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VADEMECUM AZIONE 5.1 “INCONTRI DEI - agenziagiovani.it azione 5.1_2012.pdf · Incontri tra...

Date post: 18-Feb-2019
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VALUTAZIONE EX-ANTE IDENTIFICAZIONE

IL BUDGET VISIBILITÀ

DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE

IDEAZIONEpag. 2

pag.20

pag. 29

pag. 32

pag.35

pag.39

VADEMECUM AZIONE 5.1 “INCONTRI DEI GIOVANI CON I RESPONSABILI DELLE POLITICHE PER LA GIOVENTÙ”

Il vademecum intende aiutare i promotori di “Incontri di giovani con i responsabili delle politiche per lagioventù” nella realizzazione di un buon progetto, attraverso un processo logico di accompagnamentodel lettore nelle tre macrofasi che lo caratterizzano: dall’idea alla redazione del formulario di presenta-zione della domanda di sovvenzione, alla rendicontazione finale.

Il vademecum non sostituisce in alcun modo la guida al Programma Gioventù in Azione cherimane il documento ufficiale della Commissione Europea cui dovete attenervi per la

presentazione e realizzazione del progetto.

Il presente opuscolo, da leggere solo dopo aver studiato con attenzione la guida ufficiale alProgramma GiA, è così articolato:

Azione 5.1

IDEAZIONE

Cosa bisogna sapere prima di iniziare

Azione 5.1

Azione 5.1 3

CONOSCIAMO L’AZIONE 5.1Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù

L’azione 5 "Favorire la cooperazione europea nel settore della gioventù" si prefigge, per l’appunto, diincoraggiare la collaborazione a livello europeo nell’ambito delle politiche giovanili, in particolarepromuovendo il dialogo tra i giovani e i responsabili politici delle stesse.

L’azione secondaria 5.1 “Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù” so-stiene l’attuazione e lo sviluppo del dialogo strutturato tra i giovani, coloro che sono attivi nelsettore dell'animazione giovanile e i responsabili delle politiche giovanili, a livello locale, regionale,nazionale e internazionale.

Il dialogo strutturato rappresenta il principale strumento europeo di comunicazione tra giovani e deci-sion-makers, creato e utilizzato per discutere le priorità della cooperazione europea nel settore dellepolitiche giovanili e relative aree di intervento e follow up. Senza di esso, i giovani non avrebbero al-cuna possibilità di esercitare un’influenza diretta e riconosciuta sulla formulazione e l’esecuzione dellastrategia europea in materia di gioventù, né di divenire parte attiva e proponente dei processi decisio-nali che li riguardano in prima persona.

Questo tipo di esperienza, che rende i giovani protagonisti, ha lo scopo di motivarli a interessarsialla vita pubblica e a conoscere i meccanismi dei processi decisionali che spesso appaiono loro troppocomplessi, inaccessibili e distanti dalla quotidianità. In sostanza, è offerta ai giovani l’opportunitàdi influire sui processi decisionali delle istituzioni democratiche e di giocare un ruolo attivo comecittadini nelle proprie comunità locali e a livello europeo.

L’azione secondaria 5.1 è pertanto rivolta ad associazioni o organizzazioni senza scopo di lucro, entipubblici locali, regionali o enti attivi nel settore della gioventù a livello europeo. I suddetti promotori devono coinvolgere nelle attività giovani tra i 15 e i 30 anni residenti in unPaese aderente al Programma, mentre non è previsto alcun limite di età per quanto concerne lapartecipazione dei decision-makers.

In sintesi, nell’ambito dell’Azione 5.1 vengono finanziate le seguenti attività:

INCONTRI NAZIONALI

SEMINARI TRANSNAZIONALI

Incontri a livello locale, regionale o nazionale or-ganizzati da un promotore residente in un Paeseaderente al Programma e che prevedono:a) spazi di dibattito e informazione su questioni

relative al dialogo strutturato o alle politichee alle tematiche europee;

b) attività preparatorie per l’evento ufficiale suigiovani organizzato da ciascuna Presidenzain carica dell’UE;

c) attività collegate alla Settimana Europea del-la Gioventù;

d) attività di promozione del dialogo e dellacooperazione tra i diversi settori dell’educa-zione formale e non formale.

Incontri tra giovani e responsabili politici orga-nizzati da promotori di almeno 5 Paesi aderenti alProgramma per la discussione e lo scambio diidee e buone prassi in merito alle priorità e gliobiettivi del dialogo strutturato nell’ambito del“quadro rinnovato di cooperazione europea nelsettore della gioventù (2010-2018)”.

Azione 5.1 4

Gli Incontri Nazionali e i Seminari Transnazionali, potranno essere preceduti da attività di consultazionedei giovani circa le tematiche sulle quali verteranno gli incontri stessi (ad esempio consultazioni on-line,questionari, sondaggi d’opinione, ecc.).Il presente vademecum si concentrerà in particolare sui “Seminari Transnazionali” per l’indubbio valoreaggiunto ravvisabile nel partenariato internazionale, nell’apprendimento interculturale e nella possibilitàper il progetto di raggiungere un impatto di più ampio respiro. I progetti di seminari transnazionali, rea-lizzati in collaborazione con i partner, consentono ai giovani di condividere l'esperienza della propria realtàlocale con i colleghi europei: una dimostrazione pratica di come i progetti transnazionali aumen-tino nei giovani la consapevolezza del proprio ruolo di cittadini europei attivi nel processo decisio-nale comunitario.Sia che partecipiate alla progettazione di un seminario giovanile nazionale che transnazionale, dovretecondividere con tutti i partner coinvolti ciascuna fase di elaborazione del progetto, a cominciare dalla suaideazione e preparazione.

Nella fase d’ideazione s’intersecano e si sovrappongono due momenti che possono essere definiti di stu-dio del programma “Gioventù in Azione” e di studio preliminare del progetto:• studio del programma Gioventù in Azione: è fondamentale familiarizzare con i principali documenti e

linee guida del programma, in modo da aver chiari quali sono gli obiettivi generali e specifici che si po-ne, le priorità sulle quali i progetti devono concentrarsi, quali soggetti/beneficiari possono essere coinvolti;

• studio preliminare dell’idea: consiste nel definire a livello generale l’obiettivo del progetto, il tema delprogetto e le competenze/conoscenze da acquisire, l’idea di come pensate di realizzarlo, le priorità egli obiettivi del quadro per la cooperazione in materia di gioventù cui aderire, la composizione del gruppodei partecipanti.

Per quanto concerne il profilo dei partecipanti – che verrà valutato ai fini della concessione della sovven-zione - ricordatevi di assicurare l’equa partecipazione di genere (maschi/femmine) e per Paese di origine(in caso di seminari transnazionali) e di rispettare le disposizioni relative al loro numero (come da “Guida alProgramma”).

In particolare, i progetti incentrati sul dialogo strutturato sono concepiti per essere realizzati con e attra-verso le organizzazioni giovanili attive nei dibattiti sulle tematiche giovanili a livello locale, regionale,nazionale o europeo. A questo proposito, il target naturale, ma non esclusivo, di questa Azione seconda-ria, è rappresentato dagli organismi rappresentativi dei giovani (es. Forum Nazionale Giovani, consul-ta giovanile, ecc.) e dalle organizzazioni non governative che operano nel settore della gioventù; questatipologia di progetti dovrà comunque mirare a sviluppare strategie innovative ed efficienti per coinvol-gere altri gruppi target, ad esempio giovani che sono impegnati nella società ma non sono collegatia nessuna organizzazione, nonché includere giovani provenienti da contesti svantaggiati e conminori opportunità (problemi di mobilità, problemi di salute, ecc.).In generale, i promotori dovrebbero lavorare assieme, per la realizzazione del proprio progetto, sullatematica e la metodologia strettamente stabilite nell’ambito dell’Azione secondaria 5.1, incoraggiando ildialogo e l’incontro interculturale con altri partecipanti provenienti da ambienti ed eventualmente Paesidiversi (in caso di seminari transnazionali). Promotori e partner dovrebbero poi tradurre tale tematica inun programma di attività concrete che promuovano lo sviluppo socio-educativo e personale di tutti i sog-getti coinvolti in un contesto di apprendimento non formale. Tale processo dovrebbe anche essere analiz-zato nel corso del progetto: i promotori dovrebbero, infatti, pianificare uno spazio di riflessionesulle esperienze e i risultati dell’apprendimento acquisiti, per ottenere feedback dai partecipantie adattare il programma di conseguenza.

Azione 5.1 5

APPROFONDIMENTO

Il quadro rinnovato di cooperazione europea nel settore della gioventù per il periodo 2010-2018

E’ bene ricordare le priorità e gli obiettivi stabiliti dalla Risoluzione del Consiglio del 27 no-vembre 2009 su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018), in quanto, un progetto nell’ambito dell’Azione secondaria 5.1, deve necessaria-mente aderirvi.Tale quadro “rinnovato” punta a migliorare l’efficienza e l’efficacia della cooperazioneeuropea definendo una strategia per il prossimo decennio fondata sui progressi ottenuti esulle lezioni apprese nell’ambito del quadro precedente.

La cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2010-2018 punta a dueobiettivi globali correlati: • creare, all'insegna della parità, maggiori opportunità nell'istruzione e nel mercato

del lavoro; • promuovere la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e la solidarietà.

A tal fine si sviluppano e si promuovono iniziative specifiche rivolte ai giovani e iniziative diintegrazione per inserire le questioni relative ai giovani in altre politiche. Il quadro rinnovatodelinea otto campi d’azione in cui vanno avviate iniziative intersettoriali per sostenere i giovani:• istruzione e formazione; • occupazione e imprenditorialità; • salute e benessere; • partecipazione; • volontariato; • inclusione sociale; • i giovani nel mondo; • creatività e cultura.

La cooperazione europea in materia di gioventù deve osservare alcuni principi guida e nellospecifico:• promuovere il principio delle parità di genere; • combattere la discriminazione in qualsiasi forma; • tenere presente le differenze tra i giovani, soprattutto di quelli più svantaggiati; • prevedere la partecipazione dei giovani all’elaborazione delle politiche.

