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VII Modulo: Il SISTEMA INFORMATIVO La comunicazione istituzionale ai fini della rilevazione del...

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VII Modulo: Il SISTEMA INFORMATIVO La comunicazione istituzionale ai fini della rilevazione del fabbisogno e della Rendicontazione delle attività di gestione Il Sistema Informativo Provinciale dei Servizi Sociali: modalità concrete di organizzazione e gestione dei flussi informativi Dott. Alberto Zonno Renna PROVINCIA DI LECCE “AGENZIA DI ASSISTENZA TECNICA AGLI ENTI LOCALI” CORSO DI FORMAZIONE “IL SISTEMA INTEGRATO DEI SERVIZI SOCIALI NEL PIANO DI ZONA”
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Page 1: VII Modulo: Il SISTEMA INFORMATIVO La comunicazione istituzionale ai fini della rilevazione del fabbisogno e della Rendicontazione delle attività di gestione.

VII Modulo: Il SISTEMA INFORMATIVO

•La comunicazione istituzionale ai fini della rilevazione del fabbisogno e della Rendicontazione delle attività di gestione

•Il Sistema Informativo Provinciale dei Servizi Sociali: modalità concrete di organizzazione e gestione dei flussi informativi

Dott. Alberto Zonno Renna

PROVINCIA DI LECCE “AGENZIA DI ASSISTENZA TECNICA

AGLI ENTI LOCALI”

CORSO DI FORMAZIONE

“IL SISTEMA INTEGRATO DEI SERVIZI SOCIALI NEL PIANO DI ZONA”

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PIANI SOCIALI

• CENTRALITA’ DELLE POLITICHE PUBBLICHE TESE A RISPONDERE ALLA DOMANDA SOCIALE “COSTRUITA SOCIALMENTE”

• CAPACITÀ DELLE COMUNITÀ DI DARE RISPOSTE CONCRETE ED IMMEDIATE AI PROBLEMI

• OFFERTA DI SERVIZI COME ELEMENTO NON PRIORITARIO NELLA CAPACITÀ DI RISPOSTA DA ATTUARE

Dott. Alberto Zonno Renna

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PIANI SOCIALI

• approccio partecipativo dei cittadini

• superamento delle tradizionali politiche socio-assistenziali

• conoscenza approfondita dei problemi dei cittadini

• PIANIFICAZIONE

Dott. Alberto Zonno Renna

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PIANI SOCIALI

Pianificazione come processo di:

» Riflessione

» Sperimentazione

» Apprendimento.

Dott. Alberto Zonno Renna

>>>

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PIANI SOCIALI

RIFLESSIONE

significa “fermarsi a pensare” su quello che si sta facendo

Dott. Alberto Zonno Renna

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PIANI SOCIALI

SPERIMENTAZIONE

vuol dire procedere per approssimazioni, rafforzando l’attenzione nei confronti di quelle soluzioni che meglio si adattano ai problemi

Dott. Alberto Zonno Renna

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PIANI SOCIALI

APPRENDIMENTO

esprime la necessità di assumere un atteggiamento orientato ad imparare dall’esperienza, considerandone le opportunità di miglioramento

Dott. Alberto Zonno Renna

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PIANI SOCIALI

I Piani Sociali devono essere in grado di dare risposte alla complessità della

domanda di tutela che la società esprime

Dott. Alberto Zonno Renna

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PIANI SOCIALI

Dott. Alberto Zonno Renna

qualità della vita urbana

organizzazione del territorio

cultura

formazione

lavoro

sicurezza

servizi all’infanzia

casa

ambiente

uso del tempo libero

mobilità

DOMANDE DI TUTELA SOCIALE

servizi per le disabilità

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PIANI SOCIALI

I processi di costruzione e aggiornamento dei Piani sociali come:

» processi aperti » processi dinamici

capaci di tenere conto di tutti i soggetti che hanno potere decisionali e di includere tutti gli altri soggetti che ne hanno interesse.

