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INDICE:
1. Introduzione……………………………………………………….…….p. 2
2. Obiettivi della ricerca…………………………………………….….…..p. 6
3. Materiali e Metodi………………………………………………….…....p. 6
3.1. Casistica………………………...………………………..……..…..p. 6
3.2. Metodologia…………………….…..……………………..…...….. p. 7
3.3. Descrizione sommaria dei test impiegati…………………..……….p. 9
3.3.1. Beck…….……………………………………….…………. p. 9
3.3.2. Stai…….……………………………………….……………p.10
3.3.3. Edps…...……………………………………….……………p.12
3.3.4. Mspss...……………………………………….……………..p.12
4. Risultati della somministrazione dei test a 300 pazienti in gravidanza
e post partum………………………………………..…………………..p.13
5. Somministrazione dei test per individuare soggetti con disturbi dell’umore
ad un anno dal parto….…………………………………………………p.15
5.1. Risultati Somministrazione dei test …………………………...…..p.19
5.2. Valutazione dei test Edps e Beck………………………..…………p.24
6. Considerazioni conclusive…………………………………….………...p.25
7. Appendici……………………………………………………………….p.27
7.1. Test………………………………………………………………....p.27
7.2. Statistica......………………………………………………………..p.35
7.3. Casi Clinici………………………………………………………....p.36
8. Bibliografia……………………………………………………………...p.45
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1. INTRODUZIONE
Nell’ambito della più ampia tematica relativa ai problemi della gravidanza, del
parto, del puerperio e del primo anno di vita del bambino, osservati all’interno
di una visione olistica della ginecologia, viene messo a fuoco il problema delle
turbe dei disturbi dell’umore ed in particolare della depressione post partum,
oggi incluse dalla F.I.G.O. (International Federation of Gynecology and Obstetrics)
nel bagaglio culturale della ginecologia.
Come è noto, la depressione post partum è una patologia particolarmente
rilevante, non solo per le sofferenze della donna, ma anche per le ricadute sullo
sviluppo emozionale, cognitivo e relazionale del bambino e sulla qualità delle
relazioni, specialmente a livello di coppia e nel “gruppo familiare”.
La depressione post partum è una condizione frequente, 10-15% (Centers For
Disease Control And Prevention, 2008), e spesso sfugge alle osservazioni del
medico. Per le conseguenze che da essa derivano l’A.C.O.G. (American College
of Obstetrics and Gynecology. 2006) ha invitato i ginecologi a farsene carico ed
impostare validi programmi di prevenzione.
Come ampiamente documentato nella letteratura in tutti i paesi , molte donne
dopo il parto attraversano momenti di turbe dell’umore, talora leggere come i
"baby blues” (50-80%), (Evins, 1997). Si tratta di momenti di scoraggiamento e
demoralizzazione che necessitano per lo più interventi di tipo rassicurativo e
protettivo. I “baby blues”, (Isaac C, Schlife J., 2007) sono considerati ai limiti
della normale reazione di adattamento e, con ogni probabilità, dovute alle turbe
neuroendocrine, all’improvvisa caduta degli ormoni delle unità feto placentari;
vanno quindi distinti dai quadri clinici di depressione che colpiscono circa una
donna su dieci nel puerperio (Cox J.l, Murray, D, Chapman G. 1993; Lane A.,
Keville R., Morris M., Kinsella A., Turner M., Barry S.,1997; Des Rivieres-Pigeon C.,
Saurel-Cubizolles M., Lelong N., 2004;).
E’ stato osservato che l’incidenza e la durata della depressione è maggiore in
situazioni di povertà, di scarso sostegno sociale da parte della famiglia o dei
servizi socio sanitari, di scarsa autostima, di rapidi cambiamenti dei modelli
culturali, della presenza di precedenti episodi depressivi rilevabili in
gravidanza (Edge D., 2007; Perren S, Von Wyl A, Bürgin D, 2005).
