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TRIBUNALE DI TARANTO SEZIONE PENALE CORTE D'ASSISE · AVVOCATO MARRAZZA – Ho capito. E...

Date post: 24-Feb-2019
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NUOVI ORIZZONTI - SOCIETA' COOPERATIVA A RESPONSABILITA' LIMITATA SOCIA DEL CONSORZIO CICLAT TRIBUNALE DI TARANTO SEZIONE PENALE CORTE D'ASSISE ***** RITOASSISE AULA PENALE DOTT.SSASTEFANIA D'ERRICO Presidente DOTT.SSAFULVIA MISSERINI Giudice a Latere DOTT.RAFFAELE GRAZIANO Pubblico Ministero DOTT.MARIANO BUCCOLIERO Pubblico Ministero DOTT.SSAPIRRONI ANNAPIA Cancelliere SIG.RAMARY RANDAZZO Ausiliario tecnico VERBALE DI UDIENZA REDATTO CON IL SISTEMA DELLA STENOTIPIA ELETTRONICA E SUCCESSIVA INTEGRAZIONE VERBALE COSTITUITO DA NUMERO PAGINE:147 PROCEDIMENTO PENALE NUMERO 938/10R.G.N.R. PROCEDIMENTO PENALE NUMERO 1/2016R.G. A CARICO DI: RIVA NICOLA + 46 UDIENZA DEL30/01/2018 TICKET DI PROCEDIMENTO: P2018400785522 Esito:RINVIO AL 31/01/2018 19:25 R.G. 1/2016 - TRIBUNALE DI TARANTO SEZIONE PENALE CORTE D'ASSISE - 30/01/2018 - C/RIVA NICOLA + 46 - 1 di 147
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NUOVI ORIZZONTI - SOCIETA' COOPERATIVA A RESPONSABILITA' LIMITATA

SOCIA DEL CONSORZIO CICLAT

TRIBUNALE DI TARANTOSEZIONE PENALE CORTE D'ASSISE

*****

RITOASSISE

AULA PENALE

DOTT.SSASTEFANIA D'ERRICO Presidente

DOTT.SSAFULVIA MISSERINI Giudice a Latere

DOTT.RAFFAELE GRAZIANO Pubblico Ministero

DOTT.MARIANO BUCCOLIERO Pubblico Ministero

DOTT.SSAPIRRONI ANNAPIA Cancelliere

SIG.RAMARY RANDAZZO Ausiliario tecnico

VERBALE DI UDIENZA REDATTO CON IL SISTEMA DELLA STENOTIPIA ELETTRONICA E SUCCESSIVA INTEGRAZIONE

VERBALE COSTITUITO DA NUMERO PAGINE:147

PROCEDIMENTO PENALE NUMERO 938/10R.G.N.R.

PROCEDIMENTO PENALE NUMERO 1/2016R.G.

A CARICO DI: RIVA NICOLA + 46

UDIENZA DEL30/01/2018

TICKET DI PROCEDIMENTO: P2018400785522

Esito:RINVIO AL 31/01/2018 19:25

R.G. 1/2016 - TRIBUNALE DI TARANTO SEZIONE PENALE CORTE D'ASSISE - 30/01/2018 - C/RIVA NICOLA +

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NUOVI ORIZZONTI - SOCIETA' COOPERATIVA A RESPONSABILITA' LIMITATA

SOCIA DEL CONSORZIO CICLAT

INDICE ANALITICO PROGRESSIVO

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE MEO GIUSSEPPE...............................................................4

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO MARRAZZA.......................................5

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO LANUCARA.......................................9

RIESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTT. R. GRAZIANO..................................13

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE CORDISCO MARCELLO.................................................24

ESAME DEL P.M., DOTT. M. BUCCOLIERO...................................................................24

ESAME DEL P.M., DOTT. R. GRAZIANO.........................................................................28

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO VOZZA..............................................32

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO PERRONE.........................................34

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO............................35

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO MELUCCI..........................................39

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO MARIUCCI........................................40

DOMANDE DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO.....................................40

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE PALOMBELLA ROCCO.................................................41

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTT. M. BUCCOLIERO................................41

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTT. R. GRAZIANO......................................48

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO PERRONE.........................................52

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO............................54

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO VOZZA..............................................63

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE RAPPA ROSARIO...........................................................65

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO M. BUCCOLIERO..............................................65

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR R. GRAZIANO.................................76

DOMANDE DELLA PARTE CIVILE, AVVOCATO DEL VECCHIO..............................76

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO............................79

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO MELUCCI..........................................92

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO VOZZA..............................................93

RIESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR M. BUCCOLIERO........................98

DOMANDE DEL PRESIDENTE, DOTT.SSA S. D’ERRICO.............................................99

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE STEFANELLI DONATO PIETRO.................................100

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR M. BUCCOLIERO..........................100

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR R. GRAZIANO...............................109

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DOMANDE DELLA PARTE CIVILE, AVV.SSA MARIGGIO’......................................110

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO VOZZA............................................110

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO..........................116

RIESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR M. BUCCOLIERO......................122

DOMANDE DEL PRESIDENTE. DOTT.SSA S. D’ERRICO...........................................129

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE MARINOSCI COSIMO..................................................130

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR M. BUCCOLIERO..........................130

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO..........................134

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVV.SSA SOTTOCASA.......................................143

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TRIBUNALE DI TARANTO

SEZIONE PENALE CORTE D'ASSISE

RITOASSISE

Procedimento penale n. 1/2016 R.G. - 938/10 R.G.N.R.

Udienza del 30/01/2018

DOTT.SSASTEFANIA D'ERRICO Presidente

DOTT.SSAFULVIA MISSERINI Giudice a latere

DOTT.RAFFAELE GRAZIANO Pubblico Ministero

DOTT.MARIANO BUCCOLIERO Pubblico Ministero

DOTT.SSAPIRRONI ANNAPIA Cancelliere

SIG.RAMARY RANDAZZO Ausiliario tecnico

PROCEDIMENTO A CARICO DI – RIVA NICOLA + 46 –

Il Presidente procede all’Appello ed alla regolare costituzione delle Parti, come da verbale

redatto dal Cancelliere di udienza.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Possiamo continuare con il controesame del signor Meo.

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE MEO GIUSSEPPE

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Buongiorno signor Meo, si accomodi. Lei deve continuare il

controesame, è sempre sotto il vincolo del giuramento.

TESTE G. MEO – Certamente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego, chi vuole iniziare dei difensori degli imputati?

AVVOCATO MARRAZZA – L’Avvocato Marrazza per Colucci.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

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CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO MARRAZZA

AVVOCATO MARRAZZA – Signor Meo ha già risposto, ma ho bisogno di un chiarimento, lei

a partire dal 2004 quale attività ha svolto?

TESTE G. MEO – Tecnico, prima era tecnico controstallia giù a IMA1 e nel 2010 poi è stata

cambiata come tecnico IMA1.

AVVOCATO MARRAZZA – Cioè, si occupava di cosa?

TESTE G. MEO – Della parte burocratica delle navi, del porto e poi di gestire tecnicamente

anche gli impianti.

AVVOCATO MARRAZZA – No, chiedo scusa, andiamo per gradi. Quindi lei ha iniziato

quest’attività di tecnico controstallie, se ho capito?

TESTE G. MEO – Sì, controstallie. Consisteva nel calcolare, in base a dei contratti, la durata

della nave, quanto si pagava.

AVVOCATO MARRAZZA – Quindi il suo posto di lavoro, la sua postazione di lavoro dove

era?

TESTE G. MEO – Era in ufficio.

AVVOCATO MARRAZZA – Esattamente l’ufficio era nel porto?

TESTE G. MEO – Al secondo sporgente.

AVVOCATO MARRAZZA – Era nel secondo sporgente. Quindi questo tecnico di controstallie

è un’attività che consisteva nel fare calcoli?

TESTE G. MEO – Di navi.

AVVOCATO MARRAZZA – Di navi?

TESTE G. MEO – In base a dei contratti, sì.

AVVOCATO MARRAZZA – Cioè, ci può spiegare?

TESTE G. MEO – Sì, certamente. Una nave ha un tot di tempo per scaricare, di contratto,

possono essere – non so - due giorni, tre giorni, quattro giorni, tutto il tempo che si

superava in base a questo contratto si calcolava con le controstallie e quindi una nave

poteva costare anche 70.000 euro al giorno in più in base al tempo concesso.

AVVOCATO MARRAZZA – Ho capito. Quindi, sostanzialmente, era…

TESTE G. MEO - Ma non era soltanto questo il mio lavoro, naturalmente.

AVVOCATO MARRAZZA – No, mi scusi, per capire, sostanziale era il calcolo della sosta della

nave e del costo della sosta della nave, giusto?

TESTE G. MEO – Sì, esattamente. Scusate, sono un po’ emozionato, quindi non riesco.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – No, stia tranquillo.

AVVOCATO MARRAZZA – No, non si agiti.

TESTE G. MEO - Naturalmente stava anche tutto l’iter burocratico della nave, quindi la

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preparazione di documenti, registrare tutti i tempi che stava la nave, cosa accadeva, in

più l’accettazione tecnica di una nave, se poteva ormeggiare oppure no al porto di

Taranto in base a delle caratteristiche. Cioè, una serie di lavori.

AVVOCATO MARRAZZA – Ho capito. Quindi lei si occupava, essenzialmente, di un lavoro

d’ufficio.

TESTE G. MEO – Burocratico, sì.

AVVOCATO MARRAZZA – Mi corregga se sbaglio, per calcolare queste soste e queste cose.

TESTE G. MEO – Uno dei lavori principali che svolgevo giù a IMA1. Sì, certo.

AVVOCATO MARRAZZA – Lei questo lavoro l’ha svolto a partire dal 2004, giusto?

TESTE G. MEO – Allora, dal 2002 al 2004 contratto di formazione naturalmente, dal 2004 ho

cominciato già a svolgere questa mansione.

AVVOCATO MARRAZZA – Lei conosceva il signor De Santis?

TESTE G. MEO – Certamente, è un mio collega. Giovanni De Santis.

AVVOCATO MARRAZZA - Qual era l’attività di De Santis?

TESTE G. MEO – De Santis faceva quello che facevo io, la stessa attività, anche lui si occupava

di conteggi di navi, consultazione dei documenti, avevamo più o meno la stessa

mansione.

AVVOCATO MARRAZZA – Era più anziano di lei?

TESTE G. MEO – Lui era stato assunto prima di me, se non sbaglio nel 2001, un anno prima, se

ricordo male. Io quando sono andato nel 2002 già c’era lui, però se non sbaglio lui

venne assunto nel 2001.

AVVOCATO MARRAZZA – Lei conosceva il signor Valenzano?

TESTE G. MEO – Certamente. Valenzano anche lui, più o meno il periodo di assunzione è stato

2001, 2002 e Valenzano era gruista quando io già facevo tecnico controstallia.

AVVOCATO MARRAZZA – Lei ha avuto modo di avere rapporti o conoscere la Società Crane

Safety Evolution?

TESTE G. MEO – No, non ricordo. Se… No, non ricordo, adesso non mi sto ricordando,

perché? No, non ricordo, se so di cosa si occupava.

AVVOCATO MARRAZZA – Questa società si occupava di verifiche delle attrezzature, delle

gru e operava a Taranto. Lei ha mai avuto occasione?

TESTE G. MEO – Ho capito adesso, sì. Era più un contatto che aveva il caporeparto con queste

società.

AVVOCATO MARRAZZA – Quindi lei non ha mai avuto occasioni di incontrare un

rappresentante o qualcuno?

TESTE G. MEO – Io no. Arrivavano tantissime società dentro il porto di Taranto, ogni giorno,

perché vedevano tante cose, era più un rapporto che avevano col caporeparto.

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AVVOCATO MARRAZZA – Ho capito. E d’altronde, se ho capito, siccome lei si interessava di

controstallie, non poteva interloquire con questa società, giusto?

TESTE G. MEO – Certamente. Perché la mansione è cambiata esattamente nel 2010.

AVVOCATO MARRAZZA – No, va be’, non le sto chiedendo questo, io le ho chiesto solo se

conosceva qualcuno di questa società.

TESTE G. MEO – No, era giusto per spiegare.

AVVOCATO MARRAZZA – Se ha mai avuto l’occasione di incontrare un loro rappresentante a

Taranto.

TESTE G. MEO – Va bene.

AVVOCATO MARRAZZA – Quindi non li conosceva, non ha avuto occasioni di conoscerli. A

proposito dell’evento della tromba d’aria, lei sa o ricorda quando le gru ripresero

l’attività di discarica?

TESTE G. MEO – No, perché venni mandato via da quel reparto, dall’oggi al domani, senza

nessuna spiegazione da parte dell’Ilva.

AVVOCATO MARRAZZA – Sa come operavano le gru dopo l’incidente, nel primo periodo

dopo l’incidente?

TESTE G. MEO – Allora, ripeto, io non sono stato in quel reparto, mi hanno soltanto riferito che

vennero messi dei radiocomandi, quindi si comandavano da terra e ha lavorato il DM7,

però io dopo l’uragano non stavo più già in quel reparto, quindi non posso riferire fatti

dopo l’uragano. L’unica cosa che posso dire è questa: il problema è stato poi, che la

cosa che non mi sono… il DM7.

AVVOCATO MARRAZZA – No, le chiedo scusa, le domande le dovrei fare io.

TESTE G. MEO – Io sto dando spiegazioni sul fatto della discarica.

AVVOCATO MARRAZZA – Io le ho fatto una domanda e lei mi ha detto che non sa, quindi se

non sa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, facciamo completare la risposta però al teste.

AVVOCATO MARRAZZA – Sì Presidente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Che cosa voleva dire?

TESTE G. MEO – Voglio dire questo: al quarto sporgente, quando c’ero io venne tutto

sequestrato naturalmente, dopo la morte del ragazzo era tutto sequestrato, non si

potevano utilizzare gli scaricatori. Esattamente il 2 dicembre, era di domenica, che io

ero di servizio tecnico, c’era il problema come scaricare le navi, al quarto non si

potevano scaricare, al secondo era un problema mettere le navi dal quarto sporgente al

secondo sporgente e quindi ci fu l’iniziativa del DM7, questo scaricatore continuo che si

trovava al quarto.

AVVOCATO MARRAZZA – Chiedo scusa Presidente, ma la mia domanda era un’altra, credo

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che adesso.

TESTE G. MEO – Lei mi ha chiesto come scaricavano le navi dopo il tornado ed io sto

rispondendo.

AVVOCATO MARRAZZA – Io ho chiesto se al secondo sporgente, cioè dopo l’incidente e in

relazione all’evento.

TESTE G. MEO – Non è successo al secondo.

AVVOCATO MARRAZZA – Come si operava alla discarica e lei mi ha detto: “Non lo so”.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Le sta rispondendo il teste.

AVVOCATO MARRAZZA – No, ha detto: “Non lo so perché sono andato via”.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, ma adesso sta rispondendo come veniva fatto. Sta

rispondendo precisamente alla sua domanda, se poi non lo vogliamo far parlare.

AVVOCATO MARRAZZA – No, no, lo facciamo parlare.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

TESTE G. MEO – Io dico quanto di mia conoscenza, quindi io stavo soltanto dando un dettaglio.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Tra l’altro mi sembra che l’abbia già detto questo fatto del

DM7, l’ha già riferito.

TESTE G. MEO – DM7, sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora completi la sua dichiarazione.

TESTE G. MEO – Allora, io mi occupavo…

PRESIDENTE S. D'ERRICO – No, stava dicendo che dopo l’uragano c’era il problema.

TESTE G. MEO – Hanno scaricato con questo DM7, da quanto mi è stato detto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Hanno utilizzato questo DM7.

TESTE G. MEO – Di questo DM7 ricordo, fino a quando stavo io, addirittura che la pratica

operativa non era nemmeno aggiornata, in quanto era uno scaricatore che non si poteva

utilizzare per motivi di sicurezza, per motivi che non si sapeva deve installare la cabina

operatore, perché a bordo nave non poteva stare, sullo scaricatore non poteva stare, era

troppo grande, era pericolosa, infatti a dicembre del 2014 cadde in mare.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – In che anno?

TESTE G. MEO – A dicembre del 2014 il DM7 è caduto in mare e ci furono anche due

infortuni, se non ricordo male.

AVVOCATO MARRAZZA – Chiedo scusa, torniamo al problema dell’uragano.

TESTE G. MEO – Certo.

AVVOCATO MARRAZZA – Quindi lei ha riferito di questo DM7. Il DM7 dove era

posizionato?

TESTE G. MEO – Verso testata del quarto sporgente, era l’ultimo degli scaricatori.

AVVOCATO MARRAZZA – Quindi il quarto sporgente rispetto al secondo sporgente a che

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distanza è?

TESTE G. MEO – Saranno circa… Quanto può essere? Adesso non lo so, non mi ricordo.

Perché ci sta il secondo sporgente, il terzo e il quarto sporgente, può essere – quanto? –

un chilometro.

AVVOCATO MARRAZZA – Quindi sono dei punti di approdo diversi?

TESTE G. MEO – Sì, sono due sporgenti, perché al centro c’è il terzo sporgente tra i due

sporgenti, ora la distanza non.

AVVOCATO MARRAZZA – Lei è a conoscenza di uno studio sulla vita residua delle gru?

TESTE G. MEO – Allora, se non sbaglio l’ingegner De Gioia, che all’epoca era il tecnico di

manutenzione meccanica, stava facendo una ricerca su quanti anni hanno lavorato le gru

e quanti anni restavano di vita. Infatti mi ricordo che una volta l’ingegnere De Gioia

voleva sapere, in base all’archivio che c’era giù a IMA da me, quanto materiale è stato

scaricato al secondo sporgente e quanto materiale è stato scaricato al quarto sporgente.

AVVOCATO MARRAZZA – Possiamo individuare un periodo? Cioè, lei riferisce questo, in

che periodo?

TESTE G. MEO – Era sempre più o meno il 2010, perché l’ingegnere De Gioia è stato assunto

verso il 2008, 2009 e si cominciò già a studiare la vita degli scaricatori.

AVVOCATO MARRAZZA – Per l’anno 2012 ricorda se fu affrontato questo argomento?

TESTE G. MEO – Si stava studiando, però non lo gestivo io, lo gestiva l’ingegner De Gioia, in

quanto era caporeparto di manutenzione meccanica.

AVVOCATO MARRAZZA – Quindi lei non aveva competenza sulla manutenzione meccanica?

TESTE G. MEO – No, io ero tecnico di esercizio e non di manutenzione.

AVVOCATO MARRAZZA – Quindi non sa se poi, nel settembre del 2012, fu richiesto uno

studio di…?

TESTE G. MEO – No.

AVVOCATO MARRAZZA – Non è a conoscenza?

TESTE G. MEO – No, perché ho detto, erano rapporti che aveva il capoarea con l’ingegner De

Gioia, che era il tecnico di manutenzione meccanica.

AVVOCATO MARRAZZA - Grazie. Presidente, io non ho altre domande.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altri difensori che devono procedere al controesame?

AVVOCATO LANUCARA – Sì.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO LANUCARA

AVVOCATO LANUCARA – Signor Meo, io volevo tornare su una precisazione che lei, nel

corso dell’esame del Pubblico Ministero la volta scorsa ha fatto - per la verità - in

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termini dubitativi, però su questa circostanza vorrei fare un attimo di chiarezza.

TESTE G. MEO – Sì, prego.

AVVOCATO LANUCARA – Lei, in particolare, su sollecitazione del Pubblico Ministero, ha

riconosciuto degli ordini di lavoro riguardante delle perizie su danni navi, ricorda questa

circostanza?

TESTE G. MEO – Sì, certamente.

AVVOCATO LANUCARA – Il Pubblico Ministero ha prodotto quei documenti che lei aveva

allegato in sede di S.I.T.?

TESTE G. MEO – Sui danni navi non credo che abbia messo qualcosa, non ricordo se ci stava

qualcosa.

AVVOCATO LANUCARA – No, lei ha riferito.

TESTE G. MEO – Ho riferito, sì.

AVVOCATO LANUCARA – Lei ha riferito che avrebbe messo la firma, secondo lei, Rebaioli.

TESTE G. MEO – Ah, ecco, allora no, non è danni navi. Okay, adesso sì.

AVVOCATO LANUCARA – Perizia danni nave, ha fatto oggetto di...

TESTE G. MEO – Sì, sta scritto su quel foglio, però era un corrispettivo di una perizia fatti sui

danni navi.

AVVOCATO LANUCARA – Perfetto, benissimo.

TESTE G. MEO – C’era un pagamento e doveva essere effettuato da parte della fatturazione.

AVVOCATO LANUCARA – Lei ha detto, secondo lei, che quei documenti sarebbero stati

firmati da Rebaioli e poi sarebbero passati in amministrazione?

TESTE G. MEO – Sì, che non vennero riconosciuti e su quel documento successivamente

misero la firma dell’ingegnere De Felice, perché Rebaioli non era riconosciuto.

AVVOCATO LANUCARA – Ed io su questa circostanza mi volevo soffermare.

TESTE G. MEO – Okay, va benissimo.

AVVOCATO LANUCARA - Lei ha visto poi le firme effettivamente messe su quel documento?

TESTE G. MEO – Sì, venne messa sotto dall’ingegnere Felice. Allora, io presi questi documenti,

firmai io come tecnico, riportai la firma del dottor Dinoi come caporeparto e siccome

stavamo senza capoarea, perché il signor Andelmi aveva avuto problemi, venne

arrestato, disse Rebaioli: “Firmo io”. Ed io dissi: “Non può firmare, perché non è

capoarea”. “No, no, firmo io, non ti preoccupare” e mise la firma dell’ingegnere

Rebaioli. Quando portai questi documenti all’amministrazione, nell’ufficio “Lif” che

chiamiamo noi in Ilva, visualizzati i documenti, mi chiamò e disse: “Allora, Meo va

bene perché sei tecnico riconosciuto, il dottor Dinoi è riconosciuto, Rebaioli non

sappiamo chi è perché non ci sta nella lista”. E dissi io: “A questo punto chi deve

firmare”?

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – In quale lista, a che si riferisce?

TESTE G. MEO – Avevano una lista dove stavano tutti i nominativi dei responsabili, diciamo

l’organigramma, sarebbe quello poi alla fine dove ero riconosciuto io come tecnico, il

dottor Dinoi come caporeparto e Rebaioli dice: “Chi lo conosce? - dissero proprio così,

tra virgolette - non può firmare i documenti perché lui non ha l’abilitazione a firmare

questi documenti”. Dissi io: “Dove devo andare?”. “Attualmente deve andare

dall’ingegnere De Felice”. Mi recai dall’ingegnere De Felice nella palazzina ghisa e mi

ricordo, su quel foglio – di cui purtroppo non ho la copia - l’ingegnere De Felice mise la

firma.

AVVOCATO LANUCARA – Su questo io le volevo mostrare questi documenti.

TESTE G. MEO – Certamente, non ci sono problemi.

AVVOCATO LANUCARA – Sono documenti Presidente… Siccome è una circostanza emersa

della quale Meo non aveva mai parlato in sede di S.I.T., quindi noi ci siamo attivati a

seguito delle dichiarazioni fatte venerdì per prendere questi documenti e stamani io ho

questi tre documenti che sono stati rilasciati in copia conforme dall’amministrazione su

nostra richiesta.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Di cosa si tratta Avvocato, vuole anche sottoporli al Pubblico

Ministero?

AVVOCATO LANUCARA – Sì, si tratta del secondo step di quei documenti che sono stati

acquisiti dalla Corte, come primo step della procedura fatta da Meo. Io li mostro prima

al Pubblico Ministero e poi se lei mi dice dove individua lei la firma di De Felice.

TESTE G. MEO – Sì.

(L’Avvocato Lanucara mostra in visione i documenti ai Pubblici Ministeri)

TESTE G. MEO – Sì.

AVVOCATO LANUCARA – Allora, se mi individua graficamente quale sarebbe la firma di De

Felice?

TESTE G. MEO – La firma di De Felice è quella del primo agosto 2012.

AVVOCATO LANUCARA – È chiaro.

TESTE G. MEO – Infatti, come si vede, venne aggiunta di lato proprio perché quella di Rebaioli

non venne riconosciuta.

AVVOCATO LANUCARA – Va bene. Le risulta che il primo di agosto De Felice fosse agli

arresti domiciliari?

TESTE G. MEO – Beh, non lo so questo qua.

AVVOCATO LANUCARA – Presidente, risulta documentalmente, De Felice è stato agli arresti

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domiciliari.

TESTE G. MEO – Però mi ricordo che era la firma dell’ingegnere De Felice.

AVVOCATO LANUCARA – Quindi secondo lei quella è la firma di De Felice, quella del primo

agosto 2012 è la firma di De Felice?

TESTE G. MEO – Caspita, che dubbio adesso mi è venuto!

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Lo portò lei il documento a farlo firmare da De Felice o qualche

altra persona?

TESTE G. MEO – Il problema era questo, non è che io andavo dall’ingegnere De Felice. Il

documento veniva portato presso la palazzina dove stava l’ingegnere.

AVVOCATO LANUCARA – Quindi lei già sta dicendo che non ha firmato dinanzi a lei De

Felice, se ho capito bene. Invece prima aveva detto.

TESTE G. MEO – No, un momento solo, quando ho detto che mi recai da De Felice… Quando

noi diciamo: “Mi recavo da De Felice”.

AVVOCATO LANUCARA – Allora le faccio la domanda precisa, lei ha assistito?

TESTE G. MEO – Allora è meglio chiarire.

AVVOCATO LANUCARA – Le faccio la domanda precisa.

TESTE G. MEO - Okay, adesso ho capito qual è l’intoppo, è meglio chiarire.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora, prego.

TESTE G. MEO – Quando noi tecnici dicevamo: “Vado da De Felice o vado da Colucci”, si

intendeva presso la palazzina dove c’era Colucci, venivano messi in una cassettina che

stava sulla scrivania.

AVVOCATO LANUCARA – Senta, è chiaro, quindi non ha firmato. Se ho capito, non ha

firmato.

TESTE G. MEO – No, no.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, però facciamo terminare il teste.

TESTE G. MEO – Perché non vorrei dire cose non vere, che mi dispiace, perché poi coinvolgere

persone inutilmente mi dispiace, quindi è meglio chiarire.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego signor Meo, quindi.

TESTE G. MEO – Purtroppo sono passati già cinque anni e quindi devo ricostruire i fatti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì.

TESTE G. MEO – Allora, io intendo la firma di De Felice, il nostro punto di riferimento, quando

si parlava di palazzina, la palazzina di De Felice era un modo di dire, perché là c’era

l’ingegnere De Felice.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi qual era la procedura?

TESTE G. MEO – Può darsi pure che abbia firmato l’ingegnere Dimastromatteo, che era un altro

abilitato alla firma. Cioè, io non è che ho visto che l’ingegnere De Felice che ha messo

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la firma.

AVVOCATO LISCO - Presidente, chiedo scusa, io inviterei la Corte a fare attenzione a quello

che dice questa persona qui, perché non è che forse, potrebbe. Cioè, se non lo sa, non lo

sa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Lei era presente quando fu messa quella firma?

TESTE G. MEO – No.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – La riconosce quella firma, che cosa c’è scritto in quella firma?

TESTE G. MEO – È una firma con primo agosto. Io ricordo soltanto che non venne riconosciuta

e ricordo benissimo di Rebaioli, perché Rebaioli l’ha messa davanti a me, il dottor

Dinoi l’ha messa davanti a me e siccome non venne riconosciuta, la portai presso la

palazzina ghisa, diciamo così, non diciamo la palazzina di De Felice, così togliamo tutti

i dubbi. Presso la palazzina ghisa, che c’era l’ingegnere che la doveva firmare. Questo

qua voglio dire, quindi dico che non riconosco quella firma.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – E chi era, un addetto?

TESTE G. MEO – Un altro che era abilitato alla firma è l’ingegnere Dimastromatteo. Un altro

abilitato alla firma, può darsi pure che è di Dimastromatteo. Quindi è giusto chiarire

l’intoppo, perché non volevo dire cose.

AVVOCATO LANUCARA – Va be’. Presidente, io chiedo naturalmente l’acquisizione di quel

documento.

TESTE G. MEO – Però, sicuro per certo, la firma è di Rebaioli, è sicuro perché ha firmato

davanti a me.

AVVOCATO LANUCARA – A me interessava De Felice.

TESTE G. MEO – Okay, okay.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblico Ministero, sull’acquisizione ci sono osservazioni?

P.M. M. BUCCOLIERO – No.

AVVOCATO LANUCARA – Io non ho altre domande.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altri difensori che devono procedere al controesame del

signor Meo? A quanto pare no.

P.M. R. GRAZIANO – Presidente, dobbiamo completare.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – I Pubblici Ministeri. Prego, se ci sono altre domande.

RIESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTT. R. GRAZIANO

P.M. R. GRAZIANO – Alla scorsa udienza, nel corso del controesame, a domanda di alcuni

difensori lei poi ha chiarito il passaggio in cui – come ha detto - è stato mandato via

dagli impianti marittimi dove stava.

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TESTE G. MEO – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Lei ha detto che i suoi capi non la volevano più giù a IMA.

TESTE G. MEO – Certo.

P.M. R. GRAZIANO - Perché lei - parole sue - dava fastidio e a fine novembre aveva detto ai

gruisti che non dovevano recarsi sopra le gru.

TESTE G. MEO – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Se può chiarire meglio come è andato, siccome lei ha fatto anche

riferimento a delle conversazioni intercorse via sms, via WhatsApp.

TESTE G. MEO – Certamente, sì.

P.M. R. GRAZIANO – Poi il Presidente alla scorsa udienza ha detto: “In sede di controesame

potrà sviluppare meglio queste circostanze”. Prego.

TESTE G. MEO – Io il 2 dicembre del 2012 ero presente in qualità di funzionario tecnico, c’ero

io, l’ingegner Colucci, il dottor Dinoi non era presente quel giorno, era a casa, perché

stavo io come funzionario.

P.M. R. GRAZIANO – L’ingegner Colucci Antonio è il suo capoarea?

TESTE G. MEO – In quel periodo era capoarea, perché è stato poco mio capoarea, da poco

tempo e successe che si dovevano spostare degli scaricatori al secondo sporgente, che io

mi rifiutai perché dissi: “No, dopo il tornado sarebbe bene valutare adesso questa

situazione”. E si disse, ricordo bene da parte dell’ingegnere Colucci, che stavamo lì,

disse: “Se i gruisti adesso cominciano con questa paura di andare sugli scaricatori, sarò

costretto a mettere delle ditte esterne e mandarli tutti a casa”. Il lunedì 3 dicembre il

dottor Dinoi mi manda un sms dicendomi questo: “Statti a casa perché tu mi crei solo

problemi, anziché aiutarmi sei per me una specie di intoppo” voleva dire. Io purtroppo

quel messaggio non ce l’ho e mi arrivò a casa una lettera di cassa integrazione?

P.M. R. GRAZIANO – Che giorno le è arrivata questa lettera?

TESTE G. MEO – Arrivò dopo due o tre giorni, non ricordo ora la data di notifica. Arrivò con

raccomandata, dicendo di stare sa casa fino al 30 dicembre 2012. Il 31 dicembre 2012

rientro sul posto di lavoro, trovo tutta la mia roba buttata dietro ad un armadio ed il

dottor Dinoi mi dice: “Non toccare nulla, non toccare nessun documento e aspetta che

viene l’ingegner Colucci che ti deve parlare”. Viene l’ingegner Colucci, mi porta nel

suo ufficio, erano circa le dieci del mattino, le nove e mezza, dieci e mi dice: “L’azienda

ti considera un libero e pensante (per libero e pensante si intendeva un appartenente al

comitato di Taranto), ha paura ancora tu esci documentazione fuori di qua.

P.M. R. GRAZIANO – Che tipo di documentazione?

TESTE G. MEO – Poteva essere di tutto, danni nave, formulario rifiuti, perché io conoscevo

tutta la documentazione, tutto l’archivio, tante cose dell’Ilva. “E quindi sarai spostato in

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un nuovo reparto. Inoltre hai fomentato i gruisti a non salire sulle gru (perché dissi ai

gruisti di non salire quel giorno ed era anche giusto, dopo il tornado non far salire,

penso di essermi comportato da persona responsabile) e per produzione non avrai

nemmeno il premio di fine anno. (Infatti io nel 2012 non ho avuto il premio di fine

anno) Te ne vai a casa e ci sentiamo dopo le feste, così ti dirò il tuo nuovo reparto qual

è”. Rientro sul posto di lavoro dopo le feste, esattamente il 7 gennaio del 2013, non mi

fanno entrare in ufficio, non mi fanno accedere nell’ufficio, sempre per paura ancora

toccassi documentazione, mi facevano stare giù in mensa ad aspettare nuove

disposizioni. Dopo un po’ viene il dottor Dinoi e dice: “L’ingegner Colucci oggi non

può venire, torna - se non sbaglio - il 9 gennaio o il 10”, ora non ricordo. Tornai di

nuovo e dissi: “Dottore, ma io non è che posso fare sempre avanti e dietro, che cosa sta

succedendo, chiariamoci?”. Niente, nessun chiarimento e nessuna spiegazione. Io

l’ingegner Colucci non l’ho più visto da quel 31 dicembre, ricordo soltanto che la

mattina del 10 gennaio del 2013 Cristian Palmitesta, che si occupava di un lavoro di…

noi eravamo la staffetta, di pratiche che faceva giù a IMA, mi lasciò davanti ai gradini

della programmazione, sopra in stabilimento e dovevo recarmi dal mio nuovo

caporeparto, che sarebbe stato l’ingegner Diego Zizzi, nipote dell’ingegner Colucci,

Antonio Colucci, perché Diego Zizzi è nipote di Antonio Colucci e se il Presidente me

lo concede, posso anche mostrare delle foto che ho portato della mia nuova postazione.

Posso? Non so, se mi autorizza a consultare.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Dipende dal Pubblico Ministero, se ha interesse.

TESTE G. MEO – Posso far vedere queste foto della mia nuova?

P.M. R. GRAZIANO – Lei quindi dove viene collocato?

TESTE G. MEO – Ufficio programmazione, dietro ad una scrivania priva di strumenti. Non

potevo accedere sulle procedure, non potevo accedere a nulla, non sono passato per una

visita medica di idoneità, non ho avuto una nuova formazione. Tutto qua. E venni messo

dietro questa scrivania. Infatti, quando la Guardia di Finanza mi chiese: “Ma noi quando

siamo venuti giù a IMA, tu non c’eri”. Dissi: “Certo che non c’ero, non dovevo parlare

con voi. Hanno fatto in modo che io non dovevo parlare con la Guardia di Finanza, non

dovevo essere interrogato”. Tutto là è stato il problema, dovevo essere nascosto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Possiamo vedere le foto Presidente del nuovo posto di lavoro?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Devono essere mostrate alle altre parti, chiaramente. A tutte le

parti.

TESTE G. MEO – Non so, le devo firmare?

P.M. R. GRAZIANO – No, non c’è bisogno.

TESTE G. MEO – Quella è la mia nuova postazione di lavoro dal 2013.

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(Le parti prendono visione delle suddette foto)

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblico Ministero, ma voi chiedete che sia acquisita questa

documentazione?

P.M. M. BUCCOLIERO – Certo Presidente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi c’è questa richiesta, altrimenti non avrebbe senso

vederla.

P.M. M. BUCCOLIERO – È chiaro.

AVVOCATO MARRAZZA – Presidente, posso?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego Avvocato.

AVVOCATO MARRAZZA – A parte che queste foto non credo che possano entrare nel

processo, perché potrei farle anche io una foto del genere e credo che, invece di esibire

le foto, forse il teste avrebbe dovuto, se proprio aveva tanto interesse a dimostrare la sua

attività, depositare l’ordine di servizio con il trasferimento in quel nuovo posto di

lavoro. Questo come primo fatto.

TESTE G. MEO – Ma non c’è l’ordine di servizio, non esiste.

AVVOCATO MARRAZZA – Chiedo scusa, mi faccia parlare.

TESTE G. MEO – Okay.

AVVOCATO MARRAZZA – Secondo, io credo che qui si stia allargando un tema di dibattito

che nulla ha a che fare con i capi di imputazione e con la vicenda, noi adesso stiamo

sostanzialmente andando ad introdurre argomenti che riguarderebbero la posizione

personale del teste rispetto alla società. E credo che questo non possa trovare ingresso

nel processo, così come non possono trovare ingresso queste fotografie che sono del

tutto inutili e sovrabbondanti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblico Ministero? Gli altri difensori si associano?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Presidente, non riguarda l’imputazione dei nostri assistiti.

Soltanto le fotografie sono prive di data, il fatto che manca il computer, chi ci dice che è

stato tolto? Ma non per mettere in dubbio quello che dice il teste.

TESTE G. MEO – Però posso.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, mi perdoni. Quindi, da questo punto di vista… E poi è

stato fatto un procedimento a parte per questi fatti, mi pare che non sono contestati in

imputazione. Poi non siamo i difensori, però è solo per una regolarità del dibattimento.

AVVOCATO MARRAZZA – Presidente, ribadisco, per me c’è eccezione formale sul punto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – L’eccezione è rigettata, ha già riferito in merito a queste

circostanze il teste nel corso dell’esame, quindi è solo a corredo di queste dichiarazioni

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che già sono state rese.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, ma dimostra.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Il teste non deve dimostrare nulla, il teste è qui per rendere delle

dichiarazioni.

P.M. M. BUCCOLIERO – Il Pubblico Ministero ha interesse ad avere quelle foto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, si dispone l’acquisizione.

TESTE G. MEO – Presidente, posso parlare tranquillamente?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – No, lei risponda alle domande del Pubblico Ministero.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi ha detto, dal gennaio del 2013 quella è stata la sua nuova

destinazione.

TESTE G. MEO – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Le volevo chiedere questo, lei - a domanda sempre della Difesa - ha

riferito di una conversazione che è intercorsa fra lei e il Colucci Antonio.

TESTE G. MEO – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Proprio perché ha detto: “Io non l’ho più visto di persona”. È una

conversazione via WhatsApp nella quale il Colucci le avrebbe rappresentato quali erano

le motivazioni sottese al suo allontanamento dagli impianti marittimi.

TESTE G. MEO – Ce l’ho, posso prendere, sono adesso autorizzato?

P.M. R. GRAZIANO – Già alla scorsa udienza ne stava parlando e il Presidente disse che in sede

di controesame.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Che cosa vorrebbe consultare?

TESTE G. MEO – Posso raccontare?

P.M. R. GRAZIANO – Intanto ci riferisca il fatto, che cosa le è stato detto.

TESTE G. MEO – Niente, in questa conversazione su WhatsApp.

P.M. R. GRAZIANO – Quando è avvenuta questa conversazione?

TESTE G. MEO – Nel 2015.

P.M. R. GRAZIANO – Nel 2015, quindi non nel 2013?

TESTE G. MEO – No.

P.M. R. GRAZIANO - Due anni dopo?

TESTE G. MEO – Perché io, dopo l’ingegner Colucci, ho incontrato l’ingegner Colucci verso il

marzo o aprile del 2013 in programmazione.

P.M. R. GRAZIANO – Cioè, dove era stato?

TESTE G. MEO – Dove stavo io, stavo in un ufficio e lui non aveva più incarichi.

AVVOCATO MARRAZZA – Presidente, c’è opposizione, è fuori dal capo di imputazione come

data.

P.M. R. GRAZIANO – Presidente, il teste sta riferendo delle circostanze, non è che se dice.

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P.M. R. GRAZIANO - Presidente, forse non è chiara una cosa, qui stiamo parlando di una

produzione dell’Ilva S.p.a. portata ai massimi regimi, a discapito dell’aspetto

ambientale. Il teste dimostra chiaramente che tutti quanti gli operai o funzionari che

erano contrari a questo tipo di attività a favore di aspetti sanitari e ambientali venivano

messi da parte. Più evidente di questo, questo è il capo di imputazione Presidente, altro

che chiacchiere! Sentiamo.

AVVOCATO LISCO – Presidente, queste sono interpretazioni dal Pubblico Ministero recepite

dal teste, che le ha riferite pari pari, senza aver dimostrato nulla.

P.M. M. BUCCOLIERO – Le facciamo percepire dalla Corte d’Assise.

AVVOCATO LISCO – Neanche che era dipendente dell’Ilva…

PRESIDENTE S. D'ERRICO – L’eccezione è rigettata, può rispondere.

AVVOCATO MARRAZZA – Presidente, posso?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, è già intervenuto però.

AVVOCATO MARRAZZA – Dovrei sollevare una eccezione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Su questo successivo intervento.

AVVOCATO MARRAZZA - Ripeto, stiamo trattando di fatti personali di un teste che vuole,

che poi tra l’altro - e glielo possiamo chiedere, vorremmo chiedere - ha avuto anche un

contenzioso con la società, sia in sede civile che in penale.

P.M. R. GRAZIANO – E ne ha riferito alla scorsa udienza.

AVVOCATO MARRAZZA – E ci riserviamo di documentale sul punto. Che sta introducendo

fatti e circostanze che sono al di fuori del capo di imputazione. Ora le impressioni, le

vicende personali del teste, le sue vicende personali non hanno attinenza col processo.

P.M. R. GRAZIANO – Presidente, fra l’altro, agli odierni imputati del capo e) è contestato il

reato di cui all’Articolo 437 e il teste su questo sta riferendo, su quello che è avvenuto

ed era a conoscenza diretta.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, l’eccezione è rigettata e il teste può rispondere, tra l’altro è

anche l’oggetto dell’esame già svolto, ne aveva già accennato a queste vicende che lo

hanno riguardato in prima persona.

TESTE G. MEO – Posso? Non so.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Quindi qual è la domanda, Pubblico Ministero?

TESTE G. MEO – Stavamo parlando della conversazione.

P.M. R. GRAZIANO – Stava dicendo che ad un certo punto ha avuto questa conversazione con

l’ingegner Colucci, ha detto nel 2015. Perché l’ha contattata? Lui stava spiegando e a

questo punto poi c’è stata l’opposizione. Prego.

TESTE G. MEO – Posso parlare liberamente quindi?

P.M. R. GRAZIANO – Sì. Deve dire la verità qui.

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TESTE G. MEO – Io contattai l’ingegner Colucci perché, a causa di quello spostamento… Stavo

dicendo quindi che ad aprile io incontro l’ingegner Colucci in palazzina.

P.M. R. GRAZIANO – Ad aprile 2013?

TESTE G. MEO – Del 2013 ed ho avuto modo di parlare con lui della mia situazione attuale che

stavo vivendo in programmazione. Ricordo che venne incaricato un Avvocato dell’Ilva,

di nome Avvocato Melucci, che io non ho mai visto.

P.M. R. GRAZIANO – Va be’, che è qui presente.

TESTE G. MEO – E stavamo parlando con l’ingegner Colucci dell’Avvocato Melucci, perché

volevano togliermi, volevano risolvere questo mio stato che stavo vivendo, perché stavo

male, avevo cominciato anche la cura presso il CIM, psicofarmaci, perché ero stato

svuotato dalle mie mansioni.

P.M. R. GRAZIANO – E ce l’ha riferito alla scorsa udienza.

TESTE G. MEO – E quindi stavamo cercando, diceva: “Va be’, adesso vediamo se l’azienda ti

sistema in una postazione dove puoi stare più tranquillo”. Perché io chiedevo sempre di

tornare giù a IMA1, giustamente era quello il lavoro che avevo fatto per dieci anni. Alla

fine ho dovuto depositare una denuncia.

