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XtremeStuff Magazine

Date post: 30-Mar-2016
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Xtreme Sports
100
L’uomo sognatore Paracadutismo Cosa aspetti ad iscriverti ad una scuola di paracadutismo? E' un’esperienza Xtreme assolutamente da non perdere! La splendida capitana della Nazionale Basket Numero 01 MArzo / Aprile - anno 2005 xtremestuffmagazine € 4,50 Elena Paparazzo il reportage della piu’ classica maratona estrema 100Km Nel Sahara Arrampicare e’ Arte si racconta per noi Mauro Bole detto “BuBu” Mauro Bole
Transcript
Page 1: XtremeStuff Magazine

L’uomo sognatoreParacadutismo

Cosa aspetti ad iscrivertiad una scuola di paracadutismo?

E' un’esperienza Xtremeassolutamente da non perdere!

La splendida capitana dellaNazionale Basket

Numero 01M Arzo / Apr i le - a n no 2 005

xt r em e st u f f m a g az i ne € 4,50

Elena Paparazzo

il reportagedella piu’ classicamaratona estrema

100Km Nel Sahara

Arrampicare e’ Artesi racconta per noiMauro Bole detto “BuBu”

Mauro Bole“Struttura e definisce i tuoi capelli. Dalla consistenzamorbida e piacevolissima, assicura un fissaggio a lunga durata

senza incollare. Per uno styling così piacevole chenon riuscirai a togliere le mani dai capelli.”

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CREATIVO COME UN GEL.

Xtreme Stuff 210x280 22-03-2005 15:19 Pagina 1

XTREMESTUFF MAGAZINE

Anno I

numero 01

Marzo /

Aprile

2005

copertina_01.indd 1 25/03/2005 11.32.02

Page 2: XtremeStuff Magazine

+ Kite Allround+ Disegnato per utilizzo con 5th Element e 4 linee+ Di utilizzo più immediato e facile nei salti+ Ottimo low end+ Grande stabilità in aria+ Ottima rilanciabilità dall'acqua+ Low aspect ratio+ Misure: 6, 7, 8, 10, 12, 14, 16, 18

Vegas 05

Modello: Dragon SDragon M Dragon L Lunghezza: 134 cm 134 cm134 cm Larghezza: 36 cm 38,5 cm43 cmPeso: 2,1 Kg 2,2 Kg2,4 Kg Costruzione: High pressure step capSpecial: Flex TipsShaper: John Amundson

Dragon 05

Modello: Defender MDefender L Lunghezza: 142 cm 142 cm Larghezza: 38 cm 41 cmPeso: 2,3 Kg 2,4 Kg Costruzione: High pressure step capSpecial: Flex TipsShaper: John Amundson

Defender 05

Distribuito da: Fax 0185/[email protected] - www.tomasoni.com/tecnico SL

ALO

M.IT

AD_NS KITE_XtreamStuff 23-03-2005 12:38 Pagina 1

copertina_01.indd 2 25/03/2005 11.32.12

Page 3: XtremeStuff Magazine

+ Kite Allround+ Disegnato per utilizzo con 5th Element e 4 linee+ Di utilizzo più immediato e facile nei salti+ Ottimo low end+ Grande stabilità in aria+ Ottima rilanciabilità dall'acqua+ Low aspect ratio+ Misure: 6, 7, 8, 10, 12, 14, 16, 18

Vegas 05

Modello: Dragon SDragon M Dragon L Lunghezza: 134 cm 134 cm134 cm Larghezza: 36 cm 38,5 cm43 cmPeso: 2,1 Kg 2,2 Kg2,4 Kg Costruzione: High pressure step capSpecial: Flex TipsShaper: John Amundson

Dragon 05

Modello: Defender MDefender L Lunghezza: 142 cm 142 cm Larghezza: 38 cm 41 cmPeso: 2,3 Kg 2,4 Kg Costruzione: High pressure step capSpecial: Flex TipsShaper: John Amundson

Defender 05

Distribuito da: Fax 0185/[email protected] - www.tomasoni.com/tecnico SL

ALO

M.IT

AD_NS KITE_XtreamStuff 23-03-2005 12:38 Pagina 1

Page 4: XtremeStuff Magazine

sommarioX

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Anno I - Numero 1 - BimestraleMarzo - Aprile 2005

Editore e PubblicitàPubliteam s.r.l.

www.publiteam.com

Uffici e sede amministrativaVia Cagliari, 124 - 09028 Sestu (Ca)Tel. 070 261055 - Fax 070 230819

e-mail: [email protected]

Sede LegaleVia Togliatti 78

09028 Sestu (Ca)

Direttore editoriale e responsabile

Gian Luca [email protected]

RedazionePatrizia Salaris

Rosa PoddaManuele ConcasPaolo Gianfanti

MarketingMassimo Pieranunzi

Art DirectorAlessandro Cirina

Hanno collaboratoBarbara Brighetti, Pietro Porcella

David de Filippi, Gianluca ZucchelliRoberto de Maria, Damiano Ticconi

FotografieArchivio www.redbull.comArchivio www.terramia.itZitoway Sort&Adventure

Roberto Mettifogo, Ugo ZamborliniDario Ferro, Fabio Dondri

Antonio Baldisserotto

Distributore per l’ItaliaSocietà Europea di Edizioni SpA

Via G. Negri, 4 - Milano

StampaNuovo Istituto Italiano

d’Arti Grafiche BergamoArvato

RingraziamoAntonio Baldisserotto, Paola FurlanGianfranco Mione, Staff REDBULL

In copertina: Photo: Roberto Mettifogo

Non si restituiscono testi e materiali illustrativi non espressamente richiesti. Riproduzione, anche parziale, vietata senza autorizzazione scritta dell’Editore. L’elaborazione dei testi, anche se cura-ta con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale. Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comporta responsabilità alcuna per l’Editore. Xtremestuff Magazine è in attesa di registrazione presso il Tribunale di Cagliari.

11 L' uomo sognatore: Il paracadutismo conta sempre più praticanti in Italia. Se non ti sei ancora lanciato, ecco tutto ciò che devi sapere prima.

20 Percepire la forza di gravità: La vera storia del Bungee Jumping, dalle prime origini ai giorni nostri.

24 100 Km nel deserto del Sahara: Silvana Lattanzio ci racconta la sua esperienza nello stuff della più classica delle gare estreme.

30 La forza di una passione: Il motociclismo femminile è in fortissima ascesa. Le protagoni-ste ci raccontano la loro passio-ne per la moto.

40 Elena Paparazzo: Davide De Filippi intervista il capitano della nazionale di basket femminile.

46 Arrampicare è un'arte: Conosciamo Mauro "Bubu" Bole, alpinista e arrampicatore estremo, un insolito testardo che fa sempre di testa sua.

Sommario

11 L'uomo sognatorele suggestive foto in

caduta libera di Roberto Mettifogo

24 100 Km deserto del Saharala maratona raccontata

da Silvana Lattanzio

sommarioX

Page 5: XtremeStuff Magazine

56 Ritratto di un Uragano: Salvatore Vinci, l'inventore del Freestyle Motard... sarà vero!? Sicuramente stravagante sporti-vo dalle grandi doti.

63 Vertical Adventures: L'emozionante racconto della discesa del torrente della Bren-va, in Val D'Aosta.

68 Hot Team: Peperoncino il più piccante grup-po di atleti triathlon Italiano.

70 Le Grandi Cascate: Sport e avventura immersi nella natura nelle più grandi e impo-nenti cascate del mondo.

76 Vita da Cameraman: Dietro ogni sportivo c'è la mano di un'altro atleta che riprende la scena, riportando le immagi-ni che noi conosciamo.

82 I Segni dei Tempi: La storia dell'Uomo nella sua impresa estrema di misurare il Tempo. Dalla meridiana al sofi-sticato T-Touch di Tissot.

86 Ruote Alternative: Sport che diventa stile di vita, lo skateboard entra nell'anima in tutte le diverse forme.

92 Comicità Irriverente: Iscallonarasa.com quando la comicità mette a dura prova la propria morale.

94 Baby Hummer: Arriva la versione "mini" del "gigante" americano, dimen-sioni più piccole ma la stessa anima ribelle.

63 Vertical Adventuresracconta la sua storial'esperto "rocciatore"

Dario Ferro

in tutte le diverse forme.

40 Elena PaparazzoIl capitano della Nazionaledel basket femminileintervistata per Xtremestuff

sioni più piccole ma la stessa anima ribelle.

46 Arrampicare è un'ArteL'intervista al personaggio

accompagnata dalle foto di: Fabio Dandri

86 Ruote AlternativeUno sport che diventa lo stile

di vita di chi lo pratica

... e molto di più!scoprite il nuovo magazine dello sport estremo raccontato da chi pratica l'estremo...

Marzo - Aprile 3 X3M01

Xsummary

Page 6: XtremeStuff Magazine

4

Gentilissimo lettore,sono lieto di presentarti un nuovo Magazine, un Magazine che ha uno spirito giovane, il frutto del lavoro e della colla-borazione di chi ha creduto in un sogno divenuto realtà.

Un team che opera in sinergia, una redazione giovane che realizza con attenzione ogni area della rivista. Il nostro obiettivo è quello di farti vivere bellissime emozioni, raccontarti le imprese dei campioni che praticano le diverse discipline sportive, documentarti e informarti su le manife-stazioni, gare, eventi, che si svolgono in giro per il Mondo. Indicheremo le scuole per prepararti ad affrontare le tue imprese e metterti alla prova. Metteremo a tua disposizione tutte le informazioni relative alle nuove attrezzature, materiali e mezzi all’avanguardia presenti nel mercato e come fare per averli. Saranno presen-ti delle rubriche dedicate alla preparazione psico-fisica, all’alimentazione, alla moda e ai viaggi. Insomma abbiamo cercato di realizzare un Magazine giova-ne, aggiornato, che tratti tutti gli sport “non convenzionali” e non solo, un mix di argomenti diversi, il filo conduttore di tutte le rubriche presenti in questo numero e nei prossimi è, e sarà, quello dell’insolito o particolare, tutto quello che è bello ma di cui si parla sempre poco.Resto a tua completa disposizione, con spirito costruttivo, aspettando il tuo commento ed un eventuale contributo per migliorare le nostre rubriche e realizzarne delle [email protected]

Editoriale

Gianluca Coronadirettore di

Xtremestuff magazine

Un sogno che diventa realta'

4

Page 7: XtremeStuff Magazine

0222_437026_1100000Xtreme.pgs 02.02.2005 16:31 BLACK YELLOW MAGENTA CYAN

Page 8: XtremeStuff Magazine

Nel Prossimo NumeroAlcune anticipazioni degli articoli che stiamo preparando per voi. . .

A scuola di enduro. . .siete appassionati di tassello ma con l’enduro non avete troppa malizia? Una nuova scuola vi aiuterà a miglio-rare le vostre qualità di fuoristradista. come, dove, e quando imparare ad usare la vostra moto da campioni.

Kite Surfsospesi sull’acqua, un aqui-lone in cielo, l’acqua sotto i piedi e il tuo corpo che li unisce: questo è il KITESURF, uno sport giovane e adrenali-nico, l’estate è alle porte e noi ti diciamo dove praticarlo.

Correre in paradisoreportage di una gara che per la prima

volta si correrà ad Alghero, una Mara-

tona Internazionale, e già alla prima

edizione certificata FIDAL e AIMS.

Vacanza e sport si incontrano!

Triathlon o ____Duathlon. . . Tutte le informazioni per prepararsi al meglio, i pros-simi eventi e i consigli degli esperti per essere al top con, mente e corpo…

Page 9: XtremeStuff Magazine

0222_437029_5100000XtremeStuff.pgs 03.02.2005 03:41 BLACK YELLOW MAGENTA CYAN

Page 10: XtremeStuff Magazine

Evento sportivo cult negli Stati Uniti, XTERRA sbarca

quest’anno per la seconda volta in Italia, a Villacidro in

provincia di Cagliari.

Nata a Maui, Hawaii sei anni fa, XTERRA è la combi-

nazione geniale tra triathlon e mountain biking. Il

grandissimo successo delle attività outdoor hanno reso

XTERRA l’evento multisport più popolare tra gli atleti di

tutto il mondo. Parte del circuito XTERRA Global Tour (con

gare in Spagna,Nuova Zelanda, Australia, Canada e

Saipan), il Tour Europeo comprende sei date (18.6 Repu-

blica Cecca; 26.6 Villacidro, Ca/Italia; 9.7 Achensee,

Austria; 3.9 Euskadi, Spagna; 10.9 Titisee, Germania),

tutte valide come qualificazioni per XTERRA WORLD

CHAMPIONSHIP che si terrà ad ottobre a Maui, Hawaii.

La gara italiana a Villacidro, in Sardegna, si articola in

1500 metri di nuoto nelle acque del lago Rio Leni, 30

km in mountain bike tra scenari mozzafiato e in 10 km di

corsa lungo le rive del lago.

Il montepremi previsto ammonta a diecimila euro. Le

iscrizioni scadono il 10 giugno 2005. Tra i partecipanti

alla gara figurano i più forti specialisti al mondo: Royce

Kortekaas ( Xterra European Tour Champion 2003),

Candy Angle F ( Xterra World Champion 2002), Andrew

Noble ( Duathlon World Champion 1996), Giuseppe

Solla (Hawaiian Airlines Double Age Group Champion

2004), e tantissimi altri campioni.

Per informazioni/iscrizioni: www.xterraitaly.it

TRIATHLON OFF-ROAD

Page 11: XtremeStuff Magazine

Dopo il grande successo della prima edizione Roma NoLimits lancia nuovamente la sfida: il prossimo 12 giugno ad Anguillara Sabazia si ritroveranno bikers, maratoneti e squadre di sopravviven-za alla scoperta di una nuova avventura all’insegna del survival.In questa prossima edizione saranno sempre tre le possi-bilità di partecipare all’evento: correndo a piedi l’Extre-me Marathon per 42 chilometri e 195 metri, in sella ad una bici per 48 chilometri o con la squadra di amici nel Survivor Team di 3 persone attraversando a piedi un territorio di 35 chilometri, superando ostacoli e difficoltà lungo il percorso. Una nuova sfida alla natura e ai propri limiti, ma sarà anche un gioco, “estremo possibile” alla portata di tutti.Grazie al supporto della FISSS (Federazione Italiana Survival Sportivo e Sperimentale) il percorso di Roma No Limits garantirà un avventura in completa sicurezza anche per i meno esperti.Il montepremi complessivo di ben €30.000 sarà il premio finale per i migliori... per chi non si arrende mai!All’interno del sito internet www.romanolimits.com e ai numeri telefonici 06 3037669 3383529853 sarà possi-bile avere tutte le informazioni.

ROMA No Limits

foto fornita da: Nika Comunicazioni

La Maratona. Il sogno di ogni maratoneta! Un evento

unico, emozionante ed indimenticabile.

Quest’anno si corre la 36a edizione della ING New

York City Marathon®, 36.000 concorrenti, 2 milioni di

spettatori, con Terramia pettorale garantito.

La gara si svolge a Il Central Park, polmone di Manhat-

tan:Questo polmone verde della città, oltre ad essere il

luogo dov’è posto il traguardo della maratona, è anche

il centro d’allenamento dei podisti della Grande Mela.

Ogni giorno sono migliaia i podisti che ci corrono, e tra

questi anche parecchie persone famose.

Da non Perdere!!!

ING New York City Marathon © 2005

Marzo - Aprile 9 X3M01

Xnews

Page 12: XtremeStuff Magazine

Phot

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Page 13: XtremeStuff Magazine

L’uomo sognatore Cosa aspetti ad iscriverti

ad una scuola di paracadutismo? E' un’esperienza Xtreme

assolutamente da non perdere!

“Cosa spinge un uomo a volare?” E’ un desiderio tanto forte quanto inarrivabile: staccarsi dalla madre terra è un segno di distinzione divino, un privilegio proprio ed esclusivo degli abitanti dell’Olimpo. Ben lo sa Icaro che cadde per avvicinarsi troppo al sole e che tolse così agli uomini ogni futura speranza di librarsi sul mondo.Attraverso lunghi e travagliati secoli di storia, passando dalle macchine volanti di Leonardo fino al volo dei fratelli Wright, l’uomo si è sempre spinto oltre quei limiti che la natura di animale terrestre gli ha imposto.Non sarà tuttavia un luminare della scienza, né un fantasioso inventore a riaccendere la fiamma della speranza di quel sogno mai sopito: l’uomo non vuole volare con macchine e catafalchi, ma vuole farlo con il proprio corpo.Per questo motivo vogliamo che la storia non si dimen-tichi di Patrick De Gayardon, un piccolo grande uomo che un giorno tentò di volare con una strana tuta da pipistrello, sfidando così non solo gli Dei, ma anche le implacabili leggi di gravità.

Pensando al sognatore francese, un’altra domanda ci rende curiosi non meno di quella già posta: “Cosa spinge un uomo a gettarsi da un aeroplano?” E’ giusto chiederselo perché sono tanti in Italia e nel mondo a praticare il paracadutismo o skydiving (letteralmente tuffo nel cielo) come lo chiamano in America. Il sogno del volo, la ricerca del limite, una paradisiaca visione della terra, la voglia di trasgredire o cos’altro? Difficile dirlo perché, forse, ognuno ha le proprie ragio-ni; di certo chi si cimenta in questo sport trasforma la propria vita. Non importa a quale casta sociale appartenga, né quale sia la professione o il mestiere che lo impegna dal lunedì al venerdì: nel week-end i paracadutisti sono una grande famiglia. Si vestono con tute colorate, spezzano lo stesso pane, dormono sotto

Marzo - Aprile 11 X3M01

Xadrenaline

Page 14: XtremeStuff Magazine

lo stesso tetto e naturalmente volano nello stesso cielo.

