LA SCUOLA D'INFANZIA: AMBIENTE EDUCATIVO PER SVILUPPO DELLA COSCIEN DEL BAMBINO
Enza Palombo - Psicologa NPF
G li Orientamenti educativi didattici per la scuola dell'infanzia rappresentano una tappa fondamentale e riconoscono giuridicamente fondato il concetto di scuola d'infanzia come primo grado di tutta la nostra costruzione formativa.
La società di questo scorcio di millennio è fondamentalmente una società complessa in continuo cambiamento e transizione. Negli ultimi anni si è assistito all'affermarsi della cosiddetta cultura immateriale legata all'immissione sul mercato di media computerizzati, con il conseguente privilegio della dimensione dell' apparire rispetto a quella dell' essere; alla nascita di nuove ricchezze e nuove povertà connesse con il cambiamento della percezione dei bisogni fondamentali dell'uomo; all'avanzare dei problemi derivanti dall'esigenza pressante di accogliere e integrare persone di altre etnie ed altre culture, per avvicinarsi sempre più ad una concezione multietnica e integrata della vita e della società.
Questa evoluzione - contrassegnata dall'apertura dei modelli culturali precedenti e dalla conseguente appartenenza di ciascun membro della famiglia a "reti" culturali, ludiche, associative diverse - ha messo progressivamente in crisi il "mestiere" di genitore, creando una frantumazione del sistema familiare e rendendo sempre più difficile la comunicazione sia tra genitori che nel rapporto tra genitori e figli.
L'infanzia, anche se vissuta come investimento fondamentale, rischia di non trovare nel contesto della famiglia i punti di riferimento formali e sostanziali. Gli affetti, i sentimenti, le emozioni, elementi fondamentali dei rapporti familiari e sociali, acquisteranno un valore duraturo solo quando il dialogo, la stima ed il rispetto reciproco non saranno pretesi ma liberamente riconosciuti in base alla qualità dei rapporti sviluppati nel tempo.
Il nostro secolo è riuscito ad assicurare solo in modo parziale i diritti esistenziali e culturali dell'infanzia. Violazioni, anche involontarie, dei diritti dell'infanzia avvengono ogni giorno attraverso condizionamenti, imposizioni, umiliazioni, ricatti, maltrattamenti. Sfruttamento, denutrizione, mortalità precoce per malattie o per violenze interessano ancora i due terzi dei bambini e delle bambine della Terra. Ai bambini e alle bambine
36 eN ".2/2005
di oggi continuano ad essere negati alcuni diritti fondamentali come quello di esprimere propri autentici modi
di essere e proprie forme di autonomia nelle quotidiane scelte di vita.
La scuola dell' i,nfanzia, come primo ambiente forma
tivo-educativo, rappresenta il luogo di esperienza e di apprendimento per recuperare e promuovere i diritti fondamentali ed universali del bambino contenuti nel
genoma di ogni essere umano. La Neuropsicofisiolo
gia evidenzia infatti che ogni essere umano ha delle
pulsioni genetiche con le quali ricerca l'affermazione di se stesso in quanto realtà psicofisica e spirituale unica ed irripetibile: tali pulsioni spingono all' affermazione della dignità, alla ricerca di libertà, piacere, gratificazione, giustizia, amore. Queste pulsioni fisiologiche innate nell' essere umano spingono l'individuo
ad evolversi. il rispetto dei diritti fondamentali del bambino si concretizza quindi nel rispetto delle sue
pulsioni genetiche. Occorre pertanto una strategia edu-
cativa che sulla base di queste conoscenze stimoli il bambino a prendere coscienza di sé promovendo una
gestione autonoma della propria crescita nell'ambiente.
Obiettivi culturali ed educativi della Scuola d'Infanzia
La scuola de Il 'infanzia si qualifica come luogo di apprendimento e socializzazione intenzionalmente organizzato per i bambini della seconda infanzia (da tre a sei anni). Ad essa viene attribuita una pluralità di funzioni garanti del diritto dell'infanzia a costruire la propria identità, autonomia e competenza intellettuale, sociale e valoriale.
La funzione educativa della scuola dell'infanzia, pertanto, si articola in compiti di natura culturale e formazione educativa finalizzata a valorizzare l'esperienza di ogni singolo bambino. I suoi obiettivi sono: l) sviluppare tutte le dimensioni della personalità del bambi-no e della bambina attraverso una specifica ('ff'
CN37
l ! I I !
progettualità pedagogica e didattica capace di porsi in relazione con la pluralità dei eontesti fonnativi extra-scolastici; 2) valorizzare l'identità culturale e personale di ciascun bambino, anche mediante interventi sulle situazioni di svantaggio culturale e sulle difficoltà cognitivo-relazionali; 3) elaborare una cultura dell'infanzia tesa a promuovere la partecipazione e gestione sociale intesa come opportunità per le famiglie, di scambio, confron~o, comprensione di cultura e stili di vita diversi.
