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SINTESI DEI LAVORI DEL SEMINARIO SULLA MEDICINA TRADIZIONALE

Date post: 22-Jan-2017
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SINTESI DEI LAVORI DEL SEMINARIO SULLA MEDICINA TRADIZIONALE Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 34, No. 3 (SETTEMBRE 1979), pp. 271-285 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40759181 . Accessed: 14/06/2014 20:19 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.78.132 on Sat, 14 Jun 2014 20:19:41 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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SINTESI DEI LAVORI DEL SEMINARIO SULLA MEDICINA TRADIZIONALESource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 34, No. 3 (SETTEMBRE 1979), pp. 271-285Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40759181 .

Accessed: 14/06/2014 20:19

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NOTE E TESTIMONIANZE

SINTESI DEI LAVORI DEL SEMINARIO SULLA MEDICINA TRADIZIONALE (*)

L'Istituto Italo-Africano in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità ed il Dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministe- ro Affari Esteri ha organizzato nella sua sede di Roma dal 3 al 5 aprile 1979 un Seminario internazionale sulle piante nella Medicina Tradizionale al quale hanno partecipato studiosi e specialisti dei settori interessati (antropologia, botanica, chimica, farmacologia, medicina e farmacia) provenienti da una ven- tina di Paesi dell'Europa, dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina.

I lavori si sono svolti secondo il seguente ordine:

Martedì 3 aprile-. Dibattito sul tema « Lo stato delle conoscenze e delle ricerche nell'impiego delle piante nella Medicina Tradizionale ». Relatori: Prof. D.N. Lantum (Università di Yaounde); Prof. M.D. Sayed (Univer- sità del Cairo); Prof. A. S. Elmi (Università di Mogadiscio); Prof. J. U. Oguakwa (Università di Nigeria); Prof. C. Zolla (IMEPLAM-Messico) Prof. J. Gonzalez (Università di Bogota); Prof. J. F. Mello (Università di Recife-Brasile); Prof. Q. Fang (Università di Pechino); Prof. S. Natori (Università di Tokio); Prof. R. B. Weragoda (Ayurveda-Sri-Lanka); Prof. V. Picei (Università di Sassari).

Mercoledì 4 aprile: Dibattito sul tema « Prospettive di ricerca sui principi attivi delle piante impiegate nella Medicina Tradizionale » Relatori: Prof. B. Bernardi (Università di Bologna); Prof. J.W. Fairbairn (Uni- versità di Londra); Prof. F. Sandeberg (Università di Uppsala-Svezia); Prof. E. I. Sofowora (Università di Ife); Prof. B. Oliver (Gaillard-Fran- cia); Prof. C. Galeffi (Istituto Superiore di Sanità-Roma); Prof. C. A. Salemink (Università di Utrecht-Olanda); Prof. L. Farkas (Università di Budapest); Prof. S. Natori (Università di Tokyo).

Giovedì 5 aprile: Dibattito sul tema « Organizzazione e collaborazione per lo sviluppo dello studio delle piante impiegate nella Medicina Tradiziona- le » Relatori: Prof. E. Tempesta (Università Cattolica-Roma); Prof. A. Bonati (Inverni della Beffa-Milano); Prof. N. Farnsworth (Università del- l'Illinois-Chicago); Prof. G. Penso (OMS); Prof. R. H. Bannermann (OMS).

Durante la cerimonia d'apertura del Seminario il Prof. T. A. Lambo, Vice Direttore Generale delPOMS, ha ufficialmente annunciato la designazio-

(*) Gli atti del Seminario appariranno prossimamente in « Journal of Ethnopharma- cology » (Losanna).

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ne dell'Istituto Italo-Africano quale Centro Coordinatore dell'OMS per la promozione e lo sviluppo della Medicina Tradizionale.

Riportiamo qui di seguito il testo integrale dell'allocuzione del Prof. Lambo:

Eccellenze, Signori e Signore sono molto lieto di annunciare che Ylstituto Italo Africano è di fatto

il primo Istituto nel mondo ad essere designato « Centro Collaboratore ddVOMS per la promozione dello sviluppo dei sistemi tradizionali ed indigeni di medicina » .

Fondato nel 1906 con il preciso scopo di venire incontro alle necessità dei Paesi africani l'Istituto Italo-Africano ha svolto un ruolo di indiscussa leadership organizzando corsi di cultura e conferenze sul- l'Africa, concedendo borse di studio, mettendo a disposizione degli scienziati africani una Biblioteca, un Museo ed altri servizi di consulta- zione e diffusione come la Rivista scientifica trimestrale « Africa » ed il bollettino mensile « La Voce dell'Africa ». I programmi di collabora- zione intrapresi con le Università africane hanno reso possibile l'attua- zione di un programma di ricerca con l'Università di Nigeria, Campus di Nsukka, sulla Medicina Tradizionale africana e sulle piante medicinali comunemente impiegate dai guaritori. Forza trainante di tali iniziative è stato il mio vecchio amico Ambasciatore Luigi Gasbarri fin dai tempi in cui, Ambasciatore d'Italia in Nigeria ed in Ghana, svolgeva il suo incari- co con grande abilità e successo. Anche se questi programmi sono solo nella fase iniziale sono sicuro che otterranno risultati importanti grazie al peso degli scienziati italiani e nigeriani che vi partecipano.

