Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
Anno XXXV – n. 235 – Maggio 2013
NOTIZIARIO
Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo” dei Frati Minori
Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
In copertina:
Fr. Michael Perry
eletto Ministro generale
22 maggio 2013
Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
Indice
Fr. Michael Perry – Ministro generale 1
Omelia s. Messa di ringraziamento – fr. Michael Perry 2
COMPI – Elezioni Provincia Trentino 3
Collegio dei Ministri del Nord Italia
Arco di Trento – 24 maggio 2013 4
Giornata Intercapitolare – Padova 13 maggio 2013 7
Omelia s. Messa conclusiva – Padova 13 maggio 2013 14
Dal Definitorio – Milano, 15 maggio 2013 19
Testimonianze di vita fraterna
Pellegrinaggio giovani in Terra Santa 21
Pentecoste 2013: rinnovato Capitolo delle Stuoie 23
Testimonianza di fr. Stefano Invernizzi 25
Capitoli elettivi nei monasteri della Federazione 27
Verso il Capitolo, da “uomini di fede” – fr. Tarcisio Colombotti 28
FilmiAmo 34
LeggiAmo 36
Notizie di Casa 38
Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
FR. MICHAEL PERRY
MINISTRO GENERALE
Fr. Michael Anthony Perry è stato eletto come Ministro Generale dell’Ordine dei Frati
Minori ‘ad complendum sexennium’. Nato a Indianapolis (USA) nel 1954, Fr. Michael è
stato Vicario Generale e Procuratore dell’ Ordine. È stato Ministro provinciale della
Provincia del Sacro Cuore di Gesù (USA). Ha servito la sua Provincia per la formazione
teologica dei giovani frati e per quella dei post-novizi, ha lavorato nella commissione
internazionale di GPIC ed è stato missionario nella Repubblica Democratica del Congo
per dieci anni. È stato inoltre al servizio del Catholic Releif Services e della Conferenza di
Vescovi Cattolici degli Stati Uniti.
Il suo curriculum accademico include un Ph.D. in Antropologia Teologica, M.A in
Teologia, M.Div in Formazione Sacerdotale e B.A. in Storia e Filisofia. Fr. Michael Anthony
Perry succede in questo servizio a Mons. Fr. José Rodrigue Carballo, OFM.
Nato il: 07.06.1954
Nato a: Indianapolis (U.S.A.)
Noviziato: 25.06.1977
Professione temp.: 11.08.1978
Professione sol.: 10.10.1981
Ordinazione: 02.06.1984
Provincia OFM: SS. Cordis Jesu Prov. (U.S.A.)
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Omelia s. Messa di Ringraziamento
“Non confidare nelle tue ricchezze e non dire “Basto a me stesso”. Non seguire il
tuo istinto e la tua forza, assecondando le passioni del tuo cuore”.
Queste parole della prima lettura del Siracide lanciano una sfida a tutti noi, sia
frati minori sia cristiani, di non affidarci in nessun altra forza che quella dello Spirito di Dio.
E’ molto chiaro che la nostra fiducia deve essere fondata sempre ed esclusivamente
sulla misericordia e l’amore di Dio. Questo fondamento non è una novità per noi
cristiani, in quanto, battezzati in Cristo, rinasciamo con la consapevolezza di questa
nuova identità, cioè di essere figli e figlie di Dio-amore.
Allo stesso tempo, l’offerta di Dio per sua misericordia, secondo l’autore sacro del
Siracide, ci obbliga ad entrare in un processo di conversione permanente, cioè di
partecipare all’esperienze della misericordia di Dio che si prolunga nel nostro cammino
di tutta la vita, vita di un figlio o figlia ‘minore’ chiamati ad andare nel mondo per dare
testimonianza di quello che il Signor fa per me, per noi, e per invitare la fraternità
universale ad affidarsi nelle Sue mani.
In che cosa consiste questa testimonianza? Significa testimoniare la propria
esperienza di misericordia e condivisa con tutti quelli che incontriamo nel nostro
cammino della vita: i giovani affamati di un senso della vita; gli anziani assetati di
qualcuno che gli doni nuovi spazi di vita; i poveri ed emarginati desiderosi di riconoscere
la propria dignità umana, e non per ultimi noi frati che sempre abbiamo bisogno della
testimonianza condivisa e fraterna della misericordia di Dio.
Leggiamo nel documento post-capitolo del 2009, Portatori del Dono del Vangelo,
numero 7 (p. 7), che: “Fin dai primi giorni la Fraternità si scopre chiamata ad annunciare
quello che vive. Tommaso da Celano narra che subito alle origini, quando i fratelli erano
solo in otto, avvenne il primo invio per il mondo. Francesco e i suoi diventano così
annunciatori ed evangelizzatori. Questo sarà un tratto caratteristico della vita
francescana… E’ itineranza, è simpatia per il mondo, dal quale non si vuole fuggire, ma
nel quale si riconsosce piuttosto il proprio chiostro, è condividere la vita dei poveri e di
quelli che si trovano lungo la strada”.
Diventare una fraternità profetica; dare testimonianza della nostra fraternità come
luogo sacramentale della presenza di Dio; imparare insieme come leggere i desideri e le
sofferenze del nostro tempo; lasciarci abitare dal Vangelo che è Gesù Cristo; in questo
modo possiamo diventare mistero vivente dello Spirito di Dio donatoci dal Padre per il
Figlio, veri figli e vere figlie di Dio della misericordia e dell’amore.
fr. Michael Perry
Ministro generale
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C.O.M.P.I.
Frati Minori
Trentino
Nella casa di spiritualità “Mericianum” in Desenzano dal giorno
14 al 17 maggio 2013, i Frati vocali riuniti in Capitolo, presenti in
numero di 27, sotto la presidenza di fr. Enzo Maggioni della
Provincia della Lombardia di S. Carlo Borromeo dei Frati Minori,
hanno eletto il nuovo governo della Provincia Tridentina di S. Vigilio
dei Frati Minori, che risulta così composto,
fr. FRANCESCO PATTON MINISTRO PROVINCIALE
fr. SAVERIO BIASI VICARIO PROVINCIALE
fr. Ciro Andreatta DEFINITORI
fr. Ivo Riccadonna
fr. Paolo Moser
fr. Tarcisio Bortoli
Il Segretario del Capitolo
Fr. Italo Kresevic
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Collegio dei Ministri del Nord Italia
Arco
di Trento
24 Maggio
2013
Presiede l’incontro fr. Francesco Bravi via skype; sono presenti fr.
Mario Vaccari, fr. Bruno Bartolini, fr. Antonio Scabio fr. Maggiorino
Stoppa e fr. Francesco Patton. Alle 9.30 si inizia con la preghiera
dell’Ave Maria e l’invocazione alla Sede della Sapienza, il saluto al
Guardiano e al Maestro e l’introduzione dell’OdG.
Si inizia quindi a sviluppare l’OdG partendo da:
1. Incontro con il Maestro e il Guardiano del Postulato per la
verifica dell’anno
Fr. Francesco Bravi ringrazia il Guardiano fr. Saverio Biasi e il
Maestro fr. Giuseppe Bonato e dà loro la parola per la presentazione
della realtà del Postulato e per la verifica del cammino della fraternità
e dei postulanti. Fr. Saverio Biasi, Guardiano, dà il benvenuto a tutti
presso la fraternità della Madonna delle Grazie in Arco (TN). Presenta la
fraternità, ringrazia i Ministri per la loro presenza e ricorda la
composizione attuale: 7 frati, dei quali 5 trentini, un frate della provincia
veneta e un frate della provincia lombarda.
Il Progetto di Vita Fraterna (PVF) è stato elaborato e si cerca di
coltivare le due direttrici della Cura pastorale del Santuario e
dell’accompagnamento dei Postulanti nel discernimento vocazionale.
C’è abbastanza armonia dentro la fraternità, ci si ritrova
settimanalmente per l’incontro di famiglia, c’è la condivisione dei
lavori.
C’è stata la visita canonica con fr. Enzo Maggioni che ha
rilevato l’importanza di crescere nel dialogo e nella riflessione comune.
La fraternità di per sé è buona. La sua composizione attuale permette
di avere qualche esperienza pastorale in più. È apprezzata la presenza
dei postulanti e in zona sanno che c’è questa presenza viva come
casa di Postulato, c’è partecipazione ad attività di animazione
nell’oratorio della Parrocchia e ad attività caritative (casa di riposo e
ANFFAS). È buona la relazione anche coi Cappuccini, che hanno qui
ad Arco la loro casa di animazione e accoglienza vocazionale. La
fraternità si sente pienamente inserita nel progetto della nuova
Provincia. È sentita da parte dei frati la progettualità che porta alla
nuova provincia. L’economia è buona e sana.
Fr. Giuseppe Bonato, Maestro, presenta il cammino dei
postulanti. L’inserimento qui è stato positivo. Si è iniziato con 7 postulanti
(4 del Nord Italia e 3 dell’Albania) ora ridotti a 6. Il cammino di
formazione è continuato sul programma precedente, si sono
personalizzati alcuni servizi pastorali (in parrocchie vicine, gruppi di
catechesi, cresima e post cresima). Il cammino è personalizzato. In
fraternità i postulanti sono ben inseriti, i rimandi sono positivi.
Si è colto il fatto che avere un gruppo di postulanti rende ricco il
percorso e facilita la dinamicità del gruppo. È importante pensare a un
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gruppo minimo di postulanti per il Postulato.
Quello attuale è un gruppo internazionale. La
Provincia di Albania ha deciso che i loro
postulanti terminino il Postulato il 5 agosto, e
ritornino a Baccanello per l’inizio del noviziato il
7 settembre dopo aver fatto la vestizione in
Albania.
Il gruppo è variegato e anche le esigenze
sono varie. Si è cercato di tenerne conto.
Occorre tener presente che il tempo è breve
anche per arrivare a una decisione importante
di continuare un cammino che porta a una
scelta di vita.
Si prova a vedere quali siano le
prospettive per il prossimo anno.
Segue uno scambio tra i Ministri e
qualche domanda. In particolare i Ministri
concordano sull’importanza di aiutare i
postulanti ad arrivare ad assumere impegni
favorendo il più possibile i loro processi di
maturazione verso scelte responsabili.
Dopo aver ringraziato e congedato il
Guardiano ed il Maestro prosegue lo scambio
tra i Ministri.
A partire dal punto successivo sono
presenti anche i consulenti di Diathesis. Si passa
quindi al punto 5
5. Verifica della giornata inter-capitolare
Tutti i Ministri restituiscono un’impressione
favorevole sulla giornata inter capitolare tenuta
a Padova il 13 maggio. Alcuni apprezzano
particolarmente il clima fraterno e costruttivo
che ha caratterizzato i vari momenti di
preghiera, di approfondimento e anche di
approvazione formale dell’unico Ordo Capituli.
Viene espresso apprezzamento anche per il
viaggio in pullman da parte di quelle Province
che hanno adottato questa soluzione, che ha
permesso ai capitolari di fraternizzare.
Alle 12.05 si va a celebrare l’Eucaristia. Si
riprenderà alle 14.30
4. Progetto GE-Voltri
Si riprende alle 14.30 con il progetto
presentato da fr. Maurizio Conti che viene
approvato in linea di massima e per il quale
occorrerà ora trovare tre frati disponibili a
mettersi in gioco, appoggiandosi inizialmente
sulla fraternità di Genova Voltri.
5
6. Preparazione Assemblea dei Definitòri
Enrico Delama di Diathesis presenta un
promemoria per il triennio, che cerca di
prevedere la scaletta di lavoro tenendo conto di
quanto è stato inserito nell’Instrumentum Laboris
per i Capitoli.
Dopo uno scambio tra i Ministri si
concorda che entro il 1° luglio le Segreterie
dovranno mandare i Documenti finali dei
Capitoli alla Segreteria provinciale di Milano
indirizzandoli alla Presidenza del Collegio. Si
cercherà di esaminare anche il progetto di
fraternità elaborato dal Settore Missioni al Popolo
e il progetto di fraternità e di animazione
elaborato dal settore Missio ad gentes.
Il promemoria per il triennio elaborato da
Diathesis va bene, andrà integrato in base a quel
che emergerà nei Capitoli.
3. FAV-Postulato: risposte dei Definitòri
Al momento si concorda di cercare di
arrivare a una FAV unica per quest’anno e nel
’14 far partire la fraternità unica FAV+Postulato. Il
tutto dentro una riflessione globale sulle nostre
attuali case di formazione iniziale e sulla loro
collocazione anche dentro la visione delle varie
presenze a carattere interprovinciale sul territorio
del Nord Italia.
