+ All Categories
Home > Documents > 6Donna #11 21

6Donna #11 21

Date post: 06-Apr-2016
Category:
Upload: marco-cotrufo
View: 222 times
Download: 3 times
Share this document with a friend
Description:
 
24
Per gli abiti in copertina si ringrazia: “MAELLE” corso Giannone, 9 Foggia
Transcript
Page 1: 6Donna #11 21

Per gli abiti in copertinasi ringrazia:

“MAELLE” corso Giannone, 9

Foggia

Page 2: 6Donna #11 21

2 d i c e m b r eduemiladieci

ditoriale

di ANNA RUSSO

Un altro anno èconcluso. Unanno ricco di av-

venimenti, come tuttiquelli passati. Che a ri-cordarli si fa fatica per-ché ogni vicenda umana

è inevitabilmente sop-piantata da una nuo-va che non lascia iltempo alle poverementi mortali di di-

gerirla e farla pro-pria. Non c’è tempoper Sarah di trovarepace che un’altrabambina subisce, siteme, la stessa terri-bile sorte. E’ notiziadi questi attimi, pro-prio mentre sto scri-vendo, che dellapiccola Yara si cer-ca ormai il corposenza vita. Non

c’è stato il tempodi pensare a leicome ad una

“scomparsa”che giàil timore sulla sua sor-

te sembra essere di-ventato una certezza di

morte. Mentre ancora sisperava di ritrovare la ra-

gazzina bergamasca bat-tendo piste tra neve e can-tieri, è arrivata come un pu-gno la notizia di un fermoper omicidio. Ma non era

“solo” scomparsa? E ilsuo corpo dov’è, allora?

Forse le cose sono andatedavvero come le for-ze dell’ordine riten-

gono, ma non sarebbe stato me-glio aspettare una confessioneprima di urlare al mondo cheYara non c’è più?

Non ci sarà Natale per i ge-nitori di Sarah, non ci sarà Nata-le per i genitori di Yara, non cisarà Natale per tutti i parenti deiciclisti investiti da un uomo sot-to l’effetto di stupefacenti che, abordo della sua bella macchinanuova, aveva troppa fretta, in unadomenica piovosa di inizio di-cembre, per rallentare e aspettaredi superare la curva prima di ef-fettuare quel dannato sorpasso.

Eppure per tutti noi sarà Na-tale perché la vita continua, ine-sorabilmente complicata, dura eriflessiva. In questo scorcio di fine2010 auguro a tutti di godere del-le festività e di approcciarle nelmodo più giusto che possa es-serci. Con la gioia di chi c’è, conil rimpianto per chi non c’è più econ la riflessione per tutto quel-lo che ancora può cambiare. Au-guro, come privata cittadina ecome rappresentante di un gior-nale che ho l’onore di dirigere, unbuon Natale a tutti, anche a chimi accusa di scrivere editoriali“taglienti” e con “tanto di foto”.Lo considero un complimentoperché credo fermamente inquello che scrivo e proprio perquesto, come si dice in gergo, “cimetto la faccia”. Questo per meè giornalismo.

sommario

5 Attualità

• “Ad Personam”

di Micky de Finis

6 Inchiesta

• Foggia crocevia del Sud,

a “spasso” con i tempi

8 Storie al femminile

• Dacia Maraini: ”L’identità di un

popolo è nella sua lingua”

10 Fashion

• Profumi e balocchi

• Parola d’ordine: seduzione

12 Tradizioni

• Non è vero... ma ci credo

14 Moda

• Personalità da esaltare,

diffidando dalle imitazioni

17 Rubriche

21 Star bene

• L’importanza dell’ascolto

22 Cucina & dintorni

• La tavola di Natale

Page 3: 6Donna #11 21

3d i c e m b r eduemiladieci

Page 4: 6Donna #11 21

4 d i c e m b r eduemiladieci

Page 5: 6Donna #11 21

5d i c e m b r eduemiladieciattualità

È nata a Foggia la squadra femminile di “touch”Undici frecce rosa nell’arco del rugby fog-

giano. Il rugby di Capitanata, infatti, ha de-ciso di allestire una squadra femminile per

le competizioni di “touch rugby”, specialità con-divisa anche da altre società pugliesi con le qualisi potrebbe, in futuro, allestireun campionato.Loro, le rugbyste in erba, sonogrintose e volenterose e inquesti pochi mesi di prepara-zione hanno letteralmente bru-ciato le tappe. “L’idea è quel-la di dare maggiore visibilitàad uno sport che a Foggia èpresente con continuità da ol-tre 7 anni in un campionato fe-derale di serie C”, spiega Er-manno Baiardi che, con LuigiZazzera ed il supporto organizzativo di Matteo Ri-cucci, prepara le ragazze. “In tutta sincerità non ciaspettavamo una tale risposta: sono molto volen-terose, disciplinate e, soprattutto, imparano velo-cemente. Forse più di noi!”

Le ragazze hanno debuttato in campo con i “col-leghi” del Cus Foggia Rugby, in un triangolare ami-chevole di touch disputato proprio a Foggia. Il TouchRugby è una variante “soft” del rugby tradiziona-le, in cui il placcaggio (ovvero lo scontro fisico peril possesso della palla) viene sostituito da un sem-

plice “tocco” dell’avversario.“Ci siamo avvicinate a questo sport per curio-

sità – spiega Mary Baiardi per la quale il rugby èormai una tradizione di famiglia (il fratello Ermannoè il capitano della squadra senior del Cus Foggia,

ndr) – ora ne apprezziamo la di-mensione sociale, il fatto che sia unvero gioco di squadra”.

“E’ un modo diverso per “sca-ricarsi” superando l’individuali-smo delle tradizionali palestre –spiega, invece, Mariagiovanna Fra-gasso – è una disciplina sportivache ci mette in competizione e, sisa, la (sana) competizione è don-na”.

Sport e femminilità, per loro,non sono certo due aspetti incon-

ciliabili. “Cerchiamo di essere femminili anchequando ci alleniamo – conclude Gina Scarano – equesto non significa avere rimmel e rossetto nel bor-sone! Le donne di oggi sono così: femminili ma an-che grintose e competitive”. La compagine fem-minile di touch rugby, però, è ancora in costruzio-ne. Per conoscere da vicino questo sport basta rag-giungere la squadra il martedì ed il giovedì, dalle20.30 alle 21.30, negli impianti sportivi del Cus, invia Napoli.

Maria Grazia Frisaldi

Brilla una “luce” foggianaCAMPIONATO ITALIANO DI PANCRAZIO

Fino a qualche tempo fa era una di-sciplina preclusa alle donne. Da pochianni è tornato ad essere uno sport olim-pico, praticato anche dal gentil sesso.E’ il Pancrazio, un antichissimo meto-do di combattimento a mani nude cheproviene dalla Antica Grecia e che hadato origine a tutte le arti marziali co-nosciute ai giorni nostri, nella fatti-specie quelle provenienti dall’Oriente.Il nome deriva dai vocaboli “Pan” e“Kratos” che significa “tutta la forza”.

Il Pancrazio è una delle più com-plete discipline da combattimento,comprende tecniche di varia natura: ol-tre che calci e pugni, anche proiezio-ni, bloccaggi a terra e leve articolari.

In occasione del 1° Campionato mondiale di Pancrazio, disputatolo scorso novembre a Salerno, ha brillato la foggiana Mariluce Amo-roso, che ha partecipato alla gara individuale di Pancrazio Agon, nel-la categoria cadetti (anni 94-95-96) – 57 kg, aggiudicandosi la meda-glia d’oro e il titolo di campione d’Italia. La giovane promessa delle artimarziali, inoltre, ha partecipato alla gara di Palesmata in coppia conil fratello Mario, eguagliando lo stesso risultato.

La parte agonistica del Pancrazio rispecchia il combattimento deigiochi olimpici, con delle regole simili. I due atleti si confrontano finoalla fine del tempo di gara, senza interruzione, a meno che non ci siauna resa da parte di uno dei due. Il fine del combattente di Pancrazioè molto nobile: non è quello di vincere il suo avversario con un solo col-po, ma quello di sopraffarlo tecnicamente e portarlo nella polvere perindurlo alla resa. Tanta soddisfazione dunque per Mariluce anche per-ché le gare di Palesmata erano una pratica riservata esclusivamenteagli uomini. A preparare la giovane Mariluce, il maestro Felice Scio-scia della Palestra Juvenilia Scioscia di Lucera.

AD PERSONAM di Micky de Finis

Salve. La notizia era nell’aria da tempo. Ora è

ufficiale: il sistema sanitario regionale del-la Puglia potrà essere rifondato grazie albudget da mezzo miliardo di euro messo adisposizione dal governo di centrodestra perun governo di centrosinistra. Finisce così,con un’opera di bene, il melodramma delprofessor Tommaso Fiorepropinato ai pugliesi in que-sti mesi, con la firma delpiano di rientro che mette laparola fine ad una storiascanzonata in cui le parolenon sono mai riuscite a se-guire le corde.

Ma facciamo un picco-lo passo indietro per capirea che punto si può arrivarepraticando di politica. Il go-verno e Tremonti ammoni-scono la Regione Pugliaper non aver rispettato lecondizioni poste in materia di spesa sani-taria nell’ultimo biennio. Certo, si potevadire che erano condizioni capestro, ma co-munque era quello lo spazio di manovra incui bisognava muoversi, bere o affogare!

In una condizione di così forte contra-zione di spesa il governo Vendola decide ditagliare i servizi, chiudere ospedali solle-vando una polemica pomposamente pom-pata per sostenere che le scelte altro nonerano se non il frutto della miopia del go-verno nazionale delle destre.

Ovviamente l’accusa del centro sinistranostrano è stata prontamente rispedita almittente, tacciato di malafede, perché i ta-gli che potevano essere fatti richiedevanoun coraggio ed un determinismo pratica-

mente assenti nella nostra regione. Come che sia, Nichi Vendola riesce a

raggiungere con Berlusconi un punto diequilibrio dopo mesi di conflitto. In regio-ne sono convinti che sia partita una gran-de sfida che mira a coniugare le risorse conl’innalzamento della qualità del sistema sa-nitario pugliese, questo più o meno il sen-

so del Fior pensiero.Detto francamente, die-

tro questa sorta di pace ar-mata siglata con la firma delpatto antideficit, ho la sen-sazione che si tenti di oc-cultare in maniera anchemalcelata una vera verità ecioè che il governo ha otte-nuto da parte della regionel’impegno a rimuovere lecause di illegittimità dellarecente legislazione regio-nale in materia di interna-zionalizzazione del preca-

riato. E’ anche vero che questo piano di

rientro mette comunque una parola dichiarezza in una vicenda davvero oziosa,strumentale e soprattutto dannosa per i cit-tadini. La Puglia, questo il punto, dovràstringere i cordoni della borsa lungo ilfronte dell’assistenza pubblica, perché senon ho capito male dovrebbero esserechiusi o riconvertiti diciotto ospedali con ta-gli drastici sui posti letto. E non basta: spun-terà il ticket di un euro per ogni ricetta, cisarà il blocco del turnover. Insomma, se-condo i conti dei padroni delle ferriere, do-vremo risparmiare almeno 350 milioni dieuro! Una situazione oggettivamentedifficile anche perché il professor Fiore, che

fa l’assessore alla sanità in Puglia e che èun laico, giustamente non crede nelle ricettemiracolose, ci mancherebbe!

Ora come ora, la firma del piano è purtuttavia un bene per la Puglia, per la salu-te dei pugliesi e per i precari della sanità,in attesa della sentenza della Consulta.Dunque, si vedrà dopo se la politica dellaPuglia contro la precarietà del lavoro sarào meno sconfessata sul piano giuridico, que-sto non possiamo dirlo adesso. Una cosaperò va detta subito: un sistema chiaro di re-gole certe per l’accesso al lavoro pubblicoè una garanzia per la democrazia. In tuttasincerità, non mi pare che alcune soluzio-ni parecchio fantasiose adottate siano coe-renti con i principi giuridici che presiedo-no la titolarità stessa dei diritti. Vedremocosa dirà la Consulta domani e saremo i pri-mi a gioire a fronte di un pronunciamentofavorevole alle opzioni che hanno deter-minato assunzioni di massa degli amici de-gli amici, degli amici del giaguaro e degliamici della contraerei.

Ma se così non dovesse essere, chi pa-gherà lo scotto di un errore tecnico, giuri-dico e politico? Cosa accadrà? Ci sarà unanuova rivoluzione di piazza, assalteranno gliospedali per tagliare l’ossigeno ai malati,vorrei capire come funziona questa storia esoprattutto credo vada spiegato ai puglie-si come funzionano certe matriosche.

Probabilmente discutere nel merito diun piano di riordino ospedaliero sarà ora piùpossibile, con meno mistificazioni di ieri.

E’ in questo contesto comunque che vanecessariamente ripreso anche il concettodi una gestione delle risorse pubbliche piùoculata, perché noi abbiamo notizie che al-cuni rami secchi, alcune spese folli come

quelle consulenziali affidate a studi legaliesterni per diversi milioni di euro, andreb-bero necessariamente osservate con occhidiversi, perché è sempre il cittadino chepaga, non lo dimentichiamo.

Radicalizzando e sintetizzando questalinea teorica, diremmo che bisogna dunqueavviare veramente un’operazione verità an-che perché mentre i politici litigano, il ma-lato muore e la stessa qualità per la tuteladella salute diventa scadente, perché i ri-tardi si allungano e le attese hanno un pesoincredibile su chi porta una sofferenza ad-dosso.

In questa storia ancora tutta da chiari-re e da scoprire rientra ovviamente ancheil tentativo meschino di mettere nell’ango-lo la sanità privata che noi difendiamo, per-ché scegliere dove, come e quando curarela propria salute è un diritto del cittadino eil diritto alla salute equivale al diritto allavita. Ora, vivere in un paese liberale si-gnifica ancora difendere i diritti intangibi-li dei cittadini?

Un giovane scrittore italiano che amafarsi chiamare Carl William Brown, sug-gerisce che bisogna decidere di agire sul-la stupidità, questo cancro mostruoso, e col-pirla a morte; dobbiamo essere convinti cheessa si possa finalmente separare dall’uo-mo e dando vita alla nostra azione dob-biamo sperare che non sia unita ad essa daun legame necessario ed indissolubile.