P.M. R. GRAZIANO – E ce l’ha detto alla scorsa udienza.

TESTE G. MEO – Dissi all’ingegner Colucci: “Ingegnere, io purtroppo sono stato costretto a

depositare una denuncia per tutti questi torti che mi sono stati fatti”. L’ingegner Colucci

mi dice questo: “Non capisco onestamente la tua presa di posizione così rigida, nel

reparto IMA1 - come tu ben sai - sono stati i tuoi ex capi che ritenevano non più

compatibile la tua presenza in quel reparto per fatti verificatisi prima del mio arrivo”.

P.M. R. GRAZIANO – Il riferimento a questi suoi capi, chi sarebbe il suo capo?

TESTE G. MEO – Sarebbe Il dottor Dinoi sicuramente, perché lui è il mio caporeparto, quindi

per ex capi si intendeva il dottor Dinoi. Perché quando io sono stato spostato, l’ingegner

Colucci era il mio capoarea e il dottor Dinoi caporeparto.

P.M. R. GRAZIANO – Dopodiché?

TESTE G. MEO – Qui dice proprio questo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Mi scusi Presidente, però non mi pare che il teste sia stato

autorizzato dalla Corte a leggere delle cose che sta leggendo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, in effetti avevo chiesto di che si tratta.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Noi non sappiamo cosa sia.

TESTE G. MEO – Della conversazione stiamo parlando, di WhatsApp.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, ma qual è il documento che lei sta consultando in questo

momento?

TESTE G. MEO – Non lo so, io pensavo che potessi…

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – No, risponda a questa domanda.

TESTE G. MEO - È una conversazione di WhatsApp tra me e l’ingegner Colucci Antonio.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Presidente!

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Un suo appunto, una denuncia.

TESTE G. MEO – No, una conversazione che io ho salvato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – L’ha trascritta?

TESTE G. MEO – No, basta mandarla via e-mail personale e poi la stampa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Ha stampato una conversazione di WhatsApp?

TESTE G. MEO – Sì, tra me e l’ingegner Colucci.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ecco, quindi questa è una stampata di una conversazione

WhatsApp?

TESTE G. MEO – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Che lei ha trascritto, che lei ha stampato?

TESTE G. MEO – Ho stampato. Sì, c’è l’opzione su WhatsApp “invia via e-mail la

conversazione”, arriva via e–mail e poi l’ho stampata con formato PDF.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, è autorizzato allora a consultare un appunto, sottoforma

di appunto.

TESTE G. MEO – Va be’, la stavo leggendo, ma tanto so il sunto qual è, tanto poi si può andare

a vedere tranquillamente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, d’accordo.

TESTE G. MEO - Alla fine l’ingegner Colucci ad un certo punto dice: “Perché non te la prendi

direttamente con i tuoi ex capi, che fanno una fitta opposizione ad un tuo ritorno giù a

IMA1?”. Cioè, fa intendere proprio che a me giù a IMA1 non mi voglio, proprio per

questa paura qui, ancora io uscissi questi documenti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Signor Meo, ma perché “finta opposizione”, che vuol dire “finta

opposizione”?

TESTE G. MEO – Non finta, fitta opposizione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Non avevamo capito.

TESTE G. MEO - Perché loro giù a IMA non mi volevano, non mi volevano proprio. Perché io

poi avevo anche contatti giù a IMA sempre con la Guardia di Finanza, autorità portuali,

erano tutti enti esterne a cui io davo documentazione e facevo queste procedure. Perché

il reparto IMA1, con l’avvento, con la venuta del signor Rebaioli e dell’ingegner

Andelmi, si era proprio esacerbata la situazione, era proprio sfuggita di mano.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – In che senso?

TESTE G. MEO – Era diventato un reparto veramente che non si poteva più lavorare, non c’era

più serenità. Perché il discorso è stato questo.

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Perché, in che senso?

TESTE G. MEO – Adesso le spiego. Il problema era questo: chi doveva dettare leggi dalla

venuta del signor Rebaioli? Doveva essere il signor Rebaioli che doveva dettare leggi.

Allora il dottor Dinoi venne assunto a maggio del 2005, con formazione del lavoro, nel

frattempo il caporeparto era Manzulli. Siccome Manzulli era anche scomodo per il

signor Rebaioli, perché Manzulli cercava di far rispettare la discarica nelle norme con

l’impatto ambientale, era più attento a queste cose, era un problema, tanto è vero che

Manzulli, verso settembre del 2010, venne fatto fuori. L’ingegnere Andelmi addirittura

disse: “Statti a casa perché c’è il dottor Dinoi che ti deve sostituire”. Io ho avuto un

caporeparto in formazione lavoro, quindi senza esperienza, tanto è vero che la procura il

dottor Dinoi l’ha avuta a febbraio del 2011, la procura dal notaio. Io ho avuto dal 2010

al 2011 senza procura, in formazione lavoro. Cioè, come faceva un caporeparto a gestire

degli impianti così difficili con quattro mesi di esperienza? Era impossibile. Ma a parte

questo, qual era il problema? Perché al signor Rebaioli e all’ingegnere Andelmi

interessava non tanto una figura di responsabilità conoscendo procedure, metodi di

lavoro, ma era soltanto un fatto.

AVVOCATO LISCO – Presidente, però sono considerazioni.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, però non dovrete bloccare così il teste, non è

ammissibile. Non è ammissibile perché vuol dire intimidire il teste. Non lo dovete

bloccare in questa maniera. Non si capiva neanche che cosa voleva dire quando lei l’ha

bloccato.

P.M. M. BUCCOLIERO – L’hanno capito bene loro, Presidente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Per modo di dire che non si capiva. Quindi non lo dovete

interrompere così il teste.

TESTE G. MEO – Scusa, io ho detto questo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Non c’era nessun motivo per interromperlo e per favore che non

succeda più. Prego, continui.

TESTE G. MEO – Stavo dicendo…

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Ha perso il filo, è logico.

TESTE G. MEO – La situazione non era più bella dal 2010.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – No, lei stava facendo un altro discorso.

TESTE G. MEO – Sì, perché l’intento del signor Rebaioli e dell’ingegner Andelmi non era

mettere una figura di una responsabile che conosceva gli impianti, che doveva far

rispettare delle leggi. No, era soltanto una figura che doveva sottostare alle loro regole,

che si davano loro, cioè Rebaioli. Rebaioli doveva dettare leggi, Rebaioli doveva dire

come doveva essere gestito un reparto, Rebaioli doveva dire come si doveva scaricare,

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doveva decidere su tutto e guai se noi ci permettevamo di contraddire l’ingegner

Andelmi e il signor Rebaioli. E mi dispiace il dottor Dinoi, perché anche lui è stato in

parte succube di questa situazione, mi dispiace anche del ragazzo, per carità. Però io

dico questo… Cioè… Questo qua volevo dire io.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altre domande?

P.M. R. GRAZIANO – No Presidente, chiediamo l’acquisizione di quella documentazione a cui

ha fatto riferimento il teste e non ci sono altre domande.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quale documentazione? Questa stampata della conversazione

deve essere però sottoposta alle altre parti. Quindi il teste può essere licenziato?

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Nel senso liberato. Va bene signor Meo, la ringraziamo, lei può

andare, grazie.

TESTE G. MEO – Grazie.

Il Teste viene licenziato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora, Pubblici Ministeri, chi vogliamo chiamare adesso?

P.M. R. GRAZIANO – Palombella Presidente. No, in effetti c’è ancora il teste Cordisco, che già

era venuto all’ultima udienza. Allora andiamo per ordine, Cordisco.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Le Difese su quel documento che cosa dicono?

AVVOCATO MELUCCI – Non è ancora arrivato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora iniziamo a fare entrare Cordisco, poi ne parliamo magari

nel prosieguo.

AVVOCATO LISCO – Presidente, chiedo scusa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

AVVOCATO LISCO - C’era anche la documentazione di cui io avevo chiesto l’acquisizione alla

scorsa udienza.

P.M. R. GRAZIANO – Sì, c’era anche la documentazione dell’Avvocato Pasanisi, che aveva

chiesto di acquisire e che peraltro era stata già acquisita.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, era stata acquisita della dell’Avvocato Pasanisi, la sua la

doveva produrre oggi?

AVVOCATO LISCO – No, è stata già prodotta, io lo ricordo alla Corte, doveva essere

sostanzialmente acquisita.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Penso che non ci siano problemi, che sia stata acquisita la

documentazione.

AVVOCATO LISCO – E dopo ho dell’altra documentazione.

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – In relazione a quale deposizione?

AVVOCATO LISCO – Del signor Meo Giuseppe.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, la sottoponga al Pubblico Ministero.

AVVOCATO LISCO - La posso illustrare però alla Corte?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

AVVOCATO LISCO – In pratica, come da indice di produzione documentale, vi è una richiesta

del 19 gennaio 2018 all’Ilva, con la quale si chiede la qualifica rivestita dal signor Meo

Giuseppe appunto all’Ilva nel 2012 e una successiva richiesta, sempre all’Ilva, attestante

l’andamento dell’indice infortunistico del reparto IMA1 dell’Ilva di Taranto dal 2010 al

2012. Quindi le prime due erano le richieste del sottoscritto e dell’Avvocato Errico e la

terza produzione documentale riguarda un’attestazione da parte dell’Ilva, del 30 gennaio

2018, con la quale appunto il dottor Zimbaro, che è il responsabile della gestione del

personale dell’Ilva, attesa che il ruolo del signor Meo Giuseppe è quello di tecnico

IMA1, con funzioni prettamente amministrative, che allo stesso non è attribuita alcuna

responsabilità di coordinamento delle risorse nello svolgimento delle attività operative e

la sua funzione è di supporto amministrativo per il caporeparto di produzione e non può

essere assimilata e quindi non è questa funzione ricollegabile alla figura ruolo di

preposto, così come previsto dal Decreto Legislativo 81 del 2008. Inoltre, nella

medesima attestazione, si allegano gli indici infortunistici del reparto IMA1 dal 2010 al

2012, dove si può vedere agevolmente che dal 2010 al 2012 gli indici infortunistici sono

calati del 75%. Io faccio questa produzione perché l’ingegnere Andelmi è entrato nel

reparto, è stato incaricato del reparto IMA a fine se non sbaglio 2010 e quindi dopo, nel

2012, ha dovuto – non per sua volontà – dimettersi dall’incarico. Quindi chiedo

l’acquisizione. La faccio vedere subito al Pubblico Ministero.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, sottoponga questa documentazione ai Pubblici Ministeri.

L’Avvocato Lisco mostra in visione i suddetti documenti ai Pubblici Ministeri e alle altre parti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblici Ministeri, c’è opposizione a questa documentazione?

P.M. R. GRAZIANO – No, no, Presidente.

AVVOCATO LISCO – Ovviamente dalla stessa si ricava che con la sicurezza il lavoro di Meo

non aveva nulla a che fare.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Parti Civili, c’è opposizione a questa documentazione? No.

Quindi viene acquisita.

AVVOCATO PASANISI – Presidente, chiedo scusa. Anche questa Difesa si era adoperata per

acquisire un ordine di servizio del febbraio del 2012. La Cancelliera mi facevo segno

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che effettivamente non è nella vostra disponibilità. Io l’ho data, tant’è che non ce l’ho

con me.

P.M. R. GRAZIANO – Presidente, possiamo comunque risolvere questa situazione, perché il

documento è stato prodotto dal Pubblico Ministero, quindi per noi non c’è nessuna

opposizione ovviamente all’acquisizione.

AVVOCATO PASANISIONE – Io l’ho rifatta la produzione proprio per contestualizzare

all’esito del controesame del teste.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, quell’ordine di servizio.

AVVOCATO PASANISI – sì, era un ordine di servizio che il teste non riconobbe, poi glielo

mostrammo in visione e abbiamo dato anche atto che io effettivamente poi l’ho

depositato. A verbale, sebbene ancora non abbiamo materialmente il verbale, comunque

uscirà sicuramente la dicitura. La Cancelliera dice che non c’è, invece c’è nel fascicolo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ce ne può procurare un’altra copia?

AVVOCATO PASANISI – Oggi, in questo momento no. Non ho una doppia copia, questo è il

problema. È 9 febbraio 2012, me lo ricordo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, poi discuteremo in seguito su quella trascrizione, quella

stampa delle conversazioni. Può entrare il teste Cordisco.

AVVOCATO – Presidente, chiedo scusa, per quel documento non c’è opposizione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora viene acquisito. Prego, si accomodi, deve leggere la

formula di impegno.

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE CORDISCO MARCELLO

IL TESTE, AMMONITO AI SENSI DELL’ARTICOLO 497 CODICE DI PROCEDURA

PENALE, LEGGE LA FORMULA DI IMPEGNO: “Consapevole della responsabilità

morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità

e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.

GENERALITÀ: Cordisco Marcello, nato a Taranto il 7 luglio del 1964; ivi residente, in via

Azalee numero 2.

ESAME DEL P.M., DOTT. M. BUCCOLIERO

P.M. M. BUCCOLIERO – Buongiorno ingegnere.

TESTE M. CORDISCO – Buongiorno.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha svolto attività lavorativa presso Ilva S.p.a., oppure svolge

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ancora attività lavorativa?

TESTE M. CORDISCO – Sono un dirigente Ilva, tutt’oggi.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ad oggi lei è dirigente Ilva?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quando è entrato in Ilva?

TESTE M. CORDISCO – Nel 1991.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quando è entrato in Ilva, con che mansioni è entrato?

TESTE M. CORDISCO – Io sono entrato come tecnico della manutenzione lamiera e tubi.

P.M. M. BUCCOLIERO – Tecnico della manutenzione?

TESTE M. CORDISCO – Sì, ingegneria della manutenzione Ilva Lamiere e Tubi, era una società

all’interno dell’Ilva, Ilva Lamiere e Tubi.

P.M. M. BUCCOLIERO – Poi come è andata avanti la sua carriera?

TESTE M. CORDISCO – Sì. Allora, nel 1995 è avvenuta la privatizzazione ed il treno lamiere è

stato annesso ai due treni nastri, è stata creata l’area laminazione e ai tubifici sono stati

invece annessi altri impianti di altre società, che erano i rivestimenti e il tubificio ERW,

che era Dalmine. Per cui io mi sono trovato ad essere capo della manutenzione dei tre

tubifici e degli impianti rivestimenti di Taranto. Questo è andato avanti sino al 2005, nel

2005 è stata operata una riorganizzazione, quindi non più delle linee parallele di

produzione e manutenzione meccanica, manutenzione elettrica, bensì sono state operate

delle organizzazioni per aree, quindi è stata creata un’area rivestimento, un’area TUL 2

e un’area TUL 1 ERW. Io ho assunto la responsabilità dell’area TUL 1 ERW. Questo

dal 2005, dico bene, nel 2013 ho assunto la responsabilità totale invece di tutti gli

impianti, tubifici e rivestimenti e poi dal 2013 ho avuto la nomina a dirigente.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi capoarea tubifici, in sostanza?

TESTE M. CORDISCO – Capoaearea tubifici TUL 1 ERW sino al 2013.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quando era responsabile della manutenzione meccanica dei tubifici,

gli interventi che occorrevano da chi erano proposti, gli interventi straordinari da chi

erano proposti?

TESTE M. CORDISCO – Allora, gli interventi possono essere sia di manutenzione ordinaria che

straordinaria.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì.

TESTE M. CORDISCO - L’organizzazione è abbastanza complessa, gli interventi possono

essere proposti da esigenze di produzione, ci sono per esempio dei guasti, oppure delle

ispezioni fatte dai tecnici.

P.M. M. BUCCOLIERO – Partiamo dal momento in cui era necessario un intervento, chi lo

proponeva, il direttore del tubificio 1, 2, come funzionava?

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TESTE M. CORDISCO – Sì, io praticamente definivo dei lavori, alcuni lavori potevano essere

risolti con le forze interne, altre attività invece erano per specializzazione, o per

dimensione del lavoro, dovevano essere date a ditte terze. Venivano prodotte delle

specifiche e venivano date poi al vaglio delle autorizzazioni.

P.M. M. BUCCOLIERO – L’ingegner Mignogna lo conosce?

TESTE M. CORDISCO – L’ingegnere Mignogna è stato mio capo, sino al 2001 ho avuto

l’ingegnere Imperiale come capo, poi l’ingegnere Mignogna fino al 2007, poi dopo il

2007 l’ingegnere Capogrosso.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quando venivano proposti questi interventi dall’ingegner Mignogna,

dovevano essere approvati dal direttore dello stabilimento?

TESTE M. CORDISCO – Allora, sì, però dal 2005 ci è stata messa una figura di un referente di

area, dal 2005, dal marzo.

P.M. M. BUCCOLIERO – E chi è questo referente di area?

TESTE M. CORDISCO – Che è stato l’ingegner Corti.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che cosa accadeva? Spieghi bene questo passaggio degli interventi e

il ruolo dell’ingegner Corti.

TESTE M. CORDISCO – Sì. Allora, ogni esigenza - sia ordinaria che straordinaria - veniva

riportata poi a questo referente dell’area, che è stato introdotto nel 2005 e con questa

persona poi si valutava, o meglio, lui valutava l’opportunità di procedere in quel lavoro

o farlo diversamente.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi tutti gli interventi venivano sottoposti a Corti?

TESTE M. CORDISCO – Assolutamente sì, sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che li approvava o meno?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Presidente, la sintesi come al solito del Pubblico Ministero

è pro domo sua, ha dato nelle indicazioni il teste proprio in ordine al fatto che fornisse

consulenza su questa cosa. Poi venire a dire così invece non è fedele.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, anche la sua è interpretazione.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Appunto. Allora, se evitiamo di fare le interpretazioni,

ognuno la fa a pro domo sua, siamo parti del processo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi ingegnere, ci vuole chiarire qual era il ruolo di questa

figura che lei ha detto referente, ha definito come referente?

TESTE M. CORDISCO – Sì, era un referente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ce lo vuole chiarire?

TESTE M. CORDISCO – Noi portavamo alla sua attenzione ogni richiesta, anche attraverso un

suo ufficio tecnico che aveva a sua dotazione, dove lasciavamo le nostre richieste e poi

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lui le firmava.

P.M. M. BUCCOLIERO – Benissimo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Di che tipo di richieste si trattava?

TESTE M. CORDISCO – O di manutenzione, ma anche di interventi più ampi, interventi anche

di investimenti che richiedevano somme ingenti.

P.M. M. BUCCOLIERO – E che rapporto c’era tra l’approvazione dell’ingegner Corti ed il

direttore dello stabilimento, Capogrosso nel caso di specie?

TESTE M. CORDISCO – Quando firmava l’ingegner Corti, stava bene a tutti.

P.M. M. BUCCOLIERO – Stava bene a tutti?

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Senza l’approvazione del direttore di stabilimento, l’ingegner Corti

poteva comunque approvare, stabilire gli interventi, se dovevano essere fatti o meno?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Le risulta se il direttore di stabilimento, prima di approvare un

intervento, chiedeva sempre a Corti?

TESTE M. CORDISCO – Diciamo che con la presenza dell’ingegner Corti il direttore dello

stabilimento non ricordo che sia successo mai che abbia approvato qualcosa senza

parlarne con Corti.

P.M. M. BUCCOLIERO – Prima dell’intervento di Corti, lei ha detto se non sbaglio nel 2005.

TESTE M. CORDISCO – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Invece era il direttore di stabilimento che approvava i vari interventi?

TESTE M. CORDISCO – Sì. Interventi di manutenzione ordinaria ricordo di sì, sono passati

tanti anni.

P.M. M. BUCCOLIERO – Certo.

TESTE M. CORDISCO – Per interventi più grossi invece, comunque, facevamo riferimento a

qualche figura che ci aiutasse nella realizzazione di queste opere. Io ricordo per esempio

che io ho realizzato una sala compressori con il signor Casartelli, forse una via a rulli al

RIV 3 anche.

P.M. M. BUCCOLIERO – Chi erano queste altre figure, ha detto Casartelli?

TESTE M. CORDISCO – Io ricordo il signor Casartelli una volta.

P.M. M. BUCCOLIERO – Chi era questo Casartelli?

TESTE M. CORDISCO – Un altro fiduciario che stava lì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che cosa intende lei ingegnere per fiduciario, vuole spiegare alla

Corte?

TESTE M. CORDISCO – Sono delle persone assolutamente competenti, capaci, con grande

esperienza e che ci hanno coadiuvato nel realizzare delle opere importanti.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Fiduciari di chi?

TESTE M. CORDISCO – Della proprietà immagino.

P.M. M. BUCCOLIERO – E Corti era anche uno dei fiduciari?

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Questo discorso che lei ha detto di Corti, dal 2005 fino a quando, se è

a sua conoscenza?

TESTE M. CORDISCO – Gli inizi del 2013.

P.M. M. BUCCOLIERO – Gli inizi del 2013. Lei ha avuto notizie di problemi che Corti ha avuto

con qualche operaio dipendente Ilva, contrasti tra Corti e qualche operario dipendente

Ilva o funzionario?

TESTE M. CORDISCO – Al momento non mi ricordo di qualcosa di particolare.

P.M. M. BUCCOLIERO – Non le risulta niente.

TESTE M. CORDISCO – No.

P.M. M. BUCCOLIERO – Va bene, grazie ingegnere. Allora, io ho finito Presidente.

ESAME DEL P.M., DOTT. R. GRAZIANO

P.M. R. GRAZIANO – Quindi ha detto prima che da marzo del 2005 è intervenuto il signor

Corti nel reparto dove lei lavorava?

TESTE M. CORDISCO – Più o meno sì. Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Chi gliel’ha presentato, come è avvenuto? Lei ad un certo punto ha detto:

“È arrivata questa figura”, lo ha definito fiduciario. Chi glielo ha presentato?

TESTE M. CORDISCO – Probabilmente l’ingegner Capogrosso, però in questo momento quel

particolare istante non lo ricordo.

P.M. R. GRAZIANO – Che sia stato l’ingegner Capogrosso o un’altra figura dirigenzialmente

dell’Ilva, che cosa le è stato detto, questa persona che arrivava lì che compiti aveva?

TESTE M. CORDISCO – Guardi, non ricordo né il momento e né le parole.

P.M. R. GRAZIANO – Siccome lei ha appena detto, su domanda del Pubblico Ministero, che

questa persona poteva anche autorizzare i lavori senza l’autorizzazione del direttore

dello stabilimento.

TESTE M. CORDISCO – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi le sarà stato rappresentato in qualche modo, le sarà stato detto:

“Da oggi dovete fare capo a lui”?

TESTE M. CORDISCO – Ma questa persona era già nota, perché già dal 1995 seguiva l’area

laminazione, quindi non era una persona.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi già dal 1995 era in Ilva questa persona?

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TESTE M. CORDISCO – Era in Ilva, sì, assolutamente sì.

P.M. R. GRAZIANO – A Taranto?

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

P.M. R. GRAZIANO – Già dal 1995 le hanno detto che era un fiduciario?

TESTE M. CORDISCO – Non me l’ha detto nessuno, però io nel 1995 gestivo anche il treno

lamiera come manutenzione ed è stato scorporato dall’area lamiera e tubi per essere

ammesso all’area laminazione.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi questa persona già dal 1995 era già a Taranto?

TESTE M. CORDISCO – Assolutamente sì.

P.M. R. GRAZIANO – Con l’avvento della famiglia Riva?

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

P.M. R. GRAZIANO – Prego. Quindi ha detto, le è stato presentato?

TESTE M. CORDISCO – Quindi in un momento, ricordo febbraio o marzo del 2005, ci è stato

comunicato che l’ingegnere Corti avrebbe seguito, oltre all’area laminazione, anche

l’area tubifici e rivestimenti, per cui avremmo dovuto fare riferimento a lui per esigenze

di qualsiasi carattere.

P.M. R. GRAZIANO – Ha detto prima: “Era uno dei fiduciari”. Chi erano gli altri fiduciari a sua

conoscenza nello stabilimento?

TESTE M. CORDISCO – Guardi, nel mio raggio di azione ho incontrato il signor Casartelli, il

signor Pastorino, l’ingegner Corti. Poi ne ho visti altri, però a mensa.

P.M. R. GRAZIANO – E come faceva a sapere che erano anch’essi dei fiduciari?

TESTE M. CORDISCO – Voci di popolo.

P.M. R. GRAZIANO – Voci di popolo? Cosa vuol dire?

TESTE M. CORDISCO – Sì, per sentito dire, non è che qualcuno.

P.M. R. GRAZIANO – Cioè, tra i suoi colleghi?

TESTE M. CORDISCO – Tra colleghi, tra amici, non è che c’è stata una investitura o avessero

una divisa differente.

P.M. R. GRAZIANO – Queste persone avevano potere di firma, lei ha mai visto firmare degli

ordini?

TESTE M. CORDISCO – Degli ordini? Delle richieste sì, degli ordini non mi risulta.

P.M. R. GRAZIANO – Lei conosce Legnani Lanfranco?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Che ruolo svolgeva?

TESTE M. CORDISCO – Non glielo so dire, però seguiva un po’ vari aspetti generali dello

stabilimento.

P.M. R. GRAZIANO – Mi sa dire in quale area operava, con quali mansioni?

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TESTE M. CORDISCO – Che io ricordi, in tutto lo stabilimento.

P.M. R. GRAZIANO – In tutto lo stabilimento. Cioè, lei lo vedeva in varie zone dello

stabilimento?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Operava in tutto lo stabilimento in che senso, se lo sa, se me lo può

specificare?

TESTE M. CORDISCO – Non ho avuto mai direttamente grandi interazioni.

P.M. R. GRAZIANO – Va be’, da quello che?

TESTE M. CORDISCO – Però sapevamo chi era, sapevamo...

P.M. R. GRAZIANO – Cioè, chi era?

TESTE M. CORDISCO – Era un fiduciario.

P.M. R. GRAZIANO – E che compiti svolgeva questo fiduciario?

TESTE M. CORDISCO – Guardi…

P.M. R. GRAZIANO – Siccome ha parlato, ha detto.

TESTE M. CORDISCO – In generale avevo informazioni, ma sommarie, non ufficiali, che

seguisse tutto lo stabilimento, però non era certo una...

P.M. R. GRAZIANO – Che vuol dire “informazioni sommari, non ufficiali”.

TESTE M. CORDISCO – Tra colleghi. Cioè così, fra amici.

P.M. R. GRAZIANO – Amici, sempre sul posto di lavoro?

TESTE M. CORDISCO – Sempre sul posto di lavoro, sì. Ma non c’è stata una riunione dove c’è

stata data un’organizzazione. Lei mi sta dicendo queste cose.

P.M. R. GRAZIANO – Sì, okay, è chiaro, ho capito, ho compreso.

TESTE M. CORDISCO - Un organigramma dell’organizzazione dei fiduciari io non l’ho mai

saputa.

P.M. R. GRAZIANO – Ho capito. Quando, se lo ricorda, è arrivato il signor Legnani nello

stabilimento?

TESTE M. CORDISCO – Non lo ricordo, non agli inizi però.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi non agli inizi, intende il 1995?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Come Corti diciamo?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – È arrivato in un’epoca successiva a Corti?

TESTE M. CORDISCO – Successiva.

P.M. R. GRAZIANO – Lei aveva dei rapporti con gli esponenti della famiglia Riva?

TESTE M. CORDISCO – Occasionalmente sì.

P.M. R. GRAZIANO – Con chi?

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TESTE M. CORDISCO – Con il ragionier Fabio, Daniele.

P.M. R. GRAZIANO – Era presente il ragionier Fabio in stabilimento?

TESTE M. CORDISCO – Spesso.

P.M. R. GRAZIANO – Da che periodo la può collocare la sua presenza, se lo ricorda?

TESTE M. CORDISCO – L’anno no, agli inizi era molto presente il signor Claudio, poi

successivamente la presenza è stata più continuativa del ragionier Fabio.

P.M. R. GRAZIANO – E questa presenza continuativa del ragionier Fabio fino a quando la può

collocare temporalmente?

TESTE M. CORDISCO – Al 2012.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi – diciamo - il periodo in cui ci sono stati i provvedimenti

giudiziari?

TESTE M. CORDISCO – Sì. Per esempio ci chiamava in alcune riunioni in sala conferenze,

oppure qualche volta è venuto sugli impianti, o facevamo delle riunioni non molto

frequenti sull’andamento dei corsi. Cioè, c’era un rapporto di questo tipo, ecco.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi in quel periodo, in questo lungo periodo di cui ci ha parlato, era

lui il principale referente della proprietà, come famiglia Riva intendo?

TESTE M. CORDISCO – Vedevamo spesso lui. Poi ci sono anche altre cose che facevamo, per

esempio c’era suo figlio Emilio. Con il dottore Emilio abbiamo analizzato certe

situazioni sui ricambi, sui magazzini, sulle giacenze in magazzino. Anche con il signor

Daniele, fratello del Fabio.

P.M. R. GRAZIANO – A proposito di Corti, con che frequenza lo vedeva sugli impianti,

nell’area dove lei prestava e presta servizio?

TESTE M. CORDISCO – Abbastanza frequentemente.

P.M. R. GRAZIANO – Una frequenza giornaliera, settimanale?

TESTE M. CORDISCO – Alcuni periodi sì, poi in funzione anche del...

P.M. R. GRAZIANO – “Alcuni periodi sì”. Cioè, giornalmente lo vedeva?

TESTE M. CORDISCO – C’erano dei momenti in cui si studiavano, perché di lavori ne abbiamo

fatti tantissimi.

P.M. R. GRAZIANO – Perciò le sto chiedendo, proprio perché avete fatto tanti lavori, la

presenza del Corti era quotidiana o no?

TESTE M. CORDISCO – Quando era in preparazione o nella fase realizzativa di questi

interventi il contatto era quotidiano.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi la presenza del Corti era quotidiana?

TESTE M. CORDISCO – Sì, assolutamente sì.

P.M. R. GRAZIANO – Ho capito. E questi altri fiduciari di cui mi ha parlato li vedeva con la

stessa frequenza o erano impegnati in altre aree, quindi non ha un parametro?

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TESTE M. CORDISCO – Quali altri fiduciari?

P.M. R. GRAZIANO – Quelli che ha appena elencato, Pastorino, Legnani?

TESTE M. CORDISCO – Quelli li ho visti negli anni iniziali, quando non avevamo Corti.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi poi il riferimento è stato di Corti?

TESTE M. CORDISCO – Il riferimento è stato solamente Corti. Poi comunque abbiamo fatto

anche gli impianti di trattamento acque.

P.M. R. GRAZIANO – In che epoca, se lo ricorda?

TESTE M. CORDISCO – Nel 2007, 2008. Impianti molto grossi, comunque li abbiamo fatti col

signor Casartelli, Corti ci ha fatto fare gli impianti col signor Casartelli, che per

competenza, per esperienza, era più attinente alla specificità di quegli impianti.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi, diciamo, Corti decise di avvalersi di questo Casartelli?

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

P.M. R. GRAZIANO – Ho capito.

P.M. M. BUCCOLIERO – Senta, quando avete fatto questi impianti – ha detto lei – delle acque

con Casartelli, sul punto veniva informato Capogrosso, si chiedeva autorizzazione a

Capogrosso?

TESTE M. CORDISCO - Capogrosso era informato sempre di tutto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Benissimo.

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

P.M. M. BUCCOLIERO - E che rapporto c’era tra Casartelli e Capogrosso, se lo sa? Identico

come Corpi e Capogrosso?

TESTE M. CORDISCO – Penso di sì, sì. Comunque Capogrosso era sempre informato.

P.M. M. BUCCOLIERO – Grazie.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Non ci sono altre domande. Parti Civili, non ci sono domande.

La Difesa degli imputati. Prego.

AVVOCATO VOZZA – Sì, grazie.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO VOZZA

AVVOCATO VOZZA – Ascolti, io vorrei da lei qualche chiarimento in ordine soprattutto alla

manutenzione degli impianti, quando lei si è occupato più specificamente di

manutenzione. Lei conferma l’esistenza di fermate programmate?

TESTE M. CORDISCO – Sì, assolutamente.

AVVOCATO VOZZA – Ai fini manutentivi?

TESTE M. CORDISCO – Sì. C’erano delle fermate programmate con cadenza settimanale di più

breve durata, uno o due turni e poi delle fermate più ampie, nel periodo pressoché

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estivo, anche di un mese.

AVVOCATO VOZZA – Conferma che gli impianti erano ispezionati da tecnici di manutenzione

e anche sulla base dei loro esiti venivano poi programmati gli interventi manutentivi?

TESTE M. CORDISCO – Sì, l’ho detto prima, sì.

AVVOCATO VOZZA – Conferma l’esistenza in turno di personale di manutenzione adibito

proprio alla risoluzione dei guasti accidentali e dei problemi contingenti?

TESTE M. CORDISCO – Assolutamente sì, nel turno ci sono tutt’ora delle figure di pronto

intervento, giusto per mitigare possibili guasti occasionali.

AVVOCATO VOZZA – Nelle fermate programmate di manutenzione si utilizzava, è accaduto

che abbia utilizzato le officine interno dello stabilimento?

TESTE M. CORDISCO – Allora, negli anni passati c’era anche un’officina che prestava attività

di manutenzione meccanica sulle aree, poi questa risorsa è stata smantellata, è stata

chiusa e quindi le attività meccaniche venivano date o alle aree, oppure alle ditte,

mentre le officine centrali vengono ancora utilizzate per specializzazioni. Ci sono si

tubisti, i ponteggiatori, le officine elettriche. Quindi al di là delle linee tecnologiche

specifiche, la mera prestazione meccanica viene data a terzi o alle aree.

AVVOCATO VOZZA – Mentre invece mi diceva che all’interno delle officine sociali, quindi

aziendali, esistono diverse specializzazioni?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO VOZZA – E questo all’epoca dei fatti e lo è tutt’oggi?

TESTE M. CORDISCO – Anche prima, sì.

AVVOCATO VOZZA – E anche prima?

TESTE M. CORDISCO - Anche prima era così, sì. I tubisti, per esempio, è un’organizzazione

molto grossa e funzionale.

AVVOCATO VOZZA – Noi alla scorsa udienza abbiamo mostrato - Presidente - all’ingegner

Mignogna alcuni documenti, peraltro l’ingegnere ha riconosciuto la sua firma. Le dico

subito ingegner Cordisco, l’ingegner Mignogna ci ha spiegato che c’era un piano di

investimento a lungo termine, triennale per i grandi investimenti.

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO VOZZA - Chiedo se conferma e se è a conoscenza di questa evenienza?

TESTE M. CORDISCO – Sì, c’erano delle esigenze, gli investimenti non si risolvono mai nel

giro di qualche mese, perché c’è una fase progettuale e realizzativa che impegna a volte

anche periodi molto lunghi.

AVVOCATO VOZZA – E poi ha anche riconosciuto la firma su alcuni documenti e di prelievo

di pezzi di ricambio presso il magazzino e di ordini al magazzino di acquisto di pezzi di

ricambio dal fornire al tubifico.

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TESTE M. CORDISCO – Certamente.

AVVOCATO VOZZA - In questo caso l’ordine proveniva direttamente da Mignogna, era diretto

al magazzino e il magazzino, se disponibili, rimetteva a voi appunto i pezzi di ricambio

e se non disponibili procedeva all’acquisto per poi consegnarveli?

TESTE M. CORDISCO – Non è proprio così. Allora, tutte le giacenze di magazzino sono

inventariate con un sistema informativo, per cui all’occorrenza il tecnico ha bisogno del

cuscinetto, del cilindro, del tubo, la preleva e lo utilizza, senza…

AVVOCATO VOZZA – Ulteriori formalità, diciamo.

TESTE M. CORDISCO - Ulteriori fomalizzazioni, assolutamente. Qualora le giacenze non

fossero sufficienti alla realizzazione dell’opera, allora si deve procedere con l’acquisto.

Per l’acquisto c’è un iter procedurale autorizzativo sino al responsabile dell’area,

Mignogna in quel periodo. Mignogna va dal 2001 al 2007, mi sembra.

AVVOCATO VOZZA – Sì, perfetto. Possiamo mostrare Presidente gli stessi documenti e

vedere se riconosce o i medesimi o comunque la tipologia di quegli atti? Lì, per quello

almeno che mi è parso di capire, dalla spiegazione dell’ingegner Mignogna, dovrebbe

essere il primo un documento di prelievo presso il magazzino, altri ordini di acquisto

invece diretti al magazzino, affinché appunto si procurasse quei pezzi di ricambio, per

poi trasferirli alla vostra area.

TESTE M. CORDISCO – Sì, questa è la situazione di un prelievo, questa è la firma di Nistoro e

Mignogna, Nistoro è il collega del TUL 2, invece queste qui sono la firma di

guarnizioni e c’è la firma di Nistoro e Mignogna. C’è anche la firma mia su questo.

AVVOCATO VOZZA – Ho terminato, la ringrazio.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Grazie a lei. Ci sono altri difensori che devono procedere al

controesame? L’Avvocato Perrone?

AVVOCATO PERRONE – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Prego.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO PERRONE

AVVOCATO PERRONE – Senta ingegnere, prima, rispondendo al Pubblico Ministero, lei ha

parlato di riunioni con taluni esponenti, referenti della proprietà, ha fatto riferimento ad

Emilio per ricambi, Daniele e al ragionier Fabio Riva. Le volevo dire, le consta che in

un arco temporale che va dal 2005 al 2012, poi magari verrà approfondito

successivamente, vi sono stati anche dei massicci interventi impiantistici nel reparto?

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Nel reparto?

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AVVOCATO PERRONE – Nel reparto tubifici.

TESTE M. CORDISCO – Nel reparto di mia competenza.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, lo so, però.

AVVOCATO PERRONE – Sì, mi perdoni Presidente. Queste riunioni che intercorrevano con i

referenti della proprietà, avevano ad oggetto proprio anche questi massicci interventi

che erano stati operati nella sua area?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO PERRONE – Quindi erano interventi volti ad una maggiore qualità della

produzione, impiantistica, a migliorare anche proprio gli impianti in cui lei operava?

TESTE M. CORDISCO – Sì. Diciamo che gli impianti li abbiamo rivoltati come un calzino,

quindi abbiamo fatto di tutto veramente.

AVVOCATO PERRONE – E questo è stato oggetto naturalmente di quella sua interlocuzione

con i referenti della proprietà di cui parlava.

TESTE M. CORDISCO – Assolutamente sì, era per migliorare.

AVVOCATO PERRONE – Grazie.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi aggancio alla domanda del collega per chiederle, un po’

più nello specifico e con l’autorizzazione della Corte, se mi può confermare che nel

periodo 2005 e 2012, con riferimento a questo tipo di investimenti che andrò ad

elencare, se sono stati questi investimenti effettivamente realizzati, se lei eventualmente

vi ha partecipato e se ha partecipato attivamente alle fasi di individuazione di quelle che

erano proprio le necessità impiantistiche, se ha partecipato alle fasi di studio anche delle

soluzioni tecniche e se ha partecipato alla definizione delle specifiche di acquisto e di

esecuzione dei lavori e della rimessa in marcia di questi impianti. Faccio un elenco e poi

ogni volta che faccio descrizione dell’intervento, le mostro in visione l’ordine e se mi

conferma o meno. “C’è un nuovo impianto di trattamento acque reflue , derivanti dagli

scarichi delle vasche e dagli spurghi di processo, linea formatura e finitura tubi, del

tubificio TUL 1, compreso trattamento delle acque meteoriche, provenienti dalle aree

circostanti l’impianto”.

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sono circa metri quadri 6.000.

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – “Impianto avente una portata totale di acqua trattata fino a

70 metri cubi all’ora, impianto atto a garantire nell’acqua trattata, prima

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dell’immissione nella rete fognaria di stabilimento, i seguenti valori: ph da 5,5 fino a

9,5; solidi sospesi, inferiori a 5 mg. per litro; idrocarburi totali inferiori a 5 mg. per

litro; grassi ed olii animali e vegetali inferiori a 20 mg. per litro; cloro attivo libero,

inferiore a 0,2 mg. per litro; alluminio inferiore a 1 mg. per litro cromo totale, inferiore

a 2 mg. per litro. L’ordine è il 9897 del 18 marzo 2009, assegnato alla ditta Ravagnan”.

Stiamo parlando ovviamente sempre di investimenti di milioni di euro. Glieli faccio

vedere e col consenso della Corte lo sottopongo in visione ai Pubblici Ministeri, prima

di farglielo vedere.

(L’Avvocato Annicchiarico pone in visione i suddetti documenti ai Pubblici Ministeri)

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Se mi può confermare.

TESTE M. CORDISCO – Sì, l’impianto è tutt’oggi funzionante.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi c’è un altro nuovo impianto di filtrazione trattamento

acque di ricircolo nelle seguenti zone del tubificio TUL 1: “Formatura tubi in uscita,

pressa (dovrebbe essere o zero o “O””.

TESTE M. CORDISCO – Pressa “O”.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – “O”, benissimo, grazie. “Finitura, in entrata e uscita,

espansore meccanico impianto costituito da formatura; elettroagitatore AG1 per vasche

di omogeneizzazione VL/3; decantatore circolare DCL/1; filtro in pressione a granulato

di quarzo FV/1; elettrosoffiatore ES/1; controlavaggio con area; numero 6 stazione di

pompaggio PL/1-6; numero 2 gruppi di dosaggio di polielettrolita e biocida GD/1-2;

serbatoio stoccaggio S/1; finitura; decantatore disoleatore rettangolare DRL; numero

due gruppi di dosaggio del polielettrolita e biocida GD/3-4; numero 2 elettroagitatori

AG/2-3 per vasche di omogeneizzazione VL/1-2; decantatore a trazione periferica

DCL/2; ispessitore statico IS/1; numero tre filtri in pressione a granulato di quarzo

FV/2-3-4; numero sette stazioni pompaggio PL/1-3-4-5-6-7-8, comprese

apparecchiature per la ripresa delle acque di spurgo, costituite da una elettropompa

sommergibile da 40 MC/ora, completa dei relativi accessori e delle modifiche al quadro

elettrico per l’inserimento delle protezioni delle nuove utenze impianto, atte a garantire

portata totale acqua trattata 20 metri cubi ora, più 120 metri cubi ora; solidi

sedimentabili filtrati fino a 10 mg. litro; olii non emulsionati filtrati fino a 10 mg.

litro”. L’ordine di riferimento è il 10181 del 24 febbraio 2006, di un valore complessivo

di 1.922.000, assegnato alla ditta Ravagnan. Se me lo può confermare.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, vogliamo sottoporre direttamente anche i prossimi,

visto che l’ufficio del Pubblico Ministero non si oppone, a sottoporre direttamente

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l’ordine?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, però così non rimane nulla a verbale dell’investimento

fatto. Cerco di essere più sintetico allora.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Vu bene, prego.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi, se è stato fatto. Ha risposto sì? Deve rispondere al

microfono.

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, è stato realizzato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Le risulta quell’intervento?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – “Modifiche e ammodernamento cabine elettriche 1 e 4 di

distribuzione, per alimentazioni utenze del tubificio longitudinale TUL 1, con la

fornitura di nuovi quadri elettrici”. L’ordine è il 61398 del 20 dicembre 2006, assegnato

alla ditta BM Elettronica.

TESTE M. CORDISCO – Sì, è fatta.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lo sottopongo un attimo al teste per la conferma, anche se

me la sta già anticipando perché, evidentemente, lo ricorda.