Appoggiando i programmi di ricerca per la Medicina Tradizionale POMS intende aprire un nuovo settore di attività. Tale decisione è scaturita dopo anni di attività a favore della salute dell'uomo ed a seguito della constatazione che nei Paesi in via di sviluppo vive l'80% della popolazione mondiale.

Un rapporto UNICEF-OMS su « Soluzioni alternative per offrire assistenza sanitaria alle popolazioni dei paesi in via di sviluppo » ha evidenziato che il solo 15% di questa popolazione usufruisce dei servi- zi della medicina moderna; il restante 85% è legato ancora ai sistemi di cura tradizionali.

Naturalmente ovunque nel mondo esiste un sistema di assistenza di base per cui nessun servizio sanitario parte dal nulla: le persone, i guaritori e le malattie esistono ovunque ma la priorità che viene rico- nosciuta al problema varia a seconda della realtà socio-economica del paese.

Se noi vogliamo fornire servizi sanitari a tutta la popolazione mondiale per l'anno 2000 dobbiamo fare in modo di trovare soluzioni alternative ai bisogni primordiali delle popolazioni in via di sviluppo.

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La conferenza tenutasi nel settembre scorso in URSS ad Alma Ata sull'assistenza sanitaria primaria ha chiaramente messo in luce questo aspetto del problema. Ed è per questi motivi che il programma OMS per la promozione e lo sviluppo della medicina tradizionale è stato istituito nel 1976 con i seguenti obiettivi principali:

a) realizzare un'approccio realistico alla medicina tradizionale al fine di promuovere e contribuire ulteriormente all'assistenza sanitaria;

b) esplorare i valori della medicina tradizionale alla luce della scienza moderna al fine di razionalizzare le tecniche utili ed efficaci e scoraggiarne quelle dannose;

e) promuovere l'integrazione di valide conoscenze e tecniche spe- rimentate sia nella medicina tradizionale che in quella moderna.

Il programma è in corso di attuazione in stretta collaborazione con tutti gli uffici regionali. L'attività che ci si propone prevede la raccolta di dati sui guaritori tradizionali, sui rimedi tradizionali a base di erbe e sulle piante medicinali, ricerche sul campo per determinare le princi- pali linee di azione, con speciale riguardo alla formazione e alla regola- mentazione delle pratiche dei guaritori, ivi incluse quelle delle leva- trici tradizionali. Viene incoraggiata la collaborazione tra gli Stati membri nel settore della cooperazione tecnica ed i medici occidentali ed altri sanitari vengono incoraggiati ad intraprendere corsi di orientamen- to nella medicina tradizionale quando richiesto.

I nostri progetti per la ricerca di piante medicinali procedono soddisfacentemente. Tuttavia un ostacolo importante è rappresentato dalle nostre limitate risorse finanziarie.

Abbiamo bisogno di strumenti per la formazione dei nostri giovani scienziati che dovranno operare in questo settore e mi congratulo con l'Istituto Italo-Africano per lo spirito di iniziativa da esso mostrato a questo riguardo.

Eccellenze, Signore e Signori, sono felice di designare l'Istituto Italo-Africano come Centro collaboratore per l'OMS per la promozione e lo sviluppo della medicina tradizionale.

I temi principali del Convegno sono stati prospettati nella relazione introduttiva del Prof. G. B. Marini Bettolo.

In essa è stato tra l'altro rilevato che la Medicina Tradizionale è attual- mente l'unico mezzo in grado di fornire assistenza sanitaria al 75% della popolazione mondiale. Le piante sono i più importanti agenti terapeutici di tale medicina. Ma non tutte le piante sono egualmente consigliabili in quanto non sempre corrispondono a quei requisiti di sicurezza ed efficacia necessari per dare risultati positivi: così pure esse non vengono sempre raccolte, iden- tificate e conservate come si dovrebbe, con il risultato che perdono le loro innate proprietà.

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I punti più importanti da discutere al fine di un migliore impiego delle piante nella Medicina Tradizionale sono i seguenti:

1) informazioni sulle attuali conoscenze delle piante usate nella Medicina Tradizionale in modo da ottenere un compendio esauriente;

2) metodologia per lo sviluppo delle nostre conoscenze in questo settore; 3) identità e purezza botanica delle piante e delle loro parti; 4) strategia per una collaborazione tra ricercatori di tutti i paesi per stabilire

la reale efficacia delle piante e la loro utilizzazione in medicina.

Un altro importante punto riguarda la protezione delle piante per evitare l'estinzione, quando tali piante vengono usate quali materie prime per scopi industriali. Sarà di grande aiuto tenere presente, nei discorsi e nelle discussio- ni di questo Seminario, che una pianta, per essere convenientemente usata in medicina dovrebbe:

a) essere determinata per la sua identità e purezza botanica; b) essere saggiata circa la sua efficacia e sicurezza e, se possibile, stan-

dardizzata per stabilire il contenuto di principi attivi che dovrebbero essere identificati e determinati.

Sul primo argomento del Convegno, dedicato allo stato attuale della conoscenza e della ricerca nell'uso delle piante medicinali nella Medicina Tradizionale, sono stati presentati numerosi rapporti aventi per oggetto le più varie ed importanti aree del globo.

