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LA CONSULTA SPIEGA L'INTERVENTO SULLA «40»

La sostanza della legge restanonostante la brutta sentenza

FRANCESCO OGNIBENE

La legge 40 è una legge chefunziona, dati alla mano: più

•gravidanze, meno effetti collateralinegativi, successi clinici e scientificicrescenti. Tutto documentato dallecifre ufficiali fornite solo pochesettimane fa dai centri dove si realizzala fecondazione assistita in Italia e dalle

ricerche pubblicate sulle riviste di settore. A questirisultati si è giunti attraverso - e non malgrado - normeche, in un delicato intreccio di garanzie e divieti, haposto al centro la tutela dell'embrione. La sentenza conla quale la Corte Costituzionale ha messo parzialmentemano a questa struttura calibrata ed efficiente,pronunciamento del quale ieri sono state rese note lemotivazioni, vorrebbe in un certo senso cambiarel'ordine dei fattori partendo da un'affermazione - «latutela dell'embrione non è assoluta» - che lascia più cheperplessi, anche se poi non le riesce di alterare più ditanto la macchina che ha mostrato di saper equilibrarediritti di più soggetti in una materia delicatissima.La Consulta ha spiegato di aver rimosso il limitemassimo di tre embrioni realizzabili a ogni ciclo diprocreazione assistita per proteggere meglio la «salutedella donna» da insidie come le gravidanzeplurigemellari e le patologie che derivano dai troppi cicliper ottenere una maternità. Ad aver la pazienza discorrere i dati scientifici, più volte evocati dagli stessigiudici come doveroso riferimento per ogni scelta,risulta però evidente che la «salute della donna» èsempre meglio garantita dall'applicazione di una leggeche gli addetti ai lavori stanno imparando a maneggiarecon crescente sicurezza ed efficacia: i centri piùprofessionali vantano un tasso minimo di gravidanzecon tre gemelli, mentre la temutissima sindrome daiperstimolazione ovarica ha nell'Italia uno dei Paesi con1 incidenza più bassa.

E allora, perché tentare di intervenire in una legge chefunziona? E perché farlo con una sentenza cheintroduce più di un'ambiguità interpretativa e chedunque è per questo votata a non essere presa tropposul serio? Se è intento e scopo istituzionale della Cortetogliere ogni nebulosità alle leggi, con le argomentazionidiffuse ieri si è ottenuto l'effetto opposto. Affidandoall'«autonomia e responsabilità del medico» la sceltacaso per caso sul numero di embrioni da creare come suquelli da impiantare o da accantonare e congelare, igiudici hanno introdotto un alone di discrezionalità chenon solo il legislatore aveva accuratamente provvedutoa dissolvere, ma anche i medici avevano imparato adapprezzare come sfida per risultati più chesoddisfacenti. La Corte ha poi lasciato in piedi il divietodi crioconservazione (articolo 14) inserendo una«deroga al principio generale» per effetto di una «sceltamedica», in vista - beninteso - della «salute delladonna». Ma chi stabilisce l'estensione di questa deroga?Come può la Consulta confermare la persistenza di undivieto tanto netto - l'avrebbe potuto cassare ma nonl'ha fatto - e insieme ammettere la sua violabilità in basea condizioni fumose? A rendere ancor più incerto ildiritto in una materia tanto sensibile è la possibileriapertura dei congelatori dove i centri di fecondazioneassistita dovrebbero stoccare gli embrioni avanzati einutilizzati: che ne sarà di loro se il primo embrioneimpiantato avrà già prodotto una gravidanza? Senzacontare che la legge all'articolo 6 continua a prescriverel'obbligo di impianto di tutti gli embrioni realizzati.No, la legge 40 non è stata affatto smantellata. Bastascorrere unugqlo di vincoli ancora leggibili a chiarelettere e lasciati integri anche dall'ampio argomentaredelle motivazioni. Vogliamo ripassarli? Restano vietati«qualsiasi sperimentazione su ciascun embrioneumano», la «produzione di embrioni umani a fini diricerca», «ogni forma di selezione a scopo eugenetico»,«interventi di clonazione» e «produzione di ibridi»(articolo 13), la «soppressione di embrioni» così come la«riduzione embrionaria di gravidanze plurime», conl'obbligo di non «creare un numero di embrionisuperiore a quello strettamente necessario» (articolo14). Su tutto, quel passaggio dell'articolo 1 dove si fissacome premessa generale che la legge «assicura i diritti ditutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito».La legge resta, i successi anche. A chi serve allora questasentenza?

