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una mostra a cura di Alberto Crespi promossa e organizzata ... sta… · nelle antiche Stampe Monza...

Date post: 05-Feb-2018
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& nelle antiche Stampe Monza la Brianza associazione amici dei musei di monza e brianza onlus Arengario di Monza - Piazza Roma 22 ottobre - 27 novembre 2011 una mostra a cura di Alberto Crespi promossa e organizzata dalla associazione amici dei musei di monza e brianza in collaborazione con Comune di Monza - Assessorato alla Cultura e con Novaluna Monza e la Brianza nelle antiche Stampe Incisioni, volumi e documenti di tre secoli da Collezioni pubbliche e private sponsor: con il patrocinio di: I.V.N.D. - Monza L’Associazione Amici dei Musei di Monza e Brianza, in collaborazione con il Comune di Monza - Assessorato alla Cultura Musei Civici, presenta nel Palazzo Arengario la mostra “Monza e la Brianza nelle antiche stampe”. La rassegna propone un numero notevole di incisioni e molti volumi relativi al periodo che va dal Settecento a fine Ottocento, dall’epoca asburgica all’avvento della monar- chia sabauda, con soggetti dal territorio della Brianza e in particolare dalla città di Monza. Ritengo che anche questa volta l’Associazione Amici dei Musei di Monza e Brianza offrirà agli appassionati visitatori una serie di documenti che arricchiranno il loro bagaglio culturale. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato in questo impegno, in particolare il Comune di Monza e la Provincia di Monza e Brianza. Ringrazio i prestatori delle opere e gli spon- sor BrianzAcque Srl, INA Assitalia Agenzia Generale di Monza, Istituto Vigilanza Not- turna e Diurna. Ringrazio il Consiglio Direttivo dell’Associazione e il curatore Alberto Crespi che con professionalità e impegno ha saputo portare in porto anche questa fatica. Gigi Caregnato - Presidente La nostra associazione, NOVALUNA, frequenta da sempre i temi che riguardano la città di Monza e la sua storia artistica, sociale, urbanistica. Da Giovanna Mussi a Vittorio Bel- lini, al professor Merati, tanti sono stati gli stimoli che abbiamo raccolto e che hanno dato luogo a numerose iniziative e pubblicazioni. Per questo abbiamo accettato con en- tusiasmo l’invito degli Amici dei Musei di collaborare a questa importante mostra sulle stampe antiche che illustrano Monza e la Brianza. Il nostro contribuito sarà costituito da tre incontri di riflessione sull'immagine della città nella sua evoluzione artistica e documentaria con lo storico dell’arte Cristina Muccioli, con Emilio Isgrò, artista contemporaneo di prima grandezza e con France- sco Zanot, critico fotografico. Giorgio Crippa - Presidente È con grande piacere che ospitiamo ancora una volta presso il civico Arengario una mostra di antiche stampe organizzata dagli Amici dei Musei, una mostra dal tema ricco e complesso, dedicata al nostro affascinante territorio, proponente un centinaio di opere e documenti preziosi che tanta parte ebbero nel diffondere in Europa la co- noscenza delle nostre eccellenze architettoniche e i suggestivi scorci che animano i nostri luoghi. Un ringraziamento dunque sentito sia agli Amici dei Musei per il loro continuo impegno verso la cultura, sia ad Alberto Crespi per il suo tempo, la passione, e la dedizione che ha messo nel suo lavoro. Sono infine fiducioso che questa proposta espositiva, che rientra in una programma- zione mostre volta a valorizzare il nostro patrimonio e le nostre eccellenze, incontri nuovamente l’interesse e il gradimento della cittadinanza. Alfonso Di Lio - Assessore alla Cultura del Comune di Monza Si ringraziano per la disponibilità e collaborazione: Alfonso di Lio, Assessore alla Cul- tura del Comune di Monza; Dario Allevi, Presidente della Provincia di Monza e Brianza; Enrico Elli, Assessore alla Cultura della Provincia di Monza e Brianza; la Soprinten- dente ai beni librari Ornella Foglieni; i funzionari del Comune di Monza Dario Porta e Sarah Mongelli; le autorità del Comune di Bergamo e i funzionari dell’Accademia Car- rara Maria Cristina Rodeschini, Giovanni Valagussa; le autorità del Comune di Trezzo sull’Adda Danilo Villa, Italo Mazza; la direttrice della biblioteca di Trezzo Magda Bet- tini; inoltre Marina Geneletti e Milena Bertaglio; i collezionisti prestatori Giovanni Ba- roni, Enrico Boffi, Danilo Carelli e Franca Cantù, Natalia e Daniela Casati, Anna Colombo, le famiglie Crespi, Giuseppe Fassina, Carla Introzzi, Paolo Migliavacca, Al- berto Montrasio, Cinzia e Folco Paraboschi di Modoetia Carta, Giovanni e Paola Ra- daelli; si ringraziano gli sponsor: BrianzAcque Srl nella persona del Presidente Oronzo Raho, INA Assitalia Agenzia Generale di Monza nella persona del sig. Renato Rasero, Istituto Vigilanza Notturna e Diurna nella persona del sig. Marco Arobba. Il restauro dei fogli dell’Accademia Carrara, promosso dall’Associazione Amici dei Musei di Monza, è stato effettuato dallo Studio Carta di Laura Chignoli. Monza e la Brianza nelle antiche stampe di Alberto Crespi Tra le stampe del “Voyage pittoresque en Italie par P. Paul de Musset” con il- lustrazioni incise da MM. Rouargue Frères stampate da Drouart, Rue du Fo- uarre, II, a Parigi nel 1854, si annovera la veduta della “Cathédrale de Monza” con la processione in atto d’uscire dal portale, tra ali di folla inginocchiata. È una delle innumerevoli incisioni dedicate al Duomo: si può trovare anche fa- cilmente colorata, attenta all’evento piuttosto che alla correttezza della rappre- sentazione architettonica - ma è più strettamente di altre legata alla vicenda libraria di un Grand Tour che comincia a mostrare la corda dopo due secoli. Sulla via del ritorno dal Viaggio in Italia, sull’itinerario che lascia Venezia e attraverso la pianura s’avvicina a Milano, con Cremona e Bergamo Monza è uno dei centri da visitare con brevi deviazioni dal percorso delle “sediole” - come chiama Stendhal le carrozze veloci di cui si servivano tutti i viaggiatori dell’epoca sui lunghi percorsi in piano. Duomo, Villa Reale e personaggi in costume facevan parte del repertorio iconografico de “L’Italie” pubblicata da Audot nel 1835-36 e, quindici anni prima, l’itinerario per la Brianza dei due famosi incisori germanici, Friedrich e Carolina Lose, partiva e si fondava sul caposaldo di un perfetto rame dedicato alla cattedrale monzese. Coeva alla maggiore incisione dei Lose, una luminosa veduta della piazza del Duomo di Monza, ad opera del raffinatissimo prospettico Giovanni Migliara e dotata di un meccanismo d’orologio dietro al quadrante dipinto, faceva parte dell’arredo di casa del massimo incisore neoclassico lombardo: il monzese Giuseppe Lon- ghi, titolare della cattedra di Calcografia all’Accademia di Brera. Per viaggiare, le carte topografiche erano un lusso indispensabile: capolavoro di ogni epoca è certamente la “Topografia della Reale Villa di Monza coll’at- tiguo Parco e coll’annessa città di Monza e rispettivi dintorni” dedicata a “SAIR il serenissimo Principe Ranieri Vicerè del Regno Lombardo Veneto, Arciduca d’Austria” che il desiano “Giovanni Brenna I.R. I° Tenente Ingegnere geografo in pensione, rilevò sul terreno e diresse”, in scala 1:10000, incisore Giovanni Prada, pubblicandola a Milano nell’ottobre 1845. Una rappresentazione perfetta del territorio in tutte le sue minime emergenze. Dall’abitato di Biassono a nord fino al Molinetto a sud, da Muggiò a ovest fino a sant’Alessandro a est, ogni edificio e ogni cascina del territorio è precisamente individuata così come le colture, ciascuna contraddistita dal proprio simbolo. Da manuale è la descri- zione dei giardini della Villa e del Parco in tutta la loro estensione. Da rilevare la ferrovia che da pochi anni giungeva da Milano attestandosi a nord del Regio Vivaio delle piante con una stazione neoclassica. Il tutto concentrato in un metro per settanta centimetri e diponibile sia in foglio che in formato “militare”, o “da viaggio, l’assieme suddiviso a riquadri regolari ritagliati e incollati su un supporto di tela sottile in modo da poter essere ripiegati a libro. L’attenzione sistematica alle emergenze architettonico paesaggistiche della Brianza data ai primi decenni del XVIII secolo con la sequenza di impressio- nanti vedute a volo d’uccello dei “Palagi camparecci” con la quale Marc’An- tonio dal Re mappa le “Ville di delizia” dello Stato di Milano, veri miracoli di equilibrismo incisi su due lastre per una stampa in grande formato, quando an- cora non era stato inventato il “tavolino mobile per incisori” da parte del mon- zese Giuseppe Longhi. Bolognese del 1697, a Cremona dal ‘17 e dal 1723 a Milano “all’insegna dell’Aquila imperiale in contrada S. Margherita”, Marc’Antonio Dal Re vi realizza una ricognizione sistematica dei palazzi da nobili lombardi, all’incirca negli stessi anni d’attività di Carlevarjis vedutista a Veneziae di Vasi a Roma. Del progetto originale in sei tomi delle “Ville di delizia” incide e pubblica nel 1726 il primo volume, “dedicato all’Altezza Serenissima del Principe Eugenio di Savoia e di Piemonte”, illustrato da 53 incisioni relative ad otto ville. Ad ogni villa sono relate, con la pianta, una decina di incisioni prese da varie angolazioni. Ogni gruppo di incisioni (ese- guite su disegno del bolognese Gian Battista Ricaldi), con diciture in italiano e francese, è preceduto da un accurato “Ragguaglio” descrittivo dell’edificio e da notizie sui costruttori di pugno dello stesso Dal Re. Nel 1743 “alla Piazza de’ Mercanti, nel Portico Superiore delle Scuole Pala- tine. MDCCXLIII” esce il secondo volume in due tomi con nove ville più tre riprese dall’edizione precedente, per ottantotto tavole in tutto, dove l’incisore appare come unico autore. Il Marchese Antonio Giorgio Clerici e il Conte Giu- seppe Antonio Arconati sono rispettivamente i dedicatari del I e II tomo. A se- guire, Dal Re licenzia ancora alcune decine di tavole sciolte ad illustrazione di altre ville. Le incisioni di Dal Re rimangono sovente l’unico documento delle architetture degli edifici allo stato originario e dello sviluppo dei giardini annessi, prima delle manomissioni che in molti casi essi subirono e prima del degrado cusato dall’incuria e dal tempo. Costituiscono una testimonianza del fasto di cui si circondavano i nobili milanesi per render piacevoli i soggiorni in campagna aperti ad un entourage di dame e cavalieri ad omaggiare illustri ospiti. Di grande vigore è il segno dell’incisore in queste vedute porte con no- biltà, dalle prospettive sovente allungate in cannocchiali a perdita d’occhio, esatte nella trascrizione degli elementi architettonici e tuttavia piene d’aria e di una grazia che non contrasta con l’efficacia della rappresentazione, docu- mento di grandiosi interventi urbanistici al limite dell’ideale - e del tutto im- prendibili nell’osservazione da terra - rilevati direttamente e trascritti per principeschi Amatori delle Stampe con il linguaggio potente della scenografia. Un ulteriore progetto per le “Sacre delizie” con illustrazioni di chiese, santuari, sacri monti e luoghi pii, rimane tale. Negli stessi locali luminosi della loggia degli Osii concedutigli dal Vicario di Provvisione, Dal Re apre nel 1744 una scuola gratuita di incisione e di disegno. L’attività dell’incisore - che scompare nel capoluogo lombardo nel 1766 - comprende inoltre ottantotto fogli di pic- cole vedute milanesi, pubblicate nel 1745 ed essenziali per ricostruire l’aspetto della città in età spagnola. Il paesaggio brianteo doveva apparire trasfigurato nei colori trasparenti che Andrea Appiani conferì alle quattro ariose tempere dedicate al soggetto mito- logico del “Ratto di Europa”, commissionate con gusto e lungimiranza dal conte Ercole Silva per il palazzo di via Broletto angolo via del Lauro, uno dei più importanti di Milano già dal Seicento, e realizzate tra 1778 e 1779. Sarà su indicazione di Giuseppe Longhi, docente titolare della cattedra di Calco- grafia in Brera e forte amico di Appiani, che l’allievo monzese Paolo Caronni, nel 1828, a mezzo secolo dalla realizzazione delle tempere, tradurrà in lastra quei riquadri, su disegni di Vincenzo Raggio, offrendo in dedica all’Arciduca Ranieri le quattro stampe di grande formato accompagnate, sotto l’inciso, da versi di Pietro Metastasio riferiti agli episodi illustrati. Dove, nel primo della serie, il dio alato, per mano a Venere, scendendo lungo un sentiero giunge a consolare Europa, eleggendo proprio il confine settentrionale della Brianza a luogo mitico: la stampa che riproduce il dipinto in controparte, mostra il bat- tagliato ponte visconteo sull’Adda a costituire l’unico transito sicuro da e per quella Brianza nascosta dietro la dorsale montuosa del Barro. A quello stesso conte Ercole Silva, personalità colta e d’ampiezza di vedute europea, compete il fondamentale trattato d’architettura dei giardini “L’arte dei giardini inglesi”, pubblicato a Milano nel 1801 e riedito nel 1813, illustrato con stampe, incise da Riboldi, tra cui