non sprecare cibo, riciclare,proteggere l’ambiente: queste parole nondevono rimanere semplici buoni propositima diventare veri e propri fari guida delnostro agire politico nei prossimi anni.Abbiamo, infatti, assistito a troppi summitinternazionali sull’ambiente e la fame nelmondo che ci hanno lasciato molta reto-rica ma nulla di concreto.

Combattere gli sprechi, infine, fa anchel’interesse delle aziende, per le quali lostoccaggio e lo smaltimento è sicuramenteun costo. Con il provvedimento in que-stione vogliamo, quindi, tentare di cam-biare davvero le cose e, quindi, andareavanti sicuramente con la lotta agli sprechialimentari. Siamo convinti che rappresentiun’azione di solidarietà reale che è giustoe doveroso incentivare.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l’o-norevole Gagnarli. Ne ha facoltà.

CHIARA GAGNARLI. Signor Presi-dente, colleghi, come già detto più voltedai colleghi, circa un terzo del cibo pro-dotto nel mondo per il consumo umano vaperso o sprecato, creando quindi pressioniinutili sulle risorse naturali e rendendonon disponibile una quota significativadella produzione di cibo. La prevenzione ela riduzione degli sprechi alimentari ri-chiedeva, quindi, degli interventi urgenti.

Il cibo, il consumo, il contrasto aglisprechi, il loro riutilizzo, la riflessione sulcontenimento necessario delle risorse di-sponibili sono un tema che, per fortuna,coinvolge la sensibilità ormai diffusa e cheha aiutato ad arrivare anche a questodibattito parlamentare e, finalmente, alladefinizione di un testo unificato dellediverse proposte di legge presentate, chesperiamo dia il via presto ad iniziativeconcrete che interrompano questo circolovizioso dove, ricordiamo, più di 800 mi-lioni di persone, tra l’11 e il 12 per cento

Atti Parlamentari — 21 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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della popolazione mondiale, lottano quo-tidianamente per sfamarsi, mentre un mi-liardo e mezzo di persone sono obese o insovrappeso.

Con una popolazione in rapida crescita,ci si interroga giustamente su come rea-lizzare una produzione agricola semprepiù sostenibile, su come ridurne l’impattoambientale, visto anche gli enormi costi alivello di consumo di suolo, di risorseidriche e di biodiversità, in una situazioneche rimane comunque di iniqua distribu-zione delle risorse sul nostro pianeta.

Secondo i monitoraggi di Last MinuteMarket, ogni anno si potrebbero recupe-rare in Italia 1,2 milioni di tonnellate diderrate in campo, oltre 2 milioni di ton-nellate di alimenti nell’industria agroali-mentare e più di 300 mila tonnellate dalladistribuzione. La maggior parte dellospreco nel comparto primario riguardaeccedenze di prodotti agricoli in campo edè evidente come questo si traduca insprechi di energie e risorse idriche legatealla produzione e in emissioni che sipotevano evitare.

Proprio per questo sarà fondamentalecoinvolgere tutti gli attori della filiera, dalproduttore agricolo ai trasformatori e aisoggetti cessionari, e per questo abbiamopresentato un’osservazione al parere datocome Commissione agricoltura e che spe-riamo sia integrata nel testo da un emen-damento che aggiusta la definizione dieccedenza cui si fa sì riferimento all’arti-colo 3, quando si parla di cessione gra-tuita, ma senza che poi sia stata inseritanel testo come definizione all’articolo 2.

Consideriamo in generale positiva l’im-postazione della legge, che agisce effetti-vamente su meccanismi di incentivazionepiuttosto che di depressione.

Proprio per questo, proprio perché im-plica un impegno e un tempo più lungoper la diffusione e per una maggioresensibilizzazione e una maggiore consape-volezza, avremmo, ad esempio, preferitonon sempre e solo lasciare la facoltativitàdella cessione, oppure avremmo investitodi più sul finanziamento di progetti per lalimitazione degli sprechi e l’impiego delleeccedenze, legandola strettamente ad

obiettivi di educazione alimentare e dicontrasto alle abitudini scorrette, quindi,ad esempio, implementando il fondo conun contributo da parte di chi producebibite analcoliche con zuccheri aggiunti, ilcui consumo è strettamente legato all’o-besità infantile e con misure più stringentidi sensibilizzazione sulle conseguenze ne-gative degli sprechi alimentari, come ildivieto di pubblicizzare junk food nellefasce orarie di programmazione destinateai minori oppure durante i pasti.

Al fine di rendere efficace l’obiettivodella proposta di legge, è per noi impor-tante che si realizzi un efficace monito-raggio, con uniformi procedure di rileva-zione, con informazioni rese pubblicheattraverso l’istituzione di una banca dati.Un’esatta quantificazione degli sprechiaiuterà a formulare un ordine di prioritànegli interventi di controllo e a fornireparametri indispensabili per sostenereazioni di prevenzione degli sprechi alimen-tari.

Serve, quindi, sì una legge, ma serveuna legge con regole chiare, che porti asmuovere la sensibilità e la volontà delleaziende di voler donare senza dubbi esenza incertezze, di chi non sa bene cosafare e come fare, come è stato finora.

In una società colpita duramente dallacrisi economica e in cui buona parte dellapopolazione fatica ad acquistare cibo, lospreco alimentare è sempre più ingiusti-ficabile e assume una rilevanza morale piùche una rilevanza economica ed ambien-tale, che riguarda tutti. Quindi, ben vengaquesta legge. Sappiamo che in Commis-sione affari sociali si è lavorato in manierapositiva, speriamo che questa legge forni-sca veramente degli strumenti utili e delleindicazioni necessarie per arrivare prestoa tradurre in pratica quegli obiettivi, chesono urgenti e necessari, che questa leggesi prefigge (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle e di deputati del PartitoDemocratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l’o-norevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI. Signor Presi-dente, sottosegretario De Filippo, colleghi,

Atti Parlamentari — 22 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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una delle maggiori sfide dell’umanità èquella di nutrire una popolazione in co-stante crescita senza danneggiare l’am-biente, al fine di preservare le risorseanche per le generazioni future.

Per far fronte in modo sostenibile allesfide alimentari future è indispensabileadottare un approccio sistemico, attento aiproblemi sociali, culturali, economici eambientali, che coinvolga tutti gli attorisociali ed istituzionali.

Poiché sappiamo di essere responsabilidi lasciare un mondo più sano ed ecoso-stenibile alle generazioni future, ci dob-biamo impegnare e declinare buone pra-tiche in politiche pubbliche e aiuti allosviluppo che siano coerenti con i fabbiso-gni locali e indirizzati allo sviluppo disistemi alimentari sostenibili.

Un aspetto problematico è quello dellospreco alimentare nelle diverse fasi, pro-duttive e di consumo. La Commissioneeuropea stima che, nella sola Unione eu-ropea, vengono sprecati 90 milioni di ton-nellate di alimenti, pari a 180 chilogrammia persona. Il tema degli specchi alimentariè al centro di un intenso dibattito delmondo scientifico ed è parte integrantedell’agenda politica dei diversi Paesi co-munitari.

Organismi internazionali come FAO,UNEP, e WRAP hanno lanciato, in questiultimi anni, iniziative specifiche sul tema,contribuendo a sollevare l’attenzione sullanecessità e sull’urgenza di definire unquadro di riferimento comune per la de-finizione di politiche efficaci volte a ri-durre le perdite e gli specchi alimentarilungo la filiera.

Il perdurare in molti casi dell’aggra-varsi delle condizioni di povertà e diinsicurezza alimentare in molti Paesi eregioni del mondo (la FAO, nel 2014, lodisse) porta, inoltre, ad interrogarsi sul-l’impatto degli sprechi alimentari e sullasicurezza alimentare a livello globale.Combattere lo spreco alimentare è dunqueun dovere morale e ambientale, in unmondo sempre più affollato, in cui lerisorse alimentari vanno gestite con co-scienza ed equità.

È indispensabile dare priorità a politi-che volte a ridurre lo spreco di alimenti,che affrontino le cause del fenomeno edefiniscano una gerarchia per l’uso dialimenti, poiché individuare la naturadella perdita e dello spreco di cibo èessenziale per eradicare la fame a livelloglobale.

Occorre, inoltre, riconoscere il contri-buto positivo della cooperazione dei sog-getti del no profit e degli accordi a lungotermine nella filiera alimentare, per con-sentire una migliore pianificazione e pre-visione della domanda dei consumatori efornire un supporto necessario ad avviareiniziative di sensibilizzazione, anche daparte dei professionisti del settore alimen-tare.

Il progetto di recupero a fini socialidelle eccedenze dei prodotti alimentariinvenduti, dalla grande alla piccola distri-buzione, dalla ristorazione commercialema anche dalle mense scolastiche, azien-dali e ospedaliere, fa parte di iniziative chemeritano il sostegno e l’impegno delleistituzioni verso la semplificazione norma-tiva e l’incentivazione di comportamentivirtuosi.