COME DUEMILA ANNI FA

A ritroso, il viaggio di Pietrocon in mano anche lui le reti

DAVIDE RONDONI

11 Papa inviaggio versola Terra Santa

è accompagnatodall'ombra di sanPietro che fece ilviaggio inverso(da Gerusalemme

a Roma). Con Benedetto XVI ècome se l'apostolo facesse aritroso il medesimo percorso.Pietro che andò da Gerusalemmea Roma è la "controfigura"potente di questo viaggio delPapa. Se non si tiene conto deltracciato di Pietro, non si vedebene cosa sta disegnando iltracciato di Benedetto. E comeallora Pietro incontrò nel suocammino terre non cristiane, lostesso accadrà a Benedetto. Che sifermerà ad annunciare la sostanzadel Vangelo dove qualcuno vorràascoltano. Un viaggio al contrariodi quello di duemila anni fa. Epero un viaggio esattamentecome duemila anni fa, di

annuncio e di testimonianza.Perché il Parja fa il Papa. CioèPietro. Non e capo di unorganismo politicointernazionale. Non è unmediatore incaricato da nessunOrni. E oggi, per così dire, Pietroripercorre i propri passi. Ritornasul suo tragitto. E ripercorrendo lastrada fatta allora per andare adannunciare il Vangelo e per morirea Roma divenendo, con ilmartirio, la "pietra", come loaveva chiamato il suo amatoamico Gesù, Benedetto comePietro riporterà sul luogo dove ilcristianesimo è nato, la stessa fededi allora arricchita di tanta storia edi tante esperienze. Mostrandocome l'annuncio cristiano non ècontro alcuno, ma favoriscel'uomo in ogni luogo - e perciòpotrà celebrare una Messa in unPaese quasi totalmentemusulmano. In questo modo lafede degli inizi e la fede che haduemila anni di storia si mostrano

con lo stesso volto. Capace dimiracoli. Come ad esempiospostare la montagna delpregiudizio secondo cui sono lereligioni a minare la convivenzadei popoli. La santa Messacelebrata nella capitale dellaGiordania, non è solo il prodigiososegno che va in controtendenzarispetto ai luoghi comuni sulrapporto tra isiam e cristianesimo.Prima ancora di essere unpreziosissimo segno di dialogo econvivenza in un mondo dove,proprio coloro che spessoinvocano dalla Chiesa più dialogo,sono fautori faziosi di rotture e discontri, ad ogni livello, la Messa inGiordania è un gesto come quelliche Pietro faceva quandoviaggiava. Un segno per i suoi (eper tutto il mondo), un annuncio.E un segno poiché come perPietro che si mise in viaggio,accadeva che al suo passaggio siradunavano le piccole primecomunità cristiane, allo stessomodo, in questo "ritorno di Pietrosui suoi passi" le comunità nonenormi di ora si radunano. E leparole che risuoneranno nonsaranno molto diverse da quellerisuonate nel viaggio di "andata"da Gerusalemme a Roma.L'annuncio della speranza. E laripetizione che Pietro per le primetre volte compie nel Vangelo e pòi,nel suo cuore, per tutta la vita:«Signore, tu lo sai che ti amo».

