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… lattività mentale che ha luogo durante il sonno e la cui natura è stata descritta in numerosi...

Date post: 02-May-2015
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… l’attività mentale che ha luogo durante il sonno e la cui natura è stata descritta in numerosi studi clinici e di laboratorio. Nel sogno l'attività percettiva è prevalente rispetto a quella concettuale: i contenuti del sogno vengono infatti visti e sentiti piuttosto che pensati. L'attività del sogno coinvolge tutti i sensi, anche se in percentuale diversa: le esperienze visive sono presenti in tutti i sogni, quelle uditive nel 40-50% e quelle gustative, olfattive e tattili in percentuale relativamente bassa. Le emozioni, nei sogni, sono di solito pure (paura, rabbia, gioia) e non mediate, come invece si presentano nella veglia. La maggior parte dei sogni è costituita da storie interrotte, formate in parte da ricordi, con frequenti cambiamenti di scena. I contenuti sono vari: spesso si tratta di situazioni comuni, ma i sogni bizzarri sono un'esperienza condivisa pressoché da tutti.All'inizio del XX secolo, Sigmund Freud ipotizzò che i processi mentali del sogno fossero differenti da quelli della veglia e li chiamò "processi di pensiero primario", caratterizzati da meccanismi primitivi, da rapidi spostamenti di energia e di emozioni e da contenuti sessuali e aggressivi derivanti dall'infanzia.

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L’indagine sperimentale sui sogni umani è iniziata usando soggetti che si prestavano volontariamente ad essere studiati durante il sonno, in appositi laboratori. Il segno certo che le persone stavano sognando, dopo essersi addormentate, era dato dai movimenti rapidi dei loro bulbi oculari, che contraddistinguevano la fase si donno chiamata REM ( Rapid Eye Mouvements) o sonno paradosso. I soggetti in osservazione venivano svegliati non appena terminava la registrazione dei movimenti dei loro bulbi oculari, e dovevano raccontare subito agli sperimentatori il contenuto dei loro sogni. Gli studi in proposito hanno permesso di stabilire che le persone adulte producono complessivamente,ogni notte, una media di 100 minuti circa di sonno REM, cioè di sonno con sogni. Vale a dire il 20-25 % della durata del sonno di ciascuna notte è occupata dai sogni.Naturalmente, i sogni sono intervallati di periodi di sonno non-REM. Questi periodi di sonno privo di sonno privo di sogni hanno a loro volta una durata che si mantiene sempre regolare, all’incirca sui 90 minuti. Si è quindi calcolato che i sogni di una notte urano complessivamente quasi quanto un film a lungometraggio, sia pure inframmezzato da molte pause di semplice sonno.

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L’andamento dei periodi di sonno con sogni o senza, è pressappoco uguale tutte le notti, a meno che non si faccia uso di sonniferi, o che l’equilibrio naturale non sia stato turbato dal ripetersi di diverse “ notti bianche ” dovute a cause di vario genere.Il secondo fattore da prendere in considerazione riguarda il fatto che secondo molti ricercatori, le indagini e le esperienze compiute in laboratorio avrebbero fatto emergere l’importanza che hanno i sogni – non soltanto il sonno – nel superamento dello stress, e delle fatiche quotidiane del vivere.Su questo aspetto, già tempo fa era stata attratta l’attenzione da parte di vari studiosi dell’inconscio, fra i quali lo psicoanalista Bettelheim, che aveva sottolineato il rapporto tra sogni e fiabe ( soprattutto per i bambini )Non tutti gli studiosi sono d’accordo su questi aspetti, tuttavia varie ricerche hanno dimostrato che le persone affrontano i problemi emotivi in modo più realistico ed equilibrato, dopo aver sognato, o sono quantomeno disposte a vedere e considerare i loro problemi, anziché negarli a se stesse.L’attività onirica pare dunque correlata con i cambiamenti nel tono dell’umore, consente e facilita l’elaborazione mentale dei problemi posti dalla vita diurna, ed offre modo di aumentare il livello di autostima.