La formazione di rimanenze alimentarinell’arco della filiera è il primo problemaetico, ma rappresenta anche una questioneeconomica, in quanto, se non recuperatecome cibo attraverso le donazioni ad entibenefici, esse diventano rifiuto, quindi uncosto per il sistema. Ogni attività volta aridurle ha quindi un doppio effetto posi-tivo: introduce un concetto di miglioresostenibilità della produzione e commer-cializzazione dei beni alimentari e com-porta una riduzione dei costi per la col-lettività, che dovrà gestire minori quantitàdi rifiuti. D’altra parte, ridurre lo sprecoalimentare costituisce, prima di tutto, unaquestione sociale e politica a livello glo-bale, che attiene al diritto di accesso alcibo e alla sicurezza alimentare della po-polazione. Ecco finalmente in Italia, dopola Francia, anche una legge di iniziativapopolare che ha l’obiettivo di ridurre glisprechi per ciascuna delle fasi di produ-zione, trasformazione, distribuzione esomministrazione dei prodotti alimentari,

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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farmaceutici e di altro tipo, attraverso larealizzazione di alcuni obiettivi prioritari,tra i quali quello di favorire il recupero ela donazione delle eccedenze alimentari(in via prioritaria) per l’utilizzo umano edi prodotti farmaceutici o di altri prodottiper fini di solidarietà sociale; contribuirealla limitazione degli impatti negativi sul-l’ambiente e sulle risorse umane, ridu-cendo la produzione di rifiuti e propo-nendo il riuso e il riciclo, con l’obiettivo diestenderlo al ciclo della vita dei prodotti;contribuire al raggiungimento degli obiet-tivi generali stabiliti dal Programma na-zionale di prevenzione dei rifiuti e dalPiano nazionale di prevenzione sullospreco alimentare.

Il testo implica normative sulla sicu-rezza alimentare di tipo fiscale, per evitarel’evasione o forme di mercato nero e sifocalizza sulla responsabilizzazione deicittadini. Inoltre, la legge garantirà adattività commerciali e produttive unosconto sulla tassa sui rifiuti proporzionalealla quantità di cibo donato. Sono inoltrepreviste specifiche norme per consentire ilriutilizzo dei prodotti alimentari idonei alconsumo umano o alimentare oggetto diconfisca. A questo scopo, si dispone unanovella all’articolo 15 in materia di si-stema penale. In ogni caso, in merito allaconfisca di prodotti, se ne dispone lacessione gratuita al complesso degli entiprivati costituiti per il proseguimento,senza scopo di lucro, di finalità civiche esolidaristiche.

Ma voglio sottolineare un altro aspettomolto interessante di questa legge, che èquello che concerne la raccolta dei far-maci. Di concerto con il Ministero dellasalute, è stata normata la donazione deiprodotti farmaceutici non utilizzati all’ar-ticolo 15 di questa proposta di legge inesame, che va a modificare l’articolo 157del decreto legislativo n. 219 del 2006, chedetta disposizioni dirette ad incentivare ladonazione alle organizzazioni non lucra-tive di utilità sociale di medicinali nonutilizzati, correttamente conservati e nonscaduti, rimettendo poi a un decreto delMinistro della salute l’individuazione dimodalità tali da garantirne la qualità, la

sicurezza e l’efficacia, escludendo espres-samente i medicinali da conservare infrigorifero a temperature controllate,quelle contenenti sostanze stupefacenti opsicotrope e quelle dispensabili solo nellestrutture ospedaliere. Questa previsionenormativa, peraltro, si allinea con quantoprevisto – abbiamo fatto l’abbinamentopoco tempo fa – nella proposta di leggesempre di iniziativa delle onorevoli DonataLenzi e altre. In Italia la spesa sanitariaannua pro capite è di 440 euro, costanterispetto all’anno precedente, ma quella deipoveri è di soli 69 euro; scendiamo almenodell’8 per cento. Ciò significa che nellefamiglie non povere si destina il 3,8 percento del budget domestico per curarsi,mentre in quelle più povere scende dell’1,8per cento. Il 3,9 per cento degli italiani harinunciato ad acquistare i farmaci neces-sari per ragioni economiche. Ancora inforte aumento, dall’altra parte, le dona-zioni di farmaci (quasi 1,3 milioni diconfezioni nel solo primo trimestre del2015); cresce ancora in modo robustoanche la donazione aziendale (nel primotrimestre del 2015 sono state donate quasi860 mila confezioni, ne erano 540 mila nelprimo semestre del 2015). Insomma,quello che stiamo dicendo è che comunqueuna montagna di pillole, di sciroppi e diantibiotici spesso finiscono nella spazza-tura. È stato calcolato dall’Organizzazionemondiale della sanità che solo per tuttal’Unione Europea la quantità di tali rifiuticorrisponde a circa 125 miliardi di eurol’anno.

Questa proposta di legge – devo diregrazie alla tenacia, alla determinazionedella relatrice Gadda e alle iniziative par-lamentari – si propone di sicuro, da unaparte, un cambio di rotta culturale e,dall’altra, di non affamare più con lospreco di natura alimentare, di naturafarmaceutica ma di fare in modo cheanche l’Italia rientri nel novero dei Paesiche si sono comunque distinti per realiz-zare un po’ di giustizia sociale in più, unPaese più civile e soprattutto un po’ piùgiusto nei confronti della collettività (Ap-plausi dei deputati del gruppo Partito De-mocratico).

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PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’o-norevole Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente.Inizierò prendendo la questione un po-chino più dal largo e partirò dal pianetaTerra. Il nostro sistema produttivo e lanostra civiltà ha ricondotto questo pianetain una situazione di criticità mai vissutadalla specie umana. Secondo lo studiosoJohan Rockström noi abbiamo nove limitiplanetari, nove soglie da non superare e diqueste nove soglie ne abbiamo già superatequattro: la perdita della biodiversità, ilcambiamento climatico, il consumo disuolo e l’inquinamento dovuto ai ciclibiogeochimici del fosforo e dell’azoto. Per-ché la prendo dal punto di vista planeta-rio ? Perché ovviamente l’alimentazione èuno dei fattori fondamentali di questagrossa criticità, di questo grosso problemache abbiamo causato al nostro pianeta,alla nostra casa. L’alimentazione – è statoricordato dai miei colleghi numerose volte– è una delle fonti fondamentali e prin-cipali dell’inquinamento: ad esempio il 30per cento dell’emissione di gas serra vieneemesso per la produzione alimentare.Inoltre c’è un tema che abbiamo cercato disollevare in questo Parlamento più volteed è stato inserito anche nel provvedi-mento in esame, ma purtroppo è rimastoinascoltato, ed è il tema dell’alimenta-zione, di cosa mangiamo, dell’alimenta-zione basata su alimenti di origine ani-male. C’è da guardare a che cosa è acca-duto in questo Paese e nel mondo. Daglianni Cinquanta ad oggi abbiamo quasitriplicato i consumi di alimenti di origineanimale e ci siamo allontanati drastica-mente da quelli che erano, per dir così, idettami della dieta che ci era propria, ladieta mediterranea, basata su poca carne,poco pesce, pochi formaggi. Ci siamo av-vicinati ai consumi statunitensi. Lo stessotipo di transizione sta avvenendo in Paesimolto più grandi del nostro, come la Cina,in tempi molto più rapidi e questo stacausando una pressione sempre crescentesull’inquinamento e sulle risorse di questopianeta. Dobbiamo dunque ricordarci chespreco alimentare non è soltanto buttare

via il cibo ma è anche scegliere di man-giare una tipologia di alimentazione cheha un impatto ambientale molto maggiore.Lo spreco più grande viene a monte dellafiliera produttiva. Lo spreco appunto èradicato nella dieta occidentale: basti pen-sare che l’industria alimentare è respon-sabile del 20-30 per cento del consumo ditutta l’acqua del mondo e allo stesso modoil bestiame allevato consuma ogni giornoun quantitativo spropositato di acqua, lastessa che viene sottratta alla alimenta-zione, alla possibilità di bere di 750 mi-lioni di persone e l’allevamento intensivo enon solo, l’allevamento in generale, è unadelle fonti principali di consumo di suolo,inteso come suolo utilizzato per la pro-duzione agricola, per fare i mangimi, eanche suolo utilizzato direttamente per ilpascolo. Secondo la FAO il 75 per centodei suoli globali è destinato all’alleva-mento: il 75 per cento è un numeromostruoso ed è il dato della FAO del 2006.E anche per l’allevamento il 70 per centodi quella che era la foresta amazzonica èdiventato pascolo oppure coltivazione perfare i mangimi. Avete parlato di gas serra.Sono stato alla Cop21: uno dei grandi temiassenti è stato proprio quello della ridu-zione dei consumi. Il 14,5 per cento delleemissioni di gas serra sono dovute all’al-levamento globale.

