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• La privacy minacciata dall’invasività dei media • La Rai multata per il video del bambino conteso il Telespettatore Anno 50° - N. 6/7 Giugno/Luglio 2013 Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2 - DCB Roma
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• La privacy minacciata dall’invasività dei media• La Rai multata per il video del bambino conteso

il TelespettatoreAnno 50° - N. 6/7 Giugno/Luglio 2013

P o s t e I t a l i a n e S . P.A . - S p e d i z i o n e i n A b b o n a m e n t o P o s t a l e - D . L . 3 5 3 / 2 0 0 3 ( c o n v. i n L . 2 7 / 0 2 / 2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t . 1 , c o m m a 2 - D C B Roma

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Il Telespettatore - n.6/7 - Giugno/Luglio 20132

➤spazio aperto

A tu per tu con il lettoreSe Aldo Grassobacchetta l’AiartHo letto sul Corriere della Seradell’11 maggio un lungo articolo diAldo Grasso che critica aspramentel’Aiart e il suo presidente Borgomeoper la posizione assunta sul Tronodi Spade. Perché l’Aiart non hareplicato? Le argomentazioni cri-tiche di Grasso mi sembrano deltutto infondate; forse era necessariauna replica da parte della mia as-sociazione.

Marisa Russo - Quarto (Na)

Gentile signora, pubblico volentierila sua e-mail (ne sono giunte alTelespettatore altre tre di analogocontenuto) e Le comunico che tregiorni dopo la pubblicazione sulCorriere dell’articolo di Grasso hoprovveduto ad inviargli una miagarbata risposta, alla quale ovvia-mente Grasso non ha ritenuto finoradi dare riscontro. Non abbiamo ri-tenuto opportuno “occupare” duepagine del nostro mensile per pub-blicare l’articolo e la nota di rispo-sta. Può comunque leggere – secrede – sia l’articolo di Grasso siala mia nota che sono pubblicatinel sito www.aiart.org, scorrendol’indice sulla sinistra e – nella car-tella NEWS, - cliccare su Comuni-cati stampa. Grazie per la collabo-razione e cordiali saluti.(L.B.)

L’enfasi della Tvnel sadismodi un’insegnanteVenerdì 7 giugno tutti e tre i TGdelle ore 20 hanno trasmesso unfilmato che descriveva le angheriedi un’insegnante a danno di un

inerme ragazzo autistico in unascuola del Veneto. Certo questifatti sono da condannare, ma perchèla televisione trasmette solo questesituazioni e non porta mai esempilodevoli di bravi insegnanti che siprodigano verso i tanti e tanti ra-gazzi che frequentano la scuola!Ho trovato comunque “rivoltanti”quelle immagini trasmesse per lun-go tempo, che servono solo a dif-fondere terrore e a preoccupare igenitori. Si poteva dare la notiziasenza dilungarsi con il video. I gior-nalisti sembra quasi che abbianouna grande soddisfazione a scovarequei rari casi di maltrattamenti ea riproporcene più volte le imma-gini. Sono io troppo sensibile?

Lorenza Coraiola(Rovereto TN)

Arriva anchela sex therapyVorrei denunciare il canale “Cielotv” che alle ore 12 trasmette unprogramma (sex therapy) con sceneassolutamente esplicite di sesso.L’orario in cui il programma va inonda è secondo me fuori luogo.

Mariangela Fotia

Troppa violenzanella TvScrivo da spettatrice stanca di do-ver assistere in modo continuo econtinuato, ovunque si faccia zap-ping, ad una programmazione vio-lenta continua: telefilm, film, tgche mostrano immagini crude (cisono anche i bambini o persone

sensibili davanti alla televisione,ma ci rendiamo conto di cosa man-dano in onda?), non se ne può più.Credo che le aziende pubbliche eprivate televisive debbano pianifi-care una programmazione più in-centrata sull’intrattenimento, i filmdi qualità, le serie televisive con inuovi episodi (ma non sempre serietelevisive del tipo C.S.I. o altredove si parla solo di morti ammaz-zati, dei soliti investigatori, dei po-liziotti e di questi prototipi, non sene può più!), i cartoni animati diuna volta (per i bambini), i concerti,le soap straniere (si veda il recentesuccesso di Tierra de Lobos), manella giusta dose per ciascuna ca-tegoria. Che la smettessero di pro-pinare allo spettatore medio i solitiomicidi, i fatti di cronaca che hannostancato, i cittadini italiani sonogià depressi di loro in un’Italia incui non funziona niente, smettia-mola di deprimerli ancora di piùquando tornano a casa e accendonoil televisore.

Tiziana Iaccarino

Indignato per l’eroinaPupettaVolevo esprimere la mia disappro-vazione per la messa in onda, inprima serata su canale 5, della fic-tion sull’ “eroina” Pupetta Maresca.Camorrista e assassina che vendicail marito, sposa un altro boss edelinque fino a quando no vieneincarcerata. Vi sembra un mes-saggio positivo?

Federico Magri

In distribuzione la Parabola n.28

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Il Telespettatore - n.6/7 - Giugno/Luglio 2013 3

In questo numeroAnno 50° - n. 6/7 - Giugno/Luglio 2013

[ l’Editoriale ]

M E N S I L E D E L L’ A I A R T - A S S O C I A Z I O N E S P E T TAT O R I O N L U S

Via Albano, 77 - 00179 Roma - Tel. 06.7808367 - Fax 06.7847146www.aiart.org - [email protected]

C/C Postale n. 45032000 distribuzione gratuita ai sociPoste Italiane S.P.A. - Spedizione in Abbonamento Postale -

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB RomaFiliale di Roma - Abbonamento annuo € 20,00

Direttore Responsabile: Luca Borgomeo

Registrazione Tribunale di Roma n. 10108 del 5/12/64

Progetto grafico e stampa: I.T.L. S.r.l. - Via dell’Omo, 108 - 00155 Roma

www.itlroma.com • [email protected]

il Telespettatore

spazio aperto ...................................................................2

A tu per tu con il lettore

editoriale.............................................................................. 3

Le semplici parole di Papa Francescodi Luca Borgomeo

commenti............................................................................. 4

La rete non è uno spazio dove non vige la leggedi Francesco Giacalone ................................................ 4

Crisi, suicidi e mass-media: necessaria una riflessionedi Giorgio Tonelli ......................................................... 6

Una dura sanzione alla Rai. I Minori vanno rispettati!di Vincenzo Franceschi................................................. 8

Sempre più i videogiochi ossessionano e fanno maledi Paola De Rosa ........................................................ 10

Se almeno i Co.Re.Com. garantissero i cittadinidi Giuseppe Antonelli ................................................ 12

La lunga “vacanza” della Rai e le tante noiose replichedi Alessandro Guarasci ............................................... 14

Il trono di spade su Rai4. Un clamoroso flop di ascoltidi Antonio Vitaliano .................................................. 15

Ma quel cartone animato non è adatto ai minoridi Tiziana Tomeo........................................................ 16

aiart news ....................................................................... 17

rassegna del sito di Domenico Infante............ 18

Le semplici paroledi Papa Francesco[ DI LUCA BORGOMEO ]✉ [email protected]

Giorno dopo giorno e sempre con maggiore evidenzasi confermano le doti di grande comunicatore diPapa Francesco. Sin dalla prima commossa appa-rizione alla Loggia delle benedizioni in piazza SanPietro, la sera del 13 marzo, giorno della sua ele-zione, Papa Francesco ha dimostrato una straordi-naria capacità di parlare con grande semplicità,con toni appropriati, con notevole efficacia allamente e, soprattutto, al cuore dei fratelli e dellesorelle, vicini e lontani, bambini e vecchi, cattolicie non. E’, indubbiamente, quella di Papa Francescouna dote naturale; saper comunicare affrontandotemi complessi con parole semplici, comprensibilida tutti, capaci di coinvolgere emotivamente l’ascol-tatore e realizzare una sorta di feeling, testimoniatadal calore e dalla corale simpatia che la suapresenza suscita. Nel suo parlare, quasi dimesso equasi sempre “a braccio”, il Papa usa spesso –come rileva giustamente l’autorevole giornalistatelevisivo Andrea Maria Valli, 5 parole: tenerezza,bontà, speranza, custodia, periferia. Parole – affermaValli – che sulla bocca di Papa Francesco non cisono sembrate soltanto belle; ci sono sembratevere. Particolarmente significativa è la parola, chericorre spesso nei discorsi del Papa, “periferia”,detta, peraltro, da un Papa che nel primo incontrocon i fedeli in piazza San Pietro la sera dell’elezioneha detto di “venire dalla fine del mondo”; la periferia,non solo espressione di una situazione di margina-lità, disagio e povertà, di lontananza dal potere,non come frontiera, ma quasi come nuova forma divita, un luogo dove ci si incontra per comprenderemeglio le persone e la comunità.E una “periferia” significativa, come l’Isola di Lam-pedusa, meta agognata dai disperati dal mare, èstata scelta da Papa Francesco per il primo viaggiodel suo pontificato; per richiamare l’attenzionemondiale sulla tragedia dei tanti uomini, donne ebambini morti in mare nel tentativo di raggiungereuna nuova terra e farsi una nuova vita. E’ perportare parole di conforto di vicinanza a quanti vi-vono il dramma di un’emigrazione disperata.Quello di un papa capace di parlare alla gente contanta efficacia è veramente un segno, un vero donodella Provvidenza.

