il periodico sulla cultura dell’affitto
RENT il periodico sulla cultura dell’affitto
Solo A
ffitti franchising imm
obiliarequadrim
estrale - 6 euro / in abbonam
ento 3 numeri - 15 euro
numero 04 - aprile 2010 RENT
04il numero della velocitàPiù veloci per produrre di più o più lenti pervivere meglio? Il controtempo della modernità parlachiaro: oggi la lentezza è la nuova velocità. Sarà vero?
Una nuova working class
Network e spazi liquidi, una previsionesul lavoro di domani
Transeuropa Express
Così lontani, così vicini. Fuga in avanti per il sogno europeo con l’Alta Velocità
Il dragone e l’elefante
L’impero del Sol Levante sotto la lente dell’Occidente. Futuro o spauracchio?
Wir fahr’n auf der autobahn
Un viaggio nell’intramontabile mito dell’auto tedesca e altro ancora
il punto
ATTRAzioNE vElocEIl via di un nuovo mercato di Silvia Spronelli,Presidente di Solo Affitti Spa
osservatorio
i diNToRNi dEllA RETENon solo mito la piazza virtuale. Il benvenuto riparte dal World Wide Web lE vAcANzE dEllA lEpREUna specializzazione nella specializzazione, per un franchising che cresce
tempo e denaro
TRAsloco: isTRuzioNi pER l’usoTutti in pista sulla strada nuova. Perché chi cambia bencontento si ritrova pAEsE chE vAi ufficio chE TRoviSe il lavoro accelera lo fanno anche i servizi. E voilà l’ufficio eccolo quauNA NuovA woRkiNg clAssLiberi liberi liberi di lavorare. Evvai con la retorica postdigitale!TEmpi modERNiCambio luogo, cambio casa, cambio tutto. Ma ci pensa il ’relocator’
l’esperto risponde
giRo di vAlzERPer chi arriva e per chi va, tutti i passi di Diritto per una bella coreografia
diritto e rovescio
coNTRATTi vEloci pER NEcEssiTàLe ragioni del giramondo. Leggi e motivazioni a favore della flessibilitàlA disdETTA NEi coNTRATTi Ad uso AbiTATivoDalla parte di tutti, perché la casa è un diritto. Quando e come lasciarla?uNA vETRiNA A TEmpoLocazione commerciale e transitorietà. Il contratto più veloce in assoluto
glossario
uno di noi
gioco di squadra
Illustrazioni di Elena La Rovere
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RENT il periodico sulla cultura dell’affittonumero 04 aprile 2010, illustrazione di Seltz
casa e famiglia
Ieri, oggi, domaniAlt e avanti tutta. Il mercato prende la rincorsa; sarà ancora velocità?
Che ne sarà di noiL’Italia alle soglie del 2050. Un futuro incerto per la società che verrà
citta e futuro
Transeuropa ExpressCosì lontano, così vicino. Fuga in avanti per il sogno europeo ad Alta Velocità
Pronto interventoGiorno e notte se mi chiami ti rispondo. Perchè sono l’angelo della velocità
Nessun dormaLe magie della sanità. Il segretodell’alta specializzazione: mettere al centro la persona
Sapientia et humanitasTutte le ragioni dell’eccellenza
Abitare con lentezzaIn città, ma con sani principi. Perchè il ‘tranquillo’ tira più della fast life
abitare globale
Liberté égalité jet privé Leader globali nel blu, dipinto di blu. Il jet me lo pago e sto’ bene quassù
Il dragone e l’elefanteMezzo buono e mezzo cattivo. Il gigante asiatico sotto la lente dell’Occidente. Sarà futuro o spauracchio?
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portfolio
Il cielo ritrovatoNelle immagini di Michele Roggero, motorista dell’aviazione italiana in quella guerra che fu
publiredazionale
Le radici del futuroAlle radici del costruire. Storia di un’avventura ingegneristica straordinaria
La fabbrica della lucePezzo a pezzo. Italianità, artigianalità e tecnologia al servizio dell’arte
giro d’italia
Fuori stradaFacciamo la scorta delle curiosità
sopravvivenza urbana
Wwwworkers ’Paghetta’ e posto fisso? Vecchia storia, con la rete siamo tutti self made men
SpeedatingMomenti di gloria e libero mercato in batteria
10 regole perUn perfetto appuntamento di lavoro
carosello
VentiquattroreDi viaggo e di stile per il giramondo
videoclub
Punto zeroTutti inseguono Kowalski. Chi lo fermerà?
Check-in channelAugè démodé e passeggeri in poltrona. Al lounge si fa zapping con la tv
Dillo con un… Gira che ti rigira, gli anni son passati e ad internet ci siamo arrivati
global tour
Wir fahr’n auf der autobahn!Un viaggio nell’intramontabile mito dell’auto tedesca, attraverso le sue roboanti declinazioni architettoniche
Galleria FerrariQuanta strada ha fatto questo Cavallino. Da Stoccarda al Museo rosso rubino
Velocità sotto controlloNell’occhio della telecamera. Automobilisti azzardati contro la legalità lifestyle
Alla corte del levrieroPiccolo piccolo e corre come una gazzella. É il ’petit noir’ del mondo canino
Corse caninePronti, partenza: a tutta velocità!
Orgoglio e pregiudizioPer panini d’altri tempi, ci vuole un’idea geniale. Un fast food all’italiana con un nome da no global
fashion story
Gentleman at work Gli affari? Questioni di stile. Ecco come vestono i gentiluomini al lavoro
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TEl [email protected] [email protected] 0547/418101 0547/418101
direttore responsabileSilvia Spronelli
direttore creativo e editorialeCarlotta Petracci
art direction e progetto graficoUndesign
redazione solo affittiFrancesca CantoniLaura MagnaniIsabella TulipanoGiovanna Rossi
redazioneMichele BortolamiTommaso BuzziTommaso DelmastroRoBoDoMassimo TeghilleSara VindrolaCamilla Wasser
contributorsChiara BosioVittorio BelafonteClaudio CasiraghiEdoardo GentileCarlo Andrea MariniDaniela PercocoPetra OrsenigoAngelo SantachiaraDavide Vietti
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direzione e amministrazioneSolo Affitti Spavia Tortona 190 47522 Cesena (FC) t +39 0547 41 81 01 f +39 0547 41 81 [email protected]
stampaStamperia Artistica Nazionalevia Massimo D’Antona, 19 10028 Trofarello (TO)
editoreRentasì srliscritto al Roc tenuto da CO.RE.COM Emilia Romagna al numero 19269
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il periodico sulla cultura dell’affittoRENT
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ento 3 numeri - 15 euro
numero 04 - aprile 2010
A Sausalito, la storica località che fu tra le capitali del Flower Power, si ri-uniscono ogni anno i Futuriani. Un eccentrico ‘manipolo’ di menti super-selezionate, che, diversamente dagli italianissimi futuristi, di appena un secolo fa, si occupa di fare previsioni, ‘disastrose’, sul domani. Le grandi sfi-de del prossimo decennio, dicono gli esimi luminari, in total look hawaiano, partiranno dal capovolgimento di un paradigma consolidato. Da veloci per produrre di più, a lenti per vivere me-glio. Il tutto, a quanto pare, per ‘colpa’ di tre certezze: l’economia al collasso, l’ecologia sofferente, e la pressante quanto incontenibile richiesta del Sud del mondo di entrare a far parte, ca-micie hawaiane escluse, delle gabbie dorate del primo. Nella più ‘rosea’ del-le ipotesi, un punto di non ritorno per la modernità occidentale. Sarà vero? Certamente le retoriche non si rispar-
AffiTTA uNA pREdicAtesto di Carlotta Petracciillustrazione di Elena La Rovere
miano, anche se va detto: la società è cambiata perché il tempo non è più lo stesso. Come accade nei film di fan-tascienza, anche in quelli più naïve: una volta innescata la supervelocità, ci si ritrova inspiegabilmente con un tempo ovattato e lento. Un ritmo ap-parentemente più ‘naturale’, che si al-lontana da quello della macchina, del-la catena di montaggio, della società industriale, di appena un secolo fa, e si avvicina a quello dell’era informati-ca e dell’economia immateriale. Tutto rallenta perché tutto accelera; ma non nella direzione dell’efficienza moder-na. Al contrario, il risparmio di tempo, garantito dalla scienza e dall’evolu-zione tecnologica, dalla possibilità di creare valore senza necessariamente mettere in moto il proprio corpo, ge-nera un surplus da investire in altre attività, dal più alto capitale umano e culturale. La morale di Sausalito allo-
ra ritorna, col suo spirito paradossale. Si corre per raggiungere la tartaruga? La risposta non è certa, ma la previ-sione è plausibile. Ovviamente se, e solo se, nostalgie ‘meccaniche’ a par-te, si penserà alla lentezza come alla nuova velocità.
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editoriale
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Una volta innescata la supervelocità ci si ritrova inspiegabilmente in un tempo ovattato e lento
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AscolTA lA lEpREa cura di Silvia SpronelliPresidente di Solo Affitti Spa
Velocemente conduciamo le nostre vite, indaffarati e appagati. A chi non è mai capitato di gestire più attività, dividersi tra lavoro e famiglia, facendo coincide-re alla perfezione numerosi impegni? È una società, la nostra, lanciata in corsa, dove tutto avviene in maniera sempre più veloce. D’altronde se in fisica la ve-locità è il rapporto tra spazio e tempo, sono proprio queste due grandezze che il progresso è riuscito ad avvicinare. Viaggiare è diventato semplice e im-mediato, come comunicare a distanza e condividere le proprie esperienze con il resto del mondo. Quello che per i futu-risti era il mito della velocità che aveva
Viviamo in una società lanciata in corsa, dove ogni giorno tutto è più veloce. Viaggiare è diventato semplice e immediato, come comunicare a distanza e condividere le proprie esperienze con il resto del mondo
hEARThE hAREATTRAzioNE vElocE
rivoluzionato i mezzi di comunicazione, introdotto il sistema di produzione con catene di montaggio e stravolto la vec-chia cultura, oggi non ha più nulla di fu-turistico, è parte della realtà. Un modo di vivere e pensare al futuro che spinge a immaginare un’evoluzione sempre più sorprendente. Alla velocità, uno dei va-lori principali della nostra rete, e al suo inesausto moto di cambiamento dedi-chiamo quindi questo nuovo numero di Rent. La velocità che con quel suo brivi-do di azzardo su di me ha avuto un par-ticolare ascendente. Non a caso credo di aver scelto la specializzazione nel setto-re più veloce del mercato immobiliare:
Per l’immobiliare la locazione è velocità
il punto
le locazioni, dove ci si trova di fronte ad esigenze da soddisfare con massima ra-pidità, ad inquilini che cambiano spes-so, ad un modo di concepire l’abitare propriamente dinamico, come il ritmo con cui viviamo il nostro tempo.
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franchising immobiliare
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Nuovamente World Wide. Solo Affitti dà a tutti il benvenuto sul nuovo sito
Solo Affitti incontra il business degli affitti turistici
Secondo il Report dell’Osservatorio Nazionale del Turismo il 2009 è stato l’anno del protagonismo dell’acco-glienza privata. Complice la situazione economica mondiale, i flussi turistici nazionali e internazionali hanno visto nella casa, invece che nell’hotelerie, un mercato in espansione. Le stime della Banca d’Italia hanno evidenziato
i diNToRNi dEllA RETE
Le rivoluzioni oggi si sa partono dal web. Le idee più evolute in fatto di consumi e stili di vita corrono sulle autostrade dell’informazione. Quelle più avanzate sul mercato della locazione si trovano ora sul nuovo soloaffitti.it. Non più un semplice sito, ma un portale, un vero e proprio mondo da esplorare, a più livelli, seguendo il principio di navigazione del-le ‘mappe mentali’ (per favorire la ricer-ca anche al cybernauta meno esperto), la ricerca a campi liberi e quella in stile Google Map. Un portale in cui architet-tura e grafica moderne, funzionali ed accattivanti, fanno del colore un efficace metodo di suddivisione e orientamento tra le quattro macro-aree dedicate agli inquilini, ai proprietari, al recruiting e alle vacanze. Qui sarà possibile prenotare in tempo reale un appartamento, con un metodo di accettazione molto vicino a quello alberghiero, e commentare la pro-pria esperienza, lasciando giudizi quali-tativi sul lavoro delle agenzie Solo Affitti.
lE vAcANzEdEllA lEpRE
osservatorio
Le rivoluzioni oggi partono dal web.Le idee più evolute corrono sulle autostradedell’informazione. Quelle sul mondo della locazione sul nuovo soloaffitti.it
un differenziale piuttosto alto rispetto al 2008: 75.000.000 di pernottamen-ti internazionali in alloggi in affitto e 94.000.000 in seconde case. Analoghe sono state le stime di Unioncamere, che con la sua indagine sugli stili di vita della popolazione italiana ha registrato 285.000.000 di presenze domestiche in abitazioni private, di cui 89.000.000 in alloggi in affitto. Questo trend, solo in apparenza congiunturale, sta alla base di una nuova specializzazione del franchising. Col lancio del mar-chio Solo Affitti Vacanze il 2010 sarà l’anno in cui la rete raccoglierà la sfi-da del mercato turistico. A fianco alle tradizionali formule di accoglienza i manager e gli agenti Solo Affitti pro-porranno servizi tagliati su misura per proprietari e inquilini, traendo forza dall’esperienza maturata nel compar-to della locazione e da una rete diffusa su tutto il territorio nazionale e in ra-pida espansione europea.
La specializzazione nella locazione è ora al servizio della vacanza
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soloAffiTTiSognare di traslocare significa: desiderio di rinnovamento. Può configurasi come una sorta di
morte-rinascita, o come l’allestimento di un rito di passaggio attraverso cui accedere ad una nuova fase della vita o ad una realtà priva di paure.
in sogno
franchising immobiliare
Cambiare vita, città, magari solo una casa: il cambiamento è sempre un momento difficile da affrontare ed il mondo sembra dividersi in due: quelli che sono sempre pronti a cambiare, a mettere tutto in di-scussione, istintivi, rapidi nelle scelte, ve-loci nell’adattarsi al nuovo e quelli restii ad ogni piccola modifica, che lasciano che il tempo scorra, abitudinari ed affezionati anche agli oggetti. Amici che vivrebbero per sempre con i genitori o in uno sco-modo monolocale al quarto piano senza ascensore pur di non affrontare un tra-sloco e colleghi con gli scatoloni sempre pronti, che passano da un impiego all’al-tro, di città in città, sempre con nuove motivazioni e grande entusiasmo. Certa-mente per ognuno di noi, quando abbia-mo dovuto affrontare un trasloco, si sono ripetute paure comuni: come selezionare il necessario dal superfluo che automa-ticamente si accumula nelle nostre abi-tazioni; o catalogare gli oggetti in modo da non far finire nello scantinato quelli più utili e preziosi. Ma, al di là degli innu-merevoli decaloghi e must organizzativi, qual è il costo reale di un trasloco? Il vero prezzo da pagare alla mobilità? Tra fai da te e ‘mai più senza’ si dividono le scelte del perfetto trasfertista, o suo malgrado, di ogni buon risparmiatore…
TRAsloco: isTRuzioNi pER l’uso
Chi lascia la strada vecchia per la nuova, malcontento si ritrova. Detti popolari a parte; e se fosse solo una questione di organizzazione? Allora tornano utiliun po’ di numeri su questo ‘mal’ comune
QuANTo cosTAuN TRAsloco?
furgone grande con operatorecosto orario
occupazione suolo pubblicocosto variabile
smontaggio e rimontaggio mobilicosto orario a persona
smontaggio e ri-montaggio cucinasenza allacciamenti
trasporto di un pianofortecosto aggiuntivo
cartone medio 40x30x30 cmcosto unitario
cartone medioper abiticon portagrucce
fino 100 km di distanzacosto spostamento
da 100 a 400 km di distanzacosto spostamento
da 400 a 800 km di distanzacosto spostamento
Affrontare un trasloco significa prima di tutto fare delle scelte economiche. Per le abitazioni spesso si preferisce la soluzione fai da te, mentre per le attività, imprescindibile, è l’aiuto degli esperti. Per orientarsi meglio ecco sopra, un breve tariffario, per non dover ripetere: te l’avevamo detto.
Di fronte al cambiamento il mondo si divide in due: quelli sempre pronti e gli abitudinari
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Codifica inglese che sta per just in time. Fa riferimento a una politica di gestione delle scorte tesa a migliorare il processo
produttivo, mediante ottimizzazione delle fasi a monte. Oggi è anche sinonimo di organizzazione flessibile e tempestività di servizio.
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tempo e denaro
pAEsE chE vAi ufficio chE TRovi
ufficio A TEmpo:A cosA sERvE E QuANTo cosTA
L’incremento di mobilità, anche per le imprese, apre le porte a un nuovo modo di intendere l’ufficio. Il tempo di perma-nenza negli spazi si fraziona. Talvolta si manifestano necessità di sedi non dura-ture, o di basi per incontri che coinvolgo-no persone, professionisti, che vivono e lavorano in diverse parti del mondo. Per assolvere a tali necessità, meeting, spe-ed date, anche l’ufficio è diventato just in time. All’occorrenza vengono messe a disposizione sale arredate, moderne e ipertecnologiche in cui passare da
una riunione a un brunch, a un brindisi se l’affare è stato concluso. Stessa sce-nografia, sceneggiature diverse, ma un solo unico servizio. Sempre più prezioso e a portata di mano. In gergo si chiama-no temporary office, e sono gli uffici del ventunesimo secolo. Un’idea nata e svi-luppatasi prima di tutto negli Stati Uniti con tutto il suo corollario di facilities ag-giuntive: dall’affitto della sala riunione, alla gestione della domiciliazione posta-le e legale, al segretariato virtuale, all’at-tivazione dei numeri verdi necessari, per
prodotto
mailbox plussegreteria telefonicaufficio virtualeufficio virtuale plus
installazionespesa unica
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3 mesitariffa mensile
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Possono essere utili per: iniziare una nuova attività; aprire nuove filiali o attivare progetti speciali; organizzare corsi, riunioni e convegni; disporre di personale qualificato e tecnologie avanzate fuori sede;
tabella costi di un temporary office
Tutto è diventato virtuale. Ma l’ufficio c’è ancora? Certamente sì, ma su richiesta. La leggerezza è padrona, la mobilità non ha limiti, gli spazi si materializzano se servono. Il resto è transazione. Quando il lavoro accelera, lo fanno anche i servizi. Il risultato? Nascono nuovi mercati, veloci, più veloci, di un tocco di bacchetta magica
esternalizzare attività interne; abbattere costi di gestione; dedicarsi al proprio lavoro abbattendo i costi di ricerca e allestimento di un ufficio permanente; adeguare gli spazi allo sviluppo degli affari.
poi continuare con: traduttori, hostess, esperti di consulenza amministrativa e contabile, e agguerriti organizzatori di eventi. Oggi anche in Europa, sono numerose le società che hanno svilup-pato questo mercato. L’ufficio virtuale è sicuramente un comodo banco di prova per le attività agli esordi tanto quanto per gli incontri internazionali. Del resto in un mondo di viaggiatori questi veri e propri business center sono sempre più assimilabili agli hotel. Il top del servizio per il tempo necessario.
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soloAffiTTi
UNA NUOVAwOrkiNg CLASS
tempo e denaro
La working class si è fatta liquida. Esiste un luogo al mondo, anzi più di uno, dove i creativi si sono uniti in nome del networking. L’idea ri-calca il mood della comune, ma con uno spirito produttivo tutto rosso, da cooperativa. In aggiunta un po’ di retorica postdigitale. Il concetto è
semplice: esistono professionisti che sono come ‘cani sciolti’ sempre più abituati a viaggiare, a condividere in-formazioni in rete, a lavorare da casa, nei caffè, nelle biblioteche. Un tempo li chiamavano freelance, ma la paro-la è desueta. Perché oggi sono tanti, perché l’esternalizzazione delle ri-sorse è un passo necessario. Cosa ac-cade però, quando tutti questi lavo-ratori, per la stragrande maggioranza creativi, decidono di unire le proprie forze? Nascono sinergie e nuovi modi di pensare allo spazio di lavoro. L’uf-ficio, la fabbrica, prendono la forma di un salotto, o forse più propriamen-te di uno spazio polifunzionale, in cui si affittano postazioni e si condivido-no luoghi comuni. A Betahaus a Ber-lino, artisti, grafici, programmatori e indipendenti di ogni tipo hanno la
Network e spazi liquidi, una previsione sul lavoro di domani
Se il lavoro è diventato flessibile la certezza è una sola: lo deve essere anche la vita. Ma occorre dare alle persone la possibilità di voltare pagina velocemente e senza il peso dello sradicamento
I grandi imperi si costruiscono sulla mobilità. E di muovere persone oggi ce n’è bisogno. Il lavoro è diventato motivo di cambiamenti culturali, e per rendere efficiente la propensione alla flessibi-lità, sono nati servizi specifici in grado di organizzare e trapiantare la vita delle persone. Come dire: da un giorno all’al-tro al mattino non c’è più la stessa vista ma neppure tutte le preoccupazioni e gli affanni di una relocation. Dalle società multinazionali, alle compagnie petroli-fere, alle società di investimento immo-biliare, alle case automobilistiche, ai go-verni, sono molte le realtà che si affidano alle compagnie di relocation, per gestire il passaggio dei propri funzionari da un contesto all’altro. Si tratta di un feno-meno che ha portato allo sviluppo di un mercato di servizi customizzabili e rapi-dissimi. Le risorse umane sono accom-
TEmpi modERNi
pagnate in ogni step del loro trasferi-mento: pratiche assicurative, assistenza legale, consulenza fiscale, servizi turisti-ci, burocratici o relativi all’immigrazio-ne sono assolti da professionisti ester-ni. L’accoglienza inizia dall’aeroporto; l’organizzazione della prima giornata, la ricerca della casa, l’acquisto di un’auto, i permessi sono compresi nel pacchetto. For an all inclusive life.
I grandi imperi si sono sempre costruiti sulla mobilità
possibilità di affittare una scrivania e usufruire di tutta l’attrezzatura da ufficio a sole 12 euro al giorno. Com-prese le zone relax, le sale riunioni, un ragioniere e un commercialista, e così via. Chi si ferma più a lungo di un giorno, invece può beneficiare di tariffe ridotte e di un armadietto per gli effetti personali. E la rete si esten-de: Betahaus ha già in previsione di aprire altre succursali in varie città europee. Potrebbe diventare un fran-chising, un giorno? Forse sì, forse no. Fatto sta che l’innovazione passa da un cambiamento di mentalità e an-che del mercato; e il coworking unen-do libertà individuale e collegialità si adegua molto bene alla nascita di sempre nuove professioni. Del resto, lo sappiamo proprio tutti cos’è il vi-sual sensemaking?
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franchising immobiliareingresso giornaliero abbonamento settimanale
abbonamento mensile mensile 24 ore/7 giorni
tariffe betahaus
12 euro49 euro
129 euro179 euro
GIRO DI VALZER
ANgElA È dal 15 dicembre 1998 che af-fitto un locale che utilizzo come scuo-la di danza e sono al secondo rinnovo contrattuale. Qualche mese fa però ho ricevuto dai proprietari una racco-mandata con disdetta, senza nessuna motivazione esplicita. Se non la vo-lontà di non riaffittare. Avendo trovato alquanto strana questa formula, vorrei delucidazioni sulla validità o meno di questa raccomandata. In caso si trat-tasse di un loro errore, posso esercitare il diritto di tacito rinnovo per altri sei anni o ricevere un indennizzo per l’av-viamento commerciale? soloAffiTTi Cara Angela, in realtà ciò che trovi strano non lo è affatto. In questo caso infatti la disdetta va ritenuta le-gittima, perchè al termine del secondo periodo di rinnovo del contratto non è necessario specificare la motivazione. L’articolo 28 della legge 392/78 dispo-ne che “per le locazioni di immobili nei quali siano esercitate le attività indicate nei commi primo e secondo dell’articolo 27, il contratto si rinnova tacitamente di 6 anni in 6 anni, e per quelle di immo-bili adibiti ad attività alberghiere, di 9 anni in 9 anni; tale rinnovazione non ha luogo se sopravviene disdetta da comu-nicarsi all’altra parte, a mezzo di lettera raccomandata, rispettivamente almeno dodici o diciotto mesi prima della sca-denza. Alla prima scadenza contrattua-
le, rispettivamente di sei o di nove anni, il locatore può esercitare la facoltà di diniego della rinnovazione soltanto per i motivi di cui all’articolo 29 con le mo-dalità e i termini ivi previsti”. L’indennità di avviamento commerciale – pari a 18 mensilità dell’ultimo canone corrisposto – spetta solo se l’attività del conduttore comporta contatti diretti con il pubblico di utenti e consumatori a norma degli ar-ticoli 34 e 35 della legge 392/78.