La nostra proposta, ciò che abbiamocercato di introdurre e che cercheremo diriproporre in Aula attraverso gli emenda-menti, è di effettuare un ripensamentonella cultura alimentare attraverso l’edu-cazione: che deve portare ad una ridu-zione dei consumi per riavvicinarci aidettami della dieta mediterranea, per riav-vicinarci a tutte le linee guida internazio-nali della protezione della salute. E, perfar questo, abbiamo chiesto qualcosa dimolto semplice: all’interno delle mensepubbliche sia garantita un’alternativa cheesclude i prodotti di origine animale, e siaanche avviato un dibattito attraverso l’in-troduzione di un giorno alla settimana incui viene servito un menù esclusivamentevegetale. Queste sono richieste che noiabbiamo presentato sotto forma di emen-damenti e che vorremmo discutere con

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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voi, perché questo è un tema fondamen-tale per l’equilibrio e la salute di tutti eanche del nostro pianeta (Applausi deideputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscrittia parlare e pertanto dichiaro chiusa ladiscussione sulle linee generali.

(Repliche della relatrice e del Governo– A.C. 3057-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Prendo atto che la re-latrice, onorevole Gadda, rinunzia allareplica.

Ha facoltà di replicare il rappresen-tante del Governo.

VITO DE FILIPPO, Sottosegretario diStato per la salute. Presidente, onorevoli,colgo l’occasione per segnalare una que-stione che non mi sembra trascurabile: iltesto unificato oggi all’esame dell’Aularappresenta ancora una volta un esempiodi un confronto proficuo, aperto e positivotra il Governo e la Commissione affarisociali; e, proprio forte di questa consa-pevolezza – nelle ultime settimane è laseconda occasione di una dinamica cosìvirtuosa del lavoro della Commissione conil Governo – inizio senza infingimentiringraziando veramente a nome del Go-verno sia la relatrice, l’onorevole MariaChiara Gadda, le cui virtù sono stateindicate in molti interventi proprio ancheper la conduzione dell’esame di questoimportante provvedimento. Ringrazio ilpresidente della Commissione, ma devoringraziare anche tutti i componenti dellastessa Commissione, con un apprezza-mento non rituale anche agli uffici dellaCommissione affari sociali che hanno ga-rantito uno svolgimento dell’iter assoluta-mente con un indiscusso livello di profes-sionalità.

Quest’Aula sta aprendo una discus-sione importante – ne abbiamo avuto unsaggio già negli interventi di questa sera –su un tema che investe senza esagerareuna parte importante del destino nel no-stro pianeta. Il rapporto con il cibo nel

mondo – è stato segnalato anche questasera – sta cambiando la storica bussoladelle relazioni tra Nord e Sud, investendoo travolgendo addirittura senza ostacoli lelongitudini e le latitudini che abbiamo finoad ora conosciuto sui temi dell’alimenta-zione. Sempre di più, come è noto, ildibattito sulla cosiddetta food security osulla food safety sta diventando argomentodei Governi europei e non solo, e sap-piamo anche con quale grandezza ExpoMilano ha dilatato queste discussioni, met-tendo il mondo di fronte a rischi cheappaiono sempre più imminenti: direi laprepotenza di catene alimentari che sonodiventate nel frattempo insicure ed in-certe. In questo quadro il problema dellospreco alimentare è un problema rilevantenella molteplicità degli aspetti produttividi sicurezza, di solidarietà e anche, comeè stato più volte segnalato, sui temi fon-damentali di sostenibilità ambientale. Inquesto senso il lavoro svolto in questi mesidalla Commissione, anche nella collabora-zione che è apparsa evidente nel dibattitodi questa sera tra i gruppi parlamentari dimaggioranza e di minoranza, mi sento didire che è veramente esemplare e spe-riamo, come è stato auspicato da molti,possa essere completato ancora più con-cretamente nell’ulteriore dibattito chequest’Aula svolgerà nei prossimi giorni.Qualche breve ricostruzione anche dell’i-tinerario: in data 17 dicembre 2015, aconclusione dei lavori del comitato ri-stretto, è stato adottato finalmente untesto unificato dei sette disegni di leggepresentati recanti norme per la limita-zione degli sprechi, l’uso compassionevoledelle risorse e la sostenibilità ambientale.

A livello europeo, la cessione di ali-menti a qualsiasi titolo è disciplinata daregolamenti che appaiono anche un po-chino desueti: i regolamenti n. 178 del2000, n. 852 del 2004 e n. 853 sempre del2004, che contengono le norme generali especifiche inerenti le strutture, l’attrezza-tura e la gestione delle fasi di produzione,di trasformazione e di distribuzione deiprodotti alimentari. Risulta invece ancoraassente una normativa specifica sulla ces-sione del cibo a titolo gratuito e sulle

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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politiche di riduzione dello spreco. Siamoperò a conoscenza, è stato riferito e voglioritornarci, che, per esempio, la Francia,proprio in questo mese di febbraio 2016,dopo un iter legislativo anche in quelPaese non semplice, anche con qualchecontrapposizione con i livelli costituzionalidi quel Paese, ha adottato una legge controlo spreco alimentare su temi molto similia quelli della nostra: dalla prevenzioneall’utilizzo degli alimenti. Devo dire checon l’introduzione del capitolo sui farmaci,quella italiana si presenta ancora più ori-ginale e, mi sentirei di dire, anche piùcompleta rispetto a questa ultima leggeche è stata più volte citata.

Alcune statistiche, che sono state rife-rite anche nel dibattito (sicuramente nondel tutto puntuali, perché tutti i lavori e leelaborazioni sul tema degli sprechi ali-mentari presentano oggettivamente pro-blemi metodologici ed epistemologici ab-bastanza complicati) si attestano su cifreenormi: 1,3 miliardi di tonnellate di ma-teriale edibile che ogni anno vanno di-spersi e sprecati.

In Italia, la legge n. 155 del 2003, anchequesta più volte citata, quella del cosid-detto buon samaritano, ha equiparato alconsumatore finale, in riferimento allaresponsabilità derivante da norme di si-curezza alimentare, quindi di food safety,le organizzazioni non lucrative di utilitàsociale che effettuano, a fini di benefi-cenza, distribuzione gratuita dei prodottialimentari agli indigenti. La legge di sta-bilità per il 2014, all’articolo 1, commi 236e 237, e la legge n. 147 del 2013 hannooperato una distinzione all’interno dei do-natori tra gli operatori del settore alimen-tare, i cosiddetti OSA, inclusi quelli dellaristorazione ospedaliera, assistenziale escolastica, e le ONLUS che effettuano, aifini di beneficenza, distribuzioni gratuiteagli indigenti di prodotti alimentari cedutidagli OSA: prevedendo che le ONLUS cheforniscono alimenti agli indigenti e gli OSAche donano gli alimenti alle ONLUS, de-vono garantire un corretto stato di con-servazione, di trasporto, deposito ed uti-lizzo, ciascuno per la parte che gli com-pete. Questo obiettivo, secondo quanto

previsto dalla legge di stabilità per il 2014,è raggiunto proprio attraverso specificimanuali di corretta prassi operativa, chedevono essere validati dal Ministero dellasalute e devono essere predisposti in con-formità a quanto previsto dai citati rego-lamenti comunitari, specificamente daln. 882 del 2004.

I punti salienti, veramente in sintesi, diquesto disegno di legge. Il DDL è finaliz-zato a ridurre gli sprechi nella fase dellaproduzione, della trasformazione, della di-stribuzione e della somministrazione deiprodotti alimentari, di quelli farmaceutici,sui quali ritornerò brevissimamente, e dialtri prodotti; mediante ogni utile inizia-tiva volta al recupero e alla donazionedelle eccedenze alimentari e dei prodottifarmaceutici ai fini di solidarietà sociale,mediante la diffusione e la promozione diuna giusta cultura sociale, attraverso stru-menti anche di comunicazione, resi obbli-gatori dalla norma, a sostegno del recu-pero dei beni alimentari e del riuso dialtro tipo di beni di largo consumo: al fineanche di contribuire a limitare l’impattonegativo sull’ambiente, riducendo alloscopo anche la produzione di rifiuti.

È di tutta evidenza che le predettemeritorie finalità sociali si possono realiz-zare solo attraverso misure di semplifica-zione per la cessione gratuita degli ali-menti a fini di solidarietà sociale, che sonostati previsti, devo dire in maniera moltopositiva, nel provvedimento che stiamodiscutendo. Al riguardo, il disegno di legge,al Capo II, dispone proprio una serie dimisure per la cessione gratuita delle ec-cedenze alimentari ai fini della solidarietàsociale; salvaguardando tuttavia – nonpotevamo fare altrimenti – le misure vi-genti in materia di igiene e di sicurezzaalimentare, a tutela del consumatore equindi della salute in termini generali epubblici.

