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Stampa: Cooperativa Nuova Brianza. 20055 Renate (Míl - tel...

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Stampa: Cooperativa Nuova Brianza. 20055 Renate (Míl - tel. 0362/924353 Le immagini successivamente elaborate sono state tratte da: "L'occhio di Milano", catalogo della mostra organizzata dal comune di Milano, "Storia d'Italia" Einaudi, "Progresso Fotografi- co" n° 4/80 e 3/8I, "Storia fotografica del lavoro in Italia", De Donato ed., "Photo" no 80/1982, "Lo spazio rubato: architettura e fotografia", ed. Unicopli 1983, "L'illustrazione Italiana" no 311982 e 19/1984 ed inoltre l'immagine pubblicata a pagina 22 è tratta da un manifesto della Regione Toscana. L'immagine di copertina è tratta da un disegno di G. Greppi, pubblicato da "Archeologia Industriale" ed. T.C.I. SNOP Rivista trimestrale della Società nazionale degli o- peratori della prevenzione negli ambienti di lavoro NUMERO 1 - OTTOBRE 1986 Autorizzazione Tribunale di Milano n. 416 del 23/7/86 Direttore responsabile: Giancarlo D'Adda Direttore: Laura 13odini Progettazione grafica e illustrazioni: Roberto Maremmani Redazione, Milano: via Mel[erio 2 Speri in abb. postale gruppo !V (70%) Sua Emergenza Scheda Regionale: Friuli Venezia Giulia pag. 4 Il comparto "Edilizia" pag. 7 Il Grande Rischio pag. 10 Arezzo '86 pag. 12 Sindacato e Ambiente pag. 14 Iniziative SNOP pag. 16 Libreria pag. 18 Notiziario e Congressi pag. 20 Direttivo Nazionale SNOP pag. 23
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Le immagini successivamente elaborate sono state tratte da: "L'occhio di Milano", catalogodella mostra organizzata dal comune di Milano, "Storia d'Italia" Einaudi, "Progresso Fotografi-co" n° 4/80 e 3/8I, "Storia fotografica del lavoro in Italia", De Donato ed., "Photo" no 80/1982,"Lo spazio rubato: architettura e fotografia", ed. Unicopli 1983, "L'illustrazione Italiana" no311982 e 19/1984 ed inoltre l'immagine pubblicata a pagina 22 è tratta da un manifesto dellaRegione Toscana. L'immagine di copertina è tratta da un disegno di G. Greppi, pubblicato da"Archeologia Industriale" ed. T.C.I.

SNOPRivista trimestrale della Società nazionale degli o-peratori della prevenzione negli ambienti di lavoroNUMERO 1 - OTTOBRE 1986

Autorizzazione Tribunale di Milano n. 416 del 23/7/86Direttore responsabile: Giancarlo D'AddaDirettore: Laura 13odiniProgettazione grafica e illustrazioni: Roberto MaremmaniRedazione, Milano: via Mel[erio 2Speri in abb. postale gruppo !V (70%)

Sua EmergenzaScheda Regionale:Friuli Venezia Giulia pag. 4Il comparto "Edilizia" pag. 7Il Grande Rischio pag. 10Arezzo '86 pag. 12Sindacato e Ambiente pag. 14Iniziative SNOP pag. 16Libreria pag. 18Notiziario e Congressi pag. 20Direttivo Nazionale SNOP pag. 23

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SUA EMERGENZAW"--]

3i

Le recenti emergenze ambientali(mi si consenta il vezzo di non citare isingoli eventi neanche una volta, co-me piccola forma di protesta controlo stanco ritualismo con cui sono statienumerati migliaia di volte negli ultimimesi) hanno prodotto, fra l'altro, l'ac-celerazione di certi fenomeni sociali,di certi processi istituzionali, di certeriflessioni. Vorrei qui richiamare, informa di piccolo glossario e senzapretese di grandi analisi, qualcuno diquesti fenomeni-processi-riflessioni,col solo scopo di offrirli ad una piùapprofondita disamina in future occa-sioni di discussione e di incontro (p.es. il nostro imminente 8° Convegnonazionale).

Emergenza"È successo qualcosa di grave. Biso-

gna limitare i danni, individuare e col-pire i responsabili (quando è possibile)e, imparata la lezione, adoperarsi per-ché il tragico evento non abbia a ripe-tersi" .

Questa accezione comune è soloun aspetto, purtroppo. Forse il più evi-dente, ma non l'unico. Ne va tenutoben presente un altro: emergenza nonè soltanto lo stato di allarme, ed i re-lativi provvedimenti straordinari, cheseguono ad una catastrofe, ad un e-vento acuto, traumatico, improvviso.E forse pensando a questa sola varian-te che alcune voci, nel dibattito fraassociazioni, partiti, forze sindacali, i-stituzioni, vanno sostenendo in pienabuona fede che per impostare unastrategia vincente in difesa della salu-te e dell'ambiente bisogna uscire dallalogica dell'emergenza. lo temo, inve-ce, che dovremo restarci nostro mal-grado, in quella logica, soprattuttoperché non é più possibile uscirne. Miriferisco a quella variante più subdola,che non presuppone necessariamentefrodi, incidenti, disastri; a quella emer-genza permanente che è ormai con-naturata al tran-tran quotidiano delmondo della produzione in senso lato,che è ormai una specie di appendicepersistente di questo gigantesco orga-nismo che ingurgita, trasforma ed e-spelle in continuazione.

Cessati i clamori della cronaca suisingoli eventi, quando i mass-media siassopiscono, i provvedimenti straordi-nari vengono ritirati e le traballantistrutture edificate per improbabiliguerre lampo vengono smantellate, ri-mane, più sorda, meno rutilante, maforse ancora più drammatica, l'emer-genza "di tutti i giorni" che miete vitti-me senza parere. Contro quest'altraemergenza nulla possono, anzi "nonsono competenti" la Protezione civile,la Guardia di finanza, i N.A.S., i Centri

anti-veleni etc... È questo lo scenariopiù probabile in cui dovremo operarenei prossimi anni. Nessuno di noi ad-detti ai lavori si illude più che, cessatal'emergenza, potremo ricominciare adaffrontare ordinatamente e con calmai problemi, o riprendere gli "interventi"che avevamo lasciato in sospeso. Aparte i nuovi disastri continuamentein agguato, le nostre trincee sono tut-te lì ad aspettarci, il nemico avanza elo Stato maggiore non fa tanto bene ilsuo mestiere (specie per quanto ri-guarda gli approvvigionamenti!). Que-sto senso di straordinaria gravità dellasituazione, che non ha nulla di retori-co, incombe non solo perché siamooggettivamente molto vicini al puntodi non ritorno, ma anche perché sog-gettivamente la gente é sempre piùattenta, sempre meno disponibile adessere presa in giro, anche se é forte,oggi, l'oscillazione fra il fatalistico "sisalvi chi può" e l'impegno in difesadell'ambiente.

Dalla fabbrica al territorioIl grande auspicio che unanime-

mente esprimevamo ai "tempi eroici"si sta oggi avverando, seguendo però,ahinoi, le leggi della fisica invece chequelle della dialettica. Si tratta, insom-ma, di un trasferimento anziché diun'estensione. AI centro dell'interessec'é oggi solo il territorio, e non più lafabbrica. Soggetti attivi sono soprat-tutto i cittadini, e le associazioni am-bientaliste in cui si organizzano, esempre meno i lavoratori e le Orga-nizzazioni sindacali che li rappresenta-no. II Sindacato fa fatica (o forse nonha interesse?) sia a continuare la dife-sa della salute in fabbrica, sia a inco-minciare la difesa della salute sul terri-torio.

Una base oggettiva, a parziale spie-gazione di questi slittamenti, c'é: l'am-

biente di vita, il territorio é certo col-pito sempre più duramente; i cittadini(e i lavoratori, che fuori dalla fabbricadiventano anch'essi cittadini) vi sonoimmersi per 24 ore su 24; le loro ri-vendicazioni sull'ambiente non sonosoffocabili con alcun ricatto che nemetta in discussione la stretta sussi-stenza (leggi: salario, occupazioneetc.). Ma é l'aspetto soggettivo chepreoccupa: l'ambiente di lavoro non épiù al centro di analoghe attenzioni, enon certo perché i rischi sono statitutti debellati. Non é addirittura nean-che vero che stanno tutti diminuen-do!

Dentro / fuoriIl binomio fabbrica-territorio si ri-

specchia, a livello dei servizi, nel bino-mio igiene ambientale-prevenzionenei luoghi di lavoro. I tempi sono or-mai maturi perché questo binomiovenga superato, o perlomeno spoglia-to dei suoi contenuti di antinomia, dicontrapposizione, di pace armata framaldestri tentativi di ridistribuzionedei pesi o di recuperi di autonomia.Questo binomio deve essere ricon-dotto a unità, sfuggendo alla spiraledella stupidità insita nella domanda sesia più pericoloso l'ambiente di lavoroper il lavoratore o l'ambiente di vitaper il cittadino ovvero: "che cosa épiù importante, l'Igiene ambientale ola prevenzione nei luoghi di lavoro?";o, ancora più chiaramente: "siamomeglio noi o loro?". E qui la soluzione,il superamento non può essere unasemplice embrassons nous, non puòridursi ad una sorta di opzione deon-tologica, di esortazione affinché chitutela la salute dei lavoratori e chi sioccupa di quella dei cittadini si senta-no più vicini, si frequentino più spes-so, collaborino di più, continuandoperaltro ad occuparsi dell'albero sen-

f

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za vedere la foresta. Il vero pilastro diquesta ricomposizione non può cheessere una sorta di rifondazione di unmetodo scientifico che ha fino ad og-gi affrontato la realtà dell'ambiente, opiù precisamente dell'impatto am-bientale provocato dai mondo dellaproduzione, come la sommatoria ditanti pezzi separati: luoghi di lavoro,aria, acqua, suolo, rifiuti.

La strada sarà lunga, ma proprioper questo è bene uscire allo scopertoe dire le cose chiaramente: l'equiva-lente organizzativo di questa grandeoperazione culturale non può che es-sere la fondazione di realtà territorialiche unifichino la prevenzione nei luo-ghi di lavoro e l'igiene ambientale, ac-comiatandosi fraternamente da quelsettore che viene comunemente desi-gnato "igiene pubblica", che ha un'al-tissima rilevanza preventiva, ma checon quelle realtà c'entra poco o nien-te.

Non si tratta soltanto di varareun'operazione di ingegneria istituzio-nale. C'è molto da cambiare anchenelle nostre teste. Sono profonda-mente convinto che anche il nostro

metodo di conoscenza I trasformazio-ne della realtà é incapace, a tutt'oggi,di valicare i muri delle fabbriche sucui operiamo, di concepire un sistemacoerente che unifichi dialetticamenteil "dentro" e il "fuori". E c'è anche daprevedere, quando si comincerà ad o-perare per una unificazione reale, unimpatto duro, non facile tra operatori,aree di intervento, esperienze, storieprofessionali radicalmente diverse traloro.

Grandi rischiAttenzione a non avvallare l'equa-

zione: grande rischio = grande inci-dente, esplosione, incendio... Nel cor-so nelle recenti vicende si è teso, enon a caso, proprio a creare un equi-voco di questo tipo. È forse inutile sot-tolineare, per esempio, quanto sareb-be assurdo affermare, esaminando i ri-sultati di recenti censimenti regionalio nazionali (tra parentesi: perchè que-sta indebita proliferazione di censi-menti e notifiche, l'una in contrastocon ['altra?) che le aziende ad alto ri-schio nella provincia di Milano sono100 o 180 a seconda del censimento

c6nsiderato, sulle circa 360.000 iscrit-te alla locale Camera di commercio.Per quanto grande fosse il rischio inqueste 180 aziende, saremmo comun-que in paradiso! Va invece ribaditocon forza, al di la di esercizi filologicidi piccolo cabotaggio, in ogni occa-sione, che ci sono altri grandi rischiche si chiamano cancerogeni, muta-geni, teratogeni, infortuni mortali o in-validanti, malattie irreversibili e cosìvia. Allora a quelle 180 aziende, cherappresentano solo un aspetto delproblema, un settore circoscritto af-frontato da una direttiva Cee che par-la di "rischi di incidente rilevante", bi-sognerà certamente aggiungere alcunizeri.

Alcuni esperti cavalcatori di tigri,giocando sull'equivoco, hanno dato ilmeglio di se per avvallare un'altra biz-zarra equazione: a grande rischio de-ve corrispondere una grande strutturacentralizzata. Ovvero, in altre parole:più seri sono i rischi, più bisogna al-lontanarsi dal territorio per trovare lastruttura adatta e competente ad af-frontarli.

A parte la facile ironia che si po-trebbe fare sulla superspecializzazio-ne, questa logica borbonica é lontanaanni luce dallo spirito della riforma sa-nitaria, basata sul decentramento.

Logica borbonica, o più semplice-mente controriformatrice, che va abraccetto con tutte le altre fregolecentralistiche che recentemente han-no raggiunto l'acme: restituire le fun-zioni di vigilanza agli ispettori del la-voro; restituire le competenze in ma-teria di inquinamento alle Province; i-stituire "comitati nazionali grandi ri-schi"; realizzare 2 megastrutture na-zionali per i[ nucleare; consolidare (ailimiti dell'illecito) una rete perifericadell'Ispels (agenzie regionali). Se tuttoquesto avvenisse, ci troveremmo pro-babilmente a dover operare, a livellodi UssI, per la prevenzione del raffred-dore nei luoghi di vita e di lavoro. Tut-to il resto, infatti, sarebbe trasferito al-trove. No, grazie.

E, badate bene, l'opposizione aqueste velleità centralizzatrici, acco-munate da un accanimento smodatocontro le Usi, non nasce dalla esigen-za di difendere il proprio orticello: ne-gare l'idea-forza di una riunificazionedel governo della prevenzione in unarete omogenea ed articolata di strut-ture decentrate, rifiutarsi di impegna-re finalmente gli uomini e le risorsenecessarie perchè questo avvenga, e-quivalea votarsi al fallimento, a rievo-care l'inquietante fantasma dell'Italiadei carrozzoni.

