IL CICLO DI LEZIONI PROPOSTE DALL’UNIVERSITA’ DEL … · 6 PRIMO PIANO I cambiamenti...

Post on 06-Apr-2019

219 views 0 download

transcript

IL POPOLOGiovedì 8 marzo 2018

6 PRIMO PIANO

I cambiamenti dell’autonomia locale nella società

Qual è il senso della pre-senza del Dottorato, di cuilei è il promotore, nella re-altà provinciale alessandri-na?Quando nel 2008 lo fondam-mo, poco dopo il mio arrivonell’Università del PiemonteOrientale, volevamo colmareun’assenza e rafforzare il le-game territoriale. Per questaragione, decidemmo di o-rientare il Dottorato di ricer-ca sui temi delle autonomielocali e dei servizi pubblici,senza dimenticare i diritti dicittadinanza. A dieci anni didistanza, possiamo dire chegli esiti sono stati lusinghierie spingono ad una ancorapiù forte integrazione del-l’attività di ricerca e didatti-ca con le istituzioni e il terri-torio. La scelta del tema diquest’anno lo conferma: ca-pire le trasformazioni del-l’autonomia locale è la pre-messa per bene amministraree per essere bene ammini-strati.

Nel programma del Dotto-rato, il prossimo incontrosarà dedicato alle provin-ce, tema su cui c’è moltodisorientamento. Proprio così. Venerdì 16marzo, nella sala del Consi-glio provinciale di PalazzoGhilini, tratteremo l’evolu-zione della provincia nel no-stro ordinamento. Si tratta diun evento emblematico percapire come lavora il Dotto-rato. Abbiamo chiesto di in-tervenire a quello che oggi èil principale studioso del te-ma, il professor Gian Candi-do De Martin della Luiss diRoma. Come sappiamo, questo entecon funzioni così delicate edi grande rilievo sta attraver-sando una fase di grandemalessere. Proposte frettolo-se di soppressione ne hannofortemente demotivato am-ministratori e personale. Lascelta dell’elezione di secon-do grado sarebbe stata menotraumatica in presenza diuna maggiore chiarezza sufunzioni e futuro dell’ente. Non credo dunque di sba-gliare se dico che il pome-riggio del 16 marzo saràmolto utile non soltanto aigiovani dottorandi, ma an-

che ad amministratori in ca-rica, a dirigenti e dipendentidella nostra amministrazioneprovinciale.

La provincia di Alessan-dria è un territorio com-plesso, variegato. Come può l’Università aiu-tare il territorio a esprime-re tutte le sue vocazioni?Molti anni fa, uno dei più il-lustri alessandrini del ’900,Giovanni Sisto, scrisse un li-bro intitolato “Alessandria.Una provincia diversa”. Secondo l’autore, è diversanel senso di diversa dalle al-tre, ma anche di diversificataal proprio interno: le zonedella provincia e ilro centrizona stentano a riconoscere,per ragioni soprattutto stori-che, un ruolo primario allacittà capoluogo. Prendiamoil tortonese: un territorio conuna storia risalente, una fittarete di legami con altre pro-vince e altre regioni, una suafierezza identitaria. E lo stes-so potrebbe dirsi per il casa-lese, l’acquese e così via. Non è facile, in questa situa-zione, fare sistema provin-ciale, ma ciò è indispensabi-le per concorrere e compete-re in un mondo globale. In questa situazione, l’Uni-versità del Piemonte Orien-tale, e in particolare le suearticolazioni presenti e futu-

re nell’alessandrino, possonoaiutare in misura decisiva afare sistema.