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Il web al centro di tutti i rischilegati alla protezione dei dati per-sonali. Il presidente dell’Authorityper la privacy, Antonello Soro, inoccasione della relazione annualesull’attività svolta, ha affermatoche gli interventi, nel corso del2012, hanno messo in evidenzaun forte aumento delle violazioniamministrative rispetto al 2011.I comportamenti e la condotta diGoogle e degli altri motori di ri-cerca, la protezione dei dati suisocial network e il cyberbullismorappresentano i maggiori pericoliper gli utenti che il Garante perla Privacy, ha tenuto ad eviden-ziare, presentando la sedicesimarelazione annuale presso la Ca-mera dei Deputati.La sostanziale “novità” nel di-scorso del Garante riguarda,quest’anno, la necessità nel li-mitare la percezione che la retesia uno spazio dove non vige lalegge, cercando di sanzionare

“gli illeciti che rischiano di ren-dere il web, da potente strumentodi democrazia, a spazio anomicodove si può impunemente violarei diritti”.E’ dunque l’evoluzione di interneta porre nuove frontiere: i nuoviservizi, l’uso delle applicazionisu smartphone e tablet e la co-siddetta “pubblicità comporta-

mentale” che distingue un utentedall’altro a seconda dei gusti edelle preferenze.Dalla relazione si evince comel’Authority ha dovuto attivarsiper la creazione di nuove regole,per esempio con “linee guida” perblog, forum, social network e siti,in costante aumento, che si occu-pano di medicina e salute. Il Ga-rante ha inoltre aperto un proce-dimento nei confronti di Googleper la “gestione opaca relativaalle nuove regole sulla privacy”,ed è intervenuto per regolare i si-stemi di riservatezza dei dati nel-l’uso delle messaggistica. Nonsolo, arrivano altre novità nel set-tore della telefonia: ci sarà infattiun nuovo obbligo per le compagniee per gli internet provider di av-visare immediatamente utenti eGarante nel caso di attacchi in-formatici o calamità che possonocompromettere la rete. “Internet ha potenzialità straor-

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➤ commenti

La Rete non è uno spaziodove non vige la legge

Ferma denuncia del Garante della privacy:“Google e gli altri motori di ricerca spessoviolano impunemente i diritti degli utenti” www.garanteprivacy.it

[ DI FRANCESCO GIACALONE ] ✉ [email protected]

Antonello Soro, Garante per la Privacy

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dinarie – afferma Soro - mal’utente può essere inconsapevol-mente guidato nelle scelte, nelmomento in cui la possibilità difruizione o di accesso al web sirealizza entro perimetri definitidai maggiori operatori della reteche possono liberamente deciderela gerarchia delle notizie e dicosa è degno di essere riportato.Nel nostro periodo storico, in cuila connessione è continua e senzalimiti, si diffonde il mito dellatrasparenza assoluta che eliminaogni opacità - continua Soro -ma non necessariamente peròtrasparenza totale significa veritàe la riservatezza non è sempreinvocata per nascondere qualcosain modo deprecabile: essa è co-munque requisito fondamentalenella politica come nel privato.E’ difficile parlare di libertà dellaRete sino a quando non sarannopienamente conosciuti e condivisii criteri utilizzati per indicizzarei contenuti e, dunque, condizio-nare i risultati delle ricerche.Ognuno di noi, in sostanza, ri-schia di trovare on-line quelloche altri decidono di fargli tro-vare, una conoscenza parziale euno sguardo incompleto sulla re-altà. Così l’illusione delle facilisocializzazioni nel mondo digitalepuò tradursi, in realtà, in formenuove di solitudine e di chiusuraverso l’esterno”.E’ vero, le nuove tecnologie cihanno in parte liberato dalla ti-rannia dello spazio e del tempo,ma esse, dice il Garante, impon-gono anche nuove servitù perquesto ritenerle un propagatorenaturale di democrazia può essereriduttivo, fuorviante e a voltepersino pericoloso. La trasparen-za in un regime democratico nonvuol dire necessariamente river-sare in Rete tutto il contenuto diun provvedimento amministra-tivo, perché possono esserci in-formazioni non rilevanti ma pre-giudizievoli, in modo irreparabile,per la dignità della persona in-teressata. Gli importanti temi af-frontati dal Garante per la privacy

quest’anno, come mai avvenutoin passato, vanno dunque ad in-trecciarsi con i problemi legatiall’ampio settore delle comunica-zioni, in cui il principale “arbitro”dovrebbe invece essere l’Agcom.L’Autorità per le Garanzie nelleComunicazioni è nata proprio perassicurare la corretta competizionesul mercato e per tutelare il plu-ralismo nella sfera delle comuni-cazioni e nel campo radiotelevisivo,ma, come abbiamo fin troppo spes-so avuto modo di notare, le san-zioni dell’Agcom sono lievi e sem-pre più rare! Da parte dell’Au-thority per la privacy, nel 2012invece sono stati oltre 460 i prov-vedimenti collegiali adottati 4.183risposte a quesiti, reclami e se-gnalazioni 233 decisioni su ricorsi;23 pareri al Governo; 395 ispe-zioni; ma soprattutto circa 3 mi-lioni 800 mila euro di sanzioni ir-rogate. Ad essere colpite sonostate soprattutto le società di te-lemarketing che ossessivamentechiamano gli utenti per fare pro-poste commerciali a tutte le ore,ma anche le compagnie telefonicheche conservano eccessivamente idati del traffico telefonico. Ma sono i siti e social networkoggi frequentati abitualmente daadulti e minori, a creare i pericoliche vengono spesso sottovalutati.Ad esempio: se nove ragazzi sudieci utilizzano Facebook, menodella metà di loro conosce le im-postazioni per la privacy e solo 8

genitori su 100 usano il parentalcontrol per garantire la sicurezzaai propri figli.Chi trascorre le ore del tempo li-bero su Facebook e sugli altri so-cial network non è adeguatamenteconsapevole dei pericoli: non sacome proteggersi, non sa comeimpostare le regole per ottimizzarela riservatezza dei propri dati, etanti genitori non si informanoappieno sui software per la sicu-rezza. Se dunque anche i più pic-coli oggi hanno una forte dime-stichezza con gli strumenti a di-sposizione sulla Rete, non si famolto per evitare i rischi che pos-sono derivare da un uso non cor-retto del Web: in particolare legatiai fenomeni pedofilia e pornogra-fia.Anche la Presidente della Camera,Laura Boldrini, intervenendo allacerimonia di presentazione delrapporto sull’attività del Garante,ha mostrato particolare interesseed attenzione nei confronti deiminori, sempre più esposti al flus-so continuo ed inarrestabile dinotizie, immagini e messaggi inrete: “Dobbiamo pensare ai sog-getti più esposti come i ragazzialle prese con il web. La rete hastraordinarie possibilità di par-tecipazione, di libertà, ma richiedeuna nuova consapevolezza perquel che riguarda la riservatezza”. Il Garante ha inoltre tenuto asottolineare l’importanza del co-siddetto “diritto all’oblio”, cioè al-l’eliminazione o all’aggiornamentodi alcuni dati personali (soprat-tutto riguardanti i minori), chesono reperibili in rete, pur conte-nendo informazioni sorpassateche forniscono una descrizioneparziale e limitata dei soggetticoinvolti. In questa ottica, da tem-po si richiede agli archivi tele-matici dei quotidiani di sottrarrenotizie non più attuali, che pos-sono creare una visione fuorviantedi situazioni, vicende ed accadi-menti che sul web possono am-plificarsi, risaltare, ed essere neicasi limite, fonte di discrimina-zione o arma di ricatto. ■

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”“Antonello Soro:

indispensabilinuove regole per

blog, forum e social network

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Un’ enfasi pericolosa si aggira nelleredazioni, quella che lega i suicidialla crisi economica. Prima gli im-prenditori, poi gli artigiani, quindii dipendenti e gli operai. C’è chi èvessato dal fisco, chi non ha piùun lavoro. Ma c’è realmente unfilo comune fra queste tragedie? Esoprattutto si tratta realmente dicasi in crescita, oppure è solo au-mentata la ‘visibilità’ mediatica suqueste drammatiche vicende? E lacategoria dei giornalisti non haproprio nulla su cui interrogarsi?Oppure è cambiato qualcosa nellaprofessione, nel rapporto fra eticae diritto all’informazione ( e nonce ne siamo accorti) ?Già il presidente di ConfindustriaVeneto Roberto Zuccato, il 16 marzo2013, sul ‘Gazzettino’ ha chiestouna moratoria, un’alleanza con imezzi di comunicazione per argi-nare un fenomeno che comincia afare paura. Secondo l’imprenditorevicentino:” Insistere nel dare ampiospazio ai suicidi, e ai suicidi degliimprenditori in modo particolare,è dannoso. In una persona che vivein un momento di fragilità può an-che scattare lo spirito di emula-

zione”. Zuccato, in particolare, nonvuole sentir parlare di ‘eroi. “Eroi-sostiene- sono quelli come l’im-prenditrice Mara Borriero, mortasconfitta da un male che l’ha colpitaper tre volte e contro il quale halottato con tenacia fino alla fine.O i giovani imprenditori di Miran-dola, terra martoriata dal terre-moto, nei quali leggo una forte de-terminazione ad andare avanti,una voglia di ricostruire e di nonarrendersi”. Azzarda l’interpreta-zione psicologica Eugenio Scalfari(‘Morire e uccidere per narcisismo’,L’Espresso, 16 maggio 2013):“L’obiettivo che determina la suaazione (del suicida) è quello di farenotizia, di conquistare le primepagine dei giornali e gli schermidelle televisioni e, per di più, ditrasformare il suo gesto estremoin una vendetta sociale compiutanel nome dell’intera comunità. Ilfallito diventa così un giustizieree come tale sarà ricordato”.