3
Oltre alle componenti emotive, cognitive e comportamentali del problema,
occorre considerare i contributi biologici, soprattutto quelli neuroendocrini;
occorre acquisire conoscenze sullo stile cognitivo, sulle modalità di sviluppo,
dei modelli relazionali e di attaccamento, delle esperienze familiari ed infine di
quelli collegati ad un approccio socioculturale, quali la mancanza di un
adeguato supporto affettivo e l’influenza delle credenze e dei miti sulla
maternità (Dennis Cl, Creedy D., 2004).
Un approccio “bio-psico-sociale” alla depressione è quindi d’obbligo
attraverso nuove metodologie, in particolare quella che viene definita
“narrative based medicine”.
In particolare occorre prendere in esame i seguenti fattori:
• Vulnerabilità affettiva: cioè il fatto che alcune donne sono
più soggette alla depressione rispetto ad altre. Questi fattori
possono essere presenti dalla prima infanzia, come tratti
della personalità (Akman C, Uguz F, Kaya N., 2007), o essere
entrati in gioco più di recente, come nel caso di disturbi
psichiatrici correlati ad eventi di vita dolorosi.
• Fattori ambientali: facilitanti e scatenanti i livelli di stress
legati alla maternità e ai cambiamenti ad essa correlati sul
piano corporeo, psicologico e sociale, non sempre
incontrano adeguate variabili moderatrici dello stress, quali
ad esempio il sostegno sociale e abilità di coping (Grote
N.k., Bledsoe S. 2007).
• Fattori biologici: come un improvvisa e considerevole
caduta degli ormoni fetoplacentari con il parto e le
modifiche neurologiche e neurotrasmettitoriale legate
all’allattamento.
4
Una visione così complessa di questa patologia richiede un approccio di
intervento altrettanto complesso, il quale esige un approccio interdisciplinare,
sia nella fase di screening, che nella fase di terapia vera e propria.
In primo luogo è il ginecologo che deve farsi carico del problema. Come
sostiene l’American College of Obstetrycs and Gynechologysts, il ginecologo
risponde ai bisogni della paziente, che segue dalla visita preconcezionale a
tutto il puerperio, ed è chiamato ad individuare le donne a rischio o già
sofferenti di depressione distinguendole da quelle affette da semplici “baby
blues”.
A conforto della presente iniziativa già nel 2006 la Committee Opinion della
A.C.O.G. affermava in un documento: “Psychological Risk Factors: Perinatal
Screening and Intervention”, che non solo sottolinea che “tutte le pazienti in
gravidanza dovrebbero essere sottoposte ad uno screening di carattere
psicologico”, ma addirittura, ”poiché i problemi possono insorgere in
gravidanza anche quando non sono presenti alla prima visita, sarebbe meglio
programmare uno screening di questo genere almeno una volta al trimestre per
aumentare la probabilità di identificare problematiche importanti e ridurre esiti
negativi alla nascita”.
Oggi, particolarmente rilevante perché, se il ginecologo non diagnostica e si
prende in cura le problematiche della sfera affettiva nel post partum, un
numero enorme di puerpere sfugge ad ogni tipo di cura.
Un sostegno al lavoro del ginecologo viene dalle recenti ricerche che
suggeriscono come uno screening precoce, basato su semplici test
appositamente validati, o specialmente ad una capacità di colloquio empatico
medico-paziente, può identificare le donne a più alto rischio di sviluppare un
franco episodio depressivo. Si tratta di sollecitare il medico ad approfondimenti
diagnostici, ed in molti casi attivare progetti di counselling psicologico o di
psicoterapia.
Nel postpartum è essenziale riconoscere almeno le forme più gravi di disturbo,
durante i controlli, ma occorre preparare le nuove generazioni di ginecologi a
rilevare i disturbi dell’umore in gravidanza. Oltre al ginecologo ed al pediatra,
5
le madri stesse e i loro famigliari possono, infatti, tendere ad ignorare o
minimizzare i vissuti depressivi.
