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Ticonzero news n. 72

Date post: 12-Apr-2017
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Ticonzero news Sommario Scienza&Società Il grande sonno, di Simone Ombuen Gli Oscar dei luoghi”, di Ghisi Grüer La Cià/Museo della scienza a Roma: una storia infinita, di Luigi Campanella Cercare il Sole, allungare il futuro, di Mario Ago- snelli Predizioni scienfiche in contes sociali, di Ales- sandro Vespignani EPS—EconomiaPolicaSocietà Roma prima cià italiana per presenza musul- mana, di Fabrizio Ciocco Recensioni e crica Herta Müller,Il paese delle prugne verdi, di Giovanna Corchia Not of an age but for all me’. Shakespeare nel- la leeratura per linfanzia, di Francesco Picciril- li e Irene Sabea Segnalazioni Giovani Viorio Pallono, Il caso e la probabi- lità. Le sorprese di una strana coppia, Dedalo, 2017 Mario Agosnelli e Debora Rizzuto, presenta- zione de Il mondo al tempo dei quan, a Penta- tonic, 9 aprile 2017 Giovani e anziani insieme per lArte urbana – lo Spi Cgil a Roma Tufello Immagini interne: serie uccelli da pixabay Notizie aperiodiche degli articoli pubblicati n. I n. 72 marzo 2017 M. Agosnelli Energenze L. Agosni Note criche P. L. Albini Labirin di leura P.L. Albini Recensioni di saggi Autori Vari EconomiaPolicaSocietà Autori Vari Frodi&Favole Autori Vari Arcoli di Scienza&Società Autori Vari R/C recensioni e crica A. Baile A proposito di film G. Camarda Cronache di polica economica L. Campanella Comunicare scienza A. Castronuovo Meccanica della fantasia O. Cilona Democrazia&Impresa G. Corchia Cultura&Società A. M. Curci Il cielo indiviso E. DAlessio Altrove e Dintorni A. De Marco Bioculture G. Grüer Disegno e Immagine G. Iannarone Educazione alla legalità M. Maggi Tecnorischio&Ambiente P. Manzelli Scienza e Arte L. Michelini Civitas R. Nobili Filosofia scienfica S. Ombuen Urbania P. Pallono Figure F. Rufo Biopoliche R. Vacca Fuori dal coro E. Ventura Divagazioni F. Zucco Bioeca: Donne & Scienza Le rubriche aperiodiche ave di Ticonzero n. Codice ISSN 2420-8442
Transcript
Page 1: Ticonzero news n. 72

