Le politiche socio Le politiche socio assistenzialiassistenziali
In Italia c’è distinzione fra:
Finanziamenti: in parte Aziende Sanitarie e in parte Comuni Gestione: Aziende SanitarieAttività: assistenza sanitaria + socialeSede: Distretti
Finanziamenti: Fondo Sanitario Nazionale/Regionale Gestione: Aziende Sanitarie pubbliche e private accreditateAttività: assistenza sanitaria (prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione)Sede: Distretti e Ospedali
Finanziamenti: Fondo Sociale Nazionale/Regionale Gestione: ComuniAttività: assistenza sociale (aiuto alla persona, contributi economici, trasporti, inserimento sociale e lavorativo di disabili, tutela sociale e giuridica delle fasce deboli, adozioni e affido…)Sede: Circoscrizioni comunali
Aziende Sanitarie 1.Aziende USL (AUSL) 2. Aziende
Ospedaliere Autonome (AOA)
1. Ospedali (Presidi di AUSL e AOA) 2. Distretti (Dipartimento di Cure Primarie)
3. Dipartimento di Sanità Pubblica/Prevenzione
3. Dipartimento di Salute Mentale (Strutture territoriali e ospedaliere)
1. Strutture private accreditate
Servizi Sanitari e Sociali
Dipartimenti ospedalieri
Dipartimento di Cure PrimarieDipartimento di Salute Mentale
Dipartimento di Sanità Pubblica
Servizi sociali1. aiuto alla persona2. contributi economici3. trasporti4. inserimento sociale
e lavorativo di disabili
5. tutela sociale e giuridica delle fasce deboli
6. adozioni e affido
• Distretti: Assistenza primaria/Cure Primarie • Ospedali: Assistenza secondaria/Cure Specialistiche • Ospedali ad alta specializzazione: Assistenza terziaria
Terminologia diversa a seconda di:
• LEA 1 Prevenzione collettiva (5% FSN, 4.5%FSR)• LEA 2 Assistenza Distrettuale-ASP (49.5% FSN, 51.5% FSR)• LEA 3 Assistenza Ospedaliera (45.5% FSN, 44% FSR)
• Assistenza sanitaria• Assistenza sociale• Assistenza socio-sanitaria
• Assistenza Ambulatoriale• Assistenza Domiciliare• Assistenza Residenziale• Assistenza Semiresidenziale• Assistenza Ospedaliera
Cure primarie, assistenza di 1° livello, assistenza sanitaria primaria, assistenza territoriale,. E’ erogata nei Distretti in regime ambulatoriale, domiciliare, residenziale e semiresidenziale E’ assistenza sanitaria (medica, infermieristica, riabilitativa) e sociale Assistenza di 2° livello, ospedaliera. E’ erogata negli Ospedali (Aziende ospedaliere e Presidi ospedalieri di Aziende USL) E’ assistenza solo sanitaria (medica, infermieristica, riabilitativa)
Assistenza di 3° livello, ospedaliera di alta specializzazione. E’ erogata negli Ospedali (Unità spinali, Centro trapianti, Trauma center...) E’ assistenza solo sanitaria (medica, infermieristica, riabilitativa)
Assistenza sanitaria collettiva in
ambiente di vita e di lavoroLEA 1
Assistenza DistrettualeLEA2
Assistenza Ospedaliera
LEA3
Profilassi delle malattie infettive e diffusive, Tutela dei rischi da inquinamento ambientale, Tutela dei rischi in ambienti di vita e lavoro, Sanità pubblica veterinaria, Tutela igienico-sanitaria degli alimenti, Attività di prevenzione alla persona (vaccinazioni, diagnosi precoce)
Assistenza sanitaria di base, Emergenza sanitaria territoriale, Assistenza farmaceutica, Assistenza specialistica ambulatoriale, Assistenza protesica, Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare, Assistenza territoriale residenziale e semiresidenziale, assistenza termale
Pronto soccorso, Degenza ordinaria (per acuti), Day Hospital e Day Surgery, Ospedalizzazione a domicilio (modelli regionali), Riabilitazione, Lungodegenza, Servizio tresfusionale, Trapianto organi
DPCM 29.11.2001
Assistenza socio-sanitariaDPCM 14.2.2001
