DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE
Titolo III, Capo II, D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Non sono DPI gli indumenti ordinari o le divise non destinate a proteggere lasalute dei lavoratori, le attrezzature dei servizi di soccorso o di salvataggio, leattrezzature di protezione delle forze armate, i materiali di autodifesa odissuasione, o apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi o fattorinocivi.
Per DISPOSITIVO DI PROTEZIONE INDIVIDUALE siintende qualsiasi attrezzatura destinata ad essereindossata e tenuta dal lavoratore allo scopo diproteggerlo contro uno o più rischi suscettibili diminacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro,nonché ogni complemento o accessorio destinato a talescopo.
DPI
I DPI devono essere conformi al Regolamento (UE) 2016/425, inoltre devono:
• Essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare per se un rischiomaggiore;
• Essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;• Tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;• Poter essere adattati all’utilizzatore secondo sue necessità.
L’acquisto dei DPI va fatto in relazione alla valutazione dei rischi, alla successivadefinizione delle caratteristiche dei DPI, la ricerca sul mercato ed infine l’acquistodel DPI idoneo allo svolgimento della mansione in sicurezza.
DPI
I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o
sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di
protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del
lavoro.
Un approccio rigoroso riguardo alla tutela di salute e sicurezza dei lavoratori è
infatti quello di considerare l’adozione dei dispositivi di protezione collettiva
(DPC) come prioritaria rispetto all’adozione dei dispositivi di protezione
individuale (DPI)
DPI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE:
• Mascherina a filtro;• Mascherina antigas;• Elmetto;• Scarpe anti - anfortunistiche;• Guanti.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVI:• Sistemi di ventilazione e/o
areazione;• Aspirazione localizzata;• Isolamento acustico;• Barriere/ripari fissi interbloccate;• Parapetti.
MISURE DI PREVENZIONE- Tecniche (Modifiche di tecnologie, impianti, macchinari e attrezzature);- Organizzative (orari, tempi, reparti, responsabilità, ruoli, gerarchie);- Procedurali (ordine e sequenza delle operazioni, informazione e formazione)
MISURE DI PROTEZIONE - Collettiva;- individuale.
DPI
Tipo di Protezione ◼ anticaduta◼ freddo◼ sostanze chimiche◼ antincendio◼ gas e vapori◼ saldatura◼ antiscivolo◼ meccanica◼ shock elettrico◼ elettricità statica◼ polveri◼ taglio◼ fattori climatici◼ rumore◼ fiamma e calore
Parti del corpo protette◼ testa◼ occhi◼ mani e braccia◼ piedi e gambe◼ corpo◼ vie respiratorie
Classificazione
DPI DI PRIMA CATEGORIA sono di semplice progettazione ed aiutano asalvaguardare il lavoratore dal rischio di danni fisici di lieve entità.
▪Azioni lesive con effetti superficiali prodotte da strumenti meccanici;
▪Azioni lesive di lieve entità e facilmente reversibili causate da prodotti per la pulizia;
▪Rischi derivanti dal contatto o urto con oggetti caldi (Temperatura non superiore a 50°C);
▪Ordinari fenomeni atmosferici e azione lesiva dei raggi solari;
▪Urti lievi e vibrazioni inidonei a raggiungere organi vitali o provocare lesioni permanenti.
Secondo il Regolamento (UE) 2016/425 i DPI sono suddivisi in 3 categorie:
Classificazione
DPI DI TERZA CATEGORIA sono di progettazione complessa e destinati asalvaguardare il lavoratore da rischi di morte o di lesioni gravi e di caratterepermanente.
▪ sostanze e miscele pericolose per la salute; ▪ atmosfere con carenza di ossigeno; ▪ agenti biologici nocivi; ▪ radiazioni ionizzanti; ▪ ambienti ad alta temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell'aria di
almeno 100 °C; ▪ ambienti a bassa temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell'aria di –
50 °C o inferiore; ▪ cadute dall'alto; ▪ scosse elettriche e lavoro sotto tensione; ▪ annegamento; ▪ tagli da seghe a catena portatili; ▪ getti ad alta pressione; ▪ ferite da proiettile o da coltello; ▪ rumore nocivo.
