Quaderni di Fotografia

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Novembre 2012

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«Pura follia»Il tempo… La fotografia ha un connubio indissolubile con il tempo. «Il denominatore comune di tutte le foto? – si doman-dava anni addietro il grande fotografo Jean-Loup Sieff (Parigi, 1933 – 2000) – Sempre il tempo, il tempo che scivola via tra le dita, fra gli occhi, il tempo delle cose, della gente, il tempo delle luci e delle emozioni, un tempo che non sarà mai più lo stesso».

Fermare il tempo è, da sempre, il sogno utopico dell’uomo, la sua illusione di riuscire ad evitare l’inesorabile decadimento delle cose. Tutte le vicissitudini del genere umano si fondano sull’eterna lotta tra la realtà e l’illusione, tra l’esistenza ed il

sogno, tra la ragione e la speranza. E l’uomo, per non cadere nell’infelicità, accetta la normalità del quotidiano, fingendo a se stesso, nell’ipotesi assurda di allontanare l’inesauribile azione del tempo che degrada ogni cosa, che deturpa la giovinezza, la bellezza, l’amore, per poi cancellarle definiti-vamente.

La fotografia – “Illusione o rivelazione?” si chiedevano nel 1981 Francesca Alinovi (Parma, 1948 – Bologna, 1983) e Claudio Marra (Bologna, 1951) – sembra essere capace di decontestualizzare la realtà dal fluire continuo del tempo, da quell’eterno “pantha rei” che è la vita. Ma ci riesce davvero, la fotografia, a riscattare la caducità delle cose, ad esorcizzare l’umana paura della morte, oppure si tratta solo di un’ammaliante fuga dal reale?

La magia dell’“Hic et nunc”, dell’irripetibilità del momento rappresentato, del congelamento dell’istan-te, ha portato a considerare la persistenza dell’immagine fotografica come un qualcosa di trascen-dente rispetto allo scorrere della vita, una sorta di riscatto nei confronti della temporaneità dell’uomo. “Hic et nunc” è una locuzione latina che tradotta letteralmente significa “qui ed ora”. Nel pensiero fi-losofico dell’esistenzialismo, l’espressione rappresenta la sintesi del concetto dell’uomo nei confronti della precarietà della sua condizione vitale; in altre parole definisce l’unicità dell’io nello spazio (hic) e nel tempo (nunc), attributi, questi, certamente non illimitati, né assoluti. Il tempo ha la prerogativa di essere elusivo. Il suo è un continuo svolgersi dall’essere al non essere.

L’”Hic et nunc” è l’adesso, è l’istante presente che non tornerà mai più, l’unico momento nel quale è possibile vivere. «Il tempo – diceva Sant’Agostino (Tagaste, 354 – Ippona, 430) – non esiste, è solo una dimensione dell’anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro». Ma allora come si può conciliare l’istante con l’eternità? E la fotografia è davvero capace di fermare il divenire? «Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. – diceva Robert Doisneau (Gentily, 1912 – Montrouge, 1994) – In realtà la mia è una battaglia disperata contro l’idea che siamo tutti destinati a scomparire. Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere. È pura follia».

FULVIO MERLAKPresidente d’Onore della FIAF

oto in ve t r ina se l ez iona te da l lo s t a f f

Ombra con grana e aberrazione cromatica e altro, Giulia Berardi

4

assassin’s, Franco Maffei

5

ST, Marika Greco

6

Scoiattoli, Nicola Lodigiani

7

ST, Antonio Perrone

8

ST, Margherita Vitagliano

9

Harsh reality, Ugo Padula

10

Rosso, Paolo Bini

11

Magnetic eyes, Valeria Tomaselli

12

Autunno in b&w, Giovanni Paolini

13

ST, Felice La Porta

14

Nebbie Autunnali, Marco Tomei aka Allenatore

15

Illusioni, Giovanna Moschini

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Frog-Man, Carlo Soro

17

4 novembre, Roberto Paglianti

18

Una monetina per ogni tuo pensiero, Antonella Catalano

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309/12, Paolo Luxardo

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Martina, Giovanni Sciuto

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ST, Lucia Pulvirenti

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ST, Paolo Ciucci

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Il mondo fuori, Valeria Tomaselli