Assistenza domiciliare, ambulatoriale, residenziale, semiresidenziale per: area materno-infantile, disabili, anziani e persone non autosufficienti con patologie cronico-degenerative, dipendenze da droghe, alcool e farmaci, patologie psichiatriche, patologie da HIV, patologie terminali
Integrazione fra risorse sanitarie del Distretto e risorse sociali dei Comuni
Strutture di erogazione dei LEA(dove il cittadino si rivolge)
Assistenza sanitaria collettiva in
ambiente di vita e di lavoroLEA 1
Assistenza Distrettuale
LEA2
Assistenza Ospedaliera
LEA3Servizi ospedalieri
Servizi territoriali: Centri di Salute Mentale (Ambulatori), Domicilio pazienti, Residenze, Semiresidenze
Servizi territoriali:sanità pubblica, medicina del lavoro, medicina legale, medicina veterinaria
Assistenza socio-sanitariaDPCM 14.2.2001
Domicilio pazienti, Residenze, Semiresidenze
Centri di Salute Mentale (Ambulatori), Domicilio pazienti, Residenze, Semiresidenze
Attività di promozione della salute e delle capacità residue, di prevenzione (1°, 2°, 3°), diagnosi, cura, riabilitazione
Le prestazioni sanitarie sono finanziate dal SSN
Attività di sostegno (supporti economici, abitativi, di aiuto alla persona) alle aree sociali deboli in difficoltà: famiglie problematiche, bambini, adolescenti, adulti, anziani, disabili, dipendenti, immigrati, emarginati sociali...
Le prestazioni sociali sono finanziate dai Comuni con eventuale partecipazione alla spesa da parte dell’Utente
Attività nei confronti di pazienti non autosufficienti per i quali risulta inscindibile la assistenza sanitaria da quella socialeSono erogate in regime domiciliare (ADI), Residenziale (RSA, CP) e semiresidenziale (CD)
Le prestazioni socio-sanitarie sono finanziate in parte dalle ASL e in parte dai Comuni (con eventuale partecipazione alla spesa da parte degli Utenti), secondo criteri prestabiliti in ambito regionale
Assistenza ad anziani, disabili, malati cronici, malati psichiatrici, malati terminali
Assistenza medica e pediatrica di
base+
Assistenza specialistica
ambulatoriale+
Assistenza alle aree materno-
infantile, anziani, disabili, malati
psichiatrici, tossicodipendenti
RSA, CP, Hospice per l’assistenza ad anziani, disabili, malati psichiatrici, tossicodipendenti, malati terminali
CD per l’assistenza ad anziani, disabili, tossicodipendenti, malati psichaitrici
118, Ambulanze,Elicotteri di trasporto,
Luoghi fisici in cui è erogata assistenza sanitaria e socio-sanitaria
PS, Reparti, DH, DS
MMG, PLS, MCA
Infermieri
FisioterapistiDietisti
Ostetriche
Logopedisti
Ortottisti
Farmacisti
Assistenti sociali
Assistenti tutelari
Psicologi
Medici di Distretto• specialisti ambulatoriali
• specialisti servizi territoriali (ginecologi del Consultorio, geriatri delle RSA, pediatri della Pediatria di Comunità, psichiatri della Salute Mentale…)
• specialisti Direzione Distretti /DCP
Professionisti con titolo di studio appropriato per svolgere Funzioni, Attività e Compiti di assistenza nel SSN
Successione delle prestazioni sanitarie e delle azioni di protezione sociale erogate da Servizi fra loro collegati (Servizi in rete) per rispondere ai bisogni sociali e sanitari del Paziente, dal momento della emergenza del bisogno fino all’esaurimento dello stesso
Integrazione fra attività sanitarie e attività di protezione sociale attuate da Equipe socio-sanitarie nei confronti di pazienti non autosufficienti per i quali risultano inscindibili cura e assistenza
L’assistenza socialeL’assistenza socialeInsieme di interventi volti a contrastare Insieme di interventi volti a contrastare
situazioni di indigenza, per mezzo di situazioni di indigenza, per mezzo di servizi socialiservizi sociali e di e di trasferimenti trasferimenti monetarimonetari, finanziati attraverso la , finanziati attraverso la fiscalità generale.fiscalità generale.