figurano tre scorci dei giardini della Villa monzese, il lago col tempietto, la grotta e la cascata. Ancora Appiani tornerà nel primo lustro dell’Ottocento al “nostro” paesaggio, ad esempio nello sfondo di un’altra bellissima opera pittorica, “Venere e Cu- pido”, eseguita nel 1805 per il Conte Sommariva e presentata al Salon di Parigi nel 1808. Del dipinto, di grazia e morbidezza assolutamente lombarde, an- ch’esso disperso, esiste documentazione in un’altra incisione a firma di un cal- cografo dell’entourage di Longhi, Michele Bisi, genovese di nascita, autore ed editore di incisioni di traduzione di opere di Appiani e di diverse tavole della sequenza riproducente i “Fasti” napoleonici di Palazzo Reale. La sua in- cisione ottenne nel 1822 il primo premio al Concorso dell’Accademia di Brera e fu pubblicata con dedica al principe Eugenio l’anno seguente da Vallardi. Il paesaggio d’invenzione sta ai puri dati di una natura calma e un po’ dimessa tipica della plaga briantea. È soltanto nei temi mitologici di tono “alto” - consigliere Giuseppe Parini - che il paesaggio di Appiani rinuncia a tale connotazione: ad esempio, è fondale scenico piuttosto che paesaggio, con le dovute citazioni, nelle “Storie di Amore e Psiche” della Rotonda monzese, dipinte nel 1789, un decennio dopo la de- corazione milanese per Ercole Silva. Della sequenza di riquadri e vele dipinte nella Villa monzese, la traduzione incisa si è limitata alla sola composizione di chiusura del ciclo, il tondo nella volta. Autore del bulino è quello stesso Giu- seppe Beretta monzese allievo di Longhi, autore di una biografia del Maestro (1837) e di un Commentario alle opere dello stesso Appiani (1848). La Villa arciducale era ormai un fatto compiuto dal 1780 quando, non ancora terminata nell’ala nord, era tuttavia già aperta agli incontri diplomatici e mon- dani. Essi si svolgevano sotto lo splendido apparato decorativo inventato da Giocondo Albertolli, che un nucleo di incisioni di traduzione oggi documenta in mostra per la prima volta, provenendo dall’Accademia Carrara di Bergamo. Dal 1814 al 1821 Stendhal vive a Milano. All’agosto del ’16 data la bozza del suo dramma giocoso “Il forestiere in Italia”, pièce ambientata a Desio. Proprio le sale di villa Cusani -Tittoni-Traversi, dal coronamento scandito da statue, celeranno di lì a poco i tormentati colloqui sentimentali dello scrittore con la Dame milanese Matilde Dembowski Viscontini. Di due estati più tardi è il “Vo- yage dans la Brianza”, carnet d’impressioni e d’emozioni piuttosto che di viag- gio. All’agosto 1818 data infatti l’itinerario che partendo da Milano il martedì 25 con la diligenza per Asso (di mattina presto, attraverso una campagna ancora fresca) porta Henry Beyle con l’amico avvocato e rentier Giuseppe Vismara a Giussano, Inverigo, sul Segrino, a Canzo, Asso, Pusiano, per concludersi ad Oggiono, con ritorno il 29 a Milano. I paesaggi che lo scrittore ammira sono gli stessi - di verdi boscosi e azzurri d’acque, chiare ville sul colmo di colline in pieno sole come la Rotonda del Cagnola o la Crivelli, visioni improvvise come la cascata Vallategna o còlte in lento avvicinamento come l’isola dei Cipressi, ceduta dai marchesi d’Adda al Beauharnais - che la più celebre coppia d’incisori di quegli stessi tempi, Frie- drich e Caroline Lose, disegnano e, dipinte all’acquatinta, diffondono in Italia e in Europa con il loro album, al pari intitolato “Viaggio pittorico nei Monti di Brianza”. Dal n° 299 della Strada San Damiano dove i Lose - giunti a Milano al seguito di Eugenio di Beauharnais - avevano l’atelier, escono tra 1821 e 1823 le più belle incisioni mai dedicate al territorio brianteo: le ventiquattro vedute “cor- redate di cenni storico statistici”, sono documenti raffinatissimi - stavolta dav- vero di un viaggio - compiuto con l’intento di testimoniare, con la “verità” prospettica, l’ariosa bellezza dei luoghi sotto cieli sereni o appena mossi da nubi estive, in lontananze inazzurrate i profili di quei monti che diverranno, nello stesso terzo decennio, di manzoniana memoria. Una parata sontuosa di ville in posizioni dominanti su boschi e coltìvi a terrazze, a partire dalle sponde del Lambro a Gerno per Casatevecchio, Monticello dove “la sensation du beau vous y arrive par bouffées de tous les côtés” (ricorda Stendhal), e Barzanò, Oggiono, Civate, lungo una via che consentiva di raggiungere Lecco aggirando i terreni paludosi dell’Adda in epoca antecedente le canalizzazioni di Brivio. Tavole che narrano una sorta di favola briantea, secondo un’ottica che sembra imporsi un distacco dal clima tutt’affatto tranquillo della Milano della Restau- razione dove pur nacquero le incisioni dei nostri autori. Passano in rassegna villa Greppi, villa Calderara e villa Nava, villa Pirovano a Cremella, la dorsale verde del Monte di Brianza, la Molera nei pressi di Viganò e la favolosa Valle dell’Oro coi suoi molini nascosti nella foresta presso Civate, ma anche la pla- cida discesa verso il traghetto d’Imbersago, con greggi lungo la bella strada che giungeva da Milano e col Resegon de Lec (Beyle) a sfondo. Tutto som- mato, un’elegia per un “sublime” d’umiltà boschiva tracciata con la precisione infallibile del prospettico, la sicurezza di polso di calcografi tra i migliori del- l’epoca, il gusto nitido e freddino dei pittori di Dresda. La serie delle venti- quattro vedute acquatintate dei Lose costituisce la summa ineffabile della veduta protoromantica, a preparare la via alla pittura della metà del secolo di Canella, Calvi, Bisi, Mazza, Lelli che sfocerà nell’accezione naturalistica del- l’ultimo terzo. D’altro tono, documentaristico per pubblicazioni di minori pretese accessibili ad una più vasta utenza le “Illustrazioni” della Brianza che appaiono a metà XIX secolo, dotate di commenti e notizie storiche di maggior ampiezza rispetto allo spazio dell’apparato iconografico e allineate - si può dire - quanto ai sog- getti, sulle icone salienti: dove il corso dell’Adda a Garlate, Arlate, Brivio, Im- bersago, costituisce il naturale confine orientale del territorio che consideriamo scendendo fino a Trezzo, con l’incombente maniero visconteo già rudere nella piccola incisione affine a quelle di Aubert a corredo dei volumi “L’Italie” pub- blicati da Audot nel 1835-36 e in quella praticamente identica nell’angolazione e nelle linee generali ma più particolareggiata nel maggior formato, incisa da Verico nel 1845 per i “Monumenti del Medio Evo” nel contesto della “Coro- grafia dell’Italia” pubblicata a Firenze. Ma il paesaggio s’intreccia altresì ad eventi storici. Mezzo secolo prima delle vedute citate, all’architetto monzese Carlo Amati compete la raffigurazione disegnata “dal naturale” incisa e finita all’acquatinta della “Battaglia di Ver- derio superiore ed inferiore seguita nel giorno 28 aprile 1799” con tutti i rag- guagli topografici, disposizione delle truppe e danni che ne seguirono, sottoscritti all’immagine che presenta la villa Confalonieri al centro delle ma- novre degli Austro-Russi contro il generale Serrurier che vi era asserragliato. Proprio le carte militari e le mappe dei siti contribuiscono grandemente a dare una più esatta configurazione del territorio, da quelle di Coronelli, a fine Sei- cento, dedicate alle fortezze dello Stato di Milano a quelle allegate ai vari re- pertori di città e castelli ai primi del Settecento, da quella, amplissima, austriaca del 1822 alla “Carta della Brianza e dei paesi circonvicini annessa alle vicende della Brianza di Ignazio Cantù, edite dal Tipografo-Litografo Giu- seppe Radaelli in Milano, 1853”. Popolano palazzi, salotti e ville i personaggi storici, celebri intellettuali ed ar- tisti dell’epoca: Francesco I d’Austria nel più importante ritratto inciso, ad opera di Giuseppe Longhi, su disegno di Natale Schiavoni e, ad opera dello stesso Schiavoni, i ritratti di Longhi e Appiani; Antonio Canova inciso nel 1813 in tondo da Pietro Anderloni sul ritratto di Bossi e dedicato al Conte si Som- mariva (a Canova competono, in Brianza, le Steli Mellerio per Villa Gernetto, ora a Palermo); il poeta Giuseppe Parini, consigliere di mitologia di Appiani, inciso da Giovita Garavaglia sul ritratto di Martin Knoller. Dello Schiavoni è ancora un bel ritratto di Eugenio Napoleone per le Biografie degli Uomini il- lustri pubblicate da Bettoni. Del 1808 è quello della principessa Augusta Ama- lia di Baviera disegnato da Antonio Locatelli e inciso ancora da Paolo Caronni sotto la direzione di Giuseppe Longhi. La viceregina d’Italia appare col busto di profilo, la testa rivolta al ritrattista, in un intercolumnio, su uno sfondo di paesaggio che registra il profilo di Grigne e Resegone. La mezza figura, che porta un diadema con cammeo ed orecchini a pendentif, è elegantemente ab- bigliata alla moda imperiale. La data è la stessa della veduta della Villa nel Parco di Monza assegnata alla Viceregina. La città cominciava allora a perdere i suoi connotati medievali. Il muro di cinta del Parco si edificava con le spoglie del Castello Visconteo, le mura si sbrec- ciavano. Delle porte, solo una giungerà ai primi del Novecento. Il Duomo di- veniva il nucleo forte della città. Il Tesoro non finirà d’esser studiato e disegnato lungo un secolo e mezzo. Del 1718 è una splendida riproduzione in- cisa della Corona Ferrea, in occasione del ripristino del culto del Santo Chiodo. Gli oggetti saranno tema di tavole di perfetta pulizia formale ad opera di Giulio Cesare Bianchi per le opere del Giulini e del Frisi ma si ritroveranno lungo l’Ottocento a corredo di varie imprese editoriali, così come le emergenze ar- chitettoniche cittadine. Incisori francesi, inglesi e tedeschi lavoreranno a dif- fondere la conoscenza delle bellezze artistiche e naturali della città in tutta Europa. I volumi dedicati alla descrizione della città si moltiplicavano. Molti di essi sono in mostra oggi accanto alle incisioni (che giungono fino all’avvento del dagherrotipo), a documenti inediti, a mappe, a formare una prima cospicua bozza d’archivio aperta alle ricerche e al lavoro futuro. L’allestimento della rassegna rispetta la cronologia e coglie,all’interno delle tre epoche in cui i materiali sono suddivisi, i centri focali dell’iconografia mon- zese e briantea: territorio, città, emergenze architettoniche e artistiche. I mate- riali, individuati con un vasto lavoro di ricognizione in collezioni pubbliche e private - stampe, volumi, documenti rari - solleciteranno la curiosità e appas- sioneranno gli studiosi di “cose monzesi”, e si spera possano riaccendere il di- battito, oggi improcrastinabile, sulla salvaguardia delle radici culturali per una miglior comprensione dell’attualità e delle stagioni a venire. Bibliografia reperibile Repertori: G. Mulazzani, A. Crespi, Monza nelle sue stampe, Associazione Pro Monza, 1985 G. Bezzola, G. Scaramellini, A. Crespi, Monza e l’Europa. Da Monza a Coira per la Brianza, la strada del lago di Como e dello Spluga (a cura di F. De Giacomi), Associazione Pro Monza, 1997 Su Giuseppe Longhi e gli incisori della sua scuola: A. Crespi, Giuseppe Longhi e la Scuola d’Incisione dell’Accademia di Brera, Lions Club Monza Host, 1999 A. Crespi, Giuseppe Longhi e Raffaello Morghen: l’incisione neoclassica di traduzione, Associa- zione Amici di Musei - Comune di Monza 2010 Sulla pittura nel Milanese tra Sette e Ottocento resta preziosa l’ampia visione di: S. Samek Ludovici, La pittura neoclassica, in Storia di Milano, Fondazione Treccani, Milano 1959 Su Appiani e Canova si consulti il catalogo della mostra alla Villa Reale di Monza: Aa.Vv. Canova e Appiani. Alle origini della contemporaneità, Monza-Milano 1999 Sulle pubblicazioni relative a Monza e alla Brianza si consulti il fondamentale catalogo della mo- stra alla Biblioteca civica: Aa. Vv., La Brianza nei libri, con bibliografia a cura di G. Pasciuti, Comune di Monza e Associa- zione Pro Monza 1988 Volumi preziosi per estensione dei saggi estesi e ricca iconografia restano: Aa, Vv., La Villa Reale di Monza, Associazione Pro Monza 1984 Aa, Vv., Il Parco Reale di Monza, Associazione Pro Monza 1989 Sulle emergenze archiettonico-artistiche del territorio si consulti: V. Ingegnoli, S. Langé, F. Süss, Le Ville storiche nel territorio di Monza, Associazione Pro Monza 1987 Sul Viaggio in Italia resta di piacevole lettura: A. Brilli. Il Viaggio in Italia. Storia di una grande tradizione culturale dal XVI al XIX secolo, Mi- lano 1987 Per dirimere le fila della letteratura del Viaggio in Italia nell’Ottocento è puntuale: S. Samek-Ludovici, Bibliografia di viaggiatori stranieri in Italia nel secolo XIX, in Annales Insti- tutorum Urbis Romae, VII, 1934-35, VIII, 1936-36, IX e X, 1936-37 Dedico questa mostra ai fratelli Eugenio e Giuseppe Crespi, appassionati cultori di storia monzese, in memoriam. A.C. Comune di Bergamo Museo dell’Accademia Carrara enti prestatori: Comune di Trezzo sull’Adda Biblioteca Comunale A. Manzoni
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nelle antiche Stampe

