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Voltana On Line n.5-2013

Date post: 13-Mar-2016
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news, politics
8
5 2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it All’interno le immagine inviateci dai nostri naviganti in occasione della Moto Salsicciata 2013. “L’unica possibilità e la condizione pregiudiziale di una ri- costruzione stanno proprio in questo: che una buona volta le persone coscienti ed oneste si persuadano che non è confor- me al vantaggio proprio, restare assenti dalla vita politica e lasciare quindi libero campo alle rovinose esperienze dei di- sonesti e degli avventurieri.” Giuseppe Dossetti - marzo 1945 Sempre più posseduti dal lavoro e sempre più spogliati della vita. di Mario Paganini Che cosa fare? Si può fare qualche cosa quando si è in tanti a riflettere cercando risposte e soluzioni. Quando si è in tanti ad usare il cervello, non sola- mente sul posto di lavoro, che - anzi - spesso richiede una modesta quantità di materia grigia, ma nella vita di tutti i giorni, le soluzioni si trovano! La cultura dominante, at- traverso i messaggi propinati dai mass-media, tende a condizionare, a guidare i pensieri e, soprattutto, ad indirizzare o suggerire le con- clusioni. Ed allora, troviamo il co- raggio di percorrere strade nuove, e diavere idee nuove! Proviamo a mettere al centro la persona. La vita umana è più im- portante del “mercato”. Tutti, poi, hanno diritto ad un lavoro con una retribuzione idonea ad una esisten- za dignitosa. “Aprile dolce dormire”. Assoluta- mente falso! Finalmente il sole è tornato a splendere, ma non c’è tempo per accorgersene. Ed anche quando splende e scalda, non splende e scalda per tutti allo stes- so modo! Chi ha un lavoro, ha ulte- riormente incrementato la foga con cui svolge le sue mansioni. Ma la retribuzione non è cresciuta. Anzi, non tiene il passo con il costo della vita. Chi, invece, un lavoro non ce l’ha … ha incrementato la sua de- pressione. Costui diventa “lo spet- tatore”, “il pubblico”, “l’estraneo” di una società della quale lui non è parte. C’era un Nord, ricco ed opulento. E c’era un Sud, miserabile. Ora c’è una ristretta oligarchia planetaria, sempre più ricca. Mentre anche nel Nord sono comparse estese sacche di povertà. Un forsennato incremento dei rit- mi di lavoro comporta, indubbia- mente un aumento di produttività, ma non aiuta l’occupazione. Inoltre sono possibili effetti negativi sia per la qualità della vita sia per i rapporti interpersonali. Abbiamo tanti segnali, tanti casi umani, che ci evidenziano il diffon- dersi di soluzioni estreme. Si muore in conseguenza del lavoro e si muo- re per la mancanza di un lavoro. Occorre disinnescare una situa- zione che sta diventando pericolo- sa. Le rivolte possono tornare ad essere una eventualità. Inoltre lo stress, la competizione, l’antagoni- smo possono facilmente essere tra- sferiti dai gruppi ai popoli. Da sem- pre le guerre mettono … in regola i conti e … rilanciano le economie. Ma gli uomini di buona volontà hanno delle proposte assai diverse. Mercoledì 24 aprile 2013 ore 20,45 Circolo Parrocchiale Pier Giorgio Frassati Piazza della Chiesa Voltana Le testimonianze di Don Felice Marchi, Maria Buzzi, Monica Facchini, Sergio Melandri, Mario Paganini, Maddalena Rizzi. Attraverso le immagini di Maddalena Rizzi e Monica Facchini Il nostro Pellegrinaggio in Terra Santa info: [email protected]
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Page 1: Voltana On Line n.5-2013

5

2013 Voltana On Line www.voltanaonline.it

All’interno le immagine inviateci

dai nostri naviganti in occasione

della Moto Salsicciata 2013.

“L’unica possibilità e la condizione pregiudiziale di una ri-

costruzione stanno proprio in questo: che una buona volta le

persone coscienti ed oneste si persuadano che non è confor-

me al vantaggio proprio, restare assenti dalla vita politica e

lasciare quindi libero campo alle rovinose esperienze dei di-

sonesti e degli avventurieri.”

Giuseppe Dossetti - marzo 1945

Sempre più posseduti dal lavoro e sempre più spogliati della vita. di Mario Paganini Che cosa fare?