La scuola come ambiente sociale
N ella nostra come in molte altre culture,i bambini trascorrono gran parte del loro tempo a scuola. È allora naturaM chiedersi: quali sono le caratteristiche peculiari della scuola tradizionale in quanto ambiente sociale? In che modo le capacità dei bambini di adattarsi al sistema scolastico potrebbe dipendere dai valori con cui sono a contatto al di fuori della scuola?
L'ambiente scolastico tradizionale è ben delineato da Weinstein (1991): «Dopo averli assegnati ad una classe fonnata quasi sempre da ragazzi a loro estranei, e qualche volta persmo ostili, ci si aspetta che i bambini interagiscano fra loro armoniosamente ... A dispetto della loro naturale spinta a cooperare, di solito li si costringe a lavorare in modo competitivo ... ».
La natura fortemente competitiva è una delle caratteristiche più evidenti della scuola, quando è confrontata con altri contesti sociali. Per giunta, le prestazioni dei bambini in classe sono continuamente valutate e messe a confronto. Persino il gioco, a scuola, è in genere competitivo e valutato da persone adulte.
Studi condotti in ogni parte del mondo indicano che nella maggio-
38 CN n.2/2005
ranza delle culture l'adattamento dei bambini al complesso di condizioni imposto dalla scuola avviene con grandi difficoltà (Whitin B.B., Edwards C.P., 1988). Nei paesi occidentali la disapprovazione dei metodi pedagogici fondati sul rigido controllo delle attività dei bambini ha portato periodicamente a sperimentare metodi alternativi.
Secondo la Neuropsicofisiologia il tennine educazione implica un metodo che renda consapevoli bambini e ragazzi del loro processo di crescita e di apprendimento, attraverso percorsi che inducono nel cervello il piacere di costruire conoscenza. L'intervento educativo diviene così flessibile, creativo ed è mirato a stimolare nel bambino le sue potenzialità.
Molto spesso gli educatori fanno tutt' altro che indirizzare le capacità di apprendimento dei bambini loro affidati. Invece, proprio nell' età compresa fra i tre e i dieci anni il cervello dei bambini è alla continua ricerca di nuovo nutrimento, che il mondo in effetti offrirebbe in abbondanza. Lo sviluppo del cervello necessita di una continua interazione con il mondo esterno. Di solito non viene fatto quasi mai il tentativo di potenziare le capacità esistenti del bambino, anzi, si cerca di equilibrare le carenze che emergono dal confronto tra i programmi scolastici che devono essere portati a compimento e le effettive conoscenze.
Curiosità, interesse, piacere e motivazione sono le premesse per imparare qualsiasi cosa.
Ogni apprendimento, infatti, è sempre legato alla motivazione e all'emozione positiva prodotta dali 'acquisizione di nuove conoscenze. A questo scopo il gioco costituisce uno dei connotati essenziali della scuola d'infanzia «non più inteso come semplice divertimento e attività spontanea, ma soprattutto come risorsa privilegiata di apprendimento e di re-
e concorre a realizzare le potenzialità del e a relazionarsi a se stesso e agli altri in una
di aspetti, di desideri e di funzioni.» .,1991).
'uv(UV1.v dovrebbe insegnare al bambino a rila soluzione ai problemi attraverso attività
in cui possa provare gioia. Il pia-gioia infatti polarizzano positivamente il facilitando lo sblocco del cervello dalle
:onserttetlClc,gll· di sperimentare sentimenti e t:tannentl più liberi e sicuri.
lli>UL,L,R/H'" di benessere e piacere vissuta du
promuove la sintonia e il dialogo con. Inoltre, attraverso l'osservazione, l'inse
può rilevare eventuali forme di disagio o tn)J,ol1:arrlenlti che possono essere corretti attraver
so di strategie più funzionali e adattive. Senza emozione positiva (piacere), motivazione e adeguamento delle caratteristiche dello stimolo all'età, non c'è apprendimento funzionale alla crescita conoscitiva. La famiglia alla quale è ri
una irrinunciabile funzione educativa .""""C't11'\t., il contesto prioritario di riferimento per
di rapporti stabili e continuativi sia
nel suo intento educativo informa e l'inforpuò produrre effetti positivi laddove pod effetti negativi laddove condiziona
il premio o la punizione), tutto dipende qualità. Ecco, quindi che la qualità dell' e
è direttamente proporzionale alla qualità JH1.1UL.1Vl.1'" che la scuola stessa produce al
Occorre quindi capire che è l'educastrumento fondamentale attraverso il quale umano nasce in coscienza e prende consa
di sé in un processo funzionale irifìnito accompagnerà durante tutto l larco della sua
D
N., "Progetto UE scuola materna, commento ai IriA,ntamAnti", 1991, Ed. La Scuola, Roma .
. S., (1991) The classroom as a social con"Annual review of Psychology", 42,
B.B. e Edwards, C.P. (1988). Children ofdiffethe formation of social behavior. Cambridge, University Presso
CN39