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Anche se probabilmente tutti gli animali sognano, particolare è il caso dei mammiferi, il cui sonno ha numerose analogie con quello umano, soprattutto per la presenza di fasi REM, durante le quali la corteccia cerebrale dell'animale mostra uno stato di attivazione simile a quello caratteristico dell'esperienza visiva nell'essere umano. In particolare, uno studio condotto con scimmie che erano state addestrate a premere una leva in corrispondenza della comparsa di alcune immagini, ha dimostrato che queste ripetevano lo stesso movimento durante le fasi di sonno REM.

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Il sogno è un’ attività del pensiero umano che ha interessato l’ uomo fin dai primordi della civiltà. Il disegno a carboncino in una grotta dei bisonti di Lascaux può essere considerato uno dei primi documenti scritti di un sogno. In epoca sumerica troviamo il rituale dell’ incubazione. Questa pratica richiedeva che un sognatore scendesse in un luogo sacro sotterraneo, dormisse una notte sognando e andasse da un interprete a raccontare il sogno, che di solito rivelava una profezia. La Bibbia riporta diversi sogni, dei quali il più noto è quello del faraone egizio che sogna sette vacche grasse e sette vacche magre: nessuno sa interpretare il sogno, finché non viene chiamato Giuseppe.

Egli credeva che i sogni fossero un segnale di Dio. Questo voler vedere un intervento divino in un fatto terreno, in termini etnologi si chiama diafania. I guaritori indù curavano le persone malate raccontando loro una fiaba, diversa per ognuno, sulla quale i pazienti dovevano meditare al fine di trovare la soluzione ai loro problemi. Tutti i popoli del resto, in tutte le epoche, hanno fatto ricorso a qualche forma di terapia basata sulla capacità di immaginare, o meglio ancora di lasciarsi trasportare, sedurre, dalle immagini, per curare i mali del fisico e della psiche. Persino la letteratura, a cominciare dai grandi poemi e dalle tragedie, è nata con l’ intento non solo di affascinare.

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e divertire gli ascoltatori, o di renderli più colti, ma anche di determinare in essi particolari stati emotivi, e dare loro la possibilità di esprimerli. In Grecia ad esempio, i movimenti ed i “misteri” più antichi, quali quelli relativi alla dottrina orfica ed i grandi misteri che si celebravano ad Eleusi, vicino ad Atene, avevano certo una componente collegata alla possibilità di dare un senso di “stupore” o “incantare” e guarire tramite il canto, la parola, la musica. Già Aristotele osservava che proprio un particolare tipo di composizione poetica, la tragedia, aveva la funzione specifica di suscitare nello spettatore la “catarsi”, cioè la purificazione.

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Carl Gustav Jung (Kesswil, 26 luglio 1875 - Bollingen, 6 giugno 1961) è stato uno dei padri della psicologia del profondo Fu inizialmente vicino alle concezioni di Sigmund Freud per poi allontanarsene nel 1912

Sigmund Freud (6 maggio 1856, -23 settembre 1939, Londra, Gran Bretagna), nome completo Sigismund Schlomo Freud, fu neurologo e fondatore della psicoanalisi, una delle principali correnti della moderna psicologia, secondo la quale l'inconscio ha un notevole influsso sul comportamento e sul pensiero degli esseri umani e delle organizzazioni di ogni dimensione tra individui.

