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INDICE: … fileUn approccio “bio-psico-sociale” alla depressione è quindi d’obbligo...

Date post: 22-Feb-2019
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1 INDICE: 1. Introduzione……………………………………………………….…….p. 2 2. Obiettivi della ricerca…………………………………………….….…..p. 6 3. Materiali e Metodi………………………………………………….…....p. 6 3.1. Casistica………………………...………………………..……..…..p. 6 3.2. Metodologia…………………….…..……………………..…...….. p. 7 3.3. Descrizione sommaria dei test impiegati…………………..……….p. 9 3.3.1. Beck…….……………………………………….…………. p. 9 3.3.2. Stai…….……………………………………….……………p.10 3.3.3. Edps…...……………………………………….……………p.12 3.3.4. Mspss...……………………………………….……………..p.12 4. Risultati della somministrazione dei test a 300 pazienti in gravidanza e post partum………………………………………..…………………..p.13 5. Somministrazione dei test per individuare soggetti con disturbi dell’umore ad un anno dal parto….…………………………………………………p.15 5.1. Risultati Somministrazione dei test …………………………...…..p.19 5.2. Valutazione dei test Edps e Beck………………………..…………p.24 6. Considerazioni conclusive…………………………………….………...p.25 7. Appendici……………………………………………………………….p.27 7.1. Test………………………………………………………………....p.27 7.2. Statistica......………………………………………………………..p.35 7.3. Casi Clinici………………………………………………………....p.36 8. Bibliografia……………………………………………………………...p.45
Transcript

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INDICE:

1. Introduzione……………………………………………………….…….p. 2

2. Obiettivi della ricerca…………………………………………….….…..p. 6

3. Materiali e Metodi………………………………………………….…....p. 6

3.1. Casistica………………………...………………………..……..…..p. 6

3.2. Metodologia…………………….…..……………………..…...….. p. 7

3.3. Descrizione sommaria dei test impiegati…………………..……….p. 9

3.3.1. Beck…….……………………………………….…………. p. 9

3.3.2. Stai…….……………………………………….……………p.10

3.3.3. Edps…...……………………………………….……………p.12

3.3.4. Mspss...……………………………………….……………..p.12

4. Risultati della somministrazione dei test a 300 pazienti in gravidanza

e post partum………………………………………..…………………..p.13

5. Somministrazione dei test per individuare soggetti con disturbi dell’umore

ad un anno dal parto….…………………………………………………p.15

5.1. Risultati Somministrazione dei test …………………………...…..p.19

5.2. Valutazione dei test Edps e Beck………………………..…………p.24

6. Considerazioni conclusive…………………………………….………...p.25

7. Appendici……………………………………………………………….p.27

7.1. Test………………………………………………………………....p.27

7.2. Statistica......………………………………………………………..p.35

7.3. Casi Clinici………………………………………………………....p.36

8. Bibliografia……………………………………………………………...p.45

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1. INTRODUZIONE

Nell’ambito della più ampia tematica relativa ai problemi della gravidanza, del

parto, del puerperio e del primo anno di vita del bambino, osservati all’interno

di una visione olistica della ginecologia, viene messo a fuoco il problema delle

turbe dei disturbi dell’umore ed in particolare della depressione post partum,

oggi incluse dalla F.I.G.O. (International Federation of Gynecology and Obstetrics)

nel bagaglio culturale della ginecologia.

Come è noto, la depressione post partum è una patologia particolarmente

rilevante, non solo per le sofferenze della donna, ma anche per le ricadute sullo

sviluppo emozionale, cognitivo e relazionale del bambino e sulla qualità delle

relazioni, specialmente a livello di coppia e nel “gruppo familiare”.

La depressione post partum è una condizione frequente, 10-15% (Centers For

Disease Control And Prevention, 2008), e spesso sfugge alle osservazioni del

medico. Per le conseguenze che da essa derivano l’A.C.O.G. (American College

of Obstetrics and Gynecology. 2006) ha invitato i ginecologi a farsene carico ed

impostare validi programmi di prevenzione.