Emilio Volturo

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SCHEDA REGIONALE: FRIULI VENEZIA GIULIA

II comprensorio regionale del FriuliVenezia Giulia è suddiviso in 12 unitàsanitarie locali, di dimensioni variabilicome bacino di utenza. Si va da unitàsanitarie con 300.000 abitanti ad unitàcon 30.000 abitanti. Non sono noti ifattori che hanno influito sui criteri discelta ma, indubbiamente, alcune a-ree sono state relativamente "privile-giate" o per la presenza di una struttu-ra ospedaliera o per motivazioni dicarattere politico o localistico. Comespesso accade, nella regione vi è unnetto divario tra attuazione in campolegislativo e realtà dei fatti, e questoin particolare per i servizi e [e struttu-re extraospedaliere. Senza dubbio ciòé anche dovuto all'eccessiva dotazio-ne di ospedali e posti letto in ambitoregionale, aspetto questo su cui la po-litica programmatoria dell'AssessoratoRegionale alla sanità cerca di inciderecon una certa decisione, allo scopo diconseguire una riconversione in ter-mini di spesa e qualità di strutture epersonale. Il momento attuale è so-stanzialmente caratterizzato da fluidi-tà e transizione. Nel contesto legislati-vo, per [o specifico della prevenzionee tutela della salute nei luoghi cli lavo-ro, sono attualmente promulgate leleggi riportate in tabella 1.

In termini di contenuto la legislazio-ne é da ritenersi sostanzialmente vali-da. La legge n. 52 recepisce quanto inmateria individuato a livello nazionale(Legge n. 833), ed è stata una delleprime leggi emanate in ambito di ri-forma a livello regionale (a ciò è damettere in relazione la difficoltà delsuo uso pratico). Il piano sanitario re-gionale, ed in particolare il progettoobiettivo prevenzione e tutela dellasalute nei luoghi di lavoro, è stato de-finito sulla base di un concreto appor-to consultivo da parte della strutturaregionale (medici del lavoro, tecnicidei diversi servizi, Istituto di medicinadel Lavoro di Trieste, rappresentanzasindacale e dell'associazione indu-striali regionale) nei riguardi della Di-rezione regionale dell'igiene e della

Sanità. In una serie di incontri è statamessa a punto, nel periodo 1984-1985, il quadro dell'esistente e sonostati individuati i passi necessari pergiungere ad una adeguata struttura-zione in termini di qualità e quantitàdei Servizi di Medicina del Lavoro inambito regionale. Attualmente operaun gruppo di lavoro specifico per l'at-tuazione del progetto obiettivo, di cuifa parte almeno un operatore qualifi-cato per Servizio. La presidenza delprogetto è affidata al prof. F. Gobbato,direttore dell'Istituto di Medicina delLavoro di Trieste.

11 progetto si articola nelle seguenti"azioni programmatiche":

Riorganizzazione e potenziamentodei servizi affidata sostanzialmente

Tab. 1 - Legislazione in ambito di prevenzione e tutela della salute nei luoghi dilavoro

Attività di prevenzione e Tutela della Salute neiluoghi di lavoroPresidi multizonali di PrevenzionePiano sanitario regionale. Progetto obiettivo pre-venzione e tutela della salute nei luoghi di [avo-ro.

L.R. n° 52, agosto 1982

L.R. n° 32, aprile 1983

L.R. n° 28, 1985

Saluti da Pordenone

E PUPE PA:

'MESTE- 40R(Z .4 - CARNIA -4EP40e■M- C:Vi

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Tab. 4 - USSL Regione Friuli VeneziaGiulia (servizi di medicina del lavoro)

USSL n. 1 Triestina Via Morpurgo, 2 - Trieste tel. 040/280862USSL n. 2 Goriziana Via Galvani, 1 - Ospedale S. Polo Monfalcone

tel. 0481/790003USSL n. 3 Carnia Via della Vittoria, 17 - Carnia tel. 0433/40478USSL n. 4 Gemona Via Dante - Gemona tel. 0432/982114USSL n. 5 Cividale Via Cavalieri V. Veneto - Cividale del Friuli

tel. 0432/731778USSL n. 6 S. Daniele Via Sotto il Monte, 6 - S. Daniele del Friuli

tel. 0432/955674USSL n. 7 Udine Via Manzoni, 5 - Udine tel. 0432/208185USSL n. 8 Palmanova ialmicco - Palmanova (Ud) tel. 0432/921445USSL n. 9 Vita P.Ie Taliano Linteris, 4 S. - Vito tel. 0434/80443USSL n. 10 Maniago Via Raffaello 1 - Spilimbergo tel. 0427/40001-40911USSL n. 11 Pordenone Via Ceramiche Vecchie - Pordenone tel. 0434/399801USSL n. 12 Sacile Via Ettareo, 4 - Sacile tel. 0434/71340-71631

all'iniziativa delle Ussl che dovrannoprocedere al massimo di copertura diposti. Priorità assoluta va accordata alreperimento di figure professionali ditipo tecnico ed alla formazione di é-quipes multidisciplinari.

Nelle Ussl in cui il servizio di medi-cina del lavoro e quello di igiene pub-blica ed ambientale appartengono asettori diversi si suggerisce l'istituzionedi un dipartimento zonale per la tute-la dell'ambiente e della salute nei luo-ghi di lavoro per assicurare i necessarilegami funzionali fra questo settore equello della igiene pubblica ed am-bientale.

Omogeneizzazione delle proceduredi comportamento e di intervento deiservizi in particolare su alcuni aspettirilevanti quali:a) interventi di vigilanza (diffida / di-sposizione / rapporto);b) ex art. n° 48 dei D.P.R. n° 303/1956e più in generale notifica sui "nuoviimpianti";c) accertamenti sanitari periodici siain fase di coordinamento che di even-tuale diretta esecuzione;d) emanazione di un "tariffario" unicoregionale;e) rapporti tra i S.M.L. delle U.S.S.L. edi P.M.P. nonchè la definizione delle ri-spettive competenze di intervento.

Attivazione del sistema informativo,finalizzato a rendere stabile un siste-ma di conoscenze sui rischi e davi dalavoro tale da consentire più puntualiscelte programmatorie e più efficacidecisioni di merito, anche di tipo nor-mativo. Per quanto riguarda la mappadei rischi lavorativi, la cui formulazio-ne é compito dei servizi delle U.S.S.L.,esse saranno costruite secondo unprocesso di approssimazione a tre sta-di:a) recupero dei patrimonio informati-vo esistente (elenchi industrie insalu-bri, dati ISTAT, INAIL, degli Enti disciol-ti, di fonte sindacale, dei servizi, ecc.);b) notifica, da parte delle aziende, deidati relativi agli impianti, alle tecnolo-gie ed alle sostanze adoperate nei ci-cli di lavorazione, mediante scheda,previa sollecitazione da parte dellaRegione alle organizzazioni imprendi-toriali e di categoria. La scheda saràinviata a tutte le unità produttive conpiù di 10 addetti e con esclusione deisettori agricoltura, servizi e turismo.c) sopralluoghi di approfondimentocondotti direttamente dai servizi nelleaziende.

I primi due stadi basati su procedu-re generalizzate, dovranno esserecompletati entro il 1986.

Per fornire, oltre che ai servizi delleU.S.S.L., anche alle forze sociali inte-

ressate una adeguata documentazio-ne, la Regione provvederà all'attiva-zione di un "Centro di documentazio-ne" che avrà sede presso il Servizio diIgiene Pubblica della Direzione regio-nale della Sanità.

L'articolazione concreta dei mo-menti di formazione dovrà muoversisecondo questi indirizzi:- un piano di formazione, per opera-tori cui sia stata attribuita, o si inten-da attribuire la qualifica di ufficiale dipolizia giudiziaria, articolato in unaparte di carattere giuridico-istituziona-le ed in una parte, rivolta ai tecnici,incentrata sugli aspetti della sicurezzasul lavoro;- un piano di formazione e di aggior-namento per operatori tecnici, con esenza qualifica di U,d.P.G., incentratosulle principali metodologie di igieneindustriale;- un piano di aggiornamento per glioperatori coinvolti nell'uso e nella ge-stione degli strumenti e del sistemainformativo, sulle modalità di formula-zione delle mappe di rischio, sulle tec-niche più elementari di statistica e diepidemiologia applicate al settore oc-cupazionale.

Educazione ed informazione sanitariaper l'utenza, diretta tanto agli impren-ditori che ai lavoratori, utilizzando inprimo luogo specifiche esperienze giàcondotte in altre Regioni italiane.

in seguito, sulla base delle primemappe di rischio, vi saranno iniziativedi educazione ed informazione sanita-ria sugli argomenti oggetto di inter-vento. Tali iniziative dovranno essererivolte, eventualmente in forme diffe-renziate, a tutte le forze sociali specifi-catamente coinvolte nel piano di in-tervento, attraverso gli strumenti (po-ster, pamphlets, volantini, audiovisivi,

riunioni, corsi, ecc.), di volta in voltaritenuti più adeguati.Ricerca finalizzata, destinata a sup-portare il raggiungimento di altri o-biettivi di questo piano. Essa sarà, per-tanto, indirizzata in modo da avere"ricadute" sul terreno operativo intempi medio-brevi.

Lotta contro gli infortuni. Per il rag-giungimento di significativi risultati inquesto campo è necessario attivareprioritariamente le riferite specifiche i-niziative di formazione del personale,di educazione sanitaria, di ricerca fi-nalizzata, di documentazione.

Da parte dei singoli servizi delleU.S.S.L. è necessario:a) destinare, in generale, un volumedi attività maggiore di quello attualealle azioni promozionali e di vigilanzain materia antinfortunistica;b) identificare, nello specifico locale,le aree produttive in cui il fenomenoinfortunistico si presenta più rilevante,nonché formulare ed applicare conse-guenti piani mirati di intervento;c) fornire, anche mediante le consu-lenze dei P.M.P. il massimo di collabo-razione per progetti di miglioramentodelle strutture e dei presidi antinfortu-nistici proposti dalle imprese.

Lotta all'esposizione a sostanze di as-sodata nocività per l'uomo ed in par-ticolare quelle di sicura cancerogeni-cità.Piani mirati di intervento. Sono predi-sposti dalle singole U.S.S.L. nella se-conda fase del presente progetto unavolta ultimata la redazione della pri-ma mappa dei rischi lavorativi. I pianipossono riguardare tanto uno specifi-co settore produttivo quanto uno opiù specifici rischi lavorativi.

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Tab. 3 - Distribuzione del personale attuale nei Servizi di Medicina del Lavoro

Uul tecnici {IaurJ medici paramedici ammin. Upg

n. 1 Trieste 3 (1) 2 4 - -

n. 2 Gorizia 3 (1) 3 3 - 1

n. 3 Carnia - - -n. 4 Gemona - - - -n. 5 Cividaie - 1+2 conv. 1 - -

n. 6 S. Daniele 1 1 conv. 1 - -

n. 7 Udine 4 (1) 2 3 1 1

n. 8 Palmanova 1 (l) 1 1 - -

n. 9 S. Vito - 1 1 - -

n. 10 Maniago 2 2+1 conv. - -n. 11 Pordenone 4 1+3 conv. 3 1

n. 12 Sacile 1 1 - -

Si tratta di un lavoro che nel suocomplesso dovrebbe completarsi co-me impostazione ed in qualche casopraticamente, entro il 1986, periodoentro cui si dovrebbe completare l'u-tilizzo dei fondi previsti per il progettoobiettivo (620.000.000). L'attuazione ditale progetto deve tenere conto delladisomogeneità della realtà regionale,ove sono presenti Servizi che operanoda 11-13 anni e Servizi che hanno dapoco iniziato ad operare.

Nell'ambito del progetto è previstal'istituzione di un Servizio di Medicinadel Lavoro per U.S.S.L., con il seguen-te standard di operatori:

Medico 1 ogniaddetti

10 - 12.000

Paramedico

Tecnico per sicur.

1 ogniaddetti

10 - 12.000

ed igiene 1 ogniaddetti

5 - 6.000

Amministrativo 1 ogni 15 - 20.000addetti

e comunque 1 per Servizio

Per quanto riguarda la formazionedegli operatori è stato avviato e con-cluso un corso regionale per operatoridi vigilanza, ed un corso regionale intema di radiazioni non ionizzanti. Inol-tre gli stessi passi attuativi del proget-to obiettivo, attraverso gruppi di lavo-ro, sono impostati in modo da costi-tuire un momento di formazione.

Per quanto riguarda i Presidi Multi-zonali di Prevenzione, essi sono istitui-ti presso i 4 capoluoghi di provincia(Udine, Trieste, Pordenone, Gorizia).Sono caratterizzati nel complesso daun avvio piuttosto stentato, anche seprobabilmente in tempi accettabilidovrebbero raggiungere un buon li-vello di operatività.

11 progetto obiettivo per la preven-zione e la tutela della salute nei luoghidi lavoro prevede la definizione deicompiti di supporto da parte dei PMP,anche in termini di stima di quantità edi specializzazione. In questo contestoi rapporti tra Servizi e PMP, pur essen-do diversi da zona a zona, non sonoda ritenersi particolarmente negativi,ma piuttosto da definire per i conte-nuti.

Per quanto riguarda le visite medi-che periodiche si prevede:- istituzione di protocolli di minima in

rapporto ai rischi;- gestione diretta del controllo sanita-

rio da parte del Servizio di Medicinadel. Lavoro qualora ciò rientri nellepossibilità, secondo una certa di-screzionalità da parte dello stessoServizio (rischi particolari, nuovi ri-schi, ecc.);

gestione indiretta, per informazionie controllo dell'attività, da parte delServizio laddove sono presenti me-dici di fabbrica o convenzionati.Per quanto riguarda l'attività Ispet-

tiva attualmente vi è sostanzialmenteuna fase di stallo. Le competenze so-no state assunte da un numero limita-to di operatori. In molti casi vi è lariserva ad accettare la nomina ad

U.P.G., in attesa del completamento oquasi delle piante organiche previste.

La tabella n. 2 schematizza i campidi attività ove ad oggi hanno operatoed operano i Servizi. Nella maggiorparte dei casi non si tratta di attivitàprogrammata per comparto; tale im-postazione inizia da un anno circa adavere seguito pratico.