TESTE M. CORDISCO – Sì, la cabina sotterranea che è stata fatta fuori terra, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi c’è un impianto di saldatura esterna a tubi per tubificio,

numero 1.

TESTE M. CORDISCO – Numero 1, sì. La “Uranesuil” (fonetico).

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come?

TESTE M. CORDISCO – “Uranesuil” (fonetico), la ditta esecutrice.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ah, come si chiama?

TESTE M. CORDISCO – “Uranesuil” (fonetico).

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Forse sì, è scritto in maniera impronunciabile, è scritto in

maniera impronunciabile, lei lo riesce a pronunciare.

TESTE M. CORDISCO – È tedesca.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Questo ordine praticamente è il 34207 del 5 luglio 2006, lo

sottopongo in visione, ma già se l’è ricordato a memoria. Memoria impressionante.

TESTE M. CORDISCO – Sì. “Uranesuil” (fonetico).

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Lo ricorda ingegner Cordisco.

TESTE M. CORDISCO – Sì, esattamente, è funzionante.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – È funzionante ed è stato realizzato.

AVVOCATO MELUCCI – Il nome che dice il teste è riportato in alto a destra.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, grazie.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi c’è nuovo impianto antincendio ad idranti, corredo di

distribuzione principale ad anello chiuso attorno al capannone, a protezione dell’area

tubificio longitudinale TUL 1.

TESTE M. CORDISCO – Sì, realizzato.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se lo ricorda?

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E l’ordine è il 55698 del 10 dicembre 2008, assegnato alla

ditta Air Fire.

TESTE M. CORDISCO – Air Fire. Sì, funzionante.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Tutt’ora funzionante ha detto, sì?

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Vorrei che mi confermasse, rispetto a questo tipo di

investimenti, questi sono investimenti realizzati sostanzialmente realizzati dalla vostra

area e delegati a Corti.

TESTE M. CORDISCO – Certo. Una parte di quelli.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Una parte di questi qua.

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ne ricorda altri?

TESTE M. CORDISCO – Ma tantissimi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Scusi, visto che ha una buona memoria, se mi può dire

qualcuno di quelli che ricordo.

TESTE M. CORDISCO – Abbiamo comprato la pressa idraulica nuova al TUL 1, bancali di

movimentazione, walking beam. Ma poi abbiamo fatto tutte le automazioni degli

impianti. Tantissimi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lei ricorda di una ditta americana, la DuPont, che è

intervenuta all’interno dell’impianto per quanto riguarda la sicurezza?

TESTE M. CORDISCO – Sì, ma non da me.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non da lei?

TESTE M. CORDISCO – No, era andata in area acciaieria.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Per quello che le consta, il direttore dello stabilimento

Capogrosso nel periodo di questi investimenti era più dedicato ad altro tipo di impianti,

si occupava?

TESTE M. CORDISCO – No, l’ingegnere Capogrosso comunque era sempre informato,

avevamo un contatto quotidiano, quindi lui comunque era informato di tutto quello che

succedeva e si discuteva. Quindi, voglio dire, comunque lo informavamo, non è che

aveva abbandonato l’area, assolutamente.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ah, ecco.

TESTE M. CORDISCO – No, no.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Perfetto, non ho altre domande, grazie.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

AVVOCATO MELUCCI – Sì.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO MELUCCI

AVVOCATO MELUCCI – Buongiorno ingegnere.

TESTE M. CORDISCO – Buongiorno. Volevo chiederle, prima lei ha dato una definizione dei

fiduciari, così come le è stato richiesto dal Pubblico Ministero, facendo riferimento

all’esperienza, alle capacità tecniche ed altro.

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO MELUCCI – Le volevo chiederle se sa se analoghe attività venivano svolte da

queste persone anche in altri stabilimenti del gruppo.

TESTE M. CORDISCO – Sì, nello specifico l’ingegner Corti a volte mancava delle settimane,

perché lui seguiva anche degli impianti in Germania, a Brandeburgo, Spagna, Siviglia,

Caronno nel nord Italia, Francia. Quindi lui seguiva tutta la laminazione del gruppo,

aveva una responsabilità trasversale, ecco.

AVVOCATO MELUCCI – Ho capito. Quando poi ha fatto riferimento al signor Casartelli ed in

particolare a queste attività di trattamento delle acque, se ho capito bene.

TESTE M. CORDISCO – Sì.

AVVOCATO MELUCCI – Volevo chiedere se le consta, se mi può confermare, che questo

fosse l’ambito proprio precipuo di competenza del Casartelli, quello del trattamento

delle acque, se lo sa.

TESTE M. CORDISCO – Sì, attività area, acqua, gas. Il signor Casartelli aveva una esperienza

specifica riconosciuta.

AVVOCATO MELUCCI – Lei la potè verificare sul campo la sua esperienza?

TESTE M. CORDISCO – Sì, sì.

AVVOCATO MELUCCI – Non ho altre domande, grazie.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altre domande?

AVVOCATO MARIUCCI – Qualche domanda Presidente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

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CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO MARIUCCI

AVVOCATO MARIUCCI – Avvocato Mariucci, Difesa Legnani. Buongiorno ingegner

Cordisco.

TESTE M. CORDISCO – Buongiorno.

AVVOCATO MARIUCCI – Le volevo chiedere questo, al di là del sentito dire, del vox populi a

ci ha fatto riferimento prima rispondendo a delle domande sui cosiddetti fiduciari, lei si

è mai rapportato direttamente con l’ingegner Legnani nell’ambito della sua attività

lavorativa?

TESTE M. CORDISCO – No, non ricordo nulla di specifico.

AVVOCATO MARIUCCI – Okay, perfetto. Quindi, rispetto a quello che lei ha percepito

nell’ambito della sua attività, non ha contezza di che cosa svolgeva l’ingegner Legnani

nell’ambito della sua consulenza?

TESTE M. CORDISCO – No, no, assolutamente.

AVVOCATO MARIUCCI – Con la società Riva Fire?

TESTE M. CORDISCO - No.

AVVOCATO MARIUCCI – Perfetto, grazie, non ho altre domande.

P.M. R. GRAZIANO – Consulenza è una parola grossa.

AVVOCATO MARIUCCI – C’è un contratto di consulenza Pubblico Ministero, è anche stata

una sua produzione documentale.

P.M. R. GRAZIANO – Il contratto è stato prodotto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora, se non ci sono altri difensori che devono procedere al

controesame.

AVVOCATO MARIUCCI – C’è un contratto.

P.M. R. GRAZIANO – Il contratto è stato prodotto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Se non ci sono altri difensori che devono procedere al

controesame.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi scusi, soltanto una cosa che avevamo dimenticato, se ce

lo consente.

DOMANDE DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Con riferimento ai contratti, se lei ne è a conoscenza, se

sapeva, se sa il teste dell’esistenza di contratti di consulenza tecnica che il gruppo Riva,

come holdig, faceva all’Ilva. Cioè, ci sono due contratti agli atti che noi abbiamo

depositato, uno del 1995 e l’altro del 1999, con cui il gruppo Riva si impegnava a

fornire consulenza tecnica all’Ilva e anche allo stabilimento di Taranto. Le risulta,

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perché ne era a conoscenza, che queste persone che lei ha descritto, Casartelli, Corti,

Pastorino, fossero degli uomini di riferimento del gruppo dal punto di vista tecnico e

che fossero presenti in forza di questi contratti di consulenza? Se lo sa.

TESTE M. CORDISCO – Non sono a conoscenza di questi contratti di consulenza.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Va bene, grazie.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora può andare ingegnere, la ringraziamo.

TESTE M. CORDISCO – Grazie a voi.

Il Teste viene licenziato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Chi volete sentire?

P.M. R. GRAZIANO – Il teste Palombella.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Signor Palombella, deve leggere la formula di impegno.

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE PALOMBELLA ROCCO

IL TESTE, AMMONITO AI SENSI DELL’ARTICOLO 497 CODICE DI PROCEDURA

PENALE, LEGGE LA FORMULA DI IMPEGNO: “Consapevole della responsabilità

morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità

e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.

GENERALITÀ: Rocco Palombella, nato a Faggiano (provincia di Taranto) il 5 dicembre del

1955; ivi residente, in via Faggiano numero 18/20. (San Crispieri, è una frazioncina di

Faggiano).

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTT. M. BUCCOLIERO

P.M. M. BUCCOLIERO - Buongiorno signor Palombella.

TESTE R. PALOMBELLA – Salve.

P.M. M. BUCCOLIERO - Che attività svolge?

TESTE R. PALOMBELLA – Attualmente sono segretario della UILM Nazionale.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha svolto questa anche a livello locale a Taranto?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – In che ruolo?

TESTE R. PALOMBELLA – Prima da semplice delegato e poi ero anche responsabile della

UILM di Taranto.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Della UILM di Taranto?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, Unione Italiana Lavoratori Metalmeccanici.

P.M. M. BUCCOLIERO – In tale veste lei si è occupato di vicende che riguardavano operai

dell’Ilva di Taranto?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, certo.

P.M. M. BUCCOLIERO – O più in generale delle problematiche dell’Ilva di Taranto?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, sicuramente sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Se ne è occupato?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Se ne ricorda qualcuna in particolare?

TESTE R. PALOMBELLA – Se forse mi formula la domanda un po’ più diretta, magari.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì. Se c’è stato qualche operaio che si è rivolto al sindacato per essere

tutelato nei confronti dell’azienda che aveva preso dei provvedimenti nei suoi confronti.

TESTE R. PALOMBELLA – Si, certo, sicuramente, come no. Sì, l’anno non me lo ricordo

perché è passato tanto tempo, però ci fu un episodio particolare. Sicuramente era il

primo maggio, quindi la giornata era famosissima ed è famosa, ci fu un gruppo

lavoratori dei parchi primari che ebbe un provvedimento, una contestazione e poi un

provvedimento disciplinare. Il caposquadra, più alcuni lavoratori che erano all’interno

di questa mensa, si stavano ricoverando, stavano facendo la pausa e lì furono colti,

secondo il responsabile, fuori dalla pausa, era intorno alle 14.00 ricordo, 14.30. Ebbero

delle contestazioni e poi un lavoratore fu sospeso e licenziato, gli altri ebbero dei

provvedimenti disciplinari, ebbero la contestazione prima. Quindi loro si rivolsero

durante la contestazione ed io, ovviamente, provai a tutelarli prima facendo le

giustificazioni e poi successivamente impugnando anche il licenziamento di un

caposquadra, il cognome non me lo... Forse è Battista il cognome, però sono passati

tanti anni. E ci fu appunto rincorso fatto da un legale di Taranto, dall’Avvocato

Guglielmo De Feis, che noi promuovemmo davanti al Tribunale del Lavoro ed alla fine

riuscimmo anche ad integrare anche il lavoratore. Però diciamo che durante tutto l’iter

questa contestazione fu fatta, fu rilevata da un responsabile dei parchi primari.

P.M. M. BUCCOLIERO – Chi era?

TESTE R. PALOMBELLA – La contestazione fu firmata dall’ufficio competente.

P.M. M. BUCCOLIERO – Legale?

TESTE R. PALOMBELLA – Dall’ufficio legale dell’azienda, invece la persona che colse questi

lavoratori era Rabaioli. Sì, Rabaioli, Rabaioni.

P.M. M. BUCCOLIERO – Rebaioli, meglio.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, Rebaioli.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha parlato poi che questa vicenda sfociò in Tribunale.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ricorda di avere presenziato all’udienza che si è svolta in

Tribunale presso il lavoratore licenziato?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, ero presente io. Io - sperò di aver fatto bene, sicuramente sì -

riuscii a dimostrare che quella contestazione era infondata, perché i lavoratori avevano

una pausa differenziata, per cui quell’orario era un orario in cui loro potevano sostare.

Quindi il lavoratore fu riammesso, per fortuna, grazie al cielo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Signor Palombella, si ricorda a quell’udienza per l’Ilva chi si

presentò?

TESTE R. PALOMBELLA – Oltre ai responsabili dell’ufficio legale, anche Rebaioli era

presente.

P.M. M. BUCCOLIERO – Anche?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, era presente Rebaioli.

P.M. M. BUCCOLIERO – Rebaioli?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, Rebaioli, era presente, sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – In quella circostanza come si presentò il signor Rebaioli?

TESTE R. PALOMBELLA – Come fiduciario dell’azienda, come responsabile dell’azienda.

P.M. M. BUCCOLIERO – Cioè, lo disse in udienza davanti al Giudice?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Di chi parliamo quindi, il nome di battesimo se lo ricorda?

TESTE R. PALOMBELLA – No, no, io non ho avuto rapporti in azienda. No.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che età aveva questa persona?

TESTE R. PALOMBELLA – Non lo so, 54, 55, 56 anni. Presumo, poi posso sbagliare. Però era

identificato.

P.M. M. BUCCOLIERO – Era comunque in riferimento dell’area parchi, ha detto prima?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, in riferimento dell’area parchi ed era lui che aveva trovato

questi lavori lì dentro.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi si presentò come fiduciario?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, era la persona che aveva ovviamente contestato i fatti. Non era

un mistero, era un fatto risaputo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Visto che ha introdotto questo discorso dei fiduciari, ma di queste

persone, di questi fiduciari, oltre a Rebaioli, lei conosceva altre persone che erano

individuate come fiduciari?

TESTE R. PALOMBELLA – Quando arrivò l’azienda, quando arrivarono i Riva arrivò una

società che si chiamava – sempre se non ricordo male, poi la memoria un po’ può

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giocare brutti scherzi – Sider Consult, che era una società a cui facevano parte queste

persone, che per un anno loro non apparirono, perché la gestione continuò ad essere

come se fosse una gestione pubblica, con gli stessi responsabili e poi, successivamente,

queste persone assunsero dei posti chiavi all’interno dello stabilimento, però con il

sindacato non hanno avuto mai a che fare, non abbiamo mai avuto incontri, non

abbiamo mai avuto un rapporto diretto tra me e loro. Sapevano tutti, io ho anche avuto

modo - non è un mistero - di poter dichiarare che a proposito degli infortuni che si

verificavano all’interno dello stabilimento, che ci fu ricambio generazionale dopo gli

anni 2000, noi in un certo qual modo lamentavamo anche alcune gestioni dell’azienda

dove non si individuavano bene chi fossero i responsabili diretti e quelli indiretti e ci fu

una commissione non so se di indagine o di inchiesta del Senato, che venne qui in

Prefettura a Taranto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Commissione Parlamentare di inchiesta lei dice.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, di inchiesta. Perché volevano verificare perché tanti infortuni

gravi si verificarono, perché avvennero dopo il ricambio generazionale, tanti ragazzi che

entrarono nello stabilimento. E noi, ovviamente, denunciammo la non chiarezza del

ruolo gerarchico all’interno dell’azienda. Quindi i giornali ne parlavano.

P.M. M. BUCCOLIERO – Perché non chiarezza del ruolo gerarchico, che cosa denunciavate

come sindacato voi?

TESTE R. PALOMBELLA – Perché c’era una struttura, quella classica, quella nota, quella del

capo e poi c’erano alcune persone chiave che ovviamente lavoravano, erano all’interno

dei reparti, di alcuni reparti, non di tutti, che svolgevano anche una loro funzione, che

era appunto quella di collaborare.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Che tipo di funzione?

TESTE R. PALOMBELLA – Erano presenti, insomma. Poi è chiaro che, essendo dipendenti

direttamente della proprietà, avevano una presenza influente. Tutto qui.

P.M. M. BUCCOLIERO – Cioè, questi erano quelli che ha detto prima, i fiduciari della

proprietà?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, si chiamavano fiduciari, c’erano anche altri nomignoli che si

davano a queste persone.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi scusi, c’è un’opposizione signor Presidente, vorrei che

la valutasse, ne abbiamo parlato un attimo anche tra difensori.

P.M. R. GRAZIANO – Ma l’opposizione è ad una domanda del Pubblico Ministero o alle

risposte del teste?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, alle domande del Pubblico Ministero.

P.M. R. GRAZIANO – E quale? Non si è conclusa la domanda.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, ho capito, infatti per le prossime domande, non mi sono

fermato prima.

P.M. R. GRAZIANO – E mica si può fare una opposizione alle prossime domande.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, perché siccome le domande che ha fatto fino adesso,

secondo noi, perché noi non l’abbiamo fatta subito l’opposizione perché speravamo che

arrivasse la domanda diretta, che non è arrivata. Il teste sta riferendo in ordine a

circostanze che non ha appreso direttamente, ma che ha appreso da altri, mentre nel

corso delle domande che fa il Pubblico Ministero sembra – è questo che noi registriamo

– che faccia domande come se fossero conosciute direttamente dal teste. Quindi la

richiesta è che il Pubblico Ministero non faccia apparire questo tipo di risposte, cioè

faccia delle domande specifiche su fatti e circostanze apprese dal teste. Se non le ha

apprese direttamente, si faccia dire chi le ha dette. Perché sennò andiamo avanti con un

racconto del teste che è disancorato, deve riportare fatti e circostanze il teste. Questo il

teste ovviamente non lo sa perché non è che fa i processi, però il Pubblico Ministero lo

sa.

P.M. M. BUCCOLIERO – Certo, io ancora non ho fatto nessuna domanda in quel senso.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Tutte quelle che abbiamo fatto fino adesso, sono tutte così.

P.M. M. BUCCOLIERO – Da Rebaioli siamo andati avanti Avvocato, non è stato attento.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, comunque non sono state fatte domande.

P.M. M. BUCCOLIERO – No, ci mancherebbe altro Presidente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – È tutta conoscenza personale del teste, di rappresentanza

sindacale, perché parte sindacale .

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No Presidente, non è conoscenza personale del teste.

AVVOCATO PERRONE – Non mi pare che il teste lavorasse in Ilva, tanto da poter sapere

anche gli organigrammi, quindi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lo ha anche detto prima.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – In qualità di rappresentante sindacale.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io vorrei che non ci fosse l’equivoco nelle domande del

Pubblico Ministero.

P.M. M. BUCCOLIERO – No, per carità.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – C’è l’equivoco, invece.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Possiamo andare avanti, l’eccezione è respinta.

P.M. M. BUCCOLIERO – Posso Presidente?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha parlato di una commissione parlamentare in cui fu ascoltato.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Per il discorso degli infortuni sul lavoro.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei all’interno di questa commissione denunciò la presenza di questi

fiduciari?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Perché lei riteneva che c’era questo?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, perché ritenevo che ci fossero delle confusioni da un punto di

vista.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che potevano creare questi problemi di infortuni?

TESTE R. PALOMBELLA – Certo, potevano creare.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Da un punto di vista? Scusi, deve completare però il suo

pensiero.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, lo completo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Da che punto di vista si poteva creare questa commissione o

confusione?

TESTE R. PALOMBELLA – Quello che sto dicendo io, a proposito delle eccezioni, erano delle

cose talmente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – No, lei non deve rispondere alle eccezioni.

TESTE R. PALOMBELLA – Okay, okay.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Lei deve rispondere a questa domanda.

TESTE R. PALOMBELLA – Chiedo scusa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Cioè completare la sua risposta.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, la completo. Le cose che stavo per dire le dicevo quasi con una

semplicità ed un racconto perché erano tutte cose risapute. Cioè, si svolgeva in un

ambiente talmente formale e ufficiale, quello della commissione di inchiesta, che tutti i

giornali, le testate giornalistiche tarantine ne parlarono di questa cosa: “I sindacalisti

denunciano”.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Però lei ha avuto un diretto coinvolgimento in questa

commissione, nei lavori di questa commissione?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, io sono stato ascoltato dalla commissione e nella commissione

loro volevano sapere per quale motivo si verificano tanti incidenti, qual è la causa

dell’incidente. Tra le cause, tra le motivazioni che provocavano gli incidenti, io

personalmente avevo dichiarato che questi sono ragazzi giovani, sono inseriti all’interno

di una struttura particolare, come quella dell’Ilva ed in più c’è anche un qualcosa che

non si capisce, che è la struttura gerarchica, cioè chi comanda, chi ha il comando, chi ha

la responsabilità? Ci sono gli atti sicuramente che possono essere ripresi a distanza e

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sono convinto di averlo detto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Cioè, denunciava questa confusione per la presenza dei fiduciari, in

sostanza?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, perché la struttura...

P.M. M. BUCCOLIERO – È chiarissimo. Ma queste persone di cui stiamo discutendo erano

inserite nell’organigramma aziendale?

TESTE R. PALOMBELLA – No, non lo so, non glielo so dire.

P.M. M. BUCCOLIERO – Questo non lo sa?

TESTE R. PALOMBELLA – Non lo so.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei è stato sentito il 24 giugno del 2013, signor Palombella.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO - Da parte della Guardia di Finanza?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, sicuro.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ebbene, su questo punto io le ricordo quello che lei dichiarò, anche

sottoforma di contestazione. Lei dice: “Sono a conoscenza della presenza dei fiduciari

all’interno dello stabilimento Ilva di Taranto, che pur non essendo inseriti in

organigramma aziendale, rispondevano direttamente ed esclusivamente alla proprietà”.

TESTE R. PALOMBELLA – Confermo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi lei conferma questa circostanza?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi questi fiduciari rispondevano direttamente alla famiglia Riva?

TESTE R. PALOMBELLA – Sicuramente sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Mi avvio alla conclusione Presidente. Ma oltre di questa

commissione parlamentare di cui lei ha parlato, della presenza di questi fiduciari lei

parlò con i responsabili dell’azienda, delle relazioni sindacali? C’era un responsabile

Ilva relativo alle relazioni sindacali?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Chi era, intanto se c’era?

TESTE R. PALOMBELLA – Allora, i responsabili del personale dell’Ilva c’erano ovviamente,

c’era un responsabile nazionale, ma c’era anche un responsabile locale.

P.M. M. BUCCOLIERO – Si ricorda i nomi?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, del responsabile? Presumo che fosse Biagiotti il responsabile

dell’Ilva di Taranto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Stabilimento Ilva di Taranto.

TESTE R. PALOMBELLA – Di Taranto, sì. Che poi cambiava negli anni, non è stata sempre la

stessa persona, sono cambiati i vari capi del personale, che adesso non ricordo neanche.

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P.M. M. BUCCOLIERO – E che cosa le disse, quando lei lamentò questo discorso dei fiduciari?

TESTE R. PALOMBELLA – Il problema dei fiduciari per noi costituiva sempre un’anomalia,

per cui non è che c’è stata una circostanza, ci sono state tante circostanze dove noi

abbiamo sempre evidenziato il fatto che ci fossero delle persone con cui noi non

potevamo trattare, ma che erano quelli che avevano un potere superiore agli altri.

Questa è la verità.

P.M. M. BUCCOLIERO – Certo. Ma a me interessa quello che le disse il responsabile delle

relazioni sindacali per l’Ilva S.p.a., se lo ricorda, sennò glielo ricordo io.

TESTE R. PALOMBELLA – Non lo ricordo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lo ricordo io. Lei dice, proprio su questa domanda.

TESTE R. PALOMBELLA – Forse ero un po’ più vicino, ora sono passati cinque anni, sei anni.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei dice: “Il tema è stato naturalmente portato sul tavolo, ma senza

mai ricevere alcuna risposta, in quanto sostenevano che erano figure non in organico

aziendale Ilva, per cui non dovevamo – non dovevano - avere a che fare con sindacati”.

È così la risposta, è questa?

TESTE R. PALOMBELLA – È proprio così.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Scusi Pubblico Ministero, “non dovevamo”? Non si è capita

l’ultima parte.

TESTE R. PALOMBELLA – Non dovevano.

P.M. M. BUCCOLIERO – Nel verbale si c’è scritto: “Non dovevamo avere a che fare con i

sindacati”, ovviamente, siccome era il sindacalista, è “dovevano”, come ha precisato

adesso. Va bene, Presidente per quanto mi riguarda non ho altre domande.

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTT. R. GRAZIANO

P.M. R. GRAZIANO – Lei ha detto prima… Ci può ricondurre temporalmente - chiaramente in

base alla sua conoscenza - quando vi è stata la presenza di questi fiduciari all’interno

dello stabilimento siderurgico di Taranto?

TESTE R. PALOMBELLA – Sempre con il beneficio.

P.M. R. GRAZIANO – Se ricorda, certo.

TESTE R. PALOMBELLA – Presumo che a maggio del 2005 sono arrivati i Riva a Taranto.

P.M. R. GRAZIANO – Del 1995.

TESTE R. PALOMBELLA – Del 1995. Per un anno diciamo che lo stabilimento è stato gestito

regolarmente dalle figure gerarchiche esistenti.

P.M. R. GRAZIANO – Quando lei dice “regolarmente”, a chi si riferisce?

TESTE R. PALOMBELLA – Ai responsabili della gestione pubblica.

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P.M. R. GRAZIANO – Ho capito.

TESTE R. PALOMBELLA – Non mi ricordo chi era il capo del personale, però erano gli stessi

che avevano gestito negli ultimi anni. Poi, successivamente, cominciarono ad arrivare

alcune figure chiave che venivano poste in alcune… Dopo un anno più o meno, per

esempio il magazzino ricordo.

P.M. R. GRAZIANO – Cominciavano ad arrivare delle figure chiave, intende, si riferisce ai

fiduciari?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì. Non le figure chiave, erano i posti strategici dello stabilimento,

per quanto riguarda per esempio gli acquisti, per quanto riguarda i sistemi informativi,

per quanto riguarda alcune posizioni dove l’azienda riteneva fossero importanti ai fini

del loro controllo dell’azienda. Quindi per un anno, se è il il 1995, dal 1996 in poi sono

arrivati.

P.M. R. GRAZIANO – Queste persone?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Lei prima, a domanda del Pubblico Ministero, ha detto: “Questi fiduciari

avevano un potere superiore agli altri”. Ce lo può spiegare meglio, superiore agli altri

che significa, gli altri chi?

TESTE R. PALOMBELLA – Beh, alle figure strutturali, a quelle conosciute.

P.M. R. GRAZIANO – Cioè, quelle che erano inserite nell’organico come capoarea, caporeparti?

TESTE R. PALOMBELLA – Come responsabili, caporeparti, eccetera.

P.M. R. GRAZIANO – Quindi loro erano sovraordinate a queste persone?

TESTE R. PALOMBELLA – Il fatto che parlavano direttamente con i proprietari, avevano

anche la possibilità.

AVVOCATO PERRONE – Presidente, si reitera comunque la eccezione, in quanto si stanno

chiedendo al teste circostanze di fatto che non sono cognizioni dirette del teste

medesimo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ed anche valutazioni.

P.M. R. GRAZIANO – Ne ha anche parlato in una commissione parlamentare di inchiesta.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, ho capito, ma non è che se uno ne parla in TV, viene

legittimato a riferirne nel processo.

P.M. R. GRAZIANO – Prendiamo atto che per lei la TV e la commissione parlamentare…

(Voci in aula concitate)

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Vi prego di non sovrapporvi, però.

P.M. R. GRAZIANO – È una sua opinione, la TV E la commissione parlamentare sono la stessa

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cosa.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se mi fanno finire, io finisco il mio intervento e poi parla il

Pubblico Ministero.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Il teste, a mia memoria, nel codice può riferire in ordine a

fatti e a circostanze da lui direttamente apprese o a fatti e a circostanze che qualcuno gli

ha riferito, poi è previsto che debba indicare chi è questo qualcuno. Se sono voci di

popolo, sulle voci di popolo o su quelle generiche non può testimoniare e qualora

riferisca, le sue dichiarazioni sono inutilizzabili. Questo è quello che ricordo io che dice

il codice. Quindi, da questo punto di vista, fare delle domande al teste, che ci

mancherebbe altro, risponde in ordine a quelle che sono le sue conoscenze generali,

quello che ha sentito dire, quello che gli hanno raccontato, apporta dei contributi

probatori al processo. Le domande che vanno fatte al teste sono in ordine, una volta

chiesta la circostanza specifica, bisogna chiedere al teste come lo ha appreso, da chi lo

ha appreso, lei dove era, lei cosa ha visto, lei cosa ha visto, chi gliel’ha riferito. Questo è

un modo di procedere utile per il processo, diversamente stiamo facendo entrare delle

valutazioni del teste, dei racconti del teste che non possono portare contributi probatori

al processo. Questa è la mia opposizione, quindi la metto a verbale.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altri interventi del Difese?

AVVOCATO MARIUCCI – Sì Presidente. Avvocato Mariucci, Difesa Legnani.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

AVVOCATO MARIUCCI - Mi associo al collega rilevando che il Pubblico Ministero,

consapevolmente, bypassando sia la percezione del fatto e sia eventualmente la fonte

che ha riferito, non fa altro che continuare a chiedere delle valutazioni al teste che non

sono ammissibili. Quindi c’è ferma opposizione su questo modo di procedere.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Voleva dire qualcosa il Pubblico Ministero in merito a queste

eccezioni?

P.M. R. GRAZIANO – Sì Presidente, le domande che l’ufficio sta facendo attengono ai fatti che

si riferiscono all’imputazione, Articolo 187 del Codice di Procedura Penale. Questi sono

i fatti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, l’eccezione è rigettata, il teste sta riferendo di fatti che

si riferiscono alla sua attività di sindacalista comunque. Se poi vogliamo chiedere quali

sono state le sue fonti.

P.M. R. GRAZIANO - Certo. A tal proposito lei prima ha fatto riferimento ad un’udienza, presso

il Tribunale del Lavoro di Taranto, a cui ha presenziato personalmente.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

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P.M. R. GRAZIANO – In quell’occasione, ha detto prima a domanda del Pubblico Ministero,

che si era presentato il signor Rebaioli.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Quella persona come si è presentata, in che ruoli?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – C’è opposizione, la stessa domanda è stata fatta dal

Pubblico Ministero dottor Buccoliero. Identica, ha già risposto ed è a verbale. Io ho

tutto appuntato, eh.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì Pubblico Ministero, la stessa domanda è stata posta, se vuole

andare nello specifico.

P.M. R. GRAZIANO – Oltre a lui, chi era presente quel giorno?

TESTE R. PALOMBELLA – Era presente il responsabile dell’ufficio sindacale dell’azienda,

l’ufficio legale, non so se era Nardelli. Ora non ricordo chi era il responsabile

dell’ufficio sindacale dell’Ilva.

P.M. R. GRAZIANO – Visto che questa vicenda la ricorda, ricorda chi aveva fatto la

contestazione disciplinare a questi lavoratori?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Risposto, anche qua, ufficio legale.

TESTE R. PALOMBELLA – Rebaioli.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Risposto a domanda specifica fatta.

P.M. R. GRAZIANO – Rebaioli ha detto adesso.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, la contestazione. Che facciamo, rifacciamo le domande

al teste per vedere se risponde? Fate il controesame voi stessi al teste? Ha distinto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblico Ministero, è già stata fatta questa domanda, se vuole

fare una domanda più specifica.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ha distinto tra il rimprovero fatto, dalla contestazione

disciplinare come rimprovero.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Per la formalizzazione.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Esatto e la formalizzazione l’ha fatta l’ufficio legale. L’ha

spiegato già il teste.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Possiamo andare avanti. Prego Pubblico Ministero.

P.M. R. GRAZIANO – Non ho altre domande.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Le Parti Civili?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Infatti era l’unico episodio riferito nelle indagini, non ha

riferito altri episodi e fatti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Le Difese degli imputati vogliono controesaminare il teste? chi

vuole iniziare? L’Avvocato Perrone.

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CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO PERRONE

AVVOCATO PERRONE – Signor Palombella, le volevo chiedere, in relazione ai cosiddetti

fiduciari, lei ricorda - dice che ne parlavano anche i giornali - che venivano qualificati

come una sorta di governo ombra, ricorda questa circostanza?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO PERRONE – E quindi, in ragione di questo governo ombra, lei questa mattina ci

ha riferito che dinanzi ad un Magistrato nel Tribunale di Taranto, nell’esercizio della

sua funzione giurisdizionale, si è presentato il signor Rebaioli qualificandosi come

persona di fiducia della proprietà?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO PERRONE – Governo ombra, innanzi ad un Giudice, si qualifica persona di

fiducia.

TESTE R. PALOMBELLA – In effetti quella fu una…

AVVOCATO PERRONE – No, è giusto, perché sembra che la logica molto spesso si arresta.

P.M. R. GRAZIANO – Va be’, le considerazioni le farà in discussione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Facciamo finire quello che stava dicendo il teste: “Quella in

effetti”?

TESTE R. PALOMBELLA – Noi eravamo convinti che la presenza del signor Rebaioli in quel

luogo non fosse poi certificata, invece fu certificata e questo a noi sorprese molto,

perché nella lettera di contestazione, come io ho detto, è vero che la lettera l’ha firmata

l’ufficio legale, però chi ha rilevato la contestazione è stata la persona, è stato Rebaioli.

AVVOCATO PERRONE – Che si presentò innanzi al Giudice?

TESTE R. PALOMBELLA – Che si presentò in Tribunale, innanzi al Giudice.

AVVOCATO PERRONE – In relazione alla commissione parlamentare di inchiesta, lei ricorda

in che periodo ci fu questa seduta?

TESTE R. PALOMBELLA – No, però il fatto che sia stata pubblica, immaginavo che si poteva

anche andare a rilevare quando è avvenuta.

AVVOCATO PERRONE – Infatti, è la seduta del 26 settembre del 2005. Ci siamo più o meno

come collocazione temporale?

TESTE R. PALOMBELLA – Immaginavo che fosse dopo. Va be’.

AVVOCATO PERRONE – Lei ha parlato di sei o sette anni fa, sei o sette anni prima rispetto a

quando fu sentito, che è il 24 giugno del 2013, quindi come collocazione temporale ci

siamo. Lei conferma che in quella circostanza lei ebbe apporre pubblicamente il

problema dei fiduciari in quella circostanza?

P.M. M. BUCCOLIERO – In quale circostanza?

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AVVOCATO PERRONE - Nella commissione parlamentare del 26 settembre del 2005.

P.M. M. BUCCOLIERO – Nel 2005 non ci siamo, al limite è 2007.

AVVOCATO PERRONE – Ma perché non facciamo rispondere al teste?

P.M. M. BUCCOLIERO – Ma perché lo sta dicendo lei quello che vuole dire il teste.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ha fatto la contestazione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Non creiamo confusione.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Presidente, ha fatto la contestazione anche.

AVVOCATO PERRONE – Presidente, la confusione è creata artatamente dall’ufficio della

Procura, che interviene chirurgicamente nel momento in cui ci sono momenti di

fibrillazione.

P.M. M. BUCCOLIERO - No, si dicono cose non esatte.

AVVOCATO PERRONE – Va be’, questo è il gioco delle parti.

AVVOCATO PERRONE – È il gioco delle parti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora, qual è la domanda?

AVVOCATO PERRONE - Ma io lo accetto, lo accetto volentieri e mi diverte anche. Allora io

vorrei fare una domanda.

TESTE R. PALOMBELLA – Posso chiedere un chiarimento?

AVVOCATO PERRONE – Vorrei chiedere io, però se lei vuole fare una domanda a me, ci

mancherebbe.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego, qual è la domanda Avvocato? Risponda alle domande.

AVVOCATO PERRONE – La successiva domanda, lei a quante commissioni parlamentari di

inchiesta ha partecipato, è stato ascoltato?

TESTE R. PALOMBELLA – In diverse.

AVVOCATO PERRONE – In relazione ad Ilva Taranto?

TESTE R. PALOMBELLA – In diverse. Ce ne sono state diverse.

AVVOCATO PERRONE – Ma con riferimento Ilva?

TESTE R. PALOMBELLA – Però questa data così riavvicinata, la vedo troppo vicino rispetto al

processo di vendita dell’Ilva. Se l’Ilva è stata venduta nel 2005.

AVVOCATO PERRONE – Nel 1995.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Nel 1995.

TESTE R. PALOMBELLA – Nel 1995, quindi sempre questa idea. Sì, sì, infatti, ha ragione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Nel 2005, sono dieci o undici anni dopo.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, allora probabile che sia quella.

AVVOCATO PERRONE – Ricorda dove si tenne questa audizione?

TESTE R. PALOMBELLA – In Prefettura.

AVVOCATO PERRONE – Prefettura di Taranto?

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TESTE R. PALOMBELLA – In Prefettura di Taranto.

AVVOCATO PERRONE – Ricorda se in quella circostanza furono ascoltati anche il dottor

Conversano, Lazzaro, il dottor Sebastio, lei, Raguso, De Blasi?

TESTE R. PALOMBELLA – Sebastio sì, Lazzaro sì, Conversano sì. Sì. Gli altri non so.

AVVOCATO PERRONE – Quindi lei ha detto che in quella circostanza pubblicamente sollevò

il problema dei cosiddetti fiduciari?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO PERRONE – Per il dottor Sebastio intendiamo il Procuratore?

TESTE R. PALOMBELLA – Il Procuratore, sì.

AVVOCATO PERRONE – L’ex Procuratore, il Pubblico Ministero?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO PERRONE – Lei ricorda se in quella circostanza lei sollecitava delle

professionalità altamente specialistiche all’interno dello stabilimento? C’è un suo

passaggio in cui dice.

TESTE R. PALOMBELLA – Probabile. Se lei ha il passo, sicuramente sarà così.

AVVOCATO PERRONE – “Controllo, professionalità molto specialistiche, con iniezione di

ingegneri o di persone sicuramente altamente qualificate, che abbiano nella mente la

cultura del lavoro”.

TESTE R. PALOMBELLA – Probabile, se sono mie dichiarazioni sono quelle.

AVVOCATO PERRONE – Va bene, si riconosce?

TESTE R. PALOMBELLA – Certo.

AVVOCATO PERRONE – Io non ho altre domande, grazie.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altre domande?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Soltanto in ausilio alla sua memoria. Lei è stato sentito il 24

giugno del 2013.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E quando è stato sentito lei ha detto: “La situazione è stata

resa pubblica in occasione di una commissione parlamentare di inchiesta tenuta presso

la Prefettura di Taranto, se non ricordo male sei o sette anni fa”. Conferma questo

passaggio, l’ha detto nel 2013.

TESTE R. PALOMBELLA – Certo, l’ho detto io.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Volevo semplicemente che me lo confermasse.

Prima ha detto che queste persone, quando lei ha fatto riferimento un po’ generico a queste

figure dei fiduciari, me lo sono appuntato, che erano – per quello che le risultava –

collegati ad una società che era la Sider Consult. Agli atti praticamente c’è un contratto

di consulenza proprio tra la Sider Consult e l’Ilva. Lei ne è a conoscenza?

TESTE R. PALOMBELLA – Assolutamente no.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Però sapeva che erano collegati alla Sider Consult queste

persone? L’ha detto prima lei.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Conferma. Nel corso dell’esame prima, che è stato fatto dai

Pubblici Ministeri, lei ha riferito un solo episodio, che è praticamente quello là di questa

contestazione di questi operai che erano stati sorpresi in orario diverso, alle 16.00 ha

detto prima.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E che quindi, poi, c’è stata questa procedura anche davanti

al Giudice. Nel corso delle indagini lei non riferisce nessun altro episodio, infatti i

Pubblici Ministeri non glielo hanno neanche chiesto. La mia domanda è questa: con

riferimento al ruolo di queste persone a cui lei prima ha fatto riferimento, chiamati dai

Pubblici Ministri fiduciari.

P.M. R. GRAZIANO – No, chiamati dal teste fiduciari.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Prima dai Pubblici Ministeri e poi dal teste. Rispetto a

queste persone, le valutazioni e le cose che lei ha dichiarato prima chi gliele ha dette?

P.M. M. BUCCOLIERO – Opposizione alla domanda, Presidente.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come le ha apprese e chi gliel’ha dette.

P.M. M. BUCCOLIERO – È troppo generica.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, sì, riformuli la domanda.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, come le ha apprese?

P.M. M. BUCCOLIERO – Ma cosa, cosa?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – E poi valutazioni, lo dice lei che sono valutazioni.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, ho sdoppiato, ho detto sia le valutazioni che lei ha

espresso e sia le circostanze che ha riferito.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Questo lo dice lei, che il teste ha espresso valutazioni.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Anche valutazioni ha espresso, Presidente. Le abbiamo

sentite tutti le valutazioni.

P.M. M. BUCCOLIERO – Le abbiamo sentite. Solo lei le ha sentite, Avvocato!

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quali sono queste valutazioni? Può precisare la domanda?

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Scusate, c’è un’opposizione formale alla domanda?

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì, c’è opposizione formale alla domanda.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io ho fatto una domanda specifica e ho detto: lei, ciò che ci

ha riferito… Allora, facciamo così, così tagliamo la testa al toro. Ciò che lei ha riferito

fino adesso ai Pubblici Ministeri, a parte l’unico episodio - e lo togliamo quell’episodio

- di Rebaioli, lei come l’ha appreso e da chi l’ha appreso?

P.M. M. BUCCOLIERO – C’è opposizione. La domanda Presidente è troppo generica, quello

che ha riferito fino adesso. È da mezz’ora che sta parlando il testimone. La domanda va

fatta specifica.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Guardi, siccome le domande specifiche non le avete fatte.

P.M. M. BUCCOLIERO – Le notizie che ha avuto su questo signore da chi le ha sapute, da chi

non le ha sapute? Non “quello che ha riferito fino ad adesso”.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – La mia domanda era volutamente prima generica, come ci

ha detto lei, fate prima domande generiche e poi entrare più nello specifico.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ma questa è troppo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Non è stata specifica perché siccome l’unico episodio che

ha a riferito è uno solo e su quello si sono già dilungati in esame e controesame i

Pubblici Ministeri stessi, oltre a questo episodio, tutto ciò che ha detto, che era tutto

generico, quindi per questo non era episodio specifico, lei come l’ha saputo e da chi l’ha

saputo? Questa è la domanda, mi sembra che sia legittima Presidente.

P.M. M. BUCCOLIERO – C’è opposizione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - La domanda è ammessa, quali sono le sue fonti di conoscenza,

vuole sapere l’Avvocato.

TESTE R. PALOMBELLA – Dirette. Perché è vero che io ero il segretario dei metalmeccanici,

ma io ogni mattina andavo in Ilva. Avevo i miei delegati, io ho cinquanta delegati

sindacali della mia organizzazione, poi ci sono anche quelli delle altre organizzazioni.

Ovviamente c’è un luogo, un locale all’interno dell’Ilva la mattina, dove io arrivavo e

chiedevo: “Che problemi ci sono?”. E di legati rappresentavano i problemi che

ovviamente c’erano di sicurezza, di rapporti, di relazioni industriali, di questo. Quindi

me lo dicevano direttamente insomma.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Bene. Mi vuole dire per favore i nomi di questi delegati e

sindacali?

TESTE R. PALOMBELLA – Tutte le RSU dell’Ilva.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E mi dica chi sono?

TESTE R. PALOMBELLA – Se vuole gliele dico tutte.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Me le dica, chi sono?

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TESTE R. PALOMBELLA – Antonio Talò.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, se vuole le faccio l’elenco.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, me le dica, a verbale, chi le ha detto queste cose? Mi

deve dire chi sono.

TESTE R. PALOMBELLA – Okay.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Antonio Talò, poi?

TESTE R. PALOMBELLA – Oliva Gennaro.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Oliva Gennaro.

TESTE R. PALOMBELLA - Piero Pallini.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Piero?

TESTE R. PALOMBELLA – Pallini.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi?

TESTE R. PALOMBELLA – Basta.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Basta?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Sono tre adesso.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, comunque ha detto chi erano.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi dice Antonio Talò in che area operava?

TESTE R. PALOMBELLA – Era il coordinatore dell’Ilva della UILM.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – In che aree?