Come ampiamente documentato nella letteratura in tutti i paesi , molte donne

dopo il parto attraversano momenti di turbe dell’umore, talora leggere come i

"baby blues” (50-80%), (Evins, 1997). Si tratta di momenti di scoraggiamento e

demoralizzazione che necessitano per lo più interventi di tipo rassicurativo e

protettivo. I “baby blues”, (Isaac C, Schlife J., 2007) sono considerati ai limiti

della normale reazione di adattamento e, con ogni probabilità, dovute alle turbe

neuroendocrine, all’improvvisa caduta degli ormoni delle unità feto placentari;

vanno quindi distinti dai quadri clinici di depressione che colpiscono circa una

donna su dieci nel puerperio (Cox J.l, Murray, D, Chapman G. 1993; Lane A.,

Keville R., Morris M., Kinsella A., Turner M., Barry S.,1997; Des Rivieres-Pigeon C.,

Saurel-Cubizolles M., Lelong N., 2004;).

E’ stato osservato che l’incidenza e la durata della depressione è maggiore in

situazioni di povertà, di scarso sostegno sociale da parte della famiglia o dei

servizi socio sanitari, di scarsa autostima, di rapidi cambiamenti dei modelli

culturali, della presenza di precedenti episodi depressivi rilevabili in

gravidanza (Edge D., 2007; Perren S, Von Wyl A, Bürgin D, 2005).

3

Oltre alle componenti emotive, cognitive e comportamentali del problema,

occorre considerare i contributi biologici, soprattutto quelli neuroendocrini;

occorre acquisire conoscenze sullo stile cognitivo, sulle modalità di sviluppo,

dei modelli relazionali e di attaccamento, delle esperienze familiari ed infine di

quelli collegati ad un approccio socioculturale, quali la mancanza di un

adeguato supporto affettivo e l’influenza delle credenze e dei miti sulla

maternità (Dennis Cl, Creedy D., 2004).

Un approccio “bio-psico-sociale” alla depressione è quindi d’obbligo

attraverso nuove metodologie, in particolare quella che viene definita

“narrative based medicine”.

In particolare occorre prendere in esame i seguenti fattori:

• Vulnerabilità affettiva: cioè il fatto che alcune donne sono

più soggette alla depressione rispetto ad altre. Questi fattori

possono essere presenti dalla prima infanzia, come tratti

della personalità (Akman C, Uguz F, Kaya N., 2007), o essere

entrati in gioco più di recente, come nel caso di disturbi

psichiatrici correlati ad eventi di vita dolorosi.

• Fattori ambientali: facilitanti e scatenanti i livelli di stress

legati alla maternità e ai cambiamenti ad essa correlati sul

piano corporeo, psicologico e sociale, non sempre

incontrano adeguate variabili moderatrici dello stress, quali

ad esempio il sostegno sociale e abilità di coping (Grote

N.k., Bledsoe S. 2007).

• Fattori biologici: come un improvvisa e considerevole

caduta degli ormoni fetoplacentari con il parto e le

modifiche neurologiche e neurotrasmettitoriale legate

all’allattamento.

4

Una visione così complessa di questa patologia richiede un approccio di

intervento altrettanto complesso, il quale esige un approccio interdisciplinare,

sia nella fase di screening, che nella fase di terapia vera e propria.

In primo luogo è il ginecologo che deve farsi carico del problema. Come

sostiene l’American College of Obstetrycs and Gynechologysts, il ginecologo

risponde ai bisogni della paziente, che segue dalla visita preconcezionale a

tutto il puerperio, ed è chiamato ad individuare le donne a rischio o già

sofferenti di depressione distinguendole da quelle affette da semplici “baby

blues”.

A conforto della presente iniziativa già nel 2006 la Committee Opinion della

A.C.O.G. affermava in un documento: “Psychological Risk Factors: Perinatal

Screening and Intervention”, che non solo sottolinea che “tutte le pazienti in

gravidanza dovrebbero essere sottoposte ad uno screening di carattere

psicologico”, ma addirittura, ”poiché i problemi possono insorgere in

gravidanza anche quando non sono presenti alla prima visita, sarebbe meglio

programmare uno screening di questo genere almeno una volta al trimestre per

aumentare la probabilità di identificare problematiche importanti e ridurre esiti

negativi alla nascita”.