DPI DI SECONDA CATEGORIAsono i DPI che non rientranodelle altre due categorie
Classificazione
▪ Effettuare l'analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitaticon altri mezzi
▪ Individuare le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi sianoadeguati ai rischi di cui alla lettera a), tenendo conto delle eventualiulteriori fonti di rischio rappresentate dagli stessi DPI
▪ Valutare, sulla base delle informazioni e delle norme d'uso fornite dalfabbricante a corredo dei DPI, le caratteristiche dei DPI disponibili sulmercato
▪ Aggiornare la scelta ogni qualvolta intervenga una variazione significativanegli elementi di valutazione
Obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro/dirigente delegato, anche sulla base delle norme d'uso
fornite dal fabbricante, individua le condizioni in cui un DPI deve essere usato,
specie per quanto riguarda la durata dell'uso, in funzione di:
• Entità del rischio
• Frequenza dell'esposizione al rischio
• Caratteristiche del posto di lavoro di ciascun lavoratore
• Prestazioni del DPI
Obblighi del datore di lavoro
▪ Mantiene in efficienza i DPI e ne assicura le condizioni d’igiene, mediante lamanutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie e secondo leeventuali indicazioni fornite dal fabbricante
▪ Provvede a che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, salvo casispecifici ed eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante
▪ Fornisce istruzioni comprensibili per i lavoratori
▪ Destina ogni DPI ad un uso personale e, qualora le circostanze richiedanol’uso di uno stesso DPI da parte di più persone, prende misure adeguateaffinché tale uso non ponga alcun problema sanitario e igienico ai variutilizzatori
Obblighi del datore di lavoro
▪ Informa preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge
▪ Rende disponibile nell’azienda ovvero unità produttiva informazioniadeguate su ogni DPI
▪ Stabilisce le procedure aziendali da seguire, al termine dell’utilizzo, per lariconsegna e il deposito dei DPI
▪ Assicura una formazione adeguata e organizza, se necessario, uno specificoaddestramento circa l’uso corretto e l’utilizzo pratico dei DPI
Obblighi del datore di lavoro
In ogni caso l’addestramento è indispensabile e obbligatorio:
▪ Per ogni DPI che appartenga alla terza categoria
▪ Per i dispositivi di protezione dell’udito
Ad esempio l’addestramento deve essere effettuato, rendicontato e garantitoper l’utilizzo di:
• Apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidio contro i gas irritanti, pericolosi, tossici o radiotossici…
• Cinture ed imbraghi destinati a salvaguardare dalle cadute dall’alto…
• Scarpe e guanti destinati a salvaguardare dai rischi connessi ad attività cheespongano a tensioni elettriche pericolose o utilizzati come isolanti per altetensioni elettriche…
Obblighi del datore di lavoro
Obblighi del datore di lavoro
Dalla circolare del Ministero del Lavoro 34 del 29/04/1999 si evince che
“qualora l’indumento assolva anche ad una funzione protettiva viene
equiparato ad un dispositivo di protezione individuale (DPI)” e in quanto tale
per legge l’obbligo di lavaggio di tute da lavoro e divise in genere spetterebbe
al datore di lavoro; in caso contrario il lavoratore è tenuto quantomeno al
rimborso spese. Per quanto riguarda abiti da lavoro con scopo di protezione
quindi l’obbligo di lavare, a proprie spese e cura, gli indumenti spetterebbe al
datore di lavoro come specificato dalla circolare ministeriale n. 34/1999 e
sancito anche dalla sentenza n.18573/2007 della Corte di Cassazione.
▪ Provvedono alla cura dei DPI messi a loro disposizione
▪ Non vi apportano modifiche di propria iniziativa
▪ Segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al prepostoqualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a lorodisposizione
Conformemente all’informazione e alla formazione
ricevuto e all’addestramento eventualmente organizzato
Obblighi dei lavoratori
▪ Sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori deiloro obblighi di legge, nonché […] sull’uso dei mezzi di protezione collettivi edei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in casodi persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti
▪ Segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia ledeficienze […] dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altracondizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga aconoscenza sulla base della formazione ricevuta
▪ Deve inoltre per svolgere in modo corretto il proprio incarico, indurre illavoratore all’utilizzo dei DPI incentivando il lavoro sicuro
Obblighi dei preposti
▪ Può essere chiamato in causa su questioni che riguardano l'adeguatezza o ilconfort del dispositivo, elementi fondamentali per la salvaguardia dellavoratore
▪ In fase di formulazione del giudizio di idoneità il medico competente puòdover valutare quanto pesa il DPI nella diminuzione del rischio e per farquesto deve conoscere direttamente le caratteristiche tecniche del presidioin argomento
▪ In alcune situazioni è lo stesso dispositivo di protezione individuale arappresentare un rischio per il lavoratore, ad esempio per i presidicontenenti lattice nei confronti di soggetti allergici, ed eventualmente dovràmotivare una prescrizione
Obblighi del medico competente
Obblighi del medico competente
▪ Un argomento molto delicato è quello della richiesta di esonero odell'eventuale sostituzione del DPI in uso con un altro più confacente aidisturbi presentati dal lavoratore
▪ Il medico deve porre molta attenzione ad esonerare un lavoratoredall'indossare un DPI, laddove il presidio è stato ritenuto necessario in basealla valutazione di rischio, perché se la situazione è così grave darichiederlo, è necessario casomai esprimere un giudizio con prescrizione edescludere l'attività che richiede l'uso del DPI, se possibiletemporaneamente
▪ Diversamente il medico competente può trovarsi ad autorizzare laviolazione di norme di sicurezza con le possibili conseguenze penali a suocarico nell'eventualità di un infortunio del lavoratore
Obblighi del medico competente
PROTEZIONE DEI CAPELLI:I lavoratori che operano o che transitano pressoorgani in rotazione presentanti pericoli diimpigliamento dei capelli, o presso fiamme omateriali incandescenti, devono essere provvistidi appropriata cuffia di protezione.
