RELAZIONE PAESAGGISTICAai sensi del DPCM del 12-12-2005
1. FINALITA'II presente allegato ha lo scopo di definire la "Relazione
paesaggistica" che correda il Piano Particolareggiato del Centro Matrice del
Comune di San Vito. I contenuti della relazione paesaggistica qui definiti
costituiscono per l'Amministrazione competente la base di riferimento essenziale
per la verifica della compatibilita' paesaggistica degli interventi che verranno
presentati dai cittadini per la trasformazione, in base alle norme di attuazione,
delle proprie abitazione site all'interno del centro stesso, ai sensi dell'art. 146,
comma 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante "Codice dei
beni culturali e del paesaggio", di seguito denominato Codice.
La Relazione paesaggistica contiene tutti gli elementi necessari alla
verifica della compatibilita' paesaggistica delle trasformazioni urbane
proposte, con riferimento ai contenuti e alle indicazioni del piano
paesaggistico con specifica considerazione dei valori paesaggistici.
La relazione paesaggistica, mediante opportuna documentazione, darà
conto sia dello stato dei luoghi (contesto paesaggistico) prima dell'esecuzione
delle opere previste, sia delle caratteristiche finali dell'intervento, nonche'
rappresentare nel modo piu' chiaro ed esaustivo possibile lo stato dei luoghi
dopo l'intervento.
A tal fine, ai sensi dell'art. 146, commi 4 e 5 del Codice la
documentazione contenuta nella domanda di autorizzazione
paesaggistica indica:
• lo stato attuale del bene paesaggistico interessato;
• gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonche' le eventuali
presenze di beni culturali tutelati dalla parte II del Codice;
• gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte;
• gli elementi di mitigazione e compensazione necessari;
• la compatibilità rispetto ai valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo;
• la congruità con i criteri di gestione dell'immobile o dell'area;
• la coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica.
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2. STATO ATTUALE DEL BENE PAESAGGISTICO INTERESSATO
2.1 CONTESTO PAESAGGISTICO DELL’INTERVENTO
2.1.1 AREA DELL’INTERVENTO
Adagiato fra i monti del Sarrabus sorge il paese di San Vito, in un
paesaggio ricoperto da foreste di lecci, querceti, roveri ed irrorato dal corso
d'acqua Flumini Uri e dal Flumendosa. Il toponimo deriva dal santo protettore a
cui è intitolata la chiesa parrocchiale.
San Vito è inserito in un territorio frequentato fin dall'epoca preistorica,
protostorica ed in periodo punico e romano, come dimostrano gli insediamenti in
località Santa Maria e i nuraghi Asoru e Santa Suia. Ma l'attuale centro urbano
venne fondato alla fine del XV secolo; successivamente entrò nel sistema
politico e amministrativo spagnolo per poi passare sotto il marchesato di Quirra.
L'articolazione urbana si compone di abitazioni costruite secondo gli schemi
propri dell'edilizia della Sardegna meridionale, comprendenti ampi cortili interni
e grandi portali lignei.
Con la confinante Muravera, San Vito condivide un territorio costellato di
miniere d'argento, come quella di Monte Arba, un tempo ricchissima ed oggi
dimessa.
Non distante da San Vito sorge la frazione di San Priamo, vicino allo
stagno di Colostrai, importante specchio d'acqua della Sardegna meridionale,
frequentato da rare specie avifaunistiche.
San Vito è ubicato nella parte sud-orientale della Sardegna prospiciente il
Mar Mediterraneo chiamata “Sarrabus”.
I limiti geografici della regione del Sarrabus e del Gerrei trovano i primi
fondamenti storici fin dalla più lontana epoca mediovale, per poi trovare un
prima sommaria individuazione geografica verso il 900 D.C.
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Tutta l’area di pertinenza del Comune, una delle più vaste della Sardegna,
ha un’importante valenza paesaggistica grazie anche alla presenza di numerosi
corsi d’acqua, tra cui i più importanti risultano il Flumendosa, l’Uri e il Pibilia che
insieme al sistema torrentizio di approvvigionamento ha contribuito a realizzare
nel tempo un sistema di importanti sistemi fluviali che hanno dato vita ad
ecosistemi ad elevata valenza naturalistica e paesaggistica, favoriti da una
bassissima pressione antropica.