Oggi, particolarmente rilevante perché, se il ginecologo non diagnostica e si

prende in cura le problematiche della sfera affettiva nel post partum, un

numero enorme di puerpere sfugge ad ogni tipo di cura.

Un sostegno al lavoro del ginecologo viene dalle recenti ricerche che

suggeriscono come uno screening precoce, basato su semplici test

appositamente validati, o specialmente ad una capacità di colloquio empatico

medico-paziente, può identificare le donne a più alto rischio di sviluppare un

franco episodio depressivo. Si tratta di sollecitare il medico ad approfondimenti

diagnostici, ed in molti casi attivare progetti di counselling psicologico o di

psicoterapia.

Nel postpartum è essenziale riconoscere almeno le forme più gravi di disturbo,

durante i controlli, ma occorre preparare le nuove generazioni di ginecologi a

rilevare i disturbi dell’umore in gravidanza. Oltre al ginecologo ed al pediatra,

5

le madri stesse e i loro famigliari possono, infatti, tendere ad ignorare o

minimizzare i vissuti depressivi.

Alcuni sintomi della depressione sono infatti legati alla normale condizione di

maternità, per es. alterazioni del sonno (Nielsen T., Paquette T., 2007 ;Goyal D,

Gay Cl., Lee Ka., 2007), calo della libido, bassi livelli di energia fisica.

Alcune patologie in gravidanza e puerperio, quali anemia (Bergsjo P., Evjen-

Olsen B., Hinderaker Sg., Oleking'ori N., Klepp Ki., (2008), diabete gestazionale

(Montaner P., Juan L., Campos R., Gil L., Corcoy R., 2008), alterazione della

funzione tiroidea (Glinoer D., 1998), possono mascherare la depressione in

questo periodo. Recentemente è stato messo ad esempio in evidenza un

collegamento tra tassi di anticorpi antiparossidasi e depressione (Cavalieri e

coll., 2005).

Vanno ricordate le conseguenze della depressione sullo sviluppo del feto e

sulla preparazione del parto.

Studi recenti (Bugental D., Beaulieu D., Schwartz A., 2008) hanno rilevato una

correlazione fra sintomi depressivi della madre e parto pretermine, minor peso

alla nascita, più piccola circonferenza cranica e più bassi punteggi di Apgar.

Gli aumentati livelli ematici di cortisolo e di catecolamine rilevati nei pazienti

depressi possono modificare la funzione placentare alterando il flusso ematico

uterino ed inducendo irritabilità uterina (Rehman K., Sirianni R., Parker C. Jr.,

Rainey W., Carr B., 2007). Le alterazioni del sonno, dovute alla stanchezza e depressione, rende

maggiormente fastidioso il doversi svegliare per allattare il bambino, quando

finalmente ci si era addormentati. Le difficoltà di concentrazione e nel prendere

decisioni possono essere accentuate dalle molte necessità legate

all’accudimento del bambino; talvolta accade che le donne depresse si sentano

sopraffatte dalle cose e non riescono a prendere anche le più semplici decisioni

(ad esempio, decidere se vestirsi o no). L’irritabilità e l’instabilità possono

innescare un circolo vizioso nei confronti del neonato. Molte donne che vivono

la depressione postatale si sentono fallite come madri e hanno pensieri negativi

riguardo alla vulnerabilità del neonato. Il disturbo umorale in gravidanza può

6

far sì che le donne abbiano meno cura di se stesse, alterazioni del peso

corporeo al di fuori dei limiti della norma per cattiva alimentazione, ecc.

2. OBBIETTIVI DELLA RICERCA

L’attuale elaborato si inserisce in una ricerca in atto, nella clinica accreditata

“Casa di cura città di Roma”, tendente a rilevare la presenza delle turbe

dell’umore in un gruppo di 300 pazienti, seguite in gravidanza e puerperio e

negli anni successivi.

Il modello di approccio è di tipo “biopsicosociale” e prevede il contributo di

aspetti biologici come numerosi cambiamenti neuroendocrini, di aspetti

personali legati allo stile cognitivo e alle esperienze familiari, e di aspetti

socioculturali come la mancanza di adeguato supporto, credenze e miti

irrealistici sulla maternità, così frequenti in chi si appresta ad avere un primo

figlio. La premessa di base è che questi elementi sono interdipendenti; ovvero

che un evento al livello di un particolare sistema potenzialmente influenza

anche gli altri sistemi a diversi livelli.

