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6Donna #8 61

Date post: 06-Apr-2016
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Inchiesta Scuola: vita da precari Moda Il ritorno degli anni ‘80 Benessere Mi rilasso, dunque sono In esclusiva Storia di un italiano perbene Intervista a Giovanni Colasante Anna Lepore Il prezzo del successo
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InchiestaScuola: vita da precari

ModaIl ritorno degli anni ‘80

BenessereMi rilasso, dunque sono

In esclusivaStoria di un italiano perbene

Intervista a Giovanni Colasante

Anna LeporeIl prezzo del successo

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2 se t tembreduemilaundici sommario

ditoriale

Dovrei dire a tutte “ben ri-trovate”, ma mi chiedoquante di voi siano anda-

te realmente in vacanza questaestate e quante, invece, colpadella crisi o di cause contingen-

ti, siano rimaste in città a sof-frire per il forte caldo estivoche ancora non accenna a di-minuire. Settembre però èarrivato e sta anche termi-

nando, nonostante i capriccidel termometro, e come ègiusto che sia, ogni attività ri-prende il suo corso abituale.Noi di 6Donna siamo di nuo-vo, sempre qui, ad offrirvicompagnia con la nostrapresenza, rassicurante maanche innovativa. 6Donna,

infatti, dà il via alla nuo-va stagione autunnale

migliorando uno dei suoivecchi pilastri, il sito web

www.6donna.com. Rinnovatonella veste grafica, offre non so-

lo la possibilità di sfogliare la no-stra rivista dal proprio computer,ma mette a disposizione delle let-trici un archivio con tutti i numeriprecedenti. Un modo per tenere

6Donna sempre a portata dimouse.

Ma torniamo nel vivo delnostro magazine. Nell’inchie-

sta abbiamo affrontato un argo-mento che già a luglio si prean-nunciava “caldo” e che asettembre è diventato scottante,cioè la spinosa questione dei pre-cari della scuola. Abbiamo raccol-to i sogni, le speranze, le delusionidi alcuni giovani docenti in attesanon tanto della (pur) agognata im-missione in ruolo, obiettivo dav-vero troppo ambizioso a trent’an-ni, ma almeno di una discretacollocazione in graduatoria e disupplenze lunghe e in luoghi nontroppo distanti da casa. Pur di ac-cumulare punteggio. Sì, perchél’immissione in ruolo, e la crona-ca nazionale lo conferma, è ormai“roba” da sessantenni, ai quali èconcessa l’ebbrezza del posto fissosolo alla vigilia della pensione. At-traverso l’occhio del sindacato Cislabbiamo esaminato i fattori chestanno determinando tali difficol-tà, vagliato le classi di insegna-mento con maggiori sbocchi di la-voro e analizzato i nuovi percorsiformativi e di arruolamento.

Il personaggio del mese è An-na Lepore, responsabile del CentroAntiveleni, attivo a Foggia da set-te anni e salito agli onori della cro-naca questa estate per un paio dicasi di morsi di vipere. Nonostan-te non ami sorridere di fronte adun obbiettivo, è una donna vivace,dotata di ambizione, spirito di ini-ziativa, ma anche capace di auto-critica, dote rara al giorno d’oggi.

Concludo con il segnalarvil’intervista a Giovanni Colasante,l’informatico e consigliere comu-nale ormai noto in tutta Europa peressere stato arrestato in Svezia conl’accusa di molestie in famiglia.Cosa è accaduto realmente a Stoc-colma. Dovrete sfogliare 6Donnafino all’ultima pagina per scoprir-lo. Buona lettura.

4 Personaggio del mese• Anna Lepore

Responsabile del Centro Antiveleni

5 Sociale• Asili nido convenzionati:

“Le rette non sono aumentate”• Bioetica interetnica

e biocrazia cosmica

6 Inchiesta• Graduatorie, Attese, immissioni

in ruolo: gli ingredienti di una vita da precari

8 Attualità• La Puglia dice no

alla discriminazione femminile

10Benessere• Mi rilasso, dunque sono

11Bellezza• Parola d’ordine, la naturalezza

12Architetto• Voglia di un tuffo in piscina

13Piante• Leggenda e realtà• Vaccini naturali

per i mali di stagione

14Moda• Il meglio degli anni ‘80

17Rubriche

22Viaggi• Antigua, isola dei Caraibi

23Esclusivo• Storia di un cittadino perbene

di ANNA RUSSO

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3se t tembreduemilaundici

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4 se t tembreduemilaundici personaggio del mese

Dirige con grande impegno ilCentro Antiveleni di Foggia, l’uni-co nel suo genere in tutta Puglia enell’Italia Meri-dionale (insiemeal CAV di Napoli),riconosciuto dalMinistero dellaSalute e dalla Re-gione Puglia. Lo faormai da sette an-ni, a seguito di unariorganizzazionedella struttura diR i a n i m a z i o n eospedaliera del-l’Azienda Ospe-daliero-Universi-taria di Foggia,che ha portato alla nascita di nuovisettori.

Lei è Anna Lepore. Foggiana,52 anni compiuti di recente, due fi-gli e poco tempo da dedicare allapropria vita privata, è l’emblemadella donna che ha consacrato la vi-ta al lavoro. Specializzata in Ane-

stesia e Rianimazione e specializ-zanda in Medicina del lavoro, inse-gna essa stessa nelle Scuole di spe-

cializzazione. Lasua attività pre-dominante rima-ne però quella diresponsabile delCentro Antivele-ni. Un’attivitàimpegnativa chele impone la re-peribilità totale.“Sono l’unicomedico dellastruttura (mi af-fianca il persona-le infermieristi-co) per cui sono

obbligata a tenere il telefono cellu-lare sempre acceso, senza deroghe.Anche quando esco per una cena ouna pizza in compagnia, faccio sem-pre attenzione a scegliere un localedove ci sia copertura di rete. Stessacosa accade durante le festività”. Leiche, prima di dare inizio a questa av-

ventura, aveva frequentato gli altriCentri Antiveleni d’Italia e seguitocorsi e master per specializzarsi inmateria, vanta una passione per lamedicina risalente ai tempi del li-ceo. “Mio padre era contrario al-l’idea che io diventassi medico per-ché nel suo modo di vedere le coseuna donna poteva trovare spazio so-lo nel campo dell’insegnamento. Ioperò fui più testarda di lui e la ebbivinta”. Un percorso più facile nellesue battute iniziali. “Oggi, più di ie-ri, la professione medica vede im-pegnate più donne che uomini percui non fa scalpore vedere una gon-na sotto il camice bianco. Le diffi-coltà, semmai, sorgono quando la

donna si pone obiettivi piùelevati di carriera e punta a realiz-zarli. E’ allora, quando comincia ademergere, che viene attaccata nellasfera personale e privata, nonostan-te magari abbia dovuto, per ottene-re quei risultati, dimostrare di sa-perne di più degli uomini. Se poi haanche il ‘grande difetto’ di essereuna bella donna, allora gli attacchi ele insinuazioni diventano maggio-ri”. Ogni crescita professionale hadunque un prezzo, pagato anche infamiglia. “So di aver penalizzato imiei figli, prima con i turni in Riani-mazione, oggi con la reperibilitàventiquattr’ore su ventiquattro. Mi ècapitato più volte di accompagnare

miofiglio a fare compere o di essere conlui nella sua cameretta mentre miraccontava qualcosa di importanteche gli stava accadendo, quando èarrivata una telefonata a cui non po-tevo non rispondere. E l’incanto si èspezzato. Se mi pento delle mie scel-te fatte? No, perché mi hanno per-messo di raggiungere determinatiobiettivi. Si può fare meglio? Si, ed èquello per cui mi sto impegnando,migliorando la qualità del tempoche passiamo assieme”. Sulla don-na che ha assunto come modellonella propria vita non ha dubbi. Ma-liziosa risponde: “Anna Lepore”.