L’entroterra è caratterizzato da fitti boschi del complesso di monti calcarei
del Sarrabus intervallati da anse, gole, cavità ipogee e laghi dovute alla fortissima
attività carsica. La copertura vegetale dai sistemi montani però è anche a tratti
degradata a causa dei numerosi incendi boschivi durante le stagioni estive.
Le principali colture arboree che si possono trovare nell’area del Sarrabus
sono quelle da frutto, in particolare agrumeti, ma è frequente trovare anche il
corbezzolo, il lentisco, il mirto, il leccio e querce in virtù dell’estrema
produttività del suolo nelle fasce alluvionali recenti. Infatti, mentre i suoli sulle
alluvioni e glacis più antichi (formati da sedimenti quaternari) sono caratterizzati
da una elevata alterazione, bassa permeabilità e da una fertilità modesta, nei
terreni più giovani l’alterazione è minore e i suoli risultano più fertili e
permeabili. In queste aree il rischio d’inondazione è particolarmente alto e
favorito anche dall’eccessivo emungimento delle acque sotterranee.
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2.1.2 ATMOSFERA: QUALITÀ DELL’ARIA E CARATTERIZZAZIONE METEO CLIMATICA
La qualità dell’aria ascrivibile all’intero settore del Sarrabus non può che
essere quella riservata ad aree caratterizzate dall’assenza di impianti industriali e
aziende con attività comunque connesse alla produzione di sostanze che
derivano da cicli produttivi con immissioni aeree, liquide e solide. Infatti in tutto
il territorio di Muravera, San Vito, Villaputzu (centri più prossimi al sito) non vi
sono attività connesse all’industria, ma solo attività collegabili a:
• turismo;
• edilizia
• commercio;
• pesca;
• pastorizia – allevamento;
• agricoltura.
I dati pluviometrici confermano che l’andamento medio delle
precipitazioni non subisce particolari variazioni confermando che ci si trova di
fronte ad un settore del Sarrabus che presenta un clima sub-umido e che negli
ultimi 70 anni lo stesso viene investito da periodi siccitosi e/o estremamente
piovosi.
Le temperature medie calcolate sui dati del SIR riferiti al periodo
1924/1992 (storico: medie mensili e annuali) riferiscono che la temperatura
media annua è prossima ai 17.5°C con media massima di 18.7° e minima di
15.9°.
I venti predominanti (fig. 1) in questo settore della Sardegna sono la
tramontana, il maestrale e il levante, mentre, nel periodo estivo aumentano la
frequenza sia il grecale che lo scirocco. La velocità di questi venti supera i 10
m/s.
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2.1.3. AMBIENTE IDRICO: ACQUE SOTTERRANEE E SUPERFICIALI, AMBIENTI E RISORSE
Il sito che ospita la struttura si trova all’interno di un bacino idrografico
molto esteso che si sviluppa fino alle pendici del Gennargentu. In esso si
raccolgono tutta una serie di corsi d’acqua a carattere torrentizio che
contribuiscono alla ricarica delle falde ospitate all’interno del bacino
idrogeologico
La formazione metamorfica è pressoché impermeabile e i caratteri
idrogeologici di porosità e trasmissività vengono acquisiti da lineamenti tettonici
a marcata fatturazione.
I piccoli bacini idrografici nei quali si raccolgono le acque provenienti dai
versanti dei rilievi ad ovest dell’area in esame ospitano torrenti che per la
maggior parte dell’anno hanno una portata pressoché nulla, ma allo stesso tempo
sono caratterizzati da improvvise piene determinate da precipitazioni intense e di
breve durata. In realtà l’acqua non è quasi mai presente, ad eccezione di episodi
alluvionali che seguono ad eventi precipitativi di breve durata ed elevata
intensità.
In questi casi la portata di massima piena viene smaltita dalle opere di
urbanizzazione e di imbrigliamento e tombinamento dei vari rii a monte
dell’abitato..
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3. SVILUPPO DELL'INSEDIAMENTO URBANO
San Vito, grazie al suo territorio vicino agli antichi approdi marittimi ma
protetto allo sguardo dei predoni, è stato da lungo tempo il luogo privilegiato per
lo stanziamento dei popoli più antichi.