« Le piante nella Medicina Tradizionale africana » è stato l'argomento della relazione del prof. Lantum. Egli ha sottolineato l'importanza della tradi- zione orale per scambi di informazioni in Africa ed ha posto l'accento sul problema della segretezza osservata dai guaritori circa i medicamenti a base di piante da loro impiegati. Tale segretezza impedisce di ottenere più esatte informazioni sui vari aspetti della questione ma, nonostante questo ostacolo, sono stati raccolti un certo numero di dati sulle piante medicinali del Congo nelle pubblicazioni « Pharmacopée africaine » e « Plantes médicinales de la Côte d'Ivoire » di Bouquet e Debray, delPORSTOM e, nel corso di incontri alla CAMES sono stati comunicati dati significativi che costituiscono una valida bibliografia per lo studio delle piante medicinali africane.

Anche nell'Africa anglofona sono state raccolte informazioni. Vari rap- porti interessanti e libri sono stati pubblicati in particolare da Dalsiel e successivamente da Dalsiel e Hutchinson. È anche importante tener presente il lavoro svolto da Oku Ampofo del Ghana e quello effettuato presso l'Uni- versità di Ife in Nigeria.

Inoltre vari trattati riportano la nostra attuale conoscenza nelle regioni africane a sud dell'Equatore, soprattutto in Zambia.

La situazione della ricerca e dello sviluppo della Medicina Tradizionale in Egitto è stata illustrata dal prof. Sayed che ha ricordato i numerosi Istituti

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che in questo paese si dedicano allo studio delle piante nella Medicina Tradi- zionale.

Un importante aspetto della ricerca fatta in questo campo riguarda la produzione industriale di estratti di piante usate anche nella Medicina Tradi- zionale e cioè YAmni Visnaga, Cymbopogon proximus, Nigella satina e Aloe vera. Varie altre piante vengono attualmente studiate come VUrigea marítima, la Phytolacca americana, e YEuphorbia sp. quest'ultima per le sue provate proprietà antitumorali, nonché la Glycyrrhiza glabra, la Cynara scolymus e la Solanum laciniatum.

Il prof. Elmi ha esposto lo stato delle ricerche sulle piante medicinali in Africa orientale ed in particolare in Somalia.

Le piante usate nella Medicina Tradizionale in Somalia non sono state, sinora studiate in modo esauriente ed esistono molte difficoltà dovute soprat- tutto alla segretezza mantenuta dai guaritori tradizionali.

L'attuale ricerca viene portata avanti nel Centro, ad hoc istituito dal Ministero della Sanità nell'Università Nazionale Somala. È prevista inoltre la compilazione di una Farmacopea Tradizionale Somala. Saggi farmacologici, studi chimici e cimici sono in corso su varie piante. È stato anche creato un erbario contenente 2000 varietà di specie.

Il prof. Oguakwa dell'Università di Nsukka, Nigeria ha fornito un ap- proccio allo studio delle piante medicinali in Africa occidentale. Per una classificazione di molte piante prese in esame in questa regione si dovrebbero tener presente i seguenti criteri:

1) piante che sono state incluse in molte farmacopee quali Strophantus gra- tus, Strophantus kombe, Acokanthera schimperi, Acokanthera ouabaio e Rauwolfia vomitoria.

2) Piante che sono già state studiate ma non con una metodologia appropria- ta. Potrebbe essere necessario rivedere questi studi allo scopo di accertare la presenza o l'assenza di componenti attivi.

3) Piante sulle quali sono stati effettuati soltanto saggi preliminari fitochimi- ci al fine di accertare la presenza di certe particolari sostanze quali alcaloidi, saponine, chinoni, tannini, flavonoidi, glicosidi cardiaci, ecc. In questo caso il saggio preliminare può essere molto importante per un primo esame e per promuovere ulteriori ricerche. Lo stadio successivo dovrebbe consistere nella determinazione dell'attività farmacologica delle sostanze estratte seguita, eventualmente, dall'isolamento chimico dei loro principl.

4) Piante che non sono mai state studiate e che potrebbero risultare interes- santi per le loro comprovate proprietà e perché potrebbero appartenere a generi di piante conosciute per contenere sostanze particolari sulla base della conoscenza della chemiotassonomia.

Il dr. Bep Oliver ha recentemente pubblicato dati molti interessanti sulle piante della Nigeria.

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In questo campo sono state effettuate ricerche presso l'Università di Ile-Ife e successivamente presso quella di Nigeria.

Per lo sviluppo di questo tipo di ricerca è stata istituita una collabora- zione con scienziati di varie altre regioni.

Al fine di integrare quanto è stato detto sulle piante medicinali in Africa il prof. Picei dell'Università di Sassari ha ricordato come le piante medicinali siano largamente impiegate: ciò è in Etiopia documentato nella Flora Medica Etiopica.

Il prof. Sofowora ha criticamente esaminato tutti gli sforzi fatti in Africa durante gli ultimi anni per favorire la conoscenza delle piante usate nella Medicina Tradizionale africana indicando, su tale argomento, preziose fonti di documentazione e dati.

L'interesse degli scienziati africani alla questione è stato anche dimostrato del rapporto sulle prime indagini interdisciplinari sui principi attivi di varie piante medicinali usate in Africa quali la Vagara xanthoxyloide, YOcimum gratissimum e il Thaumacoccus danielli che hanno esaminato con saggi chimici un certo numero di altre piante ed erbe usate in Nigeria.

L'importanza attribuita alle piante medicinali rende ora possibile preve- dere la coltivazione di molte di esse e per tale compito è ben accetta la collaborazione di tutti gli esperti nello spirito di questo Seminario.