TESTE R. PALOMBELLA – In tutte le aree.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Coordinatore della UILM Ilva.

TESTE R. PALOMBELLA – Tutte le aree.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Quindi questo coordinatore le riportava ciò che le veniva

riferito dagli iscritti, così funziona?

TESTE R. PALOMBELLA – Dagli iscritti e dai delegati, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Dagli iscritti e dai delegati.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Perfetto. Oliva Gennaro invece che cos’è?

TESTE R. PALOMBELLA – È l’esecutivo di fabbrica.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come?

TESTE R. PALOMBELLA - È una struttura organizzativa dell’Ilva.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E come si chiama?

TESTE R. PALOMBELLA – Oliva Gennaro.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, la struttura come si chiama?

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TESTE R. PALOMBELLA – Esecutivo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Un esecutivo della UILM?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Questo è un esecutivo. Ci può spiegare che significa?

TESTE R. PALOMBELLA – Aveva un’attività di coordinamento dei delegati. Cioè, ci sono le

RSU e poi ci sono delle figure che organizzano diciamo, sono quattro figure per le aree

di stabilimento che organizzano le RSU.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E questo Oliva Gennaro è sottoposto ad Antonio Talò o è

superiore ad Antonio Talò?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, è sottoposto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – È sottoposto. Quindi Gerarchicamente abbiamo prima

Antonio Talò, sotto Antonio Talò Oliva Gennaro come l’esecutivo.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Che si relaziona con i vari rappresentanti sindacali, delegati

di ogni singolo reparto o di area?

TESTE R. PALOMBELLA – Di reparto e di area.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ci spieghi la struttura, così capiamo?

TESTE R. PALOMBELLA – La struttura è segreteria provinciale, adesso Talò ovviamente è

segretario, ha preso il posto mio, lui all’epoca dei fatti era invece il coordinatore della

struttura dell’esecutivo. Sotto il coordinatore ci sono i coordinatori di ogni singola area

e poi ci sono i delegati di ogni singolo reparto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Basta, è finita la catena?

TESTE R. PALOMBELLA – Basta, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Piero Pallini chi è?

TESTE R. PALOMBELLA – È un nostro RSU.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Cioè, responsabile?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, è un rappresentante sindacale.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Rappresentante sindacale di che area?

TESTE R. PALOMBELLA – Area delle officine.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quali officine?

TESTE R. PALOMBELLA – Officina RIL

AVVOCATO ANNICCHIARICO – RIL?

TESTE R. PALOMBELLA – RIL, Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Quindi questo signore Piero Pallini si interfacciava con chi,

sotto di lui aveva le persone del RIL, delle officine?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come rappresentanti sindacali?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quindi diciamo che le notizie che lei ha appreso attengono

all’area officine, quelle là che le ha riportato Piero Pallini e invece Oliva Gennaro ed

Antonio Talò le hanno riportato quelle delle altre aree dello stabilimento?

TESTE R. PALOMBELLA – Era un continuo riporto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, ci mancherebbe, era per capire noi, non è che dobbiamo

comprendere come arrivano le notizie.

TESTE R. PALOMBELLA – Ogni giorno.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi vuole indicare circostanze specifiche che le sono state

riportate, riferite da Piero Pallini in ordine a ciò che accadeva nel RIL, nelle officine?

TESTE R. PALOMBELLA – Quello che capitava in tutte le aree, che c’erano delle figure

organizzative, cioè figure all’interno del reparto, che rispondevano direttamente alla

proprietà.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E chi erano nell’area officine?

TESTE R. PALOMBELLA – Non lo so.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come?

TESTE R. PALOMBELLA – Non lo so.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se non ricorda chi c’era nelle aree officine, mi dica invece i

fatti o circostanze che riguardano le aree officine.

TESTE R. PALOMBELLA – Okay. Così come stavo dicendo prima, la struttura classica

dell’azienda l’ho già spiegata prima, erano i responsabili ben individuati che noi

conoscevamo anche prima.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, ha detto responsabili pubblici nel 1995, fino al 1996

erano soltanto i pubblici e poi nel 1996 c’è stata l’introduzione di queste figure, ha fatto

riferimento alla Sider Consult, questo l’abbiamo sentito.

TESTE R. PALOMBELLA – Poi sono arrivate alcune figure collocate in diverse aree dello

stabilimento. Sull’area degli altoforni, sull’area dei parchi, sull’area dell’acciaieria in

modo particolare e così via. Queste figure avevano un modo loro di operare che,

ovviamente, non era noto da un punto di vista della loro specializzazione, ma da un

punto di vista della presenza loro erano presenti nell’area, erano presenti come tutte le

strutture organizzative presenti in quell’area là. Per cui, non avendo interlocuzione

diretta con noi, cioè con la struttura, loro agivano in un’area ben definita, ben stabilita.

Io, essendo uno che non aveva rapporti diretti all’interno delle aree produttive, ogni

mattina come veniva detto, non facevo altro che chiedere quali erano i problemi e quali

erano... Questo è durato ovviamente vent’anni.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Certo, perfetto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Forse di più, fin quando io poi sono andato via. Dopo di ciò

queste situazioni che lei mi sta chiedendo, che non è una circostanza, cioè non è un

fatto, non è un episodio, perché l’episodio specifico io l’ho già dichiarato, è quello, tutto

il resto sono tutte situazioni che venivano riportate, come quello del RIL, piuttosto

quello dell’acciaieria, piuttosto quello degli impianti marittimi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Che vi riferivano circa la presenza di queste persone?

TESTE R. PALOMBELLA – Che riferivano circa la presenza di queste persone e che,

ovviamente, non ci dicevano che non erano figure che aiutavano il sistema, ma che

erano figure che il sistema non riuscivano a gestirlo. In termini critici insomma.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lei sa che sono stati fatti investimenti per quattro miliardi e

mezzo nello stabilimento, nella gestione Riva?

TESTE R. PALOMBELLA – Certo che lo so. Non lo so se sono quattro miliardi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quattro miliardi e mezzo di euro, non di lire Pubblico

Ministero, sono di euro. Lo sa?

TESTE R. PALOMBELLA – Io ho visto i lavori.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Li ha visti i lavori.

TESTE R. PALOMBELLA – Se lei mi dice quanti sono.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, no. Siccome lei ha detto che queste persone, secondo

quello che le riferivano evidentemente le persone che le riportavano, non erano di aiuto

al sistema, ha detto questa cosa.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E noi apprendiamo e registriamo che testi diversi dicono

che sono stati fatti investimenti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, non ha mai detto il teste che non erano d’aiuto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – L’ha detto prima, che non erano d’aiuto al sistema.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Forse si riferiva ad un aspetto particolare.

TESTE R. PALOMBELLA – No, io mi riferivo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi perdoni, mi siccome sto controesaminando io, forse è

sfuggita a voi, ma la risposta l’ho registrata bene io.

TESTE R. PALOMBELLA – Io mi riferivo al nostro sistema sindacale, al sistema di

rappresentanza.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ahhh! Al sistema sindacale!

TESTE R. PALOMBELLA – Questa è la domanda che lei ha fatto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ah! No, sembrava al sistema produttivo, all’Ilva,

all’azienda che stava. No, al sistema sindacale.

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ha detto che non avevano rapporti diretti con queste persone,

questo l’ha detto più volte.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Siccome ha detto “non erano d’aiuto al sistema”.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ho capito.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quindi non ha altri episodi specifici da raccontarci. Lei è

stato Presidente del circolo Vaccarella?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E fino a quando, da che data?

TESTE R. PALOMBELLA – Non lo so, non mi ricordo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Innanzitutto, se vuole spiegare alla Corte che cos’è questo

circolo Vaccarella.

TESTE R. PALOMBELLA – Il circolo Vaccarella era una struttura, un dopolavoro.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Un dopolavoro?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì. Che veniva utilizzato, non so se adesso è ancora utilizzato, per

attività culturali, sportive, tornei di tennis e quant’altro.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi conferma che era già esistente nella gestione pubblica

Italsider?

TESTE R. PALOMBELLA – Come no. Certo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Questo circolo mi conferma che era presso la Masseria

Vaccarella?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, confermo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Noto anche come Circolo Tennis Ilva o Circolo Tennis

Italsider?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, confermo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E questo circolo era stato ceduto come proprietà alla

famiglia Riva o no?

TESTE R. PALOMBELLA – No. Era dell’IRI questa struttura.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Presidente, c’è opposizione a questo tipo di domande, perché

non mi paiono pertinenti ai fatti di causa. Se il collega vuole precisare lo scopo della

domanda.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, se ci vuole magari illustrare le ragioni?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ma ci mancherebbe. Il Pubblico Ministero ha indicato che

ha reso sommarie informazioni testimoniali il 24 giugno del 2013 ed il Pubblico

Ministero ha detto che voleva sentirlo in ordine ai fatti ed alle circostanze riferite in

queste sommarie informazioni. Sono tutte indicazioni che ha già fornito nella fase delle

indagini e quindi io stavo chiedendo conferma.

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi sono dichiarazioni rese in quel verbale?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Rese in fase delle indagini. Certo, ce l’ho davanti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, allora può proseguire.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Oggetto delle circostanze di prova della Procura della

Repubblica. Rispetto a questo circolo qui, abbiamo detto che non era della famiglia

Riva e gli acquirenti, quindi la gestione Riva, dovevano – se le consta, se lo sa –

comunque provvedere al mantenimento del circolo e dare delle?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, delle provvidenze aziendiali, come no, erano frutto di accordi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Nel corso della sua gestione, mi può confermare che sono

state versate somme intorno al miliardo all’anno e anche di più, miliardo e quattro,

miliardo e tre, miliardo e due, miliardo e cento? Stiamo parlando di lire questa volta,

quando ancora la lira valeva. Un miliardo e cento. Mi conferma queste circostanze?

TESTE R. PALOMBELLA – L’entità non la so, però erano tutte somme che venivano destinate

ai lavoratori.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non sto dicendo a chi venivano destinate, sto chiedendo

soltanto se i Riva, se la gestione Riva ha dato al Circolo Vaccarella, da lei presieduto,

questo tipo di somme?

TESTE R. PALOMBELLA – Sicuramente.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Questa conferma.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – In lire?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – In lire.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi conferma che rispetto a queste somme non avevate

obbligo di rendiconto ai Riva?

TESTE R. PALOMBELLA – Non avevamo rendiconto? No, Riva risparmiava sulle...

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, lei deve rispondere alle domande, aveva obbligo di

rendiconto sì o no?

TESTE R. PALOMBELLA – No.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Bene. Volevo chiedere un’altra cosa, se lei ha ricevuto da

parte dell’Agenzia delle Entrate nell’anno del 2007 un accertamento fiscale.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Nella gestione di questo circolo vi alternavate anche con le

altre organizzazioni sindacali?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, da statuto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – FIOM, CGIL?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Le risulta che ci sono stati allontanamenti di diverse figure,

quali Battista Massimo, Rizzo Francesco, Fiusco Francesco per dubbi che afferivano

proprio alla gestione del circolo?

TESTE R. PALOMBELLA – No, non mi risulta.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non le risulta?

TESTE R. PALOMBELLA – No, no.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non ho altre domande, grazie.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altri difensori che devono procedere?

AVVOCATO VOZZA – Sì, soltanto una precisazione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego, Avvocato Vozza.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO VOZZA

AVVOCATO VOZZA – Buongiorno, signor Palombella. Volevo chiederle questo, mi pare che

lei anche a seguito della sua sollecitazione alla sua memoria operata dal Pubblico

Ministero in ordine alla presenza o meno dei cosiddetti fiduciari e l’organigramma

aziendale, abbia confermato che queste figure non erano inseriti in organigramma

aziendale, è corretto?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Io le vorrei chiedere però, a questo punto, innanzitutto a quali

organigrammi e di quali anni fu riferimento. Se lei li ha visionati e a quali anni fa

riferimento. Perché lei rende queste dichiarazioni nell’anno 2013, il 24 di giugno, vorrei

sapere con queste affermazioni innanzitutto a quali fiduciari si riferisce, a quali anni e a

quali organigrammi se lei ne ha visionati o altrimenti da dove trae queste informazioni,

se non dalla visione diretta degli organigrammi ovviamente?

TESTE R. PALOMBELLA – Noi puntualmente conoscevamo la struttura dell’azienda, la

struttura organizzativa, con le responsabilità di chi era il direttore di stabilimento e così

via. Per cui noi non abbiamo mai avuto la possibilità di visionare un organigramma

dove comparivano figure al di fuori di quelle che erano le strutture che noi

conoscevamo.

AVVOCATO VOZZA – Mi perdoni, quindi lei mi sta dicendo che ha visionato gli

organigrammi in tutti quegli anni e non ha mai rinvenuto queste figure?

TESTE R. PALOMBELLA – Mai, mai.

AVVOCATO VOZZA – Lei ne è assolutamente certo?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Noi li abbiamo prodotti e in parte produrremo gli organigrammi.

TESTE R. PALOMBELLA – Probabilmente che…

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AVVOCATO VOZZA – Per esempio, proprio di Rebaioli lei sa che compariva in organigramma

o meno o è assolutamente certo che non fosse in organigramma? Perché ci sono i

documenti, perciò le chiedo, se non è certo la pregherei di ripensarci un attimo?

TESTE R. PALOMBELLA – No, gli organigrammi che hanno consegnato a noi.

AVVOCATO VOZZA – No, ci sono degli organigrammi ufficiali, non quelli che consegnano a

voi e quelli che non consegnano a voi.

TESTE R. PALOMBELLA – Non lo so.

AVVOCATO VOZZA - Dagli organigrammi dell’Ilva, che peraltro sono atti consultabili anche

dai suoi iscritti dell’epoca.

TESTE R. PALOMBELLA – Per quello che risulta a me, non erano previsti.

AVVOCATO VOZZA – Lei è assolutamente certo che queste persone, definite come fiduciarie,

non fossero presenti? Le faccio l’esempio concreto.

TESTE R. PALOMBELLA – Per quanto è di mia conoscenza, sì.

AVVOCATO VOZZA – Lei è assolutamente certo che il signor Rebaioli non comparisse in

nessun organigramma?

TESTE R. PALOMBELLA – Io non l’ho mai visto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, ha risposto.

AVVOCATO VOZZA – E lei li ha visti tutti gli organigrammi di quegli anni?

TESTE R. PALOMBELLA – Tutti. Quello che mi capitava.

AVVOCATO VOZZA – Non “quello che mi capitava”, mi perdoni.

TESTE R. PALOMBELLA – Quelli che mi hanno fatto vedere, li ho visti.

AVVOCATO VOZZA – Quanti e quali ha visto, relativi a quali anni?

TESTE R. PALOMBELLA – Che fossero tutti non lo so.

AVVOCATO VOZZA – No, io voglio sapere quali anni. Lei viene sentito nel 2013, ha collocato

la comparsa di queste figure, mi pare di capire, nel 1996 ha detto?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, subito dopo l’avvento dei Riva.

AVVOCATO VOZZA – Quindi, orientativamente, dal 1996 al 2013 quanti organigrammi lei

crede di aver visionato?

TESTE R. PALOMBELLA – Non ho idea.

AVVOCATO VOZZA – E relativi a quali aree, a tutte le aree?

TESTE R. PALOMBELLA – Presumo che sia ogni anno.

AVVOCATO VOZZA – Prego?

TESTE R. PALOMBELLA – Presumo che sia ogni anno, però presumo, non sono certo di

questo.

AVVOCATO VOZZA – Ma presume di averli visti o che vengono pubblicati?

TESTE R. PALOMBELLA – Di averli visti.

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AVVOCATO VOZZA – Di tutto lo stabilimento o di singole aree?

TESTE R. PALOMBELLA – Presumo di tutto lo stabilimento. Ci venivano consegnati anche i

piani aziendali, i bilanci.

AVVOCATO VOZZA – Le consta che l’organigramma di tutto lo stabilimento si componga di

centinaia di pagine? Sta parlando dello stesso documento, sì? Se lo ricorda questo?

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, che lo ricordo.

AVVOCATO VOZZA – Che era un documento ponderoso.

TESTE R. PALOMBELLA – Sì, probabilmente.

AVVOCATO VOZZA – Va bene, grazie.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altre domande? Pare di no. Va bene, grazie signor

Palombella, se non ci sono altre domande dei Pubblici Ministeri, può andare.

TESTE R. PALOMBELLA – Grazie a voi.

Il Teste viene licenziato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Chi volete sentire?

P.M. R. GRAZIANO – Il teste Rappa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego, si accomodi. Legga la formula di impegno che è lì

davanti a lei.

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE RAPPA ROSARIO

IL TESTE, AMMONITO AI SENSI DELL’ARTICOLO 497 CODICE DI PROCEDURA

PENALE, LEGGE LA FORMULA DI IMPEGNO: “Consapevole della responsabilità

morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità

e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.

GENERALITÀ: Rosario Rappa, nato a Palermo il 27 agosto del 1955; residente a Roma, in via

della Marranella numero 126.

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO M. BUCCOLIERO

P.M. M. BUCCOLIERO – Buongiorno, signor Rappa.

TESTE R. RAPPA – Buongiorno.

P.M. M. BUCCOLIERO - Che attività svolge attualmente?

TESTE R. RAPPA – Attualmente sto in segreteria nazionale della FIOM e seguo siderurgia e

aerospazio.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha svolto attività sindacale anche a livello locale qui a Taranto?

TESTE R. RAPPA – Sì, sono stato segretario generale della FIOM di Taranto nel periodo 2009 e

2012.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quando è stato qui a Taranto si è occupato anche di vicende attinenti

lo stabilimento Ilva di Taranto?

TESTE R. RAPPA – Sì, l’attività prevalente era segretario metalmeccanici all’Ilva di Taranto,

quindi ho gestito direttamente le relazioni sindacali su Ilva.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ricorda se durante questo periodo in cui è stato a Taranto, un

episodio legato ad un’aggressione verbale di un suo delegato sindacale presso l’Ilva?

TESTE R. RAPPA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che cosa ricorda, signor Rappa, riferisca alla Corte?

TESTE R. RAPPA – No, ricordo perché si è determinato poi uno sciopero proclamato dalla

organizzazione di 24 ore, riguardante i tre turni, che un mio delegato, Ignazio De

Giorgio, che era delegato dei tubifici del treno nastri, fu aggredito da un fiduciario, mi

fu detto tale ingegnere Corti, non so che titolo, con cui io non avevo mai avuto a che

fare, venne in FIOM dicendo che c’era stata questa aggressione verbale e addirittura il

lancio di una sedia contro il delegato e da allora dichiarammo 24 ore di sciopero.

P.M. M. BUCCOLIERO – Si ricorda il giorno in cui avvenne questo sciopero?

TESTE R. RAPPA – Il mese di giugno del 2010, credo che dovrebbe essere il 3 giugno, se

ricordo, perché ci fu anche là un’intervista sul giornale locale, credo La Repubblica. Lo

ricordo per un particolare, perché quel giornale intitolò il capo dell’Ilva, perché

avveniva nel periodo in cui Berlusconi al Parlamento europeo in qualche modo diede

del capo Schulz, quindi la vicenda giornalistica riportò questo titolo. È stata una delle

cose, che mi è rimasto impresso il titolo, però quello è il periodo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha parlato di questo fiduciario Corti che non conosce, non ha

conosciuto?

TESTE R. RAPPA – No.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ma vi erano altri fiduciari?

TESTE R. RAPPA – Allora, anche là io sono stato per quel periodo su Taranto e ho chiesto - a

partire da quella vicenda - che ruolo avevano, che ruolo non avessero si fiduciari. Mi fu

detto che c’era una sede di consulenti non meglio identificati, che in qualche modo

facevano riferimento a Riva Fire, che svolgevano questo ruolo dentro l’azienda, in

quella famosa intervista, anche qua spiegai quello che mi era stato detto. Che c’era

appunto una sorta di – allora usai il termine – gladio interna, non senso un sistema di

potere parallelo a quello ufficiale che nei fatti governava l’Ilva.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei queste notizie da chi le ha apprese? Chi le descrivevo questo

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discorso dei fiduciari?

TESTE R. RAPPA – Ho chiesto ai delegati come funziona.

P.M. M. BUCCOLIERO – I suoi delegati?

TESTE R. RAPPA – Come funziona. Sì, nel momento in cui mi è stato detto che c’era questo

elemento che era improprio appunto, quindi chiesi che ruolo aveva, a quel punto provai

a capire come funzionava l’organizzazione. Mi fu detto che c’erano questi fiduciari che

rispondevano direttamente alla proprietà e che avevano questo potere interno.

P.M. M. BUCCOLIERO – Questi delegati lavoravano all’interno dell’Ilva?

TESTE R. RAPPA – Sì, nel caso specifico ho detto Ignazio De Giorgio, che fu quello che fu

aggredito, che i delegati erano tutti dipendenti dell’Ilva.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei è a conoscenza dei vari premi che venivano distribuiti dall’Ilva ai

suoi dipendenti?

TESTE R. RAPPA – Faccio una premessa, io nel 2003 facevo per la FIOM Nazionale il

responsabile nazionale alla siderurgia e firmai l’accordo integrativo nel 2003. Là venne

fuori questo sistema premiale che l’Ilva dava, in particolare nel 2003 superammo un

elemento di discrezionalità proprio a semplificare. Un premio contrattato, che era un

premio di produzione, un premio di risultato, l’anomalia che c’era in Ilva è che i

preposti, in questo caso i capireparto, potevano in maniera unilaterale modificare

l’entità del premio, perché il premio era a fatto su varie fasce. Nel 2003 codificammo

che questo non poteva più avvenire, nel senso che poteva succedere che un lavoratore

prendeva un mese un premio della fascia a), il mese successivo veniva portato alla

fascia c) e così via e là regalammo un meccanismo legandoli alla professionalità e

quindi all’inquadramento. Però c’erano premi di fine anno, che non sapevamo l’entità,

sapevamo che ogni fine anno l’azienda distribuiva - a suo giudizio insindacabile -

premi, così come scoprii in corso d’opera – ad esempio - che c’erano anche meccanismi

legati all’infortunio, scoprii successivamente, in cui venivano dati obiettivi di infortuni,

cioè di stare al di sotto di un certo tipo di infortuni e in funzione del risultato conseguito

venivano dati soldi sottoforma – allora mi fu detto – anche di spese buono pasto di

acquisti fuori, rispetto all’obiettivo degli infortuni dati. Anche queste non contrattate,

ma decise unilateralmente da parte dell’Ilva in funzione anche dei livelli – tra virgolette

– di appartenenza. Quindi c’è una massa salariale enorme, questo ci era chiaro, noi non

eravamo autorità salariale in Ilva, perché c’era un contratto che è il contratto e la parte

integrativa è una parte, una massa enorme di risorse che venivano erogate in maniera

unilaterale dall’Ilva.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi questo premio infortuni è nel senso che veniva erogato se

c’erano meno infortuni o non c’erano infortuni?

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TESTE R. RAPPA – Esattamente. Con un meccanismo anche qua premiale, che in realtà

ridivideva una parte, non tutta, di risparmi che l’Ilva faceva. Perché essendo un

meccanismo, una sorta di bonus malus, più si diminuisce l’infortunio, meno si paga.

Quindi c’era anche un elemento ed una tendenza ad incentivare il non infortunio. Ma al

contempo, ed erano casi che succedevano, di lavoratori che pur avendo piccoli infortuni

si mettevano in malattia per – tra virgolette - poter prendere quei soldi sul mancato

infortunio. Quindi c’erano anche operazioni di questo tipo, come voce notoria.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi per prendere il premio, non denunciava l’infortunio, in

sostanza.

TESTE R. RAPPA – Esattamente. Piccoli infortuni che si trasformavano in malattia.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Scusi Pubblico Ministero, ha detto che si mettevano in malattia,

quindi lo denunciavano l’infortunio?

P.M. M. BUCCOLIERO – Non denunciavano l’infortunio e si mettevano in malattia.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ah, ecco.

P.M. M. BUCCOLIERO – Il raffreddore, Presidente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Si mettevano in malattia non per infortunio, ma per altri motivi.

P.M. M. BUCCOLIERO – E sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, non avevamo compreso.

P.M. M. BUCCOLIERO – Questi premi di cui lei ha parlato, la finalità era diretta ad

incrementare la produzione, l’attività del lavoratore?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Pubblico Ministero, lei è in esame, lo sa meglio di me,

come si fa il suo lavoro lo sa meglio di tutti. Io la invito per favore a fare domande

dirette e a non suggerire le risposte. Lei è molto bravo come Pubblico Ministero, quindi

io la prego di aderire a quello che è il suo compito, non mi faccia fare questo intervento!

P.M. M. BUCCOLIERO – La riformulo Presidente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, grazie Pubblico Ministero.

P.M. M. BUCCOLIERO - Qual era la finalità di questi premi?

AVVOCATO VOZZA – No Presidente, c’è opposizione. Il problema non è la finalità recondita,

ha spiegato cosa fossero questi premi e, senza voler essere suggestivo, ha spiegato una

quota parte contrattualizzata, un’altra in aggiunta su base locale e una sorta di liberalità

dell’azienda.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblico Ministero, la riformuli nuovamente.

AVVOCATO VOZZA – Ha detto cos’erano, quali finalità avessero, chi le elargiva non è materia

del teste.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lo chiediamo all’azienda, non al teste la valutazione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lo chiederemo.

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblico Ministero, siccome il teste ha rilevato delle anomalie -

e l’ha già detto – nella concessione per l’arbitrarietà, se vuole essere più preciso su

questo punto. Almeno, questo ha dichiarato.

P.M. M. BUCCOLIERO – La scelta di dare o meno il premio, questo premio discrezionale, su

che cosa era basata? Se lo sa.

TESTE R. RAPPA – Siccome io faccio il sindacalista, quindi parto da qua, è chiaro che non c’è

nessuna azienda che eroga premialità aggiuntive se non ha un tornaconto. La politica

retributiva delle aziende, e dell’Ilva in particolare, era legata alla produttività, quindi

tanto più si produceva produttività, tanto più i premi unilaterali venivano erogati.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Prendo atto che ha recepito il suggerimento del Pubblico

Ministero.

TESTE R. RAPPA – No, no, sto dicendo cosa succedeva, non suggerisco.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Non interrompiamo il teste. Prego.

TESTE R. RAPPA - In aggiunta, siccome in Ilva prevaleva il motivo, quando ho parlato

dell’accordo del 2003 della variabilità del premio, una delle caratteristiche era che si era

iscritti al sindacato si stava fuori dalla premialità, poi se era uno iscritto alla mia

organizzazione ancora di più, quindi del tema del governo dell’organizzazione interna

dell’azienda e la premialità erano legati ad un elemento di incentivazione dei lavoratori

a riconoscere l’autorità costituita, che in quel caso era la proprietà.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì, è chiarissimo. Dicevo, qual era la cadenza temporale di questi

premi, se lo ricorda?

TESTE R. RAPPA – Per quello che è di mia conoscenza, c’erano premialità di fine anno.

P.M. M. BUCCOLIERO – E va bene.

TESTE R. RAPPA – Alcuni venivano erogati mensilmente, sapendo appunto del premio di

produzione e così via. Come dire, noi non avevamo contezza di tutte le risorse che

metteva in campo l’Ilva sulle premialità e le sue cadenze. Perché credo, avendolo

chiesto a lavoratori, che anche fra di loro i lavoratori non sapevano esattamente quanto

prendesse l’uno e quanto prendesse l’altro. C’era una politica…

P.M. M. BUCCOLIERO – A proposito di queste cadenze temporali, le ricordo quello che ebbe a

dichiarare quanto è stato sentito dalla Guardia di Finanza, esattamente il 26 giugno del

2013. Lei dice in merito a questi premi: “Nel caso specifico di Ilva S.p.a. e dello

stabilimento di Taranto, sia il contratto nazionale che la contrattazione aziendale

prevedono due premi variabili, ma non discrezionali, legati a parametri certi e

verificabili. Uno è trimestrale, denominato PDR, premio di risultato; l’altro è

semestrale, detto PRE PRO, premio di produzione. Quindi c’erano questi premi legati

alla produzione e al risultato?

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TESTE R. RAPPA – Sì, questi sono quelli contrattati.

P.M. M. BUCCOLIERO – Già contrattati. Non ricordo se ha precisato, ma nell’attribuzione di

questi premi c’era la valutazione del preposto o del capoarea, del superiore di un

lavoratore?

TESTE R. RAPPA – Di questi fino al 2003 era il preposto che stabiliva in quale fascia inserire

per il premio di produzione, dal 2003 in avanti la fascia era corrispondente alla qualifica

di inquadramento, quindi da quel punto di vista, dal 2003 in avanti è venuta meno la

discrezionalità nella attribuzione della fascia per quanto riguarda il premio di

produzione.

P.M. M. BUCCOLIERO – E questo preposto valutava sia l’aspetto produttivo che l’assiduità del

lavoro e il risparmio dei costi?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Cosa valutava il preposto? Sarebbe stata la domanda

corretta del Pubblico Ministero che vuole fare le domande suggestive. Invece il

Pubblico Ministero che vuole fare le domande suggestive, fa le domande come le fa lei.

Questo è il dato di fatto, se noi in esame dovremmo fare delle domande come quella che

le ho semplificato io.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, comunque è il prosieguo di un discorso, di una

dichiarazione che il teste aveva già reso.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ma no. Il Pubblico Ministero sta ripetendo, io ce l’ho

davanti, le cose che vuol far sentirsi dire, gliele ridice e deve fare sì o no il teste. E non è

così, noi siamo in controesame e non il Pubblico Ministero!

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, avevo chiesto prima se il preposto valutava l’attività

lavorativa ai fini di. Ha dato la risposta che ha dato, che non coincide con questa qui.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come le valutava, quali sono i parametri? Quella è la

domanda corretta.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi vuole essere più preciso per quanto riguarda i parametri

sulla base dei quali veniva valutata la meritevolezza di questi incentivi?

TESTE R. RAPPA – Faccio riferimento appunto a quanto esisteva prima del 2003. I premi

contrattati, perché – ripeto – quelli unilaterali non erano né di nostra conoscenza e né i

criteri. Prima del 2003 il primo risultato – dicevo - aveva delle fasce. Un lavoratore era

inquadrato in una categoria e poteva andare avanti o indietro su giudizio insindacabile

del capo. Non c’era una discussione od una valutazione sul perché un periodo prendeva

una fascia, era giudizio insindacabile. Anche qua sto alle cose classiche, se uno

scioperava – ad esempio – non era affidabile, per usare questo tema. Se aveva assenze...

Quindi il giudizio era insindacabile, ma era legato alla prescrizione e quindi alla

quantità di produzione che poi faceva, in buona sostanza.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha parlato di questo premio di fine anno. Quindi, se ho ben

capito, era agganciato solo alla discrezionalità dell’azienda? Questo premio di fine

anno, non gli altri premi che abbiamo detto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Il teste ha risposto adesso dicendo: “Io non sono a

conoscenza di criteri con cui veniva rilasciato questo ulteriore premio”. Noi che

facciamo, gli facciamo la domanda esattamente contraria, quindi ad una risposta che il

teste ha già dato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Non l’ha neanche completata forse.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ha risposto sui premi di fine anno, tant’è che ha detto:

“Fino al 2003 c’era il discorso del preposto, poi abbiamo contrattualizzato questi e

questi altri, il PRE PRO e quell’altro, con riferimento all’altro non so quali sono i

criteri”. La domanda del Pubblico Ministero è: quali sono i criteri con cui veniva dato?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Non è questa la domanda Avvocato, ha iniziato a dire… Per

quanto attiene i premi di fine anno, qual è la domanda Pubblico Ministero?

P.M. M. BUCCOLIERO – La domanda che avevo fatto, il discorso del premio di fine anno, a

che cosa era agganciato, alla descrizione dell’azienda, oppure c’era un discorso

obbligatorio, che ogni fine anno tutti i dipendenti avevano?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ha risposto.

AVVOCATO VOZZA – Presidente, allora si reitera la opposizione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, ha risposto sul punto.

AVVOCATO VOZZA – Ha detto: “Erano premi non contrattati, dei quali non so assolutamente

nulla, né l’entità e né i criteri di attribuzione”. Lo ha detto pochi minuti fa. Perché non

erano oggetto di contrattazione sindacale, così ha detto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – A meno che il Pubblico Ministero vuole intendere qualche altro

ulteriore aspetto che però non abbiamo ben compreso.

P.M. M. BUCCOLIERO – A che cosa erano agganciati, quindi la finalità?

AVVOCATO VOZZA – Ma se ha appena detto che non lo arcisa.

P.M. M. BUCCOLIERO – Allora io faccio la contestazione.

AVVOCATO VOZZA – Eh.

P.M. M. BUCCOLIERO - Si dice qua, sempre in quel verbale, inizio per essere completo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Da dove sta leggendo, verbale quale innanzitutto, che

pagina e dove?

P.M. M. BUCCOLIERO – Foglio 2 del verbale.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Del verbale del?

P.M. R. GRAZIANO – Del 26 giugno.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Dove, sotto, sopra, cosa vuole contestare?

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P.M. M. BUCCOLIERO – Domanda: “Cosa intende quando afferma che i premi non sono

discrezionali?”. Quindi questo discorso che stavamo facendo. Posso?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

P.M. M. BUCCOLIERO – “Questi premi, detti di fine anno, in quanto erogati con la busta paga

di dicembre”.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - No, la risposta inizia da “che”.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, però un po’ più di calma.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lo so, ma quando non intervengo tempestivamente mi

dicono: “Eh, l’abbiamo fatta la domanda”. Se intervengo tempestivamente mi dite che

sono troppo tempestivo, ditemi come devo fare, perché i Pubblici Ministri vanno pure

veloce.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ma non è necessario.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Presidente, è il mio modo di parlare veloce, ma io non è che

sono arrabbiato veramente, io sono tranquillo e sorridente. Era soltanto per essere

reattivo ed alcune volte voi percepite una voce che può essere così, ma vi assicuro che

sono assolutamente sereno e i Pubblici Ministeri sanno che non ce l’ho assolutamente

con loro. Era semplicemente in relazione alla contestazione, io sono il custode della

contestazione del Pubblico Ministero. Perché voi non ce l’avete il verbale, quindi io

intervengo a dirvi che il Pubblico Ministero.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene, la ringraziamo, può precisare il punto?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Pubblico Ministero, la contestazione inizia un rigo prima,

perché c’è la domanda e la risposta ha anche il rigo precedente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora, facciamo integralmente questa contestazione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Allora, la risposta completa dice: “Ve ne sono alcuni elargiti in

maniera unilaterale dall’azienda, non soggetti a controllo o parametri verificabili. Questi

premi, detti di fine anno, in quanto erogati con la busta paga di dicembre, sono indicati

nella stessa sotto la voce premio personale. Si tratta di liberalità, ovvero di premi ad

personam”.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi scusi, dov’è la discrasia con quello che ha detto il teste,

l’ha già tutto detto, c’è il punto!

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Facciamolo completare.

P.M. M. BUCCOLIERO – Se mi fa arrivare. “Infatti, così come vengono erogati in modo

discrezionale, possono anche essere non più elargiti in seguito, non costituiscono in

buona sostanza un diritto individuale”.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, mi scusi, dove sta, non c’è contestazione. Lei ha letto

fino ad adesso tutte cose che il teste ha detto.

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Innanzitutto c’è un primo elemento, che è quello della possibile

non concessione di questo premio.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E l’ha detto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ed era un aspetto che avevamo anche noi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – L’ha spiegato, l’ha detto che alcuni lo ricevevano e altri no.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sto proseguendo. Sto arrivando al punto Avvocato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – No Avvocato, non mi risulta che abbia detto che alcuni lo

ricevevano. Poi? Prego, continui.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, mi scusi, io devo intervenire prima che faccia, sennò il

Pubblico Ministero vizia le domande del teste. Il teste abbiamo premesso che deve –

ripeto, scusate il tono, non sono realmente adirato o altro, è soltanto un tono di voce – il

riferire in ordine a fatti e a circostanze, come ce lo siamo detti tante volte in questo

processo, il Pubblico Ministero deve fare domande su fatti e circostanze, il Pubblico

Ministero non può tesorizzare errori procedurali fatti nel corso delle indagini

preliminari, dove vengono chieste valutazioni al teste ed introdurre una contestazione,

quando nella contestazione vengono riportate valutazioni del teste. Il Pubblico

Ministero deve fare domande su fatti e nel momento in cui la risposta del teste è su fatti

e circostanze bene, se il teste riporta valutazioni addirittura voi come Corte invitate il

teste a dire: “No, mi scusi, lei non deve riportare valutazioni”. Quindi io mi sto

opponendo a che il Pubblico Ministero adesso faccia una contestazione in cui vengano

riportate valutazioni del teste. Questa è la mia opposizione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, intanto la facciamo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, così entra e il Pubblico Ministero ottiene il suo

risultato, questa è la verità, perché voi volete ottenere il risultato di introdurre degli

elementi che non potete introdurre. Questo è il tema, questa è la tecnica che utilizzate e

non è la prima volta che lo fate in questo processo.

P.M. M. BUCCOLIERO - È un fatto Presidente, quello che c’è scritto qui è un fatto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, no, è una valutazione. Posso offrirle in visione il

verbale, così voi decidete? Ve lo offriamo prima che venga contestato, così decidete voi.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Un attimo, vogliamo tentare di fare la domanda al teste?

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, io avevo chiesto qual era la finalità di questi premi di fine

anno.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Allora c’è opposizione da parte.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Può essere più preciso? Se non sa…

AVVOCATO VOZZA – No Presidente, non è questione di non saperlo, chiedo scusa.

P.M. M. BUCCOLIERO – Peraltro già l’ha detto.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – C’è opposizione.

AVVOCATO VOZZA – No, chiedo scusa, sta chiedendo la finalità, che evidentemente è un

fatto soggettivo di cui quel premio elargisce…

P.M. M. BUCCOLIERO – Vogliamo chiedere?

AVVOCATO VOZZA – Chiedo scusa Pubblico Ministero, abbia pazienza.

P.M. M. BUCCOLIERO – Prego.

AVVOCATO VOZZA – A fronte di un’affermazione netta, chiara, precisa del teste, il quale ha

riferito: “Quei premi, fatta eccezione per quelli oggetto di contrattazione sindacale, quei

premi di fine anno erano discrezionali, non erano frutto di contrattazione sindacale,

nulla sapevo e so in ordine all’identità – mi pare così abbia detto - e ai criteri con i quali

venivano assegnati”.

P.M. M. BUCCOLIERO – Non è proprio così.

AVVOCATO VOZZA - A fronte di questo, come fa a chiedersi qual è la finalità, se non sa

neanche perché, per come, quando e come venivano si assegnava? Mi perdoni, si chiede

evidentemente una valutazione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, io posso fare la contestazione ad un verbale (parole

incomprensibili per sovrapposizione di voci), poi non sarà ammessa, io intanto la faccio.

AVVOCATO VOZZA – Chiedo scusa. Dopodiché il problema è di ordine metodologico, perché

evidentemente, in sede di sommarie informazioni testimoniali possono anche essere

richieste valutazioni e la persona sentita le può esprimere, però poiché il Pubblico

Ministero sa perfettamente che in dibattimento ciò non è ammesso, surrettiziamente

introduce delle valutazioni che non sarebbero ammesse in sede dibattimentale attraverso

le contestazioni delle sommarie informazioni. Ed è a questo modo di procedere, nello

specifico per le ragioni che ho detto, in riferimento a questo argomento e in generale,

che noi ci opponiamo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Se volete porci in visione il verbale, in modo da valutare.

P.M. M. BUCCOLIERO – Qui c’è un fatto che lui dice, altro che.

AVVOCATO VOZZA – Riferisce del fine di una persona estranea a lui. Io posso riferire quali

sono le mie finalità, non di quelle che sono le sue Pubblico Ministero. Io non posso

essere chiamato a testimoniare su quelli finalità ha lei nel condurre questo esame.

Sarebbe ammissibile la domanda: a quali finalità il dottor Buccoliero? No.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – L’eccezione è respinta, può procedere alla contestazione. Tra

l’altro ne ha già riferito il teste, anche se non con questa precisione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi, proseguendo. Mi ascolti signor Rappa, lei dice: “Le

consistenti liberalità elargite, indubbiamente hanno il fine di incrementare anche in

maniera abnorme le quantità produttive, sottoponendo i lavoratori a ritmi sostenuti e

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stressanti, che accrescono il rischio di infortuni”.

AVVOCATO VOZZA – Si reitera l’opposizione, che resti a verbale, eccepiamo la nullità

dell’ordinanza in cui tale contestazione è ammessa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – È stata rigettata l’opposizione. Prego.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – È violativa del nostro diritto di Difesa, perché questa è una

valutazione del teste. Non riporta un fatto, ma una sua valutazione. È stata ammessa una

contestazione valutativa. Affinché resti a verbale.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Completiamo la contestazione, perché ancora non siamo riusciti

a sentirla. Prego.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ripeto: “Le consistenti liberalità elargite indubbiamente hanno il fine

di incrementare anche in maniera abnorme le quantità produttive, sottoponendo i

lavoratori a ritmi sostenuti e stressanti, che accrescono il rischio di infortuni sul lavoro.

Inoltre, aspetto da non trascurare, le pressioni che pervengono dalla gerarchia, chiunque

essa sia, la quale ottiene direttamente un oggettivo benefici”. Basta vedere il volume

della produzione del 2008. Conferma questa circostanza? Spieghi alla Corte.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Innanzitutto conferma questa dichiarazione?

TESTE R. RAPPA – Sì, la confermo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ce la vuole spiegare meglio, anche per quanto attiene le sue

fonti di conoscenza?

TESTE R. RAPPA – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Cioè, lei come fa ad affermare questo?

TESTE R. RAPPA – Semplifico un ragionamento. Quei volumi produttivi in quella fase, si

andava da record a record di produzione, con quantità anche qua di straordinario

enormi, perché il tema era: la quantità.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Cioè, è un dato oggettivo che lei poteva verificare?

TESTE R. RAPPA – Sì, questo è verificabile, che gli anni di record corrispondono ad un volume

di straordinari a ritmi, quindi anche di elargizione, oltre che del PDR, anche di premi

personali finalizzati alla produzione. Anche qua così è, cioè non è che i soldi si danno in

beneficienza, chi dà soldi unilaterali fuori dalla contrattazione è perché spinge alla

produzione.

AVVOCATO VOZZA – Neanche lo stipendio si dà in beneficienza, che vuol dire!

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quindi questa non è una deduzione del teste?

TESTE R. RAPPA – Questa è una constatazione.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Una sua deduzione, certo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va be’, l’aveva già riferito tra l’altro. Senta, per tornare ad un

punto della contestazione, quell’aspetto per cui alcune volte non veniva erogato, questo

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a lei le risulta personalmente, la mancata erogazione di questo premio di fine anno?

TESTE R. RAPPA – No, le ripeto, erano le cose che giravano in fabbrica.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Che lei da chi apprendeva?

TESTE R. RAPPA – Dai lavoratori che sapevano che venivano erogati, c’era chi li prendeva e

chi no e nessuno sapeva le quantità dell’altro.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Qualcuno le ha espressamente riferito?

TESTE R. RAPPA – I delegati, io parlavo con i delegati.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Va bene. Prego.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, io non ho altre domande.

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR R. GRAZIANO

P.M. R. GRAZIANO – Giusto un chiarimento. Lei prima ha fatto riferimento allo sciopero

sindacale del giugno del 2010 a seguito di un episodio – mi sono annotato – nel quale ci

sarebbe stata un’aggressione da parte del fiduciario Corti nei confronti di un dipendente

Ilva.