Carta della Sardegna del 1692
I primi insediamenti urbani sono sorti attorno alla chiesa di San Vito,
risalente al XVI secolo e tra la chiesa di San Lussorio caratterizzata da un
impianto molto semplice formato da una sola navata e da una volta a botte e la
chiesa di Santa Maria, risalente al XVII secolo. Sono giunti a noi quasi
completamente intatti nella loro struttura originaria caratterizzata da strette
stradine, viottoli e edifici privati formati generalmente da due piani e da una
corte interna.
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Tali centri, andarono ad ampliarsi velocemente soprattutto a seguito
dell’apertura delle miniere di piombo e argento di Monte Narba nel 1880,
saturando in breve tempo il territorio rimasto tra i due nuclei iniziali così come
cartografato dal De Candia nel 1850.
Carta del De Candia del 1850
I 20 anni successivi furono strategici per lo sviluppo economico e quindi
urbano dell’insediamento Sanvitese. Gli edifici costruiti in quel periodo, grazie
anche alla presenza di nuove maestranze specializzate richiamate dall’apertura
delle miniere, rivelano il nuovo benessere economico. Sono case di tipo
campidanese (a corte) con affaccio sulla strada o costruite sul fondo del lotto,
quasi tutte in pietra di granito faccia-a-vista, con fregi e parapetti in ferro battuto,
oppure case contadine di un certo pregio sia estetico che dei materiali utilizzati,
con murature con fondazione in pietra e fango per un'altezza variabile tra 80 cm e
un intero piano e muratura di sopraelevazione in ladiri, completamente intonacate
a calce.
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Veduta su Monte Narba
La struttura antica dell’urbano si esprime, attualmente, in uno stretto
rapporto tra spazi pubblici (vie e piazze) e spazi privati le “corti”, queste
attraverso ampi portoni, determinano un affascinante gioco di trasparenze e
visuali, che costituisce un indubbio valore storico-architettonico dell’impianto
originario.
L’impianto urbano conserva ancora le vecchie linee e le forme tipiche della
passata tradizione edilizia rurale, caratterizzati da ampi cortili interni, accessibili
tramite grandi portali in legno con arcata in pietra, su cui si affacciano l’edificio
principale e le varie strutture d’appoggio alle residenze e alle attività lavorative
che svolgevano gli occupanti.
In questo contesto si colloca il presente Piano Particolareggiato, avente
come principale obbiettivo quello del risanamento urbanistico edilizio, senza
tuttavia escludere la possibilità del rinnovamento compatibile sia con i caratteri
morfologici dell’abitato e sia con le funzioni in esso previste.
La valutazione del patrimonio edilizio esistente, estrapolata da un’attenta
analisi storica del costruito, ha consentito di proporre il presente Piano
Particolareggiato orientato alla valorizzazione dinamica, dove conservazione e
rinnovamento partecipano al rilancio urbanistico, edilizio, ambientale e funzionale
del Centro Matrice.
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48
2639
383735
34
4936
52
57
7776
58 59 60
878 71
72
73
74
113112
75x
116115
114111
110980
836
109
105
106
108
186185
184181
180238
182
107
177
179178
875
176
175
236237
281
888 88
9 2852
284
283 286
331
330
329
153155
156157
1637163
165167
158160
162169
170168
231
270 271272
273
173
172171
232
275274
337
63
336389
89
233
235
886234
278
277
276
340
339338
394392
393
391
425424423
476475
562 563
390
608 609
610
611
96 564565
527526
530 531
566
614
613
612
649
650
567
615
616
854
617
569
532
533
534537 538
850x
539
478
x477427
428 429430
395
396341
342
345
344347
346
343348
279349350
351
280
352
400
401
39939839
7
433
432
431 434 435436
437
402
354
282
404
440441
439
479
540
480
481
541
572571570
623622621
620619618
653652651
693
858
690691
692903
726
729728
730
694
654
695
655
697
656 657
631626627
628629
900
754 859x 755
775776
756
865771
772770
769
789791
793794
907
773
877 788790
906 795
778
757
904811
731732
733 734
698696
658 701699
700736
735
758
759
780
781 782
861760
860
737 738
704
703
482
543
542
573544
652633 634
574
545546
483
483484
547
636635661
660
662663
783784
785786
761 762
797
817
818
159
796
140127
129833832
761
752
902901685638
637
630625
624
600
873
596560
529
528
849
524
831
1
443
641
914
659
535
174
187188
119
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79
118
117
250
190
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Piazza del Municipio
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Via Lamarmora
Foglio 34
Foglio 35
Foglio 26
Foglio 30
815
816
721
154
787
334
335
333
388
385
328
383
332
385
384
386
899 876
Planimetria catastale attuale – foglio 28 e 29con la perimetrazione del centro matrice suddiviso in 4 settori
12 di 35
La comparazione tra gli estratti catastali storici e quello attuale mostra
come il centro abitato di San Vito si sia espanso dagli anni ’40 ad oggi
privilegiano l’asse viario principale, la Via Nazionale, verso il Fiume Uri.