La cooperazione europea dovrebbe produrre risultati chiari e visibili che dovrebbero essere pre-sentati, riesaminati e diffusi periodicamente. Il successo dipende dall’impegno politico degli Statimembri e dall’utilizzo di metodi di lavoro basati su: • una serie di 3 cicli triennali (il primo ciclo coprirà il triennio 2010-2012); • una priorità tematica generale per ogni semestre di Presidenza del Consiglio dell’Unione

Europea e priorità specifiche per ogni Paese della Presidenza che contribuiranno alla prio-rità tematica generale (le priorità del periodo 2010 - dicembre 2012 sono illustrate di segui-to nella trattazione);

• strumenti di attuazione (acquisizione di conoscenze, apprendimento reciproco, relazioni sul-

Azione 5.1 6

l'andamento dei lavori, divulgazione dei risultati, controllo del processo, dialogo con i giovani, mo-bilitazione dei programmi e fondi dell’UE).

Link di riferimento: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2009:311:0001:01:IT:HTML

Tenendo presente questa premessa generale, vi invitiamo a inquadrare il vostro progetto di “Incontri deigiovani con i responsabili delle politiche per la gioventù” nell’ambito dell’obiettivo generale di GiA chemira a “favorire la cooperazione europea nel settore della gioventù”.

CONOSCIAMO L’OBIETTIVO GENERALE“Favorire la cooperazione europea nel settore della gioventù"

L'obiettivo generale dell’Azione 5 del Programma GiA "Favorire la cooperazione europea nel set-tore della gioventù" si propone di:• incoraggiare lo scambio di buone prassi e la cooperazione tra i decision-makers e gli operatori

giovanili;• favorire il dialogo strutturato tra i responsabili politici e i giovani;• migliorare la conoscenza e la comprensione della gioventù.

Il presente vademecum si concentrerà in particolare – ai fini della presentazione della domanda disovvenzione – sui seminari transnazionali incentrati sul dialogo strutturato.

Scopo del dialogo strutturato è fungere da sede di riflessione comune e permanente sulle priorità,l'attuazione e il monitoraggio della cooperazione europea in materia di gioventù. Esso mira a coin-volgere i giovani e le organizzazioni giovanili nelle consultazioni a tutti i livelli negli Stati membri,in particolare in occasione delle conferenze sulla gioventù organizzate a livello dell'UE e durantela Settimana Europea della gioventù.

In concreto, per dialogo strutturato in materia di gioventù si intende il processo per cui i governie le amministrazioni, comprese le istituzioni dell'Unione europea, discutono alcune tematiche prio-ritarie scelte con i giovani, per permettere ai giovani stessi di incidere sul processo decisionale nel-l’ambito delle politiche giovanili a livello europeo. Tale dibattito è strutturato in termini di temi edi tempi: gli eventi in cui i giovani possono discutere i temi tra di loro e anche con i politici UE, so-no organizzati su base regolare e fissati a livello europeo.E’ stato infatti stabilito che il dialogo strutturato dovrebbe basarsi su cicli di lavoro di 18 mesi, cia-scuno incentrato su una tematica generale corrispondente alle priorità della cooperazione euro-pea, integrati eventualmente da una priorità specifica stabilita dalla Presidenza di turno dell’UE.

Il dialogo strutturato si traduce dunque in un meccanismo di consultazione su più livelli: consulta-zioni con i giovani e le organizzazioni giovanili a tutti i livelli negli Stati membri e consultazioni inoccasione delle Conferenze UE sulla gioventù organizzate dalle Presidenze di turno e durante laSettimana Europea della gioventù. Per implementare tali processi di consultazione, sono state create nuove strutture a livello nazio-nale ed europeo.Al fine di raggiungere i giovani a livello locale, regionale e nazionale, gli Stati membri sono statiinvitati a istituire Gruppi di lavoro nazionale, composti da rappresentanti dei ministeri della gio-ventù, dei Consigli nazionali della gioventù, dei consigli dei giovani locali e regionali, organizza-zioni giovanili, soggetti attivi nell'animazione giovanile e ricercatori nel settore della gioventù.Questi gruppi di lavoro nazionali hanno il compito di organizzare le consultazioni dei giovani ne-gli Stati membri sulla tematica generale stabilita a livello europeo per il ciclo di lavoro di 18 mesi,in modo da preparare contributi e raccomandazioni che verranno discussi durante le ConferenzeUE sui giovani organizzate sullo stesso tema da ciascun Stato membro della troika presidenzialedi turno.Il Comitato Direttivo Europeo (European Steering Committee) per il dialogo strutturato coordina,invece, l'attuazione del processo a livello europeo. Esso è composto da rappresentanti dei ministeri

Azione 5.1 7

Azione 5.1 8

della gioventù degli Stati membri dei tre Paesi di turno della Presidenza UE, dei Consigli nazionalidella gioventù e delle Agenzie Nazionali del programma “Gioventù in Azione”, da rappresentantidella Commissione europea e del Forum europeo della gioventù. Il Forum europeo della gioventùriveste la carica di presidente del Comitato Direttivo Europeo.

Il seguente schema sintetico, elaborato dalla Polonia durante il suo semestre di Presidenza dell’ UE, rap-presenta un utile strumento esplicativo per comprendere il complesso processo di attuazionedel dialogo strutturato in materia di gioventù:

LIV

ELLO

DIP

LOM

ATI

CO

ALTRI AMBITIDI POLICY

ALTRI AMBITIDI POLICY

NAZIONALI

CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO 27 MINISTRI

LIV

ELLO

UE

LIV

ELLO

NA

ZIO

NA

LE

CONCLUSIONI CONFERENZA EUROPEA SUI GIOVANI

WORKSHOP E DOCUMENTI DI BACKGROUND

RAPPRESENTANTI DEI MINISTRI E DELEGATI GIOVANILI

COMITATO DIRETTIVO EUROPEO:COMMISSIONE EUROPEA, FORUM GIOVANI,3 MINISTRI, 3 AGENZIE NAZIONALI, 3FORUM

NAZIONALI GIOVANI

GRUPPI DI LAVORO - FUNZIONARI PAESI UE

GRUPPI DI LAVORO - FUNZIONARI PAESI UE

ADOTTANO RACCOMANDAZIONI SULLA POLICY

PREPARANO INPUT PER POLICY-MARKING

GRUPPI DI LAVORO NAZIONALIMINISTERO E FORUM NAZIONALE GIOVANI

CONSULTAZIONI

GIOVANI

X27

(...) 4-5 meeting

Azione 5.1 9

Nella risoluzione del Consiglio UE del giugno 2011 sul dialogo strutturato con i giovani, è stato stabilitoche il dialogo proseguirà con un secondo ciclo di lavori di 18 mesi (1° luglio 2011-31 dicembre 2012) la cuipriorità tematica generale della cooperazione europea in materia di gioventù sarà la partecipazione deigiovani, con un particolare accento sulla partecipazione alla vita democratica. Tale priorità, così come le priorità specifiche che andremo a indicarvi qui di seguito, costituiscono letematiche guida con cui dovrà necessariamente confrontarsi un progetto nell’ambito dell’azione secon-daria 5.1 “Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù”.

Le priorità specifiche per il trio di presidenza del secondo ciclo di lavori sono le seguenti:

1° luglio 2011-31 dicembre 2011 — I giovani nel mondoNella seconda metà del 2011 saranno evidenziati i seguenti punti:• intensificare la cooperazione tra i giovani dell'Unione europea e quelli dei paesi dell'Europa

orientale e del Caucaso, con particolare riguardo alla mobilità dei giovani;• nell'ambito del quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù, sensibilizzare

alla situazione dei giovani e alla politica per la gioventù nei paesi dell'Europa orientale e delCaucaso;

• riflettere sul ruolo che la promozione e il riconoscimento dell'apprendimento di tipo informale enon formale rivestono per i giovani, tenendo conto del contesto dell'anno europeo delle atti-vità di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva e dei risultati della valutazioneintermedia del programma «Gioventù in azione».

1° gennaio 2012-30 giugno 2012 — Creatività e innovazioneNella prima metà del 2012 saranno evidenziati i seguenti punti:• incoraggiare la creatività, la capacità innovativa ed il talento dei giovani come strumento di parte-

cipazione attiva nella società e di maggiore occupabilità sul mercato del lavoro;• attingere alle varie iniziative lanciate durante l'anno europeo della creatività e dell'innovazione;• scambiare buone pratiche sul modo di coinvolgere un maggior numero di giovani nel processo

decisionale democratico.

1° luglio 2012-31 dicembre 2012 — Partecipazione e inclusione socialeNella seconda metà del 2012 saranno evidenziati i seguenti punti:• rafforzare la partecipazione delle organizzazioni non governative (ONG) e dei giovani in gene-

rale al processo decisionale;• potenziare ed incoraggiare la partecipazione dei giovani a livello locale;• promuovere l'inclusione di tutti i giovani nella vita sociale e democratica.

Azione 5.1 10

Una volta presa confidenza con il programma “Gioventù in Azione”, riflettete su come la vostraidea sia attinente alle priorità permanenti del Programma: cittadinanza europea, partecipazionedei giovani, diversità culturale, inserimento dei giovani con minori opportunità. Ricordate che nonè necessario che la vostra idea progettuale aderisca obbligatoriamente a tutte le priorità del pro-gramma GiA così come a tutti gli obiettivi: identificate, pertanto, le tematiche realmente pertinen-ti alle finalità del vostro progetto!

PER APPROFONDIRE

Dopo cinque anni trascorsi dall’adozione del Dialogo Strutturato Europeo come strumento per ilraggiungimento degli obiettivi comuni dei Paesi UE per la partecipazione e l’informazione deigiovani, l’Agenzia Nazionale Giovani si propone di verificare la conoscenza dei principi allabase del processo tra gli stakeholders e di condividere le buone prassi eventualmente rea-lizzate a livello locale, regionale e nazionale, con il fine di rilanciare il Dialogo StrutturatoEuropeo come strumento comune nella realizzazione delle politiche per i giovani.