PROTEZIONE DEL CAPO:I lavoratori esposti a specifici pericoli di offesa alcapo per caduta di materiali dall'alto o percontatti con elementi comunque pericolosidevono essere provvisti di copricapo appropriato.
L’ALLEGATO VIII del D. Lgs. 81/08 classifica i DPI in base alla parte del corpo da proteggere:
PROTEZIONE DEGLI OCCHI:I lavoratori esposti al pericolo di offesa agliocchi per proiezioni di schegge o di materialiroventi, caustici, corrosivi o comunquedannosi, devono essere muniti di occhiali,visiere o schermi appropriati.
PROTEZIONE DELLE MANI:Nelle lavorazioni che presentano specificipericoli di punture, tagli, abrasioni, ustioni,causticazioni alle mani, i lavoratori devonoessere forniti di guanti o altri appropriatimezzi di protezione.
Classificazione
PROTEZIONE DEI PIEDI:
Per la protezione dei piedi nelle lavorazioni in cuiesistono specifici pericoli di ustioni, di causticazione,di punture o di schiacciamento, i lavoratori devonoessere provvisti di adeguate calzature. Tali calzaturedevono potersi sfilare rapidamente
PROTEZIONE DELLE ALTRE PARTI DEL CORPO:
Qualora sia necessario proteggere talune parti delcorpo contro rischi particolari, i lavoratori devonoavere a disposizione idonei mezzi di difesa (schermiadeguati, grembiuli, gambali…)
CINTURE DI SICUREZZA:
I lavoratori che sono esposti a pericolo di cadutadall'alto o entro vani o che devono prestare laloro opera entro pozzi, cisterne e simili incondizioni di pericolo, devono essere provvisti diadatta cintura di sicurezza.
MASCHERE RESPIRATORIE:
I lavoratori esposti a specifici rischi di inalazionipericolose di gas, polveri o fumi nocivi devonoavere a disposizione maschere respiratorie oaltri dispositivi idonei.
Classificazione
Classificazione
Tutti i D.P.I. commercializzati dal 1°Luglio 1995 devono essere MARCATI CE e devonoessere accompagnati dalla documentazione con le istruzioni di uso e manutenzione.La garanzia del possesso dei requisito essenziali di salute e sicurezza è rappresentatadall’obbligo per il fabbricante di attuare una procedura di certificazione in funzione dellacategoria di appartenenza del DPI. Nei DPI di III categoria la marcatura CE deve essereseguita da un codice di 4 cifre che indica l’organismo notificato che ha provveduto allacertificazione.
In ogni caso la marcatura deve comprendere almeno:▪Il nome, il marchio o altro elemento di identificazione del fabbricante;▪Il riferimento al modello del DPI (nome commerciale, codice, ecc..);▪Qualsiasi riferimento opportuno per l’identificazione delle caratteristiche del DPI (taglia,prestazioni, pittogramma, ecc…).
N.B. La marcatura deve essere facilmente individuabile, chiaramente leggibile e indelebile.
Marcatura e nota informativa
Inoltre deve essere presente la NOTA INFORMATIVA «i», in pratica le istruzioni per l’uso del DPI. Questa nota deve almeno contenere:
▪ Il nome e l’indirizzo del fabbricante;
▪ Il nome, l’indirizzo e il numero di identificazione dell’organismo notificato che ha provveduto alla certificazione;
▪ Le istruzioni per il deposito, l’impiego, la pulizia, la manutenzione e eventuale disinfezione;
▪ Le classi di protezione e i corrispondenti limiti di utilizzazione;
▪ La data di scadenza del DPI e dei suoi composti.
