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IN QUESTO NUMEROPAPA FRANCESCO 2
DON FEDERICO: L'ESTATE E' ALLE PORTE 6
VISITA PASTORALE : IL MESSAGGIO DEL VESCOVO DIEGO 8
DALL'ALBANIA A REBBIO 1 1
VITA COMUNITARIA 1 4
CALENDARI ESTIVI 1 6
LA CARITAS PARROCCHIALE 1 8
IL CONCILIO VATICANO II° , CINQUANT'ANNI DOPO 20
"HOUSING SOCIALE" - INTERVISTA ALL'ASSESSORE 23
RICORDANDO GLI AMICI ARISTIDE E ALESSANDRO 26
CALENDARIO LITURGICO 29
SONO GIA' PASSATI VENTICINQUE ANNI 30
ANAGRAFE PARROCCHIALE 31
CONTATTI UTILI 32
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PAPA FRANCESCO
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FF rraann cceessccoo II :: NN oonn rreessttii aamm oo
aadd ooll eesscceenn ttii ttuu ttttaa ll aa vvii ttaa..Tutti sono rimasti colpiti dalmodo di comunicare del nuovoPontefice: diretto, senzasovrastrutture, capace diarrivare dritto al cuore. In ognisuo discorso non c’è mairetorica, conosce bene il mondoe ci aiuta a guardarlo con unnuovo sguardo. Abbiamo sceltoalcuni frammenti di due i discorsipronunciati da Francesco I : i l 4maggio, dopo aver guidato i lRosario, nel la Basil ica di SantaMaria Maggiore e il 1 6 maggio,durante l ’udienza tenuta adalcuni ambasciatori. Francesco Icontrappone la responsabil ità aldisimpegno e, parlando airappresentanti dei paesistranieri, si è scagliato controcorruzione ed evasione.«Quanto è diffici le nel nostrotempo prendere decisionidefinitive. Ci seduce ilprovvisorio, siamo vittime di unatendenza che ci spinge allaprovvisorietà, come sedesiderassimo rimanereadolescenti per tutta la vita. Nondobbiamo avere paura degli
impegni definitivi».«Gesù Cristo con la suaPassione, Morte e Risurrezioneci porta la salvezza, ci dona lagrazia e la gioia di essere figl i diDio, di chiamarlo in verità Padre.Maria è Madre, e una madre sipreoccupa soprattutto dellasalute dei suoi figl i , sa curarlasempre con grande e teneroamore. La Madonna costudiscela nostra salute. Che cosa vuoledire questo? Penso soprattutto atre aspetti : ci aiuta a crescere,ad affrontare la vita, ad esserel iberi».«Una mamma aiuta i figl i acrescere e vuole che crescanobene. Per questo l i educa a noncedere alla pigrizia che derivada un certo benessere, a nonadagiarsi in una vita comodache si accontenta di avere solodelle cose. La mamma ha curadei figl i perché crescano sempredi più, crescano forti , capaci diprendersi responsabil ità, diimpegnarsi nel la vita, di tendereai grandi ideal i»«I l Vangelo di Luca dice chenella famigl ia di Nazareth, Gesùcresceva e si fortificava, pieno di
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sapienza, e la grazia di Dio erasu di lui . La Madonna fa questoper noi, ci aiuta a crescereumanamente e nella fede, aessere forti e non cedere nellatentazione dell ’essere uomini ecristiani in modo superficiale, maa vivere con responsabil ità, atendere sempre più in alto».«Libertà non significa fare tuttociò che si vuole, lasciarsidominare dalle passioni,passare da un’esperienzaall ’altra senza discernimento,seguire le mode del tempo. Lalibertà ci è perché sappiamo farescelte buone. E Maria da buonamadre ci educa a essere, comeLei, capaci di fare sceltedefinitive, con quella l ibertàpiena con cui ha risposto sì alpiano di Dio sul la sua vita».4 maggio, Basil ica S. MariaMaggiore Roma
SS eerrvvee rrii ffoorrmm aa:: aa ii uu ttii aa ii ppoovveerrii«Troppa precarietà,conseguenze funeste. Unacorruzione tentacolare eun’evasione fiscale egoistahanno assunto dimensionimondial i».«Si instaura una nuova tiranniainvisibi le, a volte virtuale, cheimpone unilateralmente e senzarimedio possibi le le sue leggi ele sue regole. Inoltrel ’ indebitamento e il creditoal lontanano i Paesi dal la loroeconomia reale e i cittadini daloro potere d’acquisto reale. Lavolontà di potenza e di possessoè diventata senza limiti».«I l denaro è diventato un idolo.Ideologie promuovonol’autonomia assoluta dei mercatie speculazione finanziaria. C’èuna tirannia delle leggi delmercatoT occorre una riformafinanziaria e aiuto i poveri»«Va riconosciuto che la maggiorparte degli uomini e delle donnedel nostro tempo continuano avivere in una precarietàquotidiana con conseguenzefuneste. La paura e la
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disperazione prendono i cuori dinumerose persone, anche neiPaesi cosiddetti ricchi, la gioia divivere va diminuendo,l ’ indecenza e la violenza sono inaumento, la povertà diventa piùevidente».«I l Papa ama tutti , i ricchi e ipoveri ma ha il dovere, in nomedi Cristo, di ricordare al riccoche deve aiutare il povero,rispettarlo, promuoverloT Lacarità è la carezza dellaChiesa».«La Chiesa incoraggia igovernanti ad essere veramenteal servizio del bene comune
delle loro popolazioni, esorta idirigenti del le realtà finanziarie aprendere in considerazionel’etica e la solidarietà».1 6 maggio, Vaticano. Discorsoagli ambasciatori di Kyrgyzstan,Antigua e Barbuda,Lussemburgo, Botswana.
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L' ESTATE E' ALLE PORTE
Pochi giorni fa a Palermo, era il 25
maggio, è stato beatificato Padre
Pino Puglisi , sacerdote ucciso dalla
mafia i l 1 5 settembre del 1 991 ,
giorno del suo 56° compleanno.
L’intento di “3P”, così veniva
soprannominato Padre Pino Puglisi ,
era quello di rendere il quartiere più
bello, più vivibi le, aiutarlo ad uscire
dall ’anonimato l iberandolo dalle
fauci del la mafia.
E’ riuscito a far l iberare dei
magazzini comunali in mano alla
mafia per realizzare un centro
chiamato “Padre Nostro”; ha tentato
di portare quei beni primari che a
Brancaccio (quartiere in cui era
situata la parrocchia) non si
potevano avere perché tutte era
gestito dal la mafia.