Per maggiori informazioni: http://ang.dialogostrutturato.it/

Per approfondire le tematiche e le priorità dell’Azione: Il sito dell’Agenzia Nazionale Giovani: http://www.agenziagiovani.it/home.aspx

Il Portale europeo dei giovani: http://europa.eu/youth/index.cfm?l_id=IT

Il quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018)http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2009:311:0001:01:IT:HTML

Il dialogo strutturato europeo: http://ang.dialogostrutturato.it/

The European Youth Forum: http://www.youthforum.org/

European Citizenship Portal: http://www.european-citizenship.org

Azione 5.1 11

LE QUATTRO PRIORITÀ PERMANENTI E L’APPRENDIMENTO NON FORMALE

Il motore del programma gioventù in azione

Le quattro priorità e l’apprendimento non formale rappresentano i pilastri su cui si basa il programmaGioventù in Azione. Occorre dunque impadronirsi di questi concetti chiave per poter realizzareun’iniziativa efficace. Come vedrete, i temi affrontati sono fortemente legati tra loro.

Partecipazione dei giovani La nozione di partecipazione dei giovani nella società è in continua evoluzione. La Carta europea dellapartecipazione dei giovani alla vita locale e regionale afferma che “partecipare ed essere un cittadinoattivo, vuol dire avere il diritto, i mezzi, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegnoper intervenire nelle decisioni, influenzarle e impegnarsi in attività e iniziative che possano contribuirealla costruzione di una società migliore”.Questa definizione non limita dunque la partecipazione alla vita democratica di una comunità, qualun-que essa sia, unicamente al fatto di votare o di presentarsi a delle elezioni, per quanto importanti sianotali elementi; evidenzia, invece, come partecipare, significhi esercitare influenza e responsabilità su deci-sioni e azioni che hanno un impatto sulla vita dei giovani o sono semplicemente importanti per loro. Inquesto approccio, che rispecchia anche le finalità del Programma “Gioventù in azione”, i giovanisono visti come attori attivi nelle proprie organizzazioni o nella vita delle proprie comunità e pertanto

dovrebbero ricevere l’opportunità di esprimere i propri bi-sogni e di trovare la strada per soddisfarli.

Per introdurre i principi della partecipazione giovanilein una comunità possiamo utilizzare il modello ideatoda Marc Jans e Kurt de Backer, che fa riferimento alle“tre C per una partecipazione di successo”: Challenge(Sfida), Capacity (Capacità), Connection (Connessione).Secondo questo approccio, per costruire un progettodi successo è necessario che i giovani trovino il giustoequilibrio tra i propri interessi, le proprie capacità e ipropri limiti. In secondo luogo, bisogna che i giovani

siano coinvolti in tutto il processo, in modo da accrescere il loro senso di appartenenza.Questo modello suggerisce dunque che:• la partecipazione dovrebbe fondarsi su una sfida, ovvero su un’attività stimolante, convincente

e d’interesse per i giovani;• la partecipazione dovrebbe fondarsi sulla capacità: i giovani devono possedere le competenze

necessarie per impegnarsi nella sfida, altrimenti potrebbero rinunciarvi con conseguente sensodi sfiducia e frustrazione. Il progetto dovrà colmare le eventuali lacune dei giovani e offrireoccasioni di apprendimento informale;

• la partecipazione dovrebbe fondarsi su una connessione, ovvero i giovani dovrebbero sentireun legame con l’attività che deve essere adattata e compatibile con il loro mondo.

L’articolo 165 del trattato di Lisbona dispone che l’azione dell’Unione europea deve essere intesaa incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell’Europa.

Azione 5.1 12

La partecipazione giovanile costituisce pertanto un elemento, un indicatore e un punto d’inizio peril progresso democratico di una società in generale, laddove la democrazia prevede che tutti coloro chesiano oggetto di decisioni siano anche parte attiva del processo decisionale stesso.

Si può dire dunque che le sfide alla partecipazione giovanile si riflettono essenzialmente nella capacitàdi saper organizzare idee e azioni in modo da lavorare in gruppi di coetanei che condividano gli stessiobiettivi, pur prendendo in considerazione i diversi valori e bisogni di ciascuno, e così sviluppando un sensodi responsabilità verso se stessi e nei confronti della comunità di appartenenza.Lo sviluppo di tali forme di organizzazione giovanile può assumere, dunque, un ruolo complementarerispetto alle misure pianificate dalle istituzioni per assicurare la piena partecipazione dei cittadini inuna società democratica. La partecipazione giovanile può apportare benefici concreti e visibili non soltanto ai giovani stessi, maanche alle organizzazioni/istituzioni e comunità in cui essi sono inseriti.

Una partecipazione giovanile “di qualità”:• produce un cambiamento positivo nella vita dei giovani. La partecipazione non deve essere

vista soltanto come un fine cui tendere, ma come un mezzo per ottenere un cambiamentopositivo della società. I giovani possono contribuire a questo cambiamento, specialmente quandone riscontrano direttamente gli effetti positivi;

• fa in modo che si senta “la voce” dei giovani. I giovani chiedono di essere ascoltati e desideranoche i propri punti di vista siano presi in considerazione seriamente. Tramite la partecipazioneattiva, essi possono esprimere le proprie opinioni in diversi ambiti e ricevere l’opportunità chequeste siano prese in considerazione;

• aiuta gli adulti a comprendere i bisogni e i punti di vista dei giovani. Lavorare direttamente coni giovani e coinvolgerli nei processi di consultazione può certamente creare opportunità perricevere informazioni di prima mano sulle esigenze dei giovani;

• aiuta i giovani a sviluppare competenze che permettano loro di collaborare in modo efficientecon gli adulti. Lavorando con gli adulti i giovani hanno l’opportunità di apprendere come debbaessere impostato il rapporto di collaborazione;

• crea opportunità per gli adulti di condividere la propria conoscenza ed esperienza con i giovaniin un ruolo non autoritario e gerarchico. I giovani in genere non amano che gli si dica ciò chedevono fare, preferiscono esplorare e imparare facendo. Essi però sanno anche apprezzare chiha più esperienza e conoscenze di loro. Se gli adulti saranno capaci di non imporre le propriedecisioni, i giovani saranno meglio predisposti a imparare da essi, e conseguentemente riusci-ranno a beneficiare della loro esperienza;

• rende i processi decisionali più rappresentativi. Se ai giovani viene concesso di partecipare aiprocessi decisionali, c’è una probabilità maggiore che i loro punti di vista vengano presi in con-siderazione e soddisfatti i loro bisogni;

• stimola nuovi approcci e idee per risolvere problemi locali e regionali. I giovani sono tradizional-mente esclusi dalla maggior parte dei processi decisionali, mentre gli adulti esercitano la mag-gior parte del potere. Laddove i giovani sono stati invitati a collaborare per risolvere problemilocali che li riguardavano, essi hanno saputo apportare nuove idee e stimolare i decisori adandare oltre gli approcci tradizionali.

Azione 5.1 13

La cittadinanza europea e la dimensione europeaLa cittadinanza europea è sia un processo sia uno status che idealmente permette agli individui diessere pienamente se stessi e allo stesso tempo essere una parte attiva delle proprie comunità intutta Europa. Tutto questo senza rinunciare ad alcuna parte della propria identità o senso diappartenenza, quanto piuttosto approfondendoli. Nel concreto, il concetto di cittadinanza europea, alla luce dei continui cambiamenti sociali, politicie tecnologici, è un’idea dinamica e “under construction”. Tale complessità va sempre tenuta a mentenella stesura dei progetti perché vi si chiede anche di indagare e arricchire il senso di appartenenzaall’Europa. In fondo la domanda semplice che ci dobbiamo porre è: abbiamo fatto l’Europa, oracome facciamo gli europei?

Essere cittadino europeo significa riconoscersi nei valori di libertà e democrazia su cui sono fondate leistituzioni europee. La democrazia è un modo di vivere insieme in una comunità, dove la parteci-pazione alle scelte da compiere deve vedere coinvolto il più ampio numero di persone. I progetti dovrebbero dunque promuovere una “cittadinanza democratica”. Ciò significa favoriretutte quelle attività che aiutino i giovani a partecipare attivamente alla vita politica e sociale, rico-noscendo ed esercitando i propri diritti e le proprie responsabilità. Ma non solo, le iniziative ideatedovrebbero educare a una “cittadinanza democratica”, prevedendo di rispondere alle esigenze diconoscenza necessarie agli individui per esercitare i propri diritti e adempiere ai propri doveri nelcontesto dei sistemi giuridici e politici che regolano la cittadinanza, a livello nazionale, europeoe internazionale. L’educazione alla cittadinanza europea è dunque legata allo sviluppo dellaconoscenza dei sistemi politici e giuridici (ad es. diritti civili e politici, altri diritti umani, dovericivici), all’acquisizione di competenze civiche e sociali e alla maturazione di atteggiamenti criticicostruttivi e favorevoli alla democrazia.

Un secondo elemento importante dell’Azione, strettamente legato al precedente, è la dimensioneeuropea. Un progetto nell’ambito dell’Azione secondaria 5.1 deve avere una dimensione europea,deve cioè affrontare temi di interesse europeo e/o problematiche comuni e/o i valori di riferimen-to dell’UE. Ciò significa che nella scelta del tema che andrete a sviluppare nel progetto, oltre a definirlochiaramente, dovrete rappresentare un’esigenza/fabbisogno sia del vostro gruppo sia dell’UnioneEuropea.

• Consiglio d’Europa - Carta europea riveduta della partecipazione dei giovanialla vita locale e regionale

• Put Your imprint on societyhttp://www.salto-youth.net/downloads/4-17-1697/salto_mag_Final.pdf

PER APPROFONDIRE

http://www.coe.int/t/dg4/youth/Source/Coe_youth/Participation/COE_charter_participation_it.pdf

Azione 5.1 14

Inclusione di giovani con minori opportunitàIl concetto di “Inclusione” definisce una situazione ideale nella quale tutte le persone che vivonoin una determinata società hanno pari diritti di accesso e di partecipazione. Situazione ideale chenon si realizza nella realtà, trasformando l’inclusione in un obiettivo da perseguire: favorire unamigliore e piena integrazione della persona nel contesto sociale ed economico nel quale vive, in-centivare il suo inserimento e la sua partecipazione.Il Programma Gioventù in azione si pone questo obiettivo in riferimento ai giovani con minori opportu-nità, ovvero quei giovani che si trovano in una situazione di svantaggio rispetto ai loro coetanei.Non ci sono solo condizioni soggettive all’origine dell’esclusione (una disabilità, una dipendenza, ecc.)ma anche culture e contesti che generano esclusione sociale. Per rischio di esclusione si deve quindiintendere un concetto dinamico che consideri anche le condizioni che possono, in qualsiasi momentodella vita di ciascuno, accrescere il rischio di essere esclusi (disoccupazione, basso reddito, bassolivello d’istruzione, dover emigrare, ecc.).