È prevista, inoltre, l’istituzione di untavolo di coordinamento a livello centralecon la presenza dei rappresentanti di variministeri, delle politiche agricole, del la-voro, dell’economia, della salute e dell’am-biente, oltre ai rappresentanti delle asso-ciazioni di settore, per promuovere ogni

Atti Parlamentari — 27 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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attività di sostegno e di monitoraggio utileai fini del disegno di legge in esame. Èinoltre prevista la promozione di campa-gne informative per promuovere le prati-che virtuose, anche con riguardo all’atti-vità di ristorazione, per consentire l’a-sporto dei propri avanzi di cibo. È previ-sto, infine, che il Ministero della salutepredisponga linee di indirizzo rivolte aglienti gestori di mense scolastiche, al fine diprevenire o di ridurre lo spreco connessoalla somministrazione degli alimenti. Nel-l’ambito del disegno di legge in esame, e incoerenza alle oggettive finalità di solida-rietà sociale e di tutela dell’ambiente, nonpoteva non essere prevista anche unadisposizione volta a disciplinare la utiliz-zazione di medicinali non utilizzati, anchebasandosi su straordinarie ed importantiesperienze che ci sono già nel nostroPaese. In tale fattispecie rientrano i me-dicinali destinati ad essere eliminati dalcircuito commerciale, purché siano con-servati in confezioni integre, corretta-mente conservati ancora nel periodo divalidità, in modo tale da garantire laqualità, la sicurezza e l’efficacia originaria,con l’esclusione, come è stato riferito, dimedicinali da conservare in frigorifero atemperature controllate, di medicinalicontenenti sostanze stupefacenti o psico-trope, e di medicinali dispensabili solonelle strutture ospedaliere. La norma rin-via (c’è stato un dibattito su questo frontein Commissione) ad un decreto del Mini-stero della salute, sulla individuazione esulle modalità che devono rendere possi-bile alle ONLUS la donazione di medici-nali, e la definizione dei requisiti dei localie delle attrezzature idonee a garantire lacorretta conservazione e le procedurevolte alla tracciabilità dei lotti dei medi-cinali ricevuti e distribuiti. Ovviamente,alle ONLUS è consentita la distribuzionegratuita di medicinali non utilizzati diret-tamente ai soggetti indigenti o bisognosi acondizione, ripeto a condizione, che di-spongano di personale sanitario ai sensi diquanto disposto dalla normativa vigentesul chi è autorizzato a prescrivere farmaci.

La disposizione vieta qualsiasi cessione atitolo oneroso dei medicinali oggetto didonazione.

Insomma, un passo sostanziale inavanti su più fronti, che colloca in unavalutazione sinottica della legislazione eu-ropea, sicuramente l’Italia a un punto dieccellenza su questa importante e delicatamateria.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito èrinviato ad altra seduta.

Sull’ordine dei lavori e per la rispostaad uno strumento del sindacato ispettivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper un intervento di fine seduta l’onore-vole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Grazie, Presi-dente. Basta veleni ! Un urlo, una richiestache prende piede ormai sempre più interritori italiani. Basta veleni ! Ecco cosachiesi il 26 giugno 2013 con un’interroga-zione al Ministero dell’Ambiente. Interro-gazione 5-00455 che sollecito. Basta velenia Salerno ! Basta a questa ormai non piùsopportabile situazione delle fonderie Pi-sano ! A quella interrogazione, a quelgrido non ho mai avuto risposta e intanto,solo a febbraio scorso, il parroco dellachiesa di Fratte, zona di Salerno in cui sitrovano le fonderie Pisano, ha celebrato 7funerali in sette giorni per morti di neo-plasia. All’improvviso, finalmente, qual-cosa si muove, ed ecco che l’ARPAC re-gionale, sollecitata dalla procura di Sa-lerno, accerta che la struttura non rispettale norme ambientali. La regione Campaniaemana un decreto di sospensione delleattività dello stabilimento, ma ecco che il9 marzo, neanche dieci giorni dopo ildecreto, si ha la terribile retromarcia dellaregione, che dà il via libera alla riapertura.Per la serie: non vi prendo in giro solocome sindaco, ma anche come governa-tore. Dal 9 marzo c’è un presidio diprotesta ai cancelli della fabbrica, presidiofatto di persone a cui va tutto il mioappoggio e il mio sostegno. Stasera anche

Atti Parlamentari — 28 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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una fiaccolata del Comitato « Salute eVita » aperta a tutti i cittadini, per ripeteretutti: Basta veleni ! Oggi ho presentatoun’ennesima interrogazione per chiedereun’ispezione da parte del Ministero, per-ché, Presidente, noi non abbiamo alcunaintenzione di fare retromarcia.

Ordine del giornodella seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l’ordine delgiorno della seduta di domani.

Martedì 15 marzo 2016, alle 10,30:

1. – Svolgimento di interrogazioni.

(ore 14)

2. – Seguito della discussione dei dise-gni di legge:

S. 1600 – Ratifica ed esecuzione delTrattato di assistenza giudiziaria in mate-ria penale tra il Governo della Repubblicaitaliana ed il Governo della Repubblica delPanama, fatto a Panama il 25 novembre2013, e del Trattato di estradizione tra ilGoverno della Repubblica italiana ed ilGoverno della Repubblica del Panama,fatto a Panama il 25 novembre 2013(Approvato dal Senato) (C. 3156).

— Relatore: Porta.

S. 1927 – Ratifica ed esecuzione delMemorandum d’intesa tra il Governo dellaRepubblica italiana e il Consiglio dei Mi-nistri della Bosnia ed Erzegovina sullacooperazione nel settore della difesa, fattoa Roma il 30 gennaio 2013 (Approvato dalSenato) (C. 3241).

— Relatrice: Carrozza.

Ratifica ed esecuzione dell’Accordoche istituisce un’associazione tra l’Unioneeuropea e i suoi Stati membri, da unaparte, e l’America Centrale, dall’altra, fattoa Tegucigalpa il 29 giugno 2012 (C. 3261).

— Relatore: Porta.

S. 1660 – Ratifica ed esecuzionedell’Accordo sul reciproco riconoscimentodei titoli attestanti studi universitari o dilivello universitario rilasciati nella Repub-blica italiana e nella Repubblica popolarecinese, con Allegati, firmato a Pechino il 4luglio 2005 (Approvato dal Senato) (C.3300).

— Relatrice: Carrozza.

3. – Seguito della discussione della pro-posta di legge:

SORIAL ed altri: Disposizioni in ma-teria di acquisto e dismissione delle auto-vetture di servizio o di rappresentanzadelle pubbliche amministrazioni (C. 3220-A/R).

— Relatori: Lattuca, per la maggioranza;Sorial, di minoranza.

4. – Seguito della discussione del testounificato delle proposte di legge:

GADDA ed altri; GALATI; MON-GIELLO ed altri; CAUSIN ed altri;FAENZI ed altri; SBERNA ed altri; MAN-TERO ed altri; NICCHI ed altri: Disposi-zioni concernenti la donazione e la distri-buzione di prodotti alimentari e farma-ceutici a fini di solidarietà sociale e per lalimitazione degli sprechi (C. 3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A).

— Relatrice: Gadda.

La seduta termina alle 16.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONEDEL DEPUTATO FABIO PORTA IN SEDEDI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENE-RALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI RA-

TIFICA N. 3261

FABIO PORTA, Relatore. Illustre Pre-sidente, colleghi deputati, il provvedimentoal nostro esame reca l’autorizzazione allaratifica e l’esecuzione dell’Accordo di as-sociazione fra l’Unione europea e i sei

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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Stati centroamericani (Costarica, El Sal-vador, Guatemala, Honduras, Nicaragua ePanama), considerati come un’entità re-gionale integrata – requisito questo chel’Unione europea privilegia proprio per lastipula di accordi di associazione conl’esterno.

Occorre del resto ricordare come l’in-tegrazione regionale dell’America centralesia iniziata sin dal 1960 con la creazionedel Mercato comune centroamericano,mentre nel 1991 nacque il Sistema d’in-tegrazione centro-americana. con obiettivinon più solo economici ma anche politici.

Mi preme sottolineare che, in ragionedell’elevata integrazione economica dellaregione centroamericana con il Messico, ilnostro Paese – che proprio in Messicoopera con numerose aziende – dovrebbeindirettamente beneficiare di più anche dairisultati dell’Accordo in esame che comun-que comporterà la liberalizzazione doga-nale nei confronti del 91 per cento delleesportazioni centroamericane nel territoriodell’Unione, e per converso la liberalizza-zione graduale dei dazi nei confronti del 69per cento delle esportazioni europee di pro-dotti industriali in Centroamerica.

L’Accordo in esame non rappresentaperaltro un assoluto esordio di relazionicommerciali e istituzionali qualificate del-l’Unione europea con la regione centroa-mericana: va infatti ricordato l’Accordo didialogo politico e di cooperazione stipulatocon gli stessi sei paesi il 15 dicembre 2003,e autorizzato alla ratifica in Italia con lalegge 6 marzo 2006, n. 137.

Dal punto di vista della struttura l’Ac-cordo in esame presenta un’ampiezza no-tevole, contando oltre al preambolo 363articoli, e inoltre 21 Allegati, alcune Di-chiarazioni e un Protocollo relativo allacooperazione culturale. Si rileva in parti-colare la mole dell’Allegato I, dedicato allasoppressione dei dazi doganali, che da solooccupa quasi 1.700 pagine.