Il numero dei praticanti di questo sport, tra i più spettacolari dell’universo estre-mo, sale in Italia ogni anno di più, nonostante le difficoltà di un settore, quello aeronautico, in perenne debito di ossigeno. A rendere la vita ancor più difficile sono state le traversie che hanno portato, nel tempo, al rimpallo della gestione tecnico-burocratica a diversi enti, finita ora al Ministero dei Trasporti. Ha pesato anche un’incapacità cronica di autogestione dei paracadutisti stessi che non ha permesso di essere protetti da una propria ed autorevole federa-zione, come accade invece per altri sport dell’aria. Ora le cose pare vadano cambiando; speriamo che la burocrazia sappia stare al passo dei tempi come la tecnica ha dimostrato di esserlo.

Il passaggio all’era del paracadutismo moderno avviene nei primi anni ‘80 con l’avvento dei primi paracadute a profilo alare. Questo avvenimento segna una svolta epocale poiché il paracadute, fino a quel momento di forma sferica e puro freno aerodinamico, diventa una “macchina aeronautica”. Grazie alla sua nuova pianta rettangolare, esso sfrutta il principio fisico della portanza che gli consente non solo di far atterrare

in piedi il paracadutista, ma anche di aumentare considerevolmente la mano-vrabilità e quindi la qualità e quanti-tà degli spostamenti in volo. Da quel momento non si atterra più dove il vento ti porta ma, come un vero aeroplano, si vira a destra e a sinistra, si avanza e si plana per atterrare. Anche la caduta libera, parte fondamentale del paraca-dutismo, beneficia di questa ondata di rinnovamento: crescono le flotte aeree degli aeroclub e direttamente cresce la quota dalla quale “saltare” dall’ aero-plano. Proprio in quegli anni compaiono in Italia i primi PC6 Porter (meglio cono-sciuti come Pilatus) che agevolmente trasportano 8/10 persone a 3.500 metri di quota. Bisogna attendere invece la seconda metà degli anni ‘90 perché facciano la loro comparsa anche i primi bimotori. I vantaggi derivati dall’utilizzo di questi vettori sono subito evidenti: si sale fino a 4.500 metri e ci si può lanciare anche in gruppi da 20/25, poiché sono più potenti e capienti. Questo fattore ha dato la possibilità ad alcune nuove discipline di emergere e di affermarsi con successo: il caso più evidente é quello della specialità del free-fly che domina oggi la tendenza sul piano mondiale. Ma da dove si deve cominciare per provare l’emozione di tuffarsi da un aeroplano?

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Dopo aver frequentato il corso, ecco come potrai divertirti dalla A alla W :

Atmonaut FlyParticolare disciplina in caduta libera con la caratteristica di un volo con assetto angolato. Inventa-to dagli italianissimi Frick, è stato già riconosciuto dagli organismi sportivi internazionali.

Canopy Relative WorkFormazioni a paracadute aperto. Sale sul gradino più alto del podio la squadra che riesce ad eseguire il maggior numero di trasformazio-ni nel tempo prestabilito.

FreeflyVolo libero con evoluzioni tridi-mensionali: in piedi, seduti e soprattutto a testa in giù. Rappre-senta il futuro del paracadutismo mondiale.

FreestyleUna sorta di danza aerea con figure libere ed obbligatorie da eseguire lavorando in affiatamen-to con il proprio operatore video.

ParaskyUna sorta di duathlon con sci e precisione in atterraggio con un punteggio combinato. Ovviamen-te si pratica sulla neve.

Relative WorkE’ una specialità a squadre dove vince chi esegue il maggior nume-ro di formazioni in caduta libera in un tempo determinato. Le gran-

di formazioni uniscono centinaia di persone; il record del mondo attuale è di 372 paracadutisti.

SkysurfLancio ed evoluzioni con una tavo-la (simile ad uno snowboard). Il team è composto dallo skysurfer e dal videoman. E’ la specialità resa celebre da Patrick De Gayardon.

Speed SkydivingUna pratica molto recente ma già con un campionato del mondo in corso. In nome omen: più si è velo-ci, più si vince. Il record attuale supera i 500 kmh.

Stile e PrecisioneAppartiene alle discipline classi-che. Oramai praticata da pochis-simi atleti, consiste nel eseguire individualmente movimenti prede-terminati nel minor tempo possi-bile ed atterrare colpendo con precisione un bersaglio di pochi centimetri.

SwoopingDiffusissimo negli States, compren-de diverse competizioni tutte basa-te sulla conduzione veloce di un paracadute ad alte prestazioni. Anche in Italia sta cominciando a riscuotere grandi attenzioni.

WingsuitL’ultima scoperta di De Gayardon. Si usa una tuta con speciali prolun-gamenti alari che consente grandi spostamenti orizzontali durante la caduta libera. Il tempo di free fall è così in pratica raddoppiata.

Divertirti dalla A alla W

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Xadrenaline

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Page 17: XtremeStuff Magazine

Aver la testa dura non basta: per praticare il

paracadutismo è necessario il casco. Dopo la

diffusione delle telecamere digitali di tipo handy-

cam, è quasi impossibile trovare un paracadutista

che non ne abbia montata una sul proprio casco.

L’Evolution Pro rappresenta un casco da videoman

allo stato dell’arte. Prodotto nell’Europa dell’Est,

ma concepito e disegnato in Italia, l’Evolution Pro

è costruito in fibra leggera con inserti in carbonio

nei punti d’attacco del box contenente la video-

camera e nella nervatura del casco stesso. Si

presenta con ottime rifiniture e congiunzioni tra

i diversi materiali che lo compongono, l’assem-

blaggio e la verniciatura non presentano pecche

evidenti. Il look è accattivante anche per la base

superiore piatta che serve per l’alloggiamento

di un’eventuale macchina fotografica. Il box è

costruito con gli stessi materiali del casco e acco-

glie senza problemi le videocamere più diffuse.

Una volta indossata, il comfort è subito apprez-

zabile grazie al rivestimento interno in morbido

vellutino, all’interno vi è la possibilità di allog-

giare anche due altimetri acustici. La calzata

del casco, disponibile in varie misure, è sicura e

senza ondeggiamenti di sorta com’è indispensa-

bile per evitare immagini fuori centratura. L’Evo-

lution Pro è venduto accessoriato di mentoniera

che contribuisce a renderlo ancora più stabile;

installando anche una fotocamera, l’accessorio

diviene indispensabile per il peso aggiuntivo

che il casco deve sopportare. In caduta libera,

l’impressione che abbiamo avuto provandolo, è

di non avere niente in testa, confermando così

l’impressione corretta che abbiamo avuto nel

maneggiarlo a terra.

L’Evolution che oltre alla linea Pro è disponibile

in altre versioni, viene prodotto e distribuito dalla

Tonfly (www.tonfly.com)

Ferri del mestiere

Marzo - Aprile 15 X3M01

Xadrenaline

Page 18: XtremeStuff Magazine
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Vuoi imparare subito e volare per davvero? Da oggi si può anche in un solo week-end con un corso full immersion: Il corso A.F.F. E’ l’acro-nimo di accelerated free fall (corso accelerato di caduta libera), nasce negli States e si basa su una moder-na metodologia d’insegnamento. Grazie a ciò si sono diminuiti i tempi d’apprendimento dell’allievo e si sono incrementati, nel contem-po, i fattori di sicurezza legati alla corretta esecuzione di questa prati-ca sportiva. L’allievo viene messo in condizione di provare, dopo esse-re stato istruito con nozioni teori-

che, una caduta libera dalla massi-ma altitudine disponibile (almeno 4.000 metri) ed un atterraggio con un proprio paracadute. Natu-ralmente egli sarà adeguatamente supportato dalla presenza di due istruttori che, in volo, lo seguiran-no sino al momento dell’apertura. Da quel momento un altro istrut-tore lo seguirà da terra via radio per consentire un rapido appren-dimento delle tecniche di naviga-zione a paracadute aperto e di atterraggio. Il corso A.F.F. prevede 7 livelli di esercizi che vedranno via via diminuire il lavoro degli istruttori ed aumentare le capacità dell’allievo sino a raggiungere, al

conseguimento del 7° livello, una totale padronanza della caduta libera, dell’uso e ripiegamento dei materiali e più in generale di un’au-tosufficienza che gli permetterà di saltare da solo e senza controlli. Tutti lanci del corso saranno filmati da un videoperatore in caduta libera e saranno un importante strumento di lavoro per istruttori ed allievo, in quanto permetteranno di compiere un’attenta disamina del lancio e correggere eventuali errori di posizione del corpo in caduta libera. Per trovare la scuola di paracadutismo più vicina a te: www.scuoladiparacadutismo.it

Il corso A.F.F

Marzo - Aprile 17 X3M01

Xadrenaline

Page 20: XtremeStuff Magazine

scitto da:Paolo Gianfanti

Page 21: XtremeStuff Magazine

Vuoi provare l’ebbrezza di un lancio in caduta libera senza l’im-pegno di seguire un vero e proprio corso di paracadutismo? Il lancio in tandem è quello che fa per te. Potrai volare in caduta libera da 4.000 o più metri con un istruttore esperto e qualificato che ti porterà a terra senza alcun problema.

Insieme indosserete una apposi-ta imbracatura che contiene un grande e speciale paracadute in grado di sopportare il peso di due persone. Dopo circa 50” di caduta libera, l’istruttore aprirà il paracadute e potrai goderti un panorama stupendo. Con le nuove tecnologie applicate ai materiali in uso alla scuole di paracaduti-smo più moderne, l’atterraggio sarà soffice ed in punta di piedi.

Un Volo in Tandem

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Xadrenaline

Page 22: XtremeStuff Magazine

Il salto con l’elastico, oggi denomina-to Bungee Jumping, è una versione moderna di un antico rituale che tutt’ora viene praticato dalle Isole Vanuatu nella lontana Oceania.

La Storia racconta:

1993 è l’anno del vero debutto di questa attività in Italia con alcuni lanci da Autogrù (foto) nella zona di Milano e Torino. A quell’epoca nessuno aveva ancora osato aprire un Centro permanente di bungee (ponte demaniale) e quindi Exploring in partnership con società francesi precursori di questa attività iniziò ad organizzare dei BUS-JUMP, ossia veri e propri torpedoni che partivano da Milano per arrivare a Grenoble. Nel solo 1993 oltre 1500 persone provarono il bungee in questo modo ed altre 500 in eventi mobili in Italia da Autogrù.

1994 nasce Exploring Bungee, è l’unica società professionistica, che per prima in Italia ha avviato l’attivi-tà del salto con l’elastico.

Nello stesso anno apre il 1°Bungee center d’Italia e costruiscono una Bungee Tower di 50 metri a 2 bracci a Jesolo (VE), prima in Europa.

1995 inaugurano un nuovo Bungee Center a Veglio/Mosso (Biella) instal-lando una postazione d lancio da un ponte alto152 metri, attualmente il più alto centro permanente d’Eu-ropa.

1998 per la prima volta in Europa viene proposto solo a 40 clienti selezionati già esperti l’HeliBungee,

"Percepire"la forza di Gravitàuna semplice risposta a chi si chiede cos’ e' il Bungee Jumping

Page 23: XtremeStuff Magazine

"Percepire"la forza di Gravità

0222_437030_1100000Xtreme.pgs 02.02.2005 17:03 BLACK YELLOW MAGENTA CYAN

Page 24: XtremeStuff Magazine

Eventi 2005Sabato 4 Giugno, Exploring bungee srl festeggia i suoi 11 anni di attività ed ha deciso di regalare a suoi salta-tori un grande evento: 12 ore conse-cutive di lanci e la sua particolarità è che si potrà saltare a un costo ridotto per i primi 50 iscritti, le iscrizioni sono aperte da poche settimane, per chi ha voglia di provare il brivido deve affrettarsi…..Buon Divertimento!

lanci con elastico da Elicottero: quota di lancio 500 metri s.l.m. per un lancio di 400 metri con un elastico di oltre 90 metri d lunghezza.

Nello stesso anno Exploring Bungee brevetta un sistema di sicurezza (Anti Elongation System) che rende l’elastico finalmente un Dispositivo di Sicurezza garantito e avvia l’attività produttiva anche per nuove applicazioni come l’industria del divertimento, produzio-ni teatrali e TV.

2003 nasce il Progetto ACROJUMP4, una struttura avvenieristica in alluminio di 100mq. alta 8 metri che permette di effettuare in tutta sicurezza salti e capriole fino a 8 metri d’altezza per tutte le età.

Per tutti coloro che vorrebbero prova-re l’ebbrezza, Attualmente il Bungee Center attivo è quello di Veglio-Mosso, un ponte alto 152 mt situato all’interno di una vallata circondato dalla natura e grazie alla sua impo-nente altezza permette di raggiun-gere durante il salto una velocità massima di 100 km/h. Ogni saltatore può decidere di salta-re singolarmente oppure in coppia (tandem), con il limite di peso fissato a 145 kg, e può richiedere che venga effettuata una ripresa video. La stagione 2005 si aprirà la Dome-nica di Pasqua 26 Marzo 2005.www.bungee.it

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100 km nel deserto del SAHARA

Alla settima edizione la maratona conquista tutti

nonostante le temperature

foto di: Pierluigi Benini - ©Terramia

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100 km nel deserto del SAHARA

Il fascino del deserto

mi rapisce sempre e anche quest’an-

no, come parte dello staff, sono

tornata nel Sahara tunisino alla 100

km. che, sempre più, sta diventando

una classica nel mondo delle gare

estreme. Mi sono innamorata perdu-

tamente dei grandi spazi e dei cieli

africani nel 2001 quando, come

podista, ho partecipato alla corsa e

per la prima volta mi sono sentita in

intimo contatto con una natura incon-

taminata. Mi ritengo molto fortunata

per aver potuto vivere l’esperienza

del deserto da una prospettiva sia

podistica sia organizzativa. Sono

tutte e due esperienze estremamente

faticose che hanno come comune

denominatore la grande empatia che

si crea con la gente, amicizie bellis-

sime che durano negli anni. E ciò

ripaga da ogni fatica. Questa 7°

edizione è stata di grande successo,

con il più alto numero di parteci-

panti e il più alto numero di nazioni

rappresentate (oltre 13).

Mercoledì 9 marzo partiamo dall’ aeroporto Malpensa, destinazione Djerba. Già in aeroporto rivedo e riconosco i miei compagni di avventura. Baci e abbracci a gogo. Arrivati a destinazione, all’Hotel Homère, noi dello staff ci prepariamo ad acco-gliere l’arrivo dei podisti. Li vedo scendere dai pullman stanchi ma con una eccitazione e determinazione negli occhi: tutti, chi più chi meno, si sono allenati specificamente per questa sfida nel deserto e sono decisi ad arrivare alla meta finale (non ci sarà infatti nessun ritiro). C’è poi la formula “walking” , per camminatori che vogliono assaporare questa fantastica esperienza senza sottoporsi allo stress da gara. Saranno accompagnati da un responsabile dello staff con dromedari e mezzi 4x4 a disposizione per trasporto acqua e piccolo bagaglio.

Giovedì 10 Marzo Al granaio fortificato di Ksar Soltane c’è la presentazione ufficiale dei membri dello staff e io mi sento orgogliosa di farne parte: per i prossimi giorni saremo i loro angeli custodi . Gira fra le persone un vassoietto col tipico tè verde, caldo e forte come queste terre . Pranzo su terrazzo panoramico ai confini del deserto, sole, umore alle stelle. Nel pomeriggio controllo Kit di sopravvivenza, assegnazione pettorali e prima notte al campo, nelle tende berbere vicino al paese di Chenini.

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Xrunning

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Venerdi 11 Marzo finalmente inizia la gara, da Chenini a Edduiri per un percorso misto e sassoso della lunghezza di 24 Km circa. La giornata è con un sole scintillante e io emozionantis-sima, nemmeno dovessi corre-re, assisto alla partenza sotto il mitico arco. Dall’organizzazione sono stata collocata al 2° check point, il 16 ° Km circa, per punzo-natura e controllo pettorale. Al passaggio tifo per ogni podi-sta, ancor di più per le retrovie che soffrono maggiormente.

Sabato 12 marzo 18 Km da correre sotto un cielo plumbeo tipo “milanese” e con un forte vento che, chissà perché, tira sempre contro. Noi dello staff fingiamo una sicurezza e una serenità che in realtà non abbiamo: l’imprevisto, con un clima così, è sempre dietro l’an-golo. Lungo il percorso i podisti addirittura provano l’ebbrezza rara della pioggia nel deserto. I tratti da correre si fanno sempre più sabbiosi e regolari, lunghi rettilinei a perdita d’occhio che mettono a dura prova psicologica il podista. E’ la fascia predeserti-ca. Il vento si calma e in serata la tappa notturna si svolge sotto un magnifico cielo stellato che sembra ti cada addosso.Le balise luminose che segnalano il percorso completano l’affasci-nazione della situazione. Siamo a Campo Pozzo.

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Xrunning

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Domenica 13 Marzo Oggi c’è la vera novità di questa 7° edizione: una tappa / mara-tona che, ascoltando gli umori dei podisti, proprio ci voleva per soddisfare le loro velleità. Caldo e sole in aumento ma d’altronde, nel deserto, bisogna pur provare il “brivido caldo” delle temperatu-re davvero desertiche.

