L’illustra”storie”
Ovvero da tre immagini tante storie
Classe 4ªTP a.s. 2011/12
IL GATTO E LA SIGNORA
C’ era una volta un gatto che si chiamava Wis. Ogni volta che mangiava faceva un sacco di pasticci: giocava con la sua ciotola, lanciava il cibo sul muro, buttava nel cestino i cibi che non gli piacevano. Un giorno, la sua padrona, stanca di pulire i suoi disastri, lo scacciò.
Il gatto ne fu così dispiaciuto che chiese aiuto alla strega Magnifica per mandare una maledizione alla sua padrona. La strega lanciò il sortilegio mentre la signora stava mangiando la pastasciutta: da quel giorno iniziò a comportarsi come un felino e , invece di sedersi a tavola, mangiava nella ciotola di Wis .
Così il gatto era libero di ritornare a casa e mangiare nella tavola della sua padrona. Si sentì subito molto felice, ma, dopo qualche giorno, gli mancavano i piatti caldi che gli preparava la padrona e il frigorifero si svuotò presto. Imparò la lezione ma ormai era tardi. Per procurarsi il cibo doveva andare in giro per le strade e rovistare nella spazzatura.
La sua padrona, invece, si perse per la città e fu adottata da una famiglia che cercava un gatto. Vive ancora lì.
LE RANE E LA STREGA
C’ERANO TRE RANE CHE LITIGAVANO PER LO STAGNO:
OGNUNA LO VOLEVA TUTTO PER SE’ E VOLEVA CACCIARE
LE ALTRE. STRILLAVANO TALMENTE FORTE CHE
DISTURBARONO IL SONNO DI UNA STREGA CHE DORMIVA
IN UN CASTELLO LI’ VICINO .
DOPO TRE GIORNI LA STREGA NON NE POTEVA PIU’ E COSÌ
LE TRASFORMO’ PER MANDARLE VIA: AD UNA RANA MISE
LE ALI, AD UN’ALTRA LE ZAMPE DA TIGRE E ALL’ULTIMA LE
ZAMPE DA FORMICA.
COSÌ LE TRE RANE SI SPOSTARONO: QUELLA CON LE ALI
VOLO’ IN CIELO, QUELLA CON LE ZAMPE DA TIGRE SE NE
ANDO’ NELLA FORESTA, L’ULTIMA, CON LE SUE ZAMPINE
DA FORMICA, SI COSTRUÌ UNA CASA.
NON LITIGARONO PIU’ ED IMPARARONO A BADARE A
LORO STESSE.
LA STREGA DA QUEL GIORNO DORMÌ IN PACE.
LA RANA VOLANTE
C' erano una volta tre rane che vivevano in uno stagno
fatato. Queste rane trascorrevano le loro giornate
ammirando il volo degli uccelli e invidiandoli.
Ripetevano sempre: “Non è giusto, loro possono
spiare tutto dall’alto, noi da quaggiù non possiamo
vedere tutta la Terra!”.
Un giorno arrivò un mago buono che fece un
incantesimo e ad una rana crebbero le ali.
La rana era contentissima di volare ma le altre ne
diventarono gelose. Passarono i giorni e la rana con le
ali raccontava alle sue amiche quello che poteva
vedere dall’alto ma ben presto le sue amiche si
stancarono di ascoltarla e non parlavano più con lei.
La rana con le ali diventò presto triste perché, pur
volando sempre in cielo e potendo controllare tutto, si
sentiva sola. La rana chiamò ad alta voce il mago e lo
pregò di spezzare l’incantesimo e di permetterle di
tornare a giocare nello stagno con le sue compagne. Il
mago esaudì il desiderio della rana che rinunciò alle
ali per vivere con le sue amiche; queste la
festeggiarono e da quel giorno apprezzarono tutte la
vita nello stagno e smisero di invidiare il volo degli
uccelli.
Il cavaliere senza paura
C’ era una volta un cavaliere che, dopo essere stato
catturato dai nemici, fu imprigionato in una torre alta
e piena di trappole.
Un giorno, dopo tanti tentativi, riuscì a liberarsi e
scappò non facendosi vedere dalla guardia.
Si mise in cerca della sua amata principessa:la trovò
in un castello, ma era stata trasformata in orca .
Per entrare nel castello uccise tutti i nemici con la
sua spada e trovò la principessa intrappolata in una
prigione sotterranea. Insieme fuggirono.
Il cavaliere conosceva un mago, lo chiamò e gli disse
se poteva rompere l’incantesimo della principessa. Il
mago gli chiese in cambio la sua spada lucente; lui
gliela diede così il mago ruppe l’incantesimo e i due si
sposarono.
Il cavaliere diventò re ricevette una nuova spada e
vissero felici e contenti.
La principessa e il gabbiano.
C’era una volta una principessa che aveva le trecce
lunghissime. Dal suo castello vedeva il mare.