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L'influenza di Freud fu determinante in due campi correlati ma distinti. Sviluppò simultaneamente una teoria della mente e del comportamento e tecniche cliniche finalizzate all'apporto terapeutico nella risoluzione delle nevrosi. Molti sostengono che abbia influenzato solo il primo campo.Secondo alcuni, il contributo forse più significativo di Freud al pensiero moderno fu la sua concezione dell'inconscio. Secondo una versione diffusa della storia della psicologia, durante il XIX secolo la tendenza dominante nel pensiero occidentale fu il positivismo, che avrebbe creduto nella capacità degli individui di poter controllare la conoscenza reale di se stessi e del mondo esterno ed esercitare un controllo razionale su entrambi. Freud, invece, suggerì che questa pretesa di controllo fosse in realtà una illusione; che persino ciò che pensiamo sfugge al totale controllo e alla comprensione e le ragioni dei nostri comportamenti spesso non hanno niente a che fare con i nostri pensieri coscienti. Il concetto di inconscio sarebbe stato rivoluzionario in quanto sostenne che la consapevolezza fosse allocata nei vari strati di cui è composta la mente e che ci sono pensieri non immediatamente disponibili in quanto "sotto la superficie" (livello cosciente). I sogni sono gli indizi migliori per la comprensione della nostra vita inconscia e ne L'interpretazione dei sogni, Freud sviluppò l'argomento dell'esistenza dell'inconscio e descrisse una tecnica per accedervi.Il preconscio venne descritto come uno strato a cui si può accedere con meno sforzo, in quanto interposto tra il conscio e l'inconscio.

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Anche se molti aderiscono ancora alla concezione razionalista e positivista, è ormai comunemente accettato, anche da coloro che rifiutano altre parti delle teorie di Freud, che l'inconscio è una parte della mente e che parte dei comportamenti possono avere luogo senza il controllo della coscienza. Elemento cruciale del funzionamento dell'inconscio è la rimozione. Secondo Freud, spesso i pensieri e le esperienze sono così dolorosi che la gente non può sopportarli. Tali pensieri ed esperienze, e i ricordi associati, ha argomentato Freud, sono banditi dalla mente, ma potrebbero essere banditi anche dalla coscienza. In questo modo costituiscono l'inconscio. Benché Freud più tardi tentasse di trovare strutture di rimozione tra i suoi pazienti per derivare un modello generale della mente, egli ha anche osservato una differenziazione tra i singoli pazienti dovuta alla rimozione di pensieri ed esperienze diverse. Freud ha osservato, inoltre, che il processo di rimozione è in sé un atto non-cosciente (cioè non si presenta con pensieri o sensazioni dipendenti dalla volontà). Freud ha supposto, insomma, che ciò che viene rimosso è in parte determinato dall'inconscio. L'inconscio, per Freud, era sia causa che effetto della rimozione.

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Carl Gustav Jung, ha fortemente contribuito a fare chiarezza sul concetto e sulle definizioni del termine inconscio. Nei suoi studi ha distinto l'inconscio personale dall'inconscio collettivo. Con questo termine egli indica l'insieme dei contenuti psichici universali preesistenti all'individuo e legati al complessivo patrimonio della civiltà, e propriamente, gli archetipi. Infatti Quest’ultimo, secondo lo psicologo svizzero, si manifesta attraverso archetipi che trovano il loro riferimento nel patrimonio storico-culturale di un vasto gruppo o dell'intera umanità e si presentano nei simboli onirici e nelle allucinazioni, ma anche nelle visioni dei mistici, nei riti religiosi e nelle opere d'arte. La scoperta dell'inconscio e le elaborazioni della psicoanalisi hanno avuto, dopo una prima forte resistenza, un grande impatto sulla nostra civiltà: non a caso il sostantivo inconscio è diventato parte del vocabolario comune, superando i limiti della terminologia tecnica della medicina.L'inconscio collettivo, secondo Jung, rappresenta un contenitore psichico universale, vale a dire quella parte dell'inconscio umano che è comune a quello di tutti gli altri esseri umani. Esso contiene gli archetipi, cioè le forme o i simboli che si manifestano in tutti i popoli di tutte le culture. Gli archetipi esisterebbero prima dell'esperienza e in questo senso sarebbero istintivi. I critici hanno però affermato che questa è una visione etnocentrica, che universalizza gli archetipi culturali europei in archetipi di tutta l'umanità.