Una vita consacrata al lavoro. Con i figli il segreto è migliorare

la qualità del tempo passato insieme

Per saperne di più Per il centro Antiveleni chiama lo 0881.732326

Il Centro Antiveleni di Foggia sioccupa di intossicazioni acute e cro-niche che avvengono in maniera ac-cidentale o volontaria. Al servizio,funzionante h 24, può rivolgersichiunque voglia ricevere informazionisull’uso di determinati farmaci, sul-l’inalazione o ingestione di sostanzetossiche, sulle punture di animali, in-setti di ogni genere e serpenti. I casi

più frequenti di intossicazione regi-strati presso il Centro riguardanosoprattutto l’uso di farmaci e episodidi autolesionismo, più numerosi du-rante questa estate rispetto a quellaprecedente. Con il rientro dalle feriesono poi aumentati i casi di intossi-cazioni accidentali in casa, soprattuttoa carico di bambini per l’ingestionedi sostanze tossiche come candeggi-

na e detergenti vari. Anche in agri-coltura si segnalano frequenti casi diintossicazione dovuti all’uso di di-serbanti senza dispositivi di prote-zione. Nei giorni 27 e 28 ottobreprossimi il Centro Antiveleni haorganizzato presso la Sala Formedil(via Napoli km 3,800), un convegnodi Tossicologia clinica dal tema “Al-cool, droghe e disagio giovanile”.

CARTA D’IDENTITÁNome AnnaCognome LeporeNata a FoggiaIl 26/07/59Professione Medico rianimatoreHobby Lettura,Libro tutti i thriller

ANNA LEPOREResponsabile del Centro Antiveleni

ANESTESISTA E RIANIMATORE CON LA PASSIONE PER I THRILLER

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5se t tembreduemilaundicisociale

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoMaria Rosaria De LeonardisMaria Grazia FrisaldiMariangela MarianiDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma MeccaEmanuela Cafaro

Rubricheavv. Rosangela Lorisoavv. Rosa Schenadott.ssa Floredana Arnòdott.ssa Alessandra Marianidott.ssa Alessandra D’Apolitodott.ssa Maria Grazia Bellantuonodott.ssa Ines Panessa

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax [email protected] internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Risolto il dilemma del “bimbodove lo metto”. Al fotofinish l’as-sessore Matteo Morlino stringe lamano ai gestori degli asili nido con-venzionati. Sei strutture nelle qua-li le famiglie potranno spendere illoro bonus: San Francesco-BabyGarden, Scoletta Letizia, ScolettaGaia, Casa dei Bambini-MariaMontessori, Il giardino di Karol ePio, Mondo Piccolo. I privati sonoin grado di accogliere 280 bambi-ni. Ripartono all’insegna di un sa-lomonico scordiamoci il passato iresponsabili degli asili che, pur diricominciare, dimenticano le pen-denze, ma non abbuonano gli arre-trati. L’assessore all’Istruzione delComune di Foggia ne parlerà aquattr’occhi con il sindaco Mongellianche per garantire pagamentisenza intoppi per l’anno in corso,impegnando in futuro risorse piùadeguate per salvaguardare i livellioccupazionali.

In verità, a Morlino era venutoin testa di affidare il servizio trami-te gara per i prossimi tre anni. Ma se

l’è fatta passare: non è, infatti, pos-sibile fare una stima delle disponi-bilità finanziarie per il triennio suc-cessivo, soprattutto in una città arischio default. La proposta di deli-berazione era pronta a maggio, mala quinta commissione l’ha rispedi-ta al mittente e ha propinato la de-libera precedente. Peraltro, l’ap-provazione della gara avrebbecomportato altri due mesi di tempoper il suo espletamento, rischiandocosì di non partire. Il bonus alle fa-miglie piace anche ai gestori, chelo preferiscono di gran lunga allagara d’appalto.

Sulla sua scrivania, l’assessoreha il prospetto delle rette, e replicaai detrattori che lo accusano di au-menti indiscriminati. “Le rette degliasili nido non sono state aumentate,la verità è che sono state enorme-mente ridotte. È questo per venireincontro alle famiglie in un perio-do di crisi. Abbiamo preferito age-volare il più possibile le famiglienumerose, le famiglie monoreddito,e quei nuclei familiari che ne hannopiù bisogno”.

Carte alla mano, legge i calco-li del suo assessorato e parla in sol-doni: “Una famiglia di 4 persone,con due figli, uno dei quali da man-dare all’asilo, con un ISEE di 41.636euro, quindi un Indicatore della Si-tuazione Economica Equivalentemedio, applicando il quoziente fa-miliare, l’anno scorso avrebbe pa-gato 269 euro al mese. Quest’anno,la stessa famiglia pagherà 157 euro,112 euro in meno. E poi ci sono van-taggi per le famiglie numerose: ilprimo figlio paga la tariffa intera,per il secondo si paga al 50%, per i

successivi non si paga alcuna retta.Le famiglie meno abbienti, con trefigli, pagheranno complessiva-mente 120 euro, cosa eccezionalein Puglia. Ed è un caso riscontrabi-le nella realtà, che il Comune ha ri-solto proprio quest’anno”.

Si batte il petto l’assessore Mor-lino, che rivendica il primato di unsistema nido moderno e presto ta-glierà il nastro dell’asilo nido co-munale, una struttura all’avan-guardia. “È tutto pronto, stiamoaspettando che ci sia l’agibilità –garantisce -. È una questione di

giorni. Questo asilo nido sarà unodei più moderni d’Italia. L’asilo pas-serà da una capienza di sessanta adottantacinque bambini. Abbiamoristrutturato tutto, ampliato la cuci-na, il salone che può servire per leproiezioni. Non appena il giardinosarà completato, ci sarà l’orto, unpiccolo zoo, un frutteto, per far co-noscere la natura e tutto ciò che, vi-vendo in città, i bambini hanno per-so. In tempi di crisi – conclude –siamo riusciti a realizzare una strut-tura ultra-moderna”.

Mariangela Mariani

Tutto pronto per l’inaugurazione del nuovo “nido” comunale

“Alla pace non si pensa, i Diritti Umani sono sempre più calpestati”Come recuperare il senso della vita secondo il missionario comboniano

L’assessore all’Istruzione Matteo Morlino replica alle notizie di aumenti indiscriminati

“I Diritti Umani sono fonda-mentali; bisogna partire dallo stu-dio della Bioetica per capire l’eticadella vita”. Con queste parole pa-dre Alex Zanotelli ha dato il via al-la lezione introduttiva del corso diBioetica Interetnica, tenutosi a Fog-gia venerdì 16 settembre, promos-so da “Solidaunia” e dal Centro diBioetica “Padre Crispino di Flume-ri”. L’incontro, che rientra nell’am-bito del Terzo corso di Bioetica eche quest’anno tratterà i temi del-l’ambiente, della sicurezza sul la-voro, dell’accoglienza, ha avuto co-me punto fermo il principio che laBioetica Interetnica, attraverso lostudio dell’etica della vita di tuttele popolazioni, può aiutare a capiregli errori commessi verso le classipiù disagiate, evitando comporta-menti che peggiorano la situazio-ne del nostro Pianeta.