Si può fare qualche cosa quando

si è in tanti a riflettere cercando

risposte e soluzioni. Quando si è in

tanti ad usare il cervello, non sola-

mente sul posto di lavoro, che -

anzi - spesso richiede una modesta

quantità di materia grigia, ma nella

vita di tutti i giorni, le soluzioni si

trovano! La cultura dominante, at-

traverso i messaggi propinati dai

mass-media, tende a condizionare,

a guidare i pensieri e, soprattutto,

ad indirizzare o suggerire le con-

clusioni. Ed allora, troviamo il co-

raggio di percorrere strade nuove,

e diavere idee nuove!

Proviamo a mettere al centro la

persona. La vita umana è più im-

portante del “mercato”. Tutti, poi,

hanno diritto ad un lavoro con una

retribuzione idonea ad una esisten-

za dignitosa.

“Aprile dolce dormire”. Assoluta-

mente falso! Finalmente il sole è

tornato a splendere, ma non c’è

tempo per accorgersene. Ed anche

quando splende e scalda, non

splende e scalda per tutti allo stes-

so modo! Chi ha un lavoro, ha ulte-

riormente incrementato la foga con

cui svolge le sue mansioni. Ma la

retribuzione non è cresciuta. Anzi,

non tiene il passo con il costo della

vita. Chi, invece, un lavoro non ce

l’ha … ha incrementato la sua de-

pressione. Costui diventa “lo spet-

tatore”, “il pubblico”, “l’estraneo”

di una società della quale lui non è

parte.

C’era un Nord, ricco ed opulento.

E c’era un Sud, miserabile. Ora c’è

una ristretta oligarchia planetaria,

sempre più ricca. Mentre anche nel

Nord sono comparse estese sacche

di povertà.

Un forsennato incremento dei rit-

mi di lavoro comporta, indubbia-

mente un aumento di produttività,

ma non aiuta l’occupazione. Inoltre

sono possibili effetti negativi sia

per la qualità della vita sia per i

rapporti interpersonali.

Abbiamo tanti segnali, tanti casi

umani, che ci evidenziano il diffon-

dersi di soluzioni estreme. Si muore

in conseguenza del lavoro e si muo-

re per la mancanza di un lavoro.

Occorre disinnescare una situa-

zione che sta diventando pericolo-

sa. Le rivolte possono tornare ad

essere una eventualità. Inoltre lo

stress, la competizione, l’antagoni-

smo possono facilmente essere tra-

sferiti dai gruppi ai popoli. Da sem-

pre le guerre mettono … in regola i

conti e … rilanciano le economie.

Ma gli uomini di buona volontà

hanno delle proposte assai diverse.

Mercoledì

24 aprile 2013 ore 20,45

Circolo Parrocchiale

Pier Giorgio Frassati

Piazza della Chiesa

Voltana

Le testimonianze di

Don Felice Marchi, Maria

Buzzi, Monica Facchini,

Sergio Melandri, Mario

Paganini, Maddalena Rizzi.

Attraverso le immagini di Maddalena Rizzi e Monica Facchini

Il nostro Pellegrinaggio in Terra Santa info: [email protected]

Page 2: Voltana On Line n.5-2013

Pagina 2 www.voltanaonline.it n. 5 - 2013

Trovate in Rete e segnalate da Cristina, Marcello, Pierpaolo, Rita e Vittoria

Ci sono persone che, succeda quel che succeda, da quando le conosci

non smetterai mai di voler loro bene. Perché stanno in quell’angolo di

cuore dove quando uno ci entra da lì non uscirà mai.

Ti preoccupi trop-

po per ciò che era

e ciò che sarà.

Ieri è storia, do-

mani è un miste-

ro, ma oggi … è

un dono. Per que-

sto si chiama pre-

sente.

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Pagina 3 www.voltanaonline.it n. 5 - 2013

Voltana Motosalsicciata 2013. Immagini di Milena, Roberta e Franco

Immagine trovata su Internet e

segnalata da Ombretta.

Page 4: Voltana On Line n.5-2013

Pagina 4 www.voltanaonline.it n. 5 - 2013

Con che cosa si può distruggere

l’uomo ?

Con la politica senza principi.

Con la ricchezza senza lavoro.

Con l’intelligenza senza sapienza.

Con gli affari senza morale.

Con la scienza senza umanità.

Con la religione senza fede.

Con l’amore senza il sacrificio di sé.

