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S.P.R.I.Te. magazine n.4

Date post: 25-May-2015
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Quarto numero ! Eccoci finalmente al quarto numero del giornalino bimensile della nostra associazione, in cui trattiamo di argomenti relativi al nostro corso, all’università, agli interessi, articoli tecnici e non, consigli, opinioni, recensioni… A causa dei lavori di ristrutturazione della sede e varie posticipazioni delle interviste, la data di uscita di questo numero è stata purtroppo ritardata. Ricordiamo che la nostra associazione è composta di ragazzi che si rendono disponibili per offrire un servizio a tutti gli studenti, mettendo da parte a i loro impegni di studio e lavoro. Scrivete, mandateci i vostri articoli, saremo lieti di impaginarli nel prossimo numero. Sapete dove trovarci ! [email protected] http://sprite.csr.unibo.it Sommario L’università degli intoccabili - Tommaso Dionigi Pag. 2 Carnival Party 2007 - Alessandro Nicotra Pag. 5 Intervista doppia S.Papi e M.Silimbani - Filippo Venturi Pag. 7 Suitable for (non) vegetarians - Matteo Battistelli Pag. 14 PHP Advanced Transfer Manager - Elvis Ciotti Pag. 19 Di che risveglio sei ?- Annalisa Fabrizi Pag. 22 Il disinformatico - Nicola De Marchi Pag. 25 Nuovi mondi, una manciata di parole - Filippo Venturi Pag. 26 Cruciverba con soluzioni – V. De Santis Pag. 31 Matemagica! Pag. 34 Ringraziamenti e anticipazioni prossimo numero Pag. 36 S.P.R.I.TE. MAGAZINE NUMERO IV ANNO 2007 S.P.R.I.Te. Magazine IV STUDENTI POLO ROMAGNOLO INFORMATICA E TECNOLOGIE
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Quarto numero ! Eccoci finalmente al quarto numero del giornalino bimensile della nostra associazione, in cui trattiamo di argomenti relativi al nostro corso, all’università, agli interessi, articoli tecnici e non, consigli, opinioni, recensioni… A causa dei lavori di ristrutturazione della sede e varie posticipazioni delle interviste, la data di uscita di questo numero è stata purtroppo ritardata. Ricordiamo che la nostra associazione è composta di ragazzi che si rendono disponibili per offrire un servizio a tutti gli studenti, mettendo da parte a i loro impegni di studio e lavoro. Scrivete, mandateci i vostri articoli, saremo lieti di impaginarli nel prossimo numero. Sapete dove trovarci !

[email protected] http://sprite.csr.unibo.it

Sommario L’università degli intoccabili - Tommaso Dionigi Pag. 2

Carnival Party 2007 - Alessandro Nicotra Pag. 5

Intervista doppia S.Papi e M.Silimbani - Filippo Venturi Pag. 7

Suitable for (non) vegetarians - Matteo Battistelli Pag. 14

PHP Advanced Transfer Manager - Elvis Ciotti Pag. 19

Di che risveglio sei ?- Annalisa Fabrizi Pag. 22

Il disinformatico - Nicola De Marchi Pag. 25

Nuovi mondi, una manciata di parole - Filippo Venturi Pag. 26

Cruciverba con soluzioni – V. De Santis Pag. 31

Matemagica! Pag. 34

Ringraziamenti e anticipazioni prossimo numero Pag. 36

S.P.R.I.TE. MAGAZINE

NUMERO IV ANNO 2007

S.P.R.I.Te. Magazine IV

STUDENTI POLO ROMAGNOLO

INFORMATICA E TECNOLOGIE

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L’università degli intoccabili considerazioni libere sulle attuali difficoltà del sistema universitario

di Tommaso Donigi <[email protected]>

L’Europa dovrà diventare entro il 2010 “la potenza economica basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Quanto citato è alla base dell’Accordo di Lisbona firmato nel 2000. È indubbio che la fonte primaria di conoscenza e ricerca in Italia sia l’Università. Ciò che lascia perplessi è che se sei anni fa la valorizzazione della conoscenza sembrava l’obiettivo fondamentale dell’intera Unione Europea oggi sembra che questo obiettivo sia stato dimenticato o quantomeno messo da parte. Alla domanda “l’Università italiana è oggi in grado di assolvere al proprio ruolo di ponte verso il futuro?” non è possibile dare risposta diversa da NO. Non completamente, non al cento per cento, non del tutto, d’accordo, ma sempre NO. Dalla Relazione sullo stato delle Università italiane 2006 presentata da Guido Trombetti, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, si può citare quanto segue: “L’Italia spende per ogni studente universitario 7.241

euro, contro ad esempio i 9.135 della Francia e i 9.895 della Germania. È ovvio, dunque, che lo studente tedesco può disporre di servizi migliori. Può utilizzare più laboratori. Più postazioni di computer. Usufruisce di più tutorato. Di più borse di studio. Di più alloggi e servizi connessi.”

Di fronte a questa situazione ci si potrebbe aspettare un progetto di revisione dell’Università italiana e invece, attualmente, la tendenza è unicamente quella di tagli al bilancio. Il Fondo di Finanziamento Ordinario che dovrebbe assicurare all’Università la possibilità di svolgere nel quotidiano la funzione di istituzione pubblica per l’alta formazione è quasi interamente assorbito dagli stupendi del personale. Se consideriamo 100 il FFO del 2001, il rapporto tra il 2001 e il 2006 è salito a 112,4. Nello stesso

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periodo il livello degli stipendi del personale universitario è passato da 100 a 124. Il dislivello è carico esclusivo degli Atenei. L’inevitabile risultato di una situazione di questo tipo è il totale prosciugamento del sistema universitario nel giro di pochi anni. Questo ovviamente se non interverranno misure di revisione sostanziali. Ad oggi l’Università italiana non ricopre una posizione di prim’ordine tra le Università mondiali. In una graduatoria dei principali Atenei del mondo stilata da webometrics (www.webometrics.info) il primo Ateneo italiano è quello di Bologna, che compare soltanto al centotrentaquattresimo posto. È lo stesso ateneo che nel XIII e XIV secolo era il migliore al mondo ed attraeva studenti da tutta Europa!

È interessante, a questo proposito, quanto il prof. Luigi Guiso afferma in un articolo “Un’università allo stremo” pubblicato sul magazine online lavoce.info. “Alcuni anni fa, durante una visita all'università felsinea, mi fu riferito che l'allora

rettore stimava il distacco del suo ateneo dalla frontiera della ricerca accademica in 30-50 anni. Significa che la ricerca che oggi produce in media la miglior università italiana è del livello di quella che Harvard - la frontiera odierna - produceva tra il 1950 e il 1970. È come se nel 2006 la Fiat fosse solo in grado di progettare e immettere nel mercato l'850 color caffèlatte senza marmitta catalitica o, al meglio, la Fiat 127: gloriose (forse) allora, invendibili oggi. Ma le auto caffèlatte sono finite fuori mercato, i professori no. Non c'è mercato che li minacci, non c'è concorrenza che li disciplini. Anzi, controllando gli accessi sono anche in grado di eliminare pericolosi concorrenti, ovvero i ricercatori più bravi.” Rivediamo: “Ma le auto caffèlatte sono finite fuori mercato, i professori no.”. Finalmente! Finalmente il coraggio di affermare che il vero punto debole del sistema universitario è la totale mancanza di un minimo di meritocrazia. La polverizzazione del finanziamento e la mancanza di regole adeguate a garantire il rispetto del merito, sono innegabili fattori critici. A che servirebbe uno sforzo sostanziale per aumentare considerevolmente il finanziamento a Università e ricerca se non vengono prima modificati i criteri di assegnazione dello stesso? E' logico ritenere che, in una comunità scientifica in profonda trasformazione, l'Università, la grande

