IN COPERTINAIN COPERTINAIN COPERTINA
Nativi della Nuova Guinea con i loro cani
Siamo ancora qui con voi per festeggiare un paio di fatti: innanzitutto siamo letti anche in molti paesi stra-nieri e, poiché chi ci legge al di là del confine spesso non conosce la nostra lingua e per questo deve ricor-rere ad un qualche software di traduzione, abbiamo deciso da questo numero di inserire on line una ver-sione in lingua inglese della nostra bella rivista di in-formazione cinofila. La stessa si chiamerà ‘No sillest things ABOUT DOGS’ (Non diciamo sciocchezze sui cani) ed all’interno di essa i lettori d’oltr’Alpe e d’oltre Ocea-no avranno la possibilità di capire finalmente cosa scriviamo senza tanti patemi d’animo dovuti a tradu-zioni parziali dei testi (beh... Sappiamo tutti come spesso i traduttori online traducono!!!). Dobbiamo ringraziare Dora ed il marito statunitense che si sono prestati nella verifica e correzione dei te-sti.
La Redazione
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Editoriale 2 Cani al cinema: Hachiko il tuo migliore amico 4 L'apparato digerente nel cane e sommin.ne di carne cruda 7 Cuccia o box? 9 L’arrivo di un cucciolo 12 Cani, neotenia e realtà scientifica 16 Bello e bravo è possibile? 20 Il giardino, la ‘tomba’ del cane 24 C’è posta per Fido 28 Il comportamento di gioco 29 I cani nella Poesia: Er Gatto e er Cane 32 Umorismo canino 33
SOMMARIOSOMMARIO
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diGiovanniPadrone ‐In una fredda sera d'inverno un cuccio-lo si ritrova sulla banchina della stazione di Bedridge. Pochi se-condi dopo è già pronto a sco-dinzolare dinanzi alle scarpe di Parker, un professore di musica di ritorno da un viaggio di lavo-ro, l'uomo dal quale non si sepa-rerà mai più fino alla fine dei suoi giorni. Infrangendo le rego-le di casa che vietano tassativa-mente a qualsiasi cucciolo di tornare a far parte della famiglia dopo la morte dell'ultimo cagno-lino Luke, Parker non se la sente proprio di lasciare il batuffolino di pelo al canile o parcheggiato in stazione in attesa che qualcu-no vada a reclamarlo. Mentre cerca di convincere la moglie a tenerlo con loro e di capire di più sul suo nuovo piccolo ami-
co, l'uomo scopre che non si tratta di un cane qualsiasi ma di un esemplare di razza akita, una particolare e rarissima razza di cani giapponesi gli shogun ad-destrano per la caccia ed i com-battimenti, fedeli e devoti ma per nulla compiacenti agli uomi-ni. Per compiere una qualsiasi azione gli akita devono avere sempre una ragione, un motivo speciale. Non si sa come sia fi-nito nella stazione dei treni di quella cittadina e sul collare ha una targhetta di legno con inciso il suo nome, Hachi, che in giap-ponese significa 8, un numero considerato fortunato per la sua forma armonica, che arriva a toccare il cielo e poi ritorna sul-la terra. Inizia così la storia d'a-more tra Hachi e Parker, fatta di popcorn sgranocchiati davanti alle partite di baseball in tv, di corse, di divertenti siparietti, di barbecue in giardino e di risate.
Ogni mattina Hachi accompagna il suo padrone al treno per poi andarlo ad aspettare alle 17 pun-tuale tutti i giorni sullo stesso muretto, gli basta il rumore del treno da lontano per correre da casa alla stazione ad attendere il suo inseparabile amico. Passan-do sempre per la stssa strada di-venta a poco a poco amico di tutti, del guardiano della stazio-
ne, del venditore di hot dog, del-la signora della drogheria e della commessa della libreria. Una routine che si interrompe il gior-no in cui Parker per la prima volta non scende dal treno e non torna a casa. Durante una lezio-ne il professore viene infatti col-pito da ictus e muore sotto gli occhi dei suoi studenti. Sconvol-te dalla perdita la moglie e la figlia del professore faranno di tutto pur di non far mancare ad Hachi l'amore e le attenzioni che merita ma lui non vorrà saperne di perdere la speranza di rivede-re il suo inseparabile amico tor-
nare a casa e per nove lunghi anni, con la pioggia, con la neve e con il sole, continuerà a torna-re nello stesso posto alla stessa ora in nome di un amore assolu-to e incondizionato.
Lasse Hallstrom americanizza una storia vera che in Giappone è entrata a far parte del folklore e che ha reso un cane, il ve-ro Hachiko, un eroe nazionale
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sin dagli anni '20, epoca in cui un professore universitario di Tokyo prese sotto la sua ala pro-tettrice un cucciolo di akita che anche dopo la morte del suo pa-drone ha continuato ad attender-lo in stazione per 9 lunghi anni. Da allora fu eretta in ricordo di Hachiko una statua di bronzo nel punto preciso in cui il cane ha aspettato invano il suo padro-ne, sono stati scritti libri per ra-gazzi e nel 1987 una produzione giapponese decise di realizzarne un lungometraggio riscuotendo un grandissimo successo di pub-blico.
Dopo qualche flop di troppo fi-nalmente il cineasta svedese a-dottato da Hollywood, riesce a raccontare in maniera delicata e appassionata una storia d'amore assoluto arrivando al cuore co-me accadde per grandi classici quali Chocolat e Le regole della casa del sidro. Solo che stavolta si tratta di una storia vera, di un
amore puro e senza limiti che ha unito un cane e il suo padrone fino alla morte. Il cineasta can-didato all'Oscar ben due volte per la sceneggiatura de La mia vita a quattro zampe e Buon compleanno Mr. Grape sceglie di regalare al pubblico di tutto il mondo questa piccola grande storia d'amore che guarda alla vita con ottimismo e positività che va a pizzicare le corde giu-ste commuovendo anche i cuori più duri.
Coraggiosa sicuramente la scelta di Hallstrom di far ruotare metà film intorno ad un cane, perso-naggio che non parla e non fa altro che ripetere quotidiana-mente le stesse cose tentando di sopravvivere in attesa di rincon-trare il suo amato padrone. Non aiuta ad essere allegri neanche la colonna sonora del film, accora-ta e struggente, decisamente per-fetta per il contesto. Con l'aiuto della soggettiva in bianco e nero che mostra il mondo anche dalla prospettiva di Hachiko, Hal-lstrom si prende tutto il tempo necessario per la costruzione del rapporto tra i due senza tenere fuori lo spettatore da dinamiche e sfumature che spesso sfuggo-no in film di questo gener. I veri eroi sono quelli come Hachiko, quelli che sanno amare, che san-no apprezzare i piccoli gesti, le piccole cose che fanno parte del-la quotidianità, perché niente è per sempre, tutto finisce e muo-re tranne il ricordo delle persone
che si sono amate in vita e del tempo speso con loro. Rinun-ciando alla pomposità sentimen-taloide che spesso contraddistin-gue i suoi lavori, Hallstrom è riuscito stavolta a realizzare una pellicola ricca di realismo, mai ammiccante o ridondante, assai drammatica ma non per questo patetica, con uno stupendo e-semplare di akita come primo attore, un cagnolone dallo sguar-
do furbo e fiero, allo stesso tem-po dolce e pieno di malinconia, dotato di una mimica facciale e di un'espressività davvero fuori dal comune. Consigliato a tutti, cinefili e cinofili, grandi e picci-ni, uomini e donne, a chi ha un cane ma anche a chi non ce l'ha e a tutti quei mascalzoni che in preda a deliri di inumanità e di ingratitudine decidono di disfar-si dei loro amici a quattro zam-pe.