Il tempo per un ballo, è ciò che c’è di più vicino ad una vita in affitto. Un alternarsi di storie, che non sono per sempre, ma che hanno un loro galateo. Entrare e lasciare un luogo ha le sue regole, proprio come un giro di valzer. E per essere dei buoni partner bisogna conoscerle e rispettarle, a tutto vantaggio di una bella coreografia
l’esperto risponde
fAbRizio Sono al secondo anno di un con-tratto di locazione agevolata, per la legge un 3 + 2. Vivo in un alloggio incantevo-le. Ben servito dai mezzi, in pieno centro storico, all’ultimo piano di un palazzo si-gnorile. Certamente mi spiacerebbe mol-to lasciarlo, ma il proprietario ha manife-stato l’esigenza di riaverlo indietro. Forse per il figlio o la moglie. Non mi ha dato troppi dettagli. Per questo vorrei capire se è nelle sue facoltà la disdetta al primo rinnovo. Nel qual caso dovrei metter-mi immediatamente a cercare un’altra sistemazione. Quanto tempo mi è dato per liberare l’alloggio, e se decido di non liberarlo, alla seconda scadenza segue il rinnovo di diritto? In definiva, esiste una normativa di riferimento in alternativa alla 431/98 che mi pare di aver sondato in ogni suo punto?soloAffiTTi Caro Fabrizio, sfortunatamente il tuo proprietario non sbaglia. Alla prima scadenza contrattuale di anni tre, infat-ti, il locatore può avvalersi della facoltà di diniego del rinnovo del contratto, dandone comunicazione al conduttore con un preav-viso di almeno sei mesi, per i motivi previsti dall’articolo 3 della legge 431 del 1998, tra i quali figura quello di destinare l’immobile ad abitazione principale di un proprio figlio. Alla successiva scadenza di anni due, il contratto scade senza necessità di giustifi-cato motivo, ma è sempre opportuno inviare tempestivamente la lettera di disdetta.
‘L’esperto di Solo Affitti’ risponde a tutte le tue domande su contratti di locazione, adempimenti fiscali e aspetti giuridici.Scrivici a: [email protected]
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Quando scegliere l’affitto non è solo una faccenda di Diritto. La transitorietà è la tendenza e senza dubbio la ragione più diffusa
Spesso la durata dei contratti di locazio-ne è la condizione intorno a cui ruota la trattativa fra le parti ed è altrettanto spesso un deterrente, per entrambe. Da un lato il proprietario, che desidera met-tere a reddito il proprio investimento, può non trovare allettante la prospettiva di vedere il proprio immobile occupa-to per anni, anche in caso di necessità. Dall’altro gli inquilini di frequente scel-gono l’affitto come alternativa all’acqui-sto, proprio per non sentirsi vincolati e potere scegliere liberamente dove e per quanto tempo abitare. Molti vanno in affitto per un’esigenza di tipo transitorio, in attesa di una sistemazione più stabile o per questioni di mobilità lavorativa a breve termine. Statisticamente la durata media dei contratti di locazione è di circa due anni, a testimonianza di un’esigenza di transitorietà particolarmente diffusa.La legge 431/98 che ha riformato la nor-mativa sulle locazioni abitative contem-
pla una specifica forma contrattuale: il contratto transitorio, che prevede una durata da 1 a 18 mesi. Un’alternativa o forse un escamotage al classico 4 + 4. Nell’intenzione della legge, questa for-mula contrattuale va utilizzata solo per soddisfare reali esigenze di transitorie-tà sia del locatore che del conduttore. Il locatore, ad esempio, potrebbe ave-re necessità di concedere in locazio-ne il proprio immobile per un perio-do transitorio se, al termine di quel periodo, la casa fosse destinata ad abi-tazione propria o del figlio, oppure do-vesse essere ristrutturata o venduta. Se l’esigenza di transitorietà è motivata dal proprietario, questi è tenuto a darne spiegazione nel contratto. E in prossi-mità della sua scadenza (di solito al-meno un mese prima) dovrà inviare al conduttore una lettera raccomandata a riconferma di quanto sottoscritto e il conduttore sarà tenuto a lasciare la casa come pattuito. Se, invece, l’esigenza del locatore, nel frattempo, si è esaurita, o il locatore si fosse dimenticato di invia-re la raccomandata di conferma prima della scadenza, il contratto verrebbe au-tomaticamente ricondotto alla durata di quello libero, di 4 anni più 4 di rinnovo automatico. Quando invece l’esigenza di transitorietà è giustificata dal condutto-re, il quale, potrebbe avere necessità di abitare l’immobile per un breve periodo per via di un temporaneo trasferimento lavorativo, di lavori di ristrutturazione in corso nella proprietà, o di un acquisto non ancora compiuto, occorre certificare le motivazioni nel contratto di locazione. Come il locatore anche il conduttore è tenuto a dare conferma della propria esigenza inviando prima della scaden-za un’apposita lettera raccomandata. In mancanza della quale, il contratto si considera terminato alla data indicata.
province italiane con maggior numero di comuni ad alta densità abitativa [fonte: Gazzetta Ufficiale n. 40 del 18 febbraio 2004]
duRATA Va da un minimo di 1 ad un massimo di 18 mesi, a seconda di quanto liberamente stabilito dalle parti. Non è possibile prevederne il rinnovo, che costituirebbe un chiaro riconoscimento del venire meno dell’esigenza di transitorietà che ha giustificato la sua stipula.cANoNE Il contratto transitorio fa parte dei contratti tipo per i quali il canone di locazione è concordato, cioè determinato in base ai criteri e ai valori fissati dagli appositi accordi territoriali. Nel caso di immobili situati nelle undici aree metropolitane, nei comuni confinanti, nei comuni capoluogo di provincia ed in quelli identificati come “comuni ad alta densità abitativa”. Rispetto al canone concordato utilizzato per i contratti 3 + 2 o a studenti universitari, però, è possibile applicare una maggiorazione del 20%. In tutti gli altri comuni il contratto transitorio può essere stipulato a canone libero.
1roma 45 comuni
napoli 42 comuni
salerno 26 comuni
caserta 22 comuni
messina 21 comuni
bari 20 comuni
catania 17 comuni
foggia 16 comuni
milano 59 comunitorino 18 comuni
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È l’articolo della legge 392/78. Dispone che il contratto si rinnovi tacitamente di 6 anni in 6 anni per gli immobili ad uso abitativo e di 9 anni
in 9 anni per quelli rivolti ad attività alberghiere o all’esercizio di attività teatrali. Tale rinnovazione non ha luogo se sopravviene disdetta.
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La transitorietà della locazione commerciale, tra shopping, mostre e manifestazioniinternazionali
uNA vETRiNA A TEmpo
Mostre, manifestazioni fieristiche, fe-stività locali, avvenimenti ecceziona-li, outlet temporanei. Per ciascuna di queste attività sorge spesso la neces-sità di affittare un immobile commer-ciale a tempo determinato. Con quale contratto? Secondo l’art.27 comma 5 della legge 392/78 è nella facoltà delle parti determinare la durata del contratto di locazione qualora questo ultimo abbia una durata inferiore ai sei anni delle locazioni non abitative; ossia “qualora l’attività esercitata o da esercitare nell’immobile abbia, per sua natura, carattere transitorio”. La tran-sitorietà della locazione commerciale
fa infatti riferimento alla natura stessa dell’attività professionale o commer-ciale, e non riguarda semplicemente la fase di avviamento. Secondo mol-teplici sentenze della Suprema Corte di Cassazione, l’onere di provare il ca-rattere transitorio dell’attività spetta al locatore, sebbene ai sensi dell’art.79 della legge 392/78, a pena di nullità della previsione e di riconduzione del contratto al più classico 6 + 6, le parti devono dichiarare espressamente nel contratto sia la sua natura transito-ria, sia le ragioni che la determinano. Volendo fare un esempio: per un’espo-sizione temporanea d’arte la necessi-
diritto e rovescio
È la legge che ha riformato la normativa sulle locazioni abitative, contempla una specifica forma contrattuale: il contratto transitorio, che prevede una durata da 1
a 18 mesi. Un’alternativa al classico 4 + 4. Nell’intenzione della legge, questa formu-la contrattuale va utilizzata solo per sod-disfare reali esigenze di transitorietà sia del locatore che del conduttore.
tà della locazione di un negozio avrà una durata pari al tempo stesso della mostra, fosse anche di un solo mese, previa precisazione del tipo di attività che vi verrà svolta.
Quale contratto per un immobile commerciale a tempo?
431/98
LA DISDETTA NEI CONTRATTI AD USO ABITATIVO
Le modalità con cui un locatore può dare disdetta da un contratto dipen-dono da alcune variabili. Lo stesso vale per la possibilità di ripristinare il contratto o ottenere nuovamen-te l’affitto dell’immobile. Alla prima scadenza contrattuale il locatore può avvalersi della facoltà di diniego del rinnovo del contratto, dandone co-municazione al conduttore con un preavviso di almeno sei mesi. Per le seguenti motivazioni: necessità di destinare l’immobile ad uso abitativo, commerciale, artigianale o professio-nale proprio, del coniuge, di genitori, figli o parenti entro il secondo grado; nel caso in cui il conduttore abbia la piena disponibilità di un alloggio li-bero e idoneo nello stesso comune o non occupi continuativamente l’im-mobile; quando l’immobile sia com-
preso in un edificio gravemente dan-neggiato, da ricostruire o ristrutturare e la permanenza del conduttore sia di ostacolo al compimento dei lavori; se il locatore intende vendere l’immobi-le a terzi e non ha a disposizione altri immobili fatta eccezione della pro-pria abitazione; oppure nel caso in cui si tratti di una persona giuridica, società o ente pubblico o con finalità pubbliche, sociali, mutualistiche, co-operative, assistenziali, culturali o di culto, che intenda destinare l’immo-bile all’esercizio delle attività dirette a perseguire le medesime finalità ed offra al conduttore un immobile so-stitutivo. Diversamente il conduttore, qualora ricorrano gravi motivi, può recedere in qualsiasi momento dal contratto dando comunicazione con sei mesi di anticipo.
Proprietario e inquilino: intervista doppia. Tutti i perchè in una sola volta, per scoprire le ragioni del rinnovo di un contratto
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40A Milano attualmente ci sono circa 40 spazi destinati a negozi temporanei, sia al chiuso che all’aperto. Il costo va da un minimo di 12 mila euro a settimana a un massimo di 24 mila
TRAsfERTisTASi definisce così colui che cambia luo-go di residenza, in funzione del lavo-ro, per un tempo provvisorio. La figu-ra del trasfertista non va però confusa con quella del lavoratore “in trasfer-ta”. Mentre infatti il lavoratore inviato in trasferta presta la sua attività sol-tanto temporaneamente in un luogo diverso da quello contrattualmente stabilito, il trasfertista si impegna a prestare la sua attività in luoghi sem-pre diversi (Cass. 28 gennaio 1987, n. 818). La differenza è apprezzabile, ol-tre che sul piano della conformazione della attività lavorativa, anche sotto il profilo del trattamento fiscale e con-tributivo. Secondo la giurisprudenza le somme corrisposte al trasfertista, contrariamente ai rimborsi corrispo-sti in caso di trasferta, hanno una na-tura retributiva, ossia sono dirette a ricompensarlo oltre che delle spese sostenute, anche dei disagi determi-nati dalla particolare condizione la-vorativa itinerante.
TEmpoRARy officESi tratta di una particolare formula di uffici a tempo, – nata come soluzione prima negli Stati Uniti, dove le esigen-ze di mobilità sono più elevate – gesti-ti da società che, oltre agli spazi arre-dati e cablati, mettono a disposizione tutta una serie di facilities aggiuntive dall’affitto della sala riunioni, alla ge-stione della domiciliazione postale e legale, al segretariato virtuale, all’atti-vazione dei numeri verdi, a: traduttori, hostess, esperti di consulenza ammi-nistrativa e contabile, organizzatori di eventi. Gli uffici temporanei possono essere utili per svariate motivazio-ni: iniziare una nuova attività; aprire nuove filiali o attivare progetti specia-li; organizzare corsi, riunioni e conve-gni; disporre di personale qualificato e tecnologie avanzate fuori sede; ester-nalizzare attività interne; abbattere costi di gestione; dedicarsi al proprio lavoro abbattendo i costi di ricerca e allestimento di un ufficio permanente; adeguare gli spazi allo sviluppo degli affari; curare trattative riservate lon-tano dalla sede abituale.
glossario
AccoRdi TERRiToRiAliIn conformità alle finalità indicate all’art. 2, comma 3, della legge del 9 dicembre 1998, n.431, stabiliscono fasce di oscilla-zione territoriali del canone di locazione all’interno delle quali, secondo le caratte-ristiche dell’edificio e dell’unità immobi-liare, è concordato il canone per i singoli contratti. Per durate contrattuali superio-ri a quella minima fissata (3 + 2), possono stabilire inoltre misure di aumento dei valori delle suddette fasce per aree omo-genee e particolari forme di garanzia.
coNTRATTo TRANsiToRioRientra tra i contratti tipo e secondo la legge 431/98, con cui sono state rifor-mate tutte le locazioni abitative, si tratta di una formula che va utilizzata solo per soddisfare reali esigenze di transitorie-tà sia del locatore che del conduttore. Il contratto transitorio, che prevede una durata da 1 a 18 mesi e per il quale il ca-none di locazione è concordato e deter-minato in base ai criteri e ai valori fissati dagli accordi territoriali (sebbene rispetto agli altri contratti tipo: 3 + 2 e a studen-ti universitari, presenti la possibilità di applicare una maggiorazione del 20%), non prevede rinnovo alla sua scadenza. Visto che, quest’ultimo, costituirebbe un chiaro riconoscimento del venire meno dell’esigenza che ha giustificato la sua stipula. Quando l’esigenza di transito-rietà è motivata dal proprietario, questi è tenuto a darne spiegazione nel contratto. Analogamente quando è giustificata dal conduttore, il quale potrebbe avere ne-cessità di abitare l’immobile per un breve periodo, occorre certificare le motivazio-ni sempre nel contratto di locazione.
cowoRkiNgÈ una modalità di telelavoro che sta emergendo recentemente. Si tratta di una forma di ritrovo sociale di lavora-tori che, sebbene continuino a lavorare in maniera indipendente, condividono alcuni valori comuni e sono interessa-ti alle sinergie che possono nascere tra professionisti che lavorano nello stesso luogo fisico. Il coworking è simile agli in-
cubatori d’impresa e alle cooperative, specie per la loro attenzione al concetto di comunità. Molti di questi spazi sono nati dall’iniziativa di liberi professionisti del Web: soliti viaggiare molto, lavorare da bar e caffè o dalle loro case.
disdETTALa risoluzione di un contratto può es-sere un’esigenza ricorrente. Le modalità con cui un locatore può dare disdetta dipendono però da alcune variabili. Alla prima scadenza contrattuale questi può avvalersi della facoltà di diniego del rin-novo, dandone comunicazione almeno sei mesi prima, per le seguenti motiva-zioni: necessità di destinare l’immobile ad uso proprio o di parenti entro il se-condo grado; in caso di ricostruzione o ristrutturazione; di vendita, senza la disponibilità di altri immobili eccetto l’abitazione; o nel caso di una persona giuridica, ente pubblico o con finalità sociali, mutualistiche, cooperative, as-sistenziali, etc., che intenda usufruirne offrendone al conduttore uno sostituti-vo. Il conduttore, per gravi motivi, può recedere invece in ogni momento dando comunicazione sei mesi in anticipo.
dENsiTà AbiTATivAÈ la misura del numero di persone che abitano in una determinata area, e in un senso più esteso non si riferisce solo agli esseri umani. Normalmente viene misurata in “abitanti per chilometro quadrato”. Il suo valore si ottiene me-diante la suddivisione del numero di abitanti di un determinato territorio per la superficie del territorio stesso (espressa in km²).
RElocATioN Per rendere efficiente la propensione alla flessibilità, sono nati servizi speci-fici in grado di organizzare e trapiantare la vita delle persone. Le compagnie di relocation si occupano della gestione dell’intero processo.
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Villaggio OlimpicoPrima dei giochi il sogno di una nuova città
“Progettare una nuova parte di città, articolata e varia”, questo il principio guida dell’architetto Benedetto Camerana, e del suo
grado di ospitare 2600 persone. Collegato all’area commerciale del Lingotto da un arco e una passerella pedonale, dopo il 2006 è stato riconvertito in complesso residenziale, con case di civile abitazione e foresterie universitarie.
intervento nella zona adiacente ai Mercati Generali di Torino, magna opera del ’34 di Umberto Cuzzi. Nato per ospitare atleti e giornalisti durante i Giochi invernali il Villaggio Olimpico si sviluppa in un’area di 100.000 metri quadrati, con edifici in
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Sono i mesi necessari per concludere le transazioni. Il mercato della locazione, di uffici e negozi, testimonia di una condizione di progressivo rallentamento,
riconducibile alle performance del mercato immobiliare nel suo insieme. Nell’ultimo decennio il tempo per concludere una trattativa di affitto, per quanto dilatato, non raggiunge i tempi della compravendita.
cinque
casa e famiglia
Ieri,oggi, domani
Il mercato di domani, non potrà esistere senza il rallentamento di oggi. Per capire, fermiamoci a guardare
testo di Daniela Percoco Direttore Nomisma Real Estatefoto di Sara Vindrola
Fra i numerosi indicatori che fornisco-no il polso del mercato immobiliare risulta particolarmente utile prende-re in considerazione la tempistica con cui si concludono le trattative. Non solo, quindi, i volumi dei contratti che vengono siglati e che forniscono una precisa indicazione quantitativa dello spessore e della liquidità del mercato. E non solo il livello dei valori a cui i contratti vengono stipulati, per identi-ficare se un mercato risulta più o meno apprezzato dalla domanda. La valu-tazione di questi due aspetti non può prescindere da una terza dimensione, ovvero quella delle tempistiche in cui prezzi e quantità si vengono ad incro-ciare. La velocità con cui le transazioni si perfezionano, in quello immobiliare, come in altri mercati, ci rende una indi-
cazione precisa della dinamicità con cui domanda ed offerta trovano il proprio punto di incontro e quindi ci dicono se un mercato si muove con meccanismi ben ’oliati’ o piuttosto ‘farraginosi’. Se dai termini più generali ci riferiamo al
La rapidità con cui domanda e offerta si incrociano è determinante
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Veloci eravamo e veloci torneremo. La vitalità del mercato immobiliare è appesa a un filo: la voglia di ricominciare
caso specifico del mercato delle loca-zioni in Italia, salta subito all’occhio che nell’ultimo decennio il tempo per locare un immobile nelle grandi aree urbane si è significativamente amplia-to, indipendentemente dal settore spe-cifico considerato. Un fenomeno che può trovare la sua giustificazione nel fatto che il mercato dell’acquisto è sta-to più attraente di quello delle locazio-ni in un periodo di tassi bassi e mutui poco costosi. Nell’ultimo decennio si è assistito ad un cambiamento interno al mercato stesso: la nuova legge del 1998 che ha riformato le locazioni abitative, l’aumento dell’offerta, conseguente al numero sempre maggiore di proprie-tari che hanno deciso di investire nel mattone per avere un rendimento ga-rantito e non soggetto agli sbalzi delle borse e l’espansione di una domanda caratterizzata da un nuovo target di in-quilini – per lo più giovani, trasfertisti, single – hanno fatto slittare il tempo necessario per locare un’abitazione da circa un mese e mezzo di inizio decen-nio ai canonici tre mesi di fine 2009. Per gli uffici ed i negozi, dai 3 mesi del 2001 agli oltre 5 di oggi. Il rallentamento che sta interessando negli ultimi due anni il mercato immobiliare nel complesso costituisce la base su cui si è andata ad innestare la recente situazione econo-
mica, generando un ulteriore rallenta-mento delle attività economiche stesse. Infatti, se per affittare una casa è ne-cessario un tempo inferiore rispetto a quanto non serva per gli immobili che ospitano attività economiche (uffici e negozi), possiamo dire che si è interrot-to il trend di rallentamento del mercato alla fine dell’anno passato, traendo un certo beneficio dal più forte ed evidente impasse subito sul fronte del mercato delle compravendite. Ove, peraltro, le tempistiche non sembrano ridursi e so-prattutto sono molto più lunghi i tempi necessari per concludere la transazione con una media di 6,2 mesi (ma con real-tà in cui si superano i 7 mesi come Bolo-gna, Bari e Mestre) ed elevato lo sconto applicato per riuscire ad incontrare le esigenze di venditori ed acquirenti. La percentuale di sconto si aggira in media intorno al 13,2%. Con un ampio grado di variabilità tra le periferie, dove si appli-cano sconti maggiori, rispetto alle loca-lizzazioni più pregiate. Volendo vedere invece la situazione da un punto di vista territoriale, in Italia, i mercati dell’affitto più veloci sembrano essere Roma e Fi-renze, con Genova al seguito. Abbastan-za veloci quelli di alcune località del Sud come: Cagliari, Catania e Palermo; men-tre più lenti rispetto alla media italiana risultano quelli di Bari e Bologna.
Roma e Firenze nell’affitto sono i mercati più veloci, nonostante il rallentamento generale
Il Villaggio Olimpico: un grande progetto di rilancio con le sue difficoltà. Troppo spazio per persone che non ci sono
La ripresa del mercato dell’affitto è dovuta in parte anche al cambiamento del profilo degli inquilini. Giovani, trasfertisti e single hanno un comportamento diverso, rispetto a chi sceglieva la locazione, un cinquantennio e un trentennio fa, per questioni di reddito
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È la media percentuale dello sconto applicato ai prezzi di vendita nelle aree metropolitane. Una conseguenza dell’indebolimento della domanda
seguito alla crisi del mercato immobiliare. Il suo andamento è variabile, in particolare nelle periferie, dove si applicano sconti superiori rispetto alle localizzazioni di pregio.