Ha voluto iniziare i l suo lavoro con i
bambini e i giovani, coloro che
erano il futuro, la speranza di
Brancaccio! ! ! E questo gl i costò la
vita. ma quella gioia, quel la bellezza
che voleva portare nel suo quartiere
l ’ha caratterizzato anche nel
momento della morte: mentre
l ’uccisore stava per sparargl i , Padre
Pino Puglisi ha detto sorridendo
“Me lo aspettavo”. Questa frase è
rimasta talmente impressa
nell ’omicida (un giovane abituato ad
ammazzare) che da lì ha iniziato i l
suo processo di conversione.
3P sovente usava queste parole:
"Le nostre iniziative e quelle dei
volontari devono essere un segno.
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Non è qualcosa che può
trasformare Brancaccio.
Questa è un'illusione che non
possiamo permetterci.
E' soltanto un segno per fornire altri
modelli, soprattutto ai giovani.
Lo facciamo per poter dire: dato
che non c'è niente, noi vogliamo
rimboccarci le maniche e costruire
qualche cosa.
E se ognuno fa qualche cosa, allora
si può fare molto. . . "
L’estate è alle porteT
Estate: tempo di vacanza, relax,
riposo, ferie (per chi se le può
permettere)T .
La parrocchia con le associazioni
presenti sul territorio farà alcune
proposte, altre ne potranno sorgere
a livel lo di condomini, di rioniT
perché non impegnarci affinchè
anche il nostro quartiere sia sempre
più godibi le, sempre più bello e
gioioso?
E’ vero, a volte ci verrà chiesto un
piccolo sforzo, quello di uscire da
noi stessi per andare incontro
al l ’altro, ma questo non può che far
bene a noi e al l ’altro, può generare
relazioni di amicizia e di fraternità
nuove T Padre Pino Puglisi ha
avuto i l coraggio di uscire da se
stesso, forse un po’ troppo
(potrebbe dire qualcuno), ma
questo suo esporsi ha provocato un
bene più grande a tal punto che la
Chiesa lo proclama “beato”.
Perché non cogliere l ’ invito di Padre
Pino e se ognuno fa qualche cosa, allorasi può fare molto..?
Buon estate, buone ferie, ma anche
buon’opportunità per incontrarci e
render più bello i l nostro quartiere!
Don Federico
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Sabato 23 e domenica 24 febbraio
la comunità parrocchiale ha accolto
i l vescovo Diego per la visita
pastorale: due giornate molto
intense durante le quali mons.
Coletti ha avuto modo di mettersi in
ascolto delle persone che, in ambiti
diversi, compongono la variegata
realtà della parrocchia e del
quartiere.
Presso il Cine Teatro Nuovo si è
svolta nel pomeriggio di sabato
l ’assemblea parrocchiale,
importante momento di riflessione e
di confronto con il vescovo.
I l Consigl io Pastorale Parrocchiale e
i membri del le Commissioni che ad
esso fanno capo avevano
preparato, nei mesi precedenti la
visita di mons. Coletti , un
documento nel quale sono state
evidenziate alcune caratteristiche
del quartiere e della parrocchia e
dei cammini di fede e di carità che
questa porzione di Chiesa sta
portando avanti. I l tutto nel tentativo
di elaborare un progetto pastorale
per i l futuro. Al vescovo, di
conseguenza, sono state sottoposte
alcune domande riguardanti quei
temi che la comunità parrocchiale
ritiene più urgenti per la riflessione e
per i l cammino futuro.
Di seguito, riportiamo alcuni stralci
del l ’ intervento del vescovo Diego.
Vogliono essere spunti di riflessione
per l ’ intera comunità, chiamata a far
tesoro del messaggio del vescovo,
per poter continuare a camminare
con l’entusiasmo che viene dal
vivere una relazione profonda con il
Signore della storia.
CCoonn uu nn aa ffoorrttee ii dd eenn ttii ttàà ccrrii ssttii aann aa
Noi abbiamo sempre bisogno di
continuare a nutrire una relazione
viva con il Signore Gesù perché
questa si traduca in un senso
maturo di fede, applicando alla vita
i l modo di pensare del Signore
Gesù, che è sempre qualcosa di
nuovo, inedito, urgente e
immediato.
La strada da percorrere è quella di
vivere fino in fondo, con passione,
la propria identità dentro lo Spirito di
Gesù che mette insieme, che fa
camminare e che impasta una
umanità nuova.
VISITA PASTORALEIl messaggio del Vescovo Diego
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II nn uu nn ccaamm mm ii nn oo dd ii ffoorrmm aazzii oonn ee
La formazione alla
corresponsabil ità nel la Chiesa va di
pari passo con l’assunzione di
responsabil ità.
In questo ambito, manca una
disponibi l ità diretta e globale
al l ’accudimento della comunità
cristiana, preparandosi ad
assumere questa responsabil ità
attraverso una rigorosa e paziente
formazione permanente.
I Vescovi lombardi sostengono che
ci sia bisogno di una comunità
cristiana di adulti , capace di
assumersi i l cammino globale della
comunità locale e che viva la
propria spiritual ità non alla ricerca
di qualche esperienza
particolarmente bella e
personalmente edificante, ma della
competenza di fede che è
necessaria per poter servire i fratel l i
nel la fede, nel la speranza e nella
carità.
PPrreenn dd eerrssii ccuu rraa dd eell ll aa ccoomm uu nn ii ttàà
Una Chiesa in mano solo ai preti e
ai rel igiosi rischia di finire per
essere spiritual istica e disincarnata.
Le cose funzionano quando la
pastorale, che è la cura per la vita
cristiana della comunità, viene
tenuta in mano da un “nucleo
apostol ico” del la comunità cristiana
che si prepara costantemente e si
mette al servizio con uno sguardo
su tutto l ’orizzonte dell ’attività
pastorale e sempre con il debito
riferimento alla successione
apostol ica presente nella
parrocchia attraverso i sacerdoti.
Così, quando
cambia un
prete non
succede la
rivoluzione,
non viene
tutto azzerato,
perché c’è un
nucleo di
donne e di
uomini – i l più
abbondante
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possibi le, i l più formato possibi le –
che si è preso cura con lui del la
comunità cristiana e che favorisce il
cambiamento, pronto ad accogliere
un prete che arriva, a offrirgl i
fraternità, fargl i sapere che può
contare su qualcuno.
Reinventatevi una comunità
cristiana capace di dare continuità
al suo cammino e di accogliere,
dentro questo cammino, un
parroco, che verrà con una sua
novità, ma troverà una comunità
viva!
TTrraa dd ii aa ll oogg oo ee ii nn tteegg rraazzii oonn ee
I l dialogo parte quando la diversità
è vissuta come occasione, non
come una minaccia, non come un
fastidio.
Se pensiamo: “Sarebbe meglio che
tutti fossero uguali a me!”, sarebbe
un mondo noiosissimo. Meno male
che siamo diversi! Abituiamoci a
vedere in modo positivo la diversità,
ad essere gente che quando vede
qualcosa di diverso da sé si
incuriosisce positivamente.