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Occorre definire percorsi di gestione pianificata, di costruzione e riproduzione dei Piani

Dott. Alberto Zonno Renna

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SISTEMI INFORMATIVI

E

OSSERVATORI

Dott. Alberto Zonno Renna

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NORMATIVA

DI

RIFERIMENTO

Dott. Alberto Zonno Renna

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L. 328/2000

Dott. Alberto Zonno Renna

Art. 19.(Piano di zona)

1. I comuni associati, negli ambiti territoriali di cui all’articolo 8, comma 3, lettera a), a tutela dei diritti della popolazione, d’intesa con le aziende unità sanitarie locali, provvedono, nell’ambito delle risorse disponibili, ai sensi dell’articolo 4, per gli interventi sociali e socio-sanitari, secondo le indicazioni del piano regionale di cui all’articolo 18, comma 6, a definire il piano di zona, che individua:

a) gli obiettivi strategici e le priorità di intervento nonché gli strumenti e i mezzi per la relativa realizzazione;

b) le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali, i requisiti di qualità in relazione alle disposizioni regionali adottate ai sensi dell’articolo 8, comma 3, lettera h);

c) le forme di rilevazione dei dati nell’ambito del sistema informativo di cui all’articolo 21;

d) le modalità per garantire l’integrazione tra servizi e prestazioni;[…]

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L. 328/2000

Dott. Alberto Zonno Renna

Art. 7.(Funzioni delle province)

1. Le province concorrono alla programmazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali per i compiti previsti dall’articolo 15 della legge 8 giugno 1990, n. 142, nonché dall’articolo 132 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, secondo le modalità definite dalle regioni che disciplinano il ruolo delle province in ordine:

a) alla raccolta delle conoscenze e dei dati sui bisogni e sulle risorse rese disponibili dai comuni e da altri soggetti istituzionali presenti in ambito provinciale per concorrere all’attuazione del sistema informativo dei servizi sociali;

b) all’analisi dell’offerta assistenziale per promuovere approfondimenti mirati sui fenomeni sociali più rilevanti in ambito provinciale fornendo, su richiesta dei comuni e degli enti locali interessati, il supporto necessario per il coordinamento degli interventi territoriali;

c) alla promozione, d’intesa con i comuni, di iniziative di formazione, con particolare riguardo alla formazione professionale di base e all’aggiornamento;

d) alla partecipazione alla definizione e all’attuazione dei piani di zona.

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L. 328/2000

Dott. Alberto Zonno Renna

Art. 21.(Sistema informativo dei servizi sociali)

1. Lo Stato, le regioni, le province e i comuni istituiscono un sistema informativo dei servizi sociali per assicurare una compiuta conoscenza dei bisogni sociali, del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali e poter disporre tempestivamente di dati ed informazioni necessari alla programmazione, alla gestione e alla valutazione delle politiche sociali, per la promozione e l’attivazione di progetti europei, per il coordinamento con le strutture sanitarie, formative, con le politiche del lavoro e dell’occupazione.

2. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge è nominata, con decreto del Ministro per la solidarietà sociale, una commissione tecnica, composta da sei esperti di comprovata esperienza nel settore sociale ed in campo informativo, di cui due designati dal Ministro stesso, due dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, due dalla Conferenza Stato-città e autonomie locali. La commissione ha il compito di formulare proposte in ordine ai contenuti, al modello ed agli strumenti attraverso i quali dare attuazione ai diversi livelli operativi del sistema informativo dei servizi sociali. La commissione è presieduta da uno degli esperti designati dal Ministro per la solidarietà sociale. I componenti della commissione durano in carica due anni. Gli oneri derivanti dall’applicazione del presente comma, nel limite massimo di lire 250 milioni annue, sono a carico del Fondo nazionale per le politiche sociali.

3. Il Presidente del Consiglio dei ministri, con proprio decreto, su proposta del Ministro per la solidarietà sociale, sentite la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e l’Autorità per l’informatica nella pubblica amministrazione, definisce le modalità e individua, anche nell’ambito dei sistemi informativi esistenti, gli strumenti necessari per il coordinamento tecnico con le regioni e gli enti locali ai fini dell’attuazione del sistema informativo dei servizi sociali, in conformità con le specifiche tecniche della rete unitaria delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 15, comma 1, della legge 15 marzo 1997, n. 59, tenuto conto di quanto disposto dall’articolo 6 del citato decreto legislativo n. 281 del 1997, in materia di scambio di dati ed informazioni tra le amministrazioni centrali, regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano. Le regioni, le province e i comuni individuano le forme organizzative e gli strumenti necessari ed appropriati per l’attivazione e la gestione del sistema informativo dei servizi sociali a livello locale.

4. Gli oneri derivanti dall’applicazione del presente articolo sono a carico del Fondo nazionale per le politiche sociali. Nell’ambito dei piani di cui agli articoli 18 e 19, sono definite le risorse destinate alla realizzazione del sistema informativo dei servizi sociali, entro i limiti di spesa stabiliti in tali piani.