TESTE R. RAPPA – Di un delegato.

P.M. R. GRAZIANO – Era un delegato della sua organizzazione sindacale?

TESTE R. RAPPA – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Questo fiduciario Corti sa in che area operava all’epoca dei fatti?

TESTE R. RAPPA – Siccome il mio delegato era all’area tubificio, rivestimenti e treno nastri,

desumo che era il fiduciario di quell’area?

TESTE R. RAPPA – Ho capito. Lei con questo Corti Cesare aveva mai avuto rapporti?

TESTE R. RAPPA – Assolutamente.

P.M. R. GRAZIANO – L’ha mai conosciuto di persona?

TESTE R. RAPPA – No.

P.M. R. GRAZIANO – Va bene, non abbiamo altre domande.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Parti Civili?

AVVOCATO DEL VECCHIO – Sì, l’Avvocato Del Vecchio. Grazie Presidente, posso?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

DOMANDE DELLA PARTE CIVILE, AVVOCATO DEL VECCHIO

AVVOCATO DEL VECCHIO – In ordine a questo episodio cui ci ha riferito, che il delegato

della FIOM CGIL Ignazio De Giorgio è stato attinto dal lancio di una sedia da parte

dell’ingegner Corti. Ci vuole contestualizzare l’episodio, qual era la natura dell’alterco,

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da cosa è stato motivato? Se lo sa.

TESTE R. RAPPA – Là eravamo su ritmi produttivi. Ora vado qua a memoria, nel senso che

stiamo parlando del 2010, quindi c’è stata una contestazione sulle linee, credo che c’era

un problema di ritmi e così via in cui il delegato era andato a parlare con questo

fiduciario ed è stato aggredito.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Scusi, può ripetere quello che ha detto, perché non abbiamo

sentito bene?

TESTE R. RAPPA – Sì. Dicevo, l’elemento a me riportato è che il delegato, Ignazio De Giorgio

appunto, era stato aggredito da parte di questo fiduciario, quindi ho chiesto che

significava fiduciario e così via, per problemi legati alla produzione. L’aggressione

verbale fino al lancio di sedia aveva determinato da parte mia l’iniziativa di sciopero

rispetto alla modalità del rapporto e della – tra virgolette – veemenza, oltre che tentativo

di intimorire un delegato, perché questo era il punto.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Vorrei chiederle di precisare, cosa le ha spiegato il delegato

sulla figura del fiduciario, cioè chi era il fiduciario, che cosa le è stato riferito?

TESTE R. RAPPA – Che nei fatti, pur non avendo nessuna funzione gerarchica, in realtà si

intrometteva nelle gestioni sindacali in questo caso, perché il tema era di natura

produttiva e così via.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Fu proclamato uno sciopero ci ha detto, di quanto?

TESTE R. RAPPA – Di 24 ore.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Ricorda altri casi analoghi in cui è stato programmato uno

sciopero di una durata così ampia per le 24 ore? Per esempio, per il contratto di lavoro

quante ore si sciopera?

TESTE R. RAPPA – Per quello che è a mia conoscenza no, intanto non è stato mai proclamato

uno sciopero contro i fiduciari. Credo di poter dire che forse è stato il primo sciopero

proclamato, ripeto io sono stato su Taranto dal 2009 al 2012, la quantità di ore era una

quantità di ore pesanti rispetto ad un episodio. Ma perché diedi tutta la valenza del caso

a quella vicenda, di una struttura parallela – questo me lo ricordo nella deposizione, usai

il termine gladio – che, per chi ha una certa età come me, richiamava le vicende di FIAT

e anche le schedature interne per capirci. Cioè, quando mi fu spiegato che c’era una

struttura parallela, che non rispondeva a nessuno, se non alla proprietà e che operava in

questo modo, per queste motivazioni arrivai alle 24 ore di sciopero proclamate.

Probabilmente per altre cose sindacali di solito facciamo 2 ore o 3 ore di sciopero, le 24

ore erano rispetto a quello tipo di gestione interna dell’azienda che io appresi in quel

momento.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Fu fatto un comunicato sindacale?

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TESTE R. RAPPA – Sicuramente sì, ricordo l’intervista e quindi è chiaro… Non ho chiaro, ma

la valutazione fu quella e sicuramente per fare lo sciopero ci sono anche i comunicati

che proclamano lo sciopero con le argomentazioni.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Ricorda, se può, quanti lavoratori aderirono allo sciopero, fu

sentito dai lavoratori?

TESTE R. RAPPA – Anche qua, siccome scioperò solo quel reparto, non fu esteso a tutto lo

stabilimento… Faccio una premessa, in Ilva quando sciopera il 7, 8, 9% era un buon

risultato, perché il livello di intimidazione - lo scoprii dopo - rispetto anche alle

iniziative sindacali, utilizzando anche i meccanismi di premio di dare o meno, era un

elemento di freno e di blocco sugli scioperi. Quindi andò bene, ma tenendo conto quel

tipo di risultato che di solito si fa in Ilva quando si sciopera, appunto i risultati del 15,

20% dei lavoratori che scioperavano, che era già un risultato politicamente significativo

dentro Ilva in quella fase.

AVVOCATO DEL VECCHIO – A questo punto, sulla natura del premio variabile di cui ci ha

riferito, il PDR, all’epoca in cui era discrezionale, quindi non dopo l’accordo in cui ci

ha detto di aver partecipato come firmatario che poi ha determinato dei parametri

obiettivi, la partecipazione allo sciopero era uno degli indici di penalizzazione per la

mancata retribuzione del premio?

TESTE R. RAPPA – Le argomentazioni, mi dicevano i delegati, e fu il motivo per cui ci

ponemmo il tema della stabilizzazione, di togliere la variabilità, è che fra gli elementi,

per cui il capo avanzava o diminuiva il premio rispetto a quelle fasce, che erano anche

consistenti, fra le motivazioni c’era anche là partecipazione a sciopero, l’adesione al

sindacato, la produzione, i tassi di assenteismo per malattia e così via, erano tutti questi

gli elementi che determinavano l’erogazione di una quantità piuttosto che un’altra.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Grazie. Un’ultima domanda, ha ricevuto lamentele specifiche

da parte degli scritti o dei delegati sindacali per disposizioni loro impartite da questi

consulenti della famiglia Riva? Se ricorda altri episodi o se può ricordare di averle

ricevute senza individuare un episodio specifico.

TESTE R. RAPPA – No, io avevo queste lamentele. Cioè, nel momento in cui scoppio il caso

chiesi di avere più elementi. Quindi non ho elementi specifici, ma il quadro di

ricostruzione che ho fatto. Quando ho parlato di gladio, è perché nell’interruzione con i

delegati capii che c’erano elementi di gestione e di pressione che andavano al di là del

cosiddetto rapporto fiduciario. Perché inizialmente io avevo compreso che il fiduciario

era un uomo di fiducia dei Riva, come succede in tutti gli stabilimenti, che c’è una

cerchia ristretta che risponde alla proprietà. In questo caso il termine fiduciario andava

oltre il rapporto fiduciario, ma erano degli uomini che a tutti gli effetti, rispetto alla

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vicenda specifica, avevano un potere di gestione vero dentro l’azienda, che andava

anche al di là di chi aveva invece la responsabilità specifica.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Grazie, non ho altre domande.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - I difensori degli imputati, ci sono domande?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Innanzitutto le volevo chiedere, lei che è un apicale FIOM,

giusto?

TESTE R. RAPPA – Sì, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi conferma che in questo processo FIOM si è costituito

Parte Civile, chiedendo 100.000 euro di risarcimento?

TESTE R. RAPPA – Le confermo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Me lo conferma. Voglio sapere da quale fatto e da quale

circostanza lei deduce che i premi di fine anno erano stati elargiti con le finalità che

prima lei ha descritto.

TESTE R. RAPPA – Posso?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Certo, fatto e circostanze specifiche.

TESTE R. RAPPA – Le ripeto, siccome sono deduzioni legate anche alle quantità produttive che

l’Ilva produceva in quelle fasi. Dopodiché è chiaro che gli elementi incrementali dati ai

lavoratori o alle diverse figure, erano legate alle quantità produttive. Tutto girava, a

cominciare dai premi di produzione e così via, rispetto alle quantità produttive che si

producevano in Ilva.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Questo fatto lei da quale fatto lo ha dedotto?

P.M. R. GRAZIANO – Presidente, c’è opposizione, ha già risposto, ha risposto adesso.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, no, il fatto ulteriore. Ha detto la produzione, quindi

quella era una valutazione. Innanzitutto, rispetto a questi premi.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, non è una valutazione perché io ho fatto

espressamente la domanda, nel senso che se gli risultavano i livelli produttivi ed ha

detto che la cognizione.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Presidente, però siccome là i premi venivano dati dalla

gestione Riva e venivano dati con una serie di criteri che noi conosciamo e che alcuni

sono già emersi nel corso di questa istruttoria, ci saranno anche altri testi che

spiegheranno ulteriormente quali erano i criteri. Il teste sta riferimento in ordine ad una

circostanza, cioè un segmento praticamente del perché veniva dato il premio. Ha detto

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che – secondo lui – aumentando la produzione, aumentavano i premi. Questo è quello

che ha detto lui. Allora io sto facendo l’ulteriore passaggio, perché lui ha riferito questa

circostanza e poi ognuno farà le sue valutazioni su quello che riferisce il teste.

Passettino ulteriore è: lei da quali fatti e circostanze ha potuto apprendere con certezza e

quindi riferire qui in Tribunale in ordine a chi erano i soggetti che prendevano il premio

e che non prendevano il premio e che premio prendevano? Visto e considerato che ha

fatto delle valutazioni sul punto.

P.M. R. GRAZIANO – Presidente, io l’eccezione l’ho già fatta e la riformula.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Cioè, qua è l’eccezione?

P.M. R. GRAZIANO – Ha già risposto su queste circostanze.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ma come, sto chiedendo una cosa molto più specifica.

P.M. R. GRAZIANO – Non sarà piaciuta la risposta, ma ha già risposto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, no, mi è piaciuta e come che mi è piaciuta. Voglio

sapere i fatti però, non voglio sapere le chiacchiere.

P.M. R. GRAZIANO - Sentiamo la Corte se ammette la domanda. Fino a mo’ di fatti si è parlato.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, di chiacchiere si è parlato.

P.M. R. GRAZIANO – No, sono i fatti che tutta una comunità conosce.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, comunque ha già risposto. Da chi apprendeva queste

notizie, in definitiva?

TESTE R. RAPPA – Ripeto, le mie fonti di informazioni sono i delegati che vivevano in

fabbrica.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – I delegati, l’aveva già detto.

TESTE R. RAPPA – Dopodiché, anche qua, non è che.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi dice quali sono i suoi delegati, per favore?

TESTE R. RAPPA – Vi faccio l’elenco?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Chi erano? Sì, quelli che le hanno detto questo fatto

specifico. Qua stiamo facendo un processo penale.

TESTE R. RAPPA – Sì, sì, ho capito.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lei sta riferendo una circostanza che mi dice che ha appreso

da un altro.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, però un attimo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io le faccio una domanda e le chiedo: da chi l’ha appresa

questa circostanza?

TESTE R. RAPPA – Da tutti i miei delegati.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi fa il nome e cognome, per favore?

TESTE R. RAPPA – Le fornirò l’elenco di tutti i delegati.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, io le faccio una domanda specifica, mi dice chi è la

persona che le ha detto questa cosa o le persone?

TESTE R. RAPPA – I miei delegati.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Nome e cognome.

TESTE R. RAPPA – I delegati.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Chi sono le persone che le hanno detto questa cosa?

TESTE R. RAPPA – Ignazio De Giorgio.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Piano piano, Ignazio De Giorgio e poi? Piano, per favore,

che devo scrivere. Poi?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ignazio De Giorgio erano i suoi delegati, poi? Se li ricorda.

TESTE R. RAPPA – Patrizio Di Pietro.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Patrizio Di Pietro. Poi?

TESTE R. RAPPA – In quella fase c’era Claudio Lucaselli. Tenga conto che io non è che ricordo

a memoria.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Claudio?

TESTE R. RAPPA – Lucaselli.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Per quello che ricorda.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, certo. Poi?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altri?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Basta?

TESTE R. RAPPA – Basta.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi dice, per favore, il ruolo specifico di Patrizio Di Pietro?

TESTE R. RAPPA – Era nell’esecutivo del consiglio di fabbrica.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Esecutivo consiglio di fabbrica. E dove lavorava?

TESTE R. RAPPA – Gli esecutivi erano in distacco.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come?

TESTE R. RAPPA – Treno nastri.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mentre Claudio Lucaselli che ruolo aveva e dove lavorava?

TESTE R. RAPPA – Anche lui era nell’esecutivo, in quale reparto era non ricordo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ignazio De Giorgio?

TESTE R. RAPPA – Era delegato al treno nastri.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Delegato treno nastri.

TESTE R. RAPPA - Treno nastri e tubificio era un’area unica, credo che lui lavorava al

tubificio, perché erano aree in cui si (parola incomprensibile).

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E questo delegato treno nastri tubificio è sottoposto nel

vostro organigramma all’esecutivo Patrizio di Pietro?

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TESTE R. RAPPA – No, non c’è nessun.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – O all’esecutivo Claudio Lucaselli?

TESTE R. RAPPA – Nel nostro organigramma non c’è chi è sottoposto, c’è un’organizzazione

in cui c’è l’esecutivo che raccorda con tutti i delegati.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quindi, dico… Allora riformulo meglio la domanda,

l’esecutivo riferisce ciò che gli viene riferito?

TESTE R. RAPPA – Sì, è in relazione coi delegati.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quindi, praticamente, Ignazio De Giorgio - che era il

delegato - riferiva a Patrizio Di Pietro - che era l’esecutivo - che riferiva a lei?

TESTE R. RAPPA – No, no.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No?

TESTE R. RAPPA - Perché io parlavo coi delegati, non c’è un livello gerarchico come le

aziende nel sindacato, ci sono ruoli e competenze, poi io parlavo con tutti i delegati.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quindi come delegato lei ha parlato con Ignazio De

Giorgio?

TESTE R. RAPPA – Nel caso specifico ho parlato io direttamente con De Giorgio, che mi ha

raccontato il fatto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E chi sono gli altri delegati con cui lei ha parlato, oltre ad

Ignazio De Giorgio?

TESTE R. RAPPA – Ripeto, siccome stiamo parlando del 2010 i nomi di tutti i delegati adesso

non li ricordo. Possono essere forniti, basta vedere i delegati della FIOM in quel

periodo. Perché è complicato per uno che sta a livello nazionale.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lei, quando è stato sentito nella fase delle indagini, ha

riferito come episodio specifico questo qui dell’ingegner Corti e del diverbio che ha

avuto l’ingegner Corti con questo delegato sindacale. Mi vuole riferire – perché io nella

fase delle indagini non vedo altro - altri episodi che nel 2013 non ha riferito?

AVVOCATO DEL VECCHIO - C’è opposizione, perché la domanda è stata già fatta in sede di

esame e il teste ha risposto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, ha detto che non conosce altri episodi specifici.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non conosce nessun altro episodio, quindi.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Almeno ha riferito. Vero? Ha risposto che non era a conoscenza

di altri episodi specifici.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Allora da quali episodi specifici e chi gliel’ha detto che

c’era – lei prima ha espresso un’altra valutazione - un’attività di gestione e non di

consulenza, o lo ha dedotto solo da quell’episodio, ha fatto un parallelismo con la FIAT

pure.

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AVVOCATO DEL VECCHIO – Ha risposto anche su questo, mi pare.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, che sia una valutazione questo lo dice lei. Comunque,

se ci sono degli elementi dai quali lei desumeva che ci fosse questa?

TESTE R. RAPPA – Io non so come spiegare. Siccome l’organizzazione sindacale non è una

organizzazione apicale come quella aziendale, nel momento in cui succede il fatto, il

fatto ha provocato lo sciopero di 24 ore.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Questo l’abbiamo capito. Io sto andando oltre, sto dicendo

rispetto alla sua valutazione, siccome lei ha detto prima, ha parlato di gestione.

TESTE R. RAPPA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – La mia domanda è abbastanza semplice, il termine che lei

ha utilizzato gestione è in relazione all’episodio specifico che lei ha riportato? Perché io

ho visto che prima ha detto che le persone con cui ha parlato sono tutte attinenti all’area

nastri e tubifici in cui opera Corti. Quindi la domanda è: questa sua indicazione,

chiamiamola così, così il Presidente non mi dice che la indico valutazione, questa sua

indicazione di gestione le deriva da che cosa? Da quale episodio?

TESTE R. RAPPA – Allora, primo elemento di chiarimento, il sottoscritto non è che parlava

solo con i delegati, perché siccome sono stato tre anni e ho fatto le assemblee in Ilva,

quindi parlavo con gli iscritti, con i lavoratori nelle assemblee e così via, quando è

successo il fatto, siccome andavo tutti i giorni in Ilva, dentro l’Ilva, nel rapporto con i

delegati e con le assemblee, ho chiesto e mi sono informato su questi fiduciari. Il quadro

che è venuto fuori, perché chi stava in Ilva, i lavoratori, prima ancora dei delegati,

vivevano questi elementi. La sintesi di questa verifica portava al fatto che queste figure

di fiduciari, che anche in altri aziende ci sono uomini di fiducia, avevano un – tra

virgolette – rapporto anomalo rispetto ai capi e così via, ma nei fatti erano le figure

verticali dell’azienda, quelle che normalmente nelle altre aziende…

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Perfetto.

AVVOCATO CAIAZZA – Presidente, le chiedo scusa, ma non sono una serie di valutazioni

queste?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – No, facciamo completare.

AVVOCATO CAIAZZA – Queste sono solo valutazioni, perché si dice: “Da ciò che mi veniva

riferito” e non si dice da chi veniva riferito, si traeva la considerazione.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – “Io valutazioni posso fare”. L’ha già detto: “Io valutazioni

posso fare”, l’ha detto giustamente lui.

AVVOCATO CAIAZZA – Non è una valutazione?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Le ricordo peraltro che lei è coerente. Perché lei ha detto

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nella fase delle indagini del 19 giugno 2013: “Ritengo come mia valutazione che

all’interno dello stabilimento Ilva di Taranto la proprietà aveva costituito una vera e

propria struttura di comando, promanazione diretta della famiglia Riva, parallela a

quella ufficiale, che nei fatti la sostituiva”.

AVVOCATO DEL VECCHIO - Cos’è, una contestazione questa, non ho capito?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, sì. “E ne determinava le decisioni . Possiamo definirla

una vera e propria gladio interna”.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, ma l’ha riferito.

P.M. R. GRAZIANO – L’ha già detto, l’ha spiegato, forse era distratto, ha parlato di gladio

anche eh.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, mi scusi.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Qual è la contestazione?

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Siccome fino adesso Presidente lei stessa mi diceva che non

erano sue valutazioni, mentre emergeva già fin dalla fase delle indagini che quello che

lui riferiva erano valutazioni. L’ha proprio detto lui: “Ritengo come mia valutazione”.

P.M. R. GRAZIANO - Ma ha chiarito.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ma la natura delle dichiarazioni non dipendono né da quello che

verbalizza la Guardia di Finanza e né dalle stesse dichiarazioni del teste. La natura di

certe dichiarazioni poi è riservata alla valutazione, questa volta sì, del Giudice.

P.M. R. GRAZIANO – Ma ora cosa si contesta, si contesta se c’è difformità.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Infatti io facevo soltanto emergere la circostanza che, è

stato sentito nella fase delle indagini, lui stesso ha detto: “Ritengo come mia valutazione

che” e tutto quello che le ho detto. Ancora: “Nei fatti, a mio parere, le figure dei

fiduciari sovrastavano le figure dei preposti ufficiali”. Sono sue valutazioni. Io le sto

facendo domande specifiche.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ha riferito come si è giunto a queste conclusioni.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Esatto, però siccome lei mi insegna, stiamo in un processo

penale, io gli sto chiedendo più volte le persone: chi gliel’ha dette queste circostanze

specifiche.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ed ha riferito sul punto, ha risposto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ha risposto senza darmi i nomi delle persone o dandone

soltanto due o tre, che non sono neanche quelle dirette. Quindi, ci mancherebbe.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene. Possiamo andare avanti Avvocato, prego.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quando lei è stato sentito nella fase delle indagini non

ricordava il nome dell’ingegnere Corti. Oggi a dibattimento lei ha fatto un nome.

P.M. R. GRAZIANO – C’è opposizione, nella fase delle indagini lo ricordava, se legge il

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verbale.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se mi fa terminare Pubblico Ministero, io non ho terminato.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lei in un primo verbale non ricordava, poi

successivamente, è stato sentito in un secondo verbale a distanza di qualche tempo e ha

riportato nome di Corti. Volevo chiederle, chi le ha riferito il nome di Corti. Perché

volevo capire come era riuscito a sapere chi era Corti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – No Avvocato, in questi termini la domanda non è ammissibile.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Com’è, la fonte.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Cioè, come mai lei in un primo tempo non si ricordava e dopo ha

fatto il nome di Corti? Al limite in questi sensi.

P.M. R. GRAZIANO – Presidente, innanzitutto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Cosa c’è, c’è un’opposizione?

P.M. R. GRAZIANO - C’è un’opposizione.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E mi dica, quale sarebbe?

P.M. R. GRAZIANO - Alla prima, a verbale di S.I.T. del 19 giugno del 2013 parlava del

fiduciario del RIV3, dopodiché sette giorni dopo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E non fa il nome.

P.M. R. GRAZIANO – Sette giorni dopo parla dell’ingegner Corti (parole incomprensibili per

sovrapposizione di voci).

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non suggerisca però, non suggerisca la risposta!

P.M. R. GRAZIANO – Ma ne ha già parlato, l’ha già detto!

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, non suggerisca la risposta!

P.M. R. GRAZIANO – Ha detto pure in che area operava!

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non suggerisca la risposta!

P.M. R. GRAZIANO – Ma forse non avrà sentito.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lei può fare l’opposizione, ma non può suggerire le

risposte, non le è consentito.

P.M. R. GRAZIANO – Ma l’ha già detto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Allora, l’opposizione qual è?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, vuole riformulare la domanda, per cortesia?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Certo Presidente. Io voglio comprendere, lei è stato sentito

una prima volta e non se lo ricordava, poi è stato sentito una seconda volta e se l’è

ricordato. Com’è che se l’è ricordato in questa seconda, ha parlato con qualcuno che le

ha detto il nome?

P.M. R. GRAZIANO – Presidente, c’è di nuovo opposizione.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come se l’è ricordato allora, qual è la fonte del suo ricordo?

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Come mai inizialmente e poi invece ha fatto il nome di Corti?

TESTE R. RAPPA – Semplicemente perché ho chiesto al delegato il nome. Nel senso che mi era

stato detto la prima volta, siccome io non ho mai avuto rapporti, quando mi è stato

chiesto ho detto: “È quello di. Onestamente in questo momento non mi ricordo, proverò

a dire”.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Perfetto. Chi è il delegato che gliel’ha riferito?

TESTE R. RAPPA – Ignazio De Giorgio.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Che questo volevo sapere, non era molto complicato.

Volevo soltanto sapere la fonte del suo ricordo, perché nella fase delle indagini lei dice:

“Dopo le opportune verifiche”, ma non dice chi è che gliel’ha detto, per questo gliel’ho

chiesto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quello della sedia in testa.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Dalle verifiche che lei ha effettuato su questo discorso dei

premi, perché poi ha detto che sono stati contrattualizzati nel 2003, parlo dei premi PRE

PRO e l’altro premio sul risultato, dalle verifiche che lei ha fatto, se le ha potute fare, le

consta che anche nell’Ilva pubblica c’erano anche questi premi e questo sistema che era

stato ereditato dai Riva?

TESTE R. RAPPA – Sì, parecchi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Le consta questo?

TESTE R. RAPPA – Ripeto, nell’Ilva pubblica io non c’ero, però è chiaro che con una serie di

accordi aziendali furono spostati dall’Ilva pubblica.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quindi, praticamente, quando lei ha parlato, perché penso

che parlasse con i rappresentanti sindacali anche di queste cose, visto che poi avete

contrattualizzato in maniera diversa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, facciamo rispondere il teste, le risulta questo?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ne ha parlato con i suoi rappresentanti, con chi stava già in

loco, con chi era presente?

TESTE R. RAPPA – Anche qua, tenga presente che nel 2003 il 90% della forza lavoro era nuova

assunzione, non c’era la memoria storica.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Il 90% lei lo deduce da fatti, da documenti? Da cosa lo

deduce? Il 90%, ha dato un numero.

TESTE R. RAPPA – Siccome l’età media era di 32 anni nel 2003, perché c’è stato lo

svuotamento per l’amianto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Conosco, siccome sta dando dei numeri, io la sto invitando

a dire: “Questi numeri che sta dando”.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, se li conosce, li conoscerà anche lui.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Siccome uno dà 90%?

AVVOCATO VOZZA – La fonte della sua conoscenza la possiamo chiedere però.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Capisce?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Però immagino che ci siano degli elementi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io normalmente, quando do i numeri, do i numeri se ho dei

documenti e se l’ho verificato. Allora io faccio la domanda, visto e considerato che il

90% significa 90.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Lo faccia rispondere però al teste?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Certo. Io gli ho chiesto: il 90% lei lo ha dedotto da dove?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, ma non l’ha fatto rispondere. Quindi da che cosa ha dedotto

questo fatto?

TESTE R. RAPPA – Dal fatto che siccome ancora allora nel 2003, tra l’accordo fatto e c’è stato

quello della stabilizzazione di tutti i giovani che erano a contratto lavoro ed ai cosiddetti

cartellinati. Se vuole le spiego pure, i cartellinati erano i lavoratori dell’indotto. Nel

2003 abbiamo fatto due operazioni: la stabilizzazione ai lavoratori, perché anche là

vigeva il fatto che i lavoratori a contratto di formazione venivano usati come, tra

virgolette, si può dire ricattati ? Se si iscrivevano al sindacato, perché se si iscrivevano

al sindacato non venivano stabilizzati e così via. È una deduzione anche questa o una

mia considerazione.

P.M. R. GRAZIANO - Va be’, gli anni della palazzina Laf.

TESTE R. RAPPA – Esatto. Ci siamo posti due questioni al 2003, visto che gestivo la

delegazione alla FIOM. Uno è la stabilizzazione, la quantità, perché l’età media era 32

anni, i vecchi dipendenti Italsider erano andati prevalentemente tutti con l’amianto e

così via ed è chiaro che quell’accordistica era frutto dell’accordo precedente, con la

differenza che prima era azienda pubblica e poi era diventata azienda privata.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi perdoni.

TESTE R. RAPPA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io le ho fatto una domanda diversa e specifica. Io le ho fatto

una domanda molto più semplice, le ho detto: lei ha dato un numero, il 90%. Significa

che a parte 10.000 lavoratori, 9.000 vengono licenziati, 1.000 rimangono e tutti quelli

nuovi sono tutti giovani. La domanda è, di questo 90% lei ne è certo perché ha un

documento, o ha tirato una percentuale approssimativa così? Questa era la mia

domanda, lei mi fa la cronistoria del perché e del per come, la mia domanda era sul

numero.

TESTE R. RAPPA – La risposta è l’età media era 32 anni. Va bene così.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, la domanda è il 90% io voglio sapere se lei lo deduce

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da un documento, se me lo conferma, oppure mi può dire: “Avvocato, l’ho detto così

più o meno approssimativo, forse di meno, forse di più, ho sparato un numero”.

TESTE R. RAPPA – L’ho detto legato all’età media dei lavoratori dell’Ilva.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non è una risposta. Signor Giudice, io ho fatto una

domanda diversa sulla percentuale.

P.M. R. GRAZIANO – Va be’, ha avuto una risposta, fine del discorso.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, lo decide la Corte. Io posso provare a fare la domanda,

se poi il teste, io faccio la domanda di un tipo e mi risponde in un’altra, non posso che

prenderne atto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Signor Rappa, l’Avvocato però le ha fatto una domanda

semplice, questo era un dato ufficiale, questo del 90% che lei ha ricavato da un

documento statistico?

TESTE R. RAPPA – Anche qua è una mia valutazione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – È una sua valutazione sulla scorta dell’età media.

TESTE R. RAPPA – Esattamente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Perché l’età media era giovane, 32 anni, allora lei dice che c’era

stato un turnover, cosa era successo?

TESTE R. RAPPA – Era successo che una quantità enorme, anche qua non percentualizzata.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ma ci può dare dei numeri precisi, a livello di migliaia?

TESTE R. RAPPA – Migliaia.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ma quante migliaia, più o meno? Di lavoratori che erano andati

in pensione?

TESTE R. RAPPA – Che erano andati in pensione. Siccome però io in quella fase non c’ero, non

sono in condizioni di dire esattamente quanti. Quando sono arrivato io nel 2003 era

avvenuto questo cambio generazionale consistente, l’età media, ho detto una cifra, ma

per dare il senso che il grosso dei lavoratori proveniva.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi voleva dire la maggior parte.

TESTE R. RAPPA – Eh. Quindi fra i delegati non c’era, a prevalenza erano tutti giovani

delegati.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Memoria storica ha detto. Va bene.

TESTE R. RAPPA – Poi che gli accordi dell’Ilva pubblica siano stati recepiti e spostati, non

tutti, perché c’è stato qualcuno, la palazzina LAF appunto, il demansionamento e così

via, alcuni accordi poi si sono rilevati, come nel caso della variabilità del salario, un

elemento distorto e di ricatto e di pressione sui lavoratori e ci siamo posti il tema di

modificarlo. Se evidentemente con l’Ilva pubblica questa necessità non c’era, con l’Ilva

privata c’è stata la necessità di modificare quel premio e l’abbiamo modificato.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Possiamo dire che anche questa è una sua valutazione?

TESTE R. RAPPA – Certo, tutto quello che dico io è valutazione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, però questi sono gli obiettivi politici del sindacato.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ho capito Presidente, però.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Hanno ritenuto di fare un accertamento sindacale sulla base di

determinati presupposti.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Presidente, allora io le chiedo formalmente, visto e

considerato che mi rendo conto che se una persona è abituata a fare o il politico, o il

sindacalista, normalmente parla con una serie di valutazioni, siccome l’invito lo può

fare lei e non lo posso fare io, le chiedo se cortesemente può fare l’invito un teste e ai

testi che verranno che riferiscono fatti e circostanze e non valutazioni, sennò facciamo

un processo politico e questo invece è solo un processo, non un processo politico.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene Avvocato, può proseguire.

(Interventi fuori microfono)

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lo ha ammesso il teste, lo so. Le volevo chiedere questo, se

ha potuto verificare invece, come circostanza di fatto, che con la gestione privata i

premi, a differenza della gestione pubblica, sono stati dati anche agli operai e non

soltanto agli impiegati?

TESTE R. RAPPA – Non ho capito la domanda bene.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se ha potuto verificare con i suoi referenti, o diversamente,

documentalmente, delegati, eccetera, se con la gestione privata i premi, a differenza

della gestione pubblica che venivano dati soltanto agli impiegati, se erano stati dati

anche agli operai.

TESTE R. RAPPA – Siccome non devo fare osservazioni, non ho verificato.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non ha verificato, bene. Lei cosa sa dirci della fondazione

Vaccarella?

AVVOCATO DEL VECCHIO - Presidente, io reitero la mia obiezione, perché mi sembra

veramente che l’accertamento su questi fatti sia assolutamente estraneo al processo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sono sommarie informazioni testimoniali, c’è una pagina e

mezza domandata nella fase delle indagini, oggetto di prova del Pubblico Ministero.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Oggetto in quella dichiarazione?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Certo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora la domanda è ammessa, prego.

P.M. M. BUCCOLIERO – Non abbiamo fatto domande noi.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Immagino, chissà come mai non le avete fatte. Capisco.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Però è oggetto del capitolo, prego, proceda.

AVVOCATO VOZZA – Avete indicato le circostanze su chi doveva vertere l’esame.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se per favore ci può riferire che cos’è questa fondazione

Vaccarella?

TESTE R. RAPPA – La fondazione Vaccarella, come ho dichiarato in sede di verbale, è una

fondazione che fu costituita subito dopo il processo di privatizzazione dell’Ilva, in cui

Riva sostanzialmente disse alle organizzazioni sindacali che lui non intendeva gestire il

dopolavoro e che da quel punto di vista era disponibile a dare le quantità economiche

che l’Ilva pubblica metteva nel dopolavoro Ilva, che veniva gestito da aziende e

sindacati, al sindacato per dar corso a tutte le attività che il dopolavoro forniva ai

lavoratori, quindi una serie di dopolavori, compresa la sede, che è appunto la masseria

Vaccarella. Quindi ci fu un accordo nel 1995, in cui Riva concordò con le

organizzazioni sindacali, con FIM FIOM E UIL in quella fase, il pagamento

dell’equivalente delle prestazioni che l’Ilva pubblica dava al circolo per espletare tutta

una serie di attività, dalle questioni borse di studio.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lei ha dato come indicazione il 1995.

TESTE R. RAPPA – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Di questa data è sicuro?

TESTE R. RAPPA – Fu la data nel momento in cui c’è stato il passaggio. Ho dato il 1995, ma

anche là non ero presente, quindi ho dato come data, credo sia il 1996 l’accordo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Esatto, perché quando è stato sentito nella fase delle

indagini il 19 giugno del 2013 lei ha riferito: “La fondazione Vaccarella nasce a seguito

di un accordo sindacale firmato in data 7 febbraio 1996”. È questo l’accordo?

TESTE R. RAPPA – Sì. Siccome ho consegnato anche l’accordo, credo che sia la data esatta.

Perché ho consegnato il verbale dell’accordo fatto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi conferma che la gestione Riva ha dato alla fondazione

Vaccarella, comunque al circolo Vaccarella 1 miliardo e 400 un anno, 1 miliardo e 300

un altro anno, 1 miliardo e 200 un altro anno, 1 miliardo e 100 un altro anno, 1 miliardo

un altro anno (stiamo parlando di vecchie lire), 850 milioni di lire un altro anno, fino ad

arrivare a 438.988 euro, che questo è andato avanti fino al 2012 e che queste somme

non avevate come sindacati obbligo di rendiconto ai Riva, alla gestione Riva?

TESTE R. RAPPA – No, le confermo quello che è previsto dall’accordo, quelle cifre sono

appunto l’accordo sottoscritto con Riva, in cui il sindacato si assumeva la gestione della

fondazione, quindi l’erogazione lavoratori di quei benefici e non c’era la finalizzazione.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E mi conferma che c’era quindi la piena discrezionalità

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sull’utilizzo di queste somme e che non erano indicati capitoli di spesa specifici?

TESTE R. RAPPA – Nel momento in cui ci fu la separazione della gestione al dopolavoro,

abitualmente anche qua i dopolavori vengono gestite con organizzazioni paritetiche,

datore di lavoro e sindacato e insieme decidono come gestire la finalità. Nel momento in

cui Riva ha deciso di uscire dalla gestione del dopolavoro, affidò alle organizzazioni

sindacali la gestione pagando le somme e quindi era a discrezione dell’organizzazioni

sindacali. Lo confermo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi conferma che lei è arrivato a Taranto proprio per

verificare e normalizzare il sindacato in base a dubbi che afferivano la precedente

gestione? In particolare c’è stata l’espulsione di tre dirigenti sindacali, Battista

Massimo, Rizzo Francesco e il suo proprio predecessore Fiusco Francesco, per

anomalie proprio gestionali e amministrative, me lo conferma?

TESTE R. RAPPA – Lo confermo, ma nell’ambito della gestione della FIOM, non della gestione

alla Vaccarella.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come?

TESTE R. RAPPA – Le confermo, ma per questioni sindacali, non legate?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Non legate? Al dopolavoro? Deve dire sì, perché non viene

registrato, se vuole rispondere sì.

TESTE R. RAPPA – Le confermo, nel senso che la espulsione è avvenuta, ma per fatti di

natura...

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quando lei è venuto, mi conferma che ha provveduto alla

chiusura del circolo nautico Vaccarella, che da circolo di dipendenti e pensionati Ilva si

era trasformato in rimessaggio di barche, producendo una gestione anomala dello stesso,

me lo conferma?

TESTE R. RAPPA – Le confermo…

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Chi è che lo gestiva il circolo nautico?

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, chiedo scusa, due volte stava cercando di dire il teste:

“Espulsione avvenuta per fatti”?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Per fatti sindacali, ha detto prima.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non suggeriamo, l’ha già detto, questo è un altro fatto

Pubblico Ministero.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, nessuno sta suggerendo.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Non è uscita nella registrazione però questa cosa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Semplicemente a completezza della registrazione. Prego.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – La domanda che il Pubblico Ministero ha interrotto è: se mi

conferma che lei Proprio durante il suo mandato lei ha provveduto alla chiusura del

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circolo nautico Vaccarella, che da circolo per i dipendenti e pensionati Ilva si era

trasformato in rimessaggio barche, producendo una gestione anomala dello stesso e che

lei ha interrotto i rapporti di collaborazione retribuiti in essere presso la masseria

Vaccarella, presso il circolo nautico Vaccarella, in quanto ritenuti impropri rispetto alla

finalità della fondazione. Se me lo conferma.

TESTE R. RAPPA – Le confermo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E mi conferma che il suo predecessore era Fiusco

Francesco, che era stato allontanato comunque per anomalie gestionali e

amministrative?

TESTE R. RAPPA – Lo confermo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Grazie, non ho altre domande.

AVVOCATO DEL VECCHIO - Credo che su questo però il teste abbia detto una cosa diversa

prima.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non ho altre domande, lei può fare una opposizione alle

mie domande, non potete fare incursioni e suggerimenti come avete fatto fino ad adesso

nel corso del mio esame.

AVVOCATO DEL VECCHIO – E c’è l’opposizione, purtroppo non ho fatto in tempo a finirla.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Come avete fatto sia lei e sia il Pubblico Ministero

suggerendo cose al teste.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Che addirittura c’è a verbale la ripresa del teste che dice

“come ha suggerito qualcuno”. Era dai banchi del Pubblico Ministero che arrivava il

suggerimento.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, manteniamo la calma. Ci sono altri difensori che

vogliono intervenire per il controesame?

AVVOCATO MELUCCI – Sì, l’Avvocato Melucci. Soltanto una domanda.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO MELUCCI

AVVOCATO MELUCCI - Lei ha fatto riferimento all’anno 2003 ed in particolare ad un esodo

importante di dipendenti, di operai.

TESTE R. RAPPA – Non nel 2003.

AVVOCATO MELUCCI – Se lo vuole specificare.

TESTE R. RAPPA – Sì. Nel 2003 io ho fatto l’accordo integrativo.

AVVOCATO MELUCCI – E questo esodo invece?

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TESTE R. RAPPA - L’esodo è avvenuto dall’arrivo di Riva in avanti.

AVVOCATO MELUCCI – Le volevo chiedere se le risulta, per la funzione che lei ha svolto

nell’ambito del sindacato, che in ragione di questo esodo a molti pensionati Ilva venne

offerto successivamente un contratto di consulenza per continuare a fare attività di

formazione ad operare nello stabilimento. Se le risulta.

TESTE R. RAPPA – Se quella è una fase precedente, poi che c’erano consulenti in giro.

AVVOCATO MELUCCI – Che fossero pensionati dello stabilimento.

TESTE R. RAPPA – No.

AVVOCATO MELUCCI – Non ne è a conoscenza?

TESTE R. RAPPA – Non ne sono a conoscenza.

AVVOCATO MELUCCI – Non ho altre domande, grazie.

AVVOCATO VOZZA – Soltanto un chiarimento.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego Avvocato.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO VOZZA

AVVOCATO VOZZA – Lei ha riferito che appunto la espulsione di Battista Massimo, Rizzo

Francesco e Fiusco Francesco sarebbe avvenuta?

TESTE R. RAPPA – Di natura sindacale.

AVVOCATO VOZZA – Di natura sindacale, non gestionale della valutazione circolo

Vaccarella?

TESTE R. RAPPA – Assolutamente.

AVVOCATO VOZZA – È questo intendeva dire che ha riferito e ha confermato che è stato

inviato a Taranto nel 2009 per - testualmente - normalizzare il sindacato?

TESTE R. RAPPA – Se il tema è capirci cosa significa normalizzare. Non il sindacato intanto,

perché il sindacato siamo più organizzazione...

AVVOCATO VOZZA – No, non ho inteso, può ripetere?

TESTE R. RAPPA – Non il sindacato, il sindacato è un’entità, ma io ero segretario della FIOM,

quindi il compito che ho avuto era quello di rimettere in sesto la FIOM di Taranto, cosa

che ho fatto, ma per gestione sindacale, non c’entra niente.

AVVOCATO VOZZA – Sì, ho capito, ho inteso bene. In realtà lei ora lo spiega ed io ne prendo

atto, ma la mia affermazione in ordine alla opera di normalizzazione – ci tengo a dirlo -

riviene proprio da quanto lei ha dichiarato nel verbale di sommarie informazioni

testimoniali, reso in data 19 giugno 2013, laddove dice: “Sono stato inviato nella realtà

jonica dal segretario nazionale protempore Gianni Rinaldini, al fine di verificare,

normalizzare il sindacato”.

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TESTE R. RAPPA – Confermo.

AVVOCATO VOZZA – Poi ci ha spiegato cosa intendeva. Mentre, invece, per ciò che attiene

alla gestione della Vaccarella, che abbiamo detto era estraneo a questo argomento che

abbiamo trattato adesso, lei ha assunto la carica di presidente del circolo, vero?

TESTE R. RAPPA – Perché là lo schema era…

AVVOCATO VOZZA – È a rotazione, se non sbaglio.

TESTE R. RAPPA – Esatto, i tre segretari generali protempore stavano al consiglio di

amministrazione.

AVVOCATO VOZZA – Forse non abbiamo mai detto di quale organizzazione sindacale?

TESTE R. RAPPA – FIM, FIOM, UILM. A turno uno faceva il segretario generale. Quando fui

eletto segretario generale scadeva il mandato precedente, in quel caso Palombella, che

era stato presidente al circolo e sono subentrato io.

AVVOCATO VOZZA – Quindi quando lei assume la carica.

TESTE R. RAPPA – Segretario generale coincide col cambio, con la rotazione di presidente.

AVVOCATO VOZZA – Quindi lei assume la carica di presidente del circolo Vaccarella in data

21 luglio 2009. Glielo dico in aiuto alla memoria evidentemente, l’ho letto.

TESTE R. RAPPA – Sì, appena letto.

AVVOCATO VOZZA – Non è una contestazione in senso tecnico.

TESTE R. RAPPA – Sono stato eletto a giugno, quindi siamo là.

AVVOCATO VOZZA – Lei succede al signor Palombella Rocco?

TESTE R. RAPPA – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Che faceva riferimento invece alla UILM, giusto?

TESTE R. RAPPA – Era il segretario generale alla UILM.

AVVOCATO VOZZA – Dopo il suo insediamento, lei ha potuto verificare anomalie gestionali o

contabili in ordine proprio alla conduzione del circolo Vaccarella?