Monzala Brianza

associazioneamici dei musei

di monza e brianzaonlus

Arengario di Monza - Piazza Roma22 ottobre - 27 novembre 2011

una mostra a cura di Alberto Crespi

promossa e organizzata dalla

associazione amici dei musei di monza e brianzain collaborazione con

Comune di Monza - Assessorato alla Culturae con Novaluna

Monza e la Brianza nelle antiche StampeIncisioni, volumi e documenti di tre secoli

da Collezioni pubbliche e private

sponsor:

con il patrocinio di:

I.V.N.D. - Monza

L’Associazione Amici dei Musei di Monza e Brianza, in collaborazione con il Comunedi Monza - Assessorato alla Cultura Musei Civici, presenta nel Palazzo Arengario lamostra “Monza e la Brianza nelle antiche stampe”. La rassegna propone un numero notevole di incisioni e molti volumi relativi al periodoche va dal Settecento a fine Ottocento, dall’epoca asburgica all’avvento della monar-chia sabauda, con soggetti dal territorio della Brianza e in particolare dalla città diMonza. Ritengo che anche questa volta l’Associazione Amici dei Musei di Monza eBrianza offrirà agli appassionati visitatori una serie di documenti che arricchirannoil loro bagaglio culturale.Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato in questo impegno, in particolare il Comunedi Monza e la Provincia di Monza e Brianza. Ringrazio i prestatori delle opere e gli spon-sor BrianzAcque Srl, INA Assitalia Agenzia Generale di Monza, Istituto Vigilanza Not-turna e Diurna. Ringrazio il Consiglio Direttivo dell’Associazione e il curatore AlbertoCrespi che con professionalità e impegno ha saputo portare in porto anche questa fatica.

Gigi Caregnato - Presidente

La nostra associazione, NOVALUNA, frequenta da sempre i temi che riguardano la città diMonza e la sua storia artistica, sociale, urbanistica. Da Giovanna Mussi a Vittorio Bel-lini, al professor Merati, tanti sono stati gli stimoli che abbiamo raccolto e che hannodato luogo a numerose iniziative e pubblicazioni. Per questo abbiamo accettato con en-tusiasmo l’invito degli Amici dei Musei di collaborare a questa importante mostrasulle stampe antiche che illustrano Monza e la Brianza.Il nostro contribuito sarà costituito da tre incontri di riflessione sull'immagine dellacittà nella sua evoluzione artistica e documentaria con lo storico dell’arte CristinaMuccioli, con Emilio Isgrò, artista contemporaneo di prima grandezza e con France-sco Zanot, critico fotografico.

Giorgio Crippa - Presidente

È con grande piacere che ospitiamo ancora una volta presso il civico Arengario unamostra di antiche stampe organizzata dagli Amici dei Musei, una mostra dal temaricco e complesso, dedicata al nostro affascinante territorio, proponente un centinaiodi opere e documenti preziosi che tanta parte ebbero nel diffondere in Europa la co-noscenza delle nostre eccellenze architettoniche e i suggestivi scorci che animano inostri luoghi. Un ringraziamento dunque sentito sia agli Amici dei Musei per il lorocontinuo impegno verso la cultura, sia ad Alberto Crespi per il suo tempo, la passione,e la dedizione che ha messo nel suo lavoro.Sono infine fiducioso che questa proposta espositiva, che rientra in una programma-zione mostre volta a valorizzare il nostro patrimonio e le nostre eccellenze, incontrinuovamente l’interesse e il gradimento della cittadinanza.

Alfonso Di Lio - Assessore alla Cultura del Comune di Monza

Si ringraziano per la disponibilità e collaborazione: Alfonso di Lio, Assessore alla Cul-tura del Comune di Monza; Dario Allevi, Presidente della Provincia di Monza e Brianza;Enrico Elli, Assessore alla Cultura della Provincia di Monza e Brianza; la Soprinten-dente ai beni librari Ornella Foglieni; i funzionari del Comune di Monza Dario Porta eSarah Mongelli; le autorità del Comune di Bergamo e i funzionari dell’Accademia Car-rara Maria Cristina Rodeschini, Giovanni Valagussa; le autorità del Comune di Trezzosull’Adda Danilo Villa, Italo Mazza; la direttrice della biblioteca di Trezzo Magda Bet-tini; inoltre Marina Geneletti e Milena Bertaglio; i collezionisti prestatori Giovanni Ba-roni, Enrico Boffi, Danilo Carelli e Franca Cantù, Natalia e Daniela Casati, AnnaColombo, le famiglie Crespi, Giuseppe Fassina, Carla Introzzi, Paolo Migliavacca, Al-berto Montrasio, Cinzia e Folco Paraboschi di Modoetia Carta, Giovanni e Paola Ra-daelli; si ringraziano gli sponsor: BrianzAcque Srl nella persona del Presidente OronzoRaho, INA Assitalia Agenzia Generale di Monza nella persona del sig. Renato Rasero,Istituto Vigilanza Notturna e Diurna nella persona del sig. Marco Arobba.