L’ EFFETTO WERTHERFino a qualche anno fa c’era unaregola non scritta che in sostanzadiceva: tranne che in casi di per-

sonaggi noti, soprattutto in Tv (maanche nei giornali) non si devedare notizia di suicidi. Non era unproblema di ’pietas’. La Tv e In-ternet entrano in casa e spesso in-contrano tante situazioni di fragilitàpsicologica. Tutti gli studi sulla co-municazione di massa compiuti,dagli Stati Uniti al Giappone, han-no sempre rilevato che più si parladi suicidi, presentandoli con unlinguaggio fortemente emotivo, piùsi verificano fenomeni imitativi. E’infatti l’identificazione con il pro-tagonista a costituire la condizionedeterminante per spiegare questicomportamenti. La questione delresto non è nuova. Viene definita“effetto Werther”, cioè suicidio peremulazione. All’indomani della pub-blicazione del romanzo di Goethe“I dolori del giovane Werther”(1774)si registrarono diversi suicidi digiovani ‘romantici’ non solo in Ger-mania ma anche in Francia e In-ghilterra. Lo stesso accadde dopola pubblicazione di “Le ultime let-tere di Jacopo Ortis”(1802) di UgoFoscolo. E, saltando la storia, èsufficiente ricordare 20 anni fa,quando tre ragazzi di Prato allo

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➤ commenti

Crisi, suicidi e mass-media:necessaria una riflessione

È opportuno porre un argine alla pubblicazione di notiziesu gesti estremi legati alla grave situazione economica

[email protected]

[ DI GIORGIO TONELLI ]

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Stelvio, in provincia di Bolzano, siuccisero con i gas di scarico dell’autoe lasciarono una lettera nella qualescrissero: “Questa vita non ha pro-spettive”. L’episodio ebbe grandeeco sui mass media. Nelle setti-mane successive si segnalarono al-tri casi di suicidio con le stessemodalità. E chi non ricorda i sassidal cavalcavia o le bottiglie di pla-stica d’acqua siringate con la va-recchina ? I media (soprattutto leTv) smisero di parlarne e il feno-menolentamente si esaurì. E oggi, conla catena di suicidi legati alla crisiche stiamo vivendo? Di fronte allatragica contabilità di questi mesila soluzione è staccare la spina?Smettere di parlarne?

IL SILENZIO TRADISCELE VITTIME?La questione non è semplice. Lamoltiplicazione dei mezzi di co-municazione, la continua ripro-posizione delle stesse notizie at-traverso la Rete e l’eccessiva ten-denza a far prevalere il diritto/do-vere di cronaca sul rispetto diogni ‘buonsenso’ se non quello de-terminato per legge dalle normesulla privacy (legge n.675 del1996), rende vano ogni tentativodi mettere il silenziatore su questedrammatiche vicende. L’Ordinedei Giornalisti della Toscana ri-corda di aver “cercato di porre unargine alla pubblicazione indiscri-minata di notizie di suicidi; pub-blicazioni corredate da foto e daarticolate, quanto superflue, in-formazioni su parentele, relazionie amicizie degli scomparsi”. Spessosono gli stessi familiari che rac-contano le vicissitudini del lorocongiunto, magari nella speranzache altri possano riuscire ad evi-tare lo stesso epilogo. Gli uomini,nel compiere le proprie scelte, an-che quelle più drammatiche, met-tono infatti in campo risorse emo-tive, simboliche,etiche. E c’è chisostiene che il silenzio tradirebbele stesse vittime che spesso la-sciano biglietti, appelli o scelgonoluoghi emblematici per esprimereil loro ultimo ‘grido’ di disperazio-

ne(davanti ai municipi o alle sedidell’Agenzia delle Entrate). Manon tutti i conti tornano:1) Secondo l’Istat e secondo il so-ciologo Marzio Barbagli, numeri epercentuali alla mano, non c’è alcunboom dei suicidi per motivi econo-mici . Nel 2010 ci sono stati 3.048suicidi di cui ben 1412 per unamalattia spesso di origine psichicae 324 per motivi affettivi. Ricon-ducibili a motivazioni economiche‘solo’ 187, cioè il 6,1% contro il6,6% del totale del 2009 (quandodei suicidi per crisi economica nonparlava nessuno). Né si è rilevatoun aumento significativo nel 2011e nei primi cinque mesi del 2012.Certo il fenomeno esiste ed è pre-occupante, tuttavia si tende troppo‘facilmente’ a far risalire ogni si-tuazione di disagio sociale, di ma-lattia e di depressione alla crisieconomica. E’ più semplice ancheper i familiari ‘capire’, dare unaspiegazione logica, quando spessonon si è capito nulla. Non c’è dun-que una emergenza, ma è certa-mente cresciuta la percezione deldramma e, sicuramente, se il fe-nomeno non viene ‘gestito’ con in-telligenza da parte del sistema co-municativo, (evitando cioè morbo-sità e voyeurismo) il rischio di casidi emulazione è altissimo.2) I media vivono di ‘temi’. Mettonoin scena la realtà costruendo ‘emer-genze’ continue. E così abbiamoavuto le settimane in cui i pitbullnon facevano che sbranare vecchie bambini, poi quelle con l’emer-genza immigrati con barche e gom-moni in arrivo uno dietro l’altro,le varie pandemie con mucche paz-ze e galline infette, la criminalitàovunque con gli assalti alle ville ela gente barricata in casa poi ilmese degli stupri o delle mortibianche ed ora, purtroppo , la tristecontabilità dei suicidi per crisi.Ma, tranquilli, anche questa pas-serà (forse già quando questo arti-colo sarà pubblicato).3) Il tema del resto non è nuovo.Già nel 2008 l’Organizzazione mon-diale della sanità aveva redattoun testo dal significativo titolo“Preventing suicide”(La prevenzio-ne del suicidio). Conteneva una

serie di raccomandazioni con l’in-vito, fra l’altro, ai media di nonpresentare il suicidio come un modoragionevole di risolvere i problemi,di evitare il posizionamento dellanotizia in primo piano e la descri-zione esplicita del metodo di suicidioo tentato suicidio con linguaggiosensazionalistico, fornendo inveceinformazioni su centri di preven-zione e aiuto . Prestare attenzioneall’utilizzo di fotografie e ripresevideo riferite alla scena di un sui-cidio. Insomma, l’esatto opposto diquel che abbiamo trovato nei nostrimedia in questi mesi.4) Da ultimo, ma da non sottova-lutare: i suicidi per motivi economicisono entrati nel dibattito dei partitinon come tema di riflessione percercare soluzioni condivise, ma perfomentare la polemica anti-fisco.Anche i morti suicidi, per qualcuno‘eroi’ dei nostri giorni , servono acostruire il consenso.Nessuna censura, dunque, è pos-sibile, ma una regolamentazionedelle notizie sui suicidi e un ge-nerale ripensamento del modo dicomunicare questi eventi . Tenendoanche ben presente che nella riccaGermania ci si suicida il doppioche in Italia, mentre in Giapponeil tasso è quattro volte quello ita-liano e ben sei volte in Russia. E’evidente dunque che il moventeeconomico non può essere l’unicacausa del tasso di suicidi di unanazione. E di certo, ogni storia disuicidio è singola e diversa dallealtre. Il fenomeno dei suicidi èdunque qualcosa di ben più com-plesso rispetto alla semplificazioneche frettolosamente ci viene offertadai media e riguarda anche aspettipiù trascurati come la relativiz-zazione del valore della vita, la‘crisi’ di identità morale e culturale,la tendenza della società ad esseresempre più individualista e indif-ferente, quindi meno solidale epriva di luoghi di aggregazione esocialità.I suicidi sono dunque il sismografopiù sensibile della difficoltà e spes-so dell’incapacità da parte di tutti(istituzioni, partiti, Chiese, comu-nità) di costruire una prospettivadi speranza nel futuro. ■

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Finalmente una buona notizia; laRai è stata sanzionata dall’Agcomper il video-shock del bambino con-teso di Cittadella, mandato in ondadal programma di Rai3 “Chi l’havisto?”. La notizia è stata comuni-cata alla stampa – che in generalesi è guardata bene dal riprenderla– dall’Aiart che , con una dichia-razione del Presidente Luca Bor-gomeo, ha “ espresso la soddisfa-zione dei telespettatori per la san-zione, anche se la pena poteva es-sere più severa. Ha senso scaricarlagenericamente sulla Rai che, pe-raltro, paga con risorse pubbliche(col canone versato dai cittadini)senza che si individuino le personeche hanno violato le norme edesposto la Rai alla condanna? Ciauguriamo – conclude il Presidentedell’Aiart – che ora alla sentenzasia data la massima pubblicità.La delibera dell’Agcom, che san-ziona la Rai, è importante perchésegna un punto a favore di quanti

si battono per tutelare i minorinel rapporto con i media, sia perché– com’è noto – l’Agcom è molto“prudente” (per usare un eufemi-smo) nei confronti della Rai e diMediaset, sia perché induce a spe-rare che anche nell’Autorità inco-minci a spirare un vento nuovo eche non è vero che una rondine

non fa primavera.” La Delibera54/13/CSP dell’Agcom giunge dopooltre 7 mesi dall’irresponsabilescelta di “Chi l’ha visto?” di man-dare in onda un filmato che ha su-bito scatenato la reazione di mol-tissimi telespettatori. Il filmato,in onda sui Rai3 alle 21, mostraun bambino di dieci anni, che èconteso dai genitori, che piangedisperatamente e invoca aiuto men-tre, davanti alla sua scuola (nelcomune di Cittadella, provincia diPadova) viene trascinato per stradae tenta inutilmente di divincolarsi.Chi ha mandato in onda il video-shock non è stato nemmeno sfioratodal dubbio che fare giornalismo inquesto modo, violando elementariregole e precise norme, pur di ac-crescere un punto di share, è –oltre che contrario alla legge – fon-damentalmente immorale. Solle-citata da numerosissime segnala-zioni, l’Aiart immediatamente inviòalla Rai un telegramma nel quale

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➤ commenti

Una dura sanzione alla RaiI minori vanno rispettati!

