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Virginia Strano e La Chiave Di Re Salomone 2.2

Date post: 28-Sep-2015
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Racconto breve di Mauro Longo
29
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  • Virginia Strano

    e la Chiave di Re Salomone

    o

    Gli Scorridori delle Correnti Celesti

    Versione 2.2

    Cork - Settembre 2012

  • Messer Ludovico,dove mai avete trovato tante corbellerie?

  • 1La luna era alta nel cielo notturno e il miraggio boreale la faceva sembrare molto pi grande e vicina del reale, quasi fosse sfuggita alla propria orbita e galleggiasse adesso appena pi in alto delle cime dei monti. I venti ascensionali erano stabili e la coltre nebulare sotto di loro sembrava un prato di cotone bianco dai riflessi argentati, su cui scivolava silenziosa l'ombra dell'aeronave.Il Mammafalsa solcava le correnti celesti con un ronzio basso e regolare e Virginia si godeva l'ultima parte del viaggio affacciata alla balaustra del ponte superiore, avvolta nel pesante tabarro e con il tricorno ben calcato in testa. L'aria era serena e pungente e non vi erano stelle in cielo, oscurate dal nitido chiaro di luna.Ricaric di miscela alla mandragora la nera pipa arcuata e tir un paio di lunghe boccate, che finirono in anelli concentrici di fumo verdastro. Il Mammafalsa reggeva bene. Suo zio e il dottor Zenobi avevano modificato alla perfezione quel vecchio peschereccio, omologato per la caccia ai buoi-pallone. La camera di lavorazione del pescato era stata trasformata in un locale di potenziamento dei bollitori di bordo ed erano state aggiunte due coppie di caldaie a oricalco di nuova generazione, nonch un dispositivo di mimetismo a foschia, per nascondersi all'occorrenza

  • in un manto di nuvole artificiali.Madamigella Strano! Kadmos era arrivato alle sue spalle senza produrre il minimo rumore. Il capitano dice che stiamo per sorvolare il nostro obiettivo.La giovane si volt. Kadmos la superava in altezza di un piede e mezzo e aveva una mole colossale, prova inconfutabile, assieme al viso scimmiesco, del suo concepimento artificiale. Indossava calzoni a sbuffo neri che celavano la conformazione inumana delle gambe, stivali di cuoio a mezza coscia degni del miglior cicisbeo della Corte del Sole e una giubba di pelle, rinforzata da uno spallaccio di acciaio brunito. Lacci, fibbie e cinturoni completavano il suo vestiario, conferendogli l'aspetto di uno dei corsari dei sette cieli. L'aria fredda di mezza quota non sembrava minimamente infastidirlo, grazie al folto pelo che lo ricopriva.Virginia annu e si avvi verso la plancia. Un'ombra chiara plan su di lei e le artigli la spalla. Buonasera, Pannocchia disse la giovane, rivolta al suo pterominide. Ci sei anche tu? Dove eri finito? Lo scoiattolo volante la guard con curiosit e mosse i baffi, scivolando poi dentro il bavero di lana e rintanandosi tra i risvolti del tabarro. Virginia lo ignor ed entr nella cabina di comando, dove lei e Kadmos si unirono a Cinnabar e ai gemelli Grifone.

    Il capitano del Mammafalsa indic con un gesto del capo la carta del territorio sotto di loro, con le citt principali evidenziate da segnalini circolari di corniola