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(arché) dal greco col significato di radice Il termine viene usato, attualmente, per indicare, in ambito psicanalista da Jung e altri autori, per indicare le idee innate e predeterminate dell'inconscio umano. L'archetipo, conseguentemente, viene a essere un sorta di prototipo universale per le idee attraverso il quale l'individuo interpreta ciò che osserva e esperimenta. É, per Jung, l'immagine primaria dell'inconscio collettivo.Gli archetipi integrandosi con la coscienza, vengono rielaborati continuamente dalle società umane, si manifestano «contemporaneamente anche in veste di fantasie e spesso rivelano la loro presenza solo per mezzo di immagini simboliche», si rafforzano, si indeboliscono e possono anche morire. L'indebolirsi degli archetipi nell'epoca moderna ha reso, per Jung, possibile e utile la psicologia. La sopravvivenza degli archetipi, in epoca moderna, è legata anche agli esiti della comunicazione di massa. Un film di successo, un libro, una trasmissione televisiva molto seguita possono giocare un ruolo nel ravvivarli o indebolirli.

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Fin dalle più antiche epoche storiche, ai sogni è stato assegnato un ruolo preminente nella vita degli uomini, dando loro un significato mantico, cioè divinatorio, o oracolare e premonitore. Se talvolta i sogni erano considerati forieri di cattivi presagi, altre volte portavano invece con sé un messaggio rassicurante, o potevano assumere funzioni curative e catartiche.Grandi uomini e grandi poeti hanno considerato i sogni come un dono prezioso degli dei e, nel corso dei millenni, si è ricorso a vari metodi (droghe, suggestioni, cibi particolari) per facilitarne l’apparire. Inoltre, in modo specifico nell’antichità, e presso tutte le popolazioni, quando apparteneva ad un capo di stato o ad un condottiero, le visioni avute durante il sonno e le loro interpretazioni sono

state considerate spesso determinanti per le sorti di battaglia, o addirittura per prendere decisioni politiche che riguardavano il destino di un intero popolo.I sogni fatti durante il sonno sono anche oggi attesi e desiderati. Gli stessi genitori hanno un atteggiamento complementare diverso, verso i sogni ad occhi aperti, diurni, e quelli ad occhi chiusi, notturni,dei propri bambini. Mentre vengono sconsigliati o inibiti i primi (quelli che si farebbero durante la giornata), in certo modo si sollecitano e di auspicano i secondi, ad esempio quando si augura affettuosamente “ sogni d’oro “ ai figli, al momento di metterli a dormire. Al mattino successivo poi, molti genitori si fanno raccontare i sogni che i bambini hanno fatto durante la notte (cosa che non “ si sognerebbero ” mai di fare per le fantasticherie diurne), e quest’abitudine permane anche fra gli adulti.

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Appena svegli tutti cercano di ricordare, fissare nella mente i sogni fatti mentre si dormiva e, se brandelli di sogno sfuggono, pare di perdere qualcosa di fondamentale del proprio Io.Una volta che si è riusciti a ricordarli, si cerca poi di interpretarli in vari modi. La maniera più semplice, utilizzata da molti è quella di farne un uso banale, puramente materiale,tentando di accoppiare i contenuti e le persone presenti nel sogno, con i numeri corrispondenti del gioco del lotto.In altri casi, i sogni come messaggi dell’aldilà, soprattutto se al sognatore è comparso un genitore defunto una persona che era cara. Talvolta vengono tradotti in messaggi premonitori, letti e decifrati quali inviti a comportarsi in determinati modi, a vantaggio proprio anche – come pare nel sogno – del defunto. Così accade ad esempio quando ci si convince che la visione notturna di un orto comprenda la richiesta, da parte del defunto stesso, di far celebrare messe in suo suffragio. C’è in proposito una vasta letteratura, che ha assunto particolare vigore dopo che è stata introdotta, attorno al XIII secolo, l’immagine di un terzo luogo nell’oltretomba, il Purgatorio, dal quale le anime dei trapassati potevano riscattarsi in tempi più brevi, grazie all’intervento con messe e preghiere, dei parenti ancora in vita.