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di Roberto Mannu - L'apparato digerente dei cani è più corto rispetto all’uomo (circa la metà): il cibo viene assimilato ed elaborato in modo diver-so dall'uomo, l’acidità ga-strica è in grado di com-battere i batteri presenti nel cibo. Questo è il moti-vo per cui sono meno su-scettibili ad intossicazione da Escherichia coli, Sal-monella ecc. In natura, gli animali sanno cercare quei cibi che soddisfano le loro esigenze nutrizio-nali. Ad esempio i lupi prima di mangiare il mu-scolo o osso, mangiano il contenuto dello stomaco, il fegato, pancreas e inte-stino, tessuti ricchi di en-zimi fondamentali per la digestione. I Cuccioli del Lupo sono svezzati e mantenuti dal cibo rigur-gitato contenente gli enzi-mi digestivi. L’integra-zione con enzimi digestivi trova indicazione per quei soggetti che hanno diffi-coltà digestive per un e-saurimento pancreati-co. Il trattamento termi-co, modifica o distrugge molte sostanze nutritive importanti - fino al 100% la perdita di alcune vita-mine, fino al 60% la per-dita di alcuni aminoacidi, fino al 10% la perdita di alcuni acidi grassi. Prebio-
tici ed enzimi possono esse-re distrutti. Il calore sui grassi causa ossidazione che porta dapprima alla forma-zione di perossidi e di idro-perossidi e poi di acidi gras-si a catena corta. Inoltre la glicerina che si libera è un composto altamente tossi-co. L’acido linoleico, come il linolenico, preziosi per la sintesi dei fosfolipidi, subi-scono con il calore delle modifiche strutturali che li rendono inattivi. Il grasso cotto ritarda l’assorbimento di calcio, magnesio, ferro e rallenta lo sviluppo delle ossa. Gli animali nutriti con carne cotta vivono me-no a lungo ed hanno minori capacità di riproduzione i-noltre tendono a sviluppare maggiori malattie mentre l’alimentazione cruda rende perfino più agevole il parto.
CARNE CRUDA: BAT-TERI E.... ALTRE ER-RATE CONVINZIONI
Una domanda preoccupa alcuni di voi: "I batteri nella carne cruda (se per caso ne rimangono) fanno male al mio cane?" Si, i batteri della carne potrebbero fare male al vostro cane SE lui avesse un sistema immunitario in-debolito oppure degli altri gravi problemi di salute. Le
diete a crudo vengono an-che accusate di danneggiare il pancreas e i reni, quando in realtà questi problemi so-no già presenti e vengono solo messi in evidenza dal cambio di dieta. Il cane è ben equipaggiato contro i batteri. La sua saliva ha pro-prietà antibatteriche. Contie-ne infatti il lisozima, un en-zima che distrugge i batteri pericolosi. Il tratto digerente è corto e fa transitare il cibo e i batteri velocemente sen-za che questi abbiano il tem-p o d i p r o l i f e r a r e . L’ambiente molto acido del s i s t e m a d i g e r e n t e (diversamente dal nostro) è anche un buon deterrente contro la colonizzazione dei batteri. La gente spesso ri-pete che nelle feci dei cani c’è la salmonella (anche in quella dei cani che mangia-no le crocchette) senza che questi mostrino dei sintomi della malattia, come prova del fatto che il cane è infet-tato di salmonella. Nella re-altà questo prova soltanto che il cane è in grado di far passare la salmonella attra-verso il suo sistema digeren-te senza problemi. Il cane può quindi essere un veicolo per la salmonella, ma la so-
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luzione è semplice: non mangiate le feci del vostro cane e pulitevi le mani do-po che le avete raccolte (incredibile!!!!). Un cane af-fetto da un “avvelenamento da salmonella” non è chia-ramente sano, soprattutto se lo si mette a confronto con un cane che mangia lo stesso cibo ma che è per-fettamente sano. Il primo cane ha subito un “calo” nel suo sistema immunita-rio che ha permesso ai bat-teri di diventare un proble-ma. Per utilizzare la termi-nologia della medicina o-meopatica, questo è solo un ulteriore sintomo di cui l’animale soffre per una malattia cronica. Non solo: le crocchette irritano l’intestino ma forniscono anche un ambiente umido e caldo pieno di zuccheri non digeriti e amidi che sono cibo per i batteri. Questo spiega come migliaia di ani-mali che mangiano mangi-mi soffrono di una malattia chiamata Small Intestinal Bacterial Overgrowth in breve SIBO (Lonsdale, T. 2001. Raw Meaty Bones. pag 85). Al contrario le os-sa carnose creano un am-biente molto ostile per i batteri, dato che sono facil-mente digeribili e non con-tengono carboidrati, amidi
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e zuccheri che nutrono i batteri.
RIASSUMENDO:
- il cibo crudo richie-de masticazione: esercizio essenziale per i denti;
- la necessaria masti-c a z i o n e a s s i c u r a un’insalivazione appropria-ta;
- il cibo crudo preser-va i denti e lo stomaco dai danni del cibo cotto;
- i cibi crudi posseg-gono le giuste proporzioni tra sostanze nutritive e quelle di scarto;
- i cibi crudi tendono ad impedire dannose com-binazioni di alimenti;
- i cibi crudi posseg-gono vitamine, enzimi, sali, acidi, carboidrati, proteine, e grassi in forma organica, cioè altamente assimilabili; - i cibi crudi non pos-sono essere facilmente a-dulterati così come oggi avviene per i cibi inscatola-ti;
- il cibo crudo non fermenta rapidamente.
LA COTTURA INVECE: - distrugge il corredo vitaminico, specie delle vi-tamine termolabili: enzimi, ormoni, antiossidanti natu-rali: elementi che sono alla base delle difese naturali dell’organismo;
- cambia ciò che era organico in inorganico ren-dendolo inutil izzabile dall’organismo; special-mente le vit. B e C solubili in acqua, si dissolvono alla prima cottura;
- causa grande perdita di minerali solubili, dal 20 al 70%;
- la cottura a vapore produce una perdita dal 22 al 43%;
- produce acido urico che danneggia lo stomaco, intestini, reni, fegato, pol-moni, cuore causando artri-te, reumatismi, gotta, can-cro.
Roberto Mannu Allevatore Cinofilo Ric. E.N.C.I. -F.C.I.
Iscritto Registro degli Addestratori E.N.C.I. Sez. 1 Cani da Utilità
di Davide Bressi - Ci sia-mo, finalmente è arrivato a casa il nostro cucciolo, è stupendo, coccolone, gio-cherellone, un amore! “Sai cara, dobbiamo fargli
una casetta tutta sua. Avrà bisogno anche lui dei suoi spazi e noi in certi momenti avremo esigenza di lasciarlo so-lo e in casa potrebbe fa-re danni o farsi male. Acquistiamo una cuccia o un box?”
In questo numero di “Cinofili Stanchi” parliamo di consigli per gli acquisti. E’ appena passato il Natale, ma per un regalino al no-stro Fido c’è sempre tempo.
Per chi decide di crescere il proprio cane in giardino (tanto poi entra sempre in casa, altro che giardino) ci sono due soluzioni pratiche
che offrono comfort e ripa-ro dalle intemperie. Potete acquistare una cuccia o un box. La prima soluzione la con-siglio a chi non ha molto spazio in giardino e per chi vuole affrontare una spesa economicamente più ridi-mensionata. Una buona cuccia deve essere costruita con materiali di alta qualità, che possa garantire riparo dal sole in estate e mante-nere al caldo il cane in in-verno. La maggior parte delle cucce professionali hanno tutte il tetto realizza-to con materiale coibentato con paratie e pedane in pannelli coibentati o legno impermeabilizzato. In com-mercio vi sono diverse mi-sure e forme. Da evitare sicuramente le cucce in plastica o materiali non termici. Non offrono riparo dal sole e disperdono il calore generato dal corpo del cane. Le cucce non rifi-nite accuratamente, prive di materiale anti-rosicchiamen-to le sconsiglio; altrimenti
la cuccia vi dura da Natale a Santo Stefano, come si suol dire. Posizionatela in una zona di semi-ombra nel periodo estivo, mentre per l’inverno meglio scegliere una zona il più soleggiata possibile. La cuccia offre un vantaggio sicuramente economico co-me già detto in precedenza e soprattutto di minor in-gombro, ma ha anche degli svantaggi rispetto al box. Si presenterà sicuramente l’esigenza di lasciare il ca-ne in sicurezza per qualche ora, magari per separarlo da altri cani per evitare gravi-danze indesiderate durante il periodo del calore.