Tab.2 - Compendio, per settori,degli interventi dei Servizi diMedicina del Lavoro (Friuli VeneziaGiulia)

Settori Usai diriferimento

Agricoltura 2, 5,11,8

Alimentare 1,2,8,9

Cartario 1,7

Cementifici 5

Ceramica 2,11,8

Chimica - Farmaceutica 1,2,8

Concerie 7,8,6

Elettrica 7,2

Elettronica 1,2

Fonderie 2,11,5,8

Gomma 11

Legno 2,5,6,7,8,11

Manifatture tabacchi 1

Materie plastiche 2,11

Metalmeccanica 1,2,7,5,6,8,9,11Molitoria 2

Navalmeccanica 1,2

Prod. energia 1,2

Sanità (ospedali) 2,11,8Servizi in generale 1,2,5,6,7

Silvicoltura e Zootecnia 2

Smaltimento rifiuti 1,2,11

Stampa tipografica 1,7

Tessile 2

Trasporti (aeroporti, porti,stradali e militari) 2

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IL ~PARTO EDILIZIAUNA PROPOSTA DI CHIARI

Attraverso questo bollettino si è ini-ziato ad accogliere interventi significa-tivi svolti dai Servizi nel comparto "e-dilizia". Ciò nel tentativo di fare emer-gere una metodologia di lavoro diver-sa dal passato, più efficace ed incisivasui meccanismi che generano infortu-ni.

Lo sforzo attuale è mirato alla iden-tificazione di una procedura di inter-vento che parta dalla enorme scarsitàdi personale di vigilanza in rapporto alnumero degli infortuni gravi che pos-sono succedere e succedono nei can-tieri.

Nei nostri servizi da vario tempo siva affermando una metodologia di la-voro per "comparto" che segna unasvolta rispetto al metodo di interven-to su chiamata o a pioggia. Tale me-todo punta essenzialmente ai massi-mo utilizzo della esperienza proget-tuale e prescrittiva di cui possono di-sporre i Servizi. Esso consente cioè diusare le conoscenze della mappa dirischio ed estendere e confrontare lebonifiche eventualmente realizzate.

Ciò non deve però significare chel'intervento nei settore edile può esse-re condotto soltanto quando sianomature le condizioni (es. personale) osi verifichi l'evento grave, il che è an-cora peggio, che costringa la USSL adecidere di intervenire.

Deve invece consolidarsi un inter-vento di vigilanza routinario e costan-te basato su di una metodologia checonsenta però lo svolgimento del la-voro anche nei comparti produttividiversi da quello edile. In questa dire-zione e per tale scopo la SNOP ha ini-ziato ed intende portare a termine unlavoro di ricerca e di socializzazionedelle esperienze svolte dai vari Servizi.

Nel frattempo sarebbe utile che neiServizi privi di una specifica scelta diprogramma di lavoro nei cantieri siprevedesse comunque un adeguatospazio settimanale da riservare alla vi-gilanza ed alla mappatura delle impre-se edili.

Come operatori della USSL n. 34 diChiari (BS), dopo vari incontri tenutisipresso l'Associazione dei Comuni Bre-sciani fra rappresentanti delle USSL erappresentanti della FLC, vogliamo il-lustrare un modo di procedere già svi-luppato anche in altre Regioni (ad e-sempio nella USSL n. 28 - BolognaNord): arrivare cioè in ogni USSL allaformulazione di un elenco di impreseedili in cui occorra svolgere un parti-colare intervento di vigilanza durantel'anno. Contemporaneamente do-vrebbe essere recuperata la collabora-zione con i Vigili Urbani che dovreb-

bero dedicare alcune ore alla vigilan-za nei cantieri edili in modo da otte-nere da un lato un supporto di con-trollo capillare ed esteso e dall'altroconsentire ai tecnici delle USSL di la-vorare sull'elenco annuale delle "im-prese a rischio".

Inizialmente, sulla base dell'elencodelle imprese edili delle pagine gialle,si è inviato alle imprese stesse un que-stionario ai sensi dell'art. n. 404 delD.P.R. n. 547155 che dà facoltà alleUSSL di richiedere dati sull'andamen-to infortunistico in ogni unità produt-tiva.

Sono stati inviati 516 questionari ericevute 220 risposte di cui complete110. Per queste ultime è stato calcola-to l'indice di frequenza medio sui datiinfortunistici dei sei anni richiesti(79184).

È stata così compilata una prima li-sta di circa 20 imprese con I.F. più ele-vato.

Da una prima sommaria analisi èemerso che il solo indice di frequenzamedio non era sufficiente a costituireun valido supporto decisionale e nel-l'anno in corso è stato inviato un nuo-vo questionario (infortuni 1985) in cuisi chiede di precisare anche le man-sioni presenti nell'impresa.

Si è poi adottata la codifica INAIL -CIDI per la forma e l'agente materialedell'infortunio. Ciò poiché si pensa diarrivare alla formulazione dell'elencodelle imprese edili a rischio sulla basedi una valutazione composta da:

1 - presenza di determinate mansioniall'interno dell'impresa;

2 indice medio di frequenza degliinfortuni;

3 infortuni avvenuti secondo la for-ma e l'agente materiale più ricor-renti nell'USSL.

E possibile ottenere quest'ultima in-formazione sulla base delle denuncedi infortunio INAIL che pervengonodalle Sezioni INAIL per l'anno in corso.

I dati ricavati si riferiscono sempre alleimprese che hanno sede legale nelterritorio della USSL e ciò può essereirrilevante ai fini della formulazionedegli elenchi di cui si è parlato.

Ai fini dell'intervento invece è ov-vio che il nome della impresa (se que-sta lavora fuori territorio della USSL)dovrebbe essere compreso all'internodi elenchi regionali da inviarsi poi aciascuna USSL.

E stata chiesta anche la collabora-zione dei Vigili Urbani e a questo sco-po è utile tenere presente che la leggen. 4 del 1511186 (miniriforma) ha aboli-to l'Assemblea Generale della USSLpassando le relative competenze alConsiglio Comunale. Ciò configura u-na possibile integrazione fra i compitisvolti dalla USSL e quelli di polizia Mu-nicipale come previsti dalla legge713186 n. 65 (legge quadro).

Occorre cioè che i RegolamentiComunali del Servizio di Polizia Muni-cipale di cui all'art. n. 4 della citatalegge adottino il criterio di interventoanche nei cantieri edili.

E infatti importante abbandonare['idea che la vigilanza, uno solo deglistrumenti di prevenzione degli infor-tuni in edilizia, sia attuabile ed effica-ce se condotta esclusivamente daiservizi delle USSL.

Vanno invece sollecitate ed utiliz-zate al massimo le energie a disposi-zione sul territorio sottraendo magariil Vigile Urbano dal compito ad esem-pio di condurre il pulmino della scuo-la materna, (che pure rimane un servi-zio importante}, per incanalare tali e-nergie verso il controllo delle situazio-ni di possibile rischio.

L'utilizzo della Vigilanza Urbanaconsentirebbe una puntuale verificadell'attuazione delle diffide e ciò nonsarebbe di poco conto se consideria-mo che uno degli obiettivi è quelloche le condizioni di sicurezza del can-tiere cambino radicalmente in megliodopo l'intervento ispettivo.

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MILANOConvegno sindacale sulla sicurezza

11 6 giugno al Politecnico di Milanosi è svolto un convegno della FILLEA-CGIL Lombardia sul problema dellaprevenzione infortuni nei settore edi-le.

E stato presentato lo studio con-dotto, dalla facoltà di architettura suincarico della COL, sui dati infortuni-stici, studio che ha rilevato attraversol'analisi condotta con la collaborazio-ne dei Comitati paritetici territoriali dialcune province non solo la gravitàdel problema ma anche la distribuzio-ne territoriale (provinciale) raffrontataall'andamento generale degli infortu-ni.

La relazione del Segretario Regiona-le della FILLEA ha messo a fuoco unaserie di ragioni legate al fenomeno in-fortunistico ed ha sottolineato l'im-portanza che l'Ente Pubblico assumatutto il peso di tale questione quandoad esempio attribuisce appalti per la-vori edili.

Nella ricognizione delle forze dispo-nibili per affrontare il problema dellariduzione del livello infortunistico vie-ne compresa anche, ovviamente, laUSSL il cui ruolo (ancora molto limita-to) non viene negato ma stimolato. Siafferma altresì che c'è bisogno delconcorso di tutti i soggetti "capaci" diattivare, una politica antinfortunistica:Comitati Paritetici, INAIL, USSL, Co-muni, Imprenditori, Sindacati, Univer-sità, ecc..

La SNOP, Lombardia ha presentatouna relazione (che sarà allegata agliatti del Convegno) nella quale, dopouna presentazione della Società, si èdescritta la metodologia di lavoro percomparto senza trascurare la necessi-tà che, in assenza di metodologie piùefficaci e programmate, le U.O.T.S.L.L.intervengano nel settore edile desti-nato un tempo settimanale adeguatoalle ispezioni nei singoli cantieri.

AI Convegno della FILLEA eranopresenti diversi magistrati fra i qualiquello di Brescia che ha sottolineatocome sia necessario stimolare la colla-borazione dei Vigili Urbani (Ufficiali oagenti di Polizia Giudiziaria) nel con-trollo capillare dei cantieri (v. propo-sta su SNOP 3).

Ci pare infine di dover sottolineareil dato Interessante riguardante la se-de del convegno: la Facoltà di Archi-tettura. Il coinvolgere organismi pub-blici, forze sindacali e imprenditorialied Università su progetti di prevenzio-ne è senz'altro un esempio da seguire.

Peccato che nello specifico il con-tributo dei progettisti sia stato pocoprogettuale.

UNA PROPOSTA METODOLOGICO -OPERATIVA PER LA SORVEGLIANZASANITARIA

Se vi sono i riferimenti di legge perimporre visite mediche periodiche pergli addetti nel comparto edile (v. a ta-le proposito anche le tabelle sui bol-lettini SNOP 3 e 4), esiste però certa-mente un problema organizzativo chenon va sottaciuto. II risultato è unapressoché totale disattenzione allasorveglianza sanitaria in questo com-parto.

Sembra utile rammentare che in al-tri Paesi Europei le visite mediche per ilavoratori edili vengono svolte rego-larmente avvalendosi di organismiche operano nell'ambito delle orga-nizzazioni paritetiche. Per esempio inFrancia tale compito è assegnatoall"'Association Paritaire d'Action So-ciale du Batiment et des Travaux Pu-blics".

In Italia, in carenza di tali Servizi e afronte di un diverso assetto istituzio-nale, ci sembra più opportuno chevenga distribuita ai lavoratori edili dal-le USSL, in collaborazione con la Cas-sa Edile, copia del libretto sanitario in-dividuale da far compilare nella partesia anamnestica che clinica ai rispetti-vi medici di famiglia (come da loro ac-cordo contrattuale). Tale libretto do-vrebbe poi essere integrato da unaparte (scheda di rischio) compilatadall'U.O.T.S.L.L. dell'USSL, dove ha se-de l'impresa da cui il lavoratore di-pende, con l'indicazione degli esamimirati eventualmente necessari (utilesarebbe comunque un protocollo diminima, standardizzato almeno a li-vello regionale).

Questa documentazione dovrà es-sere tenuta dal lavoratore e dall'im-presa a disposizione per le verifiche.

Certo una tale iniziativa appare piùpraticabile nella prospettiva dell'intro-duzione a livello nazionale delle nuo-ve normative e strumenti (libretto sa-nitario individuale) previsti dalla Rifor-ma Sanitaria.

Nulla vieta però che nel frattemposingole Regioni o USSL si faccianopromotrici di iniziative pilota.

Le visite effettuate da medici deiComitati o da quelli curanti dovreb-bero essere mirate agli organi bersa-glio (app. respiratorio, cute..) e oltre al-le malattie professionali dovrebberoessere segnalate le patologie che pos-sono comportare problemi di idonei-tà.

Per i lavoratori addetti ai cantieri e-dili infatti acquistano particolare im-portanza non solo i dati di esposizio-ne a lavori nocivi e 1 o rischiosi, maanche l'analisi di situazioni di idoneità

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specifica al lavoro, spesso concausa diinfortuni anche gravi.

A questo riguardo si può fare riferi-mento alla tabella proposta.

E inoltre importante il dato ana-mnestico del consumo (come quantità e modalità) di alcool e l'informazio-ne sanitaria sull'alimentazione specie

nell'intervallo lavorativo di mezzogior-no.

É importante tenere in considera-zione anche questo aspetto "informa-tivo" oltre a quello della sicurezza neicorsi per i lavoratori.

Roberto CaprioliU551. 58 Gorgonzola (MI)

Principali condizioni di non idoneità specifica alla mansionenel comparto edilizio

Tipo di rischio Condizioni di inidoneità, casi gravi di:

a) lavori in altezza (muratori, car-pentíeri, ferraioli, manovali, addet-ti al montaggio gru e ponteggi);

- cardiovasculopatie (es. ipertensio-ne);alterazioni vestibolari;alterazioni snc (es. epilessia);

- deficit visivi;etilismo;

b) sforzo fisico e lavoro all'aperto(muratori, manovali, ferraioli e car-pender/),'

cardiovasculopatie (es. ipertensio-ne);

- anemia;- handicap fisici;

broncopneumopatia;nefropatia;disfunzioni endocrine e metaboliche(es. diabete, affezioni tiroidee e sur-renaliche, ecc.);

c) strumenti vibranti e rumore (be-tonieristi, addetti demolizioni,conduttori macchine);

- malattie osteoarticolari agli arti su-periori e della colonna vertebrale;

- affezioni tendinee e dell'aponeurosi;malattie vascolari e sindromi angio-neurotiche;malattie cardiovascolari (es. iperten-sione);sindromi cocleo-vestibolari;

d) inalazione di polveri di cementoe olii disarmanti (betonieristi, ad-detti demolizioni, addetti spruzzoolio disarmante);

broncopneumopatie;affezioni ORL;

e) contatto cutaneo con malta, cal-cestruzzi, leganti, olii disarmanti,fluidificanti (betonieristi, muratori,manovali, posatori);

- dermopatie, sensibilizzazione allesostanze usate;

O vigilanza (gruisti, movimentatoci); alterazioni SNC (per esempio epiles-sia); sindromi vertiginose (vestibolario centrali);deficit visivi, deficit di coordinamen-to motorio; .cardiopatie;

g) utilizzo di solventi vernici (verrai-ciatori edili);

- epatopatie; nefropatia; broncopneu-mopatia; dermatiti allergiche;

h) elettricità (elettricisti, impiantisti). cardiopatie (es. ipertensione), nefro-patie, iperidrosi, deficit visivi.