13,2%
casa e famiglia
abitazioni7,57,0 6,2 5,0 6,4 6,0 5,5 6,1 6,9 5,2 5,8 6,0 6,4 7,4
6,2
uffici9,0 8,9 8,5 6,0 7,0 8,6 7,1 7,6 8,7 7,2 6,7 7,8 7,3 8,8
7,8
negozi9,3 7,6 7,4 6,0 7,4 7,1 6,5 6,3 6,8 6,3 6,5 7,2 5,8 8,8
7,1
4,8 3,5 3,2 3,7 2,6 2,5 3,2 3,7 3,2 2,7 2,7 2,5 3,6 2,0
3,1
6,2 6,0 5,2 4,8 4,3 5,1 5,2 5,2 6,1 5,2 4,0 5,5 5,2 6,2
5,3
6,5 6,0 4,9 4,4 4,4 5,0 4,7 5,3 5,8 4,4 4,2 5,5 4,3 5,7
5,1
cittàbari bologna cagliari catania firenze genova milano napoli padova palermo roma torino venezia città venezia mestre
media 13 aree
II semestre 2009 tempi medi di vendita e locazione (in mesi) [fonte: Nomisma]
abitazioni uffici negozi
media 13 grandi aree urbane tempi medi di vendita (in mesi) [fonte: Nomisma]
abitazioni uffici negozi
media 13 grandi aree urbane tempi medi di locazione (in mesi) [fonte: Nomisma]
LA PAROLA AL MERCATO
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L’allungamento dei tempi di trattativa influenza le performance del mercato. La velocità con cui domanda e offerta s’incrociano è un indicatore fondamentale per comprendere le ragioni dell’attuale abbassamento dei prezzi delle transazioni. Tassi più bassi e tempi di trattativa più lunghi sono sintomatici di difficoltà che interessano le attività commerciali e le condizioni di vita
Il processo di inurbamento moderno ha invertito il segno. Dal decennio ’80-’90 il trend di spostamento dai centri urbani ai comuni limitrofi si
è progressivamente ampliato. Le ragioni sono riconducibili al minor costo e alle migliori condizioni di vita, oltra a una rinnovata propensione al pendolarismo.
deurbanizzazione
2 3
regioni meno sviluppateregioni più sviluppate(valori assoluti espressi in miliardi)
Che ne sarà di noi
Italia 2050: le sfide della società che verrà
testo di Giovanna Rossifoto di Sara Vindrola
C’era un tempo in cui, zaino in spalla, i ragazzini degli anni ’80, visitavano le capitali europee (Londra, Amsterdam, Parigi) e vedevano un mondo lonta-nissimo dalle loro cittadine italiane, un mondo fatto di culture diverse, cibi e profumi sconosciuti. Quei ragazzi-ni sono poi tornati a casa, crescendo hanno messo su famiglia, e un giorno uscendo di casa hanno alzato gli occhi per ritrovare qui quel mondo che sem-brava impossibile. Affascinante e im-possibile. Viviamo tutti concentrati sulle nostre vite, corriamo tra un impegno e l’altro senza attenzione apparente a ciò che ci gira intorno, finché un episodio casuale, un volto incontrato per strada, diventano specchio del mondo in cui si intrecciano le nostre vite. Un mon-do che sta cambiando, che corre verso nuovi destini, ancor più di noi. La socie-
tà evolve il proprio profilo, l’economia sposta le sue direttrici, la popolazione è sempre più multietnica e vecchia. Le dinamiche demografiche cui stiamo as-sistendo in questi ultimi decenni sono importanti quanto inevitabili e chiama-no i sistemi politici, economici e sociali ad un adeguamento. Stare di fronte a cambiamenti di tale portata, l’aumento
esponenziale della popolazione immi-grata e il numero sempre crescente di anziani, richiede una grande capacità di adattamento da parte delle strutture socio-economiche ma anche dell’opi-nione pubblica, che tutti i giorni si tro-va coinvolta in questa trasformazione. L’indice di vecchiaia (che misura quanti anziani ci sono ogni 100 giovanissimi) è più che quadruplicato nel cinquan-tennio 1951-2001 passando da 31,4% a 131,4%, ed è più che raddoppiato l’in-dice di dipendenza anziani (che misura quanti anziani ci sono ogni 100 persone comprese nella fascia produttiva 20-64 anni) passando da 12,5% a 27,5%. L’Istat stima che nel 2050 gli anziani saranno addirittura il 33% della popolazione totale. Queste trasformazioni hanno portato in qualche modo a spostare la soglia della vecchiaia e a parlare di ‘gio-
Rocco Emiliano Fava, 27 anni, street artist. Scegliere di vivere della propria arte e passione porta a dover accettare dei compromessi. “Nonostante si lavori dieci ore al giorno, un affitto in centro è ancora troppo caro”
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1750 1800 1900 1950 2000 2050 21001850
L’indice di vecchiaia dagli anni cinquanta è quadruplicato
crescita della popolazione mondiale
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casa e famiglia
Marco Cimberle, 28 anni, street artist da dieci, considera i flussi migratori delle possibilità di arricchimento culturale.Anche se: “Tutto questo da solo non è sufficiente: la società è ancora troppo lenta e restia ai cambiamenti”
Navissano Luigi e Mosso Lina,rispettivamente 89 e 84 anni.La loro casa, adagiata tra le colline,non l’hanno mai abbandonata, e assieme ad essa, hanno assistito al boom edilizio: “Dagli anni ’80 ad oggi, l’urbanizzazione ha portato notevoli miglioramenti nella vita quotidiana”
NongiovaniProgetti e opportunità per la nuova ’terza età’
Il volontariato è uno di quei settori in cui gli aged trovano ampio spazio di attività. Le competenze di medici, infermieri, tecnici impegnati per una vita nei loro settori, diventano una risorsa preziosa nei contesti di bisogno. Basti pensare all’Auser (www.auser.it), che da vent’anni opera a favore dell’inserimento attivo dei pensionati in ambito sociale e organizza per loro numerose attività di intrattenimento e aiuto. L’associazione N:EA (Napoli: Europa Africa) ha addirittura sviluppato un progetto di solidarietà in Costa d’Avorio e Mali denominato ‘Semi d’argento’, che coinvolge esclusivamente ultracinquantenni. I dettagli del progetto ’vietato’ a chi ha meno di cinquant’anni al sito www.neaculture.it.
L’indipendenza economica delle nuove generazioni è un’utopia? La costante crescita dei centri urbani porterà ad un sovradimensionamento delle città? Questi e altri sono gli interrogativisu cui riflette la società contemporanea
vani vecchi’ (la ben nota terza età) dai 65 ai 74 anni e di ‘grandi vecchi’ (quarta età) per le persone over 75. Sul fronte della popolazione straniera, nonostan-te le Nazioni Unite nel World Population Policies 2005 collochino l’Italia solo all’undicesimo posto nella classifica delle nazioni con più immigrati (con il 7,5% di popolazione immigrata rispetto alla popolazione nazionale) e le attribu-iscono il 2,4% della popolazione immi-grata mondiale, non possiamo che con-statare che è in atto una metamorfosi epocale, che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Questi scenari parlano chiaro, raccontano di un mondo nuovo a cui prima di tutto le istituzioni e poi il contesto economico devono adeguarsi. Con lo spirito di chi nel cambiamen-to vede opportunità di crescita e non problemi da risolvere. Gli anziani e gli
stranieri possono e devono essere una ricchezza per ogni Stato pronto ad af-frontare la sfida della complessità. Una ricchezza per la scuola, come primo e più significativo contesto sociale mul-tietnico in cui il cittadino si trova a vi-vere. Una ricchezza per la società che acquisisce abitudini, colori e libertà. Una ricchezza per il mercato che vede nuovi segmenti di consumatori da af-frontare. La complessità sta nell’appa-rente diversità di questi gruppi rispetto a quelli classici, diversi in quanto nuovi, ma proprio per questo non impossibili da definire nel tempo. Conoscere è si-curamente un primo passo per impara-re a gestire gli interlocutori del futuro, comprenderne le esigenze, scoprirne le richieste ed essere pronti anche a sfrut-tarne le opportunità. Ma c’è una parola d’ordine indispensabile: velocità.
età della popolazione italianaconfronto 2005 - 2050
valori espressi in punti percentuali2005 2050
maschi
femmine
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100+95-9990-9485-8980-8475-7970-7465-6960-6455-5950-5445-4940-4435-3930-3425-2920-2415-1910-14
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54%13,3%11,1%9,1%7,2%4,8%0,5%
2000asiaeuropa e unione sovieticaafrica sub-saharianaamerica latinamedio oriente e nord africanord americaoceania
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Transeuropa Express
Ricucire il sogno europeo grazie al mito della velocità? Eccome, il viaggio è appena cominciato
testo di Davide Viettiillustrazioni di Elena La Rovere
Ancora una volta l’idea di base è quella della rete, o meglio del network. In questo caso a spostarsi ad alta velocità non sono informazioni, voci, o immagini sotto for-ma di bit, ma merci e persone in carne ed ossa. Il mezzo non è nuovo, e corre in Europa, ed in particolare in Italia, almeno dal 1839, con trend di evoluzione conti-nua. Il mezzo scelto per la nuova rete è il treno. L’idea alla base è il Trans European Network che nasce in seno alla Comunità Europea a metà degli anni novanta indi-viduando la necessità di una rete di tra-sporti veloci, intesi in senso lato, diffusa e coordinata nella realtà continentale in fase di definizione. Negli anni, partendo dal lavoro del cosiddetto ‘gruppo Chri-stophensen’, si definiscono una serie di ‘progetti transeuropei prioritari’. Il nu-mero di questi cresce progressivamente per giungere nel 2004 a 30. Nei progetti rientrano autostrade, porti, aeroporti, si-stemi satellitari e una serie di assi ferro-
viari. Obiettivo di questi ultimi è ‘cucire’ il territorio europeo seguendo direttrici preferenziali come la Berlino-Messina o la Lione-Budapest. Il tessuto europeo sul quale il futuro sistema di connessio-ni ferroviarie veloci e ad alta capacità si innesta è ben strutturato. Il capostipite è il modello TGV francese (Train à Grande Vitesse), basato su linee “dedicate” a treni veloci passeggeri, che nel 1981 inaugura la connessione fra Parigi e Lione. Sullo stesso modello si sviluppa la realtà spa-gnola dell’AVE (Alta Velocidad Española). Diversa strada viene scelta dai tedeschi che potenziano le loro linee tradizionali implementando il sistema ICE (Inter City Express). Gli svizzeri nel 1998, attraverso un referendum nazionale, votano il fi-nanziamento al sistema di trasporto mi-sto veloce merci-passeggeri. In Europa, ad oggi, 11 paesi hanno già sviluppato, in modi differenti, sistemi ferroviari ad alta velocità. Dal 2003 è in corso sulla
Futuro moderno, ad alta velocità. Si concretizza il progetto di una rete europea di trasporti per lo spostamento di merci e di persone
L’idea di base è quella della rete, anche se in questo caso a spostarsi ad alta velocità non sono informazioni, voci o immagini sotto forma di bit, ma merci e persone in carne ed ossa
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in esercizio
rete italiana AV/AC (linee veloci fino 250 km/h) [fonte: Ferrovie dell Stato, 2009]
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Sono i paesi con linee ad alta velocità: Belgio, Cina, Corea, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Turchia Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svizzera.
È il numero complessivo di passeggeri trasportati dal sistema TGV al 28 novembre 2003. Il secondo miliardo è previsto entro il 2010. La massima
capacità di un convoglio TGV è di 794 passeggeri, pari a circa 7 Boeing 737. Nel 2004 solo sulle tratte nazionali francesi i passeggeri sono stati 85.000.000.
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principali corridoi europei della rete TEN (Trans European Network) [fonte: Ferrovie dell Stato, 2009]
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progetti prioritari della rete TEN progetto prioritario n.1progetti prioritari n.3 e 6progetto prioritario n.24 autostrade del mare sud Europa
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di ‘interoperabilità’ fra le linee nazionali, sta prendendo forma concreta. È nato un nuovo strumento. Nel range di 300-600 km il treno ad alta velocità compete con i voli low-cost giocando soprattutto la carta della connessione centro-centro fra le città collegate e la società sta ini-ziando a ‘sperimentare’ la funzionalità del nuovo ‘utensile’. Nascono concetti come Mi-To in cui i due centri di Mila-no e Torino, separati da 55’ di ETR Frec-ciarossa, sviluppano iniziative cultura-li comuni. L’esempio è seguito anche sull’asse Fi-Bo (Firenze-Bologna) con un capodanno 2010 celebrato in due centri città ’uniti’ da 37’ di treno a 300 km/h. Di esempi ve ne sono altri come il concetto italo-svizzero di Ti-Lo (Ticino-Lombar-dia), più incentrato sui rapporti lavo-
rete europea la progressiva liberalizza-zione del trasporto delle merci. L’Italia si colloca bene nel panorama continentale partendo dall’esperienza maturata con la tecnologia Pendolino che dal 1989 con-netteva Milano e Roma e scegliendo, nel 1998, di sviluppare il sistema TAV-TAC ovvero un sistema misto alta velocità e alta capacità per lo spostamento com-binato di passeggeri e merci con linee dedicate. Nel dicembre 2009, con il com-pletamento della connessione fra Torino e Napoli via Milano, Bologna, Firenze e Roma, la rete italiana ad alta velocità si sviluppa per circa 1000 km. Si attraver-sano 6 regioni, 17 province e 161 comuni nei quali vive il 65% della popolazione nazionale. L’idea comunitaria, attraverso un lavoro di coordinazione ed il concetto
Il capostipite del nuovo tessuto europeo di connessioni ferroviarie ad alta velocità è il modello TGV francese (Train à Grande Vitesse), basato su linee ‘dedicate’ a treni veloci passeggeri, inaugurato nel 1981 con la tratta Parigi-Lione
È nato un nuovo strumento. Nel range di 300-600 km il treno ad alta velocità compete con i voli low-cost giocando la carta della connessione centro-centro
100 km/h 200 km/h 300 km/h 400 km/h 500 km/h 600 km/hTGV POS 574,8 km/h
ETR Frecciarossa 362 km/h Shinkansen Nozomi 261 km/h
Shinkansen serie 500 443 km/h
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i treni più veloci al mondo
1839
1901
1970
1939
1936
le tappe dell’alta velocita’ in italia
Prima linea ferroviaria italiana nel Regno delle Due Sicilie fra Napoli e Portici.
Prime sperimentazioni in Italia per motrici a trazione elettrica sulla linea della Valtellina.
Inizio del progetto della Direttissima fra Firenze e Roma completata poi nel 1992.
Primo tentativo di connessione veloce fra Firenze e Milano con una media di 165 km/h.
Nascita del primo elettrotreno italiano a corrente continua: ETR200.
citta e futuro
rativi transfrontalieri, ma ugualmente concreto. Le nuove stazioni centrali sono poi immaginate come ‘piazze urbane’ in cui la gente non solo parte e arriva, ma si ferma e vive. La mappa continentale si deforma e le grandi città iniziano ad es-sere assimilabili a quartieri di una metro-poli diffusa e per questo potenzialmente più ricca di esperienze ed opportunità. Si ‘affitta’ un posto e lo spostamento è co-modo, rapido e soprattutto sicuro se si pensa che il rapporto di rischio di inci-dente fra auto e ferrovia è di circa 100 a 1. Il target è mutato e si è passati da un tra-sporto veloce ‘elitario’ ad un concetto più trasversale. Le problematiche tecniche della nuova rete hanno ormai soluzioni consolidate, come insegnano gli esempi svizzero e francese, e le potenzialità sono enormi se si pensa ad esempio che entro il 2010 il solo sistema TGV francese avrà fatto spostare 2 miliardi di passeggeri. L’‘utensile’ è quindi quasi pronto, ma va completato con attenzione e perfeziona-to di continuo, poiché ciò che si sposta non sono solo merci, ma uomini, idee e lavoro e lo si fa attraverso territori con complesse realtà sociali ed ambientali. La frontiera è aperta, il viaggio inizia.
impatto ambientaleg/pkm: grammi emessi/persone trasportate per km di spostamento. gep/UT: grammi equivalenti di petrolio/unità trasportata (persona a km o tonnellata a km). [fonte: elaborazione dati studio IWW/Infras 2004 External cost of transport]
5,5%
5,5%
17%
72%
mediante pipelines
su canali navigabili
su ferrovia
su stradamerci
1%7%9%
83%
su tram e metropolitanesu ferroviesu autopullman
su vetture privatepasseggeri
lisbona
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emissioni specifiche di CO in Europa (g/pkm)
14044118
risparmio (%)
-68
risparmio (%)
-87
consumo specifico di energia (gep/UT)
901235
principali mezzi di trasporto delle merci e dei passeggeri [fonte: European Commission - Directorate - General for energy and transport]
1984
2005
1998
1989
2009
1976
Nascita del progetto del sistema di alta velocità. Creazione della società SIS.TAV Italferr S.p.A.
Entrata in servizio della quasi totalità della tratta Roma-Napoli.
Passaggio dal sistema ad ‘alta velocità’ al sistema ad ’alta capacità’.
Primo collegamento italiano ad ‘alta velocità’ fra Roma e Milano mediante Pendolino.
Entrata in servizio della Torino - Milano, Bologna - Firenze e Torino - Salerno.
È italiano il primo treno veloce ad assetto variabile ribattezzato ‘Pendolino’.
ProntointerventoPrima regola: pianificare prima d’intervenire
Misurarsi con il tempo per soccorrere gli altri: questa è la quotidianità dei professionisti e dei volontari del “pronto intervento”
testo di Chiara Bosio illustrazioni di Elena La Rovere
Cristina Ceccarelli45 anniProtezione Civile
“Noi non siamo come il 118 – racconta Cristina Ceccarelli, volontaria della Protezione Civile – non ci precipitiamo sui luoghi dei disastri appena accaduti, ma arriviamo dopo aver predisposto al meglio tutto ciò che serve a fronteggiare rischi specifici”. Da molto tempo coinvolta nella Protezione Civile, Cristina è stata anche in Abruzzo a portare soccorso ai terremotati. Prevenzione e pianificazione sono le sue parole d’ordine, i valori che trasmette, da Istruttore Tecnico Direttivo del Comune di Cesena, a chi decide, come lei, di dare il suo supporto, intervenendo in situazioni di crisi, portando cibo e conforto a chi resta senza una casa o allertando la popolazione prima di un possibile evento catastrofico.
“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”. Così recitava uno dei protagonisti del cele-berrimo film “Amici miei - atto II”. Già, ma cosa succede quando la velocità d’esecu-zione è ciò che salva la vita delle persone? Quando pochi minuti o, addirittura pochi secondi, sono fondamentali per risolvere una situazione critica? Polizia, Carabinie-ri, Protezione Civile, Croce Rossa, Bianca e Verde, Vigili del Fuoco, professionisti e volontari, lavorano ogni giorno per gli al-tri e lo fanno spesso in situazioni di emer-genza. Ci dicono tutti che la tempestività è fondamentale, ma che la pianificazione e la preparazione lo sono altrettanto: riu-scire a trarre le informazioni giuste da una telefonata concitata, capire quando ser-ve un medico, avere pronti cibo e acqua, sono importanti tanto quanto arrivare tempestivamente sul luogo di un inci-dente, di un terremoto o anche di una lite familiare. Per Cristina Ceccarelli, Istrut-tore Tecnico Direttivo della Protezione
Civile del Comune di Cesena, la velocità d’azione è di un tipo speciale. Volontaria da molti anni, Cristina ci racconta che, per la Protezione Civile, la rapidità è qual-cosa che sta a monte dell’avvenimento e che consiste nella sua prevenzione e nel pianificare una sua efficace risoluzione. Cesena, la città dove vive, è in una zona di possibile rischio idrogeologico e il lavoro di Cristina e dei suoi colleghi consiste nel monitorare costantemente la situazione e informare velocemente la popolazione del rischio che potrebbe correre, in caso di evento catastrofico. Anche dopo anni di attività, Cristina è commossa dal calore con il quale lei e i suoi colleghi vengono accolti dalle persone che soccorrono, come lo scorso anno in Abruzzo, nel-la triste occasione del terremoto. E che dire del cameratismo che si instaura tra i soccorritori? Un’impagabile solidarietà che nasce dal vivere insieme esperienze straordinarie, spesso tragiche, ma capaci di suscitare indissolubili legami.
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Mario Savi41 anniVolontario Vigili del Fuoco
Mario Savi ha 45 anni e da 10 è volontario dei Vigili del Fuoco. Il suo lavoro ha lo stesso valore di quello dei suoi ’colleghi’ ufficiali. Quando il cercapersone suona ha solo 4 minuti per arrivare di corsa alla caserma, indossare la tuta ignifuga e balzare sul mezzo dei pompieri. “Se vedete sfrecciare un’auto a tutta velocità non pensate subito che sia il solito spericolato. Potrebbe essere uno di noi che corre per una chiamata d’emergenza” ci dice con un velo di soddisfazione.
Marco Andreoli32 anni Assistente Balneare
Non solo mare, sole e belle ragazze nella vita di un bagnino professionista. Marco, 32 anni, bagnino da 14, vuole fare un po’ di chiarezza su questa convinzione. “Di solito la gente pensa che noi
Caterina Giordano28 anniVolontaria Croce Verde
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04Ivan Piraccini44 anniPolizia di Stato
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Assessore alle politiche della Sicurezza, della Protezione Civile e della Polizia Municipale, Ivan Piraccini è, prima di tutto da 25 anni, un poliziotto. E il suo bagaglio di competenze viene ora trasmesso, con i corsi di formazione, alle nuove leve. Procedure e codici di comunicazione sono fondamentali per azioni mirate e risolutive, ma molto del lavoro viene svolto, a monte, dalla Centrale Operativa. Chi chiama il 113 è spesso
Corso, test e tirocinio sono i passaggi obbligati per diventare, come Caterina, volontari delle Croce Verde. Quando arriva una chiamata, smistata dal 118, Caterina è sul posto in 15 minuti al massimo, pronta a verificare se l’intervento richieda anche la presenza di un medico e di un infermiere. In quel caso, la sua tempestività è fondamentale per accertare l’entità dei danni, se ci sono feriti e per preparare il
concitato e poco chiaro, ma gli agenti del Centro Operativo sono in grado di rintracciare subito la provenienza della chiamata e “decriptare” immediatamente le informazioni confuse, che arrivano da chi sta telefonando. A quel punto, gli agenti in servizio ricevono tutte le indicazioni per intervenire. Un grande lavoro di squadra, fondamentale per risolvere situazioni critiche, pane quotidiano della Polizia.
materiale necessario a chi interverrà. Durante i suoi turni ci sono notti tranquille, in cui si riesce quasi a dormire e altre in cui si esce in continuazione; ma la cosa più toccante, ci dice, è il rapporto con i malati, quelli che accompagna all’ospedale per la chemioterapia o la dialisi e che riporta a casa subito dopo senza farli attendere, perché sa che chi è sottoposto a prove del genere, dopo non ha nemmeno forza di aspettare.
del salvamento ce ne stiamo sulla spiaggia a prendere il sole, divertirci e metterci in mostra, ma in realtà abbiamo delle responsabilità. Ognuno di noi è preparato per gestire emergenze con qualsiasi tempo, lavorare per il rispetto della tutela ambientale, educare i bagnanti in tema di sicurezza balneare e gestire i rapporti con il 118 e la Capitaneria di Porto”. La rapidità nell’azione è molto importante e Marco è sempre vigile sulla sua torretta, attento a controllare che in acqua tutti si divertano in sicurezza. E ci tiene a sottolineare che, nella sua carriera, grazie alla preparazione ricevuta, ha potuto non solo salvare diverse persone, ma addirittura partecipare a interventi della Protezione Civile.
La Croce Rossa Italiana viene fondata con il nome di Comitato dell’Associazione Italiana per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra a Milano nel 1864
Nel 1991 il Consiglio delle Comunità Europee introduce il 112 quale numero unico di emergenza a livello europeo, per soddisfare nel territorio di qualsiasi Stato
112 membro le esigenze dei numerosi cittadini stranieri presenti per motivi turistici, di lavoro o d’affari, al fine di fornire un efficiente servizio senza le limitazioni derivanti dal problema linguistico.
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citta e futuro
Una struttura pensata e costruita intor-no al paziente: questa è la filosofia di Humanitas, una struttura polispeciali-stica con altissimi standard qualitativi, riconosciuti a livello internazionale. Ci troviamo a Milano, nella zona sud della città, in un complesso che si estende per 60.000 metri quadri, ma dalla geogra-fia razionale e comprensibile. Ci sono l’Ospedale, il Pronto Soccorso, l’Univer-sità, il Centro di Riabilitazione: insom-ma, una città nella città.