  • rossa. La rotta che avevano seguito era tracciata da spilloni dalla testa di celestina e passava ben lontano dalle fortezze e dai fari militari dell'Emiro. Ci siamo, signorina Strano disse solamente e infilz l'ultimo spillone blu accanto al sigillo dorato posizionato in mezzo alla carta. La loro destinazione. Il Sepolcro di Alarico.Virginia raggiunse il periscopio di chiglia, lo estrasse fino alla profondit massima e cerc di riconoscere ad occhio la catena montuosa che stavano sorvolando, a quasi un miglio di altezza. Valli scure, contrafforti ricoperti di boschi e picchi bassi ma scoscesi, illuminati dalla luna. Era la prima volta che sorvolava la terra dei Vatheq e non aveva punti di riferimento, ma confidava nell'esperienza di Cinnabar e nelle indicazioni della Mappa di Abulafia: L dove due picchi si stagliano e un aspro torrente, eccetera eccetera...Ritir il periscopio e chiese di nuovo il parere del capitano. Siamo proprio sopra la valle che cercate disse quegli e stiamo per passare in mezzo alle due cime. Meglio di cos non avrei saputo portarvici.Ben fatto, Capitano Cinnabar. Trovate un ricovero tranquillo dove nascondere l'aeronave e restate in attesa del nostro rientro.Si rivolse poi al suo gigantesco compagno. Ebbene, Kadmos, la Mappa alquanto esplicita da adesso in poi. Sul fondo della gola scorre un ruscello freddo e impetuoso. Dobbiamo trovare un punto dove atterrare con gli ornitotteri, risalire a piedi le rapide e trovare l'accesso al sepolcro. Potremmo esser di ritorno in

  • poche ore e allontanarci prima dell'alba, evitando che gli aviogetti dell'Emiro ci comincino a ronzare attorno.Io sono pronto, Madamigella.Si vada dunque.

  • 2Si diressero alle scialuppe volanti e montarono ciascuno sul proprio velivolo, caricandoci dentro l'equipaggiamento necessario. Virginia si fiss al collo il tricorno per non farselo strappare via e abbass gli occhiali da volo dalla falda anteriore, per riparare gli occhi dal vento. Si assicurar che i gemelli staccassero tutti i ganci e le cime e verificassero i piccoli bollitori ad oricalco. Per planare nella gola non ci sarebbe stato bisogno di accenderli, ma sarebbero stati indispensabili durante la risalita. Le sferette rosse erano al loro posto, con due unit di scorta per far fronte a qualsiasi inconveniente.Al segnale convenuto, i gemelli disattivarono i fermi magnetici e gli ornitotteri si staccarono con un colpo secco dallo scafo del Mammafalsa, planando via a destra e sinistra della nave e subito accodandosi in discesa verso la gola.Lo scafo dell'aeronave scomparve immediatamente oltre la coltre nebulare e i due avventurieri si lanciarono in picchiata, con le ali di paraseta gonfie al massimo e tutte le vele battenti che flappavano all'impazzata. Virginia si mise in testa e guid la discesa verso la gola. Lasci che il suo ornitottero perdesse quota velocemente, poi inizi a rallentare a met caduta, spostando la barra in modo da equilibrare impennaggi ed alettoni.

  • Veleggi attraverso la stretta vallata finch non scorse una piccola radura, abbastanza grande da poter atterrare all'asciutto. Azion gli sfarfallatori ed estrasse le zampe del velivolo, posandosi morbidamente sull'erba. Pannocchia non perse tempo: si fece largo fuori dal bavero del tabarro e si lanci via volando verso il fiume, felice di ruzzolare una volta tanto su terreno solido.La ragazza stacc le imbragature e scese dal velivolo. Si tolse il pesante tabarro da altitudine e rimase con la sottoveste a tre bandoliere, i pantaloni aderenti di pelle e il giustacuore lungo fino a mezza coscia. Fiss il fodero della spada sulla schiena, si attacc alla vita la fusciacca con i borselli e le scarselle e controll che tutti i suoi gingilli fossero a posto. Infine estrasse il telo mimetico e ricopr l'ornitottero, per nasconderlo agli sguardi di eventuali viaggiatori che si arrischiassero per quelle gole.

    Kadmos atterr con un tonfo accanto a lei, facendo cigolare le molle e gli stantuffi d'arresto. Lo scimmione pesava oltre venti pietre, ben al di sopra della portata consigliata degli ornitotteri. Ma d'altra parte, Kadmos si era rivelato indispensabile nelle ultime missioni ed era uno dei suoi compagni pi fidati. Virginia non avrebbe saputo organizzare quella spedizione senza di lui, n si sarebbe mai arrischiata in quella valle da sola. Kadmos nascose il proprio ornitottero accanto all'altro e si fiss alla cintura i makhaira da lancio e le due lunghe lame falcate.

