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UN QUADRO DI SILVESTRO LEGA NELLA PINACOTECA DI...

Date post: 08-Jul-2020
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FIG. I - MILANO, R. PINACOTECA DI BRERA - SILVESTRO LEGA: "IL PERGOLATO" (Fot. Zani) UN QUADRO DI SILVESTRO LEGA NELLA PINACOTECA DI BRERA L A COLLE ZI ONE dell' Ot tocento raccolta nelle ultime sale di Brera si è arricchita del noto quadro detto il " Dopo pranzo 11 o meglio "Il Pergolato 11 di Silvestro Lega, già nella collezione Rosselli di Viareggio. Oltr e al valore intrinseco dell'opera, è da porre in luce il significato particolare di que - sto acquisto. Sino dal tempo del riordino e della riapertura di Brera dopo la guerra, il suo direttore aveva coraggiosamente deciso che le scuole dell' Ottocento fossero rappresen- tate accanto alle antiche per sfatare, nel pubblico, 1'0stinato pregiudizio di una soluzione di con- tinuità tra Il la grande arte 11 del passato e la moderna. Coraggiosamente, perchè in quegli 222 anni la rivalutazione del!' Ottocento non appa- riva ancora ad ognuno, come oggi appare, una necessità di giustizia e di storia. Ed anche per- chè il materiale di cui si poteva disporre a Brera per formare una raccolta dell' Ot tocento era insufficiente e di pregio assai vario: accanto ad opere insigni come i ritratti dell' Hayez, il Fa - ruffini, i Mosè Bianchi, pleiade di saggi sco- lastici di maggiori e minori Ottocentisti. Il direttore di Brera pensò che valesse in- tanto vincere la questione di principio con le armi di cui disponeva, provvedendo però a relegare nei depositi gran parte di quei dipinti che ormai avevano solo valore documentario, per ritirare invece dall'Accademia di Brera e ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte
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FIG. I - MILANO, R. PINACOTECA DI BRERA - SILVESTRO LEGA: "IL PERGOLATO" (Fot. Zani)

UN QUADRO DI SILVESTRO LEGA NELLA PINACOTECA DI BRERA

L A COLLEZIONE dell' Ottocento raccolta nelle ultime sale di Brera si è arricchita

del noto quadro detto il " Dopo pranzo 11 o meglio "Il Pergolato 11 di Silvestro Lega, già nella collezione Rosselli di Viareggio.

Oltre al valore intrinseco dell'opera, è da porre in luce il significato particolare di que­sto acquisto. Sino dal tempo del riordino e della riapertura di Brera dopo la guerra, il suo direttore aveva coraggiosamente deciso che le scuole dell' Ottocento fossero rappresen­tate accanto alle antiche per sfatare, nel pubblico, 1'0stinato pregiudizio di una soluzione di con­tinuità tra Il la grande arte 11 del passato e la moderna. Coraggiosamente, perchè in quegli

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anni la rivalutazione del!' Ottocento non appa­riva ancora ad ognuno, come oggi appare, una necessità di giustizia e di storia. Ed anche per­chè il materiale di cui si poteva disporre a Brera per formare una raccolta dell' Ottocento era insufficiente e di pregio assai vario: accanto ad opere insigni come i ritratti dell' Hayez, il Fa­ruffini, i Mosè Bianchi, pleiade di saggi sco­lastici di maggiori e minori Ottocentisti.

Il direttore di Brera pensò che valesse in ­tanto vincere la questione di principio con le armi di cui disponeva, provvedendo però a relegare nei depositi gran parte di quei dipinti che ormai avevano solo valore documentario, per ritirare invece dall'Accademia di Brera e

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FIG. 2 - FIRENZE, COLLEZ. DEL PINO - SILVESTRO LEGA: BOZZETTO DE li IL PERGOLATO" (Fot . Zani)

soprattutto dalle collezioni municipali di Milano opere importanti dell ' Ottocento che erano state cedute in deposito. Si formò così una colle­zione ottocentesca d ' una qualche importanza per pregio di singole opere, ma ben lungi ancora dall'essere la raccolta organica e selezionata che si poteva desiderare per un istituto come Brera, a conclusione della serie delle gloriose pitture antiche, tale da offrire una visione sintetica ma adeguata dell ' Ottocento italiano. Per ottenere questo risultato non si poteva contare che sulla munificenza dei privati, poichè mancava, e manca, un apposito fondo governativo per acquisto di opere del sec. XIX per Brera; e ti Il Pergolato", che è una magnifica offerta dell' Associazione degli ti Amici di Brera '" apre oggi appunto la serie dei doni destinati all'ar­ricchimento della raccolta moderna braidense.