La ricerca sulla depressione postnatale mira a rilevare i fattori di rischio, oltre

alle interazioni specifiche tra questi. L’analisi ha lo scopo di stabilire il valore

di alcuni test, al fine di offrire al personale che segue la nascita metodi e mezzi

per meglio seguire le problematiche esposte.

Il presente elaborato analizza in particolare la presenza di alterazioni

dell’umore ad un anno di distanza dal parto, in pazienti seguite sin dalla

gravidanza.

3. MATERIALI E METODI

3.1.CASISTICA

• Sono stati spediti questionari e test a 250 donne, giunte a di più di

un anno dal parto, facenti parte di una casistica di 300 donne seguite

fin dalla gravidanza. Sono state 111 le donne che hanno risposto,

inviando i questionari compilati.

7

• Età compresa tra i 25 e i 44 anni (tab.I).

Tab.I – Distribuzione dei parti per età

Età donne 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44

N°casi x età 3 1 1 6 7 8 11 14 7 9 12 8 11 4 3 3 1 0 1 1

• Livello d’Istruzione, Professione, Stato Civile, Parità, delle 111 donne,

oggetto del presente elaborato, sono esposti nelle Fig. 2, 3. 4 e 5 (a

pag.18/19).

3.2. METODOLOGIA utilizzata sul campione di 300 donne:

o Colloquio preliminare e somministrazione di questionari self -

report

o Alla visita basale, previa firma di un consenso informato scritto

che preveda anche la disponibilità ai contatti telefonici da parte

dello staff di ricercatori, vengono somministrate le seguenti

interviste:

STAI 1: questionario self-report sull’ansia di stato e di

tratto (Spielberger, 1968;1977;1983).

BECK: . Beck Depression Inventory (Beck et al., 1961);

o A 7 giorni dal parto (Questionari spediti per posta con busta già

affrancata per la restituzione)

EDPS: Scala di Edimburgh, questionario self- report per

indagare la sintomatologia depressiva nel post partum

(John Cox e coll.,1987).

8

MSPSS: Multidimensional Scale of Perceived Social

Support (scala multidimensionale della percezione del

sostegno sociale) che valuta la quantità del sostegno

sociale percepito della persona all’interno di tre

differenti aree: la famiglia, le amicizie e gli altri

significativi( Zimet, Dahlem, Zimet & Farley, 1988).

STAI 1

o Ad 1 mese dal parto (Questionari spediti per posta con busta già

affrancata per la restituzione)

EDPS

MSPSS

STAI1

o A 3 mese dal parto (Questionari spediti per posta con busta già

affrancata per la restituzione)

EDPS

MSPSS

STAI1

o A sei mesi dal parto (Questionari spediti per posta con busta già

affrancata per la restituzione)

BECK

EDPSS

MSPSS

o Ad un anno dal parto sono stati somministrati i seguenti

questionari alle 111 donne, giunte al periodo esaminato (spediti

per posta con busta già affrancata per la restituzione).1

BECK

1 Riepilogo delle somministrazioni questionari-vedi Appendice A

9

EDPS

MSPSS

STAI 1

3.3. DESCRIZIONE SOMMARIA DEI TEST IMPIEGATI

Beck Depression Inventory (BDI): 2 (A.T. Beck, 1967)

scopo del test è di misurare se la depressione presente è minima, lieve,

moderata o grave. Gli item furono scelti in base al loro rapporto con le

manifestazioni più frequentemente osservate nella depressione, e comunemente

riconosciute dagli specialisti: non riflettono particolari teorie, riguardante

l’eziologia dei processi psicologici, che sono ritenuti alla base della

depressione. Si assume come depressione un costrutto misurabile in ciascun

individuo, un costrutto con intensità variabile nel tempo, nello stesso individuo.

Descrizione: L’inventario è costituito da 21 item che indagano un ampio

spettro di manifestazioni che caratterizzano la sindrome. Le istruzioni chiedono

di far riferimento: <<a come lei si è sentita nell’ultima settimana oggi

compreso>>.