  • Quando furono pronti, Virginia estrasse nuovamente la Mappa di Abulafia e insieme studiarono ancora il percorso. La carta era ingiallita e rovinata ai bordi, ma suo zio l'aveva spalmata di un composto fissante che avrebbe impedito ulteriori danneggiamenti, compresi quelli da acqua, fuoco, strappi o acidi. La mappa segnalava la gola in maniera stilizzata e la maggior parte del foglio era occupata da simboli di cabala mistica, schemi numerologici e versi in ebraico medievale criptati tramite gematria. Il dottor Strano aveva impiegato tre mesi per decifrarla completamente. Abulafia segnalava la presenza di linee sincroniche a meandro e artifici mistici di protezione lungo tutta la gola, ma mostrava anche come aggirarli.Ci che appare stabile, infido dicevano le sue istruzioni. Ci che appare mutevole sicuro. Non lasciarti trascinare dal flusso incessante delle cose ma percorrilo a ritroso fino alla radice del suo scaturire.

    Indovinelli cabalistici pens Virginia. Abbastanza semplici, una volta che li si traduce in volgare.Dobbiamo camminare in mezzo al torrente e risalirlo verso la sorgente disse al suo compagno.

    Si misero in marcia, sguazzando fino al ginocchio nelle acque gelide.Dopo circa un'ora il terreno inizi a salire e il torrente a farsi pi stretto e impetuoso. Un monolito nero, basso e coperto di geroglifici, giaceva abbattuto tra i

  • rovi accanto alla riva. I guardiani di ossidiana ti mostreranno la via diceva ancora Abulafia. Uscirono dal letto del ruscello e si avvicinarono alla pietra, scolpita di rune goetiche di inibizione. Il monolito era stato spezzato alla base e le maledizioni esorcizzate tramite simboli scaramantici e schemi gematrici, che qualcuno aveva inciso emblema per emblema sopra i glifi precedenti. Bravo Abulafia, continua a fare il lavoro sporco per noi.

    La gola si restrinse e divenne una forra scoscesa e ricoperta di rovi, agrispini e alberi gorgone. Kadmos estrasse entrambe le falcate e inizi ad aprirsi un sentiero nella vegetazione. Virginia sent il trillo di Pannocchia e la bestiola le atterr sulla spalla, strofinando affettuoso il muso contro la sua guancia.Continuarono ad avanzare lentamente, seguendo una pista contrassegnata da altri monoliti abbattuti, che giacevano sepolti dalle canne e dai cespugli. Dapprima terminarono gli alberi grifone, poi gli agrispini e infine si diradarono anche i rovi, fino a scomparire. Si trovarono di fronte una bassa piattaforma di basalto, di forma semicircolare. La sorgente del ruscello si trovava proprio di fronte a loro ed era incassata in una nicchia scavata dall'uomo. Simboli geometrici e rilievi d'et ciclopica contornavano la piccola grotta, mentre l'interno era decorato come la valva di una conchiglia.Cultura megalitica disse Virginia. Vecchia forse di

  • cinquemila anni. Un antico santuario delle acque e quello che Abulafia chiama la radice del torrente. Ma non siamo qui per questo.Kadmos annu e indic qualcosa trenta piedi pi in alto, quasi oltre la visuale di Virginia. Un varco trapezioidale si apriva nella roccia, largo alla base e pi stretto nella parte superiore. Il nerboruto simiano si iss lungo la parete e raggiunse l'apertura in pochi istanti. Lanci una fune alla compagna e la tir su senza sforzo, mentre Pannocchia le si infilava nella tasca interna del giustacuore.