Lunedì 14 Marzo Ultima tappa 26 Km, parecchi dei quali sulle dune. Siamo nel grande Erg con passaggio per il fortino della Legione Stranie-ra per proseguire in direzione dell’oasi di Ksar Ghilane attraver-so dune in continui saliscendi che mettono davvero a dura prova le gambe dei podisti. Sotto un sole di 42°C la tappa si rivela molto dura e io, che sono all’arrivo fina-le per la consegna della meda-glia, della maglia da finisher e baci e abbracci di congratula-zioni, accolgo gli atleti che si commuovono e si emozionano fin quasi alle lacrime per aver vinto la loro sfida personale. La sera grande festa per la premia-zione e di nuovo noi dello staff veniamo presentati ai podisti che ci applaudono e ci ringraziano con grande calore. La cosa mi lusinga tantissimo e penso che il grande lavoro che c’è stato alle spalle di questa manifestazione (faccio parte dello staff cucina e abbiamo, per giorni, dato da mangiare a 17 persone) valga davvero la pena.

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Martedì 15 Marzo Ultimo giorno nell’oasi con spostamento a Djerba, Hotel Homère, previa tappa a Medenini. Sera festa grande con cena, foto e scambio di indirizzi. Riccardo Fogli, tra i finisher, chiama me, Patty ed Elena a cantare con lui ribattezzandoci le Zito Girls. Presto l’intera sala è contagiata e ci ritroviamo a cantare e ballare tutti insieme.

Mercoledì 16 MarzoL’avventura è terminata, ognuno torna alla sua destinazione con già un po’ di nostalgia per i giorni passati ma sicuramente arricchiti da questa esperienza vissuta nell’ambiente più bello e fascinoso del mondo.

Silvana Lattanzioinfo: www.terramia.com

Marzo - Aprile 29 X3M01

Xrunning

Page 32: XtremeStuff Magazine

La forza di una passione

Se pensate sia solo per "uomini" forse non conoscete le. . . . Motocicliste

Page 33: XtremeStuff Magazine

Una passione, quando è reale

riesce a spingerti oltre ogni limite, riesce a farti

superare ostacoli insormontabili e ogni genere di

difficoltà, questo è quello che accomuna queste

bellissime donne, la passione per la moto e il moto-

ciclismo.

Passione condivisa in rete, confrontandosi, scam-

biandosi esperienze, informazioni, organizzando

uscite, raduni e corsi; nasce così Motocicliste,

Motoclub e Associazione Italiana, senza fini di

lucro, supportata da un portale web www.motoci-

cliste.net, tutto dedicato al mondo delle due ruote

al femminile. Progettato e realizzato nel novembre

1998, il sito raggiunge oggi oltre 100.000 contatti

al mese, con centinaia di pagine sui argomenti

come: quale moto per iniziare, come prendere la

patente, l’abbigliamento tecnico necessario, moto

e ambiente, raduni, link, libri, fotografia, manuten-

zione, motoclub, news, pista, sport, storie, viaggi,

bambini, eros, ecc.

Dal sito nasce una community di motocicliste

residenti in tutta Italia, e anche all’estero, di età

varia, con diversi tipi di moto (dai 125 ai 1600

cc, dalle enduro alle supersportive, alle turistiche,

alle custom, ecc.) e stili di guida, ma tutte con la

stessa passione in comune: aver scoperto, chi da

ragazzine, la maggior parte ormai adulte, cosa si

prova a passare dalla sella posteriore di una moto

al guidarla. Nel 2004 diventa anche Motoclub

FMI ed ora conta oltre 5000 motocicliste iscritte, a

formare una comunità interattiva, in costante contat-

to attraverso mailing list, forum dedicati, newsletter

e grazie anche agli eventi che Motocicliste organiz-

za ogni anno.

Tra questi i Meeting Europei Motocicliste (con centi-

naia di partecipanti provenienti da tutta Europa),

Corsi di guida per principianti, Corsi di Guida in

pista, Corsi di fuoristrada, di supermotard, di trial,

Corsi di Manutenzione, Corsi di comunicazione,

fiere di settore, test di moto, raduni, gite, viaggi,

Marzo - Aprile 31 X3M01

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Page 34: XtremeStuff Magazine

ecc. sia esclusivamente rivolti alle

donne che misti.

E’ da questo movimento che nel 2004

nasce l’idea del primo Trofeo Italiano

Motocicliste patrocinato dalla Fede-

razione Motociclistica Italiana.

Donne, esordienti e pilote, si danno

bagarre in pista, in un trofeo che ha

visto nascere e crescere nuovi talen-

ti del motociclismo femminile. Con

quale obiettivo? Dare la possibilità

a tante donne di fare esperienza,

sia tecnica che agonistica, prima di

lanciarsi nel mondo del motociclismo

sportivo con il necessario bagaglio

di preparazione, per competere sullo

stesso livello anche con i ragazzi.

L’obiettivo è dunque quello di far

avvicinare le donne all’agonismo a

costi ridotti, pur con tutte le garan-

zie di un campionato regolarmente

ammesso dalla Federazione; crea-

re una palestra che consenta alle

esordienti di fare esperienza prima

di tuffarsi nelle competizioni aperte

a tutti; e al tempo stesso di darne

ampia visibilità in modo da fornire

una bella vetrina che metta in luce e

apra la strada a quelle fra le parteci-

panti che vorranno proseguire l’atti-

vità agonistica. Una iniziativa che si

inserisce nell’ottica del Motoclub di

promuovere sempre di più il motoci-

clismo tra le donne e far crescere un

segmento in forte evoluzione.

Dopo il successo ottenuto nel 2004

con 60 pilote iscritte, quest’anno

il Trofeo riparte con la sua secon-

da edizione. Prima gara a Misano

Adriatico, 20 marzo. Sempre 5 le

gare, che si concluderanno a Magio-

ne il 18 settembre.

zie di un campionato regolarmente

ammesso dalla Federazione; crea-

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Page 36: XtremeStuff Magazine

Quest’anno l’evento sportivo si arric-

chisce poi della copertura televisiva

della RAI per tutte e 5 le tappe

del trofeo, nonché di NUVOLARI:

un riconoscimento del motociclismo

femminile dal punto di vista sporti-

vo, ormai finalmente ritenuto vero e

proprio sport nazionale. Il motocicli-

smo femminile infatti, in fortissima

crescita in questi anni, sta diventan-

do sempre di più sia un fenomeno

di grande attenzione e fascinazione

per il pubblico, sia una novità che

si afferma dal punto di vista più

propriamente sportivo, inserendosi

in un settore che in Italia già gode di

un grande seguito, grazie ai nostri

campioni e marchi storici.

E sempre sull’onda di questa passio-

ne, nasce nel 2005 anche il primo

Trofeo Europeo di velocità femmini-

le, la EUROPEAN WOMEN’S CUP.

Pilote da tutta Europa, Italia, Fran-

cia, Germania, Svizzera, Inghilterra,

Croazia, Norvegia... si confronteran-

no per la prima volta in un campio-

nato femminile.

Il presidente del team "Motocicliste"Furlan Paola

commenta i tempi

Page 37: XtremeStuff Magazine

Abbiamo fatto alcune domande a Eliana vincitrice della coppa esor-diente classe 600 e a Sara vincitrice della Coppa Esordiente Over.

- Eliana riesci a descriver-ci alcune delle tue emozioni prima della gara?Vado in palestra con il cardio frequen-zimetro. Quando, sul tapis roulant o sulla bici, visualizzo le immagini in pista di staccate, partenze, uscite di curva e traiettorie, il battito cardiaco si impenna, e io sorrido della sua sensibilità ai miei pensieri. Le mani un po’ mi tremano... e sono distratta, mi parlano ma non sento nulla, mi si parano davanti ma i miei occhi vedono altro. E quando diventa troppo da gestire, c’è un metodo per riportarmi alla determinazione: pensare alla tristez-za che avrei sofferto se non avessi avuto questa opportunità, pensare alla passione che c’è dietro questo, alle persone che credono in me, a mio padre, a chi avrebbe voluto ma non ha potuto. Penso a quando sarà passato e ricor-derò con nostalgia questi momenti... e a quando avrò l’esperienza tale da non patire più la paura da igno-to, sarò in grado di concentrarmi solo sulla mia prestazione e magari anche rimpiangere quest’acquolina inquieta...E il mio battito torna docile e paca-to....ma le mani tremano ancora...- Come vivi l’attesa?Sto passando questi giorni in una sorta di rapimento visivo, immagi-nando le scene che si presenteranno

Alcune domande...

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Page 38: XtremeStuff Magazine

davanti ai miei occhi nei giorni della gara, quelle che rivedrò associando-le ad essa. Non c’è ancora agitazione, ma una sorta di gustosa attesa. Ogni tanto smetto per ritornare al quotidiano, ma sono svampita come si dice siano le donne innamorate.- Ma chi te lo fa fare?Già.., le corse... - Ma ci vogliono un sacco di soldi...Io non ce li ho, eppure lo sto facendo lo stesso.- E come fai? Vuoi sapere come faccio? ...Avevo un pianoforte: l’ho venduto con piacere, 2.500 euro, più un fido di altri 2.500 euro. Faccio due lavori: uno come dipendente in una società di telecomunicazioni otto ore al gior-no, la sera in un pub (questo può voler dire anche 14/15/16 ore di lavoro al giorno), calcola che vivo da sola quindi ho anche la spesa dell’af-fitto e la rata della moto. Faccio orari assurdi, certe volte dormo 3/4 ore a notte, però ora mi serve e lo faccio, spero di non farlo per sempre. Ho elemosinato i pezzi (scarico, catene, corone) in giro: la media è che per fortuna di quelli a cui chiedi uno su dieci ti calcola, anche quando non sei nessuno. La centralina l’ho cerca-ta per mesi usata... e alla fine ho avuto il colpo di culo e l’ho trovata ad un prezzone su Portaportese. Ho chiesto agli amici, mi aiutano e mi supportano, sanno le mie condizioni economiche, il mio forum ha fatto una colletta... insomma, ci si arran-gia, e si chiede. Ho più volte rischiato di rinunciare. Ho solo avuto la fortuna di avere gente che mi volesse bene e che avesse cuore, come il mio meccanico e quello che chiamo scherzosamente

Page 39: XtremeStuff Magazine

il mio team manager. Non so se avrò i soldi per fare tutte le gare, però ci provo e fino a che non posso proprio più muovere un passo non rinuncio. Questo è il mio sogno e prima che qualcuno o qualcosa me lo tolga devo “sanguinare”.Altre e altri mi hanno detto “ma tu sei pazza, ma chi te lo fa fare!” e io sorrido... Quelli che ti dicono “ma chi te lo fa fare” sono quelli che non hanno mai desiderato qualcosa veramente: è l’unico modo in cui mi spiego una frase del genere.- Sara, raccontaci com’è vincere la prima gara da esordiente.La prima gara della mia vita....è stata una miriade di emozioni... nel bene e nel male ma tutte stupende. Una gara in moto è come vivere per 3 giorni in un mondo a parte dove fuori non conta più niente ma tutto solo quando chiudi la visiera. Era la prima volta per me... tutto nuovo... tutto strano... tutto da farmi tremare, ma bellissimo. Dalle prove il vener-dì dove il meccanico mi cazziava perché non riuscivo a vedere la lava-gna... e dove ho fatto 20 minuti tirati raggiungendo i 203 battiti cardia-ci… Dalle qualifiche super emozio-nanti dove cerchi di rubare decimi alle tue forze. Dove ti rendi conto che la moto che credevi tua non lo è più

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Page 40: XtremeStuff Magazine

quando cerchi di dare il massimo e dove vedi che la tua esperienza di soli due anni di moto non sono nulla. Dove fai il tuo primo super volo... decollando a circa 150 all’ora sulla seconda del carro e dove sbatti in ogni angolo del tuo corpo ma quan-do ti alzi corri solo verso la moto e l’abbracci come se fosse lei a essersi fatta male. Dove la sera piena di livi-di vorresti piangere e dire ma chi me l’ha fatto fare invece guardi avanti e pensi che non mollerai. Dove prima della gara tutti ti abbrac-ciano e ti cullano mentre altri preten-dono e altri ancora danno tutto per scontato. Ora lo so cosa si prova sulla griglia di partenza... lo sognavo da sempre e riesco ancora vederlo davanti ai miei occhi quel semaforo rosso che diventa la cosa più importante di tutte. Le prime 3 curve nel panico...dove 30 pilote ammucchiate possono fare davvero paura. Paura... paura come non avevo mai provato prima... di rica-dere... di ribattere dove già faceva male... dove l’asfalto ora lo vedi più vicino e capisci che non stai dando il massimo... che ti sta sorpassando qualcuno che con tanta fatica avevi messo dietro nelle qualifiche ma non molli... stringi i denti e ci provi... perché solo cosi combatti contro la paura! E poi le lacrime e le amiche motocicliste che ti abbracciano... e il podio... la prima gara e essere sul podio accanto a Samuela De Nardi, perché anche se dentro sei delusa ti rendi conto che e’ la tua prima gara ma sei stata veloce... e allora coi fiori e la coppa in mano torni dal Team che ti sorride e pensi che quei lividi mi hanno insegnato a vivere oggi... e ora si parte... questo è solo l’inizio. www.motocicliste.it

Page 41: XtremeStuff Magazine

L’uomo sognatoreParacadutismo

Cosa aspetti ad iscrivertiad una scuola di paracadutismo?

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La splendida capitana dellaNazionale Basket

Numero 01M Arzo / Apr i le - a n no 2 005

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Elena Paparazzo

il reportagedella piu’ classicamaratona estrema

100Km Nel Sahara

Arrampicare e’ Artesi racconta per noiMauro Bole detto “BuBu”

Mauro Bole“Struttura e definisce i tuoi capelli. Dalla consistenzamorbida e piacevolissima, assicura un fissaggio a lunga durata

senza incollare. Per uno styling così piacevole chenon riuscirai a togliere le mani dai capelli.”

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Anno I

numero 01

Marzo /

Aprile

2005

copertina_01.indd 1 25/03/2005 11.32.02

Page 42: XtremeStuff Magazine

Giornata di sole di inizio primavera. Una strada del centro. Dal fondo dell’isolato, sbuca lei.Siamo distanti una cinquantina di metri, ma i due ragazzi davanti al bar la notano.La notano eccome.Un castano dorato danza come un mantello a ritmo con il passo da dea consapevole. I ragazzi si sgomitano ammi-rati e commentano in modo da dar lavoro alla censura… Intanto lei avanza, ed entrambi meditano un approccio-arrembaggio, scervellandosi su frasi ad effetto e cercan-do di apparire sciolti e gasati. E’ strano, a volte, come le certezza possano crollare in pochi istanti: ciò che fino a poco prima era il desiderio di scalare una vetta, può diventare sudditanza di fronte all’Everest. Infatti, ecco

i due potenziali scalatori riporre corde e piccozza, di fronte alla ragazza che ora è a pochi passi da loro, e li guarda dall’alto dei sui 193 centimetri; un’arrampicata impossibile!Elena Paparazzo, classe 1973, capitano della Nazionale di basket femminile e della Comense, è tanto conosciuta per le sue doti sportive, quanto per le sue qualità este-tiche. Sicuramente una persona e un personaggio fuori dalla norma, grazie anche alla capacità di osservare il mondo… dall’alto.Ma chi è, nella quotidianità, la riservata (ma mai riser-va!) Elena Paparazzo?

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Page 43: XtremeStuff Magazine

. . .Un marzianoAlta quasi due metri,

fortissima in campo e con un fisico da schianto.

Ecco a voi la splendida Elena Paparazzo, Capitano della Nazionale di Basket.

Marzo - Aprile 41 X3M01

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Page 44: XtremeStuff Magazine

Nome: Elena PaparazzoNata: a Roma 11-05-73Specialità: Capitana della Nazionale di

Basket.Capitana della Pool

Comese 1872 Gioca nel ruolo di

Pivot (centro). In 10 anni ha vito

6 scudetti con la sua squadra.

Ha partecipato alle Olimpiadi di

Atlanta e Barcellona. Argento agli

Europei 1995. Argento ai Giochi

del Mediterraneo 2001.