Gandhi

Martone: Fuoricorso sfigati? Lo di-

rei ancora. Così l’allora vice Ministro

al Lavoro ha ribadito al Tgcom24:

«Sicuramente sì, perché sollevò un

dibattito importante e perché l'ho

detto col cuore in mano e per sprona-

re gli studenti perché il mondo che li

aspetta è difficile. Credo che i giova-

ni lo abbiano capito».

La notizia è vecchia (ripresa con un

copia/incolla da quanto pubblicato

con riferimento sabato 28 luglio 2012

nel sito www.diariodelweb.it) però io

(e, credo, molti altri) “ce la siamo

segnata”. Quelle parole erano inac-

cettabili. Questa, però, non vuole

essere una “vendetta postuma”. È,

invece, un tentativo di ristabilire la

verità, di descrivere la realtà per

quello che è. Ieri, come oggi, non è

stato purtroppo riconosciuto, a tutte

le parti, quindi anche agli “sfigati”, il

diritto di parola. Solo ascoltando le

parti e cercando di conoscere la real-

tà delle cose è possibile farsi un’idea

ed esprimere, a ragion veduta, un

giudizio. Dopo di che … assegniamo

pure la meritata patente di “sfigato”.

Magari potrebbero esserci delle sor-

prese!

I professori, nelle Università italia-

ne, sono in funzione (anche) degli

studenti iscritti nell’anno di compe-

tenza. Chiarisco con un esempio. Al

terzo anno di quella specifica facoltà

è previsto un insegnamento, al termi-

ne del quale avrà luogo l’esame. Gli

studenti, che si iscrivono per la prima

volta al terzo anno di corso, sono - ad

esempio - quattrocento. A quei quat-

trocento studenti saranno assegnati

quattro docenti. Poco importa se nu-

merosi studenti, negli anni preceden-

ti, non hanno superato quell’esame.

Fossero questi studenti altrettanti, il

numero dei professori rimarrebbe

determinato in quattro!

Non occorre essere particolarmen-

te dotati od informati per sapere che

molti studenti non hanno alle spalle

famiglie che possano permetter loro

di sopportare il costo degli studi e/o

di garantire ai giovani un ammontare

della paghette consono ai tempi ed ai

costumi. Pertanto molti studenti svol-

gono dei lavori o dei lavoretti che

consentono loro di continuare negli

studi e/o di poter confidare su pa-

ghette nella media.

Ma chi dedica ore al lavora inevita-

bilmente sottrae ore allo studio! Inol-

tre lo studente che lavora spesso non

ha la possibilità di frequentare tutte

le lezioni e seguire gli insegnamenti

dei professori.

Poiché tutti i lavoratori (in regola)

concorrono, attraverso il pagamento

delle imposte sul reddito, al manteni-

mento della Pubblica Amministrazio-

ne, anche i genitori e gli studente

lavoratori medesimi, pagano per una

Università della quale alcuni giovani

non potranno fruire appieno.

Poi, negli anni, se lo studente è un

fuori sede, dovrà pagare per i tra-

sporti. Mentre se fosse un residente,

dovrà pagare affitti, pigioni, canoni,

tasse di soggiorno, ecc. ecc.

Inoltre, per i fuori corso, le tasse

universitarie sono sovente e sensibil-

mente più onerose.

Pertanto, crescendo il numero degli

anni di iscrizione (e scarsa frequen-

za), cresce anche l’ammontare delle

spese complessivamente sostenute.

L’onerosità non è, dunque, in pro-

gressione lineare.

Insomma: non solo gli “sfigati”

allo Stato costano di meno, ma lo

Stato opera affinché gli “sfigati”

paghino qualche cosa in più.

Con altre parole, il giovane che

oggi deve lavorare per poter stu-

diare, domani dovrà lavorare mol-

to di più. Oppure smettere di colti-

vare l’illusione di poter continuare

a studiare.

Conclusione: cari figli di disoccu-

pati, cassaintegrati, malpagati, pre-

cari ed immigrati; cari figli di vedo-

ve/i e divorziati; cari giovani con sa-

lute cagionevole o che state attraver-

sando un periodo nero della vostra

esistenza; cari tutti è con “il cuore in

mano” che il Martone s’impegna a

rendervi il mondo più difficile, dicia-

molo pure: ostile. Di fatto il buon

Martone sta organizzando una cor-

sa con ulteriori handicap. Ed è an-

che convinto di aver ottenuto la colla-

borazione non solo dei giovani, ma

anche dei non giovani. Od, almeno, il

silenzio complice dei più.