Si prospetta anche la nomina
dell’Animatore unico per la CPV, che sul modello
di quanto fatto per la Fo.Pe. sarà coadiuvato da
un Consiglio composto dagli animatori delle
attuali Province.
7. Rivista Vita Minorum
Fr. Antonio Scabio presenta la situazione
della rivista e ci si confronta per vede quale
futuro possa avere.
2. Incontro con il Visitatore della Provincia
del Piemonte, fr. Bruno Miele
Fr. Bruno Miele presenta la situazione della
Provincia piemontese, le sue osservazioni
vengono integrate anche dal punto di vista del
neoeletto Ministro provinciale fr. Maggiorino
Stoppa.
Si concorda di dare al Piemonte tutto
l’aiuto possibile per quel che riguarda la gestione
economica e degli immobili, ma anche di
cercare frati disponibili per reintegrare la
fraternità di Pastorale giovanile e vocazionale di
Torino s. Antonio e per qualche altra situazione.
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8. Varie ed eventuali
Fr. Fabio Piasentin segnala le tre sezioni
di FOPE per i Guardiani, a ottobre
invece c’è l’Assemblea dei Guardiani
dal 14 al 16 ottobre e va fissata in
agenda;
Fr. Francesco Patton riferisce
brevemente su come è andata
l’elezione del nuovo Ministro generale
ad complendum sessennium e
l’assemblea dei Presidenti delle
Conferenze che si occupava della
preparazione del CPO di novembre.
Fr. Mario Vaccari racconta di essere
stato accolto bene al Capitolo di
unione in Francia, sono 215 frati, devono
fare molte chiusure, il Definitorio è stato
nominato dal Definitorio generale, fr.
Roger Marchal ha letto il decreto di
nomina del Governo provinciale,
Ministro provinciale è Michel Laloux, nel
Definitorio sono i due ex Ministri e altri.
Impressione buona. Sembra che la
Provincia sia comunque viva e vitale.
Era presente anche H. Schalük e altri.
L’8 luglio a Milano ci sarà la prossima
riunione del Collegio. Si conclude alle 17.20 con
l’Agimus tibi gratias.
Il verbalista
Fr. Francesco Patton
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Giornata Intercapitolare
Padova 13 Maggio
2013
Il giorno 13 maggio 2013, nel convento di s. Antonio dei frati
minori conventuali di Padova, sono regolarmente convocati (cfr. ns.
Prot. 52/13 del 12 aprile 2013) i frati deputati al XXXVIII Capitolo della
Provincia s. Carlo Borromeo dei frati minorti di Lombardia, per
celebrare la giornata inter-capitolare dei frati minori del Nord Italia.
Convengono infatti nello stesso luogo i frati capitolari delle sei Province
OFM del Nord Italia per una giornata di preghiera e di lavoro comune.
Si iniziano i lavori alle ore 10.30 con una breve preghiera, segue il
fraterno saluto di fr. Giovanni Voltan, Ministro provinciale dei frati
minori conventuali del Nord Italia. Modera la composita assemblea fr.
Fabio Piasentin, Moderatore interprovinciale della Fo.Pe. del Nord
Italia.
Fr. Francesco Bravi, Presidente del Collegio dei Ministri
provinciali del Nord Italia, introduce i lavori e presenta sinteticamente il
contenuto della Relazione del Collegio dei Ministri (l’intervento è riportato
di seguito per intero):
“Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio, perché finora
abbiamo fatto poco o nessun profitto!” (1Cel VI, 103). Le parole del
nostro serafico padre, che guidano e accompagnano i lavori delle
nostre assemblee capitolari, risuonano anche questa mattina in
questa nostra assise intercapitolare. Il testo citato, a commento delle
parole del poverello, aggiunge: “Non credeva di aver conquistato il
traguardo e, perseverando instancabile nel proposito di un santo
rinnovamento, sperava sempre di poter ricominciare daccapo”.
Questo è l'ampio orizzonte dentro il quale stiamo collocando i lavori
dei nostri capitoli e il percorso verso la nuova Provincia: creare le
condizioni perché ogni fratello delle nostre fraternità entri in questo
dinamismo, offrire le possibilità ad ogni fratello di perseverare
instancabilmente nella forma di vita professata, dare a tutti la
possibilità di un perenne ricominciare. É solo così che possiamo anche
noi parlare di un “santo rinnovamento”, che non si ferma al cambio
delle strutture, ma cerca di offrire qualità di vita perché si tratta pur
sempre di “servire il Signore Iddio”.
Benvenuti a tutti allora a questo importante incontro. Un
fraterno saluto a tutti voi capitolari delle sei province ofm del
Nord Italia. Ben venuti, a nome dei ministri provinciali, a questa
giornata di comune lavoro, di fraternità e di preghiera.
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Benvenuti a tutti allora a questo importante incontro. Un
fraterno saluto a tutti voi capitolari delle sei province ofm del
Nord Italia. Ben venuti, a nome dei ministri provinciali, a
questa giornata di comune lavoro, di fraternità e di
preghiera. Permettete un saluto particolare ai tre Visitatori e
presidenti dei Capitoli: fr. Tarcisio Colombotti per l'Emila
Romagna, fr. Bruno Miele per il Piemonte e fr. Enzo Maggioni
per il Trentino. Un augurio speciale lo dobbiamo poi al
Ministro e al definitorio del Piemonte che da poco hanno
iniziato il loro servizio.
Da quando si è deciso l'allineamento dei sei Capitoli
provinciali si è incominciato a pensare ad un momento
comune di condivisione e di incontro tra i Capitoli stessi; la
riflessione e il confronto ha portato l'Assemblea dei Definitori
dello scorso anno (Pergine 2012) a stabilire in modo ufficiale
questo appuntamento già ipotizzato da tempo. Pur
lasciando al Collegio dei Ministri la facoltà di valutare bene
cosa realisticamente inserire all'ordine del giorno della
giornata, la proposizione, votata all'unanimità da ogni
Definitorio e da tutti i Definitori, ha indicato il senso di questo
incontro: presentare “materiali di approfondimento in vista
del lavoro dei Capitoli” (cf. Documento finale Pergine 2012
1.3). Il Documento finale della Assemblea dei Definitori di
Pergine nella sua prima parte, parlando della preparazione
dei Capitoli provinciali, ha indicato anche il materiale da
preparare perché ogni Capitolo non solo possa verificare il
cammino interprovinciale compiuto, ma si doti di strumenti
che aiutino e favoriscano il comune lavoro in vista della
decisione di aderire alla costituzione della nuova Provincia
nel 2016. Così, secondo le indicazioni di Pergine 2012, si sono
preparate le relazioni del Collegio dei Ministri, che verrà da
me brevemente presentata, le relazioni del Segretariato
Formazione e Studi, del Segretariato Missioni ed
Evangelizzazione e del Gruppo degli Economi provinciali,
che verranno consegnate ai capitolari e che ogni Capitolo
deciderà come affrontare. Si sono preparati inoltre, sempre
secondo Pergine 2012, l'Instrumentum Laboris comune, che
ha visto anche il coinvolgimento delle fraternità locali, e
l'Ordo Capituli, che regola i lavori capitolari circa la materia
interprovinciale, strumenti che verranno oggi presentati.
Dunque all'ordine del giorno di questa nostra
assemblea intercapitolare sta la presentazione sintetica
della relazione del Collegio dei Ministri, la presentazione
dell'Instrumentum laboris, la presentazione e
l'approvazione dell'Ordo Capituli. Non c'è solo il lavoro in
questa nostra giornata patavina; il nostro stare insieme da
fratelli riempie di ulteriore significato le ore di questo giorno,
uno stare insieme che si esprimerà anche nel pranzo
condiviso alle 13.30 presso la Casa del Pellegrino. Il nostro
peregrinare al Santo non può infine concludersi che con la
preghiera. Abbiamo infatti deciso di venire a Padova per
chiedere a Sant'Antonio, nostro primo Ministro provinciale,
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di intercedere presso il Signore per il cammino che stiamo compiendo verso la costituzione
della nuova Provincia. Ci ritroveremo in Basilica per le 15.30 per la celebrazione eucaristica
durante la quale pregheremo anche per tutto l'Ordine, specialmente per il nuovo Ministro
generale che dovrà essere eletto a giorni e per accompagnare il nostro fratello Josè nel
suo nuovo e delicato incarico che papa Francesco gli ha affidato.
Procedo ora alla breve e sintetica presentazione della relazione del Collegio dei
Ministri dal titolo Dall'interprovincialità alla nuova Provincia. Secondo lo schema suggerito
dal Documento finale della Assemblea dei Definitori di Pergine, la relazione, dopo una
breve introduzione si sviluppa in tre parti: il resoconto sul cammino del triennio, le
prospettive, le proposte per il futuro. Ricordo che, come è scritto nel testo, le proposte,
sotto forma di proposizioni da votare, sono state inserite, in modo più organico e tenendo
presente il lavoro della apposita commissione, nell’Instrumentum Laboris per i Capitoli. È da
notare anche che nel Resoconto prevale un linguaggio descrittivo e narrativo e ciò può
dare l’impressione di un linguaggio piuttosto “tecnico” mentre nella parte dedicata alle
Prospettive prevale un linguaggio interpretativo che si riferisce più direttamente ai valori
che ci ispirano.
Nello sforzo di rileggere il nostro cammino di Frati Minori del Nord Italia possiamo
riconoscere che in questi anni abbiamo lavorato in due ambiti essenziali: il ripensamento
delle nostre presenze sul territorio e la qualificazione di organismi di orientamento e
decisione tra le sei Province. E’ stato questo, detto in modo stringato, il nostro modo di
vivere e interpretare la presenza dinamica del nostro carisma. Il Resoconto presenta nel
dettaglio i risultati del lavoro delle sei Province nell'ambito del ripensamento delle nostre
presenze sul territorio (parte A) e i diversi e numerosi organismi interprovinciali che hanno
consentito il raggiungimento di tali risultati e la maturazione di nuove prospettive (parte B).
La prima parte del resoconto inizia con la presentazione di tutto il lavoro sulla cosiddetta
“mappatura” e le linee che hanno guidato il discernimento per arrivare a tracciare un
primo disegno, per il prossimo decennio, delle nostre fraternità di presenza e di
testimonianza (vedi anche le prime due cartine allegate al testo). Si prosegue poi con la
descrizione della situazione attuale circa il discernimento sulle cosiddette fraternità di
servizio: case formative, centri di studio, infermerie, poli bibliotecari e archivi, curia
provinciale (vedi la terza cartina allegata che indica le attuali fraternità interprovinciali e
quelle di servizio). La prima parte del Resoconto presenta poi in sintesi, rimandando i
dettagli alla relazione specifica, il lavoro compiuto dal gruppo interprovinciale degli
economi provinciali per concludersi con il sottolineare
l'importanza di un risultato raggiunto nel lavorare insieme ad
un unico progetto: “oggi - dice il testo - le sei Province non
lavorano più progettando ciascuna per conto proprio, ma
dentro un unico e condiviso percorso per il Nord Italia, che
vede al lavoro molti soggetti, che vanno dal Collegio dei
Ministri ai Definitori provinciali, dai Segretariati ai diversi
gruppi e commissioni costituite ad hoc su temi specifici. Si
tratta di un’esperienza di condivisione davvero importante
che non dobbiamo disperdere, tanto che in un certo senso
forse si potrebbe dire che tra le cose nuove che dobbiamo
mettere dentro la nuova Provincia c’è innanzitutto il senso, lo
stile, la fatica, ma anche la bellezza e il valore di questo
lavoro comune di progettazione che a vari livelli stiamo
sviluppando tra di noi”.
La seconda parte del Resoconto mostra come sono
stati ottenuti i risultati descritti nella prima parte, qualificando
alcuni organismi di governo e di orientamento
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dell’interprovincialità (Collegio dei Ministri, Assemblea dei Definitòri, Assemblea dei
Guardiani); attivando progressivamente i diversi organismi ordinari che hanno dato corpo
al lavoro interprovinciale ( i due Segretariati, Formazione e Studi e Missioni ed
Evangelizzazione, e le diverse commissioni stabili; va notato in particolare l'importante ruolo
svolto dalla Fo.Pe. nella programmazione e nella organizzazione di diversi appuntamenti tra
i quali il Capitolo delle Stuoie, le giornate interprovinciali, gli annuali esercizi spirituali);
attivando gruppi ad hoc ossia le commissioni temporanee; promuovendo e
accompagnando progetti interprovinciali e collegati a esperienze di specifiche fraternità;
avvalendoci della consulenza di Diathesis. Nell’ultimo Allegato, suddivisi per organismi,
fraternità ed eventi di livello interprovinciale, è indicato il numero di frati coinvolti che nel
corso degli anni si è via via ampliato.