Inoltre dalle aerofotogrammetrie attuali si può notare come in effetti il
centro urbano abbia avuto una notevole espansione urbana, nonostante lo
spopolamento dovuto fondamentalmente all’abbandono del centro storico.
Foto aerea 2008.
13 di 35
4. LIMITI DEL CENTRO MATRICE – SISTEMA VINCOLISTICOIl comune di San Vito è ricompreso parzialmente nella cartografia tecnica
del Piano Paesaggistico Regionale all’interno dell’ambito 25: Bassa Valle del
Flumendosa. Il centro matrice individuato dalla cartografia e successivamente
ridelimitato con delibera di Consiglio Comunale n.12 del 24.04.2009 risulta
alquanto esteso in quanto riguarda una superficie di circa 23 ha.
Perimetrazione del Centro Matrice secondo il PPR.
14 di 35
Perimetrazione del Centro Matrice a seguito della delibera di C.C. 12 del 24.04.2009
La situazione urbanistica del Centro Matrice è alquanto complessa in
quanto al suo interno sussistono 3 diverse zone omogenee: La zona “A”
suddivisa in “zona chiesa” e “centro antico”, la zona “B” e la zona “B*” con
norme attuative e metà tra quelle di zona “A” e quelle di zona “B”.
Per questo motivo al suo interno sono stati individuati 4 settori. Il primo
comprendente la zona “B” di Orrea, il secondo settore è costituito dalla vecchia
zona “centro antico”, il terzo è costituito dalla zona “B*” e da parte di zona “B”,
mentre il 4° è la zona chiesa, cioè l’insediamento sorto a corredo della
parrocchia dedicata al santo patrono.
All’interno dei vari settori sono stati definiti i comparti corrispondenti agli
isolati, costituiti dalle Unità Minime di Intervento per ogniuna delle quali è stata
redatta apposita scheda.
15 di 35
4.1. PRESENZA DI AREE TUTELATE PER LEGGE
Il Centro di antica e prima formazione oltre ad essere un vincolo
paesaggistico in se stesso così come definito dal PPR è anche ricompreso
all’interno di altri vincoli quali: la fascia costiera e il Parco Geominerario
ambientale e storico.
Stralcio del PPR – individuazione della fascia costiera
Il centro abitato di San Vito risulta, inoltre, compreso all’interno del
Parco Geominerario ambientale e storico, indicato con la linea tratteggiata
nella mappa sottosante. Tutta l’area circostante al paese inoltre è classificata
come area della organizzazione mineraria e pertanto come tale è tutelata dal
PPR.
▬▬▬▬ Area della organizzazione mineraria▬ ▬ ▬ Parco Geominerario storico ambientale
16 di 35
5. ANALISI DELL'IMPIANTO URBANISTICO EDILIZIO
Il centro abitato di San Vito ha un Centro Matrice nel quale i caratteri
tipologici principali si sono mantenuti quasi completamente intatti in molte parti
grazie allo spopolamento avvenuto negli anni 50 dovuto all’emigrazione per la
ricerca di lavoro.
Il Consiglio Comunale ha, così, individuato un centro matrice che per le
differenti valenze storico-ambientali ed urbanistiche è stato a sua volta suddiviso
in quattro aree.