Il restauro dei fogli dell’Accademia Carrara, promosso dall’Associazione Amici deiMusei di Monza, è stato effettuato dallo Studio Carta di Laura Chignoli.

Monza e la Brianza nelle antiche stampedi Alberto Crespi

Tra le stampe del “Voyage pittoresque en Italie par P. Paul de Musset” con il-lustrazioni incise da MM. Rouargue Frères stampate da Drouart, Rue du Fo-uarre, II, a Parigi nel 1854, si annovera la veduta della “Cathédrale de Monza”con la processione in atto d’uscire dal portale, tra ali di folla inginocchiata. Èuna delle innumerevoli incisioni dedicate al Duomo: si può trovare anche fa-cilmente colorata, attenta all’evento piuttosto che alla correttezza della rappre-sentazione architettonica - ma è più strettamente di altre legata alla vicendalibraria di un Grand Tour che comincia a mostrare la corda dopo due secoli.Sulla via del ritorno dal Viaggio in Italia, sull’itinerario che lascia Venezia eattraverso la pianura s’avvicina a Milano, con Cremona e Bergamo Monza èuno dei centri da visitare con brevi deviazioni dal percorso delle “sediole” -come chiama Stendhal le carrozze veloci di cui si servivano tutti i viaggiatoridell’epoca sui lunghi percorsi in piano. Duomo, Villa Reale e personaggi incostume facevan parte del repertorio iconografico de “L’Italie” pubblicata daAudot nel 1835-36 e, quindici anni prima, l’itinerario per la Brianza dei duefamosi incisori germanici, Friedrich e Carolina Lose, partiva e si fondava sulcaposaldo di un perfetto rame dedicato alla cattedrale monzese. Coeva allamaggiore incisione dei Lose, una luminosa veduta della piazza del Duomo diMonza, ad opera del raffinatissimo prospettico Giovanni Migliara e dotata diun meccanismo d’orologio dietro al quadrante dipinto, faceva parte dell’arredodi casa del massimo incisore neoclassico lombardo: il monzese Giuseppe Lon-ghi, titolare della cattedra di Calcografia all’Accademia di Brera.

Per viaggiare, le carte topografiche erano un lusso indispensabile: capolavorodi ogni epoca è certamente la “Topografia della Reale Villa di Monza coll’at-tiguo Parco e coll’annessa città di Monza e rispettivi dintorni” dedicata a “SAIRil serenissimo Principe Ranieri Vicerè del Regno Lombardo Veneto, Arciducad’Austria” che il desiano “Giovanni Brenna I.R. I° Tenente Ingegnere geografoin pensione, rilevò sul terreno e diresse”, in scala 1:10000, incisore GiovanniPrada, pubblicandola a Milano nell’ottobre 1845. Una rappresentazione perfettadel territorio in tutte le sue minime emergenze. Dall’abitato di Biassono a nordfino al Molinetto a sud, da Muggiò a ovest fino a sant’Alessandro a est, ogniedificio e ogni cascina del territorio è precisamente individuata così come lecolture, ciascuna contraddistita dal proprio simbolo. Da manuale è la descri-zione dei giardini della Villa e del Parco in tutta la loro estensione. Da rilevarela ferrovia che da pochi anni giungeva da Milano attestandosi a nord del RegioVivaio delle piante con una stazione neoclassica. Il tutto concentrato in unmetro per settanta centimetri e diponibile sia in foglio che in formato “militare”,o “da viaggio, l’assieme suddiviso a riquadri regolari ritagliati e incollati su unsupporto di tela sottile in modo da poter essere ripiegati a libro.

L’attenzione sistematica alle emergenze architettonico paesaggistiche dellaBrianza data ai primi decenni del XVIII secolo con la sequenza di impressio-nanti vedute a volo d’uccello dei “Palagi camparecci” con la quale Marc’An-tonio dal Re mappa le “Ville di delizia” dello Stato di Milano, veri miracoli diequilibrismo incisi su due lastre per una stampa in grande formato, quando an-cora non era stato inventato il “tavolino mobile per incisori” da parte del mon-zese Giuseppe Longhi. Bolognese del 1697, a Cremona dal ‘17 e dal 1723 aMilano “all’insegna dell’Aquila imperiale in contrada S. Margherita”,Marc’Antonio Dal Re vi realizza una ricognizione sistematica dei palazzi danobili lombardi, all’incirca negli stessi anni d’attività di Carlevarjis vedutistaa Venezia e di Vasi a Roma. Del progetto originale in sei tomi delle “Ville didelizia” incide e pubblica nel 1726 il primo volume, “dedicato all’AltezzaSerenissima del Principe Eugenio di Savoia e di Piemonte”, illustrato da

53 incisioni relative ad otto ville. Ad ogni villa sono relate, con la pianta, unadecina di incisioni prese da varie angolazioni. Ogni gruppo di incisioni (ese-guite su disegno del bolognese Gian Battista Ricaldi), con diciture in italianoe francese, è preceduto da un accurato “Ragguaglio” descrittivo dell’edificioe da notizie sui costruttori di pugno dello stesso Dal Re.

Nel 1743 “alla Piazza de’ Mercanti, nel Portico Superiore delle Scuole Pala-tine. MDCCXLIII” esce il secondo volume in due tomi con nove ville più treriprese dall’edizione precedente, per ottantotto tavole in tutto, dove l’incisoreappare come unico autore. Il Marchese Antonio Giorgio Clerici e il Conte Giu-seppe Antonio Arconati sono rispettivamente i dedicatari del I e II tomo. A se-guire, Dal Re licenzia ancora alcune decine di tavole sciolte ad illustrazionedi altre ville. Le incisioni di Dal Re rimangono sovente l’unico documentodelle architetture degli edifici allo stato originario e dello sviluppo dei giardiniannessi, prima delle manomissioni che in molti casi essi subirono e prima deldegrado cusato dall’incuria e dal tempo. Costituiscono una testimonianza delfasto di cui si circondavano i nobili milanesi per render piacevoli i soggiorniin campagna aperti ad un entourage di dame e cavalieri ad omaggiare illustriospiti. Di grande vigore è il segno dell’incisore in queste vedute porte con no-biltà, dalle prospettive sovente allungate in cannocchiali a perdita d’occhio,esatte nella trascrizione degli elementi architettonici e tuttavia piene d’aria edi una grazia che non contrasta con l’efficacia della rappresentazione, docu-mento di grandiosi interventi urbanistici al limite dell’ideale - e del tutto im-prendibili nell’osservazione da terra - rilevati direttamente e trascritti perprincipeschi Amatori delle Stampe con il linguaggio potente della scenografia.Un ulteriore progetto per le “Sacre delizie” con illustrazioni di chiese, santuari,sacri monti e luoghi pii, rimane tale. Negli stessi locali luminosi della loggiadegli Osii concedutigli dal Vicario di Provvisione, Dal Re apre nel 1744 unascuola gratuita di incisione e di disegno. L’attività dell’incisore - che scomparenel capoluogo lombardo nel 1766 - comprende inoltre ottantotto fogli di pic-cole vedute milanesi, pubblicate nel 1745 ed essenziali per ricostruire l’aspettodella città in età spagnola.

Il paesaggio brianteo doveva apparire trasfigurato nei colori trasparenti cheAndrea Appiani conferì alle quattro ariose tempere dedicate al soggetto mito-logico del “Ratto di Europa”, commissionate con gusto e lungimiranza dalconte Ercole Silva per il palazzo di via Broletto angolo via del Lauro, uno deipiù importanti di Milano già dal Seicento, e realizzate tra 1778 e 1779. Saràsu indicazione di Giuseppe Longhi, docente titolare della cattedra di Calco-grafia in Brera e forte amico di Appiani, che l’allievo monzese Paolo Caronni,nel 1828, a mezzo secolo dalla realizzazione delle tempere, tradurrà in lastraquei riquadri, su disegni di Vincenzo Raggio, offrendo in dedica all’ArciducaRanieri le quattro stampe di grande formato accompagnate, sotto l’inciso, daversi di Pietro Metastasio riferiti agli episodi illustrati. Dove, nel primo dellaserie, il dio alato, per mano a Venere, scendendo lungo un sentiero giunge aconsolare Europa, eleggendo proprio il confine settentrionale della Brianza aluogo mitico: la stampa che riproduce il dipinto in controparte, mostra il bat-tagliato ponte visconteo sull’Adda a costituire l’unico transito sicuro da e perquella Brianza nascosta dietro la dorsale montuosa del Barro. A quello stesso conte Ercole Silva, personalità colta e d’ampiezza di veduteeuropea, compete il fondamentale trattato d’architettura dei giardini “L’artedei giardini inglesi”, pubblicato a Milano nel 1801 e riedito nel 1813, illustratocon stampe, incise da Riboldi, tra cui figurano tre scorci dei giardini della Villamonzese, il lago col tempietto, la grotta e la cascata.Ancora Appiani tornerà nel primo lustro dell’Ottocento al “nostro” paesaggio,ad esempio nello sfondo di un’altra bellissima opera pittorica, “Venere e Cu-pido”, eseguita nel 1805 per il Conte Sommariva e presentata al Salon di Parigi

nel 1808. Del dipinto, di grazia e morbidezza assolutamente lombarde, an-ch’esso disperso, esiste documentazione in un’altra incisione a firma di un cal-cografo dell’entourage di Longhi, Michele Bisi, genovese di nascita, autoreed editore di incisioni di traduzione di opere di Appiani e di diverse tavoledella sequenza riproducente i “Fasti” napoleonici di Palazzo Reale. La sua in-cisione ottenne nel 1822 il primo premio al Concorso dell’Accademia di Brerae fu pubblicata con dedica al principe Eugenio l’anno seguente da Vallardi. Ilpaesaggio d’invenzione sta ai puri dati di una natura calma e un po’ dimessatipica della plaga briantea. È soltanto nei temi mitologici di tono “alto” - consigliere Giuseppe Parini -che il paesaggio di Appiani rinuncia a tale connotazione: ad esempio, è fondalescenico piuttosto che paesaggio, con le dovute citazioni, nelle “Storie di Amoree Psiche” della Rotonda monzese, dipinte nel 1789, un decennio dopo la de-corazione milanese per Ercole Silva. Della sequenza di riquadri e vele dipintenella Villa monzese, la traduzione incisa si è limitata alla sola composizionedi chiusura del ciclo, il tondo nella volta. Autore del bulino è quello stesso Giu-seppe Beretta monzese allievo di Longhi, autore di una biografia del Maestro(1837) e di un Commentario alle opere dello stesso Appiani (1848). La Villa arciducale era ormai un fatto compiuto dal 1780 quando, non ancoraterminata nell’ala nord, era tuttavia già aperta agli incontri diplomatici e mon-dani. Essi si svolgevano sotto lo splendido apparato decorativo inventato daGiocondo Albertolli, che un nucleo di incisioni di traduzione oggi documentain mostra per la prima volta, provenendo dall’Accademia Carrara di Bergamo.

