Capaci 1992: il ricordo sconfigge la paura

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21 anni dopo il dramma di Giovanni Falcone dalle pagine d'archivio de "la Discussione"

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Il 23 maggio di 21 anni fa un ordigno

infernale esplodeva nell’area di Ca-

paci, in Sicilia, uccidendo il giudice

Giovanni Falcone, la moglie Francesca

Morvillo, e tre agenti della scorta.

Fu, questo attentato, il punto più alto

della strategia eversiva della mafia, che

aveva avuto in Falcone un avversario de-

ciso e capace, e solo ora a distanza di

tanti anni la Direzione Antimafia è riu-

scita ad individuare più di 70 persone ri-

tenute implicate nella sanguinosa

vicenda.

La bomba di Capaci non uccise solo un

magistrato integerrimo, che aveva rico-

perto ruoli di grande responsabilità, ma

deflagrò, in termini figurati, anche una

situazione politica già tesa e se-

gnata dalle inchieste dei

magistrati milanese.

Il parlamento che si

era bloccato sul

nome del nuovo

presidente della re-

pubblica improvvi-

samente si riscosse

dalla sindrome

degli agguati reci-

proci ed elesse Scalfaro al Quirinale . Il

governo che ne nacque fu travagliato

dall’imperversare di continui avvisi di ga-

ranzia, ma la sorte della prima repub-

blica era ormai segnata.

Una pubblicistica affamata di scandali

concorse a costruire la pietra tombale su

un esperienza durata più di 50 anni: le

istituzioni rischiarono di tracollare nel-

l’incalzare di iniziative giudiziarie e nei

sospetti lanciati ma mai provati di sup-

posti personaggi mandanti dell’offensiva

mafiosa.

L’azione dello Stato ha neutralizzato le

cosche protagoniste dell’offensiva dina-

mitarda, ma la mafia resta, con la ca-

morra, e la ndrangheta, un tumore che

diffonde metastasi su tutto il corpo

del Paese.

Non è più un problema

meridionale, è un pro-

blema ge-

nerale che coinvolge e inquina poteri lo-

cali mondo delle imprese e finanza, e che

si lega alla minaccia planetaria di una de-

linquenza organizzata, alimentata dal

turpe mercato della droga.

Tornano qui appropriate, quale diagnosi

della deriva nella quale si estendono e si

formano i fenomeni delinquenziali, le pa-

role di Papa Francesco quando ha de-

nunciato i frutti avvelenati di un

capitalismo avvelenato che – sono sue

parole - “ha insegnato la logica del pro-

fitto ad ogni costo, del dare per ottenere,

dello sfruttamento senza guardare alle

persone “

Sulla forza morale di questo ammoni-

mento bisogna costruire orizzonti

nuovi, che vedano accanto all’azione

preventiva e repressiva delle forze

dell’ordine l’affermarsi di un’etica di-

menticata quella del dovere, della so-

brietà, della solidarietà.

21 anni dopo la sua lotta

alla Mafia continuaIl dramma che sconvolse l’Italia, segnando una linea di demarcazione

tra la Prima Repubblica, sconvolta da “Tangentopoli”, e una Seconda

Repubblica dalle belle speranze, purtroppo rimaste inespresse

di Giampero Catone

Direttore politico

“La Discussione”

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“L'importante non è stabilire se uno

ha paura o meno, è saper convivere con la

propria paura e non farsi condizionare dalla

stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti

non è più coraggio ma incoscienza.“

Giovanni Falcone

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