La soluzione più completa, comoda e sicura, per chi ha
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spazio ovviamente, è il box. Anche in questo caso vi sono in commercio di varie misure e tipologie. Il box vi consente di tenere il vostro cane sempre al caldo e libero di girare al suo in-terno essendo questi di mi-sura nettamente maggiore rispetto ad una semplice cuccia. Personalmente preferisco box con pedana sollevata dal terreno in legno trattato e ricoperto con materiale lavabile e impermeabile per facilitare la pulizia quoti-diana. Box suddiviso in zo-na notte e zona giorno con impianto elettrico e piletta di scarico per far defluire i liquami. La pedana in legno solleva-ta dal terreno garantisce, a differenza del massetto in calcestruzzo, isolamento dalla umidità e freddo in tutte le zone del box. I cani rimarranno sempre caldi. E’ possibile montare all’interno della zona notte un ulteriore piccola cuccia o posizionare dei tappeti per cani. Oppure consiglio piccole pedane riscaldabili alimentate a corrente elet-trica per le zone dal clima
molto rigido al fine di ren-dere ancora più confortevo-le la loro casetta, da posi-zionare anch’esse in zona notte. Il tetto del box ovviamente in materiale coibentato, mentre per le paratie potete optare sia per il coibentato che per il legno impermea-bile. Il restante tutto con rete e porta zincata. Atten-zione alle rifiniture, che siano anti-rosicchiamento come per le cucce. Le misure del box a mio parere non devono essere inferiori a 8 mq complessi-vi, un box 4 metri x 2 metri è più che sufficiente per un cane. E’ possibile aggiun-gere al box uno sgambatoio
ovvero una zona recintata con rete zincata adiacente al box dove il cane può u-sufruire di ulteriore spazio. Una spesa fatta bene all’inizio produrrà sicura-mente un risparmio notevo-le nel tempo e tanto confort e salute al vostro cane.
Davide Bressi Brs Passion Rottweiler Kennel
San Marco in Lamis (FG) http://www.brspassion.it/it/
home-page
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ROTTWEILER KENNEL
OF BRS PASSION
Allevamento amatoriale ric
onosciuto ENCI/FCI
San Marco in Lamis (FG)
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Sito: www.brspassion.it
E-mail: [email protected]
cell. 328-5972631
di Angelo Romanò - Chi
ama gli animali prima o poi
vorrà beneficiare della loro
compagnia, decisione non
facile perché presuppone
una coscienza nel valutare
i cambiamenti che questo
piccolo essere porterà nel
nostro modo di vivere e nel
nostro nucleo familiare; la-
voro, ferie, incontri, week-
end, cambierà veramente
molto di quello che noi da-
vamo per scontato fino a
un minuto prima, Cambierà
sopratutto in meglio per
noi, perché con gioia vor-
remo condividere con il
nostro piccolo amico le e-
sperienze che fino ad ora
facevano parte solo della
nostra routine.
Come gestire al meglio il
suo arrivo? Quali possono
essere gli ostacoli, i peri-
coli che potremo incontra-
re? Come preparare un
luogo a lui non familiare e
nel quale passerà il resto
della sua vita?
Prima di tutto, essendo
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piccolo, dovremo preoccu-
parci di tutti quei pericoli
che per lui potrebbero es-
sere dannosi o addirittura
fatali, quindi la parola d’
ordine è "precauzione";
custodite quindi in un luogo
sicuro tutti quei prodotti
che possono essere nocivi
o pericolosi come ad e-
sempio detersivi, medici-
nali o anche piccoli oggetti
che potrebbe prendere in
bocca per gioco, distrug-
gere con i dentini aguzzi ed
ingoiare.
Leviamo dalla sua portata
tutti questi oggetti e pro-
curiamoci un piccolo gioco
adatto a lui che potrebbe
essere nella sua educazio-
ne.
Secondo aspetto da non
sottovalutare è il cambia-
mento d’ambiente: odori,
rumori nuovi, intensi e/o
diversi da quelli che fino al
giorno prima era abituato a
sentire, i giochi con i fra-
telli e la mamma che di
colpo cessano.
L'arrivo quindi in un am-
biente non familiare al
primo impatto potrebbe
scatenare piccole paure,
soprattutto se molti com-
ponenti della famiglia si
avvicinano, cosa a cui non
è abituato. Cosa fare quindi
per accogliere in modo
meno traumatico il nuovo
arrivato? Facciamoci dare
una piccola coperta (o un
lembo) dall'allevatore sulla
quale lui, i fratelli e la
mamma hanno riposato in
modo tale da traghettare
gli odori a lui noti anche
nel nuovo ambiente. Ponia-
mo il lembo all'interno del-
la nuova cuccia, in modo
che comprenda che quello
sarà il luogo in cui potrà
riposare e sentirsi sicuro,
e lasciamogli esplorare
l'ambiente da
solo.
Se avete altri animali l'ap-
proccio dovrà essere gra-
duale quindi supervisionate
sempre. Quando sarà pron-
to verrà lui stesso a cer-
carvi e voi lo ricompense-
rete con un premio o at-
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tenzioni, rinforzando così
la sua voglia di stare con
voi. Scegliamo un posto
consono al suo soggiorno,
lontano da caloriferi, porte
o finestre perchè troppo
caldo o freddo e sbalzi im-
provvisi di temperatura
potrebbero avere conse-
guente negative sulla sua
salute. Il posto migliore
potrebbe essere in un an-
golo della stanza, dove
possa dormire tranquillo
rannicchiato nella sua cuc-
cia la quale potrà essere
usata anche per riposare
quando si sentirà stressa-
to. Il cucciolo passa la
maggior parte del tempo a
riposare ed è bene che in
questi momenti venga la-
sciato tranquillo. Questo gli
permetterà di recuperare
le energie e sarà pronto
per giocare e divertirsi con
voi. Ricordiamoci di limita-
re il gioco a pochi minuti
alla volta.
Di notte potrebbe sentirsi
solo, visto che prima dor-
miva con i fratelli, e po-
trebbe quindi abbaiare od
ululare per richiamarli. Per
far sì che si senta in com-
pagnia una borsa dell'ac-
qua calda ed un giocattolo
potrebbe essere d'aiuto.
Parliamo ora del trasporto
perchè anche il trasporto
ha una componente impor-
tante nello sviluppo del
cucciolo. Cani non abituati
ad essere trasportati in
macchina potrebbero sof-
frire nel tragitto ed asso-
ciare il viaggio ad una
spiacevole esperienza. Co-
me comportarsi in questi
casi?
Chiediamo all'allevatore di
non farlo mangiare prima
del viaggio, o per lo meno
di limitare al minimo la sua
razione, per non avere
problemi di rigurgito du-
rante il viaggio. Informia-
moci inoltre se il cucciolo è
abituato o meno al traspor-
tino, prezioso strumento
che ci consentirà di por-
tarlo con noi ovunque, se
non è abituato spendiamo
5/10 minuti di
tempo per fargli imparare
ad entrarci con dei premi
lasciandolo anche giocare
all'interno. Questo eserci-
zio va fatto prima di andar-
lo a prendere definitiva-
mente e l'associazione che
si deve ottenere con que-
sto strumento deve essere
un'esperienza più che po-
sitiva. Proviamo dunque a
lasciarlo qualche secondo
a porta chiusa con qualche
boccone all'interno, il tem-
po di mangiare ed apriamo
la porta del trasportino,
aumentiamo poi gradual-
mente il tempo e se possi-
bile lasciamo che si riposi
all'interno. Ricordate che il
trasportino è il
mezzo migliore per
portare il vostro
cane in giro con
voi in quanto sicu-
ro per entrambi.
Prendere in brac-
cio un cucciolo
pauroso o treman-
te potrebbe infon-
dere in lui ulteriore paura.
Le vostre attenzioni ed il
vostro modo di comunicare
in maniera protettiva non
lo aiuterebbero a calmarsi
ma ad avere piuttosto, se-
condo il suo schema co-
municativo, ulteriore pau-
ra.
Ricordiamo di farci dare
dettagli sulla sua dieta per
evitare problemi intestinali
dovuti ad un eventuale
cambio di alimentazione.
Per passare ad un altro a-
limento avremo tutto il
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tempo, per i primi giorni è
meglio continuare l'alimen-
tazione già fornita dall'alle-
vatore. Per quanto riguarda
gli orari, all'inizio attenetevi
agli stessi orari dell'alleva-
tore e gradualmente, di
giorno in giorno spostatelo
verso l'orario più consono
al vostro stile di vita per
piccoli stati ansiosi. L'oro-
logio biologico del cucciolo
è preciso e quando è ora il
cucciolo è pronto per la
pappa. Somministrate la
quantità giornaliera suddi-
visa in 3/4 pasti, così come
era già abituato prima e la-
sciate sempre a disposizio-
ne una ciotola con dell'ac-
qua pulita.