Ciascun item propone quattro possibili risposte secondo gradi di intensità

crescente.

Somministrazione: In questo studio si è proceduto con l’auto somministrazione,

procedura prevista dal manuale del test. Lo psicologo consegna il protocollo,

legge con l’esaminando le istruzioni e lascia che questi compili il test

autonomamente. Ritira il test e discute eventuali difficoltà incontrate nella

compilazione. Il tempo necessario per la compilazione è di circa 10 minuti.

Scoring: Il punteggio totale si ottiene sommando il valore corrispondente alla

risposta scelta dal soggetto per ciascun item, valore che può variare da 0 a 3.

L’item 19, attinente ad eventuali cali ponderali, non viene conteggiato qualora

l’esaminato stia seguendo intenzionalmente una dieta per dimagrire. L’utilizzo

di questo item in gravidanza è oggetto di critiche data la variabilità del peso in

gravidanza e puerperio.

2 Il test BDI è in Appendice B

10

Poiché è consentito indicare una risposta o più di una risposta, nello scoring

viene conteggiata quella con punteggio maggiore. Al termine si fa riferimento

al punteggio totale.

L’inventario può essere scomposto in due subscale e si possono ricavare i due

relativi punteggi.

La prima scala è denominata “cognitiva-affettiva” ed è relativa ai primi 13

item.

La seconda considera gli item 14-21 e valuta sintomi somatici e prestazionali.

Interpretazione dei cut-off, (Beck, A.T., Steer, R.A., 1961):

Punteggio Depressione/Disforia

0 – 9 Minima 10 – 16 Lieve

17 – 29 Moderata 30 – 63 Grave

Il punteggio 16 è considerato il cut off di allarme clinico: al di sopra di esso è

opportuno un esame psicodiagnostica o una valutazione di un sospetto

disturbo dello spettro depressivo. Il BDI fa riferimento ad una sindrome e non

ad una categoria nosografia.

Stabilità: Il punteggio del BDI è un indice di stato, si presta dunque al

monitoraggio delle variazioni dell’intensità della depressione nel tempo.

State – Trait Anxiety Inventory (STAI) : 3

E’ acquisita la differenziazione tra i concetti di ansia di“stato” e di “tratto”

della persona (Cattell e Scheier, 1961; 1963;Spielberger,1966;1972;1976;1979).

Tale teoria si fonda sulla distinzione concettuale tra ansia intesa come stato

transitorio ed ansia intesa come tratto relativamente stabile della personalità.

Sebbene nel concetto di stato sia inserito quello di transitorietà, gli “stati della

personalità” possono ripresentarsi in associazione a stimoli specifici; possono

3 Il test STAI è in Appendice C

11

persistere qualora le condizioni evocative non cessino. Lo stato d’ansia può

variare di intensità e fluttuare nel tempo in funzione della minaccia percepita.

L’ansia dà, come esperienza particolare, un sentimento di insicurezza, di

impotenza di fronte ad un danno percepito; può costituire fonte di

preoccupazione, oppure può manifestarsi come tendenza a fuggire ed evitare la

minaccia (Baker, 1980, cit. in Comunity Health, 1984).

In contrasto con la natura transitoria degli stati emozionali, i “tratti” della

personalità possono essere definiti come “differenze, relativamente durevoli tra

gli individui, nella tendenza specifica a percepire il mondo in un dato modo e

nella disposizione a reagire o a comportarsi in maniera specifica, con una

regolarità prevedibile” (Spielberger,1983). Con “ansia di tratto” tale autore

intende delle differenze individuali relativamente stabili nella propensione

all’ansia; e questa consiste nella diversa tendenza a percepire situazioni

stressanti come pericolose e minacciose, ed a rispondere a varie situazioni con

diversa intensità nelle reazioni.

In altre parole si tratterebbe della tendenza personale a percepire una vasta

gamma di condizioni di vita come minacciose e a reagire ad esse con una

intensità elevata di ansia.

Questa tendenza rimane latente finché non viene attivata da stress associati a

reali o presunti pericoli particolari (Spielberger, 1966).