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L.R. 19/2006

Dott. Alberto Zonno Renna

Art. 13(Sistema informativo)

1. La Regione, nell’ambito del sistema informativo dei servizi sociali di cui all’articolo 21 della legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali), in collaborazione con le Province e i Comuni, singoli e/o associati, istituisce il sistema informativo regionale dei servizi socio-assistenziali.

2. Il sistema informativo di cui al comma 1 è strumento per la tempestiva acquisizione dei dati e delle informazioni necessarie alla conoscenza dei bisogni sociali finalizzata alla programmazione, alla gestione e alla valutazione delle politiche sociali.

3. La Giunta regionale emana le direttive di coordinamento cui le Province e i Comuni devono attenersi per la raccolta dei dati e per l’acquisizione, in particolare, di tutti gli elementi relativi:

a) alla realizzazione della banca dati riferita ai servizi, ai progetti, alle risorse finanziarie e alla loro destinazione per aree d’intervento di attività;

b) alla conoscenza dei bisogni sociali e della domanda sociale espressa;c) alla conoscenza delle risorse umane e professionali impegnate nell’organizzazione ed erogazione

dei servizi sociali e socio-sanitari.

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L.R. 19/2006

Dott. Alberto Zonno Renna

Art. 14(Osservatorio regionale delle politiche sociali)

1. E’ istituito presso l’Assessorato alla solidarietà l’Osservatorio regionale delle politiche sociali.L’Osservatorio promuove, coordina e realizza le azioni di monitoraggio sul sistema di offerta dei

servizi sociali, sulla domanda di servizi, sulla spesa sociale della Regione e degli enti locali, nonché il monitoraggio periodico sullo stato di attuazione dei Piani sociali di zona e la progettazione del sistema informativo sociale.

2. Nell’ambito dell’Osservatorio regionale si colloca il Centro regionale di documentazione per le politiche per l’infanzia e l’adolescenza, che opera quale centro regionale di raccolta e analisi di documenti e buone pratiche sulle problematiche sociali riferite ai minori e può essere articolato per macro-tematiche e che, in attuazione della legge 23 dicembre 1997, n. 451 (Istituzione della Commissione parlamentare per l’infanzia e dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia), provvede a raccogliere esclusivamente i dati relativi ai minorenni e collabora nell’elaborazione delle politiche sociali regionali in favore dei medesimi.

3. La Giunta regionale disciplina il funzionamento dell’Osservatorio regionale delle politiche sociali e del Centro regionale di documentazione per le politiche per l’infanzia e l’adolescenza, al quale fornisce risorse e strumenti adeguati per il pieno svolgimento del programma di attività.

4. L’Osservatorio regionale delle politiche sociali si articola per aree tematiche, nella forma di articolazioni organizzative interne, con programmi di attività e risorse specifiche, e tra loro connesse e con un coordinamento unico, secondo quanto disciplinato dalla Giunta regionale.

[…] >>>

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L.R. 19/2006

Dott. Alberto Zonno Renna

Art. 14(Osservatorio regionale delle politiche sociali)

[…]>>>5. La Regione, nell’ambito dell’Osservatorio delle politiche sociali, istituisce l’Osservatorio

permanente sulle famiglie e le politiche familiari. In particolare l’Osservatorio:a) studia e analizza l’evoluzione delle condizioni di vita delle famiglie, con particolare attenzione alle

situazioni di disagio e di violenza, al rapporto famiglia-lavoro e famiglia-servizi, al fine di individuare le problematiche emergenti e l’evoluzione complessiva delle esigenze familiari;

b) verifica l’efficacia degli interventi in favore delle famiglie realizzati dalla Regione, da enti e istituzioni pubbliche e private;

c) si avvale, per le sue attività, delle strutture e dei servizi di ricerca e analisi della Regione;d) si rapporta con altri Osservatori istituiti nell’ambito della sicurezza sociale, anche al fine di creare

un sistema informativo coordinato;e) focalizza i fenomeni di devianza e studia i rimedi atti a prevenire e assistere le situazioni sociali

marginali per la piena tutela della dignità di ciascuna persona.6. L’Osservatorio regionale delle politiche sociali si articola sul territorio in una struttura regionale di

coordinamento e di raccordo operativo e nella rete degli Osservatori sociali provinciali, che concorrono alla realizzazione del sistema informativo sociale regionale, di cui all’articolo 13, nonché alla realizzazione del piano di attività annuale dell’Osservatorio regionale e che possono promuovere con risorse proprie iniziative di rilevazione, analisi e ricerca connesse al fabbisogno conoscitivo specifico del territorio di riferimento.