Dal 1814 al 1821 Stendhal vive a Milano. All’agosto del ’16 data la bozza delsuo dramma giocoso “Il forestiere in Italia”, pièce ambientata a Desio. Propriole sale di villa Cusani -Tittoni-Traversi, dal coronamento scandito da statue,celeranno di lì a poco i tormentati colloqui sentimentali dello scrittore con laDamemilanese Matilde Dembowski Viscontini. Di due estati più tardi è il “Vo-yage dans la Brianza”, carnet d’impressioni e d’emozioni piuttosto che di viag-gio. All’agosto 1818 data infatti l’itinerario che partendo da Milano il martedì25 con la diligenza per Asso (di mattina presto, attraverso una campagna ancorafresca) porta Henry Beyle con l’amico avvocato e rentier Giuseppe Vismara aGiussano, Inverigo, sul Segrino, a Canzo, Asso, Pusiano, per concludersi adOggiono, con ritorno il 29 a Milano. I paesaggi che lo scrittore ammira sono gli stessi - di verdi boscosi e azzurrid’acque, chiare ville sul colmo di colline in pieno sole come la Rotonda delCagnola o la Crivelli, visioni improvvise come la cascata Vallategna o còlte inlento avvicinamento come l’isola dei Cipressi, ceduta dai marchesi d’Adda alBeauharnais - che la più celebre coppia d’incisori di quegli stessi tempi, Frie-drich e Caroline Lose, disegnano e, dipinte all’acquatinta, diffondono in Italiae in Europa con il loro album, al pari intitolato “Viaggio pittorico nei Monti diBrianza”.Dal n° 299 della Strada San Damiano dove i Lose - giunti a Milano al seguitodi Eugenio di Beauharnais - avevano l’atelier, escono tra 1821 e 1823 le piùbelle incisioni mai dedicate al territorio brianteo: le ventiquattro vedute “cor-redate di cenni storico statistici”, sono documenti raffinatissimi - stavolta dav-vero di un viaggio - compiuto con l’intento di testimoniare, con la “verità”prospettica, l’ariosa bellezza dei luoghi sotto cieli sereni o appena mossi danubi estive, in lontananze inazzurrate i profili di quei monti che diverranno,nello stesso terzo decennio, di manzoniana memoria. Una parata sontuosa diville in posizioni dominanti su boschi e coltìvi a terrazze, a partire dalle spondedel Lambro a Gerno per Casatevecchio, Monticello dove “la sensation du beauvous y arrive par bouffées de tous les côtés” (ricorda Stendhal), e Barzanò,Oggiono, Civate, lungo una via che consentiva di raggiungere Lecco aggirandoi terreni paludosi dell’Adda in epoca antecedente le canalizzazioni di Brivio.Tavole che narrano una sorta di favola briantea, secondo un’ottica che sembra

imporsi un distacco dal clima tutt’affatto tranquillo della Milano della Restau-razione dove pur nacquero le incisioni dei nostri autori. Passano in rassegnavilla Greppi, villa Calderara e villa Nava, villa Pirovano a Cremella, la dorsaleverde del Monte di Brianza, la Molera nei pressi di Viganò e la favolosa Valledell’Oro coi suoi molini nascosti nella foresta presso Civate, ma anche la pla-cida discesa verso il traghetto d’Imbersago, con greggi lungo la bella stradache giungeva da Milano e col Resegon de Lec (Beyle) a sfondo. Tutto som-mato, un’elegia per un “sublime” d’umiltà boschiva tracciata con la precisioneinfallibile del prospettico, la sicurezza di polso di calcografi tra i migliori del-l’epoca, il gusto nitido e freddino dei pittori di Dresda. La serie delle venti-quattro vedute acquatintate dei Lose costituisce la summa ineffabile dellaveduta protoromantica, a preparare la via alla pittura della metà del secolo diCanella, Calvi, Bisi, Mazza, Lelli che sfocerà nell’accezione naturalistica del-l’ultimo terzo.

D’altro tono, documentaristico per pubblicazioni di minori pretese accessibiliad una più vasta utenza le “Illustrazioni” della Brianza che appaiono a metàXIX secolo, dotate di commenti e notizie storiche di maggior ampiezza rispettoallo spazio dell’apparato iconografico e allineate - si può dire - quanto ai sog-getti, sulle icone salienti: dove il corso dell’Adda a Garlate, Arlate, Brivio, Im-bersago, costituisce il naturale confine orientale del territorio che consideriamoscendendo fino a Trezzo, con l’incombente maniero visconteo già rudere nellapiccola incisione affine a quelle di Aubert a corredo dei volumi “L’Italie” pub-blicati da Audot nel 1835-36 e in quella praticamente identica nell’angolazionee nelle linee generali ma più particolareggiata nel maggior formato, incisa daVerico nel 1845 per i “Monumenti del Medio Evo” nel contesto della “Coro-grafia dell’Italia” pubblicata a Firenze.Ma il paesaggio s’intreccia altresì ad eventi storici. Mezzo secolo prima dellevedute citate, all’architetto monzese Carlo Amati compete la raffigurazionedisegnata “dal naturale” incisa e finita all’acquatinta della “Battaglia di Ver-derio superiore ed inferiore seguita nel giorno 28 aprile 1799” con tutti i rag-guagli topografici, disposizione delle truppe e danni che ne seguirono,sottoscritti all’immagine che presenta la villa Confalonieri al centro delle ma-novre degli Austro-Russi contro il generale Serrurier che vi era asserragliato.Proprio le carte militari e le mappe dei siti contribuiscono grandemente a dareuna più esatta configurazione del territorio, da quelle di Coronelli, a fine Sei-cento, dedicate alle fortezze dello Stato di Milano a quelle allegate ai vari re-pertori di città e castelli ai primi del Settecento, da quella, amplissima,austriaca del 1822 alla “Carta della Brianza e dei paesi circonvicini annessaalle vicende della Brianza di Ignazio Cantù, edite dal Tipografo-Litografo Giu-seppe Radaelli in Milano, 1853”.

Popolano palazzi, salotti e ville i personaggi storici, celebri intellettuali ed ar-tisti dell’epoca: Francesco I d’Austria nel più importante ritratto inciso, adopera di Giuseppe Longhi, su disegno di Natale Schiavoni e, ad opera dellostesso Schiavoni, i ritratti di Longhi e Appiani; Antonio Canova inciso nel 1813in tondo da Pietro Anderloni sul ritratto di Bossi e dedicato al Conte si Som-mariva (a Canova competono, in Brianza, le Steli Mellerio per Villa Gernetto,ora a Palermo); il poeta Giuseppe Parini, consigliere di mitologia di Appiani,inciso da Giovita Garavaglia sul ritratto di Martin Knoller. Dello Schiavoni èancora un bel ritratto di Eugenio Napoleone per le Biografie degli Uomini il-lustri pubblicate da Bettoni. Del 1808 è quello della principessa Augusta Ama-lia di Baviera disegnato da Antonio Locatelli e inciso ancora da Paolo Caronnisotto la direzione di Giuseppe Longhi. La viceregina d’Italia appare col bustodi profilo, la testa rivolta al ritrattista, in un intercolumnio, su uno sfondo dipaesaggio che registra il profilo di Grigne e Resegone. La mezza figura, cheporta un diadema con cammeo ed orecchini a pendentif, è elegantemente ab-

bigliata alla moda imperiale. La data è la stessa della veduta della Villa nelParco di Monza assegnata alla Viceregina.

La città cominciava allora a perdere i suoi connotati medievali. Il muro di cintadel Parco si edificava con le spoglie del Castello Visconteo, le mura si sbrec-ciavano. Delle porte, solo una giungerà ai primi del Novecento. Il Duomo di-veniva il nucleo forte della città. Il Tesoro non finirà d’esser studiato edisegnato lungo un secolo e mezzo. Del 1718 è una splendida riproduzione in-cisa della Corona Ferrea, in occasione del ripristino del culto del Santo Chiodo.Gli oggetti saranno tema di tavole di perfetta pulizia formale ad opera di GiulioCesare Bianchi per le opere del Giulini e del Frisi ma si ritroveranno lungol’Ottocento a corredo di varie imprese editoriali, così come le emergenze ar-chitettoniche cittadine. Incisori francesi, inglesi e tedeschi lavoreranno a dif-fondere la conoscenza delle bellezze artistiche e naturali della città in tuttaEuropa. I volumi dedicati alla descrizione della città si moltiplicavano. Moltidi essi sono in mostra oggi accanto alle incisioni (che giungono fino all’avventodel dagherrotipo), a documenti inediti, a mappe, a formare una prima cospicuabozza d’archivio aperta alle ricerche e al lavoro futuro.

L’allestimento della rassegna rispetta la cronologia e coglie,all’interno delletre epoche in cui i materiali sono suddivisi, i centri focali dell’iconografia mon-zese e briantea: territorio, città, emergenze architettoniche e artistiche. I mate-riali, individuati con un vasto lavoro di ricognizione in collezioni pubbliche eprivate - stampe, volumi, documenti rari - solleciteranno la curiosità e appas-sioneranno gli studiosi di “cose monzesi”, e si spera possano riaccendere il di-battito, oggi improcrastinabile, sulla salvaguardia delle radici culturali per unamiglior comprensione dell’attualità e delle stagioni a venire.