0

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IL GRANDE RISCHIO

Il modo in cui, a livello nazionale(ma anche nella maggior parte delleregioni) è stato gestito e si sta tuttoragestendo il problema dei "grandi ri-schi" (così definiti dalla direttiva Cee82/501 c.d. post-Seveso, e dall'ordi-nanza del ministero della Sanità del2112185) ci chiama ad alcune riflessio-ni.

La prima osservazione, di fondo, èquesta: se per "grande rischio" si in-tende (come in modo sintetico ed effi-cace si esprime l'ing. Antonio lannel-lo, dell'ISPESL, sul n. 6, dicembre 1985,di Come, periodico del dipartimentosicurezza sociale dell'Emilia-Romagna)"la possibilità del verificarsi di inciden-ti dei tutto anomali, le cui conseguen-ze consistono principalmente nellafuoriuscita in tempi brevi di notevoliquantità di sostanze pericolose (tossi-che o infiammabili) in grado di inte-ressare vaste aree sia all'interno cheall'esterno degli stabilimenti", non c'èdubbio alcuno che il punto critico delproblema, al di là degli aspetti tecnicidella sicurezza in queste industrie, è ilrapporto insediamento produttivo-territorio. Da questa considerazionederiva la necessità di un pieno e tota-le coinvolgimento, in tutte [e fasi delprocesso (di conoscenza, di valutazio-ne, di trasformazione, di controllo, diinformazione, di previsione di piani"d'emergenza", ecc.), delle strutturepolitiche, amministrative, tecniche esanitarie locali: esattamente e pun-tualmente il contrario di ciò che è sta-to fatto. Si è avuta infatti una gestionetutta centralizzata del problema, ba-sata su una raccolta dati costruita u-nicamente sul['autonotifica, e quindisulla maggiore o minore correttezza,serietà e disponibilità delle aziende adautodenunciarsi. Quando poi sonostati trasmessi alle regioni gli elenchidelle aziende classificate, evidente èstata la discrepanza tra questi elenchie le conoscenze presenti a livello lo-cale; solo a questo punto alcune (po-che!) regioni hanno adottato una lineapiù seria e coerente, che consentisseun miglior approccio, qualitativo equantitativo, al problema.

Eppure a noi pare chiaramente illo-gico affrontare un tema di questo ge-nere prescindendo dalle conoscenze,dalle esperienze e dall'operatività deiservizi di igiene pubblica ambientale edi igiene e sicurezza del lavoro delleUsi, dei presidi multizonali di preven-zione, degli enti locali.

Se una prassi tutta centralistica puòessere comprensibile e fors'anche giu-stificabile dove strutture territoriali diprevenzione non esistono o sono inef-ficienti, ciò non è in alcun modo ac-cettabile dove tali strutture sono inve-

ce operanti da anni e di buon livellotecnico, ben radicate nel territorio,con un notevole patrimonio profes-sionale e di informazioni a loro dispo-sizione. Ed anche nel caso di strutturedi prevenzione carenti una prassi dilavoro centralizzata acquista senso evalore nel momento in cui fa crescereuna capacità tecnica ed operativadelle strutture stesse, che saranno, odovranno essere, poi chiamate ad im-pegnarsi direttamente sul problema.

Pur senza sottovalutare la comples-sità tecnica del problema e quindi lanecessità del coinvolgimento di strut-

ture altamente qualificate e specializ-zate, occorrerà comunque definire uncriterio metodologico di controllo co-stante e periodico delle aziende ad al-to rischio, e tale controllo non potràessere avulso dal più complessivocontrollo del territorio e dei luoghi dilavoro, svolto dai servizi di prevenzio-ne delle USL competenti per territorio,anche se certamente supportate daiP.M.P. e da strutture centralizzate.

Occorre, in sostanza, coordinare gliinterventi.

In questo senso, senza seguitare piùoltre a stracciarsi le vesti per quello

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che già è successo, ma tentando diuscire in positivo, con risposte con-crete, da questa situazione, la via chesi sta percorrendo in Emilia-Romagnaci pare corretta.

Sul processo in atto, abbiamo re-centemente espresso un nostro preci-so parere, come SNOP regionale, inquanto un problema come quello deigrandi rischi, di così enorme interesseper tutta la collettività (dentro e fuoridalle fabbriche), è costantemente alcentro della nostra attenzione.

Non è certamente dal censimentoeffettuato sui "grandi rischi" dal Mini-stero della Sanità (ordinanza del2112185), né dal futuro recepimentodella direttiva 82/501 post-Seveso, chesi puù pensare di avere un concretocontrollo della situazione di rischio.Basti pensare, ad esempio, che la di-rettiva, tante volte citata, non tiene inalcuna considerazione l'ubicazionedelle attività industriali in rapporto alterritorio, venendo in pratica a defini-re allo stesso grado di rischio un im-pianto sito in zona isolata ed un sitoin pieno centro abitato. Altro aspettodeviante della direttiva (e che nonpermette di effettuare un'esatta stimadel problema) è il non considerare ilsinergismo (cioè il rischio cumulativoe concorrente di più sostanze perico-lose presenti che però singolarmentenon rientrano nei quantitativi definitidalla direttiva).

È quindi iniziato, ormai da mesi, inEmilia-Romagna un programma "spe-ciale" sulla base di istruzioni impartitedall'Assessorato Sanità della regione,d'intesa con l'Assessorato Ambiente,che coordina questa fase di lavoro as-sieme alle province.

Con un procedimento a stadi sistanno attivando gruppi tecnici ri-stretti (costituiti da operatori S.M.P.I.L.,S.I.P., P.M.P. delle UU.SS.LL.) per identi-ficare con criteri omogenei e raffinati iprocessi e gli impianti esistenti "a ri-schio" per il nostro territorio e per de-finire in termini di affidabilità le misuredi prevenzione e di emergenza da a-dottare. Questi gruppi sono già attiviin tutte le 8 province della regione e abuon punto in 5 di queste (Ravenna,Forlì, Modena, Reggio Emilia, Bologna);è ormai un dato sicuro (e non più unasperanza) che si possa giungere entroi[ 1986 ad avere una concreta defini-zione degli insediamenti produttividefinibili a rischio per il nostro territo-rio.

Non è più il tempo di continuare aspendere il termine "grandi rischi",senza meglio definire cosa s'intenda esenza meglio chiarire cosa si debbafare per minimizzarlo, altrimenti si fini-rà, come successo in passato, per sot-tovalutare il problema. E questo sì sa-

Convegno sull'emergenzaambientale

Milano 25 ottobre 1986palaz-7o ex-Stelline di corsoMagenta

indetto tra gli altri da: Scienza-Esperienza, La nuova ecologia,SNOP, Lega ambiente, MedicinaDemocratica, Punto a capo,gruppi di base....

rebbe i[ vero grande rischio.Certamente, quella scelta non è u-

na via agevole. E uno sforzo ulterioreche viene chiesto a servizi già impe-gnati a fondo in una attività semprepiù qualificata e articolata nel campodella prevenzione e che però, proprioper questo, sono in grado di fornirequegli elementi conoscitivi e di capa-cità inutilmente sperati e attesi da al-tri piani predisposti a livello nazionale.Non è una scommessa da poco pro-gettare, predisporre ed attivare, daparte dei servizi di prevenzione delleUSL, un programma, apparentementeambizioso, ma in realtà essenziale, pergiungere a: quali-quantificare i[ rischioconnesso ad attività produttive pre-senti su tutto il territorio regionale,mettere in essere piani mirati di pre-venzione e di controllo, fornire alleautorità preposte (Prefettura, VV.F.,ecc.) i dati informativi per la predispo-sizione di piani di emergenza.

Ecco perché, come SNOP, siamofortemente critici (e preoccupati) peruna gestione tutta centralizzata delproblema che tagli fuori [e USL e i loroservizi: non tanto per un genericomotivo ideologico, quanto perché sa-rebbe la qualità (e quindi la tempesti-vità e ['efficacia) di tutto il progetto arisentirne.

Infine, vediamo nel metodo che èstato fino ad ora seguito non solo unavolontà esplicita di espropriare le USLdalla gestione delle aziende ad alto ri-schio (e questo sarebbe già di per sémolto grave), ma anche, e speriamo diessere una volta tanto pessimisti ecattivi profeti, l'affermarsi di una lineadi tendenza che mostra esplicitamen-te una chiara volontà di riaccentra-mento delle funzioni di vigilanza eprevenzione, sottraendole alle USL, equindi a quella che è la loro logica enaturale collocazione: nel territorio esotto i! controllo dell'Ente locale.

Siamo sempre stati contrari in mo-do radicale ad una scelta di questotipo, che contraddice uno dei puntipiù qualificanti della legge 833 (anchese in molti casi male gestito), e nonpossiamo quindi non vedere con e-strema preoccupazione questo altro"grande rischio": passando attraversoil caso particolare dei cosidetti "grandirischi", si vuole forse arrivare (ricordia-mo la proposta De Michelis di circa 2anni or sono e la più recente propostaCassese) ad una nuova gestione, tuttacentralizzata, dell'igiene e sicurezzadel lavoro?

Raffaella RaffaelliChimico settore impiantistico-

antinfortunistico - P.M.P. Bologna.Leopoldo Magelli

Responsabile S.M.P.I.L.USL 28 Bologna Nord

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AREZZO '86

Attività sanitarie nei serviziterritoriali

In queste sessioni sono particolar-mente graditi contributi e poster chepresentino esperienze di:- coordinamento degli accertamentisanitari anche come supporto consul-tivo e formativo a medici di fabbrica edi base, a personale infermieristico(occupational nursing);- indagini sanitarie e costruzione diquadri epidemiologici (per comparto,lavorazione, rischio...);- tutela di categorie di lavoratori aparticolare rischio (apprendisti e mi-nori, lavoratrici madri, esposti a can-cerogeni, pesticidi...);- flusso informativo di dati sanitari dae verso le aziende;- protocolli di sorveglianza sanitaria;- rapporti con altre strutture speciali-stiche della USL.

VIII CONVEGNONAZIONALE DEGLIOPERATORIclo Centro Affarie Convegni -via Fieming 1Arezzo19-21 novembre 1986

Pianificazione e servizi territorialiIn questo pomeriggio, oltre alle re-

lazioni ufficiali e agli interventi di sin-dacalisti, funzionari regionali, forzepolitiche, sarebbe utile che avesserovoce anche quelle realtà regionali elocali cosidette deboli.

Nuovi insediamenti produttivi estrumenti urbanistici

Chi ha esempi di:- standard costruttivi, normative tec-niche, criteri operativi e valutativi percomparto o lavorazione;- metodologie di lavoro comune conl'igiene pubblica e ambientale;- verifiche e pareri su nuovi insedia-menti (fabbriche, terziario, agricoltu-ra...);- rapporti con Comuni (urbanistica,lavori pubblici...);

è pregato di non tenerli per se, madi portare contributi, poster, materialeinformativo e modulistica in numerocongruo di copie.

MERCOLEDÌ 19

14.00 Registrazione dei partecipanti

15.00 La pianificazione nazionale eregionale. Lo stato dei servizi territo-riali: risorse disponibili, riflessionisulle scelte, prospettive.Relazione di Emilio Volturo (PresidenteSnop.Interventi di forze politiche, sindacato,istituzioni.Dibattito.

GIOVEDÌ 20

9.30 Sala AI nuovi insediamenti produttivi.Progettazione industriale e pianifica-zione territoriale.Relazione di Flavio Coato.

9.30 Sala BAttività sanitarie nei servizi territoria-li. Relazione di Leopoldo Magelli.

15.00 AtelierSessione poster.Esempi di archivi automatizzati e diapplicazioni informatiche.Mostra fotografica e proiezioni di au-diovisivi e video tapes.Nel corso dell'atelier si terranno riu-nioni dei seguenti gruppi di lavoronazionali:- amianto;- cave, marmo, granito;- pelletterie e calzaturifici;- stampaggio plastiche;- siderurgia.

VENERDÌ 21

9.30 Sala AGli strumenti urbanistici.Progettazione industriale e pianifica-zione territoriale.Relazione di Luigi Rossi.

9.30 Sala BAttività sanitarie nei servizi territoria-li.

15.00 Tavola rotondaLa formazione per l'attività di preven-zione nei luoghi di lavoro.Parteciperanno:M. Biacca (Istituto Superiore di Sanità)P. De Plano (Regione Toscana)A. Cricco (Clinica del Lavoro Universi-tà di Milano)5. Martignani (Regione Emilia)5. Tonelli (USL 101D - Firenze)5. Zanelli (Università di Pisa)Moderatore Franco Brun.

18.00 Assemblea SNOP

21.00 Sala ARassegna di cartoons, comiche, filmindustriali e documentazione RAI sul-l'ambiente di lavoro, a cura di Giu-lioandrea Tozzi. e

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Chi volesse presentare comunicazioni,poster, foto, diapositive, filmati, sui te-mi del Convegno e dei gruppi di lavo-ro è pregato di comunicarlo entro ot-tobre ai referenti sotto indicati.

Pianificazione-stato dei servizi-pro-spettiveEmilio Volturo via G. Maestri 2UOTSLL n° 57 - 20071 Melegnano (MI)- Tel. 02/9830041

Nuovi insediamenti produttivi-stru-menti urbanisticiFlavio Coato via Pieve 11 SPISAL n. 34- 36075 Montecchio (VI) -Tel. 0444/799387Attività sanitarie nei servizi territoria-liLeopoldo Magelli via Ciamician 2SMP1L n. 28 - 40127 Bologna -Tel. 051/244024

AtelierClaudio Calabresi USL n° 12 p.zza S.Matteo 15 - 16123 Genova - Tel.010/297780

FormazioneFranco Brun via S. Agata 24 SMPIL n.35 - 48100 Ravenna - Tel. 0544/28230

Iscrizione al Convegno(Dà diritto ad atti ed attestato di par-tecipazione).Soci 50.000Non soci 100.000Costo soggiorno in Arezzo 19-20-21 (2pernottamenti, 2 mezze pensioni), L.87.000 presso gli alberghi convenzio-nati.Prenotazioni: bonifico Arezzo Tusca-ny. Tourist Club CC 12718 Cassa diRisparmio di Firenze - sede centrale diArezzo.