Ticonzero news

I commenti posi-

tivi dei clienti

consentono di

dimostrare i suc-

cessi raggiunti e

di porre in risalto

Sommario

Scienza&Società

Il grande sonno, di Simone Ombuen Gli Oscar dei “luoghi”, di Ghisi Grütter

La Città/Museo della scienza a Roma: una storia infinita, di Luigi Campanella

Cercare il Sole, allungare il futuro, di Mario Ago-stinelli

Predizioni scientifiche in contesti sociali, di Ales-sandro Vespignani

EPS—EconomiaPoliticaSocietà

Roma prima città italiana per presenza musul-

mana, di Fabrizio Ciocco

Recensioni e critica

Herta Müller,Il paese delle prugne verdi,

di Giovanna Corchia Not of an age but for all time’. Shakespeare nel-

la letteratura per l’infanzia, di Francesco Picciril-li e Irene Sabetta

Segnalazioni Giovani Vittorio Pallottino, Il caso e la probabi-

lità. Le sorprese di una strana coppia, Dedalo,

2017

Mario Agostinelli e Debora Rizzuto, presenta-

zione de Il mondo al tempo dei quanti, a Penta-

tonic, 9 aprile 2017

Giovani e anziani insieme per l’Arte urbana – lo

Spi Cgil a Roma Tufello

Immagini interne: serie uccelli

da pixabay

Notizie aperiodiche degli articoli pubblicati n. I n. 72 marzo 2017

M. Agostinelli Energenze

L. Agostini Note critiche

P. L. Albini Labirinti di lettura

P.L. Albini Recensioni di saggi

Autori Vari EconomiaPoliticaSocietà

Autori Vari Frodi&Favole

Autori Vari Articoli di Scienza&Società

Autori Vari R/C recensioni e critica

A. Bailetti A proposito di film

G. Camarda Cronache di politica economica

L. Campanella Comunicare scienza

A. Castronuovo Meccanica della fantasia

O. Cilona Democrazia&Impresa

G. Corchia Cultura&Società

A. M. Curci Il cielo indiviso

E. D’Alessio Altrove e Dintorni

A. De Marco Bioculture

G. Grütter Disegno e Immagine

G. Iannarone Educazione alla legalità

M. Maggi Tecnorischio&Ambiente

P. Manzelli Scienza e Arte

L. Michelini Civitas

R. Nobili Filosofia scientifica

S. Ombuen Urbania

P. Pallottino Figure

F. Rufo Biopolitiche

R. Vacca Fuori dal coro

E. Ventura Divagazioni

F. Zucco Bioetica: Donne & Scienza

Le rubriche aperiodiche attive di Ticonzero

n. Codice ISSN 2420-8442

Page 2: Ticonzero news n. 72

Urbania di Simone Ombuen

4. Il grande sonno

Roma sta sprofondando ogni giorno di più in una

complessa crisi, nella quale ormai gli ingredienti

principali non sono più le pur gravi condizioni strut-

turali (arretramento del reddito pro capite, aumento

della disoccupazione giovanile, obsolescenza infra-

strutturale, degrado del patrimonio edilizio, inquina-

mento ambientale, traffico caotico, aumento dell’in-

sediamento camorristico e malavitoso, progressiva

scomparsa del commercio di vicinato), ma la sostan-

ziale incapacità della classe dirigente della città,

complessivamente intesa, di produrre un condivisibi-

le e credibile progetto al futuro. Guardando alle pre-

carie condizioni delle nostre ampie e degradate peri-

ferie, dentro come fuori dal GRA, viene in mente che

negli scorsi cinquant’anni gran parte delle cose più

semplici da fare si sono tentate, quasi sempre con

successi assai limitati o con veri e propri fallimenti;

ora restano da fare tutte le cose difficili, proprio

mentre i quadri di riferimento economici sociali e

climatici si aggravano.

Alla elaborazione di un tale stato di cose non con-

tribuisce un dibattito pubblico perversamente media-

tizzato, che concentra l’attenzione attorno alle vicen-

de relative alla realizzazione di un nuovo stadio di

calcio di cui la città non ha effettivo bisogno, e non è

in grado di trattare adeguatamente la concretezza

delle condizioni di vita della popolazione. Su questo

tema sono già intervenuto sulle pagine di Urbania,

segnalando come la discussione era sin da allora

malposta. Non si tratta solo di valutare se le infra-

strutture da realizzare siano adeguate a sostenere la

realizzazione di un nuovo stadio e dell’annesso cen-

tro direzionale; il punto di vista va ribaltato.

Disegno e immagine di Ghisi Grütter

29. Gli Oscar dei “luoghi”

Alla vigilia dell’annuale premiazione all’89mo

Academy Awards Oscar, sono stata a vedere i tre

film maggiormente quotati per ricevere gli ambiti

premi: il tanto celebrato La La Land di Damien

Chazelle (ha ottenuto sei statuette su quattordici

nominations), il più discreto – e sicuramente meno

allegro Manchester-by-the-Sea di Kenneth Loner-

gan (ne ha ottenute due su sei) e il drammatico

Moonlight (ne ha ricevute tre su sei) di Barry Jen-

kins, storia di un ragazzo nero e gay cresciuto nel

ghetto di Miami.1

Nonostante mi siano piaciuti tutti e tre, non mi

sembra che nessuno meriti un Oscar. È probabile

che quest’anno la qualità della produzione cinema-

tografica sia un po’ calata rispetto agli anni scorsi

dove c’erano due o tre film, ogni anno, a meritarse-

lo. A mio avviso, il migliore dei tre è Manchester-

by-the-Sea, ma io parlo, comunque, dalla parte del

pubblico essendo un’appassionata di cinema, non

certo un’esperta.

Ho letto recentemente un articolo di Curzio Mal-

tese che riscontrava nelle 14 nominations di La La

Land un segnale del declino dell’impero americano.

Così scrive: «Il record che accosta il film più so-

pravvalutato del decennio a Eva contro Eva e al Ti-

tanic si può spiegare soltanto con l’immensa nostal-

gia di Hollywood per lo splendore perduto, la stessa

nostalgia di grandezza che in maniera assai più al-

lucinata e preoccupante ha spinto milioni di elettori

a eleggere con lo slogan “faremo di nuovo grande

l’America” il Romolo Augustolo dell’impero ame-

ricano, l’ineffabile Donald Duck Trump».2

[continua]

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Comunicare scienza di Luigi Campanella

35. La Città/Museo della scienza a Roma: una storia

infinita

Roma è una delle grandi metropoli moderne sede di

Università, Accademie, Enti di ricerca, industrie

che spendono per attività di ricerca quasi 1/3 del

budget nazionale: eppure al contrario di Napoli, Fi-

renze, Milano, Trieste non ha un Museo della

Scienza e si continuano a perdere occasioni per

averlo.