L’ansia di tratto può dunque riflettere le differenze individuali nella frequenza

e nell’intensità con le quali gli stati d’ansia possono essersi manifestati nel

passato e nella probabilità che possano essere sperimentati in futuro.

Più alti sono i livelli di ansia di tratto e più probabile è che un individuo possa

sperimentare punte elevate di ansia di stato in situazioni percepite come

minacciose, specialmente in quelle che comportano rapporti interpersonali e

autostima del soggetto (Meazzini, Corao, 1978).

12

Edimburg Postnatal Depression Scale (EDPS): 4

Edimburg Postnatal Depression Scale (John Cox e coll.,1987) è oggi

universalmente ritenuto un valido mezzo per discriminare la depressione post

partum.

Si presenta come un breve questionario di auto-valutazione per lo screening

dei soggetti che presentano sintomi depressivi nei mesi successivi al parto.

La scala contiene solo 10 item ad ognuno dei quali corrisponde ad un

punteggio di codifica che va da 0 a 3. Le puerpere debbono scegliere per

ciascun item quali tra questi rappresenta meglio il modo in cui si sono sentite

nell’ultima settimana. Il cut-off è rappresentato dal punteggio 12.

Questa scala, attualmente, viene utilizzata in tutto il mondo ed è stata tradotta e

validata in molte lingue (Milgrom et al, 2003): in Francia (Adouard F. et al.,

2005), in Spagna (Garcia-Esteve L., 2003), in Nigeria (Abiodun O.A., 2006), in

Australia (Pallant J.F. et al, 2006), in Norvegia (Berle J.O. et al, 2003) e in Italia

(Benvenuti et al.,1999).

La scala EPDS richiede pochi minuti per essere compilata ed è quindi utile per

essere somministrata nelle sale d’attesa, prima della visita con il ginecologo.

Importante è, però, che non ci siano altri familiari che possano influenzare la

puerpera nel dare le risposte.

La codifica di tale scala è molto semplice e veloce e non richiede particolari

conoscenze psichiatriche per l’interpretazione.

Dati gli esiti positivi della somministrazione di tale scala e le considerazioni

sopra descritte, l’EPDS risulta di fondamentale importanza nello screening

delle donne a rischio di depressione post partum (A.C.O.G., 2008).

Multidimensional Scale of Perceived Social Support (MSPSS):5

Questo test che misura se il sostegno sociale è sotto il cut-off 4 (Zimet et al.,

1988; versione italiana di Prezza e Principato, 2002), permette di rilevare la

capacità supportiva della rete sociale e l’adeguatezza del sostegno percepito

secondo tre fonti : la famiglia; gli amici e altri significativi.

4 Il test EDPS è in Appendice D 5 Il test MSPSS è in Appendice E

13

4. RISULTATI DELLA SOMMINISTRAZIONE DEI TEST A 300

PAZIENTI IN GRAVIDANZA E POST PARTUM

In gravidanza:

Tab.II - Numero di pazienti con positività ai test impiegati

TEST In gravidanza

Soggetti con punteggio

superiore al cut-off

Percentuale su 300 casi

STAY1 (ansia di stato) 31 10% BECK(sintomi depressivi) 11 4%

Nei 300 casi da noi intervistati in gravidanza :

il 10% ha dichiarato un’ansia di stato (31 casi)

nel 4% vi sono segnali di un disturbo dell’umore (11 casi)

( vedi Tab.II)

A 7 giorni dopo il parto:

Tab.III - Numero di pazienti con positività ai test impiegati

TEST 7 giorni dopo parto

Soggetti con punteggio

superiore al cut-off

Percentuale su 270 casi

STAY1 (ansia di stato) 65 24% EDPS(sintomi depressivi) 77 28%

MSPSS (percezione del grado di supporto) 59 22%

Nei 270 casi da noi intervistati tra 7 e 10 giorni dalla nascita (tab.III):

il 24% dichiara un’ansia di stato (65 pazienti)

nel 28% vi erano segni di una depressione (77 casi)

il 22% (59 casi) percepiva una mancanza di sostegno da parte dei

familiari e degli amici più vicini

Dobbiamo tenere in considerazione che in questo periodo, 7 giorni, le

puerpere possono andare incontro ai “baby blues”.