Segreteria logisticaChe sarà presente presso la sede delConvegno.Sig.ra Catalani: Arezzo Tuscany Tou-rist Club via Cavour 87 - 52100 Arez-zo - Tel. 0575/27351Segreteria organizzativaIng. Luigi Rossi: SPESSL-USSL n. 23 viaP. Uccello 14 - 52100 Arezzo -Tel. 0575/29633

La sede del Convegno è raggiungibile:auto: autostrada uscita Arezzotreno: dalla stazione FF.SS. di Arezzosarà disponibile un Servizio di autobusdell'organizzazione (mercoledì h. 10-16), oppure autobus di linea per viaFleming.

Si ringraziano:Unità Sanitaria Locale zona 23ArezzoBanca Popolare dell'EtruriaRaiCineteca Griffith di GenovaLe USL liguriIbmDatamat

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INDAGATO E AMBIENTEAbbiamo sollecitato questi due pri-

mi contributi sulle iniziative sindacaliin fatto di ambiente e di nocività: temiche vorremmo fossero centrali nelConvegno Snop dell'87.

A lato abbiamo deciso di pubblica-re la piattaforma dei chimici per l'inte-resse che può avere nel lavoro quoti-diano dei servizi.

Non c'è dubbio che in questi annisi sia attenuato l'impegno sindacalesui problemi dell'ambiente.

La prima causa, quasi ovvia, di que-sto è determinata dall'obbligato pre-valere nelle iniziative concrete del Sin-dacato della difesa dell'occupazionedi chi già è in fabbrica.

Di fronte alla crisi e alla ristruttura-zione in tanti gruppi industriali, l'espe-rienza rivendicativa sull'ambiente èstata frantumata, senza poter esserepiù ricondotta ad un terreno unitario.

Così del resto è avvenuto su moltialtri aspetti della condizione di lavoro,pensiamo ad esempio a tutta la que-stione della "qualità" del lavoro stesso,regione di confine tra discussione sul-l'ambiente e discussione sulla profes-sionalità, che è stata rapidamente ab-bandonata in questi anni.

Ridotto all'essenziale, e cioè allabattaglia per la propria sopravvivenzail Sindacato ha spesso finito per di-menticare i problemi di sopravvivenzadei lavoratori in fabbrica.

Non si tratta ovviamente di fare so-lo una colpa al Sindacato di questo,visto che tutto ciò è avvenuto in unquadro politico e sociale profonda-mente regressivo, nel quale sono tor-nati ad emergere vecchi slogan rea-zionari.

Quello che più ci interessa tra que-sti è quello che dice: "se uno vuoledavvero lavorare, deve adattarsi aqualsiasi condizione, altrimenti non èdavvero interessato a non essere di-soccupato".

La campagna ideologica contro igarantismi, contro lo stato sociale(non contro i suoi sprechi) ma propriocontro la tutela e le garanzie dei piùdeboli, hanno sicuramente indebolitoe isolato l'iniziativa sindacale.

Per queste ragioni riprendere unabattaglia sui problemi dell'ambiente,oltre che le necessarie autocritiche, ri-chiede una ripresa di respiro culturaledel movimento operaio senza la qualeogni iniziativa rischia di essere schiac-ciata dalle difficoltà del presente.

Se non si comincia di nuovo a in-terrogarsi su significato e valori del la-voro che si compie, se la battaglia checonduciamo è più per "l'occupazione"che per il "lavoro", se cioè non siamo

in grado di ricostruire ed affermare intermini di massa un dibattito sulloscopo di quello che si fa; se tutto que-sto non riprende, la questione del-l'ambiente resterà purtroppo un pro-blema di soli specialisti.

Le recenti vicende di Cernobyl, lecontinue esplosioni di fenomeni di in-quinamento nelle nostre aree indu-striali più avanzate, dimostrano chesenza un approccio globale ai proble-mi dell'ambiente e della salute ognibattaglia rischia di essere debole nelsuo isolamento.

Tuttavia proprio questa necessità diapproccio globale, questo riemergere,agli occhi di una più vasta opinionepubblica della necessità di interrogarsisulle condizioni di cui viviamo e lavo-riamo, può costituire la leva da cui ri-partire anche per un'iniziativa specifi-ca nella fabbrica.

Gli anni '70 sono stati caratterizzatinel movimento operaio da un inter-vento meticoloso sostanzialmente sudue fronti: l'ambiente di lavoro intesocome nocività da polveri, rumori, ris-schi di infortunio ecc., e il carico dilavoro inteso come ritmi, tempi, orari.

È chiaro che un approccio solo suquesti due fronti, che pure riemergo-no prepotentemente alla ribalta del-l'organizzazione del lavoro di fronte aiconsistenti arretramenti registrati infabbrica non è sufficiente. E chiaroche vanno aperti almeno altri duefronti di iniziativa: il nesso tra ambien-te interno e ambiente esterno, la fab-brica come fonte di nocività, ma an-che di inquinamento, la qualità nuovadella nocività determinata dagli aspet-ti psicologici dello stress e dalla ten-sione cui viene sottoposto il lavorato-re a cui magari è stato ridotto il caricomateriale di lavoro.

Vecchio e nuovo nella condizionedi lavoro si intrecciano profondamen-te nel determinare un nuovo pesantis-simo livello di sofferenza del lavorato-re.

Per tutte queste ragioni reinvestiresul problema della salute richiede ri-sorse, iniziative, capacità di coerenzadi cui il Sindacato deve necessariame-ne dare prova.

La Fiom-Cgil regionale della Lom-bardia ha costruito con l'Istituto supe-riore di sociologia un osservatorio perraccogliere le opinioni dei lavoratorimetalmeccanici su diversi problemi ri-guardanti il lavoro e le questioni sin-dacali.

Un campione scientificamente vali-do e molto rappresentativo (4000 la-voratori di circa 300 aziende).

Nella prima ricerca, condotta nelmese di maggio '86 sui temi del rinno-vo del contratto nazionale di lavoro viera la seguente domanda:Scelga -- nel seguente elenco di possibilirichieste contrattuali le quattro richie-ste che lei ritiene irrinunciabili:(possibili solo 4 risposte)O Diritto di conoscere e contrattare pre-

ventivamente i piani di innovazione del-l'azienda

7 Fondi aziendali che integrano il tratta-mento pensionistico

2 Nuovo sistema di inquadramento pro-fessionale

3 Garanzia di formazione e aggiornamen-to per tutti

4 Riduzione dell'orario di lavoro5 Possibilità di effettuare aspettative pro-

lungate (periodi sabbatici)6 Riduzione delle ore straordinarie a di-

sposizione delle imprese7 Aumento salariale8 Maggiori diritti di controllo sull'ambien-

te di lavoro9 Maggiori diritti per i delegati sindacali

ed i consigli di fabbrica.

Come si può notare vi sono elenca-ti i più grandi temi in discussione ogginelle aziende (salario, professionalità,

Giorgio CremaschiSegret. Fiom comprensorio di Brescia

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formazione, orario, pensioni aziendaliecc.) e non è sicuramente facile sce-glierne "solo" quattro.

Dall'analisi delle risposte sono usci-te le seguenti percentuali:il 57,7% delle scelte dei lavoratori

sono andate all'aumento sa-lariale

il 45,3% al diritto di conoscere econtrattare preventivamen-te i piani di innovazione del-l'azienda, mentre il 44% allarichiesta di maggiori dirittidi controllo sull'ambiente dilavoro.

E' questo 44% il dato che ha sor-preso una parte del sindacato incapa-ce di capire perché i lavoratori ponga-no ancora il tema dell'ambiente "da-vanti" al problema della professionali-tà o dell'orario di lavoro o della pen-sione ecc.

Un dato che non ha sorpreso laFiom regionale che già nella analisicondotta sulla contrattazione azien-dale svoltasi nel 1984 e nel 1985 ave-va constatato come questo tema a-vesse trovato un grande spazio nellepiattaforme e negli accordi aziendali.

Questo 44% anche in una catego-ria come i metalmeccanici lombardiche grosse battaglie ha condotto inpassato sul tema dell'ambiente e dellaprevenzione indica come il problemasia fortemente presente e come il la-voratore rivendichi maggiori diritti dicontrollo.

Non siamo in grado di affermare sequesta richiesta di "maggiori diritti dicontrollo" sottenda un giudizio di ca-renza sugli esistenti diritti contrattualie di legge oppure una scarsa cono-scenza dovuta alla "caduta" di questaproblematica nel sindacato.

Di certo in questa risposta vi è l'esi-genza dei lavoratori di una possibilitàe quindi di una necessità di interventosu un problema che i processi di ri-strutturazione, riorganizzazione e in-novazione hanno sicuramente accen-tuato.

La nostra convinzione è che dopouna fase molto intensa di lotta allenocività più "evidenti" (rumore, polve-re, fumi ecc.) ed alcuni validissimi ten-tativi di aggredire anche la nocivitàderivante dal 4° gruppo dei fattori dirischio, Fazione sindacale abbia note-volmente rallentato anche per effettodella crisi e della "vertenza" sul costodel lavoro.

Questo rallentamento è avvenutoproprio nella fase delle grandi ristrut-turazioni, con la conseguenza che og-gi troviamo nelle aziende metalmec-caniche le vecchie nocività prodottedalla tradizionale organizzazione dellavoro e le nuove nocività prodottedalla introduzione delle innovazioni.

La bozza di piattaforma per il rinno-

vo del contratto che si sta discutendoin questo periodo nelle aziende me-talmeccaniche pone la richiesta di unmaggior diritto di conoscere e con-trattare le problematiche ambientaliderivanti dall'innovazione tecnologi-ca, mentre non vengono avanzate ri-chieste sui rischi tradizionali.

Crediamo che i risultati della ricer-ca e le stesse indicazioni uscite dallacontrattazione aziendale daranno uncontributo alla stesura finale dellapiattaforma ed alla ripresa di un rap-porto più stretto tra il Sindacato edoperatori della prevenzione per ri-

Dalla piattaforma Fulc

Ambiente - Sicurezza - EcologiaLa difesa dell'ambiente e degli ecosi-

sterni, la salvaguardia della salute deilavoratori, l'impegno al risanamento e-cologico e il controllo della sicurezzadegli impianti sono i punti centrali deirinnovo contrattuale.

A tal fine la Fulc rivendica che l'Os-servatorio nazionale sull'ambiente si-curezza ed ecologia sia in grado di:- organizzare una banca dati riguar-

danti i rischi derivanti da sostanzechimiche, da processi industriali, daeffluenti, scarichi e rifiuti;

- effettuare studi, analisi ed individua-zioni delle aree e degli impianti sog-getti a rischio di incidente rilevanteanche per predisporre i piani di sicu-rezza, di manutenzione e di emer-genza, con le relative ricadute di or-ganizzazione del lavoro;costruire un archivio delle proposte,delle leggi e dei regolamenti in vigoreo allo studio in Italia e all'estero, siain tema di sicurezza ambientale chedi salute e igiene dei lavoro;predisporre un sistema informativoche garantisca la diffusione delle co-noscenze così da permettere unacorretta applicazione delle normecontrattuali e della contrattazione a-ziendale;

- fornire supporti tecnico - organizzati-vi scientifici per il funzionamentodelle articolazioni dell"Osservatorio"così come previsto nel capitolo"Nuove relazioni industriali e diritti diinformazione".In modo prioritario la Fulc inoltre ri-

vendica:1) l'applicazione della legge sullo smal-

timento dei rifiuti tossici ed in parti-colare la conoscenza a livello azien-dale delle qualità, quantità e moda-lità del loro smaltimento, nonchédegli effluenti industriali liquidi egassosi. In caso di affidamento a ter-zi si rivendica la conoscenza delleimprese preposte, le modalità dismaltimento e le ubicazioni delle di-scariche autorizzate o degli impiantiutilizzati;

spondere ad una domanda che i lavo-ratori rivolgono al sindacato ed alle i-stituzioni.

Una domanda che ha resistito allamassiccia campagna condotta dal pa-dronato tesa a dimostrare l'inutilitàdell'associazionismo e spingere i lavo-ratori alla "trattativa" individuale (ri-cordiamo il libro della Federmeccani-ca "Sindacato e No"), che è resistita alricatto occupazionale ed alle pressioniper monetizzare la salute.

Ufficio Studi Fiomregionale Lombardia

2) L'applicazione delle norme sui Gran-di rischi anche con riferimento allaDirettiva europea 501/82 e la cono-scenza a livello aziendale preventivadei piani di sicurezza e di emergen-za e dei relativi piani di manutenzio-ne.

3) La conoscenza dei sistemi di sicu-rezza e pronto intervento per le so-stanze trasportate e le relative mo-dalità operative.

4) L'aggiornamento delle tabelle e deilimiti di esposizione con l'introdu-zione dei fattori di rischio fisici e lamessa in evidenza delle sostanzecancerogene o sospette tali al finedi prendere le decisioni più oppor-tune (eliminazione dal ciclo produt-tivo, utilizzo in ciclo chiuso, ecc.).

5) Conoscenza preventiva degli effettisull'ambiente di nuovi impianti (va-lutazione di impatto ambientale);anche in relazione alla Direttiva eu-ropea del giugno '85.

6) L'assunzione di responsabilità del si-stema delle imprese, anche di carat-tere economico, di fronte a progettidi indagine di impatto ambientale edi relativo risanamento, promossodalle Istituzioni in aree o settori par-ticolarmente pericolosi.

7) La predisposizione a livello azienda-le e territoriale di corsi di formazio-ne e aggiornamento professionale,anche con l'utilizzo dell'istituto delle150 ore finalizzati alla sicurezza eall'ecologia.

8) La predisposizione di una normativaquadro per i video terminali.

9) L'aggiornamento e la predisposizio-ne del modello di scheda di sicurez-za d'impianto.ln tale quadro le organizzazioni im-

prenditoriali e le imprese si devono im-pegnare a fornire alle OO.SS. territoria-li ed al Sindacato di categoria a tutti ilivelli le informazioni di legge, le notifi-che e le autorizzazioni e tutti i dati cheinteressano le ricadute ambientali sulterritorio ed ecologiche. In via speri-mentale, nelle aziende di consistentidimensioni, si propone la costituzionedi strutture miste con il compito dipredisporre la documentazione infor-mativa sulle tematiche in questioneanche per quelle richieste dalle pubbli-che autorità.