Un progetto che si prefigge l’obiettivo di favorire l’inclusione dei giovani, nell’ambito della normaledefinizione delle attività, deve porre l’attenzione su tre elementi essenziali:• il coinvolgimento: entrare in contatto con giovani emarginati oltre a essere complicato non è suffi-

ciente. Occorre coinvolgerli, farli sentire protagonisti e beneficiari del progetto, dando valore al ba-gaglio di conoscenze che possono portare e offrendo loro qualcosa di attraente e stimolante, nuoveopportunità che sino ad ora sono state per loro irraggiungibili. È auspicabile che ci sia un collegamen-to con la comunità locale, con l’obiettivo di colmare il divario tra i giovani e la società.

• la socializzazione: è necessario innescare e favorire un processo di socializzazione, aiutando i giovania comunicare e a collaborare tra loro. Messi nella condizione di conoscere e incontrare altri giovani, iloro pregiudizi, stereotipi e certezze verranno messi in discussione. Nonostante le differenze, scopri-ranno che altri giovani condividono le stesse speranze e aspirazioni per il futuro. I giovani capisconopiù a fondo la vita degli altri quando vi è una connessione di tipo emotivo.

• l’autostima: accrescere l’autostima è obiettivo importante di tutti i progetti riguardanti i giovani, an-cora di più quando sono volti all’inclusione. La bassa autostima è spesso messa in collegamento conuna vasta gamma di problemi sociali. L’autostima viene da dentro noi stessi, ma un elemento chiave peril suo sviluppo è la costruzione personale del senso di adeguatezza che risulta dall’interazione con gli al-tri e con l’ambiente in cui si vive. I giovani svantaggiati, per definizione, hanno minori opportunità disperimentare queste interazioni che generano fiducia, un feedback positivo, un senso di adeguatezza.

• Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-kit: "In Costruzione...Cittadinanza, Gioventù ed Europa"

• “What could European Citizenship in youth work look like?”http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Training/EC_Valorisation_Publication.pdf

PER APPROFONDIRE

http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/T-kits/7/Tkit_7_IT

• Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-Kit “InclusioneSociale”

• Salto-Youth ID Booklet “Idee per l’inclusione e la diversità”http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-2069/IDBookletIT.pdf

PER APPROFONDIRE

http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/8/Italian/tkit8_italian.pdf

Azione 5.1 15

La diversità culturale e la dimensione interculturaleIl preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea afferma che: “L'Unione Europeasi fonda sui valori indivisibili ed universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà;l’Unione si basa sui principi di democrazia e dello Stato di diritto (…). L'Unione contribuisce al mante-nimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture e delle tradi-zioni dei popoli europei, dell'identità nazionale degli Stati membri". Il concetto di diversità costituiscedunque uno dei pilastri dell’Unione Europea per conseguire i propri obiettivi strategici di cooperazionee integrazione e costruire un’Europa più inclusiva. Seguendo questo approccio, la dimensione interculturale dei progetti costituisce uno strumento fon-damentale per promuovere il dialogo tra diverse culture e per coinvolgere i giovani europei nella vitapolitica e sociale delle proprie comunità.

La cultura viene considerata come il “software” che le persone usano nella vita di tutti i giorni; vienecomunemente descritta come quell’insieme complesso di conoscenze, idee, leggi, fedi, costumi, tradi-zioni e di tutte quelle capacità e abitudini che una persona acquisisce volontariamente o involontaria-mente nel suo essere parte di una nazione.La cultura può essere considerata come un iceberg di cui solo una piccola parte emerge dall’acqua edè visibile: architettura, arte, cucina, musica, lingua, ecc. La punta dell’iceberg è però sostenuta da unaparte molto più grande e solida che si trova sott’acqua ed è perciò invisibile. Le fondamenta della cul-tura sono difficili da individuare: la storia del gruppo, le sue regole, i valori, le stesse idee sullo spazio,la natura, il tempo, ecc. Il modello iceberg sottolinea la difficoltà a capire i popoli con basi culturalidiverse poiché è possibile individuare solo le parti visibili del “loro iceberg”, senza riuscire a vederesubito quali sono le basi sulle quali poggiano. Ci ricorda anche che negli incontri interculturali, quelleche a prima vista possono sembrare affinità, potrebbero basarsi su presupposti completamente diver-si della realtà. L’apprendimento secondo un approccio interculturale significa perciò rendersi conto diquella parte inferiore del proprio iceberg.

C’è una differenza abissale tra accettare un’azione e capirla. Obiettivo del dialogo interculturale è quellodi rendere possibile la comprensione delle idee e delle azioni di persone con differenti backgroundculturali anche senza doverle necessariamente condividere.

La sfida di ogni progetto nel campo della gioventù è di favorire l’apprendimento interculturale deipartecipanti, attraverso esercizi e processi di educazione non formale che aiutino i giovani a rafforzarela propria identità individuale o di gruppo non in contrapposizione ma in comunicazione con gli altri;a sviluppare una personalità curiosa, attenta, disponibile, sensibile e rispettosa dell’altro; a stimolarela riflessione su di sé, sugli altri, sugli stereotipi e i pregiudizi; a prendere coscienza della complessitàdei punti di vista e quindi essere capace di cambiare il proprio essere; in conclusione, ad affrontaremeglio le difficoltà delle società moderne.È infine utile conoscere le principali linee guida su cui poggia l’apprendimento interculturale nel lavorogiovanile:• l’apprendimento interculturale si basa su un processo di apprendimento lento e continuo. Coinvolge

sia la ragione sia i sentimenti;• l’apprendimento interculturale si basa sulla diversità e la differenza, sul pluralismo, su domande

aperte e complesse e infine sulla riflessione e il cambiamento;• l’apprendimento interculturale si basa sul confronto tra me e te, sui legami e la solidarietà, sul prendere

seriamente gli altri;• l’apprendimento interculturale si basa sulla formazione e il cambiamento dell’identità personale,

Azione 5.1 16

sulla comprensione dei cambiamenti di significato, sull’accettazione di tensioni e contraddizioni;• l’apprendimento interculturale attribuisce grande importanza alle differenze e ai diversi contesti

di vita;• l’apprendimento interculturale si basa sulla democrazia e la cittadinanza, porta a schierarsi contro

l’oppressione e l’esclusione e i meccanismi sui quali si fondano.

Arrivati a questo punto, chiedetevi in che modo il vostro progetto sia collegato alle priorità annuali(2012) del Programma “Gioventù in Azione”: Disoccupazione giovanile, Lotta contro la povertà el'emarginazione, Creatività e imprenditorialità, Lo sport per promuovere stili di vita salutari, inclusio-ne sociale e partecipazione attiva, Sfide ambientali globali e cambiamento climatico. Ancora una vol-ta non è necessario focalizzarsi su tutte le priorità, ma scegliere soltanto quelle in linea con ilvostro progetto. Ricordatevi che gli obiettivi generali, le priorità permanenti e annuali, vi spie-gano perché il vostro progetto è importante nel quadro del Programma “Gioventù in Azione”.

• Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea

• Consiglio d’Europa – Commissione Europea T-Kit “Apprendimento Interculturale”http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/T-kits/4/Tkit_4_ITA

PER APPROFONDIRE

http://www.europarl.europa.eu/charter/default_it.htm

Azione 5.1 17

APPRENDIMENTO NON FORMALE

L'apprendimento non formale è quello che ha luogo al di fuori del curriculum previsto dal-l’istruzione formale. Le attività di apprendimento non formale si svolgono su base volonta-ria e sono accuratamente progettate per favorire lo sviluppo personale, sociale e professio-nale dei partecipanti. In Europa, la maggior parte dei cittadini ha ricevuto nella propria vitauna qualche forma di scolarizzazione. Questa istruzione scolastica formale si basa normal-mente su una relazione “verticale” tra studente e insegnante: colui che possiede la conoscenzae la trasmette (insegnante) e colui che la riceve (discente). L’istruzione non-formale, al con-trario, può essere spiegata con la formula “learning by doing”, ovvero imparare direttamentesul campo. La metodologia di apprendimento consiste nell’interazione tra i discenti e leconcrete situazioni di cui fanno esperienza. Non vi sono insegnanti che impartiscono lezioniex-cathedra: i giovani, gli animatori giovanili, gli educatori (trainer) sviluppano insiemeconoscenze e competenze, in una relazione “orizzontale”.

I principi dell'apprendimento non formale:• Utilizza metodi partecipativi, incentrati su chi apprende. • Costruito in base agli interessi dei giovani.• La valutazione di fallimento o successo non è mai individuale ma collettiva, diritto di sbagliare.• Realizzato in ambienti e situazioni nelle quali la formazione e l'apprendimento non sono

l'unica attività.• Il contesto di apprendimento deve mettere a proprio agio i partecipanti.• Le attività sono guidate da facilitatori dell’apprendimento, sia professionisti sia volontari.• Le attività sono pianificate in base a obiettivi e si rivolgono a gruppi target specifici.

Le metodologie partecipative utilizzate nell’educazione non formale sono molte e sono stret-tamente legate agli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso il proprio progetto -un’iniziativa focalizzata sull’inclusione di giovani con minori opportunità, svilupperà strumentidi apprendimento diverse da attività che mirano a educare alla cittadinanza europea. Ognisituazione è diversa. Leggete i metodi presentati nelle varie pubblicazioni che vi consigliamocome approfondimento e in questa prospettiva sceglieteli, adattateli o create qualcosa dinuovo a secondo delle particolari esigenze del gruppo. I metodi presentati non sono veritàassolute, sono degli esempi, una raccolta di esperienze utili.