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accusata, non riesca a darsi regole trasparenti e costringa all'esilio, sia pure con lodevoli eccezioni, alcuni dei prodotti migliori, riservando verdi praterie ad alcuni dei peggiori? L'Università, se intende realmente cambiare le regole, come pianificherà le scelte future, per non disperdere preziose risorse materiali ed umane? In termini strategici, il disegno di sviluppo del sapere universitario dovrebbe tendere ad una filosofia di mercato, ossia ad un'esplicita responsabilizzazione e partecipazione al progetto di tutti coloro che partecipano alla produzione dei due prodotti principali della macchina del sapere: formazione e ricerca. Un'impresa non semplice, se è vero che, per la formazione, la resa è tanto bassa che soltanto il 38% del milione e mezzo di studenti iscritti giunge alla laurea e che, mediamente, la durata effettiva dei corsi supera di 2.5-3.5 anni l'ufficiale! Per la ricerca… beh al momento è

meglio non parlarne neanche. Quando sarà possibile valorizzare in maniera sostanziale coloro che realmente valgono, che portano avanti un’attività didattica dei reale qualità collegata ad una fervida ricerca scientifica? Quando si avrà il coraggio di dire apertamente che l’università degli intoccabili ci ha stancato? Quando il sistema universitario si potrà agevolmente liberare di chi, una volta assurto al trono di ordinario si adagia in una situazione di privilegio e benessere senza preoccuparsi di portare avanti la propria attività con decenza e dignità? Domande alle quali al momento è difficile dare risposta. Certo è che un sistema basato sulla reale valorizzazione del merito e sulla sostanziale eliminazione del demerito è un “giro di boa” che il sistema universitario, per sopravvivere, prima o poi, dovrà compiere.

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Carnival Party 2007 – Now lose yourself Di Alessandro Nicotra <[email protected]>

Anche quest’anno è arrivato Carnevale! La festa che la ami o la odi, che ti diverta o meno giunge sempre puntualmente… È principalmente la festa dei bambini che si mascherano… ma in fondo nel proprio piccolo chi non lo è...! È la festa del vestito comprato per l’occasione o fatto in casa, di quello di un personaggio del momento o di quello vecchio di 10 anni, ereditato dal fratello maggiore… o preso da qualche amico che l’ha usato anni addietro! La festa che fa sempre bel tempo nei giorni precedenti e poi dalla domenica al martedì grasso piove a dirotto con temperature siberiane che però non affievolisco la voglia di baldoria e di bolgia di noi universitari… sempre pronti a ritrovarci un sera al Vidia, tutti insieme! Insomma un festone che va onorato alla grande, mascherandosi con entusiasmo e creatività. Bisogna essere surreali, estrosi ed originali. Dall’università nascono idee bizzarre

e capaci di distinguersi dal resto del mondo, che resteranno sulla bocca di tutti anche nei giorni successivi o verranno dimenticate subito, ma vale la pena rischiare! Del resto la serata lo impone… La festa di carnevale 2007, dopo queste premesse, si presentava piena di interrogativi con soprattutto un difficile dilemma da risolvere nella

mente degli organizzatori, sapere se si fosse ripetuto il successo dello scorso anno…! Le associazioni studentesche A.St.I.Ce., Analysis, My.S.T.A., Spazi e S.P.R.I.Te. hanno accolto questa sfida ed hanno provveduto con le loro forze interne a creare una macchina organizzativa molto molto affidabile e precisa… Tutto questo grazie anche alla collaborazione della cooperativa Cyber

2000 e col patrocinio del comune di Cesena… L’impegno per la ricerca di nuovi sponsor, e le idee per personalizzare il locale hanno portato alla creazione di un evento unico nel suo genere il big CARNIVAL PARTY edizione 2007! Il 20 Febbraio 2007, infatti si è svolta la serata del carnevale universitario presso il Vidia Club a San Vittore di Cesena, un ambiente a cui gli

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universitari sono molto affezionati, ma pieno di novità, a partire dal bar degli shortini completamente rinnovato… La serata è cominciata con il gruppo John Doe Ska Orchestra, che anima e riscalda il numeroso pubblico con una performance da brivido… tutti ballano e si divertono…! È proprio il caso di riscriverlo: NOW LOSE YOURSELF, lo slogan che capeggia su tutte le locandine della serata e all’interno del locale, creando così un clima di controllata euforia… Dopo il concerto è iniziata la serata danzante (fino a notte fonda), nei 3 diversi ambienti della serata, oltre alla main room con musica rock, si sono ritagliati 2 ambienti nuovi: la zona chill out – relax (o di decompressione!) e la zone con musica elettronica che rappresenta la vera novità della festa! La serata è proseguita felice e senza intoppi tra balli e canti, frattanto giungeva l'ora dell'alba… Al contrario delle aspettative, l’impegno per la realizzazione della festa è stato ancor più oneroso ma il risultato ha premiato tutto questo sforzo: era da molto tempo che non si vedeva così tanti universitari, così colorati e vestiti per fare una grande baldoria tutti insieme. La quasi totalità del pubblico pagante infatti era travestita nelle più svariate forme e i costumi passavano dalle tradizionali maschere del carnevale a

costumi di sicuro più recenti come ad esempio i tizi mascherati da Ipod! L’intero utile è stato infatti devoluto in beneficenza ad Educaid Onlus (Rimini) per il progetto di promozione dei diritti umani per bambini lavoratori e di strada della striscia di Gaza. Per rendere visibile questo contributo, durante la serata in uno stand dedicato, alcuni membri della Educaid Onlus hanno mostrato i loro progetti e proposto i loro gadget e prodotti. La riposta del pubblico universitario è stata molto positiva infatti si è superato di molto il numero di persone dell'anno scorso. A fine serata tutti a fare colazione e prima di andare a dormire un pensiero ad iniziative che fanno divertire ma che nel contempo servono anche a fare del bene agli altri... farne di più e più spesso! È questo l'augurio che tutti ci facciamo sperando che queste serate universitarie restino nel cuore di noi studenti!

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Intervista doppia A cura di Filippo Venturi - <[email protected]>

Dott.ssa Serena Papi

Nome e Cognome? Serena Papi. Titolo di studio? Dottorato in Matematica Computazionale. Materia di insegnamento? Esercitazioni in Elaborazione di Immagini 1 e 2, Matematica Computazionale. Qual è il suo ambito di ricerca? Faccio ricerca soprattutto sull’elaborazione di immagini: come il denoising, la restoration, la ricostruzione di dati tomografici. Com’è arrivata fino a qui? Io sono “cresciuta” qui! Mi sono laureata in Scienze dell’Informazione vecchio ordinamento, qui a Cesena, nel 1999. Il dottorato di ricerca in Matematica Computazionale, invece, l’ho fatto a Padova perché a Bologna non c’era. Luogo preferito per le vacanze? Mare.

Piatto preferito? Uhm… le lasagne! Ultimo libro letto? “Che animale sei? Storia di una pennuta”, di Paola Mastrocola. E' carino, semplice, ma profondo nei contenuti e ricco di metafore. E' il viaggio di un'anatra, che, non sapendo di esserlo, va alla ricerca della propria identità. Libro consigliato? “I Malavoglia”, di Giovanni Verga. E’ il mio preferito. Ultimo film visto? “Gli Aristogatti”, ieri sera, con mia figlia. Film consigliato? Un bel film intramontabile, da vedere, è l’”Attimo Fuggente”! Cosa fa nel tempo libero? Ne ho poco… e quindi mi piace dedicarlo alla mia famiglia. Se vincesse un milione di euro, cosa farebbe? Mmm, penso che in parte lo userei per aiutare mio marito, che ha appena messo su una attività… così vivrebbe con meno stress questo periodo. Se restassero abbastanza soldi mi piacerebbe prendere un monolocale al mare, magari nel sud d’Italia, visto che è bellissimo. Continuerebbe a lavorare? Mi cambierebbe la vita, ma certamente continuerei! Cosa ne pensa del nostro Corso di Laurea? Io, personalmente, non posso che dare un giudizio positivo, perché mi ha cresciuto e penso mi abbia cresciuto bene. E’ ovvio, però,