Ce l’hanno mostrata due medici che la conoscono bene, perché ne fanno parte da tempo: il dottor Salvatore Aragona, specialista in Chirurgia Generale e Se-nologia e il dottor Antonio Voza, spe-cialista in Pneumologia. Ci spiegano che alla base di Humanitas c’è la “conti-guità dei servizi”, con sale per la terapia intensiva attigue alle sale operatorie, in modo tale che i pazienti in gravi con-dizioni non debbano essere trasporta-ti per centinaia di metri, con i relativi rischi. Si sentono la passione e l’orgo-glio nei nostri protagonisti, mentre ci raccontano che la perfetta organizza-
zione della struttura e dell’organico dipendono da linee di comportamento condivise, che permettono di raggiun-gere tempi record nelle emergenze. Se ognuno sa cosa fare, come comportarsi in ogni situazione e con ogni variabile, allora lì si che si possono salvare delle vite. Lavoro di gruppo, norme condivi-se, organizzazione capillare, percorsi standard da seguire e un leader cari-smatico cui affidarsi, sono alla base dell’azione risolutiva - per chi non ha bisogno di stare a riflettere, ma sa come agire. Solo nel 2009 ci sono stati 52.000 accessi al Pronto Soccorso di Humani-tas: tenendo presente che, ieri, dall’ar-rivo del paziente alla diagnosi ci voleva anche un’ora, e oggi bastano 5 minuti, è molto facile capire quante vite in più si possono salvare. Grazie alla standar-dizzazione del sistema e a un’equipe multidisciplinare sempre pronta. Ma i medici e gli infermieri sono uomini, non macchine, per cui il lavoro motiva-zionale del capo è molto importante. Il leader solleva l’umore (che deve essere alto per mantenere delle prestazioni valide), stabilisce tempi e priorità e, in buona sostanza, sa sempre cosa fare. Tutto ciò non evita i momenti di burn out, cioè quelli in cui il livello di stress è così alto da portare alla perdita di lu-cidità e al sopraggiungere del pessimi-smo, ma può comunque ridurli. Dopo aver lavorato su casi particolarmente difficili e interessanti, i nostri medici e i loro colleghi si riuniscono nelle debrie-fing sessions, delle sessioni di confronto durante le quali ogni caso è analizzato
Nessun dormaSalvare vite con l’azione e la razionalità. Scopriamo un luogo dove tutto questo è possibile
testo di Chiara Bosio
e la sua gestione attentamente valuta-ta: prima di tutto, si evidenzia ciò che di risolutivo è stato fatto e poi ciascuno analizza criticamente il proprio ope-rato, per arrivare a capire se e dove poteva fare meglio. Grazie a questo iter di competenze acquisite, di profes-sionalità spronate a dare il meglio e di organizzazione studiata nei dettagli, la golden hour, quella che prima era l’ora nella quale i pazienti morivano a cau-sa dei problemi del soccorso, adesso è diventata l’ora in cui le vite dei pazienti vengono salvate. E Humanitas diventa sempre più un modello funzionale da seguire, nell’organizzazione e nella fi-losofia, per l’Italia e per l’estero.In emergenza, il
pensiero è azione. Non c’è spazio per altro
Humanitas è il primo Policlinico italiano ad aver ottenuto l’accreditamento di eccellenza rilasciato da Joint Commission International.Foto della pagina: cortesia ufficio stampa Humanitas
Fondata nel 1996, si estende per 80.000 m², di cui 57.000 occupati dall’edificio principale diviso tra piastra diagnosi, terapie intensive, blocchi
humanitas in numeri operatori e degenze. L’EAS, organizzato come un ospedale nell’ospedale, accoglie, oltre 50.000 pazienti l’anno, il 9-10% codici gialli, il 3-4% codici rossi.
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citta e futuro
Emanuele Salvatore AragonaSpecialista in Chirurgia Generale e Senologia
Da molti anni all’interno di Humanitas, ci spiega che la filosofia del Policlinico è la “contiguità dei servizi”, un’organizzazione degli spazi che permette di essere tempestivi nello spostamento dei pazienti, avendo molte più possibilità di intervenire efficacemente. Se l’unità di terapia intensiva è vicina alla sala operatoria, il paziente, che necessita di rianimazione, dovrà percorrere solo pochi metri e non sarà trasportato da un’ala all’altra dell’edificio, con grandedispersione di energia e tempo.
Antonio VozaSpecialista in Pneumologia presso Humanitas
“Spesso al Pronto Soccorsosi rivolgono pazienti conproblematiche risolvibili inambulatorio o dai medici difamiglia. Questo sovraffollamentorende più difficile dedicarsi neimodi e nei tempi adeguati ai casipiù gravi. In Pronto Soccorsosi è sempre in allerta, ognisecondo è prezioso per potersalvare una vita. L’abilità sta nell’affrontare in maniera tempestiva ed efficace tutte le problematiche che si presentano”.
Prima di svolgere una professione, è ne-cessario studiare e fare pratica. Ma Hu-manitas ci mostra un interessante cam-bio di prospettiva: nata come Policlinico ad alta specializzazione, solo in seguito diviene la sede dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Biotecnologie e Scienze Infermieristiche dell’Università di Milano. Come dire, prima la pratica e poi la teoria. Aule, biblioteca multi-mediale, Centro di Ricerca e Centro di Riabilitazione sono all’avanguardia e grazie a questa originale ‘sovversione’ dell’ordine costituito, oggi Humanitas accoglie 400 studenti e 300 ricercatori, tra italiani e stranieri, dimostrando che il cambiamento è spesso la via da perse-guire per i risultati migliori.
Sapientiaet humanitas
Dalla pratica alla teoria. L’inversione di una tendenza consolidata crea un successo da imitare
testo di Chiara Bosio illustrazioni di Elena La Rovere
Sopra: il Centro di Ricerca e Riabilitazione dell’Humanitas, parte del più ampio progetto dell’architetto inglese James Gowan
medici in prima lineaSecondo il sistema Triage, a ciascun
paziente viene attribuito un codicecolore in base all’urgenza. Il rosso indicai casi di estrema urgenza; il giallo quelli
codice colorepotenzialmente molto gravi. Il verde quelli apparentemente non gravi, mentre il bianco indica i casi che possono essere gestiti in sede ambulatoriale.
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Abitarecon lentezza
Lo stile di vita delle cosiddette società evolute occidentali e orientali è accele-rato, talvolta fino al parossismo. Secon-do alcuni è il prezzo da pagare per poter-ci permettere un alto livello economico di vita, per poter progredire nella scala tecnologica. La confusione fra efficienza e frenesia aveva caratterizzato lo svilup-po economico e culturale di tutta la se-conda metà del secolo scorso, dominato dall’idea “più veloci per produrre di più”. Ma così facendo la qualità deve essere considerata valore secondario, elemen-to da limare fin dove si può, ottenendo a volte risultati controversi, sia per i prodotti, sia per le realtà urbane. Ma da poco più di quindici anni si è sviluppa-to in Italia, in Europa e poi nel mondo, un movimento culturale spontaneo che si oppone agli effetti indesiderati della velocità a tutti i costi e del solo produtti-vismo quantitativo. Si tratta di una vera e propria ’controcultura’ che sta crescendo attraverso una rete sempre più vasta di cittadini, associazioni, amministrazioni, cooperative, soggetti economici e pro-duttivi. È in questo contesto che nasce Cittaslow, il movimento internazionale
delle “Città del Buon Vivere”, fondato nel 1999 ispirandosi ai concetti di Slow Food. Il messaggio che portano le Cittaslow è profondamente moderno e dirompente. Le città che ne fanno parte vengono gui-date a guardarsi dentro, operando una ricerca selettiva del proprio passato per riconoscersi, e poter poi pensare ed agi-re nel futuro, in una scala locale e globa-le. Contro gli effetti deleteri di certa (non tutta) globalizzazione, uno dei migliori strumenti a disposizione è la messa in valore dell’identità. Probabilmente solo in questo modo per l’Italia sarà possibile essere concorrenziale sui mercati glo-bali, offrendo autenticità, unicità e tradi-zione. E le Cittaslow tentano di tradurre tutto questo in un progetto di governo della città, a favore dei propri cittadini e degli ospiti, intervenendo nei settori più disparati: dalle politiche energetiche ai trasporti alternativi, dal riciclo dei rifiuti urbani all’educazione al gusto. Il percor-so intrapreso dalle Cittaslow è finalizza-to alla costituzione di un movimento in-ternazionale delle città ‘lente’, capace di raccogliere, confrontare e diffondere le iniziative e le esperienze di centri urba-
Tutti in città, ma con sani principi. Perchè la “dieta del tranquillo” è meglio della fast life
Più veloci per produrre di più o più lenti per vivere bene? Il controtempo della modernità parla chiaro: oggi la lentezza è la nuova velocità
testo di Petra Orsenigoillustrazioni di Seltz
Contro gli effetti deleteri di certa globalizzazione, uno dei migliori strumenti è la messa in valore dell’identità
ni in cui la cultura del vivere bene e della qualità della vita impegna in via priori-taria le amministrazioni, gli operatori e i cittadini. Un nuovo modello centrato non più sulla crescita continuata ma sulla qualità della vita nelle città: l’ambiente, il patrimonio storico, artistico e culturale, la salvaguardia della valorizzazione delle produzioni tipiche, dei servizi, dell’ospi-talità, ma soprattutto le questioni delle identità delle città.
CittaslowIl movimento del buon governo della città
Il Movimento Cittaslow è nato nel 1999 dall’intuizione di Paolo Saturnini, allora Sindaco di Greve in Chianti, fatta propria
dai Sindaci delle città di Bra Francesco Guida, di Orvieto Stefano Cimicchi e di Positano Domenico Marrone, e accolta da Carlo Petrini, Presidente di Slow Food. Il titolo di Città Slow viene concesso a tutti quei comuni con meno di 50.000 abitanti che non
166sono le città italianepresidio slow city
siano capoluogo di provincia e che rispettino le caratteristiche dello statuto e del regolamento di adesione. Tale titolo ha durata di 3 anni e si rinnova a condizione che le amministrazioni mantengano le condizioni primarie di ammissibilità.
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Cittaslow è un nuovo modello centrato non più sulla crescita continuata ma sulla qualità della vita nelle città
Le “Città del Buon Vivere” traducono la filosofia della lentezza e della qualità in un progetto di nuovo governo della città, intervenendo nei settori più disparati: dalle politiche energetiche ai trasporti alternativi, dal riciclo dei rifiuti urbani all’educazione al gusto
Bike sharingEco-trasporti per tutti
Ad oggi è attivo in oltre 60 comuni italiani. Nel 2008 è stato costituito il Club delle città per il Bike Sharing con circa 3.500 biciclette a disposizione della cittadinanza.
Il movimento dello slow travelling, con i suoi attributi di autenticità e benessere, si diffonde sempre più in Europa e anima in modo nuovo il turismo. Nei prossimi
slow travellingcinque anni, è la stima di Euromonitor International, il turismo slow aumenterà di un tasso del 10% sostituendo la formula ’sole e mare’ e quella culturale.
Slow foodBuono, pulito e giusto
Fondata da Carlo Petrini nel 1986, Slow Food è diventata nel 1989 un’associazione internazionale. Nata a Bra, oggi conta 100.000 iscritti, con aderenti in 130 Paesi.
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citta e futuro
Liberté égalité jet privétesto di Angelo Santachiara
Provate a prendere un volo Milano – Roma. Coda al check-in, ritardi, stress. E poi sull’aereo si sta pure stretti. È in momenti come questi che uno si chiede quanto sarebbe disposto a spendere in più per imbarcarsi in 10 minuti, e senza sorbirsi il vicino di posto logorroico che non ci lascia leggere in santa pace il no-stro giornale. Sarebbe fantastico poter prendere un aereo privato e lasciarsi tut-to alle spalle, senza pensieri. Ma quanto costa volare con un jet privato ‘in affitto’? Le tariffe variano a seconda delle distan-ze, delle dimensioni dell’aereo, del cate-ring e anche di eventuali optional come l’utilizzo di elicotteri, yacht, limousine, per ulteriori spostamenti. La tariffa me-dia per i voli on demand è di 3500-4000 euro all’ora per un velivolo di medie
dimensioni. Facciamo un esempio. Da Milano a Parigi con andata e ritorno in giornata un aereo da 6 posti costa circa 7000 euro, da Milano a Londra per otto persone intorno alle 16.000 euro. Tariffe competitive con i voli business class, e risparmi di tempo, che possono evitare pernottamenti. Insomma, roba da ricchi. Eppure l’European Business Aircraft As-sociation ipotizza, entro il 2025, un’inci-denza del settore dell’aviazione privata tra l’11% e il 14% sul totale del volume di fatturato del trasporto aereo passegge-ri. Impressionante. Basti pensare che la Net Jets, la più grande compagnia aerea executive al mondo vanta una flotta di 150 aerei, con 1000 piloti a libro paga. Il mondo degli executive è davvero par-ticolare: in Italia, fatta eccezione per Fi-
Perchè il trasporto veloce è anche di lusso?
Attori globali e aviazione ‘on demand’. Il trend degli spostamenti nei cieli vede in netta diminuzione le flotte di proprietà
Quanto costa un business jetUn numero da capogiro
Il costo è in media di 10 milioni di dollari. La maggior parte dei costruttori di questi aerei ha sede negli Stati Uniti, dove il mercato dell’aviazione è più florido.
Net JetsFlotta e piloti
150 aerei, e un totale di 1000 piloti per la compagnia executive più grande al mondo. Dall’equipaggio minimo a quello di lusso per soddisfare tutte le esigenze.
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cessna citation bravoa 2.570 km v 695 km/h p 7hawker 400 xpa 2.161 km v 830 km/h p 7cessna citation excel xlsa 3.305 km v 741 km/h p 7hawker 750/800 xpa 3.755 km v 804 km/h p 8hawker 4000a 5.150 km v 871 km/h p 8dassault falcon 7x a 10.391 km v 901 km/h p 14gulfstream V/550 a 11.911 km v 904 km/h p 14
I voli executive vengono utilizzati da chi ha necessità di spostamenti rapidi e improvvisi
ninvest ed Eni, che dispongono ciascuna di flotte aeree di proprietà, tutte le altre società che utilizzano voli on demand si appoggiano a compagnie come Sirio, Air Four, Alba Aeroservizi, Eurofly Service che, nella maggior parte dei casi, fanno base a Linate. Executive, che in inglese significa alto dirigente, è la giusta defi-nizione per questo modo di volare. Viste le cifre difficilmente accessibili, infatti, questi voli vengono utilizzati principal-mente da chi occupa una posizione pro-fessionale che lo obbliga a spostamenti rapidissimi e spesso improvvisi. Ma si sa, in questo mondo rapido e globale, il bu-siness spesso va a braccetto con il lusso. Un esempio su tutti la Harrods Aviation, la compagnia aerea del magnate egiziano Mohamed Al Fayed, che dal 1995 forni-sce servizi e facilitazioni principalmen-te per il comparto business, e ha base a London Luton. Proprio la compagnia dei grandi magazzini londinesi è stata la base britannica per il lancio della scar-pa da ginnastica Rebook disegnata dal rapper Jay-Z. Per l’occasione era stato messo a disposizione un aereo con zona lounge stile “teatro” provvista di palco per il lancio. A bordo: Jay-Z con un en-
PasseggeriPer gli aerei più grandi
Trenta/quaranta è il numero massimo di passeggeri di un volo executive a cabina larga, quelli derivati dagli aerei di linea o tipo quelli presidenziali.
cabina di pilotaggio
areaequipaggio
8 poltrone
divanoda 4 posti
toilette stiva
Versione migliorata del G-V SP, il Gulfstream G550 è il business jet con la maggiore autonomia del mondo, è in grado infatti di percorrere 12.501 km.
gulfstream records città Milano - PechinoDubai - Hong KongGeneva - MinneapolisSan Francisco - Seoul
tempo record09 h 21’ 44’’06 h 05’ 48’’08 h 37’ 28’’12 h 34’ 35’’
velocità di crociera864,47 km/h970,96 km/h834,15 km/h724,07 km/h
a autonomia v velocità massima p posti a sedere
principali caratteristiche di una flotta composta da diversi modelli di aerei executive [fonte: NetJets]
tourage di 12 persone e soli 70 giornalisti. Esagerato? Nulla in confronto all’aereo speciale allestito dalla compagnia di Al Fayed per il presidente cinese Hu Jintao: un veivolo con una sala da pranzo dotata di 60 tavoli e posaterie in argento, e una lounge area con musica di sottofondo. Il tutto per un entourage presidenziale di 160 persone. Fantastico, è arrivato il mio turno al check-in. Dopo quaranta minuti di coda la signorina al desk mi chiede di affrettarmi. Probabilmente il mio vicino di posto non vede l’ora di fare amicizia.Buon viaggio.
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abitare globale
Il dragonee l’elefante
Immaginate lo zio Sam in una banca tutta rossa, a scambiare dollari con la faccia di Mao. E poi mettetegli a fianco Bill Gates, seduto su un banco piccolo piccolo a ripetizioni dagli indiani. L’epi-grafe di questo quadretto potrebbe es-sere: voltiamo pagina. Non più di dieci anni fa avremmo liquidato il tutto con una bella risata. Invece no: ora si cam-bia per davvero. Il 2010 ci regala già i ricordi di un balzo epocale. Quando tra il 2005 e il 2006, l’apologia del sorpas-so ha visto i paesi emergenti produrre più della metà della ricchezza mondia-le. Cina e India in testa, con le scarpe e i cervelli. Perdonate lo humor, ma le bat-tute poco si allontanano dalla realtà. In un dilettevole quanto dettagliato saggio, l’Impero di Cindia, Federico Rampini,
spiega come il detto “l’unione fa la for-za” possa diventare, in tempi di offsho-ring e relazioni a lungo raggio, la terza superpotenza del pianeta. La velocità con cui viaggiano i modelli di consumo e di potere d’altra parte meriterebbe una riflessione tutta sua, visto quanto poco tempo hanno impiegato gli asiatici ad imparare quello che noi ci abbiamo messo millenni a costruire. Ma anco-ra una volta, niente romanticismo né meraviglia. Lasciamo spazio ai numeri. Si stima che la popolazione dell’intero pianeta si aggiri intorno ai sei miliardi di persone, ebbene loro sono la metà. Un miliardo e 300 milioni i cinesi, un miliardo e 100 milioni gli indiani. Loro sono Gengis Khan resuscitato dal capi-talismo globale. Trascorsi cinque anni
Mezzo buono e mezzo cattivo. Ecco come appare il gigante asiatico sotto la lente dell’Occidente. Sarà futuro o spauracchio?
testo di Carlotta Petracci
investimenti provenienti dagli Stati Uniti
flusso annuale di investimenti stranieri diretti in Cina, dal 1900 al 2004 (valori calcolati in miliardi di dollari) [fonte: Ministero del Commercio, Repubblica Popolare Cinese]
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nel tondo:il Presidente indiano
Pratibha Patil che siede di fronte ad un
ritratto di Mahatma Gandhi, prima di
incontrare il Primo Ministro Gordon
Brown e la Regina Elisabetta a Londra, lo
scorso ottobre 2009(foto: Leon Neal, AFP,
Getty Images)
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abitare globale
dal sorpasso, non è troppo tardi per parlarne, soprattutto quando la ‘demo-crazia dello yoga’ si porta appresso due dinastie, la Tata e la Mittal, che stringo-no accordi con l’Europa in due settori di primo ordine: le auto e l’acciaio, e quan-do la ‘sartoria del pianeta’ taglia e cuce su misura alle Nazioni Unite l’abito del-la sconfitta. Diventando per uno strano giro monetario (detto espressamente la rivalutazione dello yuan il 21 luglio del 2005 e tutti gli investimenti e i prestiti che ne sono conseguiti), il banchiere de-gli Stati Uniti. E allora che Bill Gates, si vada a riposare nell’Eden di Bangalore, la nuova Silicon Valley del ventunesimo secolo, dove dall’offshoring dei call cen-ter, la popolazione quasi interamente anglofona, si è riscattata con Politecnici e Università che fanno invidia ad Har-vard. Diventata poco più di una secon-da scelta nel processo di slittamento del baricentro dell’industria hi-tech verso la West Coast. Ma niente paura, non sono solo rose in fiore. Il mondo delle auto-strade a otto-dieci corsie di Shanghai e di Pechino è minacciato dallo spettro dei diritti negati delle fabbriche di Can-ton e dintorni, di cui le multinazionali fanno ammenda, nascondendosi dietro all’inestirpabile problema della cor-ruzione e del silenzio stampa. Come il mito dell’American Dream indianizzato di Bollywood si scontra con la povertà ancestrale del continente. Nonostante ciò per ogni contadino che lascia le pro-prie terre e va a lavorare in fabbrica si prospetta un incremento di produttività del 7%, che per Cindia, con 800 milioni di abitanti nelle zone rurali in Cina e 700 in India, significa un balzo in avanti del 700%. Genuflessioni a parte dell’Occi-dente, un vero e proprio saluto!
Sono più di due miliardi. Come dire: Gengis Khan resuscitato dal capitalismo globale
2006: il balzo epocale. I paesi emergenti hanno prodotto più della metà della ricchezza mondiale
CindiaLa superpotenza asiatica da tre miliardi di persone
Il secolo cinese non sarà dominato solo dalla Cina. O almeno così pare, dopo che l’impetuoso sviluppo del vecchio ‘Impero Celeste’ ha funzionato da traino per un altro grande attore politico: il continente indiano. Con Cindia, la superpotenza nata dall’‘unione’ di queste due antiche (e ora ultramoderne) realtà, non si parlerà più semplicemente dell’aggregato che raccoglie le due nazioni più popolose del pianeta, ma di un nuovo centro del mondo, dove forse si deciderà il futuro dell’umanità.
L’impero di CindiaIl best seller che ci ha cambiato la testa
Sono tre miliardi e mezzo.Sono più giovani di noi, lavoranopiù di noi, studiano più di noi.Guadagnano stipendi con uno zeroin meno dei nostri. Hanno arsenalinucleari ed eserciti di poveri.Federico Rampini racconta questoenorme impero nascente e cercadi rispondere a una delle domandechiave del nostro futuro: vinceràla ricetta cinese, quella indiana, oun misto fra le due? E con qualiconseguenze per il resto delmondo? (Federico Rampini, editoda Mondadori, 9,50 €).
L’India è l’’ufficio del mondo’, almeno quanto la Cina è la sua ’fabbrica’, una società che sforna ingegneri anglofoni a decine di migliaia l’anno, affiancata dal colosso cinese che
pensa al cambio di rotta passando dal sistema produttivo quantitativo a quello qualitativo. Come disse Napoleone nel 1816: “Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà.”
cinacina
fabbriche nel mondo
79,7%india
uffici nel mondo
20,3%
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sopra, a lato e sotto:il Presidente cinese Hu Jintao che parla alla cerimonia di benvenuto del leader Fernando Chui, attualmente alla guida della provincia portoghese di Macao, regione a statuto speciale della Repubblica Cinese(foto: Ed Jones, AFP, Getty Images)
Le cifre di un nuovo ecosistema
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Se la compressione spazio-temporale è il criterio con cui si definisce il modello di società attuale, l’aumento della velocità negli spostamenti ne è il diretto effetto fisico. La rapidità degli scambi globali, il fenomeno del pendolarismo e i flus-si migratori trovano oggi sempre più il loro habitat nelle moderne grandi infra-strutture della mobilità. Gli aereoporti, spogliati dalla semplice funzione di luo-ghi di transito, si stanno trasformando in microsistemi di città specializzate per soddisfare tutte le esigenze dei loro utenti. La vasta ed eterogenea moltitudine che li abita temporaneamente ha infatti reso necessario un ripensamento delle loro funzioni e requisiti. Alberghi, shopping mall, aree relax, sale conferenze, piazze, stazioni direttamente all’interno dello scalo, sono solo alcune delle strutture ti-piche delle città di cui anche gli aeroporti si compongono. Non più spazi deputati al solo transito quindi. Oggi le grandi infra-strutture del trasporto veloce sono luoghi a tutti gli effetti (non ce ne voglia il socio-logo Augè), di una nuova società, ispirata e costruita sulla mobilità. Questa tensione verso la velocità, verso nuove scale di va-lori legati all’istantaneità e alla simulta-neità ha orientato e sviluppato anche un nuovo modello di comunicazione diretta e progettata sulle esigenze di questa uten-za evoluta: il cittadino-passeggero. Per rispondere all’accelerata fruizione dell’in-
Check-inchannelAeroporto casa mia, altro che nonluogo. Mentre aspetto mi guardo pure la tv
testo di Michele Bortolami
formazione da parte di questo pubblico transitorio ma con un elevato livello di attenzione e alto potere di aquisto, nuovi format di comunicazione multimediale hanno preso il posto delle tradizionali forme statiche, diventando spunto per la generazione virtuosa di nuovi business (è il caso dell’italiana ICMovingChan-nel). L’attività di questo tipo di new media consiste nel trasmettere, attraverso il net-work digitale dell’outdoor TV (un circuito chiuso di monitor di ultima generazione posizionati nei luoghi di maggiore pas-saggio), un palinsesto costantemente ag-giornato costituito da un mix integrato di contenuti interamente editato e studiato ad hoc per luoghi con grande afflusso di pubblico. In poche parole un vero e pro-prio canale televisivo, di intrattenimento e informazione per il popolo dei viaggia-tori, in onda 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e costruito sul continuo ‘zapping’ tra noti-ziari, advertising, entertainment e servizi per i passeggeri. Stay tuned!