Alcuni sintomi della depressione sono infatti legati alla normale condizione di
maternità, per es. alterazioni del sonno (Nielsen T., Paquette T., 2007 ;Goyal D,
Gay Cl., Lee Ka., 2007), calo della libido, bassi livelli di energia fisica.
Alcune patologie in gravidanza e puerperio, quali anemia (Bergsjo P., Evjen-
Olsen B., Hinderaker Sg., Oleking'ori N., Klepp Ki., (2008), diabete gestazionale
(Montaner P., Juan L., Campos R., Gil L., Corcoy R., 2008), alterazione della
funzione tiroidea (Glinoer D., 1998), possono mascherare la depressione in
questo periodo. Recentemente è stato messo ad esempio in evidenza un
collegamento tra tassi di anticorpi antiparossidasi e depressione (Cavalieri e
coll., 2005).
Vanno ricordate le conseguenze della depressione sullo sviluppo del feto e
sulla preparazione del parto.
Studi recenti (Bugental D., Beaulieu D., Schwartz A., 2008) hanno rilevato una
correlazione fra sintomi depressivi della madre e parto pretermine, minor peso
alla nascita, più piccola circonferenza cranica e più bassi punteggi di Apgar.
Gli aumentati livelli ematici di cortisolo e di catecolamine rilevati nei pazienti
depressi possono modificare la funzione placentare alterando il flusso ematico
uterino ed inducendo irritabilità uterina (Rehman K., Sirianni R., Parker C. Jr.,
Rainey W., Carr B., 2007). Le alterazioni del sonno, dovute alla stanchezza e depressione, rende
maggiormente fastidioso il doversi svegliare per allattare il bambino, quando
finalmente ci si era addormentati. Le difficoltà di concentrazione e nel prendere
decisioni possono essere accentuate dalle molte necessità legate
all’accudimento del bambino; talvolta accade che le donne depresse si sentano
sopraffatte dalle cose e non riescono a prendere anche le più semplici decisioni
(ad esempio, decidere se vestirsi o no). L’irritabilità e l’instabilità possono
innescare un circolo vizioso nei confronti del neonato. Molte donne che vivono
la depressione postatale si sentono fallite come madri e hanno pensieri negativi
riguardo alla vulnerabilità del neonato. Il disturbo umorale in gravidanza può
6
far sì che le donne abbiano meno cura di se stesse, alterazioni del peso
corporeo al di fuori dei limiti della norma per cattiva alimentazione, ecc.
2. OBBIETTIVI DELLA RICERCA
L’attuale elaborato si inserisce in una ricerca in atto, nella clinica accreditata
“Casa di cura città di Roma”, tendente a rilevare la presenza delle turbe
dell’umore in un gruppo di 300 pazienti, seguite in gravidanza e puerperio e
negli anni successivi.
Il modello di approccio è di tipo “biopsicosociale” e prevede il contributo di
aspetti biologici come numerosi cambiamenti neuroendocrini, di aspetti
personali legati allo stile cognitivo e alle esperienze familiari, e di aspetti
socioculturali come la mancanza di adeguato supporto, credenze e miti
irrealistici sulla maternità, così frequenti in chi si appresta ad avere un primo
figlio. La premessa di base è che questi elementi sono interdipendenti; ovvero
che un evento al livello di un particolare sistema potenzialmente influenza
anche gli altri sistemi a diversi livelli.
La ricerca sulla depressione postnatale mira a rilevare i fattori di rischio, oltre
alle interazioni specifiche tra questi. L’analisi ha lo scopo di stabilire il valore
di alcuni test, al fine di offrire al personale che segue la nascita metodi e mezzi
per meglio seguire le problematiche esposte.
Il presente elaborato analizza in particolare la presenza di alterazioni
dell’umore ad un anno di distanza dal parto, in pazienti seguite sin dalla
gravidanza.
3. MATERIALI E METODI
3.1.CASISTICA
• Sono stati spediti questionari e test a 250 donne, giunte a di più di
un anno dal parto, facenti parte di una casistica di 300 donne seguite
fin dalla gravidanza. Sono state 111 le donne che hanno risposto,
inviando i questionari compilati.