I 363 articoli dell’Accordo sono raggrup-pati in cinque parti: la parte prima è dedi-cata alle disposizioni generali e istituzio-nali, e comprende gli articoli da 1 a 11, neiquali si definisce tra l’altro la natura del-l’Accordo, fondato sul rispetto dei principi

democratici e di diritti umani fondamen-tali, nonché sulla promozione dello svi-luppo sostenibile nel quadro degli Obiettividi sviluppo del Millennio delle NazioniUnite e sui principi del buon governo e delloStato di diritto, inclusa la gestione correttae trasparente degli affari pubblici a tutti ilivelli istituzionali, con un particolaresforzo contro la corruzione. Viene comun-que salvaguardata (articolo 3) la sovranitàdi ciascuna delle sei Repubbliche centroa-mericane nei confronti di qualsiasi disposi-zione dell’Accordo in esame.

La parte seconda (articoli 12-23) ri-guarda i profili del dialogo politico traUnione europea e America centrale e (arti-colo 12) pone fra gli obiettivi di esso l’istitu-zione di un partenariato politico privile-giato fondato sul rispetto e la promozionedella democrazia, della pace, dei dirittiumani, nonché sul rafforzamento dell’ONUquale fulcro del sistema multilaterale e lacooperazione nell’ambito della politicaestera e di sicurezza, in vista anche di ini-ziative congiunte di comune interesse nellesedi internazionali appropriate.

Vengono poi analiticamente enunciatisettori in cui dovrà strutturarsi il dialogopolitico, che concernono il disarmo e lanon proliferazione delle armi di distru-zione di massa (articoli 14-15), la lotta alterrorismo (articolo 16), i gravi crimini diportata internazionale (articolo 17), i fi-nanziamenti allo sviluppo e le migrazioni(articoli 18- 19), la cooperazione in ma-teria ambientale e, nel settore economico-finanziario, il buon governo in ambitofiscale e soprattutto la decisione di nego-ziare l’istituzione di un meccanismo co-mune aperto ad interventi della Bancaeuropea degli investimenti e del Fondoinvestimenti dell’America Latina, per con-tribuire allo sviluppo e alla riduzione dellapovertà in America centrale.

La parte terza riguarda i molteplicirisvolti della cooperazione tra l’UnioneEuropea e l’America centrale, e com-prende gli articoli 24-76. Oltre a ribadirel’obiettivo del rafforzamento dello Stato didiritto, del buon governo e del rispetto deidiritti umani, nel settore della giustizia edella sicurezza si dà rilievo alla coopera-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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zione per elevare il livello di protezionedei dati personali ai più rigorosi standardinternazionali (articolo 34), favorendo al-tresì tuttavia la libera circolazione dei datistessi tra le Parti dell’Accordo.

Specifici articoli sono dedicati alla lottaal narcotraffico, al riciclaggio di denaro –ivi compreso il possibile sbocco del finan-ziamento di attività terroristiche –, alcontrasto alla criminalità organizzatatransnazionale, alla lotta alla corruzione,al contrasto al traffico illecito di armileggere e alla lotta al terrorismo, da con-durre nel pieno rispetto della sovranitàdegli Stati, delle pertinenti risoluzioni del-l’ONU, del principio del giusto processo edelle libertà fondamentali.

Per quanto concerne lo sviluppo e lacoesione sociale si afferma la necessità chesi accompagnino in parallelo allo sviluppoeconomico, e a tale scopo particolare ri-lievo assume l’azione per la riduzionedella povertà e dell’esclusione sociale, non-ché le azioni positive nel campo dell’oc-cupazione, della protezione sociale, dell’i-struzione, della sanità, delle pari oppor-tunità e, di particolare rilievo per la zonacentroamericana, a favore dei diritti edelle libertà fondamentali dei popoli indi-geni (articolo 45).

Per quanto invece riguarda le migra-zioni l’articolo 49 prevede la cooperazionedelle Parti su tutti i risvolti del problema,inclusi quelli criminali come la tratta diesseri umani, e anche sulle misure peragevolare il trasferimento delle rimessedegli emigrati e per ostacolare la fuga deicervelli dai paesi sulla via dello sviluppo.In particolare, sono previsti sforzi perconformare le legislazioni delle Parti del-l’Accordo alla Convenzione di Ginevra del1951 sullo status dei rifugiati e al succes-sivo Protocollo del 1967.

In campo ambientale si enunciano isettori oggetto della cooperazione tra leParti, tra i quali la lotta all’inquinamento,la prevenzione della riduzione dello stratodi ozono atmosferico, il contrasto alladesertificazione e alla deforestazione, lamitigazione dei cambiamenti climatici, laconservazione della biodiversità, l’introdu-zione di incentivi e tecnologie compatibili

con la tutela ambientale, la gestione dellecalamità naturali (articolo 51), allo scopodi ridurre la vulnerabilità della regionecentroamericana nei confronti di esse, raf-forzando la capacità delle comunità localinella gestione del territorio a scopo pre-ventivo e nelle attività di ripristino ericostruzione successive ad una calamità.

La parte quarta dell’Accordo, di granlunga la più estesa, è dedicata al commer-cio: l’articolo 77 riguarda l’istituzione, sucui che le Parti concordano, di una zonadi libero scambio in conformità alle nor-mative dell’Organizzazione mondiale delcommercio (OMC), assumendone i relatividiritti e obblighi.

Il successivo articolo 78 enuncia gliobiettivi commerciali dell’Accordo inesame, a partire dall’espansione degliscambi di merci tra le Parti mediante lariduzione o addirittura l’eliminazione degliostacoli tariffari e non tariffari al commer-cio. In secondo ordine le Parti persegui-ranno anche la facilitazione degli scambi dimerci attraverso la semplificazione di pro-cedure doganali e meccanismi di valuta-zione della conformità, nonché nel campodelle misure sanitarie e fitosanitarie.

Anche gli scambi di servizi verrannofavoriti, conformemente all’articolo V del-l’Accordo generale (GATS) sul commerciodi servizi dell’OMC. Verrà inoltre datoimpulso all’integrazione economica regio-nale attraverso analoghi meccanismi diriduzione e semplificazione tariffaria edoganale. Verrà anche curato l’allesti-mento di un ambiente favorevole a unaumento dei flussi di investimento e faci-litate le condizioni di stabilimento di im-prese e persone tra i territori delle Particontraenti. Si darà corso a una effettivaapertura reciproca dei mercati degli ap-palti pubblici. Verrà perseguita una effi-cace tutela dei diritti di proprietà intel-lettuale, tenendo tuttavia conto delle dif-ferenze tra le Parti e della necessità deltrasferimento di tecnologie tra le diverseregioni Parti dell’Accordo. Vi saranno in-fine meccanismi di risoluzione delle con-troversie equi ed efficaci.

I numerosi altri articoli della partequarta riguardano tra l’altro alcune que-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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stioni chiave, come le misure antidumpinge compensative, da adottare conforme-mente alle regole dell’OMC; le misure disalvaguardia multilaterali e bilaterali, mi-ranti ad impedire danni all’economia oall’assetto sociale delle Parti dell’Accordoin conseguenza dei processi di liberaliz-zazione degli scambi; l’individuazione el’eliminazione di ostacoli tecnici al com-mercio, quali regolamenti specifici, normee procedure di valutazione, ecc.; i servizidi telecomunicazione, finanziari e del tra-sporto marittimo internazionale; le indi-cazioni geografiche – di particolare inte-resse per il nostro Paese –, contemplateagli articoli 242-250; le procedure di ri-soluzione delle controversie.

L’Accordo ha sollevato non poche po-lemiche in taluni settori dell’opinione pub-blica centro-americana e non vi è dubbioche occorrerà attendere qualche anno pervedere quali frutti cresceranno grazie alleprospettive aperte dall’Accordo stesso, an-che se già da oggi è possibile cogliere laforte volontà delle classi democratiche diquesti Paesi di raggiungere una coesioneed un’integrazione che, fino ad alcunidecenni fa, non era immaginabile. Unacoesione raggiunta attraverso la media-zione del Parlamento centro-americano(Parlacen), il cui ruolo sottolinea come iPaesi centroamericani abbiano, di fatto,raggiunto una nuova fase del loro processodi integrazione.

Un processo che ha di fronte a séancora molta strada ma che sicuramentepotrà ora avvalersi di questo nuovo qua-dro giuridico-internazionale di collabora-zione e di scambio.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONEDELLA DEPUTATA MARIA CHIARAGADDA IN SEDE DI DISCUSSIONESULLE LINEE GENERALI DEL TESTOUNIFICATO DELLE PROPOSTE DI

LEGGE N. 3057-A ED ABBINATE

MARIA CHIARA GADDA, Relatrice.Onorevole Sig. Presidente, Onorevoli Col-leghi, Onorevoli Rappresentanti del Go-verno, ciascuno di noi conosce il signifi-

cato della fame, è una richiesta frequentee costante, che viene saziata quotidiana-mente.

Questa constatazione vale per alcuni,ma non per tutti.

Per tanti secoli la fame è stata tristecompagna di viaggio di intere generazionie ha fatto parte del paesaggio delle città,e allo stesso tempo è stata motore dicambiamenti sociali; con lo sviluppo e lamodernità, la fame è sfuggita allo sguardo,diventando una immagine di popoli e Paesilontani, vista in televisione o nelle foto-grafie.