  • 3Si ritrovarono in un passaggio diritto che proseguiva entro il cuore della rupe. Un portale di pietra doveva chiudere un tempo quell'ingresso, ma era stato sfondato secoli orsono e giaceva ora in pezzi sul pavimento di roccia levigata. Un cartiglio inciso sul muro mostrava il nome Abulafia e il simbolo della Menorah, il candelabro a sette bracci che gli imperatori romani avevano trafugato dal Tempio di Gerusalemme e che Alarico aveva preso a Roma. Seicento anni prima il cabalista spagnolo aveva organizzato una spedizione per ritrovare quel mistico artefatto, che egli considerava il pi prezioso dei tesori custoditi nel Sepolcro di Alarico. A quanto pareva, qualcosa gli aveva impedito di portare a compimento l'impresa ed egli era fuggito via da solo, dopo la morte di tutti gli altri membri della missione, riportando poi su una Mappa tutte le indicazioni per ritornare un giorno o l'altro sui propri passi. Ma le cose erano andate diversamente. Abulafia era morto prima di potersi impossessare del Tesoro di Alarico e solo la Mappa gli era sopravvissuta, tramandata segretamente attraverso i secoli fin quando lei e suo zio, il Dottor Strano, non l'avevano recuperata dagli abissi gremiti di orrori delle Carceri di Gerusalemme.

    Virginia prese da una tasca due bastoncini avvolti di

  • carta di mummia vergata di sortilegi e li accese. Aspett che il fuoco le consumasse per met e che le essenze di assenzio, papiro ed alloro impregnassero bene l'aria del passaggio, poi le spense e soffi innanzi il fumo.Nessun sigillo, niente stregoneria goetica, nessun pericolo.Prese la lanterna, la accese e apr lo schermo anteriore, per dirigere in avanti il fascio di luce. Avanz con cautela, scoprendo i resti di diverse trappole meccaniche e maledizioni visigote disseminate nel passaggio, tutte azionate, fatte saltare o messe fuori uso da tempo. Lame rotanti, fuoco greco, glifi di inibizione, spore carnivore disse sottovoce, rivolta al suo compagno. Chi ha disposto le protezioni del Tesoro di Alarico non mancava di ingegno. La spedizione di Abulafia deve essere per riuscita a superarle, almeno fino a questo punto.

    Il passaggio si apr su una scalinata a ventaglio che conduceva verso il basso. Ossa umane. Qualcuno invece qui ci ha rimesso la pellaccia...La camera davanti a loro era spoglia e vuota, se non per una decina di scheletri sparsi al suolo e una serie di pilastri di pietra che salivano fino al tetto, secondo una disposizione geometrica che Virginia non riconosceva. Li cont: tredici pilastri, tutti di granito. Anche le pareti erano dello stesso materiale e il perimetro contava sette lati, dissimili per inclinazione e

  • lunghezza. Controll ancora la Mappa. Un'ultima annotazione di Abulafia: Il saggio non si lascia ingannare dalle cose terrene ma si concentra su quelle impalpabili.Ci sono delle punte di metallo tra le ossa. le indic Kadmos. Virginia spost la lampada e illumin con attenzione i cadaveri. Ognuno di essi era stato colpito da una o pi lame triangolari di metallo. Un'altra decina di esse erano sparse sul pavimento, difficili da distinguere a causa del colore della roccia.Un'altra trappola, stavolta letale. Fili invisibili? Piastrelle a pressione? No. Abulafia non si sarebbe fatto sorprendere da banalit del genere.Virginia si sedette sulle scale a riflettere. Forse qualcosa di ancora pi impalpabile.Prese la pipa, riemp il fornello e l'accese. Fece lunghe boccate e soffi via tutto il fumo verso la stanza, illuminandolo poi con la lanterna. La camera era percorsa da sottili correnti d'aria compressa, che la attraversavano in diverse direzioni come l'intreccio di una ragnatela a tre dimensioni. Not che essi avevano origine e fine in punti delle pareti che non erano visibili dalle scale, grazie all'astrusa disposizione dei pilastri. Uno di quei getti sottilissimi passava a meno di cinque piedi dal suo punto di osservazione.Boccagli eolici. Le bizzarrie della stanza servono solo a distrarre. La minaccia nel vuoto in mezzo ai pilastri. Ingegnoso.