Per il video-shock delbambino conteso, trasmesso da “Chi l’ha visto ?”su Rai3, l’Agcom ha condannatola Rai al pagamento di 100.000 euro

www.agcom.it

[ DI VINCENZO FRANCESCHI ] ✉ [email protected]

”“La notizia

della sanzionedata dall’Aiart

ed ignorata da tv e quotidiani

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si esprimeva “sconcerto per la gra-vissima violazione delle regole dellaconvivenza civile da parte del pro-gramma “Chi l’ha visto?”, solleci-tando immediato intervento e ado-zione conseguenti provvedimenti”.Pochi giorni dopo il Presidentedella Rai Anna Maria Tarantolariscontrava il telegramma del-l’Aiart, comunicando di “aver tra-smesso i rilievi all’attenzione dellestrutture aziendali per le opportuneverifiche di competenza e li even-tuali adempimenti del caso, richia-mando lo scrupoloso rispetto delleregole”. Il fatto che dalla Rai giun-gesse un significativo riscontro(quasi mai la Rai risponde, mo-strando scarsa considerazione neiconfronti dei telespettatori) era lariprova di quanto fosse grave e ir-responsabile la scelta di Chi l’havisto ? di mandare in onda il vi-deo-shock. Purtroppo la Rai nonha assunto alcuna decisione, nessunprovvedimento, nessuna iniziativaper chiedere “scusa” ai telespetta-tori. Ha atteso che , a seguito dellesegnalazioni dell’Aiart, di altre as-sociazioni e di un esposto del CNU,l’Agcom avviasse il procedimento,giunto dopo 7 mesi alla condannadella Rai. Un comportamento- quel-lo della Rai - legittimo, ma censu-rabile sul piano morale e della cor-rettezza dei rapporti con gli utenti.Ma, forse, è pretendere troppo dauna Rai molto autoreferenziale.Se questo giudizio può appariresevero, si consiglia di leggere lememorie giustificative della Rai –riportate nella Delibera Agcom –(che giustamente le ha nettamenterespinte); a leggerle attentamenteviene da chiedersi se è concepibileche da parte di una grande aziendaculturale, che svolge un serviziopubblico, si possano sostenere tesitanto infondate!Nel merito della sentenza va rile-vato che da parte dell’Agcom, consolidi argomenti, sono state respintele giustificazioni della Rai, inveropretestuose e giuridicamente in-fondate; la lettura della Deliberanon può che confermare questogiudizio. A parere dell’Aiart – che

ha espresso apprezzamento per ladecisione dell’Agcom (verrebbe dadire semel in anno licet insanire!)– si è tuttavia rilevato che la san-zione è lieve. La sanzione ammi-nistrativa prevede un minimo25.000 euro e un massimo 350.000.L’Agcom, per ognuna delle 2 viola-zioni commesse dalla Rai ha fissatola sanzione pecuniaria nel doppiodel minimo edittale, cioè 50.000.E così la Rai è sanzionata per100.000 euro; importo molto di-stante dal massimo previsto dalleleggi, cioè 700.000 euro. Una san-

zione più “pesante” non avrebbeavuto grandi effetti pratici: la Raipaga con i soldi degli italiani. Avreb-be tuttavia testimoniato un maggiorrigore nel sanzionare le emittentiche con grande disinvoltura violanole poche leggi che tutelano i minori.Manca inoltre nella Delibera del-l’Agcom l’ingiunzione alla Rai didare notizia, magari all’inizio dellatrasmissione di una puntata di“Chi l’ha visto?” o nei Tg o Giornaliradio, della sanzione. In altri casiquesta “pena accessoria” è stataprevista; questa volta no. Forseperché, anche in Agcom, si rendonoconto che questa “pena accessoria”è per la Rai molto più gravosadella sanzione pecuniaria! Un’ ul-tima considerazione riguarda il“silenzio” sulla stampa e in tv dellasanzione alla Rai. Eppure la notiziaha una sua rilevanza. E’ una noti-zia. Niente, sulla stampa non c’èche labile traccia. Una ragione cidev’essere per spiegare questo sin-golare “silenzio”; essa va ricercatasoprattutto nel potere di condizio-namento che la Rai ha su moltigiornali e giornalisti per le oppor-tunità che può offrire con presenzea trasmissioni o programmi. ■

Il Telespettatore - n.6/7 - Giugno/Luglio 2013 9

■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti

”“Censurabileil comportamento

della Rai.Poteva almenochiedere scusa

Comitato Media e MinoriMAURIZIO MENSI NUOVO PRESIDENTE

PER L’AIART NOMINATO DOMENICO INFANTE

Dopo 18 mesi di inattività è stato ricostituito il Comitato Media e Minori,organo composto da membri delle emittenti televisive, delle Istituzioni edegli utenti. Il presidente del Comitato è Maurizio Mensi, gia’ Avvocatodello Stato, professore ordinario di Diritto pubblico dell’economia e do-cente di Diritto dell’informazione presso l’Universita’ LUISS di Roma. Peri rappresentanti delle Istituzioni sono stati nominati: Graziana Campanato,Presidente Corte d’Appello di Brescia, Emilia Visco, esperta di problema-tiche in materia di tutela dei minori. Membri supplenti: Francesco SaverioMarini; Giovanni Rossi; Antonio Amendola. In qualità di rappresentantidegli utenti sono stati nominati: Bruno Geraci (rappresentante CoReCom),Antonio Cotura, Mario Russo, Domenico Infante, Elisa Manna, RemigioDel Grosso. I membri supplenti sono Gianni Biondi, Paola De Rosa, Ro-salba Catizone Folena, Francesco Giacalone e Claudia Di Lorenzi. Per rap-presentare le emittenti: Maria Elita Lucchin, Gianfranco Noferi, AlessiaCaricato, Filippo Rebecchini, Bianca Papini, Mario Albanesi, Marcello Cian-namea, Rocco Monaco, Stefania Rotolo sono i membri supplenti

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“Improvvisamente sembra che ilnostro pianeta sia caduto nellegrinfie degli alieni. Nei pub, neibar, nelle stazioni di servizio sulleautostrade, nei chioschi di kebab,nei negozi di dischi, negli aero-porti del Texas, negli atri deglihotel bengalesi, nelle case chiusesvedesi, nelle discoteche parigine,agli angoli delle strade del Gre-enwich Village, nelle gelaterie,nelle sale d’attesa dei dentisti,nelle boutique unisex — e in tuttele sale giochi del globo terrestre,dove si aggirano pallide creatureconsumate dal vizio e tiratardisimili a pipistrelli — si può assi-stere allo spettacolo sfavillantedi mille incontri ravvicinati, dimille guerre stellari” .Così, Martin Amis, celebre scrit-tore inglese, descrive nel testosu Repubblica del 2 giugno scorso,il preoccupante fenomeno delladipendenza da videogiochi, dive-nuto ormai “un’ossessione di por-tata mondiale”. Un’ossessioneche non ha risparmiato neanche

lui, che ha sperimentato in primapersona le pesanti ricadute, inprimis, sulla salute: “crisi e tra-colli nervosi, periodi di astinenzae disintossicazione, fasi di ab-buffate pazzesche”.La dipendenza da videogiochi è,senza dubbio, la dipendenza piùdiffusa tra i bambini e gli adole-scenti. È un legame morboso che

si stabilisce a poco a poco, a se-guito di una graduale degenera-zione nell’utilizzo di uno stru-mento ludico che, di per sé, nonè “geneticamente” nocivo.Il gioco è un elemento fondamen-tale per un sano sviluppo del-l’individuo, soprattutto durantel’infanzia. “È attraverso il gioco– afferma il dottor Gaspare Costa,specialista in psicoterapia cogni-tivo-comportamentale – che ilbambino inizia ad apprendereregole e ruoli che rappresentanoun elemento indispensabile nelprocesso di identificazione e so-cializzazione del fanciullo”.Esistono, tuttavia, alcune diffe-renze fondamentali tra i giochitradizionali e i giochi elettronici,che si traducono anche in unadiversa predisposizione all’ap-prendimento e alle relazioni so-ciali.In primis, i giochi tradizionaliincentivano l’attività di gruppo,mentre i videogiochi si consu-mano in solitudine. I giochi di

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➤ commenti

Sempre più i videogiochiossessionano e fanno male

La dipendenza da videogiochi è, senza dubbio, la più diffusa tra i bambini e gli adolescenti

www.aiart.org

[ DI PAOLA DE ROSA ] ✉ [email protected]