Arriverà il momento in cui il
cucciolo dovrà sporcare, è
più che normale, ma piccoli
accorgimenti ci aiuteranno
a capire quando. Ogni volta
che ha mangiato, ha giocato
o si è svegliato, quelli sono
i momenti in cui maggior-
mente ha lo stimolo ad e-
vacuare. In questi casi, se
non disponiamo di un pic-
colo giardino, aiutiamoci
con una traversina e met-
tendo il cucciolo sopra (o
portandolo in giardino). Se
sporca nel luogo esatto
facciamogli capire con un
"bravo!" che ha sporcato
nel posto giusto, altrimenti
nessun rinforzo, puliamo e
ritentiamo la prossima vol-
ta. Così facendo capirà in
fretta che è meglio sporca-
re nel posto giusto per ri-
cevere attenzioni.
Fate visitare il vostro cuc-
ciolo dal veterinario, entro
un paio di giorni possibil-
mente, per accertare il suo
stato di salute, verificare i
trattamenti fatti come vac-
cinazioni, sverminazioni e
in base alla stagione gli an-
tiparassitari adottai, ma an-
che per instaurare un rap-
porto positivo con l'am-
biente e con lo staff, così
facendo si abituerà alle vi-
site più volentieri. Se vole-
te potere provare a fare u-
na finta visita anche a casa
per abituarlo meglio qual-
che giorno prima di portar-
lo.
Ora siete Voi il punto di ri-
ferimento, il cucciolo vi se-
guirà e farà di tutto per a-
vere la vostra attenzione,
ma dategliela solo quando
si comporta bene. L'educa-
zione è importante, ma
questo lo vedremo sul
prossimo numero. Angelo Romanò - http://www.cuccioliprodigio.it
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di Giovanni Padrone - Findaquando sono entrato in cino‐filia ho trovato un ambientealquanto ostile alle novità.Anch’ionelmiobrevepercor‐so (in fondo parliamo dime‐no di 10 anni) sono passatoattraversoleteoriecheanda‐vanoperlamaggiore,qualilagerarchia,ladominanza,ilca‐pobranco,JeanFennell(CesarMillan mai) e la neotenia,tant’èchesesileggonoimieiscrittisuqualcheforumdidi‐versi anni addietro (2007 e2008adesempio)e li si con‐frontaconciòdicuitrattoda3 anni a questa parte sui so‐cialnetworknoteràunadiffe‐renzaenorme.Questo,perchéinizialmente grazie alla miainesperienza mi affidavo adarticoliscrittidacinofilipiùomeno noti ‘accreditati’ nellanostra cinofilia. Poi, però, ilmio cervello ha iniziato a ra‐gionareper contoproprio edho capito che se ‘qualcosanon suonava la nota giusta’volevadirechec’eraqualcosachenonandava.Percui,vistochenonriuscivoatrovareri‐sposte ai miei dubbi negliscritti di quei personaggi cheoccupano il loro posto nelmondocinofiloitaliano,decisidi cercare altrove. Mi misi,perciò, alla ricerca di articolie testi scientifici che si occu‐pavanodicani.Fucosìchemisi aprì unmondonuovo, pie‐
diretti antenati, i Cro Ma‐gnon). E mi fa piacere chequalche autorità scientificainizi a parlare di questo ar‐gomento, anche se purtrop‐po su altri argomenti siamoancora alle calende greche.Pazienza:ipercorsiculturalirichiedono tempo per svi‐lupparsi ed ho fiducia cheentro la fine del terzo mil‐lennioqualcheulteriorepro‐gressoavverrà.Uno degli argomenti in cuimolti sono ancora fermi a30/40anniaddietro,oforsepiù, è la teoria neotenica oNeoteniacheha l’unicopre‐gio di essere stato il primotentativo pseudoscientificodi dare una classificazioneallevarierazzecanine.Que‐sta teoria, elaborata inizial‐mente da Konrad Lorenz,avevalapretesadiclassifica‐reicanisecondolaloropre‐sunta vicinanza o lontanan‐za alle caratteristiche infan‐tili dei cuccioli di lupo, pro‐genitore del cane. La teoriainizialmente suddivideva icani in quattro gruppi, poiRaymond Coppinger ne ag‐giunse un quinto, quello deicani ‘iperlupini’. Poi, avven‐ne nella secondametà deglianni ’80 del secolo scorsoche il genetista Robert K.Waynepubblicòun suo stu‐dio (Cranial morphology ofdomesticandwildcanids:the
nodirispostecheconferma‐rono i miei dubbi su moltiaspetti che riguardano il ca‐ne.Capii, indefinitiva, leva‐rie cose che non quadrava‐no,aconfermadellemieos‐servazioni sui cani con cuilavoravoointeragivo,inclusiimiei.Eseunavoltaqualcu‐nomideridevaperilmioso‐stenere a spada tratta argo‐menti ‘arcaici’ (senza peral‐trospessononargomentarele ragioni del proprio pen‐siero),oranonridepiù,anziprobabilmente per questepersonesonogiàmoltooltreleloroconoscenze.In tre anniho raccolto circa3000frastudietestiscienti‐ficiedhocompresochesesivuoleparlaredicaniciside‐vedocumentaresuvariedi‐scipline scientifiche.Ho stu‐diato e approfondito attra‐verso le prove genetiche equelle archeologiche e pale‐ontologiche comesianato ilcaneedhocapitochelasto‐riella del cacciatore che a‐dottaicucciolidilupononèaltro che una romantica fa‐voletta senza alcun fonda‐mento: la realtà è che perarrivaredal lupoalcaneso‐no occorse varie decine dimigliaia di anni di evoluzio‐nenaturaleavvenutaincon‐temporanea all’evolversidelle specie umane (prima iNeanderthal e poi i nostri
influence of development onmorphological change ‐1986) in cui smentiva fossepossibile affiancare le variemorfologiecranialidelleraz‐zecanineaimembrigiovanioinfantilidellupogrigio.Fucosì che R. Coppinger, nonpotendo confutare questaricerca, ravvide la sua opi‐nionesullaNeoteniaelarin‐negò,mentrealtritrovaronoun percorso alternativo, oper meglio dire passaronodalpedomorfismo(dalgrecopaedos=bambino)all’etero‐cronia (che corrisponde alladifferenza nell’andamentotemporale dei processi disviluppo fra due organismilegati evolutivamente, unantenato vivente ed unanuova specie che da questosi è evoluta, come nel casodel lupo e del cane). Però,quandounateoriazoppica,oper meglio dire si basa sudatinoncerti,primaopoièdestinataacadere.Ineffetti,anchesedanoièrimastau‐na cosa passata sotto silen‐zio (i complottisti parlereb‐bero di insabbiamento), an‐che questa ultima ipotesi èstata smentita grazie, so‐prattutto, ad una scienziatae ricercatrice allieva dellostesso Raymond Coppinger:Abby G. Drake che con unodei suoi ultimi studi(Evolution and developmentof the skull morphology ofcanids: An investigation ofmorphological integrationand heterochrony) haprovato che non vi sono
analogiefragliassicrani‐ali di qualsiasi cane equellideilupidiqualsiasietà in base a quanto sta‐bilitodaisostenitoridellaNeotenia eterocronica.Ma,naturalmente,nonc’èsolo la dottoressa Drake,affermata ricercatrice ri‐conosciuta in ambitomondiale, a smontarequesta teoria, sotto certipuntidivistaassurda(miricordava un po’ quei dis‐corsi di certi ‘scienziati’ na‐zisti per cui le caratteris‐tiche del volto umano ris‐pecchiavanociòchel’umanoera: se sei un pregiudicatohaiquellafaccialì).Glistudisono molteplici, almenoquanto gli scienziati che lihannoportatiavanti.Nonostante questo, esistesempre uno zoccolo durochenoncredeaprescindereaicambiamenti,quasiche leteorie scientifiche fosseropiù un credo religioso piut‐tosto che la spiegazione delmomento che può variareper l’evoluzione dei mezzitecnici e delle conoscenzeche vengono approfonditenel tempo e si evolvono colpensiero umano. Certo, oggisarebbe alquanto ridicoloparlaredigenerazionespon‐taneadellemoscheodiTer‐rapiatta,quandosisachelemosche hanno un processodicrescitachevadalleuova,allelarve,allemoschestesseelaTerraèungloboimper‐fetto. Ma la fantasia umananon ha limiti. Per cui chi
vuolerestareindietronesu‐birà prima o poi le conse‐guenze.Disicuroladenigra‐zione del nuovo che questipersonaggi hannod’habitude non ne aumentale capacità intellettive. Manoinonsiamoquiperdiscu‐teredioscuripersonaggichesembranofuoriusciredaunafavola dei fratelli Grimm(anche se a loro piaccionomolto le favole), ma per di‐scuteredialtro.Tornando alla neotenia, allafine questa ‘teoria’ risultaessere stata solo qualcosabasatosunulladiscientifico,masullaosservazionediunozoologoedetologochevinseil premio Nobel per i suoistudi sull’imprinting avicolo(edicertononsullesueva‐rie elucubrazioni sui cani).Certamenteglisiriconosceiltentativo di aver cercato inqualche modo di suddivide‐re le razze canine, ma pur‐troppononeralastradagiu‐sta(elozoccoloduro,primao poi, si metterà l’animo in
Rappresentazione della teoria neotenica
A N N O 3 , N U M E R O 1 - G E N . / F E B . 2 0 1 4
17
pace). Ordunque, se non èpossibileclassificare lerazzecanine in base alla loro vici‐nanzaomenoacondizionidigioventùdelloroantenato,illupogrigio,qualepuòessereunasoluzionevalida?Fonda‐mentalmente abbiamo duevie (che probabilmente inqualche punto possono purecoincidere).Laprima,basatasulla vicinanza/lontananzatemporaleaicaniantichi.Il primo gruppo, quello piùvicino ai cani antichi(13.000/15.000 anni fa),comprende le razze origi‐natesi dagli antichi ‘spitz’naturali, ovvero gli spitz/nordici odierni che hannouna storiografia archeolo‐gica documentata (akita,shiba, husky, laika, basenjie dingo, ad esempio) ed ilevrieri (saluki, ad esem‐pio). E poco importa chegeneticamente, se si eccet‐tuanobasenji,dingoesalu‐ki,nonsiapiùpossibiledi‐mostrare la loro antichitàper via degli incroci avve‐nutinegliultimiduesecoli.