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•In tempi abbastanza recenti, l’affermarsi della psicoanalisi ha dato un nuovo,fondamentale contributo allo studio dei sogni.•L’interpretazione dei sogni e la loro analisi è infatti alla base delle concezioni e della terapia che hanno portato alla creazione della scuola psicoanalitica. E tutti sanno quale parte essa abbia avuto in questo secolo, non soltanto a livello di singoli individui ma anche nello studio della società. •Inoltre la psicoanalisi ha agito profondamente su diverse discipline quali l’etnologia e l’antropologia culturale, la filosofia e lo studio della storia comparsa delle religioni. •Infine, a partire dagli anni ’50, i sogni sono stati studiati a livello sperimentale in laboratorio, utilizzando come cavie, animali e persone. Le ricerche sui sogni si sono via via moltiplicate e sono diventate sempre più sofisticate, sino a diventare una vera e propria scienza.

Qualche ricercatore americano parla ormai apertamente di un “ restauro psichico ironico “, che potrebbe essere affidato ai sogni che si fanno durante il sonno, soprattutto se si riuscisse ad intervenire su di essi in modo volontario e artificiale. Negli Stati Uniti, sono già addirittura in funzione presso alcuni centri di ricerca e le università, numerosi laboratori in cui si cerca di influenzare i sogni notturni, perché questi possano loro volta migliorare la vita diurna delle persone.In particolare si tenta di preparare in anticipo trame piacevoli o a lieto fine, da inserire nei sogni: un apposito programma psicoterapeutico tende ad esempio a migliorare l’immagine di sé di fallimento, e manifestano quindi un basso livello di autostima. In tali casi l’obbiettivo diventa quello di “ restaurare l’immagine di sé ” attraverso i sogni.

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Altri ricercatori studiano invece modi e condizionamenti per riuscire a produrre “ sogni lucidi ”, durante i quali il sognatore, pur senza uscire dallo stato di sonno, interviene sul proprio sogno e lo modifica intenzionalmente, oppure ci ragiona su con chiarezza al fine di trovare le soluzioni appropriate.

Secondo questi studiosi lo scopo finale degli esperimenti, sui sogni che si manifestano durante il sonno, è quello di agire in modo psicoterapeutico sulla persona e la psiche, di notte, per migliorare i comportamenti ed il modo di essere durante il giorno.E insieme, di far diventare i sogni un magico teatro aperto a tutte le possibilità, un laboratorio di creatività e di crescita.L’interpretazione dei sogni è certo affascinante ed ha origini molto antiche.

Ma la capacità di fantasticare ad occhi aperti cui coscientemente, le persone possono abbandonarsi nel corso della giornata, non deve essere a sua volta sottovalutata. Nell’antichità anzi, si è spesso utilizzata tale peculiarità degli esseri umani assai più di quanto si faccia oggi, e probabilmente le fantasticherie ( in qualche modo sorvegliate o guidate ) ed i sogni notturni, sono stati posti per certi versi sullo stesso piano.In tempi più recenti,il risveglio dell’interesse per le “ fantasticherie fatte da svegli ”, è avvenuto sul finire dell’800, all’circa nello stesso periodo in cui Freud ed altri autori hanno incominciato a studiare ed interpretare i simboli contenuti nei sogni notturni ed il loro significato.

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E proprio le fantasticherie diurne basate sul potere dell’immaginazione ( di cui serviva anche Jung nella tecnica “ dell’immaginazione attiva ” ), sono diventate un valido strumento per la psicoterapia, per quanto non così conosciuto e divulgato come il metodo psicoanalitico. In realtà l’immaginario e l’immaginazione sono serviti da sempre a curare varie malattie del corpo e della mante, a costituire diversi credi religiosi e concezioni filosofiche che hanno dato sicurezza alla collettività e ai singoli, e naturalmente a creare tutti quei miti straordinari che rappresentano ogni fondamento della nostra cultura, della civiltà e della letteratura laica e religiosa.