Gli aeroporti non sono solo spazi di transito, ma luoghi
È il neologismo utilizzato dal sociologo francese Marc Augé per definire gli spazi di passaggio della surmodernità: autostrade, aeroporti, stazioni,
The TerminalNel fortunato film del 2004 girato da Steven Spielberg, e basato sulla vera storia del rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasseri, vissuto per quasi dieci anni all’aeroporto
centri commerciali. Luoghi altamente rappresentativi della nostra epoca, ma che non possono essere considerati come antropologici: cioè generatori di storia, relazioni e identità.
parigino Charles de Gaulle, si affronta il tema della ‘città della mobilità’. Possono le infrastrutture dei trasporti diventare, oltre che funzionali, anche familiari?
nonluogo
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pubblicitànews
entertainment24%50%
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contenuti trasmessi
Segnale di fumo
Associati comunemente ai nativi americani, in realtà hanno come antenati i falò dell’antica Grecia e la comunicazione marittima.
Telegrafo elettrico
Inviava messaggi in codice con impulsi di corrente elettrica lungo fili di rame. Fu inventato da Cooke e Wheatstone. Venne superato dal quello di Morse.
Postino
Il primo uso di un servizio organizzato di spedizione si ha in Egitto, dove i Faraoni usavano corrieri per la diffusione dei loro decreti.
Messaggio elettronico
Se ne parla per la prima volta nel 1972, con il sistema di scambio di messaggi di Ray Tomlinson. Ma fu Jon Postel a farla funzionare.
Telegrafo a braccia
Divenne il modo più veloce per spedire messaggi all’inizio del XIX secolo. Impiegava due braccia mobili e uno specchio, che inviava raggi solari.
Fax
Si diffuse nei primi anni settanta in Giappone grazie agli ideogrammi. Dagli anni ottanta del ’900 è diventato patrimonio di tutto il mondo.
Videoconferenza
È considerata il primo spazio di lavoro virtuale. Facendo interagire audio, video e più soggetti ha rivoluzionato anche la didattica.
Lettera
Epistola, notifica, circolare, commerciale, di presentazione, di auguri: centinaia di tipologie per il messaggio più antico della storia.
Telefono cellulare
Dall’invenzione di Meucci del 1871 a quella di Cooper, un secolo dopo, ma la vera fortuna della telefonia è il primo modello Motorola a 0,5 cent.
Satellite
Il 4 ottobre del 1957 l’Urss mise in orbita lo Sputnik, il primo satellite artificiale. Il 3 novembre andò in orbita la cagnetta Laika.
Piccione viaggiatore
Nell’antica Grecia portavano liete novelle e segretissimi messaggi militari.Nel 1700 venivano usati dai giornali per ricevere notizie.
Pony express
Nel 1860 era il sistema di spedizione più veloce negli Stati Uniti. Consegnava lettere in un raggio di 3.164 km in meno di dieci giorni.
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abitare globale
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Dillo con un...illustrazioni di Seltz
Sempre pronti al prossimo viaggio. Tecnologie al seguito o davanti, i moderni rabdomanti dell’informazione hanno avi alquanto motivati
Velocità, stile e marketing: un viaggio nell’intramontabile mito dell’auto tedesca attraverso le sue roboanti declinazioni architettoniche
Wir fahr’n auf der Autobahn!
Esiste un luogo pubblico dove guidare un’auto ad alta velocità è un piacere le-cito: è l’Autobahn, l’autostrada tedesca. Ciò accade grazie all’immensa passione per l’industria motoristica che è stata un pilastro dell’economia tedesca portando la Germania a trainare l’Europa Unita, dopo soli cinquant’anni dalla comple-ta distruzione industriale. Competenza, affidabilità ed eleganza hanno contrad-distinto i principali marchi che si sono imposti sul mercato, attraverso un’orga-nizzazione pragmatica, tipica dello spi-rito teutonico. Le case automobilistiche più note, come Bmw, Mercedes-Benz e Porsche hanno deciso di raccontarsi at-traverso i relativi musei aziendali. Tra le motivazioni ricorrenti: il bisogno di co-
testo e foto di Massimo Teghille
Molte città-fabbrica hanno subìto la loro dedizione verso un’unica industria. Solo in Germania, questo rapporto simbiotico è diventato anche virtuoso rinnovandosi, senza mai dimenticare la tradizione. E l’architettura lo segue ‘a ruota’
municare lo stretto legame tra le inno-vazioni tecnologiche e i valori storici del marchio e la fidelizzazione del cliente. La prima ad intraprendere questa strada fu Bmw che, già nel 1973 a Monaco di Bavie-ra, costruì il proprio museo su progetto di Karl Schwanzer. Il museo, composto di due edifici antitetici dopo l’amplia-mento del 2002, si trova esattamente in posizione baricentrica rispetto al grat-tacielo dirigenziale e al punto vendita di rappresentanza: il Bmw Welt, il concept-store progettato da Coop Himmelb(l)au nel 2001. Una vera e propria esibizione di forza smaccata, paragonabile ad un Suv che sorpassa in corsia preferenziale. Il nostro viaggio in Autobahn prosegue verso Stoccarda, capoluogo del Baden
Un’architettura spettacolare, eppure tutto sembra dire: la Porsche è un’auto tradizionale, abbiatene cura ed invecchierà con voi
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global tour
2009
Nel segmento delle autovetture superiori è ancora la Mercedes Classe E la più venduta in Italia con 1.110 immatricolazioni. [fonte: UNRAE; i dati rappresentano le risultanze dell’archivio nazionale dei veicoli immatricolati al 31/03/2010]
continua il successo
Mercedes-Benz Museum: ascensori al settimo piano
Bmw Museum: Sezione "Serie"
Bmw Welt: spazio vendita
Württenberg, dove il museo Mercedes Benz, ideato e realizzato da UNstudio nel 2001, è il centro di un progetto urbano che ruota intorno all’automobile, alla sua mitologia ed al suo smisurato indot-to. L’identità del marchio e del luogo ne influenzano le forme: una struttura ad elica cromosomica si avviluppa attorno a tre poli, simili alla stella, simbolo della casa. Il connubio tra Stoccarda e Merce-des-Benz è strettissimo: l’azienda ha con-tribuito direttamente al benessere dei cittadini. I successi sportivi hanno gene-rato orgoglio e affezione, come racconta l’immensa parete parabolica che racco-glie i prototipi vincenti, mentre un rom-bo di motore, di tanto in tanto, irrompe in sala. Si scende nell’elica dal settimo piano, attraversando le varie epoche, in un parallelo tra storia dell’auto e storia contemporanea. Visitare il centro Mer-cedes-Benz è come leggere le pagine de I Buddenbrook di Thomas Mann: si entra lentamente nell’intimità di una famiglia austera e orgogliosa, in cui nessun parti-colare viene tralasciato. A Zuffenhausen, sobborgo della stessa città, si trova la sede della Porsche. Prospiciente l’omo-nima piazza, il museo è il centro di un intero quartiere monomarca. Traspare una visione più artigianale rispetto alle altre due case. Gli stabilimenti e le abita-zioni degli operai lo costeggiano; l’effetto è quello della città nella città. L’edificio, progettato nel 2004 dallo studio Delugan Meissl racchiude la storia dell’auto ‘spor-tiva’ tedesca per eccellenza. I modelli cre-ati dalla casa non sono molti rispetto alle concorrenti ma l’evoluzione del modello 911, spiega la filosofia aziendale: dagli
BMW MuseumKarl Schwanzer
L’ architetto viennese Karl Schwanzer ha concepito il Museum Bowl come una “continuazione della strada in uno spazio chiuso”. Sulla base di questa filosofia, ha anche utilizzato strade e percorsi pedonali per strutturare lo spazio di questo nuovo museo ampliato. Questi percorsi collegano i sette padiglioni espositivi l’uno con l’altro.
Mercedes MuseumUNstudio
La struttura del Museo Mercedes-Benz, inaugurato nel maggio 2006, si basa sull’idea di un trifoglio che crea tre ambienti sovrapposti, e al cui centro si trova un vuoto a formare un atrio triangolare.I piani semicircolari ruotano attorno all’atrio centrale dando luogo a piani orizzontali che si alternano tra doppie e singole altezze.
Porsche MuseumDelugan Meissl Associated Architects
Il nuovo edificio appare come un corpo monolitico bianco che, poggiando su soli tre supporti, sembra sospeso nell’aria. All’interno trova spazio un’area espositiva di 5600 metri quadrati, con 80 vetture storiche ed oltre 200 oggetti legati alla storia della società. L’avveniristica struttura porta la firma dell’architetto Roman Delugan.
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BMWMercedesPorsche
variazione %il mercato italiano delle autovetture per marca
Il primo esemplare venne consegnato il 22 dicembre del 1900. Era sostanzialmente un’auto da competizione, ma di lì a poco sarebbe cominciata anche una produzione
mercedes 35 ps
Collezione di autoda gara al MuseoMercedes - Benz.Una spettacolare
carrellata che raccoglie
tutti i modelli e le tappe fondamentalidella storia sportiva
della casa
stessi anni, si era proposta di rivoluzio-nare il sistema abitativo tradizionale in-ventandone uno più pratico, funzionale ed accessibile, in realtà, si è allontanata dalle aspirazioni e dai gusti dell’univer-so piccolo borghese, mancando com-pletamente l’obiettivo del Werkbund: realizzare un “sistema di vita moder-no”. Spesso, gli esempi del Weissenhof sono stati snaturati, facendo del basso costo sinonimo di pessima qualità, so-prattutto di vita. Al contempo, il mondo dell’automobile ha raggiunto traguardi impensati per chi la immaginava come semplice carrozza o diletto per ricchi senza alcun futuro. E quando ha avuto bisogno di architettura per manifestarsi, ha dato luogo ad edifici autoreferenziali e complessi, capitalizzando le esperien-ze tecnologiche e formali del mondo industriale. Che, gli architetti si mettano quindi sull’Autobahn e spingano a fondo sull’acceleratore. Non ci sono limiti: Wir fahr’n auf der Autobahn!
anni cinquanta ad oggi, si è aggiornato e migliorato mantenendo intatti i carat-teri familiari principali. Tutto sembra dire: “la Porsche è un’auto tradizionale; abbiatene cura ed invecchierà con voi”. Proprio a Stoccarda nel 1927, fu scatta-ta una famosissima foto pubblicitaria in cui un’auto e una modella erano ritratte di fronte all’edificio lecorbusieriano che oggi ospita il Museo del Weissenhofsie-dlung: l’esperimento del Deutscher Wer-kbund per promuovere l’architettura razionalista. Ottant’anni dopo le rifles-sioni sono d’obbligo: l’edificio sembra tremendamente attuale rispetto all’auto, ma l’intorno ci dice che non è altro che un’esperienza isolata. La Storia infatti racconta come l’auto abbia sorpassato l’architettura, evolvendosi rapidamen-te dietro alle spinte della concorrenza globale e del marketing e riuscendo a dare alla classe media quella mobilità personale che aveva sempre desiderato. L’architettura, dal canto suo, che negli
Franz Josef Popp Il primo uomo
Nel 1917 diventa il primo direttore generale BMW, poi presiede il consiglio direttivo della società trasformando la BMW in un marchio nazionale di importanza europea, finché il Nazionalsocialismo non lo costringe a uscire di scena nel 1942.
Gottlieb Daimler e Karl BenzDue nomi di spicco per l’auto
Gottlieb Daimler e Karl Benz attorno al 1980, pongono indipendentemente l’uno dall’altro la pietra miliare dei trasporti motorizzati individuali. A guidare l’azienda con il marchio Mercedes-Benz fu però Paul Daimler che nel 1923 fu sostituito da Ferdinand Porsche.
Ferdinand PorscheIl fondatore
Nato nel 1875 a Mattersdorf, inizia la sua carriera nella casa Daimler Motoren Gesellschaft per poi fondare la nota casa automobilistica Porsche e aver creato, su richiesta di Adolf Hitler, il modello conosciuto come Maggiolino, da cui nascerà la Volkswagen.
stradale in piccola serie. La 35PS, dettò fin da subito nuovi standard di progettazione automobilistica, grazie al suo baricentro basso, alla sua stabilità e all’efficienza dei suoi organi meccanici.
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global tour
La giumenta nera di Stoccarda era originariamente l’emblema personale del Maggiore Francesco Baracca. La Ferrari lo utilizzò come simbolo
A pochi passi dagli stabilimenti Ferrari e dal-la pista prove della F1, c’è la Galleria. Il Mu-seo più visitato della Modena rossa (più di 180.000 presenze l’anno): tappa imprescin-dibile per ogni appassionato, che voglia sco-
ferrari aggiungendo lo sfondo giallo canarino, uno dei colori di Modena. Il simbolo di Stoccarda viene ripreso da Porsche a partire dal 1952 con l’aggiunta del simbolo di Württemberg.
Galleria Ferrari
Tazio Nuvolariin Ferrari nel 19471 vittoria in rossoAutore leggendario della ‘sbandata controllata’, fu prima ‘campionissimo delle due ruote’, rivaleggiando con Enzo Ferrari.
Pilotiin rossoDal 1929, anno di fondazione, a oggi, sono molti i piloti che si sono contesi il titolo di beniamini della Scuderia più famosa d’Italia. Consacrati all’idolatria dal Gran Tendone della Formula 1, hanno fatto sognare generazioni di sportivi e appassionati, ma non tutti sanno che…
Gilles Villeneuvein Ferrari dal 1977 al 19826 vittorie in rossoStella del Grande Circo della Formula 1. È ricordato per lo stile funambolico della sua guida, quasi da pilota di rally.
prire la leggenda della Scuderia e celebrare la memoria del grande fondatore. Al suo inter-no modellini, trofei, gigantografie dei piloti e una ricostruzione iperrealistica dello studio dell’ingegner Ferrari. Una meraviglia.
testo di Carlo Andrea Mariniillustrazioni di Fabio Boero
Trotta trotta Cavallino che il Museo è vicino
Phill Hillin Ferrari dal 1958 al 19623 vittorie in rossoEntra in Ferrari per correre la 24 Ore di Le Mans. Peggio nota per la strage del ’55, in cui persero la vita 90 persone.
John Surteesin Ferrari dal 1963 al 19664 vittorie in rossoFu l’unico pilota della storia ad essersi conquistato il titolo di campione sia nel Motomondiale che in Formula 1.
Juan Manuel Fangioin Ferrari nel 19563 vittorie in rossoDestinato a rimanere immortale, fino a quel fatidico 12 ottobre 2003 quando un certo Michael Schumacher demolì il suo primato.
Niki Laudain Ferrari dal 1974 al 197715 vittorie in rossoDopo il tragico incidente al Nurburgring, clamoroso il suo divorzio col Cavallino, con l’assenza in Canada e Giappone.
Alberto Ascariin Ferrari dal 1950 al 195413 vittorie in rossoCosì disse di lui Enzo Ferrari: “Quando guidava, non poteva essere sorpassato, anzi di fatto era impossibile farlo” .
Michael Schumacherin Ferrari dal 1996 al 200672 vittorie in rossoIl più grande campione di Formula 1 di tutti i tempi, con sette titoli mondiali, di cui cinque consecutivi con la Ferrari.
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Quali sono e come variano da paese a paese
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austriabelgiobulgariaciprorepubblica cecagermaniadanimarcaspagnaestoniafranciafinlandiaregno unitogreciaungheriaitaliairlandalussemburgolituanialettoniamaltapaesi bassiportogallopoloniaromaniasveziaslovacchiaslovenia
*1 limite massimo raccomandato
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C A R A B I N I E R I
Limiti in Italialimite massimo di velocità
fino a 10 km/h in più rispetto al limite sanzione pecuniaria compresa tra 38 e 155 euro
oltre 10 km/h e fino a 40 km/h in più sanzione pecuniaria compresa tra 155 e 624 euro e decurtazione di 5 punti sulla patente
oltre 40 km/h e non oltre i 60 km/h sanzione pecuniaria tra 370 e 1.458 euro, decurtazione di 10 punti sulla patente e sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, con il provvedimento di inibizione alla guida del veicolo, nella fascia oraria che va dalle ore 22 alle ore 7 del mattino, per i tre mesi successivi alla restituzione della patente di guida. Il provvedimento è annotato nell'anagrafe nazionale degli abilitati alla guida
oltre 60 km/h i limiti massimi di velocità è punito con una sanzione pecuniaria compresa tra 500 e 2.000 euro, con la decurtazione di 10 punti sulla patente e la sanzione accessoria della sospensione della patente da sei a dodici mesi. In caso di recidiva in un biennio è disposta la revoca della patente di guida
*2 110 Km/h in caso di maltempo *3 70 km/h in alcuni tratti espressamente segnalati
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Centri abitatiStrade extraurbaneAutostrade
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Velocità sotto controllodi Undesign
Per 54 marche presenti sul mercato italiano, ben 46 sono in grado di superare i 200km/h, mentre ‘solo’ 9, arcinote, sfiorano e oltrepassano tranquillamente i 300. Ma di questa attrazione fatale per la velocità, cosa pensa la legge?
11,24% degli incidentistradali è causatodall’eccessiva velocità
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Limiti in Italialimite massimo di velocità
fino a 10 km/h in più rispetto al limite sanzione pecuniaria compresa tra 38 e 155 euro
oltre 10 km/h e fino a 40 km/h in più sanzione pecuniaria compresa tra 155 e 624 euro e decurtazione di 5 punti sulla patente
oltre 40 km/h e non oltre i 60 km/h sanzione pecuniaria tra 370 e 1.458 euro, decurtazione di 10 punti sulla patente e sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, con il provvedimento di inibizione alla guida del veicolo, nella fascia oraria che va dalle ore 22 alle ore 7 del mattino, per i tre mesi successivi alla restituzione della patente di guida. Il provvedimento è annotato nell'anagrafe nazionale degli abilitati alla guida
oltre 60 km/h i limiti massimi di velocità è punito con una sanzione pecuniaria compresa tra 500 e 2.000 euro, con la decurtazione di 10 punti sulla patente e la sanzione accessoria della sospensione della patente da sei a dodici mesi. In caso di recidiva in un biennio è disposta la revoca della patente di guida
*2 110 Km/h in caso di maltempo *3 70 km/h in alcuni tratti espressamente segnalati
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50% dei conducenti non rispetta i limiti di velocità in vigore
60% dei decessi che si verificano in autostrada è causato dalla velocità
più di 50 mila sonoin media le patenti ritirate in Italia all’anno
global tour
Sono le dimensioni del tapis roulant Grillo, fatto costruire su misura da Aldo Cerletti per allenare i suoi 12 Piccoli Levrieri. Scopo principale dell’esercizio
110 x 200 che impegna i cani dalle 2 alle 3 volte al giorno, è quello di regolarizzare il trotto sviluppando la muscolatura, rendendo armoniche le forme.
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Alla cortedel levriero
Coppe, coccarde, tapis roulant e chiacchierate en plein air. Benvenuti al Vertragus, in compagnia di Aldo Cerletti e delle sue ’piccole opere d’arte’
Corre come una gazzella ma ha una natura domestica. È il ‘petit noir’ del mondo canino. Un modello di eleganza, misura e semplicità
testo di Camilla Wasserfoto di Claudio Casiraghiillustrazione di Fabio Boero
lifestyle
Dai campionati di racing alle esposizioni, la bellezza dei Piccoli Levrieri è tutta ri-posta nella loro velocità. Cani cortigiani sì, ieri come oggi, ma anche capostipiti di un immaginario estetico decisamente più moderno. Volendo fare un paragone, una sorta di ‘petit noir’ (nome con cui è stato identificato il rivoluzionario tubino nero di Coco Chanel negli anni ’20), di eleganza misurata e semplice. Per parlarci un po’ di loro abbiamo incontrato Aldo Cerletti, primo allevatore italiano della razza, al Vertragus, dove abbiamo familiarizzato con le sue ‘piccole opere d’arte’.RENT: Tutte queste coppe e coccarde sen-za dubbio parlano da sole. I suoi cani sono dei campioni, di bellezza. Mi spieghi meglio che cosa significa partecipare ad un’esposizione?Aldo: Per diventare campioni nazionali e
internazionali di bellezza, bisogna prima prendere parte a una lunga serie di espo-sizioni, per collezionare i cosiddetti CAC, certificati di attitudine al campionato. La partecipazione alle esposizioni è quindi prima di tutto una questione di prestigio e poi un riconoscimento pubblico del buon lavoro di un allevatore. R: Da queste foto sembrano spettacolari.A: Sì, la componente coreografica è molto alta, perché a sfilare sono cani di tutte le razze, che passano ore alla toeletta. Per i cani a pelo corto si valutano di più l’an-datura e le forme, ma si immagini l’effetto che possono fare quelli a pelo lungo dopo ore davanti allo specchio…R: Esiste un canone di bellezza?A: Ci sono sicuramente degli standard for-mali. La morfologia di un cane è una que-stione estetica e di proporzioni, oggi come
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Piccolo Levriero: cane italiano, da corsa e compagnia; appartenente al Gruppo 10 dei Levrieri; a pelo corto, dalle linee eleganti che ricordano quelle del Greyhound; di un’altezza compresa tra i 32 e i 38 cm; peso 5 kg; carattere docile, riservato e affettuoso
ieri, e di genetica. Quando dico che questo cane era molto diffuso in periodo Rinascimentale, e nelle corti, è perché in quel momento storico, più di altri la questione della bellezza era sta-ta sistematizzata, e il Piccolo Levriero Italiano raccoglieva l’eredità di quel pensiero. La sua naturale eleganza, la sua andatura garbata, il suo carattere docile, rappresentavano in qual-che modo la bontà della bellezza, e il controllo della ragione sulla natura. Pensandoci bene, questo cane non ha niente di selvaggio. R: E un’ideale?A: Certamente si, anche più di uno. Ogni alleva-tore ha un suo ideale di cane, e anche nel tempo l’aspetto del Piccolo Levriero è cambiato. C’è stato anzi un momento, negli anni ’50 in cui questo cane è stato completamente riscattato dal suo ruolo di compagnia. Ispiratrice di questa trasformazione nella razza, è stata l’allora Pre-sidentessa del Circolo del Piccolo Levriero Ita-liano, Maria Luisa Incontri. Era una donna che amava molto la vita di campagna, e i suoi cani erano abituati al movimento. Erano più grandi del normale, molto più muscolati e agili. Di lì a poco quello è diventato, grazie allo sforzo degli allevatori, il nuovo standard della razza. Prima la morfologia prevedeva una taglia molto più piccola (i cani erano super-nani circa 28 cm al garrese, per 2,5 kg di peso), la testa a forma di mela e gli occhi sporgenti. L’impronta sportiva li ha riscattati dal loro ruolo di ’gingilli’ da salotto, facendoli passare a pieno titolo nella classe dei Levrieri. R: Come fa esattamente un allevatore ad inter-venire sullo sviluppo di una razza?A: Ci sono due modi. Da un lato come il cane mangia e vive è fondamentale per la forma fi-sica. Proprio come per le persone. Pensi che la
Aldo Cerletti con una delle sue ‘opere d’arte’, al Vetragus, il suo allevamento dal 1978, prima famoso per i Greyhound e oggi per i Piccoli Levrieri
mia amica olandese Femmie Vreeling tiene i suoi 12 levrieri a dieta strettissima e gli fa fare esercizio, tre volte al giorno per mezz’ora, su un tapis roulant, costruito ad hoc per farci stare 10 cani per volta! Dall’altro c’è la questione geneti-ca e delle anomalie. La purezza di un animale in-teressa l’aspetto e il carattere, e per fare in modo che gli esemplari non si portino dietro delle tare genetiche, o non se le passino accoppiandoli, occorre eliminare i soggetti portatori. Per man-tenere le caratteristiche della razza bisogna fare selezione, sia essa naturale o artificiale, l’evolu-zione porta sempre con sé delle scelte.R: Mi viene quasi da pensare ai suoi cani come a delle ‘piccole opere d’arte’.A: È così, con tutte le difficoltà di ‘plasmare’ una materia viva. L’allevamento è come un mar-chio di fabbrica, deve rispettare le sue certifi-cazioni e cercare di riprodurre costantemente lo stesso ideale.