    Cautela, Kadmos spieg al suo compagno, che

  • attendeva dietro di lei. Sospetto vi siano mantici occultati che insufflano aria nella stanza attraverso condotti a doppio cannello, verso dispositivi di grande sensibilit. Se qualcosa dovesse attraversare i getti e interrompere il passaggio dell'aria, i dispositivi cambieranno posizione e innescheranno il lancio di quelle punte di metallo. Per nostra fortuna, son venuta all'avventura provvista di ogni aggeggio che possa aggirare queste antiche trappole. Ricordi gli Icosaedri?Virginia estrasse da una delle scarselle un pugno di solidi metallici a venti facce, grandi ciascuno quanto il suo pollice. Un le mani a coppa, li attiv e li lanci tutti insieme nella stanza.Gli icosaedri caddero a terra e cominciarono a scoppiettare. Ogni volta che uno di essi colpiva il pavimento, sul lato interno della faccia che toccava il suolo si accendeva una miccetta che lo faceva rimbalzare in un'altra direzione, rotolando, saltellando e sbattendo contro i pilastri e le pareti.Uno ad uno gli icosaedri passarono in mezzo ai getti d'aria compressa e azionarono i dispositivi. Una decina di poliboli di metallo apparvero in alto da dietro ai pilastri, balestre a ripetizione con argano azionato da oscillatori elicoidali, che iniziarono a sparare le lame triangolari verso i punti di attivazione della trappola. La traiettoria delle punte pareva studiata affinch non attivasse altri inneschi, ma i triangoli rimbalzavano pi volte sulle pareti, a terra e contro i pilastri, cambiando direzione una decina di volte prima di fermarsi.

  • Gli icosaedri rollarono e rimbalzarono per un minuto, con botti, fischi e fili di fumo, e per tutto quel tempo la stanza fu avvolta da una nube di punte d'acciaio che sfrecciavano in ogni direzione, intersecandosi su linee stereometriche impeccabili e cadenze di fuoco perfette.Alla fine i poliboli esaurirono la loro scorta di proiettili e si quietarono.

    Virginia e Kadmos si mossero rapidamente lungo la camera e raggiunsero l'uscita, camminando sulle punte metalliche. Un varco a trapezio conduceva ad un ulteriore passaggio scavato nella roccia. Su una parete c'era un'iscrizione veloce. Huc Usque Abulafia. Fin qui Abulafia. Quella stanza era l'ultima raggiunta dallo studioso. Da allora in avanti non ci sarebbero state altre indicazioni o suggerimenti.

  • 4Oltre il passaggio, una lunga scalinata scendeva diritta nella roccia. Una luce violacea sembrava provenire dal fondo e risalire lugubre verso di loro. Anche Pannocchia rimaneva in silenzio e solo ogni tanto faceva capolino dalla sua tasca, fiutando la cautela della sua padrona. I due avventurieri giunsero ben presto ad una balconata, che sovrastava un'ampia sala a volta larga oltre cento piedi.Si appoggiarono a una balaustra di marmo che dava sulla grotta. Avevano trovato il Sepolcro di Alarico.Ceri arrivato vicino, Abulafia riflett Virginia. Bastava un po di coraggio in pi.Cristalli di rocca con venature di ametista lo rischiaravano di una perenne luminescenza. Nel mezzo della camera, su una predella rettangolare, era posizionato un sarcofago di pietra scolpito con le fattezze del re barbaro. Una piccola montagna di aurei, denari, sesterzi, casse di gemme, pendenti, diademi e statue di onice era accumulata ai piedi del sarcofago, occupava i cinque gradini della predella e proseguiva per met del pavimento. Anche la Menorah si trovava l: un candelabro doro istoriato posto accanto alla testata della tomba. Stendardi e orifiamme con le insegne visigote erano disposti tutto intorno e sulla parete in fondo incombeva una gigantesca statua del sovrano defunto, costruita in oro massiccio e completa

  • di elmo, spade e armatura.