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INIZIATIVE SNOPVETRO CAVO

La sezione SNOP dell'Emilia Ro-magna organizzerà nei primi mesidell'87 un convegno nazionale sulcomparto vetro cavo meccanico.

Si invitano servizi ed operatoriche hanno esperienze nei settore acontattare ildr. F. Cigalapresso SMPILL della USL n. 4via Spalato, 2 - 43100 Parmatel. 0521/22740

PARMA: autonotifica

Si è svolto a Pontetaro (Parma) il 30maggio il Seminario sull'autonotificacome strumento per la costruzionedelle mappe di rischio negli ambientidi lavoro indetto dalla Sezione Emilia-no - Romagnola della SNOP.

La giornata, dopo la relazione d'a-pertura, ha visto nella mattinata lapresentazione di numerose esperienzesul tema dell'autonotifica da parte dimolti operatori provenienti anche daServizi di regioni diverse dall'EmiliaRomagna. Al di là delle differenti mo-dalità d'intervento, si è sottolineatocome lo strumento autonotifica possaessere di grande aiuto nel processo diacquisizione delle conoscenze sullarealtà produttive territoriale e nelladefinizione delle priorità d'intervento.

I[ limite, nelle esperienze compiute,è stato individuato proprio nel fatto dicostituire, (se si escludono l'esperien-za della Lombardia e quella in corsonel Lazio) momenti d'intervento localie non estesi a livello regionale.

Su questo aspetto si è molto insisti-to nella tavola rotonda pomeridiana,durante la quale rappresentanti dellaRegione Emilia-Romagna, dei Sindaca-ti e degli imprenditori, hanno sostan-zialmente convenuto sull'opportunitàdi far uscire l'esperienza dell'autonoti-fica dal novero delle iniziative autono-me di singoli Servizi per conferirle uncarattere più istituzionale.

PADOVA 18 ottobreLa Regione Veneto - l'Asso-

ciazione Nazionale Magistrati ela SNOP sezione veneta orga-nizzano a Padova il 18 ottobre1986 presso la sala del Policlini-co un Convegno su:

"Tutela della salute negli am-bienti di lavoro: prevenzioneamministrativa e interventogiudiziario".

COMPARTO MATERIE PLASTICHEConvegno Nazionale - Milanofebbraio 1987

È in preparazione il Convegno Na-zionale SNOP sul comparto materieplastiche, che si terrà a Milano nei pri-mi mesi dell'87. Indagini e studi inquesto settore sono stati effettuati so-prattutto in Lombardia, Veneto ed E-milia Romagna.

Nel corso della prima riunione na-zionale (26 giugno a Milano, pressol'Assessorato alla Sanità), si sono di-scusse l'impostazione e la strutturabase del convegno che non potrà es-sere ovviamente esaustivo di tutte leproblematiche di questo vasto ed arti-colato comparto. Il convegno si ponecomunque l'obiettivo di presentarequanto emerso nel corso delle indagi-

ni e degli studi effettuati e di aprire ilconfronto sui risultati ottenuti, (meto-dologia di intervento, protocolli di sor-veglianza sanitaria ed ambientale, in-dicazioni di bonifica, aspetti di sicu-rezza e di impiantistica), impostandoulteriori approfondimenti sui problemiancora aperti (ad es. lo studio dei mi-croinquinanti nei fumi di stampaggio).

I temi del convegno si articoleran-no secondo [o schema già positiva-mente collaudato in quello sul com-parto legno.• Dati produttivi ed occupazionali del

settore (trend, dimensioni, disper-sione...)

• Ciclo tecnologico, materie prime,impiantistica (guida al sopralluogo,proposte di bonifica, aspetti di sicu-rezza)

• principali sottocomparti e lavora-zioni oggetto di indagini ambientalie sanitarie effettuate da vari serviziterritoriali;

- stampaggio ad iniezione (in partico-lare per le resine con acrilonitrile e lepolistireniche);- estrusione e calandratura del PVC;- impregnazione e spalmatura delleresine poliesteri rinforzate;- utilizzazione di macchine a radiofre-quenza.

La partecipazione dei servizi territo-riali che hanno esperienza nel settore,l'interesse suscitato dall'iniziativa nelmondo imprenditoriale (ad es. ASSO-PLAST) e sindacale, potrà essere ga-ranzia di concretezza. Nelle prossimeriunioni (3 ottobre a Milano, 20 no-vembre pomeriggio ad Arezzo, duran-te l'atelier all'interno del ConvegnoSNOP) si preciseranno date, contributie testi degli Atti che, come per il "le-gno", saranno disponibili prestampatial Convegno stesso.

rif. Emilio Volturo e Roberto CarraraU.O.T..5.5.L. (Mi)via C. Maestri, 2 - 20071 Melegnano(Mi)tel. 02/9830041

Camillo NoniU.O.T.S.5.L. n. 66via Ginestre, 1 - 20095Cusano Milanino (Mi)tel. 02/6192746

Adele MarcheseU.O.T.S.S.L. n. 39via l. Boschi - 25070 Barghe (Bs)tel. 0365/84125

Nelson Magnanivia Campagnola, 242015 Correggio (Re)Tel. 0522/691010

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FERRARA7 ottobre Convegno Regionale SNOP

La sezione emiliano - romagnoladella SNOP, anche in vista del Conve-gno di Arezzo, ha deciso di avviareuna riflessione sul tema "Gli operatoridei SMPIL alla verifica della loro iden-tità professionale" promuovendo unprimo convegno dedicato all'analisidel ruolo delle figure sanitarie che siterrà a Ferrara il martedì 7 ottobre ore9-17 presso la sala convegni della CEI,via Bologna, 590.

Scopo dell'iniziativa è contribuire auna sempre maggiore integrazione fraattività sanitarie e tecniche, nella con-vinzione che lo specifico professionaledi ciascun operatore sia valorizzato almassimo in un'organizzazione del la-voro di tipo interdisciplinare.

Temi del Convegno

• L'interdisciplinarietà come requisitoindispensabile per l'attività deiSMPIL in questa fase storica

• Le attività sanitarie nei SMPIL: evo-luzione storica e nuove prospettive

• II medico del lavoro nei SMPIL:competenze e formazione profes-sionale

• L'assistente sanitario e l'infermiereprofessionale nei SMPIL: competen-ze specifiche e formazione profes-sionale

• Le attività di pertinenza sanitarianei SMPIL

• Il lavoro delle figure sanitarie nel-l'ambito delle attività interdiscipli-nari.îE prevista una tassa di iscrizione al

Convegno di L. 30.000 per i soci e di L.50.000 per i non soci, che dà dirittoalla cartella del Convegno e al pranzopresso la mensa della CEI.

rif. Dr. S. MinisciSMPIL USSL n. 3144100 Ferrara - tel. 0532/33631

COMPARTO LEGNO

Si è tenuto il 13 giugno scorso aSesto S. Giovanni il Seminario sui ri-schi nel Comparto Legno, primo degliincontri scientifici organizzati dallaSNOP tra quelli decisi al Congresso diRimini. Il successo dell'iniziativa è de-scritto dalle cifre: circa 120 gli iscritti epiù di 150 nel complesso i partecipan-ti alla giornata di studio provenientida Servizi e Unità Operative di medi-cina del lavoro di tutte le regioni cen-tro-settentrionali, operatori sindacali,funzionari regionali, rappresentantidelle associazioni industriali dei setto-

re, degli artigiani, studiosi di enti di ri-cerca ed università. In particolare era-no presenti tutte le strutture di medi-cina del lavoro territoriale delle zonead alta concentrazione produttiva nelsettore (Brianza, Veneto e Friuli, Pesa-rese, Toscana) a testimonianza di un.lavoro preparatorio capillare svoltoattraverso molte riunioni e il confron-to di esperienze diverse. La densitàdei contenuti si coglie scorrendo l'e-lenco delle relazioni e comunicazionipresentate:

• Il dimensionamento dell'indagine: a-nalisi delle esperienze

• Guida al sopralluogo• La sorveglianza ambientale• La sorveglianza sanitaria• Ambiente e sicurezza nel comparto

legno• Trasferimento di tecnologie sicure e

partecipazione• Nuove tecnologie di verniciatura• Tecnologie - prodotti - rischi nel

settore del legno - Linee guida• Lavorazione del mobile d'arte• Bonifica in un'industria del legno

Le prime quattro relazioni hannoassunto un ruolo di vera e propria si-stemazione di problemi comuni a tut-te le indagini di comparto. "II dimen-sionamento dell'indagine", oltre a fareil punto su quanto fatto ha cercato dichiarire i punti chiave che vanno af-frontati quando si voglia monitorareun settore produttivo così disperso ediffuso: la tematica del campiona-mento statistico, latente in molte in-dagini, è emersa con rigore. E stata i-noltre proposta una metodologia lon-gitudinale di scelta ragionevole delleditte da sottoporre a controlli per pe-riodi di tempo anche di diversi anni(metodo del campionamento ruotato).Nella guida al sopralluogo si è cercatodi offrire più che una modulistica rigi-da, una utile traccia delle "cose daguardare" quando si entra in una dittadel settore e quindi delle informazionida ricercare. In questo senso una par-ticolare attenzione è stata posta nelsegnalare tutte le possibili inadem-pienze di legge riscontrabili nelle variefasi di lavoro. La sorveglianza ambien-tale, pensata per moduli relativi ai sin-goli fattori di rischio, ha puntualizzatolo stato delle conoscenze relative aimetodi di campionamento di inqui-nanti aeriformi, di misurazione di fat-tori di rischio fisici (rumore, microon-de), segnalando inoltre la documenta-zione bibliografica indispensabile. Nel-la sorveglianza sanitaria una vivace di-scussione in sede preparatoria ha

coinvolto i gruppi più impegnati suquesto fronte (servizi ospedalieri dimedicina del lavoro di Lecco, Desio,Bergamo, SMPIL Toscana e Universitàdi Siena) nel tentativo di valutare lapredittività accertata di certe pratiche(esame obiettivo mirato, anamnesi at-tenta, qualche esame funzionale dibase) nei confronti di patologia pro-fessionale anche aspecifica e l'impor-tanza relativa dell'uso del monitorag-gio biologico nell'esposizione anche asolventi.

Si è poi tenuto ben separato il set-tore dell'on going research che cometale necessita di metodi e materiali ilcui livello di standardizzazione è im-pensabile su base nazionale.

Meno sistematica la sezione suiprovvedimenti di bonifica sia nel set-tore della sicurezza delle macchine,che in quello degli impianti di aspira-zione ed abbattimento degli inquinan-ti.

Le relazioni del pomeriggio hannolasciato spazio a comunicazioni susingoli aspetti o su esperienze territo-riali significative (Veneto, Friuli...) e ainterventi esterni (sindacato, artigiani,impiantisti, imprenditori...).

Lo schema della giornata, anticipa-to negli atti stampati e disponibili giàin sede di Seminario è stato pensatoper essere ripreso nei futuri seminariSNOP in programma (plastiche, vetrocavo, pelle): un gruppo compatto direlazioni tenute dai servizi che hannomaturato esperienze nel comparto hapuntualizzato con un'ottica che èquella del territorio, i capisaldi delleattività di prevenzione, ha rappresen-tato una valida indicazione di metodod'intervento e di strumenti pratici at-tuativi per chi si trovi ex-novo di fron-te agli stessi ostacoli. Al di là di quelliche potranno essere di volta in volta icontenuti non dovrà essere abbando-nato lo spirito pragmatico che ha gui-dato questa iniziativa. La composizio-ne professionale dei convenuti, moltidei quali giovani tecnici di recente en-trati nelle U.O. e nei servizi, nonché lapartecipazione di strutture territorialidi recente creazione ci confortanonella speranza di aver soddisfatto lepremesse.

Sono ancora disponibili alcune co-pie degli Atti (lire 20.000 spese postalicomprese).

rif. Elio Tagliabue - Marco CerchioliU.O.T.S.L.L. della USSL n. 12via Cavour, 10 - Cantù (Co)tel. 031/705330oppure (e meglio) alConvegno di Arezzo(19 - 21 novembre)presso la segreteria SNOP

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LIBRERIA

MEDICINA DEL LAVOROManuale per infermieri professionali,operatori di base e operatori sociali acura di Nicoletta Tomesani.NIS Nuova Italia Scientificapag. 197 lire 19.000

I medici del lavoro, che, come l'au-trice che opera in un servizio di Bolo-gna (e precisamente la U.S.S.L. n° 26di S. Giovanni in Persiceto) sono coin-volti nell'insegnamento presso lescuole infermieri professionali territo-riali potranno tirare finalmente un so-spiro di sollievo.

Al momento della scelta del testoinfatti emergevano lucidamente i limi-ti per eccesso o difetto dei manuali adisposizione: ridondanti di informazio-ni alcuni (... dall'antimonio allo zinco,per intenderci) e quindi privi della agi-lità necessaria, completamente vetustipraticamente tutti, nei confronti deicontenuti del dopo-Riforma e quindidell'organizzazione dei servizi territo-riali (le mappe di rischio, la program-mazione, il sistema informativo, l'epi-demiologia, gli interventi per compar-to produttivo...).

Personalmente ho sempre evitatol'acquisto di qualsiasi testo e "rimedia-to" con fotocopie, schemi, articoli pertentare di unire i vari aspetti di un in-segnamento che non ha il compito dicreare ultraspecialisti ma operatori sa-nitari territoriali in grado di orientarsitra patologia degenerativa plurifatto-riale, flussi informativi su dati sanitarie infortuni, epidemiologia, ricercheper comparto, screening di base, in-formazioni agli utenti.

Il manuale viene dunque a colmarequesto vuoto. Scritto dall'interno diun servizio territoriale e nell'esperien-za di insegnamento in una scuola per

infermieri ha l'approccio interdiscipli-nare fondamentale.

Vengono affrontati con un linguag-gio chiaro gli aspetti metodologici del-la tutela della salute nei luoghi di la-voro (strategie sindacali, approccio e-pidemiologico, educazione e preven-zione...), le norme ed i servizi (compiti,strumenti, ruolo dell'infermiere profes-sionale), i fattori fisici, e chimici di ri-schio, il fenomeno antinfortunistico,aspetti di largo interesse socio sanita-rio: tumori, allergopatie, il problemadonna - salute - lavoro.