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Il Maestro Carlo Guarienti, Libero Musetti

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La felicità.. Esiste, le dico, Roberto De Lucia

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formichine giochiamo ..., Matteo Turina

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ST, Roberto Bon

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.....la quiete...(revised), Dario Marchetti

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Lucca 2012, Paola Congia

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Without Time, Without Thinking, Letizia Falini

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Autunno, Annamaria Germani

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The path, Francesca Pasotti

33

Sono fuori dal tunnel, Anna Villani

oto in ve t r ina se l ez iona te dag l i u ten t i

Mist, Saro Di Bartolo

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Autumn, Paolo Tallone

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Valsassina, Annamaria Germani

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Imprevisti, Carlo Longarini

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Winter is coming, Graziano Racchelli

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Il vuoto assoluto, Annamaria Germani

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Over the bridge, Letizia Falini

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il cappello, Paolo Corradini

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Marmo, Franco Maffei

43

ST, Annamaria Germani

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Fear in the bush, Giuseppe Maiorana

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ST, Susanna Bertoni

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Autogrill, Ivana Triossi

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ST, Felice La Porta

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Prima di chiedere la dispensa dal velo, Luigi Bianconi

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Bosco d’autunno, Giovanni Paolini

or t fo l io : Io sono qu i , d i Ra f f ae l e Ross i e l loa cura di Marco Furio Perini, Lucia Pulvirenti e Vania Paganelli P

“Questo è un viaggio come tanti, fatto da un turista come tan-ti...” Così inizia la presentazione di Raffaele a questo suo progetto “alieno” (come lui stesso lo definisce), portandoci alla mente quelle domande che un po’ tutti ci siamo posti alla vista di tanti turisti “tipo” i quali, una volta raggiunta la meta del viaggio, cominciano a “scattarsi addosso” in modo quasi com-pulsivo decine di foto con le loro macchinette (o telefonini), ovunque, davanti a monumenti, palazzi storici e non, parchi, fontane, vie, piazze, collezionando centinaia di scatti quasi sempre anonimi ed insignificanti se non per loro stessi.Provocatoria, irriverente, grottesca, o una profonda riflessione sulla diversità?

Forse questa serie fotografica è tutto ciò messo insieme e molto altro, dove, per “altro”, si intendono le tante possibilità interpretative che il fruitore può attribuirle. Il valore su cui pog-gia questo “portfolio concettuale”, se così vogliamo definirlo, pensato e sviluppato su una riflessione dell’autore, sta proprio nella libertà di visione, seppur instradata da un preciso mes-saggio, che Rossiello ci suggerisce.E’ sempre interessante, nell’ambito di questo genere fotogra-fico, poter essere accompagnati nella lettura quanto basta, ma mai troppo da limitare le proprie impressioni ed interpre-tazioni.

Raffaele ci parla di un turista qualsiasi, (almeno una volta nel-la vita lo abbiamo rappresentato tutti), colui che per eccellen-za utilizza la fotografia “come “rito” (citazione ripresa dalla sua presentazione), quando investito di questo ruolo.

Fotografa portandosi al centro di un ricordo, fatto principal-mente di sè e dei monumenti delle città che visita, a testimo-niare ed affermare “io sono qui”, senza probabilmente avere una percezione completa ed autentica di come quel luogo viene vissuto.