Page 45: XtremeStuff Magazine

Conosciamola meglio nei gusti e nelle preferenze. E nel modo di rapportarsi all’altro sesso.* Elena, cosa fai nel tuo tempo libero?Partendo dal presupposto che il mio tempo libero si riduce a poche ore, devo ammet-tere di essere abbastanza casalinga. Lo sport mi porta spesso in giro, così quando mi resta del tempo per me, non disdegno di dedicarmi alla mia casa. Mi piace cucina-re, e rigenerarmi; magari anche andando al cinema, ma senza strafare. * Gli sportivi hanno vita morigera-ta, ma la curiosità è lecita: com'è la Elena by night?Più che “by night” potremmo parlare di Elena “serale”! Mi piace uscire, andare a cena fuori, ma non amo la discoteca. Sono più vicina ai pub, dove puoi bere qualcosa, ascoltare musica e scambiare due chiacchie-re in compagnia. Vivo seguendo le regole di un’educazione sportiva, tra cui il non far troppo tardi, la sera. ma tutto sommato è il destino di tutti i lavoratori dipendenti: chi, dovendosi recare in ufficio, potrebbe fare le quattro del mattino?* Quanto curi la tua alimentazione e quali sono i cibi che preferisci?Innanzitutto devo ammettere di essere una grande golosa, e il giorno che smetterò di correre dietro alla palla, dovrò seriamente darmi una regolata, per non diventare sferi-ca a mia volta! Sono dannatamente golosa di pasta e di dolci, guarda caso gli alimenti maggiormente calorici. Cerco di seguire una dieta mediterranea, ma allo stesso tempo non manca mai, né a pranzo, né a cena, qualcosa di dolce.* Intendi, ad esempio, un baratto-lo di gelato?Scusa, ma me l’hai letto in fronte?!* Più o meno. Altri peccati di gola?In realtà, mangiare mi piace parecchio, con una predilezione verso la cucina cinese.* E quali altri "peccati" ti concedi?(Ridendo) – Non ho vizi, o peccati, seri. Mi accordo qualche birra, che agli sportivi

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Page 46: XtremeStuff Magazine

può fare pure bene, perché consente il recupero di sali minerali.* D’accordo, ora che abbiamo rotto il ghiaccio, possiamo doman-dare qualcosa di più personale. Che cosa ti piace di un uomo?Eh! - (sospiro) – Non posso nascondere che la prima cosa che mi attrae è l’aspet-to fisico. Se poi ci sono anche l’intelli-genza e la simpatia, tanto meglio. Ma il primo impatto è certamente visivo.* Hai qualche canone di prefe-renza? Di solito, si sceglie “Alto, biondo, occhi azzurri…”Fermati alla prima. “Alto”! Poi viene il resto…* E agli uomini cosa pensi possa piacere di te?Sinceramente non lo so; forse stupi-sce il fatto che comunque una

donna di oltre uno e novanta possa anche avere un fisico armonioso. * Campionessa in campo,

anche di grinta. Nel rappor-to con l'altro sesso, preferisci giocare all'attacco, o in difesa? Ossia, preferisci essere corteg-giata, o prendere tu l'iniziativa?Mi piace essere corteggiata e coccolata. Anzi, ti dirò che in certe situazioni posso anche arrivare a stimolare i comporta-menti, per ricevere coccole o corteg-giamenti. Mi piace sentirmi al centro dell’attenzione, curata. Quando questo non avviene, si spegne qualcosa.* Torniamo sulla questione della statura. Hai mai avuto fidanzati più... alti di te? Quasi tutti lo erano. Tranne, forse, un paio… quand’ero più ragazzina…* E quelli più bassi si sentivano a disagio, per non essere in grado di metterti la mano sulla spalla, durante le passeggia-

te?Ma non erano così bassi! Erano

solo qualche centimetro meno di me.* Quindi, con te, l'italiano medio di uno e settanta è spacciato?Ahem… sì. Il fatto è che con la mia altez-za, ho una presenza piuttosto ingombran-te; per cui, vedo bene al mio fianco solo uomini con altrettanta prestanza.* Quanto è importante la bellezza estetica, al giorno d'oggi? Non si può dire che non sia importante. Fa sempre piacere guardare una cosa bella, ma la bellezza non è una cosa fondamentale. Il fatto che una persona non sia bellissima, può essere compen-sato da altre qualità, decisamente più rilevanti che non l’estetica.Credo, poi, che la bellezza, più che un fatto puramente visivo, sia il modo con cui riusciamo a valorizzarci agli occhi degli altri.* Ok, Elena. Un’ultima doman-da: passeggi per strada, e vedi schiantarsi un’auto guidata da un uomo, a cui è venuto il torcicollo, a furia di guardarti. Cosa pensi? a) Mi ha riconosciuta come spor-tiva; b) Era meglio che mettevo la tuta: questa minigonna è troppo mini... ?La seconda! Non ho mai provocato incidenti automobilistici, ma devo ammet-tere che qualche volta ho riso, vedendo qualcuno che (a piedi) sbatteva contro un palo. Voi uomini siete così sensibili a certe cose…

David De Filippi

In questo servizio fotografico Elena Paparazzo indossa l'abbigliamento di Rotterdam Industry ideato da Riccardo Occhinegro.Il volto alieno disegnato sui capi fu trovato su una lettera che il migliore amico di Riccardo, Baas Van Ekeren, lasciò prima di scomparire misteriosamente. Nel diffondere questo marchio si lancia un messaggio nello spazio, con la speranza di ritrovare Baas.Se gli alieni saranno sensibili alla bellezza statuaria di Elena, questo richiamo non passerà inosservato!

Page 47: XtremeStuff Magazine

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Page 48: XtremeStuff Magazine

Photo: Fabio Dandri

Guida Alpina dal 1991.

Inizia ad arrampicare da adole-

scente sulle rocce delle falesie

triestine. Si appassiona intensa-

mente all'alpinismo, praticando

discese di sci estremo, solitarie,

prime invernali e impegnative salite

sulle pareti di roccia nelle Dolomi-

ti. Prosegue il suo cammino alla

scoperta dei passaggi più impe-

gnati delle Alpi che gli consentono

di accumulare sufficiente esperien-

za per lanciarsi, nell'inverno del

1999, in una nuova disciplina, il

"Dry Tooling" (arrampicata mista

di roccia e ghiaccio con l'uso di

ramponi e piccozze) dove in due

stagioni ridimensiona la scala delle

difficoltà reinterpretando i sentieri

più difficili di questa disciplina ed

aggiungendone di nuovi. Nell'esta-

te '99 corona il suo più grande

sogno di rocciatore con la prima

salita in libera della via Couzy alla

Cima Ovest di Lavaredo, portando

il decimo grado sulle pareti dolomi-

tiche, impresa che lo ha lanciato ai

vertici mondiali di questa specia-

lità. Nel 2000 organizza la sua

prima spedizione all'estero e, con

l'apertura di una via nuova, porta

il nono grado sopra i 5.000 metri,

sulla parete sud dell'Esfinge nella

Cordigliera Blanca in Perù. L'anno

successivo parte per una spedi-

zione in Pakistan e sulla parete

est dello Shipton Spire (m. 5.850),

nelle Torri del Trango, apre una

nuova via di roccia e, per la prima

volta nella storia dell'alpinismo,

raggiunge l'obiettivo di portare il

decimo grado sopra i 5.000 metri di

Page 49: XtremeStuff Magazine

Arrampicare è un'arte

Impariamo a conoscere il nostro personaggio. . . . Mauro "Bubu" Bole

Marzo - Aprile 47 X3M01

Xinterview

Page 50: XtremeStuff Magazine

altitudine. Dal 1999 partecipa alla

"Ice Word Cup" ed arriva sui gradi-

ni più alti del podio. Inoltre, dal

2000 diventa un alpinista profes-

sionista. Collabora con le aziende

più rinomate del settore, per alcu-

ne delle quali studia attrezzature

specifiche. Nel maggio del 2001

riceve "La Grignetta d’Oro", premio

attribuitogli da una giuria nazio-

nale come miglior alpinista degli

ultimi due anni. Nell'agosto 2002

riceve "Il Pelmo d’Oro", premio alla

carriera. Oggi vivere la montagna è

per lui una passione, una ragione

di vita, una filosofia con la quale

comunica, attraverso l’espressio-

ne di un gesto atletico, l’insieme

delle proprie qualità. Questa è l’ar-

te attraverso la quale l’uomo Mauro

Bubu Bole si esprime.

Un uomo che esprime un’immensa

carica vitale. Il suo atteggiamento

verso la vita è di quelli che cattura-

no ed affascinano per la semplicità

e la serenità con la quale affronta

cose straordinarie. Vederlo appeso

per un dito ad una parete di roccia

che scivola via nel nulla, per oltre

cinquecento metri, duellando con

le leggi della gravità, attraverso

l’armonia del suo gesto atletico, ci

lascia con il fiato sospeso e l’incon-

futabile desiderio di comprendere

ciò che induca l’uomo a sfidare

se stesso, completamente avvolto

dall’elemento che più lo appassio-

na. Forse parlando con lui potrem-

mo capire ciò che ci sfugge, come

la presa precaria che a volte abbia-

mo sulle cose che ci ruotano intor-

no, per cercare di comprendere il

perché di una scelta di vita così

diversa da tante altre.

Nome: Mauro "Bubu" BoleNato: a Trieste 21-05-68Specialità: Arrampicata / AlpinismoCorporatura:Statura 1.72 peso 67 - 70 KgCuriosità:Non fuma, ama ascoltare la musica ( sopratutto U2 ), ha una grande passione per il windsurf, mangia di tutto, e non si tira mai indietro ad una bella bevuta con gli amici.Dice di sè:"Sono un egoista, il solito testardo che fa sempre di testa sua... prima penso a me stesso, ma subito dopo arrivano le donne", ed aggiunge, "mi sembra di capire che la parete più difficile da salire sia il rapporto con gli altri alpinisti".Sito web:www.climbubu.com

Chi e'...

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Marzo - Aprile 49 X3M01

Xinterview

Page 52: XtremeStuff Magazine

* Il soprannome “ Bubu” da dove

viene, ha una storia particolare?

Non lo so. Saranno una ventina

d’anni che tutti mi chiamano così!

Probabilmente hanno tratto ispira-

zione dal fumetto. Ricordi quel-

l’orsetto che ha sempre voglia di

giocare?

Mi è simpatico questo nomignolo,

semplice, buffo e facile da ricorda-

re. Infondo rispecchia un po’ anche

il mio carattere giocoso.

* Per quale motivo sono la monta-

gna e l’arrampicata ad appassio-

narti più di ogni altra cosa?

Io arrampico da ventidue anni, amo

la montagna, ma sono molte le

cose che mi appassionano. Non ho

i paraocchi! Sono sempre alla ricer-

ca di nuovi stimoli. Ad esempio, da

una decina d’anni nutro una grande

passione per il windsurf…e prima o

poi farò un lancio con te! Come vedi

c’è molto altro oltre la montagna

per me.

* So che hai contribuito a questo

sport con l’apertura di nuove vie,

con apporti tecnici per rendere

l’arrampicata più sicura ed agevo-

le. Che differenza c’è, secondo te,

fra coloro che si accontentano di

quello che trovano e quelli che

invece devono stravolgere le cose,

metterle in discussione, migliorar-

le, cambiarle, come hai fatto tu?

Trovo difficile fare un paragone con

altri. Contribuire con nuove attrez-

zature all’evoluzione dell’attività, fa

parte del mio approccio alle cose.

Io non vedo mai una conclusione,

un confine definitivo, una linea d’ar-

rivo in ciò che faccio. C’è sempre

spazio per il miglioramento. Ecco

perché sono in continua evolu-

zione, e mai del tutto soddisfatto

delle realtà oggettive. Credo sia

una fortuna. Il giorno che vedrò la

fine o la conclusione di qualche

cosa, mi dovrò preoccupare! Mi

piace pensare che l’alpinismo sia

come l’arte, dove l’artista dipinge

sulla sua tela con i suoi pennelli, i

suoi colori, proprio come l’alpinista,

che ha bisogno della sua specia-

le attrezzatura per arrampicare “a

modo suo”.

* Fra le tante specialità che hai

affrontato in quale ti riconosci

maggiormente, e perché?

Io mi riconosco semplicemente nel

gesto! Mi piace fare di tutto! Ogni

singola disciplina ha fatto parte di

un periodo più o meno lungo della

mia vita. C’è una “specialità” nella

quale non mi riconosco ancora

però. Quella di padre di famiglia…

ma forse un giorno arriverà anche

questa. Dovrò essere ben allenato

per affrontarla!

* Fra le tue imprese ve n’è una

in particolare che ti ha regala-

to le emozioni più grandi e più

intense?

Nell’estate del 2001 ho organizzato

una spedizione in Pakistan nelle

Torri del Trango su una guglia di

quasi 6000 metri. In tre abbiamo

aperto una via in arrampicata libe-

ra, su una parete verticale di 1000

metri. Questa via l’abbiamo chia-

mata: “Women and chalk”, (donne

e magnesio). Le donne e la polvere

che asciuga il sudore delle mani

in arrampicata, due cose assoluta-

mente indispensabili nella mia vita.

Un nome perfetto per un’impresa

così importante.

Sono rimasto sconvolto da tante

Alla scoperta del personaggio Bubu

Page 53: XtremeStuff Magazine

cose in quel paese, non solo dalle

pareti delle montagne.

* Quanto e come ti alleni?

Con gli anni sempre meno…

purtroppo i recuperi sono sempre

più lunghi! Non mi sono mai alle-

nato in maniera specifica, ma per

fortuna sento sempre il desiderio di

muovere questa macchina, soprat-

tutto prima che si inceppi!

* Che doti sono richieste, secon-

do te, per diventare un grande

arrampicatore?

Penso che certe doti, legate più

ad una condizione mentale, siano

un dono di natura! Il fisico si può

costruire, meglio se da giovani.

Poi, per alimentare il fuoco deve

esistere, di base, una grande

passione!

* Hai detto che quando arrampichi

perdi la cognizione del tempo. Che

rapporto hai con il tempo nella

vita di tutti i giorni, gli anni che

passano, l’idea di invecchiare?

Con il tempo ho un brutto rapporto!

Mi sembra di essere sempre in

ritardo…con la vita! Sono sempre

di corsa, mi sembra che le cose mi

scappino tra le mani!

Sono un egoista…vorrei avere tutto

e fare di tutto! Ma il tempo dispo-

nibile è quello che è! Con i piedi

per terra sembro uno “schizza-

to”, invece, quando arrampico mi

trasformo, sono come sotto l’effetto

di un tranquillante…mi muovo con

sicura lentezza ed incredibile tran-

quillità…

Che sia una specie di “drogato” di

sport e di natura che ha bisogno

della sua dose giornaliera di adre-

nalina per stare tranquillo? Comun-

que sia, io mi sento molto fortunato

ad essere come sono!

* Che rapporto hai con la paura?

Non mi crederai… ma io sono vera-

Marzo - Aprile 51 X3M01

Xinterview

Page 54: XtremeStuff Magazine
Page 55: XtremeStuff Magazine

mente un fifone!

Più passano gli anni e più ho paura, di

molte cose, di tutto!

Penso però che sia questione di abitu-

dine alle situazioni: se sono attaccato

ad un dito a cinquecento metri da

terra (sempre con la corda sia ben

chiaro) mi sento come in una botte

di ferro, al sicuro, nel mio elemento!

La maggior parte delle volte che mi

trovo in macchina sulla strada penso

a quanto facile sia farsi veramente

male.

Un attimo di distrazione, un stupido

sbaglio, magari di qualcun altro, e sei

rovinato per sempre!

Per non parlare di quelli che mi sorpas-

sano nella nebbia a chissà quale velo-

cità! Non posso fare altro che escla-

mare: “guarda questo pazzo, ma dove

crede di andare?”

Magari è la stessa persona che viene

a vedere una mia presentazione in

qualche serata…e alla fine se ne va

a casa dicendo: “ma guarda questo

scemo dove va a cercarsela!”

Manca un po’ di buon senso, non

credi? C’è da domandarsi chi sia il

vero folle fra i due?

* Chi è dunque oggi Mauro

“Bubu” Bole?

Una persona normale, in equilibrio

con se stesso, con una gran voglia di

vivere, ridere, ed amare!

Un uomo che cerca di comunicare

agli altri le proprie emozioni, paure,

incertezze e che ha scelto di condurre

una vita singolare, nella speranza che

possa servire a qualcuno, oltre che a

se stesso!

* Cosa vedi nel tuo domani e cosa

desideri per il tuo futuro?

Questo è molto difficile da dire! Non

so neanche cosa farò domani! Sono

convinto che prima o poi mi stancherò

di questo che chiamo “il mio egoi-

smo”. Allora comincerà una nuova

scalata, di condivisione totale, nella

quale magari cercherò di fare qualco-

sa per coloro che non hanno avuto la

mia stessa fortuna.

* Che consigli ti sentiresti di dare

a chi si avvicina al tuo sport e alla

passione per la montagna?

Dare consigli è sempre una gros-

sa responsabilità! Potrei dire di fare

come ho fatto io: di vivere seguendo

il proprio istinto ascoltando se stessi

e non quello che ci viene imposto! Ma

penso che questo consiglio valga per

tutti, non solo per chi vuole arrampi-

care!

* Se dovessi sintetizzare la tua

passione per l’arrampicata in poche

parole, come la descriveresti?

Una miscela di mente e corpo che

si muove in perfetta armonia con la

natura!

Si capisce che il livello tecnico e fisi-

co nell’arrampicata sportiva si è alzato

incredibilmente negli ultimi anni, ma

si capisce anche che questa discipli-

na emoziona perché racconta sempre

una storia di coraggio e risolutezza;

un’esperienza da trasmettere, un sogno

da coronare in equilibrio fra forza fisica

e gravitazionale in quel mondo che loro,

gli alpinisti, definiscono “dimensione

verticale”.

Ogni minima variabile dona un senso

diverso alle giornate dell’alpinista. Esiste

sempre una nuova sfida da tentare , una

nuova via da aprire.

Dalle parole di Bubu traspaiono la

sua umiltà, la sua determinazione e la

grande stabilità che le accompagnano.

Caratteristiche comuni a molti dei veri

personaggi dell’estremo. Il rispetto per

la natura ed il desiderio di fondersi con

essa, dove l’atleta estremo ha un solo

grande rivale: se stesso. Per questo

motivo ci offre il modello di un campione

diverso da molti altri, in perfetto equilibrio

armonico con le proprie aspirazioni.