La seconda parte della Relazione, quella segnata dal termine “Prospettive”, riporta
tre interessanti riflessioni che non solo rileggono tutto il percorso compiuto ma offrono criteri
per un cammino ancora da compiere, nella consapevolezza che il futuro è ancora da
costruire ma è dal passato, letto in profondità, che si trovano le indicazioni per un presente
colmo di speranza.
La prima prospettiva che viene offerta è quella di considerare il cammino che stiamo
percorrendo alla luce di quelli che vengono definiti come alcuni dinamismi e itineranze da
vivere. Il testo – che riporta la riflessione sviluppatasi all'interno del Collegio dei Ministri e in
parte già comunicata al Capitolo delle Stuoie – presentando come dimensioni ambivalenti
alcune polarità che si ritrovano nel vissuto quotidiano dei ministri stessi, dei frati e delle
fraternità locali, riflette su quelle che sono percepite come tensioni con tutta la loro carica di
positività e di fatica: la tensione tra futuro e passato, la tensione tra l'accogliere la vita che
nasce e l'accettare il mistero del morire, la tensione tra ciò che desideriamo e ciò che è
possibile. “Il cammino - diciamo nella introduzione a questa parte - ci porta a riconoscere le
risonanze affettive, interiori che si muovono dentro di noi, nel cammino che stiamo facendo.
Anche in noi Ministri, che abbiamo la responsabilità e il compito di guidare il cammino di
questi anni, il percorso in atto ha suscitato e suscita aspettative, emozioni, a volte fatiche,
che cerchiamo di vivere dentro una prospettiva che si lasci illuminare e orientare dalle
grandi esperienze di cammino, di cambiamento e di novità che la stessa Parola di Dio ci
propone: le categorie dell’Esodo, della conversione, della Pasqua, sono per noi le categorie
chiave per illuminare il nostro sentire. Quello che stiamo facendo non è un semplice
cammino di riorganizzazione, ma è – in realtà – un cammino di fede!”.
La seconda
prospettiva che offriamo
alla comune riflessione
nasce dalla costatazione
che, a differenza di altri
tempi, oggi noi stiamo
ridimensionando e
progettando per dar vita
ad una nuova realtà.
“Non parliamo più
soltanto di una maggiore
collaborazione e di una
maggiore integrazione tra
le sei attuali Province, ma
di una nuova realtà
istituzionale: la Provincia
del Nord Italia... Noi oggi
ci riconosciamo come
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frati trentini, lombardi, veneti… frutto di storie che hanno le loro peculiarità. Quel che stiamo
facendo vorrà dire anche giungere a elaborare una nuova identità e un nuovo senso di
appartenenza... da tempo le sei Province stanno costruendo assieme qualcosa che
potranno riconoscere come proprio... Sul piano dell’essere continua il lavoro volto ad aderire
sempre più e sempre più responsabilmente alla nostra vocazione, a dare un’anima al
cammino che stiamo facendo... È questa la motivazione esplicita che sempre ritorna in
questo cammino: si tratta di operare scelte che aiutino a custodire la presenza dinamica del
carisma, non la sopravvivenza delle strutture. Il fine del processo è quello di rivitalizzare la
nostra vocazione e le nostre presenze in chiave carismatica perché siano in grado di
esprimere la vitalità dello Spirito che le abita, non la stanca ripetizione di forme”.
Infine per dar forma concreta alla cosiddetta “mappatura”, che ci orienta per i
prossimi anni, intendiamo tenere presenti tre attenzioni: “procedere insieme e allo stesso
passo, mantenendo l’orientamento assunto concordemente sin dall’inizio del lavoro nella
logica di un cammino fatto insieme, aiutandosi, aspettandosi, ma anche senza stancarsi di
chiedere e richiedere alle altre Province chiarificazioni o riformulazioni. Adottare una
necessaria gradualità e cura del processo di ridimensionamento a seconda delle diverse
situazioni locali e facendo attenzione alle persone. Proporre con oculatezza e
determinazione e valutare con realismo e con fiducia la disponibilità a inserirsi, anche
temporaneamente, in fraternità di altre Province per collaborare alla riqualificazione delle
stesse in ordine a quegli ambiti di significato che rappresentano gli aspetti di novità che
dovrebbero connotare il francescanesimo nella Provincia del Nord Italia”.
Questo è il contributo che i vostri fratelli ministri offrono alla riflessione e alla verifica di
ogni Capitolo provinciale e di ogni frate del Nord Italia, unitamente alle altre relazioni
richieste dal Documento finale di Pergine 2012. Il triennio trascorso, se da una parte è stato
impegnativo per la mole di lavoro e per il carico delle responsabilità, ci ha permesso
dall'altra di crescere nella comunione, certi che, insieme a noi, le nostre fraternità provinciali
sono cresciute in sincera apertura, collaborazione e capacità di progettare insieme,
ponendo solide basi per un cammino di vera unione che nasce dal rispetto e
dall'accoglienza di tutte le singole particolarità.
Il cammino che stiamo facendo, e in particolare questa giornata, esperienze di
verifica, di discernimento e di progettazione, ci aiutino a trasformare in vita vissuta il
pressante appello del padre S. Francesco: “Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio,
perché finora abbiamo fatto poco o nessun profitto!” (1Cel VI,103 ).
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Fr. Franceso Patton presenta l’Ordo Capituli, che regolamenterà le discussioni e i
processi decisionali in materia interprovinciale. Al fine di giungere a decisioni condivise e
formulate con le stesse proposizioni un’apposita commissione ha elaborato l’Ordo che viene
presentato con dovizia di particolari. Il testo è stato visionato e corretto più volte dal Collegio
dei Ministri in sinergia con il lavoro dei Definitòri provinciali (cfr. Documento di Pergine 2012 n.
1.4). Ora viene presentato all’assemblea affinchè ogni Assemblea capitolare lo approvi. In
questo modo tutti i Capitoli provinciali avranno un Instumentum Laboris ed un Ordo Capituli
comune; tutte le decisoni che riguardano la vita della Provincia vengono invece lasciate
alla discrezione delle singole entità.
Fr. Francesco Patton ricorda che l’Ordo Capituli è diviso in due parti. La Prima Parte
regolamenta il funzionamento del Capitolo per la materia riguardante la vita della provincia.
In sostanza si rimanda ai regolamenti provinciali (Regolamento) approvati dai singoli
Capitoli.
La Seconda Parte (artt. 7-13) contiene le norme che regolamentano la discussione e il
processo decisionale per la materia a rilevanza interprovinciale. Al termine della
presentazione si lascia spazio per domande e richieste di chiarimenti.
Terminati gli interventi e le richieste di chiarimento, ogni Provincia procede alla
votazione per l’approvazione dell’Ordo. I segretari di ciascun Capitolo procedono
all’appello per verificare la presenza dei capitolari e alla conta dei voti espressi in fomra
palese, per alzata di mano. L’Ordo Capituli viene approvato da tutti i Capitoli a larga
maggioranza.
Fr. Francesco Patton presenta poi sinteticamente l’Instrumentum Laboris: le prime due
parti riguardano la materia interprovinciale (comune a tutti i Capitoli), la terza parte è
diversa per ogni Provincia perché riguarda le diverse realtà territoriali.
Fr. Francesco ricorda che l’IL raccoglie diverse proposizioni maturate nel corso dei
lavori del Collegio dei Ministri, delle Assemblee dei definitòri, mentre altre sono state proposte
dalle fraternità (a partire dal lavoro fatto sulle schede proposte a tutte le fraternità dalla
Commissione interprovinciale IL).
Non essendoci richieste di chiarimento, si scioglie l’assemblea alle ore 13.00 per il
pranzo. Nel pomeriggio i capitolari si riuniscono nella Basilica del Santo per la celebrazione
eucaristica (presieduta da fr. Enzo Maggioni) e per invocare l’intercessione di s. Antonio di
Padova, primo provinciale dei frati minori del Nord Italia.
A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen.
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OMELIA S. MESSA CONCLUSIVA fr. Enzo Maggioni
Lunedì della VII settimana di Pasqua: At 19,1-8; Gv 16, 29-33
Il Signore ci doni la sua pace!
Siamo qui. “Con-vocati”, chiamati insieme. E siamo qui con lei. Siamo qui nel
suo nome. E’ lei che ci accompagna sempre, anche quando non ce ne
avvediamo…
E’ nostra compagna in ogni momento anche se, a volte, ci accade di
ignorarne la presenza tenera e forte, umile e potente, contrastata sia dentro che
fuori dei noi… Ma sempre tenace e resistente!
Vuole essere centrale rispetto al nostro vivere e non sopporta di essere
relegata a luoghi marginali della nostra esperienza o recuperata, quasi a forza, dopo
averne sminuito il valore per distrazione o per negligenza.
Anche quando abbiamo vissuto momenti, scelte, gioie e fatiche di ogni giorno
senza di lei, è sempre riapparsa, umile ma decisa a trovare spazio nella nostra
durezza di cuore e di testa… Perfino dentro e oltre il nostro peccato!
Chi dice di averla persa attesta, in realtà, di non averla mai trovata o di aver
vissuto di sue caricature. Chi, invece, l’ha scoperta veramente, come dono
immeritato e fonte di una gioia non gridata ma profonda, non potrà mai perderla e
godrà sempre della sua luce.
Solo in lei si fonda l’unica vera alternativa alla mediocrità, alla ricorrente
tentazione di appiattirsi su ruoli e compiti che possono ridurre la nostra vita ad una
fredda e stancante esecuzione di funzioni e di prestazioni, portate avanti per inerzia,
senz’anima.
Ci è sempre donata, ma va sempre invocata. Non la meritiamo ma dobbiamo
desiderarla. Non è legata a nessun territorio, perché abita solo i territori del cuore!
Non le appartiene la pace del quieto vivere, rifugge
dalle cose scontate, anche se vive di ferialità. Tuttavia, sa
osare e rischiare, al punto da poter essere ritenuta una
follia!
E’ la passione più pura e più vera, capace di
incendiare la vita e farla avvampare come un fuoco! Lo
stesso fuoco che ancora può riscaldarci il cuore, al risentire
le parole di Francesco:
Niente dunque ci ostacoli, niente ci separi, niente si
interponga. E ovunque, noi tutti, in ogni luogo, in ogni ora
e in ogni tempo, ogni giorno e ininterrottamente crediamo
veracemente e umilmente e teniamo nel cuore e
amiamo, onoriamo adoriamo, serviamo, lodiamo e
benediciamo, glorifichiamo ed esaltiamo, magnifichiamo
e rendiamo grazie all’altissimo e sommo eterno Dio, Trinità
e Unità, Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le
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cose e Salvatore di tutti coloro che credono e sperano in lui e amano lui (Rnb XXIII,
10-11)
Qui la riconosciamo. Qui ne sentiamo la voce! E proprio lei: la nostra fede! Una
fede povera ma grande, ferita ma insopprimibile, che ci rimette ogni volta in
cammino, che ci inquieta giustamente a fronte di ogni rassegnazione, di ogni
stanchezza, di ogni desistenza.
E’ solo nel suo nome che possiamo essere e dirci davvero pellegrini e forestieri
(Rb VI, 2) in questo mondo! Solo per lei possiamo riappropriarci di un orizzonte
essenziale che si pone come primo e ultimo dentro i nostri fuggevoli giorni. Solo per
lei e con lei possiamo ricollocarci in quell’orizzonte escatologico che, con tanti
uomini del nostro tempo, abbiamo di fatto smarrito, svilendo così la capacità di
essere fino in fondo nella storia, per farne storia di scelta, di decisione, di presenza
davvero evangelica.
Qui sta il vero dramma che ci riguarda e che porta a ridurre il campo di
influenza della fede sul nostro vissuto, allentandone la connaturale tensione,
sminuendone la forza di cambiamento.
Troppo e troppo spesso, fratelli, smarriamo questo fondamentale orizzonte di
senso che - solo - rende possibile sentimenti, pensieri e azioni capaci di superare il
tendenziale appiattimento sul presente.
Dentro quella insuperabile tensione tra un “già” che fatichiamo a scorgere e
un “non ancora” che troppe volte smettiamo di sperare, siamo incessantemente
chiamati a credere fino in fondo nella possibilità di una storia che può essere sempre
storia di salvezza. Comunque vadano le cose! Ma questo è possibile solo in una
lettura delle nostre vicende personali e fraterne, che si ponga sempre dal punto di
vista del compimento!