Padre Zanotelli, missionariocomboniano, è conosciuto ed ap-prezzato per la sua lunga perma-nenza nella baraccopoli di Korogo-cho, alle porte di Nairobi in Kenyae per il sostegno che ha dato e con-tinua a dare ai più bisognosi, comecoloro che popolano il rione Sanitàa Napoli, dove attualmente egli vi-

ve. “Chi non soffre nonpuò capire; il dolore èun principio ermeneuti-co fondamentale”, haaffermato Padre Zano-telli, ricordando la posi-zione della Chiesa chesi schiera per la vita;“tutti i popoli hanno ildiritto ad un’esistenzadignitosa. Non bisognadimenticare che oggi cisono più di un miliardodi poveri da aiutare e inAfrica la situazione vasempre più peggioran-do”. Ma l’Africa ha unacultura e una civiltà dadifendere; la sua è unapovertà sia economicache antropologica. Dal-la schiavitù al coloniali-smo, gli africani hanno attraversa-to momenti terribili; perfino ilproblema ecologico del surriscal-damento del Pianeta toccherà ilcontinente, innalzando la tempe-ratura di 3 o 4 gradi e provocandomilioni di rifugiati climatici. Sul-l’impiego dei moltissimi Africanicome manodopera in condizioni di-sagiate Zanotelli ha lanciato un in-

vito verso una maggiore sensibiliz-zazione dei Comuni in difesa dei la-voratori stranieri e in difesa di ciòche è fondamentale alla vita del-l’intera comunità. “Bisogna partiredal locale riappropriandoci deglielementi fondamentali alla nostravita, quali l’aria, l’acqua, la terra edil fuoco, utilissime fonti di energia”;risorse da difendere con comporta-

menti corretti verso gli altri e l’am-biente. Ma “non si può parlare diBioetica dinanzi alle leggi razzisteitaliane”, parole provocatorie quel-le di padre Zanotelli, per smuoverele coscienze in difesa dei valori diuguaglianza che la “stessa Costi-tuzione non riesce a difendere”. Ri-spetto del Pianeta e rispetto deglialtri, forse un’utopia, per il missio-nario comboniano, in una societàdove imperversano interessi clas-sisti. “Dobbiamo recuperare il sen-so della vita; il Pianeta ha diritto adessere rispettato quanto l’essereumano. Per una globalizzazione po-sitiva ci vorrebbe una “biocrazia co-smica”. Si spera che nel prossimoconvegno del giugno 2012, che siterrà a Rio de Janeiro e a cui parte-ciperanno tutti i governi in difesadell’ambiente, si approdi a delle ri-soluzioni più concrete”. No agli in-ceneritori, sì alla raccolta differen-ziata, padre Zanotelli ha conclusoil suo intervento invitando ad eli-minare i comportamenti sbagliatiche devastano il Pianeta e che por-tano alla sua distruzione. “Che vin-ca la vita”, ha chiosato, in un climadi commozione generale.

Elisabetta Ciavarella

Bioetica interetnica e biocrazia cosmicaA lezione di vita con padre Alex Zanotelli

Asili nido convenzionati: “Le rette non sono aumentate”

L’intervento di Padre Alex Zanotelli

al convegno sulla Bioetica interetnica

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A.S. 2007/2008 Totali Sc. Infanzia Sc. Primaria Sc. Media Sc. SuperioreDocenti 804 111 198 239 256ATA 97

901A.S. 2008/2009 Sc. Infanzia Sc. Primaria Sc. Media Sc. SuperioreDocenti 342 49 69 137 87ATA 102

444A.S. 2009/2010 Sc. Infanzia Sc. Primaria Sc. Media Sc. SuperioreDocenti 84 24 7 41 12ATA 114

198A.S. 2010/2011 Totali Sc. Infanzia Sc. Primaria Sc. Media Sc. SuperioreDocenti 139 14 38 61 26ATA 86

225A.S. 2011/2012 Totali Sc. Infanzia Sc. Primaria Sc. Media Sc. SuperioreDocenti 358 36 53 180 89ATA 337

695

Sono i precari più famosi d’Italia. Certo,esistono anche nel mondo della Sanità o delPubblico in genere, ma quelli della Scuolahanno una storia a sé stante. Lastricata digrandi intenti, anni di studio e condivisibilisperanze, spesso infrante di fronte a gradua-torie interminabili e a tanti nulla di fatto. Edè così che, per lavorare e accumulare pun-teggio, accettano di percorrere chilometri echilometri al giorno per raggiungere da Fog-gia il paesino sul Gargano, dal Gargano ilpaesino sul Subappennino e via discorren-do. Oppure emigrano al nord nella speranzadi trafile meno lunghe.

Da tempo l’apertura delle scuole è anti-cipata da forti polemiche, quest’anno forserese ancor più aspre dagli ultimi tagli opera-ti dai ministri Tremonti e Gelmini, che da unverso hanno ridotto all’osso le risorse e au-mentato l’età pensionabile e dall’altro han-no portato all’aumento del numero di alunniper classe (accorpamento delle classi) e allaconseguente riduzione degli organici. Scel-te dolorose ma necessarie, secondo il gover-

no, inserite in un più ampio meccanismo dicostrizione che ha colpito, con l’ultima ma-novra, ogni settore economico e lavorativodel Paese. I sindacati, dal canto loro, hannoreagito ai tagli nella Scuola, ognuno adot-tando una politica di azione fedele all’indi-rizzo dettato dalle segreterie nazionali, chiscendendo in piazza a protestare, chi parte-cipando a tavoli di concertazione. Quest’ul-tima è stata la strada intrapresa dalla Cisl cheinvita a non strumentalizzare la difficile maantica condizione dei precari italiani e ritie-ne che il risultato delle recenti 67 mila as-sunzioni a tempo indeterminato per i preca-ri della scuola sia stato un risultato“straordinario”.

“La straordinarietà – commenta GiannaMarcone, della segreteria Cisl Scuola - con-siste nel fatto che un numero di assunzionicosì abbondantemente superiore al turn overnon sia stato mai ottenuto nella storia dellascuola italiana. Di fatto il numero dei posti dilavoro diminuisce vertiginosamente in unaprovincia come la nostra in cui il tasso di di-soccupazione giovanile è preoccupante”. Lasituazione, secondo la Cisl, è complessa edha radici lontane. “E’ innegabile che tagli al-l’organico, interventi sull’età pensionabile etutta una serie di manovre restrittive vanno adincidere sull’immissione in ruolo dei precariche restano ad affollare le graduatorie. Di-minuiscono le opportunità di lavoro per i pre-cari, è vero, ma sta accadendo anche che al-cune graduatorie ad esaurimento sianoterminate. Ci sono poi docenti che non ac-cettano perché, magari, hanno più offerteperché inseriti in più di una graduatoria,quindi bisogna fare attenzione a non gene-ralizzare. Quest’anno, per esempio, nella pro-vincia di Foggia, tra personale docente e per-sonale amministrativo abbiamo avuto circa

700 immissioni in ruolo. E’ vero anche che sivede una certa sofferenza dove sono stati fat-ti tagli agli organici - prevalentemente nellascuola primaria ed in quella superiore- e que-sto ha dato un segnale non positivo, ma le im-missioni in ruolo dipendono da vari fattori.Innanzitutto dalle classi di concorso. Per

esempio, abbiamo appena avuto una settan-tina di pensionamenti nelle classi di italianodelle scuole medie con altrettante immissio-ni in ruolo”. Naturalmente bisogna fare unadistinzione tra classi di concorso più fortu-nate e meno fortunate. “Quella dove le chan-ces sono più alte è sicuramente Lettere nellascuola media; di recente vanno bene quelladi Francese e di Spagnolo e Matematica nel-le Scuola Media, oltre naturalmente al So-stegno; peggio vanno Latino, Greco, Storia, Fi-losofia e le classi di concorso impiegate neilaboratori delle scuole superiori. Alcune han-no ai primi posti docenti con trecento punti: sesi considera che per ogni anno si sale di dodici,si può capire da quanto tempo va avanti il lo-ro precariato. Abbiamo visto gente entratanei ruoli anche a sessanta anni, in pratica al-la soglia dell’età pensionabile”. Le materiepiù in sofferenza sono soprattutto quelle chehanno meno ore per classe di studenti comeArte, Educazione fisica e Musica. “A fare ladifferenza è innanzitutto il rapporto offerta –domanda. Se i docenti sono tanti e i posti so-no pochi si creano attese di anni prima del-le immissioni in ruolo. Per la musica, peresempio, ci sono meno cattedre persino ri-spetto ai docenti di ruolo per cui anche que-sti vengono utilizzati su ore residue in scuo-le diverse, senza una continuità didatticaperché anno per anno sono soggetti a spo-stamenti, chiamiamoli d’ufficio. Figuriamo-

ci cosa rimane per i precari”. Esistono poi al-tri fattori che incidono sulle immissioni in ruo-lo. “Anche i tagli recenti, in verità pesanti,del governo, che pure hanno origine da pre-cedenti disposizioni, hanno contribuito at-traverso l’accorpamento delle classi e la con-seguente riduzione degli organici. Nellescuole superiori c’è stata anche una riduzio-ne delle ore di lezione. Tra i fattori però c’èanche un decremento degli alunni rispettoagli anni scorsi, decremento registrato, inpassato, nelle scuole primarie e che, via via,è andato avanti fino a raggiungere oggi, inpratica, le scuole superiori. I nostri organicihanno come primo termometro il numero del-le nascite: se il livello demografico cala, diconseguenza cala anche il numero delle cat-tedre. Il problema è quindi atavico”.