Unsecondogruppoèquellocostituito dai molossoidiantichi che apparvero perla prima volta intorno a10.000/11.000 anni fa conl’avvento della pastorizianel Levante Mediterraneo(Turchia e zone limitrofe);cani da guardia alle greggicomeipastoridell’Anatoliaoquellidell’Asiacentrale.
Un terzogruppoècompostodacanichesonostatisele‐zionatiinepocastorica,so‐prattuttonelperiodogreco‐romano:cretanhound,ca‐ne corso, maltese, meliteo,
cirneco,ecc.L’ultimo gruppo è costituitodatuttiqueicaniseleziona‐ti dall’uomo negli ultimidue/tre secoli: dal pastoretedesco, al dobermann, alcarlino.
Però, questa classificazionenon sarebbe comunque ingradodi trovareunpunto incomune, aldi làdella crono‐logia, che potesse spiegaredalpuntodivista comporta‐mentale analogie fra levarierazzeappartenentiadunde‐terminato gruppo. Anzi, allafine sono più le differenzedelle similitudini. Allora, laclassificazione migliore, dalmio punto di vista, è quellaindividuata da Piero Alquati(notocinologodelnostroPa‐ese) ed è probabilmentel’unicachepuòspiegarereal‐mente le differenze compor‐tamentaliesistentifragruppidiversidi razzee le similitu‐dini fra razze diverseall’interno di uno stessogruppo.Eglihaindividuato9profiliormonalifraicanichefannocapoatregruppiprin‐cipali.Dolicomorfi(iper–normali–sub). Cani longilinei, conuna certa ipertrofia mu‐scolare, un profilo ormo‐nale tipicamentecatabolico/tiroideo domi‐nato dall’attività di ipofisi(ormone della crescita) etiroide (chemantiene altoil metabolismo). L’ipofisi,però, per quanto ne so io(avendo studiato endocri‐nologia per altrimotivi distudio) agisce anche sullacrescita muscolare e ditutti gli altri tessutiedor‐
gani ed è per tale ragioneche fra i levrieri, gli uniciad appartenere a questogruppo, annoveriamol’Irish wolfhound, di di‐mensioni molto più grandirispetto al record‐dog inaltezzaGiantGeorge(alanotedesco recentementescomparso). Inoltre, siamaschi che femmine pos‐siedono dei muscoli iper‐troficielunghiedunostra‐to adiposo molto ridotto(colplicometrohoverifica‐to in alcuni ‘atleti’ essereintornoal2/3%dellamas‐sa corporea totale).L’ormonedellacrescitaagi‐sce probabilmente fino aduna certa età (3/5 anni)quando l’ipofisi gradual‐mente smette di produrlo.Citando l’Alquati si puòdi‐reche“...lamaggioreattivi‐tàdialtreghiandole (n.d.a.tiroide e ipofisi) favoriràl’evoluzione delle formecorporeeesprimendorazzecon toracimeno sviluppati(n.d.a. in larghezza) dellanorma esaltando la predo‐minanzadegliarti–costel‐lazione endocrina con pre‐valente azione cataboliz‐zante – tipo costituzionaledi appartenenza: dolico‐morfo. Questa costituzionegenerailevrieroidi.”
Mesomorfi (iper – normali –sub). Laddove esiste il ter‐mine greco ‘mesos’ (=nelmezzo, mediano) abbiamosemprecondizionidiequili‐brio, in questo caso ormo‐nale. I cani mesomorfi (ingenerecanidapastore,ica‐ni nordici/spitz e la mag‐gior parte dei cani da cac‐
18 C I N O F I L I S T A N C H I
cia) hanno un profilo or‐monale in assoluto equili‐brio fra l’anabolismo ed ilcatabolismo.Comesostienel’Alquati“Nelcasodiequili‐brato funzionamento dellacostellazione endocrina,avremo una anatomia cor‐porea dove le dimensionidel torace e la lunghezzadegli arti tendonoadequi‐valersi–tipocostituzionaledi appartenenza: meso‐morfo. Questa costituzionegenerailupoidi,ibraccoidi,i volpinoidi che differisco‐nofraloropiùperlecarat‐teristiche somatiche cheperquellecostituzionali....”
Brachimorfo (iper – normali– sub). Molto voluminosi emassicci, con grandimassemuscolari (dovute ad unaforteproduzionediormonianabolizzanticomeiltesto‐sterone), ma anche adipeperviadiunascarsaattivi‐tà tiroidea.Moltimolossoi‐di nel corsodella loro evo‐luzionehannosubitoancheuna riorganizzazione delcervello,perviadellascato‐la cranica particolarmente‘quadrata’, non riscontrabi‐le negli altri due gruppi dicani.“...Lamaggioreattivitàdi alcune ghiandole(gonadi)favorisce lamassacorporea, esprimendo raz‐zecongrandi toracipredo‐minantisullalunghezzade‐gli arti a costellazione en‐docrina con prevalente a‐zione anabolizzante – tipocostituzionale di apparte‐nenza:brachimorfo.Questa
costituzione genera i mo‐lossoidi”. Così scrivel’Alquati.
I vari ormoni sono coinvoltinei processi psichici e men‐tali, per cui una maggioreproduzione di ormone tiroi‐deodaràorigineacanimag‐giormente reattivi (come ineffetti sono lamaggiorpartedei levrieri), mentre unamaggiorproduzioneditesto‐steroneprodurràdeicanipiùpacatiesicuri.Euncaneme‐somorfo avrà un equilibrioormonale fra i due. Dunque,le differenze caratteriali nonsono tanto dovute ad unapresuntascalaneotenicachela scienza ha largamentesmentito (nonostante le leg‐gende che ancora si leggonoed ascoltano in giro, così è),quanto al profilo ormonaleche una determinata razzapossiede.Esepropriosivuo‐le andare a fondo nella que‐stione, basta documentarsi:gli studi sull’influenza degliormoni sul comportamento(animale o umano) sono in‐numerevoli e facilmente re‐peribilionline.Alcunivengo‐no citati alla fine di questoarticolo,qualcherigapiùsot‐to.Come al solito, ribadisco an‐cora una volta: ognuno è li‐berodicrederealleleggendeche più lo aggradano, mal’unicacertezza in tuttoque‐sto resta la Scienza e tuttociò che riesce a dimostrare:la neotenia, per quanto ri‐guarda i cani, non ha alcunabase scientifica, anzi negli
ultimi30annièstatapresso‐chésmontata,siachesiparlidi pedomorfosi, sia che la sivogliadefinirecomeuneffet‐todell’eterocronia.