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che, come tutti i corsi di laurea, abbia bisogno di migliorarsi continuamente. Il livello di difficoltà del corso è calato, rispetto ad una volta, come ha sostenuto qualche suo collega? Penso che ai miei tempi fosse più tosta la situazione. Ritengo che la causa di questo calo sia dovuta, in parte, al nuovo ordinamento. Io preferivo il vecchio: appena si entrava si impostavano le basi scientifiche (matematiche, fisiche, …) e questo rendeva anche più sicuri i docenti, in seguito, sulle conoscenze dei loro studenti. Purtroppo, col nuovo ordinamento, è andato perso questo aspetto: alcuni argomenti vengono trascurati, nella convinzione che non siano strettamente necessari nel settore informatico. La mancanza di certe basi ostacola anche i docenti quando trattano certi argomenti. E degli studenti di oggi, cosa ne pensa? Mmm, credo che una volta gli studenti avessero più “paura”. Non che i docenti debbano incutere terrore, però quel pizzico di paura che ti fa prendere le cose sul serio, senza leggerezza, oggi manca… In generale, comunque, ho un buon giudizio degli studenti. Che rapporto ha con i suoi studenti? Ho un buonissimo rapporto con gli studenti dei miei corsi e spero che anche loro lo confermino. Cerco sempre di venire incontro alle loro esigenze, anche a livello di scadenze per la consegna di elaborati, ecc… ma fermo sul nascere le persone che dal dito cercano di prendersi il braccio. Per me ci sono due cose fondamentali: il rispetto,

ovviamente reciproco, e la motivazione nel voler superare gli esami senza ricorrere a “trucchi” che non tollero assolutamente. A volte si arriva al punto di sostituire i fogli a protocollo! Non siamo alla scuola dell’obbligo, quindi all’esame si viene quando si è preparati. Certe cose non le sopporto! Ritiene che manchino una o più materie nel nostro corso? Uhm… secondo me copre tutti i sottosettori dell’informatica: si va dall’ingegneria, all’ottimizzazione, all’informatica teorica, a quella computazionale, ecc… e ultimamente viene trattato anche il campo della sicurezza informatica, che secondo me è importante che ci sia. Per ampliare ulteriormente il numero di corsi bisognerebbe aumentare anche il corpo docente, siamo un piccolo e giovane corso, che secondo me non è messo male. Quali strutture mancano nel nostro corso di laurea? Non lamentiamoci delle strutture… già a Bologna la realtà è diversa. Pensa, a Padova noi assegnisti avevamo uno sgabuzzino sotto al piano interrato, senza finestre, con due PC anteguerra che era quasi meglio non avere, da dividere in 10 persone! Qui, come strutture, se uno ha voglia di lavorare, ha tutto il necessario. I laboratori oggi sono addirittura tre, ai miei tempi ce n’era solo uno (quello di sopra). Per me non ci si può lamentare nella panoramica dei corsi di laurea italiani. Anche il corpo docente penso si trovi bene, io mi sento in un’isola felice, con uno studio tutto mio e

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un’atmosfera, in generale, più che gradevole. Se si dovesse reimmatricolare, quale facoltà sceglierebbe? In Italia o all’estero? Esattamente questa! L’estero lo scarto per principio, non amo molto andare all’estero, inoltre mi sono sposata prima di laurearmi, quindi non ho mai preso in considerazione esperienze estere… Ci vado solo per partecipare a qualche convegno. E le facoltà estere che ha visitato durante i convegni, che impressione le hanno lasciato? Allora, sono stata in belle facoltà, come a Losanna, in Svizzera, che è molto bella e moderna, ma anche po’ scomoda: c’è un mega polo universitario, quasi una città, che però rimane molto fuori da Losanna. Un’altra bella facoltà è a Leuven, in Belgio, dove ci sono molti italiani. In negativo invece mi ha colpito Dundee, in Scozia, ma è comunque difficile giudicare perché non ho avuto l’opportunità di visitarle bene e conoscere la realtà di questi posti. Comunque, Leuven ha il pregio, proprio come Cesena, di essere una cittadina piccola e quindi è una realtà vivibile. A Milano, ad esempio, non resisterei molto: è un ambiente caotico e c’è molto distacco tra le persone. Per quanto riguarda le differenze tra le facoltà italiane e quelle estere? L’Italia, anzi il nostro corso di laurea, perché posso parlare soprattutto di questo, penso sia a livello degli altri corsi europei, come

ho potuto verificare anche rispetto a Marne la Vallée. Il vecchio ordinamento penso che fosse addirittura sopra la media, ora si sta equilibrando con l’Europa. Se invece ci riferiamo agli USA, è ben difficile fare un paragone, i costi per gli studi là sono molto più alti e quindi gli studenti sono maggiormente motivati. La retribuzione del corpo docente è molto diversa e quindi anche il livello, come al MIT (Massachusetts Institute of Technology, NdR) dove ci sono diversi Premi Nobel tra i docenti. In che cosa dovrebbe migliorare il nostro Corso di Laurea? In tutto, perché per principio non bisogna mai pensare di essere arrivati all’ “ottimo”. Non vedo un punto particolare. Abbiamo bellissime strutture che però bisogna continuare ad aggiornare, abbiamo un buon corpo docente che però può sempre essere aumentato, ecc… Cosa ne pensa della nuova riforma universitaria che mira a diminuire il numero di corsi aumentando il numero di crediti e di conseguenza aumentare la varietà dei contenuti di essi? Penso che questo non ci interessi direttamente, perché si riferisce a corsi con meno di 6 crediti (qualcuno addirittura da 1, 2 o 3 crediti). Ho avuto un’esperienza diretta a Bologna, dove ho fatto esercitazioni in un corso da 3 crediti, in cui non si riusciva ad impostare un problema che già erano finite le ore e non riuscivo nemmeno a far fare un elaborato agli studenti, i quali erano demotivati visti i pochi crediti. Si arriva alla formulazione del

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problema, alle tecniche di risoluzione, ma senza dare una dignità al corso. Quindi sono favorevole a questa riforma. Cosa ne pensa della associazione S.P.R.I.Te.? Penso che sia una associazione positiva per quanto riguarda il discorso di aggregazione degli studenti e di comunicazione. Ai miei tempi non ho mai dedicato tempo ad associazioni, perché non ne avevo, ma penso che vada premiato chi ne fa parte. E del giornalino? Penso bene anche di quello, ci guardo se mi capita, ma non regolarmente. Un po’ meno positivo il giudizio al Forum (dei Rappresentanti, NdR)… In che senso? Nel senso che mi piace il discorso del forum, ma preferisco che le persone parlino

direttamente. Non ho rancore verso chi mi critica, ma vedere certe osservazioni negative sui docenti, espresse in modo anonimo, non mi piace. Qualcuno si lascia prendere la mano proprio per via dell’anonimato… Invece la sezione “Studio” va benissimo, è utile, ma anche qui preferisco che gli studenti si rivolgano direttamente a me, perché sono sempre stata disponibile ad ogni aiuto. Eccoci all’ultima domanda, presa dalle precedenti interviste e di sapore marzulliano: si faccia una domanda sul nostro Corso di Laurea e si dia una risposta. Cosa vorresti da te in questo Corso di Laurea? E la risposta è che non vorrei mai veder calare la mia voglia di fare e di migliorarmi.