Bibliografia reperibile

Repertori:G. Mulazzani, A. Crespi, Monza nelle sue stampe, Associazione Pro Monza, 1985G. Bezzola, G. Scaramellini, A. Crespi, Monza e l’Europa. Da Monza a Coira per la Brianza, lastrada del lago di Como e dello Spluga (a cura di F. De Giacomi), Associazione Pro Monza, 1997Su Giuseppe Longhi e gli incisori della sua scuola:A. Crespi, Giuseppe Longhi e la Scuola d’Incisione dell’Accademia di Brera, Lions Club MonzaHost, 1999A. Crespi, Giuseppe Longhi e Raffaello Morghen: l’incisione neoclassica di traduzione, Associa-zione Amici di Musei - Comune di Monza 2010Sulla pittura nel Milanese tra Sette e Ottocento resta preziosa l’ampia visione di:S. Samek Ludovici, La pittura neoclassica, in Storia di Milano, Fondazione Treccani, Milano 1959Su Appiani e Canova si consulti il catalogo della mostra alla Villa Reale di Monza: Aa.Vv. Canova e Appiani. Alle origini della contemporaneità, Monza-Milano 1999Sulle pubblicazioni relative a Monza e alla Brianza si consulti il fondamentale catalogo della mo-stra alla Biblioteca civica:Aa. Vv., La Brianza nei libri, con bibliografia a cura di G. Pasciuti, Comune di Monza e Associa-zione Pro Monza 1988Volumi preziosi per estensione dei saggi estesi e ricca iconografia restano:Aa, Vv., La Villa Reale di Monza, Associazione Pro Monza 1984Aa, Vv., Il Parco Reale di Monza, Associazione Pro Monza 1989Sulle emergenze archiettonico-artistiche del territorio si consulti:V. Ingegnoli, S. Langé, F. Süss, Le Ville storiche nel territorio di Monza, Associazione Pro Monza 1987Sul Viaggio in Italia resta di piacevole lettura:A. Brilli. Il Viaggio in Italia. Storia di una grande tradizione culturale dal XVI al XIX secolo, Mi-lano 1987Per dirimere le fila della letteratura del Viaggio in Italia nell’Ottocento è puntuale:S. Samek-Ludovici, Bibliografia di viaggiatori stranieri in Italia nel secolo XIX, in Annales Insti-tutorum Urbis Romae, VII, 1934-35, VIII, 1936-36, IX e X, 1936-37

Dedico questa mostra ai fratelli Eugenio e Giuseppe Crespi, appassionaticultori di storia monzese, in memoriam. A.C.

Comune di BergamoMuseo dell’Accademia Carrara

enti prestatori:

Comune di Trezzo sull’AddaBiblioteca Comunale A. Manzoni

- G. Carini. Veduta di Mirabello nel Parco di Monza. in “Corografia dell’Ita-lia, Regno Lombardo Veneto, Provincie Lombarde. Vedute pittoriche n° 1,tav. 12. Acquaforte

- E. Silva. “Dell’arte dei giardini inglesi”, seconda edizione, Milano 1813.Volume. Courtesy Comune di Cinisello Balsamo

F. e C. Lose. “Promenade dans le Parc Impérial et Royal et dans les Jardinsde Monza”. Almanac pour l’an 1827. A Milan chez l’Auteur. Stamperia FeliceRusconi, Milano. Volume con 1 mappa e otto acqueforti

- C. Sanquirico. La Villa Reale dai giardini. 1830 c. Aquerello- “Vedute principali della I.R Villa di Monza disegnate dal vero da CarloSanquirico e dedicate a S.A.I.R il serenissimo Arciduca Ranieri Vice Re delregno Lombardo Veneto. Milano, Galleria de Cristoforis N° 44”. Album con16 litografie incollate su supporto - I. R Palazzo in Monza veduto dal giardino. Litografia Gallina, Milano- Il laghetto nell’I.Reale Giardino di Monza. Litografia Gallina, Milano- La Grotta. Litografia Gallina, Milano- La Torre. Litografia Gallina, Milano- Il Castello in ruina. Litografia P. Bertotti, Milano- Gran Viale di prospetto al Palazzo. Litografia Gallina, Milano - S. Fedele. Litografia P. Bertotti, Milano- Mirabellino. Litografia Gallina, Milano- Tempietto di ferro. Nel fondo veduta di Mirabello. Litografia Gallina, Milano- Mirabello e la Cassina Alta. Litografia Gallina, Milano- Ponte Gabriga. Litografia Gallina, Milano- La Fagianiera. Litografia Gallina, Milano- Molino del Cantone. Litografia P. Bertotti, Milano- Mulino Nuovo. Litografia Gallina, Milano- Ospedale dei cavalli. Litografia P. Bertotti, Milano- Cascina Costa. Litografia Fr. Guarisco, Milano

“Lombardia Pittoresca. Disegni di ciò che la Lombardia chiude di più inte-ressante per le arti la storia e la natura levati dal vero da Giuseppe Elena, conle relative illustrazioni appositamente scritte dai professori Cesare Cantù eMichele Sartorio”. Milano, Fortunato Stella e Figli 1836- G. Elena. Basilica di Monza. Litografia P. Bertotti, Milano- G. Elena. La cascina San Fedele nel Parco di Monza- G. Elena. La Corona Ferrea nel Tesoro della Basilica di Monza- G. Elena. Porta Milano in Monza. Litografia Fr Guarisco, Milano- G. Elena. Mirabello nel parco di Monza. Litografia P. Bertotti, Milano- G. Elena. Giardino dell’I.R. Villa di Monza. Litografia Bertotti, Milano- G. Elena. Monastero della Signora di Monza. Litografia Bertotti, Milano - G. Elena. Palazzo del Comune di Monza. Litografia Bertotti, Milano

“Antichità e siti rimarchevoli della Città di Monza colle rispettive storicheletterarie e artistiche illustrazioni. Monza, presso l’Editore Ferdinando Borsa,Cartolajo, Corsia di San Pietro Martire, 1838. Tipografia Guglielmini e Ra-daelli, Milano. Disegni di G. Elena, litografia di Fr. Guarisco.Volume

Le personalità dell’epoca- G. Boggi, Francesco Melzi Vice Presidente della Repubblica Italiana, 1802,da disegno dal vero di G. Longhi. Acquaforte e rotella- L. Rados. Ritratto di S.A.I.R. il principe Eugenio Napoleone, 1808, da di-segno dal vero di G. Bosio. Bulino e acquaforte*- P. Caronni. S.A.I. La Principessa Augusta Amalia di Baviera Vice Reginad’Italia, 1808, da disegno di A. Locatelli (G. Longhi diresse). Fratelli VallardiEditori, Milano. Bulino- G. Longhi. Napoleone con la Corona del Ferro, 1812. Bulino- P. Anderloni. Ritratto di Antonio Canova, 1813, da G. Bossi. Bulino- G. Longhi. Francesco I Imperatore d’Austria, 1816, da un dipinto diN. Schiavoni. Bulino- N. Schiavoni. Eugenio Napoleone Vice Re d’Italia, 1820, per Niccolò Bet-toni. Bulino - G. Garavaglia. Ritratto di Giuseppe Parini, 1820, per Niccolò Bettoni. Bulino- P. Anderloni. Ritratto di Carlo Porta, 1821, da disegno di G. Longhi. Bulino.Artaria, Vienna - G. Benaglia. Ritratto di Pietro Verri, 1822, da G. Longhi, per Bettoni.Bulino- G. A. Sasso. Maria Teresa Imperatrice, da disegno di G. Bosio, 1830 c.Puntinato e bulino*- E. Crespi. Ritratto di Alessandro Manzoni, 1875 c. Puntasecca*

Memorie della città antica- G. F. Boccaccini. Teodelinda incorona Agilulfo Re d’Italia, tav. XXV.Stampa aquarellata da G. Gentili*- G. F. Boccaccini. Agilulfo e Teodelinda offrono ricchi doni alla Chiesa diMonza, tav. XXVI, 1800 c. Stampa aquarellata*- D. Bonatti. Matteo Visconti restituisce a Monza il Tesoro impegnato da Na-poleone Torriano e da esso recuperato, tav. LXIV, da disegno di L. Pedrotti,1800 c. Stampa aquarellata*- G. Beretta “Enrico III accoglie in Monza nella casa di prospetto allaPiazzadel Mercato l’Arcivescovo di Milano San Carlo Boromeo il dì 11 agosto1574”, 1831, da disegno di Rebechini. Acquaforte acquatinta (G. Angeli)- C. Piotti-Pirola. La Signora di Monza. 1847, da disegno di G. Induno trattodal dipinto di G. Molteni. XI Album Esposizione di Belle Arti. C. CanaldelliEditore, Milano. Acquaforte*

Il paesaggio trasfigurato- Michele Bisi. Venere e Amore, da Appiani, 1822. Acquaforte e bulino- Paolo Caronni. Ratto d’Europa I, da Appiani, 1828. Acquaforte e bulino*

La città dopo la Restaurazione- G. Prada. Topografia della Reale Villa di Monza coll’attiguo Parco e col-l’annessa città di Monza e rispettivi dintorni, da rilievo di G. Brenna. Milano,presso l’Autore, 1845- J. J. Falkeisen. Posa della prima pietra della Chiesa di S. Gerardo, 1836, dadisegno di G. Elena. Acquaforte acquatinta - J. J. Falkeisen. La nuova Chiesa di S. Gerardo, post 1842, da disegno diRivolta. Acquaforte acquatinta- Strada Ferrata da Milano a Monza, post 1840. Litografia Canadelli,Milano

- G. Bramati. Ponte sul fiume Lambro nella Città di Monza, eseguito nel1842 per il passaggio della Strada militare”, 1842, da disegno di G. Done-gani. Acquaforte acquatinta- L. Cherbuin. Veduta della Contrada Nuova in Monza, dipinto di Angelo In-ganni, di commissione del Signor Dottor Giovanni Masciaga”, Album del-l’esposizione di Belle Arti, Milano 1850. Acquaforte acquatinta- Notificazione 4199/697. Elevazione di Monza a rango di città, 1859. Mi-lano, I.R. Stamperia

I monumenti nelle stampe ottenute da dagherrotipi“Recueil de Vues principales d’Italie executées d’aprés les originaux Da-guerreotypes eg gravées par J.J. Falkeisen et L. Cherbuin”. Milan, chez FerdArtaria & Fils Editeurs - L. Cherbuin. La Cathédrale à Monza, 1850 c. Artaria & Fils Editeurs, Milano* - L. Cherbuin. Palais I. R à Monza, 1850 c. Artaria & Fils Editeurs, Milano* - L. Cherbuin. S. Giovanni a Monza. 1850 c.