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• Età compresa tra i 25 e i 44 anni (tab.I).
Tab.I – Distribuzione dei parti per età
Età donne 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44
N°casi x età 3 1 1 6 7 8 11 14 7 9 12 8 11 4 3 3 1 0 1 1
• Livello d’Istruzione, Professione, Stato Civile, Parità, delle 111 donne,
oggetto del presente elaborato, sono esposti nelle Fig. 2, 3. 4 e 5 (a
pag.18/19).
3.2. METODOLOGIA utilizzata sul campione di 300 donne:
o Colloquio preliminare e somministrazione di questionari self -
report
o Alla visita basale, previa firma di un consenso informato scritto
che preveda anche la disponibilità ai contatti telefonici da parte
dello staff di ricercatori, vengono somministrate le seguenti
interviste:
STAI 1: questionario self-report sull’ansia di stato e di
tratto (Spielberger, 1968;1977;1983).
BECK: . Beck Depression Inventory (Beck et al., 1961);
o A 7 giorni dal parto (Questionari spediti per posta con busta già
affrancata per la restituzione)
EDPS: Scala di Edimburgh, questionario self- report per
indagare la sintomatologia depressiva nel post partum
(John Cox e coll.,1987).
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MSPSS: Multidimensional Scale of Perceived Social
Support (scala multidimensionale della percezione del
sostegno sociale) che valuta la quantità del sostegno
sociale percepito della persona all’interno di tre
differenti aree: la famiglia, le amicizie e gli altri
significativi( Zimet, Dahlem, Zimet & Farley, 1988).
STAI 1
o Ad 1 mese dal parto (Questionari spediti per posta con busta già
affrancata per la restituzione)
EDPS
MSPSS
STAI1
o A 3 mese dal parto (Questionari spediti per posta con busta già
affrancata per la restituzione)
EDPS
MSPSS
STAI1
o A sei mesi dal parto (Questionari spediti per posta con busta già
affrancata per la restituzione)
BECK
EDPSS
MSPSS
o Ad un anno dal parto sono stati somministrati i seguenti
questionari alle 111 donne, giunte al periodo esaminato (spediti
per posta con busta già affrancata per la restituzione).1
BECK
1 Riepilogo delle somministrazioni questionari-vedi Appendice A
9
EDPS
MSPSS
STAI 1
3.3. DESCRIZIONE SOMMARIA DEI TEST IMPIEGATI
Beck Depression Inventory (BDI): 2 (A.T. Beck, 1967)
scopo del test è di misurare se la depressione presente è minima, lieve,
moderata o grave. Gli item furono scelti in base al loro rapporto con le
manifestazioni più frequentemente osservate nella depressione, e comunemente
riconosciute dagli specialisti: non riflettono particolari teorie, riguardante
l’eziologia dei processi psicologici, che sono ritenuti alla base della
depressione. Si assume come depressione un costrutto misurabile in ciascun
individuo, un costrutto con intensità variabile nel tempo, nello stesso individuo.
Descrizione: L’inventario è costituito da 21 item che indagano un ampio
spettro di manifestazioni che caratterizzano la sindrome. Le istruzioni chiedono
di far riferimento: <<a come lei si è sentita nell’ultima settimana oggi
compreso>>.
Ciascun item propone quattro possibili risposte secondo gradi di intensità
crescente.
Somministrazione: In questo studio si è proceduto con l’auto somministrazione,
procedura prevista dal manuale del test. Lo psicologo consegna il protocollo,
legge con l’esaminando le istruzioni e lascia che questi compili il test
autonomamente. Ritira il test e discute eventuali difficoltà incontrate nella
compilazione. Il tempo necessario per la compilazione è di circa 10 minuti.
Scoring: Il punteggio totale si ottiene sommando il valore corrispondente alla
risposta scelta dal soggetto per ciascun item, valore che può variare da 0 a 3.