    Virginia non si fece distrarre dalla ricchezza sconfinata ammucchiata nella sala. Si sdrai a terra e si sporse a guardare dall'alto i gradini che dalla balaustra discendevano fino alla camera sepolcrale. Sul piano orizzontale non c'era nulla, ma sul lato verticale del terzo scalino, invisibile a chi provenisse dalla balconata, erano incisi altri glifi goetici di proibizione. Senza cambiare posizione, Virginia infil un paio di guanti da scaramante, rossi e con il simbolo di Horus inciso a fuoco sui palmi, estrasse da un contenitore uno scalpello di piombo e un piccolo maglio e inizi a colpire i simboli, dall'esterno verso l'interno. Ci mise almeno venti minuti, ma alla fine rese i glifi inefficaci. Guard gli attrezzi che aveva utilizzato. Nonostante fossero stati realizzati in un metallo inerte alla stregoneria, lo scalpello si era crepato per la lunghezza e il metallo del martello sembrava fuso, colato sul manico e poi rappreso nuovamente. Li gett via.

    Discesero le scale che dalla balconata portavano alla sala, muovendosi con estrema attenzione per evitare ulteriori sorprese. Virginia si avvicin alla parete circolare della camera e sfior con le dita il bassorilievo che correva lungo tutto il perimetro. L'epopea del sovrano defunto, dalla nascita alla morte. Millecinquecento anni prima, Alarico I Re dei Visigoti aveva saccheggiato Roma e aveva svuotato in tre giorni

  • la citt eterna da ogni suo tesoro, portandolo con s verso il nuovo regno di cui gli stregoni al suo seguito avevano vaticinato. Ma durante il viaggio verso meridione egli era rimasto ucciso. Per onorarlo, i suoi generali e gli stregoni al seguito dell'armata avevano costruito quel sepolcro e avevano inumato l dentro il sovrano con i suoi tesori.

    Virginia sal la predella misurando ogni passo, mentre Kadmos si guardava attorno, abbagliato dal mucchio d'oro e gemme preziose. Con quel bottino sconfinato avrebbero potuto riempire il laboratorio di suo zio di qualsiasi congegno a vapore o a petrolio fosse mai stato inventato. O comprarsi un regno. O ritirarsi per sempre su Antilia o alle Isole Beate.O fare tutte le tre cose assieme.Ma Virginia non aveva occhi che per la Menorah. Per molti era solamente un artefatto mistico di incredibile potere, ma lei conosceva anche il suo segreto pi nascosto. Il candelabro d'oro del Tempio di Gerusalemme era anche la vera Chiave di Re Salomone, il dispositivo che avrebbe aperto il portale del Regno Segreto della Regina di Saba, penultimo passo nella missione che la sua famiglia portava avanti da tre secoli, alla ricerca di Atlantide.

    Stava quasi per poggiare il piede sul gradone pi alto della predella. Ferm la gamba a mezz'aria.Trappola!Una intercapedine sottile come un capello correva

  • tutto attorno allo scalino superiore. Se avesse fatto un altro passo o toccato il sarcofago sarebbe caduta vittima dell'ultima insidia che i generali di Alarico avevano ordito contro i profanatori della tomba. Un meccanismo a pressione che avrebbe attivato chiss cosa...Ci vorr solo un po' di tempo, pens Virginia, prendendo da una scarsella una serie di cunei di piombo. Solo qualche...

    Pannocchia usc dalla tasca, le si arrampic sulla spalla e si sporse con il muso in avanti, verso l'ingresso della camera. Squitt qualcosa spaventato e poi corse di nuovo a nascondersi tra le federe del giustacuore. Kadmos si volt di scatto verso la stessa direzione, fiutando qualcosa nell'aria. Rhesus! ringhi, snudando le zanne.

    In un'esplosione di urla belluine, una dozzina di simiani balz dentro la stanza, correndo e saltando a quattro mani tutto intorno. Erano pi piccoli e irsuti di Kadmos e i loro tratti animaleschi molto pi marcati: un feroce branco di scimmie umanoidi assassine, coperte di aderenti vesti di cuoio e dalle zanne roride di bava.Dietro di loro, con il passo lento e studiato di un teatrante da operetta apparve un uomo dai lunghi capelli neri, abbigliato con una zimarra dello stesso colore.