Penso di essere pienamente d’accordocon mister Brown. Arrivederci.

Non fiori ma opere di bene

RUGBY IN ROSA

Tommaso FioreAssessore Sanità Regione Puglia

Mariluce Amoroso

Page 6: 6Donna #11 21

6 n o v e m b r eduemiladieci inchiesta

ANatale i bambini rivolgono al grande uomo panciuto dalla lunga barbabianca i propri “desiderata”. Una bambola, una macchinina, il treni-no elettrico e via via giocattoli sempre più sofisticati. Ma cosa desidere-

rebbero i foggiani per la loro città? Le mamme chiederebbero più asili nido co-munali, gli anziani più luoghi di ritrovo, i giovani più possibilità di divertimento,le forze dell’ordine meno criminalità. E le istituzioni, cosa potrebbero donare aFoggia? Tralasciando quello che ormai è un grande punto interrogativo e cioèl’Agenzia per la Sicurezza Alimentare, sicuramente potrebbero concretizzare tut-

ti quei progetti che darebbero al capoluogo dauno l’immagine di una città al pas-so con i tempi o meglio, considerato che si tratta di interventi che migliorerebberoi collegamenti con altri centri nevralgici del territorio nazionale, a “spasso” con itempi. Tanti progetti, ma pochi cantieri purtroppo e intanto i FAS (Fondi per leAree Sottoutilizzate) vengono dirottati altrove. Perché? In questa pagina abbiamorealizzato una istantanea ideale delle potenzialità di Foggia e in quella accanto ab-biamo spiegato i motivi per cui ancora non si decolla… a partire dal Gino Lisa.

Nella speranza che Babbo Natale ci metta lo zampino.

Foggia crocevia del Sud Lettera a Babbo Natale: “vorrei che con i Fondi per le Aree

TRENO-TRAM

ROTAIE DENTRO

E FUORI CITTA’

Un progetto ambizioso e innovativo quel-lo messo in cantiere lo scorso anno dal Comu-ne di Foggia, nell’ambito dei due piani strate-gici programmati sul territorio, ‘Area Vasta’ e‘Capitanata 2020’.

Il Consiglio comunale ha adottato infatti,in data 13 marzo 2009, ponendosi anche co-me ente capofila, il Piano Urbano di mobilità(PUMAV), che prevede l’istituzione di un si-stema ferro tranviario che collegherà diversipunti strategici del capoluogo, quali la Sta-zione ferroviaria, Palazzo di Città, la sede del-la Provincia, la Fiera, la Biblioteca, gli Ospedali,l’Università, con alcuni paesi della provincia.

Treno fuori, ma tram dentro la città, ali-mentato elettricamente, che contribuirà a li-mitare le emissioni di CO2 nell’aria e l’inqui-namento da nafta, sostenibilità ambientale,ma anche economica, quindi, che proiette-rebbe la città di Foggia in una dimensione eu-ropea, contribuendo notevolmente al rag-giungimento degli obiettivi legati al progetto“20-20-20”: ovvero 20% di fonti rinnovabili,20% di risparmio energetico e 20% di ridu-zione delle emissioni di Co2.

Il progetto prevede la realizzazione dinuovi binari solo nell’area urbana, mentre sul-la linea provinciale che collega il capoluogocon i comuni di Lucera, San Severo, Peschici,

Calenella e Manfredonia, verranno utilizzatii binari già esistenti.

Tutto il circuito costerà circa 200 milionidi euro, 79 milioni saranno necessari solo perla linea urbana, un investimento che potrebbeavere un ottimo ritorno economico e che por-terebbe alla creazione di numerosi nuovi po-sti di lavoro.

Il Comune di Foggia ha già pubblicato unavviso di bando di gara per la realizzazione del“Nodo di scambio intermodale”, nell’ambitodel progetto-pilota innovativo Treno-Tram, cheha subito suscitato grande interesse. Nel me-se di settembre erano già 18 le imprese candi-date a prendere in appalto i lavori, le stesse sa-ranno invitate a formulare un’offerta peraggiudicarsi la progettazione esecutiva dei la-vori, secondo la forma dell’appalto integratoscelta dall’Amministrazione.

“Si tratta di un’opera di grande impattoper la mobilità da e verso il capoluogo - si leg-ge sul gruppo di facebook ‘il Treno-Tram aFoggia’, gestito da Giovanni Dello Iacovo, re-sponsabile delle Relazione esterne e istitu-zionali di “Capitanata 2020” - . La realizza-zione del nuovo terminal intermodaleconsente, infatti, di rendere rapido ed effi-ciente l’interscambio con tutte le modalità ditrasporto (treno, bus extraurbani ed urbani,taxi, car-sharing, bike-sharing) oltre a mi-gliorare la diffusione dei flussi pedonali deipasseggeri provenienti dall’insieme dei ser-vizi extraurbani verso Foggia”.

Maria Rosaria De Leonardis

Foggia è una delle pochissime cit-

tà italiane a non avere una stazione dei

bus extraurbani, solitamente posta ac-

canto alla stazione ferroviaria. Questo

provoca una congestione davanti a

piazzale Vittorio Veneto di pullman che

viaggiano verso tutti i comuni della pro-

vincia, verso Campania, Basilicata,

Abruzzo, Toscana, e ancora verso nu-

merosi Paesi dell’est con un unico ri-

sultato: un ingorgo difficilmente aggi-

rabile. Il Comune ha accolto l’esigenza

di una stazione dei bus extraurbani se-

gnalata, oltre che dai sindacati, anche da

Confindustria ed ha ipotizzato la possi-

bilità di realizzarla sui due lati della sta-

zione ferroviaria. Il Comune, nell’ela-

borazione del piano urbano della

mobilità, ha previsto, inoltre, due bre-

telle di collegamento, la prima verso via

Manfredonia, in parte già aperta, e l’al-

tra che da piazzale Vittorio Veneto va

verso viale Fortore, con uno svincolo nei

pressi del sottopassaggio. Inoltre, sem-

pre nel piano urbano, è prevista la rea-

lizzazione di parcheggi di scambio per

le autovetture private di coloro che, la-

sciato il proprio mezzo, proseguono il

viaggio su treno o autobus. Questo si-

stema, integrato con l’utilizzo del tre-

no-tram, ribadisce il ruolo centrale del-

la stazione ferroviaria di Foggia nei

progetti di sviluppo del traffico locale

come punto di interscambio tra le di-

verse modalità (autobus- ferrovia, traf-

fico pubblico e privato). a.r.

STAZIONE BUS EXTRAURBANI

AI DUE LATI DELLA FERROVIA

Foggia non avrà mai l’alta velocità, per in-tenderci, l’Eurostar che viaggia a 370 km/he che copre attualmente il corridoio che daNapoli va a Milano e da Torino a Venezia. Incompenso, potrebbe avere l’alta capacità:una linea ferroviaria lungo la tratta Bari-Fog-gia-Napoli con grande capacità di traffico,percorsa da treni che raggiungono i 250km/h. Un buon compromesso, se si conside-rano i vantaggi delle fermate intermedie(inesistenti nei casi dell’alta velocità) e del-la circolazione in contemporanea sulla stes-sa linea di treni viaggiatori e treni merci. Oggi i treni che partono da Foggia im-piegano tre ore per raggiungere Napoli percui i viaggiatori preferiscono il trasporto sugomma: gli autobus infatti coprono la trattain due ore. Il progetto dell’alta capacità, cheprevede il raddoppio e la velocizzazione del-la linea, permetterebbe di ridurre ulterior-mente i tempi di percorrenza ad un’ora sol-tanto, garantendo la possibilità inoltre aitreni merci di percorrere la stessa linea. Ilprogetto di Rete Ferroviaria Italiana, elabo-rato circa cinque anni fa, prevede in alcunitratti l’affiancamento della linea esistente,in altri la realizzazione di una linea ex novo.La parte più impegnativa, 21 km che vanno

da Orsara ad Apice (in provincia di Bene-vento), sarà realizzata interamente in galle-ria. Tutta l’opera, che dovrebbe essere ulti-mata entro il 2020-2023, costerà 5 miliardi dieuro. La nuova linea risolverebbe anche l’an-noso problema, per ora sopito ma non supe-rato, della frana di Montaguto: il nuovo trac-ciato in galleria tra Orsara e Apice, infatti,permetterebbe di aggirare completamenteil tratto interessato dalla frana che continuaimpercettibilmente a muoversi, mettendo aserio rischio l’incolumità dei viaggiatori. Uni-co punto debole del progetto originario sem-bra essere la scelta di Cervaro (a circa 7 kmdal capoluogo dauno) e non Foggia comestazione di sosta per i passeggeri diretti a Na-poli. Tale scelta avrebbe come vantaggio ilrisparmio di nove minuti sul tempo di per-correnza complessivo, a spese però dei viag-giatori, costretti da Foggia a dirigersi a Cer-varo (non è chiaro se con un servizio navetta)per raggiungere Napoli. La stazione di Cer-varo, inoltre, sarebbe isolata e senza presi-dio. Sulla necessità di revisionare questa par-te del progetto sembra essere d’accordoanche lo stesso Ministero delle infrastruttu-re e dei trasporti.

Anna Russo

ALTA CAPACITA’NAPOLI AD UN TIRO DI SCHIOPPO

Per un pugno di metri. Trecento.

Poco più di due milioni di euro ogni

cento metri per volare low-cost. Con

1500 metri di pista i fagiani volano, ma

non i foggiani, stipati in velivoli da cin-

quanta posti. Ora Aeroporti di Puglia

vuole investire denaro utile ad allun-

gare la pista, a far fronte agli espro-

pri e ad ampliare l’aerostazione, con

una cifra che si aggira intorno ai 16

milioni di euro. È una svolta per Mon-

do Gino Lisa, un’associazione di gio-

vani che tira fuori una serie di scar-

toffie per dimostrare che la pista si può

allungare, senza troppe chiacchiere.

E alla fine, AdP e gli altri Enti sono

giunti alla stessa conclusione: tre-

cento metri di pista bastano (ma non

avanzano). “Con la pista attuale pos-

sono volare solo aerei da 50 posti e far

volare un aereo simile è molto più co-

stoso che far volare un aereo da 150-

190 posti. In un progetto – spiega An-

drea Casto, Presidente dell’associa-

zione Mondo Gino Lisa – abbiamo di-

mostrato come una pista lunga 1800

metri permetta l’atter-

raggio sicuro di

aerei fino a 150posti, come

gli Airbus A 319,

vettori in uso in di-

verse compagnie

aeree, tra cui Ea-

syJet. Potrebbero

atterrare persino i Boeing 737 da 189

passeggeri, purché non a pieno cari-

co di carburante. Questa limitazione,

in realtà, non è un handicap. Ridurre

il carburante permette di ridurre le

tasse aeroportuali, quindi abbassare

i costi e, soprattutto, avere priorità di

atterraggio in caso di traffico aereo, un

buon escamotage per atterrare sem-

pre in orario”. Le restrizioni relative al

carburante non si traducono in limi-

tazioni per le tratte internazionali.

L’associazione Mondo Gino Lisa

non condivide l’ipotesi, prospettata di

recente da Domenico di Paola, Ammi-

nistratore unico di AdP, di allungare la

pista in direzione Nord. “Abbiamo di-

mostrato – continua Casto - che pro-

cedendo verso Sud piuttosto che nella

direzione di via Gioberti, si può arrivare

anche a 2500 metri, semplicemente in-

terrando il vicino tratto di tangenzia-

le”.Mariangela Mariani

MONDO GINO LISA

PERCHE’ I FAGIANI VOLANO

E I FOGGIANI NO

Andrea Casto

Page 7: 6Donna #11 21

7n o v e m b r eduemiladieciinchiesta

Treno tram, allungamento della pista del Gino Lisa, alta capacità,stazione dei bus extraurbani. Tanti progetti, ma pochi cantieri

a “spasso” con i tempi Sottoutilizzate la mia città diventasse meno sottosviluppata”

TRENO-TRAM

LA FASE SPERIMENTALE

Non ne fa più mistero nessuno, tanto me-no gli amministratori, di una situazione fi-nanziaria comunale quasi al collasso, ma gliaddetti ai lavori sostengono che il progettodel treno-tram non rimarrà solo su carta. In-tanto, ed è già qualcosa, è stata avviata la fa-se sperimentale, ma solo in provincia, sulletratte coperte già in passato dalla rete ferro-viaria. Poco più di un anno fa è stata ripristi-nata la tratta Foggia-Lucera, fino agli anni‘60 di proprietà delle RFI, data in concessio-ne ora alle Ferrovie del Gargano.

Inoltre quest’estate le stes-se Ferrovie del Gargano hannomesso in funzione, in via speri-mentale, i trenini di collega-mento per le varie località turi-stiche, Calenella – S.Menaio -Peschici, e l’iniziativa ha riscos-so un notevole successo.

Per ora vengono utilizzatiancora i treni, ma successiva-mente verranno sostituiti dai tre-ni tram.

La fase sperimentale si è re-sa necessaria poiché in fondo sa-rà l’utenza esterna ad ottimizza-re ancor di più i costidell’investimento.

Buone notizie giungono an-

che dal fronte economico, nell’ambito delPSAV sono stati infatti già finanziati due pro-getti: il primo ha permesso di ripristinare ilnodo di scalo intermodale di Foggia, con unimporto di 4 milioni e 750 mila euro, con il se-condo è stata ripristinata la stazione di scam-bio di Manfredonia, che consente di entrarea Siponto e arrivare fino in centro, con un con-tributo complessivo di 2 milioni e 133 milaeuro.

Il 18 novembre scorso, infine, il CIPE haapprovato l’allegato infrastrutturale nel qua-le rientra anche il treno tram, ma per il finan-ziamento vero e proprio di quest’opera biso-gnerà attendere la prossima seduta del Cipe.