LA STRANA MUFFA DELLE BIBLIOTECHE VENEZUELANE

Chavez sostituisce i libri scomodiMa senza idee, nascono muraglie

ATRSSANDRO ZACCURI

I 1 combustibilec'è già inabbondanza,

ed è il petroliovenezuelanoappenanazionalizzato dalpresidente Hugo

Chavez. Se poi il rogo dei libri"controrivoluzionari" sia davvero inprocinto di essere acceso o se,peggio, sia già in atto da tempo, ènotizia tutta da verificare. Fatto stache, secondo quanto assicurano leautorità di Caracas, da quelle parti ilibri conservati nelle bibliotechepubbliche non si bruciano, a menoche non siano attaccati da muffe,parassiti o altri accidenti che lirendano inutilizzabili. L'elementocurioso e un po' inquietante è che, aquanto pare, le muffe venezuelaneHanno un debole per le opereinconciliabili con il guevarismoimperante. Da qui la purga,appunto. Igienista e non ideologica,forse. 0 forse no. // piccolo prìncipedi Antoine de Saint-Exupéry, perdirne una, è tra i titoli a cui capita discomparire dagli scaffali. Periniziativa dei parassti, viene dapensare, perché altre ragioni perprendersela con la più classica dellefavole moderne restano difficili daipotizzare. Magari non va bene cheil protagonista sia un principe? Leteste coronate non hanno maiamato le rivoluzioni, si sa. E poiquell'aviatore, quell'aeroplano inpanne... Così un bambino si mettein testa strane idee, molto meglioche impari a sognare sfogliando una

vita illustrata del Che. La denuncia,che proviene da diversi responsabilidel sistema bibliotecariovenezuelano, lascerebbe intravedereun'attività di distruzione selettiva ingrande stile. Mai dichiarata, sicapisce, ma non per questo menoodiosa. Improvvisamente ci siaccorge che i gialli di Hitchcock(troppo americani, nonostante ilregista fosse inglese) e i tragici greci(troppo attenti al destino personalee ignari delle sorti collettive,probabilmente) versano incondizioni di conservazione tale darenderne consigliabile l'avvio almacero. Non li si brucia, comeaccadeva ai tempi del Terzo Reich,però li si affoga in un pastone da cuisarà possibile ricavare nuova carta,destinata magari a ospitare opere diprovata fede progressista. Almeno

un titolo si può provare adanticiparlo: Le vene apertedell'America latina di EduardoGaleano, vale a dire il volume che lostesso Chavez ha esibito in dono aBarack Obama qualche settimanafa, provocando un'improvvisaimpennata nelle vendite delcapolavoro dello scrittoreuruguaiano. Per ironia della sorte, larecente e aggiornatissima Storiauniversale della distruzione dei libriè opera di uno studiosovenezuelano, Femando Bàez. Ed erastato proprio un grandissimo autorelatinoamericano, l'argentino ecosmopolita Jorge Luis Borges, a far

-notare come, fin dai tempidell'imperatore cinese Shi Huangdi,la distruzione dei libri sia sempreandata di pari passo con lacostruzione di muraglie. Il piùpotente dei baluardi non basta adifendere il potere, se quello stessopotere può essere corrosodall'interno attraverso la forzasilenziosa delle idee. È un errorecommesso da molti in passato e chesolo qualcuno ha avuto il coraggiodi ammettere. Che cosa stiacombinando Chavez non è ancoraabbastanza chiaro, ma a quantopare le muraglie non glidispiacciono.

Zuppa e panbagnatotagliarcorto negli slogan elettorali

di Dino Basili

Vengo anch'io. Dalla finestra, giorni fa, campeggiavano megafo-to di uno sconosciuto signore con lo slogan «In Italia per l'Euro-pa». L'indomani quei manifesti sono coperti da un altro candida-to che sollecita «Più Italia in Europa». Nottetempo si sovrappone,perentorio, un terzo concorrente: «Voglio portare l'Europa in Ita-lia». Andirivieni di zuppe e panbagnato. Ieri risveglio pop. Un'af-fissione, non abusiva, annuncia l'imminente concerto romano diEnzo Jannacci.Vagabolario. La congiuntura politico-economica richiede accu-rate distinzioni tra iperbole e iperballa: soprattutto quando l'i-perballa è ipersonica e nasce da ipercofìa (disfunzione biliare).