Il mio, allora, vuole essere un sug-

gerimento molto semplice: “Cacciate

via Martone da quel Ministero!”

Mario Paganini

Quel sassolino nella scarpa di Mario Paganini

Immagine

trovata su

Internet

e segnalata

da

Alessandra

Page 5: Voltana On Line n.5-2013

Pagina 5 www.voltanaonline.it n. 5 - 2013

Dalla Repubblica dei partiti alla Repubblica dei cittadini di Giovanni Cominelli

sempre provocato l'orticaria agli

esponenti delle culture politiche

costituenti democristiane, comuni-

ste, socialiste. Presidenzialismo fa

rima con fascismo, totalitarismo,

autoritarismo, berlusconismo. In

realtà, l'opposizione a questo pas-

saggio necessario e decisivo della

democrazia italiana nasconde un

pregiudizio inconfessabile: che il

popolo voti solo con le viscere, so-

prattutto se vota gli avversari. Que-

sta concezione aristocratica della

democrazia viene non solo dal libe-

ralismo conservatore dell'Ottocento,

ma - soprattutto a sinistra - dal gia-

cobinismo e dal leninismo. Occorre

una coscienza "esterna" che filtri

quella grezza e corporativa degli

elettori. Serve un pre-stomaco rumi-

nante, che pre-digerisca l'erba trop-

po frettolosamente ingozzata dagli

elettori. Il rumine spetta ai partiti.

Ora i cittadini si sono stufati. Hanno

intelligenza sufficiente per decidere

da soli. Il Parlamento dovrebbe solo

prenderne atto. A quanti esaltano

ipocritamente la democrazia diretta,

non delegata, si deve solo chiedere:

che cosa c'è di più direttamente de-

mocratico dell'elezione diretta del

capo dello stato e del governo?

articolo di Giovanni Cominelli

pubblicato nel sito www.qdrmagazine.it

L'involuzione dell'Italia verso un

conglomerato instabile di corpora-

zioni, verso una società civile anar-

co-corporativa rissosa, ingiusta,

non governata dipende da una sor-

ta di destino storico-antropologico

italico oppure il sistema politico-

istituzionale ne porta per intero la

responsabilità e le colpe? Questa

seconda è l'ipotesi.

All'indomani dell'8 settembre

1943, in un deserto di macerie, ri-

masero la neonata DC, lo PSIUP di

Nenni, il PCI di Togliatti, i liberali

di B. Croce. Il CLN guidò la lotta di

Liberazione, scelse i candidati per

la Costituente, scrisse la Costituzio-

ne italiana. I partiti si accordarono

su un'architettura istituzionale pro-

gettata per impedire il ritorno del

"tiranno". Perciò: centralità del Par-

lamento (e quindi dei partiti), due

Camere, sistema elettorale propor-

zionale, legislativo forte, esecutivo

debolissimo. Democrazia zoppa: la

gamba legislativa lunghissima,

quella dell'esecutivo cortissima.

Perciò la società fu costretta ad

"autogovernarsi". Governo debole,

partiti sempre più forti. Dal 1954, la

DC fanfaniana incominciò, in con-

flitto e concorrenza con il PCI, una

rapida occupazione delle istituzioni

e delle "casematte": Partecipazioni

statali, banche, giornali, sindacati,

associazionismo agricolo, commer-

ciale, artigianale, Amministrazione

centrale e periferica, dal boiardo

di Stato fino al bidello. Nacque il

partito-stato.

Dopo la crisi sociale, culturale e

politica del 1968/69, sempre di più

i partiti di opposizione entrano nel

sistema: dal partito-stato ai partiti-

stato. Prima conseguenza è stata la

dilatazione abnorme della spesa

pubblica, già a partire dal 1976,

per "comprare" legittimità e con-

senso di interi settori sociali. Il pas-

saggio del '94 alla "Repubblica uno

e mezzo" non ha cambiato il siste-

ma, ne ha accentuato i lati peggio-

ri. Il susseguirsi dei sistemi eletto-

rali - dal proporzionale, al maggio-

ritario, al porcellum - non ha scalfi-

to il nocciolo duro del sistema: la

scelta dei governi fatta in Parla-

mento dai partiti.