Maria Rosaria De Leonardis

Foggia è il punto ideale di colle-

gamento tra le cinque grandi direttri-

ci circostanti: San Severo, Manfredo-

nia, Termoli, Lucera e Cerignola, oltre

ad essere il luogo dove convergono

tutti i pullman provenienti dal sub Ap-

pennino, senza contare i bus che par-

tono per le destinazioni estere. Per ta-

le ragione, una stazione per gli

autobus extraurbani servirebbe a de-

congestionare piazzale Vittorio Vene-

to. Esistono già dei progetti, ma sono

bloccati. Perché? Perché una realizza-

zione simile vincolerebbe le aree cir-

costanti l’attuale stazione ferroviaria, di

proprietà delle Ferrovie dello stato, a

servizi di pubblica utilità, escluden-

dole da speculazioni edilizie di vario

tipo. E’ la Filt Cgil a ritenere che Co-

mune e Provincia dovrebbero chiede-

re a RFI un protocollo di intesa per l’uti-

lizzo delle aree ferroviarie prospicienti

la stazione. Queste opere cambiereb-

bero completamente il volto della cit-

tà in nome del tanto decantato concet-

to di intermodalità. a.r.

Lo hanno chiamato scalo ‘bonsai’,

vittima di un terribile anatema. Lo

spettro del disastro della Federico II

ha aleggiato a lungo su quel fazzo-

letto di terra da cui i foggiani non

hanno mai imparato a volare. Itali Air-

lines, ClubAir, MyAir, SkyBridge: il

fiato sul collo dell’Enac (Ente Nazio-

nale dell’Aviazione Civile), voli inau-

gurati e cancellati dal flightboard.

L’allungamento della pista dell’Ae-

roporto Gino Lisa è un’incombenza

che da anni la politica si trascina die-

tro come un macigno. Figliastro di

Aeroporti di Puglia, all’ombra dello

scalo di Bari Palese, il Gino Lisa non

ha mai avuto quella pista che avreb-

be permesso ai foggiani di volare dav-

vero. Aerei da 150 posti per far de-

collare il turismo, sul Gargano della

torrida estate e per i luoghi sacri di

San Pio. Un affare. La base di Amen-

dola e la pista ortogonale non sembra

siano strade facilmente percorribili,

eppure la politica foggiana non in-

tende abbandonare nemmeno que-

ste due ipotesi. Con 1800 metri di pista, EasyJet

e Ryanair ti portano fino in Marocco,

a Londra o a Parigi, o più semplice-

mente a Roma, per pochi euro. Dar-

win Airline, che ha tenuto duro, e Ali-

talia restano – e non vanno via – per-

ché con vettori più grandi i costi si ab-

bassano. L’impresa di volare dall’Aero-

porto Gino Lisa non valeva la spesa

per chi ha lasciato a terra i sogni del-

la Capitanata. Darwin Airline, la

compagnia aerea ticinese, ha scom-

messo sul capoluogo dauno, e i nu-

meri le stanno dando ragione. Con

Alitalia in code sharing (un accordo

per il quale la compagnia commer-

cializza i voli di un altro vettore), sof-

fia un vento favorevole sullo scalo

foggiano. Non sbaglia, allora, l’asso-

ciazione Mondo Lisa quando dice che

“Due chilometri di strada o di ferro-

via non portano da nessuna parte.

Due chilometri di pista aerea porta-

no in tutto il Mondo”. Con 16 milio-

ni di euro Aeroporti di Puglia conta

dodici mesi per realizzare un sogno.

Per i charter da 300 passeggeri biso-

gnerà attendere la prossima puntata

della telenovela Gino Lisa. Mariangela Mariani

ALTA CAPACITA’FONDI DIROTTATI ALTROVEUfficialmente il progetto per la realizza-zione della linea ferroviaria dell’alta capa-cità dovrebbe essere attuato entro il 2023.Una data che sembra già di per sé molto lon-tana se non fosse per i ritardi nell’avvio del-l’opera che potrebbero far slittare la conclu-sione dei lavori ancor oltre. “Attualmente –commenta Giovanni Occhiochiuso, segreta-rio generale della Filt Cgil di Foggia – di tut-ta la nuova linea, l’unico cantiere attivato è sultratto Cervaro - Bovino. I fondi che il gover-no aveva messo a disposizione, a causa del-la crisi economica, sono stati però usati per fi-nanziare la cassa integrazione dei lavoratoriche hanno perso il posto di lavoro nell’ulti-mo anno e mezzo”. Proprio per denunciare iritardi nei lavori la Filt CGIL ha organizzatonei giorni scorsi una manifestazione di pro-testa. La realizzazione dell’alta capacità, ol-tre ad ottimizzare i tempi nei collegamentiper passeggeri, porterebbe notevoli vantag-gi anche all’economia locale se inquadratanell’ottica di un intervento di più ampio re-spiro: “Chiediamo anche lo sviluppo delloscalo merci ad Incoronata. E’ giusto che leaziende dell’area industriale abbiano la pos-

sibilità di spostare le merci su rotaia e non sugomma, come stanno facendo attualmente,con costi ambientali e di gestione notevoli”.Per un miglioramento definitivo dei colle-gamenti su binari, sarebbe necessario, pe-rò, avverte Occhiochiuso, un intervento an-che a nord, lungo il tratto Lesina – Termoli,dove esiste un solo binario. E’ stato redattoun progetto, ci sono i fondi ma il ministeroha dato parere sfavorevole per l’impatto am-bientale. “Il progetto prevede una sopraele-vazione dei binari, una soluzione questa checi può mettere al riparo anche dalle esonda-zioni della diga di Occhito. Questo interventoe l’alta capacità ci avvicinerebbero notevol-mente al Tirreno e al nord Italia, con un enor-me vantaggio sotto ogni punto di vista”.Anna Russo

STAZIONE BUS EXTRAURBANI

INTERMODALITA’ CONTRO SPECULAZIONI EDILIZIE

GINO LISA

QUANDO AEROPORTI DI PUGLIA

TI METTE LE ALI

Giovanni Occhiochiuso, seg. gen. Filt Cgil Foggia

Page 8: 6Donna #11 21

8 n o v e m b r eduemiladieci attualità

Solitudine e sofferenza in versiINCONTRI DI VITA

Essere di conforto. Per chi soffre, per chi vive nel dolore e nell’im-mensa disperazione. E’ una missione la scrittura per Carla La Daga, unmodo per allungare una mano verso la sofferenza umana, qua-si ad alleviarla con parole dolci, semplici, ma toc-canti. Trentenne foggiana, con la passione per lapoesia, Carla la Daga ha vissuto un’infanzia soffer-ta a causa della malattia del fratello. Un fratello cheha amato e che ha perduto prematuramente, che le hainsegnato a lottare e a godere delle gioie della vita. Alui ha dedicato la sua prima poesia, scritta ad otto an-ni: “Ogni mattina sento il passo della sua carrozzella/sisforza a camminare/su di essa c’è mio fratello/le suemani disegnano le macchine/Entra con la carrozzel-la/dalla porta della cucina/gioca con me a disegna-re/ride, scherza e dice delle barzellette […] so che ungiorno guarirai/correrai come un fulmine/ un leopar-do/diverrai velocissimo e ti sarò vicina per sempre”.Sempre al fratello, in quell’infanzia innocente, cede il suopiù grande “regalo”: una letterina a Babbo Natale incui non chiede bambole e giochi, ma “che i medici tro-vino la medicina giusta per rivedere il suo fratellino cor-rere”. E’ la semplicità struggente di bambina a colpire in queste frasi cheraccontano il grande desiderio di regalare all’amato fratello quella for-za nelle gambe che lo porti ancora una volta a camminare. Crescendo,segnata dal dolore per la scomparsa del fratello prima e del padre subitodopo (“Ci sono giorni in cui vorresti dire/perché le persone che ami/

vanno via e non ritornano mai più/gente crudele che ti spezza il cuo-re/qualunque cosa fai […] Non mi accorgevo/quanto bene mi volevi/ora

è troppo tardi per abbracciarti/Quanto gelo c’è intorno ame/ma neanche un oceano di lacrime/può farti ritornare invita), Carla ha trasformato quel bisogno di comunicare inversi le proprie emozioni, in una missione. Ad ispirarla,dopo la triste esperienza personale, è ora la sofferenzache legge negli occhi altrui ed è il sociale a dominare neisuoi versi: “Tu che non vedi un’alba/tu che non vedi ilcalar della notte/e non vedi le persone che ami/Dimori nel-l’ombra e/nella luce del tuo cuore/Vola con me sull’eb-brezza dell’alba/Non temere i terrori della notte/ti sonovicina nel buio/e nella luce del mio cuore non temere”.Scrivere versi è diventato l’unico mestiere possibile perCarla che si diletta anche a dipingere e comporre ope-re teatrali in dialetto foggiano. Ciò che colpisce nellagiovane, timida, a volte impacciata, è il desiderio di ri-scatto per se stessa, per la propria infanzia difficile eper tutti coloro che vivono in condizioni analoghe disofferenza. Per questo, e per una promessa fatta ai suoi

cari scomparsi, ha deciso di pubblicare le sue poesie nel-la raccolta “Incontri di vita”, in vendita presso la Libreria Dante di Fog-gia. Il libro sarà presentato anche nella sede di 50&Più Università ilprossimo 13 Dicembre. Per informazioni contattare la sede al numero te-lefonico 0881.723151.

Simona Guerrera

E’ la prima donna a ricevere la laurea honoris causa dall’ateneo foggiano

Viaggio tra le sue “donne”, eroine moderne nel tempo della denunciaDacia Maraini: “L’identità di un popolo è nella sua lingua”

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoMicky de FinisRosa CotugnoMaria Grazia FrisaldiMariangela MarianiSimona GuerreraMaria Rosaria De Leonardis

Rubricheavv. Caterina Monopolidott.ssa Edwige Carnevaledott.ssa Floredana Arnòdott.ssa Luigia De Vitodott.ssa Maria Grazia Bellantuonodott.ssa Antonia Deddadott.ssa Elena Ricci Barbinidott. Andrea Stella

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax [email protected]

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Una scrittrice impegnata dasempre nella difesa del ruolo e del-la dignità delle donne. E’ Dacia Ma-raini, la più autorevole laureata del-la facoltà di Scienze dellaFormazione dell’Università di Fog-gia, recentemente insignita con so-lenne rito medievale della laureahonoris causa in Progettista e Diri-gente dei Servizi Educativi e For-mativi.

La scrittrice fiesolana è la pri-ma donna a ricevere l’importantericonoscimento dall’ateneo dauno(nell’ordine è la tredicesima), ed èun’autrice conosciuta ed apprez-zata in tutto il mondo per la sua va-sta produzione definita sbrigativa-mente “femminista”. La suaesperienza intellettuale, invece,appare oggi paradigmatica, inquanto rappresenta una delle pun-te più avanzate della nostra cultura,meritevole di aver concepito unascrittura radicata nella tradizione,che parla al presente e che sa pro-iettarsi nel futuro.

Non a caso, per la sua discus-sione, Dacia Maraini ha scelto il te-ma “L’esperienza della scrittura”.Più che una lectio doctoralis la suaè stata una dichiarazione d’amoreverso una lingua, quella italiana,

che la Maraini ha conosciuto ed ap-prezzato tardi, dopo un’infanziatrascorsa in Giappone seguendo gliusi e i costumi della cultura nippo-nica. Sembrerebbe un paradosso,ma l’autrice italiana tre le più tra-

dotte al mondo, fino all’età di 11 an-ni stentava ad esprimersi nella lin-gua che di lì a poco sarebbediventata la “lingua dell’identità”:l’italiano, appunto. “Più che la ban-

diera o la religione - spiega Marai-ni – è la lingua, con le sue “regole”e con tutto quello che si porta den-tro, la prima identità di un popolo.Mi sento italiana perché parlo, pen-so e, soprattutto, scrivo in italiano”.

Il suo non è stato un discorso uf-ficiale - ex cathedra - come ci si po-trebbe aspettare una situazione uf-ficiale quale la cerimonia del 18novembre, piuttosto una discussio-

ne libera, quasi a braccio: in mano,solo una serie di appunti utili a nonperdersi nell’intrico di cenni storici,ricordi d’infanzia ed esperienzepersonali messe insieme a sostegnodella sua tesi.

Per la compagnadi Alberto Moravia,l’esperienza dellascrittura è soprattut-to una questione diresponsabilità civile:“Lo scrittore è chiam-ato a testimoniare ilsuo tempo, a raccon-tare la realtà, non laverità. Scrivere è ungioco, e come taledeve rispettare delleregole, che sono allabase del viverecivile”, spiega.

Ma è anche una“questione di fami-glia, che si tramandaper linea femminileda parte paterna daalmeno tre genera-

zioni”, conferma. Non è un caso, in-fatti, che i protagonisti delle sueopere siano per lo più donne, eroi-ne moderne attraverso le cui storiel’autrice de La lunga vita di Ma-

rianna Ucrìa ha saputo tracciare ilprofilo complesso della società diquesto passaggio di secolo. E lo hafatto con lo sguardo attento e criti-co di una donna che ha saputo var-care, attraverso il medium narrati-vo, i confini del tempo e dello spaziofacendo dialogare tra loro passato epresente, vicino e lontano, uguale ediverso, riunificandoli nel comunesentire di personaggi dall’aspro va-lore di denuncia.

Una vita spesa per l’impegnoculturale e civile, dunque, dinanzialla quale il titolo in Scienze dallaFormazione potrebbe sembrare“forzato”, volendo riconoscere al-la Maraini solo gli indiscussi meri-ti letterari. Ma è proprio nello spes-sore culturale della sua produzioneche ne emerge la rilevanza educa-tiva e formativa, nella quale la mo-tivazione del riconoscimento acca-demico evidenzia “saldi edimprescindibili punti di riferimen-to per la formazione delle giovanigenerazioni ai valori della respon-sabilità, della solidarietà e del dia-logo (tra le lingue, le fedi e le cul-ture, tra i generi e le generazioni)nel rispetto delle reciproche diver-sità”.