Nello sviluppo delle attività educative e nella definizione dei contenuti è importante spiegare chia-ramente quali sono le competenze chiave sviluppate nel nostro processo di apprendimento.Gli elementi qualitativi da considerare nella realizzazione di un’attività di apprendimento nonformale sono: chiarezza degli obiettivi - qualità dello staff (volontari e professionali) - varietàdei metodi partecipativi utilizzati - equilibrio tra attività educative individuali e di gruppo- divisione appropriata del tempo tra studio, svago e tempo privato - equilibrio traapprendimento cognitivo, emotivo e comportamentale nella definizione delle attività.

Azione 5.1 18

Le competenze chiave per l’apprendimento permanente L’Unione Europea ha identificato e definito otto competenze che contribuiscono alla realiz-zazione personale, alla coesione sociale, alla cittadinanza attiva e all’occupazione. Le istitu-zioni europee e i governi nazionali basano le loro strategie per una istruzione e formazionedi qualità su tale raccomandazione. Per “competenza” si intende una combinazione diconoscenze, abilità e attitudini adeguate per affrontare una situazione particolare. Nello spe-cifico i giovani dovrebbero acquisire tali competenze per poter affrontare al meglio la vitaadulta.Esse sono: 1. Comunicazione nella madrelingua. 2. Comunicazione nelle lingue straniere. 3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia. 4. Competenza digitale. 5. Imparare ad imparare. 6. Competenze sociali e civiche. 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità. 8. Consapevolezza ed espressione culturale.

I progetti in campo giovanile contribuiscono, attraverso l’educazione e l’apprendimento nonformale, in varia maniera all’acquisizione delle competenze chiave. Un progetto può svilup-pare, ad esempio, le competenze civiche e sociali, la comunicazione in una lingua stranieraecc. Nell’ideazione della vostra iniziativa dovete sempre interrogarvi su quali competenzechiave svilupperete.

È utile sapere che i centri risorse Salto-Youth mettono a disposizione un database denominatoTOY di trainer esperti in educazione non formale che potete contattare direttamente o tramiteSalto (http://www.salto-youth.net/tools/toy/).

Per maggiori approfondimenti e per esplorare e sviluppare nuovi metodi a seconda dellavostra situazione di apprendimento e formazione, vi suggeriamo:

• T-Kit “Fondamenti della Formazione” (per animatori):http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/6/Italian/tkit6_italian.pdf

• T-Kit “Inclusione sociale”: http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/8/Italian/tkit8_italian.pdf

• T-Kit “Cittadinanza europea”: http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/7/Italian/tkit7_italian.pdf

• Il sito sull’educazione alla cittadinanza europea: http://www.european-citizenship.org/2008/04/project-characteristics/

Azione 5.1 19

• T-Kit “Apprendimento interculturale”: http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/4/Italian/tkit4_italian.pdf

• Raccomandazione UE sulle competenze chiave: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:394:0010:0018:IT:PDF

IDENTIFICAZIONE

Azione 5.1

Azione 5.1 21

Identificazione del progetto

Arrivati a questo punto, è ora di identificare il progetto, ovvero di svilupparel’idea che intendete realizzare. Nel far questo è necessario procedere seguendoun percorso logico che porti ad analizzare e sviluppare, in fasi successive stret-tamente legate, gli elementi fondamentali che costituiscono un progetto.Il percorso proposto si concentra sulle modalità di identificazione di un“Seminario giovanile transnazionale” incentrato sul dialogo strutturato,suggerendo un parallelo tra le diverse fasi che si affrontano nella progetta-zione e le sezioni del formulario per la richiesta di sovvenzione, in modo taleda favorirne la redazione.

Il percorso è stato organizzato in quattro step successivi, sintetizzati e ordi-nati nello schema riportato a lato, adattabile, mutatis mutandis, anchenella definizione di progetti nell’ambito di tutte le attività promossedall’Azione secondaria 5.1 “Incontri dei giovani con i responsabili dellepolitiche per la gioventù”.

Si ricorda che la presentazione della domanda di sovvenzione dovrà avvenire pervia telematica utilizzando l'apposito "E-FORM" (Electronic Application Form) di-sponibile sul sito dell'Agenzia Nazionale Giovani secondo le modalità ivi indicate.

Definizionedella

tematica

Obiettivi delprogetto

Pertecipantie partner

Definizionedelle attività

Azione 5.1 22

COME COSTRUIRE UN SEMINARIO GIOVANILE TRANSNAZIONALE

Primo passo nell’ identificazione di un “Seminariogiovanile transnazionale” è la definizione deltema da affrontare. Rispetto ad altre azioni delProgramma GiA, nell’Azione 5.1 - Incontri deigiovani con i responsabili delle politiche del-la gioventù, la tematica oggetto del semina-rio è suggerita dal programma stesso, che de-linea implicitamente i confini entro i quali ilprogetto deve inserirsi. Confini rappresenta-ti dalla priorità tematica generale della coo-perazione europea in materia di gioventù, in-dividuata, fino al termine del 2012, nella “par-tecipazione dei giovani”.La scelta del tema da affrontare nel corso delseminario e da discutere nel quadro del dialogo strutturato è quindi una scelta per certi versi vincolata,dovendo preferibilmente avvenire in un ambito ben delimitato (Q).Rimanendo in tale ambito, i principali fattori da tenere in considerazione nella scelta della tematica sono:• il livello di conoscenza della tematica da parte dei promotori, essendo necessaria una conoscenza

approfondita della materia oggetto del seminario per una sua adeguata organizzazione; • l’attinenza della tematica con l’ambito in cui si opera all’interno del settore dei giovani, valu-

tando l’eventuale possibilità di accrescere le competenze possedute;• i partecipanti che s’intendono raggiungere, le loro esigenze e i loro interessi;• gli obiettivi che s’intendono raggiungere.

La definizione della tematica vi consentirà di rispondere, per la parte ad essa attinente, alle sezionidell’e-Form relative ai contenuti del progetto e alla metodologia utilizzata.

La priorità tematica generale della cooperazione europea in materia di gioventù per ilperiodo compreso tra il primo luglio 2011 e il 31 dicembre 2012 è la partecipazione deigiovani, con un particolare accento sulla partecipazione alla vita democratica dell'Europa.In questi 18 mesi, la tematica viene discussa nel quadro del dialogo strutturato.

Priorità specifiche semestrali che contribuiscono alla priorità tematica generale:• 01/07/2011 – 31/12/2011: I giovani nel mondo• 01/07/2012 – 30/06/2012: Creatività e innovazione• 01/07/2012 – 31/12/2012: Partecipazione e inclusione sociale

SUGGERIMENTI

Definizionedella

tematica

• Priorità tematica generale e priorità specifiche semestrali

Il tema del corso deve essere: • coerente con la priorità tematica generale

del quadro di cooperazione;• coerente con le priorità permanenti del

programma;• chiaramente identificato;• stabilito di comune accordo da tutti i pro-

motori;• aderente agli interessi e alle esigenze dei

partecipanti.

Q - CONTROLLO DI QUALITÀ

Azione 5.1 23

Individuato l’oggetto del seminario, dovetestabilire quali sono gli obiettivi che esso si pre-figge. Al pari della tematica nella fase prece-dente, anche gli obiettivi generali sono pergrandi linee prefissati, corrispondendo, oltreche agli obiettivi generali del Programma, agliobiettivi che si pone il dialogo strutturato: creare,su temi inerenti al settore giovanile, opportu-nità di discussione e confronto tra i giovani, lepersone che lavorano nel mondo dei giovanie delle organizzazioni giovanili da una parte,le istituzioni e i responsabili delle politiche perla gioventù dall’altra, al fine di giungere a risul-tati utili per i decisori politici (Q).Dato l’obiettivo generale del dialogo strutturato, dovete individuare gli obiettivi specifici che viproponete di raggiungere attraverso il progetto, il “risultato” finale del seminario. Si tratta di obiettivilegati alla tematica affrontata e riconducibili ad esempio al risultato in termini di proposte concretegenerate dalla discussione, ai risultati in termini di apprendimento dei singoli partecipanti, del lorosviluppo sociale, personale e di soddisfazione delle loro aspettative.

Al termine di questa analisi avrete individuato gli obiettivi del vostro progetto e la loro rispondenza gliobiettivi del Programma GiA e sarete in grado di illustrarli e motivarli nell’e-Form nelle sezioni relativealla descrizione del progetto, degli obiettivi e delle priorità.

I progetti incentrati sul Dialogo Strutturato, date le tematiche e le finalità che esso si pone, dovreb-bero, nella definizione del profilo dei partecipanti e dei metodi di coinvolgimento adottati, favorire la massima partecipazione dei giovani, mirando in particolar modo a raggiungere giovani im-pegnati nella società ma non collegati a contesti strutturati, nonché giovani provenienti da

Obiettivi delprogetto

• Obiettivi generali• Obiettivi specifici

Gli obiettivi del progetto devono essere:• chiaramente identificati;• coerenti con gli obiettivi generali e le priorità

permanenti del Programma;• chiaramente identificati;• coerenti con gli obiettivi specifici dell’azione;• coerenti con le priorità e gli obiettivi del

dialogo strutturato.

Q - CONTROLLO DI QUALITÀ

Partecipantie

partner

• Target naturale ed elementi qualificanti del gruppo dei partecipanti• Partnership del progetto

Azione 5.1 24

contesti svantaggiati e con minori opportu-nità. Infatti, le organizzazioni giovanili atti-ve nel settore dei giovani a qualsiasi livello,sia esso locale, regionale, nazionale o euro-peo, rappresentano il target naturale e piùfacilmente raggiungibile dell’Azione, ma nonil target esclusivo. Ai fini della valutazionedel progetto è inoltre auspicabile la parteci-pazione e il coinvolgimento di un Consiglionazionale dei giovani (quale, per l’Italia, ilForum Nazionale Giovani). Un progetto do-vrebbe quindi prevedere di sviluppare stra-tegie innovative ed efficienti volte a questoscopo (Q).

Per quanto riguarda la partnership, oltre ai promotori “richiesti” dal Programma per la presentazione diun Seminario giovanile transnazionale, è importante mirare a coinvolgere un elevato numero di partnerappartenenti sia al mondo delle organizzazioni giovanili che al mondo istituzionale e dei decisori politici.Un’ampia e attiva partecipazione è essenziale per favorire la discussione e il confronto tra aspetti diffe-renti della tematica da affrontare, che possono portare, attraverso il contributo di tutti i partner, alladefinizione di proposte condivise e utilizzabili dai responsabili delle politiche giovanili.