Perché? La storia come dice il titolo è infinita ma

se vogliamo ridurla agli episodi più significativi

questi vanno collocati in tempi diversi, anni 70, an-

ni 90, giorni nostri.

Negli anni 70 dopo l’impostazione strettamente

produttivistica che si intese dare alla ricerca negli

anni ‘60 tutta focalizzata sull’incremento della pro-

duzione, dei consumi e del mercato, ci fu una gene-

rale rivalutazione, innescata anche dai moti del 68,

dei contenuti strettamente culturali della ricerca ed

una riconsiderazione della Storia della Scienza,

quale espressione di un ideale connubio con la Sto-

ria dell’Arte, in Italia molto più accettata e studiata.

La Storia della Scienza molto insegna sull’equili-

brio fra scienze teoriche e sperimentali, fra interdi-

sciplinare e multidisciplinare, fra strumenti e mo-

delli.

Come risultato di tale processo autocritico si rea-

lizzarono Mostre rimaste famose come quella 5 Mi-

liardi di Anni e si cominciò a pensare al possibile

modello di Museo della Scienza a Roma. La discus-

sione fu molto dialettica: si confrontarono anche

duramente, scuole diverse di pensiero, [continua].

Energenze di Mario Agostinelli

22. Cercare il sole, allungare il futuro

Il Sole occupa un posto così decisivo nella esperien-

za di ciascuno, nell’origine e nel mantenimento del-

la vita, nelle scienze naturali, nella storia e nelle re-

ligioni da essere da sempre connaturato a immagini

e concetti utopici (definendo l’Utopia come una me-

ta intesa come ideale e concettualmente coerente,

anche se non effettivamente raggiungibile). Nella

storia alcuni degli slanci umani più arditi sono con-

vissuti, tra realtà e leggenda, con il Sole: le ombre

proiettate al solstizio dalle pietre megalitiche di Sto-

nehenghe, trascinate ed erette secondo le storie di

Artù da Mago Merlino per far riconoscere ai Breto-

ni la volta stellata; i cunicoli delle piramidi illumi-

nati solo in certi giorni dell’anno a guisa di ripro-

durre e misurare il pigreco; il monito terribile dello

scioglimento delle ali di Icaro volato troppo in alto;

il riflesso dell’astro a mezzogiorno nel pozzo di

Alessandria per consentire a Eratostene di calcolare

la circonferenza della terra; l’invenzione degli spec-

chi ustori da parte di Archimede nell’illusione che il

Davide siracusano sconfiggesse il Golia romano; la

Città del Sole che da Campanella in poi ammalierà

tutta l’epoca moderna.

Oggi il Sole è collegato ad una nuova grande uto-

pia: un mondo solare in cui l’approvvigionamento

di energia, lo smaltimento delle scorie, i consumi, le

produzioni, l’evoluzione della biosfera si integrino

pienamente nei cicli naturali e nei tempi biologici. Il

mondo non ha più tempo da perdere. Siamo nel

mezzo della crisi energetica più rilevante nella sto-

ria dell’umanità.

[continua]

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Scienza&Società di Autori Vari

79. Predizioni scientifiche in contesti sociali, di

Alessandro Vespignani

Quando si parla di previsioni scientifiche, la prima

cosa che viene in mente sono le previsioni del tem-

po. Ma le previsioni meteorologiche non sono l'uni-

ca scienza di quelle che possono farlo. Le previsio-

ni in altri campi del sapere, in particolare quelli in

cui sono coinvolti gli esseri umani e la loro società,

sono notevolmente diverse da quelle meteorologi-

che. La differenza principale è che il tempo non si

preoccupa di questioni sociali e culturali, e seguirà

il suo corso senza essere influenzato dalle nostre

azioni e reazioni. Per esempio, quando si cerca di

predire la diffusione di un'epidemia in una popola-

zione, dobbiamo considerare che le persone cam-

biano il proprio comportamento, una volta che sa-

ranno consapevoli della previsione. Le reazioni in-

dividuali non sono l'unico elemento che deve esse-

re preso in considerazione, dal momento che le isti-

tuzioni della sanità pubblica potranno anche adotta-

re misure adeguate per affrontare la minaccia

dell'epidemia e queste avranno anche un impatto

sul comportamento delle persone.