Inoltre, è proprio attraverso le loro fantasticherie ad occhi aperti, che molti scienziati sono pervenuti a scoperte scientifiche dell’era tecnologia. Il riferimento più ricorrente in questi casi è quello relativo ad Einstein, che sapeva visualizzare effetti, conseguenze e possibilità alternative, attraverso immagini più o meno chiare, che potevano essere riprodotte e combinate a volontà. Ma è ovvio che una simile capacità appartiene – né potrebbe essere altrimenti – a qualsiasi scienziato o inventore.Come si sarebbe potuto mettere ad esempio a punto una macchina da trasporto quale la locomotiva, se il suo inventore non avesse avuto una fervida immaginazione, e la capacità di sognare ad occhi aperti? E sarebbe mai stato inventato l’aeroplano, se gli uomini non avessero fantasticato fin dalla remota antichità sul volo degli uccelli, immaginando di poterli imitare con ali fatte di cera di piume? In realtà si potrebbe far incominciare il discorso sul rapporto fra i sogni ad occhi aperti e lo sviluppo della tecnologia, sin dall’invenzione della ruota, o meglio dal primo strumento creato da mano umana.

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Soltanto attraverso un lungo, sistematico “ fantasticare ” su un problema, solo facendosi tante e successive immagini mentali di una situazione, si possono trovare soluzioni personali e creative, che talvolta valgono esclusivamente per l’individuo che fantastica, ma spesso possono recare vantaggi eccezionali all’intera società.Non a caso si va introducendo oggi il concetto di “ immaginare scientifico ”, con cui s’intende far riferimento a visualizzazioni immaginarie realizzate con il ricorso a tecnologie molto avanzate con l’uso di computer e video. Le immagini vengono usate come uno strumento di lavoro e l’immaginazione serve a potenziare la ricerca scientifica.

Vari studi di laboratori hanno permesso di appurare che pur con tutti i divieti, manifesti o latenti, e di richiami a non perdersi in fantasticherie, ricevuti fin dall’infanzia, le persone adulte dedicano il 30-40% del proprio periodo di veglia ai sogni ad occhi aperti. Naturalmente, la maggior parte di essi dura appena una o due decine di secondi e , proprio perché non vi è stata nessuna educazione in proposito, si tratta in prevalenza di pensieri banali, come fantasticherie sulla foggia di un abito ad acquistare o sull’azione compiuta dal centravanti nell’ultima partita di calcio.

Attraverso i medesimi studi sperimentali si è inoltre appreso che le fantasie femminili vertono su fatti personali di interesse limitato, e le fantasie maschili, specie dei giovani maschi, hanno quasi come unico oggetto la loro sessualità.Ma ciò che importa veramente, è che i sogni ad occhi aperti derivano da un bisogno fondamentale della mente umana di elaborare immagini. Tale necessità non dovrebbe essere trascurata o lasciata a se stessa, ma al contrario potrebbe essere indirizzata in momenti di difficoltà, a migliorare l’immagine di sé, o a restituire serenità nei periodi di maggiore stress.

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Dal punto di vista della psicologia, la fiabe hanno molteplici funzioni.Vari psicoanalisti le hanno studiate e tutti sono d’ accordo nel ritenere che i loro contenuti abbiano significati ancestrali, che vi siano in essi messaggi nascosti e simboli universali, gli stessi che si ritrovano nei miti e nei sogni, e naturalmente nell’ inconscio individuale e collettivo.Per quanto riguarda i bambini, si ritiene che sia bene raccontare loro le fiabe, sia perché esse offrono un materiale fantastico che può essere elaborato in forma simbolica, sia perché in tal modo si va incontro al bisogno di magia, tipico degli anni di infanzia. È errata al contrario, la convinzione di certi adulti (e di conseguenza la decisione di non raccontare le fiabe), che i bambini possano essere terrorizzati da alcune figure che compaiono nelle fiabe, le streghe o gli orchi, i draghi ed i lupi cattivi. In secondo luogo, bisogna considerare il fatto che il bambino ha comunque varie paure dentro di sé (molte delle quali gli sono state trasmesse in qualche modo, di solito involontariamente, dai grandi che gli stanno vicino), che lo spaventano tanto più in quanto sono paure senza nome, che non sa identificare. Quando il bambino può invece individuare con certezza un qualche essere assolutamente cattivo, come un mostro o una strega, si rassicura: ora sa con certezza (anche se non è vero) che quel qualcosa informe e sconosciuto che lo turbava nel suo interno si chiama “paura delle streghe, dei fantasmi o dei mostri”.