La violenta e lunga crisi che ha colpitoanche il nostro Paese, ha riproposto questitemi nelle nostre comunità, mostrando ilvolto di nuove ed inedite forme di indi-genza.

Lo sperpero che diventa rifiuto rappre-senta un costo per la collettività e com-porta un dispendio di risorse naturali,idriche, energetiche ed emissioni di ani-dride carbonica per la sua produzione.

Allo stesso tempo, i dati preoccupantiche riguardano l’aumento della povertà ela cattiva alimentazione, invitano a ricon-siderare i modelli di consumo e facilitarela transizione verso un modello che mettaal centro la sostenibilità del sistema.

Il riconoscimento del diritto al cibotrova la sua prima formulazione nel 1948,all’articolo 25 della Dichiarazione Univer-sale dei diritti dell’uomo, diventando undiritto esigibile dopo l’approvazione, nel1976, del Patto sui diritti economici, socialie culturali, ratificato come trattato da piùdi 150 stati.

Ma è necessario che seguano meccani-smi all’interno di ciascun ordinamento ingrado di conferire a questo diritto unaconcreta esecutività.

Ricordo, al riguardo, che Expo Milano2015 ha scelto come sua proposta tematica« Nutrire il Pianeta: Energia per la vita »,temi rilanciati anche dalla 21 Conferenzadi Parigi sui cambiamenti climatici.

Il provvedimento in esame, recante« Disposizioni concernenti la donazione ela distribuzione di prodotti alimentari efarmaceutici a fini di solidarietà sociale e

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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per la limitazione degli sprechi », rappre-senta una delle eredità dirette di ExpoMilano 2015.

Nel mondo, un terzo della produzionedi cibo viene sprecata, appesantendo labilancia che vede contrapporsi da un latola sovrabbondanza e dall’altro la scarsitàdi mezzi e risorse. Uno scandalo, uninsulto per la società, come è stato definitodal Presidente della Repubblica, SergioMattarella.

Una forbice che taglia in orizzontaletra le persone e i popoli, in verticale tra legenerazioni.

Le norme che sono oggetto della valu-tazione di questa Assemblea, si pongonol’obiettivo ambizioso, ma possibile, di fa-vorire il recupero e raddoppiare la dona-zione delle eccedenze, affinché non diven-tino spreco.

Un testo che riconosce la bellezza, lebuone pratiche diffuse sul territorio na-zionale, che già oggi consentono di recu-perare circa 500.000 tonnellate di derratealimentari. La legge 155/2003, altrimentichiamata « del buon samaritano » ha giàconsentito le donazioni in questi anni,equiparando l’ente caritativo al consuma-tore finale, in termini di responsabilitàcivile.

Oggi ci troviamo nelle condizioni diarmonizzare il quadro normativo al fine diindirizzare efficacemente la donazione.

Lo facciamo partendo da un assunto,ovvero che si spreca ad ogni livello dellafiliera.

In Italia, come indica una recente ri-cerca effettuata dal Politecnico di Milano,vengono prodotte in un anno circa 5,6milioni di tonnellate di eccedenze alimen-tari, intese come cibo che viene realizzato,trasformato, distribuito e preparato per lasomministrazione, e per diverse ragioninon viene venduto o consumato. Di queste,circa 500.000 tonnellate vengono recupe-rate, con tassi differenti sulla base delgrado di recuperabilità del prodotto edello stadio della filiera in cui l’eccedenzasi genera.

La maggior parte dell’eccedenza, calco-lata intorno al 57 per cento viene generatadagli attori economici in tutta la filiera,

ma anche il consumatore influisce note-volmente sul fenomeno, per il 43 percento.

Da un lato è necessario intervenire sulfronte dell’educazione; un cittadino con-sumatore più consapevole, sarà meno por-tato a sprecare, perché è in grado diassegnare alle cose un valore economico,sociale ed ambientale e a non considerarlesoltanto da un punto di vista utilitaristico;sull’altro versante, nel caso degli attorieconomici, e concentrandoci sulla filieraad alta e media recuperabilità, l’aspettoorganizzativo e la chiarezza normativasono la ricetta vincente.

La donazione è uno dei modi, assiemealla ri-trasformazione e al riutilizzo deiprodotti, per allungarne il ciclo di vita.

Allo stesso tempo il dono è un modocon cui si risponde ad un bisogno sociale,una scelta di responsabilità che può rien-trare nelle politiche aziendali e che, allostesso tempo, coinvolge le associazioni, icittadini, le istituzioni e gli enti locali.

Il recupero e la donazione delle ecce-denze sono una scelta costosa, in terminiorganizzativi ed economici, per le impresecosì come per gli enti caritativi, calcolatain circa il 10-30 per cento del valorerecuperato. Questo significa da un lato chela donazione, per crescere, deve esseresemplificata ed incentivata e dall’altrolato, che esiste un significativo « effettomoltiplicatore » nella donazione: investire1 euro nella filiera del recupero significaottenere derrate alimentari da destinarealle persone indigenti per un valore tra i3 e i 10 euro.

In Commissione si è svolto un con-fronto ed un approfondimento di altissimolivello che ha comportato un lungo ciclo diaudizioni, che ha visto il coinvolgimentodei principali rappresentanti delle associa-zioni caritative ed ambientaliste, degli at-tori di tutta la filiera economica e impe-gnato, assieme al Ministero della Salute,anche il Ministero delle Politiche agricole,alimentari e forestali e il Ministero del-l’Ambiente.

Una singola legge non può mai essererisolutiva, tantomeno su un tema cosìtrasversale e dalle molte implicazioni so-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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ciali, ambientali ed economiche come èl’oggetto del testo di legge in esame; mauna legge è buona, quando riconosce unfatto sociale e si inserisce come un tasselloin un piano strategico e in quadro piùampio di politiche attive, soprattutto inmateria di contrasto alla povertà.

Il provvedimento in esame riconosce erafforza l’impegno avviato con la Legge diStabilità 2015, dove si è inserito chiara-mente il principio secondo il quale per leimprese è più conveniente donare chebuttare cibo, e prova a fare alcuni passi inavanti.

La Commissione Affari sociali, ha con-cluso l’esame del provvedimento il 10marzo scorso, a seguito di un approfonditoesame al quale hanno partecipato conspirito costruttivo tutti i gruppi parlamen-tari; si consegna all’Assemblea un testosignificativamente arricchito.

Obiettivo della legge e merito ricono-sciuto dalle associazioni ascoltate, è quellodi riordinare la materia delle cessioni aifini di solidarietà sociale, affrontando gliaspetti che oggi costituiscono i limiti piùforti, quali la burocrazia onerosa e unanormativa complessa e stratificata, garan-tendo allo stesso tempo la sicurezza ali-mentare, il rigore e la tracciabilità.

Per quanto attiene al contenuto delprovvedimento, considerati i tempi contin-gentati a disposizione e l’ampiezza dell’in-tervento normativo in esame, mi concen-trerò sui punti essenziali, rinviando allarelazione integrale, di cui si chiede allaPresidenza l’autorizzazione al deposito.

Il provvedimento consta di 18 articoli,ed è suddiviso in 4 capi.

L’articolo 1 illustra la finalità del prov-vedimento che è quella di ridurre glisprechi per ciascuna delle fasi di produ-zione, trasformazione, distribuzione esomministrazione di prodotti alimentari,farmaceutici o di altri prodotti, con par-ticolare riferimento alla destinazione aifini di solidarietà sociale. Il recupero e ladonazione delle eccedenze è uno dei modi,assieme al riuso e ai riciclo, attraverso ilquale è possibile estendere il ciclo di vitadei prodotti.

L’articolo 2 definisce gli operatori delsettore alimentare, i « donatori », e ampliala platea dei soggetti cessionari, i « dona-tari »; per la prima volta trovano unadefinizione nel nostro ordinamento i ter-mini « eccedenze alimentari » e « sprecoalimentare »; si esplicita, essendo questospesso causa di fraintendimento e originedi spreco anche tra i consumatori, ladifferenza esistente tra il « termine mi-nimo di conservazione » e la « data discadenza »; si qualifica – ai fini dellapresente legge – la « donazione », intesacome cessione di beni a titolo gratuito.

Il Capo Il (artt.3-12) definisce alcunemisure di semplificazione per la cessionegratuita degli alimenti.

In particolare, l’articolo 3 detta le mo-dalità di cessione delle eccedenze alimen-tari ai soggetti cessionari da parte deglioperatori del settore alimentare, che deveessere gratuita e destinata a favore dipersone indigenti. Si prevede una gerar-chia nella donazione, con priorità al con-sumo umano, mentre le eccedenze alimen-tari non idonee al consumo umano pos-sono essere cedute per il sostegno vitale dianimali e per altre destinazioni, come ilcompostaggio di comunità con metodoaerobico. È altresì consentita la raccoltadei prodotti agricoli che rimangono incampo e la loro cessione a titolo gratuito.