Negli incontri precedenti,anch’essi aperti non sol-tanto a dottorandi e stu-denti, ma a sindaci, ammi-nistratori, dirigenti e fun-zionari di enti locali, avetededicato spazio alla storiadell’idea di autonomia lo-cale, soprattutto agli studidi Santi Romano e all’ela-borazione del pensiero cat-tolico di inizio Novecento. Si potrebbe dire che l’ave-te presa un po’ alla lonta-na…Personalmente, sono dasempre convinto che si rie-scono a capire e ad interpre-tare le cose soltanto metten-dole in prospettiva storica. Epoi non bisogna pensare cheparlare di Santi Romano o diLuigi Sturzo, o di CostantinoMortati, non abbia a che farecon i problemi di oggi. Staresulle spalle di giganti è sem-pre utile. Enzo Balboni eJörg Luther, gli studiosi chehanno animato insieme a mel’incontro di febbraio, cel’hanno dimostrato con chia-rezza. Un esempio. Oggi siparla molto di autonomia re-sponsabile, cioè di un ap-proccio che valorizza le au-tonomie senza perdere di vi-sta l’insieme in cui si inseri-

scono. Ma per comprenderebene di che cosa stiamo par-lando, dobbiamo riandare al-le proposte sturziane di ini-zio ’900, che avevano di mi-ra il cambiamento dello Sta-to a partire dalle autonomielocali, e che dunque, a diffe-renza di altre proposte coeve(per es. il cosiddetto sociali-smo municipale), non valo-rizzavano un localismo finea se stesso, ma, appunto, re-sponsabile.

Il Dottorato da tempo or-ganizza, nel mese di mag-gio, una “Settimana di stu-di sulle autonomie locali”. Ci sarà anche quest’anno?Certamente, anzi, trattandosidella decima edizione, saràancora più impegnativa. Sisvolgerà tra il 7 e il 12 mag-gio e avrà per tema generaleil rapporto tra autonomie lo-cali e Unione europea, e viparteciperanno, oltre che ipiù affermati studiosi dellamateria, italiani e stranieri,anche esponenti delle istitu-zioni giurisdizionali euro-pee. Sarà una settimana in-tensa, tra convegni, presen-tazioni di libri, serate a tema,nel corso della quale Ales-sandria si troverà al centrodell’attenzione di tutti coloroche operano all’interno deglienti locali e attorno ad essi.

Stiamo studiando, per il fu-turo, di articolare la Setti-mana prevedendo appunta-menti non solo nella città diAlessandria, ma in altri cen-tri zona della provincia.

Un’ultima domanda, pro-fessor Balduzzi. Lei è at-tualmente membro delConsiglio superiore dellamagistratura e il suo man-dato cesserà, se non erro,in autunno.Tornerà in Università?Dopo sette anni di esperien-za e di servizio nelle istitu-zioni come Ministro, parla-mentare e presidente di com-missione, e ora come consi-gliere Csm, penso di dovere

riversare nell’attività didatti-ca e nella ricerca all’internodell’università in cui sonostato incardinato nel 2011,l’Università Cattolica delSacro Cuore. Ma, come ho fatto in questianni, continuerò, se i colle-ghi lo vorranno, nell’impe-gno di responsabile scientifi-co all’interno del dottoratoalessandrino. Cercheremoanche di ristabilire un colle-gamento tra questo dottora-to, il cui curriculum sulle au-tonomie locali è unico inItalia, e l’ateneo milanese: lesinergie tra una universitàgrande e una più piccola so-no assai preziose.

Matteo Colombo

IL CICLO DI LEZIONI PROPOSTE DALL’UNIVERSITA’ DEL PIEMONTE ORIENTALE AD ALESSANDRIA

Da molti anni è attivo, presso l’Università del Piemonte Orientale, il Drasd (Dottorato di ricerca sulle autonomie locali, servizi pubblici e diritti di cittadinanza) che quest’anno propone un ciclo di lezioni aperte sui cambiamenti del concetto di autonomia locale

e della relativa pratica. Il responsabile scientifico del Drasd è il prof. Renato Balduzzi, membro del Consiglio superiore della magistratura. A lui abbiamo rivolto alcune domande su come questa iniziativa possa rafforzare i legami tra il territorio provinciale, le istituzioni e l’università.

La sede di Alessandria dell’Università del Piemonte Orientale

Il professor Gian Candido De Martin

Il professor Renato Balduzzi