Il prof. Lantum è intervenuto a questo punto del dibattito facendo pre- sente che il futuro dell'Africa in tale settore dipende dall'integrazione delle tradizioni locali con le tecnologie occidentali.

Ulteriori informazioni su altre regioni (Mozambico) sono state fornite dal prof. Amico e dal prof. Giannattasio della facoltà di Agraria di Portici (Università di Napoli) sul Madagascar. Dalla flora di questa isola Boiteau ha tratto una ricca documentazione sulle piante medicinali.

Durante la discussione sono state sollevate importanti questioni:

1) La necessità di raccogliere da tutte le fonti scritte la più completa docu- mentazione e bibliografia sulle piante usate in medicina e tutti dati rela- tivi ai test farmacologici, chimici e clinici.

2) L'importanza della collaborazione con i guaritori in modo da ottenere le informazioni più interessanti sulle piante, patrimonio della tradizione orale e della loro personale conoscenza.

3) La necessità di stabilire non soltanto la tossicità acuta della pianta medi- cinale ma anche i suoi effetti a lungo termine.

4) L'indentificazione botanica delle piante per controllare esperimenti e ri- cerche.

5) II coordinamento della ricerca tra i vari paesi africani al fine di evitare che ricerche uguali o simili vengano effettuate in paesi diversi.

6) La circolazione delle informazioni sulle piante medicinali in Africa. 7) La creazione di punti di riferimento, erbari ed orti botanici per la con-

servazione delle specie.

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II Dott. Avato dell'Università di Pavia ha sottolineato l'importanza di instaurare una collaborazione tra i vari Istituti in Africa e si è giunti alla conclusione che perché ciò avvenga la collaborazione dovrebbe svilupparsi su base multidisciplinare. In Africa, attualmente, sono disponibili solo pochi centri, quello di Manpong (Ghana), quello di Ile-Ife (Nigeria) ed uno in Tanzania.

È stato poi presentato lo stato degli studi sulla medicina tradizionale in tre diversi paesi dell'America Latina: Messico, Colombia e Brasile.

La relazione del prof. Zolla sulla medicina tradizionale messicana ha messo in evidenza il grande sforzo compiuto dal Governo di quel paese per lo studio di piante di medicina popolare che viene portato avanti, con la col- laborazione dell'IMEPLAN, in zone rurali sulla base della tradizione maya ed atzeca.

Il più importante aspetto della Medicina Tradizionale è l'integrazione parziale con elementi della medicina moderna.

Lo studio delle piante medicinali viene soprattutto effettuato dall'I- MEPLAN che ha computerizzato dati riferentesi ad oltre 5.000 varietà di piante.

Un programma di studio sistematico su queste piante è in attuazione allo scopo di valutare le proprietà terapeutiche delle medesime sia a livello farma- cologico che clinico. Infatti anche in altri Istituti statali vengono effettuate sperimentazioni cliniche; così ogni anno vengono prese in esame circa 50 specie di piante.

La Colombia, come riferito dal prof. Gonzales, ha anch'essa una medici- na tradizionale molto importante ma è solo da pochi anni che i ricercatori si sono dedicati allo studio di essa in modo specifico. La realizzazione più significativa è quella della creazione dell'Erbario nazionale di Bogota ove vi sono 180.000 esemplari di 10.000 specie.

Su di un limitato numero di piante usate nella Medicina Tradizionale sono invece stati effettuati studi chimici e farmacologici.

Secondo il prof. Mello il Brasile vanta un'antica tradizione nella medici- na popolare sia nelle varie aree geografiche (Amazzonia, costa delle regioni montuose) che presso vari gruppi culturali (Aruak, Tupy e Guarany). La documentazione delle piante per la Medicina Tradizionale è stata organizzata in Brasile solo recentemente.

Sinora ci si è limitati a effettuare soltanto indagini farmacologiche sulle piante usate nella Medicina Tradizionale.

Nell'Università federale viene dato crescente impulso alla ricerca ad alto livello sui prodotti naturali ma solo raramente tale ricerca si concentra sulle piante medicinali.

Un'eccezione è costituita dall'Istituto de Antibióticos dell'Università di Pernambuco dove viene svolto un programma pluriennale sulla chimica delle piante aventi proprietà farmacologiche.

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I risultati indicano l'interesse che deve essere dato a questi studi che dovrebbero essere coordinati e sviluppati ulteriormente.

II Dott. Weragoda ha esposto lo stato della ricerca nella Medicina Tradi- zionale in Sri Lanka ed in India.

Lo Sri Lanka adotta quattro sistemi di Medicina Tradizionale: l'Ayurve- dico, il Siddha, l'Unani e il Deshiya Chikita.

Nel sistema Ayurvedico si usano soprattutto le piante; in passato circa 200 specie ed attualmente 500. Le piante vengono utilizzate sia singolarmente sia in miscela. La Medicina Tradizionale Ayurvedica ha una vasta letteratura costituita essenzialmente da manoscritti.

Il principio informatore della Medicina Ayurvedica è quello di conside- rare il corpo nel suo insieme. Per questa ragione le ricerche devono essere effettuate negli ospedali o in laboratori biologici. Invariabilmente tutte le sostanze medicinali conosciute, che sono state soggette a ricerca in laboratori chimici hanno dimostrato di essere farmacologicamente inattive. Pertanto la metodologia chimica per identificare i principi attivi delle piante, essendo una completa deviazione dai principi della medicina Ayurvedica dovrebbe essere impegnata solo per sviluppare dei sistemi tradizionali e non per una negazione di essi.