In questo tempo di Pasqua sentiamo continuamente come lo Spirito ci venga
donato dal Risorto per insegnarci ogni cosa e ricordarci tutto quello che ci ha detto
(Gv 14,26), per guidarci alla verità tutta intera (Gv 16,13). Una verità che comprende
anche quella della nostra forma vitae, del nostro modo di incarnare, oggi, il
Vangelo.
Del resto, quando mai i cambiamenti veri e profondi nel corso della storia
francescana sono avvenuti per altra via? Solo lo Spirito, vero ministro generale
dell’Ordine (2Cel 193: FF 779) ha suscitato, suscita e susciterà i profeti del
cambiamento!
Ma questi non potranno che essere
frati “credenti”, uomini che sanno stare
dentro l’umile e fattiva disponibilità a
mettersi sempre in discussione e a
disposizione, per fare di ogni evento e di
ogni momento un luogo di crescita nella
fede!
Uomini e frati che non pretendono
tanto di cambiare le situazioni; ma che, al
contrario, dentro ogni situazione colgono un
appello a cambiare se stessi! Perché solo
allora si potranno veramente cambiare
anche le cose…
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In caso contrario, c’è spazio solo per
l’ideologia funzionale alle aspettative
egocentriche di qualcuno, o per una
chiacchiera che si è fatta ormai
insopportabile, o per una conflittualità che
arriva a reperire ragioni pseudo
carismatiche per mascherare quelle che, in
realtà, sono altro che nuove forme di
appropriazione! La smentita più radicale
alla bellezza della nostra vita francescana.
Un vero e proprio peccato contro lo Spirito
(Mt 12, 31-32).
Avete ricevuto lo Spirito Santo
quando siete venuti alla fede? Questa
domanda rimbalza dunque dal testo degli
Atti degli apostoli (At 19, 1-8) come una
provocazione anche per noi!
Il rischio, infatti, è quello di sostare
perennemente in un “battesimo di
Giovanni”, metafora di una propedeutica
che non può prostrarsi all’infinito,
spostando sempre più avanti – lo dico per
una verifica a livello soprattutto personale –
quel frutto spirituale del “de-cidere” che,
dal Battesimo alla Professione religiosa, non
può che darsi attraverso un “re-cidere”,
per sola grazia, tutto ciò che ci impedisce
di diventare davvero noi stessi, donando la
vita per la causa del Regno.
Ecco, ora parli apertamente e non
più in modo velato… dicono al Signore.
Possiamo dirlo anche noi a lui! Ma
esattamente come i discepoli di allora,
rischiamo di ridurre la comprensione della
sua parola ad un fatto verbale e non ad un
“verbo” fattuale! E il velo di una poca fede,
che vive di idee ma che resta indisponibile,
rimane… Non basta, certo, capire le cose
con la testa per credere e decidersi per Lui!
Non ci resta – come secondo il
Vangelo odierno è accaduto anche ai
discepoli – che affrontare lo scandalo e la
vergogna di una infedeltà vissuta ma
riconosciuta, accettata ma confessata,
tribolata ma feconda, dentro la quale
possiamo recuperare quel vero e profondo
sentire che autentifica e avvalora ogni
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nostro operare rendendo credibile anche ogni nostro dire…
Solo questo porta ad una fede coraggiosa, capace di vincere il mondo nel
nome di Colui che sa tutto perché è uscito da Dio, e che non è mai solo perché il
Padre è sempre con lui. Così, anche la nostra vocazione è chiamata ad essere un
continuo evento di fede fondato sull’ascolto:
Da che abbiamo abbandonato il mondo, non abbiamo da fare altro che
essere solleciti di seguire la volontà del Signore e piacere solo a lui. Guardiamoci
bene dall’essere la terra lungo la strada, o terra sassosa o invasa dalle spine,
secondo quanto dice il Signore nel Vangelo… (Rnb XXII, 9-10: FF 57-58).
Essa non può che costituire un processo vitale, determinato consolidato e
accresciuto solo dall’ascoltare, cioè dall’obbedire (ob-audire). E’ sempre Francesco
che ci esorta ancora e con forza:
Ascoltate, figli del Signore e fratelli miei, e prestate orecchio alle mie parole.
Inclinate l'orecchio del vostro cuore e obbedite alla voce del Figlio di Dio. Osservate
con tutto il vostro cuore i suoi precetti e adempite perfettamente i suoi consigli.
Lodatelo perché è buono ed esaltatelo nelle opere vostre, poiché per questo vi
mandò nel mondo intero, affinché rendiate testimonianza alla voce di lui con la parola
e con le opere e facciate conoscere a tutti che non c'è nessuno Onnipotente eccetto
Lui. Perseverate nella disciplina e nella santa obbedienza, e adempite con proposito
buono e fermo quelle cose che gli avete promesso. Il Signore Iddio si offre a noi come
a figli (LOrd, 5-11: FF 216).
Di fatto è solo questa la figura della nostra fede di frati minori. Essa assume una
connotazione specifica e singolare: è una fede “fraterna-obbedienziale” mai
riducibile ad una esperienza solo personale. Anzi: la dimensione personale della
nostra fede può crescere veramente solo nell’orizzonte di questa fede “fraterna-
obbedienziale”!
Il modo di vivere il Vangelo che qualifica la nostra forma vitae sta quindi
essenzialmente in questa capacità di ascolto, in questa obbedienza, che Francesco
colloca non casualmente al primo posto nella menzione dei voti, all’inizio delle due
Regole (Rnb I,1: FF 4; Rb I,1: FF 75).
In effetti, la fedeltà alla nostra vocazione è legata ad una appartenenza
(affettiva ed effettiva) alla fraternità, che si configura come un essere accolti
all’obbedienza (Rnb II,9: FF 7; Rb II,11: FF 80), e un essere tenuti ad essa (Rnb 3-4: FF 3;
Rb I, 2-3: FF 76).
Solo nella fraternità, infatti, si promette obbedienza (Rnb II, 13: FF 8; Rb II, 14: FF
81). E al di fuori di questo imprescindibile fondamento della nostra forma di vita può
esistere, per Francesco, solo un andar vagando fuori dell’obbedienza (Rnb II,9-10: FF
7), segno di una appropriazione e di un potere che da benedetti rende maledetti
(Rnb V,9-17: FF 19-21).
Parole di Francesco! Parole dure ma vere! Parole che fanno toccare lo
spessore autentico della nostra minorità che andrebbe intesa, secondo il linguaggio
dei nostri giorni, come espropriazione e presa di distanza rispetto al nostro “io”
narcisista e tirannico. Prima nei confronti di noi stessi e poi, di conseguenza, anche
rispetto agli altri.
E’ passato il tempo di frati che intendano andare solo sulla propria strada,
pretendendo ascolto e riconoscimento; è ormai tempo di fratelli che,
indipendentemente da quello che fanno concretamente, sappiamo essere “minori”
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nella umile disponibilità a giocarsi fino in fondo per il Signore e con i fratelli che
condividono questa forma vitae.
Non ci sono altri modi per essere davvero significativi oggi! E non dobbiamo
credere che si possano produrre “frutti” davvero evangelici nella prospettata unione
delle nostre provincie, al di fuori di questa prioritaria esigenza!
Anche i Capitoli che ci accingiamo a celebrare, alla fine, sono semplici
mediazioni per la nostra fede! Saranno capitoli determinanti un futuro di bene per
noi e per quanti il vorranno intraprendere questa vita (Rb II, 1: FF 77), solo nella misura
della nostra disponibilità a ricominciare con l’aiuto della sua sola grazia (LOrd VII, 52:
FF 233).
E dunque cominciamo fratelli! Cominciamo con fede! Cominciamo ancora!
Cominciamo sempre! E per noi intercedano frate Francesco il piccolo, frate Antonio
il teologo, con sorella Chiara, la cristiana!
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Milano -
Curia
Provinciale 15 Maggio
2013
Dal Definitorio
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I lavori iniziano alle ore 9.00 con una preghiera di invocazione
allo Spirito Santo. Segue l’approvazione unanime del verbale del XLIII
Congresso definitoriale. Essendo l’ultimo Congresso definitoriale prima
del capitolo provinciale, il Ministro ringrazia il Vicario, i definitori e il
segretario per il lavoro svolto. Esprime tale ringraziamento sia a titolo
personale che a nome di tutti i frati della provincia. Fr. Francesco
ricorda la mole di lavoro affrontata e la costante ricerca del bene di
tutti e di ciascuno. Ringrazia per la dedizione, per la perseveranza
nella fatica nei momenti delle decisioni gravose. Sempre si è cercato
di giungere a decisioni condivise e, talvolta, questo ha chiesto di
ritornare più volte sulle stesse cose. Invita tutti a ringraziare il Signore
per il cammino fatto e chiede di continuare a pregare Dio perché
porti a compimento l’opera iniziata. Fr. Francesco infine ringrazia per il
sostegno e la vicinanza che ciascun membro del definitorio gli ha
offerto in questi anni.
Il Ministro informa il Definitorio circa le condizioni dei fratelli
infermi. Nei prossimi giorni fr. Emanuele Pedrini, dopo l’operazione
chirurgica a cui è stati sottoposto, trascorrerà un periodo di degenza
in infermeria; anche fr. Arcangelo, un frate della Provincia piemontese,
si trasferirà a Sabbioncello. Fr. Simone e fr. Fulgenzio Furlotti sono
recentemente ritornati in Italia (risiedono nel convento di s. Angelo).
Il Ministro comunica che, dopo debita ammissione da parte
dello stesso, il 5 maggio u.s. in occasione della festa dei genitori, fr.
Enrico Russotto ha ricevuto il ministero istituito dell’accolitato e fr.
Cristiano Castegnaro ha ricevuto il ministero istituito del lettorato. La
celebrazione è stata presieduta da fr. Francesco Patton, Ministro
delegato.
Il 6 maggio u.s. il Ministro è stato a Cademario (Ticino) per l’inizio
della visita canonica. Avrebbe dovuto fermarsi per qualche giorno,
ma è rientrato il giorno successivo a causa di una colica renale. Non
appena sarà possibile concluderà l’ascolta delle sorelle.
Il Ministro presenta il lavoro del Collegio dei Ministri OFM del
Nord Italia svolto il 19 aprile a Genova (per informazioni più dettagliate
cfr. apposito verbale).
Si passa alla verifica della giornata inter-capitolare a Padova il
13 maggio 2013. Tutti concordano nel dire che il clima è stato fraterno
e sereno. E’ stato importante ritrovarsi insieme per ribadire che tutti i
capitoli lavoreranno sugli stessi temi e con gli stessi strumenti. Si
sottolinea la bellezza del viaggio insieme (pullman) e del
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pellegrinaggio a Padova, dove siamo stati
fraternamente accolti dai frati minori
conventuali (ministro provinciale del Nord
Italia e custode della Basilica del Santo).
Su richiesta del Collegio dei Ministri
del Nord Italia il definitorio provinciale ha
fornito alcuni suggerimenti:
• persone adatte per la composizione
della fraternità FAV-postulato;
• il luogo per la fraternità FAV-
postulato;
• un quadro complessivo per la
collocazione delle case formative.
Si stabilisce che in una delle prime
sessioni di lavoro del Capitolo provinciale il
Ministro presenti la sintesi delle riflessioni
fatte dalle fraternità sulle relazioni
fondamentali (Relazioni: Ministro
provinciale, Economo provinciale e
Pastorale giovanile e vocazionale). Si
lascerà un congruo spazio per domande di
chiarimento, per il dibattito e per formulare
proposte a partire dalle riflessioni
presentate. Si discute lo schema per la
presentazione in Capitolo della proposta di
fr. Clemente Moriggi di creare un legame
tra la Provincia e la Fondazione Fratelli di s.
Francesco.
I frati del convento di Rezzato (BS)
hanno presentato la richiesta per la
ristrutturazione del tetto sovrastante la
biblioteca antica. I lavori sono
improrogabili a causa di diverse infiltrazioni,
che mettono a rischio il patrimonio librario.
Il Definitorio esprime parere favorevole a
che venga eseguito il lavoro presentato
con procedura d’urgenza.
Fr. Enzo Imbimbo e fr. Enrico Russotto
hanno chiesto di essere ammessi alla
professione solenne. Il Maestro, fr. Almiro
Modonesi legge la relazione di
presentazione dei candidati. Il Ministro
legge poi la lettera del guardiano che
accompagna i voti espressi in forma
segreta da tutti i frati professi solenni della
fraternità. Sentito il parere anche del
Definitorio, il Ministro ammette i due
candidati.
I lavori del Congresso Definitoriale si
concludono alle ore 17.00 circa.