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L.R. 19/2006

Dott. Alberto Zonno Renna

Art. 18(Competenze della Regione)

[…]2. La Regione, in conformità delle disposizioni di cui all’articolo 117 della

Costituzione:[…]o) promuove, finanzia e realizza iniziative informative e di assistenza formativa

e tecnica rivolte ai soggetti pubblici per sostenere il percorso di programmazione sociale negli ambiti territoriali, nonché iniziative informative e formative, anche con il concorso delle Province, per i soggetti pubblici e privati operanti nel settore dei servizi sociali per favorire il concorso alla progettazione sulle iniziative comunitarie e l’accesso ai fondi dell’Unione Europea;

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L.R. 19/2006

Dott. Alberto Zonno Renna

Art. 17(Competenze delle Province)

1. Le Province concorrono:a) alla programmazione del sistema integrato d’interventi e servizi sociali;b) alla raccolta dei dati sui bisogni e sulle risorse rese disponibili dai Comuni e da altri

soggetti istituzionali ai fini dell’attuazione del sistema informativo regionale, a cui le Province concorrono mediante le attività dell’Osservatorio sociale provinciale di cui all’articolo 14;

c) all’analisi della domanda e dell’offerta assistenziale, per promuovere approfondimenti mirati sui fenomeni sociali più rilevanti in ambito provinciale fornendo, su richiesta degli enti locali interessati, il supporto necessario per il coordinamento degli interventi territoriali;

[…]

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L.R. 19/2006

Dott. Alberto Zonno Renna

Art. 35(Azioni e interventi. Competenze dei Comuni)

1. Le iniziative e le attività previste dalla presente legge sono realizzate sulla base della rilevazione dei bisogni operata dagli enti locali, dalle associazioni e dalle forze sociali, per conseguire un’azione territorialmente equilibrata e integrata.

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IL SISTEMA INFORMATIVO

Dott. Alberto Zonno Renna

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Il sistema informativo• Un insieme organizzato,

coerente, consapevole e finalizzato di strumenti, dispositivi, flussi di azioni e interazioni condotte mediante strumenti, norme e linguaggi finalizzati a precisi scopi, basi di dati, indicatori dai quali si possano acquisire gli elementi conoscitivi necessari per interagire con il processo di pianificazione.

Dott. Alberto Zonno Renna

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SISTEMA INFORMATIVOE

COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE

Dott. Alberto Zonno Renna

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LA COMUNICAZIONE PUBBLICA

Dott. Alberto Zonno Renna

LE QUATTRO FASI

1. ricerca: studio in profondità dell’istituzione e del target;

2. programmazione: creazione di una strategia comunicativa, avendo come base l’informazione raccolta nella fase precedente;

3. realizzazione: messa in atto della strategia programmata;

4. valutazione: valutazione dei risultati ottenuti.

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OBIETTIVI E STRUMENTI DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICA

Dott. Alberto Zonno Renna

Informare Organizzazione, uffici, orari

Rispondere a nuovi diritti Accesso, trasparenza, semplificazione

Far conoscere opportunitàDove andare e come ottenere servizi individuali e collettivi

Mettere in relazione amministrazione e cittadini Ascolto, reclamo ,verifica

Dare identità, obiettivi e valori ai dipendenti Comunicazione interna

Migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi Qualità, customer satisfaction

Modificare comportamenti e abitudiniRaccolta differenziata, obbligo del casco, donare sangue, assistenza agli anziani, ecc.

Far dialogare uffici dello stesso ente e amministrazione tra loro

Sportello polifunzionale, sportello unico, rete civica

Favorire significativi processi di sviluppo sociale, economico, culturale

Marketing city

Accelerare la modernizzazione di apparati e servizi

Internet, postazioni self-service

Aprire nuovi confini alle città Info point Europa, reti civiche

Da: Graziella Priulla - Mariaeugenia Parito - La comunicazione pubblica, Bonanno, 2005

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Dott. Alberto Zonno Renna

Normativa di riferimento:• Legge 142/1990 Ordinamento delle autonomie locali – prevede forme di partecipazione dei

cittadini all’amministrazione locale, garantisce il diritto d’accesso dei cittadini agli atti della pubblica amministrazione e informazioni sullo stato di atti e procedure

• Legge 241/1990 Legge sulla Trasparenza – disciplina l‘accesso agli atti della PA e afferma che l’attività di questa deve essere retta da principi di economicità, efficacia, pubblicità; stabilisce la possibilità per chiunque sia interessato di accedere ai documenti amministrativi e di averne copia, prevede la pubblicazione di documenti che favoriscano la conoscenza del funzionamento delle amministrazioni.