Per ogni fattore di rischio, si accen-na ai lavoratori coinvolti, agli elementidi prevenzione primaria, agli accerta-menti sanitari consigliati.

All'interno del capitolo "rischi persettori e/o lavorazioni" troviamo util-mente oltre all'agricoltura, l'edilizia...un ampio capitolo dedicato al settoreospedaliero che coinvolge in primapersona "l'allievo".

Chiudono il volume brevi note sul-l'inquinamento dell'ambiente di vita,una bibliografia per capitoli e un indi-ce analitico.

Il manuale è scritto con un linguag-gio semplice e accessibile, utili le ta-belle ed i grafici per rendere ulterior-mente comprensibile la materia. Dausare.

Ellebi

PICCOLI MANUALI

Nell'ambito del Coordinamentotecnico degli operatori dei Servizi diMedicina Preventiva ed Igiene del La-voro della Provincia di Bologna, unapposito gruppo di lavoro ha elabora-to due piccoli volumi dal titolo:• Accertamenti sanitari periodici per

i lavoratori: proposta di protocolloper rischi e lavorazioni.

• Accertamenti sanitari periodici inambiente di lavoro: alcuni aspettimedico legali.Essi sono nati da un'esigenza molto

sentita fra gli operatori dei servizi:quella di rendere il più omogeneepossibili sia le prescrizioni inerenti gliaccertamenti sanitari periodici che icomportamenti dei sanitari per ciòche concerne gli aspetti medico-legalidegli stessi.

Le pubblicazioni sono state diffusetra gli operatori dei Servizi della Re-gione Emilia-Romagna, inviate all'As-sessorato regionale alla sanità e pre-sentate all'Ordine dei medici dellaProvincia di Bologna nel corso di alcu-ne iniziative già effettuate.

I volumi sono rivolti non soltantoagli operatori dei Servizi ma anche aimedici di fabbrica ed a tutti i Presidisanitari che eseguono accertamentisanitari periodici in ambiente di lavo-ro ai sensi delle vigenti normative inmateria.

Le pubblicazioni possono essere ri-chieste direttamente al seguente ser-vizio:

Rif. Dr.ssa Nicoletta TomesaniSMPIL - USSL n. 26corso Italia, 585. Giovanni in Persiceto (BO)Tel. 051/821249-822091

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RASSEGNA DI MEDICINA DEI LAVO-RATORIRivista trimestrale della CC/L-CentroRicerche e Documentazione - Nuovaserie.

La rivista intende proporsi all'atten-zione di un pubblico di specialisti, o-peratori sanitari e sindacalisti per iquali i terni della salute, la difesa am-bientale e la prevenzione contro i ri-schi e la nocività nei luoghi di lavoro,rappresentano un campo fondamen-tale di impegno sociale e politico.

Nel numero zero vengono anticipa-te le ipotesi e il piano di lavoro chefungono da tracciato per lo sviluppodella rivista.

L'impegno programmatico è per u-na rivista trimestrale di circa 150 pagi-ne, ed il contenuto tecnico-scientificonel suo complesso vuole rappresenta-re il carattere interdisciplinare dellaprevenzione, attraverso contributi an-che specifici disciplinari. Medicina dellavoro, medicina legale, assicurativa,previdenziale, igiene ambientale e dellavoro, impiantistica, automazione,tossicologia, oncologia, epidemiologia,ergonomia, psicologia, organizzazionesanitaria, organizzazione del lavoro,formazione, contrattualistica, giuri-sprudenza e legislazione, problemi in-ternazionali: sono le materie che affe-riscono al grande capitolo della pre-venzione in funzione della salvaguar-dia della salute nei luoghi di lavoro.

Rassegna di medicina dei lavoratoriè articolata in sezioni: Lettere, Attuali-tà, Documentazione, Notiziario, Legi-slazione, Internazionale, Bibliografia.Nel numero 1, uscito a settembre,l'impianto e l'immagine della rivista èmolto chiaro.

Vi troverete ad esempio le direttiveCEE sul rumore (in Attualità), un bilan-cio emiliano sulle iniziative di sicurez-za del lavoro (in Documentazione).Questa sezione è occupata anche daun vasto articolo di Comba e Braccisull'individuazione di relazioni causaliattraverso indagini epidemiologiche.Una ricerca volta a colmare quei vuo-to, spesso presente in molti lavori "pe-riferici", tra dei dati sanitari di una po-polazione esposta e la dimostrazionedi un nesso di causalità. Affidabilitàdell'indagine, frazioni eziologiche, cri-teri medico-legali, sono tra gli aspettimaggiormente-approfonditi in questoarticolo, anche perché oggi ci sonosempre meno "casi conclamati" esempre più quadri sfumati plurifatto-riali.

Nella parte internazionale interes-santi, per i cultori del settore,due ri-cerche della CEE riguardanti l'industriasiderurgica: le proposte di bonifica delrumore nei laminatoi e la sicurezza

dei gasometri.. Nel 1986 usciranno due fascicoli: ilprimo a settembre e il secondo (nu-mero doppio) a novembre. Il terzo nu-mero, che apre l'annata '87, uscirà ingennaio.

L'abbonamento annuale a quattronumeri costa L. 70.000.

Dovendo iniziare le pubblicazioni incorso d'anno, al fine di far collimarel'abbonamento annuale con l'annosolare, I'Ediesse propone una formulad'abbonamento cumulativa per i pri-mi due anni di vita della rivista(1986/1987) durante i quali uscirannocomplessivamente 6 fascicoli. L'abbo-namento 1986/87 costa L. 100.000(C/C n. 935015 intestato a EDIESSES.r.l. C.so Italia, 25 - 00198 Roma). Tut-ti coloro che sottoscriveranno questaformula d'abbonamento riceverannoin omaggio il volume dell'Ediesse, Acome amianto, una ricerca del CRDsui rischi derivanti dalla lavorazione edall'uso di questa fibra, (recensito suquesto stesso bollettino Snop).

A. COME AMIANTOLavorazione, rischi, inquinamento.Cosa si fa, cosa bisogna fare.

ed. ED/ESSE, pag. 223, lire 20.000(aprile '86)

Il libro, che riprende tutti gli aspettidel rischio "amianto" è il risultato dellavoro del gruppo coordinato dalCentro Ricerche e DocumentazioneRischi e Danni da lavoro del Sindaca-to (CRD) di Roma.

La stessa composizione del grupporispecchia la "condizione necessariaper un approccio corretto ai problemidella prevenzione in ambiente di lavo-ro e cioè I'interdisciplinarietà tra l'igie-ne industriale, la medicina del lavoro,la chimica, la biologia, la medicina le-gale, le competenze tecnico-impianti-stiche, unite alla conoscenza dellecondizioni produttive e delle situazio-ni politico-sindacali".

In questo libro troverete molte coseutili: dall'etichettatura che dovrà esse-re usata dal gennaio '87 sui prodotti ocomposti contenenti amianto alle infi-nite possibilità (e non solo possibilità)di utilizzo di questo materiale, dai ma-teriali sostitutivi (prestazioni, nocività)alla legislazione internazionale, dalleindagini ufficiali sull'esposizione alle e-sperienze di lotta sul tema (... anchese abbiamo notato la mancanza diquella triestina...).

Trovano spazio le tecniche analiti-che per il dosaggio dell'asbesto, i cri-teri per il controllo sanitario, gli aspet-ti medico-legali.

L'ultimo capitolo dedicato alle mi-sure di prevenzione esamina i vari a-spetti: il controllo dell'inquinamento(lavorazioni chiuse, abbattimento, sta-bilizzazione, isolamento), i mezzi diprotezione personale, i criteri di puli-zia delle zone contaminate, di imbal-laggio, trasporto dei rifiuti e dei mate-riali contenenti questo pericoloso ma-teriale.

E il significato stesso della parola a-mianto-asbesto: "inestinguibile" nonpuò che renderci tardivamente allar-mati su questo problema.

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NOTIZIARIOCHIARI DI LUNAUn radiologo a dirigere il servizioIPATSLL ovvero come radiografaremeglio i grandi rischi

Non è sempre vero che luglio e a-gosto siano mesi di riposo e di ferie:c'è anzi chi è molto attivo, come èavvenuto ad esempio all'USSL n. 34 diChiari-Rovato (Brescia), al fine dismembrare un Servizio che funziona-va, quello di igiene pubblica ambien-tale e tutela della salute sui luoghi dilavoro.

Antefatto

Con deliberazione n. 141 del19/3/1985, i[ Comitato di gestione del-la USSL n. 34 di Chiari in base al prin-cipio della "alternanza e della tempo-raneità", voleva proporre al Presidentedella Giunta regionale la revoca dellaqualifica di U.P.G. per 2 operatori dellaU.O.T.S.L.L., tra i quali il responsabiledel servizio n. 1.

Questa aveva provocato la mobili-tazione di operatori e sindacato.

L'allora Assessore alla Sanità (Mo-roni) e i competenti Uffici tecnici re-gionali, dopo aver chiarito alla Presi-denza dell'USSL n. 34 [e ragioni di i-nopportunità e impossibilità della re-voca, avevano saggiamente ritenutodi non dare seguito.

Oggi

Con una serie di atti deliberativi (n.422 e 423 del 2217/86) la stessa USSLprocedeva a:

riprendere la questione della revocadella qualifica di U.P.G. per i 2 ope-ratore aggiungendo come ulterioremotivazione per il medico, l'inop-portunità (??) che un sanitario siaU.P.G. e proponendo per la qualifica2 vigili sanitari;revocare la nomina a responsabileprovvisorio del Servizio all'attualesanitario {medico del lavoro), sosti-tuendolo con un radiologo (giàcoordinatore sanitario) e istituendoconvenzioni varie;togliere le funzioni di coordinamen-to degli accertamenti sanitari perio-dici all'Unità Operativa T.S.L.L. peraffidarli alla medicina di base (giusti-ficando anche lo spostamento delpersonale infermieristico);decidere di non istituire ['Unità O-perativa di igiene ambientale.Ancora una volta si assiste alla con-

fusione esistente nelle Unità sanitarielocali tra funzioni politiche e funzionitecniche.

II Comitato di gestione della USSLdi Chiari delibera di assegnare le fun-zioni di responsabile del servizio n. 1

(Igiene Pubblica Ambientale e Tuteladella Salute nei Luoghi di ,Lavoro) adun medico radiologo anziché ad unoperatore de[ Servizio stesso (come e-ra precedentemente), prescindendoda[ fatto che l'attività di prevenzionenecessita di professionalità specifica.

Delibera inoltre, di stabilire un rap-porto convenzionale con un consu-lente esterno (USSL n. 41), che affian-chi il responsabile del Servizio n. 1,che altrimenti sarebbe oberato datroppi compiti e responsabilità (senzapreoccuparsi degli sprechi di risorse,preferisce pagare due operatori conresponsabilità apicali anziché uno so-[o).

Forse Chiari è un'isola felice, nelpreoccupante panorama italiano, conaziende modello, senza infortuni sullavoro e con impianti a norma, perfet-tamente sicuri, forse l'ambiente non èinquinato, perciò gli operatori confunzioni di U.P.G. non servono.

Eppure a noi risulta che gli operato-ri del Servizio n. 1 dell'Ussl n. 34 nonabbiano lavorato male; infatti, ad e-sempio, ultimamente:- hanno espresso pareri non favore-

voli all'insediamento di un macello

industriale nel centro storico del co-mune di Coccaglio;hanno pubblicizzato e resi noti allapopolazione i dati relativi all'inqui-namento da cromo e da solventinei pubblici acquedotti del comunedi Rovato;

- hanno richiesto prescrizioni di ade-guamento (legge reg. 62/85) degliimpianti di depurazione e di sfiorodelle acque di pubblica fognaturaper tutti i comuni dell'USSL;hanno segnalato alla Magistratura ilcomportamento di un sindaco cheper due anni ha erogato alla popo-lazione, senza informarla, acquacontaminata microbiologicamente;

- hanno costretto alcune aziende apresentare piani di bonifica che tu-telassero [a salute dei lavoratori(Trafileria Gnutti di Chiari, Alumecdi Rudiano, Dupress di Urago);

- non hanno autorizzato, nonostantepressioni locali, accompagnamentiad elettori fisicamente impediti, senon per provata ed oggettiva ne-cessità e l'elenco potrebbe conti-nuare. Ma a Chiari ci si domanda sein fondo, proprio la "rigidità" deglioperatori non sia la causa della rivo-luzione in atto.

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CONGRESSI

Aspetti emergenti dei rischi edella patologia del settore dellametalmeccanica leggera e dellefonderie di seconda fusione

Poggibonsi (Si) 15-17 ottobre 1986

Rif. R. Ravagliatel. 0577/936794

3° Convegno nazionale suglistudi di mortalità

Firenze 22-24 ottobre 1986Villa La Loggia, via Bolognese 165

rif. C.S.P.O.viale A. Volta, 171 - Firenzetel. 055/578955

1st International Workshop onData Banks in OccupationalHealth

Ispra (Va) 30-31 ottobre 1986rif. M.P. Moretti, Commission ofthe European Communities-jointResearch Centre Public Relationsand Press21020 Ispra (Va)

Corso di formazione edaggiornamento sull'impostazionee conduzione di indaginineurocomportamentali supopolazioni a rischio

Roma 24-28 novembre 1986

rif. ISPELSdip. Medicina del lavoro,laboratorio di psicologiavia Alessandria 220/E - 00198Roma - tel. 06/841001

Convegno sull'emergenzaambientale

Milano 25 ottobre 1986palazzo ex-Stelline di corsoMagenta

indetto tra gli altri da: Scienza-Esperienza, La nuova ecologia,SNOP, Lega ambiente, MedicinaDemocratica, Punto a capo,gruppi di base....

AMIANTO E FIBRE ARTIFICIALISchema propositivo per il gruppodi lavoro nazionale

Nella tavola rotonda "Rischio a-mianto: quali difese? quali comporta-menti?" tenutasi a Genova il 6 giugno1986 è stata proposta la costituzionedi un Gruppo nazionale di lavoro sulproblema degli interventi in ambienticontaminati da amianto o da altre fi-bre inalabili.

Su questa proposta si sono espressipositivamente i presenti, provenientida diversi enti o istituzioni.