Maria Grazia Frisaldi

Da sinistra: la Preside della Facoltà di Scienze della Formazione Franca Pinto Minerva,la scrittrice Dacia Maraini e il Rettore Giuliano Volpe

Fonte Università degli Studi di Foggia

Con Arbor vitae Rilassarsi e riscoprire se stessiPiù che un incontro al femminile è stato una

scoperta. Scoperta di sé, dell’altro, della bellez-za dello stare insieme, a contatto con la natura.Tutto questo è accaduto nel corso della giorna-ta al femminile organizzata dal gruppo scienti-fico-culturale "Arbor vitae" lo scorso 13 no-vembre. Un incontro, la cui partecipazione èstata assolutamente gratuita, per dare spazio al-la creatività e facilitare il proprio ascolto inte-

riore. Complici la giornata soleggiata, la quiete

della campagna a fare da cornice, la sapientecapacità di coinvolgimento della psicologa Giu-lia Di Biase e della sociologa Francesca Virgilio,la disponibilità del ginecologo Antonio Lace-renza, unico uomo presente, le partecipanti han-no potuto effettuare tecniche di rilassamento e diespressione corporea, liberarsi delle proprie co-

strizioni mentali e, dimentiche per alcune oredegli impegni lavorativi e familiari, dedicarsicompletamente a se stesse e al proprio benes-sere.

Nel corso dell’incontro sono stati trattati, conleggerezza e al contempo con la dovuta atten-zione, argomenti legati al benessere psicofisicodella donna, problematiche femminili non solomediche, ma anche psicologiche.

Carla la Daga presenta la sua prima opera

Page 9: 6Donna #11 21

9d i c e m b r eduemiladiecimoda

Page 10: 6Donna #11 21

10 d i c e m b r eduemiladieci bellezzapubliredazionale

È una boutique profumata, salotto dei ba-locchi. Dentro ci sono i capricci delle donne e idesideri degli uomini. Accomodatevi su unantico divanetto e chiudete gli occhi:sarà come viaggiare da Londra a Pa-rigi, e in volo fino al Mar dei Carai-bi. Scoprirete di non essere in unaprofumeria qualunque. C’ètutta la vita di Valeria e Da-niela De Flumeri al civico85 di via della Repubblica.I quadri raccontano i loroviaggi alla ricerca di unprofumo mai annusato,mai indossato; giovani e ap-passionate, amano quelle fragranze e rac-contano marchi storici dell’alta profumeria comePenhaligon’s, un profumo usato da WinstonChurchill e da Luchino Visconti, L’Artisan Par-fumeur, Montale, E. Coudray, Piver, Lubin.“Trattiamo tutti i marchi più selettivi della pro-fumeria inglese e francese, fragranze particola-ri che non si trovano nelle profumerie commer-ciali. Tutto ciò che non è moda, ma che fa moda.Ci rivolgiamo a coloro che desiderano distinguersie vogliono indossare qualcosa di diverso e di uni-co”. Un passo fuori, ti prende il dubbio che nonsia alla tua portata, poi dietro i vetri ti convinciche al prezzo di un marchio commerciale acquistila classe di un marchio di nicchia. E varcata la so-glia dell’atelier, inizia una passeggiata olfattiva.C’è tutto il Mondo in una carrellata di fragran-ze che ti passa sotto il naso, in quel salotto ingleseall’ora del the. Non è la solita profumeria, eppuredentro le credenze c’è tutto quello cerchi in unaprofumeria commerciale. È una scuola di degu-stazione e cultura olfattiva. In ogni boccetta c’èil profumo di una storia: l’Hammam Bouquetcreato da Penhalignon’s per Oscar Wilde, iltrucco di T.LeClerc, con le finissime polveri di riso

che hanno truccato Monica Bellucci, CatherineDeneuve, Madonna. In alto una gigantografia del

Dottor Perricone, il medico autore di famosepubblicazioni: ‘Il tempo è relativo’, è ilsuo motto, sotto un viso che non mo-stra affatto i segni del tempo. I suoi pro-

dotti promettono miracoli. L’ec-cellenza della cosmesi è tuttain uno scaffale: dal marchio di

Annayake ai prodotti Bakel,con la loro formula unica100% principi attivi. In po-chi metri quadri, ti circon-dano i balocchi più prezio-

si, le ceramiche da bagno,borse, accessori trendy e le Lampe Berger, scel-te anche come bomboniere per matrimoni e ri-correnze. Create nel lontano 1898 per purifica-re l’aria degli ospedali, sono profumi d’ambien-te dalle fragranze uniche che deodorano e arre-dano. Nel salotto dei cinque sensi, ai palati raf-finati è servito food inglese, biscotti e marmellatedalla Francia e dal Regno Unito. E per rilassar-si, la Ligne St Barth ha tutto l’occorrente per unacosmesi dagli ingredienti caraibici: i prodotti sonointeramente realizzati sull’isola di St. Barthéle-my, con piante, fiori e frutti dell’arcipelago. E an-cora la linea newyorkese The Laundress, natadall’estro di due stiliste di Chanel e Ralph Lau-ren, sono detergenti per lavare gli abiti di lusso,tre volte concentrati, con una base di materie pri-me naturali, prive di allergeni: possono essere uti-lizzati anche per i capi dei neonati. Il lusso noncosta caro nella maison parfumeè delle sorelle DeFlumeri: “Abbiamo i prezzi di una normale pro-fumeria”. I prodotti, le linee e i marchi sono online all’indirizzo www.profumibalocchi.com, il sitointernet della boutique, dove è possibile fare ac-quisti con un click: quest’anno i regali arrive-ranno da ogni parte del Mondo.

Viaggio tra fragranze e piccole meraviglieProfumi & Balocchi

Page 11: 6Donna #11 21

11d i c e m b r eduemiladiecifashion

Tra brindisi, auguri di fine anno e party percelebrare l’inizio, questo è uno dei periodi piùfrenetici, ma anche più mondani. Chi amauscire ha diverse occasioni per divertirsi conil maquillage scintillante tipico di questo pe-riodo, in versione 2010. Iltrucco delle festedi quest’anno ri-chiede una basenuda, quindi fon-dotinta naturalema coprente, conpunti luce doratisugli zigomi e fo-cus sulle sopracci-glia, che devonoessere curatissimee passate con om-bretto e pennellinomarrone. Le soprac-ciglia castane, infat-ti, danno intensità alviso, qualunque siail colore dei capelli. Ilmust è averle ben depilate, per esempio ad aladi gabbiano, perché quelle “selvagge” sonodecisamente superate, a maggior ragione invista di una serata speciale.

L’altro punto del viso da valorizzare è labocca: rossa e lucida come una lacca cinese,da truccare con matita e pennellino e illuminatacon abbondante gloss trasparente, magari an-che dalle virtù volumizzanti. Se il focus sullelabbra non è possibile (quando sono sottili o, seil sorriso non è perfetto, meglio un colore chia-ro con glitter), allora si può puntare sullo sguar-do. Per un effetto di impatto gli occhi sono sot-tolineati con matita nera ed enfatizzati conabbondante ombretto nero o blu scurissimo,sfumato verso le tempie. Completano il tutto un

tocco di ombretto oro o argento, mascara al-lungante e il gioco è fatto.

Per i capelli, le regole d’oro per fare colpoad una festa sono morbidezza, lucentezza evolume. Partite sempre dai capelli ben puliti,

l’effetto finale è che sa-ranno più luminosi. E iltocco finale per aggiun-gere glamour a una chio-ma? Esaltare le sfuma-ture naturali,affidandovi ad un bravohair-stylist che, grazie apolveri o balsami illumi-nanti, creerà colpi di lu-ce temporanei. Alle fe-ste vanno moltissimotutti gli accessori percapelli chic e rock. Siache scegliate un rac-colto o i capelli sciolti,abbondate con ferma-gli glitterati: di sicuro vi

farete notare.COME USARE I GLITTERIlluminano e accendono di bagliori incan-

descenti viso, capelli e decolleté sotto le luciartificiali, dunque sono adatti solo alla sera: latendenza è quella di usarli a piccoli tocchi, suzigomi e arcata sopraccigliare, rotondità del-le spalle e dei seni. Non serve esagerare, bastascegliere un solo punto da enfatizzare e la-sciare il resto naturale. In alternativa, si puòpuntare sul contrasto di un trucco mat moltosofisticato e una capigliatura “accesa” di bril-lantini. Oro, argento, rosa… la nuance adattaè quella che meglio si accorda con la carna-gione, l’abito o i capelli: tutto è permesso, conmano leggera.

Angela Dalicco

Perfette da togliere il fiatoParola d’ordine: seduzione

Page 12: 6Donna #11 21

12 d i c e m b r eduemiladieci tradizioni

Chi non ha indossato almenouna volta un paio di slip rossi la not-te di Capodanno? O mangiato ab-bondanti piatti di lenticchie nellasperanza di trovarsi le tasche pienedi soldi? Questi e diversi altri gestisuperstiziosi, tuttora in voga, hanno

Tradizioni lontane che perdurano nel tempo

Non è vero... ma ci credo

Tradizioni lontane che perdurano nel tempo

Pochi sfuggono alla tentazione dei riti scaramantici. Soprattutto alle soglie dell’anno nuovo

Non è vero... ma ci credo

Soldi salute fortunaA proposito di mutande rosse: perché si è scelto proprio

questo colore e non, per esempio, il verde o l’arancione? Per-ché il rosso ha sempre avuto, sin dall’antichità, il potere di al-lontanare, scacciare la sfortuna. Molto diverso è il simbolo delvischio. La sua origine è mitologica: gli antichi druidi (sa-cerdoti celti) pensavano che fosse una pianta magica, dalmomento che non spunta dal terreno ma sul tronco di meli,pioppi e querce, e che nascesse dal cielo. Inoltre, le sue bac-che si sviluppano nel corso di nove mesi, proprio come i bam-bini nel ventre materno. Il vischio rappresenta così la vita,l’anima della terra e un bacio sotto le sue foglie non può cheportare gioia e fertilità alle coppie di innamorati.

Le lenticchie, invece, erano simbolo di abbondanza e

denaro già nell’epoca romana. Ogni lenticchia rappresentauna moneta, quindi in ogni cenone che si rispetti non puòmancare un piatto di questi legumi. Stessa cosa per cote-chino e zampone, carni grasse e nutrienti che, secondo latradizione, se mangiate a Capodanno, promettono un annoricco e fortunato. Sempre in tema di cibo, non può mancarel’uva. Ogni acino che si mangia porterà soldi, perché in pas-sato cogliere l’uva anche nei mesi invernali significava averavuto un raccolto molto abbondante.

Quanto all’usanza di mangiare dolci, anche per questac’è una spiegazione antropologica. Inizialmente si donava-no durante le cerimonie nuziali, ma dietro questo gesto ap-parentemente solo gentile si nascondeva anche la volontà di

scacciare l’invidia delle persone per la felicità degli sposi.Ed è anche per questo che i dolci abbondano durante le fe-ste di fine anno. Sempre il primo giorno dell’anno, poi, pareporti fortuna vedere per prima una persona del sesso oppo-sto (familiari esclusi), mentre è considerato un brutto presa-gio imbattersi in un cavallo bianco, ma da questo punto di vi-sta la maggior parte degli italiani potrà dormire sonnitranquilli. L’avarizia è un difetto da correggere nel periodonatalizio: si dice che chi non riuscirà a fare un regalo entro lavigilia di Natale finirà in povertà. E se un’amica ha bisognodi un prestito, i primi giorni dell’anno sono il momento giu-sto per correre finanziariamente in suo aiuto: pare infatti cheil denaro prestato torni indietro quadruplicato. a.d.

Page 13: 6Donna #11 21

13d i c e m b r eduemiladiecitradizioni

un’origine lontana e un significato che perdu-ra nel tempo e resiste allo scetticismo diffuso.

Il cambiamento radicale nella vita dell’uo-mo negli ultimi decenni ha fatto sì che scara-

manzie e riti propizia-tori abbiano assuntosfumature differenti,ma ciò che è rimastoimmutato è la loro fun-zione di rassicurazio-ne. Semplificando, sipuò dire che è una sor-ta di “tranquillante”per le paure umane;infatti la componentepsicologica è stata edè tuttora la linfa vitaledel gesto superstizio-so, attraverso il quale

l’uomo, inconsciamente, prende atto dell’esi-stenza del male che c’è nel mondo e cerca difronteggiarlo come può, anche attraverso vec-chi riti magici. Angela Dalicco

In giro per il mondoChi pensa che queste usanze siano

un’esagerazione, non ancora ha finito di stu-pirsi. Nel resto del mondo persistono riti al-trettanto strambi e divertenti. In Francia, adesempio, la notte di Capodanno porta fortu-na dar fuoco a un grosso pezzo di legno chesi lascia ardere completamente per tutta lanotte; nel frattempo, ci si mette a tavola per ilclassico cenone, dove non può mancare laBûche de Noel, un dolce fatto a forma di tron-co di legno, che si mangia a Natale e, ap-punto, a Capodanno. In Polonia, alla vigilia diNatale, bisogna aspettare che compaia unastella nel cielo prima di iniziare a mangiare,mentre in Portogallo, alla fine del pranzo na-talizio si lascia sempre la tavola imbanditaper dare il benvenuto alle anime dei defun-ti. In Cina, dove il Capodanno cade tra il 21gennaio e il 20 febbraio, bisogna ricordare ditenersi lontani da forbici, coltelli e scope cheespongono al pericolo di tagliare o spazzarevia la fortuna. Tutti gli utensili taglienti ven-

gono nascosti, mentre fuori dalle porte sonoesposte le effigi delle divinità domestiche peringraziarsele. Allo stesso scopo, le labbra del-le statue del protettore del focolare vengonospalmate di miele nella speranza che, vo-lando in cielo per fare il resoconto del com-portamento della famiglia sulla quale veglia,abbia per lei solo parole dolci.

Decisamente colorati sono i gesti propi-ziatori provenienti dall’America Latina. Peresempio, ancora oggi in Messico esiste l’an-tica usanza della pinata, una pentola di ter-racotta o di cartone piena di arachidi, arance,mandarini e che si usa rompere dopo avercelebrato la posada, piccola festa notturnache si svolge per tutto il periodo natalizio.Poiché la pinata rappresenta il peccato, unapersona, con gli occhi bendati, la colpisce fi-no a romperla, e farne così uscire i dolci e lafrutta contenuti all’interno, a simbolo dellebenedizioni elargite da Dio quando il pecca-to viene vinto. a.d.