È stata sottolineata la minaccia di estinzione di alcune specie per cause molteplici quale la distruzione delle giungle, la sempre crescente domanda di materie prime per il moltiplicarsi di industrie farmaceutiche, l'assenza di coltivazioni di piante medicinali ed il sistema di raccolta non scientifico.

Per ovviare a ciò è altamente auspicata la compilazione di una eciclope- dia di piante in ogni paese interessato a preservare i sistemi tradizionali di medicina.

Il Prof. Natovi ha riferito sull'adozione dei farmaci a base di piante medicinali nell'assistenza sanitaria in Giappone, in base a due sistemi tradizio- nali: il Kampo derivante dalla medicina cinese e il Rampo discendente dalla medicina olandese del XVII secolo.

Attualmente i farmaci a base di erbe vengono preparati e utilizzati in confezioni farmaceutiche ed anche liofilizzati.

Pur conservando i concetti enologici di Kampo, una speciale commissio- ne ha valutato e selezionato attraverso esperimenti cimici l'efficacia e la sicurezza dei preparati tradizionali. I preparati Kampo vengono riconosciuti anche dall'assistenza sanitaria nazionale. Praticamente tutte le piante usate si raccolgono allo stato naturale o sono coltivate in Giappone.

Una farmacopea giapponese menziona 116 farmaci a base di erbe tutte di origine cinese, con descrizione particolareggiata stabilita e riesaminata dalla Commissione di Farmacopea.

In quest'ultimo secolo, il Giappone ha dato un grande sviluppo a lavori altamente qualificati per stabilire la natura di principi attivi nelle piante, così YEfedrina è stata trovata neWEphedra e sono stati effettuati anche saggi farmacologici sebbene non tutte le piante diano risultati di efficacia. Il modo

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di impiego delle piante e dei farmaci deve essere limitato solo a farmacisti autorizzati al fine di garantire il giusto impiego.

Il Dott. Fang Qi Cheng dell'Accademia Medica di Pechino ha presentato una relazione su alcuni studi e ricerche sull'uso delle piante nella Medicina Tradizionale cinese.

La Medicina Cinese ha da oltre duemila anni accertato il valore dei principi attivi di molte piante usate in terapia.

Una commissione interdisciplinare dello Stato ha compiuto una ricerca sulle piante e la Medicina Tradizionale in tutte le regioni cinesi. Esiste oggi un erbario con 50.000 esemplari di cui 4676 sono stati catologati: essi hanno costituito la base per la compilazione e pubblicazione della « Materia Medica Chinensis » in 4 volumi.

Sono anche in corso approfonditi esperimenti farmacologici e chimici sui farmaci e sulle piante utilizzate dalla Medicina Tradizionale per stabilirne l'efficacia e la sicurezza. Dopo i saggi biologici è stato effettuato l'isolamento chimico e la caratterizzazione dei principi attivi delle piante. Come pure è stata anche fatta una standardizzazione dei farmaci al fine di evitarne e modificarne l'efficacia. Come esempio del lavoro chimico eseguito sullo studio delle piante medicinali, viene riportato l'isolamento di due piante: la Puer aria Lobata (Gen-geng) che contiene glucosidi di isoflavoni dotati di effetti ipo- tensivi impiegata con ottimi risultati chimici nella cura dell'ipertensione e VAnisodus tanguticus contenente 6 idrossi iosciamina con effetto dunque simi- le alla scopolamina, ma con un'azione più blanda.

Per completare il quadro dell'attuale stato della Medicina Tradizionale in Asia il Dott. Baasher ha fornito informazioni sull'attuale situazione in Iraq, Iran, Afaganistan e Pakistan. L'origine di tale medicina deriva dall'antica civiltà babilonese, greca, indiana e cinese.

In Iran è stata pubblicata una farmacopea sulle piante medicinali, in Afganistan un grande interesse viene attribuito all'erboristeria e in Pakistan l'importanza data alla Medicina Tradizionale è dimostrata dal fatto che oggi 35.500 medici praticanti operano nel paese.

Il prof. Picei dell'Università di Sassari ha riferito sulla flora medicinale nel bacino mediterraneo; sono effettivamente in via di realizzazione mappe etnobotaniche per conto della società Etnobotanica italiana.

Inoltre molti dati sulle piante medicinali dovrebbero ottenersi dalle varie flore pubblicate nei diversi paesi.

Un importante punto è stato inoltre sollevato: la conservazione delle spe- cie deve essere, attualmente, uno degli obiettivi primari e pertanto è stata suggerita la formazione di banche di « germoplasma » per le più importanti piante medicinali al fine di preservarne il patrimonio genetico.

È stato riferito anche su vari esemplari di piante usate nella Medicina Tradizionale. Sarà importante effettuare un'indagine biogenetica per accertare la possibilità di ottenere piante medicinali con un più alto contenuto di principi attivi.

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II secondo argomento del Seminario sulle metodologie per lo studio delle piante nella Medicina Tradizionale è stato trattato sotto molteplici aspetti.