L’item 19, attinente ad eventuali cali ponderali, non viene conteggiato qualora
l’esaminato stia seguendo intenzionalmente una dieta per dimagrire. L’utilizzo
di questo item in gravidanza è oggetto di critiche data la variabilità del peso in
gravidanza e puerperio.
2 Il test BDI è in Appendice B
10
Poiché è consentito indicare una risposta o più di una risposta, nello scoring
viene conteggiata quella con punteggio maggiore. Al termine si fa riferimento
al punteggio totale.
L’inventario può essere scomposto in due subscale e si possono ricavare i due
relativi punteggi.
La prima scala è denominata “cognitiva-affettiva” ed è relativa ai primi 13
item.
La seconda considera gli item 14-21 e valuta sintomi somatici e prestazionali.
Interpretazione dei cut-off, (Beck, A.T., Steer, R.A., 1961):
Punteggio Depressione/Disforia
0 – 9 Minima 10 – 16 Lieve
17 – 29 Moderata 30 – 63 Grave
Il punteggio 16 è considerato il cut off di allarme clinico: al di sopra di esso è
opportuno un esame psicodiagnostica o una valutazione di un sospetto
disturbo dello spettro depressivo. Il BDI fa riferimento ad una sindrome e non
ad una categoria nosografia.
Stabilità: Il punteggio del BDI è un indice di stato, si presta dunque al
monitoraggio delle variazioni dell’intensità della depressione nel tempo.
State – Trait Anxiety Inventory (STAI) : 3
E’ acquisita la differenziazione tra i concetti di ansia di“stato” e di “tratto”
della persona (Cattell e Scheier, 1961; 1963;Spielberger,1966;1972;1976;1979).
Tale teoria si fonda sulla distinzione concettuale tra ansia intesa come stato
transitorio ed ansia intesa come tratto relativamente stabile della personalità.
Sebbene nel concetto di stato sia inserito quello di transitorietà, gli “stati della
personalità” possono ripresentarsi in associazione a stimoli specifici; possono
3 Il test STAI è in Appendice C
11
persistere qualora le condizioni evocative non cessino. Lo stato d’ansia può
variare di intensità e fluttuare nel tempo in funzione della minaccia percepita.
L’ansia dà, come esperienza particolare, un sentimento di insicurezza, di
impotenza di fronte ad un danno percepito; può costituire fonte di
preoccupazione, oppure può manifestarsi come tendenza a fuggire ed evitare la
minaccia (Baker, 1980, cit. in Comunity Health, 1984).
In contrasto con la natura transitoria degli stati emozionali, i “tratti” della
personalità possono essere definiti come “differenze, relativamente durevoli tra
gli individui, nella tendenza specifica a percepire il mondo in un dato modo e
nella disposizione a reagire o a comportarsi in maniera specifica, con una
regolarità prevedibile” (Spielberger,1983). Con “ansia di tratto” tale autore
intende delle differenze individuali relativamente stabili nella propensione
all’ansia; e questa consiste nella diversa tendenza a percepire situazioni
stressanti come pericolose e minacciose, ed a rispondere a varie situazioni con
diversa intensità nelle reazioni.
In altre parole si tratterebbe della tendenza personale a percepire una vasta
gamma di condizioni di vita come minacciose e a reagire ad esse con una
intensità elevata di ansia.
Questa tendenza rimane latente finché non viene attivata da stress associati a
reali o presunti pericoli particolari (Spielberger, 1966).
L’ansia di tratto può dunque riflettere le differenze individuali nella frequenza
e nell’intensità con le quali gli stati d’ansia possono essersi manifestati nel
passato e nella probabilità che possano essere sperimentati in futuro.
Più alti sono i livelli di ansia di tratto e più probabile è che un individuo possa
sperimentare punte elevate di ansia di stato in situazioni percepite come
minacciose, specialmente in quelle che comportano rapporti interpersonali e
autostima del soggetto (Meazzini, Corao, 1978).
12
Edimburg Postnatal Depression Scale (EDPS): 4
Edimburg Postnatal Depression Scale (John Cox e coll.,1987) è oggi
universalmente ritenuto un valido mezzo per discriminare la depressione post
partum.