Marcatura e nota informativa
PROTEZIONE DELLE MANI
Per la scelta del guanto adatto alla tipologia del lavoro occorre definire:
▪ Tipo di lavoro – precisione, pesante, rischioso
▪ Tipologia ambiente – in base alla natura dell’ambiente in cui deve operare ilDPI si individua la materia prima dei guanti
▪ Livello di prestazione – l’analisi dei rischi sul posto di lavoro aiuta a valutare illivello di protezione necessario
▪ Ottemperanza dei DPI rispetto a quanto indicato nelle tabelle dell’allegato VIIIdel Dlgs 81/08 e s.m.i
I PITTOGRAMMI sono riportati solo sui GUANTI e sono utili al momento della
scelta del DPI per individuare quelli più adatti alle proprie esigenze. Infatti
oltre alle figure dei rischi che vengono protetti sono
riportati dei numeri che suggeriscono il livello di
prestazione.
Esempi:
Indicazione dei livelli di prestazione per la protezione dal Rischio Meccanico
Resistenze LivelliDotazione minima per
operazioni di cantiere
Dotazione aggiuntiva per
operazioni di MMC
Abrasione Da 1 a 4 2 2
Taglio Da 1 a 5 3 1
Lacerazione Da 1 a 4 3 2
Perforazione Da 1 a 4 2 2
Secondo la norma EN 420 i guanti devono rispondere ai seguentirequisiti:
▪Identificazione del produttore e marcatura del prodotto;▪ Innocuità (pH e tenore di cromo);▪ Rispetto delle taglie definite;▪ Indicazione dei livelli di prestazione;▪ Composizione del guanto;▪ Proprietà elettrostatiche.
In generale il tipo di protezione adottato deve comunque consentire la
possibilità di movimento delle mani senza ridurne la capacità prensile e
permettere una certa sensibilità pur garantendo una buona resistenza nei
confronti dell’agente specifico per il quale viene utilizzato.
I guanti devono essere:
▪ Della giusta misura e dimensione (corti o lunghi)
▪ Mantenuti puliti internamente (attenzione soprattutto nell’indossarli e
nel toglierli)
Allergie cutanee possono essere causate sia da alcune sostanze presenti in
alcuni guanti, sia da un uso scorretto del guanto.
Le irritazioni cutanee sono spesso causate dall’utilizzo abituale di guanti
sporchi internamente, perché eccessivamente usati o mal riposti. In questi casi
occorre sostituire il tipo di guanto che ha generato allergia e rinnovare la
fornitura se usurato.
Nei casi di allergia accertata bisogna indossare sottoguanti di cotone e creme
barriera.
Procedura per rimuovere i guanti
▪ Afferrare la parte esterna del guanto, all’altezza del polso, con la mano
opposta che ancora indossa il guanto e sfilarlo rivoltandolo dall’interno
verso l’esterno
▪ Trattenere il guanto sfilato nella mano con il guanto indossato
▪ Far scorrere le dita della mano senza guanto all’altezza del polso del guanto
ancora indossato e rimuoverlo, sempre rivoltandolo dall’interno verso
l’esterno
▪ Eliminare i guanti
PROTEZIONE DEI PIEDI
sicurezza protezione lavoro
EN ISO 20345 EN ISO 20346 EN ISO 20347
resistenza puntale 200J resistenza puntale 100J senza puntale
Sigla S (sicurezza) Sigla P (protezione) Sigla 0 (Lavoro)
Normativa di riferimento:
Classificazione: Codice di
designazioneClassificazione
ICalzature di cuoio e altri materiali, escluse calzature
interamente di gomma o materiale polimerico
II
Calzature interamente di gomma (completamente
vulcanizzate) o interamente polimeriche (completamente
stampate)
Categoria Requisiti di base Requisiti supplementari
SB I oppure II
S1 IZona del tallone chiusa con assorbimento di energia e proprietà
antistatiche
S2 I Come S1 più penetrazione e assorbimento di acqua
S3 I Come S2 più resistenze alla perforazione, suole con rilievi
S4 II Proprietà antistatiche, assorbimenti di energia nella zona del tallone
S5 II Come S4 più resistenza alla perforazione suole con rilievi
Categorie delle calzature di sicurezza:
La scarpa di sicurezza protegge i piedi contro le aggressioni esterne(schiacciamento, ustioni da scintille, fluidi caldi o scorie, freddo, perforazioni,vibrazioni) e nel contatto verso il suolo (pericoli di scivolamento nel suoloroccioso o fangoso, su superfici cosparse di olio o grasso o scorieincandescenti).