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E quando si può dare un nome, una forma, un’ identità alle proprie angosce, si può imparare a riconoscerle e tollerarle, a dominarle, e persino a considerarle compagne non gradite, ma inevitabili, ma inevitabili e in fondo accettabili, della propria vita. Anche gli adulti sperimentano il medesimo rapporto con le loro angosce e ossessioni, come del resto con le malattie: quelle nuove o senza nome spaventano molto di più delle vecchie, alle quali si è ormai fatta l’ abitudine.

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PRESENTAZIONE DELL’ANTEFATTO:Si tratta di una signora ( che per comodità chiamerò Paola ), di 55 anni, in psicoterapia da 1 anno 2volte/sett. Single, di successo per quanto riguarda la professione, ma delusa sella sua vita privata perché non ha mai potuto farsi una famiglia ( marito e figli ).Ha perso il padre da giovane, successivamente anche la madre e la sorella alla quale era particolarmente legata.

IL SOGNO (Fatto circa dopo 1 anno di terapia):“Stavo rincasando quando mi sono accorta che la porta di casa era spalancata, ho pensato subito ai ladri e mi sono venuti in mente i miei gioielli,le mie cose di valore e soprattutto la vecchia collana di famiglia che mi aveva regalato mia madre e che ha sua volta era appartenuta alla nonna.Mi sono precipitata in modo affannoso in camera da letto, ho aperto la cassaforte e con stupore ho visto che non mancava nulla, anche gli altri piccoli gioielli che erano appoggiati sul mobile in camera erano al loro posto, tutto era stato lasciato in ordine. Rientrando in cucina mi accorgo che hanno rubato tutti gli elettrodomestici, lasciando dei buchi sparsi nei mobili dove questi erano incassati.A quel punto mi è venuto da ridere, mi sono rilassata e mi guardavo intorno senza capire.”

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Dal punto di vista simbolico: LA CASA rappresenta PAOLALA CASSAFORTE rappresenta la mente di PAOLALA CAMERA DA LETTO rappresenta IL CUORE DI PAOLALA CUCINA rappresenta LA VITA QUOTIDIANA

Se tutto ciò che è stato premesso è verosimile, si può affermare che:LA VITA DI PAOLA È STATA SICURAMENTE SEGNATA DA MOLTE TRISTEZZE,DELUSIONI E CONFLITTI PSICOLOGICI CHE LE HANNO LASCIATO DENTRO DI SÉ MOMENTI DOLOROSI E SOFFERENTI ( i buchi lasciati dal furto degli elettrodomestici ), E NONOSTATANTE IL SUO DESIDERIO DI VIVERE UNA QUOTIDIANITÀ IN FAMIGLIA SIA ANDATA DELUSA ( Gli attrezzi di cucina,ossia gli elettrodomestici sono gli oggetti che quotidianamente servono per la vita famigliare, non ci sono più ),CIÒ CHE PIÙ IMPORTA È CHE NON LE SONO STATI DISTRUTTI ( rubati ) I SUOI VALORI (la collana di famiglia e gli altri gioielli ) IN CUI CREDE E CHE HA TANTO SOFFERTO PER METTERE IN PRATICA ( sia nel lavoro che nelle relazioni famigliari e sociali ),ED ANCHE I SUOI BUONI SENTIMENTI RIMANGONO INTEGRI ( nulla in casa è stato messo a soqquadro). All’ inizio del sogno Paola è angosciata, ma quando si rende conto dell’accaduto ( LA CONSAPEVOLEZZA : CIÒ CHE DOVREBBE ACCADERE CON LA PSICOTERAPIA) si mette a ridere più rilassata.Con questo sogno l’ inconscio di Paola ha fatto si che lei si rendesse conto di ciò che è attualmente il suo psicologo ed emotivo, con messaggio fortunatamente positivo per il suo presente e futuro.

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Ricerca a cura di :

• Angeretti Nicolas

• Battista Manolo

• Bianchi Valerio

• Grioni Michele

Coordinamento: prof. A. Arcelloni

Classe 3^C

Scuola SMS “Griffini”

a.s. 2006-07


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