L’articolo 4 chiarisce che la cessionedelle eccedenze alimentari è consentitaanche oltre il temine minimo di conser-vazione purché siano garantite l’integritàdell’imballaggio primario e le idonee con-dizioni di conservazione, ed è inoltre pre-vista l’ulteriore trasformazione dellestesse. Per quanto attiene alla ri-trasfor-mazione, all’articolo 16 si qualifica taleoperazione come permutativa esente Iva,se è relativa alle finalità sociali previstedalla legge in esame. L’articolo 4 dice inmodo chiaro che i prodotti finiti dellapanificazione possono essere donati nel-l’arco delle 24 ore dalla loro produzione.

La sicurezza igienico-sanitaria è unodei punti cardine, assieme alla tracciabi-lità, della presente legge. L’articolo 5 nedispone i requisiti.

Atti Parlamentari — 34 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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L’articolo 6 prevede la possibilità diconsentire la cessione, ai fini di solidarietàsociale, dei prodotti alimentari idonei alconsumo umano o animale, oggetto diconfisca.

L’articolo 8 riconosce il lavoro svolto inquesti anni, grazie a fondi nazionali ecomunitari, dal Tavolo permanente dicoordinamento in materia di distribuzionedelle derrate alimentari agli indigenti. Iltavolo riunisce associazioni caritative, at-tori economici e istituzioni. Viene estesa lasua composizione a tutti gli attori dellafiliera economica, e allo stesso tempovengono implementate le sue funzioni inmateria di valutazione, promozione diprogetti innovativi e monitoraggio, relati-vamente allo spreco alimentare.

Limitare gli sprechi significa anche in-tervenire sul fronte della prevenzione, di-sponendo misure di promozione nell’am-bito della comunicazione radio televisiva edella formazione, soprattutto con il coin-volgimento delle giovani generazioni. Lalegge disciplina prioritariamente l’ambitodella donazione, ma non abbiamo rinun-ciato ad inserire, all’articolo 9, elementiche sicuramente dovranno trovare spazioin ulteriori provvedimenti specifici.

Per ridurre gli sprechi alimentari nelsettore della ristorazione, sono promosseiniziative volte a ridurre lo spreco di ciboe incentivare permettere ai clienti l’a-sporto dei propri avanzi. In altri termini,la family bag. L’articolo 12 ne assegna lespecifiche risorse, nello stato di previsionedel Ministero dell’Ambiente.

L’articolo 11 rifinanzia con 2 milioni dieuro per il 2016 il Fondo per la distribu-zione di derrate alimentari alle personeindigenti e contestualmente istituisce –nello stato di previsione del Ministerodelle politiche agricole alimentari e fore-stali – un Fondo, con dotazione di 1milione di euro per ciascuno degli anni2016, 2017 e 2018, destinato al finanzia-mento di progetti innovativi – che possonoprevedere il coinvolgimento di volontaridel Servizio civile nazionale – finalizzatialla limitazione degli sprechi e all’impiego

delle eccedenze, nonché per promuoverela produzione di imballaggi riutilizzabili ofacilmente riciclabili.

L’articolo 13 modifica la legge n 155/2003, ampliando la platea dei soggettibeneficiari delle donazioni e le categoriedei prodotti che possono essere cedutegratuitamente agli indigenti.

La legge si occupa prioritariamente dicessioni di prodotti nuovi, si è ritenuto inquesto ambito di disciplinare, all’articolo14, anche il tema della distribuzione diarticoli ed accessori di abbigliamentousati. Si considera cessione a titolo gra-tuito, il conferimento da parte dei privatidi tali articoli ed accessori, direttamentepresso le sedi operative dei soggetti auto-rizzati alla distribuzione gratuita. Altri-menti, i beni che non siano destinati indonazione o non siano ritenuti idonei adun successivo utilizzo sono gestiti in con-formità alla normativa sui rifiuti di cui aldecreto legislativo n. 152/2006.

L’articolo 15, incentiva la donazione –alle sole ONLUS che dispongano di per-sonale sanitario – di medicinali non uti-lizzati, correttamente conservati e nonscaduti, ad eccezione dei medicinali daconservare in frigorifero a temperaturecontrollate, quelli contenenti sostanze stu-pefacenti o psicotrope nonché quelli di-spensabili solo in strutture ospedaliere. Lapovertà non è infatti solo alimentare, conquesta misura si vuole incentivare l’attivitàdelle associazioni che ogni giorno dannoassistenza agli indigenti in materia di curae assistenza sanitaria.

Le misure di semplificazione burocra-tica, fiscale e tributaria sono disciplinateall’articolo 16.

L’articolo 17 dà al comune la facoltà diapplicare un coefficiente di riduzione dellatariffa sui rifiuti alle utenze non domesti-che relative ad attività produttive e distri-butive che cedono a titolo gratuito benialimentari, direttamente o indirettamenteagli indigenti.

Infine, in materia di appalti nella ri-storazione collettiva, all’articolo 18, si in-serisce tra i criteri di valutazione dell’of-ferta, quando il contratto è affidato con ilcriterio dell’offerta economicamente più

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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vantaggiosa, la cessione a titolo gratuito, afini di beneficenza, delle eccedenze ali-mentari.

Avviandomi alla conclusione, questalegge di iniziativa parlamentare arriva al-l’attenzione dell’Assemblea dopo un lungopercorso di ascolto e confronto. L’Italianon è già oggi fanalino di coda in Europanel recupero e nella donazione delle ec-cedenze, con questa legge vogliamo fare unulteriore passo in avanti.

Analisi di dettaglio delle disposizionicontenute nel disegno di legge così comemodificato dalla Commissione.

L’articolo 1 illustra la finalità del prov-vedimento che è quella di ridurre glisprechi per ciascuna delle fasi di produ-zione, trasformazione, distribuzione esomministrazione di prodotti alimentari,farmaceutici o di altri prodotti attraversola realizzazione di alcuni obiettivi priori-tari:

favorire il recupero e la donazionedelle eccedenze alimentari, in via priori-taria ai fini dell’utilizzo umano, e di pro-dotti farmaceutici ed altri prodotti a fini disolidarietà sociale;

contribuire alla limitazione degli im-patti negativi sull’ambiente e sulle risorsenaturali, riducendo la produzione di rifiutie promuovendo il riuso e il riciclo conl’obiettivo di estendere il ciclo di vita deiprodotti;

contribuire al raggiungimento degliobiettivi generali stabiliti dal Programmanazionale di prevenzione dei rifiuti e dalPiano nazionale di prevenzione dellospreco alimentare previsto dal medesimoprogramma, nonché alla riduzione dellaquantità rifiuti biodegradabili avviati allosmaltimento in discarica;

contribuire ad attività di ricerca, all’in-formazione e alla sensibilizzazione deicittadini, con particolare riferimento aigiovani, e delle istituzioni in materia.

L’articolo 2 definisce gli operatori delsettore alimentare e i soggetti cessionari –qualificati come il complesso degli entiprivati costituiti per il perseguimento,senza fini di lucro, di finalità civiche esolidaristiche, che promuovono e realiz-zano attività di interesse generale; le ec-

cedenze alimentari sono definite – in vianon esaustiva – come i prodotti alimentariche, fermo restando il mantenimento deirequisiti di igiene e sicurezza, rimangonoinvenduti per varie cause ovvero non ido-nei alla commercializzazione, mentre sidefinisce spreco alimentare l’insieme deiprodotti alimentari, agricoli e agro-alimen-tari, ancora commestibili, che vengonoscartati dalla catena agroalimentare perragioni commerciali o estetiche ovveroperché in prossimità della data di sca-denza; si esplicita la differenza esistentetra termine minimo di conservazione, in-teso come la data fino alla quale unprodotto alimentare, in adeguate condi-zioni di conservazione conserva le sueproprietà specifiche, e la data di scadenza,che sostituisce il termine minimo di con-servazione per alimenti molto deperibili,oltre la quale essi sono considerati arischio; si qualifica ai fini della presentelegge la donazione, intesa come cessione dibeni a titolo gratuito.

Il Capo Il (artt. 3-12) definisce alcunemisure per semplificare la cessione gra-tuita degli alimenti ai fini di solidarietàsociale e per limitarne gli sprechi.

In particolare, l’articolo 3 detta le mo-dalità di cessione delle eccedenze alimen-tari ai soggetti cessionari da parte deglioperatori del settore alimentare che deveessere gratuita e destinata a favore dipersone indigenti. Si prevede una gerar-chia nella donazione, con priorità al con-sumo umano, mentre le eccedenze alimen-tari non idonee al consumo umano pos-sono essere cedute per il sostegno vitale dianimali e per altre destinazioni, come ilcompostaggio dì comunità con metodoaerobico. È altresì consentita la cessione atitolo gratuito delle eccedenze di prodottiagricoli in campo o di allevamento idoneial consumo umano ed animale.

L’articolo 4 detta disposizioni sulle mo-dalità di cessione delle eccedenze alimen-tari in esame: tale cessione è consentitaanche oltre il temine minimo dì conser-vazione purché siano garantite l’integritàdell’imballaggio primario e le idonee con-dizioni di conservazione ed è inoltre pre-vista l’ulteriore trasformazione delle

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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stesse. Sono previste specifiche disposi-zioni per i prodotti finiti della panifica-zione e per i derivati dagli impasti difarina prodotti negli impianti di panifica-zione che non necessitano di condiziona-mento termico.