Fu negli anni ’50 la Presidentessa del Circolo del Piccolo Levriero Italiano. Famosa per aver ispirato un’importante svolta nell’allevamento della razza,
maria luisa incontri una trasformazione estetica che fece di questo cane non più un ‘gingillo’ da salotto bensì un cane sportivo. Con un salto di classe: dal Gruppo 9 dei cani da compagnia, al Gruppo 10 dei Levrieri.
Il piccolo aiutante di Babbo Natale è il cane della famiglia Simpson nell’omonima serie televisiva a cartoni animati. È un levriero color marrone. Fa la sua prima comparsa sin dal primo episodio in assoluto dei Simpson, intitolato Un Natale da cani, quando viene trovato da Bart al cinodromo, dopo essere stato abbandonato per la sua incapacità nelle corse.Non fa altro che gironzolare per la casa, dormendo, mangiando e quando gli capita, rosicchiando tutto quello che trova, venendo, gran parte delle volte, ignorato dalla famiglia. Non è particolarmente sveglio né capace in nessun campo, ciononostante i Simpson gli vogliono bene e anche quando per un motivo o per l’altro lo cedono, lo rivogliono sempre con loro.
Il Piccolo Levriero Italiano discende dai levrieri di minor taglia presenti nell’antico Egitto e nelle corti faraoniche. Attraverso la Laconia, di cui raffigurazioni su molti vasi e crateri danno ampia testimonianza, è giunto in Italia sin dal V secolo a.C. Il suo maggior sviluppo risale al Rinascimento, alle corti nobiliari. Tanto che non è raro trovarlo rappresentato nei dipinti dei più grandi Maestri italiani e stranieri di questo periodo. Dalle scene di caccia di Paolo Uccello nella Rotta di S. Romano, alla Dama con falcone e piccolo levriero di Vittore Pisanello; dal S. Gioacchino e piccolo levriero di Giotto, al moderno Casorati, le due sorelle con picccoli levrieri, presente nella collezione permanente del Mart di Rovereto.
il levriero e i simpson
un modellodi eleganza
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Corsecanine
I levrieri sono i ghepardi del mondo canino: velocissimi, ma solo sulle bre-vi distanze. I cani migliori raggiungono velocità di 48 chilometri orari su per-corsi lunghi 1,6 chilometri. Ma i cam-pioni possono raggiungere anche i 72 chilometri orari. Le gare dei levrieri discendono dalla caccia alla lepre, che rimane ancora oggi l’esca preferita. Le competizioni più conosciute sono il racing e il coursing. Il primo ha luogo su un circuito ovale con distanze che vanno dai 210 ai 1105 metri, i cani ve-stiti di pettorine colorate, gareggiano in velocità. Mentre il secondo si svolge all’aperto ed è più simile a una caccia simulata. Terzo, tra le prove, invece è l’agility, con il cane accompagnato dal padrone, lungo un percorso composto da 5 a 7 ostacoli.
Pronti, partenza, via! A tutta velocità
Ogni cane indossa la pettorina della gabbia di partenza. La gabbia e il cane nella parte interna hanno sempre il numero uno. La maggior parte delle
colori in gabbia gare ha sei partecipanti, ma ci sono anche gare con 7 o 8 cani. Il numero 7 indossa una pettorina verde e il numero 8 una gialla e nera.
RacingTutti in pista in una corsacontro il tempo
È una gara di velocità pura, che si svolge in un percorso a ‘U’ o ellittico su piste in erba o sabbia, all’interno dei cosiddetti cinodromi. I cani vi prendono parte in gruppi da tre o sei, suddivisi per razza, gruppi di età e a volte per sesso. Il percorso può avere una lunghezza di 350 o 480 metri. Per partecipare a queste gare i cani devono avere superato un esame di abilitazione.
AgilityVelocità e salto ad ostacolia prova di padrone
È uno sport che consiste nel condurre il proprio cane lungo un percorso ad ostacoli in un tempo predeterminato. Il conduttore guida il cane con voce e gesti ma non può toccare né lui né gli ostacoli.
CoursingIl fascino della caccia in uno sport all’aria aperta
È una gara di caccia simulata, in cui viene riproposta la fuga di una lepre, in plastica o ricoperta di pelle di coniglio. Il percorso ha una lunghezza di 600 metri, con eventuali ostacoli naturali.
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testo di Edoardo Gentileillustrazioni di Fabio Boero
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lifestyle
Orgoglio e pregiudizio
testo di Tommaso Delmastrofoto di Vittorio Belafonte
Identità locale o monopolio globale? Panini di carne piemontese, verdure e formaggi a km zero, tutto in un fast (slow) food. Succede solo da M** Bün...
Sembra una di quelle storie dei film. Due amici hanno un’idea brillante, la realizzano, e quando tutto sembra andare per il meglio un colosso (Mc Donald’s, in questo caso) si mette di mezzo. Dopo qualche peripezia però, i protagonisti, riescono a spuntar-la. Come Davide contro Golia. Ma chi pensa che la straordinaria avventura di Francesco Bianco e Graziano Sca-glia sia tutta qui si sbaglia di grosso. Un bel format, un buon prodotto. Ecco la formula vincente per un’attività di successo. Ecco la vera forza del M** Bün di Rivoli: un fast food all’italiana. Ma andiamo con ordine.RENT: Allora Francesco, com’è comincia-ta quest’avventura gastronomica?fRANcEsco: Nell’estate del 2004 avevo aperto con mia moglie e una coppia di amici un ristorante a Genova. Si chia-
Sono tanti, forse troppi i fast food che al mondo ‘rubano’ le iniziali al gigante. Tutte esperienze locali, con un’alta dose di furbizia e tipicità. È il caso di
mc & coMcCurry, un fast food di Kuala Lumpur, uscito da poco vittorioso dal contenzioso col Mc a stelle strisce. Come? Semplice: il ‘Mc’ è un bene di tutti.
mava ‘La Spiaggia’. La Spiaggia, che ovviamente stava sulla spiaggia, ave-va una particolarità: era specializzato in piatti a base di carne. Sai, a Genova non c’è molto spazio per organizzare grigliate, ed è difficile trovare posti che cucinino bene la carne. Volevo offrire un ottimo prodotto, e dopo una bella ri-cerca ho iniziato a collaborare con Pao-la e Graziano Scaglia. Insieme ai fratelli hanno uno dei migliori allevamenti di bovini che si possano trovare in Italia. R: Ma come canta Paolo Conte, Genova ha i giorni tutti uguali... f: Sì, è stata una bella esperienza dura-ta cinque anni, ma sentivo il bisogno di tornare dalle mie parti e fare qualcosa di nuovo. Così una sera al pub con Gra-ziano, che nel frattempo era diventato un amico, mangiando l’ennesimo pes-simo hamburger a nove euro mi è ba-
lenata in testa un’idea. Mi ricordo che gli ho detto: “Graziano, se vogliamo mangiare un hamburger buono, forse è meglio che lo facciamo da noi!”. Questo accadeva la scorsa primavera. Ad otto-bre, stavamo già inaugurando la nostra ‘Agrihamburgheria’...R: Che cosa significa esattamente ‘Agri-hamburgheria’? f: Tutti quelli che, nel settore della ri-storazione, fanno dell’hamburger il loro cavallo di battaglia non possono fare a meno di utilizzare prodotti surgelati. Noi invece, grazie all’azienda agricola Scaglia, abbiamo un filiera cortissima: dall’allevatore al consumatore, senza passaggi intermedi. La carne e le altre materie prime che ci arrivano vengono preparate e consumate subito. Qui tut-ti i cibi sono sempre freschi. Certo, se facciamo qualche errore nella gestione
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degli ordini si rischia di buttare del pro-dotto, ma teniamo davvero troppo alla nostra filosofia. L’intero progetto si basa su una serie di nuove esperienze di eco-nomia sostenibile legata alle risorse del territorio. L’Italia ha nel settore alimen-tare un tesoro inestimabile, ma per anni ha scordato dov’era sepolto. R: Parlavi della vostra filosofia. ‘Slow Fastfood’, giusto?f: Slow è il tempo di allevamento, matu-razione, lavorazione e cura dedicato ad ogni prodotto scelto. Fast è la tipologia delle ricette e piatti di consumo veloce e da take away, cucinati rispettando il giu-sto tempo. Food è l’indiscutibile qualità delle materie prime naturali, senza uso di conservanti, non congelate e control-late dall’origine al piatto. Questo è il no-stro pensiero. Guarda (indica la parete ndr) l’abbiamo scritto anche lì, in modo
Azioni legali a parte M** Bün, che in piemonetese significa “semplicemente buono”, è diventato con i suoi due asterischi il prototipo del brand no global
no logonell’Italia della bontà glocal. Censurato perchè troppo Mc e osannato perchè troppo buono, ha messo d’accordo leghisti e attivisti. Chi l’avrebbe mai detto?
Slow è il tempo di lavorazione, fast il consumo, food la qualità
A lato: l’ingresso dell’Agriamburgheria, tavoli rigorosamente bianchi immersi nel rosso. Cucina a vista e a caratteri cubitali, sulla parete in alto, la storia della censura del marchio. Sotto: in tre mosse il mitico ’quadrot’, l’hamburger all’italiana
Nel tondo: Francesco Bianco, l’imprenditore piemontese del fast (slow) food. A lato: parte del team di M** Bün Asterisco
La mascotte del M**Bünche manifesta per l’ambiente
Figlio dell’autocensura e delle tanto millantate azioni legali del Mc d’oltre oceano, Asterisco è la mascotte dell’Agrihamburgeria, che con il suo cartello spiega ai bambini come fare la differenziata.
QuadrotLa ricetta originaledell’hamburger glocal
1 panino a lievitazione naturale tipo tartaruga; 1 cucchiaio di senape; 1 foglia di insalata lollo; 1 fetta di pomodoro; 160 g di carne macinata (70% di carne di razza piemontese certificata Coalvi, 30% di carne di maiale)1/5 di cipolla a fettine.
PrelibatezzeAlla faccia della carne in scatola
Una grande idea non poteva vivere senza un ottimo prodotto. Da M** Bün il punto forte sono i prodotti dell’azienda agricola Scaglia, premiata recentemente come migliore macelleria d’Italia.www.azagrscaglia.com
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lifestyle
Al M**Bün di Rivoli da cinque mesi a questa parte, sei persone sfornano ogni giorno dai 200 ai 300 hamburger. Il costo di un panino in media si aggira
i numeri della filieraintorno ai 4,5 euro. Per ben 160 grammi di ottima carne di vacca piemontese proveniente dagli oltre 50 ettari di allevamento della famiglia Scaglia.
che tutti lo possano leggere. Il nostro approccio è trasparente: la cucina è a vi-sta, gli alimenti sono a chilometro zero, i prezzi accessibili. E anche il nome, M** Bün, è un’espressione piemontese che significa “semplicemente buono”.R: Ma l’ufficio legale di McDonald’s non la pensa esattamente così... Cos’è capi-tato di preciso?f: Appena qualche giorno dopo aver de-positato il marchio in Camera di Com-mercio, ci è arrivata da parte dello studio legale che rappresenta McDonald’s in Italia la richiesta di ritirare immediata-mente il nostro marchio. Mai più imma-ginavamo che potesse capitarci una cosa del genere. Come potevamo danneggia-re, noi che siamo così piccoli, il colosso del panino a stelle e striscie? Comunque, con il nostro legale, abbiamo scelto di non ritirare il marchio, ma di applicare una sorta di autocensura preventiva: così ecco “M**Bün” con gli asterischi. Dicia-mo che abbiamo pareggiato...R: Non direi, mi sembra che abbiate vinto alla grande!f: In effetti, l’esito mediatico è stato sor-prendente, e tutto a nostro vantaggio. Per prima La Stampa di Torino si è oc-cupata del caso, che presto è diventato di dominio nazionale. Pochi giorni dopo l’accaduto si erano già creati blog con migliaia di iscritti, giornali e tv veniva-no ad intervistarci, ricevevamo davve-ro tanti segnali di solidarietà e affetto dalla gente. Pensa: c’erano persone che dopo un’ora di coda, quando arrivavano alla cassa, ci abbracciavano dicendoci: “Resistete!”. Tutto questo era davvero incredibile. Ma d’altra parte quando
Il panino anti - McDonald’sSfida rossa al colosso americano
È arrivato il McChavèz: l’ultima sfida no global del presidente venezuelano. Un hamburger anti-imperialista come lo ha definito l’uomo di Caracas, un vero e proprio panino gustoso d’ispirazione socialista, a un quarto del prezzo del leader di mercato. Fatto sta che il presidente in rosso, servito il primo ‘arepa’ (il panino in questione che altro non è che il classico panzerotto venezuelano di farina di mais ripieno di carni e formaggi) dietro al bancone della prima ‘arepera’, si è ben guardato dal confessare pubblicamente di aver copiato il modello produttivo della tanto odiata catena gringa, e di essere ricorso alle sovvenzioni pubbliche per finanziare le imprese che forniscono la materia prima del tanto gustoso boccone. Un affare da(v)vero socialista!
L’esterno del fast food con una delle inconfondibili mucche rosse disseminate lungo il percorso dalla strada all’ingresso
una piccola realtà resiste all’aggressio-ne di un colosso, è facile che incontri la simpatia della gente. Cosa posso dire? Sembra paradossale, ma l’azione legale di McDonald’s è stata la cosa migliore che potesse capitarci. Eppure non è no-stra intenzione andare contro di loro, o proporci necessariamente come unica alternativa. Siamo nati su scala locale, e la scala locale è quella a cui funziona la nostra attività. Sicuramente abbiamo studiato un sistema di gestione che ci permette di replicare M**Bün, e presto apriremo anche in città. Ma se vogliamo tenere fede alla nostra filosofia e man-tenere la filiera cortissima non possia-mo andare troppo lontani. R: O forse sì, chissà. Chi va piano va sano e va lontano.
a lato: M**Bün, un marchio di fabbrica, per un fast food all’italiana dalla filiera cortissima. Hamburger di fassone, ottimi vini, verdure e formaggi doc sono la ricetta vincente
a destra: illustrazione McChavèz di Fabio Boero
Focaccia bluesLa rivincita dei sapori locali
Siamo ad Altamura, in provincia di Bari. Un giovane di nome Luca Di Gesù nel 2001 ha aperto una focacceria nel centro storico. Nella stessa piazza, l’anno precedente era stato inaugurato un McDonald’s. Un semplice take away dai genuini sapori ha soppiantato un colosso diventando meta di studenti, professionisti e comitive di ragazzi. Nel 2006 è nata anche l’idea di realizzare un film sulla vicenda. Si tratta di un docu-film dal titolo Focaccia blues.
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Centro Moto Ticino
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La storia del franchising Centro Moto Ticino inizia nel 2004, con l’apertura della prima agenzia di intermediazione in Svizzera, a seguito di un approfondito scanning del mercato delle due ruote. Il trend dello spostamento privato su motocicli era in piena espansione, pur non contemplando il comparto delle moto d’occasione. Nacque in questo modo l’idea di strutturare un sistema di offerta in grado di far incontrare direttamente venditori e acquirenti di questo particolare segmento.
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Gentleman at worktesto di Edoardo Gentilefotografie di Tom Buzzi
fashion story
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C’è chi lo chiama stile e chi eleganza, ed è un lusso che pochi possono permettersi. Saper scegliere con destrezza cosa indossare, in ogni occasione. Soprattutto al lavoro, non è una capacità innata, ma un’arte che s’impara. Lo stile del gentleman è un accostamento di capi su misura e prodotti in serie, di pezzi esclusivi con oggetti di pura e semplice utilità. Un jeans con una giacca sportiva, un abito gessato con una cravatta in fantasia optical, un capospalla iperclassico con un occhiale da pilota…
Maurizio Pesato,40 anni, imprenditore tessile. Dal 1997 è molto attivo anche nel campo delle locazioni commerciali, lavorando principalmente con il settore bancario e alimentare
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Cappotto doppiopetto in lana spessa, tinta
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viola e bordeaux, Holliday & Brown London
Bottone rigorosamente chiuso e nodo Windsor su cravatta optical, un classico dello stile d’affari
Orologio in acciaio, Rolex calzatura in cuoio marrone, Cardinale
Completo, giacca pantalone, gessato, con righine sottili bianche su fondo blu.Taglio su misura, Loro Piana Un classico
del tempo che passa. Rolex: la qualità dietro l’immagine. Una marca di prestigio, per un orologio dal design inconfondibile
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I colori tradizionali dell’abito d’affari sono il blu scuro, il grigio scuro o chiarissimoe il nero
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Camicia jeans, Italia Indipendent giacca blu, taglio su misura pantalone jeans, Wranglercalzatura marrone scamosciata, Cardinale
Il jeans: pensato come pantalone da lavoro duro e resistente negli anni ’50 da Levi Strauss, dopo gli anni ’60 diventa il principale dress code dell’informalità
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Sotto il cappotto, la giacca sportiva è il simbolo del free time. Il taglio è su misura e il colore, ancora una volta blu
Jeans su jeans. Camicia e pantaloni dello stesso tessuto ma di tonalità diverse. Una rivisitazione dell’abbinamento di culto dei favolosi anni ottanta
Tempo libero e look alla Warhol. Jeans e ‘giacca da abito’: un’invenzione elegante rubata all’amico Fred Hughes
a lato: un ritratto ravvicinato
di tre commilitoni di fronte a due S.M.79
nel tondo:scena di ‘vestizione’
prima di un volo di ricognizione
Il cieloritrovato
Nelle immagini di Michele Roggero, motorista dell’aviazione italiana in quella guerra di tanti anni fa
testo di Camilla Wasser
Che cosa poteva significare, ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, salire e scendere quotidianamente dal ‘Gob-bo Maledetto’? Mollare la propria vita, gli affetti e trascorrere anni tra i cieli internazionali, combattendo per le sor-ti di una nazione e per portare a casa la pelle? Per l’aviazione moderna il signi-ficato è uno solo: la fine della stagione d’oro del volo sportivo. Quella corsa ai primati, che aveva funzionato da paci-fico stimolo all’evoluzione del mondo aeronautico si era improvvisamente arrestata, per lasciare spazio, di fronte alla guerra, al mito della velocità come volontà di conquista. Il confronto tra le nazioni moderne questa volta non era più solo tecnologico; il progresso e la vittoria erano diventati un fatto di stra-tegie militari, sistemi politici e produ-
zioni industriali, inarrestabili. Sul ver-sante più in ombra di questa storia, a cavallo di quelle macchine volanti, che solo un decennio prima avevano ecci-tato i sogni di un’intera società, però, non vi sono solo piloti di professione. Gli eroi della Seconda Guerra Mondiale sono più che altro persone comuni, co-strette a negoziare le proprie scelte: il privilegio dell’aviazione, ben oltre ogni visione romantica, al posto della ‘car-ne da cannone’ della fanteria. La vita di Michele Roggero, autore inedito di que-ste fotografie e motorista dell’aviazione italiana dal ’39 al ’43, ne rappresenta un fedele esempio. Sei campagne com-battute come bombardiere, due croci di guerra e una medaglia al valore. Cinque anni passati a più di 7000 metri su ae-rei in acciaio, alluminio, a volte legno
Il sogno di volare ha accompagnato l’uomo sin dagli inizi della sua storia. Miti e leggende di ogni civiltà e latitudine ci hanno tramandato questo impulso
volere volare irresistibile verso il cielo che ha spinto i nostri antenati a osservare gli uccelli per carpirne il segreto. Spesso il cielo ha rappresentato per i nostri progenitori più una dimensione dell’anima che
una dimensione puramente fisica. Nonostante ciò, il volo, nella sua accezione ‘macchinica’, è stato a lungo ricercato, dando inizio ad un ampio cammino di studi, osservazioni e prove.
Il confronto trale nazioni moderne nonera più solo tecnologico; ma un fatto distrategie militari e produzioni industriali inarrestabili
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portfolio
Michele Roggero, autore inedito di questa serie fotografica fu motorista dell’aviazione italiana dal 1939 al 1943. Durante la guerra partecipò a sei
biografiacampagne, fu decorato con due croci di guerra e la medaglia di bronzo al valore militare. Fatto prigioniero nel settembre del 1943, dopo che l’Italia aveva firmato
breve storiadell’aviazione
I primi studi sul volo risalgono al Trattato delli Uccelli di Leonardo da Vinci. Uno studio anatomico sul volo animale; in seguito estesosi alle leggi fisiche sulla resistenza dell’aria e sulla caduta dei gravi.
Due secoli dopo, Padre Lana Conte dei Terzi illustra in un’opera il progetto di una nave volante “che cammina sostenuta sopra l’aria a remi ed a vele”. Sarà questo galleggiare nell’aria su qualcosa di più leggero sospinto dal vento, che consentirà all’uomo la conquista del cielo.
Ai due fratelli francesi, Joseph-Michelle e Jacques-Étienne Montgolfier si deve il primo vero e proprio passo verso la conquista del cielo, con l’invenzione dell’ ’aerostato ad aria calda’, o Mongolfiera.
Jean-François Pilâtre de Rozier e François Laurent marchese d’Arlandes con il primo volo umano in mongolfiera, si conquistano il titolo di primi aeronauti della storia.
Centovent’anni separano il primo volo umano a bordo del ‘più leggero dell’aria’, dalla conquista assoluta della dimensione aerea con il ‘più pesante dell’aria’: l’aeroplano. Ideato e progettato dai due fratelli americani Orville e Wilbur Wright, costruttori di biciclette a Dayton, Ohio. Il primo volo della macchina volante raggiunse un’altezza di 3 m dal suolo, per una distanza di 36.
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l’armistizio, venne deportato in un campo di lavoro in Lituania. L’avventurosa fuga, a bordo di un’auto rubata, lo riporta a casa nell’agosto del 1945.
Film del 1990 diretto da Michael Caton-Jones. Tributo ai 250.000 giovani americani che combatterono sui cieli europei durante la Seconda Guerra
memphis belle
a lato: il ‘Gobbo Maledetto’ durante un volo di ricognizione. Uno scatto in tempo reale probabilmente da un altro aereo affiancato, come si usava nei momenti di tranquillità
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Mondiale. Narra la storia dell’ultima missione del famoso bombardiere americano Memphis Belle: un Boeing B-17 Flying Fortress. Fu il primo bombardiere pesante del teatro europeo
a compiere tutte le 25 missioni previste per permettere all’equipaggio di essere congedato. In tutte queste missioni diurne l’aereo volò 148 ore scaricando circa 60 tonnellate di bombe.
portfolio
Con la Seconda Guerra Mondiale molte fusoliere dei bombardieri americani cominciarono ad essere dipinte con diverse mascotte, simbolo e
pin up
o tela, vedendo esplodere compagni o affondare nemici. Innumerevoli tempe-ste, pochi sorsi di cognac per darsi co-raggio, e alla fine la prigionia, i campi di lavoro, la fuga rocambolesca su un’auto rubata e il ritorno a casa. Una storia sin-golare, o forse una come tante, in que-gli anni, ma con una sola differenza: il desiderio esplicito di fissarla in imma-gine, trasformandola in testimonianza.Come esiste la Storia del resto esistono le storie e la loro versione della realtà. Le memorie vernacolari, o private, sono forme del ricordo, dirette e autentiche, che non trovano spazio nei documenti ufficiali. Sono fonti alternative, espe-rienze di vita vissuta, che attraverso un racconto, molto spesso imperfetto, di familiari o amici, riportano a galla lo spirito di un’epoca. Talvolta permetten-done una comprensione più profonda. Oggi come ieri, l’attività del registrare giustifica il bisogno di consegnare ai contemporanei e ai posteri un proprio contributo storiografico. Una sorta di ‘io c’ero e quindi so’. Allo stesso tempo soddisfa il bisogno inconscio di rico-struzione della propria esistenza attra-
verso la selezione di momenti speciali o indimenticabili. Raccontare in queste pagine la trasformazione di un’epoca attraverso frammenti, di svago e attività di un gruppo di commilitoni, è quindi un modo per affrontare da una prospettiva periferica e inattesa l’esperienza aviato-ria, dando un volto e una vita a tutti quei temerari pionieri che, per volontà o per necessità, hanno scelto di oltrepassare i propri limiti, raccogliendo la sfida mo-derna della velocità.
aerei italianidella seconda guerra mondiale
Le memorie vernacolari sonoforme del ricordo che non trovano spazio nei documenti ufficiali
B.R. 20 CicognaCostruttore: Fiat
Fu il primo bombardiere medio ‘moderno’ prodotto in Italia, volò per la prima volta come prototipo nel febbraio 1936.