Marzo - Aprile 53 X3M01

Xinterview

Page 56: XtremeStuff Magazine

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Page 57: XtremeStuff Magazine

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Page 58: XtremeStuff Magazine

Phot

o: Z

anda

Lux

Page 59: XtremeStuff Magazine

Ritratto di un

un campione nel FreeStyle Motard

Marzo - Aprile 57 X3M01

Xinterview

Page 60: XtremeStuff Magazine

Un ragazzo pieno di energia, molto disponibile, difficile vederlo senza il sorriso stampato in faccia. Quando racconta le sue cose sembra che le parole siano troppo lunghe per la voglia di farcele stare tutte nel suo racconto pieno di aneddoti diver-tenti. Gira con un Mitsubishi Pick Up enorme, completamente modificato, le frecce sono quelle di una moto, niente paraurti, li ha persi su un argine. Nel vano posteriore ci sono, come trofei e ricordi, le gomme scop-piate delle moto. Ha uno stereo che farebbe invidia ai Pink Floyd in tournè per poter ballare quando ha voglia di farlo, senza dover fare gli orari assurdi della discoteca, tipo mininight ambulante. Dice che quel mezzo sia la sua casa sulle ruote, il suo ufficio… c’è tutto anche la graticola perché in Sardegna, mi spiega, ci si ferma in spiaggia e si cucina il pesce fresco in compagnia degli amici.Conosciamolo questo uragano. *…hai un soprannome vero?Si, qualcuno mi chiama Vinci, o Uragano ma se fai un anagramma del mio nome esce: VINCITORE! * Nel nome una promessa dunque! Quando hai iniziato ad andare in moto?Una passione trasmessami dalla mamma, appassionata di moto ed oggi la mia fan numero uno!A 6 anni giravo come un matto inva-sato su un Fantic Motor Super Racket nell’azienda di famiglia, inventando-mi percorsi e saltando ogni genere di ostacoli. A 14 anni credo d’aver stabilito tutti i record di Cagliari e Provincia in Vespa. Impennate e derapate d’ogni genere che eseguivo anche con le moto degli amici che mi capitavano sotto mano. Ho imparato a correre scappando dalle pattuglie

Nome: Salvatore Uragano VinciNato: a Cagliari il 25-02-1971Specialità: Campione FreestyleMotard. Attualmente è l’unico che pratica questa disciplina da professionista.

Page 61: XtremeStuff Magazine

dei vigili che ora mi inseguono anco-ra, non più per multarmi, ma come sostenitori alle mie gare!* Quale è stata la tua prima gara?La prima l’ho fatta con un 250 Yamaha da Cross, con le gomme lisce, per mancanza di sponsor ovviamente! Ma ci davo dentro come un matto.* Un titolo vinto?Primo a Cagliari per il “TuttoSport Super Motard”. Ho faticato per arri-vare primo perché non resistevo a fare staccate e numeri da freestyle. Tutti gli altri facevano curve pulite per guadagnare secondi, io arrivavo piegato strano, giocando sospeso fra legge di gravità e cavalli motore… ma passavo spesso avanti lo stesso e ho vinto.* Che cosa è il Freestyle Motard?Corri per vincere e non resisti alla tentazione di eseguire figure libere, con un equilibrio precario apparente. Poi scopri che il traguardo non è la “finish line” all’arrivo ma la vastità della tua fantasia creativa. E’ così che è nata questa nuova disciplina fra le mie mani.* E’ pericoloso? Già che ci penso, l’ultima volta che ti ho visto avevi un braccio ingessato!Sono caduto a piedi! In moto non mi sono mai fatto male…anzi, una volta sola, ma aveva torto marcio chi mi ha investito allo stop!* Com’è una motocicletta per il Freestyle Motard? E’ una moto di serie, la mia è una Honda CRF 450, fornita da Rober-to Maxia (Motorvogue) omologata per la strada con qualche piccola modifica: rapporti corti, sospensioni messe a punto da Fabrizio Corda e Giorgio Miscali, cose del gene-re. Dopo ogni dimostrazione cambio molte parti meccaniche. Gomme che

Marzo - Aprile 59 X3M01

Xinterview

Page 62: XtremeStuff Magazine

w

scoppiano… tutto viene molto sollecitato durante le mie esibizioni.* Ne sei l’inventore? Sei l’unico che pratica questa disciplina per ora?Si potrei dire di essere l’unico. Momo, Fabio Momi-na, che fa lo speaker per tutte le gare di Cross, mi ha notato ad una gara ed io ho scoperto così di avere uno stile tutto mio e solo mio. C’è un amico di Pavia che ha iniziato a provare qualche figura. Max Manzo, campione di Super Motard, ci ha provato anche lui a fare qualche d’uno dei miei numeri, ma dice che sono cose che faccio solo io! Quindi devo credergli!* Allora sei tu che detti le regole del gioco?

Per ora direi di si. E successo così anche con il Freestyle Motocross per altri, diventando in seguito una disci-plina che si è staccata dal Moto-cross classico, facendo storia a sé. Spero succeda anche con il Freestyle Motard.* Dai dei nomi alle tue figure?Mi piacerebbe trovare nomi in dialet-to sardo, visto che sono DOC. Credo possa essere divertente.* Per esempio?“Sa Croccada”, la dormita, cioè quan-do mi appendo alla moto strisciando sull’asfalto sdraiato come se dormissi, o “Bruncu Annanti” camminare sulla ruota davanti, quando mi impenno sulla ruota anteriore…* Divertente… e dove trovi l’ispi-razione per inventare nuove figure? Me le sogno! Si, è proprio così, le sogno di notte e poi di giorno le provo subito, magari confrontandomi anche con gli amici. A volte nascono a tavolino, fra una birra e l’altra fuori a cena. Altre invece, non saprei dire da dove arriva l’ispirazione. Viene e basta!* Dove si pratica? Servono pista o fondi particolari?Alle sei del mattino, prima che arrivi-no gli operai e gli autisti in azienda provo le figure nel piazzale. Il fondo ideale è d’asfalto, ma anche l’asfalto accidentato va bene, mi riesce lo stesso!* Bisogna allenarsi in qualche modo particolare per diventare bravi a praticare questa disci-plina?Tutte le gare che posso fare le faccio, Motocross, Motard… ma credo che sia una cosa che ti arriva da dentro, una specie di feeling con la moto.* Costa molto? Si, costa molto, ma con le esibizioni e qualche sponsor me la cavo, pistoni,

Page 63: XtremeStuff Magazine

w

frizioni, gomme vanno cambiate ogni volta. * Pratichi altri sport, o questa è la tua unica grande passione?Lavoro un sacco… ma non è uno sport, vero? Procaccio cibo per la mia iguana... scherzi a parte, forse direi che la moto è la mia unica grande passione sportiva!* Che emozioni ti provoca questa disciplina?Mi tiene lontano dalla città, non faccio esperimenti per strada, li faccio nel mio cortile, o in pista. Poi mi piace il contatto con la gente alle esibizioni. Il loro entusiasmo mi da la carica. Io, la mia moto e il pubblico! Credo proprio di essere assuefatto all’adrenalina che mi procura!* Se dovessi descrivermela per convincermi a provare, cosa mi diresti? Insomma… perché proprio Freestyle Motard?E’ sicuramente un’emozione diver-sa. Dominare la moto per portarla agli estremi. Un motore che romba, l’asfalto che scorre e tu che lo sfiori su una ruota, col manubrio a terra… come se la forza di gravità per te non esistesse! Non è pericoloso, è un gioco di equilibri e di forze fra te ed il tuo potente destriero. Un mondo da vivere!

Salvatore mi ha persuasa! Non a

provare, cosa che al momento riesce

solo a lui. Sicuramente andrò a vede-

re una sua esibizione. Se vi capita

di sentire un motore che grida ribelle

su di giri ed annusate l’odore delle

mescole di gomma che si sciolgono

sull’asfalto, saprete che c’è un Uraga-

no in arrivo. Non perdetevelo!

. . .Un motore che romba l'asfalto che scorre e tu che lo sfiori su una ruota

col manubrio a terra . . ....…

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Xinterview

Page 64: XtremeStuff Magazine

Pho

to:

Dar

io F

erro

Bambini non crescete, crescere significa perdere i propri sogni. Una frase anonima, letta su una panchina a Biella, quando ero giovane.Sognare, la mia filosofia di vita, non posso e non voglio fare a meno diqueste sensazioni, che mi accompa-gneranno per sempre.In quest’ottica è nata la mia ultima esplorazione di un torrente, la realiz-zazione di un’avventura fortemente voluta ma anche fortemente temuta. Obiettivo assolutamente non banale, in cui tecnica e fisicità si devono sposare, amicizia e passione sono una cosa sola. Per sei lunghi mesi ho controllato giornalmente con il bino-colo, in orari diversi (al mattino verso le otto, al pomeriggio alle quattordici e di sera alle diciotto), per valutare la reale portata dell’acqua, che cambia-va continuamente da un’ora all’altra, da un giorno all’ altro in base alla temperatura esterna, cercando anche di scoprire i segreti, di cio the a mio avviso sarebbe stata (se riuscita) la discesa piu lunga e difficile di un torrente delta Valle D’Aosta.ll torren-te in questione si chiama Torrente della Brenva. Il nome è sinonimo di qualità e difficoltà. I1 Torrente della Brenva, nasce dal ghiacciaio di Entreves, tra 1’Aiguille D’Entreves e l’Aiguille della Brenva, a circa 2700 mt. di altitudine, il luogo: Massiccio del Monte Bianco. Una follia, con le poche persone alle quali avevo parlato del mio progetto, dicevano e quasi impossibile, nessuno è mai sceso da lassù, vuoi per il pericolo del ghiacciaio, vuoi per le continue scariche di sassi che precipitano dalle pareti sovrastanti. Gia, una bella sfida, ciò che ci vuole per farmi provare nuova adrenalina.Da troppo tempo non vivo una bella avventura, le ultime le avevo condi-vise con Mike Horn, del Sector No Limits Team, avevamo disceso il Rio

Page 65: XtremeStuff Magazine

Vertical Adventures

a scuola di montagna

Marzo - Aprile 63 X3M01

Xstory

Page 66: XtremeStuff Magazine

delle Amazzoni, in Amazzonia e il Colca Canyon in Perù con l’Idro-speed. Tempi sfuocati, che aveva-no bisogno di una nova linfa, per ricordarmi, che ho sempre vissuto di sogni e di avventure con amici.Ovviamente tutti i progetti, grandi o piccoli, belli o brutti, hanno una mente (sana o pazza) che li ha partoriti; ed infatti quasi come l’at-tesa di un bambino, è il tempo che mi ha occupato questo progetto. Ne ho parlato con tre miei amici che condividono la mia stessa passio-ne, Alessandro Cerise, Istruttore di Canyoning A.I.C, Antonio (Toto) Pullia, Federico Mattioli, che per un imprevisto, all’ultimo istante ha ceduto il suo posto a Fabio Milleret, oltre che il torrentismo, facciamo tutti lo stesso lavoro, i “rocciatori”, ossia montiamo le reti, paramassi, parava-langhe, in montagna, lavoriamo tutto il giorno sulle corde. Passione e fantasia che prendevano contorni precisi ad ogni riunione.Durante l’ultima riunione con i miei compagni di viaggio (perchè di un viaggio si è trattato), duramente avevo detto: ”ora o mai più, dobbia-mo scendere entro una settimana”.Avevamo rinviato più volte la disce-sa, la temperara esterna sempre più bassa, la neve scesa a basse quote, le giornate sempre piu corte impone-vano una data, e avevo fermamente detto che sarei sceso anche senza tutti i componenti, la mia voglia di vivere quell’avventura cosi tanto desi-derata, superava la noiosa attesa.Volevo assaporare quell’avventura che sapevo intensa e non vi era nessun motivo per attendere oltre, le condizioni erano ancora buone, ma potevano peggiorare in poco tempo.E finalmente arriva il momento tanto desiderato, io e Toto saliamo in funi-via fino al Pavilion a quota 2174mt con tutto il materiale.

Page 67: XtremeStuff Magazine

Decidiamo di salire (ovviamente a piedi) fino al ghiacciaio di Entreves, da dove nasce il torrente della Brenva, a circa 2800 mt, per trovare una via di salita, in quanto non ne esiste una e di notte con quasi quaranta chili a testa dentro gli zaini sarebbe stato difficile e faticoso cercare dei passaggi sicuri. Una ricognizione diventava quindi obbligatoria.Seguendo le tracce di sentiero lasciate dai camosci e stambecchi, riusciamo ad arrivare in due ore e mezza al ghiacciaio, ma è subito evidente che con gli zaini carichi ed al buio, sarebbe stato molto pericoloso salire per lo stesso percorso.Decidiamo quindi di fare una traccia di salita, mentre scendiamo, costruiamo ventidue omini di pietra alti quasi un metro ciascuno, un filo di Arianna che ci avrebbe condotto al ghiac-ciaio anche con poca visibilita. Ritorniamo al Pavilion soddisfatti del nostro sopralluogo e del lavoro svolto, alle ventuno, arrivano Ales-sandro e Fabio, mangiamo qualche cosa tutti insieme, li mettiamo al corrente di ciò che io e Toto abbiamo fatto e incominciamo a dividere tutti i materiali.Due trapani Hilti T6, tre batterie, 6 punte da 10 mm, tre da 8 mm, materiale per trenta soste, tre corde da 10 mm, lunghe 65 metri, semistatiche, farmacia completa, viveri per due giorni, pile frontali, telefono per il soccor-so, maniglie, croll, shunt, carrucole e moschet-toni, mute stagne con sopramuta speleo, scar-poni da trekking, ovviamente caschi sempre in testa, avevamo tutto il materiale che serviva per fare una bella esperienza in totale sicu-rezza.Alle cinque di mattina partiamo, nella nebbia le nostre lampade frontali creano uno schermo piatto, non si vede nulla ed il terreno è reso pericoloso da un sottile velo di ghiaccio, la temperatura è di meno otto gradi. Gli omini costruiti il giorno prima, si rivelano la mossa vincente, in circa tre ore arriviamo al ghiac-ciaio.L’alba ci sorprende mentre infiliamo le mute lo spettacolo è bellissimo un mare di nubi sotto di noi, l’azzurro terso sopra le nostre teste, ad est tutte le sfumature che le nostre fantasie hanno sempre sognato. Io ho vissuto tante albe e tramonti in alta quota, essendo l’alpi-

Marzo - Aprile 65 X3M01

Xstory

Page 68: XtremeStuff Magazine

nismo e quindi la montagna, linfa per la mia vita, ma la natura riesce sempre a stupirmi ed emozionarmi.E’ ora, il rumore del trapano infran-ge un silenzio irreale, un’insulto alla riservatezza delle montagne, che con grande maestosità ci sovrastano, ma noi questa volta siamo saliti in montagna, per vivere un’avventura verticale in discesa e per scendere dobbiamo attrezzare; “credo the la montagna perdoni la violenza crea-ta da quattro piccoli uomini ma con grandi aspirazioni”.Ci guardiamo intorno e soprattutto sotto di noi, riusciamo veramente a comprendere quanto è grande ciò che ci circonda e per ciò lo temiamo e lo rispettiamo.Prima calata di trenta metri, tutti i pensieri ormai hanno alla concentra-zione assoluta, partiti!!, indietro non si torna.Le calate si susseguono, in un luogo fuori dal tempo, la temperatura rima-ne tra i meno otto/nove gradi, intorno a noi neve, ghiaccio, acqua, sopra di noi le montagne che sembrano osser-varci ed a ricordarci dove siamo.Le teniche della corda singola e tutte le manovre sviscerate dalla Scuola Nazionale Canyoning dell’ A.I.C, della quale io faccio parte come Istruttore Formatore, ancora una volta si confermano vincenti!Dopo circa cinque ore di discesa ed aver divorato 700 metri di dislivello, ci concediamo una breve pausa.II mare di nubi ci avvolge ormai da ore, i nostri caschi, guanti e scar-poni, sono coperti dal ghiaccio, le nostre facce sono rosse come pepe-roni, infreddoliti ma contenti di ciò che stiamo vivendo.Mangiamo qualche cosa, ripenso a tutti i miei amici che da lassù mi stan-no osservando, quante strade hanno diviso la mia dalla loro, chissà nei loro cieli, cosa provano, cosa vedo-no, come vivono.

Page 69: XtremeStuff Magazine

E’ un’attimo, la concentrazione si riattiva, si riparteCi aspettano ancora almeno 500 metri di discesa, assolutamente non banali, visto le condizioni, freddo,ghiaccio etc.Il trapano ritorna a vivere, le punte da 10mm. continuano a morire; ne abbiamo rotte quattro, il granito del Bianco si rivela più duro della tecnologia anche se questo ci fa piacere, ci crea anche qualche preoccupazione, infatti abbiamo ancora due punte da 10 mm e due da 8 mm e poi, non ci voglio pensa-re, perchè se dobbiamo bucare a mano con il martello è meglio che chiamiamo i nostri genitori e li avvertiamo che torneremo tra un mese o giù di li.Il trapano lavora, gli armi si arma-no da soli, le corde escono dai kit boule e si dispongono perfette per la discesa, tutto va come deve, siamo attrezzati negli zaini, nel cervello a nel cuore, ipermotivati e questo ci rende molto forti.Arriviamo a circa duecento metri di dislivello dalla fine del Torrente, si intravvede la nostra macchi-na, portata gentilmente da Jacopo Bufacchi, guida alpina di Cour-majeur. Vedo una strana euforia tra i miei compagni, decido di blocca-re all’ istante questo stato euforico pericoloso.Capisco, che siamo stanchi, abbia-mo freddo, non vediamo l’ora di finire, sono ormai 11 ore che siamo infilati tra queste montagne, capisco tutto, ma capisco anche che un minimo errore sarebbe un disastro. Ci aspettano ancora cala-te tra i 50/60 metri, il tutto rico-perto di ghiaccio, non possiamo permetterci errori, impongo a tutti, me compreso, la massima concen-trazione.Ripartiti, anche l’ultima punta da

10mm ci abbandona, l’ultima cala-ta compreso il mancorrente abbia-mo bucato da 8mrr 65 metri di calata stupendi.Eccoci arrivati nel mondo oriz-zontale, la verticalità è alle nostre spalle, di fronte a noi la morena del ghiacciaio del Miage, sotto noi scorre la Dora delta Val Venj, ci stringiamo le mani e ci diamo grandi pacche sulle spalle.E’ fatta, un altro sogno realizzato, un’avventura pulita, fatta tra amici, che hanno messo a disposizione la loro conoscenza e tecnica per realizzare un bel progetto.Le congratulazioni di Massimo Datrino, Presidente delle Guide Alpine Valdostane, da un valore aggiunto a ciò che avevamo appe-na realizzato, la prima discesa del Torrente della Brenva, un sogno desiderato, amato, custodito, oggi realtà.Che bello, di questo voglio vivere, circondato da persone che hanno un cuore fantasia ed un pizzico di follia sempre presente; voglio vivere una vita intensa, voglio vive-re di emozioni, voglio crearmi le emozioni, lo desidero come ventanni fa. Il desiderio non ha tempo e le emozioni non hanno un colore, io cerco di unire le due cose e dare a loro il colore azzur-ro del cielo, il verde smeraldo dei torrenti di montagna ed il biancodei ghiacciai, questo è l’arcobale-no in cui vivo e respiro a del quale non posso farne a meno.Grazie di cuore ad Alex, Toto, a Fabio, che hanno permesso tutto ciò.