L’immagine diventa la prova tangibile, la sottolineatura della propria esistenza fuori dai confini di casa e di ciò che è cono-sciuto. A volte assume un’inclinazione talmente forzata e gof-fa, con il soggetto palesemente mal inserito nel contesto, che tende per ridicolaggine alla comicità. Quasi un Buster Keaton dei nostri giorni insomma, o forse persino un personaggio suggerito da certe reminiscenze del cabaret milanese storico, quello di Cochi e Renato o di Jannacci, tanto per intenderci.. Il collare elisabettiano, cardine della storia e strumento dai molteplici significati, potrebbe dar credito a questa impressione, rafforzando al tempo stesso la diversità tra il turista e la massa autoctona, (quest’ultima ben espressa dalle scie in movimento). Mantiene il suo significato originario fungendo da protezione, ma diventa anche un mezzo di distorsione, sia visiva che allegorica, attraverso il quale il turista osserva e giudica, a sua volta venendo osservato e giudicato.Il punto di vista del portfolio inquadra il protagonista come chiuso tra i limiti della conoscenza non approfondita, fatta di luoghi comuni ed il vissuto di qualche istante.Certamente appare alienato rispetto all’ambiente, ma si auto-afferma nella fotografia attraverso pose statiche e sguardi diretti in camera. Particolarmente significative in tal senso ci sembrano due immagini: quella del protagonista seduto sulla panchina insieme alle ragazze dai tratti orientali, e quella di lui in piedi a lato dell’uomo di colore davanti all’ingresso di un lussuoso hotel. Esilaranti entrambe a modo loro!L’impressione, comunque, è che il portfolio voglia andare un pò oltre la rappresentazione del turista “tipico” (pur nella sua quasi surreale originalità), e che il punctum sia soprattutto la sua diversità, o meglio, la raffigurazione simbolica di essa.

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Gli effetti espressivi che Raffaele ha scelto, li ha utilizzati - oltre che con abilità tecnica - anche appropriatamente a ciò che voleva comunicare.

Dal mosso sempre ben dosato dei contesti e contorni (in contrapposizione alla fissità del protagonista), all’uso di cromie spen-te, parzialmente desaturate. di forti contrasti e ampie riprese con soggetto a distanza, tutti artifici volti a rafforzare gli intenti narrativi e comunicativi dell’autore già esaminati sopra.A ben guardare, sembra quasi di essere davanti ad un palco teatrale, dove l’attore è sempre lo stesso, dove i suoi atteggia-menti mutano quasi impercettibilmente.

Cambiano solo i fondali, spaziando tra i luoghi-simbolo, le icone della storia e cultura milanesi: il Duomo, la Galleria, la Scala, la statua di Manzoni... senza escludere quelle più specificatamente commerciali, da Vogue a Vuitton... Scene e fondali inter-

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cambiabili, che potrebbere essere spostate all’interno del portfolio senza per questo mutare il senso del “racconto”. Un teatro di ispirazione quasi brechtiana, se vogliamo intendere lo sguardo in macchina del protagonista come tecnica di straniamento: straniamento attribuibile sia in senso diegetico al personaggio stesso delle foto, sia rivolto a noi “pubblico”, affinchè possiamo fruire lo “spettacolo” senza essere catturati emotivamente ma sempre con attenta partecipazione critica.

Occhio da esteta, padronanza della tecnica e del linguaggio, idee mai banali: sono pregi che sicuramente appartengono a Raffaele Rossiello, un autore che soprattutto si interroga sui significati del mondo intorno a lui, sulle contraddizioni (e spesso sulle distorsioni) della nostra civiltà, capace di stimolare riflessioni nel pubblico che lo segue con interesse e viva curiosità.

Vania PaganelliPulvirenti LuciaMarco Furio Perini

i n c i tore contes t 9 : “ IRONIA”V

Abbassa sto Flash, Carlo Ferrara

Sot to l a l en te d i T IC & TACa cura di Libero Musetti e Franco Maffei

Soft Christmas Tic&Tac

Il raduno di Micromosso per la mostra “Scatti dal web” è arrivato e una stella cometa tanti pellegrini verso la grotta in Corte dell’Angelo a

Lucca ha indirizzato; da ogni parte d’Italia han camminato

e dopo lunga strada al Presepe Micromossiano, per 2 giorni, han presenziato.