• Legge 150/2000 - disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle PP.AA.

• Codice di Stile (1993) – contiene suggerimenti per la redazione dei documenti in modo chiaro e comprensibile

• Circolare 13 marzo 2001, n. 3 – Linee guida per l’organizzazione, l’usabilità e l’accessibilità dei siti web delle PP.AA.

• Direttiva P.C.M. 7 febbraio 2002 – Attività di comunicazione delle PP.AA.• Normativa sugli URP• Direttive sulle Carte dei Servizi

LA COMUNICAZIONE PUBBLICA

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IL SISTEMA INFORMATIVO SOCIALE

Dott. Alberto Zonno Renna

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

DATO E INFORMAZIONE

• “Dato” come descrizione originaria e non interpretata di un evento.

• “Informazione” invece è un insieme di dati memorizzati ed organizzati secondo delle intenzionalità.

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

L’informazione deve essere• chiara• decifrabile

L’informazione deve essere disponibile da chi ha necessità di utilizzarla per conoscere il fenomeno.

Il fine dell’informazione è quello di soddisfare particolari bisogni informativi ed il trattamento automatico dei dati non elimina ma moltiplica le imperfezioni delle informazioni caricate.

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

I dati devono possedere alcuni requisiti necessari al fine di ottenere informazioni significative, devono cioè essere:

• completi: capaci cioè di descrivere un fenomeno o una situazione nel modo più completo possibile;

• omogenei: i sistemi di rilevazione, di classificazione non devono cambiare in modo da garantire la confrontabilità;

• fasati: i dati per essere significativi devono riferirsi a un medesimo periodo.

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

• L’informazione va selezionata

• L’informazione va integrata

• L’informazione va archiviata

• L’informazione va aggiornata

• L’informazione va aggregata

• L’informazione va elaborata

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Il sistema informativo sociale

Il Sistema Informativo Sociale– non è una banca dati– non è un osservatorio– non è un software– non è una rete di computer

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Il sistema informativo sociale

Un sistema capace di dare risposte in merito alla attuazione dei programmi in termini:

• di pertinenza: appropriatezza del rapporto fra problemi e obiettivi

• di efficacia: rapporto tra risultati attesi e risultati conseguiti

• di efficienza: rapporto tra risorse impiegate e risultati

raggiunti

• di rapporto tra problemi e vantaggi conseguiti o utilità generata

Dott. Alberto Zonno Renna

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

La prospettiva di controllo del sistema informativo deve prevedere elementi di integrazione fra elementi:

• GESTIONALI

• STRATEGICI

• VALUTATIVI

>>>

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Il sistema informativo sociale

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Riguarda la strumentalità dell’agire organizzativo ed i processi di produzione e di erogazione dei servizi

CONTROLLO GESTIONALE

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Il sistema informativo sociale

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Si riferisce alle finalità e alle conseguenze esterne dell’azione, e contribuisce all’analisi e all’assunzione di decisioni consapevoli

CONTROLLO STRATEGICO E VALUTATIVO

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

• riferite all’attività di erogazione di servizi finali e di attivazione e di interventi territoriali

→ individuazione di possibili aggiustamenti;

• riferite alle funzioni direzionali

→ sostegno alle attività di erogazione e definizione degli obiettivi di miglioramento nelle dinamiche gestionali;

• riferite alle funzioni di governo

→ rafforzamento delle funzioni di pianificazione.

OBIETTIVI PREVALENTI DELLE ATTIVITA’ DI CONTROLLO

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

• La finalità del sistema informativo sociale è quella di creare linguaggi e strumenti che permettano ai diversi portatori di interesse di elaborare conoscenza attraverso interazioni.

• Il termine ‘informativo’, in questa ottica, non si riferisce tanto al trasferimento di elementi conoscitivi, quanto alla possibilità di rappresentare i diversi punti di vista.

>>>

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Dott. Alberto Zonno Renna

Il sistema informativo sociale supporta anche l’elaborazione normativa, i processi comunicativi e le negoziazioni interne al sistema.

Il sistema informativo sociale

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

IL SISTEMA INFORMATIVO QUALE

ELEMENTO DI

COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

Il sistema informativo, in quanto anche elemento di comunicazione istituzionale, diviene uno strumento non solo di servizio, ma soprattutto di identità.