Dario Ferrowww.verticaladventures.it

Marzo - Aprile 67 X3M01

Xstory

Page 70: XtremeStuff Magazine

Hot Teampeperoncino team una nota piccante nel panorama del Triathlon Italiano

Il team del nostro primo numeroè piccante e brioso, attento alle evoluzioni della disciplina e alla preparazione fisica e atletica dei suoi componenti. Fondato da Gianfranco Mione atle-ta team manager da anni lavora con passione, dedizione e profes-sionalità. Un capitano vulcanico, iperattivo, frizzante, anzi… “spezia-to”. Poco più che trentenne, capitan “Mioniko” inizia la sua carriera da triatleta a 18 anni: la sua società di pallanuoto (Torino 81-Cerea) apre una sezione di triathlon e lui, spin-to dall’allora presidente Biglia, ci prova. Oggi, dopo 14 anni, Gian-franco è uno dei migliori triatleti

italiani, sicuramente il più “infuoca-to” di tutti, si allena, gareggia con successo, gestisce un intero team di campioni; campioni del calibro di VLADIMIR POLIKARPENKO un’atle-ta d’altri tempi, fisico asciutto e nello stesso tempo possente, è un ragaz-zo determinato e volitivo, disponibi-le e simpatico, la sua passione è lo sport, la sua dedizione negli allena-menti e nella vita di tutti i giorni è unica, gira il mondo con passione per essere uno dei triathleti più forti al mondo. Vladimir è stato fino novembre scorso il n° 2 al mondo attualmente e il n° 4, n° 1 in Italia e vincitore della coppa del mondo 2003.

Corre per il team italiano Peperonci-no e per la sua Nazione l’Ucraina.Un team che ha raggiunto una noto-rietà al pari dei migliori a livello internazionale.

Il triathlon è una disciplina che prevede il susseguirsi senza soluzione di conti-nuità di tre sport: nuoto, biciclet-ta, corsa. Un connubio fantastico, richiede forza, concentrazione e tanta energia, una disciplina in grado di veicolare e trasmettere ideali di aggregazione, divertimen-to, benessere, libertà, movimento e natura, ideali che solo lo sport può trasmettere. Sport dotato di grande

peperoncino team una nota piccante nel panorama del Triathlon Italiano

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spettacolarità, il triathlon si evidenzia per la crescita vertiginosa di tutto il movimento, testimoniata dall’aumen-to di manifestazioni e un crescente seguito di atleti giovanissimi. Sport che da la possibilità di cimentarsi su diverse distanze e consente un’am-pia partecipazione ad atleti di tutte le età. Nato nel 1970 approdato in Italia nel ’74 Nel 2000 viene inseri-to nel programma Olimpico (Sidney), per poi continuare a diffondersi in un pubblico sempre più ampio. Il suo fascino è legato agli ambienti in cui si svolge e al fatto che l’atleta vive in sequenza, senza soste, con un unico sforzo, la fluidità del nuoto, la velocità del ciclismo e la resistenza della corsa.

Preparate con cura tutto l’occorrente in zona cambio. Infilatevi la muta e, attraversando la spiaggia, avvici-natevi al mare: è lì che comincia la vostra avventura. Percorrete un chilo-metro e mezzo nuotando. Poi salite in bicicletta e pedalate vorticosamente per quaranta chilometri. Scendete al volo dal sellino, cambiate scarpette e lanciatevi negli ultimi dieci chilo-metri di corsa. Quando riuscirete a tagliare il traguardo davanti a tutti avrete compiuto una vera impresa e meriterete applausi incondizionati, grande onore e gloria!

Le gare di triathlon olimpico si svol-gono sulle distanze di 1.500 metri di nuoto, 40 Km di ciclismo e 10 Km di corsa. Ci sono poi gare di chilo-metraggio ben più consistente. E’ il caso dell’Ironman, che si svolge sulla distanza di 3.800 metri di nuoto, 180 Km di ciclismo e 42 Km di corsa.

www.peperoncinoteam.it

Marzo - Aprile 69 X3M01

Xteam

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Le grandi Cascate

Uno spettacolo naturale che sazia la fame di

avventura e la sete di emozioni forti. Acqua nella

forma piu' impetuosa e suggestiva.

Le cascate, maestosi muri d’acqua incorniciati da una natura lussureggiante, hanno sempre attirato l’attenzione del viaggiatore curioso.David Livingstone (1813-1873), missionario, medico e scienziato scozzese, esplorò per oltre trent’anni il continente africano. Nel 1855, dopo aver sentito parlare di una magnifica cascata, preparò una spedizione verso quelle che oggi conosciamo come Cascate Victoria, così battezzate da Livingstone in onore della regina d’Inghilterra, al confine tra Zambia e Zimbabwe.Chiamate dalla tribù Makololo “Mosi-oa-Tunya’”, e cioè “fumo d’acqua che tuona”, le cascate sono formate dal maestoso Zambesi, largo in quel punto 1700 metri, che nel periodo di piena ha una portata di oltre mezzo milione di metri cubi d’acqua al minuto. Le cascate possono essere raggiunte in aereo, auto e treno. Quest’ultima soluzione è la più comoda. Si viaggia sulle lussuosissime carrozze d’epoca del “Blue Train”, trainate da locomotive a vapo-re e si percorre il ponte in ferro, sospeso sulla gola Batoka, voluto da Rhodes nel 1900.Numerosi sono i punti panoramici, ma chi vuole avere una visione d’insieme e apprezzare inte-ramente la grandezza delle Cascate Victoria e l’impeto dell’acqua che si riversa nelle gole, deve farlo dall’alto, o meglio, da un aereo. Magari con il “Flight of the Angels”, il volo su piccoli aerei da turismo che arrivano dagli stati vicini come Zambia, Sudafrica e Botswana. Chi ama le sensazioni da brivido può scegliere di volare su un bimotore della società Batoka Sky, con piloti professionisti ed in totale sicurezza.Le Cascate Victoria sono diventate negli ultimi la “Adrenaline Capital” dell’Africa meridiona-le. L’offerta è davvero ampia (vedi box!): white-water rafting nella Gola Batoka; Bungi Jumping dai 111 metri del Victoria Falls Bridge; oppure abseiling, tandem kayaking e canoeing sullo Zambesi.

Fumo D'Acqua che Tuona

Page 73: XtremeStuff Magazine

Le grandi Cascate

Victoria FallsWhite Water RaftingAlcune tra le più grandi rapide del mondo e scenari mozzafiato come il Bakota Gorge. Assolutamente da non perdere!Contattate gli specialisti del settore a Living-stone: Bundu Adventure; Safari Par Excellence www.safpar.com e Touch Adventure www.touchadventure.com

3, 2, 1 BungiVictoria Falls Bungi Bridge: 111 metri di pura adrenalina africana! Il ponte segna il confine tra Zambia e Zimbabwe: non dimenticate il vostro passaporto! Shearwater Adventurewww.shearwateradventures.com con base a Victoria Falls, offre diversi tipi di bungi: standard; Star Elevator; Shooting Star; Back Dive e Tandem. Da novembre a febbraio, il servizio potrebbe venire sospeso a causa delle piogge. I prezzi vanno da US$ 75 per una persona, a US$ 105 per un tandem bungi jump.

RiverboardingIl Riverboarding nasce a Queenstown, Nuova Zelanda nel 1989. Si tratta di “surfare” le rapide su delle body boards, accompagnati da una guida. Scegliete tra “High Water” (da febbraio a luglio) e “Low Water” (da agosto a gennaio): a seconda del livello di piena del fiume cambiano le rapide e quindi gli spots. Nella stagione di piena, si parte solo se il livel-lo del fiume lo permette e solo su prenotazione; nella stagione più tranquilla le partenze sono quotidiane, con almeno due partecipanti.www.safpar.com

In UltraleggeroBatoka Sky a Livingstone, Zambia offre la possibilità di sorvolare le cascate Victoria a bordo di ultraleggeri. L’esperienza è davvero unica ed indimenticabile. Si può scegliere tra voli di 15 e 30 minuti. Per motivi di sicurezza non è possibile portare con sé la macchina fotografica. Le foto vengono fatte dal pilota tramite un apparecchio montato sull’ala dell’ul-traleggero.www.batokasky.com

Marzo - Aprile 71 X3M01

Xtravel

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Le cascatedi Jimmy AngelSono le cascate più alte del mondo: si tuffano nel vuoto per 979 metri dall’Auyan Tepuy, l’altopiano più vasto del Massiccio della Guayana, in Venezuela. Queste meraviglio-se cascate, note anche come Salto Angel, prendono il nome dall’av-venturoso pilota americano Jimmy Angel, che nel 1937, mentre cerca-va una misteriosa miniera d’oro, fu costretto ad un atterraggio di fortuna sull’Auyan Tepuy. Angel e gli altri due membri della spedizione dovettero tornare indietro a piedi. Durante la discesa, che durò 11 giorni, Angel potè vedere di persona e quindi confermare l’esistenza di una cascata che sembrava cadere direttamente dal cielo. Fu poi una spedizione del National Geographic, nel 1949, a misurare con precisione la cascata, ma soltan-to tre anni dopo, con la pubblica-zione dell’articolo sulla spedizione stessa, le Cascate Angel diventarono note al grande pubblico. Oggi le cascate sono la più celebre meta turistica del Venezuela. Situate all’in-terno del Parco Nazionale di Canai-ma, richiamano ogni anno migliaia di visitatori. Il parco, a causa delle frequenti precipitazioni, offre una flora ricca e varia: la fitta foresta equatoriale si alterna a savane in quota. Con un po’ di fortuna si possono avvistare giaguari, tapiri e numerosissime colonie di pappagalli e tucani. Il parco non può essere raggiunto via terra. I voli di linea partono da Caracas e Ciudad Bolivar.

Salto Angel e' la cascata piu' alta del mondo, uno spettacolo nello spet-tacolo. Gli Indios Pemones che vivono in questa regione raccontano da sempre la leggenda dell'Ayuan Tepuy:"Chi, se non gli spiriti che vivono sulla sommita' della montagna,poteva realizzare un'opera naturale cosa' impressionante?"

Page 75: XtremeStuff Magazine

La Grande AcquaIguazu, nella lingua Guarani, significa “grande acqua”. E nessun altro nome descrive meglio quelle che sono le più maesose cascate dell’emisfero occidentale. Circa venti metri più alte delle cascate del Niagara, ampie il doppio, le cascate Iguazu sono formate da un sistema di 275 cascate che si estendende su circa 3 chilometri. Tanta bellezza e magnificenza stupirono anche Eleonor Roosevelt, moglie del presidente degli Stati Uniti, che durante una visita al Parco Nazionale scrisse solo due parole nel registro degli ospiti: “Poor Niagara!“.Le cascate Iguazu si trovano al confine tra Brasile e Argentina e sono state dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1986.L’Iguazu Falls National Park si estende su entrambi i versanti, ma mentre su quello brasiliano i punti dai quali ammirare le cascate sono più panorami-ci, il versante argentino offre accessi più vicini e percorsi più interessanti e lunghi. Gli ingressi al parco sono situati a Foz do Iguazu, in Brasile e a Puerto Iguazu, in Argentina.I periodi migliori per visitare le cascate Iguazu sono la primavera e l’autunno, da marzo a giugno: l’estate è infatti molto calda e umida e d’inverno il livello dell’acqua potrebbe essere basso.

Angel Falls

Base JumpingE' un acronimo per Building, Anten-

na, Span, Earth: il nome descrive

bene la differenza fondamentale tra

questo tipo di salto e lo skydiving:

invece di saltare da un aereo, i BASE

jumpers lo fanno da punti fissi come

palazzi, antenne, o precipizi. Salta-

re dalle Angel Falls è il sogno di

ogni BASE jumper. L’americano Tom

Sanders organizza da anni spedizio-

ni alle Angel Falls, della durata di 7

giorni, in collaborazione con alcuni

jumpers venezuelani. Il viaggio stesso

è un’avventura: ci si sposta in aereo,

elicottero, in canoa sul fiume, e poi si

salta dalle cascate più alte del mondo!

L’organizzazione pensa a tutto: ritiro

bagagli, transfert, permessi, assisten-

za e logistica. Ogni partecipante ha

a disposizione un solo lancio. Con

l’elicottero dal campo-base nella giun-

gla, si raggiunge il launch point, e in

due/tre ore tutti i partecipanti (max 25)

effettuano il proprio salto. Poi l’elicot-

tero riporta tutti al campo-base.

Per info: www.aerialfocus.com

Trekking-AvventuraIl tour operator Angel Eco-Tour, con

sede a New York e Caracas, offre la

possibilità di trascorrere otto indimen-

ticabili giorni, immersi nella natura,

a stretto contatto con la tribù locale

dei Pemòn. Il trekking si svolge all’in-

terno del Canaima National Park: si

cammina a piedi, si nuota, si percorre

il fiume a bordo dei curiaras, gran-

di canoe locali. Consigliamo questo

viaggio-avventura non solo agli aman-

ti del trekking, ma anche a chi deside-

ra conoscere culture diverse e ricche

di tradizioni.

Per info: www.angel-ecotours.com

La centrale idroelettrica di ItaipuSituata sul fiume Paranà, nel tratto che divide il Brasile dal Paraguay, 14 km a nord del ponte dell’Amicizia, operativa dal maggio 1984, quella di Itaipu è la più grande centrale idroelettrica in attività al mondo.L’area interessata al progetto si estende a sud, da Foz do Iguazu, Brasile a Ciudad del Este, Paraguay; a nord da Guairà, Brasile alle cascate Guairà, Paraguay. La capacità di Itaipu è enorme: 12.600 MW, con 18 generatori da 700 MW ciascuno. Nell’anno record 2000 ha prodotto 93.4 miliardi kWh, fornendo il 95% dell’energia utilizzata in Paraguay e coprendo il 24% del bisogno energetico del Brasile. Tra febbraio e maggio 2004 entreranno in funzione altre due unità da 50 e 60 Hz che porteranno la capacità di Itaipu da 12.600 a 14.000 MW. La centrale è aperta ai visitatori e l’ingresso è gratuito. Vengono offerte tre tipologie di visita: visita turistica, visita speciale e visita tecnica. La prima, per tutti, si concentra sulla parte esterna e viene effettuata a bordo di un autobus; la seconda, necessita di prenotazione e prevede tre fermate. La terza visita è destinata a tecnici del settore (ingegneri, studenti, meccanici etc). Da non perdere, la visita notturna con la centrale completamente illuminata.

Iguazu FallsMarzo - Aprile 73 X3M01

Xtravel

Page 76: XtremeStuff Magazine

Per Informazioni contattare:ALIMATHA VIAGGI

[email protected]. 045/7952122 fax 045/7952126

VICTORIAProgramma di viaggio1° - 2° giorno: arrivo su Johannesburg e partenza per Città del Capo,3° - 4 giorno: escursione al Capo di Buona Speranza per la visita delle foche e dei famosi pinguini di Boul-der.5° giorno: trasferimento in volo verso Johannesburg e con la giuda italiana verso la città di Pretoria e la regione dello Mpumalanga 6° - 7° giorno: tour con la famosa Panorama Route, fotosafari a bordo di 4x4 guidati da ranger professionisti, nella Riserva Privata Kuname.8° - 9° giorno: trasferimento in aereo per le meravigliose Victoria Falls.Nel pomeriggio un’indimenticabile crociera al tramonto sulle rive del fiume, durante la quale, si potranno avvistare animali all’abbeverata.10° - 11° giorno: visita guidata delle spettacolari cascate che nascono dal fiume Zambesi 12° giorno: rientro in Italia a Milano in mattinata

TariffePartenze di Aprile e Maggio da Mila-no per Johannesburg Durata 13 giorni e 10 nottiTour del Sud Africa incluse 2 notti alle cascate VittoriaTrattamento di mezza pensione Quota con volo di linea da Milano su base doppiaA partire da € 2560,00

Passaporti, Visti e VaccinazioniE’ necessario il passaporto con validi-tà di sei mesi.Nessuna vaccinazione è obbligatoria. Per la zona del Parco Kruger è consi-gliata la profilassi antimalarica da Marzo ad Ottobre Fuso orario + 1 ora rispetto all'Italia (nessuna differenza quando vige l'ora legale).