PENSIAMO A QUESTO NELLA GIORNATA DI DOMANI

Sostenere la Chiesaun modo per servire tutti

UMBERTO FOLENA

c omunione,corresponsabilità,partecipazione,

uguaglianza, trasparenza.Domani, Giornata disensibilizzazione allapromozione del sostegnoeconomico alla Chiesa, le

parrocchie italiane hanno l'opportunità dimettere al centro queste cinque parole, nellequali è racchiuso lo stile con cui esserecomunità ecclesiale e comunità civile. Questoinfatti è l'otto per mille per i fedeli: un modoper pensare non soltanto alla propriaparrocchia e al proprio prete, ma a tutte leparrocchie e a tutti i preti. Al proprioquartiere, al proprio paese; a tutti i quartieri ea tutti i paesi, in Italia e nel mondo. E unmodo, per la prima volta nella storia, perpoter garantire ad ogni prete - dalla metropoliall'ultimo grumo di paesini di montagna -lastessa remunerazione di base. Ed è una formadi democrazia diretta, applicata al sistemafiscale: sono i cittadini, e non il ministro, adecidere la destinazione di una piccola quotadel gettito fiscale. "Sostenere la Chiesa perservire tutti", il documento con cui l'annoscorso i vescovi riprendevano e rilanciavano itemi e i valori del nuovo sistema, parla diquelle cinque parole come "mete ed' obiettivi". Nessuno è così ingenuo ed illusoda pensare che quelle cinque parole sianoconquiste assodate. In particolare, i vescoviricordano come il rendiconto sulladestinazione della quota di otto per milleassegnata alla Chiesa cattolica sia semprestato particolarmente accurato e messo adisposizione di tutti, e assicurano: «Siamofermamente intenzionati a continuare suquesta linea, cercando, se possibile, di essereancora più precisi e dettagliati». Ma latrasparenza è un obiettivo esigente daperseguire a tutti i livelli, al vertice come allabase: «Ogni comunità parrocchiale - scrivonoi vescovi - ha diritto di conoscere il suobilancio contabile, per rendersi conto di comesono state destinate le risorse disponibili e diquali siano le necessità concrete dellaparrocchia, perché sia all'altezza della suamissione». Quelle cinque parole possonocontribuire a combattere uno dei virus piùpericolosi che insidiano entrambe lecomunità, ecclesiale e civile: l'individualismoesasperato. La stessa democrazia diretta, allabase dell'otto per mille, è una democraziasolidale, perché le risorse messe adisposizione della Chiesa tornano tutte allasocietà, in forma diretta o indiretta. E leoccasioni in cui risulta evidente come l'Italiaabbia bisogno di solidarietà - per crescere, avolte soltanto per salvarsi - sonoinnumerevoli, e non occorrono i terremoti aricordarcelo. Cinque parole per la comunitàecclesiale; cinque parole per tutti. Il nuovosistema è solido perché affonda le sue radiciin un concetto sano, positivo, moderno edinclusivo di laicità; per questo non bastano leperiodiche scossene laiciste a minarne lastruttura. Le basi stanno nell'articolo 1dell'Accordo di revisione del Concordatodell'84: «La Repubblica italiana e la SantaSede riaffermano che lo Stato e la Chiesacattolica sono, ciascuno nel proprio ordine,indipendenti e sovrani, impegnandosi alpieno rispetto di tale principio nei lororapporti ed alla reciproca collaborazione perla promozione dell'uomo e il bene del Paese».Sono indipendenti; ma collaborano, perchéentrambi nanno a cuore il bene della personee della società. E un cattolico che èresponsabile e partecipa, fa crescere la Chiesa,ma rende migliore anche la società. Pensiamoa questo, domani. E a ciò che davvero l'ottoper mille racchiude e rappresenta.