L’informazione diffusa deve avere caratteristiche di:

• sostanza

• eticità dei contenuti

deve caratterizzarsi per:

•obiettività

•chiarezza

•riconoscibilità

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

Il sistema informativo, in quanto elemento di comunicazione deve rispondere a tre esigenze:

• Trasparenza – diritto del cittadino d’accesso alle informazioni.

• Pubblicità – dovere delle istituzioni di fornire informazioni.

• Semplificazione – riduzione della complessità inerenti i procedimenti amministrativi.

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

Affinché un Sistema informativo sociale costituisca una vera e propria risorsa programmatoria è necessario che risponda a requisiti di:

– Organicità

– Sistematicità

– Tempestività

– Attendibilità

– EsaustivitàMa anche … >>>

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Dott. Alberto Zonno Renna

Che sia ben internalizzato nella struttura istituzionale di

riferimento e nelle sue articolazioni, con riferimento

soprattutto alla gestione dei flussi informativi.

Nella gestione dei flussi vanno fatti rientrare anche i

processi di autoproduzione dei dati.

Il sistema informativo sociale

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

La comunicazione istituzionale è una funzione amministrativa interna, da incardinare nelle normali attività

•Il corretto utilizzo cambia la qualità dell’esercizio dei poteri e delle funzioni, siano esse legislative che amministrative.

Il sistema informativo come comunicazione istituzionale

COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE

MARKETING

PUBBLICITA’

TRASMISSIONE VALORI ED IDENTITA’

RELAZIONIPUBBLICHE

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Dott. Alberto Zonno Renna

Il sistema informativo diventa risorsa strategica quando non esaurisce la propria azione nelle pubblicizzazioni di informazioni ma riesce a diventare:

• elemento efficace di conoscenza

• reale servizio per i cittadini

• momento essenziale per il cambiamento e il miglioramento

Il sistema informativo sociale

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

• Affinché un Sistema informativo sociale sia realmente funzionante ed efficiente è necessario che le funzioni fondamentali dei suoi attori siano guidate da finalità condivise.

• È importante anche che tutti gli attori siano sensibilizzati alla crucialità di uno strumento programmatorio così importante

• Cià anche per il miglioramento della motivazione e per il miglior espletamento delle funzioni

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Il sistema informativo sociale

Dott. Alberto Zonno Renna

• Al di là dell’adeguata conoscenza di strumenti, procedure e metodologie da utilizzarsi, risulta dunque di estrema importanza che tutti gli attori convergano sulla stessa definizione di Sistema informativo sociale, su ciò che il sistema deve essere e, soprattutto, su ciò che non deve essere.

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• Risulta indispensabile che le competenze di tutti gli

attori territoriali nella gestione delle funzioni connesse

al Sistema informativo sociale siano allineate su uno

stesso standard minimo di adeguatezza, proprio

perché il Sistema informativo, in quanto sistema, è

composto da una pluralità di elementi, tra cui le

risorse umane stesse e il loro back ground di

competenze, fortemente interconnesse e

interdipendenti.

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Occorre:• allineare le competenze degli organi territoriali preposti

all’implementazione del Sistema informativo sociale per una sua corretta applicazione

• offrire occasioni di approfondimento sui temi di intersezione del Sistema informativo con altri aspetti organizzativi e amministrativi di primaria importanza nell’attuale processo di ridefinizione del welfare.

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Output dei sistemi informativi:

• Relazione sociali• Bilanci sociali• Altri prodotti per la comunicazione pubblica e la

formazione continua• Report specialistici per programmi valutativi e

decisionali.

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• Una mappa di 164 strutture socio-educative per la prima infanzia (asili nido, micro-nidi, nidi aziendali, centri ludici prima infanzia) in tutta la Puglia

• I risultati parziali sono stati presentati nel corso del seminario del 19 luglio scorso a Bari, promosso dall’Assessorato alla Solidarietà, con la collaborazione di Sinergia, la società di Milano incaricata della progettazione del SISR, il Sistema Informativo Sociale Regionale.