Requisiti comuni alle calzature da lavoro sono la resistenza all’acqua e ad
agenti chimici, il dispositivo di sfilamento rapido e la presenza di suole
antisdrucciolo.
Perché siano confortevoli le scarpe da lavoro devono avere:
▪ Peso non eccessivo
▪ Buona confezione e qualità
▪ Solette antitraspiranti amovibili
▪ Tipo adatto alla stagione
PROTEZIONE DELLA TESTA
Requisiti obbligatori: assorbimento degli urti (5kN); resistenza alla penetrazione.
Requisiti facoltativi: test di osservazione degli urti e di resistenza alla penetrazione a temperature estremamente basse (-20C°/ -30C°); test di isolamento elettrico.
Requisiti obbligatori: assorbimento degli urti (5kN), resistenza alla penetrazione (3kN), resistenza alla fiamma, punto di ancoraggio del sottogola (rottura tra 150N e 250N).
Requisiti facoltativi: test di osservazione degli urti e di resistenza alla penetrazione a temperature estremamente basse ed elevate (-20C°, -30 C° e +150 C°), test di isolamento elettrico, deformazione laterale.
BERRETTO ANTIURTO (EN 812)
ELMETTO INDUSTRIALE (EN 397)
Il capo deve essere protetto non solo contro possibili traumi, ma anche dalle
intemperie e dai raggi solari.
Gli elmetti devono essere:
▪ Resistenti all’impatto
▪ Resistenti alla penetrazione
▪ Autoestinguenti
▪ Isolanti
▪ Leggeri e adattabili al capo
▪ Integrabile con gli altri mezzi di protezione (ad esempio le cuffie)
PROTEZIONE DEGLI OCCHI
Gli occhi sono soggetti a diversi rischi che possono portare a tre tipi di lesioni:
meccaniche, ottiche e termiche.
L’uso di occhiali e visiere protegge gli occhi da schegge, frammenti di materiale
anche incandescente e da spruzzi di liquidi, impedendo il verificarsi di infortuni
estremamente frequenti.
Tali dispositivi sono indicati anche come protezione contro gli effetti dannosi,
acuti o cronici, delle radiazioni.
Gli occhiali devono essere sufficientemente leggeri ma al tempo stesso
resistenti, dotati di lenti antigraffio, con lenti graduate o colorate se le
lavorazioni lo rendano necessario; devono avere ripari anche lateralmente e
superiormente. E’ fondamentale che le lenti non producano distorsione delle
immagini, cioè siano “otticamente neutre” per non costituire un rischio
infortunistico aggiuntivo.
Le visiere, in grado di proteggere oltre agli occhi anche il viso, devono essere
resistenti al calore, agli agenti chimici ed agli urti, essere dotate di schermature
antiabbaglianti ed essere adattabili alle caratteristiche dell’utilizzatore.
La marcatura dei DPI di protezione per gli occhi deve comprendere:
• marcatura CE;• marchio del produttore;• classe ottica;• livello per gli oculari filtranti;• vari simboli.
CLASSE OTTICA
1 Lavori continui
2 Lavori intermittenti
3 Lavori occasionali con divieto di uso permanente
RESISTENZA MECCANICA
S Solidità rinforzata (resistenza d una sfera di 22 mm e di 43g in caduta da 1,30 m)
F Impatto a bassa energia (resistenza ad una sfera di 6 mm e di 0,86g a 45 m/s)
B Impatto a media energia (resistenza ad una sfera di 6 mm e di 0,86 g a 120 m/s)
A Impatto ad alta energia (resistenza ad una sfera di 6 mm e di 0,86 g a 190 m/s)
K Resistenza al danneggiamento delle superfici provocato dalle particelle fini
(optional)
N Resistenza alla condensa (optional)
Esempio di marcatura lente:
A EN166 FT CE
CostruttoreResistenza
meccanica
Marcatura CENorma
applicabile
2C 1,2 A 1 FT N CE
Tipo di filtro
Numero gradazio
ne
Costruttore
Classeottica
Resistenza
meccanica
Requisiti aggiunti
vi
Marcatura CE
TIPO DI FILTRO
2 Filtro UV
2C o 3 Filtro UV con buon riconoscimento dei colori
4 Filtro infrarossi
5 Filtro solare
6 Filtro solare con specifica IR
NUMERO DI GRADAZIONE*
1,2 Lente neutra o ambra
1,7 Lente indoor – outdoor
2,5 Lente marrone o fumo
3,1 Lente marrone multilayer o blu specchiato
*Filtro per saldatura se presente un numero unico per filtro e gradazione:1,7 = IR 1,7 – 3= IR 3,0 – 5 IR=5,0 – 7= IR7,0
PROTEZIONE DELL’UDITO
Zone di rischio a 1000Hz