SETTORE 1 Mq 38.214,02SETTORE 2 Mq 57.158,09SETTORE 3 Mq 73.422,54SETTORE 4 Mq 62.738,64
L’impianto urbano è suddiviso in 23 isolati per una superficie totale di
231.533,29 mq.
17 di 35
Gli edifici non superano, se non in particolari casi, i tre piani di altezza e
solo un numero minimo di questi presenta caratteri architettonici che
richiamano la tradizione costruttiva locale. Questi ultimi, per quanto di un
certo interesse, presentano talvolta interventi di ristrutturazione effettuati nel
tempo con materiali e tecniche edilizie non appartenenti all’architettura storica.
Gli edifici sono principalmente a carattere residenziale ma soprattutto
lungo la Via Nazionale si possono trovare anche attività ricettive e commerciali
al dettaglio e servizi di pubblica utilità.
Il tessuto viario è costituito da una strada principale, la via Nazionale,
lungo la quale si sviluppa il Centro Matrice e dalla quale si diramano le vie
secondarie tra le quali le più importanti nell’intero assetto urbano sono la Via
Lamarmora, la Via Chiesa, la Via Roma, la Via Garibaldi e la Via Spano.
Tutta la viabilità presenta una pavimentazione in bitume o asfalto in
condizioni generali sconnesse. Poiché non sono state circoscritte aree
interamente pedonali tutte le strade del centro matrice sono carrabili, senza
la presenza di marciapiedi o zone pedonali. Nella tavola di seguito è possibile
osservare lo stato della pavimentazione dei vicoli meno trafficati e delle vie
Lamarmora e Chiesa allo stato attuale e nelle successive ipotesi di intervento
relativamente ai finanziamenti del bando CIVIS.
19 di 35
5.1 TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE
La tipologia edilizia storica del Sarrabus, riscontrabile nel centro
abitato di San Vito, è essenzialmente a corte singola antistante o posteriore al
corpo di fabbrica. Tale tipologia è caratterizzata da tutti i principali elementi che
caratterizzano la casa a corte, come: il loggiato, il portale e l’organizzazione
distributiva prevalentemente orizzontale con uno o due livelli in elevazione.
La casa tipica generalmente è orientata a sud, sud-ovest e più
frequentemente a sud-est. Nel cortile interno è frequente trovare il pozzo
ed il loggiato il cui profilo è definito da archi a tre centri realizzati con
elementi in laterizio intonacato. Sulla strada pubblica si affaccia il portale in
legno che garantisce l’accesso al cortile e le cui caratteristiche sono spesso di
notevole pregio. Tali portali caratterizzano notevolmente il centro matrice di
San Vito, sono molto numerosi e di notevole pregio costituendo un particolare
predominante sul tessuto urbano.
Il tessuto edilizio di San Vito presenta un’organizzazione urbanistica poco
strutturata e di difficile lettura nella quale i lotti e gli edifici variano
notevolmente per forma e dimensione. Inoltre la parcellizzazione di
moltissimi lotti dovuta a processi di successione ereditaria ha portato ad
un’ulteriore complessità della maglia urbana ed alla notevole prossimità
dei portali sul fronte stradale.
20 di 35
L’attuale edificato storico presenta caratteristiche comuni anche
relativamente all’utilizzo dei materiali da costruzione. La muratura portante
è in pietra e in mattoni in terra cruda intonacata; i solai intermedi sono
orditi con travi di legno così come i solai di copertura, generalmente a
doppia falda e rifiniti con coppi sardi.
Lo stato di conservazione delle strutture portanti è in generale
buono, mentre si presentano in condizioni peggiori gli infissi, gli elementi
decorativi e le rifiniture.
Per una valutazione più approfondita della tipologia edilizia si rimanda alle
schede di rilevamento delle unità edilizie, dove sono riportate oltre alla
planimetria anche il rilievo fotografico, gli abachi, la scheda struttura ed uso
materiali.