In questa ultima fase del percorso, dovete defi-nire in dettaglio il programma delle attività del pro-getto, come intendete realizzarlo, le azioni chemetterete in atto per raggiungere l’obiettivo pre-visto. La definizione delle attività deriva dalle ana-lisi e dalle scelte fatte nel corso delle fasi prece-denti, rispetto alle quali deve risultare pienamen-te coerente. A tal proposito, punti di riferi-mento principali devono essere consideratigli obiettivi che intendete raggiungere, il profi-lo dei partecipanti e dei partner del progetto (Q).Per quanto riguarda i partner, data l’importanzadella loro partecipazione sia in termini numericiche qualitativi, focalizzate l’attenzione sulla sud-divisione dei compiti, in modo da coinvolgerli sempre

Elementi che qualificano il gruppo dei parte-cipanti:• coinvolgimento di un Consiglio nazionale

dei giovani;• coinvolgimento di giovani attivamente im-

pegnati ma non legati a specifiche strutture;

• coinvolgimento di giovani con minori op-portunità;

• coinvolgimento di responsabili politici e di esperti nel settore delle politiche per i giovani.

Q - CONTROLLO DI QUALITÀ

Definizionedelle attività

• Trasformazione del progetto in attività• Individuazione dei modi di realizzazione delle attività

Il programma delle attività deve essere:• chiaramente definito;• realistico;• in linea con gli obiettivi del progetto e del

programma;• equilibrato;• coerente;• adeguato al profilo dei partecipanti.

Q - CONTROLLO DI QUALITÀ

Azione 5.1 25

nelle diverse attività progettate e realizzate secondo le competenze di ciascuno.Nel definire le attività dovete in sostanza porvi una serie di domande, di cui le principali possonoessere così sintetizzate:

Come si sviluppa il nostro progetto?Cosa facciamo per raggiungere l’obiettivo prefissato?

Dovete individuare nel dettaglio le attività cheverranno realizzate nel corso del progetto,andando a sviluppare gli elementi di conte-nuto individuati in precedenza.

Elementi chiave: incoraggiare lo scambio di buoneprassi e la cooperazione tra amministrazioni e re-sponsabili politici; incoraggiare il dialogo struttura-to tra i responsabili politici e i giovani; migliorare laconoscenza e la comprensione della gioventù.

Dovete scendere nel concreto di come farequanto previsto, di come realizzare le sin-gole attività del progetto, delle metodolo-gie di lavoro da adottare, della sequenzalogica delle attività.

L’Agenzia Nazionale, nell’ambito del proprioruolo istituzionale di supporto, può aiutarvinella definizione del vostro progetto tramiteil responsabile “Counseling e Informazione”.

Elementi chiave: dialogo strutturato, inno-vatività, competenze possedute e richieste,opportunità di apprendimento, dimensioneinterculturale.

Specificate, considerando le competenze ditutti i promotori, come intendete ripartire icompiti. Specificate le competenze apporta-te da ciascuno, le competenze disponibili equelle da reperire all’esterno. Favorite lamassima partecipazione e rappresentativitàdei soggetti.

Elementi chiave: coinvolgimento, apprendi-mento interculturale, partecipazione nel pro-cesso decisionale, chiara definizione dei ruolie delle responsabilità, canali di comunica-zione sempre aperti.

Verificate che tutti i partecipanti abbianoricevuto in tempo utile e compreso le infor-mazioni logistiche e finanziarie relative alprogetto, il programma delle attività, l’ap-proccio metodologico e gli obiettivi. Durantel’attività, garantite a ciascuno la possibilitàdi esprimersi pienamente, stimolate i menoattivi e lasciate spazio all’interazione tra ipartecipanti. Prevedete momenti di rifles-sione e feedback collettivi.

Elementi chiave: informazione chiara e or-ganizzata, coinvolgimento, apprendimentointerculturale, team-building, momenti dianalisi e riflessione.

Sviluppate un dialogo aperto con i decisoripolitici che superi le barriere generazionalie vi ponga come interlocutori/partner dellostesso livello.

Elementi chiave: flessibilità e apertura nei con-fronti delle istituzioni, processi decisionali piùrappresentativi, apprendimento non formale,dialogo strutturato.

Chi fa cosa? Come sono suddivisi i compiti?

Come relazionarsi col gruppo dei partecipanti?

Come superare gli ostacoli alla partecipazione dei giovani ai meccanismi di democrazia rappresentativa?

Come lo facciamo?

Azione 5.1 26

Si intravede il traguardo, ma qualche risposta ancora manca. Dall’elenco è stata volutamente omessa una domanda che molti nel pianificare un progetto sotto-valutano o non si pongono affatto: come intendiamo garantire la sicurezza dei partecipanti? (e-Form “Descrizione del progetto: Protezione e sicurezza”).La risposta non deve far riferimento solo agli aspetti per così dire “burocratici” della sicurezza (as-sicurazioni, autorizzazione per i minorenni), ma presuppone la valutazione degli eventuali rischiconnessi al progetto, dei problemi legati alle differenti legislazioni e usanze dei Paesi di provenienza deipartecipanti, la previsione di un adeguato numero di animatori di entrambi i sessi, ecc.

Al momento della presentazione della domanda, dovrete allegare all’e-Form un modello di programmagiornaliero dell’attività pianificata (crono-programma) per i Seminari Transnazionali, mentre, per quan-to concerne gli Incontri Nazionali, il programma dell’attività prevista potrà essere settimanale o mensile.Per ogni fase della giornata (mattina, pomeriggio, sera) o per ogni giorno della settimana/mese descri-vete le singole attività che realizzerete, come le farete e quali saranno gli obiettivi raggiunti in quella spe-cifica attività.

Non dimenticate, inoltre, di assicurarvi che vi sia un giusto equilibrio tra attività educative individuali edi gruppo e una divisione appropriata del tempo tra studio, svago e tempo privato.

Individuate sedi, spazi comuni, spazi all’aperto,alloggi dei partecipanti. Ricordate che le atti-vità devono aver luogo in Italia. Assicurateviche le infrastrutture e le risorse tecniche sianoadeguate alle esigenze del programma diattività del progetto.

Elementi chiave: uso intelligente degli spazi e delle risorse disponibili, sicurezza dei partecipanti.

Definite il budget delle attività, il dettaglio deicosti totali - vostri e dei partner - da sostenereper realizzare il progetto (vedi sezione specifica).

Elementi chiave: costi coerenti con la sovvenzionerichiesta e le attività previste.

Il progetto deve essere articolato in un orizzontetemporale da tra 3 e 18 mesi. Verificate il calen-dario delle iniziative ufficiali nell’ambito del dia-logo strutturato e, infine, definite il crono-pro-gramma delle attività, che per i seminari transna-zionali variano da 1 a 6 giorni.

Elementi chiave: coerenza tra il contenuto delprogetto, le attività e il calendario delle attività.

Definite le modalità di valutazione in itinere efinale, ovvero come intendete valutare e docu-mentare le singole attività che realizzerete e ilprogetto nel suo complesso (es. moduli di auto-valutazione, report, ecc.). Valutate come ren-dere disponibili i risultati dell’attività di valuta-zione tra tutti i partecipanti per eventuali inizia-tive di follow-up.

Elementi chiave: obiettivi del progetto e del pro-gramma, soddisfazione delle aspettative dei parte-cipanti, apprendimento, costanza nella valutazione,approccio Youthpass.

Dove lo facciamo?

Quanto ci costa farlo?

Quando lo facciamo?

In che modo intendiamo valutare le attività?

Azione 5.1 27

Vi proponiamo qui di seguito un modello di crono-programma per un seminario transnazionaleche potrete adattare alle vostre necessità.

A questo punto il vostro progetto è in dirittura d’arrivo, sarete in grado di compilare l’e-Formnelle sezioni descrittive: “Partnership e attività”, “Contenuti del progetto e metodologia”,“Dimensione interculturale”, “Dimensione europea”, ”Inclusione di giovani con minori opportunità”.

GIORNO 1:(inserire data)

MATTINA:

METODOLOGIE DI LAVORO EOBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

ATTESI

DESCRIZIONE DELLEATTIVITÀ PREVISTE

POMERIGGIO:

Schema Programmazione Temporale Attività di progetto

Molti progetti in campo giovanile sono stati già realizzati. Potrebbe essere molto utile con-sultare i vari database europei esistenti, per trarre insegnamento dalle esperienze degli al-tri e cercare di evitare gli stessi errori. Utilizzare idee di prodotti esistenti o di metodi spe-rimentati può aiutare nella realizzazione di un progetto più efficace.DG EAC EVE Platform http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/eve/

DG EAC Valorisation Website http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/valorisation/best-practice_en.htm

SUGGERIMENTI

IMPATTO, EFFETTO MOLTIPLICATORE E FOLLOW UP

Una volta definite le attività della vostra azione, dovete chiedervi quale impatto avrà il vostro pro-getto sui partecipanti, sul contesto locale, nazionale ed europeo, e come pensate di dare seguitoall’iniziativa (follow up).L’obiettivo dell’Azione secondaria 5.1 è quello di creare opportunità di discussione e confrontosu temi inerenti il settore della gioventù tra i giovani e le persone che lavorano nel mondo dellepolitiche giovanili da una parte, le istituzioni e i responsabili delle politiche per la gioventù dall’al-tra, al fine di giungere a risultati utili e utilizzabili per i decisori politici.I progetti dovrebbero favorire il massimo coinvolgimento sia dei giovani, quelli già impegnatiattivamente negli ambiti decisionali e quelli che hanno minori opportunità di partecipazione aglistessi, sia dei policy makers e, di conseguenza, del contesto territoriale.Per natura stessa dell’azione, l’ambito di attività del progetto verterà sull’attuazione e lo sviluppodel Dialogo Strutturato; dovrete, pertanto, cercare di prevedere quello che sarà l’impattodell’iniziativa sui giovani, sulla comunità, sulle politiche locali, nazionali ed europee.Inoltre, considerate che durante il progetto i partecipanti acquisiranno nuove conoscenze e abilitàtramite le metodologie dell’apprendimento non formale: sarà necessario dunque definire con chia-rezza le competenze che si vorranno sviluppare, ma anche pianificare quali strategie adoperare perfar sì che il nuovo bagaglio di esperienze e conoscenze possa essere spendibile dai giovani parte-cipanti e magari stimolare una riflessione su come ampliarlo e migliorarlo.Per tali ragioni è necessario che verifichiate, sin dalla stesura del progetto, l’adeguatezzadell’impatto desiderato e le effettive possibilità di ottenerlo, chiedendovi:• Chi nella comunità beneficerà della cooperazione, degli scambi di esperienze e di buone pratiche

condivise a livello nazionale e transnazionale tramite il vostro progetto?• In che modo il progetto verrà condiviso tra i giovani e i decision-makers, nazionali e dei Paesi

partner coinvolti?• Di quali supporti avrà bisogno il progetto per raggiungere l’impatto desiderato? • I policy maker partecipanti avranno interesse a instaurare forme di collaborazione con i giovani

nei processi decisionali futuri?