A laude di Cristo e del Poverello
Francesco. Amen!
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Testimonianze di vita Fraterna
Pellegrinaggio giovani in Terra Santa
21-28 aprile 2013
di Clara Maiorano
Il 21 aprile scorso, accompagnata dai frati minori di Lombardia e
insieme ad altri 20 pellegrini come me, partivo per raggiungere i luoghi di
Gesù: la Terra Santa, Terra d’origine di ogni cristiano.
Un desiderio mi ha spinto a partire e mi ha condotto lungo tutto il
Viaggio: quello di poter vivere i Suoi luoghi, immergermi in quella stessa
luce, in quei colori e in quei profumi che avvolsero il Suo corpo e
camminare là dove il Signore pose i suoi passi, per poterlo incontrare e
conoscere ancora più profondamente. Perché credo che non ci sia
niente di più bello per chi ama, di conoscere e fare propria la realtà da
dove l’amato proviene.
Da quel giorno è passato più di un mese, ma il Viaggio: una
settimana di intensa bellezza, un’esperienza veramente preziosa per la
mia anima, è ancora vivo nella mia mente e nel mio cuore. Un Viaggio
intenso, ricco di gioia ma anche impegnativo interiormente. Un Viaggio
che per me è stato soprattutto un cammino dell’anima. Lì tutto parla di
Lui, ed è impensabile non lasciarsi toccare, scuotere e abbracciare dal
Signore. Ogni luogo, attraverso l'ascolto della Parola e la presenza dei
miei fratelli, ha parlato alla mia anima ma solo i luoghi della Passione di
Cristo, in particolar modo l’Orto degli Ulivi e la città di Gerusalemme,
vera e forte come la vita, luogo in cui l’eternità si unisce con la storia,
hanno portato alla luce tutte le mie resistenze e desideri ancora
trattenuti, ma anche l’intuizione bella e pacificante che il Signore,
attraverso il dono della consapevolezza dei peccati, mi stava
chiamando ad una nuova vita, grande e libera.
Caro al mio cuore è stato poi il Santo Sepolcro, il luogo che ha
riempito inaspettatamente di pace la mia anima e che ha reso ancora
più chiara in me la certezza che senza la Resurrezione di Gesù la nostra
fede sarebbe vana. Perché resuscitando il Signore non solo ha sconfitto il
peccato ma ci ha dato la prova concreta che tutto quello in cui
crediamo è vero; è vero che la Vita vince sulla morte; è vero che il Bene
vince sul male; è vero che l’Amore è eterno.
Luoghi la cui bellezza impegnativa ho potuto accogliere grazie
alla dolcezza e alla tranquillità vissuta a Nazaret nella Grotta della
Visitazione, là dove Maria con il suo Sì ha aperto la via della Salvezza.
Luogo che ha destato in me una domanda: “Clara, vuoi dire Sì al
Signore?” “Vuoi, con tutta la tua mente e il tuo cuore abbandonarti
all'amore di Dio?”.
Tante le grazie che il Signore ci ha voluto donare in questo
Viaggio: la nostra guida fr. Pasquale Ghezzi che con la sua passione,
umiltà e semplicità mi ha avvicinato ancora di più a Gesù in quanto
uomo, la messa celebrata nelle prime ore del mattino nella Chiesa
inferiore della Basilica dell’Annunciazione, il dono grandissimo di aver
avuto mezz’ora di tempo, solo per il nostro gruppo, per rimanere in
adorazione silenziosa e profondissima del Mistero della Nascita di Gesù,
nella Grotta della Natività.
Per me poi, la grazia più importante è stata quella di poter
gustare, attraverso coloro che come me hanno camminato da pellegrini
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Testimonianze di vita Fraterna
nella Terra di nostro Signore, tutta la bellezza dell'essere fraternità. E non
finirò mai di ringraziare il Signore di avermi fatto incontrare dei fratelli che
hanno vissuto questo Pellegrinaggio con la mia stessa volontà di
camminare insieme. Volontà che condivisa ha generato tra noi un clima
di armonia, pace, gioia e amore.
Il frutto del Pellegrinaggio lo vedo nelle amicizie sincere che stanno
nascendo tra alcuni di noi e in quella nuova forza vitale e maggiore
chiarezza che sta acquisendo la mia vita.
Ringrazio con tutto il mio cuore Gesù che mia ha donato questo
Viaggio, San Francesco che per primo ha amato questa Terra; i nostri frati:
fr. Davide Sironi, fr. Giambattista del Pozzo e fr. Pasquale Ghezzi che ci
hanno accompagnato lungo tutto il cammino, e tutto l’Ordine
francescano perché, senza il loro amorevole servizio di recupero, cura e
custodia dei Luoghi Sacri e di aiuto concreto per i cristiani che abitano in
Israele, noi saremmo privi delle nostre origini. E i cristiani non possono
perdere la testimonianza terrena della vita del Signore.
Custodire i luoghi sacri è di vitale importanza per la nostra fede
perché ci permette di incontrare Cristo, conoscerlo, amarlo ed essere
amati e chiamati da Lui. I luoghi sacri sono importanti per la nostra fede
perché ci ricordano che non si può vivere appieno la relazione con Cristo
se si elimina la concretezza della vita.
Adesso spetta a me, dopo tanta Grazia, di portare la Terra Santa
nei luoghi e alle persone che fanno parte della mia quotidianità.
A me la volontà di lasciarmi cambiare da tanto Amore.
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Testimonianze di vita Fraterna
PENTECOSTE 2013: rinnovato Capitolo delle Stuoie di fr. Roberto Ferrari
A Santiago di Compostella si è ripetuto l'evento straordinario di un
rinnovato Capitolo delle Stuoie; di una presenza cioè numerosissima di
frati provenienti da ogni parte del mondo, e al centro di questo evento lo
Spirito Santo che ovunque nella Chiesa viene invocato in occasione della
Pentecoste, e che nei giorni 18 e 19 maggio, a Santiago di Compostella,
assumeva un significato del tutto speciale.
Come per ogni Capitolo delle Stuoie c'era ad accoglierci il
successore di S. Francesco, il Ministro Generale della nostra Fraternità, fr.
José Rodriguez Carballo (e in quel momento di accoglienza così ancora
l'ho visto, come Ministro generale, anche se il codice di diritto canonico
non lo riconosceva più tale, ma già in conformità con l'Ordinazione che
di lì a poco avrebbe ricevuto).
A tutti esprimeva con commosso abbraccio, la gioia dell'incontro e
rivolgeva a ciascun confratello un pensiero di gratitudine. Senz'altro è
parso più emozionato del solito: eravamo nella sua bellissima terra di
Galizia e l'evento che si stava per celebrare, non lasciava l'interessato e i
presenti tanto indifferenti. Il nuovo Papa, Francesco, lo ha infatti “preso”
tra noi frati minori, e nominato Segretario della Congregazione per la Vita
Consacrata e le Società di vita Apostolica, elevandolo alla dignità di
Arcivescovo. Il motivo pertanto dell'essere là convenuti era l'Ordinazione
Episcopale di Fr. José.
Vi era presente una rappresentanza davvero straordinaria di frati e
di vescovi, soprattutto francescani, che svolgono il loro ministero in ogni
area della nostra terra, ricchi di esperienze e desiderosi di potersele
scambiare reciprocamente. Erano presenti naturalmente confratelli che
vivono a Roma nelle case per il servizio diretto all'Ordine; Ministri (o già)
Provinciali, diversi ancora in carica e conosciuti al Capitolo Generale
2009; frati incontrati anche in visite presso terre di missione...; gli attuali
Ministri Generali dei Frati Cappuccini e Conventuali; il nostro già Ministro
Giacomo Bini; e vari Cardinali, alcuni dei quali del nostro Ordine; Autorità
varie… e molta gente che, unitamente ai suoi familiari, riempiva la
stupenda Cattedrale di Santiago.
E' stato in definitiva un grande evento, dai risvolti coinvolgenti e
particolarmente emozionanti. La spontaneità e l'affetto di mons. fr. José
Carballo si sono avvertiti, in modo particolare, nella Messa di
ringraziamento Domenica 19 festa di Pentecoste, dove nella nostra
chiesa di S. Francesco ha presieduto la solenne celebrazione,
abbracciando in noi, tutti i confratelli sparsi nel mondo. Mi sembra
significativo, pensando alla sua appartenenza all'Ordine, ricordare 3 città
del suo “cammino”, che è poi quello della ricerca della fede presso le
tombe degli Apostoli: Santiago luogo della sua accoglienza tra i frati,
della sua formazione e della sua crescita nel ministero (fino ad essere
Provinciale); Gerusalemme città della fede e della sua
preparazione biblica; Roma, dove conclusi gli studi, si è speso per il
servizio all'Ordine con grande generosità, facendosi “pellegrino nel
mondo” per sostenere, incoraggiare e tenere uniti tutti i fratelli a lui
affidati, nella fedeltà alla loro vocazione.
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Testimonianze di vita Fraterna
Ora, Arcivescovo di Santa Romana Chiesa, non dimenticherà
sicuramente il “suo essere frate minore” e ne sono certo, saprà ben
coniugare l'essere figlio di Francesco d'Assisi (e Suo successore),
con il servizio alla Chiesa universale a cui Papa Francesco lo ha
chiamato.
Per questo lo accompagniamo con riconoscente affetto
nella preghiera in questa “nuova avventura” della sua vita.
Il Signore guidi sempre il suo cammino.
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Testimonianze di vita Fraterna
di fr. Stefano Invernizzi
I frati della Fondazione San Francesco d’Assisi in Russia ed in
Kazakhstan, si sono radunati quest’anno per il loro incontro annuale alla
Verna, in Italia, dal primo al quattro di maggio.
Provenienti dalle cinque Fraternità che compongono la
Fondazione, tre in Russia (San Pietroburgo, Novosibirsk, Ussurisk) e due in
Kazakhstan (Alma Ata, Taldikurgan), i frati si sono radunati all’Antonianum
a Roma da cui sono partiti insieme per il Santuario della Verna.
Venti sono in tutto i frati appartenenti alla Fondazione; essi
provengono da otto diverse Province dell’Ordine, mentre due frati russi
sono incardinati nella Fondazione stessa: dei due, uno è studente
all’Antonianum a Roma e l’altro a Verona, in Italia.
Dieci sono invece i diversi Paesi di provenienza di questi frati.
Essi negli immensi territori di Russia e Kazakhstan si prendono cura di
sei parrocchie, e lavorano in organismi diocesani; sono insegnanti nel
seminario cattolico e lavorano nel campo sociale anche in dialogo con
la Chiesa Ortodossa a favore di bambini e di “senza fissa dimora”; infine
gestiscono una scuola per bambini di famiglie meno abbienti.
Questa Fondazione dipende direttamente dal Ministro Generale
ed i lavori di questo incontro annuale, sono stati seguiti ed animati dal
Vicario Generale dell’Ordine, frate Michael Perry, dal Definitore di zona,
frate Ernest Siekierra (che ha moderato il lavoro in assemblea), e dal
Segretario Generale delle Missioni, frate Massimo Tedoldi.
Ha presenziato attivamente all’incontro anche il Delegato del
Ministro Generale per questa Fondazione, frate Klaudiusz Michakski.
Queste giornate sono state dedicate anche alla Formazione
Permanente. Frate Antonio Scabio, Ministro Provinciale del Veneto,
durante la prima giornata ha aiutato i frati a riflettere sul tema: “Le
relazioni fraterne”. Sono seguiti i proficui lavori nei gruppi ed il lavoro in
assemblea.
Nel pomeriggio, vi è stato poi in Santuario un avvenimento
importante che mostra la benedizione del Signore su questa Fondazione:
il Vicario Generale, frate Michael, infatti, durante una toccante
celebrazione, ha accolto i voti solenni e perpetui di frate Vitalik Kostiuk:
giovane russo che ha concluso il proprio cammino di formazione iniziale
(ha fatto il noviziato a Baccanello) e prosegue i propri studi teologici
presso lo studentato di Verona.
Numerosi i frati presenti, oltre a quelli della Fraternità della Verna,
alla toccante celebrazione provenienti per l’occasione anche dalla Curia
Generale e dal Veneto tra cui il suo già maestro frate Almiro Modenesi.
Nella seconda giornata ha tenuto la propria relazione il Vicario
Generale che, oltre a ringraziare i frati per la loro presenza in quelle terre,
li ha anche esortati a riflettere sulla loro vita di orazione e devozione, sulla
condivisione in Fraternità dei doni ricevuti dal Signore, sulla loro vicinanza
ai poveri e sul dialogo da condurre con i fratelli di altre confessioni
cristiane e di altre religioni.