6. FINALITA' DEL PIANOObiettivo strategico del Piano è quello di preservare gli elementi di
riconoscibilità tipologica all’interno del Centro Matrice, attraverso
l’individuazione e valorizzazione delle caratteristiche peculiari nell’impianto
urbanistico ed edilizio sia con azioni dirette e sia attraverso il rinnovo
edilizio ed urbanistico. Infatti quest’ultime iniziative non solo non devono
ritenersi pregiudizievoli in riferimento ai caratteri storici, ma anzi dovranno
valorizzare le tracce del passato coniugandosi con le esigenze abitative e di
servizi. A fronte di tali valutazioni e dall’analisi e della distribuzione morfo-
tipologica dell’abitato e dall’obiettivo strategico del Piano Particolareggiato in
questione è stato possibile definire la densità edilizia urbanistica.
Dallo studio tipologico e della distribuzione morfologica dell’abitato è
scaturita l’individuazione e l’analisi dei singoli edifici di interesse storico,
mettendo in rilievo tutti gli elementi di pregio che devono essere
conservati e valorizzati, nonché i corpi aggiunti e le integrazioni
volumetriche incoerenti che alterano la riconoscibilità della tipologia.
In questo senso si colloca anche la definizione degli interventi ammessi,
orientati principalmente a preservare e migliorare i caratteri architettonici
21 di 35
aventi valore di testimonianza storica ed all’eliminazione delle superfetazioni
incongrue.
Sono invece ammessi interventi di maggiore entità, sia nei singoli
fabbricati che negli spazi di fruizione collettiva, in quelle aree che, pur
situate all’interno del Centro Matrice, presentano di fatto caratteristiche
costruttive e insediative recenti (riqualificazione – ristrutturazione edilizia,
urbanistica e ambientale).
In questo senso, con tali azioni si intende raggiungere i seguenti obiettivi
specifici:
1. Consolidare e potenziare la residenzialità nell’urbano anche
attraverso l’inserimento dei servizi connessi di vicinato e delle dotazioni
tecnologiche performanti la qualità abitativa;
2. Favorire la mobilità ciclo–pedonale;
3. Attribuire ruoli di centralità agli spazi pubblici, anche attraverso il
connubio cultura-commercio naturale;
4. Migliorare l’efficienza amministrativa e garantire la trasparenza delle
procedure.
22 di 35
6.1. IMPOSTAZIONE DEL LAVORO
Nella stesura del Piano ad ogni isolato è stato associato un numero ed è
stato specificato in quale settore ricade.
Successivamente si possono trovare indicati gli edifici storici censiti dal
Comune, per ognuno dei quali è precisato l’isolato di appartenenza associato
ad un numero identificativo dell’edificio.
All'interno del comparto ogni singola unità minima di intervento è definita
con un cartiglio in cui viene indicato il numero della scheda e il tipo di
intervento che è possibile realizzare sulla base di quanto specificato dalle norme
di attuazione.
In ogni scheda di rilevamento delle unità edilizie redatta dal Comune di
San Vito sono richiamati:
il codice identificativo dell’isolato e dell’edificio, l’indirizzo, il numero
civico, il foglio e mappale, lo stralcio aerofotogrammetrico e catastale e di
dati urbanistici. Ciascuna scheda è inoltre corredata da un rilievo fotografico e
da schede riassuntive riguardanti:
- i dati descrittivi dell’edificio: la destinazione d’uso, le condizioni
statiche complessive, il numero di piani, la tipologia delle strutture
verticali, orizzontali, della copertura e delle finiture, il materiale costitutivo.
- Lo la tipologia edilizia di riferimento.
- Le prescrizioni da attuare per conformare l’edificio alle previsioni delle
norme di attuazione;
- Il tipo di intervento che è possibile applicare all’edificio;
– Le eventuali concessioni o autorizzazioni già rilasciate sull’edificio
stesso;
23 di 35
Non è stato possibile individuare e descrivere in modo puntuale ed esaustivo i
materiali da costruzione in quanto quasi tutti gli edifici presentano interventi
stratificati nel tempo per cui in una stessa parete si può trovare ladiri e pietra così
come blocchi di cemento o addirittura cls armato. Per questo nelle norme di
attuazione tra le tavole da presentare si è richiesta una tavola indicante i
materiali da costruzione.
Nelle norme tecniche di attuazione si è poi definito quali azioni di
recupero sono previste con l’obiettivo di preservare gli elementi di
riconoscibilità storica esistenti e ristrutturare quelli compromessi.