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Dott. Matteo Silimbani

Nome e Cognome? Matteo Silimbani. Titolo di studio? Dottorato in Matematica. Materia di insegnamento? Matematica Discreta 1 e, da quest’anno, Complementi di Matematica Discreta. Qual è il suo ambito di ricerca? Combinatoria algebrica ed enumerativa. Com’è arrivato fino a qui? Ho iniziato facendo il tutor per il corso di Matematica Discreta 1. Luogo preferito per le vacanze? Le capitali europee. Piatto preferito? Pizza! Ultimo libro letto? “I Segreti di Roma”, di Corrado Augias. Libro consigliato? Tutta la saga di Harry Potter, ma consiglio anche di aspettare l’uscita del settimo e ultimo volume prima di avventurarsi nella lettura! (21 luglio 2007 nei paesi anglofoni, NdR)

Ultimo film visto? “Manuale d’amore 2”, carino, ma era meglio il primo… Film consigliato? “American beauty”. Cosa fa nel tempo libero? I miei hobby sono… i giochi da tavolo, narrativa (una salvezza, per un pendolare) e ultimamente mi sto dedicando al bridge! Se vincesse un milione di euro, cosa farebbe? Sicuramente sarei molto più tranquillo, aprirei un agriturismo, assumerei tutti i miei amici, così potremmo lavorare insieme e, ovviamente, continuerei a fare il matematico! Cosa ne pensa del nostro Corso di Laurea? Non mi sono laureato qui, però mi sembra che sia un prodotto ben confezionato e che ci sia veramente una differenza tra questo corso e quello di Informatica di Bologna. Mi sembra che ci sia anche un clima molto gradevole. Il livello di difficoltà del corso è calato, rispetto ad una volta, come ha sostenuto qualche suo collega? Anche io, come qualche collega, penso che il vecchio ordinamento fornisse una preparazione se non più completa, quantomeno più solida. I programmi dei corsi a cui mi dedico erano più completi e mi sembra che ci fossero anche più ore. Ritengo anche che bisognerebbe rendere obbligatorio l’esame di Matematica Discreta 2; in proposito, va detto che allo stato

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attuale passa quasi un anno tra i due corsi (Matematica Discreta 1 e 2, NdR) e questo non aiuta gli studenti né li invoglia a inserire questa materia nel piano di studio… E degli studenti di oggi, cosa ne pensa? Questo è un punto dolente. Secondo me una volta c’era più rispetto per i docenti (ovviamente parlo in linea generale, qualche eccezione, grazie al cielo, c’è). Ciò può essere dovuto anche al fatto che questa è una sede decentrata, quindi molti ragazzi vengono da città vicine: la sera tornano a casa e nella pratica lo stile di vita non cambia, venendo meno, così, lo “stacco” tra Scuola superiore e Università. Certe volte vengono richiesti spostamenti d’orario ai professori per poter prendere un treno, quando ce n’è uno ogni ora, se non meno, e questa è una grossa mancanza di rispetto. Ai miei tempi passavo le giornate intere in attesa di poter dare un esame o di verbalizzare e qualche volta dovevo ritornare il giorno seguente… Che rapporto ha con i suoi studenti? I primi anni mi lamentavo perché non veniva mai nessuno a ricevimento, mentre ora vengono in tanti e questo mi rende felice e a volte, anzi, faccio quasi amicizia con gli studenti e mi piace il rapporto che si instaura. Non so spiegarmi questo cambiamento… ma molto probabilmente è dovuto al fatto che quest’anno ho tenuto una parte delle lezioni del corso di raccordo alle matricole e quindi mi hanno conosciuto prima!

Ritiene che manchino una o più materie nel nostro corso? Sapevo che mancava il corso di Sicurezza Informatica, ma da quest’anno è stato inserito… e proprio il corso di Complementi di Matematica Discreta introduce le basi algebriche che serviranno poi per la Sicurezza. Quali strutture mancano nel nostro corso di laurea? Non mi sembra che ci siano mancanze, anzi, i laboratori sono molto funzionali oltre che aggiornati frequentemente. Ci sono tante macchine e si trova posto facilmente. Per quanto mi riguarda, vengo molto più volentieri qui a Cesena che a Bologna, visto che qui almeno ho un computer a disposizione (ma che questo resti il nostro piccolo segreto…). Se si dovesse reimmatricolare, quale facoltà sceglierebbe? In Italia o all’estero? Sono molto contento della mia scelta, molto probabilmente sceglierei nuovamente Matematica, questa volta però sceglierei l’indirizzo generale invece di quello didattico. Ho anche pensato di iscrivermi a Scienze dell’Informazione, idea ancora valida, ma per il tipo di contratto che ho non posso iscrivermi, per il momento. E le facoltà estere che ha visitato che impressione le hanno lasciato? Che differenze ha notato con quelle italiane? Mi ha molto colpito la precisione e l’efficienza del sistema universitario svedese. Una piccola curiosità: visto che da quelle pari fa molto freddo, ci sono anche delle stanze adibite a camere da letto, a disposizione delle

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persone che rimangono intrappolate da bufere, ecc… Sono stato anche in Francia, per partecipare a dei convegni, che però non si tengono all’interno delle facoltà, ma in strutture dedicate. Nel complesso, comunque, non mi sembra che ci sia molto da invidiare alle facoltà estere…basti pensare alla struttura di cui l’Università di Bologna dispone a Bertinoro: funzionale e incantevole. Dal punto di vista della ricerca, l’abbondanza e la qualità della produzione dipendono pesantemente dal settore di ricerca; come didattica invece mi sembra che il livello sia paragonabile. In che cosa dovrebbe migliorare il nostro Corso di Laurea? Come forse si è già capito, aumenterei i corsi obbligatori di matematica. Per quanto riguarda i professori, a differenza di altre sedi decentrate, qui non ci sono i cosiddetti “professori con la valigia”, e i docenti sono disponibili nei confronti degli studenti; questo contribuisce a creare un clima positivo. Cosa ne pensa della nuova riforma universitaria che mira a diminuire il numero di corsi aumentando il numero di crediti e di conseguenza aumentare la varietà dei contenuti di essi? Sul numero di prove che sono previste in un corso di laurea si può discutere, però, mi sembra che spezzettare gli esami non favorisca assolutamente lo studente, come ho avuto modo di osservare personalmente alla facoltà di Ingegneria. Un corso annuale, secondo me, consente di impadronirsi

dei concetti più profondamente. La riforma mi sembra giusta, quindi. Cosa ne pensa della associazione S.P.R.I.Te.? Io mi ricordo che quando sono arrivato la Professoressa Barnabei pubblicizzava molto l’Associazione e devo dire che non ho mai visto niente di simile a Matematica, così come non ho mai visto un giornalino fatto dagli studenti. La mia opinione è positiva, altrimenti non mi sarei fatto intervistare! Va detto però che c’è il “rischio” di farsi prendere fin troppo da questa attività e dimenticarsi di dare gli esami… (Non ha tutti i torti ;) NdR) E del giornalino? Non li ho letti tutti, ma ho visto che ci sono articoli interessanti e molto pertinenti con l’informatica. E del forum? Non ho un buon rapporto con i forum in generale…devo confessare di non averlo mai visitato. Eccoci all’ultima domanda, presa dalle precedenti interviste e di sapore marzulliano: si faccia una domanda sul nostro Corso di Laurea e si dia una risposta. E’ vero che il nostro Corso di Laurea è adatto per gli studenti-lavoratori? Sono rimasto gradevolmente colpito dall’abbondanza di studenti-lavoratori iscritti al nostro CdL e dall’altissima qualità del loro profitto. Ho riscontrato molta disponibilità nei loro confronti da parte del corpo docente. Mi pare assai sensato incentivare gli studenti impiegati in ambito informatico (e non) ad ampliare le loro competenze.

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Suitable for (non) vegetarians di Matteo Battistelli <[email protected]>

Secondo le ultime statistiche il numero di vegetariani in Italia si aggira intorno ai 6 milioni. In questo breve articolo cercherò di illustrare quali sono i motivi che spingono queste persone a smettere di mangiare carne compiendo una scelta che ai più può sembrare quanto meno bizzarra. Il mio scopo non è, ben inteso, convincervi a prendere la mia strada (anch’io faccio parte di quei 6 milioni) o tanto meno accusarvi, ma bensì mostrarvi che mangiare carne, tanto più oggigiorno, non è una necessita ma una scelta che, come tutte le scelte, ha le sue conseguenze. Ragioni Etiche "Se i mattatoi avessero le pareti di vetro tutti sarebbero vegetariani"

Linda McCartney

Generalmente la ragione principale che spinge una persona a diventare vegetariana è di carattere etico, cioè il rispetto e l’amore per gli animali. Chi segue questo stile di vita considera gli animali non dei semplici oggetti, ma esseri sensibili con un loro valore intrinseco. Dato che un essere umano può vivere in perfetta salute senza cibarsi di carne un vegetariano

considera un’inutile crudeltà uccidere animali per la propria alimentazione tanto più nella nostra società in cui la quantità e la varietà di cibo è talmente vasta da trovare numerose alternative alla bistecca.