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• Tra le attività già avviate, infatti, la progettazione dei flussi informativi sulla offerta di servizi e prestazioni sociali, a partire dagli asili nido, dalle strutture residenziali per anziani e dalle strutture residenziali socioeducative per minori, l’attivazione del flusso informatico per la gestione dei dati relativi alle strutture per minori, la sistematizzazione dei dati relativi alle domande per l’assegno di cura e la prima dote necessari per avviare studi più approfonditi sulla mappa delle nuove povertà in Puglia, l’assistenza tecnica per la definizione dei piani di attività e dei modelli organizzativi dell’Osservatorio regionale Politiche Sociali con i suoi “nodi provinciali”. L’Assessorato alla Solidarietà ha avuto, con questi progetti, la possibilità di avvalersi di competenze specialistiche tra le più riconosciute in Italia, a partire dagli esperti della società Synergia di Milano, ma anche IRS e IRES, Studio Come, l’Università di Bari e la Meters, ricercando sempre un connubio positivo tra experties provenienti da fuori Regione ed enti di ricerca attivi nel territorio pugliese, con l’obiettivo primario di favorire una crescita di know-how in Puglia su temi che costituiscono ancora una linea di frontiera per gli enti pugliesi.

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• Il nuovo Osservatorio Regionale delle Politiche Sociali sarà interno al Settore Programmazione e Integrazione ma opererà per l’intero Assessorato, e promuoverà le maggiori integrazioni possibili con l’Osservatorio per il Volontariato, e gli altri Osservatori attivi e da attivare sulle tematiche della salute, delle pari opportunità, del lavoro, ecc..; inoltre l’osservatorio sarà articolato in un nodo regionale (OSR, Osservatorio Regionale Sociale) e in cinque nodi provinciali (OSP, Osservatori Sociali Provinciali), ciascuno con il proprio piano di attività, ma collegati tra loro per sviluppare in modo omogeneo alcune linee di attività, tra cui, prioritariamente la progettazione e la implementazione del sistema informativo sociale regionale.

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• L’Osservatorio regionale si occuperà di ricerca statistica su fenomeni sociali emergenti, del monitoraggio dei piani sociali di zona e delle altre attività degli ambiti territoriali, della costruzione e gestione del SISR (Sistema informativo sociale regionale), di formazione e della comunicazione sociale dei risultati elaborati. Per il periodo 2007-2008 la Regione e le Province avranno a disposizione complessivamente 1,8 M. di euro circa, provenienti dagli stanziamenti degli anni precedenti del Fondo nazionale politiche sociali non ancora non utilizzati.

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• L’articolazione territoriale dei Sistemi informativi sociali regionali, sia essa mediata o meno nell’architettura complessivamente definita dal coordinamento intermedio e dal supporto delle Province, assurge giocoforza gli Ambiti territoriali di Zona al ruolo di attori fondamentali del Sistema informativo stesso, quand’anche, se si pensa alle attività di pianificazione sociale che a questi ultimi competono, a quello di utenti principali del sistema informativo.

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COME COSTRUIRE UN SISTEMA INFORMATIVO SOCIO-ASSISTENZIALE

Per impostare un sistema informativo socio-assistenziale è necessario:

– definire gli obiettivi;– individuare i soggetti che interagiscono con le

informazioni;– tracciare il percorso dei flussi informativi;– qualificare e quantificare il fabbisogno;– scegliere un modello. >>>

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OBIETTIVIGli obiettivi di un sistema informativo socio- assistenziale divengono:• - qualificare e quantificare l’utenza;• - qualificare e quantificare le patologie sociali;• - qualificare e quantificare gli interventi,• - qualificare e quantificare le risorse disponibili;• - valutare e verificare l’efficacia e l’efficienza dei servizi;• - tendere ad una corretta gestione amministrativa e finanziaria;• - migliorare il servizio al cittadino;• - dotare il servizio di moderni sistemi per il trattamento delle informazioni;• - pianificare e programmare servizi, risorse e interventi.

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I SOGGETTI DELL’INFORMAZIONEI soggetti che interagiscono con l’informazione sono:• la comunità portatrice di bisogni, di informazioni e di risorse

attraverso i cittadini, gli utenti, il privato sociale ecc;• l’ente, erogatore di prestazioni e deputato alla programmazione,

agisce attraverso:• operatori tecnici di base, a livello operativo;• operatori amministrativi, a livello burocratico- amministrativo;• dirigenti a livello dirigenziale;• amministratori a livello politico.