Il territorio letto attraverso carte, mappe, album e veduteF. e Carolina Lose, Viaggio pittorico nei Monti di Brianza. Album di venti-quattro vedute all’acquaforte acquatinta. Seconda edizione, Monza, LucaCorbetta 1839. Volume Da: F. e Carolina Lose, Viaggio pittorico nei Monti di Brianza, seconda edi-zione, 1939, tavole sciolte: - Valle dell’Oro presso Civate- Barzanò e Cremella. Villa Pirovano- Torrente Vallategna tra Canzo e Asso- Lago e Villa di Pusiano- Villa Cagnola presso Inverigo- Villa Greppi a Casate Vecchio- Villa Marliani detta Villa Amalia a Erba- Civate- Villa Trotti a Verano- Fabbrica (Durini)

- G. Biasoli. Carta di Monza, da rilievo di G. Brenna. Milano 1836. Incisioneall’acquaforte aquarellata- G. Bressanoni. Carta della Brianza: Cabiate, Cesano, Solaro, Barlassina,Ceriano, G. Brenna, Milano 1837. Incisione all’acquaforte* - G. Bressanoni. Carta dell’Adda a Porto, da rilievo di G. Brenna. Milano1837. Incisione all’acquaforte*- G. Bressanoni. Carta dell’Adda da Trezzo a Gropello, da rilievo di G.Brenna. Milano 1837. Incisione all’acquaforte*- G. Bressanoni. Carta del corso del Seveso, da rilievo di G. Brenna. Milano1837. Incisione all’acquaforte*- Nuova Carta dei Contorni di Milano e delle Provincie. Milano, FrancescoPagnoni, 1850. Incisione. aquarellata*- Carta del territorio di Monza e della Brianza, foglio B 4. Milano, 1878.Incisione*

- Bignami. Veduta dei Giardini della Villa Sommi Picenardi, 1821, da Gan-dini. Acquatinta*- Anonimo. Die Brianza (Costa di Agliate), 1835 c. Acquatinta

- Aubert. Castello di Trezzo, 1835 c. Aquaforte a acquatinta - A. Verico. Castello di Trezzo, da “Corografia dell’Italia. Regno LombardoVeneto. Monumenti del Medio Evo” n° 1. Tav. 2, Firenze 1845. Acquaforte- Anonimo. Il castello di Trezzo sull’Adda, in Cosmorama pittorico N° 35,1839. Xilografia aquarellata*- G. L. de Angelis. Villa del Collegio Barnabitico di Muggiò (già Villa Bor-romeo). Milano, Litografia L. Ronchi*

“Lombardia Pittoresca. Disegni di ciò che la Lombardia chiude di più in-teressante per le arti la storia e la natura levati dal vero da Giuseppe Elena,con le relative illustrazioni appositamente scritte dai professori Cesare Cantùe Michele Sartorio”. Milano, Fortunato Stella e Figli 1836 - G. Elena. Rotonda di Inverigo. Litografia P. Bertotti, Milano*- G. Elena. Basilica di Cantù. Litografia P. Bertotti, Milano*- G. Elena. L’Adda a Imbersago. Litografia P. Bertotti, Milano*

Monza nei giornali d’epoca- Sieberg. Duomo e Corona Ferrea. In Beilage zur Illustrirten Zeitung, p.180, Lipsia 1816. Xilografia - Panorama di Monza, da Il Secolo illustrato, 1890. Rotocalcografia- L’Imperatore e l’Imperatrice di Germania a Monza, da Il Secolo illustrato,1890. Rotocalcografia- Il Tesoro del Duomo di Monza, da Il Secolo illustrato, 1890. Rotocalco-grafia

- Mosè Bianchi. Chierico, 1872-74. Acquaforte acquatinta

San Gerardo copatrono di Monza- Giovanni. Bianchi. San Gerardo (da Luini) sullo sfondo della città murata,1840 c. Litografia Vassalli, Milano- Giosuè Bianchi. San Gerardo attraversa il Lambro, 1850 c. Litografia Ber-totti, Milano - Anonimo. San Gerardo (da Luini). Eliografia, Loescher, Milano 1940 c.- P. A. Lesmi. Della vita di San Gherardo, Bologna 1647. Volume- I. Gobio B. San Gerardo protettore di Monza e suoi tempi. 1863, Monza,Tipografia Beretta. Volume

Altri documenti e volumi- Solenne trasporto della sacra Corona Ferrea con la Croce del Regno daMonza alla metropoli di Milano seguito il giorno 22 maggio 1805 ad oggettodell’incoronazione di Napoleone Primo. Volume- Entrata in Monza di Francesco I e della sposa Maria Ludovica, 1816. Ti-pografia Luca Corbetta. Opuscolo

- Il Cronista monzese. Anno I. Nuovo Almanacco patrio per l’anno 1837.Milano, Tipografia Malatesta di C. Tinelli. Volume- Il Cronista monzese. Almanacco patrio per l’anno 1838. Monza, pressoFerd. Borsa cartolajo. Volume - L’Indicatore storico statistico della città di Monza e suo circondario. AnnoI-II-III. 1846-1848. Monza, Tipografia Corbetta. Volume- Il Cronista monzese. Specchio cronologico della Storia di Monza dall’Ori-gine fino al sec. XV etc. Milano, Tipografia Serafino Ghezzi 1871. Volume

- L. Zerbi. Il Cronista Monzese. Album di reminiscenze patrie della città diMonza ed antica sua Corte in continuazione dei già pubblicati dal dottor Gio.Mezzotti. Monza, 1880, Tipografia Corbetta. Volume- A. Borda. Ragionamento intorno a una lapida monzese esistente nella VillaSilva di Cinisello, 1813. Milano Tipografia Giovanni Bernardoni. Volume - L. Corbetta. Di che possa intrattenersi il forestiere in Monza. 1833. Tipo-grafia Corbetta. Opuscolo - G. De Nino. Le cento città d’Italia. Monza 1881, Milano, Casa editrice Gui-goni. Volume - A. Sacchi, G. Ceruti, L. Beltrami. Il Palazzo del Comune detto Arengarioin Monza. 1890. Milano, Tipografia Pagnoni. Volume

Terza sezione: stampe del Novecento

Anselmo Bucci (Fossombrone 1887-Monza 1955)- Colonne votive, 1912. Puntasecca sovrascritta- Colonne votive 1912. Puntasecca- Monza. La Fiera del “firun”, 1914. Puntasecca - Studio per “Il disoccupato”, scultura di E. Bajoni, (1915 c.). Xilografia - Portale del Duomo di Monza, 1920. Puntasecca- San Giovanni Battista, 1921 (p.d.a.1950). Puntasecca e rotella - Diploma per la Seconda Mostra di arti decorative, 1927. Litografia

Tutte le opere in elenco, se non diversamente indicato, provengono da col-lezioni private. Quelle contrassegnate con * provengono da Modoetia Carta.Le opere di Bucci sono state gentilmente concesse da Alberto Montrasio.

Prima sezione: stampe e documenti del secolo XVIII

Il territorio- J. B. Homann (1664-1724). Carta delle conquiste austriache nei Ducati diMilano e Mantova, 1702, Norimberga. Acquaforte acquarellata*- J. B. Homann. Carta del Ducato di Milano, 1720 c. Norimberga. Acquaforteacquarellata*- F. Agnelli. “Castello di Trezo”, mappa e descrizione 1707. Acquaforte aqua-rellata. Biblioteca Comunale A. Manzoni, Trezzo sull’Adda

Incisioni per l’opera “Ville di delizia o siano Palagi camperecci del Ducatodi Milano”, di Marc’Antonio dal Re (Bologna 1697-Milano 1766). Se-conda edizione, Milano 1743.- Rastello del Giardino inferiore di Omate. Acquaforte*- Marc’Antonio dal Re. Veduta d’un angolo del Giardino inferiore di Omate.Acquaforte*

La città- E. Calvi. Vue de l’entrée dans Monza du côté de Milan, 1770 c. Acquaforte*- Anonimo. Prospetto di Monza preso dalla parte della Villa Durina detta ilSan Giacomo, 1770 c. Acquaforte- Istrumento per la transazione tra Monza e Milano (per sgravio d’imposta),16 dicembre 1642- Riforma al Governo della Comunità di Monza, 30 settembre 1757, documentoa stampa emesso dalla Real Giunta del censimento dello Stato di Milano- Editto (per l’igiene nelle strade di Monza), 13 luglio 1766, dal Palazzo diGiustizia di Monza. A stampa- G. C. Bianchi. Veduta delle mura di Monza presso la porta di Milano e diparte dell’antico castello, primo stato, 1774. Acquaforte*- G. C. Bianchi. Veduta delle mura di Monza presso la porta di Milano e diparte dell’antico castello, secondo stato, 1794. Acquaforte

Il Duomo e il suo tesoro- Gaetano Bianchi. Vero disegno della Corona d’oro de i Re d’Italia chiamataFerrea, 1718. Con dedica all’Arcivescovo di Milano Card. Benedetto Ode-scalco. Stamperia Bellagatta, Monza, all’insegna della Stella. Acquaforte- Anonimo. Vero disegno della Corona Ferrea, 1718. Xilografia- Justi Fontanini. Dissertatio de Corona ferrea langobardorum. Roma e Mi-lano, Francesco Gonzaga 1717. Volume

Incisioni per le opere del Giulini “Memorie spettanti alla Storia, al Go-verno e alla descrizione della Città e campagne di Milano nei secoli bassi”,Milano 1771; di Anton Francesco Frisi “Memorie della Chiesa monzeseraccolte e con varie Dissertazioni illustrate”, Milano 1774 e “Memorie Sto-riche di Monza e sua Corte”, Milano 1794. Incisioni all’acquaforte: - G. C. Bianchi. Facciata del Duomo I-II- G. C. Bianchi. Lunetta sul portale del Duomo- G. C. Bianchi. Ampolle del Tesoro del Duomo I- G. C. Bianchi. I. Corona d’oro comunemente detta Ferrea - II Corona d’orodella Regina Flavia Teodelinda - III. Corona d’oro del Re Flavio Agilulfo*- G. C. Bianchi. Dittico Primo - Dittico secondo - Dittico Terzo della Basilicamonzese