Si presenta come un breve questionario di auto-valutazione per lo screening
dei soggetti che presentano sintomi depressivi nei mesi successivi al parto.
La scala contiene solo 10 item ad ognuno dei quali corrisponde ad un
punteggio di codifica che va da 0 a 3. Le puerpere debbono scegliere per
ciascun item quali tra questi rappresenta meglio il modo in cui si sono sentite
nell’ultima settimana. Il cut-off è rappresentato dal punteggio 12.
Questa scala, attualmente, viene utilizzata in tutto il mondo ed è stata tradotta e
validata in molte lingue (Milgrom et al, 2003): in Francia (Adouard F. et al.,
2005), in Spagna (Garcia-Esteve L., 2003), in Nigeria (Abiodun O.A., 2006), in
Australia (Pallant J.F. et al, 2006), in Norvegia (Berle J.O. et al, 2003) e in Italia
(Benvenuti et al.,1999).
La scala EPDS richiede pochi minuti per essere compilata ed è quindi utile per
essere somministrata nelle sale d’attesa, prima della visita con il ginecologo.
Importante è, però, che non ci siano altri familiari che possano influenzare la
puerpera nel dare le risposte.
La codifica di tale scala è molto semplice e veloce e non richiede particolari
conoscenze psichiatriche per l’interpretazione.
Dati gli esiti positivi della somministrazione di tale scala e le considerazioni
sopra descritte, l’EPDS risulta di fondamentale importanza nello screening
delle donne a rischio di depressione post partum (A.C.O.G., 2008).
Multidimensional Scale of Perceived Social Support (MSPSS):5
Questo test che misura se il sostegno sociale è sotto il cut-off 4 (Zimet et al.,
1988; versione italiana di Prezza e Principato, 2002), permette di rilevare la
capacità supportiva della rete sociale e l’adeguatezza del sostegno percepito
secondo tre fonti : la famiglia; gli amici e altri significativi.
4 Il test EDPS è in Appendice D 5 Il test MSPSS è in Appendice E
13
4. RISULTATI DELLA SOMMINISTRAZIONE DEI TEST A 300
PAZIENTI IN GRAVIDANZA E POST PARTUM
In gravidanza:
Tab.II - Numero di pazienti con positività ai test impiegati
TEST In gravidanza
Soggetti con punteggio
superiore al cut-off
Percentuale su 300 casi
STAY1 (ansia di stato) 31 10% BECK(sintomi depressivi) 11 4%
Nei 300 casi da noi intervistati in gravidanza :
il 10% ha dichiarato un’ansia di stato (31 casi)
nel 4% vi sono segnali di un disturbo dell’umore (11 casi)
( vedi Tab.II)
A 7 giorni dopo il parto:
Tab.III - Numero di pazienti con positività ai test impiegati
TEST 7 giorni dopo parto
Soggetti con punteggio
superiore al cut-off
Percentuale su 270 casi
STAY1 (ansia di stato) 65 24% EDPS(sintomi depressivi) 77 28%
MSPSS (percezione del grado di supporto) 59 22%
Nei 270 casi da noi intervistati tra 7 e 10 giorni dalla nascita (tab.III):
il 24% dichiara un’ansia di stato (65 pazienti)
nel 28% vi erano segni di una depressione (77 casi)
il 22% (59 casi) percepiva una mancanza di sostegno da parte dei
familiari e degli amici più vicini
Dobbiamo tenere in considerazione che in questo periodo, 7 giorni, le
puerpere possono andare incontro ai “baby blues”.
14
Ad 1 mese dal parto:
Tab.IV - Numero di pazienti con positività ai test impiegati
TEST 1 Mese
Soggetti con punteggio
superiore al cut-off
Percentuale su 270 casi
STAY1 (ansia di stato) 67 25% EDPS(sintomi depressivi) 77 28%
MSPSS (percezione del grado di supporto) 87 32%
Dalla tabella IV è possibile notare come dalle 270 donne intervistate, ad un
mese di distanza dal parto, la percentuale di soggetti che superano la soglia di
punteggio dei tre test esaminati non diminuisce rispetto a una settimana dal
parto.