”“I videogiochi

sono sempre più incentrati

sull’aggressività e sulla violenza

Il Telespettatore - n.6/7 - Giugno/Luglio 2013

Telespettatore_06/07_2013_Layout 1 08/07/13 09:35 Pagina 10

ruolo tradizionali risultano im-portanti strumenti per sviluppareuna buona capacità di inseri-mento sociale, così come di im-medesimazione con i bisogni, ledifficoltà e le possibilità dell’altro.Nei videogiochi, per contro, l’iden-tificazione avviene il più dellevolte con personaggi virtuali, do-tati spesso di poteri magici, cherischiano di portare all’emula-zione di azioni pericolose.Esiste, poi, una differenza con-nessa alla tipologia di attivitàche si è diffusa attraverso i vi-deogiochi, sempre più incentratasull’aggressività e sulla violenza,a fronte della componente spic-catamente più ludica dei giochitramandati di padre in figlio.Vanno sottolineate, d’altra parte,alcune opportunità connesse al-l’utilizzo dei giochi elettronici ascopo educativo. Il potere moti-vante di questa tipologia di stru-mento e la sua capacità di cattu-rare e mantenere l’attenzione èstato preso in considerazione daalcune aziende specializzate aifini della realizzazione di pro-grammi volti a sostenere l’ap-prendimento anche in presenzadi alcuni disturbi, come dislessieo deficit sensoriali. Non è quindilo strumento in sé ad essere no-civo, ma un suo utilizzo smodato

e, soprattutto, privo di una su-pervisione da parte di genitoried educatori.Come tutte le dipendenze, anchequella da videogiochi presentaspecifiche caratteristiche. Si pas-sa dalla videomania (o videoa-buso), che ha alla base un utilizzoeccessivo del gioco dal punto divista quantitativo, alla videofis-sazione, che si traduce in com-portamenti predeterminati basatisulla prolungata esposizione algioco, da soli, in silenzio, spesso

in ambienti poco illuminati.Si giunge, poi, alla vera e propriavideodipendenza nel momento incui non si riesce a controllare vo-lontariamente il proprio compor-tamento di gioco che, col tempo,assume anche caratteristiche dicompulsività. Tra le conseguenzepiù gravi della videodipendenza,registrate soprattutto nei più gio-vani, rientrano: le difficoltà sco-lastiche; la compromissione deirapporti sociali; la compromissionedella salute (sovrappeso, disturbidel sonno e dell’umore); la ten-denza a compiere azioni illegali.L’allontanamento dalla dipenden-za rappresenta senza dubbio unastrada in salita ma esistono alcuneregole che, se messe in pratica,possono aiutare a vivere il rap-porto con il gioco in modo serenoe non morboso. Si consiglia, in-nanzitutto, di non dedicare ai vi-deogiochi un tempo di gioco su-periore ad un’ora durante l’interagiornata. Si suggerisce, poi, di ef-fettuare brevi e frequenti pausedal gioco, per evitare un’esposi-zione prolungata che risulta dan-nosa anche alla vista. Molto utile,infine, è il consiglio di condividerecon altri il gioco, trasformando,così, un’attività prettamente so-litaria, in un momento di scambioe socializzazione. ■

Il Telespettatore - n.6/7 - Giugno/Luglio 2013 11

■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti

“Ci troviamo difronte ad

un’ossessione di portata mondiale

che potrebbediventare un

problema di nonpoco conto

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“Dalla vostra parte!” Questo, perdefinizione, il claim che dovrebbeaffiancare il logo AGCOM, quellodell’Autorità per le Garanzienelle Comunicazioni. Sì, perchési ha l’impressione, considerandole recenti imbarazzanti decisioni,che questo Organismo di Ga-ranzia e di tutela stia attraver-sando una crisi d’identità.Invece la coscienza e la consa-pevolezza di se deve essere moltonitida e assolutamente non sog-getta a crisi e condizionamenti.La stessa “ragione sociale” chela connota, Autorità per le Ga-ranzie, la colloca nella prospet-tiva giuridica, ancorché in quelladel buon senso, a fianco dei piùdeboli e senza voce. Certamentesono questi che hanno la neces-sità di essere garantiti e tutelatinon certo poteri più forti che si-curamente hanno risorse e uo-mini per auto tutelarsi. Oserem-mo dire che, per qualsiasi Auto-

rità di Garanzia, schierarsi oaddirittura parteggiare per laparte più debole debba esserleconnaturale. D’altronde non èdifficile comprendere come difronte a due squadre in campo(cittadini, utenti media, famiglie,Associazioni di volontariato) -

(emittenti televisive, società te-lefoniche, editori) la scelta dicampo di questo ideale “arbitro”non può certo essere di tituban-za, di equidistanza, d’indecisione,di mezze scelte, di mancato in-tervento o peggio di sudditanzaai più forti. E’ proprio in questimomenti decisionali che l’Auto-rità Garante fa pesare la suaautorevolezza e “alza la voce” atutela del soggetto debole e soc-combente anziché mostrare re-verenza e sudditanza verso i po-teri più forti.Rinunciando a questo chiaro erisoluto “schieramento” l’Auto-rità viene meno al suo ruolo,alla sua dignità, snaturando lasua genesi e le sue finalità. E’come se, utilizzando una simili-tudine, l’AEEG (Autorità perl’Energia elettrica e il Gas), in-vece di operare a tutela dei con-sumatori e delle famiglie si at-tivasse a tutela dei petrolieri e

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➤ commenti

Se almeno i Co.Re.Comgarantissero i cittadini

I Comitati Regionali per le Comunicazioni devono svolgere un’efficace azione di tutela degli utenti di tv, web e telefonia www.agcom.it

[ DI GIUSEPPE ANTONELLI ] ✉ [email protected]

”“L’appannato

ruolo dell’Agcomresponsabilizza

ancor piùi Corecom

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delle aziende energetiche.Diversi sono “i falli da rigore”che l’AGCOM non ha fischiatonegli ultimi tempi. Solo per ci-tarne alcuni: assurda la decisionedi non sanzionare il programma“Chimica e fisica” trasmesso suRAI 4 nella fascia oraria 13.30-15.00. Sulla stessa scia anche il pro-gramma “Il trono delle spade”,trasmesso sempre su RAI 4. As-sordante il silenzio verso il Mi-nistero per il mancato rinnovodel Comitato Media e Minoriscaduto nel lontano dicembre2011; tenue la voce anche difronte ad un CNU (ConsiglioNazionale Utenti) acefalo a se-guito della clamorosa dimissionedel suo Presidente, Luca Borgo-meo, proprio per richiamare l’at-tenzione istituzionale su questasituazione d’inoperosità e forsedi colpevole complicità.Questa inerzia dell’Autorità ga-rante nazionale potrebbe esserel’occasione per un maggior atti-vismo di quelle territoriali. Ci

riferiamo ai CO.RE.COM. (Co-mitato Regionale per le Comu-nicazioni), Autorità di garanziaterritoriali che, seppur delegatedi compiti e poteri di controllodall’Autorità nazionale, godonodi autonomia tale da poter egre-giamente supplire alla latitanzacentrale mediante l’applicazioneterza e autorevole delle deleghe

ricevute. Pensiamo in modo par-ticolare al monitoraggio dellaqualità dei programmi trasmessiin ambito locale, alla tutela deiminori. Sono questi i due “capi-toli” maggiormente calpestati inquesti ultimi mesi e si ha l’im-pressione che la mancata discesain campo “dell’arbitro centrale”abbia allargato questa zona fran-ca ormai tracimante di volgarità,violenza e scurrilità. Notiamo che nel variegato fir-mamento dei Co.Re.Com italiani,in diverse Regioni, questi Orga-nismi stanno svolgendo una me-ritoria ed efficace azione di pre-sidio e di tutela dei cittadinisenza alcuna sudditanza e rive-renza verso la politica e l’emit-tenza locale. Molte anche le iniziative infor-mative sul territorio di compe-tenza per diffondere gli scopi ele finalità di questa Autorità ga-rante diffusamente misconosciu-ta e poco utilizzata in presenzadi offese al pudore e alla sensi-bilità, allorquando ci sono pro-grammi televisivi che offendonola dignità del cittadino e le sen-sibilità dei minori.Registriamo altresì che coesi-stono altri Co.Re.Com Regionalicaratterizzati da inoperosità, avolte anche pletorici nei compo-nenti e nelle strutture, che rap-presentano vere stanze di com-pensazione degli equilibri politicitra partiti e correnti. Un pugnonello stomaco assolutamente nontollerabile in una stagione distenti e sacrifici per la quasi to-talità degli italiani. L’AIART ancora una volta, ca-parbiamente, esorta queste Au-torità, nazionale e regionali, amostrare il loro DNA costitutivo:esuberanza, estroversità, auto-revolezza verso la politica e ipoteri mediatici, editoriali e te-lefonici. In una stagione in cuiil popolo italiano cerca dispera-tamente punti credibili di rife-rimento e di approdo l’AGCOMe i CO.RE.COM possono esserefari di attrazione e di fiducia. ■

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■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti

”“Molti Corecom

svolgonoun’efficace

e meritoria azione

Il Corecom della Campania ha avviato una campagna di sensibilizzazioneper la tutela dei minori sui mezzi di comunicazione. E’ stato infatti realizzato uno spot che, come ha spiegato Gianni Festa,Presidente Corecom della Campania: “Non va tenuto chiuso in uncassetto o in un file. Non servirebbe a nulla. Va invece propagato da te-levisioni e siti web. Per portare un messaggio chiaro; uno spot cheserve a far chiedere ai genitori che si accorgono di qualche violazionedel diritto all’infanzia, di aiutare le istituzioni in questo lavoro. Segnalandoogni qualvolta si rendano conto che in Tv c’è qualcosa di pericoloso oinadatto ai propri figli.” Presentando il filmato al Convegno “Famiglia e Tv” svoltosi ad Avellinoe promosso dalle locali strutture Aiart, Ucsi e Ufficio Comunicazionisociali, il Presidente del Corecom Campania si è detto fiducioso sulmessaggio dello spot diretto, breve e facilmente comprensibile daglistessi bambini. Il video infatti mostra come immagini violente o messaggifuorvianti siano molto pericolosi. Nel caso ci si dovesse imbattere in una violazione da parte di un’emittentenon si deve perdere tempo e comunicarlo al Corecom che sta lavorandosempre più per dare concretezza alla delega conferita dall’Agcom, pro-muovendo l’educazione al diritto e alla legalità degli stessi minori. Ilfilmato sarà trasmesso invitando le famiglie a non affidare i loro piccolialle cure di quella disattenta babysitter che può essere la tv. Lo spotdarà man forte alla battaglia che si deve fare ogni giorno contro i rischiconcreti che minacciano la sicurezza dei più piccoli.