Il Prof. Bernardi dell'Università di Bologna ha sottolineato l'importanza dell'antropologia per lo studio delle piante usate nella Medicina Tradizionale data la segretezza osservata dai guaritori circa le loro conoscenze.

L'informazione e la documentazione che il nuovo Centro raccoglierà do- vranno essere inquadrate nel loro contesto culturale. Se ciò venisse a mancare, qualsiasi sia l'evidenza, il suo valore sarebbe certamente incompleto e po- trebbe anche ingenerare confusioni ed errori.

Il Centro proposto dovrebbe includere nel suo programma di attività una ricerca sulla letteratura antropologica in modo da conservare tutte le informazioni disponibili sulle piante medicinali e conseguentemente regi- strarle.

La nuova figura dello scienziato dovrebbe essere considerata non soltan- to come mediatore tra conoscenza scientifica e tradizione empirica ma anche tra sicurezza scientifica e disillusione umana.

In altri termini egli dovrebbe familiarizzare con le caratteristiche fonda- mentali della cultura umana. Non vi è differenza in questa impostazione tra un professionista di una società industrializzata e quello di una in via di sviluppo.

La formazione di un nuovo tipo di medico dovrebbe essere completata da una certa conoscenza di antropologia culturale fondamentale e uno spe- cifico studio della cultura locale delle popolazioni tra le quali egli dovrà operare.

La Dott.ssa Oliver sulla base della sua personale esperienza fatta in Nigeria e di un completo esame della letteratura antropologica e farmacologica ha portato, come esempio, un'indagine effettuata sulle piante ipoglicemizzanti usate in Africa occidentale. La conoscenza chimica sui principi attivi può essere la base per l'identificazione del meccanismo di azione di queste piante.

La separazione e l'isolamento dei principi attivi delle piante può, in certi casi, essere facile ma diventa piuttosto complicata quando ci si trova in presenza, nella medesima pianta, di numerose sostanze simili, ognuna delle quali dotata di interessanti proprietà.

Il prof. Galeffi dell'Istituto Superiore di Sanità di Roma ha riferito sull'applicazione di un metodo di distribuzione in controcorrente mediante continue variazioni del pH, da lui proposto che gli ha permesso di separare circa 100 alcaloidi di piante medicinali, con una sicurezza ed una precisione non consentite da altri sistemi.

Il Prof. Sdemink dell'Università di Utrecht ha indicato quali siano i principali problemi connessi alla determinazione della struttura dei principi attivi delle piante nella Medicina Tradizionale e la loro importanza nel- l'adozione di una strategia per una migliore comprensione delle proprietà delle piante. Egli ha inoltre messo in rilievo l'importanza dei saggi biologici che devono essere effettuati in ogni stadio del lavoro chimico.

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Vari esempi, molti dei quali derivanti dalle personali ricerche del prof. Salemink, forniscono un quadro abbastanza impressionante della complicata metodologia per lo studio chimico delle piante medicinali.

Il prof. Fairbairn dell'Università di Londra ha parlato sull'identificazione e sull'approvvigionamento delle piante: il primo passo nello studio delle piante medicinali deve essere quello della loro identificazione e purezza. Egli ha anche sottolineato la necessità di usare sia le tecniche biologiche che chimiche per avere dati quantitativi sull'attività delle piante.

Il problema delle piante nella Medicina Tradizionale non è solo un problema dei paesi in via di sviluppo ma anche di quelli industrializzati.

In Gran Bretagna l'importanza di questo problema è documentata dalla preparazione di una « Herbal Pharmacopeia » contenente tutte le descrizioni particolareggiate richieste per i vari farmaci.

Questo può essere un esempio per redigere farmacopee regionali delle piante che ne garantirebbero l'identità, la qualità e la conservazione. I saggi farmacologici e biologici sono essenziali per stabilire l'attività di una pianta.

Il prof. Sandeberg dell'Università di Uppsala attraverso la sua lunga esperienza in Camerún, Congo Brazzaville e Impero Centroafricano, ha espo- sto con esempi come dovrebbe essere effettuato lo studio di una pianta da un punto di vista moderno.

Generalmente solo una percentuale molto bassa (3%) di piante usate nella Medicina Tradizionale ha dimostrato di essere non-attiva nei saggi far- macologici effettuati. Oltre ai farmaci sono da ritenere anche molto importanti i veleni usati per la caccia come fonti di sostanze attive, ad esempio Strophantus, il curaro ecc.

Il prof. Arcamone della Farmitalia-Carlo Erba di Milano, ha ricapitolato quale dovrebbe essere la metodologia da usare per lo studio di una pianta con proprietà antitumorali. Molti esempi dimostrano l'importanza che hanno i medicamenti della Medicina Tradizionale nella ricerca di nuovi farmaci an- titumorali.

Il dr. Casazza dell'Istituto Tumori di Milano ha indicato la metodologia biologica che viene attualmente impiegata nei saggi di laboratorio per studiare le proprietà antitumorali delle sostanze. Lo scopo più importante è la ricerca di sostanze attive sui tumori solidi.

Il terzo argomento del Seminario riguardava l'organizzazione e la colla- borazione per lo sviluppo dello studio delle piante nella Medicina Tradizio- nale.