Anche frate Massimo Tedoldi ha portato il proprio
contributo ai frati della Fondazione parlando loro delle
Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
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Testimonianze di vita Fraterna
“Nuove forme di evangelizzazione”, prendendo spunto dal
documento dall’ultimo Sinodo dei Vescovi sull’argomento’.
Relazioni sono state tenute in questa giornata anche
dal Delegato del Ministro Generale e dal Presidente di questa
Fondazione, frate Eliot Marecki, che hanno descritto la realtà
della Fondazione secondo il loro punto di vista.
Nel tempo rimasto e nella mattinata successiva, i frati
della Fondazione hanno discusso in assemblea sui vari stimoli
ricevuti ed hanno portato quindi a conoscenza del Vicario
Generale, del Definitore Generale e del Segretario Generale
delle Missioni i risultati raggiunti.
Ne sono usciti degli orientamenti che guideranno per il
prossimo anno il cammino della Fondazione.
Alla Verna l’incontro si è concluso con la celebrazione
eucaristica e le parole di incoraggiamento rivolte dal Vicario
Generale ai frati.
A questo incontro hanno preso parte anche tre frati
desiderosi di conoscere più da vicino questa Fondazione per,
eventualmente, entrare a farne parte in futuro.
Rientrati a Roma, i frati della Fondazione hanno
terminato il loro incontro con un pellegrinaggio e ritiro
spirituale svoltosi nella giornata del quattro di maggio alla
casa di preghiera della Provincia romana di Bellegra ed a
Subiaco.
I frati della Fondazione sono rimasti colpiti dalla
fraterna accoglienza riservata loro dai frati dell’Antonianum,
della Verna e di Bellegra e di ciò ringraziano il Signore; così
come motivo per ringraziare il Signore è la vicinanza espressa
anche in questa occasione dalla Curia Generale per risolvere
alcuni problemi della Fondazione.
Il giorno sette di maggio, i frati hanno lasciato Roma
per far ritorno nelle loro Fraternità in Russia ed in Kazakhstan
per riprendere con più forza ed entusiasmo la loro
testimonianza di vita francescana.
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…dai Monasteri
Capitoli elettivi 2012-2013 Sorelle Clarisse Federazione Liguria-Lombardia-Piemonte
Vicoforte – 2 luglio 2012
Madre
sr. Rosa Paola Elisabetta Piano
Vicaria
sr. Grazia Daniela Carbotta
Discrete
sr. Anna Chiara Giuliano
sr. Elena Amata Selleri
sr. Maria Immacolata Quazzo
Milano – 25 gennaio 2013
Madre
sr. Enrica Serena Villa
Vicaria
sr. Chiara Benedetta Conte
Discrete
sr. Chiara Veronica Longoni
sr. Maria Letizia Casiraghi
sr. Chiara Francesca Visconti
Bra – 28 gennaio 2013
Madre
sr. Maria Amata Capretti
Vicaria
sr. Chiara Maria Zurlo
Discreta
sr. Carla Cristiana Scalise
Boves – 11 febbraio 2013
Madre
sr. Anna Serena Pepino
Vicaria
sr. Marilena Ester Rota
Discreta
sr. Maria Enrica Garro
Bergamo – 22 febbraio 2013
Madre
sr. Miriam Mapelli
Vicaria
sr. Maria Letizia Lazzaroni
Discrete
sr. Grazia Maria Zucchelli
sr. Annamaria Francesca Rossi
sr. Benedetta Cagnola
Lovere – 27 febbraio 2013
Madre
sr. Miriam Soldati
Vicaria
sr. Debora Maria Pegurri
Discrete
sr. Giovanna Paola Lonati
sr. Emanuela Francesca Sangaletti
sr. Emanuela Roberta Coppeti
Roasio – 15 marzo 2013
Madre
sr. Nazarena Baraldini
Vicaria
sr. Gianna Barbara Balzaretti
Discreta
sr. Giorgia Pisante
Bienno – 19 marzo 2013
Madre
sr. Maria Andreina Sorini
Vicaria
sr. Chiara Amata Tognali
Discreta
sr. Maria Chiara Savi
Leivi – 10 aprile 2013
Madre
sr. Chiara Gioia Denegri
Vicaria
sr. Maranatha Oliveri
Discreta
sr. Chiara Serena Cattaneo
Imperia – 11 aprile 2013
Madre
sr. Maria Chiara Mela
Vicaria
sr. Chiara Libera Virzì
Discreta
sr. Maria Rosaria Beretta
Sarzana – 18 maggio 2013
Madre
sr. Maria Bartolomea Andreotti
Vicaria
sr. Maria Gabriella Alberio
Discreta
sr. Tiziana Aurora Ricci
Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
VERSO IL CAPITOLO,
DA “UOMINI DI FEDE”
di fr. Tarcisio Colombotti
In questo Anno della FEDE, oltre ad approfondire la FEDE nella meditazione della
Parola di Dio e nei formulari della Liturgia, ho voluto indagare sulla FEDE anche nelle nostre
Leggi: Regola, CC.GG. e SS.GG., con l’intento di riappropriarmi dei testi della nostra
Tradizione e che a loro modo ci indicano la via della vita francescana. Nulla di nuovo sotto
il sole, ma riscoperta di perle preziose ricche di luce per la nostra vita, oggi. Le metto in
comune senza la pretesa di interpretazione autentica dei testi e cosciente della semplicità
della proposta, ma forse ancora utili a coloro che camminano nella condivisione dello
stesso carisma, vocazione e missione.
LA FEDE: DALLA REGOLA ALLE CC.GG. E SS.GG. Quando la Regola parla della FEDE, aggiunge anche l’aggettivo qualificativo di
CATTOLICA, per cui il frate si impegna a vivere la FEDE CATTOLICA. Fin dall’inizio del
cammino alla ricerca della propria vocazione, il discernimento implica un‘indagine sullo
stato della FEDE; per questo a un giovane che vuole entrare nell’Ordine dei Frati Minori si
chiede di sottoporsi ad un serio esame sulla FEDE CATTOLICA perché è su questo
fondamento stabile della FEDE creduta, FEDELMENTE professata e osservata che poggia la
vita consacrata. Lo richiede la Regola Bollata al Cap. II, che recita: “I ministri, poi,
diligentemente li esaminino intorno alla FEDE CATTOLICA e ai sacramenti della Chiesa. E se
credono tutte queste cose e le vogliono FEDELMENTE professare e osservare fermamente
fino alla fine…”
Francesco non si limita alla verifica iniziale sulla FEDE, ma chiede al papa un
Cardinale protettore che aiuti i frati a camminare in quanto hanno promesso, e al Cap. XII
scrive: “Inoltre, impongo per obbedienza ai ministri che chiedano al signor Papa uno dei
cardinali della santa Chiesa romana, il quale sia governatore, protettore e correttore di
questa fraternità, affinché, sempre sudditi e soggetti ai piedi della medesima santa Chiesa,
stabili nella FEDE CATTOLICA, osserviamo la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo del Signore
nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente promesso” (RB XII). La correzione e la
protezione del Cardinale protettore dovrà riguardare soprattutto la stabilità della FEDE
CATTOLICA in forza della quale il frate si è impegnato a osservare la povertà, l’umiltà e il
santo vangelo che ha promesso di vivere.
La stabilità della FEDE è richiamata addirittura nella stessa formula della professione,
dove si dice: “con FEDE salda e volontà decisa: faccio voto” (CG 5), espressione che indica
chiaramente il radicamento nella FEDE della professione religiosa.
Si tratta non di una FEDE qualsiasi, bensì di FEDE CATTOLICA la quale ha il suo
“tesoro” nella SS. Eucaristia. Nel Testamento S. Francesco parla di FEDE nelle Chiese, la
chiesa luogo, perché in essa si custodisce il segno del memoriale della Pasqua del Signore,
cioè la SS. Eucaristia: “E il Signore mi dette tale FEDE nelle chiese che io così semplicemente
pregavo e dicevo: Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono
nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo”.
La stessa grande FEDE la estende ai ministri dell’altare, a motivo del loro ordine: “Poi il
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Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
Signore mi dette e mi dà una così grande FEDE nei sacerdoti che
vivono secondo la forma della santa Chiesa romana, a motivo del loro
ordine”. Proprio questa FEDE CATTOLICA i frati stimano molto e si
impegnano a professarla coraggiosamente davanti a tutti: “I frati
stimino moltissimo la FEDE CATTOLICA, che è dono di Dio, e respinta
ogni preferenza umana, professino la loro FEDE davanti a tutti con
umiltà, fortezza ed animo gioioso” (CC.GG. 90). Secondo le CC.GG. è
riconosciuta come dono di Dio e opera dello Spirito Santo: “La FEDE
non nasce nel cuore degli uomini dalle discussioni, ma per opera dello
Spirito Santo” (CC.GG. 99,1).
Contemplando il dono della FEDE i frati si considerano debitori nei confronti di Dio e
vogliono condurre la FEDE alla piena maturazione attraverso la perseveranza in essa:
“Vivendo tra i cristiani, i frati si considerino debitori dei benefici di Dio e si adoperino con
tutte le forze affinché tutti, in unità e carità, perseverino nella vera FEDE e nella penitenza”
(CC.GG. 92, 1). Fin dal Noviziato i candidati sono formati a sviluppare una vita alimentata
dalla FEDE: “gli studi, adatti al Noviziato, devono essere diretti alla conoscenza di Dio
congiunta con l’amore, e a sviluppare una vita alimentata dalla FEDE” (SS.GG. 99), e ogni
decisione viene maturata in spirito di FEDE: “mettano in pratica le loro decisioni in spirito di
FEDE” (CC.GG. 45).
La FEDE tanto amata, radicata e stimata è un bene da far conoscere, comunicare e
alimentare, attraverso l’annuncio integrale del mistero di Cristo, servizio specifico di coloro
“ai quali il Signore ha concesso la grazia di predicare” perché “proclamino la buona
novella della salvezza proponendo integralmente e fedelmente il mistero di Cristo”
(CC.GG. 100). La delicatezza di dell’evangelizzazione richiede inoltre, che “I Ministri della
Parola e tutti i teologi vengano formati con la massima cura, perché siano in grado di
comunicare agli altri spirito e vita” (CC.GG. 101, 2), e li metta in grado di “essere più utili
alla edificazione del Regno di Dio” (CC.GG. 160, 1).
Ai frati esperti che si danno alla ricerca teologica e che “godono nel nostro Ordine
di giusta libertà nel condurre le loro ricerche” si chiede di divulgare “i risultati «operando la
verità nella carità» e osservando il dovuto ossequio verso il magistero della Chiesa”
(CC.GG. 110) unico autentico interprete della fede cattolica che i frati professano e
annunciano.
Con l’amore fedele alla Chiesa i frati amano molto anche il proprio carisma per cui
diventa naturale per loro essere dispensatori di spirito e vita secondo il pensiero
francescano. A questo scopo le Costituzioni esortano a “porre la più grande cura nella
preparazione di esperti docenti di spiritualità, di storia francescana, di filosofia e teologia, i
quali diventino dispensatori di spirito e di vita secondo il pensiero di san Francesco e degli
altri Maestri dell'Ordine” (CC.GG.166, 2). Con questa seria preparazione i frati vogliono aiutare le Chiese
particolari a seminare la Parola di Dio tra la gente usando i mezzi più
adeguati, purché la FEDE si
impianti e cresca: “I frati
aiutino le Chiese particolari,
seminando la Parola di Dio
e la FEDE CATTOLICA con i
mezzi efficaci, adeguati ai
tempi e alle persone”
(CC.GG. 105); pregano
anche insieme alla gente
condividendo speranza e
FEDE: “Si impegnino i frati a
pregare con il popolo,
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Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
…condividendone in semplicità la speranza e la FEDE” (CC.GG. 27). E
perché questa condivisione del bene della FEDE sia piena, i frati
favoriscono l’inculturazione della FEDE: “Poiché cresce tra i popoli il
desiderio di vivere e di celebrare la propria FEDE con modalità
congeniali alla propria indole, cooperino volentieri nel favorire questo
processo di inculturazione…” (CC.GG. 92 2).
Gli elementi che incontriamo nella Regola e nelle Costituzioni nei
quali si parla della FEDE sono pochi ma essenziali. In breve Francesco
dice: se vuoi essere Frate Minore devi vivere seriamente la FEDE
CATTOLICA, credere nell’Eucaristia e nei sacerdoti, fondare la tua consacrazione su di una
FEDE salda, una FEDE che è dono e nasce dallo Spirito Santo e a professarla davanti a tutti.