  • 5Sergej Voronoff, maledizione, di nuovo voi! gli grid contro Virginia, estraendo la spada dal fodero. Prima le Miniere di Salomone, poi le Carceri di Gerusalemme. Dovreste proprio rivelarmi chi la spia che vi rivela ogni nostra mossa e dove trovate cos tante navi volanti da farvi abbattere!Dall'alto della balaustra, il Professor Voronoff ghign. Non ho bisogno di informatori terreni, Madamigella Strano disse con pesante cadenza dello Zarato. Adotto semplicemente quei privilegi che la conoscenza delle arti oscure mi conferisce. Per quanto riguarda i mezzi a mia disposizione, il mio alleato a capo del Si Fan mi ha fornito qualche piroga alata dell'Impero Celeste per sostituire la nave che mi avete abbattuto sui cieli di Babilonia. A proposito, come sta il mio caro amico Baldasar, colpevole di quellepisodio?Non credo che mio zio sarebbe daccordo nel dirsi vostro amico. In ogni caso anche lui come voi si rimesso completamente da quellincidente, grazie.Mi fa molto piacere. Vi direi di portargli i miei saluti ma temo che le vostre formidabili scorribande si stiano per concludere in maniera nefasta. D'altra parte quale luogo migliore della tomba di un Re, per morire?

    Ditecelo voi, ubludok Kadmos fece un passo avanti e

  • scagli uno dei makhaira contro l'uomo in nero. La lama rote in aria implacabile, ma all'ultimo istante uno dei Rhesus si lanci avanti e l'arma lo trafisse. La bestia cadde a terra senza un lamento.Voronoff si volse verso il gigantesco avventuriero. Adam, figlio mio, come osi rivolgere la mano contro il tuo Creatore? Hai osservato come i miei nuovi esperimenti siano molto pi fedeli e devoti di te?Non chiamatemi figlio, e non chiamatemi Adam. Quando era furioso, l'ibrido simiano si incurvava in avanti e appariva davvero un mostruoso uomo-scimmia. Sono un uomo libero e il mio nome adesso Kadmos.Un uomo libero, ah! lo derise Voronoff. Due imprecisioni nella stessa affermazione. Non perder il mio tempo tentando di convincerti a tornare al mio servizio, bench conservi ancora la tua gabbia. I miei nuovi Rhesus mi danno tutte le soddisfazioni di cui necessito. Si rivolse alle scimmie umanoidi che erano sciamate per la sala, incroci le mani dietro la schiena e disse solamente Uccideteli!

    Alla malora! imprec Virginia. Cinque simiani correvano verso di lei e un numero quasi doppio si stava lanciando contro Kadmos. Troppi, senza contare lo stramaledetto Voronoff.I Rhesus la circondarono e cominciarono a salire sulla predella. Uno dei pi grossi si lanci in avanti e atterr con le zampe posteriori sul sarcofago.Oh, no!

  • L'ultimo gradone si abbass leggermente e la giovane avvert distintamente un rumore di ingranaggi provenire da sotto il pavimento della sala.Un fischio acutissimo li assord. Virginia lo riconobbe. Era il rumore di una pasticca di oricalco che cadeva in un generatore di vapore e ne mandava immediatamente in ebollizione l'acqua contenuta. A giudicare dall'intensit del sibilo, la pasticca doveva essere bella grossa e la massa liquida pesare diverse tonnellate. Anche i Rhesus si fermarono, confusi.Il rumore sembrava ora provenire dalla sua destra, da dietro la statua di metallo.Che non era una statua.Un automa alessandrino! riusc a pensare Virginia con stupita ammirazione.Da un bocchettone di alimentazione un flusso bollente penetr nel colosso in armatura con le fattezze di Alarico e lo attiv in un istante, caricando le pile eoliche all'interno e il motore eroniano alloggiato nel torace. L'automa d'oro si stacc dai sostegni e inizi a muoversi. Nelle gambe aveva odometri rotanti rivestiti di resina e dentro l'elmo erano collocate diottre pentaprismatiche in quarzo che interagivano con la luce e il movimento delle creature nella stanza. Con il primo colpo di spada abbatt due Rhesus, mentre un pannello dell'addome si apriva e due balestre a ripetizione collocate all'interno iniziavano a scagliare giganteschi quadrelli d'oro su qualsiasi cosa si muovesse.Va sempre a finire cos, dannazione! disse Virginia,