Chiaramente, tutti questi fattori influenzano la

validità di una previsione, che sarà circoscritta al

suo arco temporale. Dopo di che, abbiamo bisogno

di prendere in considerazione tutti i cambiamenti

che hanno subito all'interno della società e integrar-

li nel nostro modello, al fine di trarre nuove previ-

sioni. Tutti i sistemi complessi sono caratterizzati

da un certo grado di imprevedibilità, a causa del

noto effetto farfalla. Anche le previsioni del tempo

non sono considerate affidabili al di là di due setti-

mane. [continua]

EPS — EconomiaPoliticaSocietà di Autori

Vari

108. Roma prima città italiana per presenza mu-sulmana, di Fabrizio Ciocco

La Stima dei Musulmani

Il numero complessivo dei residenti musulmani

presenti nel Comune di Roma non è calcolabile in

maniera precisa, tuttavia è possibile procedere con

delle stime approssimative, partendo dalla percen-

tuali ufficiali delle confessioni religiose nelle Na-

zioni di origine, metodo solitamente utilizzato dal-

la Caritas per il Dossier Statistico Annuale e dal

Centro Studi e Ricerche IDOS per definire le con-

fessioni religiose degli immigrati.

Naturalmente quando si parla di straniero mu-

sulmano, si fa riferimento ad un soggetto che pro-

viene da una Nazione la cui confessione religiosa

principale è quella islamica. Un concetto di appar-

tenenza religiosa non legato quindi solo al culto

che si pratica, ma anche ad una memoria collettiva

costituita da un codice complesso di tradizioni,

valori comuni, condotte simboliche.

Basarsi quindi esclusivamente sulla nazionalità

di origine per determinare l’appartenenza religiosa

presenta ovviamente dei limiti statistici; tuttavia i

dati elaborati possono fornire utili indicazioni per

inquadrare la situazione del fenomeno.

La stima dei musulmani residenti all’interno del

Comune di Roma è quindi effettuata applicando,

ad ogni gruppo nazionale di immigrati stranieri

residenti, la percentuale di musulmani presente

nella Madrepatria (utilizzando quelle definite dal

PEW Research Center). Ciò significa che se la

percentuale di musulmani in Egitto è pari al 94%

della popolazione autoctona, ed all’interno del

Comune di Roma abbiamo 100 Egiziani residenti,

si presume che 94 di questi siano di religione isla-

mica. [continua]

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Cultura &Società di Giovanna Corchia

86. Il paese delle prugne verdi, di Herta Müller

Il libro Il paese delle prugne verdi di Herta Müller può generare un certo smarrimento nel lettore; un lin-

guaggio molto particolare con cui familiarizzare poco alla volta, cogliendo il filo del discorso. La paura

abita in ogni pagina della storia, delle storie del libro: la paura che segna la vita di molti in un paese, la

Romania, in cui un dittatore e tutto l’apparato poliziesco al suo servizio cancellano ogni forma di libertà.

La morte è presente sin dalle prime pagine e Lola, una ragazza che avrebbe dovuto avere la vita davanti a

sé, muore. Un suicidio, si dichiara, ma è ben altra cosa. Tanti i suicidi in quel paese mai abitato dalla

speranza. Impossibile manifestare il benché minimo dissenso.

Terrore. Applaudire, biasimare all’unisono con il Potere, ecco ciò che è imposto ad ognuno Dopo la prima morte, quella di Lola, la narratrice – ignoriamo il suo nome – si sofferma su Edgar, Kurt,

Georg. Un’amicizia sempre più forte li lega; è la loro ragione di vita, in un mondo che ne è completa-

mente privo. Kurt, Edgar e Georg avrebbero voluto sapere tutto di Lola da lei che aveva condiviso la

stanza con l’amica, trovata impiccata con la sua cintura nell’armadio. Di quella morte in lei, la narratrice,

ogni dettaglio era rimasto dentro. Mentre raccontava, Edgar prendeva nota in un suo quaderno per serba-

re traccia di quella giovane vita spezzata.. [continua]

R/C—Recensioni e critica di Autori Vari

27. ‘Not of an age but for all time’. Shakespeare nella letteratura per l’infanzia, di Francesco Piccirilli e

Irene Sabetta

Abstract

“He was not of an age but for all time”1 scrive Ben Jonson parlando di mastro William Shakespeare nella

sua elegia al drammaturgo immortale intitolata To the Memory of My Beloved the Author, Mr. William

Shakespeare. Si può tuttavia riformulare la suddetta frase affermando: ‘he was not of a particular age,

but for all ages’. Sin dalla nascita della Children’s Literature (che si fa risalire per convenzione intorno al

XVIII secolo) si manifesta la necessità di trasmettere contenuti e tematiche Shakespeariane ai più piccini

attraverso adattamenti, trasposizioni o allusioni. Nel presente elaborato verrà presentato l’argomento

con riferimento alle strutture latenti di alcune tragedie e commedie shakespeariane; si ripercorrerà inol-

tre l’evoluzione diacronica dell’utilizzo del ‘Canone’ nella letteratura infantile dalle origini fino ai giorni

nostri. [continua]

Page 6: Ticonzero news n. 72

Segnalazioni

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