RIFERIMENTI:R.K.Wayne‐Cranialmorpho‐logyofdomesticandwildca‐nids: the influence of develo‐pment on morphologicalchangeA.G. Drake ‐ Evolution anddevelopmentoftheskullmor‐phologyofcanids:An investi‐gationofmorphological inte‐grationandheterochronyB.C.Tayloredaltri–Hormo‐nesandthedevelopmentandexpression of aggressive be‐haviorS.H. Liening,R.A. Josephs –Itisnotjustabouttestostero‐ne: physiological mediatorsand moderators oftestosterone’s behavioral ef‐fectsL. P. Aronson,W. J. Dodds –Theeffectofhypothyroidfun‐ctiononcaninebehaviorK. Simpson – The role of te‐stosteroneinaggressionW. J. Dodds – Behavioral is‐sueswiththyroiditis
19
Giovanni Padrone
Educatore cinofilo
Autore dei libri
SUSSURRA AL TUO CANE
E IL CANE DECISE DI
INCONTRARE L’UOMO
A N N O 3 , N U M E R O 1 - G E N . / F E B . 2 0 1 4
20
di Marcello Messina ‐
Chi mi conosce sa il fine del
mio operato e la scelta dei
miei accoppiamenti che mi‐
rano al Bello e Bravo ed ov‐
viamente sano. Molti
“colleghi” ed appassionati la
pensano diversamente, sen‐
tendomi dire spesse volte,
che chi pensa al cane Bello e
bravo ha solo cani mediocri ,
che meglio un cane con Best
in show alla mondiale e che
ha paura della sua ombra
piuttosto di un cane eccel‐
lente in esposizione con no‐
tevoli doti caratteriali. Cosi
vista la pausa pranzo ho de‐
ciso di scrivere il mio punto
di vista.
Ogni singola razza è sta‐
ta creata e voluta dal‐
l’uomo, per fini utilaristi‐
ci (guardia, difesa, caccia,
pastorizia, etc.). E’ ormai
noto il legame ancestrale
fra l’ uomo ed il cane e
del loro sodalizio ed il lo‐
ro prezioso contributo co‐
me ausiliario nella caccia
e nella pastorizia.
Ogni nostro antenato, ac‐
coppiava e selezionava in
base alle proprie esigenze
ed al proprio modello i‐
deale d’ ausiliario. Sicura‐
mente i nostri ante‐
nati non pensavano al
concetto di “razza”, con‐
cetto nato successivamen‐
te quando si incomincia a
parlare di cinofilia ufficia‐
le.
Fino a quel periodo non
si poteva parlare di razza,
ma di ceppi, tipi più o
meno fissati nel corso dei
secoli, ad esempio i nostri
conterranei Mastini Na‐
poletani si sono appesan‐
titi rispetto al loro antena‐
to che accompagnava le
legioni romane per fini
bellici.
IL CONCETTO DI RAZ‐
ZA:
Dal punto di vista zootec‐
nico, una razza è un
“insieme di individui fra
loro omogenei per carat‐
teristiche di tipo e funzio‐
nali,trasmissibili alla pro‐
pria prole”.
Per ottenere questo obiet‐
tivo è necessario tenere
sotto controllo un pool di
soggetti fra loro simili fi‐
no a quando nelle non si
ha omogeneità nel corso
delle varie generazioni.
Successivamente sono na‐
te l’esposizioni di bellezza
e le gare di lavoro, nate
dall’esigenza dei cinofili
di confrontarsi con altri
appassionati e per poter
sottoporre i propri
“prodotti” alla valutazio‐
ne zootecnica di giudici
qualificati.
Diversamente dai nostri
antenati cinofili, la nostra
attuale concezione di
scindere bellezza e lavoro
non aveva alcun significa‐
to in quanto un cane bello
ma che non ferma (nel ca‐
so del setter) , sicuramen‐
te non sarà un cane com‐
pleto, come un border
collie che non sa raduna‐
re le pecore anche se pluri
campione.
IL SIGNIFICATO DI BEL‐
LEZZA OGGI:
Le gare di bellezza come
anche le prove di lavoro
hanno contribuito al mi‐
glioramento delle razze
canine, potendo seguire
delle linee guida nella se‐
lezione del cane di razza
pura (lo standard ufficia‐
le) ,permettendo cosi una
maggiore omogeneità e
C I N O F I L I S T A N C H I
21
miglioramento delle qua‐
lità naturali. Almeno que‐
sto era il fine iniziale del‐
le competizioni cinofile .
Oggi invece viviamo ogni
singolo evento cinofilo,
un evento agonistico fine
a se stesso, dividendo
spesse volte le due cate‐
gorie bellezza e lavoro
per poter avere dei sog‐
getti con l’esaltazione del‐
le caratteristiche di tipo o
di performance richieste
ad un soggetto per poter
diventare campione.
Iniziando a selezionare
ogni singolo accoppia‐
mento non affidandosi ad
una reale verifica zootec‐
nica ma al campione di
moda che vince al mo‐
mento, a dispetto dei suoi
difetti, portando ad un
piano di selezione dettato
dalla “moda” e non ad un
miglioramento zootecnico
e fissare le caratteristiche
del proprio tipo ideale,
causando spesse volte u‐
na esaltazione del‐
l’ipertipo (soggetti più al‐
ti, più pesanti, maggior‐
mente angolati) per poter
rendere il soggetto più
scenico durante le gare di
bellezza, non capendo
che questo tipo di selezio‐
na va a creare solo delle
caricature della razza che
si sta allevando.
Un esempio che mi viene
in mente quando parlo di
ipertipo è l’ esempio fra
un ginnasta ed un culturi‐
sta, i muscoli ipertrofici
escludendo il lato esteti‐
co: ma hanno una loro
funzionalità pratica???
Secondo me no.
IL SIGNIFICATO DI BEL‐
LEZZA IN ZOOTECNIA:
Il grande cinologo Sola‐
ro , diceva : “la bellezza va
oltre il piacere sensoriale,
cioè orientata verso il piace‐
re intellettuale”.
Ogni allevatore zootecni‐
co pone come suo tra‐
guardo di selezione di‐
verse tipologie di bellez‐
za, come insegna il Prof.
Cornevin, parlando di
bellezza convenzionale
( forma di bellezza detta‐
ta dalla moda), bellezza
di adattamento ( è la for‐
ma di bellezza più inte‐
ressante dal punto di vi‐
sta zootecnico, in quanto
si definisce tale bellezza
l’insieme di una perfetta
sintonia tra armonia, tra
forma e funzione), bellez‐
za armonica (si riferisce
alla giustezza delle pro‐
porzioni, come il cinologo
Solaro insegna).
Per il cane, per bellezza
dovrebbe mirare ad una
tipologia funzionale, mi‐
rando a conservare le ca‐
ratteristiche di tipo che
permettono il suo impie‐
go originario. Pertanto un
Cane Corso di 60 kg a li‐
vello zootecnico è un cane
poco interessante, come
lo è un Setter inglese che
non ha interesse per la
selvaggina.
Rimanendo fedeli al con‐
cetto di bellezza zootec‐
nica, un soggetto è bello
se è anche bravo.
LE PROVE DI LAVORO:
Oggi le prove di lavoro
dal punto di vista agoni‐
stico non vanno a selezio‐
nare ed a valutare le varie
doti naturali del cane, ma
vanno a premiare la sua
velocità d’ esecuzione e la
sua scenicità.
A N N O 3 , N U M E R O 1 - G E N . / F E B . 2 0 1 4
Un setter o un pointer
che cacciano con la velo‐
cità che hanno in una
prova, non dureranno
tutta la mattinata a cac‐
ciare; infatti le prove du‐
rano pochi minuti e non
ore, come nella caccia
pratica. Invece si dovreb‐
be iniziare a selezionare i
soggetti non per la loro
scenicità o velocità ma
per l’intelligenza e de‐
strezza nel risolvere i
problemi.
Il concetto di cane ai
giorni nostri è mutato da
cane rurale con fini di
performance a cane di ca‐
sa, cane da compagnia.
Pertanto sarebbe utile se‐
lezionarli non solo per la
ferma o per il morso, ma
anche per l’equilibrio e
l’alta socialità intraspeci‐
fica ed interspecifica da
permetterci così di poter
avere un cane gestibile e
sereno nel contesto mo‐
derno.