S.M. 81 PipistrelloCostruttore: Savoia Marchetti
Usato nella conquista italiana dell’Abissinia, venne anche impiegato nella prima parte della Guerra Civile di Spagna.
Macchi M.C. 200 SaettaCostruttore: Macchi
Fu uno dei caccia italiani monoplani ad ala bassa di prima generazione caratterizzato dall’unità del carrello principale retinato.
S.M. 79 SparvieroCostruttore: Savoia Marchetti
Fu impiegato durante la Seconda Guerra Mondiale in tutto il teatro del Mediterraneo, come bombardiere e poi come aerosilurante.
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portafortuna della squadriglia. I soggetti erano molto spesso icone pop degli anni ’30 e ’40 come le pin up di Alberto Vargas, Felix the Cat e Lady Luck.
trabo.it
kennyOggetti senza tempo per un vivere contemporaneoItalian style. Italian design.
design spalvieri del ciotto
High tech & hand made
Le radici del futuro
La fabbrica della luce
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- Un’avventura ingegneristica senza precedenti, in soli cinquant’anni, per un immenso mosaico globale. Ecco come si arriva alle radici del costruire -
- Pezzo a pezzo: artigianalità e tecnologia al servizio dell’arte. Per illuminare il passato e il futuro ci vogliono le sapienti mani italiane -
- Dalla Torre di Babele a quella di Pisa, dalle Sacre Scritture al codice segreto di Leonardo da Vinci. Tecnologia, innovazione e artigianalità sono i cavalli di battaglia di due grandi protagonisti italiani nel mondo -
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Le radici del futuroUn’avventura ingegneristica senza precedenti in soli cinquant’anni.
Per arrivare, dopo aver percorso il globo in lungo e in largo, alle radici delcostruire. A quel lontano 1957: quando tutto iniziò…
Si parte da qui. Si parte da zero. Dalla terra, che tutto sostiene, e aiuta a germogliare. La fine di qualcosa è sempre un nuovo un inizio. E tra l’asfalto e il cemento di New York, città simbolo del modernismo imperante, il nuovo secolo apre le sue porte. Un vuoto immenso, tutto da ricostruire. Si parte da qui, quindi, da Ground Zero per raccontare la storia di un’impresa straordinaria. Dalle fondamenta della Grande Mela, a quel lontano 1957, quando a Cesena, ‘piccola’ e graziosa città nel cuore dell’Italia, Davide Trevisani inizia la sua avventura ingegneristica. Ambizione, passione e lavoro, sono le chiavi di volta di un successo consacrato appena dieci anni più tardi con l’acquisizione di un’importante commessa in Nigeria: la costruzione delle fondazioni dell’Apapa Road di Lagos. La direzione è buona, l’Africa postcoloniale è una grande opportunità: il primo tassello di un immenso mosaico globale. Il percorso verso l’internazionalizzazione è partito, il gruppo cresce e diventa Trevi Spa. A fianco a Davide alla conduzione si aggiungono i due fratelli minori, da prima Gianluigi che promuove e sviluppa l’azienda sui mercati internazionali e successivamente Cesare. In soli cinquant’anni l’impresa di palificazioni diventa una finanziaria industriale, con cantieri in tutto il mondo e altre tre società satellite, Soilmec e Drillmec, specializzate nella progettazione e produzione di macchinari per l’ingegneria del sottosuolo e di impianti meccanici e idraulici per perforazioni petrolifere, geotermiche e idriche; e Petreven, per i servizi di
perforazione. Con sempre più investimenti in tecnologia e ricerca, il ‘Trevi Method’ raggiunge risultati importanti, primo tra tutti l’intervento sugli scavi delle gallerie dell’Hasaki Tunnel & Bridge del 1990, in Giappone. Un salto in avanti di prestigio nel mondo del Sol Levante, grazie a un’opera magna, per una nazione votata al futuro e al progresso. Altri progetti di grandi proporzioni rafforzano nel tempo la presenza in Oriente: dalla realizzazione della Diga di Ertan, nella Repubblica Popolare Cinese, alla partecipazione alla costruzione della Nuova Biblioteca di Alessandria d’Egitto e al consolidamento delle antiche Moschee. Alle soglie del terzo millennio il dado è tratto, dall’est si passa all’ovest, si apre il continente americano, nord e sud, con la Central Artery di Boston, i lavori di consolidamento e impermeabilizzazione delle Dighe di Walter F. George (Alabama), Tuttle e Wolf Creek (Missouri e South Dakota), quelli per gli edifici dell’Università di Harvard e del MIT (Massachusset Institute of Technology), per finire con le fondazioni di Ground Zero e i lavori di messa in sicurezza degli argini di New Orleans dopo l’uragano Katrina. Un excursus storico tutto d’un fiato, quindi, per un Gruppo che ha saputo dare solide basi a gran parte delle costruzioni del nostro tempo, e ai simboli di quelle che furono, per molte civiltà, opere di architettura e ingegneria magniloquenti e azzardate. Non ultima fra queste, l’italianissima Torre di Pisa, fiore all’occhiello del periodo romanico e da oggi anche della Trevi Spa.
La fondazione del complesso da costruire dove sorgevano le Torri Gemelle è più di un progetto. Tecnologia e lavoro hanno abbracciato stati emotivi molto particolari, difficili da descrivere. E i cento uomini Trevi che hanno preso parte a questo intervento lo sanno.
new york, usaOpere di fondanzione per il nuovo World Trade Center
trevi
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Le tecnologie per le opere di fondazione Soilmec operano in tutto il mondo. Merito di una cultura orientata all’innovazione continua che ha permesso la produzione, in 40 anni di attività, di numerose tecnologie all’avanguardia.
dubai, uaeSoilmec: tecnologia avanzata per le grandi opere
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trevi
Un intervento particolare, per una delle città più belle d’Italia, che ha implicato l’utilizzo di una combinazione di tecnologie di ultima generazione, fra le quali quella definita del ‘congelamento’.
napoli, italiaOpere per la realizzazione della metropolitana
Una commessa speciale per le fondazioni del progetto del Gruppo Ferrari e della Aldar Properties PJSC. Un immenso circuito per le gare di Formula 1 e un parco tematico di circa 250.000 metri quadrati.
abu dhabi, uaeOpere di fondazione speciali per il Ferrari Experience
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Il progetto di Zarate-Brazo Largo è uno dei più importanti lavori di Trevi per valore civile e sociale e per le performance ingegneristiche raggiunte. L’intervento ha rappresentato una svolta per l’Argentina, realizzando un’opera di grande modernità strutturale.
zarate brazo largo, argentinaUn’opera che ha cambiato il volto del Paese
È il luogo fisico e mentale dove la ricerca e l’innovazione prendono forma. L’headquarter di un Gruppo che ha saputo dare solide basi alle più grandi opere d’ingegneria del nostro tempo.
cesena, italiaQuartier generale Trevi Spa
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trevi
Nel settore la definiscono HH. Dal nome degli innovativi impianti di perforazione progettati da Drillmec, la società del Gruppo specializzata nella progettazione e produzione di tecnologie per la perforazione. Impianti completamente automatizzati che migliorano le performance e la sicurezza.
stati unitiDrillmec: impianti innovativi per la perforazione
L’intervento, sotto gli occhi dell’Italia e del mondo, ha testato tutte le capacità organizzative e ingegneristiche del Gruppo. Un’opera delicata e complicata, che ha richiesto l’utilizzo delle metodologie e delle tecnologie più all’avanguardia.
pisa, italiaProgetto di consolidamento della Torre
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Globali, prima ancora della globalizzazione. Con 40 filiali in cinque continenti: Africa, Sud America, Medio Oriente, Nord America e Asia, la Trevi Spa è una presenza importante nel mondo per l’ingegneria del sottosuolo.
algeriaL’internazionalizzazione
Iniziano i lavori di consolidamento di un’icona dell’arte italiana nel
mondo: la Torre di Pisa
Trevi partecipa alla costruzione della nuova Biblioteca di Alessandria
d’Egitto, e al consolidamento delle antiche Moschee
Con la quotazione in borsa Trevi diventa Trevi Finanziaria
Industriale Spa
Nasce Drillmec Spa, azienda specializzata nella progettazione e
realizzazione di impianti meccanici e idraulici per perforazioni petrolifere,
geotermiche e idriche
Iniziano i lavori di fondazioni di Ground Zero a New York
Davide Trevisani fonda a Cesena l’Impresa Palificazioni Trevisani
Geom. Davide
Realizzazione delle fondazioni dell’Apapa Road di Lagoas, in Nigeria:
la prima grande commessa estera
Nasce Soilmec, società specializzata nella progettazione e produzione di
impianti e macchinari per l’ingegneria del sottosuolo
La Pali Trevisani diventa Trevi Spa
Il Giappone, tra le nazioni tecnologicamente più avanzate al mondo, riconosce l’efficacia
del ‘Trevi Method’ impiegato nella costruzione dell’Hasaki Tunnel &
Bridge
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trevi
1957 1995
1996
1999
2004
2006
1967
1969
1983
1990
breve storia
Sotto la giurisdizione dell’Esercito Americano, la diga di Walter F. George, è una delle tre più importanti dighe del paese, di cui Trevi sta seguendo i lavori di fondazione e consolidamento. L’ expertise del Gruppo su questo fronte, ha permesso l’acquisizione di altri importanti
progetti dal Corp of Engineering americano, fra cui anche quello di New Orleans.
alabama, usaLavori di fondazione e consolidamento per la diga di Walter F. George
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La fabbricadella luce
Un’azienda tecnologica con un cuore artigianale. Investimento in ricerca, innovazione, cultura del progetto e allo stesso tempo
cura del dettaglio e della forma. Perchè l’unicità è ancora un valore importante per il mondo industriale
Veloci come la luce. Sì, ma per andare dove? È bello pensare che l’innovazione sia una continua proiezione verso il futuro. Ma c’è anche chi crede che nuovo possa essere il modo di guardare le cose. Forse persino di prendersene cura. L’Italia è un immenso museo a cielo aperto, su cui il sole e le stagioni lasciano il loro segno. L’Italia però è anche luogo dell’immaginario, dove turisti con camicie svolazzanti e pantaloni inamidati (certo ci piacerebbe questa allure ottocentesca...) arrivano da tutte le parti del mondo per trovare quello che gli è stato raccontato da generazioni di inesausti viaggiatori, artisti e letterati. Il nostro paese, in buona sostanza, è un mito che non può cambiare. Proprio per questo motivo innovare per ogni italiano che si rispetti, non può che voler dire anche conservare. E conservare, nella sua accezione più profonda, vuol dire avere cura. Per dirla come Heidegger: non bisogna smarrirsi nella tecnica. Questi sono i valori con cui si lavora alla Ilti Luce, giovane azienda
della Torino dei primati, nata nel 1990 e specializzata nell’‘illuminare l’arte’. Dal Codice Hammer di Leonardo da Vinci (oggi proprietà di Bill Gates), al Museo Egizio, della medesima città, ai Musei Vaticani, sono svariate le istituzioni o i beni culturali ad aver scelto o a essere stati illuminati dalla luce pura di led e fibre ottiche, per le quali l’azienda è famosa. Essendo tra le prime (per l’esattezza la prima in Italia secondo la voce autorevole della rivista Museum) ad aver imboccato la strada delle tecnologie ‘fredde’, quelle che, detto semplicemente, non ‘consumano’ l’arte pur avendo un’elevata resa luminosa. Una scelta senza dubbio azzardata, una decina d’anni fa, ma frutto di una cultura aziendale fondata sul sapere tecnico e il saper fare umano. Alla Ilti innovazione e artigianalità si accompagnano da sempre. Perché c’è chi crede che ogni progetto, come ogni spazio, abbia bisogno di una soluzione su misura, e che moderno debba essere il pensiero: padrone di ogni tecnica.
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ilti luce
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Sempre primi, per poter essere dei punti di riferimento.
Dal brevetto del marchio Fom (sistema di illuminazione a fibre ottiche), al primato dell’utilizzo
della tecnologia led in Italia. Alla Ilti Luce la conoscenza
tecnica viene prima di ogni altra cosa, proprio come per i grandi
maestri del passato.
Portare la luce negli ambienti di lavoro, nei musei, nella
vita quotidiana, attraverso un’innovazione discreta e sensibile
alle esigenze e alle specificità di ogni situazione. Questo è il punto
di partenza e di arrivo del buon progetto: vivere in armonia con lo
spazio che lo circonda.
il buon progetto
la conoscenza
Vive in armonia con lo spazio
È il segreto di ogni primato
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ilti luce
Ilti Research Lab, sperimentazioni e studio della fattibilità. Per riuscire a plasmare una materia impalpabile come la luce ci vuole un’equipe d’eccellenza, un’instancabile passione per la ricerca e un luogo in cui dare forma alle idee, toccare con mano, ed esplorare sempre nuove opportunità.
la ricercaÈ la base dell’eccellenza
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Collaborare significa crescere insieme. L’evoluzione della ricerca
passa sempre attraverso un dialogo con il mondo del progetto. La sperimentazione di architetti e light designer è fondamentale per
trovare soluzioni dal forte impatto visivo e tagliate su misura.
il gruppoEvolve con il confronto
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ilti luce
Innovare non significa semplicemente rincorrere il nuovo. Innovare vuol dire continuare ad assegnare valore al sapere umano e al rapporto con la materia. Perché in un mondo sempre più standardizzato, l’artigianalità è un lusso che pochi ancora possono permettersi.
il lavoro È il rapporto con la materia
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fuoRisTRAdAFuori corsa o fuori dal comune? L’identikit geografico del nomade elettronico non mente. L’Italia vista dalla rete? Un paese stravagante, dove si cena in cielo, si noleggia l’arte e si sgomma con le macchinine. Alla faccia della ‘vecchia’ cultura…
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La cena in cieloUn momento di pausadalla corsa contro il tempo
La cena in cielo si svolge su di un tavolo sospeso a 50 metri dal suolo. Accompagnati da un team di professionisti, i partecipanti sono assicurati con cinturee sostenuti dal braccio di una gru. L’iniziativa comprende una struttura da 22 posti, uno chef, un menù personalizzabile e la gru, il tutto per 1000 euro a persona. Per chi vuole sentirsi con la ‘testa tra le nuvole’ e lasciare a terra un pò di problemi.
Week end alla BriatoreL’abc del multimiliardarioè ora in affitto
In una società in cui ricchezza e potere sono nelle mani di pochi fortunati, il mondo dell’affitto offre diverse soluzioni. Spingendosi ai confini dell’ostentazione del lusso e del desiderio di apparire, ecco il ‘pacchetto Briatore’. Per la ‘modica’ cifra di 3.000 euro al giorno, è possibile noleggiare un attico vista mare, un’Harley-Davidson, una Porsche 911 ed uno yacht. Tutte le informazioni su: noleggioditutto.info.
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L’arte dell’affittoQuando l’opera d’arte si prende a noleggio
Per tutti quelli che non riescono a rinunciare al lusso ma non possono permetterselo, è nato un accordo tra Monte Carlo Art Gallery e il Circle Club. Per appendere in casa un quadro d’autore, che sia un Klimt, un Renoir o un Modigliani, oggi è sufficiente pagare un affitto pari a 350 euro a settimana. Il catalogo dei prodotti vanta oltre 200 pezzi d’arte moderna, disponibili per tutti coloro che dell’arte hanno fatto un consumo veloce
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più che un oggetto di contemplazione.I quadri vengono affittati solo agli iscritti al Circle Club, un circolo milanese superesclusivo interamente dedicato al noleggio di beni di lusso. Le regole sono chiare: si paga un canone pari all’1,5 % del valore dell’opera. E se ci si affeziona, si può sempre decidere di comprarla. L’idea nasce dalla volontà di alcuni imprenditori di democratizzare l’arte, creando un vero e proprio mercato. Sull’onda del ‘niente è per sempre’ quale sarà la prossima frontiera? I diamanti sono già i primi della lista.
Rent a bagOvvero come stare al passo col mondodella moda, senza spendere un capitale
La mania del ’rent a bag’, già in voga negli Stati Uniti, è approdata anche nel Vecchio Continente, grazie all’olandese Ann Kenigsberg. Ann ha ideato un sito web su cui è possibile affittare borse a partire da 20
05euro in Francia e in tutto il Benelux. E non stiamo parlando di imitazioni, tarocchi o affini, ma di vere e proprie borse firmate. Anche in Italia il fenomeno è stato accolto con successo. Sul sito www.myluxury.biz, si può noleggiare qualsiasi modello a partire da 15 euro a settimana. Fenomeno temporaneo o futuro scenario per il mondo della fashion industries?
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giro d’italia
Slot car racingL’affitto di una corsa in autoa portata di mano
Lo slot car racing nasce come hobby tra gli appassionati di modellismo ed automobili. Oggi è una disciplina con migliaia di amatori, che si cimentano in gare con auto elettriche miniaturizzate, guidate su piste dotate di circuiti. Tuttoslot.it è il primo portale in Italia che permette di affittare le tanto amate piste in miniatura. Da quelle di Montebello e Magione, a quelle in stile ‘rally’, l’attenzione per i dettagli è fondamentale. Fondo asfalto e sterrato, telecronista e schermo con il controllo dei tempi di gara, creano l’atmosfera perfetta per rendere l’ebbrezza della pista un pò più a portata ‘di mano’.
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Soli quattro minuti per un faccia a faccia e un giro di valzer. Comprare e vendere non è mai stato così veloce. Gli speed date, tra-duzione letterale: “appuntamenti a tempo”, nascono negli Stati Uniti, come occasione per fare nuovi incontri. Le regole sono po-che: uomimi e donne in batteria, orchestrati da uno speaker, che batte il tempo e tiene vivo il gioco. Alla fine della carrellata, si valu-tano le preferenze. Un bel modo, per la west
Appassionati, intraprendenti, forse per alcu-ni persino incoscienti. Sono i wwwworkers, o come li ha definiti Dan Pink, la free agent nation. Non nativi digitali, ma una tribù di eroici disertori del posto fisso. Lavoratori indefessi, che uniscono l’utile al dilettevo-le, la rete agli interessi, fino a reinventarsi completamente in nuove professioni. Non ci sono vie di mezzo. Si diventa wwwworkers per piacere o per necessità. Il movimento è semplice, quasi spontaneo, e prevede un cambiamento di mentalità: l’abbandono del certo per l’incerto. Le continue oscillazio-ni del mercato non spaventano: si fa tutto per un sogno, o più pragmaticamente per una naturale evoluzione del mondo impie-gatizio. Del resto come osserva Jeff Jarvis, noto giornalista del Guardian e uno dei più influenti blogger in tema di nuovi media: “il web ha portato sul tetto del mondo (…) un nuovo strato di umanità” che ha dato vita ad un ecosistema con tanti giocatori, impegna-ti a produrre denaro nei modi più svariati. L’e-commerce e il lavoro on-line sono il fu-turo. Chi vivrà, vedrà.
’Paghetta’ e posto fisso? Addio, con il World Wide ci penso io
Tutti pronti in batteria. Lo speaker batte il tempo
spEEdATiNg
wwwwoRkERsillustrazioni di Seltz
illustrazioni di Seltz
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society in cui la velocità è padrona, per pia-nificare anche le relazioni amorose. L’obietti-vo? Massimizzare le opportunità, facendone un sistema. Niente di più facile, a maggior ragione per le relazioni lavorative. Nati per l’amore gli speed date sono diventati subito un trend concorrenziale per ogni professio-ne. Una sorta di prova d’abilità, che attesta la vittoria del modello del libero mercato. Mordi, fuggi e lascia il segno.
Un perfetto appuntamento di lavoro...
10 REgolE pERillustrazioni di Seltz
Leggenda vuole che da un appuntamento di lavoro non si debba mai uscire in due modi: vincitori e sconfitti. Va da sè che di fronte a un futuro capo, che in quanto tale ha sempre un’irrisolta tendenza alla tirannide, ci sia solo una soluzione giusta: fare come lui. Vi odierà, ma non potrà fare a meno di voi…
state seduti come lui
non mostrate necessità del lavoro
non fornite prezzi al primo incontro
evitate di mostrarvi troppo impegnati
fate un paio di ricerche
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capite gli obiettivi dell’azienda
non parlate ma ascoltate
mai inventarsi scuse per il ritardo
se vi facesse aspettare, andatevene
andate all’appuntamento con un collega
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sopravvivenza urbana
vENTiQuATTRoRE
01 valigetta ventiquattrore grigia metallizzata, Rimowa / 02 agenda vinile nero, Filofax / 03 profumo pour homme, Gucci04 cravatta nera, Hermès / 05 kit igiene orale da viaggio, Muji / 06 MacBook Pro grigio metallizzato, Apple
07 registratore digitale grigio metallizzato, Olympus / 08 puntatrice portatile bianca, Muji / 09 pip phone, Hulger 10 porta biglietti da visita bianco, Muji / 11 agenda pelle nera, Ixos Malloni / 12 penna, Parker / 13 i-Phone 16 Gb, Apple
14 orologio da scrivania bianco, Muji / 15 libro Il Giovane Holden, J.D. Salinger, Einaudi 16 n.5 2004, anno III, L’Europeo, RCS Periodici / 17 completo giacca e pantalone grigio,Tom Thumb
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foto di Carlotta Petracciillustrazioni di Seltz
In viaggio, un tocco di eleganza e solo l’essenziale. La legge dell’efficienza investe anche il total look.