Page 14: 6Donna #11 21

14 d i c e m b r eduemiladieci moda

Il look giusto per vivere al meglio i numerosi

Personalità da esaltare,Il periodo delle feste pre e post

natalizie, e intorno al Capodanno,rappresenta un’occasione non soloper staccare dal tran tran delle occu-pazioni quotidiane e per immerger-si in un’atmosfera unica, ma per vivere una ri-trovata socialità che in altri periodi dell’annosarebbe inimmaginabile e non solo per ragio-ni di tempo. L’agenda si ritrova improvvisa-mente fitta non più – o non solo – di impe-gni di lavoro, ma di occasioni di incontro,ognuna delle quali merita di essere sot-tolineata dal look giusto, sbarazzino oimpegnato quanto basta, in grado diesaltare la personalità e il glamour diognuna di noi.

LE USCITE SERALINonostante il freddo, ecco che

rimanere in casa diventa assolu-tamente tabù. Se si hanno bambi-ni piccoli e bimbe deliziose al se-guito, andare al cinema èd’obbligo, anche grazie alle me-raviglie garantite dal 3D e al-l’ampia varietà di proposte. Il lo-ok perfetto della stagione 2010 èl’abbinamento tra la mantellae cappa e gli stivali Ugg, arri-vati dalla lontanissima Austra-lia per far proseliti in tutto il mon-do (e che possono contare sutestimonial d’eccezione come Ka-te Moss e Paris Hilton). Perfetti conleggins o jeans attillati, vanno be-nissimo anche con gonne di medialunghezza, e la varietà di colori e pro-poste è tale da soddisfare qualsiasigusto.

Se invece l’opzione è un evento culturalead alto tasso di mondanità, come un concerto,oppure un dopocena movimentato e ricco di

sorprese, il nero abbinato al tacco dodici èovviamente d’obbligo, senza esagerarecon gli accessori. Il must di stagione è ilborsalino da uomo, a falde strette e confascia “ton sur ton”, oppure il basco in

lana, ma sempre rigorosamente scu-ro: impossibile passare inosserva-

te, ma sempre con stile ed ele-ganza. In caso di puntata al

ristorante, la mantella vaancora benissimo, ma del-

la stessa tinta della giacca odel maglione, nelle sfumature

rassicuranti del sabbia o d’im-mediato impatto del rosso acceso,

per chi non ha paura di usare e hauna carnagione all’altezza degli

sguardi che si annunciano numerosi.

LE SERATE IN CASAMa se parte la serata ‘burraco’ o ‘che-

min’, non c’è evento che tenga: l’invito èdi quelli irrinunciabili e si esce di casa ri-gorosamente per andare in un’altra casa.Il calore è garantito, quindi sono banditicapi dal taglio pesante: molto più comodo– e divertente e originale – un giacchinocorto con spalle che rimandano tanto ai pri-mi anni Ottanta, un top o al massimo una

camicia in linea con la propria personalità,con pantalone di taglio maschile e stiletti.

Dal cinema al ristorante,i consigli per essere sempre al top

Page 15: 6Donna #11 21

15d i c e m b r eduemiladiecimoda

appuntamenti del periodo festivo

diffidando dalle imitazioniParticolare attenzione va invece riservata aidettagli, dal taglio dei capelli al trucco, dallacollana agli anelli, dalla cinta in vita al brac-ciale: basta poco, in fondo, per valorizzarsi enon deprimersi, cercando magari di far depri-mere l’immancabile antipatica di turno, sce-gliendo tra pro-poste originali alpunto che diven-ta un’impresaimitarle, ed evi-tando così di cor-rere il rischio -clone (memora-bile una seratanatalizia di qual-che anno fa in unnoto ristorantefoggiano, condue vip arrivate adistanza di unquarto d’ora l’unadall’altra con ri-spettivi fidanzatie che si sono ritro-vate con lo stessoidentico vestitoda sera, stesso co-lore stessa taglia,ma effetto bendifferente, acqui-stato peraltro nel-l’identica bouti-que).

Se invece sia-mo noi le padronidi casa, un lookeccessivamenteelegante potreb-

be mettere in imbarazzo le nostre ospiti, se nonaltrettanto curate: puntare su quadri (per legonne in particolare) e sobrietà appare quin-di la scelta migliore, in grado di proteggercida sorprese e incomprensioni.

Angela Dalicco

IN VIAGGIOUna categoria più ristretta le vacanze le trascorrerà invece fuori, In

montagna a casa propria o di parenti ed amici. Non necessariamente ri-chiesto l’abbigliamento da neve à la mode, data la consuetudine e le fre-quentazioni piuttosto abitudinarie: la comodità regna sovrana, con ma-glioni a collo alto, meglio se in paille, leggins nascosti da jeans, stivalo-ni al ginocchio, cappellini imbottiti. Ma un viaggio in località top comeCortina o Saint Moritz, o la semplice scelta di alberghi di fama imponeben altro budget per un look all’altezza delle (nostre) aspettative, e unpassaggio obbligato in boutique per aggiornarsi sulle tendenze di sta-gione da coniugare con il proprio stile e la propria personalità.

Negli ultimi anni il sogno proibito del mare d’inverno appare una si-rena dal richiamo irresistibile, ben più del salto romantico in celebri ca-pitali europee come Parigi, Vienna, Praga (bellissime e suggestive, maparticolarmente fredde nel cuore dell’inverno: consigliabile quindi un lookestremamente pratico in particolare per le uscite notturne, poiché le tem-perature possono scendere di parecchi gradi sotto lo zero) o dell’im-mersione in realtà multietniche sospese tra tradizione e novità come Lon-dra o New York. Partire con un bagaglio leggero costituito per gran par-te da creme abbronzanti, costumi e parei per località vicine come le iso-le Canarie, Sharm el Sheik, o meravigliosi atolli alle Maldive o alle Sey-chelles è però un’opzione che per tante è una piacevolissima realtà. Pre-senta infatti il vantaggio di non esagerare con le spese per il look, a pat-to di partire con il costume trend dell’estate appena trascorsa, quello co-lor glicine o con tonalità ancora più scure, meglio se arricchito da swa-rovski, la forma a coppa preferita allo striminzito triangolo. Rigorosamentebandito il topless, per nascondere i segni del passaggio dal chirurgo. Esoprattutto perché la seduzione è soprattutto classe. a.d.

AL MARE

Page 16: 6Donna #11 21

16 d i c e m b r eduemiladieci

Page 17: 6Donna #11 21

17d i c e m b r eduemiladieci

Inquinamento in casa

La casa non è sempre il luogopiù sicuro per la salute. L’aria chesi respira tra le mura domestiche,infatti, è cinque volte più inqui-nata di quella esterna. Lo ricor-dano gli esperti del Gruppo distudio sull’inquinamento degliambienti di vita dell’Istituto Su-periore di Sanità, che cercano diproporre linee di indirizzo e dicomportamento per la tutela del-la salute. Il tema della qualitàdell’aria che respiriamo nelle no-stre case e in tutti quegli am-bienti cosiddetti di vita (comescuola, uffici, mezzi di trasporto)è importante quanto sottovalu-tato. Spesso infatti si dà per scon-tato che negli ambienti chiusi siè più al sicuro dallo smog, ma inrealtà non sembra essere così.Una recente ricerca dell’Enviro-mental Protection Agency (Epa),l’Ente statunitense di protezioneambientale, ha dimostrato l’esat-to contrario, ovvero che l’aria dicasa è cinque volte più inquina-ta di quella esterna. Sotto accusa,in particolare, i Composti orga-nici volatili contenuti nei prodottiper la pulizia della casa, degli uf-fici e di tutti gli ambienti di vita,come pure in pitture, vernici esmalti, nelle candele profumatee nei bastoncini d’incenso, neivestiti e nella tappezzeria sotto-posti a lavaggio a secco, nell’uti-lizzo di stufe a legna e caminetti,e ovviamente, nel fumo di siga-retta. Da non dimenticare poil’inquinamento dovuto a batte-ri, funghi e muffe originatesi ne-gli ambienti troppo umidi. Pro-teggersi in casa, però, è possibilecon alcune precauzioni consi-gliate dagli esperti.

Pulizia Leggere attenta-mente le etichette e non misce-lare mai i prodotti. E’ bene sem-pre arieggiare la casa perassicurare il ricambio d’aria, usa-re accorgimenti antiacari permaterassi, cuscini, divani. Limi-tare l’uso di deodoranti spray.Contro le tarme evitare la nafta-lina e ricorrere a sostanze naturaliche si possono acquistare in er-boristeria.

Mobili Meglio utilizzaresemplicemente panni in micro-fibra per detergere il mobilio an-ziché i classici spray “mangia-polvere” che sono per lo più abase di formaldeide.

Vernici e pitture Ventilaregli ambienti fino alla scomparsadegli odori e comunque utilizza-re vernici a base d’acqua.

Combustioni E’ bene limita-re l’uso di stufe a legna e cami-netti se privi di sistemi a normadi smaltimento dei fumi. Per lostesso motivo è meglio limitarel’accensione di candele profu-mate e bastoncini d’incenso.

(Fonte: genitori.it)

in pocheparole

DI ELENA RICCI BARBINI

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

L’UROLOGA

Il tumore della prostata è una delle più fre-quenti cause di morte per neoplasia nel sesso ma-schile. Tra i fattori di rischio sono annoverati quel-li nutrizionali. L’importanza, quindi, della che-mioprevenzione come arma aggiuntiva alla nor-male terapia ha un suo perchè.

La chemioprevenzione consiste nella som-ministrazione di agenti (prodotti biologici, alimenti)in grado di prevenire, inibire o ritardare la pro-gressione dei tumori in genere, in particolare del-la prostata. E’ una branca medica nata di recen-te, anche se sono molti anni che si studia l’effet-to positivo di alcune sostanze biologiche (alimentie altro) sulla patologia tumorale. Nell’ambitodella patologia prostatica abbiamo 3 livelli di stra-tegia:

1) prevenzione primaria2)prevenzione secondaria3) prevenzione terziaria.La primaria viene attuata in pazienti che non

hanno tumore, ma sono a rischio per familiarità.La secondaria in pazienti già sottoposti a te-

rapia curativa (intervento e/o RT).La terziaria in pa-

zienti con neoplasia in-vasiva. La Chemiopre-venzione consiste nel-l’utilizzare farmaci e/oprodotti biologici a bas-sissima o nulla tossicità,l’esatto contrario degliagenti chemioterapicitradizionali che hannoun’elevata tossicità. Danumerosi studi l’Urac-tive è risultato avere

azione antiossidante in maggior misura sullecellule prostatiche:

E’ composto da:1) Licopene2) Selenio3) Estratto di the verde4) Vitamina E 5) Zinco

Vitamina D3L’assunzione regolare di queste sostanze,

grazie alla loro attività sinergica, assicurano il giu-sto apporto ossidante all’organismo così da au-mentarne le difese naturali, rallentando e osta-colando la proliferazione incontrollata e la suc-cessiva degenerazione delle cellule prostatiche.

La vitamina D3 ha una specifica azione re-golatrice sul ciclo replicativo delle cellule epite-liali (basali e secretorie) prostatiche

Si produce con l’esposizione solare e sembrache l’incidenza dei tumori ( > prostatici) sia ridottanelle zone più soleggiate.

Altro elemento molto importante è il Selenio,un minerale contenuto neivegetali che è uno dei prin-cipali componenti di un en-zima importante nel nostroorganismo, l’enzima Glu-tamino-Perossidasi.

E’ anche coinvolto neimeccanismi di inibizionedella crescita anomala cel-lulare, quindi conferisceuna sorta di arresto dellaproliferazione delle celluletumorali. Un recente studio

eseguito su ratti presso l’Erasmus Medical Cen-ter - Rotterdam, ha dimostrato l’effetto protettivodi Vit E e licopene, sullo sviluppo del Carcinomadella Prostata.

Il Licopene è un composto alchilico non po-lare formato solo da Idrogeno e Carbonio appar-tenete al gruppo dei carotenoidi (fa parte dei ca-rotenoidi che danno il classico colore rosso allabuccia).

Ratti trattati con questi due componenti han-no avuto una riduzione nello sviluppo del tumo-re prostatico rispetto a quelli trattati con placebo.

Ancora sono in corso studi sull’uomo per ve-rificare i tempi e le dosi di somministrazione. Ab-biamo trattato con Uractive circa 200 pazienti sot-toposti a Prostatectomia radicale e/o RT soloquando si apprezzava un aumento dei valori delPSA sierico. Per circa due anni, a fronte di un rial-zo del PSA da 0.01 a 0.08 - 0.1 ng/ml, si è proce-duto alla somministrazione di Uractive (1 cpr/dieper un anno) Si è visto che i valori del PSA ten-devano a scendere e tornare ai valori iniziali, consuccessivo leggero rialzo dopo circa un anno disomministrazione di Uractive, a differenza dei pa-zienti che non lo assumevano regolarmente, neiquali non si aveva questo decremento del valore.

Il conforto derivante dai dati ottenuti, ci ha in-dotto a trattate routinariamente tutti i pazienti pro-statectomizzati con Uractive. I valori del PSA ri-sultavano stabili (o comunque non mostravanorialzo biochimico) nell’80% dei pazienti trattati. Daquanto esposto ritenfo che l’Uractive abbia un rea-le effetto benefico nel rallentamento dell’evolu-zione del carcinoma prostatico aumentando le di-fese dell’organismo senza rischi annessi ad altreterapie aggressive.

E’ una branca medica nata di recente

Farmaci e prodotti biologici per prevenire o ritardare la propgressione dei tumoriLa Chemioprevenzione

Tecnica innovativa per la cura del cheratoconoANDREA STELLA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

Il cheratocono è una malattia le-gata ad una debolezza strutturaledella cornea, la prima e più impor-tante “lente naturale dell’occhio”che progressivamente tende a sfian-carsi, estroflettersi ed assottigliarsiall’apice assumendo la forma di uncono. Colpisce ogni anno 50 perso-ne ogni 100.000, ha origini geneti-che, solitamente si manifesta inpazienti giovani fra i 20 e 30 anni,ha un’evoluzione soggettiva e de-termina all’inizio un crescente astig-matismo con peggioramento dellaqualità visiva, negli stadi più avan-zati opacizzazione e in alcuni casianche la perforazione della cor-nea. Fino ad oggi la correzione diquesto grave difetto refrattivo era af-fidata ad occhiali speciali o lenti acontatto, quindi al trapianto in casodi evidente deformazione della cor-nea.