Condizioni di esposizione Zone di sicurezza (dB) Zone di pericolo (dB) Zona dannosa (dB)
Senza protezione fino a 85 da 85 a 120 >120
Con tappi per le orecchie 115 da 115 a 130 130
Con cuffie o archetto 125 da 125 a 135 135
Simboli delle attenuazioni:
▪L: basse frequenze (gravi)▪M: medie frequenze▪ H: alte frequenze (acuti)▪ SNR: attenuazione media (livello di protezione che un prodotto è in grado di offrire per un rangedi frequenza compreso tra 63 Hz e 800 Hz)
I mezzi ad inserimento si suddividono ulteriormente in:
▪ Usabili sola volta (monouso); sono composti da batuffoli di lana piuma
o di cotone impregnato di cere o grassi (la deformazione conseguente
ai movimenti della mandibola ne diminuisce peraltro l'efficacia)
▪ Usabili più volte (riutilizzabili) previa una accurata pulizia del
dispositivo di protezione stesso. Le particolari doti di elasticità dei
materiali impiegati (neoprene, vari tipi di schiume polimeriche,
silicone e gomma) e la più elevata densità ne migliorano l'aderenza al
canale uditivo offrendo buone caratteristiche di isolamento
PROTEZIONE DELLE VIE
RESPIRATORIE
FFP1/P1 per contaminanti con TLV=10 mg/mc
FFP2/P2 per contaminanti con TLV>0,1 mg/mc
FFP3/P3 per contaminanti con TLV<0,1 mg/mc
Respiratori antipolvere:
• Facciali filtranti, semimaschere o maschere con filtro
antipolvere (ventilazione non assistita)
• Cappucci o caschi alimentati da elettroventilatore
(ventilazione assistita)
• Maschere alimentate da elettroventilatore
(ventilazione forzata)
Caratteristiche:
▪ Per le polveri chiamate “inerti” prive di un effetto dannoso
specifico ma che comunque è bene non respirare, ad esempio
quelle che si producono nei lavori edili, è sufficiente una maschera
a bassa efficienza (P1).
▪ In lavori che espongono a polveri più rischiose per la salute (ad
esempio polveri di metalli tossici o di silice), o a nebbie nocive, si
dovranno scegliere maschere o filtri con grado di protezione più
elevato (P2, P3).
Caratteristiche:
▪ Se l’inquinante è rappresentato da un gas o da un vapore devono
invece essere utilizzate maschere filtranti in grado di trattenere,
per azione fisico-chimica, le sostanze inquinanti.
Sono infatti in commercio diversi filtri specifici per le sostanze da trattenere e
contraddistinti da lettere e bande di colori diversi. Anche in questo caso, oltre
al colore, è ben evidente un numero che indica la capacità filtrante, cioè la
durata del filtro, in relazione con la quantità di inquinante trattenibile.
Tipo di sostanza filtrataA Vapori organici (ebollizione >65 C°) e solventi
B Gas e vapori inorganici
E Anidride solforosa e acidi solforosi
K Ammoniaca e derivati
AX Gas e vapori organici (ebollizione <65 C°)
Respiratori antigas e vapori:
La durata di un filtro antigas dipende dalla natura e dalla concentrazione del contaminante,dall’umidità, temperatura, ritmo respiratorio e capacità polmonare. Non è pertanto possibilestabilire una durata standardizzata, il filtro va sostituito quando si avverte l’odore o il sapore dellasostanza, ossia quando il filtro è saturo e non è più in grado di assorbire. Occorre pertantoeffettuare un controllo periodico e PRELIMINARE all’uso, volto a verificare l’effettiva efficienza delDPI. Su alcuni tipi di filtri è riportata la data di scadenza.
Ciascun filtro può inoltre essere suddiviso in tre classi: 1, 2 e 3. Tutti i filtri hanno efficienza filtrante del 100%, quello che differenzia le classi di filtro è la quantità di contaminante che è in grado di assorbire.
Fattori da prendere in considerazione nella scelta del corretto dispositivo diprotezione delle vie respiratorie da adottare:
– agente chimico da cui proteggersi (limiti diesposizione e potenziale concentrazione nell’areadi lavoro)
– potenziale carenza di ossigeno (<19.5% O2)
– concentrazioni di IDLH (Immediately Dangerous to Life or Health)
– avvisaglie di contaminazione effettiva o potenzialedell’ambiente di lavoro (odori molesti, irritazione dipelle e occhi, etc..)