TESTE R. RAPPA – Là ci sono state anomalie – tra virgolette – gestionali intese di non

regolarizzazione della fondazione. Per cui mi trovai a gestire nei fatti una fondazione

che non era stata registrata nell’elenco della presidenza alla Regione Puglia in quanto

fondazione. Era stato inviato l’iter, ma non era stata mai concretizzata. Questo diede

luogo ad un contenzioso amministrativo con l’Agenzia delle Entrate, che non aveva

dato il riconoscimento, o meglio, il mancato riconoscimento alla fondazione. Cosa che

nel mio mandato misi a posto e credo che intorno al 2011 ci fu il riconoscimento.

Perché non era stato fatto un processo amministrativo di riconoscimento alla

fondazione.

AVVOCATO VOZZA – Mi pare però, prima di procedere alla contestazione vediamo se con la

domanda riesco a rinverdire la sua memoria, che in realtà lei si riferisse a difformità

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dalla normativa vigente nella conduzione del circolo Vaccarella, ma non soltanto

relativamente alle iscrizioni. Se può chiarire meglio questo aspetto, altrimenti procedo

alla contestazione di ciò che ha dichiarato in tal senso. Cioè, non era l’unica anomalia il

fatto che non fosse registrata come fondazione?

TESTE R. RAPPA – Assolutamente.

AVVOCATO VOZZA – Ci può dire quali altri erano?

TESTE R. RAPPA – C’era il tema dell’anomalia amministrativa che ha portato a quel

contenzioso poi risolto e l’utilizzo improprio, poco fa si faceva riferimento al circolo

nautica, che nasceva come un circolo per i dipendenti e poi nel tempo si era trasformato

in una sorta di rimessaggio barca, che poi io chiusi. Quindi c’era anche una serie di

gestione, quando dico non finalizzata allo scopo iniziale del dopolavoro, che avevano

preso una piega – anche qua – per valutazione soggettiva non proprie, quindi non c’è

anche qua un tema non proprio alla fondazione, che ho deciso e sottoposi al consiglio di

amministrazione di riportarlo nella logica classica di un circolo di dopolavoro.

AVVOCATO VOZZA – Così come rapporti di collaborazione retribuiti afferenti sia la masseria

che il circolo nautico che lei ha inteso troncare, in quanto sempre non rientrante?

TESTE R. RAPPA – Esattamente.

AVVOCATO VOZZA – Queste gestioni – a suo avviso evidentemente, ma pare condivisibile da

questo punto di vista – non rientranti nelle finalità originarie della fondazione, erano

comunque sovvenzionate, traevano la linfa economica sempre da quei contributi che ha

letto prima il collega, o c’erano fondi separati, mi faccia capire?

TESTE R. RAPPA – No, la fondazione viveva dalle risorse che arrivavano.

AVVOCATO VOZZA – Brutalmente, quei rapporti di collaborazione retribuiti, quelle

retribuzioni venivano prese da quei fondi di cui abbiamo parlato, quindi 1 miliardo e

400, un miliardo e 300 e così via?

TESTE R. RAPPA – Sì. Anche qua, per chiarire, siccome nel mio schema, anche qua è una

posizione sindacale, uno può dire poi: “Al processo non si può dire”.

AVVOCATO VOZZA – Però che vi fossero dei rapporti di collaborazione retribuiti è un fatto,

che non fossero consoni alla finalità può essere una valutazione, ma che esistessero

questi rapporti è un dato di fatto?

TESTE R. RAPPA – Nel mio schema di valutazione politica sindacale quel tipo di rapporti

dovevano essere di volontariato, quindi decisi di utilizzare volontari per fare quel tipo di

attività, piuttosto che gente retribuita.

AVVOCATO VOZZA – Lei ha avuto modo di capire questi rapporti di collaborazione come

sono venuti in essere? Come si è scelto quel personale?

TESTE R. RAPPA – Anche qua, quando io sono arrivato.

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AVVOCATO VOZZA – C’era già.

TESTE R. RAPPA – C’era già.

AVVOCATO VOZZA – Ha avuto modo però di ricostruirlo?

TESTE R. RAPPA - Li ho trovati, il motivo, le modalità non saprei dire e neanche la scelta. Ho

fatto una valutazione politica sindacale che quei soldi dovevano essere finalizzati

all’utilizzo per cui erano proposti e chi voleva lavorare al dopolavoro dovevano essere

volontari.

AVVOCATO VOZZA – L’ultima cosa e sempre in tema di fatti. Lei ha parlato di questo

contenzioso con l’Agenzia delle Entrate.

TESTE R. RAPPA – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Che mi pare abbia notificato proprio presso il suo domicilio, a lei

personalmente.

TESTE R. RAPPA – Sì, questa fu la prima.

AVVOCATO VOZZA – Una richiesta pari a 139.000 euro.

TESTE R. RAPPA – Esattamente.

AVVOCATO VOZZA – Questo era direttamente collegato al fatto che era stata gestita la

fondazione Vaccarella come una fondazione, mentre invece non lo era? Era diventata

soltanto con la sua opera, che ha provveduto all’iscrizione il 17 febbraio, è questo?

TESTE R. RAPPA – Sì, infatti, il contenzioso di natura personale nasce dal fatto che c’era un

contenzioso.

AVVOCATO VOZZA – Va be’, perché lei era presidente.

TESTE R. RAPPA – E siccome…

AVVOCATO VOZZA – Lo eredita immagino, lei.

TESTE R. RAPPA – Esattamente e non essendo… Anche perché era credo di parecchi anni

prima il contenzioso, nato con la fondazione.

AVVOCATO VOZZA – È riferito al 2004.

TESTE R. RAPPA – Esattamente. Io diventando legittimo rappresentante e non essendo stata

registrata la fondazione , venivo considerato – tra virgolette – il proprietario del

dopolavoro.

AVVOCATO VOZZA – L’ultima cosa, se può rispondermi. Abbiamo appreso che diventa

fondazione giuridicamente dal 17 febbraio del 2011.

TESTE R. RAPPA – Se posso. Anche qua, siccome aveva tutte le caratteristiche, ma c’è stata

evidentemente una sottovalutazione - mi faccia usare il termine - di non portare in

registrazione alla Regione la fondazione, poi fu sanata perché bastava portare tutte le

carte necessarie alla Regione e farla registrare, cosa che è avvenuta.

AVVOCATO VOZZA – Quello che io le chiedo, se lei ha potuto accertarlo ovviamente come un

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fatto, ma anche questi rapporti – per così dire, questa è una mia valutazione –

patologici, rispetto alla finalità ovviamente che lei ha evidenziato, quindi rapporti di

collaborazione contribuiti, rimessaggio barche, circolo nautico utilizzato come fosse

sede privata, il fatto che fossero spesati con quei fondi e che non vi fosse obbligo di

rendiconto, per quello che ha verificato lei, riveniva proprio dal fatto che comunque era

stata gestita come fondazione pur non essendola?

TESTE R. RAPPA – No.

AVVOCATO VOZZA – Mi spiego.

TESTE R. RAPPA – Sì.

AVVOCATO VOZZA - Nel momento in cui ho un fondo, questo fondo lo utilizzo per esempio

per pagare, retribuire dei dipendenti assunti non si sa in base a quale criterio, lo utilizzo

per gestire un rimessaggio barche come fosse privato e invece non lo è, tutto questo può

avvenire senza obbligo di rendicontazione in quanto si riteneva fosse fondazione, pur

non essendola? Non so se la domanda è chiara.

TESTE R. RAPPA – Sì, la domanda è chiara, la risposta provo a darla altrettanto chiara.

AVVOCATO VOZZA – Se lo ha accertato, visto che si è adoperato.

TESTE R. RAPPA - Il tema non era di anomalia, ma era il tema di scelte politiche e sindacali.

Cioè se uno, fondazione o non fondazione, ritiene che un dopolavoro deve rispondere e

quindi utilizzare quante più risorse possibili per dare servizi ai lavoratori e quindi

chiedere a chi vuole fare quel tipo di cose di essere volontario, oppure no. È

indipendente la scelta – come si dice in questo caso – politica e sindacale dal fatto di

essere fondazione o di non esserlo. Quelle risorse provenivano da un accordo sindacale.

AVVOCATO VOZZA – Ed avevano una destinazione specifica.

TESTE R. RAPPA – Avevano la destinazione. Su scelta di Riva, che decise di interrompere quel

tipo di rapporto. Ecco, anche qua faccio una valutazione sindacale, io non l’avrei fatto

l’accordo, ma il tema era: dare servizi ai lavoratori dal momento in cui Riva aveva

deciso che non voleva avere a che fare con quel tipo di rapporto.

AVVOCATO VOZZA – Va be’, vi affida una sorta di autogestione di questo circolo.

TESTE R. RAPPA – Esattamente.

AVVOCATO VOZZA – Che sovvenzione ovviamente, con quelle somme che abbiamo visto.

TESTE R. RAPPA – Esattamente.

AVVOCATO VOZZA – Quindi lei – per chiudere – riteneva queste attività e quindi non soltanto

il fatto che non fosse scritta, ma quelle di cui ci ha parlato, inconferenti rispetto alle

finalità rivenienti da quell’accordo e immagino anche dall’utilizzo di somme?

TESTE R. RAPPA – Certo.

AVVOCATO VOZZA – Perché, evidentemente, quelle somme che i Riva davano alla triplice,

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per così dire, ai tre sindacati che gestivano la masseria Vaccarella, erano in qualche

modo vincolate da una finalità, che in qualche modo invece - secondo lei – si stava

disattendendo. È corretta la ricostruzione?

TESTE R. RAPPA – Erano sempre finalizzati al dopolavoro, quindi da questo punto di vista non

c’erano distrazioni di somme.

AVVOCATO VOZZA – No, io non ho detto.

TESTE R. RAPPA – No, lo sto dicendo io.

AVVOCATO VOZZA – Ho detto utilizzati, non ho detto appropriati. Se è un rimessaggio

barche.

TESTE R. RAPPA – No, non erano utilizzati dalla triplice, erano utilizzati dal dopolavoro

gestito dal sindacato e finalizzati ai lavoratori. Il tema della logica e del risparmio è

quindi se può esistere una fondazione con volontari. Mi permetto di dire, se può esistere

anche un sindacato con volontari che fanno volontariato senza essere retribuiti. Era

questo.

AVVOCATO VOZZA – Dicendo anche quando si assume qualcuno, capire perché e come.

TESTE R. RAPPA – Quella è un’altra cosa, ma le assunzioni sono state fatte prima.

AVVOCATO VOZZA – Grazie ho terminato. Sì, ma non era attribuito a lei, io rilevavo le

discrasie che lei ha evidenziato, non le ho attribuite a lei.

TESTE R. RAPPA – Sì, sì.

AVVOCATO VOZZA – Grazie.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altre domande?

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì, posso Presidente?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

RIESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR M. BUCCOLIERO

P.M. M. BUCCOLIERO – Solo una domanda. Come sindacalista lei ha avuto contatti e rapporti

con i responsabili delle relazioni sindacali dell’Ilva S.p.a.?

TESTE R. RAPPA – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Chi erano?

TESTE R. RAPPA – Biagiotti per quanto riguarda lo stabilimento di Taranto e De Biasi che era

il responsabile nazionale delle relazioni sindacali.

P.M. M. BUCCOLIERO - Ha avuto occasione di parlare con queste persone della presenza dei

fiduciari nello stabilimento?

TESTE R. RAPPA – No, nel senso che non c’è stato mai un ragionamento, malgrado più volte

postogli risposte su questi termini. Nel senso che non hanno mai dato – tra virgolette –

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né informazioni e né certezze. Era un tema off limits .

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì, dico, ma lei ha provato a chiedere a loro della presenza di questi

fiduciari o non c’è stato proprio il discorso? È questa la domanda.

TESTE R. RAPPA – Non c’è stato, ma anche qua, utilizzando le memorie pregresse, mi si dice

che c’è stata anche una commissione di inchiesta precedente al mio arrivo.

P.M. M. BUCCOLIERO – A me non interessa quello.

TESTE R. RAPPA – In cui questo elemento non è mai venuto fuori in termine ufficiale e

formale.

P.M. M. BUCCOLIERO – Grazie.

DOMANDE DEL PRESIDENTE, DOTT.SSA S. D’ERRICO

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Solo una domanda, queste persone – sempre rimanendo alla

formazione - li ha assunti, questi lavoratori avevano dei ruoli sindacali?

TESTE R. RAPPA – No, erano pensionati.

PRESIDENTE S. D’ERRICO – Erano pensionati dell’Ilva?

TESTE R. RAPPA – Anche qua non le so dire esattamente. Immagino…

PRESIDENTE S. D’ERRICO – Non li ha mai conosciuti questi soggetti lavoratori?

TESTE R. RAPPA – No, non ho mai avuto un rapporto diretto.

PRESIDENTE S. D’ERRICO – E chi li aveva assunti?

TESTE R. RAPPA – Erano stati assunti precedentemente, ora chi non le so dire, perché come le

ho detto c’è stata una rotazione.

PRESIDENTE S. D’ERRICO – C’era un’alternanza con che scansioni, che tipo di scansioni tra

le tre organizzazioni sindacali, annuale, semestrale, biennale? Se lo ricorda.

TESTE R. RAPPA – Credo che era triennale, però quando sono arrivato, tenga conto anche qua

che la fondazione a sua volta aveva una sorta di sotto gestione, per cui il circolo nautico

veniva gestito da un altro.

PRESIDENTE S. D’ERRICO – Da persone diverse?

TESTE R. RAPPA – Esattamente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi pare che avesse detto anche che lui arrivava in

sostituzione di Rocco Palombella, all’inizio.

TESTE R. RAPPA – Sì. Siccome mi si chiedeva prima, prima non so le rotazioni quali erano,

quando io sono arrivato c’era Rocco Palombella.

PRESIDENTE S. D’ERRICO – E lei ha sostituito Rocco?

TESTE R. RAPPA – Sostituito.

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Si è avvicendato. Va bene, grazie, può andare.

Il Teste viene licenziato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – A questo punto facciamo la pausa, riprendiamo alle 15.00,

15.10.

Il procedimento viene sospeso alle ore 14.13 e riprende alle ore 15.45

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Pubblici Ministeri, chi volete chiamiare a deporre?

P.M. R. GRAZIANO – Stefanelli, Presidente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Si accomodi. Può leggere la formula che è lì davanti a lei.

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE STEFANELLI DONATO PIETRO

IL TESTE, AMMONITO AI SENSI DELL’ARTICOLO 497 CODICE DI PROCEDURA

PENALE, LEGGE LA FORMULA DI IMPEGNO: “Consapevole della responsabilità

morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità

e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.

GENERALITÀ: Stefanelli Donato Pietro, nato a San Michele di Bari il 12 luglio del 1953; ivi

residente, in via Franklin numero 7.

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR M. BUCCOLIERO

P.M. M. BUCCOLIERO – Buonasera, signor Stefanelli.

TESTE D.P. STEFANELLI – Buonasera.

P.M. M. BUCCOLIERO - Vuole dire alla Corte che attività svolge?

TESTE D.P. STEFANELLI – Io dal 2000 sono in distacco sindacale, faccio il sindacalista

sempre in FIOM, attualmente lavoro in segreteria nazionale, al dipartimento formazione

sindacale, quindi mi occupo di formazione sindacale. Prima di questo impegno, di

questo incarico di lavoro sono stato qui a Taranto per tre anni, ho fatto a scavalco anche

il segretario regionale della FIOM di Puglia, prima ancora sono stato segretario della

FIOM di Bari, sono un metalmeccanico che viene dal mondo FIAT.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi lei è stato segretario della FIOM di Taranto?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

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P.M. M. BUCCOLIERO – In che periodo?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sono arrivato a Taranto a maggio del 2012.

P.M. M. BUCCOLIERO – C’era una particolare branca di cui si occupava come sindacalista?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, diciamo che mi sono occupato essenzialmente di Ilva in quel

periodo, anche perché sono arrivato fra il 30 di marzo del 2012, una data importante

nelle vicende giudiziarie e il 25 e 26 di luglio, giornate in cui vengono sequestrati gli

impianti a caldo dell’Ilva. Per cui mi sono trovato a dovermi occupare quasi

esclusivamente dell’Ilva, pur essendo da segretario generale la persona che avrebbe

dovuto occuparsi anche di altro. Mi sono occupato anche di altro, ma nei momenti più

caldi della vicenda Ilva, mi sono dedicato essenzialmente a quella realtà.

P.M. M. BUCCOLIERO – In quest’ambito di Ilva lei ha conosciuto un certo dottor Enrico

Martino?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, certo, certo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Chi è Enrico Martino?

TESTE D.P. STEFANELLI – Enrico Martino assume ad un certo momento in Ilva l’incarico di

responsabile delle relazioni industriali. È arrivato qui credo anche lui alla fine del 2012,

più o meno ed è stato il mio interfaccia finché è stato in Ilva.

P.M. M. BUCCOLIERO – Questo dottore Enrico Martino è stato anche responsabile del

personale e delle relazioni industriali di Ilva, come ha detto?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, certamente.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ricorda in qualche circostanza se lei ha chiesto al dottor Martino

l’organigramma aziendale di Ilva?

TESTE D.P. STEFANELLI – Guardi, questo era un mio pallino, io lo chiedevo spesso

l’organigramma dell’Ilva e non l’ho mai avuto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Per quale motivo ha chiesto questo organigramma?

TESTE D.P. STEFANELLI – Perché l’Ilva per me era un mondo nuovo da quello da cui

provenivo. Cioè, io ho conosciuto nella mia precedente attività sindacale aziende di tutte

le dimensioni, quindi dalla piccolissima alla microimpresa, alla media, alla

multinazionale. Tipo gruppo FIAT, conoscevo Bosch, Getrag, quindi stiamo parlando di

aziende importanti, ma Ilva per me era un mondo nuovo, non soltanto per la complessità

degli impianti, ma per le sue articolazioni. Non sempre mi erano chiare le dinamiche, la

catena di comando. Insomma, non so se riesco a rendere l’idea delle cose che voglio

dire, per cui anche quando avevi di fronte appunto un responsabile della sede industriale

come Enrico Martino, in realtà percepivi più che una sensazione rispetto al fatto che nel

suo incarico non era lì che c’era il comando rispetto alle decisioni da prendere o

quant’altro. C’era sempre un rimando, un dover risentire, risalire dalla catena di

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comando che in molte situazioni evidentemente rispondeva ad altri.

P.M. M. BUCCOLIERO – Il Martino che cosa rispondeva a questa richiesta di organigramma?

TESTE D.P. STEFANELLI – A questa richiesta… Tenga presente che c’è stata una fase in cui

l’Ilva è stata nella nostra pratica quotidiana un’azienda allo sbando, sebbene ci fosse un

Martino o altro che avessero degli incarichi. Martino, rispetto a quella mia richiesta in

particolare, sto focalizzando un attimo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Prego, prego.

TESTE D.P. STEFANELLI - Perché devo fare un salto di memoria di qualche anno indietro. Mi

disse che non disponeva di un organico da potermi dare. Insomma, rinviò rispetto a

questa mia richiesta perché lui non disponeva di un organigramma che era in corso di

definizione perché, fra l’altro, era in corso la separazione fra Ilva e Riva Fire, se ricordo

bene. Ma credo che grossomodo fosse questo.

P.M. M. BUCCOLIERO – E poi?

TESTE D.P. STEFANELLI – Ah, sì, sì, è giusto. Sì, sì. Che questa divisione fra le due società e

la definizione di un organigramma che la nuova direzione aziendale, le nuove relazioni

industriali stavano mettendo in atto, voleva essere assolutamente trasparente rispetto al

fatto che sino a quel momento aveva regnato questa catena di comando, che in realtà

rispondeva a persone che non erano negli organigrammi, ma erano vestiti di ruoli di

poteri veri e propri, i cosiddetti fiduciari.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi fece riferimento a questi fiduciari?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi l’organigramma non era disponibile per queste due ragioni?

TESTE D.P. STEFANELLI – Esatto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Secondo Martino?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, esattamente.

P.M. M. BUCCOLIERO – Chi erano questi fiduciari?

TESTE D.P. STEFANELLI – Fiduciari di cui io ricordo un nome, che per quello che mi veniva

trasferito da chi conosceva da più tempo rispetto a me, che ero arrivato soltanto nel

2012, erano persone che erano nella fiducia diretta dei Riva, da qui il termine fiduciari e

che quindi, al di là del fatto che coprissero un ruolo in presunti o reali organigrammi,

comandavano, avevano il potere decisionale. Io di questi fiduciari non ne ho mai

incontrato nessuno, non ho mai conosciuto nessuno, però c’erano ed era – come dire –

una sorta di governo ombra che condizionava molto la situazione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei diceva che solo un nominativo di questi fiduciari ha sentito e se

l’ha sentito, da chi?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, un paio di nomi.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Chi sono questi?

TESTE D.P. STEFANELLI – Corti, un certo Corti e un altro, Bessarione… Non ricordo, non ne

sono sicuro, ma qualcosa del genere.

P.M. M. BUCCOLIERO – Si ricorda solo con precisione di questo Corti?

TESTE D.P. STEFANELLI – Dell’esistenza di questi fiduciari io ho avuto trasferimento verbale

da chi mi aveva preceduto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Cioè, da chi?

TESTE D.P. STEFANELLI – Rosario Rappa.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ah, sì, sì.

TESTE D.P. STEFANELLI - Il mio predecessore nell’incarico di segretario regionale della

FIOM di Taranto, che quando sono arrivato mi ha trasferito un po’ la conoscenza di come

funzionava l’Ilva in tutti i suoi assetti.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì.

TESTE D.P. STEFANELLI – Ma di queste persone io ho sentito parlare anche da chi più per

me, le persone con cui io avevo a che fare quotidianamente, perché un sindacalista che

si occupa dell’Ilva non è che ci va ogni tanto, tra l’altro io facendo il pendolare,

venendo da San Michele di Bari, che è dall’altra parte rispetto a Taranto e quindi

passando davanti all’Ilva tutti i giorni, mi fermavo e molte volte ci passavo la giornata.

Nei momenti più caldi non riuscivo a mettere piede nella sede della mia organizzazione

perché il mio tempo lo passavo lì e lo passavo in compagnia dei nostri delegati, alle cui

conoscenze io ho attinto per capire questo sistema.

P.M. M. BUCCOLIERO – Delegati sindacali?

TESTE D.P. STEFANELLI – Delegati sindacati RSU della FIOM CGIL.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che erano operai Ilva?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, dipendenti di Ilva a tutti gli effetti, sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha avuto contezza di alcuni episodi in cui i lavoratori erano in

qualche modo vessati da questi fiduciari?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, mi perdoni, questa è una domanda suggestiva. Lei

chiede già di vessazioni, presuppone quindi una situazione di alta criticità. Lei deve

partire da domande generiche, in cui deve dire…

P.M. M. BUCCOLIERO – Risponderà che non lo sa.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No Pubblico Ministero, io faccio la mia opposizione, poi il

Presidente deciderà sulla mia opposizione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Bravo, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lei deve fare delle domande circa eventuali situazioni che

lui ha appreso, di rapporti tra fiduciari e personali, tra fiduciari e responsabili aziendali.

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Lei non può connotare negativamente nella sua domanda, perché è in esame, come mi

insegna.

P.M. M. BUCCOLIERO – E chi lo dice questo?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Il Codice lo dice.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quale codice?

TESTE D.P. STEFANELLI – Il Codice di Procedura. Se vuole lo prendo, visto che non ce l’ha.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sta qua il Codice.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblico Ministero, cominciamo a fare una domanda più

generica di queste situazioni. Lei è a conoscenza di situazioni particolari che si erano

verificati tra i fiduciari dipendenti o rappresentanti?

TESTE D.P. STEFANELLI – Fiduciari, consulenti, dipendenti. Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci vuole riferire?

TESTE D.P. STEFANELLI – Perché tre anni sono un tempo breve, ma in tre anni io ho visto

passare cinque cadaveri, cinque infortuni. In Ilva, cinque, cinque. Da Francesco

Zaccaria morto nel famoso uragano che fece cadere e che travolse il povero Zaccaria,

all’ultimo Alessandro Morricella che fu investito dalle fiamme di una bocca di un

altoforno. Io in diverse circostanze, a ridosso di questi eventi, che di per sé suscitavano

la reazione non soltanto umana, ma anche etica e sindacale, che ci portava

immediatamente a proclamare gli scioperi sugli infortuni, sugli incidenti, sul problema

della sicurezza, eccetera, eccetera. Mentre noi eravamo – come dire – in ogni

circostanza lì pronti ad agire su questi aspetti molto ma molto delicati e molto ma molto

seri in una realtà come quella dell’Ilva, io non posso dimenticare di essere stato in

quelle circostanze tempestato da tante telefonate che mi arrivavano direttamente dai

reparti, dai nostri delegati, dai nostri iscritti o da semplici lavoratori che mi

raccontavano del fatto che su di loro, in piena proclamazione dello sciopero e

nonostante la proclamazione dello sciopero, c’erano interventi di persone responsabili,

che fossero consulenti, che fossero fiduciari o altro, che li invitavano a non scioperare.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che cosa significa “li invitavano”?

TESTE D.P. STEFANELLI – Cosa significa? Io non ero lì nell’area direttamente, ma come dire,

sollecitazioni forti a non astenersi, a non abbandonare il posto di lavoro, talvolta anche a

minacciare provvedimenti: “Stai abbandonando il posto di lavoro, stai mettendo a

repentaglio gli impianti”. Erano interventi di questo genere per persuadere gli addetti a

quegli impianti per non lasciare il lavoro.

P.M. M. BUCCOLIERO – Durante uno sciopero proclamato dal sindacato?

TESTE D.P. STEFANELLI – A proclamazione dello sciopero avvenuto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ma questi operai delegati le hanno detto da chi provenivano, se da

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fiduciari, da consulenti, o hanno fatto dei nomi?

TESTE D.P. STEFANELLI – Guardi, i nomi io ora non posso ricordarli, ma sicuramente erano

persone preposte, laddove nel termine preposto in Ilva potevano esserci capiarea,

capireparto, fiduciari o consulenti.

P.M. M. BUCCOLIERO – Le hanno mai fatto riferimento in queste telefonate a fiduciari?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, fiduciari e consulenti. I nomi non li posso ricordare.

P.M. M. BUCCOLIERO – Certo, questo per carità.

TESTE D.P. STEFANELLI – I nomi che io ho ricordato sono quelli che ho citato prima, forse ne

ho sbagliato uno dei due, ma non ne sono certo, ad anni di distanza, dal 2012, 2013 è

passato un bel po’ di tempo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Oltre agli stipendi che prendevano i dipendenti, vi erano anche dei

premi che l’azienda erogava, frutto di accordi sindacali o frutto di scelte discrezionali

dell’azienda? Ecco, se ci può chiarire questo aspetto, se ricorda.

TESTE D.P. STEFANELLI – Io con contezza posso parlare del salario che riveniva dagli

accordi sindacali.

P.M. M. BUCCOLIERO – Prego.

TESTE D.P. STEFANELLI – Gli accordi sindacali riguardavano essenzialmente due o tre pezze

del salario, il premio di produzione efficienza, che preesisteva da molto tempo prima

che arrivassi io, non ricordo esattamente se l’accordo risale alla fine anni Ottanta o agli

inizi anni Novanta, ma giù di lì. Poi c’era il premio di risultato.

P.M. M. BUCCOLIERO – No, questo premio di cui ha parlato a cosa era legato?

TESTE D.P. STEFANELLI – Era un premio che cambiava di area in area, a seconda della

produttività. Questo era il criterio base. Non erano grandi cifre, ma nell’arco dell’anno

potevano mettere nella tasca del lavoratore dai 5, ai 700, 800 euro. Poi il risultato finale,

quello monetario in busta paga cambiava.

P.M. M. BUCCOLIERO – Poi, che altro?

TESTE D.P. STEFANELLI – Poi il premio di risultato.

P.M. M. BUCCOLIERO – Con quale accordo?

TESTE D.P. STEFANELLI – L’accordo è successivo a quello precedente, credo dieci anni dopo

più o meno.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi?

TESTE D.P. STEFANELLI – Nel 2010 probabilmente, stando alla mia memoria.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì.

TESTE D.P. STEFANELLI – E poi c’era stato, dopo il 2010, prima che arrivassi io.

P.M. M. BUCCOLIERO – E questo premio di risultato a che cosa era legato?

TESTE D.P. STEFANELLI – Anche quello agli andamenti complessivi economici dell’azienda.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Sì.

TESTE D.P. STEFANELLI - E poi c’era un altro accordo, quello era precedente al mio arrivo

ma successivo al premio di risultato, che era l’indennità di tuta.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che cos’è questa indennità di tuta?

TESTE D.P. STEFANELLI – Diciamo che era una sorta di indennità che veniva riconosciuta al

lavoratore, che andava a compensare il tempo che il lavoratore impiegava nel dotarsi,

arrivando in azienda, di tutto quello che serviva, dalla tuta. Il tempo tuta, così veniva

chiamato.

P.M. M. BUCCOLIERO – Cioè il tempo che impiegava il lavoratore a mettersi la tuta?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, ma che non era semplicemente la tuta, erano i dispositivi…

P.M. M. BUCCOLIERO – Di sicurezza, tutto quello che occorreva?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, esatto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi meno ci metteva e più c’era questo premio, non sto capendo?

TESTE D.P. STEFANELLI – No, non era in proporzione al tempo.

P.M. M. BUCCOLIERO – E come funzionava questo?

TESTE D.P. STEFANELLI – C’era una cifra fissa intorno ai 2 euro. Non ricordo esattamente

quanto. Poi c’erano probabilmente anche accordi di minore importanza nelle singole

aree, di cui però ora non ho memoria.

P.M. M. BUCCOLIERO – Poi, oltre a questi premi frutto di accordi sindacali, c’erano altrimenti

premi che venivano elargiti unilateralmente dall’azienda?

TESTE D.P. STEFANELLI – Ne hanno sempre parlato, io non posso dimostrarlo, non so chi

può dimostrarlo questo, ma sicuramente si parlava di erogazioni unilaterali da parte

dell’azienda, che bypassavano completamente il confronto sindacale.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha mai sentito parlare del premio infortuni?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, ne ho sentito parlare.

P.M. M. BUCCOLIERO – E che cosa è questo premio infortuni?

TESTE D.P. STEFANELLI – La cosa di cui si parlava in maniera più diffusa da parte di chi ci

lavorava dentro erano questi benedetti buoni spesa che venivano erogati agli operai

essenzialmente, buoni spesa Auchan, che praticamente volevano essere… Cioè, meno

infortuni potevano o dovevano esserci e più c’era erogazione di questi buoni. Non sono

in grado di dire se venivano erogati a tutti, ma non credo perché ho conosciuto diversi

lavoratori Ilva che non hanno beneficiato di questi buoni spesa, qualcuno li ha anche

rifiutati, quelli della mia organizzazione questi buoni spesa li rifiutavano perché li

consideravamo eticamente fuori dai nostri valori, anche perché abbiamo sempre pensato

che praticato un certo impegno sindacale, rispetto ad un concetto di fondo, che la salute

non si può monopolizzare, tantomeno la sicurezza o gli infortuni.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Certo. Questo premio faceva riferimento ad un indice che occorreva

raggiungere?

TESTE D.P. STEFANELLI – Questi buoni spesa.

P.M. M. BUCCOLIERO - Questo premio infortuni?

TESTE D.P. STEFANELLI – I premi infortuni non riguardavano… Stiamo parlando di una cosa

che non c’entra nulla con i buoni spesa, è un’altra cosa. Ma anche qui, sono cose che io

ho attinto parlando con le persone in Ilva, quindi non ho mai avuto contezza diretta di

questa, se non per trasferimento verbale e sentito dire. Meno infortuni risultavano e più

il premio poteva salire, ovviamente non per gli operai, ai quali veniva erogato il buono

spesa, ma a figure che avevano responsabilità. Quindi dal capo, al caporeparto, al

capoarea e su a salire.

P.M. M. BUCCOLIERO – È chiaro. Invece del cosiddetto premio di fine anno lei ha avuto

contezza?

TESTE D.P. STEFANELLI – Questo è un altro porto delle nebbie, scusi se uso questa

espressione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Prego, dica quello che sa.

TESTE D.P. STEFANELLI - Anche su questo le mie fonti sono le stesse di prima, trasferimento

fattomi dal mio predecessore, che come me stava di casa e di bottega in Ilva per cercare

di capire la situazione e poi dai miei delegati. Sì, c’era questo premio annuo, che ricordo

veniva erogato a fine anno, le cui entità potevano oscillare da un minimo di 700, a 1.000

euro, 70, 80, addirittura si parlava di cifre per me astronomiche, 100.000 euro. Cioè, più

era bravo un capo a risparmiare su qualsiasi cosa, forniture, scarpe, antinfortunistica,

eccetera, più veniva premiato. Queste erano le cose che io raccoglievo.

P.M. M. BUCCOLIERO – I premi più alti erano per i dirigenti, i capiarea?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, per quelli che stavano proprio, per gli apicali diciamo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì. Io le mostro…

TESTE D.P. STEFANELLI – Tant’è, a completamento di questo discorso, che dopo che

precipitò tutta la situazione Ilva, io ricordo di aver fatto un intervento proprio nei

confronti di Martino.

P.M. M. BUCCOLIERO – Del dottor Martino di cui abbiamo parlato?

TESTE D.P. STEFANELLI – Del dottor Martino di cui parlavamo prima, che eravamo in estate

inoltrata del 2013 o 2014, sì ed io feci un appello, che siccome si parlava di questo

premio infortuni, che se fossero state vere le cose che si dicevano, per le cifre di cui si

parlava, anche centinaia di migliaia di euro, questa doveva essere una pratica a cui si

poneva fine perché non era possibile che nel contesto si continuasse con questa pratica.

P.M. M. BUCCOLIERO – Dei premi.

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TESTE D.P. STEFANELLI – Esatto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, io vorrei mostrare al teste le ipotesi di accordo sindacale

proprio su questa premialità cui ha fatto riferimento il teste.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Le Difese conoscono questo documento?

P.M. M. BUCCOLIERO – Mi pare che ce l’avete, quello allegato.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi scusi Pubblico Ministero, ma la domanda così come è

stata posta in relazione alla risposta data dal teste, la domanda di far sottoporre in

visione al teste questi accordi relazionando l’ultima risposta del teste, a mio avviso non

è corretta, perché il teste alla fine stava parlando dei premi che per sentito dire aveva

saputo, che erano questi qua di fine anno, che erano importi grossi, li ha chiamati

infortuni. Cioè, questa qua sono altra roba.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì, infatti.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quindi non c’è relazione con la domanda. Come la sta

ponendo lei, lei si è agganciata alla risposta e ha detto: “Le posso far vedere questi”.

Questi non c’entrano niente.

P.M. M. BUCCOLIERO – No, io ho fatto riferimento agli accordi sindacali di cui alla premialità

e questi sono gli accordi sindacali. In ultimo parlava di premi che non riguardavano

accordi sindacali.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Appunto, per questo dico, non c’entra niente con la risposta

precedente.

P.M. M. BUCCOLIERO – No, non c’entra niente.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Affinché non ci fossero dubbi sul verbale.

P.M. M. BUCCOLIERO – No, è chiaro.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi attiene quei premi oggetto di contrattazione sindacale?

P.M. M. BUCCOLIERO – Gli accordi sindacali, sì, di cui ha parlato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Fatta questa precisazione, ci sono problemi?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, per noi non ci sono problemi.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi può essere sottoposta al teste questa documentazione. La

riconosce?

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì, se la può esaminare e se sono gli accordi sindacali in relazione ai

premi di cui abbiamo pocanzi discusso.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Le esamini, perché ce ne sono due, alla fine ce n’è un altro su quel

premio tuta di cui diceva.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, 2010. Sì, questo è l’accordo sulla cassa integrazione, il primo.

Sì, sì, questi sono gli accordi sindacali. Ma io, probabilmente, avrò fornito copia degli

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accordi sindacali all’epoca.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, sono questi.

P.M. M. BUCCOLIERO – Va bene, grazie.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sono questi e riguardano le materie che sono state oggetto di

contrattazione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì.

TESTE D.P. STEFANELLI – Il resto non sta qui dentro.

P.M. M. BUCCOLIERO – Va bene, grazie. Presidente, io ne chiedo l’acquisizione e ho finito.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Vengono acquisiti. Ci sono altre domande?

P.M. R. GRAZIANO – Sì, giusto una precisazione.

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR R. GRAZIANO

P.M. R. GRAZIANO - Lei ha parlato prima della morte del povero Zaccaria Francesco, avvenuta

il 28 novembre del 2012. Le volevo chiedere, lei era presente quel giorno in

stabilimento?

TESTE D.P. STEFANELLI – Io ero in stabilimento, era in corso un incontro con la direzione

aziendale quel giorno.

P.M. R. GRAZIANO – Lei quella mattina a che ora era arrivato in stabilimento?

TESTE D.P. STEFANELLI – Arrivavo presto, otto e mezza, nove. Diciamo che erano gli orari

che di solito.

P.M. R. GRAZIANO – Era in direzione al momento?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, era in corso un incontro in quel momento, probabilmente in

quella circostanza. Sì, c’era credo proprio il Presidente dell’Ilva.

P.M. R. GRAZIANO – Dell’epoca?

TESTE D.P. STEFANELLI – Dell’epoca, sì. Tant’è che fummo colti da questo rumore roboante

dell’uragano che aveva investito tutti, tutto.

P.M. R. GRAZIANO – Quali erano le condizioni metereologiche di quella giornata, se le

ricorda?

TESTE D.P. STEFANELLI – C’era un nubifragio in corso.

P.M. R. GRAZIANO – No, alle otto del mattino?

TESTE D.P. STEFANELLI – No, al mattino no. Al mattino, che io ricordi, arrivai che non c’era

il nubifragio. Iniziò un temporale fortissimo a metà pomeriggio e poi arrivò l’ondata.

P.M. R. GRAZIANO – Metà pomeriggio? Non si ricorda bene?

TESTE D.P. STEFANELLI – Non ricordo, no. Ricordo che era… Sì, siamo a novembre, era

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sull’imbrunire quando entrammo nella riunione.

P.M. R. GRAZIANO – Va be’, la riunione è avvenuta dopo allora?

TESTE D.P. STEFANELLI – No, no, le riunioni in Ilva erano frequentissime, a volte le

convocazioni erano ad horas. Nel senso che noi segretari abitualmente eravamo in Ilva

nelle esecutive, nelle sedi sindacali e molte volte venivamo convocati ad horas?

P.M. R. GRAZIANO – Quindi quella mattina non ricorda precisamente quali fossero le

condizioni, quando è arrivato lei in stabilimento attorno alle otto?

TESTE D.P. STEFANELLI – Non erano le condizioni di quando è successo l’incidente,

sicuramente.

P.M. R. GRAZIANO – Pioveva o non lo ricorda?

TESTE D.P. STEFANELLI – No, questo non lo ricordo.

P.M. R. GRAZIANO – Va bene, non ho altre domande.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Parti Civili?

AVVOCATO DEL VECCHIO – No, grazie.

AVV.SSA MARIGGIO’ – Presidente, chiedo scusa, una domanda.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Scusi Avvocato, prego.

DOMANDE DELLA PARTE CIVILE, AVV.SSA MARIGGIO’

AVV.SSA MARIGGIO’ - Lei ha detto che capitava che a proclamazione di sciopero poi ci fosse

qualcuno in Ilva che – ha usato questo termine - minacciava i dipendenti ad astenersi

dallo sciopero. Ma accadeva poi che si astenessero dallo sciopero i dipendenti? cioè,

accadeva che i dipendenti sotto pressione, o minacciati, o chessò io poi si rifiutassero di

scioperare?

TESTE D.P. STEFANELLI – Lo sciopero, come sappiamo, è una libertà delle singole persone,

noi lo proclamiamo. Quelle forme di intervento dei preposti sui lavoratori a volte

coglievano il risultato e a volte no.

AVV.SSA MARIGGIO’ – Grazie, non ho altre domande.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altre domande?

AVVOCATO VOZZA – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO VOZZA

AVVOCATO VOZZA - Buonasera signor Stefanelli.

TESTE D.P. STEFANELLI – Buonasera.

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AVVOCATO VOZZA – Lei quindi è stato distaccato permanentemente a Taranto nel maggio

nel 2012, è corretto?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Lei credo che in riferimento e in risposta ad una domanda del Pubblico

Ministero, in riferimento alla posizione dei cosiddetti fiduciari, abbia detto più o meno

testualmente: “Mi veniva trasferito, non li ho mai incontrati”.

TESTE D.P. STEFANELLI – Assolutamente.

AVVOCATO VOZZA – “Qualche nome mi può sovvenire, ma perché mi veniva trasferito da

persone che erano in stabilimento da più tempo di me”.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Ci può fare i nomi, cortesemente? Cioè, chi le ha rappresentato?

TESTE D.P. STEFANELLI – Diciamo che le persone che con me collaboravano tutti i giorni

erano i nostri delegati componenti dell’esecutivo.

AVVOCATO VOZZA – Sì, può farci qualche nome?

TESTE D.P. STEFANELLI – Da Claudio Lucaselli a Francesco Bardinella, Stefano Leopardi.

Questi erano, diciamo, i componenti.

AVVOCATO VOZZA – Bardinella e Stefano Leopardi, ha detto?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, sì.

AVVOCATO VOZZA – Quando invece fa riferimento al suo predecessore, che le avrebbe anche

trasferito delle informazioni sulle dinamiche aziendali a chi faceva riferimento?

TESTE D.P. STEFANELLI – A Rosario Rappa. Il segretario della FIOM di Taranto prima di

me.

AVVOCATO VOZZA – Sì. Quindi i suoi delegati a cui faceva riferimento lei per ora sono,

abbiamo saputo, Claudio Lucaselli, Francesco Bardinella e Stefano Leopardi.

TESTE D.P. STEFANELLI - All’epoca erano i componenti dell’esecutivo, che era l’organismo

executive del consiglio di fabbrica, che era composto da oltre ottanta persone.

AVVOCATO VOZZA – Lei, oltre questi tre nominativi, può indicarci qualcun altro che le

avrebbe trasferito delle informazioni utili?

TESTE D.P. STEFANELLI – Fondamentalmente erano queste le persone.

AVVOCATO VOZZA – Poi lei, mi è parso di capire e le chiedo conferma di questo, mi dice che

a decorrere dal tragico evento di Zaccaria Francesco avete organizzato degli scioperi. A

questi riferiva questo tentativo, a sua volta a lei riferito, di far desistere i lavoratori dallo

scioperare?

TESTE D.P. STEFANELLI – Non solo quello.

AVVOCATO VOZZA – In arco temporale. Lei ha detto: “Io ho assistito a cinque morti. Noi in

occasione di questi eventi organizzavano degli scioperi, in occasione di questi scioperi

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mi è stato riferito che qualcuno faceva pressioni”.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Quindi da Zaccaria – e parliamo del 26, credo di non sbaglio,

novembre in 2012 - poi mi sa dire più o meno a quali infortuni si sta riferendo. Lei ha

detto da Zaccaria a Morricella.

TESTE D.P. STEFANELLI – A Morricella, sì.

AVVOCATO VOZZA – Ne ha parlati di cinque.

TESTE D.P. STEFANELLI - Passando per gli altri tre di cui, con rispetto parlando, non ricordo

in questo momento i nomi.

AVVOCATO VOZZA – Diciamo comunque che di questi eventi drammatici il primo è Zaccaria

e l’ultimo è Morricella?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, l’ultimo è Morricella, ma ce ne sono stati cinque in tre anni.

AVVOCATO VOZZA – Perciò le chiedevo gli altri nomi, che al momento.

TESTE D.P. STEFANELLI – No, in questo momento non li ricordo.