CONCLUDENDO:
Un pastore belga Mali‐
nois che sa saltare 2 m o
che morde da 100 punti
ma per tipo si discosta
notevolmente dai canoni
22 C I N O F I L I S T A N C H I
dello standard di razza,
sarà un bravissimo ago‐
nista ma non sarà un Ma‐
lin, come non lo sarà un
pluri campione che ha
paura del figurante.
Allevare significa innan‐
zitutto non snaturare la
natura del cane, ma pre‐
stare maggior attenzione
alle sua qualità morfolo‐
giche e caratteriali, mi‐
rando ad ottenere sogget‐
ti tipici, armoniosi, equi‐
librati, capaci di poter ga‐
reggiare nelle varie disci‐
pline cinofilo ‐ sportive
che possono migliorare
ed esaltare il binomio ca‐
ne‐padrone.
L’ etica di ognuno di noi
che intende accoppiare
due soggetti non deve es‐
sere l’agonismo, ma il ri‐
spetto della razza che a‐
ma, mirando al migliora‐
mento delle qualità e non
alla loro
esaltazio‐
ne di per‐
formance.
Il cane
bello e
bravo de‐
ve essere
un obiet‐
tivo zoo‐
tecnico per ottenere un
soggetto completo. Il tut‐
to è possibile ottenendo
la collaborazione con al‐
tri allevatori, con i giudi‐
ci e con i club di razza,
per poter lavorare in si‐
nergia, poter valorizzare
meglio e migliorare le
qualità di razza.
Marcello Messina
Esperto in problemi compor‐
tamentali ‐ Animal Wellness
di Debora Segna - Oggi voglio affrontare uno degli argomenti più discussi con i
proprietari di cani: il giardino. Penso che la condanna di molti possessori di cani,
nonché di questi ultimi, sia quella di avere un bel giardino a disposizione, per via
delle motivazioni che spiegherò in seguito. Il giardino rappresenta per la maggior
parte delle persone (profane in materia cinofila), la soluzione ideale per appagare
i bisogni psicofisici del loro animale.
A volte però la percezione della realtà non rispecchia quello che accade effettiva-
mente. Durante il primo incontro con un cliente è mia abitudine fare molte doman-
de al fine di avere un anamnesi dettagliata riguardo la storia del cane, così da po-
ter fare una diagnosi corretta del problema o dei problemi, qualora ce ne fossero
realmente.
Alla domanda “fa uscire mai il cane?” la risposta del proprietario è generalmente:
“Beh, si, ha tanto giardino a disposizione”, oppure “ha un bellissimo giardino, l ’ho
comprato appositamente per i miei cani”, oppure “ho un terreno molto grande, il
mio cane è contentissimo, cosa può volere di più?!?”
La mia contro risposta è che “loro invece hanno bisogno di molto di più!”. I cani,
come gli esseri umani, per sentirsi realmente appagati sia nella mente che nel
corpo hanno bisogno di continui stimoli, come: vedere persone diverse, animali
diversi ed ambienti diversi.
Il mondo del cane è fatto di odori che possono trovarsi nell ’aria ma soprattutto
nei luoghi che esplora. Il vedere luoghi diversi e sentire odori nuovi, rappresenta
una cosa molto importante al fine di prevenire problemi comportamentali. L’ inte-
razione con altri ambienti, che chiamiamo socializzazione ambientale, è la migliore
valvola di sfogo e fonte di crescita per un cane. Se un cane vive costantemente in
un giardino è un cane infelice, dopo un pò di tempo l ’animale conosce alla perfe-
zione ogni angolo ed ogni odore presente in quel luogo, e quando gli stimoli ini-
ziano a scarseggiare o ad essere addirittura assenti ecco che subentra la noia.
La noia non è che l’ inizio di una catena di una serie di comportamenti più o meno
fastidiosi o addirittura gravi che manifesterà in seguito il cane. I problemi più fre-
quenti che si manifestano a causa di una scarsa o assente socializzazione ambien-
tale sono: cane che scava le buche, vasi portati in vari punti del giardino, cavi e-
lettrici distrutti, buchi nella rete, distruzione di qualunque cosa che sia alla portata
24 C I N O F I L I S T A N C H I
del cane, e nei casi più gravi: leccamento di alcune parti del corpo, in particolar modo
delle zampe, grattamento ossessivo, mordicchiamento e automutilazione di parti del
corpo, soprattutto della coda e delle zampe, rincorrersi la coda, anche con possibile
mordicchiamento e automutilazione, girare su se stessi (spinning), camminare sullo
stesso percorso (avanti e indietro, in cerchio). Se questi comportamenti si ripetono
frequentemente sono indice di una vera e propria patologia chiamata stereotipia. A
volte possono manifestarsi problemi di bulimia (assenza di sazietà alimentare), e mol-
to spesso paure, fobie, ansie, stress. Se dovesse manifestarsi almeno uno di questi
problemi ricordatevi che il cane non vi sta facendo un dispetto, come spesso sento
dire ma sta solo manifestando un disagio, quindi sarebbe opportuno intervenire tem-
pestivamente, contattando un educatore-comportamentista per evitare che la situa-
zione degeneri.
Nessun essere vivente è felice di passare tutta la vita rinchiuso in un solo luogo sen-
za poter avere la possibilità di vedere il resto del mondo, ed allora, perché un cane
dovrebbe esserlo? Sareste felici se qualcuno vi rinchiudesse in un giardino tutto il
giorno per tutti i giorni della vostra vita? Per quanto possiate essere affezionati ad un
luogo o amare profondamente un libro del vostro autore preferito, dopo un pò diven-
terebbero comunque noiosi perché l ’uomo proprio come gli animali ha bisogno di sti-
moli diversi per sentirsi vivo. Il benessere mentale è la strada giusta per arrivare a
quello fisico e questo è un diritto inalienabile di tutti gli esseri viventi.
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Per i vostri problemi quotidiani di ge-stione o per questioni relative ai com-portamenti dei vostri cani scrivete alla e-mail cinofili [email protected] e vi sarà risposto in questa rubrica.
Dal Veneto ci scrive il Sig. Vittorio. “Ho da 4 anni un cane mix collie e qualcos’altro che si mostra affettuoso in tutto e per tutto. Per esigenze di lavoro sono costretto a stare fuo-ri casa 10/12 ore al giorno, tranne il sabato e la domenica. Quando viene lasciato solo in giardino scava le buche e a volte scappa. Ab-biamo provato a frequentare anche un campo cinofilo, ma non c’è stato nulla da fare. Che cosa ci potete consigliare?”.
R. Signor Vittorio, da quello che leggo mi pare che Lei non faccia nulla per at-tirare l’attenzione del Suo cane. Il cane viene lasciato solo in giardino, il cane si annoia e per questo scava buche oppure scappa. Ora, non voglio obbligare nes-suno a fare scelte che magari non piac-ciono, però lasciare il cane solo in giar-dino, nonostante a molti sembri un am-biente ‘naturale’ per il nostro amico a 4 zampe, vuol dire non dargli la possibili-tà di sfogare le proprie esigenze sociali e mentali. Il cane in giardino è come il leone in gabbia. Non avendo modo di liberare col proprietario le proprie e-nergie, trova un modo suo per farlo. Di certo non avrà più talpe nel sottosuolo, se vogliamo trovare un lato positivo; ma avere il giardino che assomiglia ad un campo bombardato è molto sinto-
matico del problema.
Quando si prende un cane bisogna ave-re la responsabilità di capire le sue esi-genze e soddisfarle. Di sicuro, ad esem-pio, non consiglierei mai l’acquisto di un cane a una persona che sta fuori ca-sa 10/12 ore al giorno e limita le intera-zioni col proprio cane ai due pasti quo-tidiani. Di sicuro, un cane da pastore, tanto per fare un esempio, starebbe meglio su in collina a pascolare le peco-re tutto il giorno che stare rinchiuso in casa tutta la giornata senza far nulla. Per il cane, nonostante sia un abitudi-nario, questa è una situazione davvero deprimente.
Le consiglio, perciò, di rivolgersi ad un educatore che sia pratico nella risolu-zione di questo genere di problemi. Di-stinti saluti.