La parrocchia di Rebbio è un
prezioso laboratorio di integrazione.
Integrazione non vuol dire
semplicemente rispetto reciproco,
ma dialogo: la costruzione di un
percorso al termine del quale non
sono loro (chiunque siano questi
loro) a dover diventare tal i e quali a
noi, ma siamo noi tutti a dover
diventare qualcosa di diverso,
qualcosa di nuovo. Per noi cristiani
sempre in coerenza con il Vangelo.
DD aa ccrrii ssttii aann ii ppeerr ii ll bbeenn ee ccoomm uu nn ee
La Chiesa non deve fare azione
partitica, non deve immischiarsi
nel le questioni del la vita civi le in
quanto Chiesa, ma il cristiano ha
una responsabil ità gravissima e
bell issima da esercitare per i l bene
comune della società in cui vive. I l
cristiano veramente preparato a
entrare nel dibattito politico è
chiamato a dare le ragioni – dice la
lettera di San Pietro – della
speranza che è in lui. I cristiani
portano la ricchezza proveniente
dalla loro fede, così come chiunque
occupandosi di pol itica, cioè
dell ’attenzione alla città del l ’uomo,
porta una propria visione del
mondo.
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DALL' ALBANIA A REBBIOLLaa tteessttiimmoonniiaannzzaa rriippoorrttaattaa ddii
sseegguuiittoo èè ssttaattaa lleettttaa nneellllaa cchhiieessaa ddii
SSaann RRooccccoo,, aa CCoommoo,, nneelllloo ssccoorrssoo
mmeessee ddii mmaarrzzoo,, dduurraannttee llaa vveegglliiaa
ppeerr ii mmiissssiioonnaarrii mmaarrttiirrii..
Sono Dario Hyka, ho 1 5 anni e
questa sera vorrei raccontare la
storia del la mia famigl ia. Accanto a
me ci sono mia mamma Irene e mio
padre Arian. I miei genitori sono nati
e cresciuti in Albania, nel la citta di
Tirana e vivono a Como da 22 anni.
Con noi c’è anche mia sorel la
Camil la che ha 1 0 anni e, come me,
è nata in I tal ia.
A 27 anni, nel 1 991 , mio padre è
scappato dalla sua terra che era
diventata “un buco nero”, un paese
colpito dal la crisi economica e dalla
dittatura comunista, un luogo in cui
agl i uomini era stata tolta qualsiasi
l ibertà.
L’Albania, dominata da Enver
Hoxha dal 1 944 al 1 985, era
diventata
T un paese in cui per poco si
rischiava di finire in galera e di
essere sottoposti ad orribi l i torture;
T .un paese dove era vietato
ascoltare le radio e guardare le TV
straniere;
T un paese dove non si poteva più
avere fiducia nella gente perché
ogni uomo poteva essere un
nemico, una spia del regime;
T un paese in cui la persecuzione
non risparmiava nessuno.
La Chiesa Cattol ica venne
stroncata e tanti furono i preti , i
vescovi e i laici el iminati dal regime.
Anche i musulmani e gl i ortodossi
non vennero risparmiati e molti
furono gli Iman e i Pope imprigionati
e fucilati . Moschee, monasteri e
chiese vennero abbattuti o
trasformati in musei, teatri e centri
cultural i .
Molti furono gli albanesi che, spinti
dal desiderio di l ibertà e dalla
necessità di un avvenire migl iore,
scapparono con mezzi di fortuna
dalla loro terra verso l’ I tal ia.
Mio papà è uno di questi albanesi.
Lui scappò dal suo paese il 4 marzo
del 1 991 . Dal porto della città di
Valona quel giorno erano ormai
salpate tutte le imbarcazioni.
Restava, però, ancorato in mezzo
alla baia, un peschereccio in
pessime condizioni che papà ed
altre 33 persone raggiunsero a
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nuoto ed occuparono. Mio padre
racconta di non aver mai creduto di
riuscire a raggiungere quella barca
anche perché non era un uomo di
mare. Ce la fece e, una volta a
bordo, mentre cercava di capire
quali fossero le reali condizioni
del la barca trovò, nel la stiva, un
piccolo crocifisso che per lui fu un
segno di speranza e che, ancora
oggi, è custodito nella nostra casa.
Da quel momento, infatti , cominciò
a pensare: “Non so come, ma sono
certo che noi andremo in I tal ia!”
E così fu. La notte successiva al
papà e agli altri compagni di viaggio
venne mandato un altro
peschereccio che li portò a Brindisi.
Mio padre restò in questa città
alcuni giorni durante i quali
apprezzò l’accoglienza che
ricevette dai brindisini e fu
testimone dello sbarco di migl iaia di
profughi albanesi, persone che
avevano i loro volti segnati dal la
stanchezza e dal dolore, ma che
avevano nel cuore il desiderio di un
futuro migl iore.
Da Brindisi poi raggiunse, tramite
un amico, Como e qui venne
ospitato nel Centro di Accoglienza
di Sagnino.
I l papà ogni anno faceva ritorno in
Albania dalla sua famigl ia e
durante uno di questi viaggi
avvenne l’ incontro con mia
mamma, Irene. Nel 1 997 i miei
genitori si sposarono in Albania e
poi anche la mamma seguì i l papà
in I tal ia, paese in cui siamo nati e
cresciuti Camil la e io.
Due anni fa mia sorel la ed io
abbiamo ricevuto i l Battesimo nella
Parrocchia di Rebbio durante la
Santa Messa di Pasqua. I nostri
genitori , che vengono da due
famigl ie musulmane, sono stati
contenti di poterci battezzare e
hanno coinvolto i nostri parenti che
sono venuti dal l ’Albania per
condividere con noi la gioia di
questo importante momento.
Noi tutti siamo infatti convinti che
gli insegnamenti del la rel igione
cattol ica aprano il cuore degli
uomini al l ’accoglienza e aiutino le
persone a vivere in modo pacifico
costruendo rapporti improntati al
dialogo e al rispetto reciproco.
Nonostante i miei genitori vivano in
I tal ia da più di vent’anni, non hanno
dimenticato la loro terra. Essa è
parte di loro, la portano sempre nel
cuore e hanno cercato di farla
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conoscere ed amare anche a me e
a Camil la Direi che ci sono riusciti
perché io già da piccolo, in un testo
scritto in seconda elementare,
raccontavo:
“Io un giorno ho visto una farfal la
gigante, l ’ho chiamata e lei è
venuta da me. Abbiamo fatto
amicizia e mi ha portato in giro sul
dorso. Io volevo visitare l ’Albania e
la casa dei miei nonni. Ho fatto
atterrare la farfal la e mi sono
fermato a vedere come stavano i
nonni. Stavano molto bene e mi
hanno augurato buona fortuna.