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La Presidenza della Vigilanza an-data a Roberto Fico del MovimentoCinque Stelle è solo il primo tassellodel complesso mosaico della Rai.La Vigilanza da anni ha perso isuoi poteri di controllo di quantoavviene nel servizio pubblico e Ficosi e’ limitato a dire che la Rai varifondata, in che modo, sul frontei contenuti ancora non e’ chiaro.Intanto ci attendono almeno duemesi di black out della program-mazione, con un profluvio di repli-che, come se i cittadini-utenti nonpagassero il canone per 365 giornil’anno. Insomma, dovremo abituarcia film programmati già decine divolte e alla riproposizione addirit-tura dei varietà. E allora vengonomessi a punto i palinsesti autun-nali. Il direttore Giancarlo Leonesarebbe fermo nel suo secco ‘no’ aMiss Italia spiegando che non rien-tra più nei piani della rete ammi-raglia. Una novità salutata positi-vamente anche dall’Aiart, perchée’ stato sottolineato in un comuni-cato Miss Italia “e’ uno spettacoloche poteva andare bene negli anni‘60, ma oggi non ha più senso. In-somma, sarebbe una proposta lon-tana anni luce dalla realtà del Pae-se”. Ci sarebbero anche alcune no-

vità sul fronte delle conduzioni,prima fra tutte quella della secondaparte di ‘Domenica In’ su Rai1 chevedrà Mara Venier al posto di Lo-rella Cuccarini. Stesso discorso per‘La vita in diretta’ che dovrebbeessere condotta in autunno da Pao-la Perego e Franco Di Mare; men-tre, compagno di ‘Uno Mattina’ diElisa Isoardi dovrebbe essere DuilioGiammaria. Patrizio Roversi (exconduttore di ‘Turisti per caso’) in-vece, farà Linea Verde. Dopo unanno e otto mesi, torna poi, sempresu Rai1, ‘Ballando con le Stelle’,che dopo l’estate sfiderà la tra-smissione Mediaset di Maria DeFilippi, ‘C’è posta per te’. Confer-mato nei palinsesti d’autunno an-che ‘Tale e quale Show’ condottoda Carlo Conti che ha ricevuto inprimavera il Premio Regia Televi-sione 2013. Insomma, al momentosembrano mancare nuove offertesul fronte dell’informazione e dellacultura e la Rai, anche quest’anno,sembra concentrarsi molto sull’in-trattenimento, pensando che cosìsi riesce a fare una migliore con-correnza alle emittenti private.Certo, c’è intrattenimento e intrat-tenimento. In diretta da Assisi, laserata di musica e beneficenza con-

dotta da Carlo Conti su Rai1 “Conil cuore - Nel nome di Francesco”e’ stata vista a 3 mln 294mila tele-spettatori (share 20.27). Nel primetime di Rai2 “Nel segno del giallo”proponeva “Frammenti di un omi-cidio”, seguito da 1 mln 455milaspettatori (share 6.79). Su Rai3 lapartita dell’Europeo Under 21 traItalia e Israele, che ha portato gliAzzurrini di Mangia in semifinale,ha appassionato 2 mln 335mila te-lespettatori (share 10.83). E co-munque, qualche altra buona no-tizia. “La Storia siamo noi nonchiude.Termina semplicemente ilcontratto con Giovanni Minoli cheera andato già in pensione tre annifa ed aveva avuto un contrattotriennale per i 150 anni dell’Unitàd’Italia che scade il 31 maggio”.Lo ha spiegato il direttore generaledella Rai, Luigi Gubitosi, rispon-dendo alle domande dei giornalisti.“Il format della Storia siamo noi èdella Rai, era stato ideato da Re-nato Parascandolo, poi gestito daMinoli per una fase che adesso sichiude”, ha aggiunto Gubitosi, rin-graziando il giornalista per il lavorosvolto e non escludendo in futuronuove collaborazioni.

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➤ commenti

La lunga “vacanza” della RAIe le tante noiose repliche

www.rai.tv

Ancora una voltail “servizio pubblico”chiude “per ferie”.La protesta dell’Aiart

[ DI ALESSANDRO GUARASCI ] ✉ [email protected]

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A Rai 4 hanno perso il senso della misura. Ritenendoforse che un loro comunicato non fosse ripreso dallastampa, hanno dichiarato che “Il trono di spade haavuto ottimi ascolti che ne confermano l’ottima fattura”.Sul secondo “ottimo”( superlativo di buono!)si può dis-sentire; ma è un giudizio, anche se di parte “interessata”;comunque è un giudizio: come tale va considerato.L’altro “ottimo”, usato disinvoltamente da Rai 4, quelloriferito agli ascolti, è invece assolutamente improprio.Per non dire falso. Non si tratta di un giudizio, ma diun fatto. Stupiti dall’affermazione di Rai 4 “ottimiascolti”, increduli di tali conclamati mirabolanti risultatidi ascolti, abbiamo fatto una facile ricognizione dei datie abbiamo avuto subito la conferma che di tutto si puòparlare, a proposito del programma Trono di Spade suRai 4, meno che di “ottimi ascolti”. I dati, che pubbli-chiamo a lato(confrontati con i programmi in ondanelle stesse ore su altri canali) sono eloquenti e sonouna prova inequivocabile del flop di ascolti del Trono,targato Rai4. Si può obiettare che i dati Auditel nonsono molto attendibili; è vero, ma – considerata lastruttura societaria di Auditel e gli interessi che rap-presenta - se i dati non sono reali, è indubbio che sonopresi comunque in modo favorevole alla Rai. Sta difatto, comunque, che le rilevazioni Auditel sono – nono-stante le tante riserve- fatte sempre con gli stessicriteri per rilevare più che gli ascolti, i televisori accesi.Quando abbiamo avuto la notizia “ufficiale” dei dati ela prova evidente del flop di ascolti, abbiamo espressouna grande soddisfazione per l’insuccesso di un pro-gramma giudicato dall’Aiart immorale e del tuttoinadatto ad essere trasmesso dalla Rai in prima serata,al punto da chiederne alla Rai la sospensione. IlDirettore generale non si è degnato nemmeno di ri-spondere; ha continuato imperterrito a mandare inonda il programma, né tanto meno ha replicato alla ri-chiesta dell’Aiart di conoscere quanti euro la Rai hatirato fuori dalle sue dissestate casse per comprarenegli Usa Il trono di spade.Resta, dopo lo straordinario battage pubblicitario e la“benevola” accoglienza di gran parte della stampa ita-liana,il flop clamoroso di Rai 4, reso ancor più amarodal successo fatto registrare da Sky con lo stesso pro-gramma.(Della serie, il privato fa affari e il pubblico cirimette!).Di questo grave e oneroso insuccesso di Rai 4 difficilmentetroveremo un’eco sui media: la notizia non merita evi-dentemente attenzione. Ne abbiamo avuto una provaquando, in possesso dei dati di ascolto, abbiamo – comeAiart – dato la notizia con un comunicato che non è riu-scito ad andare oltre qualche misero flash d’agenzia.

Un silenzio assoluto, che fa riflettere e, per certi aspetti,preoccupare. La favola insegna (così si concludevano lefavole di Esopo e Fedro) che i programmi violenti eosceni – pur se di notevole fattura – non “tirano” più efanno bassi ascolti. Il calo dello share del Trono dispade dal 2,32% della prima puntata al misero 1,62%della quinta (ultima) dovrebbe indurre la Rai a ripensarescelte editoriali che, alla prova dei fatti (vedi gli ascolti)si palesano negative e fallimentari.

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■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti

“Il trono di spade”. Per Rai 4 flop di ascolti

di ANTONIO VITALIANO

CONFRONTO DATI AUDITEL

2 maggiorai1 che dio ci aiuti, 5.170.000 spettatori, 17.89%rai2 the voice of italy, 3.135.000 spettatori, 13.77%rai3 troppo forte, 965.000 spettatori, 3.46%rete4 calcio.chelsea/basilea 1.341.000 spettatori, 4.8%canale5 milano-palermo il ritorno 2.655.000 spettatori, 9.6%rai4 il trono di spade 669.000 spettatori, 2.32%

9 maggiorai1 che dio ci aiuti, 5.215.000 spettatori, 18.5%rai2 the voice of italy, 2.824.000 spettatori, 13.2%rai3 fuori controllo, 1.874.000 spettatori, 6.87%rete4 quel treno per yuma 876.000 spettatori, 3.6%canale5 io vi trovero’ 3.455.000 spettatori, 13.04%rai4 il trono di spade 418.000 spettatori, 1.49%

16 maggiorai1 che dio ci aiuti, 5.301.000 spettatori, 18.14%rai2 the voice of italy, 3.141.000 spettatori, 12.92%rai3 transiberian, 1.222.000 spettatori, 4.34%rete4 the cloaser 1.292.000 spettatori, 4.69%canale5 state of play 2.308.000 spettatori, 9.25%rai4 il trono di spade 534.000 spettatori, 1.82%

23 maggiorai1 che dio ci aiuti, 5.002.000 spettatori, 17.69%rai2 the voice of italy, 3.318.000 spettatori, 14.18%rai3 fortpasc, 1.119.000 spettatori, 4.4%rete4 the closer 1.628.000 spettatori, 5.97%canale5 firewall 2.525.000 spettatori, 9.71%rai4 il trono di spade 512.000 spettatori, 1.80%