Del resto che differenza c’è tra gli animali che noi consideriamo di compagnia e quelli che invece vengono allevati? Per un vegetariano nessuna, entrambi sono esseri viventi senzienti che andrebbero semplicemente lasciati vivere in pace. Chi di voi mangerebbe il suo gatto o il

suo cane? Credo nessuno. Dato che la carne non è affatto un alimento essenziale per l'alimentazione se ne può benissimo fare a meno evitando la sofferenza e la morte di numerosi animali. Nel corso della sua vita, infatti, in media ogni italiano uccide per cibarsene circa 1400 animali tra bovini, polli, tacchini e altri volatili, maiali, conigli, cavalli. L’aspetto più rilevante, comunque, sono le condizioni di vita degli animali all'interno dei moderni allevamenti che, nonostante ciò che la pubblicità (non) ci mostri, non sono certo delle migliori. La maggior parte della carne oggi consumata viene prodotta all'interno di allevamenti intensivi, dove gli animali vengo trattati come cose, tenuti in spazi ristrettissimi

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senza avere la possibilità di uscire: affinché l’attività di questi allevamenti risulti economicamente compatibile con i livelli produttivi richiesti dal mercato è necessario che il prezzo di carne, latte e uova rimanga accessibile per il maggior numero possibile di consumatori. Per essere sostenibile la zootecnia chimica e intensiva deve, quindi, massimizzare i profitti basandosi sul ribasso delle spese. Un discorso analogo vale per i pesci che, come gli animali “da carne”, sono dotati di un sistema nervoso e quindi senzienti. L'unica differenza è che non lanciano grida di dolore quando vengono uccisi (o meglio, non abbiamo le orecchie adatte per sentirle). I pesci catturati dalle reti industriali hanno una sorte, per certi versi, più crudele di quella degli animali allevati poiché muoiono per asfissia o per congelamento e in alcuni casi vengono eviscerati o cotti vivi, come le aragoste. Ragioni salutistiche “L’anno che ho ottenuto i migliori risultati nella staffetta è stato quello in cui ho iniziato a seguire una dieta vegan.”

Carl Lewis Molti sono erroneamente portati a pensare che una dieta vegetariana causi inevitabilmente carenze, e che quindi non sia affatto sana. In realtà i dati scientifici ottenuti da una moltitudine di studi epidemiologici

mostrano che i vegetariani godono di salute spesso migliore rispetto agli onnivori. In particolare una dieta che minimizzi o elimini completamente i cibi animali è in grado di ridurre considerevolmente l'incidenza di gravi

patologie quali tumori, ipertensione, arteriosclerosi, infarto, ictus, diabete, obesità, osteoporosi, calcoli e altre patologie tipiche dei paesi industrializzati. Anche l'American Dietetic Association ha recentemente ribadito che le diete vegetariane correttamente bilanciate comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie, in quanto offrono molteplici vantaggi sul piano nutrizionale, compresi ridotti contenuti di acidi grassi saturi, colesterolo e proteine animali, a fronte di più elevati contenuti di carboidrati, fibre, magnesio, potassio, acido folico ed antiossidanti, come

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vitamine C ed E e le sostanze fitochimiche. Se correttamente bilanciata, quindi, questo tipo di alimentazione non comporta affatto carenze per l’organismo. L’importante è avere un’alimentazione il più possibile varia e sostituire la carne con alimenti nutrienti come i legumi e i derivati della soia. Ragioni ecologiche "Fin da giovane ho smesso di mangiare carne, e ritengo che verrà un tempo in cui considereremo l'uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo"

Leonardo da Vinci Un altro dei motivi importati per scegliere di non mangiare carne riguarda il rispetto della natura. E’ appurato che il moderno mondo industrializzato sta provocando dei seri danni al nostro ambiente e sono numerosi gli studi che cercano di trovare delle soluzione per ridurre e limitare questi danni. Oltre a quelle più note all’opinione pubblica, cause di gravi danni ambientali sono anche i moderni allevamenti su vasta scala, sia di tipo intensivo (in grosse stalle senza terra dove gli animali sono stipati, come accade in Italia), sia di tipo estensivo (i grandi ranch degli Stati Uniti, o i pascoli nei paesi del Sud del mondo). Ormai la metà delle terre fertili del pianeta viene usata per coltivare cereali, semi oleosi, foraggi destinati agli animali. Per far fronte a questa

immensa domanda in continuo aumento (in quanto anche le popolazioni che tradizionalmente consumavano poca carne oggi iniziano a consumarne sempre di più) si distruggono ogni anno migliaia di ettari di foresta pluviale per far spazio a nuovi pascoli o a nuovi terreni da coltivare per gli animali dove si fa un uso smodato di prodotti chimici, per cercare di ricavare raccolti sempre più abbondanti. Nella foresta dell'Amazzonia l'88% dei terreni disboscati è adibito a pascolo, quasi il 70% delle zone disboscate del Costa Rica e del Panama sono state trasformate in pascoli a partire dal 1960 oltre un quarto delle foreste del centro America sono state abbattute per ottenere spazio per gli allevamenti. Non ci sono dubbi che la produzione di alimenti vegetali e' molto più ecologica della produzione di carne, latte, uova che, per consumo di risorse, sono indiscutibilmente i cibi più dispendiosi, inefficienti e inquinanti. L'impatto ambientale di miliardi di esseri umani che mangiano carne è nettamente superiore rispetto a quello di un’ipotetica società vegetariana in cui non si abbatterebbero le foreste per lasciare spazio ai pascoli, si utilizzerebbe meno energia sotto forma di combustibili fossili per coltivare i campi e per allevare gli animali, meno pesticidi e meno fertilizzanti. Per ottenere un chilogrammo di farina e' necessario utilizzare circa 22 grammi di petrolio, per produrre un chilogrammo di carne e' necessario

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impiegare 193 grammi di petrolio: quasi nove volte tanto. Quale vegetariano? Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.

Gandhi Come abbiamo visto le ragioni che spingono una persona a evitare o limitare l’uso di prodotti di origine animale sono numerose. Non tutti, però, lo fanno allo stesso modo, possiamo dire quindi che non tutti i vegetariani sono uguali. Con il termine vegetariano, infatti, si indicano generalmente i “lacto-ovo vegetariani” cioè quelle persone che non mangiano carne e pesce, cioè tutti quegli alimenti che derivano dalla diretta uccisione di un animale, ma che mangiano latticini e uova. Oltre a questo gruppo esisto i “vegan”, termine che è la contrazione di "veg(etari)an" e che fu coinato da Donald Watson che, insieme a un gruppo di vegan inglesi, fondò la Vegan Society a Londra nel 1944. Il termine sta ad indicare coloro che cercano di escludere tutte le forme di sfruttamento e crudeltà sugli animali. A differenza di un vegetariano, quindi, un vegan esclude dalla propria alimentazione ogni alimento di origine animale, compresi latticini e uova. In genere la rinuncia al consumo di latticini e uova è motivata principalmente da ragioni etiche. Non è raro che a un vegan venga chiesto il perché rinunci anche a uova e latte dato che l’animale non viene ucciso.

In realtà questa è un mezza verità dato che anche le mucche da latte o le galline ovaiole vengono uccise quando la produzione, di latte o di uova, diminuisce al punto di non essere più vantaggiosa per i produttori. E comunque un vegan si oppone allo sfruttamento degli animali, in tutte le sue forme, e non solo alla loro uccisione.

E allora che si mangia? Riconosci nell’animale un soggetto, non un oggetto? Allora sii coerente, non domandare “che cosa” mangiamo oggi, ma “chi” mangiamo oggi.