Erano molto contenti di vedermi e
pure io ero contento di averl i visti”.
Grazie per averci ascoltato.
I miei genitori sono convinti di aver
potuto raccontare la loro storia
proprio perché noi viviamo in un
paese cattol ico.
Dario Hyka
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VITA COMUNITARIA
LLaa CCrrooccee èè sseemm pprree ll ìì ssuu ll ll aa dd eessttrraa
dd eell ll ’’ aa ll ttaarree aa tteessttii mm oonn ii aarree ll aa VVii aa
CCrruu ccii ss dd ii qq uu eesstt’’ uu ll ttii mm oo VVeenn eerrdd ìì
SS aann ttoo.. UU nn ii ttii nn eerraarrii oo aall ll ’’ ii nn tteerrnn oo dd eell
qq uu aarrttii eerree,, ssttaazzii oonn ee,, dd ooppoo ssttaazzii oonn ee
ccoomm ee gg ll ii aa ll ttrrii aann nn ii .. EE ppppuu rree ll aa sscceell ttaa
dd ii ffaarrll aa rraaccccoonn ttaarree aagg ll ii aadd ooll eesscceenn ttii
dd eell ll aa nn oossttrraa ppaarrrroocccchh ii aa ll ’’ hh aa rreessaa ppeerr
ttuu ttttii nn ooii ii nn dd ii mm eenn ttii ccaabbii ll ee.. AAbbbbii aamm oo
cchh ii eessttoo aa uu nn oo dd eeii pprroottaagg oonn ii ssttii dd ii
qq uu eell ll aa sseerraattaa dd ii rrii ccoorrdd aarree qq uu eell ll aa
ll uu nn gg aa,, ii nn tteenn ssaa sseerraattaa..
Venerdì 29 marzo si è svolta nelle
vie del quartiere di Rebbio la Via
Crucis animata dai ragazzi del le
medie e da qualche adolescente
delle superiori.
Abbiamo iniziato a prepararla circa
un mese prima, tutte le settimane ci
siamo trovati per provare le varie
scene da recitare. I l gruppo era
composto da circa quaranta ragazzi
che recitavano, da una decina di
catechiste che ci hanno
accompagnato in questo percorso e
dal vicario don Federico.
La Via Crucis era composta da sei
stazioni messe in scena in sei
luoghi diversi di Rebbio e
interval late, durante gl i
spostamenti, da preghiere o canti.
Fin dal l ’ inizio le catechiste ci hanno
spiegato che non stavamo
realizzando una commedia o
un’opera qualunque, ma stavamo
inscenando il percorso doloroso di
Cristo che si avvia al la Crocifissione
e che noi non eravamo lì per ridere
e scherzare, ma per aiutare le
persone a pregare e riflettere
sul l ’amore che Gesù ha avuto per
noi. Egl i infatti ci ha tanto amato da
sacrificare la sua vita per l ’umanità.
La Via Crucis è partita dal centro di
aggregazione giovanile “OASI” nel
parco Negretti dove abbiamo
messo in scena la “preghiera di
Gesù nell ’orto degli ul ivi” e “i l
tradimento di Giuda”.
In seguito ci siamo spostati , sempre
in un clima di preghiera , in un
corti le di un palazzo che si affaccia
in via Palma: su un balcone
abbiamo rappresentato la scena di
Barabba che viene liberato al posto
VIA CRUCIS 2013QUANDO I RAGAZZI SI TRASFORMANO IN TESTIMONI
PER LE STRADE DEL QUARTIERE
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di Gesù.
Da lì siamo giunti in un corti le di un
palazzo in via Giussani dove si è
svolta la scena della caduta di
Gesù e dell ’aiuto che il Cireneo gli
ha offerto nel portare la sua croce .
La Quarta stazione racconta
Veronica che asciuga il volto di
Gesù mentre, nel la Quinta abbiamo
rappresentato, su un balcone in via
Gril loni, i soldati che si dividono le
vesti e che gettano la sorte sul la
sua tunica.
È stata la prima volta che a Rebbio
si real izzava una via Crucis tra le
vie del quartiere. Molte persone
hanno partecipato seguendo il
corteo o semplicemente
affacciandosi al le finestre per
assistere alle scene e dire una
preghiera insieme.
Giunti in chiesa, per
la scena conclusiva
la morte di Gesù, le
persone si sono
disposte nei banchi.
Sul l ’altare una Croce
di circa tre metri,
real izzata da alcuni
papà, intorno alla
quale abbiamo
messo in scena la
morte di Gesù alla fine abbiamo
recitato una preghiera. Desidero
fare un ringraziamento a tutte le
persone che si sono date da fare
per la buona riuscita del la via
Crucis: in modo particolare alle
catechiste, a don Federico, agl i
uomini che hanno allestito le varie
scene, al le famigl ie che ci hanno
ospitato sui loro balconi, al coretto
di Rebbio che ci ha accompagnato
durante gl i spostamenti e a tutte le
persone che, anche in minima
parte, hanno contribuito al la
real izzazione della
rappresentazione del Calvario e
della morte di Gesù.
Mattia
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CALENDARI ESTIVIGREST: dal 1 0 al 29 giugno
CAMPI ESTIVI PER I RAGAZZI
PARROCCHIA DI REBBIO E PRESTINO
Albaredo dal 30 giugno al 6 lugl io per i ragazzi che a settembre
frequenteranno la 1 °, 2° e 3° media
VICARIATO
Baselga di Pinè (Trentino) Dal 7 al 1 4 lugl io per i ragazzi che a settembre
frequenteranno la 1 ° superiore
CAMPI ESTIVI ADOLESCENTI E GIOVANI
Per chi a settembre frequenterà la 2° e 3° superiore
Dal 1 5 al 20 lugl io
BERGAMO
Campo di servizio, di condivisione e di preghiera
Per chi a settembre frequenterà la 4° e 5° superiore
Dal 21 al 27 lugl io
BERGAMO
Campo di servizio, di condivisione e di preghiera
Per giovani
Campo di servizio a Lourdes con l 'UNITALSI
Dall '8 al 1 4 agosto
Per giovani dai 1 8 anni in su
Campo al Cottolengo di Torino
Dal 5 al 1 3 agosto
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EE SS TTAATTEE AA RREE BB BB II OO II NN SS II EE MM EE
Anche per quest’anno, i gruppi e le associazioni presenti nel quartiere
hanno in programma di real izzare delle iniziative per animare le giornate
estive.
I l programma non è ancora ben definito ma ci stiamo impegnando per
offrirvi varie occasioni di incontro e di svago un po’ per tutte le età e per
consentire a chi rimarrà a casa di avere momenti per ritrovarsi, per stare
insieme, visitare, giocare, mangiare e divertirsi.