Se si pensa che ogni galleria d'arte, anzi ogni sala di galleria ha un suo ti clima" e non con­viene trasformarlo troppo bruscamente creando

contrasti tra le opere esposte, si converrà che me­glio non si poteva scegliere per un primo acqui­sto nel campo dell ' Ottocento toscano. All'atmo­sfera ti romantica" caratteristica, almeno sino ad oggi, della raccolta braidense, si intona perfetta­mente questa scena di intima vita ottocentesca, questo pacato conversare di donne dalla squisita sensitività femminile, sigillata però nel riserbo del casto costume, dei gesti lenti e modulati, dalle pure, idealizzate ti arie di volto", accolte sotto il pergolato ove il fulgore del meriggio si placa in una quiete quasi claustrale dilume (fig.r).

Attingendo alla realtà quotidiana umile ed eterna, il Lega ha qui espresso l'ideale vana­mente perseguito dalla scuola storico- romantica dell' Ottocento nei macchinosi ti quadri di com­posizione,,: ha fissato, cioè, indelebilmente, nella rappresentazione artistica, lineamenti esteriori e caratteri spirituali della civiltà del Risorgimento.

Il significato artistico del quadro non è minore di questo suo valore umano. Esso appartiene

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al "periodo di Pergentina" vissuto dal Lega ' nel sobborgo fuori porta Santa Croce di Firenze, in comunione di lavoro e di studi dal vero con Beppe Abbati, con Odoardo Borrani, con Raf­faello Sernesi, nell'ospitalità della famiglia Bat­telli che diede appunto al pittore i personaggi e gli elementi scenici per la sua creazione.

Di questo felice momento dell'attività del Lega (che comprende" Il Matrimonio sull' Aja", "La Visita", "Gli Orti a Pergentina", " Il Viatico,,) "Il Pergolato" è l'opera più completa, ed anzi di una realizzazione artistica tanto piena e perfetta da non avere rivali, sotto questo punto di vista, nell' intera attività del maestro. Ma al tempo stesso essa lascia scorgere nitidamente e gli elementi della formazione artistica del Lega e i segni della sua futura evoluzione.

La purezza dei contorni, la tessitura limpida e salda dei primi piani, grafica nonostante le deli­cate modulazioni di colore e chiaroscuro, testimo­niano dell' educazione "purista" che il maestro ebbe con Luigi Mussini e con il Ciseri. Solo che all'arcaismo quattrocentesco egli ritorna di istinto, non in virtù delle convenzioni accade­miche dei suoi maestri e neppure degli intellettua-

listici sofismi degli emuli preraffaellisti inglesi, e può quindi ricreare sinceramente, nella sua opera, il naturalismo lirico dei primi Quattrocentisti.

Lo svolgimento del Lega da questa così detta" maniera pacata Il all'estasi dei volumi, alla furia dionisiaca del colore che contraddi­stinguono la sua arte estrema, si avverte nello sfondo de "Il Pergolato "' dove già le erbe ma­reggiano in onde di luce, e gli alberi, sfatta la precisa grafia dei contorni, si stagliano come morbide masse di colore sul cielo perlaceo. È interessante notare come questa fattura più rapida e macchiata già fosse evidente nel boz­zetto del giardino, ora nella raccolta Del Pino di Firenze (fig. 2), che il Lega dipinse quattro anni prima della intera scena, nel 1864, e come l'artista frenasse, poi, nel quadro, la violenza pittorica di questa impressione d 'ombra e di luce, per dare un'opera racchiusa ancora negli schemi della tradizione e che resta a docu­mentare un prezioso momento della storia arti­stica ottocentesca: il passaggio dalla maniera disegnativa, qui rivissuta secondo la tradizione toscana, al pittoricismo puro dell 'arte moderna.

FERNANDA WITTGENS

CRONACA SCAVI E RESTAURI IN SARDEGNA.

L A DUPLICE Soprintendenza della Sardegna è chiamata ad assolvere un alto còmpito in una re­

gione vastissima, dif­cile ed in gran parte anche poco esplorata dallato archeologico ed artistico.

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Il patrimonio archeologico ed artistico della Sardegna è stato insidiato, nel secolo scorso, da mani inette e rapaci,

irreparabile. ABINI (TETI) - NICCHIA DEL SACRARIO NEL RECINTO BETILO SACRO

per quanto difeso da uo­mini benemeriti quali il Lamarmora, lo Spano ed il Viva ne t, nè l'opera della nostra Ammini­strazione, poco sorretta dai pubblici Enti locali, potè riparare la disper­sione di intiere necropo­li, causata dall'avidità quattrinaia e dal dilet­tantismo spicciolo impe­ranti, nè ovviare alle conseguenze di un ab­bandono e di una igno­ranza secolari che hanno fatto, in breve volger di

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