La metodica del “Cross-lin-king” corneale consente di curarein modo relativamente semplicequesta grave patologia oculare per-mettendo di contrastarne l’evolu-zione ed evitando spesso il tra-pianto di cornea. L’idea di questoapproccio conservativo per la curadel cheratocono è nata in Germaniaalla metà degli anni ‘90 ad opera diun gruppo di ricercatori dell’Uni-versità di Dresda ed è stata recen-

temente approvata grazieagli ottimi risultati portati atermine da uno studio mul-ticentrico italiano. La me-todica è più facile e menoinvasiva di tutte le altreproposte terapeutiche-chi-rurgiche sul cheratocono esi rivolge alla prevenzioneed alla cura di alcuni tra ipiù importanti meccanismifisiopatologici alla base delcheratocono avendo dimo-strato un aumento della ri-gidità strutturale corneale.Il trattamento è consigliabile nelleforme di cheratocono in fase re-frattiva (stadio 1 e 2) e con spesso-ri corneali non troppo bassi, il cuipeggioramento negli ultimi 6 mesisia documentabile clinicamente estrumentalmente; sono da esclude-re dal trattamento quei rari pa-zienti con grave sindrome da occhiosecco o con infezioni corneali in atto.

Prima dell’intervento è neces-sario provvedere ad una visita ap-profondita per la valutazione dellecaratteristiche morfologiche ed ul-trastrutturali della cornea, ese-guendo una topografia corneale,tappa fondamentale per l’eventua-le pianificazione dell’intervento,consentendo di individuare il gra-do di evoluzione e la gravità del

cheratocono; in presenza di requi-siti compatibili con i severi criteri diinclusione si constata l’idoneità altrattamento.

Il cross-linking corneale è as-solutamente indolore e mininvasi-vo: la metodica prevede l’instilla-zione di vitamina B2 o riboflavina incollirio nella cornea, che viene poisottoposta ad una irradiazione a bas-so dosaggio con raggi ultravioletti ditipo A (uva). Nel corso dei 30 minutidi irradiazione, l’applicazione del-la riboflavina viene ripetuta ogni 5minuti. Grazie all’azione aggre-gante della vitamina B2 l’irradia-zione con i raggi uva porta all’in-treccio e al rinforzo degli strati su-perficiali ed intermedi della cornea,che diventa così più resistente (pro-

cesso di fotopolimerizzazio-ne del collagene). In un cer-to numero di casi, oltre abloccare e, in qualche caso,migliorare, lo sfiancamentocorneale caratteristico delcheratocono, tale tratta-mento si è dimostrato utilenel ridurre l’astigmatismo.

Al termine dell’esposi-zione ai raggi uva l’occhioviene medicato con colliri opomate antibiotiche e chiu-so per qualche giorno (3-4 inmedia) con una benda o

una lente a contatto terapeutica, inmodo da consentire la riformazionedell’epitelio. Occorre sottolineareche allo stato attuale i risultati sonopromettenti e dimostrati nella sta-bilizzazione del cheratocono ed inpiù di qualche caso (fino al 30%) unmiglioramento della performancevisiva, che comunque va conside-rata tra gli obiettivi secondari ri-spetto al blocco o al rallentamentodella malattia; scarsi o nulli gli ef-fetti collaterali.

Si tratta dunque di un grandepasso in avanti della medicina of-talmica che oggi dispone di una ti-pologia di cura efficace, poco inva-siva e spesso risolutrice per moltigiovani pazienti che altrimenti ri-schierebbero la cecità.

OCULISTA

Risolutiva per molti pazienti che rischiano la cecità

Cross-linking corneale

Page 18: 6Donna #11 21

18 d i c e m b r eduemiladieci

DI CATERINA MONOPOLI

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

AVVOCATOIn vista degli sconti di fine stagione

I consigli delle associazioni di consumatoriOcchio al saldo

Cara Valeria,purtroppo sei incappata in un uso diffuso tra

i commercianti poco seri, i quali, violando la leg-ge, “gonfiano” il prezzo originario sul cartellino,per poi ribassarlo e spacciarlo come offerta.

Per poter fare qualcosa contro questa prati-ca illecita, in vista dei saldi di fine stagione, che nel-la nostra regione inizieranno il 5 gennaio, è be-ne seguire alcuni consigli forniti dalle associazionidei consumatori, sulla scorta del Decreto Legi-slativo n. 206/2005:

Il primo consiglio è quello di approfittare del-le vacanze natalizie per visionare in anticipo gliarticoli cui si è interessati e conoscerne il prezzodi vendita, in modo da poterlo confrontare conquello che poi sarà il costo a saldo.

In secondo luogo, bisogna fare attenzione aglisconti superiori al 50% del costo iniziale, inquanto un commerciante difficilmente ha ricari-chi superiori al 50%.

La merce in saldo deve essere tenuta sepa-rata fisicamente da quella venduta a prezzo pie-no; sul cartellino devono essere obbligatoria-mente indicati il vecchio prezzo, la percentualedi sconto ed il prezzo scontato.

Nella scelta del capo d’abbigliamento è fon-damentale guardare le etichette che riportano la

composizione dei tessuti (i prodotti naturali co-stano di più, quelli sintetici meno) e la prove-nienza del capo; i prodotti provenienti dai Pae-si asiatici possono essere trattati con pesticidi oantimuffe che al contatto con la pelle possono pro-vocare allergie.

Diffidare dei capi d’abbigliamento disponi-bili in tutte le taglie e/o colori: è molto probabileche non sia merce a saldo, ma immessa sul mer-cato solo per l’occasione e quindi con un fintoprezzo scontato.

Diffidare dei negozi che espongono cartelli“la merce venduta non si cambia”: il cambiodella merce non corrispondente a quanto propa-gandato o difettosa è dovuto, anche per la mercein saldo. Il cliente può presentare reclamo anchein un momento successivo all’acquisto per qual-siasi vizio o imperfezione che non siano stati se-gnalati espressamente dal negozio. Il periodo en-tro il quale si può far valere la garanzia pereventuali difetti del prodotto è di due anni a par-tire dalla data dell’acquisto; il difetto va denunciatoentro 60 giorni dalla sua scoperta.

Il cambio è a discrezione del commerciante,invece, nel caso in cui si sbagli la taglia o si cam-bi idea.

Responsabile del prodotto difettoso è sempre

il venditore, non il produttore. Anche per le svendite di fine stagione vale il

consiglio di conservare accuratamente lo scon-trino di cassa o la fattura, che potranno tornareutili nel caso di eventuali reclami nei confrontidel commerciante o nel caso della denuncia di undanno.

Il consumatore ha diritto di provare i capi,esclusa la biancheria intima.

Da ultimo, per chi fosse interessato ad acqui-sti fuori regione, il calendario dei saldi 2010 neprevede l’inizio a partire dal 2 gennaio in Basili-cata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Vene-zia Giulia, Lazio, Piemonte, Veneto, a Napoli, Ro-ma, Bologna, Milano, Venezia e Palermo; dal 3gennaio in Calabria, Sicilia; dal 5 gennaio inAbruzzo, Liguria, Puglia; dal 6 gennaio in Sar-degna; dal 7 gennaio in Molise, Toscana, Um-bria; dal 9 gennaio in Trentino Alto Adige; dal 10gennaio in Valle d’Aosta.

Dunque, cara Valeria e cari Lettori, auguri diBuon Natale, di un felice Anno Nuovo e di ac-quisti oculati!

Valeria, racconta che, durante il periodo dei saldi estivi, ha acquistato un abito alcosto di ot-tanta euro, mentre il prezzo intero riportato sul cartellino era di centoeuro. Mostrato il suo “affare” ad un’amica, la lettrice ha appreso, con sgomento, diaver pagato il prezzo pieno del capo, in quanto la stessa amica lo aveva adocchia-to nella vetrina del negozio dove lo ha acqui-stato lei, prima dei saldi, fissandoneil prezzo. A questo punto, in prossimità della stagione in-vernale dei saldi, la let-trice chiede di sapere quali siano gli accorgimenti per tutelarsi dalle “occasioni”ed eventuali rimedi in caso di acquisto incauto.

Pensioni: le nuove regole da gennaio 2011

Un traguardo sempre più lontanoDI FLOREDANA ARNÒ

ENASCOPer i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

PREVIDENZA SOCIALE

Il mito dellabellezza

Più belli, più alti e soprattut-to più magri. Un adolescente sudue vorrebbe perdere peso, per-centuale che tra le ragazze arri-va quasi al 60%. E nel tentativodi dimagrire il 22% ha già fattouna dieta dimagrante, ma solo il32% (era il 36% nel 2009) si è ri-volto a un medico, appena il26% delle femmine. Dilaga dun-que la dieta ‘fai da te’: l’ha spe-rimentata il 35% degli adole-scenti, percentuale che arriva al43% tra le ragazze. Lo indicanoi dati dell’indagine annuale del-la Società italiana di pediatria(Sip) sui comportamenti dei tee-nager, realizzata su un campionedi 1.300 studenti delle scuolemedie, di età compresa tra 12 e14 anni. Tra gli adolescenti sem-bra infatti essere diffusa l’abitu-dine a ricorrere a diete improv-visate, magari reperite su inter-net e passate di mano in mano.Fondamentale, a questo propo-sito, è invece il ruolo del pedia-tra. Bisogna combattere, infatti,l’abitudine crescente degli ado-lescenti a decidere da soli, o co-munque senza un diretto con-trollo medico, il regime alimen-tare al quale sottoporsi. Una die-ta deve essere prescritta da unpediatra nutrizionista, dopo un’at-tenta visita e una valutazionedello stato di salute del propriopaziente. I regimi alimentari pro-posti dalle diete che più fre-quentemente vengono pubbli-cizzate, sono il più delle volte sbi-lanciati e, anche quando nonhanno elementi di sicura perico-losità, sono perlomeno inefficacia lungo termine. A questo si ag-giunge che molti adolescenti, inparticolare le ragazze, che si sot-topongono a diete non ne avreb-bero alcuna necessità e lo fannosolo perché sedotti da dannosimodelli di ‘magrezza’ proposti daigiornali e soprattutto dalla tele-visione. Oltre ad una linea per-fetta, tra i maggiori ‘desiderata’dei giovanissimi sull’aspetto fisi-co c’è quello di non avere brufo-li, un odiato ‘inconveniente’ del-l’età. Ma per le femmine ancheavere gambe più belle (59,1%) eun fisico da maggiorata: il 45,4%delle ragazze infatti vorrebbeavere più seno. Ed è così che labellezza diventa sempre più unmodello perseguito con eccessi-vo zelo da tanti ragazzini e ra-gazzine che ne fanno il mezzoper raggiungere un facile suc-cesso.

in pocheparole

A poco più di due anni di distan-za dalla riforma del Welfare del 2008le pensioni cambiano di nuovo e per lamaggior parte dei lavoratori italiani siallontana ancora il momento del-l’uscita dal lavoro. Infatti, dal 2011 inpoi il traguardo della pensione si spo-sta in avanti per effetto della cosid-detta finestra mobile o a scorrimentointrodotta dalla manovra estiva suiconti pubblici (Legge n. 122 del 2010).Si tratta in pratica di una decorrenzapersonalizzata collegata al momentoin cui si raggiungono i requisiti per ilpensionamento di anzianità e di vec-chiaia. Diversi sono solo i tempi di at-tesa per ottenere il primo assegno: 12mesi per i dipendenti, 18 mesi per i la-voratori autonomi e per i collaborato-ri iscritti alla gestione separata del-l’Inps. In altre parole, per i lavoratoridipendenti la finestra si apre a partiredal 13° mese successivo al raggiungi-mento dei requisiti di età e contribu-zione, mentre per i lavoratori autono-mi e parasubordinati dal 19° mesesuccessivo. Il nuovo sistema è certa-mente più semplice ed equo visto chenon ci sono più vantaggi e penalizza-zioni legati al mese di nascita, anchese ciò non toglie che dal 2011, rispet-to ad oggi, tutti andranno in pensio-ne più tardi.

Lavoratori dipendentiDal 2011 chi matura i requisiti per

la pensione di anzianità con meno di40 anni non ha più le due finestre an-

nuali di gennaio e luglio. Con la fine-stra mobile l’assegno spetta 12 mesidopo il perfezionamento del diritto.Rispetto ad oggi, la maggiore attesavarierà da uno a 6 mesi vistoche dai 12 mesi bisogna to-gliere quelli previsti attual-mente. Sono invece i pensio-nati di vecchiaia a pagare unpedaggio più pesante. Ancheper loro la decorrenza scattadopo 12 mesi dalla matura-zione dei requisiti, ma, poten-do contare oggi su finestre piùravvicinate (quattro all’anno),vedono salire il numero deimesi di attesa. Dovranno la-vorare infatti dai 7 a 9 mesi inpiù.

Lavoratori autonomiL’applicazione delle nuove fine-

stre è particolarmente dolorosa per ilavoratori autonomi. Dal 2011 arti-giani, commercianti e coldiretti pos-sono percepire il primo assegno dopo18 mesi dalla maturazione dei requi-siti per il trattamento di anzianità e divecchiaia. Per il ritiro anticipato conmeno di 40 anni di contributi il ritardorispetto ad oggi varia, come per i di-pendenti, da uno a 6 mesi. La verastangata, più pesante rispetto a quel-la prevista per i dipendenti, gli auto-nomi la ricevono sulla pensione divecchiaia. La maggiore attesa varia,infatti, dai 9 ai 12 mesi. Si pensi, adesempio, ad un commerciante che

compie i 65 anni all’inizio di marzo2011: il periodo di attesa – cioè il tem-po che intercorre tra il momento dimaturazione del requisito per la vec-chiaia e la decorrenza della pensione– è, come già detto, di 18 mesi. Quin-di percepirà la pensione da ottobre2012, con un aumento di ben 12 mesirispetto a quanto gli sarebbe accadu-to con il sistema attuale delle finestre.Per le pensioni di inabilità e per quel-le a favore dei familiari superstiti ladecorrenza resta quella prevista dal-l’attuale normativa. Spetterà rispetti-vamente come è adesso dal primogiorno del mese successivo alla pre-sentazione della domanda o del de-cesso del lavoratore dante causa. Nul-

la cambia, poi, sul piano dei requisitiper l’ottenimento delle predette pen-sioni.