Charlotte Probst

A molti, pensando a un un vegetariano o a un vegan, viene in mente qualcuno che mangi solamente

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verdura insipida e frutta. In realtà le alternative alla carne sono tante. Per avere un'alimentazione vegetariana equilibrata che non porti a carenze nutrizionali basta, in linea di massima, sostituire la carne con leguimi (ceci, facioli, piselli, soia, ecc.) o con derivati della soia come tofu (anche detto formaggio di soia, perché ottenuto dal latte di soia), thempe oppure seitan (preparato con il glutine di grano). Al di là dei nomi che suonano un po’ strani, questi alimenti (in genere reperibili in negozi di alimenti biologici), ricordano in consistenza e in sapore alcuni tipi di carne e possono essere sostituti ad essa in molte ricette o usati per fare polpette, cotolette o wurstel vegetali. I vegani inoltre sostituiscono il latte vaccino con “latte” vegetale come quello di riso o di soia che può essere usato per la preparazione di yogurt, gelati, panna o dolci. Per il resto le regole di base rimangono quelle di una normale alimentazione onnivora: variare il più possibile la propria alimentazione e mangiare verdura e frutta fresca ad ogni pasto. Comunque, per approfondire il modo in cui

organizzare i pasti e scegliere cosa mangiare o per saperne di più sulla filosofia che sta alla base del vegetarianismo sappiate che internet è un’ottima fonte di informazioni. Di seguito vi lascio alcuni link ad alcuni siti interessanti che mi sono stati di enorme aiuto nello scrivere questo articolo e, soprattutto, nell’approcciarmi a questa filosofia di vita. www.scienzavegetariana.it Sito della Società scientifica di nutrizione vegetariana. www.veganhome.it Una comunity e un punto di incontro per vegan e vegetariani http://www.saicosamangi.info/ Una piccola guida alle ragioni che stanno alla base del vegetarianismo. http://www.vegetariani.it/ Sito dell’Avi (associazione vegetariana italiana) http://www.vegan3000.info/ Sito ricco di deliziose ricette.

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PHP Advanced Transfer Manager di Elvis Ciotti <[email protected]>

Vediamo in questo articolo, come installare e configurare PHP Advanced Transfer Manager (http://phpatm.free.fr/) per la gestione dei nostri files online. Questo script è scritto in PHP, è liberamente utilizzabile e modificabile (nei termini della nota GPL), non necessita di MySQL, per utilizzarlo è sufficiente disporre di uno spazio web con il solo supporto PHP. Attraverso una comoda interfaccia (chiaramente accessibile tramite

password) possiamo caricare online i nostri file, organizzarli in cartelle, associarci una descrizione. Automaticamente, per gli utenti anonimi che visualizzano lo spazio web, viene mostrata un’interfaccia per visualizzare e scaricare i files, con contatore di download, dimensione dei files, data di upload, possibilità di visualizzare il contenuto dei file zip, ecc..

INTERFACCIA WEB DEL FILE MANAGER PHP ATM PER L’UTENTE ANONIMO

INTERFACCIA WEB DOPO IL LOGIN

FORM UPLOAD FILES FORM CREAZIONE DIRECTORY

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Installazione e configurazione Dal sito http://phpatm.free.fr/ scarichiamo la “Full version” e scompattiamo i file in una cartella locale. Nel file docs\readme.txt troviamo la sequenza dei passi da effettuare. Editiamo, prima di tutto, il file include\conf.php. Impostiamo la variabile $homeurl con l’url completo allo script online (es: http://www.nomesito.com/phpatm). Reinseriamo l’url base del sito in $domain_name (http://www.nomesito.com) e solo il nome della cartella (phpatm) in $script_folder_path. Il settaggio più importante è sicuramente l’array bidimensionale superglobale $grants. Qui dobbiamo impostare i permessi (colonne array) per i 5 tipi di utenti (righe array). Lasciamo tutti i permessi a true per gli ADMIN, settiamo invece a nostro piacimento i permessi per gli ANONYMOUS, cioè per i visitatori del nostro file manager online. Consiglio di impostare per essi solo i permessi di view (vedere la lista dei files) e download (scaricare i files). A scelta possiamo anche permettere a quest’ultimo tipo di utenti di caricare file e creare cartelle, impostando rispettivamente i permessi upload e mkdir. Nei commenti del file che stiamo modificando sono indicate le descrizioni per gli altri tipi di permessi, ad esempio: poter cambiare la descrizione dei files, caricare i file specificando un indirizzo

http, gestire i files solo del proprio gruppo. Impostiamo il linguaggio di default (it) nella variabile $dft_language, la dimensione massima dei file caricati in $max_allowed_filesize. Impostiamo anche la dimensione massima dei nomi dei files, e il filtro file accettati in upload (non accettiamo ovviamente di far caricare file php ad utenti anonimi !). Controlliamo se altre variabili ci possono interessare nel resto del file. Se vogliamo, editiamo languages\it.php personalizzando i messaggi che vengono mostrati nell'interfaccia dello script. Carichiamo ora tutti i file sul server (nomesito.com) nella nostra cartella (phpatm). Importante: impostare per tutti i file e cartelle il permesso 777. Uso del file manager A questo punto, lanciamo dal browser l'interfaccia (http://www.nomesito.com/phpatm ), clicchiamo su Login in alto a destra. Entriamo con: Nome utente = Admin Password = test Siamo entrati adesso in modalità amministratore. Cambiamo subito la password nell'apposito modulo nella gestione profilo (icona utente singolo). Da qui possiamo anche gestire i vari utenti che si registreranno, cambiandone eventualmente il Ruolo (cioè il tipo di utente). Per ogni utente

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possiamo visualizzare anche il numero di file caricati o scaricati, la data di registrazione e relativa email. Possiamo per esempio permettere ad un nostro collaboratore di poter cambiare la descrizione dei file, ma non di cancellarli, oppure di aver accesso completo a solo ai propri file caricati. Torniamo alla homepage. Essendo loggati come admin, vediamo in basso i moduli per caricare files e creare nuove directory. Accanto ai file già caricati, nella colonna Operazioni, vediamo, in ordine, i pulsanti per: cancellare il file, cambiare le proprietà (nome, descrizione), spedizione in allegato mail alla nostra casella, download. I primi due pulsanti sono ovviamente disponibili anche per le directory. Funzionalità Lo script è configurabile in più lingue (italiano compreso), è possibile cambiare con pochi passi la grafica dell'interfaccia. E' possibile anche bloccare l'accesso da particolari indirizzi IP. La registrazione utenti può avvenire con conferma obbligatoria dell'amministratore. Gli utenti possono infine configurare l'invio automatico dei file caricati per e-mail. Lo script è comunque completamente editabile e configurabile. Gli utenti possono vedere i file più scaricati, o gli ultimi file aggiunti. Nel file manager è possibile visualizzare i file secondo i vari attributi (nome, data, dimensione...) in ordine

crescente o decrescente. L'amministratore può vedere varie statistiche su download e utenti. Dove installarlo ? La scelta è essenzialmente fra un servizio hosting gratuito (che solitamente vuole qualcosa in cambio, ad esempio la pubblicazione di un banner del fornitore dello spazio) o a pagamento. Tra i primi, un ottimo spazio con supporto PHP è fornito da altervista.org, mentre per lo spazio web a pagamento (che consiglio), tophost.it offre 200 Mb con supporto PHP e MySQL con poco più di 10 euro/annuali. Note e conclusioni I 5 tipi di utenti e l'impostazione di permessi personalizzati permettono di creare un file manager online fra più utenti, in cui l'uploader non è semplicemente il singolo utente. In questo modo, oltre a creare un semplice gestore di documenti personali, si può anche creare una piccola risorsa condivisa a più utenti. Le funzioni di visualizzazione e conteggio download senza database lo rendono molto fruibile e alternativo a soluzione più complesse. Trovate sul sito tutte le informazioni che vi possono interessare in merito, oltre ad un forum di supporto.