Il prof. Tempesta dell'Università Cattolica S. Cuore ha messo in eviden- za che la Medicina Tradizionale rappresenta una riscoperta culturale delle tradizioni locali. Egli ha esaminato le attuali e potenziali risorse insite nella Medicina Tradizionale ed i problemi di integrazione tra la Medicina moderna e quella tradizionale. La metodologia clinico-farmacologica dovrebbe essere

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282 NOTE E TESTIMONIANZE

applicata alla valutazione delle piante e dei loro estratti al fine di limitare gli efletti collaterali.

L'integrazione potrebbe essere ottenuta attraverso la collaborazione di scienziati africani e la formazione di medici con buona conoscenza di Medici- na Tradizionale.

Durante la discussione il prof. Weragoda, rappresentate dello Sri-Lanka ha specificato la necessità dello sviluppo di un sistema tradizionale di medici- na sulla base dei principi di tale sistema, la necessità di compilare in ogni paese una Enciclopedia delle piante medicinali usate nella medicina tradizio- nale e di esaminare, organizzare e pubblicare tutta la letteratura disponibile sulla Medicina Tradizionale per evitarne la perdita, l'importanza delle colti- vazioni sistematiche, della raccolta, dell'estrazione e della conservazione delle piante medicinali.

Il prof. Farnsworth dell'Università dell'Illinois di Chicago, ha richiamato l'attenzione sulla risoluzione dell'assemblea delPOMS del 1978 che ri- chiedeva:

1) un completo inventario delle piante medicinali; 2) una valutazione del grado di efficacia e di sicurezza delle piante; 3) la loro standardizzazione.

Rendere effettive queste risoluzioni comporterà un grande sforzo non solo da parte dei paesi in via di sviluppo ma anche di quelli industrializzati essendo un compito che si svolgerà in un arco di tempo piuttosto lungo e richiederà lavoro a tempo pieno per molti ricercatori.

Qualsiasi cooperazione sull'uso delle piante nella Medicina Tradizionale dovrà essere sviluppata nell'ambito dell'attività dell'OMS. Un esempio di questa collaborazione è l'organizzazione di ricerche sulle piante ad azione antifertilità, alla quale sono interessate sei Università in varie parti del mon- do: tale lavoro deve essere fatto in modo tale che i vantaggi della ricerca possano anche essere utilizzati dalle popolazioni dei paesi industrializzati perché anche l'industria in ognuno di questi paesi potrebbe avere una fun- zione determinante grazie alle proprie conoscenze sulle metodologie moderne che potrebbe condurre ad una migliore utilizzazione delle piante e dei loro estratti.

Il prof. Penso ha esposto le linee del lavoro fatto dall'OMS per stabilire, in accordo con le risoluzioni dell'Assemblea, le liste delle piante medicinali usate nelle varie parti del mondo.

La lista dovrebbe fornire anche la descrizione delle proprietà botaniche e farmacologiche delle piante, la composizione chimica, quando sia conosciuta, la standardizzazione e l'indicazione del loro impiego in medicina. Finora sono state catalogate circa 300 piante ma molte altre saranno incluse tra breve.

Il dr. Boriati ha ricordato, parlando dei rapporti tra Medicina Tradizio- nale e industria, che le piante medicinali sono usate anche su scala industriale per produrre estratti totali, tinture, estratti purificati e prodotti chimici puri.

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NOTE E TESTIMONIANZE 283

Egli ha sottolineato l'importanza di usare solventi appropriati per la preparazione degli estratti ed il loro giusto impiego nelle preparazioni farma- ceutiche.

Generalmente gli estratti purificati, proprio perché contengono la miscela totale dei principi attivi, sono più efficaci che i singoli componenti isolati.

Per andare incontro alla crescente domanda di piante medicinali e per evitare l'esaurimento delle risorse naturali, il dr. Bonati ha sottolineato la necessità di effettuare coltivazioni di queste nel loro ambiente naturale.

Il dott. Bannerman, riassumendo il lavoro effettuato dall'OMS nel cam- po della Medicina Tradizionale, ha messo in evidenza che l'approccio do- vrebbe essere diverso da paese a paese ma che certi problemi sono comuni a tutti e cioè:

a) scambi di informazione tra scienziato, guaritore ed erborista e la co- munità che rappresenta il consumatore.

b) collaborazione con i guaritori tradizionali con speciale riguardo alle piante medicinali che si impiegano attualmente nella Medicina Tradizionale. Tale collaborazione, come dimostrato dall'esperienza in Ghana, Nigeria e Messico, ha in sé molti vantaggi e permette l'effettiva diffusione di informa- zioni che si riferiscono ai risultati delle ricerche ed agli effetti tossici seconda- ri dei medicamenti a base di piante comunemente impiegate.

e) il personale di ricerca dovrebbe essere formato da gruppi di lavoro interdisciplinari con persone del luogo che abbiano una buona conoscenza dei problemi socio-culturali del paese.

d) il materiale di ricerca: come primo passo dovrebbero essere raccolte tutte le informazioni sulle piante medicinali usate al fine di stabilirne gli effetti terapeutici e farmacologici.

Lo scopo finale della ricerca dovrebbe essere la trasmissione dei risultati ai guaritori ed operatori di sanità pubblica affinchè vengano applicate alle popolazioni.