Fruizione: aperta a tutti (salvo priorità di Fruizione: aperta a tutti (salvo priorità di accesso e quote differenziate di accesso e quote differenziate di compartecipazione)compartecipazione)
Eleggibilità: individuazione di uno stato Eleggibilità: individuazione di uno stato di bisogno e dell’insufficienza di risorse di bisogno e dell’insufficienza di risorse per farvi fronte (per farvi fronte (prova dei mezziprova dei mezzi))
Interventi di assistenza sociale sono: Interventi di assistenza sociale sono: SELETTIVI e RESIDUALI; seguono il SELETTIVI e RESIDUALI; seguono il principio di CATEGORIALITÀ principio di CATEGORIALITÀ
Problemi:Problemi: Trappola della povertàTrappola della povertà StigmaStigma Problemi di informazioneProblemi di informazione
Le principali FUNZIONI:Le principali FUNZIONI:
Risposta alle situazioni di povertà e Risposta alle situazioni di povertà e di indigenza economichedi indigenza economiche: :
trasferimenti monetari (attributi trasferimenti monetari (attributi attraverso la prova dei mezzi), per attraverso la prova dei mezzi), per garantire un minimo di risorse per garantire un minimo di risorse per soddisfare i bisogni fondamentali.soddisfare i bisogni fondamentali.
Può prevedere una condizione di Può prevedere una condizione di ATTIVAZIONE ATTIVAZIONE
Funzione preventiva di promozione Funzione preventiva di promozione dell’inclusione socialedell’inclusione sociale: :
offerta di servizi sociali, gratuiti o offerta di servizi sociali, gratuiti o sottocosto, in genere aperti a tutti i sottocosto, in genere aperti a tutti i cittadini. cittadini.
Possono essere previste priorità di Possono essere previste priorità di accesso a favore di categorie deboli accesso a favore di categorie deboli e/o diversi gradi di e/o diversi gradi di compartecipazione dei cittadini, in compartecipazione dei cittadini, in base alla situazione economica.base alla situazione economica.
Modelli di produzioneModelli di produzione
Modello pubblicoModello pubblico Modello mistoModello misto
2 forme: distinzione tra funzione di 2 forme: distinzione tra funzione di acquisto e produzione (contracting acquisto e produzione (contracting out; mercato amministrato); modello out; mercato amministrato); modello misto concorrenziale misto concorrenziale
Modello privatoModello privato
L’assistenza sociale nei modelli L’assistenza sociale nei modelli di welfaredi welfare
Sistemi familisti: la famiglia Sistemi familisti: la famiglia costituisce un ammortizzatore sociale; costituisce un ammortizzatore sociale; lo Stato ha un ruolo sussidiario; le lo Stato ha un ruolo sussidiario; le rete dei servizi sociali si sviluppa poco rete dei servizi sociali si sviluppa poco o in modo frammentarioo in modo frammentario
Sistemi de-familisti: maggiore Sistemi de-familisti: maggiore responsabilità dello Stato; si sviluppa responsabilità dello Stato; si sviluppa un ampio sistema di servizi sociali un ampio sistema di servizi sociali territoriali e di prestazioni monetarieterritoriali e di prestazioni monetarie
L’assistenza sociale nei modelli L’assistenza sociale nei modelli di welfaredi welfare
Ruolo del TERZO SETTORE: cambia a Ruolo del TERZO SETTORE: cambia a seconda del grado di partecipazione seconda del grado di partecipazione ai processi di policy making ai processi di policy making
- AccreditamentoAccreditamento- Negoziazione Negoziazione
L’assistenza sociale in ItaliaL’assistenza sociale in Italia
Tipi di intervento:Tipi di intervento: Assegno sociale (e vecchie pensioni Assegno sociale (e vecchie pensioni
sociali): prestazione assistenziale di sociali): prestazione assistenziale di natura categorialenatura categoriale
Pensione d’invalidità civile: Pensione d’invalidità civile: prestazione assistenziale di natura prestazione assistenziale di natura categorialecategoriale
Assegno per il nucleo familiare: Assegno per il nucleo familiare: prestazione selettiva di sostegno al prestazione selettiva di sostegno al reddito per carichi di famiglia; di reddito per carichi di famiglia; di natura categoriale natura categoriale
Tipi di intervento:Tipi di intervento: integrazione al trattamento minimo: integrazione al trattamento minimo:
prestazione selettiva e categorialeprestazione selettiva e categoriale Maggiorazioni sociali: prestazione Maggiorazioni sociali: prestazione
selettiva e categorialeselettiva e categoriale Assegno per nuclei familiari con Assegno per nuclei familiari con
almeno 3 figli minorialmeno 3 figli minori Assegno di maternitàAssegno di maternità Fondo per il sostegno all’accesso alle Fondo per il sostegno all’accesso alle
abitazioni in locazioneabitazioni in locazione
Interventi a livello locale Interventi a livello locale (Comuni)(Comuni)
Informazione e segretariato sociale a Informazione e segretariato sociale a cittadini e utenti dei servizicittadini e utenti dei servizi
Assistenza economica a persone in Assistenza economica a persone in difficoltà attraverso trasferimenti difficoltà attraverso trasferimenti monetari continuativi o straordinari monetari continuativi o straordinari (minimo vitale), esoneri da tariffe, ecc.(minimo vitale), esoneri da tariffe, ecc.