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Di che risveglio sei ? Di Annalisa Fabrizi <[email protected]>

Domenica.

Ore 11:47 a.m., temperatura costante, rumore…… nessuno.

Sarebbe tutto immobile, compreso il fagotto scomposto svenuto sul letto qualche ora prima, se non fosse per un rantolo fuori tempo che tradisce la presenza di una forma di vita sotto quella coperta.

La posizione un tantino… innaturale… costringe il groviglio di braccia, testa, schiena e gambe a rimettere il sangue in circolo prima che il formicolio diventi insensibilità totale e perdita di un arto. E’ l’occhietto a sbottonarsi per primo cercando di mettere a fuoco nel buio…. Una manina (che sia la destra?) scansa i capelli stirati sulla faccia… azzarda la presa su un lembo di lenzuolo e……ZAAACK!!!

Un fascio di luce trapana l’unica retina scoperta e per un quarto d’ora buono resto accecata come un gatto sulla strada che guarda la morte venirgli incontro. BUONGIORNO ANNALISA!!!!!!!

L’occhio curioso è stato punito, ora non mi rimane che strizzarli entrambi qualche momento per riabituarli alla luce del giorno.

Tsé… Come se servisse a qualcosa……

A quanti di voi capita di vivere spesso il risveglio come uno schiaffo?

E magari girare fino a sera col tamarrico occhiale nero para luce/copri lividi anche quando piove...

Bene, faccine stanche, con tutta probabilità fate parte di quella minoranza di anime che la cronopsicologia chiama… GUFI!

Le Tipologie Circadiane

Per “ritmi circadiani” si intendono i cicli sonno-veglia che, dovuti al diverso funzionamento della surrenale (ghiandola che attiva i meccanismi del risveglio) tra le persone, dividono queste in 3 gruppi: le Allodole, gli Intermedi e i Gufi.

Ma vediamo meglio di che si tratta:

Le Allodole Fanno parte di questa categoria il 10-15% dei soggetti, ovvero i mattutini: coloro che tendono a svegliarsi presto la mattina, ad essere attivi nella prima metà della giornata e a coricarsi presto la sera. Sono in genere più soggetti al “calo post-prandiale”: un abbassamento dei livelli di vigilanza nel primo pomeriggio, fase nella quale può essere utile un breve riposo (non più di venti minuti!) ed è consigliato, in particolare

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tra le 14 e le 16, fare attenzione alla guida o se possibile evitarla. I mattutini si adattano con difficoltà a modificazioni del ciclo attività-riposo imposte da cause esterne, non a caso a questo gruppo appartiene la maggioranza dei bambini. Per mantenere il benessere psicofisico è quindi consigliabile adottare ritmi di vita regolari, evitare per esempio lavori a turno notturno o vacanze esotiche (voli transmeridiani) di breve durata che potrebbero portare più danni che benefici.

Le allodole sono in genere socialmente apprezzate perchè considerate persone coscienziose, determinate, dotate di senso del dovere, affidabili ed…emotivamente stabili!

I Gufi

Sono considerati tali il 15-20% degli individui, più comunemente detti serotini: persone che faticano non poco a svegliarsi presto la mattina, che sono più attive verso sera e inclini a restare sveglie fino a notte tarda. Di giorno non amano troppo la luce e faticano a dare il massimo nelle diverse attività. Generalmente però, possiedono una grande capacità di adattamento a variazioni del ciclo attività-riposo, tanto che per questi soggetti si parla di elasticità del ciclo. Se ti ritrovi in questa categoria è probabile che tu sia nato/a

in estate (o al limite primavera) e anche che tu sia….maschio!

Gli Intermedi

Se credi di essere tra questi ma al tuo gruppo non è stato dato un nome figo che pare preso dalla Scuola di Hogwarts non preoccuparti! La tua categoria costituisce la maggioranza del popolo, difatti i soggetti che non risultano né mattutini né serotini sono nientemeno che il 65-75%! Devi sapere poi che l’appartenenza ad una data tipologia circadiana non rimane costante per tutto l’arco di vita ma può variare in base ad alcuni fattori (per esempio l’età), cosa che invece succede di rado ad un gufo o ad un allodola che quasi sempre rimangono tali.

Ma come si fa a sapere di preciso a che gruppo si appartiene?

Ovvio… Con un test!

I più utilizzati per questo scopo sono solitamente due: la Composite Scale e il Morningness-Eveningness Questionnaire. Ti propongo la versione ridotta del secondo, al quale puoi rispondere semplicemente: o scegliendo una sola opzione tra le risposte elencate, o scrivendo un orario preciso dove richiesto e…il più sinceramente possibile.

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Si comincia:

1) Considerando solo i tuoi ritmi personali, a che ora ti alzeresti la mattina se fossi completamente libero/a di organizzare la tua giornata?

Dalle ore 5 alle 12

2) Quanto ti senti stanco/a durante la prima mezz’ora dopo il sveglio al mattino?

a)Molto stanco/a

b)Abbastanza stanco/a

c)Abbastanza riposato/a

d)Molto riposato/a

3) A che ora la sera ti senti stanco/a e di conseguenza hai bisogno di andare a dormire?

Dalle 20 alle 3

4) A che ora del giorno pensi di raggiungere la massima forma?

Dall’1 alle 24

5) Si sente parlare di due tipi di persone, uno che è più attivo al mattino e l’altro che è più attivo la sera. Quale di questi tipi ti consideri?

a)Decisamente più attivo/a al mattino

b)Un po’ più attivo/a la mattina rispetto alla sera

c)Un po’ più attivo/a la sera rispetto alla mattina

d)Decisamente più attivo alla sera

I risultati li trovi sul prossimo giornalino!

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Il disinformatico

di Nicola De Marchi – <[email protected]>

Era nell'aria da qualche settimana, si aspettava solo di saperlo "ufficialmente" e di abbandonare le ultime, poco razionali, speranze. Magari si era solo allontanata, magari si era persa o qualcuno l'aveva adottata: così pensavamo io, il falegname con il suo camioncino bianco, Angela della copisteria e le decine di persone della via o della facoltà che quotidianamente da quasi quindici anni la incrociavano. Invece Rosy, la micia adottiva di Scienze dell’Informazione, ha scelto di morire, probabilmente nel giorno di Ognissanti o in quello successivo, sotto la siepe nel giardino della facoltà, proprio dove qualche anno fa le scattai questa foto.

Non si era mai allontanata da quel suo piccolo mondo che aveva come punti cardinali la soglia della biblioteca, l'incrocio con via Pasolini, la villetta di fronte al cancello della facoltà e quel metro quadro della strada che fa da vertice del cono orografico sopra cui tutta via Sacchi poggia, da cui ogni passo fatto in qualunque direzione è un passo in discesa e su cui lei si sedeva guardandoci allontanarci quando la salutavamo alla fine della giornata. Non si era mai allontanata e proprio per questo in tanti abbiamo imparato a volerle bene entrando nella sua vita alla mattina e uscendone alla sera, giorno dopo giorno per anni. In tanti, ora, siamo un pochino più soli.

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Nuovi mondi, una manciata di parole Di Venturi Filippo < [email protected]>

La famosa rivista americana “Wired”, nel numero di Novembre, ha proposto un interessante articolo, nel quale, basandosi su un curioso aneddoto riguardante lo scrittore Ernest Hemingway, ha chiesto a diversi scrittori / sceneggiatori / fumettisti / ecc… di scrivere brevi racconti, utilizzando al massimo 6 parole. Hemingway scrisse un racconto, composto da 6 parole soltanto, definendolo (ironicamente?) il suo miglior lavoro:

“Vendesi scarpe da bambino, mai usate.” (For sale: baby shoes, never used)

Ernest Hemingway, scrittore statunitense (1899-1961) L’idea in sé può sembrare ridicola, eppure queste poche parole riescono, a mio avviso, a creare una certa curiosità nel lettore nel sapere cosa si nasconda dietro la semplice frase. A me viene in mente un background triste, magari nell’America della “grande depressione” (visto l’anno di nascita dello scrittore), che ha colpito il venditore in

Wired Magazine (11/2006) Una delle sintesi grafiche dedicate all’iniziativa

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questione, e che la sua iniziativa sia dovuta al bisogno di disfarsi di quel triste ricordo (le scarpe), ma allo stesso tempo di racimolare qualche soldo, forse per una non rosea situazione economica. Siamo molto vicini alla fatidica “sega mentale”, ma se voi, come me, pensate che vi sia una certa suggestione dietro questa frase, credo che troverete interessante il seguito di questo articolo. Un altro esempio è quello dello scrittore Augusto Monterroso:

“Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì.”