  • chinandosi dietro il sarcofago di Alarico, mentre un dardo gigantesco colpiva il Rhesus in piedi sulla tomba e lo scagliava via. D'altra parte, se non rischi la vita, non ti diverti...Afferr la Chiave di Re Salomone con la mano sinistra, strinse la spada nella destra e si lanci nella mischia.

  • 6Virginia Strano attacc l'ornitottero al fermo magnetico e balz sul ponte del Mammafalsa, abbandonando nella minuscola cabina del velivolo il candelabro d'oro a sette bracci. Corse all'altro lato del parapetto e assistette il rientro della scialuppa di Kadmos. Il gigantesco simiano era pallido e dal fianco perdeva molto sangue. Si aggrapp alla giovane e si trascin a bordo, per poi lasciarsi cadere sul fasciame in preda ai capogiri. Erano riusciti a scamparla, ma il suo compagno era rimasto ferito e aveva bisogno di cure immediate.Virginia si volt verso la plancia, ma non scorse nessuno.Ehi, di bordo! Capitano! Calibar! Non c' nessuno qui?Invero essi sono sulla nave disse una voce femminile che Virginia non conosceva. Ma sono gi stati assicurati ai ceppi. Vogliate seguire il loro esempio senza provocare tafferugli e non verr sparso altro sangue.Dalla porta della cabina emerse una donna velata, con vesti a sbuffo color nero e zafferano e le insegne dei generali-odalisca dell'Emirato. Dietro di lei spuntarono sei giannizzeri, armati di scimitarre e bocche da fuoco.Per ordine di Myriana I Vatheq, gioiello di Dio e

  • beneamata sovrana di queste terre, vi dichiaro in arresto e confisco questa aeronave.

    Alla malora, pens Virginia, ci risiamo...

  • Crediti

    Questo racconto statto realizzato contemporaneamente in due versioni, per due concorsi diversi. Se la trama pressoch uguale in entrambi i casi, i termini e i temi dei due concorsi richiedevano alcune varianti. Per il concorso "Pirati" di Limana Umanita e Scriptorama, si posto maggiormente l'accento sull'aspetto filibustiere di Virginia e della sua ciurma di canaglie volanti e la storia si chiamava Gli Scorridori delle Correnti Celesti. L'altra versione stata invece pensata per il concorso "Steampunk vs Dieselpunk" di Scrittevolmente e si spinge di pi su marchingegni a vapore, a molla e a oricalco. Il titolo utilizzato e il testo presentato sono essenzialmente quelli di questa versione, che anche entrata nella rosa dei vincitori del concorso.

    Per quanto riguarda ispirazioni e citazioni varie, a parte un'ambientazione piena di corsari dei cieli e navi volanti (mutuata dalla ampia letteratura del settore e dal setting Eberron per D&D 3za e 4rta edizione), il tono vorrebbe essere genericamente salgariano con delle punte di estetica steampunk propinate un tanto al chilo.

    I riferimenti storici, archeologici e geografici alla Menorah, al Sacco di Roma e alla Tomba di Alarico sono grossomodo corretti. Abulafia ovviamente un personaggio storico realmente esistito e cos Sergej Voronoff, il folle scenziato del secolo scorso che studiava ibridi uomo-scimmia per allungare la vita dei suoi pazienti e oscure altre finalit. Anche alcune tecnologie presenti nel racconto hanno un retroscena reale: ad esempio gli ornitotteri progettati da Leonardo da Vinci, i meccanismi eolici dell'inventore greco Erone di Alessandria e i poliboli (balestre automatiche di et classica).Il racconto era apparso a puntate su Caponata Meccanica ed era gi possibile scaricarlo in pdf. Questa nuova versione in A5 e dovrebbe essere perfetta per essere visualizzata anche su Kindle.

    Mauro Longo


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