L’articolo 5 dispone circa i requisiti e laconservazione delle eccedenze alimentariin cessione gratuita, che devono avvenirein conformità a corrette prassi operative alfine di garantire la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, in linea conquanto stabilito dal regolamento (CE) 852/2004 del Parlamento europeo e del Con-siglio del 29 aprile 2004, e dall’articolo 1,co. 236, della legge di stabilità per il 2014(L. 147/2013).

L’articolo 6 prevede specifiche normeper consentire la cessione, ai fini di soli-darietà sociale, dei prodotti alimentariidonei al consumo umano o animale og-getto di confisca.

L’articolo 7, con una modifica alcomma 236 dell’articolo 1 della legge distabilità 2014 (legge n. 147/2013), prevedeche l’obbligo di garantire un corretto statodi conservazione, trasporto, deposito eutilizzo degli alimenti, nel caso di distri-buzione gratuita agli indigenti di prodottialimentari, ceduti dagli operatori del set-tore alimentare, venga ampliato al com-plesso degli enti privati costituiti per ilperseguimento, senza fini di lucro, di fi-nalità civiche e solidaristiche, che promuo-vono e realizzano attività di interessegenerale – qualificati all’articolo 2 comecessionari – e non solo, come attualmenteprevisto, le organizzazioni riconosciutenon lucrative di utilità sociale.

L’articolo 8 integra i compiti e la com-posizione del Tavolo permanente di coor-dinamento, così come previsto all’articolo58 del decreto legge n. 83/2012; perquanto attiene ai compiti, l’attività deltavolo viene estesa alla promozione diiniziative, indirizzi e strumenti per ladistribuzione di derrate alimentari agliindigenti, al monitoraggio e alla formula-zione di progetti e studi finalizzati allalimitazione degli sprechi ed alla distribu-zione delle eccedenze. La partecipazione al

tavolo è gratuita e senza nuovi o maggiorioneri a carico del bilancio dello Stato.

L’articolo 9 dispone misure in materiadi promozione, formazione e prevenzioneper limitare gli sprechi; nell’esecuzione delcontratto di servizio, la RAI assicura unnumero adeguato di ore di trasmissionitelevisive e radiofoniche dedicate all’infor-mazione e alla sensibilizzazione su com-portamenti e misure idonei a ridurre glisprechi alimentari, energetici o di altrogenere. E poi prevista la promozione dicampagne nazionali di comunicazione deidati raccolti in tema di recupero alimen-tare e riduzione degli sprechi da parte deiMinisteri coinvolti, nonché di campagneinformative per incentivare la prevenzionenella formazione dei rifiuti e la promo-zione presso le istituzioni scolastiche diogni ordine e grado di percorsi miratiall’educazione alimentare, ad una produ-zione alimentare ecosostenibile e alla sen-sibilizzazione contro lo spreco di alimenti.Per ridurre gli sprechi alimentari nel set-tore della ristorazione alle Regioni è con-sentita la stipula di accordi o di protocollidi intesa per promuovere comportamentiresponsabili idonei a ridurre lo spreco dicibo e permettere ai clienti l’asporto deipropri avanzi.

L’articolo 10 prevede l’emanazione daparte del Ministero della salute, previaintesa in sede di Conferenza unificata, diindicazioni per gli enti gestori di mensescolastiche, comunitarie e sociali per pre-venire e ridurre Io spreco connesso allasomministrazione degli alimenti.

L’articolo 11 rifinanzia con 2 milioni dieuro per il 2016 il Fondo per la distribu-zione di derrate alimentari alle personeindigenti – di cui all’articolo 58, comma 1,del decreto legge n. 83/2012 – e conte-stualmente istituisce nello stato di previ-sione del Ministero delle politiche agricolealimentari e forestali un Fondo, con do-tazione di 1 milione di euro per ciascunodegli anni 2016, 2017 e 2018, destinato alfinanziamento di progetti innovativi – chepossono prevedere il coinvolgimento divolontari del Servizio civile nazionale –finalizzati alla limitazione degli sprechi eall’impiego delle eccedenze, nonché per

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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promuovere la produzione di imballaggiriutilizzabili o facilmente riciclabili. Lemodalità di utilizzo del Fondo sono defi-nite con decreto ministeriale. Gli oneriderivanti dall’attuazione dell’articolo inesame sono quantificati in 3 milioni dieuro per l’anno 2016 e 1 milione di europer gli anni 2017 e 2018.

L’articolo 12 amplia le finalità delFondo per la promozione di interventi diriduzione e prevenzione della produzionedi rifiuti e per lo sviluppo di nuovetecnologie di riciclaggio – istituito dall’ar-ticolo 2, comma 323 della legge n. 244/2007 – alla promozione di interventi de-stinati alla riduzione dei rifiuti alimentari,comprese le iniziative volte a promuoverel’utilizzo da parte degli operatori nel set-tore della ristorazione di contenitori riu-tilizzabili idonei a consentire ai clientil’asporto degli avanzi di cibo. In relazionea tali finalità ne incrementa la dotazionedi un milione di euro per ciascuno deglianni 2017 e 2018.

Il Capo III (artt. 13-17) disciplina ul-teriori misure per favorire la cessionegratuita di prodotti alimentari, farmaceu-tici e di altri prodotti a fini di solidarietàsociale.

L’articolo 13 reca modifiche alla leggen 155/2003. L’articolo 1 è sostituito e neviene modificata la rubrica in « Distribu-zione di prodotti alimentari, farmaceuticie di altri prodotti fini di solidarietà so-ciale ». Conseguentemente viene ampliatala platea dei soggetti autorizzati (cfr. art.2) a effettuare le distribuzioni gratuite e lecategorie dei prodotti che possono esserecedute gratuitamente agli indigenti edequiparati, nei limiti del servizio prestato,ai consumatori finali.

L’articolo 14 disciplina la distribuzionedi articoli ed accessori di abbigliamentousati, e considera cessioni a titolo gratuitoladdove tali articoli ed accessori venganoconferiti dai privati direttamente presso lesedi operative dei soggetti autorizzati alladistribuzione gratuita. Altrimenti, i beniche non siano destinati in donazione onon siano ritenuti idonei ad un successivo

utilizzo sono gestiti in conformità allanormativa sui rifiuti dì cui al decretolegislativo n. 152/2006.

L’articolo 15, modificando l’articolo157 del decreto legislativo n. 219/2006,detta disposizioni dirette ad incentivare ladonazione alle organizzazioni non lucra-tive di utilità sociale (ONLUS) che dispon-gano di personale sanitario, di medicinalinon utilizzati, correttamente conservati enon scaduti, rimettendo ad un decreto delMinistro della salute l’individuazione dimodalità tali da garantire la qualità, lasicurezza e l’efficacia originarie, ed esclu-dendo espressamente i medicinali da con-servare in frigorifero a temperature con-trollate, quelli contenenti sostanze stupe-facenti o psicotrope nonché quelli dispen-sabili solo in strutture ospedaliere. Anchein tal caso viene sancita l’equiparazione alconsumatore finale degli enti che svolgonoattività assistenziale – rispetto alla deten-zione e conservazione dei prodotti. Lacessione a titolo oneroso dei farmaci og-getto di donazione è espressamente vie-tata.

L’articolo 16 reca disposizioni varie, dicarattere tributario e finanziario in temadi cessione gratuita delle eccedenze ali-mentari, dei prodotti farmaceutici e dialtri prodotti a fini di solidarietà sociale,prevedendo particolari modalità e requisitidelle comunicazioni telematiche agli ufficidell’amministrazione finanziaria in rela-zione alle cessioni sopracitate ed ade-guando alle nuove disposizioni le disposi-zioni in vigore in tema di imposta sulvalore aggiunto sui beni oggetto di cessionegratuita. Si specifica inoltre la cessione deiprodotti alimentari trasformati, qualificatacome operazione permutativa esente Ivaper le finalità previste dalla legge inesame.

L’articolo 17 – con una modifica al-l’articolo 1, comma 652, della legge distabilità per il 2014 –, dà al comune lafacoltà di applicare un coefficiente diriduzione della tariffa sui rifiuti alleutenze non domestiche relative ad attivitàproduttive che producono e distribuisconobeni alimentari e che a titolo gratuito licedono, direttamente o indirettamente agli

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 MARZO 2016 — N. 589

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indigenti e alle persone in condizioni dìbisogno o per l’alimentazione animale.

Infine il Capo IV (Misure in materia diappalti) composto dal solo articolo 18 conuna modifica al comma 1 dell’articolo 83del codice dei contratti pubblici relativi alavori, servizi e forniture (decreto legisla-tivo n. 163/2006) inserisce tra i criteri divalutazione dell’offerta, quando il con-tratto è affidato con il criterio dell’offerta

economicamente più vantaggiosa, la ces-sione a titolo gratuito, a fini di benefi-cenza, delle eccedenze alimentari.

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO RESOCONTI

ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. RENZO DICKMANN

Licenziato per la stampa alle 18,15.

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