La percezione di essere non seguite aumenta. Una donna su tre denuncia poi
una mancanza di sostegno da parte dei familiari e persone a lei più vicine.
A un mese dal parto le 77 donne, che al punteggio rilevato con la scala di
Edimburgh risultavano “depresse”, permangono tali anche ad un mese di
distanza.
A 3 mesi dal parto:
Tab.V - Numero di pazienti con positività ai test impiegati
TEST 3 Mesi
Soggetti con punteggio
superiore al cut-off
Percentuale su 260 casi
STAY1 (ansia di stato) 18 7% EDPS(sintomi depressivi) 43 17%
MSPSS (percezione del grado di supporto) 67 25% A tre mesi dieci ulteriori casi non hanno risposto ai test inviati.
E’ significativa la diminuzione del numero di pazienti che
dichiarano ansia di stato (7%)
Il 17% delle puerpere ha ancora un valore al test EDPS
Alto rimane anche il numero delle persone (25%) che percepisce
un mancato sostegno sociale
15
A 6 mesi dal parto:
Tab.VI - Numero di pazienti con positività ai test impiegati
TEST 6 mesi
Soggetti con punteggio
superiore al cut-off
Percentuale su 236 casi
STAY1 (ansia di stato) 11 5% EDPS(sintomi depressivi) 34 14%
MSPSS (percezione del supporto ricevuto) 46
20%
A sei mesi dal parto i dati rimangono praticamente uguali ai tre mesi, comincia
solo una leggera diminuzione dei valori su tutti e tre i test.
Visti i risultati dei test, ad uno, tre e sei mesi, li abbiamo elaborati,6 per
evidenziare il tipo di relazione esistente tra i test medesimi.
Attraverso il calcolo del Rapporto di Correlazione di Pearson è possibile
individuare se le variabili, oggetto di studio (in questo caso gli indici assunti
dai test), presentano degli andamenti simili.
Ciò, ad esempio, implica in caso di una correlazione positiva, che valori alti di
STAI sono associati a valori alti di EDPS, mentre in caso di correlazione
negativa, valori alti EDPS sono associati a valori bassi di MSPSS.
Dall’analisi effettuata in ogni periodi di somministrazione dei test si rileva
quanto segue:
una correlazione positiva tra test di STAI e EDPS
una correlazione negativa dei test STAI e EDPS con il MPSS.
La correlazione individuata risulta sempre statisticamente significativa7.
5. SOMMINISTRAZIONE DEI TEST PER INDIVIDUARE SOGGETTI
CON DISTURBI DELL’UMORE AD UN ANNO DAL PARTO
Sul campione delle 300 donne reclutate durante la gravidanza, al fine di
valutare la variazione dell’umore, ed in particolare l’incidenza di 6 I risultati delle elaborazioni sono presentati nell’Appendice F 7 La significatività indica il valore soglia per cui, a livello probabilistico, si può affermare che l’ipotesi oggetto dello studio sia vera.
16
depressione ed ansia di stato, 250 casi avevano superato un anno dalla
nascita del figlio al momento della somministrazione dei test (STAI,
BECK, EDPS, MSPSS).
Hanno riempito ed inviato i questionari 111 donne, di queste:
Età è compresa tra i 25 e i 44 anni (fig.1)
Professione (fig.2)
Livello d’istruzione, (fig.3)
Parità , (fig.4)
Stato Civile (fig.5)
Nella fig.1 sono esposte le età dei soggetti esaminati; la media è di 33,3 anni,
come possiamo vedere l’età delle gestanti risulta elevato.
Fig. 1
17
Fig.2
La professione, esercitata dal campione dei 111 casi, come possiamo osservare
nella fig.3, è prevalentemente di impiegate e, quasi la metà, di libere
professioniste.