Questo è il primo documento pro-positivo elaborato sulla scorta del di-battito del 6 giugno.

Va premesso che si tralasciano inquesta fase, in sintonia con quantodefinito nella preparazione della tavo-la rotonda, gli aspetti e gli approfondi-menti di tipo prettamente sanitario.

ll campo di attività del gruppo dilavoro avrà una caratterizzazione, al-meno in un primo tempo, di tipo igie-nistico ambientale.

Considerazioni preliminari

Nonostante il sostanziale accordo alivello scientifico sulla pericolosità de-gli amianti del gruppo anfiboli nel lorocomplesso e pure di tutte le fibre ina-labili a struttura analoga (senza attri-buire comunque alcuna valutazionedi innocuità alle altre fibre minerali),nonostante l'elevata diffusione dell'a-mianto in ambienti di vita e di lavoro(ricordiamo che secondo i dati notinell'ultimo decennio l'importazioneannuale di amianti è stata dell'ordinedelle 100.000 tonnellate annue di cuirisulta che il 70-80% sia stato utilizza-to nel settore delle costruzioni}, le no-stre ricognizioni rivelano una com-plessiva scarsità di attenzione ed e-sperienze da parte dei Servizi di pre-venzione.

Le esperienze conosciute sono so-stanzialmente scollegate tra loro escontano talora carenze di informa-zioni; questo porta spesso a "inventa-re" criteri di valutazione e modalità diintervento autonomi anche in situa-zioni già sperimentate altrove.

In una logica di prevenzione prima-ria è doveroso il rispetto di due atteg-giamenti:1) estrema cautela nei confronti dimateriali minerali o artificiali che inqualunque fase d'uso comportino lapossibile liberazione di fibre nell'aria;2) applicare, nelle situazioni di inqui-namento di questo tipo, il criterio del-la massima bonifica tecnicamentepossibile utilizzando i valori indicatinelle Direttive Cee come limiti opera-

tivi di controllo piuttosto che comedemarcazione reale tra rischio e nonrischio.

Prime attività del gruppo di lavoro

1) Raccolta (in sede da definire: isti-tuto Superiore di Sanità? I.S.P.E.S.L.?,)di tutte le produzioni relative ai pro-blemi igienistico ambientali, alle me-todiche di rilevazione e di analisi, aisistemi di protezione ambientale edindividuale, ai criteri di controllo degliambienti (prima, dopo e durante e-ventuali bonifiche), alle soluzioni dibonifica, ai criteri di controllo sulle di-scariche.

2) Diffusione di documentazione ebibliografie selezionate per temi.

3) Produzione di proposte relative acampagne di interventi o censimentiterritoriali (anche su vasta scala), pro-tocolli di approccio iniziale rispetto apossibili o ipotizzabili problemi (con-tatti con Enti pubblici, con istituzioni,con grandi aziende, con Enti prepostiad autorizzazioni ed omologazioni),protocollo di comportamento per ilcensimento delle discariche e delle lo-ro potenzialità e per il controllo degliutilizzi delle stesse, protocolli di con-trollo preventivo delle ditte cui sianoaffidate operazioni di bonifica.

4) Selezione e produzione di mate-riali informativi di varia natura per ilavoratori.

5) Produzione e contributi alla rea-lizzazione di momenti formativi per glioperatori dei Servizi (soprattutto ri-guardo ai metodi di misura e di rileva-zione).

6} Contributo ad un primo elencocritico dei materiali alternativi all'a-mianto e dell'opportunità della loro a-dozione rispetto all'uso ed ai possibilirischi.

7} Stimolo per la produzione di in-terventi quadro (circolari, ordinanze) alivello nazionale e regionale.

Partecipazioni e prime scadenze

Hanno finora aderito alla propostadi Gruppo nazionale di lavoro opera-tori di alcune Regioni (e cioè Friuli,Veneto, Lombardia, Liguria e Tosca-na), dell'ISS, del Servizio Sanitario del-le FF.SS. e del CRD della Cgil.

E evidente l'utilità e la necessitàdell'allargamento del gruppo ad altrisoggetti e strutture interessate e unasuddivisione dei compiti all'internodel gruppo di lavoro.

La prossima riunione del gruppo dilavoro, possibilmente con alcune li-nee propositive già definite, sarà inoccasione del Convegno nazionaleSNOP, che si terrà ad Arezzo (19-21novembre).

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GENOVA - Cronaca di tre giorni

Si è tenuta a Genova nei giorni 5-6e 7 giugno la mostra-convegno "Am-biente di lavoro: prevenzione e infor-mazione"; le 3 giornate hanno rappre-sentato una prima uscita pubblica edal tempo stesso un momento di verifi-ca dei primi risultati del progetto co-mune di attività informative attuatodalle UU.SS.LL. liguri nell'ambito del-l'utilizzo coordinato di risorse finaliz-zate attribuite dalla Regione.

L'iniziativa, promossa da 12UU.SS.LL, liguri, gestita amministrati-vamente dall'USL 15 di Genova (cui èstato delegato il coordinamento delleattività comuni) e organizzata tecni-camente da un gruppo di operatoridei servizi (con il supporto di una so-cietà di consulenza privata, la Vistas.r.l.), si era posta principalmente duescopi, uno a carattere prevalentemen-te locale, un altro di respiro assai piùampio.

Il primo obiettivo, che si può diresufficientemente raggiunto, è statoquello di fare il punto sulle unità ope-rative per l'igiene e la sicurezza negliambienti di lavoro, mettendo pubbli-camente a confronto per un'interagiornata (per la prima volta dopo mol-to tempo) i diversi soggetti sociali in-teressati, cercando di individuarne siale rispettive progettualità e potenziali-tà sia i limiti ed i problemi, partendodalla situazione, dalle caratteristiche,dalle possibilità di intervento e di pro-grammi di lavoro delle unità operati-ve.

La discussione di questa realtà si èavvalsa di due aspetti abbastanza ori-ginali, quali:1) i primi risultati di un sondaggiocondotto (sempre su iniziativa delleUU.SS.LL.) in diversi ambienti di lavoroallo scopo di verificare l'attuale cono-scenza-coscienza che i lavoratori ge-novesi hanno dei problemi relativi allasalute ed alla sicurezza sul lavoro edelle attuali possibilità (istituzionali enon) di risposta ad essi, nonché l'at-teggiamento rispetto all'informazioneda parte della nostra cosiddetta uten-za;2) la presentazione degli archivi auto-matizzati realizzati nelle unità operati-ve, che ha associato ad un'indubbiaspettacolarità (immagini a coloriproiettate su grande schermo) conte-nuti d'indubbio valore, esemplificatividell'importanza e delle potenzialitàdel processo d'informatizzazione deinostri servizi.

Un concreto risultato della tavolarotonda sulla realtà ligure è tra l'altro,almeno in prospettiva, il sostanzialeaccordo raggiunto con le organizza-zioni sindacali per il rilancio di un'atti-

vità programmata e congiunta di in-formazione-educazione per i lavorato-ri e delegati sindacali. Da non trascu-rare neppure, ed anzi da citare per laparziale novità che rappresenta, ilcontributo - in termini di presenzafattiva - da parte dell'INAIL, che hamanifestato la volontà di collaborarein futuro più strettamente con i servizidelle UU.SS.LL.

Il secondo scopo, sicuramente piùoriginale, dell'iniziativa, è consistitonell'approfondimento e nella speri-mentazione delle possibilità d'utilizzoe del valore della comunicazione perimmagini nel nostro settore.

La mostra-convegno ha fornitol'occasione per una prima presenta-zione dell'archivio di immagini sugliambienti di lavoro realizzato in questimesi a Genova, mediante la raccoltadi materiale prodotto, anche in epocanon recente, da vari soggetti, enti estrutture in qualche modo interessatio coinvolti sui temi della prevenzionenei luoghi di lavoro, ivi compresi ov-viamente gli operatori dei nostri servi-zi. La presentazione di estratti delledecine di ore di materiale riversato sunastro (film d'epoca, archivio ENPI, I-NAIL, inchieste RAI, ecc.), una selezio-ne delle centinaia di fotografie e dia-positive raccolte e riprodotte e di fotodi archivio, esempi di cinema muto ecartoons sulle professioni e mestieridel cinema USA degli anni '30, oltre ainteressare vivamente e fortunata-mente - spesso divertire i presenti,hanno fornito la chiara misura del va-lore che tali mezzi possono assumereanche nel nostro settore nell'ambito

delle attività di informazione e di sen-sibilizzazione. L'archivio delle immagi-ni è destinato ad un ulteriore incre-mento e potrà divenire strumento dilavoro e di riflessione, augurabilmentenon solo per le unità operative ligurima per tutti coloro che sono interes-sati sia a contribuire sia semplicemen-te a "servirsi" del materiale raccoltoper finalità didattiche-educative o distimolo-sensibilizzazione sui temi dellasalute e della sicurezza negli ambientidi lavoro.

Anche a questo scopo, si è decisodi fare una diffusione il più tempestivapossibile (non oltre il prossimo autun-no) degli atti della mostra-convegno,contenenti tra l'altro il catalogo deimateriali video e foto raccolti. In que-sto modo, almeno con gli atti si potràraggiungere un maggior numero di in-teressati rispetto a quanto si è ottenu-to nelle tre giornate, che hanno vistouna presenza massima di 200 perso-ne, con punte minime inferiori alle100 nelle ultime due giornate. (Per

'quanto riguarda i partecipanti non li-guri prevalentemente operatori deiservizi - non sono stati molto nume-rosi, pur se provenienti da molte re-gioni del centro-nord; se si consideraperò che la maggior parte degli ope-ratori è venuta a Genova in ferie equindi a proprie spese (9, non si puòritenere che le poche decine di pre-senze siano un elemento negativo (senon per quello che ciò rappresenta al-meno in parte, e cioè la difficoltà dimuoversi per occasioni pubbliche diquesto genere).

L'arricchimento dei mezzi e dellecapacità di comunicazione nel nostrosettore può divenire, tramite una ri-flessione più allargata, una realtà edun patrimonio comune a tutti gli ope-ratori. In quest'ottica, già il prossimoConvegno di Arezzo potrà fornire ul-teriori stimoli e spunti di discussionee, forse, programmi di impegno e dilavoro su aspetti e temi che finoranon sono certamente stati molti "per-corsi" nei nostri servizi.

In questa, che è al tempo stesso u-na sorta di cronaca-bilancio dell'ini-ziativa di Genova (vista dall'interno)nonché una proposta a tutti gli opera-tori a sviluppare insieme alcuni aspettipeculiari, non può mancare un'ultimanotizia: una giornata del Convegno èstata dedicata in particolare pursempre con un accostamento tra pa-role e immagini - al problema a-mianto, visto da parte degli operatoridei nostri servizi: degli sviluppi dellatavola rotonda sull'amianto, che con-sistono soprattutto nella definizione diun gruppo di lavoro nazionale, vienedata notizia in altra pagina del bollet-tino.

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DIRETTIVO NAZIONALE SNOP

Lombardia

Emilio Volturo(Presidente SNOP)U.O.T.S.L.L. - USSL n. 57via G. Maestri, 220071 Melegnano (Mi)Tel. 02/9830041

Laura Bodini(segretario regionale -responsabile bollettino SNOP)U.O.T.S.L.L. - USSL n. 65via Oslavia, 120099 Sesto S. Giovanni (Mi)Tel. 02/2499631

Emilia Romagna

Leopoldo Magelli(vicepresidente SNOP e segretarioregionale)S.M.P.I.L. - USSL n. 28 Bologna Nordvia Ciamician, 2 - 40127 BolognaTel. 051/244024

Fausto CalzolariS.M.P.I.L. - Ussl n. 2240098 San Lazzaro di Savena (Bo)via della RepubblicaTel. 051/460067

Carmen Giacomini(tesoreria)S.M.P.I.L. - USSL n. 28 Bologna Nordvia Ciamician, 2 - 40127 BolognaTel. 051/244024

Graziano Frigeri(ufficio stampa)S.M.P.I.L. - USSL n. 7

ia Toscanini, 1 - 43013 LanghiranoTel. 0521/853205

Liguria

Claudio Calabresi(segretario regionale)Unità Operativa Igiene e SicurezzaAmbienti di Lavoro USSL n. 12piazza S. Matteo, 1516123 GenovaTe!. 010/297780-280632

Piemonte

Silvano Bosia(segretario regionale)Servizio di Medicina del LavoroUSSL n. 68via Baroncini, 9 - 14110 AstiTel. 0141/211207

Toscana

Luigi Rossi(segretario regionale)S.P.I.L.L. - USSL n. 23via P. Uccello, 14 - 52100 ArezzoTel. 0575/29632-29633

Veneto

Flavio Coato(segretario regionale)S.P.I.S.A.L. - USSL n. 34via Pieve, 1136075 Montecchio Maggiore (Vi)Tel. 0444/799387

Marche

Doriano Duca(segretario regionale)USSL n. 10piazza Spontini, 860035 JESI

Friuli

Roberto Riavez(segretario regionale)Servizio Medicina del LavoroUSSL n. 2 GorizianaOspedale S. Paolo - via Galvani, 134074 Monfalcone (Go)Tel. 0481/790003

Lazio

Sergio RovettaUSL R.M. 5 - via Casal de Pazzi, 1600156 RomaTel. 06/4125640

Servizio di Medicina del Lavoroc/o Poliambulatorio USSL65027 Scafa (Pe)Tel. 085/8541276

Puglie

Vincenzo Furore(segretario regionale)c/o USSL FG 8 - piazza Pavoncelli71100 Foggia

Calabria

Cirillo BernardoU.O.M.L. via Discesa Poerio, 388100 CatanzaroTel. 0961/25809

Provincia Aut. di Bolzano

Stefan FaesUfficio Medicina del Lavoroc.so Italia 13/A - 39100 BolzanoTel. 0471/36046

Provincia Aut. di Trento

Antonio CristofoliniServizio di Medicina del Lavorovia Malta, 14 - 38100 TrentoTel. 0461/30030

Altri riferimenti

Ciro Orriavia A. Cantelmo, 18 - 80141 NapoliTel. 081/450794

Teresa Marrasvia Bentivoglio, 2 - 07100 SassariTel. 079/272235

Abruzzo

Rodolfo Amati(segretario regionale)


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