IGUAZOProgramma di viaggio1° - 2° giorno: Italia – Rio de Janeiro (con escursione alla famosa statua del Cristo Redentore alta 38 m, che sembra voler abbracciare la città e da cui si gode un magnifico panorama)3° - 4° giorno: Visite facoltative a Rio compresa la famosa spiaggia di Ipanema e Copacabana, oppure effettuare la salita al famoso Pan di Zucchero,o alle isole tropicali.5° giorno: Partenza in aereo per Iguassù, nel pomeriggio visita delle cascate dal lato argentino. 6° giorno: mattinata a disposizione per la visita facoltativa delle cascate del lato brasiliano, nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto e partenza per Salvador de Bahia7° - 8° giorno: visita di Bahia con le spiagge, la città vecchia e le chiese barocche.9° giorno: trasferimento all’aeroporto e partenza per l’Italia, via San Paolo10° giorno: arrivo in Italia nel pome-riggio.

TariffePartenze di Aprile e Maggio da Mila-no per Rio de JaneiroDurata 10 giorni e 7 notti Quota con volo di linea da Milano su base doppiaA partire da € 1650,00

Passaporti, Visti e VaccinazioniE’ necessario il passaporto con alme-no validità di sei mesi dalla data d’in-gresso in Brasile.Per chi transita dagli Stati Uniti dal 01/10/03 è necessario il passaporto a lettura ottica.Nessuna vaccinazione è obbligatoria. Per la zona della foresta Amazzonica è consigliabile la profilassi antimala-rica.Fuso orario -4 ore rispetto all'Italia (-5 quando vige l'ora legale).

ANGELProgramma di viaggio1° giorno: Italia – Caracas2° giorno: Caracas – Parco Nazio-nale Canaima con Lodge e volo interno 3° giorno: volo interno dal Parco Nazionale verso Ciudad Bolivar con escursioni nel coloratissimo centro storico coloniale,recentemente ristrutturato,con guida in italiano.4° giorno: volo interno da Ciudad Bolivar al Parco Nazionale Los Roques con le varie escursioni in barca verso gli atolli corallini del parco5° - 7° giorno: Parco Nazionale Los Roques con altri atolli e un mare indescrivibile8° giorno: Parco Nazionale Los Roques, Caracas e rientro in Italia.

TariffePartenze di Aprile e Maggio da Milano per CaracasDurata 9 giorni e 7 notti Quota con volo di linea da Milano su base doppiaA partire da € 2198,00

Passaporti, Visti e VaccinazioniPer i cittadini italiani è sufficiente il passaporto in corso di validità con scadenza non inferiore a 6 mesi dalla data di arrivo in Venezue-la. Non è richiesta nessuna vacci-nazione obbligatoria, sono però consigliate quelle contro la febbre gialla e la profilassi antimalarica per chi si reca nelle regioni amazzo-niche dell'Orinoco e della Guyana venezuelana.Fuso orario -5 ore rispetto all'Italia (- 6 quando vige l'ora legale).

Page 77: XtremeStuff Magazine

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LA SPORTIVA® is a trademark of the shoemanufacturing company “La Sportiva® S.p.A.”

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Dovunque ti porti la tua strada prima o poi ti ritrovi solo con le tue emozioni. Con i tuoi limiti. Con la consapevolezzadi poter contare solo su te stesso… e sulle tue scarpe da Climbing LA SPORTIVA®. Studiate in modo differenziato per uomo e per donna. Fatte apposta per il tuo diverso modo di sentire e vivere la montagna.

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Page 78: XtremeStuff Magazine

Quando vediamo qualsiasi gesto sportivo, soprattutto realizzato nell’ambito di una esperienza di sport estremi, quasi non facciamo caso al fatto che quella ripresa o quella foto è stata realizzata grazie a qualcuno che in quel momento era lì accanto all’atleta fianco a fianco con lui in quella impresa. La catego-ria dei cameraman “estremi” è una categoria a parte è l’esaltazione della inquadratura spettacolare, è l’utilizzo degli ultimi ritrovati della tecnologia, legata alle microcamere

ed al digitale. Attrezzature leggere e poco ingombranti per essere a tu per tu con il momento dell’impresa. In Italia la storia degli sport estremi è particolarmente giovane ma in forte espansione e così si stanno sempre più specializzando figure professio-nali di operatori che dedicano il loro lavoro alla realizzazione di riprese estreme. La ricerca di un cameraman estremo è senz’altro la spettacolariz-zazione e la documentazione dell’im-magine, ecco dunque l’utilizzo delle camere montate sui caschi dei rider,

sulle tavole e sulle vele da windsurf e kitesurf, ed ancora l’esaltazione di un angolo di ripresa particolarmente spettacolare e l’utilizzo di grandan-goli per catturare salti ed evoluzioni da distanze molto ravvicinate. Una realtà che opera in Italia ormai da quasi 4 anni nel campo della video produzione sportiva è il marchio SPORTESTREMI.ORG, lega-to alla società Ang creazioni srl, che ha fatto di questa attività il suo core business, specializzandosi nelle riprese più improbabili sia in acqua

Vita da CameraManDavanti ad ogni atleta ripreso corrisponde un atleta che riprende

foto di: RonchiniRaider: Aron Pacifici

Page 79: XtremeStuff Magazine

che in montagna. Nata per gioco dalla passione di tre ragazzi di Roma è oggi una realtà nel settore, una esperienza maturata sul campo che oggi la colloca come leader del mercato nelle riprese di sport estre-mi. Abbiamo avuto anche la possibi-lità di conoscere il producer di AnG, Damiano Ticconi ed il cameraman storico della società Daniele Faretto, impegnato in molte delle produzioni televisive della società, al seguito di tantissimi campioni delle varie disci-pline estreme e con loro abbiamo

foto di: Luca CartaRaider: Alvaro Dal Farra

Marzo - Aprile 77 X3M01

Xbackstage

Page 80: XtremeStuff Magazine

avuto modo di scoprire alcuni dei segreti di tale ambiente, le difficol-tà che si possono incontrare nelle diverse situazioni limite che si incon-trano in questo genere di lavoro. “La particolarità di tali produzioni, la necessità di operatori specializzati con esperienze dirette alle spalle e di attrezzature dedicate ed adattate a questo genere di produzioni, ha fatto sì che la AnG, dotata di una forte esperienza nel settore, in poco tempo abbia avuto la possibilità di collaborare con alcune importanti realtà televisive italiane attente alle nuove tendenze, come Real tv o Sky tv, nonché ad affiancare alcune delle

migliori aziende del settore per la realizzazione di materiale fotografi-co e video”; ci dice Damiano che poi analizza anche la situazione attuale, che è in costante e continua crescita, “L’attenzione sempre maggiore nei confronti dei target di tali discipline sportive, ha poi recentemente stuz-zicato la voglia anche di moltissime aziende extrasettoriali che hanno impostato intere campagne pubblici-tarie sfruttando l’impatto di lifestyle e di glamour che tali sport continuano ad esercitare sul pubblico dei più giovani”, una analisi attenta che ci permette di capire come in effetti il mondo degli sport estremi sia oggi

non solo un ambiente per pochi appassionati ma stia diventando qualcosa di più esteso, un modo di vivere lo sport a 360 gradi in grande libertà. Una passione che sta oggi vivendo un ricambio generazionale e che quindi vede ormai appassionati nelle diverse fasce d’età anche quelle che un tempo erano proiettate verso sport più tradizionali. Conoscendo meglio Daniele Favretto, scopriamo che tra le altre specialità Danie-le ha una particolare esperienza come operatore subacqueo, e questo gli permette di seguire in particolar modo agli atleti di sport acquatici come il kitesurf , il suf ed il wind

foto di: Andrea De MariaSub: Daniele Fravretto

Page 81: XtremeStuff Magazine

surf, molto da vicino. Daniele, ci spiega, è entrato nelle acque di tutto il mondo, ha vissuto anche momenti particolarmente rischiosi soprattutto durante alcune riprese nelle acque hawaiane, dove correnti fortissime e la presenza di squali condizionano ulteriormente il lavoro di camera-man. “Quando sono uscito dall’ac-qua, al termine di una giornata di riprese, sono stato festeggiato dal resto della troupe come se avessi surfato un onda di 15 metri, - non sono molti, gli “stranieri” ad essere entrati con una attrezzatura video in quelle acque - in quei luoghi c’è una forte voglia di sfida ed allo

stesso tempo di grandissimo rispetto nei confronti del mare e decidere di affrontare quelle condizioni di onda è considerata una vera e propria iniziazione all’ acqua delle Hawaii”. Molte le insidie che si possono trova-re in quelle acque e molti i pericoli, è necessario quindi molto coraggio ma anche e soprattutto una condizione ed una preparazione fisica ottima-le… prosegue Daniele: “ovviamente prima di affrontare quella esperienza così radicale, mi sono preparato al meglio, sia fisicamente che mental-mente, mi sono immerso prima senza attrezzatura per un paio di giorni per capire e conoscere meglio quelle

acque e le maree e poi il terzo gior-no ho affrontato con una maggiore sicurezza quell’oceano, imbraccian-do la mia fedele telecamera”. Grazie all’iniziativa di questi e di tanti altri ragazzi che in tutto il mondo svolgono questo mestiere, ognuno di noi ha la possibilità di gustarsi in televisione immagini mozzafiato, il gesto sportivo incorniciato in luoghi senza tempo, elementi come il mare e come la neve che restituiscono un senso di libertà e di avventura unici, e grazie a loro per un attimo ognuno di noi può vivere emozioni estreme.

Damiano Ticconiwww.sportestremi.org

foto di: www.snow-park.it

Marzo - Aprile 79 X3M01

Xbackstage

Page 82: XtremeStuff Magazine

I Grandi L ib r i del Vino

Per informazioni : Serviz io Cl ient i te l . 02.8566366

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ale

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Il Giornale dedica una imperdibile collana, “I Grandi Libri del Vino”, al

protagonista assoluto delle nostre cene, dei nostri pranzi, dei nostri

ricevimenti. Una collezione preziosa, da “La degustazione del vino”,

un libro che rivela tutti i segreti per riconoscere sapori e aromi, a

“Champagne”, la storia, le modalità di produzione e la leggenda

del più noto dei vini francesi. Per chi vuole riuscire a cogliere i

sapori nascosti in un grande vino, scoprire il miglior vino da

abbinare ai propri piatti, farsi una grande cantina. La prima uscita

“La degustazione del vino” a solo 1€ in più*. Solo con Il Giornale.

1. La degustazione del vino 6 aprileUno strumento indispensabile per riconoscere profumi e sapori assaporandole infinite varietà aromatiche che si sprigionano da un calice di vino.

2. I vini rossi da invecchiamento 13 aprile I grandi vini rossi da invecchiamento italiani, dal Brunello di Montalcino al Barolo,dall’Amarone all’Aglianico del Vulture.

3. I vini bianchi 20 aprileI più famosi vini bianchi italiani, dal Tocai friulano al Greco di Tufo, dal Frascatial Verdicchio.

4. I vini rossi 27 aprile I migliori vini rossi italiani, dalla Barbera al Cannonau, dal Cirò Rosso al Lambrusco.

5. I vini dolci 4 maggioI grandi vini dolci italiani, dal Moscato al Passito, dal Brachetto al Vin Santo.

6. Spumanti e vini rosati 11 maggioI vini spumanti e rosè italiani, dal Franciacorta al Prosecco, dal Brindisi Rosatoal Montepulciano Cerasuolo.

7. Champagne 18 maggio La storia, le modalità di produzione e la leggenda del più noto dei vini francesi.

…e ancora distillati, birre, aperitivi e cocktails!

Dal 6 aprile ogni mercoledì in edicolaun appuntamento tutto da degustare.

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Page 83: XtremeStuff Magazine

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I segni dei tempi. . .dal passato all’azienda Tissot

“"Dapprima fu il tempo, poi vennero gli oggetti inventati per domarlo”

Per migliaia di anni sono state le fasi solari e lunari a ritmare la vita dell’uomo. Poi la necessità di frazionare meglio le giornate ha portato all’invenzione di meridiane, clessidre e altri metodi non meccanici di misurazione del tempo. Le meridiane si diffusero in tutto il mondo, fino a giungere all’utilizzo del raggio del sole. Con questo siste-ma si progettarono varie tipologie di segnatempo e molti quadranti delle meridiane vennero variamente ornati e arricchiti con frasi e motti latini, oppure con poemi e eventi storici da ricordare, tanto da diventare veri e propri quadri capolavoro, dipinti con grande maestria. La clessidra, altro strumento di misurazione del tempo, nacque, come dice il termine greco, per “misurare l’acqua” (solo in segui-

to verrà usata la sabbia). I greci portarono la clessidra ad acqua ad un alto grado di perfezione. Alcune apparecchiature facevano emergere un galleggiante con asta e indice, altre facevano cadere gocce d’ac-qua su palette che ruotando muove-vano ingranaggi e automatismi, oppure facevano più semplicemente ruotare un quadrante segnatempo. Certamente il segnatempo più evolu-to e completo per allora era la Torre dei Venti di Atene: costruita nel II° secolo a.C. era dotata di quattro facciate con meridiane rivolte al sole che si illuminavano in successio-ne, segnando il tempo dall’alba al tramonto. All’interno dell’imponente costruzione era installata un’enor-me clessidra ad acqua, complessa e piuttosto precisa, la quale dava,

in ogni momento, una misurazio-ne completa del tempo. Bisognerà attendere l’età medievale per vedere i primi orologi. Alcuni fanno risali-re la data di nascita dell’orologio al 1086, quando il mandarino Su Sung progettò e realizzò un orolo-gio meccanico alimentato ad acqua; altri fanno risalire il primo orologio al 996, ad opera di un ignoto monaco occidentale. Ancora oggi la nascita di questo straordinario strumento è immersa nel mistero. Senza dubbio si arrivò all’orologio, come lo intendia-mo oggi, solo attraverso un insieme lento di piccole modifiche e rimaneg-giamenti, avvenuti in posti diversi, che permisero il passaggio dai rozzi strumenti di misurazione medievali a meccanismi sofisticati in grado di misurare il tempo in modo assoluto.

Page 85: XtremeStuff Magazine

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I segni dei tempi

Con T-Touch, Tissot ha dato un’anima alla tecno-

logia più innovativa, racchiudendo le emozioni dei

sensi in un design armonico ma senza compro-

messi. La solidità della cassa in acciaio é sotto-

lineata dal quadrante nero, dove la “T” arancio

aggiunge un tocco di tendenza cromatica. Imper-

meabile a 30 metri e dotato di cristallo in vetro

zaffiro inscalfibile, é disponibile con bracciale in

acciaio inox o cinturino in caucciù.

T Touch di Tissot é uno strumento di precisione

e, insieme, un oggetto del desiderio dedicato ai

moderni amanti dell’avventura: a quelli consape-

voli che oggi é già domani.

Presumibilmente i primi esemplari videro la luce in occidente sul finire del XIII secolo e ottennero una quasi immediata diffusione tanto che, per Dante, come si legge nel canto X e nel canto XXIV del Paradiso, l’orologio era già una realtà ben nota. Sappia-mo con certezza, dalla Cronaca di Galvano Fiamma, che all’inizio del trecento (precisamente nel 1335) per la prima volta i milanesi sentirono il suono di un meccanismo che segna-va automaticamente le ore. Infatti è noto che fino al quattrocento i quadranti, visibili sui campanili delle chiese, avevano solo le lancette delle ore, quella dei minuti verrà introdot-ta quando, per rendere ancora più precisa la misurazione del tempo, si cominciò a dividere le ore in sessan-ta piccole parti tutte uguali, dando vita così ai minuti. In breve tempo tutti i campanili d’Europa comincia-rono ad essere abbelliti con orolo-gi sempre più sfarzosi e comples-si, alcuni oltre alle ore misuravano anche le fasi lunari o quelle zodiaca-li. Indubbiamente questo fu uno dei più grandi sconvolgimenti medievali, tanto che la nascita di un sistema di misurazione preciso e assoluto del tempo modificò l’assetto delle città e incrementò lo sviluppo delle attività produttive e commerciali. La civiltà si fece attenta al trascorrere del tempo, scandendo con precisione i ritmi di lavoro e di produzione. Divenne sempre più indispensabile conoscere in modo autonomo il trascorrere del tempo e per questo motivo nell’epo-ca rinascimentale si darà un ulterio-re incremento alla manifattura degli orologi: in breve verranno creati gli orologi da muro e da tavolo, fino a arrivare alla creazione dell’orologio personale, divenuto ormai fonda-mentale. Un orologio da portare con

5 luglio 1964 – spedizione italiana sulle Ande: gli alpinisti hanno deciso di munirsi, durante la loro ardita impresa, di un orologio Tissot automatico superimpermeabile

modello T12, creato dall’azienda orologiera svizzera per resistere ad una pressione di 12 atmosfere. Molte sono state le spedizioni storiche che hanno visto protagonista il Tissot

T12 come, per esempio, la scalata dell’Everest nel 1963.