Appena verrà definito nei dettagl i , verrà pubblicato un calendario preciso
dei vari appuntamenti che per i l momento vi anticipiamo.
PPrroogg rraamm mm aa dd ii mm aassssii mm aa dd eell mm eessee dd ii GG ii uu gg nn oo
2 e 9/6 torneo di mini vol ley (da confermare)
8/6 bande- concerto sul sagrato della chiesa dalle 1 6.00 alle 1 8.00
9/6 festa nel parco di via Negretti tutto i l giorno
1 al 1 5/6 Torneo di calcio
1 2/6 gara di bocce presso la bocciofi la del la cooperativa
1 5-1 6/6 Play on the lake
21 - 28/6 proiezione opere l iriche di Giuseppe Verdi in Ca’ d’ industria
23/6 biciclettata nella spina verde
Tutti i giovedì sono proposte delle passeggiate leggere
In data da definirsi ma in giugno
Gara di carte presso la bocciofi la
Torneo di calcio del le nazioni
Da metà mese fino a lugl io un sabato ogni 1 5 giorni cena tipica con i gruppi
nazionali presenti sul territorio
PPrroogg rraamm mm aa dd ii mm aassssii mm aa dd eell mm eessee dd ii LLuu gg ll ii oo
7/7 festa al parco negretti (organizzato da tutti coloro che hanno
partecipato al progetto di coesione)
1 2/7 proiezione opere l iriche di Giuseppe Verdi in Ca’ d’ industria
Tutti i giovedì, l ’Oratorio propone gite per tutti
Proiezione delle foto dei viaggi del GTR
La Filodrammatica proporrà la sua ultima opera
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I l centro di ascolto della Caritas
parrocchiale di Rebbio è composto
da un gruppo di 1 1 volontari che,
coordinati da don Giusto, 2 volte
al la settimana (martedì e venerdì
dal le 1 6 al le 1 8) ascolta i bisogni di
chi si presenta e, se possibi le, cerca
di fornire un aiuto, direttamente o
indirizzando le persone ad istituzioni
specifiche per le loro necessità.
L’obiettivo principale del centro di
ascolto è quello di svi luppare una
relazione con persone che vivono
un momento di difficoltà o hanno
problemi di integrazione, per
cercare di creare legami che
vadano oltre lo stretto bisogno del
momento. Alla base dell ’ascolto ci
sono la solidarietà, i l rispetto e la
condivisione. Spesso si entra in
relazione con persone di altre
nazionalità, rel igioni, abitudini,
culture e bisogni, cercando di
avviare, sia pure in un contesto
locale, un esempio di convivenza
tra popoli .
Attorno al centro di ascolto sono
nate, spontaneamente, attività
come il doposcuola e le scuole di
cucina e di cucito, che hanno anche
lo scopo di aggregare e integrare le
diverse culture. I l migl ior risultato
che si possa ottenere è fare in
modo che le persone aiutate
diventino a loro volta di aiuto per chi
è in emergenza. Tutto questo senza
dimenticare le necessità material i
che, per chi si trova in difficoltà,
sono ovviamente importanti : l ’aiuto
consiste nella distribuzione del
pacco alimentare o, a seguito di
verifiche dell ’effettiva necessità, in
un contributo occasionale per i l
pagamento di bol lette, canoni
d’affitto e bigl ietti per i l rientro
definitivo in patria.
La distribuzione del pacco viveri
avviene ogni 40 giorni circa,
compatibi lmente con i rifornimenti
da parte del Banco Alimentare. Una
volta al l ’anno poi, grazie al la
Colletta Alimentare Nazionale,
riusciamo ad avere un buon
quantitativo di al imenti. Purtroppo,
ultimamente la quantità di al imenti
ricevuti è insufficiente per i l
fabbisogno complessivo.
Nel corso dell ’anno 201 2, grazie a
questo servizio, siamo riusciti ad
aiutare circa 40 famigl ie, per un
Attività del centro di ascoltodella Caritas parrocchiale di Rebbio
1 9
totale di 1 63 persone: 1 23 di età
compresa tra i 5 e 65 anni, 36 di età
inferiore ai 5 anni e 4 di età
superiore ai 65 anni.
Inoltre, due volte al la settimana
(lunedì e mercoledì dal le 9 al le 1 1 )
alcuni volontari si occupano della
distribuzione di vestiario, raccolto in
parrocchia.
Per quanto riguarda l’aiuto
puramente economico (per bollette,
affitto, T ), la Caritas parrocchiale si
sostiene con varie entrate: fondo
diocesano, offerte varie, ecc. , di cui
si al lega un sintetico bilancio.
Raffael la
a nome del GRUPPO CARITAS
BB II LLAANN CCII OO
EE NN TTRRAATTEE 22 00 11 22
Fondo Solidarietà Diocesano (6 fondi ottenuti) + € 5.000,00
Cassa profughi (rimborso viveri uti l izzati per i profughi) + € 1 .273,00
Offerte varie da parrocchiani per la Caritas + € 1 1 .292,06
Totale + € 1 7.565,06
UU SS CCII TTEE 22 00 11 22
Spese varie per: al imenti, medicine, bol lette, affitti - € 8.951 ,95
Aiuti specifici a 6 famigl ie grazie al
Fondo Solidarietà Diocesano - € 5.000,00
Permessi di soggiorno (5), rinnovo passaporti (1 ) - € 1 .305,00
Bigl ietti vari per rimpatrio (1 4) - € 2.446,74
Totale - € 1 7.703,69
20
L’1 1 ottobre del 1 962, i l giorno in
cui, Festa della Divina maternità di
Maria, si aprì solennemente il
Concil io Ecumenico Vaticano I I , io
c’ero! Avevo appena compiuto dieci
anni e da pochi giorni ero in quinta
elementare, ma posso dire, senza
presunzione, che quell ’evento di cui
sono stata testimone ha davvero
“segnato” la mia esperienza
cristiana.
I l primo ricordo è quello
del l ’ interminabile processione di
Vescovi (più di 2500) che entravano
in S. Pietro e che, con la mia
inseparabile compagna Sandra,
avevo seguito in diretta TV, su invito
del la maestra (era giovedì, i l giorno
l ibero da scuola), non senza
qualche interval lo per giocare un po’
in corti le.
Ho intuito al lora, e l ’ho sempre
sperimentato di persona, che la
Chiesa è ben più grande del
circoscritto territorio intorno al
campanile, che pure è importante
perché offre l ’opportunità
del l ’ incontro concreto e indistinto,
ma che non può diventare
esclusivo, perché
l’autoreferenzial ità al la lunga
soffoca e inaridisce. È il Vescovo il
garante dell ’annuncio del Vangelo ai
nostri giorni e lui pure in comunione
fraterna con gli altri Vescovi e con il
Papa.