14

Ad 1 mese dal parto:

Tab.IV - Numero di pazienti con positività ai test impiegati

TEST 1 Mese

Soggetti con punteggio

superiore al cut-off

Percentuale su 270 casi

STAY1 (ansia di stato) 67 25% EDPS(sintomi depressivi) 77 28%

MSPSS (percezione del grado di supporto) 87 32%

Dalla tabella IV è possibile notare come dalle 270 donne intervistate, ad un

mese di distanza dal parto, la percentuale di soggetti che superano la soglia di

punteggio dei tre test esaminati non diminuisce rispetto a una settimana dal

parto.

La percezione di essere non seguite aumenta. Una donna su tre denuncia poi

una mancanza di sostegno da parte dei familiari e persone a lei più vicine.

A un mese dal parto le 77 donne, che al punteggio rilevato con la scala di

Edimburgh risultavano “depresse”, permangono tali anche ad un mese di

distanza.

A 3 mesi dal parto:

Tab.V - Numero di pazienti con positività ai test impiegati

TEST 3 Mesi

Soggetti con punteggio

superiore al cut-off

Percentuale su 260 casi

STAY1 (ansia di stato) 18 7% EDPS(sintomi depressivi) 43 17%

MSPSS (percezione del grado di supporto) 67 25% A tre mesi dieci ulteriori casi non hanno risposto ai test inviati.

E’ significativa la diminuzione del numero di pazienti che

dichiarano ansia di stato (7%)

Il 17% delle puerpere ha ancora un valore al test EDPS

Alto rimane anche il numero delle persone (25%) che percepisce

un mancato sostegno sociale

15

A 6 mesi dal parto:

Tab.VI - Numero di pazienti con positività ai test impiegati

TEST 6 mesi

Soggetti con punteggio

superiore al cut-off

Percentuale su 236 casi

STAY1 (ansia di stato) 11 5% EDPS(sintomi depressivi) 34 14%

MSPSS (percezione del supporto ricevuto) 46

20%

A sei mesi dal parto i dati rimangono praticamente uguali ai tre mesi, comincia

solo una leggera diminuzione dei valori su tutti e tre i test.

Visti i risultati dei test, ad uno, tre e sei mesi, li abbiamo elaborati,6 per

evidenziare il tipo di relazione esistente tra i test medesimi.

Attraverso il calcolo del Rapporto di Correlazione di Pearson è possibile

individuare se le variabili, oggetto di studio (in questo caso gli indici assunti

dai test), presentano degli andamenti simili.

Ciò, ad esempio, implica in caso di una correlazione positiva, che valori alti di

STAI sono associati a valori alti di EDPS, mentre in caso di correlazione

negativa, valori alti EDPS sono associati a valori bassi di MSPSS.

Dall’analisi effettuata in ogni periodi di somministrazione dei test si rileva

quanto segue:

una correlazione positiva tra test di STAI e EDPS

una correlazione negativa dei test STAI e EDPS con il MPSS.

La correlazione individuata risulta sempre statisticamente significativa7.

5. SOMMINISTRAZIONE DEI TEST PER INDIVIDUARE SOGGETTI

CON DISTURBI DELL’UMORE AD UN ANNO DAL PARTO

Sul campione delle 300 donne reclutate durante la gravidanza, al fine di

valutare la variazione dell’umore, ed in particolare l’incidenza di 6 I risultati delle elaborazioni sono presentati nell’Appendice F 7 La significatività indica il valore soglia per cui, a livello probabilistico, si può affermare che l’ipotesi oggetto dello studio sia vera.

16

depressione ed ansia di stato, 250 casi avevano superato un anno dalla

nascita del figlio al momento della somministrazione dei test (STAI,

BECK, EDPS, MSPSS).

Hanno riempito ed inviato i questionari 111 donne, di queste:

Età è compresa tra i 25 e i 44 anni (fig.1)

Professione (fig.2)

Livello d’istruzione, (fig.3)

Parità , (fig.4)

Stato Civile (fig.5)

Nella fig.1 sono esposte le età dei soggetti esaminati; la media è di 33,3 anni,

come possiamo vedere l’età delle gestanti risulta elevato.