30 maggiorai1 che dio ci aiuti, 5.216.000 spettatori, 18.39%rai2 the voice of italy, 3.346.000 spettatori, 14.87%rai3 mine vaganti, 1.470.000 spettatori, 5.38%rete4 the closer 1.346.000 spettatori, 4.93%canale5 red 2.917.000 spettatori, 11.3%rai4 il trono di spade 461.000 spettatori, 1.62

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Ore 13.30, piena estate e le famiglie,almeno quelle sopravvissute all’in-differenza ed alla noia alle quali ciha assuefatto la routine di questitempi, sono a tavola per il pranzo;compagna di sempre la tv, accesasul canale che trasmette i cartonianimati più amati dai bambini eragazzi: i Simpson ed il ClevelandShow! Quest’ultimo tuttavia, è stra-namente segnalato da un “semafo-rino giallo”, precauzione seppureprescritta, decisamente atipica peruna televisione che non si fa scrupolia mandare immagini crude e di-struttive senza alcun “avviso” perle famiglie, dunque mi motivo adapprofondire! Nato nel 2009 dallementi di Seth MacFarlane, MikeHenry e Richard Appel, in Americail Cleveland show è giunto alla terzastagione; protagonista è proprio Cle-veland uomo panciuto e di coloreche lascia casa insieme al figlio ado-lescente, Cleveland Junior, per met-tersi alla ricerca di una vita miglioredopo il divorzio; approdati in Virgi-nia, città natale di Cleveland questiscopre con piacere che la sua vecchiafiamma Donna, ha da poco divorziatoe contraccambia i suoi sentimenti, idue decidono di dar vita a una verafamiglia; tutti insieme dunque, luicon il suo Cleveland Junior, lei coni figli Roberta e il piccolo Rallo. Ictuoculi sembrerebbe più la trama diun film per adulti ultraquarantenni,disillusi ed anche un po’ sventurati;la sensazione diventa certezza ap-

profondendo la visione per le tema-tiche trattate, per le modalità e peri messaggi difficilmente spiegabiliad un pubblico di soli minori. Infatti,molto semplicisticamente e quasicome se fosse la normalità, è de-scritto l’odio reciproco tra i rispettivifigli delle “famiglie allargate”; sonoproposti episodi di bullismo; bambolegonfiabili estratte dal comodino al-l’occorrenza e come alternativa allamoglie “dissenziente”; il podologodel protagonista poi, altra figurainquietante, manifesta di aver sceltola propria professione non per pas-sione ma per assecondare il suo “vi-zio”; dulcis in fundo, Donna, lanuova compagna di Cleveland, men-tendo al proprio uomo, non disdegnauscite serali con amiche divorziatee animate dal solo proposito di “di-struggere” economicamente i gli exmariti. Sarebbe il caso di ricordareche esiste un codice di autoregola-mentazione per i minori e che moltospesso viene ignorato dalle emittentitelevisive. Sarebbe opportuno ricor-dare inoltre, che nella premessa delcodice viene sottolineato il bisognodel minore a uno sviluppo regolare,riconosciuto non solo dall’ordina-mento giuridico nazionale ma anchedalla Convenzione dell’ONU del1989 che impone a tutti di collabo-rare per realizzare quelle condizionigrazie alle quali i minori possanovivere una vita autonoma nella so-cietà, nello spirito di pace, dignità,tolleranza, libertà, eguaglianza, so-

lidarietà e che fa divieto di sottoporloa interferenze arbitrarie o illegalinella sua privacy e comunque a for-me di violenza, danno, abuso men-tale, sfruttamento. Ebbene, c’è dachiedersi quale messaggio possaevincere da un simile cartone ani-mato. In esso infatti non c’è nessunaimmagine che sia evocativa di unframmento di vita quanto menonormale; anche il divorzio e la nuovafamiglia ricomposta appaiono de-stabilizzati e destabilizzanti, basatisull’odio, l’indifferenza e l’incapacitàdi relazionarsi. C’è disistima versoil ragazzo in sovrappeso che viverelazioni sociali in virtù di un mar-chio che lo penalizza, v’è la tendenzaall’offesa, al turpiloquio maldestra-mente camuffato da un beep chelascia ben poco alla fantasia. Sarebbeopportuno chiedersi cosa ne è statodel Comitato Media e Minori, utilestrumento di garanzia per le de-nuncie delle violazione del codice atutela dei soggetti più vulnerabili.Eppure dal 2011 nessun governo,nemmeno quello attuale, o almenonon ancora, è riuscito a dissolvereil rumorosissimo silenzio su una si-gnificativa risorsa come il Comitatoche ha dato voce ai diritti dei minori,sempre più esposti alle inadempien-ze, leggerezze e “perversioni” degliadulti.

*Presidente di (CamMiNO)Camera Nazionale Avvocati per la

Famiglia ed i Minorenni

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➤ commenti

Ma quel cartone animatonon è adatto ai minori

[ DI TIZIANA TOMEO* ] ✉ [email protected]

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■ ■ ■■ ■ ■news news newsa cura di Francesco Giacalone

Corso Nazionale di FormazioneA Pavia il 24-25-26 ottobre si svolgerà il CorsoNazionale di Formazione Aiart. Nell’ambito della tregiorni si terrà inoltre il convegno “Media e Bioetica”. Ilprogramma completo, in via di definizione sarà pub-blicato sul sito internet www.aiart.org e sul prossimonumero de Il Telespettatore.

Ente dello Spettacolo

Don Ivan Maffeis è stato nominato Presidente dellaFondazione Ente dello Spettacolo, che opera dal 1946nel mondo della cultura, come una realtà articolata emultimediale, impegnata nella diffusione, promozionee valorizzazione della cultura cinematografica inItalia. A Don Ivan, già Vice Direttore dell’Ufficio Co-municazioni Sociali della CEI, l’Aiart ha fatto pervenirerallegramenti e auguri per il nuovo e prestigioso in-carico. Negli ultimi dieci anni, la fondazione ha cono-sciuto un importante rinnovamento grazie alla guidadi Mons. Dario Edoardo Viganò, consigliere ecclesiasticodell’Aiart, da gennaio Direttore del Centro TelevisivoVaticano.

ROMA

“Chiesa e mondo dei Media nella società post-secolare.Presentazione di ricerche ed analisi svolte dall’Uni-versità Statale di S. Pietroburgo”: è il tema dell’incontroche si è tenuto martedì 25 giugno, presso la SapienzaUniversità di Roma. Al workshop italo–russo sonointervenuti il Presidente nazionale dell’Aiart, LucaBorgomeo, docenti di comunicazione dell’UniversitàStatale di San Pietroburgo, il Prof. Mario Morcellini,Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ri-cerche Sociali della Sapienza, Gian Maria Fara, Pre-sidente dell’Eurispes; Marco Politi, vaticanista de IlFatto Quotidiano e Padre Vincenzo Adamo, dell’Uni-versità Gregoriana.

CAMPANIA [ Avellino ]Si è svolto il 16 maggio scorso, presso il Circolodella Stampa di Avellino, un Convegno su “Famigliae TV”. L’iniziativa è stata promossa dall’Aiart irpina,dall’Ucsi di Avellino e dall’Ufficio Comunicazioni Socialidiretto da Don Gerardo Capaldo, nell’ambito della ce-lebrazione della giornata mondiale delle ComunicazioniSociali. Alla manifestazione è intervenuto – tra glialtri - il Presidente Nazionale dell’Aiart Luca Borgomeoche ha denunciato la situazione di grave crisi del si-stema Italia nel campo delle comunicazioni, indivi-duando le cause principali nel sistema radiotelevisivo,monopolizzato dall’asse Mediaset-Rai, che ha effetti

perversi sui diritti dei telespettatori (specialmente iminori) ai quali, peraltro, viene nei fatti a mancarequalunque tutela”. “Ad accrescere la negatività del quadro complessivodelle comunicazioni in Italia – ha affermato Borgomeo- contribuisce in maniera determinante l’attuale legi-slazione, carente ed inadeguata, l’accesso limitato adinternet per larghi strati di cittadini, i ritardi nelladiffusione della banda larga, l’assoluta mancanza diprogrammi di educazione ai media”.

LAZIO [ Rieti ]“Saperne qualcosa di più su internet: come utenti, in-nanzitutto, visto che nei meandri legali e nei segretitecnologici noti soltanto a pochi addetti ai lavori sinascondono insidie inimmaginabili; e poi come genitori,visto che, sul piano della responsabilità giuridicaoltre che su quello primario della responsabilità edu-cativa, sono tante le cose da sapere rispetto ai nuovimedia.” Se ne è parlato in un incontro che, su stimolodell’Aiart di Rieti, è stato organizzato nella parrocchiaRegina Pacis, in occasione dei festeggiamenti in onoredi santa Rosa Venerini. In prossimità della memoria liturgica della coraggiosadonna viterbese canonizzata nel 2006 (la quale fu an-tesignana dell’educazione), le suore Maestre Pie Ve-nerini hanno voluto programmare una “festa della fa-miglia” insieme alla parrocchia nella quale la comunitàreligiosa opera. D’intesa con l’Aiart reatina, nel programma è statoinserito questo incontro destinato ai genitori, tantoquelli della scuola dell’infanzia intitolata alla santaquanto le famiglie della parrocchia. Apertosi con ilsaluto del parroco don Fabrizio Borrello e introdottodalla presidente del comitato Aiart, Gianna Serani, ilpomeriggio ha visto come relatore Marco Colantoni,presidente diocesano dell’Azione Cattolica, che haportato la sua competenza in materia essendo unoperatore della Polizia postale e delle comunicazione.Con l’aiuto di apposite slides, ha aiutato i presenti asaperne qualcosa di più in merito ai segreti e pericolidel web. Le difese tecnologiche esistono, ma, ha avvertito il re-latore, non potranno mai costituire baluardi sicuri alcento. L’unica vera accortezza, dunque, resta quellaeducativa: essere informati, condividere, stare vicinoai figli, non rinunciare alla propria responsabilitànella loro crescita.