Neppure iscriversi alle graduatorie di al-tre province sembra assicurare una maggio-re tempestività nelle immissioni in ruolo. “Seavessimo la sfera di cristallo magari potreb-be essere utile a indirizzare i precari, ma lascelta di determinate regioni come Lombar-dia, Emilia Romagna o Veneto non semprerisulta vincente. Negli anni passati, per esem-pio, in Romagna le domande di immissione ingraduatoria si erano mantenute basse a be-neficio dei precari in graduatoria; quest’annoinvece nella sola provincia di Modena ne so-no state presentate 3.500, sicuramente trop-pe”. Uno scenario di certo non confortante eoggi anche nebuloso a causa delle ultime no-vità nell’ambito della formazione (sono incorso di elaborazione i cosiddetti Tirocini For-mativi Attivi) e che potrebbe indurre i giova-ni a imboccare strade diverse da quelle del-l’insegnamento. “Le scelte che riguardanola vita lavorativa devono essere dettate in-nanzitutto da una volontà, una predisposi-zione personale. Io stessa, se avessi dovutoascoltare i consigli della mia famiglia, ogginon sarei insegnante. Un ragazzo deve par-tire con l’idea che dovrà affrontare un per-corso lungo e che il passaggio dagli studi uni-versitari alla cattedra non sarà automatico.Andrà acquisito un gradino alla volta. E’ unpercorso che riserva sorprese, in cui nulla èscontato”. Anna Russo

6 se t tembreduemilaundici inchiesta

Un percorso sempre più in salita per assaporare il

Ogni docente una storia. Quando il desiderio di un posto di lavoro corre di pari passo alla voglia di un nucleo familiare proprio

Graduatorie, attese, immissioni in ruolo:

Il sistema di formazione dei docenti è infase di cambiamento. Proprio questo au-tunno partiranno nuovi percorsi abilitan-ti, i TFA. Spetterà ad Università, Conser-vatori e Accademie di Belle Artiorganizzarli sulla basedelle necessità previstedalle regioni per i prossi-mi tre anni scolastici. Sa-ranno a numero chiusoper evitare l’accrescersidi sacche di precariatoche resterebbero in piediper anni. La loro organiz-zazione non è ancorachiara: per ogni classe di concorso si pre-vede un anno di Tirocino Formativo Atti-vo con accesso attraverso prova selettiva(quiz, scritta e orale). A seguito di un esa-me finale, sostenuto davanti a una com-missione mista composta da docenti uni-versitari, un insegnante “tutor” in ruolopresso gli istituti scolastici e un rappre-sentante dell’Ufficio Scolastico Regionale(ex Provveditorato) o del MIUR – si otterràil titolo di abilitazione all’insegnamento.Requisito per l’accesso all’anno di Tirocinio

Formativo Attivo è il possesso del titolo dilaurea magistrale e dei crediti previsti dal-la classe di abilitazione. A questo nuovo si-stema di formazione dei docenti dovrà es-sere affiancato anche un diverso sistema

di reclutamento, sul qua-le però non si conosconoancora le caratteristiche.Non si sa se saranno riatti-vati i vecchi concorsi cheassicuravano un titolo diidoneità o se si opterà perun nuovo sistema. Intan-to, i docenti che negli anniscorsi hanno ottenuto

l’abilitazione con le SSiSS, Scuole di Spe-cializzazione per l’Insegnamento nellaScuola Secondaria, nonché con i Corsi at-tivati dai Conservatori e Accademie di Bel-le Arti la cui durata era di due anni, esat-tamente il doppio rispetto ai TFA e che pereffetto dell’art. 5 bis della legge 169/2008non hanno potuto accedere alle Gradua-torie ad Esaurimento, sono già sul piede diguerra all’idea di dover dividere il percor-so di Reclutamento (le graduatorie) con ifuturi abilitati.

FORMAZIONE E RECLUTAMENTO DEI DOCENTI

DATI STATISTICI COMPARTO SCUOLA

Un grande punto interrogativo

Immissioni in ruolo ultimi cinque anni - Provincia di Foggia

Gianna Marcone, CISL

Page 7: 6Donna #8 61

7se t tembreduemilaundiciinchiesta

gusto di un posto fisso alla soglia della pensione

Emma, docente di Italiano e Storia: sul futuro una “spada di Damocle”

gli ingredienti di una vita da precari

“Essere un precario della scuola si-gnifica trascorrere ogni estate con unaspada di Damocle sulla testa”. EmmaGioseffi, 34enne foggiana, da 6 anni vi-ve l’angoscia delle graduatorie, delle con-vocazioni e degli “spezzoni” da comple-tare. A settembre, la scure del precariatoaffila la sua lama: oscilla pericolosa, pron-ta a scagliarsi sul capo di ogni insegnan-te disposto ad accollarsi ogni giorno chi-lometri su chilometri pur di raccattarealcune ore di docenza in qualsiasi centrodella Provincia. “Ogni giorno si attende ilfatidico calendario delle convocazioni –spiega Emma che è laureata in LettereModerne ed ha conseguito l’abilitazioneSSiSS in Italiano e Storia – e poi, se con-vocati, bisogna capire se si riuscirà aprendere una cattedra o uno spezzoneche, pur di ‘raccogliere’ punti, va beneugualmente”.

Chi ha scelto la strada dell’insegna-mento, però, sapeva di andare incontro atempi duri. “Già ai tempi dell’universitàavevo capito che la strada per la sicurez-za lavorativa sarebbe stata lunga e com-plicata. Di contro amo il mio lavoro – con-tinua convinta – e ciò che più mi consolae mi gratifica è restare nei cuori dei miei

alunni ai quali cerco di lasciare un se-gno”.

Passano gli anni e si affievolisce ancheil mito della valigia di cartone: “Avevopensato di trasferirmi altrove, soprattuttoquest’anno, quando il ministro Gelminidiede la possibilità di inserirsi ‘a pettine’,con il proprio punteggio, nella graduato-ria di un’altra Provincia. Ma poi ho desi-stito: con una casa ed una famiglia sullespalle è davvero difficile”.

Sul futuro è piuttosto possibilista:“Sono una persona che si dà da fare in di-versi ambiti e poi, per quanto la situazio-ne sia ‘nera’, lo scorso anno sono riuscitaa lavorare da novembre a giugno, quindivoglio continuare ad essere ottimista epensare positivo”. Alle matricole inten-zionate ad intraprendere il suo stessocammino, invece, Emma non lascia nes-suno spiraglio alla speranza. “Sceglieteuna facoltà che dia maggiori sbocchi la-vorativi e soprattutto non avvicinatevinemmeno al cancello di una scuola: oggila gavetta è ancora più dura e si rischiadavvero di essere precari fino al giornodella pensione”.

Maria Grazia Frisaldi

Ottocento km più a nord di Foggia la si-tuazione non cambia: stesse ansie e stesse in-certezze sul futuro che nemmeno una laureascientifica, completata da abilitazione Siss edue corsi di perfezionamento post-laurea rie-scono a dirimere. Lo sa bene Attilio Radogna,foggiano 33enne, insegnante di matematica“emigrato” a Treviso.