Pensione di vecchiaiaI requisiti previsti per il 2011, per

questa prestazione, sono: 65 anni dietà per gli uomini e 60 anni per le don-ne (61 anni di età per le donne delpubblico impiego); minimo contribu-tivo di 20 anni; cessazione dell’attivi-tà lavorativa come dipendente (nonvale per gli autonomi).

Pensione di anzianitàPer questa prestazione bisogna

invece considerare che dal 2011 laquota – cioè la somma di età anagra-fica e anzianità contributiva – au-menta di un anno. Per cui i requisitisono: quota 96, con età di almeno 60anni per i lavoratori dipendenti e quo-ta 97, con età di 61 anni per i lavoratoriautonomi; in alternativa, anzianitàcontributiva di 40 anni indipendente-mente dall’età anagrafica (anche inquesto caso si applicano le finestremobili); cessazione dell’attività lavo-rativa come dipendenti (non vale pergli autonomi).

Tutta colpa della finestra mobile introdotta dalla manovra estiva

sui conti pubblici

Page 19: 6Donna #11 21

19d i c e m b r eduemiladieci

Sapone e allergie

Quante volte al giorno ripe-tete ai vostri bambini di “lavarebene le manine con il sapone perevitare di prendere brutte ma-lattie”? E dagli Stati Uniti che ar-riva la rivincita dei più piccoli.Chi l’avrebbe mai detto, infatti,che la troppa igiene potrebbe es-sere una nemica della salute? Einvece sembra proprio così. Igiovani che abusano di saponiantibatterici contenenti triclosansembrerebbero maggiormenteesposti alle allergie. Ad affer-marlo è una ricerca dell’univer-sità del Michigan. Già prece-denti studi sugli animali, spie-gano i ricercatori, dimostranoche il triclosan può influenzare ilsistema immunitario: questo è ilprimo studio a guardare gli effettidell’esposizione alla sostanza su-gli esseri umani. Per giungere aquesta conclusione gli espertihanno preso in esame un cam-pione tra bambini, adolescenti eadulti. Di questi hanno confron-tato i loro livelli di triclosan e bi-sfenolo A (bpa) nelle urine con irisultati delle diagnosi di allergiao raffreddore allergico e i livellidi anticorpi citomegalovirus. Ve-diamo nel dettaglio cosa sianoqueste sostanze: il triclosan èuna sostanza chimica molto dif-fusa, con potente attività anti-batterica. È utilizzato sia comeconservante nei cosmetici, siacome antibatterico. Per il suouso sono stabiliti attualmentedalla normativa dei limiti preci-si, a seconda del prodotto in cuiè contenuto (nei cosmetici è con-sentito come conservante finoallo 0,3%). Il bisfenolo A, invece,è un composto organico con duegruppi fenolo. In particolare ilBPA sembra essere imputato innumerose malattie dello svilup-po sessuale maschile nel feto, enel calo di fertilità nell’uomoadulto. Ebbene stando ai risulta-ti della ricerca è emerso che i sog-getti con più di 18 anni di età, cheerano entrati a contatto con livellipiù elevati di bisfenolo A, ave-vano una concentrazione esa-gerata di anticorpi citomegalo-virus. Mentre i ragazzi con menodi 18 anni, che si erano esposti amaggiori quantità di triclosan,soffrivano in modo anomalo di al-lergie e febbre da fieno. Conclu-sione: i ricercatori hanno dedot-to che le persone con i livelli piùelevati di triclosan, soprattutto sein giovane età, hanno più pro-babilità di vedersi diagnosticatauna qualche allergia.

in pocheparole

Da che mondo e mondo i bam-bini, per natura, si rapportano allavita con esuberanza e vivacità, mo-strandosi curiosi di tutto ciò che li cir-conda e pronti a sperimentare, sen-za riserve, qualunque cosa attiri laloro attenzione. In una società comequella di oggi, poi, così caotica e ric-ca di stimoli sempre nuovi, è diffici-le pensare che i bambini possanostare fermi, zitti e tranquilli comevorrebbero i loro genitori e inse-gnanti. Eppure, sembra che la ten-denza attuale sia quella di aggirarel’oneroso problema di comprenderecome mai i piccoli facciano fatica aconcentrarsi e a stare composti neibanchi di scuola ricorrendo a defi-

nizioni semplicistiche e pericolose,come quella di “disturbo da deficit diattenzione e iperattività” che clas-sifica il bambino come “malato” e,pertanto, bisognoso di cure farma-cologiche e “addestramenti com-portamentali” che lo aiutino a tor-nare “normale”.

Così, da semplice “scalmana-to”, termine la cui etimologia ripor-ta al greco kàuma (nel senso di ca-lore) e all’antico gioco dello“scaldamano”, che consisteva nelporre le mani l’una sopra l’altra, bat-tendo forte per riscaldarsele e to-gliendo, via via, quelle di sotto, ilbambino si trasforma in “malato”,espressione la cui origine risale al

latino male habitusche significa “abi-tare male”, nel pro-prio corpo e nelproprio ambiente,o “indossare l’abi-to del male”.

E già, perché ibambini cosiddetti“iperattivi”, chefanno fatica a gio-care tranquilli e siagitano continua-mente, saltando dauna parte all’altracome se fossero

“motorizzati”, vengonospesso definiti dagliadulti come degli “inde-moniati” e visti con pre-occupazione poiché siesprimono attraverso ilcorpo in contesti, comequello scolastico, in cuisi richiede di stare il piùpossibile composti e at-tenti e di rispettare le re-gole.

Così, pur di riportare i piccoliscalmanati all’ordine e alla discipli-na, si rischia di ricorrere a soluzionilimite, come l’uso di psicofarmaci,per sedare i sintomi di un disagio po-tenzialmente legato ad altri fattoririspetto ai quali, tuttavia, si continuaa non intervenire. È possibile, infat-ti, che questi bambini esprimano, at-traverso l’iperattività e la disatten-zione, altri bisogni, difficili dacomunicare verbalmente e, quindi,agiti sul piano del comportamento.

Ciò non vuol dire colpevolizza-re i genitori o gli insegnanti, comese non voler “medicalizzare” il com-portamento di questi bambini signi-fichi, automaticamente, attribuire laresponsabilità agli adulti, ma vuoldire interrogarsi sul perché i piccolifanno così fatica a concentrarsi, a se-guire le regole e ad auto controllar-

si, comportandosi coerentementecon il contesto all’interno del qualevengono inseriti, in mancanza di de-ficit cognitivi e organici (visto chenon è stata individuata alcuna cau-sa genetica certa del disturbo).

È un problema, questo, di gran-de serietà ed importanza poiché ri-guarda i bambini, che rappresenta-no il futuro del mondo e cherischiano di entrare, troppo preco-cemente, nel circuito psichiatrico,senza che il loro disagio venga ade-guatamente compreso e trattato.

Sarebbe utile, pertanto, chie-dersi, con l’aiuto di un esperto, cosacontribuisce a sostenere o ad ali-mentare il sintomo del piccolo “scal-manato”, allargando il “fucus” a tut-to il sistema che vi ruota attorno eche rappresenta lo spazio di espres-sione privilegiato del bambino, al-l’interno del quale sarebbe auspi-cabile intervenire.

Bambini iperattivi: attenzione al facile ricorso agli psicofarmaci

“Malati” o “scalmanati”?DI MARIA GRAZIA BELLANTUONO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

PSICOLOGA

I sintomi del disagio potrebbero essere legati a bisogni difficili da comunicare verbalmente

Dopo i globuli rossi è la volta di quelli bianchi

Come leggere un emocromoDI EDWIGE CARNEVALE

Per i vostri quesiti:[email protected]

Tel. 0881.563326

BIOLOGA

Proseguendo nella lettura del-l’esame ematocromocitometrico ini-ziata lo scorso numero di 6Donna,dopo i globuli rossi è la volta delle al-tre cellule del sangue, soprattuttodei globuli bianchi.

I globuli bianchi (leucociti) sonoindicati dalla sigla WBC per le paro-le inglesi White Blood Cells. Una di-minuzione del loro numero si defini-sce leucopenia, mentre il termineleucocitosi indica un aumento dei GB.Si suddividono in granulociti, linfocitie monociti. I granulociti si suddivi-dono a loro volta in neutrofili, eosi-nofili e basofili. I globuli bianchisono un’ottima spia contro le infezioni.

Neutrofili - Il loro compito prin-cipale è la difesa dell’organismo dal-le infezioni, specie se causate da bat-teri. Contengono diverse proteine esostanze chimiche in grado di dan-neggiare irreversibilmente le mem-brane dei microorganismi patogeni.L’aumento dei neutrofili può avveni-re per sforzi fisici, stress, gravidanza,ciclo mestruale, infezioni batteriche,ustioni, emorragie, disturbi metabolicicome il diabete, farmaci cortisonici,leucocemie. La diminuzione dei neu-trofili può avvenire per infezioni siabatteriche che virali, le parassitosi oper scarsa produzione degli elemen-ti da parte del midollo; per aumentodell’attività di distruzione da parte del-la milza; per malattie autoimmuni.

Eosinofili - La loro funzione prin-cipale è la difesa dell’organismo da al-cuni tipi di parassiti. Gli eosinofili au-mentano anche nelle malattie aller-giche (asma bronchiale, rinite aller-gica, orticaria ecc.) e possono essereresponsabili di alcuni sintomi carat-teristici di queste malattie. Gli eosi-nofili aumentano in fenomeni allergicidi qualsiasi natura; in fenomeni di pa-rassitosi e di autoimmunità. Gli eosi-nofili diminuiscono in caso d’infezio-ni batteriche gravi.

Basofili - La loro funzione non èmolto ben conosciuta. Anch’essi au-mentano nelle allergie: contengonoistamina che, se liberata in eccessonel sangue e nei tessuti, provocasintomi fastidiosi (come il prurito o lacomparsa di pomfi cutanei) per com-battere i quali si usano spesso farmacichiamati antiistaminici. L’ aumentodei basòfili avviene in alcune malat-tie autoimmuni, nella malattia diHodgkin per maggiore produzionedelle immunoglobuline La diminu-zione dei basofili si avvera per au-mento della distruzione da parte del-la milza e nelle gravi immunodefi-cienze.

Linfociti - In realtà i linfociticomprendono diversi sottotipi: i prin-cipali sono i linfociti B, T, Natural Kil-ler. Queste sottopopolazioni hannofunzioni diverse: I linfociti B produ-cono anticorpi, molecole importanti

nella difesa dell’orga-nismo dalle infezioni; i

linfociti T non producono anticorpi maelaborano altre molecole importantinella difesa dalle infezioni, soprattuttovirali. Essi inoltre sono in grado di ri-conoscere in modo specifico celluleestranee e svolgono un ruolo essen-ziale nella difesa dell’organismo daitumori e nel rigetto dei trapianti. Lecellule Natural Killer (NK) sono similiai linfociti T.

Monociti - I Monociti sono cel-lule circolanti di grandi dimensionideputati alla difesa immunitaria me-diata da cellule soprattutto attraver-so il cosiddetto processo di fagocito-si. L’agente estraneo viene letteral-mente mangiato e metabolizzato al-l’interno. L’aumento dei monocitiavviene in alcune malattie (come latubercolosi, la malaria etc) o altri pro-cessi patologici (malattie autoimmu-ni) come risposta di difesa in cui vie-ne chiamato in causa soprattutto il si-stema immunitario mediato da cellule(linfociti T e monociti). Nelle leuce-mie mieloidi e nei linfomi si ha sem-plicemente la iperproduzione o neo-plasia di queste cellule. I valori nor-mali dei globuli bianchi sono: da4.000 a 7.000 per mm3 nella donna eda 5.000 a 8.000 per mm3 nell’uomo.I neutrofili costituiscono il 40-75%, glieosinofili lo 0-7%, i basofili lo 0-2%,i linfociti il 18-50% e i monociti il 2-9%. I globuli bianchi possono au-mentare anche per la somministra-

zione di alcune sostanze (arginina) oin determinati periodi (gravidanza,mestruazioni). Una loro diminuzioneè generalmente relazionabile a unadiminuzione delle difese immunita-rie. La causa più frequente di un au-mento moderato dei globuli bianchiè l’esposizione dell’organismo adun’infiammazione provocata nonda agenti patogeni. Può causareinoltre un aumento dei leucociti an-che ogni forma di stress eccessivo etutti gli stati di shock. Un forte in-cremento (ma unito ad altri sintomiorganici e, tuttavia, la valutazione èsempre del medico) del numero deileucociti è presente nelle malattie piùgravi del sistema sanguigno, le leu-cemie. Le leucemie insorgono a cau-sa di una proliferazione neoplasticaincontrollata nel midollo osseo diglobuli bianchi maturi “completi” oimmaturi “incompleti”. Questi in-vadono il corpo, soppiantano gli al-tri elementi del sangue e inibisconoin modo irreversibile e incurabile il si-stema di difesa, il sistema di coagu-lazione del sangue e di trasportodell’ossigeno.

I rischi collegati a valori lontani dalla norma

Page 20: 6Donna #11 21

20 d i c e m b r eduemiladieci

Parliamo di...