E i cittadini? Sempre fuori dal giro

che conta! Se le cose stanno così, il

passaggio da fare è quello dalla

repubblica dei partiti alla repubbli-

ca dei cittadini. Nel linguaggio del

diritto costituzionale, dalla repub-

blica parlamentare a quella presi-

denziale, nella quale gli elettori

scelgono direttamente il governo e

gli eletti. Il "presidenzialismo" ha

Chi vuole dare 30mila euro ad ogni famiglia Rom di Pierpaolo Farina dei terreni per impedire la rioccu-

pazione;

Ospitalità nei centri di emer-

genza sociale, nei dormitori ge-

stiti dalla Protezione civile, Terzo

settore e controllati dalla Polizia

locale;

Un percorso di integrazione pro-

posto dal “Piano Rom” che pre-

vede, a fronte dell’assistenza, l’ob-

bligo a mandare i figli a scuola,

seguire un percorso di formazione

professionale e la disponibilità a

collaborare con i servizi sociali.

Ora, non è Pisapia che decide di da-

re i soldi alle famiglie Rom: è la legge

Maroni che vincola quei 5 milioni di

euro. E in ogni caso, il Piano Rom ap-

provato dalla giunta non prevede l’e-

rogazione di contributi nella misura di

30mila euro per ogni famiglia rom. E

dunque? E dunque, smettete di legge-

re Libero, se mai foste talmente maso-

chisti da spendere soldi per restare

disinformati.

Per inciso, poi il Piano Rom della

Moratti fu bocciato il 6 novembre

2011 dal Consiglio di Stato, in quanto la presenza Rom non è

straordinaria, e quindi di natura

emergenziale, bensì ordinaria.

Il Piano Rom varato dalla giunta Pi-

sapia il mese scorso ha sbloccato 5

milioni di euro di fondi statali,

vincolati dalla legge Maroni del 2008 ad azioni per la gestione della

presenza rom sul territorio milanese

(dunque, se non si possono utilizza-

re per fare altro, il centrodestra se

la prendesse con il proprio ex-

ministro e attuale presidente della Lombardia).

In ogni caso, per rassicurare i patiti

dello slogan “L’Italia agli italiani”, il

piano Rom della giunta Pisapia prevede

tre tappe, tutte finanziate dallo Stato:

Allontanamenti programmati dai

campi abusivi e messa in sicurezza

Pisapia dà 30mila euro ad ogni fa-

miglia rom. Questo, in soldoni, il

messaggio che nelle ultime ore è

rimbalzato per tutti i social net-

works, facebook in primis. La noti-

zia, ovviamente, l’ha data Libero,

che parla anche di 20 case prefab-

bricate, per una spesa complessiva di 700mila euro.

Peccato che non sia vero. Perché il

Piano Rom varato dalla giunta Pisa-

pia a luglio non prevede affatto di

dare contributi di natura economi-

ca a ciascuna famiglia rom, come

invece prevedeva quello varato

dalla giunta Moratti nel

2008: furono spesi 8 milioni di eu-

ro,(15mila euro a ciascuna fami-

glia), ma il problema non fu risolto, perché dopo un breve soggiorno

nei paesi d’origine, i Rom lautamen-

te pagati dalla Moratti tornarono in

città.

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Pagina 6 www.voltanaonline.it n. 5 - 2013

Come isolarsi con la … comunicazione ! Selezione tematica proposta da Livia

“Temo il giorno in

cui la tecnologia

andrà oltre

la nostra umanità:

il mondo sarà

popolato allora da

una generazione

di idioti.”

Albert Einstein

Fidanzati felici

Godendosi la città in

una decapottabile

Colazione in famiglia

In spiaggia con gli amici

Tra le meraviglie del museo

Il piacere di un incontro

Facendo il tifo allo stadio Due chiacchiere al ristorante

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Perché il Papa veste di bianco? di Don Aldo Figliuzzi

Antonio Ghisleri, eletto Papa nel

1566 col nome di Pio V, era nato a

Bosco Marengo, in provincia di

Alessandria, nel 1504.

In verità, fu un Papa scomodo, co-

me sono scomodi tutti i riformatori

dei costumi.

Ma è titolo di merito per lui di ave-

re debellato la simonia della Curia

romana e il nepotismo. Ai numerosi

parenti accorsi a Roma con la spe-

ranza di qualche privilegio, Pio V

disse che un parente del Papa può

considerarsi sufficientemente ricco

se non conosce l'indigenza.