Indossare la mascherina
Sollevare le estremità dei due lembi del
respiratore e modellare lo stringi naso
esercitando una leggera pressione al centro.
Tenendo il respiratore sul palmo della mano
tirare il lembo inferiore per ottenere la
configurazione a conchiglia.
Indossare la mascherina
Capovolgere il respiratore ed afferrare gli
elastici
Appoggiare il lembo inferiore sotto il mento e
sistemare gli elastici sulla testa
Indossare la mascherina
Posizionare l’elastico inferiore sotto le orecchie e
quello superiore sopra le orecchie. Regolare la
posizione dei lembi superiore e inferiore fino ad
ottenere la tenuta ottimale
Modellare lo stringi naso con entrambe le mani
Indossare la mascherina
Per verificare la tenuta, appoggiare
completamente le mani sul respiratore e inspirare
profondamente. Se si dovessero avvertire problemi
di tenuta, ripetere le operazioni di indossamento.
PROTEZIONE DEL CORPO
• Sono DPI di III categoria
• Necessitano di:FormazioneAddestramento
• Solo il personale abilitato può utilizzarli
1. Cinture di sicurezza per guardafili
2. Cinture di sicurezza con bretelle e fune di trattenuta
3. Cinture di sicurezza con bretelle passanti sotto le ascelle, collegate a funi disalvataggio
Obblighi del DdL concernenti l’impiego di sistemi di accesso e posizionamentomediante funi:
(requisiti)
▪ Almeno due funi ancorate separatamente: FUNE DI LAVORO (per l’accesso, ladiscesa e il sostegno) e FUNE DI SICUREZZA (dispositivo ausiliario). E’ ammessol’uso di una sola fune in circostanze eccezionali, in cui l’uso di una seconda funerende il lavoro più pericoloso e se sono adottate misure adeguate per garantire lasicurezza.
▪ Lavoratori dotati di un’adeguata imbracatura di sostegno collegata alla fune disicurezza.
▪ Fune di lavoro dotata di meccanismi sicuri di ascesa e discesa e dotata di sistemaautobloccante volto a evitare la caduta nel caso in cui l’utilizzatore perda ilcontrollo dei propri movimenti
▪ Attrezzi ed altri accessori utilizzati dai lavoratori, agganciati alla loro imbracatura disostegno a al sedile o altro strumento idoneo.
Per proteggere efficacemente contro le cadute, durante i lavori in quota, e per conformarsi alla legislazione europea (EN363), un sistema anticaduta deve essere composto obbligatoriamente dai 4 elementi seguenti :
▪ Punto d’ancoraggio;
▪ Imbracatura anticaduta;
▪ Elemento di collegamento;
▪ Procedura di salvataggio.
• Protezione da calore e fiamme
• Protezione da rischi meccanici
• Alta visibilità
• Antimpigliamento
• Elettrostaticità
• Freddo e intemperie
• Rischio chimico e biologico
• Contaminazione radioattiva
Gli indumenti di protezione devono rispettare i requisiti generali relativiall’ergonomia, alla durata e alle taglie indicati nella norma EN 340
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SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO:
Titolo V, Capo I, D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
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La segnaletica di sicurezza può essere:▪ di divieto: un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o
causare un pericolo;▪ di avvertimento: un segnale che avverte di un rischio o pericolo;▪ di prescrizione: un segnale che prescrive un determinato comportamento;▪ di salvataggio o di soccorso: un segnale che fornisce indicazioni relative alle uscite di
sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio;▪ di informazione: un segnale che fornisce indicazioni diverse da quelle specificate in
precedenza.
Rientra nella definizione di segnaletica di sicurezza la segnaletica che, riferita ad un oggetto, un’attività o una situazione determinata, fornisce
un’indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza o la salute nei luoghi di lavoro, e che utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un colore, un
segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale.
Segnaletica
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Il colore ROSSO è presente nei segnali rotondi e indica il divieto dicompiere operazioni pericolose.
I cartelli rettangolari completamente di colore ROSSO sono utilizzati per indicare le attrezzature antincendio.
Il VERDE è associato alla segnaletica di emergenza, ad esempio le vie d’uscita o i dispositivi di soccorso
I cartelli di colore GIALLO avvertono della presenza di un pericolo.
I cartelli di colore BLU indicano i comportamenti obbligatori necessari alla protezione e alla prevenzione degli infortuni.