L’esperienza più forte fu poi la
riforma liturgica. A Rebbio non vi
arrivammo impreparati perché don
Carlo Scacchi, i l parroco di al lora,
burbero, ma con una straordinaria
sensibi l ità per le cose belle e ben
IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II ,CINQUANT’ANNI DOPO
21
fatte, l ’aveva fatta precedere da una
“Settimana liturgica” durante la
quale dei frati , preparati ad hoc, ci
avevano introdotti ai “sacri misteri”.
Per me, bambina curiosa e
desiderosa di capire, fu
meravigl ioso scoprire cosa
succedeva durante le celebrazioni
l iturgiche. Attraverso l’uso della
l ingua del popolo, innanzitutto, ma
soprattutto comprendendo che i
gesti che si compiono durante i l rito
sono “significativi” e ci coinvolgono
insieme, popolo e celebrante, in un
unico grande atto che, più è
compreso, più è vero ed efficace.
Non è la Chiesa che fa l ’Eucaristia,
ma è l’Eucaristia che fa la Chiesa.
Quel pane spezzato e condiviso,
che noi crediamo essere Gesù che
sempre rinnova il suo donarsi per
noi, ci unisce in un modo che noi
non possiamo interrompere, pena
una mancanza di sincerità e di
autenticità che diventa
controproducente: “Vi
riconosceranno da come vi
amerete”.
Ci fu poi la gioia e l ’ impegno
nell ’accogliere la Parola di Dio che
finalmente era accessibi le a tutti ,
ma non era poi così facile da capire.
Nel frattempo ero cresciuta e fu
proprio attraverso la lettura della
“Dei verbum” (la Costituzione
concil iare sul la Divina rivelazione)
che capii come non si può essere
mai “superficial i” nel l ’accostare un
testo o un fatto, ma occorre sempre
tener conto almeno del contesto in
cui questi si formano e avvengono.
Non è così anche nella vita
quotidiana, dove tutti sperimentiamo
la sofferenza procurata dai
pettegolezzi “infondati”?
Venne poi la stagione della
“Apostol icam actuositatem”, i l
Decreto sul l ’apostolato dei laici, che
concretizzava quanto già affermato
dalla Costituzione “Lumen
Gentium”, accolto con entusiasmo,
soprattutto nell ’ambiente dell ’Azione
Cattol ica, che è stata, ed è tutt’ora,
la mia “scuola” di fede e di vita.
“In quanto partecipi del l ’ufficio di
Cristo sacerdote, profeta e re, i laici
hanno la loro parte attiva nella vita e
nell ’azione della Chiesa. All ’ interno
delle comunità della Chiesa la loro
azione è talmente necessaria che
senza di essa lo stesso apostolato
dei pastori non può per lo più
22
raggiungere la sua piena efficacia”
(AA, 1 0). Non più semplici
“esecutori”, quindi, ma
“corresponsabil i”. Certo, la
responsabil ità pesa, esige
preparazione, costanza, impegno e
non può essere lasciata
al l ’ improvvisazione e allo
spontaneismo, pur appassionati ,
come fu in quei primi anni di
attuazione del Concil io. Oggi
potremmo chiederci “Esiste ancora
il laicato?” come fa Paola Bignardi
in un suo librino recentemente
rieditato (e al quale rimando: Ed.
AVE, 201 2), ma questo è un altro
discorso e ci porterebbe lontanoT
Sono passati 50 anni dal l ’ inizio del
Concil io, pochi, pochissimi, se
pensiamo che molti decreti del
Tridentino, che pure vanta quasi
500 anni, sono ancora inattuati !
L’ intento profondo che animò
l’ intuizione del Papa Giovanni XXI I I
nel l ’ indire i l Concil io e i l coraggio di
Paolo VI nel concluderlo fu quello di
riproporre agli uomini di oggi, con
un linguaggio appropriato, fatto di
parole e di segni, Cristo, “luce delle
genti”. Qualche ombra c’è ancora, ci
sarà sempre, perché ritornare
all ’essenziale, spogliandoci del
superfluo, anche nella nostra
esperienza cristiana, richiede il
superamento dei particolarismi e
delle visioni restrittive, che ci
condizionano quando pensiamo che
sia solo i l nostro punto di vista
l ’unico corretto, e questo esige una
costante conversione.
Non ci resta che invocare lo Spirito,
in questa rinnovata Pentecoste
della Chiesa alla quale ci introduce
anche il nuovo pontificato, perché
possiamo testimoniare al mondo la
gioia e la bellezza di avere
incontrato Gesù, i l Signore della
Storia, così che molti altri lo
possano incontrare.
Per chi ha una qualche
dimestichezza con internet e
desidera approfondire la
conoscenza e la riflessione sul
Concil io segnalo un sito molto
interessante: www.vivailconcil io. it.
Laura Casartel l i Bernasconi
23
Con la crisi che morde sempre più le fasce più deboli , esistono situazioni
sempre più critiche che costringono alcune famigl ie a fare i conti con sfratti
e pignoramenti, abbiamo quindi deciso di affrontare la problematica
dell 'housing sociale, cominciando con l'intervistare l 'avv. Marcello Iantorno,
assessore del Comune di Como con varie deleghe, tra le quali “Patrimonio”,
“Casa e politiche abitative”. Marco
intervista al l 'assessore alla Casa e Politiche abitativedel Comune di Como, avv. M. Iantorno
"HOUSING SOCIALE"(al loggi e servizi, con forte connotazione sociale, per coloro che non
riescono a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato)
DD. = domanda RR. = risposta
DD. Ci è stato riferito che ci sono 12
alloggi comunali sfitti e non
occupati in via Spartaco. Le risulta?
RR. Si è vero, gl i appartamenti siti in
via Spartaco attualmente non
assegnati sono 1 2 (dodici)
DD. Se sì, come mai?
RR. I l problema delle unità abitative
non assegnate né assegnabil i non
riguarda solo via Spartaco ma un
gran numero di abitazioni facenti
parte del patrimonio abitativo del
Comune di Como che ad è pari
circa a oltre 1 1 0 unità.
Per anni non è stata fatta alcuna
manutenzione rendendo gli al loggi
non in buono stato e circa 1 1 0 di
esse addirittura non abitabil i . devo
dire che gli al loggi vuoti possono
essere assegnati solo dopo avere
realizzato gl i interventi di
ristrutturazione, di adeguamento
tecnologico e di messa a norma di
cui necessitano e non prima.
Al momento solo due di questi
dodici appartamenti di via Spartaco
sono stati completamente
ristrutturati e saranno a breve
assegnati secondo la graduatoria
E.R.P. che verrà pubblicata entro la
metà di questo mese di maggio.