MARCHETutte le strategie per non rimanere irretiti nel web apartire dalla corretta conoscenza e uso critico dei mediaed in particolare dei social network. E’stato questol’argomento dell’incontro “Nella rete come pesci?“ che

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news news

si è tenuto giovedì 6 giugno all’Istituto ComprensivoUgo Betti di Camerino. Il momento formativo per ge-nitori, insegnanti ed educatori è stato animato dalpresidente regionale dell’AIART Lorenzo Lattanzi ilquale ha spiegato: “L’iniziativa è stata interamenteorganizzata da Giuseppe Crocetti, intraprendente pre-sidente del Consiglio d’Istituto, con la condivisione deldirigente scolastico Maurizio Cavallaro con i quali siè creduto opportuno coinvolgere nell’argomento genitorie insegnanti che spesso con le giovani generazioni in-contrano le stesse difficoltà di comunicazione. Si è anche ipotizzando - ha aggiunto Lattanzi - di rea-lizzare un percorso formativo ad hoc, curato dall’AIART,per il prossimo anno scolastico”.

MACERATAIl 28 giugno, presso la sala convegni Ex-TREA inPiazza della Repubblica – Treia (Macerata), si èsvolto il seminario “Frodi Aziendali - Conservazionee tutela del patrimonio digitale e della proprietàintellettuale”. L’evento, patrocinato dalla Provinciadi Macerata, dal Comune di Treia, dalla Cameradi Commercio di Macerata - da Ex.it e dall’AIART,si è rivelato molto interessante per i temi affrontatiche spesso vengono trascurati dai media: le froditelematiche.I governi stanno spingendo verso il digitale, mapurtroppo gli utenti non sono pronti e ne subisconole conseguenze con forti perdite, sia economicheche d’immagine. Sempre di più le aziende sono esaranno soggette a frodi telematiche, vittime ditruffe e furto del patrimonio digitale anche peruna distorsione errata della realtà digitale. Il con-vegno è stato utile per fare il punto della situazione,fornendo, con una visione multidisciplinare, unquadro più completo dell’argomento. Hanno parte-cipato all’evento l’avvocato Claudio Fraticelli, ilconsulente in Sicurezza Informatica e ComputerForensic Rossano Rogani, l’esperto di Cyber Defencepresso un’organizzazione internazionale Diego Gian-ni Giuseppe. Il prof. Lorenzo Lattanzi in qualità dipresidente regionale AIART tratterà il tema: Fa-cebook & Co, la tecnologia come sfida educativa.Durante il seminario è stato presentato dalla MedStore e Rossano Rogani il Progetto SPID - il PuntoZERO sulla Sicurezza, consulenza e analisi a favoredella tutela professionale e aziendale.

PIEMONTE [ Torino ]L’Aiart di Torino ha partecipato con un proprio gazeboalla Festa del Volontariato, che si è tenuta il 15 e 16giugno al Parco Ruffini del capoluogo piemontese.Sono state illustrate le finalità e l’attività dell’associazionecon la distribuzione di volantini, schede di segnalazionee la rivista “Il Telespettatore”

➤ rassegna del sito

w w w. a i a r t . o r g

L’andamento degli accessi al sito Aiart nel mese di Maggio hafatto segnare un exploit con un nuovo record assoluto di visitepari a 32.076 visite con una media giornaliera di 1.034. Nuovorecord anche per la punta giornaliera di 4.703 visite. Qual èl’evento o gli eventi che hanno prodotto questo exploit? Unosolo è l’argomento che ha provocato un addensamento di vi-site soprattutto nei due periodi che vanno dal 7/5 al 10/5 con12.052 visite e dal 12/5 al 15/5 con 4984 e cioè il programma“Il trono di spade” trasmesso su Rai4. Come è noto l’Aiart,attraverso il suo presidente Luca Borgomeo, ha fortementeprotestato dopo la messa in onda di questo programma rite-nuto osceno, volgare e quasi pornografico. Apriti cielo! Si èscatenato il direttore di Rai4 Freccero a difesa del suo pro-gramma; molti siti e portali, che si occupano di Tv, hanno ri-tenuto accettabili le motivazioni di Freccero per cui hannoappiccato un fuoco mediatico alimentando una maxi discus-sione dove l’Aiart era al centro dei commenti. Questo mecca-nismo mediatico ha provocato punte di visite nei due periodicitati. Questa vicenda ha messo a centro dell’attenzione il sitodell’Aiart che è divenuto il punto di riferimento dove le per-sone coinvolte nel dibattito hanno attinto alimento e informa-zioni per le proprie elaborazioni e commenti. D’altra parte sesi depura il dato mensile e la sua media giornaliera nei predettidue periodi si ottengono i valori rispettivamente di 15040 vi-site e la media di 683 che, come si può notare, sono valori ditutto rispetto e di molto superiori agli anni precedenti. Ciò si-gnifica che il sito, nonostante il fenomeno “Freccero”, crescecomunque. Il sito cresce quando ci sono le attività, sia nazionaliche territoriali, e quindi, occorre darsi da fare nelle Sezioni. Ve-diamo più in dettaglio i documenti che hanno determinato lemaggiori punte giornaliere nei predetti periodi aggregati. Dal7 al 10 maggio, con 12.052 visite, sono stati inseriti i seguentidocumenti: Avvisi di attività nelle Sezioni Aiart di Macerata,Pavia e Torino; un articolo di Sean Carlos sulle proprietà deisocial media; la dichiarazione stampa di Luca Borgomeo sulprogramma “Il trono di spade”. Nel periodo che va dal 12 al15 maggio, con 4.984 visite, sono stati inseriti i seguenti do-cumenti: Relazione dell’attività del Gruppo di studio dell’AiartPiemonte; l’invio della news letter sull’uscita de La Parabolan.28; dichiarazioni e commenti su giornali on-line e cartacei,portali web e blog in merito alla dichiarazione di Luca Borgo-meo sul programma “Il trono di spade”. Esaminando i dow-nloads dal sito nel mese di maggio abbiamo i seguentidocumenti più scaricati: 1) con 98 downloads la relazione delladott.ssa Claudia Di Lorenzi al Corso di formazione nazionaleAiart di Roma 2006 sul tema “Percorsi di educazione alla TVper preadolescenti e adolescenti (11-17anni); 2) con 89 dow-nloads il saggio del prof. Sergio Spini “L’ambiguo rapporto trai mass-media e opinione pubblica”; 3) con 93 downloads ilsaggio del prof. Michele Indellicato “Etica ed estetica della co-municazione”. A maggio per le visite dall’estero, dopo l’Italiacon 20.541 accessi, troviamo gli USA con 3.639, la Franciacon 604, il Giappone con 432 e la Germania con 394.

[ DI DOMENICO INFANTE ] ✉ [email protected]

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L'AIART – Associazione Spettatori –ha natura giuridica di OrganizzazioneNon Lucrativa di Utilità Sociale (ON-LUS). Opera alla formazione nell'uso re-sponsabile dei media, per la tuteladegli interessi dei telespettatori cherappresenta nelle Istituzioni compe-tenti nei settori della radiotelevisione,del cinema e del teatro ed è impegnataa difendere nel campo radiotelevisivoe dei media in generale, i valori di li-bertà e di giustizia, l'affermazionedella dignità della persona e la tuteladei diritti della famiglia.

Tutti coloro che con un contributo indenaro vogliono collaborare ai progettidell'Aiart possono godere dei vantaggifiscali ai sensi dell'art 14 del D.L.14/3/2005 n.35 convertito in Legge14/5/2005 n.80 e dedurre il contri-buto erogato dal proprio reddito com-plessivo, secondo le norme vigenti.

5 PER MILLEUn’altra modalità per contribuire al-l’attività dell’Aiart è la destinazionedel 5 per mille: senza sborsare denaro,si appone sul modello 730 o sul mo-dello Unico della dichiarazione deiredditi, la propria firma e il codice fi-scale del beneficiario Aiart, nell’ap-posito riquadro che recita: “sostegnodel volontariato delle organizzazioni,ecc.ecc.

02436700583

Eredità e LegatiL’Aiart Associazione Spettatori Onlus,con sede a Roma in Via Albano, 77,può ricevere EREDITA’ e LEGATI nelleforme sotto indicate:Per nominare l’Associazione EREDEdi ogni sostanza:"Annullo ogni mia precedente dispo-sizione testamentaria. Nomino mioerede universale l’Aiart AssociazioneSpettatori Onlus, con sede a Romadevolvendo quanto posseggo, per ifini istituzionali dell’Associazione”.

Oppure, “Lascio la quota disponibiledella mia eredità all’Aiart, con sedein Roma, per i fini istituzionali del-l’Associazione”

Se si tratta di un legato:“Lascio all’Aiart Associazione Spet-tatori Onlus, con sede a Roma, atitolo di legato la somma di Euro…,titoli, o altro, per i fini istituzionalidell’Associazione”

PER INFORMAZIONI: Tel. 06.7808367 - Fax 06.7847146 - E-mail: [email protected]

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www.aiart.org

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