Massimo rendimento, minimo spazio. Ecco, il miglior consiglio per ogni girovago d’elezione
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01 borsa sport nera, Adidas / 02 MacBook bianco, Apple / 03 macchina fotografica, Holga Black Corner 35mm 04 custodia computer, Adidas / 05 catena argento, H&M / 06 taccuini appunti grigi, Muji / 07 cuffie, Bongo Wesc
08 t-shirt bianca, Imprinting / 09 orologio acciaio, Casio / 10 agenda bianca, Muji / 11 spilla in metacrilato nero lucido 12 i-Pod 120Gb, Apple / 13 occhiali neri, Ray Ban Wayfarer
01 rosario nero, vintage / 02 beauty-case nero, Sephora / 03 MacBook nero, Apple / 04 pochette bianca, Zara 05 t-shirt compresse, Muji / 06 pasta dentifricia, Aspesi / 07 macchina digitale Coolpix, Nikon
08 taccuino nero da viaggio, Moleskine / 09 taccuino grigio appunti, Muji / 10 spazzolini neri, Paul Smith 11 orologio acciaio, Sector / 12 eyelashes, Make Up For Ever
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Tutto questo è “Vanishing Point”, chiamato inspiegabilmente “Punto Zero” in Italia. Il pun-to inafferrabile in questione è la Dodge Chal-lenger R/T, bianca, del 1970 con un motore 440/375 HP, guidata da Kowalski che, per scommessa, deve arrivare a San Francisco in 15 ore, attraversando Colorado, Nevada e California. Una sfida impossibile? Non per lui, ex marine ed ex pilota professionista, la cui vita è stata duramente segnata da tragici avvenimenti. Il film è un unico inseguimen-to: tutta l’America puritana e bigotta contro un eroe anticonformista, sotto effetto della benzedrina. Nessuno conosce il vero mo-tivo per cui Kowalski corre: attraverso l’uso di flashback, la vicenda si dipana spiegando perché egli fugga da una società di cui non ne condivide i valori. Come “Zabriskie Point” ed “Easy Rider”, il deserto americano rap-presenta a pieno la fuga dalla civiltà e dalle grandi città. Spazi liberi, natura aspra e nes-suna sovrastruttura: Kowalski vuole sentirsi vivo. Uno speaker radiofonico di colore non vedente, emblema delle minoranze senza voce, lo guida, comunicando le mosse della polizia, mentre trasmette l’incalzante colon-na sonora rock del film. La critica sociale è
regia: Richard C. Sarafian
sceneggiatura: Guillermo Cain
fotografia: John A. Alonzo
scenografia: Glen Daniels montaggio: Stefan Arnsten costumi: Francisco Day
produzione: USA 1971
Kowalski (B. Newman), ex marine, ex corridore d’auto, ex poliziotto, scommette di percorrere in 15 ore, a bordo di una Dodge Challenger col motore elaborato, il percorso tra Denver (Colorado) e San Francisco, quasi 2000 km in linea d’aria. I poliziotti, sempre più accaniti, dei tre stati che attraversa cercano di fermarlo. Lo aiuta e lo sostiene a distanza il disc-jockey di una piccola stazione radiofonica (C. Little), nero e cieco, che nei suoi programmi musicali inserisce consigli e incitamenti all’inseguito, irrisioni agli inseguitori. Epilogo letale. La sceneggiatura è di Guillermo Cain, pseudonimo dello scrittore cubano in esilio (dal 1965) Guillermo Cabrera Infante (1929): un concentrato di stereotipi della controcultura dell’epoca (ribellismo, polemica contro l’establishment, pacifismo, simboli libertari, culto della trasgressione, elogio dei marginali, disadattati, drop-out, individualismo anarchico). A livello visivo e dinamico, però, è eccitante: il virtuosismo dell’azione e della cinepresa (fotografia di John A. Alonzo) non è quasi mai fine a sé stesso. Fu paragonato inutilmente a “Easy Rider” e a “Zabriskie Point”.
durata: 98 min.
genere: azione, drammatico
interpreti:Barry NewmanCleavon LittleDean JaggerVictoria MedlinPaul KosloRobert DonnerTimothy ScottGilda TexterAnthony JamesArthur MaletKarl SwensonSevern DardenDelaney Bramlett
Tutti inseguono Kowalski. Tutto per una sfida. Contro chi? Ovviamente, contro la società moderna. Premio in palio: nulla. Esatto, è la classica trama di un film exploitation anni ’70, post Easy Rider
dura e diretta: i giovani d’America mal sop-portano il conformismo imperante. L’inno alla libertà è totale. Quentin Tarantino è fan sfe-gatato di questo film: nell’inseguimento finale di “Grindhouse. A prova di morte” utilizza la stessa Dodge Challenger, vera protagonista del film. Tutto il film è uno spaccato di vita americano: alcuni spezzoni sono sequen-ze meramente documentaristiche. Lo sono altresì gli antagonisti: per lo più personaggi stereotipati che ben rappresentano i ben-pensanti di quell’epoca. Il finale è altrettan-to imprevedibile ed inspiegabile come tutto il film: un estremo gesto di ribellione. Sono passati molti anni dall’uscita di questo film e l’America era molto diversa: lo si guarda con lo spirito quasi nostalgico di chi ha perso l’ingenuità, che ci rendeva liberi e inconsa-pevoli.
puNTo zERotesto di Massimo Teghille
Nessuno si chiede più quando fermeranno Kowalski, ma chi lo fermerà!
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bonifico bancario su c/c intestato a Rentasì srlIBAN: IT47J0601023903100000000169
Il costo dell’abbonamento è pari a 15,00 euro e dà diritto a ricevere direttamente all’indirizzo indicato i prossimi 3 numeri di Rent.
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Rentasì srlVia Tortona, 190 47522 Cesena (Fc)
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soloAffiTTifranchising immobiliare
vEloci E viNcENTi
Appassionati di talento, con una grin-ta da vendere. Li chiamano gentleman drivers e sono tutti coloro che della velocità hanno fatto una seconda vita. Mettendo spesso in gioco le risorse personali o la fiducia di amici e sponsor di paese. Di nobili natali o nella veste più romantica, d’animo, molti di loro, hanno scalato le vette dei campionati minori, per approdare all’empireo delle auto da Mondiale. Aldo Pressiani è uno di loro, e per la prima volta quest’anno guiderà una Ford Focus WRC, un gioiel-lo da più di 450.000 euro, per la vittoria che forse si aspetta nell’International Rally Cup. Chi l’avrebbe mai detto? Solo pochi anni fa, dieci per l’esattezza, tra il pubblico di una delle tante Mille Miglia, era uno sportivo come tanti: uno sfega-tato tifoso del pallone. Poi tutto è cam-biato, indossati i panni del rallysta, ha spinto la sua carriera sportiva a velocità massima. Amatore al limite del profes-sionismo, ci spiega che il rally è tut-ta una questione di nervi e velocità di adattamento. “Per controllare una vet-tura con 300 cavalli di potenza la sola capacità tecnica non basta. Un pilota di rally deve avere i riflessi rapidi per adattarsi al terreno che cambia in con-tinuo, grande concentrazione e com-pleta fiducia nel suo navigatore”. Nel rally non si può sbagliare, non ci sono protezioni. Si corre a più di 170 km orari ai bordi di montagne, senza mai avere provato il percorso con l’auto da gara, perchè il rischio è la molla del corag-gio, pur con tanta organizzazione. Con cento gare all’attivo, vedere per credere.
Dalla ‘tribuna’ della prima Mille Miglia al brivido dell’International Rally Cup in soli dieci anni. Una vita al massimo
Il concetto di rally ebbe origine nelle competizioni fra le prime carrozze senza cavalli nel XIX secolo. Primo tra
i rally fu quello di Monte Carlo, che si corre ancora oggi, a cui seguirono gare più impegnative come la Méditerranéè-Le Cap.
nella storia
9 1
Per Aldo Pressiani, giovanissimo
franchisee Solo Affitti, (titolare delle agenzie di
Lecco 1, Bergamo 1 e Merate) la velocità
ha sempre giocato un ruolo fondamentale,
nel lavoro come nello sport. Pilota
di rally al limite del professionismo,
quest’anno correrà per la vittoria nella
International Rally Cup
il costo in eurodi un casco da gara
700
400chilometri percorsi
in mediadurante un rally
450mila euro il costo di una Ford Focus WRC
170velocità massima
in km/h
1500il costo in euro
di un tuta da gara
uno di noi
vAllE d’AosTAAosta
via Festaz, 51
t 0165 610280
Courmayeur
viale Monte Bianco 10
t 0165 846839
Saint Vincent
agenzia
in prossima
apertura
piEmoNTEAlessandria 1
via San Lorenzo, 99
t 0131 260700
Beinasco
via Torino, 6
t 011 3989991
Biella
via Lamarmora, 10/G
t 015 2520055
Carmagnola
piazza IV Martiri, 3
t 011 9715886
Caselle Torinese
via Carlo Cravero, 30
t 011 9962028
Chieri
via Garibaldi, 20
t 011 9473522
Chivasso
via degli Orti, 4
t 011 9131466
Ciriè
via Taneschie, 6
t 011 9222135
Collegno 1
corso Francia, 229
prossima
apertura
Collegno 2
agenzia
in prossima
apertura
Cuneo
corso Vittorio Emanuele II, 8
t 0171 605578
Domodossola
via Moneta, 64
t 0324 241245
Grugliasco
via Generale Perotti, 48
t 011 7807551
Ivrea
via Circonvallazione, 120
t 0125 425810
Leinì
via Carlo Alberto, 168
prossima
apertura
Moncalieri 1
via Goito, 3
t 011 0676241
Nichelino 1
via Torino, 16/C
prossima
apertura
Nichelino 2
agenzia
in prossima
apertura
Omegna
piazza Beltrami, 6
t 0323 887177
Pinerolo
via Martiri del XXI, 42
t 0121 329997
Rivalta di Torino
via I° Maggio, 57
t 011 9043177
Rivarolo Canavese
corso Italia, 44/B
t 0124 424193
Rivoli 1
corso Susa, 115/A
t 011 9534121
Settimo Torinese 1
via Machiavelli, 7
t 011 8005184
San Mauro Torinese
agenzia
in prossima
apertura
Torino 1
via Vanchiglia, 9/c
t 011 8128648
Torino 2
corso Rosselli, 87/D
t 011 3042934
Torino 3
via Madama Cristina, 115/D
t 011 6696575
Torino 4
corso Giulio Cesare, 116
t 011 2871777
Torino 5
corso Unione Sovietica, 235
t 011 6165505
Torino 6
corso Monte Cucco, 6/A
t 011 7499577
Torino 7
via Chiesa della Salute, 84/b
t 011 2207715
Torino 8
via San Donato, 5
t 011 5783230
Venaria Reale
via Canale, 8/A
t 011 4591767
Verbania
corso Garibaldi, 12
t 0323 407761
Vercelli
corso Libertà, 274
t 0161 503493
liguRiAAlbenga
via dei Mille, 139
t 0182 630134
Albisola
corso Bigliati, 140/R
t 019 485835
Genova 1
via della Libertà, 63/R
t 010 5530009
Imperia
via G. Des Geneys, 14
t 0183 274959
Imperia - Porto Maurizio
via Matteotti, 2
t 0183 62927
La Spezia 1
viale Italia, 91
t 0187 778139
soloAffiTTi
Ogni nuovo anno è carico di speranze, obiettivi e propositi. Come tutti i mer-cati, anche quello immobiliare ha le sue esigenze di cambiamento. Al suo inter-no, già tredici anni fa avevamo scelto di abbracciare un nuovo filone di offerta. L’affitto anzichè l’acquisto ci era sem-brato un business dal grande futuro. L’impegno quotidiano ce lo ha dimo-
strato. Il 2009 lo ha consacrato. Con la nascita di Rent, infatti, abbiamo scelto di dare un nuovo impulso all’internaziona-lizzazione della nostra rete. Consapevoli del fatto che nuovi pensieri, significano nuove parole. Mai come oggi, la cultura per le aziende è diventata il fulcro del-le attività. La Solo Affitti Academy forma ogni anno centinaia di aspiranti promo-
Il 2010 sarà l’anno dedicato alla formazione e all’informazione. Perchè nuovi pensieri hanno bisogno di nuove parole
tori, agenti immobiliari, veri e propri im-prenditori di sè stessi, e lo fa seguendo la visione della rete. Quella stessa rete a cui Rent parla dell’affitto come opportu-nità di vita prima di ogni altra cosa. Con questo 2010 metteremo un altro tassello nel puzzle del nostro ‘sogno europeo’. Saremo veloci, pieni di energia e anche un poco azzardati.
gioco di sQuAdRA
franchising immobiliare
9 2
Garbagnate Milanese
via Alessandro Manzoni, 42
t 02 99020231
Lainate
via Litta, 4/6
t 02 99766527
Lecco 1
via Amendola, 47
t 0341 353644
Legnano
corso Sempione, 110
t 0331 441006
Limbiate
via Turati, 33
t 02 39432755
Lissone
via G. Matteotti, 36
t 039 2143037
Lodi 1
viale Agnelli, 34
t 0371 941251
Luino
via Agosto, 15
prossima
apertura
Melzo
via San Martino, 27/29
t 02 95732462
Merate
via Don C. Cazzaniga, 25
t 039 9907542
Milano 1A
via Gian Galeazzo, 10
t 02 83242062
Milano 1B - Centro
via U. Visconti di Modrone, 4
t 02 76011898
Milano 1E
via Ripamonti, 11
t 02 22223221
Milano 3A/3B
Sempione, Fiera,
De Angeli,
San Siro
liguRiASanremo
via Roma, 2
t 0184 525507
Sanremo - San martino
corso Cavallotti, 139
t 0184 525904
Savona
via Montenotte, 98 rosso
t 019 8489572
Ventimiglia
via Chiappori, 16
t 0184 34521
lombARdiABergamo 1
via Garibaldi, 2/D
t 035 234492
Bergamo 2
via Borgo Santa Caterina, 18/A
t 035 226639
Bollate
piazza Martiri della Libertà, 9
t 02 38306571
Brescia 1
via Zadei, 39
t 030 3700894
Bresso
via Vittorio Veneto, 12
t 02 89280625
Brugherio
via C.B. Cavour, 9
t 039 2621300
Busto Arsizio
corso XX Settembre, 57
t 0331 677780
Carate Brianza
corso Libertà, 8
t 0362 991266
Casatenovo
viale Milano (Camparada), 9
t 039 6888054
Cassano d’Adda
via Vittorio Veneto, 8
t 0363 65692
Cassina de’ Pecchi
via Roma, 31
t 02 9528157
Cesano Maderno
corso della Libertà, 68/B
t 0362 522044
Cinisello Balsamo
via Garibaldi, 79
t 02 36532707
Cologno Monzese
viale Emilia, 66
t 02 2540027
Como
via Milano, 144
t 031 263180
Cornaredo
via Brera, 15
t 02 23164255
Corsico
piazza della Libertà, 2
t 02 45100932
Crema
viale De Gasperi, 7
t 0373 201760
Cremona 1
agenzia
in prossima
apertura
Desenzano del Garda
via Marconi, 46
t 030 9121083
Desio
via San Pietro, 32
t 0362 302017
Gallarate
via Borghi, 3
t 0331 790501
corso Sempione, 65
t 02 48014327
t 02 435577
Milano 3C
agenzia
in prossima
apertura
Milano 4A - Moscova
via Varese, 1
t 02 36560234
Milano 4B - Zara
via Budua, 8
t 02 89077343
Milano 4C
via Pellegrino Rossi, 16
t 02 66200267
Milano 5B
piazza Caiazzo, 3
t 02 67078454
Milano 5C
via Casoretto, 39
t 02 39620963
Milano 6
via Bellotti, 13
t 02 20240227
Monza 1
via A. Appiani, 25
t 039 2300019
Monza 2
via Cavallotti, 104
t 039 2140249
Ospitaletto
via Domenico Ghidoni, 77/A
t 030 3450851
Paderno Dugnano
via G. Rotondi, 60
t 02 99042068
Pavia
corso Strada Nuova, 128
t 0382 301936
Rho
via E. De Amicis, 38
t 02 93503480
Saronno
via Caduti della Liberazione, 25
t 02 96703002
Segrate
via XXV Aprile, 19
t 02 36630199
Seregno
via Magenta, 36
t 0362 245274
Sesto San Giovanni
via C. da Sesto, 16
t 02 23164299
Somma Lombardo
via E. Fuser, 8
t 0331 250049
Sondrio
via Nazario Sauro, 54
t 0342 350419
Trezzo sull’Adda
largo Matteotti, 3
t 02 92273037
Varese 1
viale dei Mille, 41
t 0332 830876
Vigevano 1
corso Novara, 35
t 0381 680009
Villasanta
via G. Garibaldi, 16
t 039 2912513
Vimercate
via Mazzini, 59
t 039 6260552
vENEToCastelfranco Veneto
via Puccini, 1
t 0423 724598
Padova 1
via G. Bruno, 8/I
t 049 8824785
Padova 2
via dei Livello, 37
t 049 650628
Padova 3
via Falloppio, 28
t 049 657258
San Donà di Piave
via Stefani, 12
t 0421 333146
S.Giovanni Lupatoto
via Madonnina, 5/C
t 045 8753040
Thiene
via Santa Maria Maddalena, 8
t 0445 374138
Verona 2
via Betteloni, 2
t 045 532577
Verona 3
via G. Mameli, 88
t 045 8309494
Vicenza 1
via Europa (Cavazzale), 149
t 0444 298822
TRENTiNo AlTo AdigERiva del Garda
viale Dante, 78
t 0464 557616
fRiuli vENEziA giuliAMonfalcone
via Duca d’Aosta, 55
t 0481 413642
Trieste 1
via di Tor Bandena, 3/B
t 040 3498720
Udine 1
via Roma, 27
t 0432 229788
elenco affiliati
Nasce Solo Affitti Spa, il primo franchising specializzato nei servizi per la locazione.
Solo Affitti conta oltre250 agenzie su tutto il territorio nazionale.
1197 2010
9 3
EmiliA RomAgNABellaria
via Roma, 47
t 0541 345137
Bologna 1
via Malaguti, 2/D
t 051 254585
Bologna 2
via Mazzini, 113
t 051 6360568
Bologna 3
via A. Costa, 67
t 051 6146859
Bologna 4
via G. Marconi, 28D
t 051 6494477
Bologna 5
via Toscana, 9/D
t 051 444001
Carpi 1
via C. Marx, 9
t 059 645787
Carpi 2
corso M. Fanti, 63
t 059 657102
Cattolica
viale Mazzini, 171
t 0541 968202
Cento
via Olindo Malagodi, 11/a
051 6832236
Cervia
via Parini, 15/A
t 0544 973529
Cesena 1
corso Cavour, 5
t 0547 610802
Cesena 2
via C. Cattaneo, 360
t 0547 602030
Cesenatico
via Roma, 3
t 0547 675194
Collecchio
strada Giardinetto, 6h
t 0521 802837
Correggio
viale Vittorio Veneto, 4D
t 0522 694825
Faenza 1
corso Garibaldi, 18
t 0546 667302
Ferrara
via Bologna, 47
t 0532 792090
Forlì
largo de Calboli, 7
t 0543 26398
Forlì 2
viale Spazzoli, 110/A
prossima
apertura
Forlimpopoli
via Emilia per Cesena, 48
t 0543 741102
Formigine
via Trento Trieste, 83
t 059 573845
Fornovo di Taro
via Nazionale, 18
t 0525 404325
Imola
viale A. Costa, 1
t 0542 25598
Langhirano
via XX Settembre, 14/4
t 0521 858086
Mirandola
via Roma, 25
t 0535 20654
Modena 1
via Medaglie d’oro, 23/C
t 059 3094057
Modena 2
via Giardini, 294
t 059 359759
Parma 1
via della Repubblica, 97
t 0521 386584
Parma 2
via Gramsci, 19/B
t 0521 940170
Ravenna 1
viale Alberti, 27
t 0544 276000
Ravenna 2
via Maggiore, 163/A
t 0544 461197
Ravenna 3
via Sant’Alberto, 21
t 0544 453067
Reggio Emilia 1
piazza XXIV Maggio, 1/G
t 0522 406304
Reggio Emilia 2
viale Regina Elena, 10/A
t 0522 512182
Riccione
viale Ceccarini, 211
t 0541 609008
Rimini 1
via XX Settembre, 74/76
t 0541 787315
Rimini 2
via Tiberio, 18
t 0541 709802
Rubiera
viale della Resistenza, 4
t 0522 1713931
S.Giovanni In Persiceto
via Saati, 5
t 051 824445
S.Lazzaro di Savena
via Repubblica, 24
t 051 450823
Santarcangelo di Romagna
via Ugo Braschi, 60
t 0541 1831481
Sassuolo
via Pia, 12
t 0536 1845560
Savignano sul Rubicone
corso G. Perticari, 54
t 0541 941447
ToscANAArezzo 1
via A. dal Borro, 47
t 0575 401741
Arezzo 2
via Vittorio Veneto, 244
t 0575 942334
Campi Bisenzio
via B. Buozzi, 143/a
t 055 890150
Empoli
via S. Lavagnini, 59
t 0571 74293
Firenze 1
via Vittorio Emanuele II, 34 R
t 055 4633278
Firenze 2
viale Guidoni, 75/G
t 055 4288247
Firenze 3
viale dei Mille, 77 Rosso
t 055 5520646
Firenze 4
viale F. Talenti, 22
t 055 700124
Firenze 5
via Poggio Bracciolini, 25
t 055 6810430
Grosseto
via Scrivia, 6
t 0564 416743
Livorno
viale Petrarca, 182
t 0586 861173
Livorno 2
via dell’Ardenza, 55
t 0586 808322
Lucca 1
via C. Castracani, 85
t 0583 396863
Montecatini
via Matteotti, 148 (Pieve a Nevole)
t 0572 80498
Pisa 1
via Giusti, 20
t 050 579740
Pistoia
corso Fedi, 16
t 0573 976198
Prato1
via Roma, 62/A
t 0574 605280
Prato 2
via Masaccio, 1/3
prossima
apertura
San Casciano in Val di Pesa
piazza Pierozzi, 4
t 055 8294668
Scandicci
via Dante, 41
t 055 0516103
Sesto Fiorentino
via G. Matteotti, 7
t 055 4484427
Siena
via Vittorio Emanuele II, 52
t 0577 236210
umbRiABastia Umbra
via Firenze, 61
t 075 8002715
Gubbio
via Perugina, 12
t 075 9222659
Perugia 1
via XX Settembre, 92/O
t 075 5733221
Perugia 2
via Settevalli, 18
t 075 5058595
mARchEFalconara
via Flaminia, 538
t 071 9160348
Fano
via IV Novembre, 11
t 0721 1797005
Jesi
viale Lavoro, 4H
t 0731 215672
Macerata
corso Cairoli, 12
t 0733 291368
Ostra
via Del Pescatore, 1
t 071 7987021
S.Benedetto del Tronto
via Piemonte, 93
t 0735 782792
Senigallia 1
strada Prima, 2/A
t 071 6609814
AbRuzzoAlba Adriatica
viale della Vittoria, 62
t 0861 753001
Chieti
viale Abruzzo, 10
t 0871 574825
soloAffiTTi Le parole d’ordine saranno: velocità, energie e azzardo. Un ritorno alle nostre origini e un’altra sfida lanciata al futurofranchising immobiliare
9 4
AbRuzzoFrancavilla
via Nazionale Adriatica, 1
t 085 4916059
Giulianova
via Trieste, 71
t 085 9040249
Lanciano
via Dalmazia, 9
t 0872 709677
Montesilvano
corso Umberto, 315
t 085 4492640
Pescara 1
viale G. Bovio, 166
t 085 4224546
Pescara 2
viale della Pineta, 14/3
t 085 4531281
Pescara 3
agenzia
in prossima
apertura
Vasto
via Ciccarone, 67
t 0873 380407
lAzioAnguillara Sabazia
largo dello Zodiaco, 11
t 06 9968902
Aprilia
via G. Matteotti, 73
t 06 9200288
Ciampino
via di Morena, 207
t 06 79327471
Nettuno
via Cavour, 57/59
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Roma 1
via Gregorio VII, 164
t 06 39370021
Roma 2 - Parioli
via Po, 50/C
t 06 8541654
Roma 3 - S.Giovanni
via Gallia, 156
t 06 7004406
Roma 4
circonvallazione Ostiense, 179
t 06 97271418
Roma 5 - Monteverde
via Crivelli, 3
t 06 83766787
Roma 6
corso Regina Maria Pia, 57
t 06 56305532
Roma 7
via Calpurnio Fiamma, 63
t 06 76962201
Roma 8 - Prati
viale degli Scipioni, 86
t 06 39742488
Roma 9 - Marconi
via G. Volpato, 1
t 06 5561712
Roma 10
via Veturia, 68
prossima
apertura
Roma 13
via Galla Placidia, 13
t 06 43597522
Roma 14
via della Lega Lombarda, 31
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Roma 19 - Eur bis
largo F. Juvarra, 15
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Velletri 1
piazza Cairoli, 24
t 06 9641197
pugliABari 1
piazza Padre de Pergola, 69
t 080 5760035
Barletta 1
via Monfalcone, 22
t 0883 534200
Brindisi1
via dé Carpentieri, 29
t 0831 563126
Foggia 1
corso Giannone, 148
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