Una volta che hai assunto questa forma di vita, ti impegni ad alimentarla con la FEDE vera,
perseverando in essa continuando a vivere in spirito di FEDE. Inoltri la condividi in semplicità
soprattutto pregando insieme al popolo, seminando la FEDE nelle Chiese particolari e
inculturandola nei popoli nei quali il frate minore si trova a vivere, così da celebrarla
secondo la loro l’indole. Il primo a camminare in questo stile radicato nella FEDE è il
Ministro. Egli all’assunzione del servizio di “pastore premuroso e buono” emette la
professione di FEDE CATTOLICA davanti al Capitolo che lo ha eletto: “I Ministri emettano la
professione di FEDE alla presenza del…” (CC.GG. 186), un atto pubblico con il quale
manifesta FEDELTÀ alla FEDE CATTOLICA nella quale dovrà aiutare i suoi fratelli a
perseverare, testimoniare e annunciare.
INTERMEZZO Nei Documenti in esame incontriamo un avverbio:
FEDELMENTE e due sostantivi: FEDELTÀ e FEDELE/FEDELI,
termini che nascono dalla stessa radice la quale attinge
alla parola FEDE. In qualche modo questi termini
estendono non i contenuti della FEDE bensì
l’atteggiamento che la FEDE suscita e che si manifesta
nella FEDELTÀ ed a persone che sono FEDELI, cioè che
rispettano la FEDE data o che rispondono alla fiducia
riposta in loro o che sono chiamate FEDELI in quanto
appartengono ad una FEDE religiosa o sono devoti a
una causa, a un ideale o a una persona. (cf. Dizionario
Garzanti).
Mi pare opportuno cogliere anche questi aspetti
per comprendere la declinazione che ne danno i
Documenti in esame. Qui il discorso non si limita ad
esaminare i gruppi di testi riguardanti ogni singolo
termine citato, ma piuttosto a fare una presentazione
ragionata di quei termini.
FEDELMENTE, FEDELTÀ, FEDELE/FEDELI Riprendo la riflessione dalla Regola bollata. Qui a
un giovane che vuole entrare nell’Ordine dei Frati Minori
si chiede un serio esame sulla FEDE CATTOLICA per
vedere se è creduta, FEDELMENTE professata e
osservata, presupposto importante perché nella nostra
forma di vita ci si impegna a vivere il Vangelo, parola
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Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
santa che offre i contenuti della FEDE. Così la Regola Bollata dice:
“I ministri, poi, diligentemente li esaminino intorno alla FEDE CATTOLICA e
ai sacramenti della Chiesa. E se credono tutte queste cose e le vogliono
FEDELMENTE professare e osservare fermamente fino alla fine”(Cap. II).
Perseverare FEDELI in questa vita non è facile, Francesco conosce le
fragilità umane per cui chiede al papa un Cardinale protettore che aiuti i
frati a camminare FEDELMENTE a quanto hanno promesso. Questa
presenza garantisce i frati nel fare proprio il sentire della Chiesa
soprattutto rispetto alla FEDE: “I frati siano sempre FEDELI al sentire della
Chiesa” (CC.GG. 4). Infatti la correzione e la protezione del Cardinale
protettore dovrà riguardare soprattutto la stabilità della FEDE CATTOLICA
in forza della quale il frate osserva la povertà, l’umiltà e il santo vangelo che ha promesso
di vivere con “con FEDE salda e volontà decisa” (CC.GG. 5). Dalla decisa volontà deriva
l’impegno di osservare FEDELMENTE «lo spirito e le finalità proprie del Fondatore». Lo
diciamo all’art. 2 delle CC.GG.: “Per poter maggiormente conoscere ed osservare
FEDELMENTE «lo spirito e le finalità proprie del Fondatore», insieme alla Regola i frati si
studino di esaminare, capire e venerare la vita e gli scritti di san Francesco e dei suoi
seguaci”. La freschezza del carisma francescano si mantiene nella misura in cui si
osservano FEDELMENTE e integralmente i Consigli evangelici e si vive secondo la santa
Regola. È l’impegno che i frati si assumano nello spirito delle Costituzione che all’art. 6
recitano: “Tuttavia i frati devono non solo osservare FEDELMENTE e integralmente i Consigli
evangelici, ma anche vivere secondo la Regola di san Francesco, queste Costituzioni e le
altre norme del diritto particolare, e così tendere alla perfezione del proprio stato” (CC.GG.
6). Quello che i frati vivono lo insegnano anche alle Sorelle e fratello dell’OFS: “Gli Assistenti
spirituali curino che tutti i fratelli e le sorelle dell’Ordine Francescano Secolare, seguendo
FEDELMENTE le orme di san Francesco” (CC.GG. 62). Così i frati vanno per il mondo
camminando FEDELI alla propria vocazione minoritica, ricchi di gioia e facendosi servi di
tutti ed umili testimoni di pace: “I frati, come seguaci di Gesù Cristo «che umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte», e FEDELI alla propria vocazione minoritica, «in gioia
e letizia», vadano per il mondo come servi e soggetti a tutti, pacifici e umili di cuore…”
(CC.GG. 64).
Vengono indicate anche due vie per essere FEDELI alla propria vocazione: la prima è
la preghiera il cui modello di FEDELTÀ è Cristo: “I frati, FEDELI alla propria professione,
seguono nella preghiera Cristo” (CC.GG. 9); la seconda è l’espropriazione e che riguarda
le proprie condizioni di vita: “I frati, per rimanere FEDELI alla loro vocazione nelle concrete
condizioni di vita, ricerchino sempre forme di espropriazione nuove e corrispondenti alle
circostanze” (CC.GG. 245). E poiché la loro vita si svolge tra gli umili e i semplici, gente che
è molto legata alla religiosità popolare, i frati non sdegnano di condividere queste forme
semplici di preghiera: “I frati, rimanendo FEDELI al loro proposito di vivere tra le persone
semplici, favoriscano le sane forme della pietà popolare” (CC.GG. 27).
Per se stessi si riservano un tempo forte che chiamano Esercizi Spirituali e si impegnano
a viverlo FEDELMENTE ogni anno: “Per confermare lo spirito di orazione e devozione, i frati,
nel tempo stabilito, pratichino FEDELMENTE il ritiro e ogni anno gli esercizi spirituali” (CC.GG.
30). Durante questo tempo forte sarà importante riscoprire sempre di nuovo lo spirito
francescano perché pervada sempre di più e meglio l’intera vita del frate in tutti gli ambiti
della sua missione, specialmente quella pastorale: “La formazione ai ministeri e agli ordini
sacri sia permeata di spirito francescano, affinché i ministeri vengano esercitati nella
FEDELTÀ a tale spirito” (CC.GG. 164).
Oltre alla FEDELTÀ alla propria spiritualità nell’esercizio del ministero pastorale, le
Costituzioni chiedono FEDELTÀ allo stesso ministero pastorale: “in tutto ciò che concerne il
FEDELE assolvimento dell’incarico pastorale e l’esatta osservanza delle direttive riguardanti
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Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
la cura delle anime” (CC.GG. 58), in particolare quando si tratta di
annunciare Cristo, un mistero da proporre in modo integro e FEDELE: “I
frati ai quali il Signore ha concesso la grazia di predicare, …,
propongano integralmente e FEDELMENTE il mistero di Cristo” (SS.GG.
100). Con la stessa FEDELTÀ si deve vivere la grazia del lavoro,
riconoscendo in esso il normale e primario mezzo per procurarsi il
necessario alla vita: “Quei frati ai quali il Signore ha concesso la grazia di
lavorare, lavorino con FEDELTÀ” (RB V). Questo testo della Regola è
ripreso dalle Costituzioni che vedono nel lavoro un fatto normale della
vita dei frati i quali, come tutti gli altri uomini, si guadagnano il pane con
le loro fatiche: “Riconoscendo che il lavoro è il normale e primario
mezzo per procurarsi le cose necessarie, tutti e singoli i frati servano e «lavorino con
FEDELTÀ” (CC.GG. 76).
Un ultimo accenno alla FEDELTÀ è indicato da quanto richiesto ai Ministri: proporre
una visione FEDELE della Provincia: “Una volta all’anno il Ministro provinciale esponga
FEDELMENTE nel Congresso definitoriale lo stato della Provincia” (SS.GG. 196); inoltre si
devono trasmettere per iscritto gli Atti del Definitorio: “Gli atti di ogni congresso definitoriale
vengano FEDELMENTE e ordinatamente messi per iscritto” (CC.GG. 198). Può sembrare
burocrazia mentre è testimonianza che conserva e tramanda la storia degli uomini con le
sue luci ed ombre e per la quale passa anche la salvezza di cui il nostro carisma è un
segno.
FRATE MINORE, DOVE SEI? Il Proposito santo L’inizio del nostro cammino di Frate Minore è segnato da un esame sulla nostra FEDE
CATTOLICA. Abbiamo professato “con FEDE salda e volontà decisa”. Ci è stato dato un
Cardinale protettore perché camminassimo stabili nella FEDE CATTOLICA, una FEDE che ha
il suo culmine nella SS. Eucaristia e nei ministri dell’altare a motivo del loro ordine; una FEDE
riconosciuta come dono di Dio e opera dello Spirito Santo.
Siamo stati formati a sviluppare una vita alimentata dalla FEDE e a maturare ogni
decisione in spirito di FEDE, in quella FEDE CATTOLICA che stimiamo molto perché è dono di
Dio che ci siamo impegnati a professare con umiltà, fortezza ed animo gioioso, e vogliamo
far conoscere seminando la Parola di Dio, pregando insieme alla gente e celebrarla anche
inculturandola.
Questo è quanto “sognavamo” ed abbiamo promesso di vivere. Oggi ci
domandiamo: Frate Minore, dove sei? Le nostre leggi a quale FEDELTÀ ci
responsabilizzano?
Responsabilizzati alla FEDELTÀ La prima e più importante
FEDELTÀ che è chiesta al Frate Minore è
la FEDELTÀ allo spirito e alle finalità
proprie del Fondatore», spirito e finalità
trascritte nella Regola ed approvate e
autenticamente interpretate dalla
Chiesa. Da qui deriva subito la FEDELTÀ
al sentire della Chiesa, come dottrina o
contenuti di FEDE e come
interpretazione della Regola professata
insieme all’assunzione dell’impegno di
osservare FEDELMENTE e integralmente i
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Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
Consigli evangelici. In essa troviamo un accenno preciso alla FEDELTÀ
alla grazia del lavoro. Da queste FEDELTÀ la visibilità alla nostra vocazione
minoritica appare più luminosa.
Per camminare con coerenza perseverante dentro questi impegni
è indispensabile essere FEDELI alla preghiera imitando il Cristo, facendoci
attenti ai semplici condividendo con loro espressioni oranti di religiosità
popolare e, presso i popoli di nuova evangelizzazione, favorire
l’inculturazione che è una forma rispettosa delle loro culture. Per quanto
riguarda la FEDELTÀ ai poveri ci è chiesta, là dove è possibile,
l’espropriazione. Molto importante anche la FEDELTÀ al tempo forte degli
Esercizi spirituali. Ai Ministri si chiede di proporre una visione FEDELE della
Provincia ed ai ministri sacri di essere FEDELI allo spirito francescano
nell’esercizio del ministero.
CAMMINIAMO “DENTRO” QUESTA FEDELTÀ? L’esortazione pasquale del Ministro “L’anno che stiamo vivendo, è un pressante invito a varcare la Porta della FEDE, a
considerarci pellegrini nella notte, a metterci in cammino per incontrare Colui che mai
cercheremo se non fosse venuto Lui per primo a cercarci. La FEDE è sempre, «una FEDE
mendicante, mai una FEDE “prefabbricata”, come quella degli scribi.
Paolo chiede al suo discepolo Timoteo di «cercare la FEDE», con la costanza stessa
di quando era giovane. Accogliamo questo invito come rivolto a ciascuno di noi e
approfittiamo di quest’Anno di Grazia per «fare memoria del dono della FEDE»” (dalla
Lettera della pasqua 2013).
L’invito è chiaro: varcare la porta della FEDE, quella CATTOLICA che stimiamo
moltissimo e della quale siamo debitori nei confronti di Dio, ma più ancora amiamo
perdutamente, perché si radica in quelle parole fragranti del mio Signore (2Lf,180) che
pronunciate dal sacerdote all’altare, rendono presente “il santissimo corpo e sangue del
Signore nostro Gesù Cristo, nel quale tutte le cose che sono in cielo e in terra sono state
pacificate e riconciliate a Dio onnipotente” (LCap I, FF 217).