Fig.3
19
5.1.RISULTATI SOMMINISTRAZIONE DEI TEST
Tab. VII - Positività ai test somministrati alle 111 donne
TEST 1 anno Soggetti con punteggio superiore al cut-off
Percentuale su 111 casi
STAY1 (ansia di stato) 3 2,7%
EDPS (sintomi depressivi)
12 10,8%
MSPSS (percezione del grado di supporto)
4 3,6%
BECK (sintomi depressivi)
13 11,7%
Appare evidente che, ad un anno dal parto, tutti i test hanno riportato risultati
molto bassi
Edps si è più che dimezzato rispetto ai sei mesi.
Stai e Mspss riportano valori vicini allo zero rispetto ai mesi precedenti.
L’analisi evidenzia un rapporto di correlazione8:
positivo tra test Edps/Stai
negativo tra Stai e Edps con Mspss.
La correlazione individuata risulta statisticamente significativa. 9
8 I risultati del Rapporto di correlazione di Pearson è presente nell’Appendice G 9 La significatività indica il valore soglia per cui, a livello probabilistico, si può affermare che l’ipotesi oggetto dello studio sia vera.
20
Delle 12 donne (10,8%), che avevano punteggio superiore a 12 all’indice
EDPS per la depressione post partum (vedi Tab.VII), tre avevano avuto
positività in tutti i periodi rilevati, precedentemente esaminati (Tab.VIII-IX).
Tab.VIII - Rilevamento al test BECK
Cod.
In gravidanza
C134 X
C 82 X
C152 X
Tab. IX - Rilevazione al test EDPS
Cod. 7giorni 1mese 3mesi 6mesi 1anno
C134 X X X X X
C 82 X X X X X
C152 X X X X X
Si tratta di 3 casi caratterizzati da depressione grave:
una puerpera ha un disturbo paranoide di personalità 10, un’altra ha un disturbo
di personalità dipendente 11 ed infine la terza ha un disturbo d’ansia
generalizzato.12
10 Vedi scheda clinica in Appendice H 11 Vedi scheda clinica in Appendice I 12 Vedi scheda clinica in Appendice L
21
Degli altri casi, 9 donne hanno riportato al test EDPS valori superiori al cut-
off (vedi Tab.X ):
o un caso ha risposto positivamente al test dal primo mese ed ha
continuato a riportare risultati superiori al cut-off fino ad oltre l’anno.
o un altro ha la positività al test a 7 giorni, poi si negativizza e si
ripropone dal terzo mese in poi.
o in due casi la positività al test persiste dal terzo mese in poi.
o in un altro caso c’era già a 7 giorni, poi scompare e si ripresenta ad 1
anno.
o in uno il test EDPS è positivo a 7 giorni ed un mese, poi si negativizza e
ricompare ad un anno.
o negli ultimi tre casi il test è positivo solo ad un anno.
Tab. X - Tempi di Rilevamento del test EDPS:
Cod. 7giorni 1mese 3mesi 6mesi 1anno
C168 X X X X
C185 X X X X
C194 X X X
C 80 X X X
C58 X X
C177 X X X
C 157 X
C221 X
C241 X
22
Delle 99 donne, il cui test EDPS risultava negativo ad un anno, abbiamo
rilevato la seguente situazione (vedi Tab.XI):
Tab. XI - Tempi di Rilevazione e risultato positivo al test EDPS n° di casi
- Il 55% dei casi (61 casi), ha riportato test EDPS positivi a 7 giorni,1,3,6
mesi, tale da far ipotizzare la presenza di una depressione postpartum (fig. 6).
- La restante parte del campione, il 34,2% (38 casi), riporta tutti risultati
negativi al test EDPS, per tutto il tempo dell’indagine oggetto della presente
ricerca.
7giorni 10
7giorni e 1mese 2
7giorni e 1mese e 3mesi 7
7giorni e 3mese 1
7giorni e 6mesi 1
1mese e 3mesi 7
3mesi 14
3mesi e 6mesi 16
6mesi 3
1 anno 0