Convocazioni, graduatorie, spezzoni dacompletare: cosa significa essere un precariodella scuola?

“Significa muoversi in una giungla intri-cata di norme e regolamenti, stare sempre al-l’erta, anche durante le vacanze estive, por-tandosi dietro computer e connessione internetperché quello è il periodo clou. Lavorare conuno spezzone significa, vista l’esiguità deglistipendi degli insegnanti (fra i più bassi d’Eu-ropa), fare i salti mortali per arrivare a fine me-se. Il guaio è che non si può rifiutare nulla, per-ché si perdono punti fondamentali per scalarela graduatoria e giungere, dopo anni di anti-camera, al tanto sospirato “ruolo”. La mia clas-se di concorso poi, Matematica Applicata, ha su-bìto tagli impressionanti dalla riforma Gelmini,per cui ottenere una cattedra intera è un “mi-

raggio”. Stiamo organizzando, a livello sinda-cale, una class action per far valere i nostri di-ritti, aperta a tutti i colleghi della classe A/48”.

“L’esercito” dei precari dovrebbe essereuna potenza, eppure non riesce a far valerele proprie ragioni. Perché?

“Difficile rispondere senza entrare nel-l’ambito politico. L’unica arma che noi lavora-tori abbiamo è lo sciopero, creare un forte dis-servizio per costringere chi è “nella stanza deibottoni” ad ascoltarci. Il problema è che unprecario, che lavora poche ore, ha uno stipen-dio talmente basso che non può concedersinemmeno il “lusso” di scioperare”.

Si è mai pentito della sua scelta?“A volte mi capita di pensarci: se avessi

l’opportunità di cambiare oggi, per un lavoro fis-so, non ci penserei due volte, perché le pro-spettive in questo campo non sono affatto rosee.Un tempo, la figura dell’insegnante era ri-spettata e apprezzata, adesso non è più così”.

Come guardi al futuro?“Non in maniera serena. Da un momento

all’altro le cose possono andar male e non si la-vora. Non è possibile pensare di acquistare unacasa o formare una famiglia”. m.g.f.

Alessia ha trentatré anni, ed è al suoquarto anno di precariato. Si è laureata nel2005 all’Istituto Orientale di Napoli, la suapergamena, con un 110 e lode ben in vista,è conservata nel cassetto esattamente daquel memorabile giorno in cui è stata insi-gnita del titolo di dottoressa.

Subito dopo la laurea Alessia ha dovu-to sostenere un concorso molto selettivoper poter accedere alla SSISS (Scuola diSpecializzazione per la formazione di in-segnanti della scuola secondaria), con lasperanza che dopo quelle due prove, unascritta l’altra orale, si sarebbero aperti perlei nuovi orizzonti. Risultò vincitrice di con-corso, ma ancora due anni e trenta esamimancavano all’alba del suo nuovo giorno.Alessia non ha desistito, ha ripreso in ma-no i libri e ricominciato a studiare, con tan-ti sacrifici, soprattutto economici. Dal 2007,dopo l’esame di Stato, Alessia è abilitataall’insegnamento ed è inserita nelle gra-duatorie permanenti e d’istituto per l’indi-rizzo di Lingue straniere, ma da allora nelsuo curriculum solo qualche breve episodiocome interprete presso i tribunali di Foggiae Lucera e poi una lunga serie di espe-

rienze ‘precarie’: dal doposcuola a domi-cilio a guida turistica in piccole località delsud Italia, e da qualche anno, per fare ag-giungere qualche punteggio per il posi-zionamento in graduatoria, ha colleziona-to tutta una serie di master dispecializzazione on line e on site, e qual-che cattedra in istituti privati di Foggia eprovincia, ovviamente’ a costo zero o qua-si, e affrontando comunque notevoli spe-se di viaggio.

Di cattedre per il momento non se neparla. “Da un anno all’altro tutto cambia –ci racconta Alessia – per esempio lo scor-so anno fortunatamente mi è stata affidatauna supplenza, ma non per la mia materia,presso una scuola media di Foggia; que-st’anno sono ancora in attesa e sincera-mente questa cosa non mi fa vivere per nul-la tranquilla. Mi trovo al punto di non poterprevedere alcun investimento per il miofuturo, non parlo di metter su famiglia, maper lo meno di avere delle spese fisse co-me un abbonamento in palestra o la ratadi una macchina. La mia vita è tutta ungrande punto interrogativo”.

Maria Rosaria De Leonardis

“Mi chiamo Claudia, e all’alba dei miei40 anni sono un’insegnante precaria”. Po-che, ma chiare parole descrivono l’espe-rienza di una delle tante laureate che negliultimi anni ha fatto purtroppo del precaria-to uno stile di vita.

“Da circa dieci anni sono ritornata a Fog-gia, ho vissuto per quasi 7 anni a Bolognadove mi sono laureata in Sociologia, ero fi-danzata con un ragazzo di qui, la mia fami-glia era qui… insomma questioni personalie sentimentali mi hanno riportata nella miacittà. L’insegnamento non era nei miei pro-getti, ma sono comunque riuscita ad acce-dere alla SSiSS a Bari, con enormi sacrifici do-vuti ai frequenti viaggi e ai notevoli costi!Poi mi sono inserita finalmente in gradua-toria per l’insegnamento di sociologia, pe-dagogia e psicologia, ma le mie prime eduniche esperienze sono state nel sostegno.Mi sono adattata perché speravo che fosse so-lo una fase di passaggio, invece no, sono ri-masta sul sostegno per 7 lunghi anni, e dal-lo scorso anno neanche più quello”.

Ad un certo punto della sua vita ha do-vuto tirare le somme. “A quarant’anni nonpotevo più aspettare e il desiderio di avere un

figlio ha avuto la meglio sulla necessità diavere una cattedra tutta mia. Ho decisoquindi di fare progetti personali e, seppursenza certezze per il futuro e con il lavoroda libero professionista di mio marito, mi so-no sposata e da qualche mese sono diven-tata mamma”.

I dati parlano chiaro, oggi tre giovani suquattro, in Italia, sono senza lavoro, e quan-do c’è è per lo più precario. A chi imputare lacolpa di tutta questa situazione? “Sicura-mente alla Gelmini e agli esponenti dell’at-tuale Governo che continuano ad applica-re dei tagli a scapito dei docenti. Questafigura professionale viene sempre più smi-nuita, spesso siamo stati definiti anche in-competenti ed immeritevoli, e sulla base del-la mia esperienza personale posso dire cheanche i sindacati hanno fatto davvero pocoper perorare la nostra causa. Siamo in tanti,è vero, ma forse avrebbero dovuto gestireprima e meglio la situazione. Gli elenchi ora-mai sono strapieni, ora c’è solo da attenderee sperare che questa situazione prima o poisi sblocchi. Io nel frattempo continuo a farela mamma”.

mrdl

Claudia, pedagogia epsicologia: quando un figlio arriva prima della cattedra

Emma Gioseffi

Attilio, matematica applicata:presente “precario” e futuro incerto

Alessia, lingue: laurea, SSiSS e Master,tutto nel cassetto

Attilio Radogna

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8 se t tembreduemilaundici attualità