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Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
LA GRANDE BELLEZZA
FilmiAmo… Scheda a cura di
fr. Davide Sironi
La grande
bellezza di Paolo Sorrentino
Con Toni Servillo,
Carlo Verdone,
Carlo Buccirosso,
Sabrina Ferilli
Drammatico
durata 150 min.
Italia, Francia
2013
Medusa
34
Jep Gambardella domina la scena delle grandi feste barocche,
alcoliche, trash, che si consumano sulle terrazze romane, dove un
campionario di umanità ormai attempata rincorre una vita fatua e
dionisiaca. Il protagonista è un sessantacinquenne giornalista per
passatempo che racconta stravaganze di una città troppo bella e
troppo eterna: Roma. Promettente scrittore con un solo romanzo
pubblicato in gioventù viaggia nei sogni notturni e nel passato alla
ricerca di una assaporata bellezza mitizzata e sfuggente, evocata per
resistere al vuoto della morte. Una vita da teatrante quella di Jep dove
a volte si affaccia l’anima che desidera rivedere e riscrivere una
bellezza innocente.
Presentato all’ultimo Festival del Cinema di Cannes, il film di
Paolo Sorrentino fa discutere e dividere la critica. Confesso subito che
considero Sorrentino un talento cristallino nel panorama del Cinema
italiano, e internazionale. La sua ultima opera è trasbordante,
ridondante di visioni, allusioni, simboli e di eccessi. Ma offre allo
spettatore immagini di rara bellezza grazie alla maestria con cui muove
la macchina da presa, a una fotografia curatissima e capace di
ipnotizzare lo sguardo davanti ai colori e alle sfumatura di una Roma
monumentale e incantevole – la fontana del Gianicolo, l’alba sul
Tevere, la giraffa in un teatro all’aperto, gli scorci di vie e piazze - .
Lo spettatore compie un viaggio onirico e estremamente reale
nella vita mondana di personaggi attratti dall’opulenza, dalla
divertimento sfrenato, dal tutto e dal niente. Viaggia insieme a Jep
Gambardella – un maestoso Toni Servillo – nella sua anima romantica e
nella sua vita notturna, nelle sue eleganti giacche, negli incontri
prevedibili e imprevedibili che costellano il suo mondo fatto di feste
scintillanti e grottesche, di serate pseudointellettuali, di passeggiate
all’alba lungo un Tevere silente mentre la gente comune inizia la fatica
del vivere e lui inizia la fatica del sonno: stare solo con le reminiscenze
di un passato abitato da una donna bella e perduta.
Jep è un sessantacinquenne che abita in una casa con vista
Colosseo, sta nel cuore della Roma modaiola e in quarant’anni di
permanenza nella città eterna è riuscito a diventare il padrone delle
feste altolocate, a conoscere e farsi conoscere da tutti. Dopo un unico
romanzo giovanile di successo - L’apparato umano – scrive articoli di
costume in maniera graffiante e ironica, ma soprattutto vive
un’esistenza da teatrante, gaudente e libera. Ma il vuoto lo penetra.
Tra i diversi temi che si possono trarre da questo film, ne
evidenzio uno che mi sembra articoli gli altri opposti concatenati
disseminati nella pellicola: la contrapposizione e l’intreccio indissolubile
Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
tra morte e vita. Con tutte le sue possibili declinazioni: bellezza e bruttezza, ricchezza e povertà,
pieno e vuoto, immobilismo e movimento, spirituale e carnale, sacro e profano, passato e
presente, verità e falsità, recitazione e autenticità, nobiltà e miseria, moralità e immoralità.
La morte attraversa tutta la narrazione fronteggiando la vita edonista di Jep e dei suoi
amici, sorprende e tutta l’opulenza dell’esistere evanescente si annienta. La fine si può affrontare
con distacco, recitando una parte come fa Jep al funerale del figlio di una amica, ma dentro
scava. Dietro a una sconfinata bellezza si può annidare una sconcertate bruttezza, dietro alla
ricerca di un’avvolgente leggerezza si può nascondere una insostenibile pesantezza. Il
movimento sfrenato di adulti che ballano fuori tempo massimo con volti pietrificati dal botulino
forse è solo la manifestazione di un immobilismo esistenziale rappresentato dalle marmoree statue
che si nascondono nei privati palazzi romani. Dietro una vita religiosa si può celare la santità o
l’ipocrisia, e il tema del sacro e dello spirituale si intesse con quello del profano e del carnale.
Il presente sembra vivo ma forse è già morto e il nostro protagonista si rifugia in un passato
dove riassaporare l’innocente bellezza smarrita: un amore di gioventù forse idealizzato ma che fa
ancora sognare e restituisce il desiderio di una vita radicata in un amore tenero e lieve.
Paolo Sorrentino ci consegna un film che stordisce, diverte, affascina con le immagini e
con l’affabulazione della parola, con diverse citazioni letterarie e omaggi cinematografici, un film
vorticoso e vertiginoso che innalza e abbassa, immorale e per questo interpellante la nostra
moralità. Lo spettatore è introdotto in un mondo circense dove si avvicendano ballerine, nani,
domatori, belve, fachiri, burattini, lanciatori di coltelli, saltimbanco, clown, bambini prodigio, e
Jep-Sorrentino è il direttore di questo grande spettacolo.
Toni Servillo regala ancora una volta
un’interpretazione superlativa e si conferma l’alterego
del regista, colui che sa rappresentare al meglio la
visionarietà e l’ironia di Sorrentino. Il film evoca
atmosfere felliniane così come richiama il binomio
Mastroianni-Fellini. Al di là dei paragoni mi sembra che
questa opera non sia un rifacimento de La dolce vita
ma continui la tradizione dello straordinario cinema
italiano d’autore. La grande bellezza è da vedere
perché mostra come si confeziona un film pieno di
bellezza artistica.
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Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
«LASCIO A VOI QUESTO SCRITTO,
CARISSIME E DILETTE SORELLE MIE,
IN SEGNO DELLA BENEDIZIONE DEL SIGNORE,
DEL BEATISSIMO PADRE NOSTRO FRANCESCO
E DELLA BENEDIZIONE MIA,
VOSTRA MADRE E ANCELLA»
Con queste parole santa Chiara conclude il suo Testamento, nel
quale fa memoria del cammino che l’ha condotta dalla casa paterna
alla scelta di una forma di vita di rigorosa povertà, vissuta nella
quotidiana condivisione con una comunità di sorelle nel lavoro, nella
preghiera e nell’attenzione alle necessità delle donne e degli uomini
della sua città.
Sul Testamento di Chiara, in questi ultimi decenni, si è discusso
molto: ne è stata messa in dubbio l’autenticità, a partire dalla scarsa
tradizione manoscritta e dal silenzio delle altre fonti su questo scritto; il
ritrovamento di altri manoscritti, alcuni molto antichi, risalenti al XIII
secolo, ha costretto a rivedere il giudizio di chi aveva creduto di vedere
nel Testamento un falso risalente all’epoca dell’Osservanza. Tuttavia
alcuni studiosi hanno continuato a sostenere che questo testo, così
come lo conosciamo, non può essere totalmente di Chiara: anche per
Chiara, come già qualcuno aveva proposto per Francesco, si deve
pensare alla collaborazione di qualche esperto nell’arte dello scrivere
che ha dato forma concreta ai pensieri da lei suggeriti...
Le due pubblicazioni che presentiamo vorrebbero rispondere in
modo esauriente alle varie proposte, scartando le ipotesi più fantasiose
e invitando a stare ai dati di fatto che conosciamo.
1. IL TESTAMENTO DI CHIARA D’ASSISI: MESSAGGIO E AUTENTICITÀ,
(Tau, 15) raccoglie due studi del nostro confratello Carlo Paolazzi che,
con la sensibilità spirituale e la finezza filologica che gli sono proprie,
analizza anzitutto il contenuto del Testamento di Chiara, ripercorrendo
con lei la gioiosa memoria di una vita totalmente donata a Cristo; nella
seconda parte del volume segue un’analisi accurata e più “tecnica”
del testo: vengono messi in evidenza gli indizi che ci fanno cogliere il
cuore e la mano di Chiara nella memoria di quanto il Signore ha fatto
per lei e per le sorelle attraverso la mediazione di frate Francesco. La
conclusione suggerisce in modo convincente la “piena appartenenza”
di questo scritto a Chiara.
INTORNO AL TESTAMENTO
DI SANTA CHIARA
LeggiAmo… Scheda a cura di
fr. Paolo Canali
IL TESTAMENTO
DI CHIARA
D’ASSISI: Messaggio
e autenticità
di Carlo Paolazzi
Edizioni Biblioteca
Francescana TAU, 15
Milano 2013
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Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
2. L’AUTENTICITÀ DEL TESTAMENTO DI SANTA CHIARA: UN CONFRONTO
CON LE SUE LETTERE, (Aleph, 5) è uno studio originale del cappuccino
tedesco Leonard Lehmann, che affronta le stesse problematiche da
un’angolazione diversa: ricostruisce le diverse posizioni assunte dagli
studiosi, ripercorre le acquisizioni degli ultimi decenni, per proporre poi
un confronto tra Testamento e Lettere della santa, analizzando
accuratamente il vocabolario e i concetti espressi nei diversi Scritti.
Questi due contributi si raccomandano come un aiuto prezioso
per cogliere l’originalità del linguaggio di Chiara, linguaggio che è
“specchio” della sua singolare esperienza cristiana. Un aiuto anche a
cogliere la specificità della vocazione clariana, il suo rapporto con
l’esperienza di Francesco d’Assisi, e il segreto di un’esistenza
straordinariamente feconda, capace anche oggi di attirare e
interrogare.
fr. Paolo Canali
INTORNO AL TESTAMENTO
DI SANTA CHIARA
L’AUTENTICITA’
DEL TESTAMENTO
DI S. CHIARA: un confronto
con le sue lettere
di Leonard Lehmann
Edizioni Biblioteca
Francescana Aleph, 5
Milano 2013
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Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
LUGLIO 2011
A cura di
fr. Enzo Pellegatta
*07 APRILE –
Rezzato (BS)
05 –
S. Bernardino (VR)
13 -
Padova
15 -
Milano
18 -
Santiago de
Compostela
22 -
Roma
MAGGIO 2013
NOTIZIE di CASA
39 38
Il Ministro provinciale conferisce il Diploma di fraternità al sig.
Antonio Zani, generoso ed infaticabile “lavoratore” stimato ed
apprezzato per la disponibilità e per il sostegno offerto ai frati del
convento di Rezzato.
Fr. Enrico Russotto riceve il ministero istituito dell’accolitato e fr.
Cristiano Castegnaro il ministero istituito del lettorato. La
celebrazione è presieduta da fr. Francesco Patton, Ministro
delegato, in occasione della festa con le famiglie dei professi
temporanei residenti a Verona.
Nella Basilica del Santo ha luogo la giornata intercapitolare dove
si ritrovano i partecipanti ai sei Capitoli provinciali del Nord. In un
clima fraterno e sereno vengono presentati i medesimi temi e
strumenti che caratterizzano tutti i Capitoli. La giornata, apertasi
con il saluto e l’accoglienza del Ministro provinciale dei frati
minori conventuali del Nord e del Custode della Basilica del
Santo, si conclude con la concelebrazione alle 15.30, presieduta
da fr. Bruno Miele.
Presso la Curia provinciale il Definitorio si riunisce per il XLIV
Congresso.
Si celebra l’Ordinazione episcopale di fr. Josè Rodriguez
Carballo, presieduta da sua Em.za rev.ma Card. Tarcisio Bertone.
Il Collegio degli Elettori, riunito presso la Curia Generale OFM,
elegge quale Ministro generale dell'Ordine fra Michael Anthony
Perry, statunitense di Indianapolis.
Anno XXXV ● N. 235 ● Maggio 2013
A cura di
fr. Enzo Pellegatta
24 -
Arco di Trento
25 -
Angelicum (MI)
28 -
Verona
30 -
Seregno (MB)
19 maggio –
2 giugno
Casatenovo (MB)
MAGGIO 2013
NOTIZIE di CASA
Nella casa del postulato interprovinciale si raduna il Collegio dei
Ministri del Nord Italia.
Presso il teatro Angelicum si svolge una Tavola rotonda dal titolo
“…per raccontare la carità”.
Si riunisce il Consiglio di Presidenza dello Studio Teologico
Interprovinciale s. Bernardino
Nella Basilica Collegiata di s. Giuseppe si celebrano in mattinata i
funerali del sig. Franco Canali, di anni 87, papà di fr. Paolo.
Due settimane di annuncio straordinario per mezzo delle Missioni
al popolo nella Parrocchia di Casatenovo.
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