AVVOCATO VOZZA – Va be’, comunque l’arco temporale è questo?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA - È in occasione degli scioperi conseguenti a questi infortuni che le sono

stati riferiti questi tentativi di pressione per non fare aderire allo sciopero i dipendenti?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, perché l’evento era così eclatante, da essere altrettanto

eclatante l’azione di dissuasione dei lavoratori dallo scioperare. Questo è il senso.

AVVOCATO VOZZA – Sì, a me proprio l’arco temporale mi interessava?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Diciamo che il primo evento cui consegue uno sciopero - che la

riguarda parlo - è il povero Zaccaria e via via gli altri, fino all’ultimo infortunio mortale

di Morricella. È corretto? Così mi pare abbia detto, primo Zaccaria e ultimo Morricella.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, ho detto così e posso aggiungere dell’altro, se può essere utile.

AVVOCATO VOZZA – No, a me interessava l’arco temporale.

TESTE D.P. STEFANELLI – Perché non sempre gli incidenti in Ilva davano esito di infortunio

invalidante o mortale, per fortuna.

AVVOCATO VOZZA – Menomale, certo. Sì, lei riferiva di questi eventi clamorosi.

TESTE D.P. STEFANELLI - Ma quando accadevano episodi importanti per i quali scattava

l’azione di conflitto, quelle cattive abitudini di chi voleva persuadere i lavoratori a non

scioperare si ripetevano.

AVVOCATO VOZZA – Sì, io ho capito. Allora, se ho inteso bene, lei dice: “Non per qualsiasi

evenienza si proclamava lo sciopero, ma per questi eventi più drammatici”. Era questo il

senso, a me interessava proprio l’arco temporale. Lei ha detto da Zaccaria a Morricella,

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è corretto questo?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Ascolti, sui premi poi volevo chiederle qualche precisazione. Capisco

che il ricordo fosse anche più fresco, perché in data 28 giugno 2013 è stato piuttosto

puntuale nel descriverli. Sul premio di produzione, il cosiddetto PRE PRO, lei parla

come derivante da un accordo sindacale del 20 maggio del 1989?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Conferma ora che le ho riletto questa sua affermazione?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, posso confermare.

AVVOCATO VOZZA – Così come nel premio di risultato - acronimo PDR - lei lo riferisce, data

la sua genesi, in un accordo sindacale del 17 settembre del 2010.

TESTE D.P. STEFANELLI – Confermo.

AVVOCATO VOZZA – E sono tutti vigenti almeno al momento in cui è stato sentito, vero?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, sì.

AVVOCATO VOZZA – Erano vigenti. Ancora, sempre nell’ambito della sua contrattazione

sindacale, quindi tra sindacato e datore di lavoro, lei parla del cosiddetto tempo tuta.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Ha fatto riferimento prima, di cui all’accordo del 15 dicembre del

2011, che prevedeva la corresponsione di 1 euro e 95 per ogni giornata di effettiva

presenza, lo conferma?

TESTE D.P. STEFANELLI – Lo confermo.

AVVOCATO VOZZA – Così come lei ha fatto riferimento ad accordi interni alle singole aree e

all’epoca citò un esempio, che forse oggi è sfuggito. Diceva: “A titolo esemplificativo,

per esempio, l’indennità cambio turno marciante, premio addetti batterie, che consiste in

circa 500 euro, premio gruisti ed altri che non riesco a ricordare”. Questi gli esempi che

fece e che ricordava al momento. È corretto?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, sì, confermo.

AVVOCATO VOZZA – Poi ha parlato invece di altri premi che dice: “Non hanno riguardato la

contrattazione con noi sindacati, ma erano stabiliti dall’azienda”, è corretto?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, erano benefit aziendali unilaterali.

AVVOCATO VOZZA – Benefit aziendali, benissimo. Naturalmente poi comparivano in busta

paga, venivano soggetti immagino a ritenute, trattenute e tassazione ritengo, lo sa

questo?

TESTE D.P. STEFANELLI – Posso immaginare, io non ho mai visto una busta paga di qualcuno

che abbia percepito premi che andassero al di fuori della contrattazione.

AVVOCATO VOZZA – Sì, siccome lei però parlava di premi corrisposti. Va bene, ora ci

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arriviamo anche ad operai. Il premio infortuni quindi era un premio che veniva

corrisposto a chi, per così dire abbatteva l’indice degli infortuni nella propria area o nel

proprio reparto, è corretto?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Era corrisposto anche ai capisquadra?

TESTE D.P. STEFANELLI – Credo in misura… Questo non posso dirlo con certezza,

probabilmente in misura a livello più basso.

AVVOCATO VOZZA – Dico, al di là della misura, lei dà una indicazione precisa. dicevo

proprio come beneficiari, in realtà questo premio infortuni coinvolgeva, riguardava e

quindi ne beneficiavano anche i capisquadra? Lei lo ha dichiarato, in aiuto alla

memoria, proprio in quel verbale di sommarie informazioni testimoniali del 28 giugno

2013. Ha citato i capisquadra come beneficiari di questo premio.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Lei poi riferiva che se l’indice degli infortuni si riduceva fino al 5%,

venivano corrisposti 250 euro, per una riduzione dell’indice degli infortuni dal 5 al 10%

venivano corrisposti 500 euro, per una riduzione dell’indice degli infortuni tra il 10 e il

15% venivano corrisposti 750 euro, per una riduzione ulteriore, quindi superiore al

15%, venivano corrisposti 1.000 euro. Ora che le ho detto, io ho letto testualmente ciò

che lei dichiarò all’epoca, lo conferma?

TESTE D.P. STEFANELLI – Certo che lo confermo.

AVVOCATO VOZZA – Oltre ai capisquadra, questo meccanismo premiale riguardava anche i

cosiddetti intermedi?

TESTE D.P. STEFANELLI – Probabilmente.

AVVOCATO VOZZA – No, lei lo ebbe a dichiarare, glielo ricordo, sempre in quell’occasione.

Parlò di capisquadra e di intermedi. Me lo conferma?

TESTE D.P. STEFANELLI – Confermo.

AVVOCATO VOZZA – Questa opera di persuasione, lei dice effettivamente in quel verbale di

S.I.T. che le riferirono, in occasione di quegli scioperi di cui abbiamo parlato, un’opera

di convincimento per far sì che i lavoratori non aderissero allo sciopero, da chi le fu

riferita? Chi le venne a dire: “Guarda che ci sono dei soggetti all’interno dell’azienda

che fanno testuale opera di convincimento per non farci scioperare”?

TESTE D.P. STEFANELLI – Attraverso i nostri delegati e attraverso diverse telefonate che

ricevevo direttamente dall’area, dove queste cose avvenivano.

AVVOCATO VOZZA – Io ho dato per scontato, perché lei ha detto: “Non l’ho visto io

personalmente, mi è stato riferito”.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

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AVVOCATO VOZZA – Questo è coerente con quello che lei ha detto. Io però ho necessità, a

fini processuali ovviamente, di sapere se ricorda qualche nome e soprattutto se ricorda

qualche circostanza, ossia se ricorda che in una determinata circostanza Tizio o Caio le

rappresentò questa evenienza.

TESTE D.P. STEFANELLI - Le circostanze le ho riferite prima.

AVVOCATO VOZZA – Cioè, gli scioperi successivi agli infortuni mortali?

TESTE D.P. STEFANELLI – Agli infortuni o a incidenti gravi che non davano adito ad infortuni

di qualsiasi entità. I nomi, oltre a quelli che le ho detto e di cui ho parlato prima, non

sarei in grado in questo momento. Dovrei fare uno sforzo mnemonico che ora, su due

piedi.

AVVOCATO VOZZA – Nei limiti del possibile, ovviamente.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sono passati un po’ di anni.

AVVOCATO VOZZA – No, capisco perfettamente. Ma le chiedo, quando lei dice: “Me lo

avranno riferito i delegati - quindi Lucaselli, Bardinella e Leopardi - dice questo perché

lo ricorda o dice questo perché lo dà per scontato dicendo: “Se me l’hanno detto, me lo

hanno detto loro”?

TESTE D.P. STEFANELLI – Erano le persone con cui io passavo le mie giornate, come dire,

con loro dividevo il pane.

AVVOCATO VOZZA – Questo è chiaro.

TESTE D.P. STEFANELLI - Per cui, in quelle circostanze, eravamo sempre insieme.

AVVOCATO VOZZA – Però la mia domanda era diversa, lei in virtù di questa frequentazione

dà per scontato che gliel’abbiano detto loro, perché fa un’associazione di idee? Cioè:

visto che stavo con loro me l’avranno detto loro” o lei ha un ricordo preciso, specifico

puntualmente che Lucaselli e/o Bardinella e/o Leopardi le abbiano riferito questa

circostanza?

TESTE D.P. STEFANELLI – Me lo hanno riferito.

AVVOCATO VOZZA – È diversa la domanda, se lo ricorda.

TESTE D.P. STEFANELLI – Me lo hanno riferito.

AVVOCATO VOZZA – Chi dei tre e in quale di queste almeno cinque occasione?

TESTE D.P. STEFANELLI – Eh.

AVVOCATO VOZZA – Se lei dice: “Io ricordo che me l’ha detto Tizio”, ricorderà in quale

occasione e chi tra i tre. Cinque infortuni mortali! Almeno questi cinque infortuni

mortali, che sono credo quelli più…

TESTE D.P. STEFANELLI – All’inizio del mio mandato la persona dell’esecutivo con cui io

trascorrevo il mio impegno in Ilva, la persona con cui mi interfacciavo in continuazione

era Lucaselli.

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AVVOCATO VOZZA – Sì, però la domanda è sempre la stessa, ancora una volta prendo atto

della sua risposta e mi pare di capire che è una sua deduzione. Poiché si interfacciava

con Lucaselli, glielo avrà detto Lucaselli. Io le ho chiesto invece se lei avesse un ricordo

vivo, fotografico?

TESTE D.P. STEFANELLI – No, il ricordo ce l’ho perché o mi chiamavano dall’area dove

erano stati chiamati dei lavoratori perché stavano accadendo quelle cose, o perché

subito dopo venivano in esecutivo per decidere che fare rispetto a questi episodi.

AVVOCATO VOZZA – Ritiene che gliel’abbia detto uno di loro.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, s’, ma ne sono abbastanza certo.

AVVOCATO VOZZA – Però non ricorda chi e in quale occasioni?

TESTE D.P. STEFANELLI – Guardi, posso dividere la temporalità sulle tre persone, perché

Lucaselli è stato esecutivo Ilva FIOM nella prima fase del mio mandato, poi c’è stato il

rinnovo delle elezioni, per cui se dobbiamo andare verso la morte di Morricella, ricordo

che i delegati dell’esecutivo con cui mi sono interfacciato e che mi hanno detto una

serie di cose erano Stefano Leopardi o Francesco Bardinella.

AVVOCATO VOZZA – Va bene.

TESTE D.P. STEFANELLI - No posso aggiungere un nome, perché ora mi sta…, Beppe

D’Ambrosio, che era un nostro delegato.

AVVOCATO VOZZA – Giuseppe D’Ambrosio?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, Beppe D’Ambrosio.

AVVOCATO VOZZA - Immagino Giuseppe?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO VOZZA – Grazie, ho terminato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altre domande?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io vorrei capire meglio la differenza che c’è tra questo

premio infortunio e poi premi di fine anno. Innanzitutto, con riferimento al premio

infortunio, volevo sapere, lei ha risposto alle indicazioni del collega confermando

numeri e percentuali precise. Volevo chiederle, questi numeri e queste percentuali

precise lei le ha ricavate da qualche documento?

TESTE D.P. STEFANELLI – Ma quale documento, ma no!

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Siccome sono numeri e percentuali precise, volevo capire?

TESTE D.P. STEFANELLI – Le ho raccolte dalle diverse testimonianze che io nel tempo ho

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messo insieme in Ilva. Per capirci, ci ho impiegato un po’ di tempo, perché il

meccanismo era tutt’altro trasparente e sfuggiva a qualsiasi documento.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Lei, quando è stato sentito il 28 giugno 2013, dice

praticamente questo: “Detto premio – con riferimento a questo premio infortuni - fa

riferimento al raggiungimento di un indice stabilito annualmente dall’azienda, sotto il

quale bisogna mantenersi per raggiungere il risultato”. Poi aggiunge: “Dalle voci

raccolte in stabilimento” e fa questo elenco. Quindi parla di voci raccolte nello

stabilimento. Siccome “voci raccolte nello stabilimento”, comprende bene che non è

un’indicazione per noi utile, mi dovrebbe indicare… Cioè, se sono voci così è un conto.

TESTE D.P. STEFANELLI – No, mi riferivo sempre ai miei delegati, ai delegati della FIOM, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ah, bene. Con riferimento ai premi di fine anno invece,

vorrei sapere anche in questo caso chi è che le ha dato le indicazioni.

TESTE D.P. STEFANELLI – Era diffuso il fatto che in Ilva regnasse questa pratica ogni fine

anno.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quindi voci?

TESTE D.P. STEFANELLI – Guardi, io documenti non ne no.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non documenti per forza, se lei mi indica nello specifico

chi le ha riferito come persona, nome e cognome per me va bene. Cioè, lei deve riferire

in ordine a fatti e a circostanze e dirmi da chi le ha sapute, se non l’ha accertato

direttamente. Questo è il perimetro.

TESTE D.P. STEFANELLI – Le mie fonti erano principalmente i miei delegati.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Con riferimento specifico al premio di fine anno, chi era il

delegato o i delegati che le hanno riferito queste circostanze?

TESTE D.P. STEFANELLI – Le persone di cui ho già riferito i nomi pocanzi. Guardi, a

memoria ricordo ora che ci sono state, non ricordo esattamente in quale anno, forse nel

2014, prima che venissero erogati quell’anno i cosiddetti premi, ci fu una presa di

posizione sindacale molto forte da parte della mia organizzazione, con la quale

invitavamo l’Ilva a non erogare questi premi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, ma la mia domanda è diversa.

TESTE D.P. STEFANELLI – Certo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io volevo comprendere, lei ha anche dato delle indicazioni,

qua si tratta di premi che erano dati dall’azienda, quindi decisi dall’azienda su una serie

di parametri indicati dall’azienda. Siccome lei ha dato delle indicazioni secondo lei, cioè

lei prima ha detto che erano anche in funzione di una minor spesa che si faceva, anche

con riferimento a acquisti e a forniture.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io, rispetto a questo dato specifico, vorrei capire . se lo

ricorda ovviamente - chi le ha raccontato questa cosa. Perché quando viene sentito lei

dice: “Da quel che mi viene riferito” genericamente, non dà nessuna indicazione. “Da

quel che mi viene riferito”. Allora, se mi riesce a darmi delle indicazioni più specifiche,

chi lo ha riferito, visto e considerato che sono premi che erogava l’azienda.

TESTE D.P. STEFANELLI – Noi FIOM, io ed i miei delegati, di cui ho citato nome e cognome

pocanzi, siamo state le persone che hanno cercato di raccogliere le informazioni

possibili che ci facessero capire questi meccanismi, per cui anche nell’indicare quelle

percentuali, che sono scritte nelle mie dichiarazioni dell’epoca, erano indicative di un

meccanismo che l’azienda si era dato.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io questo l’ho compreso, il passaggio successivo è: siccome

è un meccanismo che ha messo in atto l’azienda, cioè l’azienda che dà

descrizionalmente, secondo alcuni parametri determinati, determinati premi. Rispetto a

questi parametri, visto e considerato che ha dato delle indicazioni, su queste indicazioni

specifiche a me serve capire, se lei lo ricorda ovviamente, chi le ha dato queste

indicazioni.

TESTE D.P. STEFANELLI – Oltre alle persone di cui ho già parlato, cioè i miei delegati,

abbiamo raccolto a quell’epoca informazioni verbali da parte di alcune persone che

conoscevano meglio di me il meccanismo dato, però non posso ricordare a distanza di

anni il nome della persona o delle persone, non posso ricordare. Anche perché, guardi,

su queste questioni era difficile raccogliere testimonianze, era molto difficile.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Appunto, per questo dico, rispetto a questa cosa, siccome

lei queste indicazioni non le dà neanche il 28 giugno del 2013, quando viene sentito

dalla Guardia di Finanza ed era molto più vicino ai fatti, quindi non solo non le dà oggi,

ma non le dà neanche allora le indicazioni. Considerando il fatto che lei è arrivato al 30

marzo del 2012, o maggio addirittura.

TESTE D.P. STEFANELLI - Maggio.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Il 30 maggio del 2012. Cioè, lei arriva a Taranto il 30

maggio 2012, viene sentito a giugno del 2013 e queste indicazioni non le dà. Quindi se

stiamo parlando del ricordo di un anno.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Presidente, ma qual è la domanda? C’è obiezione a questo

modo di condurre l’esame.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – La domanda è, siccome ha detto: “Era molto difficile

riuscire ad individuare queste persone, poi a distanza di anni non mi ricordo”. Allora io

facevo presente che non era un problema che è a distanza di anni, cioè lei già quando

viene sentito, quindi ricordo freschissimo, a distanza di un anno, lei non dà nessuna

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indicazione.

AVVOCATO DEL VECCHIO – Ma non è una domanda questa, Presidente.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non dà neanche un nome.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ha risposto sul punto.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – È un dato di fatto. Quindi, rispetto alla mia indicazione di

adesso, vuole rivedere un secondo la sua posizione, nel senso che quei nomi non li

conosceva già quando è stato sentito?

TESTE D.P. STEFANELLI – No, non li conoscevo i nomi e tantomeno li posso ricordare.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Va bene, perfetto. Quando lei è stato sentito sempre il 28

giugno del 2013, con riferimento al PRE PRO, cioè il premio di produttività, lei

deposita su supporto ottico – dice qua, un cd rom - l’accordo sindacale effettuato in data

20 maggio ‘89, Con riferimento a questo premio PRE PRO. Mi conferma questa

circostanza?

TESTE D.P. STEFANELLI – Certo, certo. Sì, lo feci mettere sul cd rom perché era piuttosto

voluminoso, per cui era molto più agevole portarsi appresso un cd.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Approfittando della presenza del teste che ha prodotto in

sede di sommarie informazioni testimoniali questo accordo, che è quindi la gestione

pubblica, il primo, quello là PRE PRO, chiedo all’ufficio del Pubblico Ministero che

possa essere acquisito, eventualmente riconosciuto dal teste, questo accordo prodotto

dal teste in sede di sommarie informazioni. Se il Pubblico Ministero può fornirlo e

farglielo vedere.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Non so se ce l’ha.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, ce l’ha. Farglielo vedere ed eventualmente io, previo

riconoscimento, ne chiedo l’acquisizione. Riconosce se è questo che le sta mostrando il

Pubblico Ministero?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Questo è il cd che ebbe a produrre?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Lo riconosce quindi?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Grazie, io chiedo che venga acquisito questo cd.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblico Ministero, su questa istanza c’è opposizione?

P.M. M. BUCCOLIERO – No.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Le altre parti? No. Può essere acquisito.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ricorda se, purtroppo, quell’incidente accaduto al signor

Morricella è avvenuto il 15 giugno del 2015, se lo ricorda? Morricella. Lo colloca lei

temporalmente a giugno del 2015?

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TESTE D.P. STEFANELLI – Giugno? A giugno del 2015.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Il 15 giugno.

TESTE D.P. STEFANELLI - L’incidente o la morte?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – La morte. È morto subito.

TESTE D.P. STEFANELLI – No, non è morto subito, Morricella – poverino - ha avuto

un’agonia di una settimana, che io ricordi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Allora giugno 2015 va bene come data, più o meno?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, certo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Prima ha fatto riferimento, nel corso dell’esame del

Pubblico Ministero, ad un incontro che lei ebbe con il dottore Enrico Martino e con

riferimento alla sua richiesta che fece a questo dottor Martino degli organigrammi

aziendali e sulle risposte che il Martino le diede con riferimento all’organigramma e con

riferimento alla separazione che si stava facendo del gruppo Riva e Ilva e con il togliere

anche la figura di quelli che avete chiamato fiduciari. Rispetto a questo incontro, lei me

lo riesce a collocare temporalmente, quando è avvenuto questo incontro con questo

dottore Martino? Se io le dicessi i primi di giugno del 2013, potrebbe andare bene

secondo lei, secondo il suo ricordo?

TESTE D.P. STEFANELLI – Non ne sono certo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quando è stato sentito, lo dico soltanto per sollecitare.

TESTE D.P. STEFANELLI – Anche perché il dottor Martino io lo vedevo frequentissimamente,

tutte le settimane.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Però, quando è stato sentito il 28 giugno 2013, lo faccio per

ricordarglielo, per sollecitare la sua memoria, lei a domanda specifica risponde, con

riferimento a questo incontro: “Sì, circa una ventina di giorni fa in occasione

dell’incontro proprio con il dottore Enrico Martino, ex responsabile del personale del

gruppo Riva, attualmente da circa un mese responsabile del personale delle relazioni

industriali di Ilva, ho richiesto allo stesso copia dell’organigramma aziendale per

conoscere ruoli e funzioni di tutti i preposti, a qualsiasi titolo presenti in azienda, ivi

compresi i cosiddetti fiduciari. Il Martino si è riservato di fornire l’organigramma,

poiché in corso di totale rifacimento per due ordini di motivi” e sono i motivi che

abbiamo detto prima. In quel momento lei lo collega a venti giorni qua, siamo al 28

giugno 2013, quindi i primi di giugno. Conferma adesso, dopo che le ho ricordato?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi conferma che in quel periodo anche c’è stato il primo

commissariamento con il Commissario Bondi, giugno 2013, se lo ricorda?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – In quel momento storico le risulta che fosse stato anche dal

Commissario Bondi risolto proprio il contratto di servizio e di consulenza che era in

essere tra le società del gruppo storico Riva, che fornivano consulenza ad Ilva S.p.a., le

risulta questo dato?

TESTE D.P. STEFANELLI – La rescissione dei contratti?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Che c’era il contratto di servizi, il contratto di consulenza

tra le società del gruppo Riva e Ilva e che il commissario Bondi fa la risoluzione

contrattuale con i Riva?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, è molto probabile questo. Anche perché Bondi rescisse una

serie di contratti che considerava non utili al mandato che gli era stato affidato con il

commissariamento.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Con riferimento a quelle indicazioni che ha dato prima circa

il ruolo dei fiduciari e che cosa fossero i fiduciari, le indicazioni oltre che dalle persone

a cui ha fatto prima riferimento, in particolare le sono state riferimento dal dottor

Rosario Rappa, che lo aveva preceduto nello svolgimento delle sue funzioni?

TESTE D.P. STEFANELLI – Non in particolare, Rosario Rappa è stato a Taranto fino a che

sono arrivato io. C’è stata una fase in cui ci siamo confrontati continuamente, prima e

dopo. Tenga conto che io scavalco, ero segretario regionale della FIOM all’epoca, per

cui a Taranto avevo cominciato a mettere piede sulla vicenda Ilva anche prima che

assumessi l’incarico diretto di segretario generale. Per cui, i miei confronti con Rappa

vertevano su tutto il sistema Ilva, quindi non in particolare, anche. Poi la conoscenza più

diretta l’ho fatta sul campo direttamente, standoci quasi tutti i giorni per tre anni.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Con riferimento ai premi infortuni, lei prima a domanda

specifica ha detto che non c’entravano però niente con i buoni Auchan. Me lo conferma

questo dato, che non c’entravano niente con i buoni Auchan?

TESTE D.P. STEFANELLI – I premi infortuni per i capi non c’entravano niente con quelli

Auchan.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, non per i capi, parlo con riferimento agli operai. Lei

prima era con riferimento agli operai che ha detto queste cose.

TESTE D.P. STEFANELLI – Agli operai, che io sappia e ricordi, ricordo che veniva erogato il

buono spesa da spendere presso l’Auchan.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ah, ecco, agli operai andavano.

TESTE D.P. STEFANELLI – Questo era il senso.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Adesso ho capito, chiarito.

TESTE D.P. STEFANELLI – Ora io non ho il verbale di quello che ho dichiarato, però credo

che le due cose collimino. Invece i premi infortuni in quanto tali, non i buoni spesa,

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venivano erogati ai non operai, ai capi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Prima, quando ha fatto riferimento a quella riunione che

c’era in Ilva, ha fatto riferimento al Presidente, però non ha detto chi fosse in quel

periodo, in quel periodo era il dottor Ferrante, che lei ricorda?

TESTE D.P. STEFANELLI – Confermo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Grazie, non ho altre domande.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altre domande? No. Pubblici Ministeri?

P.M. M. BUCCOLIERO – Solo un chiarimento, Presidente.

RIESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR M. BUCCOLIERO

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha parlato di questi scioperi proclamati a seguito di infortuni

mortali. Io vorrei capire bene quando si collocano da un punto di vista temporale.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – C’è opposizione, il teste ha risposto in maniera specifica tre

volte anche, a precisazione della domanda dell’Avvocato Vozza.

P.M. M. BUCCOLIERO – Sì, se posso.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Un attimo, mi faccia terminare l’opposizione Pubblico

Ministero e poi parlerà lei.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ancora non ho fatto la domanda.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – La mia è un’opposizione, perché lei ha fatto una domanda e

io ho detto dove si colloca, quando si colloca temporalmente, è stato molto preciso, l’ha

ripetuto tre volte, dal primo omicidio Zaccaria che è avvenuto il 28 novembre 2012,

all’ultimo omicidio Morricella, che abbiamo collocato a giugno del 2015.

P.M. M. BUCCOLIERO – Se posso fare la domanda.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, quindi rispetto a questa cosa il teste ha già risposto, per

questo c’è opposizione. Lei sta rifacendo la domanda che abbiamo fatto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Prima faccio la domanda.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Questa era la domanda.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Possiamo sentire la domanda? La completi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – La domanda è quando si colloca temporalmente.

P.M. M. BUCCOLIERO – Non è questa la domanda.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Allora la cambia. Perché quella ha fatto prima, io ho fatto

l’opposizione, non è che esco pazzo e faccio un’opposizione su una cosa che lei non ha

detto. Eh scusi, Pubblico Ministero, non è che lei che mi cambia poi la domanda in

corso, non è corretto!

P.M. M. BUCCOLIERO – Posso Presidente?

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Prego.

P.M. M. BUCCOLIERO – Grazie Presidente. La domanda è questa, lei ha reso dichiarazioni il

28 giugno del 2013 e con riferimento a questo aspetto, evidentemente, se parla di

scioperi proclamati a seguito di ultimi infortuni mortali, vuol dire che si tratta di

infortuni mortali avvenuti prima del 28 giugno 201. Siccome Morricella è del 2015,

dovremmo cercare di chiarire questo aspetto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Ah, ecco.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi perdoni signor Giudice, mi perdoni soltanto, non è una

questione di chiarimento, perché se il chiarimento già c’è, esiste, ci mancherebbe altro.

Nel momento in cui il teste è stato preciso e ha collocato temporalmente 28 novembre

2012 che è il primo episodio, ha risposto all’Avvocato Vozza, primo episodio omicidio

Zaccaria e poi ha dato indicazione temporale finale 15 giugno 2015, quando viene

sentito il 28 giugno 2013, è scontato che non si parli dell’omicidio Morricella che

ancora non è avvenuto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ma il teste parlava di…

TESTE D.P. STEFANELLI – Mentre il primo episodio che ha riferito il teste, che ha già dato le

date, ha detto: “Io sono arrivato il 30 maggio 2012 e colloco il primo episodio con

l’omicidio Zaccaria, che è il 28 novembre 2012, Pubblico Ministero, non è su questo

dato che lei può tornare per cercare di cambiare le situazioni”. Questi sono dati

cristallizzati a verbale. Possono piacere o non piacere, ma sono cristallizzati a verbale.

Quindi da questo punto di vista lei sta reiterando delle domande su cui il teste ha già

risposto in maniera specifica e precisa.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ha parlato di cinque infortuni che vanno.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – L’eccezione è rigettata, si tratta semplicemente di un

chiarimento, perché evidentemente non poteva riferirsi ad eventi non ancora avvenuti.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, più che altro la domanda…

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Presidente, ma non è ancorato il teste alle dichiarazioni che

ha reso in quel momento.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Certo, certo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se sono successi i fatti successivi, perché non deve poter

riferire il teste.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Il Pubblico Ministero vuole dei chiarimenti, perché è evidente.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E, va beh.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - avvocato, per cortesia. È evidente che questo non si possa riferire

a fatti non ancora avvenuti. Quindi qual è l’oggetto di questo chiarimento, in

particolare?

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AVVOCATO MELUCCI – Presidente, il concetto lo ha esteso fino alla tragica vicenda

Morricella, lo ha detto oggi lui.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sin qui siamo d’accordo, però evidentemente il Pubblico

Ministero ha interesse a rilevare la circostanza. Non penso che ci sia niente di

particolarmente eclatante.

P.M. M. BUCCOLIERO – Infatti. Ha parlato di cinque infortuni se ho bene capito, che vanno da

Zaccaria a Morricella, legati a questi discorsi dello sciopero. Siccome da questo verbale

risulta che le dichiarazioni sono state rese a giugno 2013, è fuori quindi Morricella, la

domanda è questa: questi scioperi che si sono realizzati a seguito di questi infortuni, per

sua conoscenza, si sono realizzati anche prima del decesso del povero Zaccaria?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Questo stiamo dicendo Presidente. Un semplice chiarimento, non

capisco perché tutto questo macello.

TESTE D.P. STEFANELLI – Non per conoscenza diretta.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ha detto il contrario. Noi prendiamo atto che fate dire il

contrario al teste, le valutazioni sul teste a questo punto le faremo noi ovviamente, ci

mancheremo altro, noi abbiamo il ruolo che abbiamo, voi avete il vostro ruolo.

AVVOCATO VOZZA – Presidente, è in sede di nuove domande il Pubblico Ministero,

evidentemente, gli è consentito. Però io rilevo e chiedo alla Corte di farsene carico, che

il teste a tre o quattro domande specifiche mie sul punto ha detto che l’arco temporale

decorreva dall’omicidio colposo come capo di imputazione, insomma dal tragico evento

Zaccaria e che gli scioperi a cui si è riferito e si riferiva erano successivi a questi eventi

luttuosi o altri, però il punto di partenza era sempre il decesso del povero Zaccaria.

Oggi, adesso, in sede di nuove domande ha detto una cosa totalmente diversa.

P.M. M. BUCCOLIERO – Possiamo chiarire.

AVVOCATO VOZZA – No, no, Presidente, mi perdoni. Allora io mi assumo la responsabilità di

quello che dico, una delle due affermazione non è vera. Io chiedo che la Corte si faccia

carico di questo.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – C’è qualcosa evidentemente che mi sta sfuggendo.

AVVOCATO VOZZA – No, non c’è qualcosa Presidente, mi perdoni. Quattro volte credo,

almeno tre ha detto che gli scioperi a cui si riferiva partivano come arco temporale dal

decesso del povero Zaccaria, adesso dice anche prima, una delle due affermazioni non è

vera e chiedo alla Corte di farsi carico di questo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Tre volte gliel’ha chiesto Vozza, eh.

AVVOCATO VOZZA – Noi, ovviamente, prenderemo le nostre determinazioni.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene.

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P.M. M. BUCCOLIERO – Prendetele, intanto fatemi fare la domanda.

AVVOCATO VOZZA – “Prendetele!”. Dovrebbe riguardare anche lei Pubblico Ministero se il

teste dice una circostanza non vera, eh! Dovrebbe riguardare anche lei, soprattutto lei e

il suo ufficio.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, gli scioperi non penso che sono stati solo questi

cinque nell’arco della vita dell’Ilva.

P.M. M. BUCCOLIERO – Esatto. Siccome stava parlando di una…

AVVOCATO VOZZA – No, nella sua vita Presidente. Da quando lui è stato distaccato a Taranto

ha detto con estrema chiarezza e precisione che gli scioperi a cui faceva riferimento

partivano dal decesso Zaccaria. Lo ha detto tante volte, ora dice il contrario.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Probabilmente il Pubblico Ministero vuole porre ed è la

domanda che intendeva porre anche il Presidente, cioè se in quel periodo ci sono stati

solo questi scioperi o ci sono stati anche scioperi per altri motivi, al di là degli infortuni

mortali o gravi?

AVVOCATO VOZZA – È il momento iniziale Presidente che il teste ha detto tre volte, che il

primo e il primo sciopero è in occasione dell’infortunio Zaccaria. Lo ha detto tre volte.

Se su questo non siamo d’accordo, io chiedo la cortesia di sospendere l’udienza – ed è

una richiesta formale - e di riascoltare la registrazione.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, la possiamo fare la domanda?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Facciamo questa domanda, non occorre perché ci ricordiamo

quello che ha detto il teste.

P.M. M. BUCCOLIERO – Questi scioperi si riferiscono anche ad un periodo in cui lei non era

ancora, maggio del 2012, giunto, quindi antecedente e ha avuto conoscenza indiretta di

questi scioperi?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Allora, no, no, no.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Di quali? Però deve precisarli?

AVVOCATO VOZZA – Forse dagli anni Sessanta. Che ragionamento, che domanda è questa!

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Diciamo che tipo di scioperi, quando avvenivano?

AVVOCATO VOZZA – Per quali motivi, cosa è successo?

P.M. M. BUCCOLIERO – Per quello che stiamo discutendo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Presidente, se posso formalizzare l’opposizione. Il Pubblico

Ministero, che ricordo a me stesso è in riesame, quindi non è che quando fa il riesame

cambiano le regole, sempre al 499 si deve rifare il Pubblico Ministero.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Certo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Deve fare delle domande specifiche e dirette, senza

suggerire risposte, senza dare scappatoie al teste, senza dare vie di fuga. Deve fare delle

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domande specifiche. Il teste su domande specifiche nostre - tre - ha dato risposte

specifiche, confermando l’arco temporale, peraltro era da pochissimo arrivato. Questa è

la sua testimonianza, se il Pubblico Ministero ritiene che sia diversa la situazione, che

abbia dato risposte diverse, possiamo sospendere e riascoltare il nastro. Diversamente,

se il Pubblico Ministero deve fare domande di altro tipo, deve fare delle domande senza

suggerire le risposte.

P.M. M. BUCCOLIERO – Si sovrappone.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, però se non lo facciamo parlare il Pubblico Ministero,

non riusciremo a capire.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Questa è la mia opposizione, che rimanga a verbale

l’opposizione.

AVVOCATO VOZZA – Presidente, è accaduta una cosa a nostro avviso gravissima, perché a

nostra avviso il teste ha detto una cosa totalmente diversa da quello che aveva

reiteratamente affermato alle mie domande. Io non credo che questa cosa possa passare

sotto silenzio o la possiamo sottovalutare Presidente, mi perdoni!

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, cerchiamo di chiarire.

AVVOCATO VOZZA - Ma c’è poco da chiarire se dice due cose totalmente inconciliabili e

distoniche l’una con l’altra, mi scusi!

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblico Ministero, vuole specificare la domanda?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Senza dare suggerimenti però, eh.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Vuole fare una domanda?

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, se non mi fanno parlare. Il teste ha detto che si riferisce

anche a scioperi prima della morte di Zaccaria. Allora la domanda è, a quali scioperi ci

riferiamo? Lo vuole riferire alla Corte d’Assise che lei ha avuto conoscenza, in caso di

questi infortuni mortali?

TESTE D.P. STEFANELLI – Posso?

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Prego.

TESTE D.P. STEFANELLI – Io parlo di quanto è a mia conoscenza diretta e indiretta. Ho

indicato un arco temporale di cui sono stato diretto protagonista, però mi è balzato alla

mente un evento precedente all’assunzione del mio mandato.

AVVOCATO PERRONE – Guarda caso.

P.M. M. BUCCOLIERO – Si può verificare.

TESTE D.P. STEFANELLI – Che è un evento che ha fatto storia.

(Voci concitate in aula)

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Guardate, non penso che siano segreti.

TESTE D.P. STEFANELLI – No, lo conoscono tutti.

AVVOCATO VOZZA – Per cui non c’è nulla di segreto. Io ribadisco, la nostra posizione è

un’altra, ora il Pubblico Ministero esordisce con la domanda dicendo: “Lei ha riferito di

scioperi precedenti”.

P.M. R. GRAZIANO – Facciamolo parlare, facciamolo chiarire.

AVVOCATO VOZZA – Chiedo scusa signor Pubblico Ministero.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Facciamolo parlare Avvocato.

AVVOCATO VOZZA - Se non si chiarisce la discrasia tra le due domande, non credo che

possiamo andare avanti.

P.M. R. GRAZIANO – Facciamola chiarire a lui.

P.M. M. BUCCOLIERO – La sta chiarendo.

AVVOCATO VOZZA – No, perché il suo collega è partito dicendo: “Lei ora ha ricordato che”.

Allora ci deve dire perché per tre volte ha dato una risposta diversa un quarto d’ora fa.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Ma il teste l’ha spiegato perché, ha riferito di quei fatti che sono

avvenuti sotto la sua diretta conoscenza, adesso sta riferendo di un altro evento di cui

comunque è a conoscenza.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Che rimanda a verbale che la risposta del teste è

conseguente alla domanda suggestiva fatta dal Pubblico Ministero prima ed è

direttamente…

P.M. R. GRAZIANO – Ma quale suggestiva, la definisce lei suggestiva!

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Tanto rimarrà tutto a verbale!

P.M. R. GRAZIANO - La Corte non l’ha definita suggestiva, quello comanda!

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Rimarrà tutto a verbale, che rimanga a verbale che la

risposta è quella!

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Avvocato, queste eccezioni sono respinte, il teste può

rispondere.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non eccezione, io rimarcavo soltanto questo dato.

TESTE D.P. STEFANELLI – È a conoscenza di tanti l’episodio per il quale in epoca precedente

all’assunzione del mio mandato il fiduciario Corti aggredì violentemente e fisicamente

De Giorgio, un nostro delegato, al reparto del tubificio.

P.M. R. GRAZIANO – In occasione ci fu uno sciopero?

TESTE D.P. STEFANELLI – Certo, la FIOM dichiarò lo sciopero.

P.M. R. GRAZIANO - In quell’occasione questi preposti, fiduciari, consulenti, come ha detto

lei, hanno fatto opera di convincimento sui lavoratori?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – C’è opposizione, c’è opposizione, cosa accadde in questo

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sciopero? Lei non deve dare già l’evento, la risposta.

P.M. R. GRAZIANO - Ma ne ha parlato prima, la circostanza l’ha detta prima.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No, non c’entra, lei è sempre in esame, lei deve procedere

facendo delle domande generiche e non delle domande in cui presuppongono una

risposta. Lei non deve dare suggerimenti al teste.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Innanzitutto lei questo fatto da chi l’ha appreso, come l’ha

appreso?

TESTE D.P. STEFANELLI – Da Rosario Rappa, che all’epoca era segretario generale della

FIOM di Taranto, che con dovizia di particolari vi può dire nel dettaglio cosa accadde

quel giorno.

AVVOCATO VOZZA – Ce lo ha già detto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ha già deposto.

AVVOCATO VOZZA – Dobbiamo sentire un teste de relato dopo che abbiamo sentito il teste

diretto, è cambiata la procedura? Può darsi.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - La domanda successiva è, è accaduto qualcosa di particolare in

occasione di questa astensione, di questi proclamazione di sciopero?

TESTE D.P. STEFANELLI – Stiamo parlando di questo episodio in cui era coinvolto Corti?

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, di questo episodio?

TESTE D.P. STEFANELLI – I dettagli io non li conosco.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Non li conosce.

TESTE D.P. STEFANELLI – Non li conosco. Non li posso conoscere, non ero a Taranto, ma

che sia accaduto è noto a tutti, anche di che cosa fu scagliato verso il nostro delegato.

P.M. R. GRAZIANO - Anche in occasione della morte di Marsella Claudio, il 30 ottobre 2012,

avete proclamato uno sciopero?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sempre, in ogni occasione.

P.M. R. GRAZIANO - Quella morte è del 30 ottobre 2012, quindi antecedente alla morte di

Zaccaria che è del novembre del 2012?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

P.M. R. GRAZIANO – Per questo, siccome lei parlava di cinque mordi avvenuti in quel lasso di

tempo, quindi include in quel suo discorso anche la morte di Marsella Claudio?

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì, esatto.

P.M. R. GRAZIANO – Ho capito.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Ci sono altre domande?

P.M. M. BUCCOLIERO – Nessuna, grazie Presidente.

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DOMANDE DEL PRESIDENTE. DOTT.SSA S. D’ERRICO

PRESIDENTE S. D’ERRICO – Senta, un’ultima domanda. Abbiamo sentito parlare di questi

premi produzione e lei stasera ha dichiarato che avevate approvato una mozione,

un’iniziativa del suo sindacato era quella di chiedere all’azienda di non erogare più

questi premi. L’ha detto poco tempo fa.

TESTE D.P. STEFANELLI – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Presidente, se mi consente, soltanto una cosa, lei ha dato

una indicazione su riferimento a questi premi di produzione. Non vorrei che si creasse

un equivoco, perché il premio di produzione così come l’ha indicato lei è il PRE PRO,

che è un’altra cosa rispetto a quella a cui il teste faceva riferimento.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Di premio in generale.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Esatto, non premi di produzione.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Incentivi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Quelli discrezionali dell’azienda, che non sono i premi di

produzione, sennò facciamo confusione a verbale.

TESTE D.P. STEFANELLI – Chiaro.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – La mia prima domanda è questa: lei ha detto che avevate chiesto

come sindacato che non venissero erogati più. Innanzitutto a che premi vi riferivate, che

premi erano oggetto di questa richiesta?

TESTE D.P. STEFANELLI – Non certamente ai premi di risultato, PDR, di efficienza e

quant’altro, perché rientravano negli accordi sindacali. Tutto quello che l’azienda

erogava unilateralmente e che noi in quel contesto consideravamo più che mai

impossibile, perché l’Ilva era senza soldi, era ferma, non era in grado di forniture, di

assicurare la continuità della produzione per quello che si poteva produrre, non era in

grado di garantire l’intervento di manutenzione per la sicurezza, però a fine anno ci si

preparava ad erogare questi premi ai capi, i premi di fine anno in sostanza.

PRESIDENTE S. D’ERRICO – Quindi voi vi opponeste?

TESTE D.P. STEFANELLI – Non solo ci opponemmo, ma ricordo che facemmo un comunicato

in cui stigmatizzammo queste prassi, invitando espressamente l’azienda, la direzione

aziendale a non procedere in quella direzione.

PRESIDENTE S. D’ERRICO – Va bene. La ringraziamo, può andare.

TESTE D.P. STEFANELLI – Grazie.

Il Teste viene licenziato.

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora, l’ultimo teste, il signor Marinosci. Può leggere la

formula di impegno che è davanti a lei.

DEPOSIZIONE DEL TESTIMONE MARINOSCI COSIMO

IL TESTE, AMMONITO AI SENSI DELL’ARTICOLO 497 CODICE DI PROCEDURA

PENALE, LEGGE LA FORMULA DI IMPEGNO: “Consapevole della responsabilità

morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità

e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza”.

GENERALITÀ: Marinosci Cosimo, nato il 10 luglio del 1968 a Francavilla Fontana (Brindisi);

ivi residente, in via Cesare Battisti numero 50.

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO, DOTTOR M. BUCCOLIERO

P.M. M. BUCCOLIERO – Buonasera signor Marinosci.

TESTE C. MARINOSCI – Buonasera.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che attività svolge attualmente?