Tra le riforme in campo pastorale,

da lui promosse sulla scia del conci-

lio di Trento, si ricordano l'obbligo

di residenza per i vescovi, la clausu-

ra dei religiosi, il celibato e la santi-

tà di vita dei sacerdoti, le visite pa-

storali dei vescovi, l'incremento

delle missioni, la correzione dei

libri liturgici, la censura sulle pub-

blicazioni.

La rigida disciplina che il santo

pontefice impose alla Chiesa fu nor-

ma costante della sua stessa vita.

Prima come vescovo e cardinale,

poi come Papa, attuava l'ideale

ascetico del frate mendicante.

Accondiscendente con gli umili,

paterno con la gente semplice, ma

irriducibilmente severo con quanti

compromettevano l'unità della

Chiesa, non esitò a scomunicare e a

decretare la destituzione della regi-

na d'Inghilterra, Elisabetta I, ben

sapendo quali conseguenze tragi-

che avrebbe avuto questo gesto per

i cattolici inglesi.

Il 30 aprile la Chiesa commemora

il papa San Pio V: egli è ricordato

principalmente come il Papa della

vittoria di Lepanto, non perché fos-

se un uomo bellicoso, ma perché

con la sua autorità e col suo presti-

gio personale riuscì ad imporre una

tregua nelle risse casalinghe degli

Stati europei e a spingerli in "santa

alleanza" per arginare la minaccio-

sa avanzata dei Turchi.

Il 7 ottobre del 1571 la flotta cri-

stiana inflisse nelle acque di Lepan-

to una sconfitta definitiva a quella

turca.

Quel giorno stesso Pio V, che non

disponeva dei rapidi mezzi di co-

municazione attuali, ordinò di suo-

nare le campane di Roma invitando

i fedeli a ringraziare Dio per la vit-

toria ottenuta che seppe in modo

prodigioso: mentre pregava per la

risoluzione della battaglia, a mezzo-

giorno ebbe in visione la vittoria

dei cristiani a Lepanto e sopra al

cielo cori di Angeli attorno al trono

della Beata Vergine che teneva in

braccio il Bambin Gesù il quale

aveva in mano la corona del Rosa-

rio.

Il Papa chiamò quelli che gli era-

no vicino e con entusiasmo disse

loro di far suonare a festa tutte le

campane dell'Urbe perché i cristia-

ni avevano vinto.

Due giorni dopo arrivò il messag-

gero che confermava la vittoria.

Nasce da quel giorno l'Angelus

di Mezzogiorno che ricordo l'In-

carnazione del Verbo e la difesa

del Cristo nelle lotte cristiane quo-

tidiane

A lui si deve l'abito bianco del

Pontefice, infatti fino alla sua ele-

zione il Papa vestiva di rosso co-

me i vescovi, ma lui, Domenicano

nel cuore, non volle abbandonare

il suo abito, e fu il primo Papa non

solo a vestire di bianco, ma a

mantenere l'abito del carisma ori-

ginario alla sua vocazione.

Ben presto ci si accorse che il co-

lore piaceva e dopo la sua morte

nessuno osò cambiarne il colore,

ma venne fatto uguale all'abito dei

cardinali solo di colore bianco.

Pio V morì il 1 maggio 1572, a

sessantotto anni. Fu canonizzato nel

1712.

Tratto dal sito

http://donfigliuzzi.blogspot.it/

Articolo segnalato da Mauro

Immagine

trovata su

Internet e

segnalata

da

Milena

Page 8: Voltana On Line n.5-2013

Pagina 8 www.voltanaonline.it n. 5 - 2013

Pubblichiamo alcune segnalazioni giunte a Voltana On Line su facebook

Fatti e gente di Voltana e dintorni

Un calendario, aggiornato, degli eventi

pubblici a Voltana ?

Lo trovi nel sito www.voltanaonline.it

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Immagine

trovata su

Internet

e segnalata

da

Alessandra

Immagine

trovata su

Internet, del

muro eretto

dagli

israeliani e

trasformato

in “murales”

dai

palestinesi,

e segnalata

dagli amici

di

Vittorio

Arrigoni

Immagine trovata su Internet e

segnalata da Cristina

Immagine trovata su Internet e

segnalata da Roberta

Immagine trovata su Internet e

segnalata da Cristina

Immagine trovata su Internet e

segnalata da Ivano

Tutti vogliono

la felicità,

nessuno vuole

il dolore,

ma non si può avere

l’arcobaleno

senza

un po’ di pioggia.


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