Classificazione
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Forma: ROTONDA
Colore:PITTOGRAMMANERO SU SFONDOBIANCO con BORDOE BANDA ROSSI(verso il basso dasinistra a destrainclinata di 45°)
vietano un comportamento che potrebbe far correre o causare un
pericolo
Cartelli di divieto
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DIREZIONE DA SEGUIRE
Consentono di individuare e raggiungerevelocemente le attrezzature antincendiopredisposte a tal fine
Forma: QUADRATA O RETTANGOLAREColore: PITTOGRAMMA BIANCO SU SFONDO ROSSOIl colore rosso deve coprire almeno il 50% della superficie del cartello.
Localizzazione attrezzatura antincendio
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Forma: TRIANGOLAREColore: PITTOGRAMMA NERO SU SFONDO GIALLO e BORDO
NERO. Il colore giallo deve coprire almeno il 50% della superficie del cartello.
Avvertono di un rischio o pericolo
Cartelli di avvertimento
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Forma: ROTONDAColore: PITTOGRAMMA BIANCO SU SFONDO AZZURROIl colore azzurro deve coprire almeno il 50% della superficie del cartello.
Prescrivono un determinato
comportamento
Cartelli di obbligo
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Forma: QUADRATA o RETTANGOLARE
Colore: PITTOGRAMMA BIANCO SU SFONDO VERDE
Il colore verde deve coprire almeno il 50% della superficie del cartello.
Forniscono indicazioni relative alle uscite di
emergenza, ai mezzi di soccorso o di salvataggio o
Cartelli di salvataggio
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▪ La luce emessa deve produrre un contrasto luminoso adeguato al suoambiente, in rapporto alle condizioni di impiego previste, senza provocareabbagliamento per luminosità eccessiva o cattiva visibilità per intensitàinsufficiente;
▪ Il colore della superficie e del pittogramma sono medesimi del cartello che siintende riprodurre.
Cartelli di salvataggio
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Segnali gestuali
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OSTACOLIDELIMITAZIONI AREE
Per la segnalazione di ostacoli come fosse, gradini, pilastri lungo una via di passaggio, bozzelli di gru, oggetti di macchine sporgenti, etc., si usano bande giallo/nere a 45°.
Segnalazioni ostacoli
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COMBINAZIONE DI FORME E COLORI
Segnale di informazione, fornisce ulteriori ediverse indicazioni rispetto a quelleprecedenti.
Altri segnali
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L’obiettivo della segnaletica di sicurezza è quello di attirare in modo rapido,
efficace e con modalità di facile interpretazione, l'attenzione del lavoratore su
situazioni o oggetti che possono essere causa di rischio sul luogo di lavoro.
La segnaletica per essere efficace deve dare un messaggio rapido e facilmente
interpretabile.
Utilizzo corretto
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▪ Evitare la disposizione ravvicinata di un numero di
cartelli eccessivo, ciò al fine di favorirne
l’individuazione e la comprensione del messaggio
▪ Non utilizzare contemporaneamente segnali che
possano generare confusione tra di loro (ad esempio:
fornire messaggi contraddittori)
▪ Rendere visibile la segnaletica da tutte le posizioni
ritenute critiche rispetto al messaggio che si vuole
fornire
Utilizzo corretto
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• La luce emessa da un segnale deve produrre un contrasto luminoso
adeguato al suo ambiente, in rapporto alle condizioni d’impiego previste,
senza provocare abbagliamento per intensità eccessiva o cattiva visibilità per
intensità insufficiente.
• Se un dispositivo può emettere un segnale continuo ed uno intermittente, il
segnale intermittente sarà impiegato per indicare, rispetto a quello
continuo, un livello più elevato di pericolo o una maggiore urgenza
dell’intervento o dell’azione richiesta od imposta.
Segnaletica luminosa
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Un segnale acustico deve:
• avere un livello sonoro nettamente superiore al rumore di fondo, inmodo da essere udibile, senza tuttavia essere eccessivo o doloroso
• essere facilmente riconoscibile in rapporto particolarmente alla duratadegli impulsi ed alla separazione fra impulsi e serie di impulsi, edistinguersi nettamente, da una parte, da un altro segnale acustico e,dall’altra, dai rumori di fondo
Nei casi in cui un dispositivo può emettere un segnale acustico con frequenzacostante e variabile, la frequenza variabile andrà impiegata per segnalare, inrapporto alla frequenza costante, un livello più elevato di pericolo o unamaggiore urgenza dell’intervento o dell’azione sollecitata o prescritta.
Segnaletica acustica