Assistenza domiciliare di tipo socialeAssistenza domiciliare di tipo sociale Assistenza abitativa tramite alloggi Assistenza abitativa tramite alloggi
protettiprotetti Assistenza ai minori tramite Assistenza ai minori tramite
affidamento familiareaffidamento familiare
Interventi a livello locale Interventi a livello locale (Comuni)(Comuni)
Asili nidoAsili nido Centri diurni di tipo socio-educativo per Centri diurni di tipo socio-educativo per
portatori di handicapportatori di handicap Inserimento sociale e lavorativo delle persone Inserimento sociale e lavorativo delle persone
in situazione di svantaggio e bisognoin situazione di svantaggio e bisogno Centri di accoglienza per situazioni di Centri di accoglienza per situazioni di
emergenza assistenziale e sviluppo di servizi emergenza assistenziale e sviluppo di servizi residenzialiresidenziali
Pagamento delle rette nelle residenze Pagamento delle rette nelle residenze sanitarie per anziani con difficoltà economichesanitarie per anziani con difficoltà economiche
La povertà in ItaliaLa povertà in Italia
Nel 2007 l’Istat ha contato 2.623.000 famiglie in condizione di povertà relativa, pari all’11,1% delle famiglie residenti e a 7.542.000 persone, cioè il 12,8% dell’intera popolazione; un numero e una quota sostanzialmente stabili rispetto al 2006.
Secondo l’Istat è povera una famiglia di duepersone che consuma meno della media pro-
capite dei consumi del paese (la soglia così definita nel
2007 era pari a 986 euro mensili)
La definizione dell’ISTAT differisce da quella adottata in ambito comunitario, dove la soglia (del rischio) di povertà è fissata al 60% del reddito mediano equivalente disponibile individuale.
I dati Eurostat, basati quindi su una metodologia non comparabile con quella nazionale (in particolare, costruiti sui redditi invece che sui consumi), indicano una incidenza di popolazione a basso reddito (“a rischio di povertà” secondo la definizione ufficiale) stabile intorno al 20%
Deprivazione materialeDeprivazione materialeNel 2006, quasi il 6% delle famiglie ha dichiarato di
aver avuto problemi nel procurarsi il cibo necessario (percentuale che nel Sud e nelle Isole cresce di almeno un terzo rispetto al Nord);
il 12% di non potersi curare adeguatamente (il 21,4% al Sud e il 20,2% nelle Isole);
il 17,8% di avere difficoltà per quanto riguarda l’abbigliamento (quasi il 30% nelle Isole)
il 34,7% delle famiglie ha dichiarato di arrivare alla fine del mese “con difficoltà” (quasi il 20%) o con “grande difficoltà” (percentuale che nel Mezzogiorno sale al 46,5% e nelle Isole al 48,5%);
il 66,1% (il 75,4% nel Mezzogiorno e l’82,5nelle Isole) ha ammesso di “non riuscire a risparmiare”.
Il divario Nord-SudIl divario Nord-Sud
Il differenziale nei tassi di povertà relativa del Sud e quelli del resto del Paese costituisce l’aspetto
più evidente del “modello di povertà italiano”. L’incidenza della povertà, misurata secondol’indicatore nazionale, nel Meridione e nelle Isole
(22%) è doppia rispetto alla media e di quasicinque volte superiore a quella registrata nelle
regioni del Nord (4,7% in Lombardia, 5,0% inVeneto, 3,9% in Emilia Romagna, contro il 23,0%
della Basilicata, il 27,8% della Calabria, il28,9% della Sicilia).