I trent’anni del rapporto ombra CEDAW,Convenzione per l’eliminazione di tutte le for-me di discriminazione contro le donne (Con-vention on the Elimination of All Forms of Di-scrimination Against Women) sono stati iltema di un importante convegno tenutosi al-la Fiera del Levante di Bari. L’incontro è statoun lungo viaggio all’interno delle politiche digenere femminile, nel nostro Paese come al-trove. Giovani donne si sono confrontate sulpiano dei diritti, della cultura, del cambia-mento e della trasformazione della politica apartire da quel di più e di quell’altro che pro-viene dal pensiero e dalla competenza delledonne; soprattutto, raccontando le loro sog-

gettive esperienze, hanno stabilito un contat-to profondo ed empatico con chi tra il pubbli-co di donne e qualche uomo, è accorsonumeroso, nonostante la domenica. Presentidonne di spicca del panorama pugliese. Bar-bara Spinelli, avvocata, giurista democrati-ca, autrice di Femminicidio, ha denunciato“l’assenza di una precisa volontà politica nel-l’applicare l’art. 51 della Costituzione italia-na” e omaggiato l’energia delle donne del Sudche, afferma, “sono una forza per tutto il Pae-se”. Claudia Signoretti, di Pangea onlus, co-redattrice del rapporto ombra, si è soffermatasulla tenacia, costante e trasversale “dei go-verni italiani nel dimenticare sistematica-mente le indicazioni del rapporto”. Significa-tivo il riferimento ad alcuni Paesi africani chehanno utilizzato la Convenzione per promul-gare leggi e diritti. Valeria Pellegrino, foro diLecce, ha raccontato la sua esperienza giuri-dica in merito alla difesa della rappresentan-za politica di donne, ripercorrendo l’ultimoventennio e puntando lucidamente il dito sul-le responsabilità culturali che provengono dairetaggi del patriarcato, sulle resistenze, sulle

paure dell’immaginario maschile rispetto al-la libertà delle donne. “Il punto non è il dirit-to – ha affermato - è una volontà culturale diignorarlo”. I movimenti, la rete, i comitati, lecommissioni di parità sono i luoghi del con-trollo”. I linguaggi hanno subito una trasfor-mazione, svelando una coscienza femminile,una competenza altra nell’intervento di Se-renella Molendini, consigliera di parità dellaRegione Puglia. Citando Luisa Muraro nellaPolitica del desiderio ha detto “non sempre ildiritto contiene il desiderio”. Non sono le don-ne ad avere problemi. Pongono i problemi,che non sono delle donne, ma della società”.Nel suo intervento ha ripercorso l’esperienza

Pugliese punteggiando il passag-gio di leggi che hanno fatto la dif-ferenza, come la riforma delle po-litiche sociali (L.R. 19/06) e lanorma sul benessere di donne e uo-mini in Puglia (L.R.7/07) per arri-vare al Piano sul lavoro. “Il lavorodeve cambiare – ha precisato - nelsenso indicato dalle donne del Ma-nifesto sul Lavoro della Libreriadelle donne di Milano. Il 33% delPIL, se calcolato, è formato dal la-voro di cura delle donne. Se il 60%delle donne lavorasse, il PIL au-menterebbe del 7%. Entità enor-mi”. Abbiamo cercato di dialoga-re con differenza e parità andandoverso un cambiamento co0me re-

lazione, riconoscimento e riconoscenza del-l’autorevolezza femminile”. Magda Terrevo-li, presidente Commissione di parità dellaRegione, ha ribadito: “le leggi non sono tutto,ma sono segni di un forte valore simbolico…Sacconi, affermando che le donne possono,se vogliono, sottrarsi allo strupro, rappresen-ta l’emblema di una cultura che si derespon-sabilizza e che continua a puntare il dito sulledonne. Stiamo puntando su una formazioneche proviene dalla differenza femminile. Dob-biamo rompere il substrato culturale che an-cora serpeggia, con retaggi misogini, controla libera espressione delle donne. Partiamodai media, dalle giornaliste, dai TG. Abbiamofatto una ricerca sui desideri delle donne per-ché abbiamo capito che, interrogate sul biso-gno - categoria maschile - le donne non ri-spondevano, ponevano avanti il futuro delleloro figlie, dei loro figli e, alla domanda: Cer-cate posti di lavoro? Rispondevano sistemati-camente, No! Vogliamo un cambiamento”.Ha chiuso i lavori Elena Gentile, assessora alWelfare e Lavoro della Regione Puglia, “Icompiti a casa sono molti – ha affermato - ma

siamo pronte, e da tempo, a sostenere il pro-cesso di cambiamento e di trasformazione cheproviene da noi donne. Abbiamo la respon-sabilità ognuna, nel proprio lavoro e nel pro-prio quotidiano ad impegnarci e contaminar-ci a vicenda. I tempi sono duri solo per chi,cavalcando l’onda della paura, approfitta del-la crisi per consolidare il potere, che per noi èun poter fare, invece. Abbiamo bisogno di so-lidarietà, accompagnata da un vero rilanciodell’economia. La Regione Puglia ha segna-

to l’impegno a sostenere lo sviluppo dei terri-tori e dell’economia e ha fatto tesoro del-l’esperienza delle donne”. Una lunga ovazio-ne ha accompagnato il suo riferimentoall’emendamento alla legge elettorale sul-l’obbligo alla doppia preferenza, uomo-don-na, da lei presentata attivando una parteci-pazione massiccia e trasversale. “Siamopronte a raccogliere le firme per una legge diiniziativa popolare” conclude, tra lunghi scro-sci di applausi. Lina Appiano

Giovani donne a confronto su diritti, cultura, cambiamento e trasformazione della politica

Se ne è discusso in un convegno alla Fiera del Levante

La Puglia dice no alla discriminazione femminile

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

Via Antonio Gram-sci (Ales, Oristano 1891– Roma 1937) parte daViale Ofanto e prose-gue sino a Viale Ken-nedy. E’ una strada og-gi molto frequentataanche per la presenzadegli uffici comunali,universitari e dellaQuestura; inoltre vi so-no numerosi punti d’incontro per i giovani.

La rinascita del marxismo teorico (1945-1950) in Italia è preparata attraverso la con-versione al materialismo storico di due filo-sofi che nel 1945 giungono alla loro pienamaturità come Galvano Della Volpe e An-tonio Banfi, ma è attraverso la pubblicazio-ne (1948 – 1951) dei Quaderni dal carceredi Antonio Gramsci che diventa un ele-mento propulsivo della cultura militante ita-liana. Il 1924 è un anno importante nella vi-ta dello scrittore; entra nell’esecutivo delPartito Comunista d’Italia e diventa segre-tario generale. In aprile è eletto deputatoper la circoscrizione del Veneto; sarà arre-stato nel novembre del 1926, in seguito al-le leggi speciali del parlamento fascista.L’opera contiene la raccolta delle sue pagi-ne scritte dal 1929 al 1935 e pubblicate po-stume: Il materialismo storico e la filosofia diBenedetto Croce, Gli intellettuali e l’orga-nizzazione della cultura, Il Risorgimento,Note su Machiavelli, La politica e lo Statomoderno, Letteratura e vita nazionale. Sul-la generazione degli anni cinquanta ha avu-to rilevanza, paragonabile solo a quella diBenedetto Croce nel primo decennio del se-colo scorso.

Opera educativa, non solo politica, con-

tiene qualcosa dipiù che una teoriadel marxismo.Non è l’esercita-zione filosoficaper i filosofi, an-

che se l’autore si serve di Marx, riappresoattraverso Lenin, per fare i propri conti conl’idealismo crociano. Con Gramsci il mar-xismo come filosofia passa da un momentopuramente didascalico (essenzialmentedottrinario, anche in Labriola) a quello del-l’analisi e della ricerca sul vivo. Non un me-todo soltanto, ma una concezione del mon-do che aveva determinato una svolta,iniziando “intellettualmente un’età storicache durerà probabilmente dei secoli, cioèfino alla sparizione della Società politica e al-l’avvento della Società regolata”. Disegnauna nuova coscienza del compito dell’in-tellettuale nella società, capovolgendo lamassima di Benedetto Croce, secondo cuil’unico modo di fare politica per un intellet-tuale è di fare cultura. Egli sostiene chel’unico modo di fare cultura è di fare politi-ca, cioè di dare il proprio contributo a tra-sformare la società, dal momento che o lacultura serve a trasformare la società, cioè èanch’essa un strumento rivoluzionario, o èun inutile passatempo. Altri uomini di cul-tura seguono le sue idee tra cui Elio Vittori-ni che, nel presentare il 19 settembre 1945il primo numero del Politecnico, parla di unacultura capace di lottare contro la fame e lesofferenze! Rina Di Giorgio Cavaliere

Chi era Antonio Gramsci

Da sinistra: Francesca La Forgia e Barbara Spinelli

Un momento del convegno

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9se t tembreduemilaundicipubliredazionale

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10 se t tembreduemilaundici benessere

Mi rilasso, dunque sono

Ridurre l’ansia per ritrovare l’equilibrio perduto

Davanzali di tutto il mondo, unitevi!”.L’accorato invito che Serena Dandini, nellasua prima fatica letteraria, rivolge ai davan-zali, sinteticamente racchiude un messaggioche va evidentemente oltreil prendersi cura delle pro-prie piante. La grande di-stensione che può dare ilgiardinaggio, è un dato cer-to che gli inglesi ormai dasecoli hanno acquisito. In-fatti, accudire un essere vi-vente, vederlo crescere, fio-rire e farlo riprodurre può essere uno slancioa favore di una visione della vita più serena epositiva e nel contempo si riesce a godere diun momento di profonda distensione e relax.Tuttavia può accadere che un persistente sta-to di tensione diventi fonte di veri e propri di-sturbi come angoscia, insonnia o sovreccita-zione incontrollata a cui conviene far frontein maniera più mirata.