DD. Per superare gli ostacoli della
mancanza di fondi e del patto di
stabilità, avete mai pensato di far
24
restaurare agli assegnatari gli
alloggi, naturalmente mediante
imprese che rilascino i dovuti
certificati di conformità, scontando
le spese dal canone di locazione?
RR. Attualmente vi è un piano di
vendita di circa 60 alloggi a prezzi
ridotti i l cui ricavato è previsto di
circa 4 mil ioni di euro e da
destinare alla riparazione dei 1 1 0
appartamenti che dicevo prima.
Purtroppo però la crisi in corso non
rende fattibi le facilmente questo
piano di vendita.
Gli al loggi possono essere
assegnati solo quando sono a
norma e non prima. Una volta
assegnati la normativa regionale
che regola la materia (L.R. n.1 /2004
art. 1 3) permette al l ’assegnatario di
al loggi che necessitino di “interventi
minimi di manutenzione oppure di
adeguamento a norme di sicurezza
o entrambi” di poter anticipare i
lavori da fare, previo accordo con il
Comune, scontando poi la spesa
con i canoni di affitto.
Occorre però tenere presente che
spesso i nuclei famil iari non
dispongono del danaro necessario
ai predetti interventi. Sto cercando
di verificare se esiste una strada
per procedere alle riparazioni prima
delle assegnazioni magari pagando
questi interventi con i futuri canoni
di locazione.
La strada non è semplice perché
richiede la disponibi l ità del la
impresa che fa i lavori, del
reperimento dei finanziamenti e poi
del pagamento dilazionato. La
legge regionale non lo
consentirebbe. Si tratta di trovare
una strada nuova, magari avviando
contatti e incontri anche con la
Regione Lombardia.
DD. Avete mai pensato alla locazione
dello stesso alloggio a più persone
che avendo difficoltà diverse ma
anche risorse differenti, coabitando
uno stesso alloggio possano
aiutarsi a vicenda? come ad
esempio uno studente universitario
ed un anziano solo. In altre città di
Italia sembra abbia funzionato.
RR. La normativa regionale non
consente, al lo stato, queste
soluzioni.
DD. Avete mai pensato alla
possibilità per le Associazioni di
25
farsi carico della spesa di messa a
norma e recuperare dal Comune la
somma, mediante il canone di
locazione, con la possibilità per
l'associazione di designare la
famiglia che entrerà
nell'appartamento tra le famiglie in
difficoltà del Quartiere?
RR. In base alla normativa regionale
che discipl ina le assegnazioni degl i
al loggi di edi l izia residenziale
pubblica non sarebbe consentita la
concessione a persone fuori
graduatoria e secondo l'ordine della
stessa.
Più in generale, è intenzione
dell 'assessorato al patrimonio di
Como verificare, anche con la
Regione Lombardia, le modifiche
regolamentari più opportune per
rendere possibi le la realizzazione di
quanto prospettato nelle precedenti
domande e rendere il sistema meno
ingessato di oggi.
Sto anche cercando, al di fuori del
sistema degli al loggi di residenza
pubblica (ERP) di facil itare
l 'incontro tra la offerta di al loggi a
prezzo ridotto e la locazione di
queste case a persone o coppie,
giovani o anziani, con redditi bassi
impossibi l itati a rientrare nelle
assegnazioni di case popolari ma
non così abbienti da potersi
permettere una casa con canoni di
mercato.
Questo richiede la collaborazione di
proprietari di case sfitte, magari
prevedendo anche periodi di durata
inferiori a quelle di legge (per
esempio 3 anni invece di quattro) o
cauzioni più basse.
Abbiamo avviato qualche contatto
con associazioni di proprietari di
case e verificando la possibi l ità. Più
in generale dobbiamo pensare a un
insieme di interventi anche di tipo
nuovo e non sperimentato prima al
fine di poter rispondere alla grande
domanda di al loggi popolari o a a
canoni bassi oggi così aumentata
per via della crisi in corso.
fine
dell'intervista
26
IN RICORDO DI ARISTIDE CASARTELLI
Nel ricordo di Aristide Casartel l i si intrecciano il sorriso e lo sguardo, donati
a famil iari e amici.
Carissimo Aristide, siamo qui insieme a tua moglie e ai tuoi figl i per
accompagnarti con la preghiera Eucaristica al la casa del Padre. Sarà Lui
questa volta a dirti "ciao, carissimo, ti stavo aspettando", come facevi
sempre tu, con il tuo sorriso e una battuta spiritosa, accompagnato da tua
moglie Pinuccia.
Quello che non vogliamo dimenticare sono le MANI e lo SGUARDO.
Le mani di un bambino lontano da casa,
che cerca la mamma, il papà partigiano, il fratello soldato.
Le mani di chi conosce la miseria e si risolleva con il lavoro:
tanto lavoro, serio, onesto, infaticabile;
i calli dei motori, le fiacche dei mattoni per tirare su la casa.
Le mani forti e calde di sposo, padre, nonno, amico.
Le mani che hanno stretto quelle di don Giusto,
che ti ha portato permano in questi mesi.
Le mani di un prete che sorregge un alpino, come don Carlo in Russia.
Perché hai dovuto farla anche tu la lunga traversata,
un’altra delle centomila gavette di ghiaccio
che ci ricordavi con commozione.
LE MANI E LO SGUARDO
27
E POI LO SGUARDO.
Lo sguardo di un uomo tenace, schietto, ottimista, mai fermo.
Lo sguardo attento, testone, un po’ burbero ma sempre rispettoso.
Uno sguardo che qualche volta non abbiamo compreso,
e per questo dobbiamo anche chiederti scusa.
Ma quello che non possiamo e non vogliamo dimenticare MAI
sono DUE VOLTI.
Il volto della sofferenza, dell’essere nudo e perso davanti al male,
della ricerca di una risposta che non arrivava:
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” .
Ci è sembrato di vedere in te il volto di Gesù sulla Croce.
E soprattutto il volto sereno degli ultimi minuti,
il sorriso che ci hai regalato gratuitamente, come sempre.
Ci è sembrato di vedere in te il volto di Gesù risorto nel cenacolo:
“Pace a voi” .
In quel momento abbiamo capito cosa intendevi quando ci dicevi
“vado avanti” .
Non era avanti ma DAVANTI.
DAVANTI AL DIO DELLA VITA.
I familiari
28
In un pomeriggio piovoso d’apri le la
comunità parrocchiale ha
accompagnato alla casa del Padre
Sandro Invernizzi, originario di
Como centro, ma da decenni
residente a Rebbio.
Le testimonianze al termine della
celebrazione eucaristica hanno
sottol ineato come Sandro, “nel la
sua vita, abbia saputo trasmettere
alla sua adorata famigl ia e ai suoi
amici i veri valori di amore, amicizia
e attenzione.