Sindromedolorosa cervicale

Per rivitalizzare i processi di ricostruzione della pelleDI LUIGIA DE VITO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

DERMOESTETISTA

FARMACIA

Quando parliamo di cervicale intendiamoil tratto della colonna vertebrale, formato dasette vertebre, che costituiscono l'asse di so-stegno del nostro collo. La parte cervicale del-la colonna è la più mobile, la più flessibile e lapiù delicata, di li passano le terminazioni ner-vose dell'intero organismo. La colonna verte-brale è formata da tre parti: la parte lombare,la parte toracica ed appunto la parte cervica-le. Il tutto è sorretto dai muscoli che proteggonole vertebre e danno movimento al collo. I mu-scoli del collo sono molto potenti, perchè de-vono sorreggere anche la testa, e quindi han-no molta forza. Perciò tendiamo a confonde-re un problema cervicale da un problema ditorcicollo, oppure da un problema infiamma-torio causato da qualche tendine o muscolodella spalla o del collo stesso. Ecco che chia-miamo dolore cervicale tutti questi problemi.Il dolore cervicale è forse uno dei dolori più co-muni che si possono manifestare nelle perso-ne. La maggior parte dei problemi della cer-vicale è dato da contratture dei muscoli cir-costanti, essi contraendosi comprimono il no-stro tratto cervicale provocando appunto do-lore, o cervicalgia, e solo pochi sono i casi incui il dolore è dovuto a problemi ossei o car-tilaginei .Nel momento in cui uno dei musco-li si contrae fa perdere parzialmente il soste-gno al collo che si comprime, e comprimendosipuò crearci dolore alle braccia, alla schiena, allatesta, dipende da quanto è forte la compres-sione e in che punto del tratto cervicale si ma-nifesta. Addirittura i muscoli tendono anche a

bloccare certe vertebre cervicali ed a ruotar-le. Le cause del dolore cervicale possono es-sere: traumi, colpi di frusta, osteoartrite dellevertebre cervicali o spondiloartrosi, degene-razione di uno o più dischi intervertebrali, col-pi di freddo, torcicollo, posizioni errate assuntenel corso della giornata, sovraccarichi ecces-sivi e ripetuti sui muscoli del collo, stress, (in-fatti, molte persone tendono a scaricare le ten-sioni quotidiane assumendo posizioni rigide econtratte; tali tensioni agiscono soprattutto suimuscoli della spalla e del collo, irrigidendoli),mancanza di attività fisica, o eccesso di alcu-ni tipi di attività fisica, cattivo riposo notturno,per uso di materassi e cuscini inadatti. Le curepossono essere diverse e variano da caso acaso, ecco perchè è fondamentale risolvere ilproblema con uno specialista e con esami adat-ti, come i raggi X e la TAC. Tra le varie curetroviamo: farmaci antinfiammatori, ginnasticacervicale e posturale, stretching dei muscoli delcollo, manipolazioni da parte di esperti, mas-saggi rilassanti per spalle e collo, collare cer-vicale, fare attività fisica per ridurre lostress,cambiare lo stile di vita. Per le cervica-li più serie, con schiacciamento delle vertebreed interessamento delle terminazioni nervo-se, le cure diventano più specifiche: cure far-macologiche, esami approfonditi, trattamen-ti di chinesiterapia, possibili interventi, gin-nastica mirata sulla parte di colonna cervica-le interessata. In una fase iniiale si può ricor-rere al farmacista di fiducia per alleviare la sin-drome dolorosa.

E’ l’innovazione nella lotta a rughe, acne, dermatiti, edemi, smagliature, psoriasi

A CURA DELLAFARMACIA SANTA RITA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

I vantaggi dell’ossigenoterapiaNel campo del ringiovanimento cu-

taneo l’ultimo “grido” è rappresentatodalle applicazioni di ossigenoterapia,ampiamente pubblicizzate da famosestar internazionali. Il principio fonda-mentale sul quale si basa la terapia di-venta evidente considerando la strutturafunzionale dell’epidermide: il derma èinfatti costituito da varie cellule com-prendenti anche i fibroblasti, che sonodeputati a produrre le proteine collagene(costituito da prolina, glicina e idrossi-

prolina) e dall’elastina (contenente gliaminoacidi desmosina e isodesmosi-na). Il derma è ricco di vascolarizza-zione e terminazioni nervose. La bel-lezza della pelle dipende essenzial-mente da due fattori: la leggera aciditàdel manto protettivo (sebo) ed il rapido“turnover” delle cellule che hanno lafunzione di ricostruire il collagene el’elastina. Man mano che l’età avanzaè proprio questo turnover che tende arallentare inevitabilmente e, conse-

guentemente, la qua-lità e la velocità dellasostituzione della pel-le tendono progressi-vamente a ridursi:mentre all’età di 20anni la pelle si rinno-va completamenteogni tre settimane, a50 anni tale processorichiede ben nove set-timane. E qui entrain gioco la terapia al-l’ossigeno: le celluletendono naturalmen-te a perdere la lorobattaglia contro l’in-vecchiamento a causadell’avanzare dell’età,dello stress, delle ma-lattie, dell’esposizio-ne eccessiva ai raggisolari e dell’inquina-

mento; fattoriche portanoalla degrada-zione dei mi-crocapillariche vascola-rizzano il der-ma, con con-seguente ri-duzione del-la quantità di ossigeno veicolata dalsangue ai tessuti stessi. Il trattamentoall’ossigeno dunque, aumentando l’ap-porto dell’ossigeno stesso ai tessuti,tende a compensare questa deficien-za e rivitalizza pertanto i processi diricostruzione della pelle grazie al-l’azione perfettamente naturale dell’os-sigeno. L’ossigeno è in grado di produrredunque un’efficace accelerazione me-tabolica a livello dei tessuti e presen-ta inoltre la caratteristica di veicolare ef-ficacemente determinate molecole at-traverso gli strati del derma. Questa èuna tecnica non invasiva che da una par-te stimola naturalmente i tessuti, dal-

l’altra facilita l’assorbimento deifarmaci anti-aging previsti dalmedico nei singoli casi diagno-sticati. La tecnologia dell’ossi-geno lavora grazie alla cosid-detta infusione percutanea. Lamacchina è in grado di estrarrel’ossigeno dall’aria circostante edi concentrarlo portandolo ad

una pressionesuperiore aquella atmosfe-rica. Il gas cosìprodotto vienea diretto contat-to con la pelletramite un ap-posito manipoloche consente al-

l’operatore di graduare l’intensità del-l’azione. L’ossigeno è in grado di ga-rantire grandi benefici a tutte quellepatologie della pelle ove i processi diricostruzione giocano un ruolo impor-tante, e quindi tutte le forme di acne,dermatiti irritative ed allergiche, edemi,smagliature, psoriasi, iperpigmentazio-ni, lassità. I risultati più eclatanti della te-rapia all’ossigeno riguardano la signi-ficativa riduzione delle rughe cutanee,dovuta ad un maggiore tono, elasticitàe spessore della pelle (stimolazione delcollagene), la regressione dei processiacneici e delle cicatrici conseguenti al-l’acne stessa.

Page 21: 6Donna #11 21

DI ANTONIA DEDDA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

COUNSELLORUn aiuto efficace per prendersi cura di sè

Il Counselling è un tipo di intervento diaiuto che si sta progressivamente diffon-dendo anche in Italia, come è accaduto in al-tri Paesi europei e negli Stati Uniti. La societàin cui viviamo e i media ci portano sempre piùverso l’isolamento, l’individualismo e l’ab-bandono a danno delle relazioni interperso-nali a causa dei ritmi velocissimi ai quali cisottopongono, che ci portano ad accantona-re facilmente o a reprimere le ferite personalio che ci vengono inflitte dall’esterno.

Il counselling si propone di aiutare la per-sona a fronteggiare e superare momenti di dif-ficoltà o conflitto che normalmente si pre-sentano nel corso della vita. E’ uno spazio incui si trova la possibilità del cambiamento edel miglioramento nell’affrontare gli eventi.

La crisi può trovare origini all’interno del-la persona, pur non subentrando eventi si-gnificativi come licenziamento, malattia, lut-to, ecc. Pertanto la figura del counsellor si in-serisce nella vita di coloro che si trovano adun bivio, in una fase di transizione difficile,bloccati nella progettualità della loro esi-stenza, arrivando a vedere quest’ultima an-che senza aspettative. Riguarda, dunque,compiti evolutivi ed è rivolto a risolvere pro-blemi specifici, a prendere decisioni, a fron-teggiare momenti di crisi.

La risoluzione dei conflitti avviene attra-verso l’incontro tra il Counsellor e il cliente,che insieme creano una relazione di aiuto ca-pace di scorgere e utilizzare le risorse presenti

nella persona e nell’ambiente in cui vive. IlCounsellor aiuta ad approfondire una deter-minata situazione e ad affrontare le scelte ei cambiamenti necessari per risolvere il pro-blema, aumentando il livello di consapevo-lezza e facendo un uso migliore delle risor-se poiché lo scopo del Counselling è di for-nire al soggetto un’opportunità di vivere inmodo soddisfacente e in base alle proprie ri-sorse.

Per poter aiutare la persona a superare levarie fasi critiche, il Counsellor si avvale diabilità relazionali e comunicative per acco-glierla, per farla sentire ascoltata e compre-sa. Dunque, siamo di fronte ad uno “spe-cialista dell’ascolto”, un esperto di comu-nicazione e di relazione in grado di facilita-re il percorso di autoconsapevolezza, che miraa creare uno spazio protetto in cui il suo in-terlocutore si sente accolto, rispettato e, so-prattutto, potenziato nelle sue capacità.

Il Counselling si propone di aiutare varietipologie di soggetti, siano essi singoli indi-vidui che famiglie o gruppi. Non affronta pro-blematiche collegate alla psicopatologia, noneduca né riabilita, ma si propone di gestire dif-ficoltà connesse ai compiti evolutivi.

Se nella vita ciascuno di noi scegliesseuno specialista della relazione d’aiuto certa-mente avvertirebbe il disagio in misura mi-nore e sarebbe anche capace di relazionarsicon gli altri, specialmente quelli che amiamodi più.

Counselling L’importanza dell’ascolto

21d i c e m b r eduemiladieci

Page 22: 6Donna #11 21

Si comincia aparlare di comefesteggiare e ri-trovarsi in fami-glia per la Vigi-lia o per il giornodi Natale. Eccoallora cinqueconsigli per pre-parare la tavoladelle feste.

Porcellane,cristalli, argentivecchi e nuoviper una tavolaricca e acco-gliente. E poipizzi antichi, sarimulticolori inseta, tulipani,giacinti e bac-che di llex per ledecorazioni. Tut-to in un’atmosfera calda grazie alla solaluce delle candele. Sono questi gli ele-menti indispensabili per vivere la ma-gia del Natale in un clima accoglien-te e familiare.

Tavola ricca e accoglienteUtilizzare tutto ciò che fa parte del-

la storia della famiglia e della casa perrendere la tavola ricca e accogliente.

Le porcellane, i cristalli e gli argen-ti vecchi e nuovi si mescolano, creandoun vero e proprio racconto figurato cheparli del padrone di casa e delle sue pas-sioni.

Un tessuto particolare per rivesti-re la tavola

Utilizzare un tessuto particolare pervestire fino a terra il tavolo e su questodisporre una tovaglia di pizzo antico, unsari multicolore in seta, uno scialle conuna lunga frangia o anche un drappo distoffa in colore e materiale contrastante.

Centrotavola per uno stile tradi-zionale ma allegro

Realizzare una decorazione che sisviluppi per tutta la lunghezza del ta-volo, alternando vasi e contenitori di di-verso genere. Abete e agrifoglio saran-

no la base sulla quale intervenire con pi-gne e perché no con stecche di cannel-la , biscottini di pan pepato o piccole fi-gure in pasta di sale.

Il segnaposto come elemento de-corativo

Pensare ad un segnaposto che sia instile con tutto il resto dell’allestimento:dovrà essere un piccolo ricordo di quelmomento che gli ospiti porteranno via

con loro. Legare il segnaposto al tova-gliolo in modo che si trasformi in un det-taglio decorativo.

Luce bassa e atmosfera caldaUsare solo la luce delle candele, di

un solo colore, in accordo con il temascelto, preferendo i moccoli da dispor-re in bicchieri molati e coppe d’argen-to. La luce dal basso rende tutto più bel-lo e caldo. Rosa Cotugno

22 d i c e m b r eduemiladieci cucina & dintorni

Accogliente, colorata e magica

Cinque consigli per creare un’atmosfera unica ed irripetibile

La tavola di Natale

La riscossa del made in Italy

Sulle tavole solo spumanti e vini italiani

Tempo di brindisiCuriosità oltre i confini

Particolare per tradi-zione, forse discutibile pergusto è il Natale in GranBretagna. Sulla tavola diun vero Natale londinesenon può mancare il sal-mone, meglio se scozzesee affumicato. Giusto iltempo per permettere iltrionfale ingresso del-l'emblematico "Roast Tur-key", il tacchino ripienoarrosto accompagnato dapatate arrosto e prugne albacon. E fin qui, nulla dadire. La tradizione ingle-se chiude lacena di Nataleperò, con undolce che il re-sto del mondodefinisce, forseesagerando unpo', il simbolodei simboli del-la cattiva cucina. Stiamo parlando del"Christmas Pudding", un impasto di uvet-te, canditi, mandorle e briciole di pane cheviene preparato almeno quattro settimane

prima, perché si insaporisca me-glio. Sapore e aspetto a parte, nelChristmas Pudding è nascosta unasorpresa, una monetina. E il "mo-mento magico", quello per cui

Natale è Natale, quello con gli abbracci egli auguri, per gli inglesi coincide con l'ur-lo gioioso dell'ospite fortunato che estraedalla bocca il penny della festa. r.c.

Le prossime feste di Natale saranno un momento di vera riscossa per il vino “madein Italy”: durante i pranzi e le cene delle festività si stapperanno, infatti, più di 80milioni di bottiglie. A vincere sarà ancora una volta la qualità e soprattutto le de-nominazioni di origine. I vini rossi, secondo una ricerca della Cia-ConfederazioneItaliana Agricoltori, ancora una volta saranno preferiti ai bianchi, con un rapportodi 4 su 5. Ovviamente, non potrà mancare il classico brindisi con lo spumante: an-che in questo caso, ad allietare le tavole delle feste saranno soprattutto le “bollici-

ne nostrane”. In testa allepreferenze resistono gli spu-manti dolci e aromatici na-zionali, ma sono in netta ri-salita anche i secchi, brut equelli prodotti con metodoclassico. Dall’inizio di di-cembre e fino al prossimo 6gennaio si stima che si stap-peranno, nelle nostre case enei locali, più 112 milioni dibottiglie nazionali e 5,5 mi-lioni di importazione. Netta-mente battuto, pertanto, èancora una volta, lo cham-pagne.

r.c.

Page 23: 6Donna #11 21

23n o v e m b r eduemiladieci

Page 24: 6Donna #11 21

24 d i c e m b r eduemiladieci


Recommended