Le famiglie numeroseLe famiglie numeroseIl rischio di povertà cresce rapidamente al
crescere delle dimensioni della famiglia, facendo registrare tra le “famiglie numerose” i livelli d’incidenza della povertà relativa in assoluto più elevati. Nel 2006, a fronte di un’incidenza della povertà relativa al di sotto della media nazionale per famiglie con uno (8,1% secondo l’indicatore nazionale) o due membri (9,9%), si è registrato un tasso di povertà del 14,8% per le famiglie con 4 componenti e del 24,3% (dunque più del doppio
rispetto alla media nazionale) per le famiglie con 5 o più componenti, percentuali che nel Mezzogiorno salgono rispettivamente al 26,1% e al 37,5%.
I minoriI minoriI minori in condizione di povertà relativa, utilizzando la
metodologia nazionale, sono in Italia 1.728.000, all’incirca il 23% della popolazione povera, con una forte prevalenza delle età infantili (il 61,2% ha meno di 11 anni) e una sproporzionata concentrazione nel Meridione dove risiede il 72% dei minori poveri italiani.
Nella comparazione internazionale, inoltre, l’Italia si colloca, con un’incidenza del 25% della povertà relativa in questo comparto di popolazione, in una posizione particolarmente critica,
assai distante dalle medie UE-15 e UE-25 (rispettivamente di 7 e 6 punti percentuali), e peggiore (di due punti) persino della media dei Nuovi Paesi Membri.
Prevale il modello del male breadwinner: la povertà più che concentrarsi nelle famiglie senza lavoro (meno del 6%) si diffonde tra famiglie monoreddito.
Gli anzianiGli anzianiSono 1.601.000 gli italiani in età superiore ai 64
anni in condizione di povertà nel 2006, con un’incidenza (in base all’indicatore nazionale)
vicina al 14%, in miglioramento (di 2-3 punti) rispetto ai tassi fatti registrare nel decennio precedente.
Anche in termini comparativi la posizione dell’ Italia si presenta come migliore: il tasso italiano di povertà relativa si colloca di due punti al di sotto della media UE-15 per quanto riguarda gli ultra-settantacinquenni.
Il rischio di cadere in povertà sale in presenza di alcuni fattori: coppie di anziani con figli privi di autonomia economica (16,7%); anziani monogenitori (16,8%); famiglie di altra tipologia con almeno un anziano (18%).
Povertà e istruzionePovertà e istruzione Abbandoni scolastici: Abbandoni scolastici: gli early schhol leavers
costituiscono ancora il 20,9%, con una minima diminuzione nell’ultimo triennio di appena un punto percentuale. Si tratta di 900 mila ragazzi tra i 16 e i 24 anni (un quinto della popolazione di riferimento) presente in Italia in proporzione nettamente superiore alla media europea (EU-15: 14,9%; EU-27: 17,6%).
Studenti immigrati:La mancanza di regolarità scolastica tra gli studenti con cittadinanza non italiana rappresenta un dato preoccupante, dovuto sia a difficoltà legate alla conoscenza della lingua italiana, sia a problemi di integrazione sociale. In media, il 42,5% di alunni stranieri non è in regola con gli studi e il crescere dell’età aumenta il loro disagio scolastico. Per tutti gli ordini di scuola e per tutti gli anni di corso la percentuale di ripetenti stranieri è superiore a quella degli italiani.
La povertà relativa in Italia (Istat, La povertà relativa in Italia (Istat, 2007)2007)
La povertà relativa in Italia (Istat, La povertà relativa in Italia (Istat, 2007)2007)
La spesa socialeLa spesa sociale
Difficoltà nel calcolo: manca sistema Difficoltà nel calcolo: manca sistema informativo su assistenza sociale e informativo su assistenza sociale e servizi socialiservizi sociali
1,8% sul Pil; 7% sul totale della 1,8% sul Pil; 7% sul totale della spesa sociale pubblicaspesa sociale pubblica
70% per vecchiaia e invalidità; 15% 70% per vecchiaia e invalidità; 15% per la famigliaper la famiglia
La spesa sociale in ItaliaLa spesa sociale in Italia
disoccupazione; 2esclusione sociale; 0,2
alloggi; 0,1famiglia; 4,4
invalidità; 5,9
superstiti; 9,9
vecchiaia ; 50,8
malattia; 26,7
La spesa sociale nella media La spesa sociale nella media UE15UE15
alloggi2%
esclusione sociale1%disoccupazione
6%
famiglia8%
invalidità8%
superstiti5%
malattia29%
vecchiaia 41%
L’assistenza sociale prima L’assistenza sociale prima delle riformedelle riforme
Problemi:Problemi:- Frammentazione e sovrapposizione Frammentazione e sovrapposizione
istituzionaleistituzionale- Inclinazione verso trasferimenti Inclinazione verso trasferimenti
monetari, invece di servizimonetari, invece di servizi- Marcata disomogeneità territorialeMarcata disomogeneità territoriale- Mancanza di una rete di sicurezza Mancanza di una rete di sicurezza
sociale di ultima istanzasociale di ultima istanza
I servizi socialiI servizi socialiD.lgs. 112 del 1998, (art. 128) Definizione dei servizi sociali “tutte le attività relative alla
predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti ed a pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita, escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello sanitario, nonché quelle assicurate in sede di amministrazione della giustizia”.