(Cuando despertò, el dinosauro todavia estaba allí) Augusto Monterroso, scrittore guatemalteco (1921-2003)

Oppure Philip K. Dick che, pur non scrivendo niente di così

sintetico, potrebbe partecipare all’iniziativa con i titoli di alcuni suoi famosi romanzi:

“Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” (Do Androids Dream of Electric Sheep?)

Philip K. Dick, scrittore statunitense (1928-1982)

“Scorrete lacrime, disse il poliziotto.” (Flow my tears, the policeman said)

Philip K. Dick, scrittore statunitense (1928-1982)

Tornando a Wired, tra le tante persone coinvolte ci sono famosi scrittori contemporanei (Bruce Sterling, William Gibson, David Brin) e fumettisti (Alan Moore, Stan Lee, Frank Miller), i quali confermano la propria genialità con frasi che a volte rasentano il demenziale, altre volte lasciano sbirciare un intero mondo nuovo. Ecco alcuni di questi racconti (l’elenco completo, in inglese, è nel sito di Wired), in parte tradotti da me (perdonatemi eventuali errori), cercando di rispettare il limite di 6 parole. Purtroppo la lingua italiana non può fare a meno degli articoli, a volte ? :-)

“Internet prende coscienza? Ridico- connessione interrotta.”

(Internet “wakes up?” Ridicu - no carrier) Charles Stross, scrittore scozzese

Ernest Hemingway

Philip K. Dick

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“Osama viaggia tempo. Presidente Gore preoccupato.” (Osama’s time machine: President Gore concerned)

Charles Stross, scrittore scozzese

“Mozilla devasta Redmond; implicata atomica Google.” (Mozilla devastates Redmond, Google’s nuke implicated)

Charles Stross, scrittore scozzese

“Computer, abbiamo portato le batterie? Computer?” (Computer, did we bring batteries? Computer?)

Eileen Gunn, scrittrice statunitense

“Dinosauri sono tornati. Vogliono indietro petrolio.” (Dinosaurs return. Want their oil back)

David Brin, scrittore statunitense

“Vuoto spaziale. Orbite divergono. Addio, amore.” (Vacuum collision. Orbits diverge. Farewell, love)

David Brin, scrittore statunitense

“Test fallito. Università sfumata. Inventato razzo.” (Failed SAT. Lost scholarship. Invented rocket)

William Shatner, attore statunitense

“Abito tolto delicatamente. La testa meno.” (Gown removed carelessly. Head, less so) Joss Whedon, scrittore/regista statunitense

“Tic Tac Tic Tac Tic Tic”

(Tick tock tick tock tick tick) Neil Stephenson, scrittore statunitense

“Il pene si stacca; è incinto!”

(His penis snapped off; he’s pregnant!) Rudy Rucker, matematico/scrittore statunitense

“Garanzia automobile scaduta. Scaduto anche motore.”

(Automobile warranty expires. So does engine) Stan Lee, fumettista statunitense

Stan Lee

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“… del tempo. Avrei inventato una macchina” (Machine. Unexpectedly, I’d invented a time) Alan Moore, scrittore/fumettista statunitense

“Con le mani insanguinate, dico addio” (With bloody hands, I say good-bye) Frank Miller, fumettista statunitense

“Giorno sprecato. Vita sprecata. Dessert, prego.”

(Wasted day. Wasted life. Dessert, please) Steven Meretzky, scrittore/sviluppatore di videogame statunitense

“Steve ignora le restrizioni editoriali e” (Steve ignores editor's word limit and)

Steven Meretzky, scrittore/sviluppatore di videogame statunitense

“Epitaffio: Sciocchi umani, mai scappati dalla terra.” (Epitaph: Foolish humans, never escaped Earth) Vernor Vinge, matematico/scrittore statunitense

“E’ troppo costoso, resta umano.” (It cost too much, staying human)

Bruce Sterling, scrittore statunitense

“Bush diceva il vero. Inferno congelato.” (Bush told the truth. Hell froze)

William Gibson, scrittore statunitense

“Dio alla Terra: Più lacrime, pivelli!” (God to Earth: “Cry more, noobs!”) Marc Laidlaw, scrittore statunitense

“Rilevatore di bugie perfezionato: Civiltà collassa.”

(Lie detector eyeglasses perfected: Civilization collapses) Richard Powers, scrittore statunitense

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FONTI: • http://wired.com/wired/archive/14.11/sixwords.html

• http://blog.wired.com/sixwords • http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/8659

FORUM STUDENTI Ti ricordiamo che i rappresentanti degli studenti hanno messo a disposizione un forum, dove trovi e puoi chiedere informazioni riguardanti lo studio, il corso di laurea, studio all’estero, lavoro.. ecc.. USATELO !! http://rappresentanti.csr.unibo.it/forum/

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Matemagica !

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11 metodi per catturare un leone nel deserto Tratto da G.Lolli - Il riso di Talete

Il metodo di Peano. Esiste una curva che riempe lo spazio che passa per ogni punto del deserto. Una tale curva può essere percorsa in un tempo breve quanto si vuole. Armato di una lancia in resta, percorrila in un tempo minore di quello che il leone impiega a spostarsi della propria lunghezza. Il metodo di Bolzano-Weierstrass. Biseca il deserto in direzione nord-sud. Il leone giace in una delle due metà. Biseca questa metà con una linea in direzione est-ovest. Il leone giace in una di queste due metà. Continua il processo indefinitamente, ogni volta costruendo una recinzione. Il leone viene rinchiuso entro una recinzione di perimetro arbitrariamente piccolo. Il metodo di Schrodinger. In ogni istante, c'è una probabilità non nulla che il leone sia nella gabbia. Aspetta. Un metodo topologico. Dai al deserto la topologia leonina, in cui un sottoinsieme è chiuso se e solo se è l'intero deserto, oppure non contiene leoni. L'insieme dei leoni è denso in questa topologia. Metti nel deserto una gabbia aperta. Per la densità, contiene un leone. Chiudila in fretta! Un metodo geometrico. Colloca una gabbia sferica nel deserto, entra e

chiudila bene. Esegui un'inversione rispetto alla gabbia, il leone è allora all'interno della gabbia e tu fuori. Induzione. Dimostriamo per induzione inversa l'enunciato L(n): «E possibile catturare n leoni». Esso è vero per n sufficientemente grande, perché allora i leoni saranno numerosi e schiacciati come sardine e non avranno la possibilità di muoversi e scappare. Ma banalmente L(n + i) implica. L(n) perchè, se abbiamo catturato n + i leoni, possiamo liberarne uno. Quindi L(1) è vero. Metodo di Bourbaki. La cattura di un leone nel deserto è un caso particolare di un problema molto più generale. Formulate questo problema e trovate condizioni necessarie e sufficienti per la sua soluzione. La cattura di un leone è ora un corollario della teoria generale, che non è assolutamente il caso di scrivere nei dettagli. Fonte: http://www1.mate.polimi.it/~bramanti/ caffe/materidere/leoni.htm Matemagica e racconto suggeriti da Filippo Venturi

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Articoli : (ordine alfabetico)

• Battistelli Matteo • Ciotti Elvis • De Marchi Nicola • Dionigi Tommaso • Fabrizi Annalisa • Nicotra Alessandro • Venturi Filippo

Interviste:

• Dott. Matteo Silimbani • Dott.ssa Serena Papi

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