I Re Magi i loro doni hanno portato non oro, incenso e mirra han trasportato

ma ciocchi di macchine fotografiche e super obiettivi hanno mostrato; il Gigetto Lagrange un bel vinello l’ha celato

le insidie dell’Ubaldo non l’han turbato e a Liberino,infine, l’ha donato;

Matteo Turina di wodka ben piazzato a piene mani, a tutti, ha,invece, dispensato;

l’Esposito Luigi di taralli ben informato al Saro nazionale un bel cartoccio gliene ha regalato; messer Di Bartolo Saro a mani vuote s’è presentato

ma la bella Giulietta ha,però, a tutti mostrato; chi doni con se non ha recato

stima e simpatia,lo stesso, s’è guadagnato come il Nicola Lodigiani che più di un sensore sporco ha sistemato.

In dimore cittadine han soggiornato e molte locande, degnamente, han frequentato

e in tempi magri di sghei tanta passione hanno evidenziato facendo felici i lucchesi che molto hanno apprezzato.

Ivana Triossi (e family) il riconoscimento han ritirato e con più di una lacrimuccia, all’evento, hanno brindato;

Fulvio Merlak con meno barba e più imbiancato la sua solida saggezza ha dispensato

ed un pubblico incantato e un po’ spaesato di molto apprezzamento lo ha,infin, gratificato.

Tanto e tale il piacere di questa 2 giorni è stato che Gio4 peace d’aura celeste ammantato

di ritornar in quel di Bergamo s’era quasi scordato; mancava il Mazzesi da alcuni invocato

.....non ha dato notizia e non s’è presentato, …. ..poi però nessuno se n’è lamentato !

Se anche qualcuno ci siamo scordato rimane per tutti l’affetto immutato.

Tic&Tac §§§ Ancora un ringraziamento allo Staff per tutto il lavoro svolto e un caro saluto a tutti gli amici che si sono

ritrovati a Lucca.

Franco Maffei Libero Musetti

Berardi Giulia 3Bertoni Susanna 45Bianconi Luigi 48Bini Paolo 10Bon Roberto 27Catalano Antonella 18Ciucci Paolo 22Congia Paola 29Corradini Paolo 41De Lucia Roberto 25Di Bartolo Saro 34Falini Letizia 30, 40Ferrara Carlo 53Germani Annamaria 31, 36, 39, 43Greco Marika 5La Porta Felice 13, 47Lodigiani Nicola 6Longarini Carlo 37Luxardo Paolo 19Maffei Franco 4, 42

Hanno contribuito con le proprie foto:

Maiorana Giuseppe 44Marchetti Dario 28Moschini Giovanna 15Musetti Libero 24Padula Ugo 9Paglianti Roberto 17Paolini Giovanni 12, 49Pasotti Francesca 32Perrone Antonio 7Pulvirenti Lucia 21Racchelli Graziano 38Rossiello Raffaele 50Sciuto Giovanni 20Soro Carlo 16Tallone Paolo 35Tomaselli Valeria 11, 23Tomei Marco 14Triossi Ivana 46Turina Matteo 26Villani Anna 33Vitagliano Margherita 8

Grazie anche a

Lettura Portfolio Lucia Pulvirenti, Marco Furio Perini, Vania PaganelliImpaginazione Antonio PerroneSupervisione Fiorella LamnidisLa copertina è di Adolfo Aievoli

La rubrica TIC&TAC è curata da Franco Maffei e Libero MusettiTutto il materiale è gentilmente fornito dal portale del

CIRCOLO FOTOGRAFICO MICROMOSSOindirizzo web:

www.micromosso.com

il quaderno è stampato daTEXMAT

via Tor Vergata 93/95 - 00133 Roma info@texmat.it

sito web: www.texmat.it