Le tecniche di rilassamento possono rap-

presentare una risposta naturale e fisiologi-ca allo stress; esse, infatti, sono uno strumentoterapeutico preventivo o curativo che richie-de uno sforzo limitato; ben si adattano, inol-

tre, ad ogni tipo di personali-tà. Secondo i sostenitori deidiversi metodi, alcuni deiquali privi di prove scientifi-che a supporto, tutte le tecni-che di rilassamento hanno incomune lo scopo di ridurrel’ansia riportandola ad un li-vello accettabile, così da ri-

pristinare equilibrio ed armonia e favori-re il benessere. In oriente le tecniche dirilassamento sono conosciute e seguite dasecoli . In occidente invece, l’interesse perqueste tecniche è stato scarso fino agli ul-timi decenni, quando si è iniziato a consi-derare l’organismo costituito dall’intera-zione tra mente e corpo. Un contributofondamentale allo studio del rilassamen-to fu apportato negli anni Trenta dallo psi-

chiatra tedesco Schultz, il quale sviluppò unmetodo chiamato “training autogeno”. Con-centrando l’attenzione su alcune parti delcorpo attraverso immagini e sensazioni di-stensive, si arriva a non percepire più la sen-sibilità fisica ed anche la mente comincia aliberarsi dai pensieri continui e pesanti, con-quistando così un totale rilassamento.

Sulla pressione sanguigna, respirazionee battito cardiaco agisce invece la “musico-terapia”. Il concetto di musicoterapia come di-sciplina scientifica si sviluppa solo all’iniziodel XVIII secolo, ma l’uso della musica a sco-

pi terapeutici è docu-mentato in numeroseciviltà del mondo anti-co. Il paziente soggettoad ansia o stress puòraggiungere uno statodi relax e di calmaascoltando i brani mu-sicali più indicati perlui, individuati e sele-

zionati da un musicoterapeuta. Il “rebirthing” si sviluppa negli Stati Uni-

ti a metà degli anni ’70. Questa tecnica inse-gna a rallentare il ritmo respiratorio renden-dolo anche più profondo per aumentarel’ossigenazione del sangue e favorire l’eli-minazione delle tossine. Per quanti preferi-scono la tradizione, certamente utili sarannogli esercizi di yoga, disciplina che aiuta a mi-gliorare l’ossigenazione del sangue, regola-rizza il battito cardiaco e la pressione scen-de arrivando così a raggiungere un ottimostato di rilassamento. In ciascuna tecnica di ri-lassamento possiamo cogliere l’invito a pren-derci un po’ cura di noi stessi, staccando ognitanto dalla routine quotidiana, sorella ge-mella dello stress. La cura di sé è sicuramenteun’occasione per stimolare dolcemente la no-stra mente poiché solo così ha luogo il risve-glio delle sue infinite capacità. In questo pro-babilmente dobbiamo cogliere la grandezzadel rilassamento.

Emanuela Cafaro

Dalla garden therapy alle tecniche di rilassamento: un piccolo viaggio per riacquistare il contatto con le proprie emozioni ritrovando così se stessi e benessere

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L’arrivo della stagione fredda diventaproblematico per chi vuole tenere semprei capelli in ordine. Non c’è infatti, piegache tenga con il vento e l’umidità dellapioggia e le donne ormai sono stanche ditrascorrere interminabili ore di fronte allospecchio a lisciare la chioma. Ma la modacapelli per il prossimo autunno-inverno èpronta a dare loro una mano dando il viaalla naturalezza. I capelli delle donne do-vranno essere rigorosamente naturali. Leacconciature saranno morbide, con delleonde lasciate al caso e, per chi ama i taglilunghi oltre la spalla, lo spunto viene dal-la moda degli anni ’70, con chiome liscedalla riga centrale o laterale, che fluisco-no su una spalla. Avremo capelli lunghi eliscissimi in stile hippy oppure onde leg-gere al livello delle punte. Via libera an-che a cerchietti, fiori di stoffa o veri e a fa-sce stile anni ’50.

Per chi ama la frangia, sarà di tenden-za portarla ben definita ed arrotondata, ab-bastanza lunga sulla fronte. Torna nuova-mente il trend della frangia dritta e pesantecon il capello lungo. Il taglio medio saràforse il più gettonato, nelle sue tante sfac-cettature. Dal liscio al riccio, dal lineare al-l’asimmetrico, con un effetto finale moltocasuale e naturale, l’ispirazione è agli an-ni ’50 e ‘60, con pieghe ondulate. La fran-

gia, però, neltaglio medio,lascerà il postoad un ciuffo la-terale, lasciatocadere ampia-mente sugli oc-chi.

Per quantoriguarda inve-ce, i tagli corti,sarà ancora inauge lo stilemascolino conlinee bizzarre e

mai precise e il caschetto anni ‘20. Per i ca-pelli cortissimi è emersa una nuova e di-vertente variante, una leggera cresta (maquasi impercettibile) nella parte centraledel capo.

Per le acconciature, sarà molto chic lochignon, da poter sfoggiare di sera su abi-ti eleganti, nonché l’intramontabile trec-cia da poter esibire in qualsiasi occasione,dal lavoro alle uscite con le amiche.

I capelli andranno rigorosamente co-tonati; occorre prima dividere la capiglia-tura, separando le ciocche da cotonare dal-le restanti tenute ferme da pinze o mollette,il segreto è utilizzare un pettine a dentistretti pettinando i capelli al contrario conpiccoli e brevi movimenti, dall’alto versoil basso. Bisogna poi aiutarsi a fissare ilgonfiore ottenuto con una buona laccaspray. L’ultima ciocca deve essere lascia-ta più stretta e cotonata pochissimo, la-sciata all’indietro a coprire le altre ciocchegià cotonate. La bombatura ottenuta potràessere quindi bloccata con delle forcine.

Per quanto riguardail colore, anche que-sto dovrà essere as-solutamente natu-rale, dal biondochiaro, con riflessimiele, al castanocon riflessi tono sutono. No ai contrastitroppo vistosi. Maanche il colore ros-so nelle sue più sva-riate sfumature, ri-mane una nuancedi tendenza. L’ac-cortezza è nello sce-gliere tra le tonalità,quella che si addicedi più al proprio in-carnato e alla formadel viso. Il consiglioè quello di affidarsiad un professionistache, in base al tipodi struttura del ca-pello, alla tipologiadel viso e alla perso-nalità della clientesu cui lavora, riescaa plasmare la lineamigliore, non ricer-cando a tutti i costiimmagini stereoti-pate, ma cercandodi personalizzare ilpiù possibile il lookdi ognuna. Non bi-sogna mai dimenti-care che ogni donnaha delle caratteristi-che uniche ed in-confondibili.