Azioni negli anni novanta e Azioni negli anni novanta e duemila duemila
Sperimentazione del Reddito minimo Sperimentazione del Reddito minimo d’inserimentod’inserimento
Introduzione dell’Indicatore di Introduzione dell’Indicatore di situazione economica (ISE)situazione economica (ISE)
Approvazione L. 328/2000: legge-Approvazione L. 328/2000: legge-quadro per la realizzazione del quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e sistema integrato di interventi e servizi socialiservizi sociali
Stato: - funzioni di programmazione
nazionale, - definizione dei livelli essenziali ed
uniformi delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP),
- fissazione di requisiti nazionali per l’offerta/partecipazione al sistema (in materia di accreditamento come in materia di professioni sociali),
- ripartizione del Fondo nazionale per le politiche sociali
Legge 328/2000Legge 328/2000 Governance fondata su una logica
istituzionale multi-livello (forte compenetrazione tra livello statale, regionale, locale)
programmazione integrata decentramento degli interventi,
anche con ricorso a partnership pubblico/privato nella loro gestione
circolazione delle informazioni all’interno d’un sistema informativo dei servizi sociali da definire
Regioni:- compiti di definizione (con modalità
concertate con il sistema degli enti locali) degli ambiti territoriali di offerta e delle principali caratteristiche organizzative e gestionali dei servizi
- adozione dei Piani sociali regionaliProvince:- funzioni di raccolta di informazioni sui
bisogni, sulla domanda e l’offerta dei serviziComuni:- funzioni di presidio diretto delle funzioni
gestionali e amministrative dei servizi- programmazione degli interventi a livello
locale all’interno del Piano di zona
I LEPI LEPAlla base dell’individuazione dei LEP, Alla base dell’individuazione dei LEP,
occorre:occorre: una affidabile catalogazione delle
prestazioni sociali la definizione di target di offerta; il finanziamento delle prestazioni
corrispondenti ai LEP non in base al costo effettivamente sostenuto in ciascuna singola area, bensì in base ad un costo unitario standard.
Spesa per asili nidoSpesa per asili nido
LEP – ipotesi “al ribasso” LEP – ipotesi “al ribasso” (livello minimo di copertura (livello minimo di copertura
6%)6%)
LEP – ipotesi “al rialzo” LEP – ipotesi “al rialzo” (livello minimo di copertura al (livello minimo di copertura al
9%)9%)
Sfide per il futuroSfide per il futuro Definizione dei LEP (diritti, tipologie di Definizione dei LEP (diritti, tipologie di
prestazioni, standard di qualità e livelli prestazioni, standard di qualità e livelli minimi di spesa, reddito minimo garantito)minimi di spesa, reddito minimo garantito)
Risorse finanziarie (riequilibrio fra Risorse finanziarie (riequilibrio fra comparti di spesa, trasferimento di risorse comparti di spesa, trasferimento di risorse fra previdenza e assistenza; nuovo mix fra fra previdenza e assistenza; nuovo mix fra finanziamento pubblico e finanziamento pubblico e compartecipazioni private per introdurre compartecipazioni private per introdurre principio di “universalismo selettivo”)principio di “universalismo selettivo”)
Capacità istituzionali (di programmazione, Capacità istituzionali (di programmazione, monitoraggio, valutazione) per ridurre le monitoraggio, valutazione) per ridurre le disparità territorialidisparità territoriali