TESTE C. MARINOSCI – Attualmente faccio il consulente per le aziende dell’indotto per

l’insinuazione al passivo. Perché in Ilva non sono più dall’ottobre del 2016.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ah, dal 2016 non è più dipendente Ilva, invece fa il consulente per le

aziende?

TESTE C. MARINOSCI – L’insinuazione al passivo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ho capito.

TESTE C. MARINOSCI - Quindi per dimostrare che i lavori delle aziende rientrano o meno nel

discorso.

P.M. M. BUCCOLIERO – Nella massa passiva.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Scusate, non stiamo sentendo perché si deve avvicinare un po’ di

più. Che cosa fa allora adesso?

TESTE C. MARINOSCI – Sto relazionando sui lavori svolti dalle aziende dell’indotto di

Taranto e provincia per il discorso dell’insinuazione al passivo, amministrazione

straordinaria. Quindi crediti insinuati al passivo, per dimostrare che i lavori delle

aziende rientrino nei lavori di prosecuzione di attività produttiva, sicurezza e ambiente.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene.

TESTE C. MARINOSCI – Tutti quelli che devono andare in prededuzione, esatto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Per quali aziende svolge questa attività?

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TESTE C. MARINOSCI – Per la Giove Costruzioni, per esempio.

P.M. M. BUCCOLIERO – Poi?

TESTE C. MARINOSCI – Giove S.r.l.. Cioè, mi interfaccio soprattutto per queste due.

P.M. M. BUCCOLIERO – Per queste due aziende. L’Avvocato Lupo che sta seguendo la

vicenda.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quando era dipendente Ilva, intanto quando è entrato in Ilva?

TESTE C. MARINOSCI – Agosto del 1997.

P.M. M. BUCCOLIERO – In che reparto, che incarico aveva?

TESTE C. MARINOSCI – Sono entrato come operaio, ho fatto il pronto intervento, finita la

formazione lavoro – perché sono entrato in formazione lavoro - sono diventato tecnico

di manutenzione elettrica di due forni, AFO 1 e AFO 2, successivamente ho fatto il

rifacimento AFO 1 come responsabile elettrico, nel 2003 andando via il caporeparto

della manutenzione meccanica di tutti gli altiforni di Taranto mi hanno messo in

affiancamento e poi sono diventato caporeparto della manutenzione degli altiforni di

Taranto, poi nel 2010 circa, adesso la data precisa non la so, mi hanno dato pure la

responsabilità dell’area della produzione calcare della cava, forni a calce e via dicendo,

poi mi hanno fatto responsabile dei lavori del rifacimento AFO 1, quindi ho seguito

come responsabile dei lavori tutto il rifacimento di AFO 1.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi è?

TESTE C. MARINOSCI – AFO 1 è partito il 6 agosto 2015, per ottemperanza...

P.M. M. BUCCOLIERO – Chi erano i suoi superiori di riferimento?

TESTE C. MARINOSCI – Nel corso degli anni? Non capisco.

P.M. M. BUCCOLIERO – No, nel corso degli anni.

TESTE C. MARINOSCI – Inizialmente Di Maggio.

P.M. M. BUCCOLIERO – Di Maggio chi?

TESTE C. MARINOSCI – No, aspetti. Cioè, il mio diretto capo era Buccolieri, perché prima io

ero un tecnico, quindi lui era il caporeparto elettrico. Poi è stato Di Martino, che era il

caporeparto meccanico e io ho preso il suo posto, nel momento in cui ho preso il suo

posto sono andato alle dipendenze di Giuseppe Di Maggio, non Ivan Di Maggio,

successivamente Salvatore De Felice e c’è stato il periodo in cui ero alle dirette

dipendenze di Schiavone, perché separarono la manutenzione dall’esercizio come

competenza. Basta, questi erano i miei riferimenti.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quando appunto era dipendente dell’Ilva, nella sua attività, ha

conosciuto tale Pastorino Agostino?

TESTE C. MARINOSCI – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Vuole dire alla Corte chi era questo Pastorino Agostino, che rapporti

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ha avuto con lui, che attività svolgeva?

TESTE C. MARINOSCI – La prima volta che ho visto Pastorino Agostino è stato nel 2003,

nell’ufficio di Di Martino, nel caporeparto meccanico.

P.M. M. BUCCOLIERO – In quale area si trovava lei in quel momento?

TESTE C. MARINOSCI – Altoforno.

P.M. M. BUCCOLIERO – Come lo ha conosciuto, prego.

TESTE C. MARINOSCI – Perché è venuto a lamentarsi di come andavano a rilento i lavori del

rifacimento AFO 2, perché in quel periodo c’era in corso il rifacimento AFO 2, che poi

partì a maggio 2003.

P.M. M. BUCCOLIERO – Del 2003?

TESTE C. MARINOSCI – Del 2003 stiamo parlando, sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ebbe un contatto diretto con questo Pastorino?

TESTE C. MARINOSCI – Pastorino normalmente parlava con De Felice, con Di Maggio e con

Schiavone, con me relativamente. Cioè, ha parlato chiedendomi di alcune attività, poche

volte ho avuto contatto diretto con Pastorino. L’ho visto.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ma questo Pastorino che ruolo svolgeva all’interno dell’Ilva, cioè

aveva un rapporto di dipendenza, chi era?

TESTE C. MARINOSCI – Lui in organico non so come era, non aveva una struttura ben precisa

all’interno della struttura, lui era il riferimento dei rifacimenti, dei lavori grossi, degli

investimenti, non entrava nella gestione giornaliera.

P.M. M. BUCCOLIERO – Non entrava nella gestione giornaliera?

TESTE C. MARINOSCI – No.

P.M. M. BUCCOLIERO – Aveva un sovraordinato Pastorino, doveva rispondere a qualcuno?

TESTE C. MARINOSCI – Penso ai Riva. Suppongo, è una mia supposizione.

P.M. M. BUCCOLIERO – È una sua supposizione questa, non ci sa dire.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei quando è stato sentito, esattamente il 5 giugno del 2013, su

questo punto dice: “Area AFO nella quale vedo saltuariamente – come ha detto – il

signor Pastorino Agostino, persona di riferimento del gruppo Riva”. Perché dice questo,

come sa questa cosa lei?

TESTE C. MARINOSCI – Proprio perché il rifacimento sono i lavori più importanti che si fanno

all’interno di un’azienda, cioè i grossi impianti e loro gestivano queste attività e

rapportavano ai Riva. Per quello per me sono i riferimenti del gruppo Riva.

P.M. M. BUCCOLIERO – Oltre a questo Pastorino Agostino.

TESTE C. MARINOSCI – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Lei ha avuto contatti con un certo Bessone, Enrico Bessone?

TESTE C. MARINOSCI – Sì.

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P.M. M. BUCCOLIERO – In che circostanza?

TESTE C. MARINOSCI – Siccome ci occupavamo tutti e due di manutenzione, io dell’area

AFO e via dicendo, lui dell’aria acciaieria in organico, però si occupava pure delle altre

aree, cioè nel senso verificava per l’azienda se veniva gestita bene la procedura dei

lavori a terzi. Quindi veniva a vedere le attività, veniva a verificare le specifiche e

vedeva i terzi che si dovevano chiamare.

P.M. M. BUCCOLIERO – Questo Enrico Bessone aveva un rapporto di lavoro, un contratto,

come si trovava all’interno?

TESTE C. MARINOSCI – No, lui era nell’organico.

P.M. M. BUCCOLIERO – In organico di Ilva?

TESTE C. MARINOSCI – Sì, nel funzionigramma c’era, come – come ho detto prima -

responsabile dell’acciaieria, di manutenzione.

P.M. M. BUCCOLIERO – E lei questa cosa come la sa?

TESTE C. MARINOSCI – L’organico, il funzionigramma che esiste in azienda.

P.M. M. BUCCOLIERO – Cioè, lei consultava l’organigramma?

TESTE C. MARINOSCI – Sì, l’organigramma.

P.M. M. BUCCOLIERO – Qualcuno le ha mai parlato dei fiduciari all’interno di Ilva?

TESTE C. MARINOSCI – Stiamo parlando dei fiduciari.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi scusi, la domanda non dovevamo farla più così, mi

sembrava che fosse stato raggiunto un accordo, che non bisognava fare più domande

così, ci sono state una serie di sollecitazioni da parte del Presidente che ha invitato la

Pubblica Accusa a non fare domande di questo tipo, vedo che la Pubblica Accusa però

rifà domande di questo tipo.

P.M. M. BUCCOLIERO – Io non ho iniziato l’esame così, abbiamo parlato di Pastorino.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No e che c’entra che non ha iniziato l’esame così, poi

ritorna e dice di nuovo domande sul sentito dire, domande sul sentito parlare. Le

domande sono su fatti e circostanze che il teste deve conoscere o personalmente o

perché gliel’ha riferito qualcuno.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Allora Pubblico Ministero, riformuli la domanda per cortesia.

AVVOCATO MELUCCI – Presidente, sempre in ragione di quel ruolo di custodi di quei verbali

che prima acquisiva e a cui faceva riferimento prima il collega Annicchiarico, neanche

nel verbale si è avuto l’ardire di introdurre questo tema.

P.M. R. GRAZIANO – Come no, espressamente, a foglio numero 2 se ne parla.

P.M. M. BUCCOLIERO – Questo Pastorino Agostino era un fiduciario?

TESTE C. MARINOSCI – Ripeta meglio la domanda, la voglio capire. Era fiduciario in che

senso? Era persona di fiducia dei Riva.

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P.M. M. BUCCOLIERO – E questo stiamo dicendo. Aveva questo Pastorino, come anche

Bessone, anzi solo Pastorino aveva un superiore gerarchico? Se lo sa, arciovviamente.

TESTE C. MARINOSCI – Per me il superiore gerarchico di Pastorino erano i Riva.

P.M. M. BUCCOLIERO – Ho capito. Dimastromatteo chi era, se lo ha conosciuto?

TESTE C. MARINOSCI – Dimastromatteo nel 2012, quando c’è stato il discorso, è diventato il

mio capo, inizialmente eravamo colleghi.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che rapporti c’erano tra Dimastromatteo e Pastorino, se c’erano?

TESTE C. MARINOSCI – Che io sappia non c’erano rapporti tra Dimastromatteo e Pastorino.

P.M. M. BUCCOLIERO – Non c’era nessun rapporto?

TESTE C. MARINOSCI – No.

P.M. M. BUCCOLIERO – L’ultima domanda Presidente. Oltre a Pastorino Agostino, ha

conosciuto altre persone riferibili ai fiduciari?

TESTE C. MARINOSCI – Casartelli.

P.M. M. BUCCOLIERO – Che cosa faceva Casartelli?

TESTE C. MARINOSCI – Casartelli era il riferimento sempre per i nuovi impianti, ma

soprattutto nella zona trattamento acque, fanghi e raffreddamento, raffreddamento in

genere.

P.M. M. BUCCOLIERO – L’ha conosciuto proprio direttamente lei questo Casartelli?

TESTE C. MARINOSCI – Sì.

P.M. M. BUCCOLIERO – Quindi era il riferimento per questa branca che ha detto?

TESTE C. MARINOSCI – Sì, per tutto lo stabilimento.

P.M. M. BUCCOLIERO – Oltre a Casartelli, ha conosciuto qualche altro fiduciario?

TESTE C. MARINOSCI – No.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente grazie, ho finito io.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altre domande? Parti Civili? No. Difese degli imputati?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVVOCATO ANNICCHIARICO

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Buonasera. Lei ha detto prima che è stato in Ilva fino al

2016?

TESTE C. MARINOSCI – Ottobre del 2016.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi è andato in pensione?

TESTE C. MARINOSCI – No.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – È andato via.

TESTE C. MARINOSCI – Da dirigente è finita la collaborazione.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – È finita la collaborazione. Nel periodo invece in cui è stato

in Ilva, perché abbiamo visto che è stato assunto nel 1997, poi è andato via nel 2016,

quindi l’arco temporale è questo, in particolare per quanto riguarda il suo ruolo di

responsabile della manutenzione degli altiforni, mi può dire e confermare se sono stati

realizzati, le faccio un elenco di investimenti e poi le e faccio vedere degli ordini.

TESTE C. MARINOSCI – Sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se lei mi dice semplicemente se le consta che sono stati

realizzati. Rifacimento completo del crogiolo, compreso di sottofondo per garantire la

perfetta tenuta del gas; ripristino, cupola esclusa totale dei “caupers” (fonetico) 11, 12 e

la riparazione dei “caupers” 13 e 14; il nuovo sistema di controllo processo del forno e

dei “caupers”; l’installazione di due rigoloni raffreddati ad area di tecnologia avanzata

che garantiscono una migliore separazione ghisa loppa ed un minor consumo del

rivestimento refrattario di usura. L’ordine è il 13363 del 6 febbraio 2001, valore

compressivo 24.710.000 euro, assegnato alla ditta SMS Demag. Se mi riconosce

l’ordine e se mi dice se è stato realizzato.

TESTE C. MARINOSCI – Sì, confermo e quello è il rifacimento in cui io ho seguito la parte

elettrica, AFO 1 2001.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Perfetto. Le sottopongo in visione l’ordine, se mi conferma

ulteriormente che è quello quando lo vede.

TESTE C. MARINOSCI – Sì, è lui.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi lo riconosce. Prego.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Un altro importante investimento del valore complessivo di

19.600.000 euro, assegnato alla ditta “Pirson” (fonetico) , l’ordine è il 7978 del 13

febbraio 2007.

TESTE C. MARINOSCI – AFO 4.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Io glielo leggo e lei me lo conferma, perché io leggo invece

qui: “Ricostruzione ammodernamento altoforno AFO 2, corpo AFO, comprendenti le

seguenti principali forniture e attività: demolizione; smontaggio; successivo

rimontaggio della parte carboniosa; crogiolo della parte silico alluminosa; il tino; l’alto

tino; la bocca e “lapteic” (fonetico) del forno; refrattario di grafite; carbonio; silico

alluminosa che era già di proprietà Ilva; smontaggio delle piastre di raffreddamento

delle cassette in rame; montaggio delle piastre di raffreddamento; numero 2 per fori

ghisa; numero 25 per tubiere; numero 99 per file D 1, 2 e 3; numero 25 per bocca;

barenatura occhialone per alloggio flangia top ring; 9 impianti di raffreddamento

crogiolo complete di jackets; fori ghisa, piastre, tubiere, piastre bocca…”.

TESTE C. MARINOSCI – Sì, rifacimento AFO 2, 2006.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – Perfetto. Poi andiamo avanti, se fa parte di questo. Ecco, le

faccio vedere direttamente l’ordine, così se me lo riconferma, l’ordine è il 7978 del 13

febbraio 2007, valore complessivo 19.600.000 assegnato alla ditta “Pirson”.

TESTE C. MARINOSCI – Va be’, conosco l’attività, il numero non è che?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ovvio, sì, non è il numero, a me interessa ciò che io ho

sinteticamente descritto e lì è dettagliatamente descritto?

TESTE C. MARINOSCI – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi lo riconosce?

TESTE C. MARINOSCI – Sì, AFO 2.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se me lo riconosce come effettivamente realizzato. Poi ce

n’è un altro ancora, l’ordine è il 22078, del 27 aprile 2007, del valore complessivo di

5.680.000, assegnato alla ditta Paul Wurth.

TESTE C. MARINOSCI – Bocca.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Nuovo impianto di granulazione e conversazione loppa ad

acqua di mare, in circuito aperto dell’altoforno AFO 2, costituito da due bacini

cilindrici di granulazione e condensazione, uno per ogni campo di colata, ognuno

completo di uggello di granulazione, relative scale di accesso, piattaforme, grigliate e

griglie di protezione in creusabro, con relativo sistema di fissaggio e cappa interna al

bacino di granulazione tramoggia, di raccordo tra bacino di granulazione e corpo

cilindrico della torre di condensazione, pompe di drenaggio e numero due sale pompe

terminali in carpenteria, delle rigole di loppa ai bacini di granulazione e tubazione in

aria compressa per comando valvole pneumatiche circuito acqua di mare, costituito da

tubazioni e valvole, tubazione di N/800 comprese di flange e raccorderia, ingegneria e

montaggio, circuito di miscela acqua e loppa con tubi in acciaio al carbonio e rivestiti in

basalto, strumentazione a bordo impianto ingegneria per sistema di controlavaggio dei

fondi drenanti delle vasche di granulazione. Glielo mostro in visione e se me lo

conferma come realizzato.

TESTE C. MARINOSCI – Sì, realizzato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Lo conosce a memoria evidentemente.

TESTE C. MARINOSCI – Perché questo è l’unico che ha fatto Paul Wurth.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì, perché questo è austroungarico per noi, per loro invece è

un linguaggio, perché vedo che si appassionano su queste.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Che ha fatto?

TESTE C. MARINOSCI – Paul Wurth. Poi le altre due condensazioni loppa, che sono diventate

poi ottemperanze Aia, le ha fatte “Anmar” (fonetico), su AFO 1 e AFO 4.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ne abbiamo soltanto altri due e poi abbiamo finito, solo che

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sono molto importanti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Quindi l’ha riconosciuta il teste?

TESTE C. MARINOSCI – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Prego.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – L’ulteriore domanda è sull’ordine 53575 dell’1 luglio 2005,

del valore complessivo di 45.192.000 assegnato alla ditta Paul Wurth ed è la

ricostruzione e l’ammodernamento dell’altoforno AFO 4, con interventi atti a garantire

una vita tecnica ad altiforni superiori a quindici anni, senza interventi intermedi ed una

produzione giornaliera di ghisa di tonnellate 5.700, comprendenti le seguenti principali

forniture attività; demolizione e successivo rifacimento del rivestimento refrattario del

crogiolo, cioè i refrattari grafite, carbonio, silico alluminoso; specifiche tecniche del

fornitore entro il 20 febbraio 2005 con collaudo materiali.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – A che cosa si riferisce questo?

TESTE C. MARINOSCI – Questo è ricostruzione, ammodernamento altoforno AFO 4.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Perché lei aveva detto.

TESTE C. MARINOSCI – Cambia solo il soggetto, sono i vari rifacimenti che abbiamo fatto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Credevo che l’impresa aveva fatto solo quello, quello di prima.

TESTE C. MARINOSCI – No, ma quello era condensazione vapori, non è altoforno in sé, corpo

forno a sé stante.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì, benissimo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Prima abbiamo parlato anche della ricostruzione

ammodernamento altoforno AFO 2, che è un altro. Questo è ricostruzione

ammodernamento AFO 4.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Siccome il teste aveva detto, in relazione a quell’ordine, che era

l’unico fatto da quella impresa, invece adesso ce n’è un altro.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Di quella tipologia presumo fosse.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ecco perché ho chiesto. Ha chiarito poi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Nuovo lamierone di fondo, atto a garantire la perfetta tenuta

del gas di sottofondo del crogiolo; nuovo sistema di raffreddamento ad acqua; nuovo

sistema di monitoraggio temperature e crogiolo; sostituzione di due occhialoni,

compresi i 27 nuovi anelli, 9 piastre in ghisa di nuova corazza, spessore di millimetri

32 alto tino, completa di due maratre da quota, più 28.000 fino alla flangia, “topring”

(fonetico) a quota, più 42720 previa demolizione e successivo rimontaggio del

rivestimento refrattario interno; condotte a partire dal cono AFO, con sostituzione di 4

dilatatori, 9 piastre in acciaio fuso di usura, bocca AFO, compresi grembiali di

protezione intercambiabili, con durata minima di 8 anni, tempo massimo di sostituzione

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72 ore di fermata forno; nuovo impianto di raffreddamento acque demineralizzata a

bordo AFO, completo del secondo circuito; nuovo foro vento caldo, completo di 27

nuove maniche a vento, con relativi dilatatori, escluso portamento e collo d’oca

completo di rivestimento refrattario; sostituzione meccanismo di rotazione completo,

scatole e ingranaggi di nostra proprietà, 189 piastre di raffreddamento e di rame, con

spessore 111 con foro ovoidale, da livello B1 sacca a livello S2 medio tino; montaggio

di 4 file di piastre ghisa di raffreddamento, piastre di nostra proprietà, da livello S3 a

livello R3 alt tino; documentazione per verifiche e collaudo, compreso il ripristino della

corazza foro salamandra, estrazione salamandra solida fino a T200, crociera per

essiccamento ed avviamento.

Se lo vuole guardare un attimo, così mi può confermare se è stato realizzato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Può guardare questo ulteriore ordine?

TESTE C. MARINOSCI – Lo riconosco.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi ancora quest’altro ordine, che è il 21266 del 30 aprile

2008, del valore complessivo di 22.036.000, assegnato alla ditta “Cludius Peters”. Si

tratta del nuovo impianto di macinazione fossile di tonnellate 80/h. 80 per ora penso

sia.

TESTE C. MARINOSCI - Di 80 tonnellate ad ora, è il mulino 4 del PCI.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Perfetto, sì, per potenziamento e ammodernamento

impianto di macinazione fossile grezzo, per infilaggio nei silo di stoccaggio e successivi

iniezione negli altiforni PCI, con le seguenti principali forniture attività. Modifica

dell’impianto di caricamento fossile grezzo, con l’inserimento di un nuovo nastro

convogliatore, un nuovo silo del fossile grezzo, un nuovo trasportatore a catena per

caricamento del fossile grezzo al mulino, nuovo modulo di macinazione e essicazione

fossile costituito dal nuovo mulino a rulli, nuovo generatore di gas caldi e relativo

sistema di accensione, nuovo filtro a maniche, nuovo sistema di trasporto per la

distribuzione del fossile macinato sugli esistenti cinque sili di stoccaggio, modifica di

ampliamento delle rete fluidi esistenti, gas AFO, metano, azoto, aria compressa, aria

carburante, acque industriali e antincendio.

TESTE C. MARINOSCI – Aria comburente.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi scusi, ha ragione, aria comburente. Chiedo venia. Per

asservimento delle nuove utenze, nuova rete di distribuzione elettrica di MT, quadro

elettrico metal clad di nostra proprietà, nuova rete di distribuzione elettrica DBT,

compreso quadro elettrico MCC - questa dovrebbe essere proprio materia sua - e relativi

collegamenti alle utenze, PLC e cassette di comando locali, quadro statico di continuità

di servizio dell’impianto esistente delle nuove utenze, ampliamento cabina PRF con

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nuovo quadro MCC per alimentazione col nuovo nastro di animentazione fossile

grezzo, comprese modifiche hardware e software sul PLC di gestione esistente, licenze

d’uso SV comprese. Modifica adeguamento, parte strumentale e gestionale, compreso il

nuovo PLC e nuova rete eternet, compreso sviluppo di tutte le pagine grafiche di

sinottico delle nuove utenze, integrandole nei sistemi di supervisione esistenti su

impianti PCI e PRF, verifica strutturale fabbricato esistente, con progettazione dei

relativi calcoli statici per le nuove strutture, impianto atto a garantire fossile fine

macinato, tonnellate 80 per ora, minimo più o meno 5%, 80% minimo di fine con

grandezza inferiore a millimetri 0,09 e complessivamente il 99,9%, con grandezza

inferiore a millimetri 2. Unità residua superficiale inferiore o uguale all’1%, con fossile

grezzo in ingresso. Pezzatura media 0,50 millimetri e massima 80 millimetri, umidità

inferiore uguale al 12%, percentuale massima di fine, inferiore a millimetri 2, 20%.

Indice di durezza HGI maggiore o uguale a 65. Se mi conferma che sia stato realizzato

questo ordine.

TESTE C. MARINOSCI – Sì, è stato realizzato.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – L’importo complessivo è 22.036.000. Io poi le mostro in

visione, un po’ anche per brevità, tutta un’altra serie di ordini, se me li può guardare,

descrivere e dirmi se sono stati realizzati, così facciamo forse un po’ prima.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – L’abbiamo esaminato e l’ha riconosciuto come lavori fatti?

TESTE C. MARINOSCI – Sì.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Lei ha conoscenza anche degli investimenti o non era di sua

competenza?

TESTE C. MARINOSCI – In questo periodo ancora no, io entro negli investimenti da quando

divento capoarea. Entro negli investimenti dal 2012 in poi.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Quindi da quel momento in poi è in grado di indicare.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – A me interessa soprattutto, perché quello poi riusciamo a

produrlo con le fatture, mi auguro che siano stati realizzati gli investimenti.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Siccome esamina e conferma, bisogna chiarire. Sul numero

dell’ordine ha già chiarito che non ricorda il numero dell’ordine?

TESTE C. MARINOSCI – Il numero dell’ordine non lo posso ricordare.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Certo, certo.

TESTE C. MARINOSCI – Allora, quest’ordine qua, che è quello della nuova depurazione gas di

AFO 4, è stato fatto durante il rifacimento di AFO 4 e il numero dell’ordine è il 2657

del 18 ottobre 2010, ed è stato eseguito durante il rifacimento.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Lo riconosce quindi come eseguito?

TESTE C. MARINOSCI – Sì.

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AVVOCATO ANNICCHIARICO – È quello da 10.600.000 assegnato alla ditta Paul Wurth?

TESTE C. MARINOSCI – Paul Wurth.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Se può sintetizzare cos’è?

TESTE C. MARINOSCI – Questa è la nuova depurazione gas dell’altoforno. Cioè, fino a

quest’ordine la depurazione gas dell’altoforno, che sarebbero i gas di scarico della parte

alta dell’altoforno prima di andare in depurazione, venivano fatti con un sistema torre

banco, cioè lavatore primario e lavatore secondario. Adesso entro troppo forse nel

tecnico. Però questo è un nuovo sistema, dove c’è uno scrubber e un demister. Quindi,

oltre alla sacca a polvere che è la prima cosa che incontra il gas nel momento in cui va

via dall’altoforno, quindi che sedimenta la parte più grossolana, poi abbiamo il lavaggio

ad acqua e con questo nuovo sistema vengono garantite le polveri al camino “decauper”

(fonetico) e le polveri in rete entro i limiti di legge. E sta scritto pure nell’ordine.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Di che data è, di che anno?

TESTE C. MARINOSCI – Questo è del 2010.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Mi scusi, può controllare un attimo la data di quest’ordine?

TESTE C. MARINOSCI – No, l’ordine è del 2006, mi scusi.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – E.

TESTE C. MARINOSCI – L’ordine è del 18 gennaio 2006, la variante, l’ultima variante, perché

ci sono state varie modifiche, poi l’altoforno 4 è partito nel 2011, quindi nel 2010 era

ancora in rifacimento, la variante 3 è del 18 ottobre 2010, però è nato il 18 gennaio del

2006.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Mi scusi, per la sua esperienza, da quello che ho potuto

verificare, da quando inizia l’ordine e poi c’è la realizzazione per un impianto così

importante come l’altoforno, quanto tempo ci vuole per farlo?

TESTE C. MARINOSCI – Mi faccia meglio la domanda.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – In quanto tempo è stato realizzato questo tipo di

investimento.

TESTE C. MARINOSCI – Quest’ordine è durato tanto perché c’è stata una emergenza

sull’altoforno 2. Si doveva fare il rifacimento AFO 4, fu spostato il rifacimento AFO 4

in avanti, tenuto in marcia un altro po’ di tempo, perché c’erano dei problemi al

crogiolo di AFO 2 e fu anticipato il rifacimento AFO 2. È quello che abbiamo visto

prima.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ah, ecco, perfetto.

TESTE C. MARINOSCI – Quindi Aia ha segnato un ordine nel 2006, poi l’ha chiuso a fine del

2010 per questo motivo. Però una condensazione, da quando la assegni a quando la

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esegui, se cominci subito, tra progettazione ed esecuzione in dodici mesi la fai.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Allora l’AFO 2 in quanto tempo è stato fatto. più o meno?

TESTE C. MARINOSCI – L’altoforno 2, quale?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Quello di cui abbiamo parlato prima, del rifacimento

dell’AFO 2.

TESTE C. MARINOSCI – In quattro mesi, il rifacimento.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Il rifacimento.

TESTE C. MARINOSCI – Questo è l’ordine del 23 gennaio 2008, il 4026.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Questo è quello del valore complessivo di 225, assegnato

alla ditta Ascon Engineering?

TESTE C. MARINOSCI – Sì, questa è la nuova depolverazione dello Stock House 4, realizzata.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Se ci spiega che cosa è, a parole magari più semplici. Che

cos’è?

TESTE C. MARINOSCI – Prima di quest’ordine la depolverazione dello Stock House 4 era una

depolverazione ad umido, quindi le polveri dei nastri trasportatori dello Stock House è

quello che alimenta il forno dal punto di vista delle materie prime, quindi tutte le polveri

emessi e captate poi dal sistema di captazione, venivano lavate e convogliate sempre in

depurazione con un sistema ad umido, però l’abbattimento ad umido è meno

performante dell’abbattimento a maniche come questo. Quindi si è passato per BAT,

best available technology, cioè utilizzando le BAT si è passato dall’abbattimento ad

umido all’abbattimento a secco, mettendo una depolverazione a maniche.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Perfetto. C’è poi l’ordine successivo, se lo può prendere,

quello della ditta Prisma Impianti è , il 57146 del 22 dicembre 2008, questo ha un valore

più contenuto, che sono 730.000 euro. Se ci può dire che cos’è, se è stato realizzato. È

con riferimento all’AFO 5.

TESTE C. MARINOSCI – Sì, questa è la parte elettrica della nuova depolverazione che è stata

messa in aggiunta a quella esistente di AFO 5, dello Stock House 5. Mentre questa era

lo Stock House 4, questa è la parte elettrica dello Stock House 5, quindi portando una

nuova depolverazione, bisognava adeguare tutta la parte elettrica e la Prisma ha fatto

l’adeguamento della parte elettrica.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Passiamo all’altro, che l’ordine 24262 del 28 aprile 2005,

valore compressivo 2.200.000, assegnato alla ditta Boldrocchi. Il nuovo impianto di

aspirazione abbattimento polveri dello Stock House dell’altoforno AFO 4. Se ci può

dire se è stato realizzato, che cos’è.

TESTE C. MARINOSCI – Ho fatto un errore prima, scusatemi. Quello dell’Ascon era

depolverazione campo di colata. Era lo stesso sistema, sempre ad umido e poi è passata.

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Invece questo della Boldrocchi è quello che ho detto prima, dello stock house.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – È stato realizzato quindi?

TESTE C. MARINOSCI – Sì, sì.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi, con riferimento all’altro ordine, il 38164 del 25 luglio

2006, valore complessivo 920.000 euro, assegnato alla ditta Ascon Engineering, che ha

come oggetto la modifica e ammodernamento impianto di aspirazione e abbattimento

polveri, di campo di colata alfotorno AFO 4. Questo sempre stesso discorso?

TESTE C. MARINOSCI – Allora, aspetti, ho fatto un errore qua che non ho guardato bene quale

forno era, perché l’Ascon ha fatto due forni. Prima non ho guardato bene il forno. Alla

fine stiamo parlando degli stessi adeguamenti, cambiano solo i forni. Come ho detto

prima: Boldrocchi ha fatto lo Stock House 4, Ascon ha fatto con quest’ordine però,

questo qua che stiamo dicendo adesso, il 38174 il campo di colata AFO 4, quello che

avevo visto prima, che pensavo che era il campo di colata AFO 4, invece è la parte

meccanica di quest’ordine Prisma. Cioè, è quella depolverazione che dicevo che

avevamo messo allo Stock House 5.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Poi c’è l’ordine, che poi è l’ultimo, il 31409 del 20 giugno

2006, valore complessivo 2.672.790 euro, assegnato alla ditta Cemit Engineering, che è

il nuovo sistema di trasporto e stoccaggio ai fini di agglomerato, coke e minerale,

proveniente dalla vagliatura e i sili di stoccaggio della Stock House dell’altoforno 4. Se

ci dice in sintesi cos’è, se è stato realizzato.

TESTE C. MARINOSCI – Questa è tutta l’evacuazione ai fini AFO 4. Prima di quest’ordine era

diverso, hanno messo i sili nuovi, se si va a vedere sullo Stock House 4, sono i fini

minerali, minerali, i fini coke e i fini fossili che vanno verso questi tre sili nuovi e hanno

modificato tutti i nastri, chiudendoli pure. Perché prima della chiusura che si sta facendo

adesso, si è fatta lo stesso con SM6 BAT la chiusura di quasi tutti i nastri dello Stock

house con le bavette. Ed e quest’ordine.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Scusate, sospendiamo per qualche minuto.

Il presente procedimento viene sospeso alle ore 17.37 e riprende alle ore 17.43.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Possiamo riprendere. Quindi il teste ha riconosciuto quegli

ordini, che vengono acquisiti, nulla opponendo immagino le altre parti.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Non li stiamo ancora producendo. Chiediamo

l’acquisizione, siccome anche gli investimenti riconosciuti dagli altri testi, come avete

visto vi facciamo una produzione un po’ più ordinata, giusto per voi, perché immagino

che le carte sono veramente tante.

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PRESIDENTE S. D'ERRICO – Sì. Ci son altre domande Avvocato?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – No Presidente, ha riconosciuto oltre 100.000.000 di

investimenti, per noi va bene così.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono altri suoi colleghi che devono procedere al controesame?

Prego, c’è l’Avvocato Sottocasa.

CONTROESAME DELLA DIFESA, AVV.SSA SOTTOCASA

AVV.SSA SOTTOCASA - Soltanto un chiarimento, signor Marinosci. Buonasera.

TESTE C. MARINOSCI – Buonasera.

AVV.SSA SOTTOCASA – Le volevo chiedere, mi conferma che l’area altoforno fa parte

dell’area ghisa?

TESTE C. MARINOSCI – Sì, confermo, l’area altoforno fa parte dell’area ghisa.

AVV.SSA SOTTOCASA – Lei sa dirmi se eventualmente nell’area ghisa sono comprese anche

altre aree dello stabilimento?

TESTE C. MARINOSCI – Oltre all’altoforno c’è la cokeria, c’è l’agglomerato, c’è IMA (perché

fa parte dell’area ghisa IMA), c’è il PCA (produzione calcare) e cava.

AVV.SSA SOTTOCASA – Okay, grazie.

TESTE C. MARINOSCI – Prego.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Grazie a lei Avvocato. Quindi, se non ci sono altre domande dei

Pubblici Ministeri, può andare. La ringraziamo, può andare, ha finito.

TESTE C. MARINOSCI – Grazie e buonasera.

Il Teste viene licenziato.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Ci sono richieste, interventi?

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Sì. Volevamo produrre, come produzione documentale

nostra, in relazione alla deposizione del teste Mignogna Antonio, verbale dell’udienza

26 gennaio 2018, produciamo gli ordinativi degli investimenti che sono stati effettuati e

realizzati dalla gestione Riva e che sono stati riconosciuti dal teste Mignogna. C’è un

elenco, sono sei investimenti importanti e c’è indice e allegati.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene. Se li volete fare esaminare ai Pubblici Ministeri, però

immagino siano gli ordini. E ‘solo materiale deposito.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, ovviamente ci riserviamo di controllare la testimonianza.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Pubblico Ministero, se lei ci facesse la cortesia di andare a

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verificare con la Guardia di Finanza che le fatture che noi volevamo produrre allora

erano tutte vere, noi ci risparmiamo un sacco di dibattimento. Mandate qualcuno, lo

verifica.

AVVOCATO PERRONE – Per l’accertamento della verità, ci guarderemmo bene.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Per l’accertamento della verità ci mettete due minuti, noi

non produciamo mai carte false, abbiamo vent’anni di professione a testa, ci

guarderemmo bene dal produrre.

P.M. M. BUCCOLIERO – Avvocato, lei sa bene, il problema non sono le fatture, sono i lavori.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – I lavori e non avete qualcuno che li va a vedere? Va be’,

dai, poi sentiremo il consulente della Procura di Milano, così ci dirà se sono stati fatti.

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, c’è solo la riserva di verificare la testimonianza del

Mignogna con la documentazione che è stata acquisita, tutto qua.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Allora facciamo così, da oggi non ve li produco più

ordinati, perché il Pubblico Ministero deve fare i controlli, allora ve li produco così

come stanno. Voglio dire, tutto va bene, ma non…

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Che si riserva di verificare. Avvocato, è solo un onere di

diligenza del Pubblico Ministero.

(Intervento fuori microfono)

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Assolutamente no, non è mancanza di fiducia.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Ci mancherebbe, se c’è un errore da parte di qualcuno della

produzione, siamo i primi noi a volerlo correggere e poi abbiamo noi.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Non è mancanza di fiducia. Prego.

AVVOCATO ANNICCHIARICO - Presidente, noi le dobbiamo fare delle richieste 195, queste

richieste 195 sono con riferimento al teste Palombella, che ha riferito che le sue fonti di

conoscenza sono i signori Antonio Talò, coordinatore UILM in Ilva; poi Gennaro olivo

esecutivo Ilva e Piero Pallini, che era il riferente della RIL Officine, quindi delle

officine RIL. Con riferimento al teste Rappa invece, il 195 perché fonte di sua

conoscente ha indicato il delegato treno nastri tubificio Ignazio De Giorgio, l’esecutivo

consiglio di fabbrica sempre treno nastro Patrizio di Pietro e poi un esecutivo di cui non

ricordava l’area, tale Claudio Lucaselli. Poi, invece, con il teste Stefanelli, abbiamo

come teste di riferimento, che ha riferimento in ordine all’organigramma aziendale e

quella commissione Bondi, commissario Bondi, separazione dal gruppo Riva, eccetera,

il dottor Enrico Martino, sempre ai sensi del 195. In più, con riferimento alle sue

conoscenze sui fiduciari, chiediamo che vengano sentiti i testi Claudio Lucaselli ancora,

sempre esecutivo, Francesco Bardinella, Stefano Leopardi e Beppe D’ambrosio, sono i

testi di riferimento.

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La richiesta che noi vi facciamo è questa, proprio per il ragionamento che avevamo fatto qualche

udienza fa, in cui speravamo di avere nei limiti del possibile una istruttoria

dibattimentale, quindi verbali dibattimentali per argomenti, vi chiederemmo, in

considerazione del fatto che i testi sul tema consulenti, fiduciari è in via di esaurimento,

noi vi anticipiamo queste richieste 195, ovviamente vi servirà consultare anche il

verbale, o se già lo potete fare, però la richiesta che noi vi facciamo è quella, prima di

passare ad altro argomento, se decidete sul 195. Il problema è che fatti tutti alla fine,

creiamo una separazione. Magari quelli che riusciamo a sentire.

PRESIDENTE S. D'ERRICO - Va bene, poi ne parleremo.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Va be’, ne parlerete tra di voi. Però la richiesta era per

cercare, l’abbiamo anticipata anche rispetto ai verbali, noi ce li siamo appuntati,

ovviamente i verbali non è che sono proprio immediatamente reperibili, però proprio

per evitare una programmazione di testi di argomenti differenti, se riuscite ad anticipare

l’ordinanza, se è ammissiva, se poi è di rigetto, è di rigetto, però dico se dovesse essere

ammissiva sentirli in questo stesso contesto, per dare una continuità ai verbali, per

poterli poi essere letti da noi, da voi e speriamo da nessuno in futuro.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Va bene Avvocato. Il Pubblico Ministero sul punto, su queste

richieste?

P.M. M. BUCCOLIERO – Presidente, sul punto non c’è un’opposizione del Pubblico Ministero,

l’unica cosa che va verificato, perché ci sono molte circostanze riferite dai testi di

cognizione diretta. Adesso io non ricordo su quale proprio teste ha fatto riferimento,

però se non c’è un preciso riferimento, ovviamente l’istanza va rigettata. L’altra

precisazione è che noi per il 20 febbraio abbiamo concordato l’arrivo dei periti, che ci

hanno dato quelle disponibilità, quindi non possiamo procrastinare, sennò chissà quando

riusciremo a sentirli.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Le altre parti? Si associano. Va bene, discuteremo e poi

decideremo con la Corte.

AVVOCATO ANNICCHIARICO – Nei limiti del possibile. Cioè, se è una cosa che si può fare,

a noi, dal punto di vista della continuità, sembrava giusto.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Pubblici Ministri, potete indicare i testi per martedì e mercoledì

prossimi, 6 e 7 febbraio?

P.M. R. GRAZIANO – Presidente, lo faremo domani.

PRESIDENTE S. D'ERRICO – Per chiudere ci sono altre istruttorie? Per chiudere sarà

pubblicato il calendario delle prossime udienze sino a luglio, ci sono delle modifiche

anche relativamente al mese di marzo, in relazione alla partecipazione a dei corsi di

aggiornamento che, come voi sapete, per noi sono quasi obbligatori, quindi si

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alleggerirà notevolmente il mese di marzo, perché ci sono due corsi. Per quanto riguarda

poi quei ponti, 25 aprile e 1 maggio, abbiamo cercato di privilegiare uno dei due e di

sacrificare un po’ di più l’altro, in modo da lasciare comunque un lungo periodo libero,

una decina di giorni, quindi per dedicarsi all’attività professionale o a qualsiasi altra

attività. Inoltre, anche per quanto riguarda giugno, salteranno due settimane in relazione

all’esigenza di usufruire delle ferie residue che, come sapete, i dipendenti statali devono

godere entro il 30 giugno dell’anno successivo in cui sono maturate. Per cui c’è il mese

di maggio che è più pesante, però marzo, aprile, giugno e anche luglio sono

notevolmente più leggeri, il numero delle udienze è abbastanza ridotto. Io vi do lettura,

poi lascerò il calendario, sarà allegato al verbale dell’udienza, quindi avrete modo poi di

fotografarlo e di fare delle copie.

Per quanto riguarda marzo sono stati inseriti dei lunedì per compensare quelle mancanti, quelle

che salteranno: lunedì 5, lunedì 12, martedì 20, mercoledì 21, venerdì 23, lunedì 26 e

mercoledì 28 marzo. Sette udienze quindi, soltanto sette udienze a marzo.

Per quanto riguarda aprile: martedì 3, mercoledì 4, lunedì 9, martedì 10, mercoledì 11, martedì

17, mercoledì 18 e venerdì 20. Per aprile.

Per maggio: mercoledì 2, giovedì 3, venerdì 4, lunedì 7, martedì 8, mercoledì 9, lunedì 14,

martedì 15, mercoledì 16, martedì 22, mercoledì 23, venerdì 25, lunedì 28, martedì 29 e

mercoledì 30.

Per quanto attiene al mese di giugno: lunedì 4, martedì 5, mercoledì 6 e venerdì 8, lunedì 25,

martedì 26 e mercoledì 27 e venerdì 29.

Luglio: lunedì 2, martedì 3, mercoledì 4, martedì 10, mercoledì 11 e venerdì 13.

E con questo avremmo concluso, salvo l’inserimento di una o due altre udienze, ma diciamo che

quasi sicuramente questo non avverrà. Mi riferisco a luglio. Comunque diciamo che al

90% il venerdì 13 dovremmo concludere, prima delle ferie. Il calendario che firmo è

depositato agli atti del processo.

L’udienza è rinviata a domani.

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Il presente verbale realizzato secondo le specifiche tecniche contrattualmente indicate dal

capitolato tecnico Consip ID 1406, fedele integralmente all'audio registrato, è stato redatto da

NUOVI ORIZZONTI SOCIETA' COOPERATIVA A RESPONSABILITA' LIMITATA.

Il presente verbale, prima dell'upload al Portale Web del Ministero della Giustizia, ai fini della

certificazione finale del computo dei caratteri, è composto da un numero totale di caratteri

(incluso gli spazi): 364.452

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Tale verbale è redatto dall'operatore che pone la propria firma digitale in calce

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