La visibilità delle attività progettuali, la diffusione e valorizzazione dei risultati dell’iniziativa (trat-tate nelle prossime sezioni) e le relative attività che riuscirete a mettere in campo vi aiuteranno aottenere un maggiore impatto del vostro progetto e a moltiplicarne gli effetti positivi.

Infine bisogna interrogarsi sulla sostenibilità del progetto e sulla possibilità di portarne avanti gliobiettivi nel futuro, affinché l’iniziativa non rimanga una bellissima ma isolata esperienza. Potrebbenascere una nuova attività a partire dai risultati che sono stati raggiunti? Sarebbe possibile coin-volgere nuovi promotori e policy maker in una prossima iniziativa? Una nuova iniziativa nell’am-bito GiA potrebbe aiutare a sviluppare ulteriormente le competenze del gruppo? Come potrebbeessere portata avanti la discussione sui temi scelti? Sarà possibile realizzare nuovi progetti perimplementare i risultati raggiunti? E’ stato previsto come mantenere i contatti tra i partecipanti?Come è possibile raggiungere altri partecipanti?

Azione 5.1 28

Azione 5.1 29

VISIBILITA’

Azione 5.1 30

Ogni anno in Europa sono migliaia i progetti finanziati il cui impatto diretto ricade sulle nuovegenerazioni di cittadini europei, sulla società nel suo complesso e sui decisori politici. La Commissione Europea vuole massimizzare la visibilità del Programma Gioventù in Azionetramite processi messi in atto sia in fase di svolgimento delle attività (visibilità) che successivamentealla chiusura del vostro progetto (disseminazione e valorizzazione).

L’azione di visibilità consiste nel promuovere le attività del vostro progetto, il programma Gioventùin Azione e le opportunità che offre ai giovani, prima e durante la realizzazione dell’iniziativa.Mostrando all’esterno ciò che state realizzando, riuscirete a coinvolgere un maggior numero di par-tecipanti, sia giovani che organizzazioni giovanili e responsabili di politiche per la gioventù; fareteconoscere la vostra organizzazione ottenendo un maggior credito sociale e politico; potrete creareuna rete di contatti a livello europeo tramite la quale scambiare “best practices”; potrete ricevereulteriori finanziamenti; i policy maker saranno più incentivati a partecipare alla vostra iniziativa diDialogo Strutturato se la risonanza del progetto è elevata. Ricordate che per raggiungere un qualsiasi target di pubblico dovrete prima analizzare da chi siacomposto, quale tipo di messaggio si mostri eventualmente disponibile ad ascoltare, quale sia ilmomento adatto per far circolare tale messaggio e quale sia lo strumento migliore a tal fine.

Alcuni brevi consigli per migliorare la vostra comunicazione:• definite la vostra immagine e quella del vostro progetto: utilizzate un titolo significativo e sem-

plice da ricordare, sarà il primo messaggio che raggiungerà il mondo esterno;• realizzate un vostro simbolo o logo e utilizzatelo sempre nel materiale prodotto (CD-Rom, DVD,

pubblicazioni, siti internet, lettere, t-shirt, cappellini, volantini pubblicitari,…);• non dimenticate di utilizzare il logo del programma Gioventù in Azione secondo quanto indi-

cato al seguente link: http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/publ/graphics/identity_en.html.E’ obbligatorio e certifica che un’importante istituzione ha creduto nel vostro progetto finan-ziandolo;

• se state collaborando con Pubbliche Istituzioni, ricordate che sono dotate di propri mezzi perpubblicizzare le iniziative cui prendono parte (siti internet di comuni, province, assessorati, gior-nali a diffusione locale, …) e, inoltre, godono di canali preferenziali con i media: interagite coni loro uffici stampa!

• utilizzate foto, elementi visivi, immagini collegate direttamente al progetto e al target group;• interagite con le persone al di fuori del vostro gruppo tramite incontri, conferenze, siti web,

blog, facebook, video on-line,... : coinvolgere quante più persone è il miglior modo per aumentare lavisibilità della vostra iniziativa;

• lavorate in modo professionale con la stampa e i media in generale, in modo da ottenere vi-sibilità e pubblicità gratuita; sappiate contattare la tipologia di media più adatta alla vostrainiziativa;

• accertatevi di pubblicizzare il progetto non solo nel vostro Paese ma anche in tutti quelli dei vostripartner transnazionali;

• fate conoscere il vostro progetto inserendolo nel database europeo EVE (Espace Virtuel d'Echange)che include le centinaia di progetti e i loro risultati sostenuti dalla Commissione Europea -Direzione Generale Educazione e Cultura nell'ambito dei programmi Cultura, Gioventù in Azionee Lifelong Learning:http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/eve/alfresco/faces/jsp/dialog/advanced-search-eve.jsp

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I centri risorse Salto-Youth hanno realizzato una pubblicazione molto utile, Making Waves (http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-1408/MakingWaves.pdf), la quale offre molti esempi sucome migliorare la visibilità delle attività e la disseminazione e valorizzazione dei risultati!

SUGGERIMENTI

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DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE

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La Commissione Europea definisce come una priorità, la diffusione e valorizzazione dei risultatiprovenienti dai progetti: vuole, in tal modo, ottimizzare il valore, la sostenibilità, il trasferimentoe il consolidamento nei sistemi, a livello locale e globale, dei risultati. Solo così gli Incontri dei gio-vani con i responsabili delle politiche per la gioventù potranno essere considerati non il punto di ar-rivo ultimo ma il punto di partenza per altre attività future. Per raggiungere tali obiettivi dovrete,in fase di stesura del progetto, pianificare delle strategie da attuare a chiusura delle attività.

La diffusione (o più propriamente la disseminazione) è un processo pianificato di disseminazionedei risultati ottenuti dal vostro progetto, in un momento di condivisione con i vostri gruppi target,come definiti precedentemente. Diffondere i risultati di un progetto realizzato nell’ambito dell’Azione 5.1 significa, in concreto, tra-durre i risultati dei dibattiti e delle consultazioni in raccomandazioni e proposte che potranno in-fluenzare i processi politico-decisionali. Se il vostro progetto produce un risultato finale tangibile, cioèqualcosa di concreto (come un Cd, un video, un sito internet, un blog, un manuale), dovrete ren-derlo utilizzabile da una moltitudine di soggetti anche in altre situazioni.

Un secondo elemento è legato ai risultati che gli Incontri ottengono attraverso lo sviluppo di nuovecompetenze dei partecipanti. Infatti, durante il progetto si acquisiscono nuove conoscenze e abi-lità “spendibili” in un contesto esterno. Anche questi risultati devono essere messi a disposizioneper il più ampio numero di soggetti. E’ quindi importante trovare il modo per documentare talirisultati “intangibili” e renderli visibili.

Ecco qualche suggerimento (da condividere e su cui collaborare con altri partner nazionali ed eu-ropei): • pensate come disseminare i risultati del progetto traducendoli in raccomandazioni/proposte da

sottoporre ai responsabili politici in modo da alimentare concretamente il processo del dialogostrutturato;

• tramite un attestato di partecipazione è possibile diffondere a soggetti terzi le nuove competen-ze acquisite dai giovani;

• se il punto di forza del vostro progetto sarà il metodo che utilizzerete, potreste documentarecome lo avete realizzato e come potrebbe essere adattato ad altri contesti. Potreste prevederedi scrivere un manuale su cui descrivere delle buone pratiche da seguire; potreste pianificare di tra-durre il video che realizzerete in inglese per renderlo accessibile al maggior numero di per-sone;

• presentate la cooperazione con i vostri partner mostrando il networking creato: il numero deipartecipanti stranieri, i decisori politici, le organizzazioni, gli operatori giovanili coinvolti, ecc;

• potreste prevedere di raccogliere immagini e documenti che mostrano i momenti di incontro edi lavoro dei partecipanti.

Nella fase di disseminazione dei risultati è molto importante fare attenzione alla scelta degli stru-menti di comunicazione. Essi devono essere appropriati, a seconda degli attori cui vi rivolgete: unaraccomandazione da proporre a decisori politici dovrà essere redatta in modo differente rispettoall’informalità necessaria per comunicare con un’organizzazione giovanile. L’ultima parte del vostro lavoro consiste nella valorizzazione (exploitation) dei risultati raggiunti,cioè pianificare un processo capace di consolidare i risultati garantendone la possibilità di utilizzoda parte di nuovi gruppi target e in nuovi contesti.

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La valorizzazione dei risultati può avere luogo tramite due diverse categorie di azioni:• azioni necessarie a garantire che i risultati del progetto siano utilizzabili da altri, in una molti-

tudine di contesti e Paesi Europei e che possano essere ulteriormente sviluppati;• azioni atte a persuadere i decisori politici locali, regionali, nazionali o europei ad adottare le

raccomandazioni risultanti delle attività svolte, in modo da migliorare sistemi, pratiche e pro-cedure relative ai processi decisionali delle politiche giovanili.

Qualche consiglio:• definite i vostri “target group” e rendete i vostri risultati coerenti alle loro necessità: in questo

modo aumenterete le probabilità di utilizzo futuro del vostro lavoro;• supportate gli altri a trarre vantaggio dalle vostre attività: potete prevedere delle sessioni informa-

tive o delle conferenze on-line per raccontare la vostra esperienza;• rendete i vostri risultati sostenibili, cioè pensate a come farne prolungare gli effetti nel tempo;• evidenziate le criticità del vostro progetto affinché possa essere migliorato da chi ne utilizzerà

in futuro i risultati: siate critici!