Ha fatto fruttare i suoi talenti
nel l ’ impegno sociale, facendosi
promotore dell ’Associazione
Genitori a Rebbio, favorendo una
preziosa collaborazione tra scuola e
famigl ia.
Determinante è stata la sua
presenza all ’ interno del Corpo
Musicale di Rebbio e nella
Filodrammatica, che ha saputo
guidare con fermezza, ma anche
con tanta pacatezza e amicizia: era
sempre attento al le necessità di chi
gl i stava attorno, sostenendo,
anche attraverso la preghiera, chi
stava affrontando momenti diffici l i . ”
Le parole di alcuni amici del Gruppo
Uomini di Lourdes hanno
evidenziato i l coraggio e la serenità,
con cui, in un cammino di fede, ha
saputo affrontare la malattia: “A
Lourdes era andato per ringraziare
la Madonna e non per chiedere,
perché aveva già ricevuto tanto
dalla vita.”
Ne è uscito i l ritratto di un uomo
consapevole “di aver vissuto una
vita colma di doni e pronto, quindi,
a non aver timore della morte.”
TESTIMONE DI CORAGGIO E SERENITA'
IN RICORDO DI SANDRO INVERNIZZI
29
CALENDARIO LITURGICO
FF EE SS TTAA DD EE LLLLAA MM AADD OO NN NN AA DD EE LLLLAA CCOO NN SS OO LLAAZZII OO NN EEDOMENICA 22 SETTEMBRE 201 3
dd aa LLuu nn eedd ìì 11 66 aa VVeenn eerrdd ìì 22 00 SS eetttteemm bbrree
Ore 20,30 S.Rosario nei corti l i
SS aabbaattoo 22 11 sseetttteemm bbrree
Ore 1 5,00 Confessioni
Ore 1 7,30 S.Messa prefestiva
DD oomm eenn ii ccaa 22 22 sseetttteemm bbrree
Ore 7,30 – 1 8,00 SS.Messe d’orario
Ore 1 0,00 S.Messa concelebrata.
Presieduta da DON SERGIO BIANCHI, nostro Parrocchiano, che ricorda il
suo venticinquesimo anniversario di Ordinazione Sacerdotale .
Ore 1 4,30 Processione con il simulacro della Madonna della
Consolazione,Vespri e benedizione.
Al termine : INCANTO DEI CANESTRI
LLuu nn eedd ìì 22 33 sseetttteemm bbrree
Ore 8,30 S.Messa
Ore 20,30 S.Messa per i defunti del la parrocchia, segue Processione al
cimitero
30
Nel venticinquesimo di sacerdozioLLeetttteerraa aappeerrttaa aa dd oonn SS eerrgg ii oo
Sono già passati venticinque anni!
Sembra trascorso poco tempo da
quando, tra l ’ incredul ità di tutti noi,
nostro fratel lo annunciò i l desiderio
di diventare sacerdote.
Incredulità, non dovuta al
dispiacere di questa scelta, ma ad
una sorta di stupore. Stupore nel
capire di essere parte di un disegno
grande, immenso.
I l Signore ha parlato ad un cuore in
ascolto pronto ad arrendersi al la
grandezza del Suo messaggio! Una
Voce forte, che non ammette
tentennamenti, ma anche, al lo
stesso tempo, dolce e carezzevole,
che ti fa lasciare tutto: famigl ia,
casa, amici, luoghi cari.
La vita del sacerdote è sicuramente
un cammino in continua salita, ma
con la certezza che, in qualsiasi
luogo si è destinati , l ì si trova
certamente una nuova famigl ia, una
nuova casa, nuovi amici.
Questo è quello che leggiamo negli
occhi di nostro fratel lo don Sergio
ed è questo che continueremo a
chiedere, per lui, nel le nostre
preghiere: che sia sempre accolto e
ben voluto.
Rispetto a venticinque anni fa la
nostra famigl ia si è un po’ ridotta,
ma siamo convinti che la gioia di
questo bell issimo e importante
traguardo è motivo di
festeggiamento anche in Paradiso,
dove mamma e nonni ci
proteggono e pregano per tutti noi .
Venticinque anni sono un bel
pezzetto di cammino, ma non ci si
può riposare! C’è ancora tanto
lavoro da fare, tanto da
condividere, tanti progetti da
realizzare T e siamo sicuri che tu,
don Sergio, non starai con le mani
in mano!
Auguri,
la tua famigl ia
31
ANAGRAFE PARROCCHIALE
CCii hhaannnnoo pprreecceedduuttoo nneellllaa ccaassaa ddeellSSiiggnnoorree1 4 SABENE MARIA
1 5 MAIO VITTORIA
1 6 TARANTINO PATRIZIA
1 7 PADRE CARLO NEGRO
1 8 PIAZZA ANTONINA
1 9 GARIONI ERNESTINA
20 CAVALLERI PAOLINA
21 MONDELLI LUISA
22 GIANI CARLA
23 JACCHETTI CECILIA
24 MULAS GIOVANNI
25 GUALTIERO WALTER
26 CASARTELLI ARISTIDE
27 INVERNIZZI
ALESSANDRO
28 FIORE UMBERTO
29 SESSA SALVATORE
UUnniittii nneell SSaaccrraammeennttoo ddeell mmaattrriimmoonniioo iinn ppaarrrroocccchhiiaa1 BASILE ALESSIO e RATTI VALERIA
BBaatttteezzzzaattii nneellllaa ffeeddee ddeellllaa CChhiieessaa ee ddeeiiGGeenniittoorrii
4 MUSCARELLA GIOVANNI
5 MUSCARELLA LUCA
6 EHIGIAMUSOE SINDY
EDOGNOGHO
7 EHIGIAMUSOE ANNA OSASUYI
8 BOTTURI MARTA
9 TRIFIRO GIACOMO
1 0 PATERINO ANGELA
1 1 NICOLETTI GABRIELE
1 2 KAYTAZI EMANUEL
1 3 TOMMASINO MEGAN
1 4 TOMMASINO CHRISTIAN
1 5 MELLI MARTINA
1 6 ROMERO RIVERA YASMINE
LUCERO
1 7 GIORDANO ACHILLE
1 8 VATALANO LAURA
1 9 FUSCOLI KEVIN
20 ALARADO SANCHEZ
CRISTOPHER ANTONY
21 MANCUSO MIRKO
32
CONTATTI UTILIdon Giusto Della Valle (parroco)
tel. 031 520622 cell. 366 7090468 email: [email protected] Federico Pedrana (vicario)
tel. 031 591763 cell. 347 3170426 email: [email protected] Bernasconi (diacono): 031 521332
Comunità La Missione: 031 521828Padri Comboniani: 031 524155
SANTE MESSEorario estivoFeriali: ore 8.30
Prefestive: ore 17.30Domeniche e Festivi
ore 7.30 10.00 18.00
33
34
35
36