Nella relazione introduttiva del Prof. G. B. Marini Bettolo erano stati indicati alcuni punti suscettibili di essere affrontati sviluppati e approfonditi nel corso del Seminario. Ora al termine dei lavori appare possibile tracciare un bilancio dei risultati scaturiti dai rapporti presentati e dalla discussione che li ha accompagnati. Tale bilancio può essere riassunto nei punti seguenti:

1) Informazione sull'attuale conoscenza delle piante usate nella Medicina Tradizionale in modo da ottenere un elenco completo delle piante impie- gate nei vari paesi Questo argomento è stato esaurientemente trattato nelle relazioni di

molti partecipanti che hanno dimostrato come tale lavoro sia portato avanti in molti Paesi. Anche l'OMS, da parte sua, ha raccolto molte informazioni che rendono possibile la preparazione di tale elenco. Inoltre, in Inghilterra, sta per essere completata l'edizione di un « Herbal Pharmacopeia » completa di

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284 NOTE E TESTIMONIANZE

dati e della descrizione particolareggiata delle piante usate a scopo tera- peutico.

2) Metodologia da impiegare per sviluppare le nostre conoscenze in questo settore Anche questo punto è stato largamente dibattuto dai partecipanti di tutti

i paesi; si è concluso consigliando in primo luogo, attraverso ricerche inter- disciplinari, informazioni complete sulla natura e sull'uso delle piante. In un secondo tempo se ne dovrebbero studiare le proprietà farmacologiche e tera- peutiche. È stata quindi proposta l'adozione di una metodologia per l'isola- mento e la caratterizzazione dei principi attivi delle piante.

3) Identità botanica e purezza delle piante A tal proposito è stato messo in evidenza che ogni tipo di indagine sulle

piante medicinali dovrebbe comprendere la loro identificazione e la deter- minazione della purezza botanica e dovrebbe esserne depositato un campione in un erbario. Per questa ragione si raccomanda la creazione di Erbari e di Orti botanici in diverse regioni del mondo.

4) Strategia per la collaborazione tra i ricercatori di tutti i paesi per stabilire l'efficacia delle piante usate nella Medicina Tradizionale È stato sottolineato che in questo campo non è possibile ottenere alcun

progresso senza l'adozione di una nuova metodologia per lo studio delle piante usate nella Medicina Tradizionale. Ciò può essere ottenuto stabilendo nuovi mezzi di comunicazione tra gli scienziati e le comunità e la collabora- zione con i guaritori tradizionali.

L'equipe di studiosi dovrebbe comprendere esperti di varie discipline scientifiche ed essere integrata da studiosi locali con una buona conoscenza della Medicina Tradizionale locale e dei relativi problemi socio-culturali.

Il Seminario ha in sostanza cercato di dare, nei suoi tre giorni di interes- santi e stimolanti discussioni, una risposta alle domande sopra menzionate e si può ritenere che abbia raggiunto il suo scopo.

A questo punto è possibile formulare alcune raccomandazioni per l'OMS e per l'Istituto Italo-Africano al fine di tracciare le linee direttrici che dovran- no informare la futura strategia che il Mondo e l'Africa in particolare potran- no seguire in questo campo.

Raccomandazioni

II Seminario sulla Medicina Tradizionale ha ottenuto i più autorevoli appoggi, come dimostrato dalla presenza del Ministro della Sanità, del Sotto- segretario di Stato agli Affari Esteri e del Vice direttore Generale dell'Orga- nizzazione Mondiale della Sanità.

La creazione di un « Centro Collaboratore dell'OMS per la promozione e lo sviluppo della Medicina Tradizionale » presso l'Istituto Italo Africano sot-

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NOTE E TESTIMONIANZE 285

tolinea l'enorme interesse ed appoggio internazionale per le ricerche nel setto- re della Medicina Tradizionale con particolare riguardo all'assistenza sanitaria di base.

È stato riconosciuto che Peffetto di certe piante usate nella Medicina Tradizionale può non trovare spiegazione attraverso ricerche fatte secondo la metodologia convenzionale corrente: ciò non deve ostacolare ulteriori studi su tali piante per determinarne il valore nella Medicina Tradizionale.

È stato inoltre dimostrato che Pintegrazione tra Medicina Tradizionale e Medicina Ortodossa è essenziale per una migliore assistenza sanitaria nelle varie regioni del mondo: per ottenerla dovrà essere sviluppato un efficace scambio di notizie tra gli agenti sanitari. Per tale ragione si auspica una stretta collaborazione tra gli scienziati di tutti i paesi interessati a questo problema.

Per sviluppare questa collaborazione i partecipanti hanno votato le se- guenti raccomandazioni:

a) l'OMS designi un'unità operativa per la Medicina Tradizionale con bilancio proprio per l'organizzazione e l'attuazione di programmi nel settore.

b) l'Istituto Italo-Africano agisca in stretta collaborazione con l'unità operativa attraverso un comitato esecutivo.

e) l'OMS identifichi il più presto possibile un numero di Stati Africani dove iniziare i programmi di Medicina Tradizionale.

d) l'unità operativa tenga conto dei risultati emersi negli atti di questo incontro.

e) il Centro dell'Istituto Italo- Africano e l'OMS sviluppino programmi in collaborazione con le autorità africane per la formazione del personale necessario all'esecuzione di tali programmi.

* * *

^•^^^ Tr^TT^T a ^rrwnjrm Direttore: Umberto Frugìuele L'ECO ^•^^^ DELLA Tr^TT^T a STAMPA ^rrwnjrm „ A. T . „ Condirettore: A. T Ignazio

. Frugìuele

20100 Milano - Tei. 73.33.33 - Via Compagnoni n. 22

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