Giovanni Padrone
A.C.C.S.C. RAVENNA
di Giovanni Padrone -
Analizzando le origini del
comportamento di gioco,
ci accorgiamo che fra
tutti i canidi sociali to-
talmente o parzialmente
è presente nelle intera-
zioni sociali che servono
a rinforzare i legami nei
gruppi familiari. Non solo
giocano i cuccioli, ma
anche gli adulti. In parti-
colare, fra le dholes
(Cuon alpinus) dell ’India
è sicuramente l’attività
che viene più frequente-
mente usata nei periodi
di calma, quando non si
deve uscire per cacciare
e mangiare. Ed è quella
che maggiormente influi-
sce nei rapporti affiliativi
fra membri della stessa
famiglia. Il gioco consi-
ste nel darsi zampate e
piccoli morsi, saltarsi
addosso, lottare, rincor-
rersi, scattare all ’
improvviso in una dire-
zione diversa da quella
originale, fingere di at-
taccare per poi fermarsi.
Il gioco avviene in qua-
lunque luogo le dholes
stiano riposando, perfino
dentro a un fiume.
Anche nel cane il gioco
svolge un aspetto molto
importante nel comples-
so dei comportamenti
sociali e ne influenza di
continuo lo sviluppo so-
ciale e l ’apprendimento
per tutta la sua vita. A-
nalogamente a quanto
avviene per le dholes
che, come si è visto
qualche riga fa, usano
per rinforzare i legami
sociali proprio il gioco.
Si tratta di un comporta-
mento che agisce come
mediatore nella forma-
zione di una visuale so-
ciale equilibrata. I rituali
di minaccia e di pacifica-
zione appaiono fin da
quando i cuccioli sono in
grado di vedere e muo-
versi con un certo equi-
librio; non richiedono u-
no sforzo eccessivo nell ’
apprendimento. Basta
guardare come interagi-
scono fra loro i compo-
nenti di una cucciolata di
30/40 giorni ed osserva-
re come essi fingano di
attaccarsi e poi si riap-
pacifichino. Certo, visto
che a quell ’età non sono
ancora in grado di con-
trollare le proprie azioni
può succedere che qual-
cuno si faccia male: un
morso dato troppo forte
può far scaturire il pianto
di uno di loro, ma imme-
diatamente si interrompe
l ’azione e se non si in-
terrompe interviene la
madre a calmare le ac-
que. Considerando il
tempo che occupa questa
interazione, si ritiene
che il gioco agonistico
abbia un ruolo molto im-
portante nello sviluppo
sociale dei cani. Il gioco
dipende da una elevata
29
30 C I N O F I L I S T A N C H I
tolleranza, dall ’affetto e
dalla fiducia che c’è fra
membri della stessa fa-
miglia e questo spesso
serve come modulatore
sociale degli antagonismi
che possono sorgere e-
ventualmente fra membri
dello stesso gruppo: l ’
interazione ludica resta
solo fino a quando i gio-
catori agiscono amiche-
volmente. Però non pos-
siamo considerare il gio-
co solo come una forma
di scambio affettivo, poi-
ché si tratta in realtà di
una attività che serve a
sviluppare le capacità dei
cuccioli senza il rischio
di danni reciproci.
L’agonismo del gioco è
un modo naturale dei
cuccioli per valutare fin
dove i propri limiti arri-
vano ed è una anteprima
all ’ulteriore sviluppo
comportamentale e so-
ciale che avverrà nel
tempo e che produrrà un
cane adulto equilibrato.
Bisogna ricordare che il
gioco serve a stabilire
fra i cuccioli chi può es-
sere un buon compagno
nelle attività ludiche e
chi no. Se la famiglia
comprende anche un pa-
dre (spesso così non è)
egli potrà aiutare la ma-
dre nella formazione e
nell ’insegnamento dei
Figura 1 ‐ Gioco sociale. Durante le fasi di gioco i partecipanti possono simulare comporta‐
menti di minaccia, ringhiando, grugnendo ed abbaiando, scambiarsi i ruoli e non farsi assolu‐
tamente nulla. Nelle foto: Opalino (whippet di 6 anni) e Rubelia (whippet di 4 mesi) interagi‐
scono nel gioco sociale. (Foto by Tania Melnikova© )
ordina (al pari di un sol-
datino di fronte al pro-
prio Comandante), ma
anche un cane che vive
una vita sociale rilassata,
tranquilla, idonea al pro-
prio etogramma (parola
tanto amata dalla cinofi-
lia italiana ma che evi-
dentemente ha assunto
un significato differente
dalla sua origine: eto-
gramma sta per campio-
nario dei comportamenti
emessi propri di una
specie animale, inclusi i
comportamenti sociali;
per molti cinofili nell ’
etogramma sono com-
presi solo i comporta-
menti più comodi, quelli
sociali chi se ne frega) e
di conseguenza alla pro-
pria etologia, può essere
ugualmente un animale
che risponde alle esi-
genze del momento, so-
prattutto quando è in
gioco la sua sicurezza.
Ogni cane ha il suo per-
sonale ed individuale ca-
rattere. Possiamo avere
cani che sono degli eter-
ni giocherelloni e cani
che non amano molto
questa attività, cani e-
stroversi e cani intro-
versi, cani amici di tutti
e cani che riservano le
proprie attenzioni sociali
solo nei confronti di chi
con loro convive. Una
regola fissa non esiste.
Se il vostro cane ama
giocare, lasciateglielo
fare. Questo perché co-
stringere un cane a non
esprimere il proprio es-
sere deprime la sua per-
sonalità. E ciò corrispon-
de ad un maltrattamento
psicologico.
propri figli, trasformando
le proprie ‘lezioni’ in di-
vertimento. Solo tenendo
conto di questa naturale
evoluzione il cane quan-
do sarà adulto potrà a-
vere un giusto atteggia-
mento e rispondere cor-
rettamente a nuove ri-
chieste.
Gioco e formazione, in-
cluso l ’eventuale ap-
prendimento indotto dall ’
uomo, non sono cose
contrarie, anzi è il caso
di lavorare in parallelo
con entrambi, poiché
niente crea maggior mo-
tivazione del gioco. Na-
turalmente, i cani gioca-
no anche con i proprie-
tari se questi glielo con-
sentono. Le interazioni
saranno sempre simili a
quelle che avvengono
con i propri simili. Quella
frangia di cinofili che
vede nel cane adulto un
animale che deve sem-
pre essere ‘serio’ , con-
trollato, quasi freddo,
vede un animale che non
esiste. Certo, un cane
controllato è un cane che
fa tutto quello che gli si
Giovanni Padrone
Educatore cinofilo
Autore dei libri
SUSSURRA AL TUO CANE
E IL CANE DECISE DI
INCONTRARE L’UOMO
A N N O 3 , N U M E R O 1 - G E N . / F E B . 2 0 1 4
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Un Gatto soriano
diceva a un barbone:
Nun porto rispetto
nemmanco ar padrone,
perché a l'occasione
je sgraffio la mano;
ma tu che lo lecchi
te becchi le bòtte:
te mena, te sfotte,
te mette in catena
cór muso rinchiuso
e un cerchio cór bollo
sull'osso der collo.
Seconno la moda
te taja li ricci,
te spunta la coda...
che belli capricci!
Io, guarda, so' un Gatto,
so' un ladro, lo dico:
ma a me nun s'azzarda
de famme 'ste cose...-
Er Cane rispose:
Ma io...je so' amico!
ER GATTO E ER CANE
Trilussa
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I nostri collaboratori (educatori, addestra-tori, allevatori e cinofili professionisti) sono presenti a Ovada (AL), Sermide (MN), Castellazzo novarese (NO),Parma, Ravenna, Ancona, Velletri e San Marco in Lamis (FG).
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Cinofili Stanchi nasce dall’idea di quattro ci-nofili di professione (Marcello Messina, Rober-to Mannu, Gianluca Gherghi e Giovanni Pa-drone) che hanno unito le proprie menti ed esperienze per creare un punto di riferimento per chi vive col proprio cane e necessita di corrette informazioni per migliorare il pro-prio regime di vita. ‘Cinofili stanchi’, perché stanchi della totale disinformazione che regna nella cinofilia no-strana, stanchi di chi fa marketing sulla igno-ranza delle persone, stanchi delle leggende metropolitane che sembrano governare le menti di chi dovrebbe diffondere una corretta cultura cinofila e non lo fa. Chiunque desideri contribuire col proprio sapere sarà ben accetto dopo aver aderito al nostro codice etico che pone avanti a tutto il benessere psicofisico del cane.
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Un periodico cinofilo edito dai C I N O F I L I S T A N C H I
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Cerca di essere una brava persona come il tuo cane pensa tu sia. Per questa e tante altre ragioni non
maltrattare, né abbandonare il tuo migliore amico. Chi maltratta o abbandona un cane
non è una brava persona.