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Il sistema informativo può essere impostato su tre modelli:

• 1.     Struttura integrata

• 2.     Struttura a componenti indipendenti

• 3.     Struttura a moduli logicamente integrati ma fisicamente indipendenti

MODELLI DI SISTEMA INFORMATIVO

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• Difficoltà per l’avvio • Scarsa attenzione al settore sociale • Contesto incerto e turbolento • Basso livello di standardizzazione • Carenza di una classificazione delle patologie sociali e

delle prestazioni • Mancanza di una “cultura informativa” • Resistenza degli operatori

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Obiettivi del sistema informativoRegola delle cinque E (OMS): 

• Eziologico (etiology) • Efficiente (efficiency) • Efficace (efficacy) • Educativo (education) • Valutativo (evaluation)

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Caratteristiche del sistema informativo

regola delle sei P (OMS): • fondato sulla popolazione (population based) • orientato ai problemi (oriented problem) • riferito alla persona (specific person) • specifico per chi vi provvede (specific provider) • riferito a un periodo specifico (specific period) • pratico (pratical)

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Gli strumenti applicativi • La cartella sociale • Il database • La banca dati delle risorse sociali

>>>

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La cartella sociale è:• strumento per la raccolta dettagliata dei dati • fonte di informazione sulla storia sociale passata

e presente degli utenti • filo conduttore dell’assistenza quando questa è

affidata a più operatori • strumento di valutazione e programmazione

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Requisiti:• facile da compilare e agevole nella

consultazione • informazioni chiare e comprensibili, idonee

e corrette • schema uniforme

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Il database è:• un insieme di informazioni raccolte su qualcosa,

utile per gestire e selezionare le informazioni • una matrice di dati (righe e colonne): • In colonna ci sono le informazioni di carattere

omogeneo, ma relative a più storie • Nome, cognome, data di nascita, segnalazione,

problema,ecc.

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• Processo per la realizzazione• Analisi dei requisiti • Operazioni ed eventi da osservare e dati da raccogliere • Progettazione concettuale • Chiarire il significato delle informazioni da archiviare • Progettazione logica • Rendere compatibili le idee contenute nelle fasi precedenti con lo

schema logico del software scelto • Progettazione fisica • Scegliere le caratteristiche fisiche di realizzazione degli archivi

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La banca dati delle risorse sociali è: 

• un “taccuino informatico”, dove conservare gli indirizzi delle risorse istituzionali e non

• una raccolta anche di informazioni accessorie, per scegliere meglio ciò che serve per il caso specifico

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Scopo:

• Consentire all’operatore, in cerca di una particolare risorsa, di ottenere l’elenco desiderato ponendo un’interrogazione strutturata ma unica

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FUNZIONE A T T I V I T A'

DOCUMENTAZIONE Raccolta sistematica della documentazione e sua diffusione

Acquisizione, raccolta, catalogazione, trattamento e predisposizione di modalità per la consultazione di materiali normativi, di documentazione relativa alla programmazione e alla progettazione, ricerche e studi, relazioni, pubblicazioni, atti, opuscoli; produzione di cataloghi, schede e guide alla consultazione; produzione di bollettini per la diffusione dei documenti raccolti e rielaborati; produzione di strumenti per la diffusione delle informazioni.

SISTEMA DI MONITORAGGIO

Osservazione costante degli interventi e dei servizi

Rilevazione periodica di dati statistici; costruzione di batterie di indicatori quantitativi per la misurazione, il monitoraggio e la valutazione; creazione banca dati; elaborazione dati; analisi dati.

RICERCHE E STUDI Studio del territorio, dei fenomeni sociali più rilevanti e delle relative dinamiche evolutive, dei bisogni e dell’offerta di servizi

Realizzazione di ricerche, indagini e studi mediante questionari, interviste, osservazione, focus group, raccolta dati qualitativi, analisi secondarie.

COMUNICAZIONE Diffusione delle informazioni e supporto ai processi comunicativi esterni

Creazione di un portale per le politiche sociali; realizzazione di supporti informativi; diffusione periodica di bollettini informativi; studio, analisi e cura dei canali e delle modalità di diffusione delle informazioni; organizzazione, partecipazione, supporto a convegni, conferenze, seminari, dibattiti, incontri di studio.

PROGETTAZIONE Supporto alla pianificazione, programmazione e progettazione locale

Partecipazione alla progettazione locale; facilitazione nei percorsi di utilizzo della conoscenza per la programmazione e la progettazione; integrazione delle attività dell'Osservatorio con i processi di programmazione e progettazione territoriali.

SVILUPPO RISORSE E INTEGRAZIONE DI RETE

Coordinamento processi informativi locali,supporto all'integrazione di rete del sistema locale

Partecipazione all'integrazione di rete del sistema locale; attività di coordinamento, supporto e integrazione con i sistemi informativi locali; censimento delle fonti informative locali; elaborazione di materiali di servizio; promozione di iniziative rivolte alla fascia di popolazione oggetto delle attività.

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