Fig. 1

17

Fig.2

La professione, esercitata dal campione dei 111 casi, come possiamo osservare

nella fig.3, è prevalentemente di impiegate e, quasi la metà, di libere

professioniste.

Fig.3

18

Fig.4

Fig.5

19

5.1.RISULTATI SOMMINISTRAZIONE DEI TEST

Tab. VII - Positività ai test somministrati alle 111 donne

TEST 1 anno Soggetti con punteggio superiore al cut-off

Percentuale su 111 casi

STAY1 (ansia di stato) 3 2,7%

EDPS (sintomi depressivi)

12 10,8%

MSPSS (percezione del grado di supporto)

4 3,6%

BECK (sintomi depressivi)

13 11,7%

Appare evidente che, ad un anno dal parto, tutti i test hanno riportato risultati

molto bassi

Edps si è più che dimezzato rispetto ai sei mesi.

Stai e Mspss riportano valori vicini allo zero rispetto ai mesi precedenti.

L’analisi evidenzia un rapporto di correlazione8:

positivo tra test Edps/Stai

negativo tra Stai e Edps con Mspss.

La correlazione individuata risulta statisticamente significativa. 9

8 I risultati del Rapporto di correlazione di Pearson è presente nell’Appendice G 9 La significatività indica il valore soglia per cui, a livello probabilistico, si può affermare che l’ipotesi oggetto dello studio sia vera.

20

Delle 12 donne (10,8%), che avevano punteggio superiore a 12 all’indice

EDPS per la depressione post partum (vedi Tab.VII), tre avevano avuto

positività in tutti i periodi rilevati, precedentemente esaminati (Tab.VIII-IX).

Tab.VIII - Rilevamento al test BECK

Cod.

In gravidanza

C134 X

C 82 X

C152 X

Tab. IX - Rilevazione al test EDPS

Cod. 7giorni 1mese 3mesi 6mesi 1anno

C134 X X X X X

C 82 X X X X X

C152 X X X X X

Si tratta di 3 casi caratterizzati da depressione grave:

una puerpera ha un disturbo paranoide di personalità 10, un’altra ha un disturbo

di personalità dipendente 11 ed infine la terza ha un disturbo d’ansia

generalizzato.12

10 Vedi scheda clinica in Appendice H 11 Vedi scheda clinica in Appendice I 12 Vedi scheda clinica in Appendice L

21

Degli altri casi, 9 donne hanno riportato al test EDPS valori superiori al cut-

off (vedi Tab.X ):

o un caso ha risposto positivamente al test dal primo mese ed ha

continuato a riportare risultati superiori al cut-off fino ad oltre l’anno.

o un altro ha la positività al test a 7 giorni, poi si negativizza e si

ripropone dal terzo mese in poi.

o in due casi la positività al test persiste dal terzo mese in poi.

o in un altro caso c’era già a 7 giorni, poi scompare e si ripresenta ad 1

anno.

o in uno il test EDPS è positivo a 7 giorni ed un mese, poi si negativizza e

ricompare ad un anno.

o negli ultimi tre casi il test è positivo solo ad un anno.

Tab. X - Tempi di Rilevamento del test EDPS:

Cod. 7giorni 1mese 3mesi 6mesi 1anno

C168 X X X X

C185 X X X X

C194 X X X

C 80 X X X

C58 X X

C177 X X X

C 157 X

C221 X

C241 X

22

Delle 99 donne, il cui test EDPS risultava negativo ad un anno, abbiamo

rilevato la seguente situazione (vedi Tab.XI):

Tab. XI - Tempi di Rilevazione e risultato positivo al test EDPS n° di casi

- Il 55% dei casi (61 casi), ha riportato test EDPS positivi a 7 giorni,1,3,6

mesi, tale da far ipotizzare la presenza di una depressione postpartum (fig. 6).

- La restante parte del campione, il 34,2% (38 casi), riporta tutti risultati

negativi al test EDPS, per tutto il tempo dell’indagine oggetto della presente

ricerca.

7giorni 10

7giorni e 1mese 2

7giorni e 1mese e 3mesi 7

7giorni e 3mese 1

7giorni e 6mesi 1

1mese e 3mesi 7

3mesi 14

3mesi e 6mesi 16

6mesi 3

1 anno 0


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