83 Marzo - Aprile 83 X3M01

Xtech

Page 86: XtremeStuff Magazine

sé durante i viaggi, dapprima appeso all’interno della carrozza, legato al collo con una catenella o contenuto in una sacca, da appendere alla cintura. L’evoluzione però continuò inarrestabile e a questi primi pesanti, imprecisi e scomodi orologi “portatili”, si sostitui-rono i nuovi migliorati nei congegni meccanici, nelle dimensioni e nel peso. Con ulteriori sforzi di miniaturizzazione e continuo perfezionamento, senza mai stravolgere la basilare “organizzazione meccanica”, si giunge infine all’orologio da portare al polso. La manifattura si perfezionò a tal punto da dare origine a vere e proprie aziende di orologeria. In particolare l’interesse per l’orologeria si sviluppò nell’arco giurassiano franco-svizzero, nella zona racchiusa tra Gine-vra, Neuchatal e Basilea, denominata ormai la “vallata degli orologi” (il 50% degli orologi che si trovano sul mercato mondiale è nata in questa regione). Fra le aziende, disseminate in quest’area geografica, particolare fortuna ebbe la Tissot. Fondata a Le Locle nel 1853 da Charles-Felicien Tissot e dal figlio Char-les-Emile, l’industria orologiera si avval-se dello spirito innovativo dei fondatori e del gusto spiccato per le manifatture raffinate. I Tissot ebbero il merito di imprimere alla loro azienda una forte cultura imprenditoriale, tanto che nel 1858 furono accolti alla corte dello Zar di Russia, sinonimo in quell’epoca di mecenatismo per tutto ciò che riguarda-va l’arte e la tecnologia. Fu proprio alla corte dello Zar che ebbe inizio il succes-so dell’orologio da tasca, caratterizzato dal particolare modello con cassa a “savonnette”. Nel corso di tutta la sua storia Tissot ha messo a punto prodotti eccellenti e molto apprezzati, sia nella tecnica dei movimenti che nella ricerca dei materiali e nel design. L’azienda ha affidato il suo indiscusso successo alla costante innovazione tecnologica

nella foto: Carlos Suarez

Tissot rappresenta oltre 150 anni di innovazione e di tradizione orologiera svizzera. Leader mondiale nel

segmento dei modelli tradizionali, ambisce a offrire a un vasto pubblico una gamma di orologi di elevata qualità a

un prezzo ragionevole. Nella veste di orologio ufficiale dei Campionati mondiali di ciclismo, motociclismo, scherma

e hockey su ghiaccio, Tissot incarna i valori sportivi di prestazione, precisione e impegno ai limiti. Tissot fa parte

dal 1983 di Swatch Group, il maggior produttore di orologi al mondo.

Scheda tecnica• Movimento Swiss-Made Tissot/ETA E40.301 con indi-

cazione analogica-digitale di ore, minuti, secondi e data, indicatore di durata della batteria e batteria con autono-

mia di 24 mesi• Vetro zaffiro tattile antigraffio e antiriflesso• Impermeabile fino a 30 metri di profondità

• Cassa in titanio antimagnetico con lunetta girevole• Cinturino in gomma con chiusura di sicurezza

e prolunga per sub

Page 87: XtremeStuff Magazine

sempre e comunque nel solco della tradizione. Non a caso, la Tissot è sponsor ufficiale delle più importanti manifestazioni sportive e da sempre ha un rapporto privilegiato con lo sport. Attualmente Tissot ha scelto di essere presente, con il programma di sponsorship sportiva, come Official Timekeeper ed è partner a livello internazionale di quattro discipline: ciclismo, motociclismo, ice hockey

e scherma; come sponsor sportivo a livello locale in più di 150 paesi. L’azienda, partner dei Giochi Olim-pici di Atene del 2004, ha presenta-to per l’occasione una collezione di orologi appositamente ispirati all’ini-ziativa. La costante ricerca di perfor-mance ed innovazione ha portato alla creazione di un orologio che va oltre i confini della tecnologia. Il T-Touch di Tissot è più di un semplice orologio, offre sette funzioni diverse attivabili premendo la corona e quin-di lo schermo tattile. Semplicemente sfiorando il cristallo del quadrante è possibile attivare tutte le funzioni innovative e riscoprire il piacere dei cinque sensi: la vista stimolata dalle armoniose valenze del desi-gn; l’udito attivato da un allarme-sveglia che suona l’ora desiderata; l’olfatto passa all’azione per “fiuta-re” l’ambiente esterno, perché il T-Touch funge da barometro, altimetro,

bussola, termometro e cronometro; il tatto sollecitato dal tocco leggero sul quadrante; il gusto raffinato e reso percepibile dal perfetto equilibrio tra stile e high-tech, che ha permesso a Tissot di realizzare un orologio in grado di emozionare i nostri sensi. Particolarmente indicata per tutti gli sport estremi di alta montagna, come il freeclimbig e discesa alpina, il T-Touch è oggetto di desiderio per tutti gli amanti dell’avventura. Ogni orologio Tissot ha una storia da raccontare, autentiche emozioni da trasmettere ad ogni sportivo, infini-te armonie che rendono solide le performance tecnologiche di questa straordinario marchio. Così anche l’uomo giunge “puntuale” ai nostri giorni….e l’evoluzione della Tissot non finirà di lasciare “i segni dei tempi”.

Rosa Podda

nella foto: Sylviane Tavernier

Marzo - Aprile 85 X3M01

Xtech

Page 88: XtremeStuff Magazine

Ci sono molti modi

per scivolare sulle ruote a tutta velo-

cità usando solo la forza gravitazio-

nale come propulsore per animare i

mezzi sui quali ti muovi.

Qui te ne suggeriamo alcuni:

La cosa potrebbe sembrare banale:

una tavola piazzata sulle ruote e

nulla di più!

In verità non è così banale. Esiste

tutto un mondo, con la sua filosofia,

intorno al quale ruotano gli sport

non inquinanti. Lo skate-board è

addirittura considerato una forma

d’arte moderna espressiva. Si da

libero sfogo alla propria “creativi-

tà” per manifestare emozioni, doti

di equilibrio ed agilità, usando le

infrastrutture messe a disposizione

dall’urbanistica; senza per questo

disturbare la quiete pubblica.

A questo proposito e bene svelare

un dato piuttosto divertente: pare

che il più forte acrobata dello skate

sia uno scimpanzé. Se fosse vero, ti

sentiresti pronto a sfidarlo?

Esistono diversi tipi di tavole costrui-

te in materiali compositi. Le lunghez-

ze e le larghezze variano in base

alla specialità scelta e spesso anche

in base alla tua altezza e alla misura

di scarpe che porti.

Le ruote, non sono un dettaglio trivia-

le. Hanno infatti diametri diversi,

adatti alla resa che devono dare. In

genere comunque misurano intorno

ai 40-50 mm. Sono dotate di cusci-

netti a sfera ad alto scorrimento, sia

in ferro che in ceramica.

Le tavole sono provviste di snodi,

che permettono le inclinazioni dello

skate e spesso sono persino ammor-

tizzate.

Sotto la tavola ci sono due carrelli,

posizionati proprio come due semi-

assi, ai quali sono fissate le ruote.

Si trovano quasi alle estremità della

tavola, rendendola manovrabile ed

elastica nelle evoluzioni.

Gli esperti dicono che per impa-

rare a stare in piedi su una tavola

ci vogliono solo pochi minuti, ma

per diventare bravi, ed imparare ad

Ruote Alternativequando lo sport diventa uno stile di vita

Skate-Board

Page 89: XtremeStuff Magazine

esprimere la propria arte, non basta

una vita intera!

“Tricks” le specialità estreme. Se

non sai cosa sia un “nose grab”,un

“hand plant”, un “lipslide”, un “kick-

flip” devi fare ancora qualche passo

per avvicinarti al mondo dello skate

acrobatico.

Le figure vengono eseguite su rampe

appositamente progettate negli

skate park o su tutto ciò che offre

Photo: Archivo www.redbull.com

Una skate-board di buona qualità ti costa fra i 100 e i 200 €Casco, polsiere, gomitiere, ginocchiere e guanti devono diventare come una seconda pelle. Indossati sempre per non farti male! Anche le scarpe hanno un’enorme importanza e vanno studiate apposta per proteggere le caviglie, dare una buona aderenza e permettere di non perdere la sensibilità alla tavola. Ruote e scarpe si usurano molto e le dovrai cambiare spesso.

attrezzatura

Marzo - Aprile 87 X3M01

Xlifestyle

Page 90: XtremeStuff Magazine
Page 91: XtremeStuff Magazine

l’urbanistica come rampa o appog-

gio. Su www.coolboards.it troverai

le spiegazioni sul come eseguire le

figure libere di questa specialità.

Ora non ti resta che provare! È molto

divertente. E se ti appassioni potre-

sti scoprire che estremo potrebbe

anche voler dire arrivare in ufficio il

lunedì mattina a bordo del tuo skate.

Non ti costa nulla di bollo ed assi-

curazione, fai movimento, eviti gli

ingorghi, non hai il problema di dove

parcheggiare e se sei diventato un

artista, dai anche spettacolo fra un

semaforo e l’altro.

L’unica spesa da affrontare è quella

dell’attrezzatura.

Skate Off Road.Queste tavole si chiamano Mountain Boards e sono i fuori strada dello skate-board. Hanno ruote larghe che sporgono oltre l’estremità della tavola e dispongono anche di un sistema frenante azionabile a mano. Sono tavole più lunghe e più robuste di uno skate-board norma-le. Misurano in media 116 - 120 cm di lunghezza e 35 - 40 cm di larghezza. Queste tavole le userai per lanciarti a tutta velocità giù da montagne e lungo percorsi sterrati. Una mountain board costa intorno a 220 €.www.mountainboardz.com

mountain board

Marzo - Aprile 89 X3M01

Xlifestyle

Page 92: XtremeStuff Magazine

Street Luge Se lo skate non ti attira e alla posizione verticale, prefe-

risci di gran lunga quella orizzontale, ecco la soluzione

che fa per te.

ISL - Italia Street Luge.

Non ne hai mai sentito parlare?

La prossima volta che ti allunghi da qualche parte, imma-

gina di farlo a 10 cm da terra su un telaio di ferro o allu-

minio di 20 o 30 cm più lungo di te.

Fino qui, dirai, nulla di strano! Ma fare il fachiro è cosa

trascurabile in confronto all’emozione di una discesa su

uno di questi slittini.

Ora immagina di avere i piedi puntati in avanti, e di esse-

re vestito, dalla testa ai piedi, da motociclista, compreso

di casco e protezioni varie.

Ecco che cominci a capire che non si tratta di una siesta,

su un lettino alquanto scomodo, sotto l’ombra di una

palma, con il tuo cocktail preferito in mano.

Sappi che ora hai a disposizione quattro ruote di uno

skate-board in materiale uretano ad alta tenuta, di un

diametro compreso fra 50-102 mm, montate su due

carrelli anch’essi rubati ad uno skate-board e saldati sotto

alla tua nuova “sdraio” da corsa.

Ecco che le cose prendono tutta un’altra piega ed inizia-

no a muoversi in una nuova direzione.

Ora che l’hai finalmente capito, attaccati bene alle mani-

glie e appoggia i piedi e la testa sugli appositi piani d’ap-

poggio. Preparati a lanciarti a tutta velocità da una bella

discesa asfaltata. Oggi, niente siesta!

Dimenticavo, ora che il divertimento è garantito, per

invertire il processo, frenare e tornare sotto alla tua palma

preferita a sorseggiare il tuo drink, avrai a disposizione

diversi sistemi che potrai usare singolarmente o combi-

nandoli fra loro. Questi sono l’uso dei freni a disco, quelli

a tamburo, o il classico tampone di gomma su asfalto.

Sono tutti azionabili a mano. Se necessario, userai anche

la suola delle scarpe, rinforzata a dovere! No! Questo

non è un incubo! Questo è uno sport federato e praticato

da diversi appassionati. Esistono anche dei campionati.

Se hai deciso di bandire la siesta pomeridiana, contatta

la federazione o consulta il sito www.streetluge.it, è ora

di rivedere il concetto di pennichella. Sdraiati su qualcosa

di alternativo e vai alla ricerca di nuove emozioni, l’asfalto

ti aspetta!

Barbara Brighetti

Page 93: XtremeStuff Magazine

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i. EyeToy Antigrav.Skate the sky.

www.playstationplanet.it Help Line 199 116 266* ‰ www.playstation-assistenza.it ‰ [email protected]

Lo avete fatto sul cemento, lo avete fatto sull’acqua, stavolta la vostra tavola sfreccia in aria.Muovetevi davanti alla telecamera EyeToy per guidare il vostro skater virtuale, attraverso 8livelli da superare a colpi di trick e grindate. EyeToy Antigrav. La legge di gravità è stata abolita.

E_7223_200x280_Extreme 22-03-2005 16:59 Pagina 1

Page 94: XtremeStuff Magazine

Comicità Irriverentewww.isallonarasa.com . . .Quando la comicita' mette a dura prova la propria morale

ricco di successo come il presente può testimoniare. Cosi, doppiaggio dopo doppiaggio, il sito che racco-glie il vastissimo archivio si ritrova sulla bocca di tutta la città. Cagliari, città di sole e mare, regala vita alle fantasie del gruppo, e a macchia d’olio presto invade tutta l’isola con un passaparola che non osa fermarsi e sconfina sino a raggiungere non solo tutta l’Italia ma tutti i Sardi e simpatizzanti del genere sparsi nel mondo!I dialoghi rivisitati dai nostri ragaz-zi sono tutt’altro che composti ed educati; le voci dei personaggi come i protagonisti di “Beverly Hills”, il forte e coraggioso “Rocky” o magari il gruppo del “A-team” sino ad arri-

vare a gli eroi de “Il Gladiatore”, diventano comuni semplici figure dal carattere ben marcato e ridefinito con una cadenza tipica del caglia-ritano. Uno slang caratteristico della loro città carico di dialetto Sardo che rende ridicolo ogni singolo fotogram-ma, comprese le scene più dramma-tiche ed eroiche che si è abituati a vedere nella versione originale dei malcapitati film. I personaggi con parole cosi crude e, senza ombra di dubbio al limite della moralità, non fanno altro che rappresentare quelli che sono i modi di dialogare nel privato di tutti, sicu-ramente esaltato all’eccesso in alcu-ni filmati, dove i dialoghi vengono oltremodo farciti di termini forti e ben lontani dalla buona educazione.Ma che dire? L’effetto di questi filmati è sicuramente di successo e questo può solo dimostrare un’ affinità con il pubblico che segue il sito. Senza limite di età, ragazzo o ragazza, uomini e donne, tutti trovano un sorri-so tra le pagine di questo sito che diventa “tormentone” tra i dialoghi di tutti i giorni, tra le battute a scuola o tra colleghi d’ufficio… Insomma, nel bene o nel male lascia un’impron-ta nel panorama demenziale della comicità online.

Alessandro CirinaUn fotoromanzo tratto dalle scene del film "Rocky 3"

rivisitato con i dialoghi del gruppo di iScallonarasa.com

Avvertenza di contenuti espliciti danno il benvenuto a partire dalla prima pagina, così si apre il sito internet di www.iscallonarasa.com, un vero è proprio archivio di innume-revoli rivisitazioni di grandi successi cinematografici americani dove, le voci e dialoghi dei personaggi sono stati magistralmente interpretati dai ragazzi autori di questo sito.Cinque amici incominciano per gioco con qualche esperimento per ridere tra loro, affascinati da altri video di “doppiaggi comici” trovati in rete fatti su film famosi del cinema o delle serie per la tv . Il gruppo, che da ormai più di tre anni sforna video e demenzialità di ogni genere, non mirava sicuramente ad un futuro cosi

Xinternet

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E' ufficiale dopo l’Hummer H2 SUV, lanciato sul mercato italiano l’autunno scorso, la prossima estate arriva in Italia il “piccolo” Hummer H3, pur mantenendo lo stile inconfondibile del marchio americano e le medesime caratteristiche off-road, si presenta come un SUV dalle dimensioni e dalla cura degli interni più vicini alle esigen-ze e ai gusti europei. Questo nuovo modello continuerà a soddisfare le esigen-ze di chi ricerca nell’Hummer un segno distintivo, pur divenendo accessibile, grazie a dimensioni e costi, a una gamma più vasta di potenziali acquirenti. 4742 mm di lunghezza, 1897 mm di larghezza e un’altezza di 1892 mm, si accompagnano al nuovo Vortec 3.500 cinque cilindri da 220 CV / 164 kw a 5.600 giri.Queste caratteristiche rendono l’Hummer H3 adatto a qualsiasi percorso stradale, sia cittadino che off-road, e

assicurano una guida estremamente dolce e confortevole con una perfetta manovrabilità, oltre che consumi ridotti, circa 6,8 Km/l nel ciclo urbano e 8,5 Km/l in quello extraurbano, in base ai test preliminari GM.Il motore presenta caratteristiche tecnologiche d’avan-guardia come il doppio albero a camme in testa, le valvole a fasatura variabile, il controllo elettronico dell’accelerazione, una massa ridotta e un contralbero d’equilibratura che riduce al minimo rumore, vibrazioni e ruvidezza, sarà disponibile con cambio manuale di serie a cinque velocità o con trasmissione automatica a quattro velocità a controllo elettronico Hydra-Matic 4L60-E.Tre gli allestimenti previsti, garanzia e assistenza stradale di 3 anni o 100.000 Km e soccorso stradale 24h su 24h per 3 anni su tutto il territorio europeo e un prezzo d’in-gresso, a oggi indicativo, di € 45.000,00.

Baby Hummer. . .tutti la vogliono!

Xmotors

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+ Kite Allround+ Disegnato per utilizzo con 5th Element e 4 linee+ Di utilizzo più immediato e facile nei salti+ Ottimo low end+ Grande stabilità in aria+ Ottima rilanciabilità dall'acqua+ Low aspect ratio+ Misure: 6, 7, 8, 10, 12, 14, 16, 18

Vegas 05

Modello: Dragon SDragon M Dragon L Lunghezza: 134 cm 134 cm134 cm Larghezza: 36 cm 38,5 cm43 cmPeso: 2,1 Kg 2,2 Kg2,4 Kg Costruzione: High pressure step capSpecial: Flex TipsShaper: John Amundson

Dragon 05

Modello: Defender MDefender L Lunghezza: 142 cm 142 cm Larghezza: 38 cm 41 cmPeso: 2,3 Kg 2,4 Kg Costruzione: High pressure step capSpecial: Flex TipsShaper: John Amundson

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Distribuito da: Fax 0185/[email protected] - www.tomasoni.com/tecnico SL

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Page 100: XtremeStuff Magazine

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