Nell’articolato delle norme di attuazione le prescrizioni e le forme di
attuazione sono strutturate con il preciso obiettivo di facilitarne la
consultazione e ridurne l’interpretabilità.
Particolare cura è stata dedicata alla definizione dei profili
regolatori e al registro dei beni identitari a supporto dei futuri interventi
sull'edificato.
24 di 35
I beni Identitari sono stati suddivisi in beni pubblici, privati e civici, di
particolare interesse sono i pozzi civici sparsi per l'intero Centro Matrice
25 di 35
Di estrema utilità risultano le linee guida a supporto della
progettazione degli spazi pubblici, dell’edificato e del colore, che
utilizzando un linguaggio informale consentirà un accesso agevole a tutta la
collettività interessata.
La cartografia tende a mettere in evidenza tutto ciò che attraverso, schede,
linee guida e norme di attuazione non è stato possibile esplicitare in modo
esaustivo.
Di notevole importanza sono le carte indicanti la datazione degli edifici.
Dalle carte sulla datazione degli edifici, prodotte attraverso la sovrapposizione
delle ortofoto e dei catastali storici si può notare come il centro urbano di San
Vito sia sorto in epoca antecedente al 1940, tra il 1940 e il 1967 a causa della
crisi economica del dopoguerra si è perlopiù ristrutturato l'esistente, in alcuni
casi fino a completa saturazione del lotto, mentre si è ricominciato a costruire
dopo il 1970 anche se questa nuova espansione si è registrata maggiormente al di
fuori del Centro Matrice che è stato in gran parte abbandonato.
26 di 35
Dallo studio approfondito dei fattori di mutamento storico-ambientale
dell'edificato storico di San Vito si è arrivati allo studio dei caratteri tipologico-
costruttivi esplicitati nei vari abachi ai quali occorrerà fare riferimento
soprattutto nelle ricostruzioni o costruzioni guidate.
28 di 35
Infine è stata prodotta la carta degli interventi all’interno della quale per
ogni singolo lotto si è inserito il numero della scheda di riferimento e la sigla
dell’intervento permesso, tale carta consentirà all’ufficio edilizia e urbanistica di
consultare velocemente gli allegati di piano e rispondere in modo veloce ed
efficace agli utenti.
29 di 35
7. RILIEVO FOTOGRAFICO
FOTO STORICHE
Foto Via Nazionale in prossimità di Casa Camboni La pavimentazione stradale era in acciotolato
30 di 35
Foto Via Nazionale in prossimità di Casa Camboni La pavimentazione stradale era in massi di granito squadrato
Piazza Sant’Antonio negli anni ‘30
31 di 35
Visuali sul centro storico in alto in lontananza l’edificio sede del MunicipioIn basso in lontananza la Chiesa Parrocchiale di San Vito
Visuali sul centro storico, in lontananza l’edificio sede dell’ex panificio
33 di 35
Indice generale1. FINALITA'.......................................................................................................................................12. STATO ATTUALE DEL BENE PAESAGGISTICO INTERESSATO............................................2
2.1 CONTESTO PAESAGGISTICO DELL’INTERVENTO...........................................2 2.1.1 AREA DELL’INTERVENTO..................................................................................22.1.2 ATMOSFERA: QUALITÀ DELL’ARIA E CARATTERIZZAZIONE METEO CLIMATICA.....................................................................................................................52.1.3. AMBIENTE IDRICO: ACQUE SOTTERRANEE E SUPERFICIALI, AMBIENTI E RISORSE...........................................................................................................................6
3. SVILUPPO DELL'INSEDIAMENTO URBANO..........................................................................74. LIMITI DEL CENTRO MATRICE – SISTEMA VINCOLISTICO..............................................14
4.1. PRESENZA DI AREE TUTELATE PER LEGGE.................................................165. ANALISI DELL'IMPIANTO URBANISTICO EDILIZIO...........................................................17
5.1 TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE.......................................................................206. FINALITA' DEL PIANO...............................................................................................................21
6.1. IMPOSTAZIONE DEL LAVORO...........................................................................237. RILIEVO FOTOGRAFICO...........................................................................................................30
35 di 35