Un giorno andò verso la spiaggia e vide un gabbiano
ferito vicino ad uno scoglio. Lo prese in braccio e lo
portò nel suo castello per curarlo. Prese un po’ di
acqua e gli pulì le ferite, ogni giorno gli procurava del
pesce fresco da mangiare. Piano piano il gabbiano
guarì e potè nuovamente volare.
La principessa lo riportò nella spiaggia dove lo aveva
trovato e lo liberò.
In realtà l’animale era un principe che era stato molto
cattivo. Un mago lo aveva trasformato in un
gabbiano perché doveva imparare a soffrire.
Grazie alle cure della principessa capì che era meglio
l’amore della cattiveria e si commosse. Le sue lacrime
spezzarono l’incantesimo: così ritornò un essere
umano.
Diventò un re molto amato dal suo popolo, si sposò
con la principessa e vissero felici e contenti.
Il gatto magico
C'erano una volta una signora di nome Ivana e il suo gatto
Flippi.
La signora Ivana non accudiva il suo gatto: si dimenticava
di dargli da mangiare, non lo coccolava mai, quando usciva
di casa per fare qualche commissione, lo lasciava da solo
chiuso in casa senza acqua.
Flippi, in realtà, era magico ma lei non lo sapeva.... Flippi,
un giorno, si arrabbiò tantissimo e la trasformò in un
animale: non era cattivo ma voleva far provare a Ivana le
sensazioni che lui provava quando lo trascurava. Mentre la
sua padrona mangiava nella ciotola e se ne stava chiusa in
casa, Flippi mangiava a tavola con la forchetta e usciva per
andare a divertirsi.
Ivana in questo modo capì come si sentiva il suo gatto e si
pentì di averlo trattato male, così, quando Flippi tornò a
casa gli chiese scusa.
Questo ruppe l’incantesimo e ritornò tutto alla normalità,
ma la signora, da quel giorno, trattò bene il suo gatto
accudendolo con tanto amore.
La rana e l’angelo
C’era una volta una rana che aveva salvato un angelo e, per
questo, l’angelo era in debito con lei .
La rana, così, gli disse che voleva le sue ali. L’angelo gliele
diede e la rana iniziò a volare nel cielo. All’inizio si divertiva
molto: faceva delle acrobazie nell’aria, saliva in alto e poi si
gettava in picchiata, giocava con gli uccelli.
Dopo un po’, però, si stancò. Da lassù vide le sue amiche
giocare nello stagno e desiderò ritornarci. Gli mancava la
caccia alle farfalle che faceva con le altre, oppure fare il
bagno nello stagno. Si sentiva molta sola.
La rana si pentì di aver chiesto le ali all’angelo e le restituì.
Così ritornò a casa e ritrovò le compagne di giochi: ora era
felice e non si sentiva più sola.
IL CAVALIERE CON LA SPADA MAGICA
C’era una volta un cavaliere di nome Skipper che veniva dal
Regno Unito. Amava molto la sua spada, perché era stata
di suo nonno, la puliva sempre e la teneva dentro un
armadio per evitare che andasse persa.
Un giorno lo chiamarono in Italia per salvare una
principessa di nome Valtellina: era imprigionata in una
torre molto alta.
Per entrare in Italia c’era un drago molto grande che
sputava fuoco e nessun cavaliere era riuscito a battere.
Combatté contro il drago, però non riusciva a sconfiggerlo.
Pensò che gli serviva aiuto e, come per magia, la spada si
mise a luccicare e sferrò dei colpi talmente profondi che
uccise subito l’essere mostruoso.
Riuscì ad entrare in Italia, arrivò alla torre e prese la corda
che portava sempre con sé, la srotolò e la usò per salire
sulla torre, per non farsi vedere dalla guardia.
Riuscì ad aprire la porta sul pavimento e scese le scale, si
scontrò con la guardia e vinse, salvando la principessa.
Ritornarono nel Regno Unito e alzarono la bandiera in
segno di vittoria.
I due si sposarono, ebbero sette figli e vissero felici e
contenti
La signora Paletti e il gatto Nettuno
C’era una volta una signora che si chiamava Ines Paletti.
Amava tanto gli animali e aveva un gatto di nome Nettuno.
Un giorno la signora Paletti, poiché trattava Nettuno
come fosse un essere umano, lo fece mangiare in tavola,
mentre lei si preparò il pranzo nella ciotola del gatto.
Il marito la trovò per terra che mangiava. Si arrabbiò
così tanto che la mandò fuori di casa: pensò che sua
moglie fosse impazzita!
Il gatto era molto triste senza la casa sua padrona e
questo commosse il signor Paletti. Capì che i due si
volevano molto bene e decise di far tornare Ines a casa,
però non doveva più mangiare nella ciotola del gatto.
Da quel giorno mangiarono tutti e tre a tavola e il gatto
imparò a usare le posate. Così vissero tutti felici e
contenti.