IL BUDGET

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La stesura del budget rappresenta una fase importante nel processo di sviluppo di un progetto. Un budgetmal definito, che non riflette la reale situazione, può portare al fallimento del progetto stesso o a proble-matiche durante la fase di realizzazione. Prima di costruire il budget occorre studiare i moduli di presenta-zione della domanda; gli stessi possono contenere voci di spesa non preventivate. Eseguendo questa ope-razione, la stesura del budget risulterà più semplice. Per completare il quadro del budget è necessario indi-viduare le spese e le loro caratteristiche quali-quantitative, definire le entrate, verificare l’equilibrio traentrate e spese.

INDIVIDUAZIONE DELLE SPESE

Per l’Azione 5.1, “Incontri dei giovani con i responsabili delle politiche per la gioventù”, l’entità delcontributo è pari al 75% dei costi totali ammissibili fino a un importo massimo di € 50.000.

I costi ammissibili alla sovvenzione sono di due tipologie:1. Costi diretti eleggibili: sono quei costi strettamente legati alla realizzazione del progetto.

Rientrano nei costi diretti le seguenti voci di spesa:1.1. Spese di viaggio

Il ”Costo del Viaggio” è una stima del costo che occorre sostenere per raggiungere il luogodove si svolgerà il progetto. I parametri della stima sono: - il tragitto dalla propria abitazione al luogo dove si svolgerà il progetto e ritorno;- il mezzo meno costoso;- la tariffa più economica.

1.2. Costi di vitto e alloggioI costi di vitto e alloggio sono ammissibili se il beneficiario è un partecipante al progetto. Se alle attività di progetto partecipano responsabili/esperti esterni, la sovvenzione di Gioventùin Azione non coprirà alcun costo relativo alla loro partecipazione. I costi di viaggio, vitto, alloggio, visto, ecc. dovranno essere coperti con altre risorse disponibili (es. contributi dei promotori, altri aiuti pubblici ecc.).

1.3. Organizzazione di seminari, incontri, consulte, attivitàSi tratta di costi che occorre sostenere se il progetto prevede incontri preparatori, meeting,focus group, seminari. La voce include spese per l’affitto delle sale, il noleggio di attrezza-ture (videoproiettori, notebook, ecc.), il materiale di consumo, i compensi per i servizi for-niti da interpreti, compreso il rispettivo costo di viaggio e alloggio.Non è ammissibile l’acquisto di beni e/o attrezzature.

1.4. Costi per pubblicazioni/traduzioni/informazioneSono costi per produzione e pubblicazione di materiale informativo, traduzione di do-cumenti in altre lingue.

1.5. Diffusione e valorizzazione dei risultatiI promotori di un progetto devono elaborare misure volte a pubblicizzare il Programma GiA, il progetto, le sue attività e i suoi obiettivi. A tal fine è possibile prevedere l’organiz-zazione di seminari, conferenze, dibattiti, messaggi pubblicitari, volantinaggio, adesivi, gadget promozionali, comunicati stampa, ecc. Tali spese, rientrano nei costi ordinari delle attività di un progetto, si sostengono prima e durante l’esecuzione dell’iniziativa e non riguardano i risultati del progetto. Se nel vostro progetto, a conclusione dell’iniziativa, pianificate costi addizionali per diffu-sione e valorizzazione dei risultati, è possibile richiedere un ulteriore contributo. Le relati-ve attività devono essere chiaramente descritte nel modulo di domanda.

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Esempi:creazione di un portale internet, organizzazione di eventi pubblici (presentazioni, confe-renze, workshop,…); creazione di prodotti audiovisivi (CD-Rom, DVD); collaborazioni a lun-go termine con i media (serie di contributi radio/TV/stampa, interviste, partecipazione a diversi programmi radio/TV,…); sviluppo di materiale informativo (newsletter, brochure, opuscoli, manuali di migliori pratiche).

1.6. Altre spese collegate direttamente all’implementazione del progettoSono ad esempio l’assicurazione dei partecipanti, le spese di cancelleria, il noleggio di be-ni materiali ecc. A questa voce è possibile imputare i costi per il reclutamento di personale non di-pendente da impiegare nella gestione del progetto (equipe di progettazione e monitorag-gio, facilitazione e conduzione dei gruppi di lavoro, organizzazione meeting e rap-porti con partnership), esperti formatori.

A fine progetto, sarà necessario dimostrare di aver sostenuto i suddetti costi diretti, attraverso do-cumenti giustificativi fiscalmente validi (fatture/ricevute/ biglietti di viaggio).

2. Costi indiretti eleggibili: sono i costi gestionali e amministrativi (utenze varie, affitto locali, co-sto personale permanente) non riconducibili in maniera esclusiva alle attività del progetto maattribuibili anche ad attività interne all’organizzazione partecipante.Ai fini della sovvenzione, è possibile chiedere il rimborso di una quota parte di questi costi seconnessi con le attività del progetto e in stretto rapporto con la durata dello stesso. Nell’ambito dei costi indiretti, il “Programma” rimborsa un importo forfettario entro il limitedel 7% del totale dei costi diretti ritenuti ammissibili.Esempio:Totale costi diretti € 25.000; costi indiretti ammissibili = € 25.000* 0.07= € 1.750.In sede di rendicontazione, i costi indiretti non vanno documentati con ricevute o fatture.

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DEFINIZIONE DELLE ENTRATE

Il Programma “Gioventù in Azione” cofinanzia i progetti, ciò significa che una parte delle spesedeve essere sostenuta dai promotori. Per l’Azione 5.1, l’ammontare della sovvenzione è pari al 75%del totale delle spese eleggibili per un importo massimo concedibile di € 50.000. Di conseguenza ènecessario disporre di fonti alternative per coprire l’ulteriore 25%.

Le fonti di finanziamento possono essere rappresentate da:• Risorse proprie: è possibile coprire parte delle uscite con fondi propri da reperire ad esempio con

le quote associative o le quote di partecipazione (quota d’iscrizione simbolica da chiedere a coloroche intendono partecipare al progetto);

• Finanziamenti privati da reperire attraverso donazioni;• Altri aiuti economici pubblici nazionali, regionali, locali, da integrare con la sovvenzione;• Contributi in natura, concessi da terzi ed esenti da qualsiasi tipo di pagamento. (N.B. non sono

ammissibili i beni e i servizi apportati dai promotori).Fra i contributi in natura è possibile far rientrare ad esempio:- l’apporto di attrezzature di terzi (computer, macchina fotografica, ecc.); - servizi forniti da professionisti/privati a titolo volontario e non oneroso.

Eccezion fatta per gli enti pubblici e le organizzazioni internazionali del settore pubblico, se vienerichiesta una sovvenzione di importo superiore a 25.000 euro, è necessario dimostrare la propriacapacità finanziaria allegando alla domanda:

• il conto dei profitti e delle perdite e lo stato patrimoniale relativo all'ultimo esercizio approvato,ovvero il bilancio;

• un documento contenente i dati bancari, compilato dal candidato e autenticato dalla banca.

Ciò consente, dopo verifica da parte dell’ANG, di proseguire il normale iter di valutazione delladomanda di sovvenzione. Il superamento dell’importo di 25.000 euro s’intende calcolato per l’annofinanziario di riferimento e cumulativo di tutte le sovvenzioni richieste per qualunque Azione delProgramma GiA.

VALUTAZIONE EX ANTE

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La valutazione ex-ante ha come finalità quella di valutare preliminarmente, prima della sua presentazione,il progetto così come formulato, consentendo ai partner di verificarne la qualità. In questo modo è possibile già in questa fase apportare correttivi e perfezionare il lavoro di progettazione,eliminando eventuali aspetti critici che potrebbero compromettere il buon esito della domanda e larealizzazione pratica del progetto stesso.

La valutazione ex-ante analizza il progetto sotto due punti di vista qualitativi:1. qualità in relazione al programma Gioventù in Azione;2. qualità “interna” del progetto.

Il modo migliore per effettuarla è attraverso una serie di domande di verifica che vi permetta di ripercor-rere e analizzare il progetto attraverso i suoi punti chiave.

Qualità del progetto in relazione al programma in relazione al programma GiACheck-list di autovalutazione:• Tematica e obiettivi

La tematica affrontata nel progetto è coerente con le priorità tematiche indicate nel quadro di coope-razione europea nel settore giovanile?Gli obiettivi del progetto sono in linea con gli obiettivi generali e le priorità del programma GiA?E dell’azione specifica?Gli obiettivi sono coerenti con gli obiettivi delle politiche dell’UE per la Gioventù?Rispondono alle esigenze, agli interessi e alle aspettative dei partecipanti?

• Partecipazione attivaI partecipanti sono direttamente coinvolti nelle diverse fasi del progetto? In che modo? Ne avete datochiara evidenza?

• Dimensione europeaNelle attività del progetto si ravvisa una dimensione europea?Il progetto affronta un tema di interesse europeo? O promuove i valori europei prioritari? O rifletteuna preoccupazione comune per la società europea?

• Apprendimento non formaleIl progetto segue i principi dell’apprendimento non formale? Le competenze che potrebbero essere acquisite dai partecipanti sono state espresse in modo adeguato?

• Visibilità, diffusione e valorizzazioneSono previste attività volte a promuovere la visibilità del progetto e del programma Gioventù in Azione?Sono previste azioni volte a diffondere e valorizzare i risultati del progetto?

Qualità “interna” del vostro progettoCheck-list di autovalutazione:• Il tema del progetto è stato chiaramente identificato?• Gli obiettivi del progetto sono stati chiaramente identificati?• I partecipanti sono stati chiaramente individuati? • L’obiettivo del progetto risponde alle loro aspettative e ai loro interessi?• Il programma del progetto è coerente con l’obiettivo da raggiungere? E con la durata del progetto e

della specifica attività?• Il progetto è realistico e realizzabile? • Possedete l'esperienza e le competenze necessarie? Oppure avete previsto come reperirle?• Sono stati considerati eventuali ostacoli alla realizzazione del progetto?• Avete tralasciato qualcosa? Che cos’altro è necessario per raggiungere l’obiettivo?


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