- G. C. Bianchi. Coperta di Evangeliario- G. C. Bianchi. Stipito, detto Ambone, sul Palazzo della Magnifica Comunità- G. C. Bianchi e A. F. Frisi. Disegno di un capitello del Duomo di Monza,in manoscritto autografo*- A. Bellani. La Corona ferrea del Regno d’Italia. Memoria apologetica, 1819.Milano, Tipografia Sirtori. Volume- Risposta al fatto stampato nella causa vertente tra il Capitolo de Regi ducalibeneficiati nell’insigne Basilica Collegiata di S Giovanni Battista in Monzae i regi Beneficiati Fratelli Castiglioni. A stampa, 1744 - F. A. Sirtori. Descrizione della Insigne Reale Basilica collegiata di S. Gio-vanni Battista nella città di Monza, 1820. Tipografia Luca Corbetta. Volume- Due parole dell’incisore monzese Giuseppe Beretta intorno alle MemorieStoriche della Città di Monza compilate sull’opera del Can. Anton FrancescoFrisi e continuate dal professor Giuseppe Marimonti. Milano 1842, TipografiaSambrunico-Vismara. Opuscolo- G. Marimonti. Memorie storiche della città di Monza, 1841, Monza, Tip.Luca Corbetta. Volume - A. Bianconi. Memoria intorno alla Corona di Ferro longobarda. 1860, Mi-lano, Vallardi. Volume - L. Zerbi. La Corona Ferrea ai Funebri nazionali di Vittorio Emanuele II.1878, Monza, Tipografia G. Ghezzi. Opuscolo- P. B. Galli. Il Duomo di Monza. sue iscriioni e notizie. 1880. Milano, Tip.Arcivescovile Boniardi-Pogliani. Opuscolo - G. Colombo B. Tavola descrittiva degli affreschi della Cappella del Rosario.1882, Torino. Tipografia Collegio Artigianelli. Opuscolo- L. Modorati. Descrizione storica della Basilica di S. Giovanni Battista inMonza. Volume- A. Varisco. L’epigrafe del ventaglio monzese detto della Regina Teodolinda.Da: Studi Medievali, Loescher, Torino s.d. Opuscolo

La Villa Reale Incisioni di riproduzione dai disegni di G. Albertolli per l’apparato deco-rativo della Villa Reale di Monza. Courtesy Accademia Carrara, Bergamo- Mercoli Nipote. Musica / Pastorale, tav. XXIII-XXIV da Ornamenti diversiinventati disegnati ed eseguito da Giocondo Albertolli, 1782- Mercoli Nipote. Metà dell’ornato del Volto eseguito a stucco in una dellesale di Compagnia, tav XI, da Ornamenti diversi, 1782 - Mercoli Nipote. Dimostrazione in grande de’ profili delle cornici, tav XIIda Ornamenti diversi, 1782- Mercoli Nipote. Metà dell’ornamento del volto eseguito a stucco nella saladei pranzi, tav III, da Alcune decorazioni di nobili sale ed altri ornamenti diGiocondo Albertolli, 1787- A. De Bernardis. Ornamento di porta, tav. V da Alcune decorazioni di nobilisale e altri ornamenti, 1787- A. De Bernardis. Due sedie in forma di tripode tav. VI da Alcune decora-zioni di nobili sale e altri ornamenti, 1787- A. De Bernardis. Capitello, tav. XI da Alcune decorazioni di nobili sale ealtri ornamenti, 1787- A. De Bernardis. Spaccato per il luogo della sala da pranzo, tav I da Alcunedecorazioni di nobili sale e altri ornamenti, 1787- A. De Bernardis. Stipiti con pampani, tav. II da Alcune decorazioni di nobilisale e altri ornamenti, 1787

- A. De Bernardis. Profili delle cornici, tav IV da Alcune decorazioni di no-bili sale e altri ornamenti, 1787

Il territorio - F. Agnelli. “Castello di Trezo”, mappa e descrizione 1707. Acquaforteaquarellata Courtesy Biblioteca Comunale A. Manzoni, Trezzo sull’Adda

Incisioni per l’opera “Ville di delizia o siano Palagi camperecci del Ducatodi Milano”, di Marc’Antonio dal Re (Bologna 1697-Milano 1766). Se-conda edizione, Milano 1743- Rastello del Giardino inferiore di Omate. Acquaforte*- Marc’Antonio dal Re. Veduta d’un angolo del Giardino inferiore di Omate.Acquaforte*

Seconda sezione: stampe e documenti del sec XIX

Il Duomo e il suo tesoro- F. e C. Lose. Veduta dell’insigne Basilica di San Giovanni Battista inMonza. Agli Amatori delle Belle Arti, 1839. Stamperia Luca Corbetta,Monza. Acquaforte acquatinta - Rame della stessa- D. Landini. Veduta della Basilica di S. Giovanni in Monza. Cremona, 1833.Acquaforte aquarellata- G. Bussi e D. Gandini. Veduta della Basilica di S. Giovanni in Monza. Bet-talli, Milano 1840 c. Acquatinta- Rouargue Frères. Cathédrale de Monza, 1854. Stamperia Drouart, Parigi.Litografia aquarellata- G. A. Troitsch. Il Duomo di Monza, 1856, da disegnodi P. Chevalier. Stam-peria artistica del Lloyd Triestino. Acquaforte acciaiata- L. Cherbuin. Cathédrale de Monza, 1845. Litografia Deroy, Parigi- L. Cherbuin. L’interno del Duomo di Monza, da Luigi Bisi, Canadelli, Mi-lano 1845. Acquatinta - G. Beretta. Corona ferrea, 1828 (1838). Acquaforte - Anonimo. “Dei Re d’Italia, inaugurati o no con la Corona Ferrea. 1838 c.Presso F. Neimyller e F. Cavallotti, Milano. Acquaforte- G. Bramati e Ranieri. Paliotto. Veduta dei quattro lati in tre tavole, 1840 c.Incisioni all’acquatinta* - Anonimo. Lunetta sul Portale del Duomo di Monza. Tav. X da: B. Grueber,Das Stift St. Giovanni in Monza: ein Beitrag zur Geschichte Theodelindasvon Bayern,und dr Kunstbildung ihrer Zeit”, Ratisbona 1840. Litografia*- G. Moore. The Cathedral – Monza, 1843 c. da disegno di Aluisetti. Day &Haghe, Londra. Litografia- A. Verico. Basilica di Monza, da “Corografia dell’Italia. Regno LombardoVeneto. Monumenti del Medio Evo” n° 1. Tav. 3, Firenze 1845. Acquaforte - P.H. Benoist, Bayot, litografia di Bachelier. Monza - Vue de la Cathédrale,1850 c. Da: “L’Italie monumentale et artistique. Vues et monuments” n° 12.Imprimerie Lemercier, Bulla Editeur, Parigi- Deroy. Cathédrale de Monza dans laquelle est conservée la Couronne deFer, 1850 c. da proprio disegno. Tav 16 da: “Italie”. Imprimerie Lemercier,berardet Cie. Jeannin Editeur, Parigi- La stessa aquarellata

Bulletin Monumental, 1881-1884, Imprimerie Eudes, Parigi, Heliogra-vures Dujardin:- Le Paliotto- Reliquiaire de la dent de St. Jean Bapstiste.- La Vierge à la fontaine- Stauette de St. Jean Baptiste- Bas-Relief du Couronnement

“L’Italie, d’après les inspirations, les recherches et les travaux de MM. LeVicomte e Chateaubriand, de Lamartine etc. Venise, Milan, Royaume Lom-bardo Venitien et etats voisins. Par M. Hyp. Hostein et revu per AlexandreDuchesne. Sites, monumnents, scènes et costumes d’après beaucoup d’arti-stes italiens. Recueillis et publiés par Audot père”, Paris. Audot LibrairieEditeur, 1836. Due volumi- Aubert. Place de la Cathédrale - Monza. Acquaforte- Aubert. Monza - Villa Reale. Acquaforte

- Anonimo (Austria, 1835 c.). Dom in Monza. Acquaforte - Anonimo (Austria, 1835 c.). Koenigl. Villa in Monza. Acquaforte

- A. Verico. Palazzo del Comune di Monza, da “Corografia dell’Italia. RegnoLombardo Veneto. Monumenti del Medio Evo” n° 1. Tav. 4, Firenze 1845.Acquaforte*

La Villa Reale e il Parco- L. Durau. France militaire. Palais de Monza, da disegno di Bullura, 1810c. Puntasecca e acquatinta*- R. Focosi. Rassegna data dalla Milizia Cisalpina del Generale supremoMurat il 17 settembre 1801 nei dintorni di Monza. Milano, LitografiaCorbetta. Presso Borroni e Scotti tipografi libraj. In: Zanoli, “Sulla Milizia”,vol. I p. 9, tav. B. Stampa aquarellata- G. Carini. I. R.Villa di Monza, 1810 c. Acquaforte acquatinta - Anonimo. Villa Reale di Monza presso Milano - Das Koenigl. LustschlossMonza umweit Mayland, 1810-1820. A Vienna presso Artaria e Comp., aMilano presso Ferd. Artaria. Acquaforte aquarellata - V. Raineri. Villa Reale, Monza, 1830 c. Acquaforte acquatinta- F. e C. Lose. L’Imp. R. Villa di Monza, 1825 c. Milano, presso Ferd. Arta-ria. Acquaforte acquatinta

D. Landini. Vedute dei Giardini della Villa e del Parco Reale di Monza. Cre-mona, 1833:- Veduta del Palazzo Reale di Monza. Acquaforte aquarellata*- Palazzo Reale di Monza preso dal giardino. Acquaforte aquarellata*- Veduta nel Parco Rale di Monza (San Fedele). Acquaforte aquarellata*- Veduta della Torre nel Giardino Reale in Monza. Acquaforte aquarellata*- La grotta nel Giardino. Acquaforte aquarellata*- Il Lago nel Giardino. Acquaforte aquarellata*

- I. Altini. Allegoria del Giorno, 1820, da Andrea Appiani (Salone d’onore)su disegno di G. Mari. Bulino e acquaforte*- G. Beretta. Apoteosi di Psiche, Premio dell’Accademia 1831, da AndreaAppiani (Rotonda della Villa Reale). Bulino

In copertina.Anonimo, seconda metà XVIII secolo. Prospetto della città di Monza preso dalla partedella Villa Durina detta il San Giacomo. Acquaforte 227 x 123 mm (inciso). Collezione privata.La più antica veduta del borgo monzese, unica panoramica conosciuta, mostra la cinta murariaintegra e i fossati sul confine a mezzogiorno; a sinistra la torre del castello visconteo, ultimaporzione del manufatto ad esser demolita. Al centro la torre del Colombaro alla confluenza deidue rami del Lambro in uscita dal territorio cittadino.

In retro di copertina. Anonimo. San Gerardo (da Luini). Eliografia, Loescher, Milano 1940 c.75 x 19 mm. Collezione privata.

In alto. Gaetano Bianchi. Vero disegno della Corona d’oro de i Re d’Italia chiamata Ferrea, 1718.Con dedica all’Arcivescovo di Milano Card. Benedetto Odescalco. Stamperia Bellagatta, Monza,all’insegna della Stella. Acquaforte 580 x 470 mm. Collezione privata.

A destra. A. De Bernardis. Ornamento di porta, eseguito in legno per una delle sale della VillaReale di Monza, tav. V da Alcune decorazioni di nobili sale e altri ornamenti di GiocondoAlbertolli, 1787. Acquaforte (particolare) 462 x 312 mm foglio (inciso), 535 x 400 mm (foglio).Accademia Carrara, Bergamo.


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