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LA TIRATURA DEL 8/5/2009E STATA DI 149.410 COPIE

ISSN 1120-6020

La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

SU

Un senzatetto hasalvato la vita di unabambina di due anniche, sfuggitaall'attenzione deigenitori, èprecipitata dalbalcone di casa, alquinto piano di unappartamento nelcentro di Parigi. Conl'aiuto di alcunipassanti, l'uomo èriuscito adammortizzare lacaduta della piccola.Ricoverata d urgenzain ospedale, labambina non è inpericolo di vita.

Clochard salva una bimbacaduta dal quinto piano

«L a cosa•più

importante èche la bimba siasalva, lo ho fattosolo il miodovere». E conqueste paroleFrancois, un

senzatetto parigino, ha chiuso la sua intervistaalla radio francese. Poche parole percommentare un gesto straordinariocompiuto l'altro ieri. L'uomo, mentre era perstrada, vicino alla fermata di un autobus, si èaccorto che una bambina si stava sporgendopericolosamente da un balcone del palazzo difronte. «Mi sono istintivamente precipitato -ha raccontato il senzatetto - e ho allungato lebraccia per prenderla a volo». E, grazie ancheall'aiuto di alcuni passanti allertati da Francois,la caduta della piccola è stata ammortizzata.

siuForse ubriaco, ècaduto sulle scaledel suo condominio,a Sanremo, e si èferito alla testa. Ma ivicini non lo hannosoccorso.«Credevamo cheavesse soltantobevuto troppo», sisono giustificati.Invece Bruno Fazzini,47 anni, era in coma.È stata la sua ex-compagna a darel'allarme, dopo 10ore. Adesso l'uomoè ricoverato ingravissimecondizioni.

Cade e va in coma: i vicinilo lasciano per le scale

Pare chequalcuno,

per arrivare alpropriopianerottolo,abbia perfinoscavalcato ilpoveretto. Tral'altro, dalla

testa di Fazzini è uscito un bel po' disangue, anche se alcuni testimoni hannoriferito che la chiazza non era visibile, inquanto coperta dal corpo. Su come siaeffettivamente andata questa allucinantevicenda indagano i poliziotti delcommissariato locale: non è esclusal'apertura di un'inchiesta per omissione disoccorso. Ma una cosa è certa edimostrata dai fatti: anche tra gli splendidifiori della riviera sanremese può annidarsiil germe maligno dell'indifferenza.

OsservatiLa crisi colpisce anche la NasaA rischio il programma per Marte

T ornare sulla Luna espingersi fino a Marte?

No, non possiamo. Non conquesta crisi. Sembra esserequesto l'orientamentodell'amministrazioneObama in merito al futuroprossimo dell'esplorazionespaziale. Il governo degliStati Uniti na infatti inprogramma per quest'estatedi "rivedere1 le attività deivoli spaziali con equipaggioumano. Grossi interrogativisi aprono quindi sullapossibilità di portare avantinei termini previstil'ambizioso programma"Constellation", avviato daGeorge W. Bush. Indiscussione, in particolare, la

sostituzione degli attualiShuttle con una nuovagenerazione di capsulespaziali riutilizzabili. " ,L operazione sarebbedovuta avvenire a partire dal2015, ma la commissione diesperti incaricata diriesaminare il programmadovrà ora proporre possibilialternative. Se il risultatosarà un rallentamento nellacorsa allo spazio, lo si vedrànei prossimi mesi. Certo èche, al momento, l'idea diuna base lunare da usarecome trampolino perportare l'uomo su Marteappare un po' più vicina allafantascienza.

Riccardo Spagnolo