Elisabetta Ciavarella

11se t tembrebellezza

Parola d’ordine, la naturalezza

Capelli: le nuove tendenze della stagione autunno-inverno 2011/2012

Il ritorno è al cotonato con acconciature dalle linee morbide e bombate

Caschettouno stile, tante forme

Per il tabloid inglese Daily Mirror, che gli ha dedicato una pa-gina, più che un taglio di capelli, è uno stile senza tempo. Il ca-schetto, o carrè, ha un secolo di vita ma,a dispetto dell’età, viene dato come lapettinatura più cool del momento. Rive-duto, a volte reinventato, mai stravolto.Creato in Francia da un parrucchiere po-lacco, Antoine de Paris, innamorato dellook “pulzella” di Giovanna d’Arco, ilcaschetto rappresentava già nelle sue in-tenzioni un’immagine femminile mo-derna e battagliera. Il che, per i tempi,equivaleva a una dichiarazione di ma-scolinità. Solo più tardi, negli anni ’20, il caschetto diventò un fe-nomeno moda grazie alle flapper girls che ballavano il charle-ston con abiti a frange, bocchino e sigaretta sempre accesa. Poi,negli anni ’60, il parrucchiere londinese Vidal Sassoon ne fece unsimbolo dell’emancipazione femminile. Lo adottarono Twiggy,Mary Quant (ma anche i Beatles!), Mirelle Mathieu in Francia.

Mentre in Italia, il taglio scolpito dai Ver-gottini fece il suo boom con Caterina Ca-selli (alias “casco d’oro”) e Raffaella Car-rà. Finché, nel 1965, Guido Crepax inventòValentina, uno dei grandi sex symbol del-la storia del fumetto.

Ultimi avvistamenti? In ordine di lun-ghezza, partendo dal più corto, le pop starRihanna e Natalie Imbruglia, più unaschiera di attrici, capitanate da Katie Hol-

mes, Eva Longoria…. Victoria Beckham, invece, ha un sito chetiene sempre d’occhio il suo carrè a tre punte. Già, perché ognu-na può plasmare il caschetto a sua immagine. In versione multi-sfaccettata”, per esaltare il colore dei capelli. Oppure riccia e/o pet-tinata da un lato. L’importante è prendere le misure: se il collo èlungo, i capelli devono arrivare alle spalle. Altrimenti, ad altezzamandibola, per addolcire il viso. Per dare volume, invece, si sca-lano le ciocche. Quello che conta è il taglio: va ritoccato una vol-ta al mese , poi il mantenimento a casa è semplice.

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12 se t tembreduemilaundici architetto

DI ANGELICA RUBERTO

Per i vostri quesiti:[email protected]

Tel. 0881.563324

Prima di costruire una piscinaè necessario verificare la natura delterreno tramite un’indagine geolo-gica. La soluzione ideale è quelladi un terreno secco, compatto e benstabilizzato. Nel caso in cui la pi-scina verrà usata principalmenteda bambini è meglio, per questio-ni di sicurezza, costruirla non lon-tano dall’abitazione. In questo casopotrebbe diventare una sorta di ap-pendice della casa, a scapito peròdi privacy e tranquillità.

La posizione ideale per la pi-scina è quella in grado di assicura-re la maggiore esposizione al soledurante la giornata. Attenzionequindi a eventuali ombre proietta-

te dall’abitazione stessa o da edifi-ci circostanti. Da non trascurare èpoi la presenza di piante sul bordodella piscina: rischiano di sporcarel’acqua con le foglie, complicandola manutenzione e la pulizia. Infi-ne, è meglio costruirla al riparo daiventi, sfruttando schermature na-turali o eventuali protezioni artifi-ciali.

Per quanto riguarda le dimen-sioni una vasca di 16x8 rappresen-ta la massima ampiezza adeguataa una piscina privata. In ogni caso lalarghezza della vasca dovrebbe es-sere sufficiente ad accogliere duepersone affiancate con le bracciaaperte, circa 4 metri. In generale,

le dimensioni ideali peruna piscina privata sono m5x10 o m 6x12. Le vaschedalla forma regolare sonopiù economiche, la manu-tenzione è più agevole, lacircolazione dell’acqua èfacilitata come anche la pu-lizia.

INIZIO LAVORIBisognerebbe pro-

grammare in tempo il pro-getto della piscina che sivuole in maniera da poter dare lacommissione all’azienda in ottobreper aver pronto l’impianto in pri-mavera.

TECNOLOGIE PER LA COSTRUZIONE:Cemento armato, è la soluzio-

ne classica, che garantisce una lun-ga durata, resistenza statica e la piùampia libertà nella forma. E’ supe-riore nella qualità, ma anche neiprezzi e con tempi di realizzazionimaggiori. Le tecniche più usate so-no il getto tradizionale e il calce-struzzo sparato.

Le piscine prefabbricate sonouna valida alternativa al cementoarmato. In questo caso è molto de-licata la fase della messa in operadella piscina: si effettua, su terrenistabili e predisposti con un accura-to livellamento, un getto di calce-

struzzo armato, che sarà trattato inmodo tale da evitare cedimenti edistribuire la pressione su tutti i la-ti della struttura. I prefabbricatipossono essere in acciaio galvaniz-zato, acciaio inox o in polimero.Questo metodo, oltre che velociz-zare i tempi di costruzione, facilitala realizzazione di piscine di qual-siasi forma e dimensione. RIVESTIMENTO INTERNO

E’ dalla qualità del rivestimen-to delle superfici interne che di-pendono la completa impermeabi-lizzazione della vasca e la facilitàdi pulizia della piscina. Dal puntodi vista puramente estetico, è con-sigliabile utilizzare le tonalità del-l’azzurro, che esaltano la luminosi-tà dell’acqua. Per quanto riguardainvece i materiali molte sono le al-ternative possibili.

Il mosaico vetroso con tesseresimili alle piastrelle di clinker cera-mico permette qualunque tipo didecorazione sul fondo della pisci-na.

Telo liner in PVC, fogli di tes-suto vinilico rinforzato saldati inopera: la pressione stessa dell’ac-qua mantiene l’aderenza alla strut-tura, perciò nella posa è sufficienteevitare la formazione di bolle d’ariatra il telo e la vasca.

Le vernici adatte sia nelle pi-scine a struttura metallica sia inquelle in cemento armato intona-cato, rappresentano la soluzionepiù economica, ma necessitano dimanutenzione.

LA COPERTURALe coperture servono a tratte-

nere il calore immagazzinato dal-l’acqua durante il giorno, soprat-tutto in estate, permettendo direcuperare 3° - 4° gradi che an-drebbero persi giornalmente, e aproteggere l’acqua da foglie, inset-ti, polvere acc. Può variare dal sem-plice telo isotermico (opaco e di co-lore nero o blu scuro) fino allacopertura a tapparella: soluzionepiù costosa, ma di maggiore prati-cità e più sicura, infatti questa co-pertura sopporta pesi considerevo-li evitando così il rischio di cadutefortuite di bambini ed animali.

Voglia di un tuffo in piscinaPossederne una, non è più una meta irraggiungibile

Oggi il mercato offre numerose alternative per ogni esigenza e tasca

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13se t tembreduemilaundiciamiche piante

I segreti di Madre Natura

DELLA DOTT.SSA

MARIA SANTILLO

Fra le tribù indiane d’America, circola,da sempre, la leggenda di una loro princi-pessa che riusciva a guarire le ferite dei guer-rieri, alleviava i disturbi dell’apparato re-spiratorio e digerente, ricomponeva le ustio-

ni, i morsi degli animali rendendo la pelle li-scia e compatta. La giovane donna preparavaunguenti e polverine, infusi e pozioni, uti-lizzando fiori, cor-teccia, foglie e rizo-mi di piante che leisola conosceva e checrescevano sponta-nee nella foresta.Questa voce, rivela-tasi poi profonda cul-tura in campo bota-nico, non si è persanel tempo, ma, tra-smessa di genera-zione in generazio-ne, è giunta fino anoi. I nostri studiosihanno sottoposto ivegetali in questione a rigorosi vagli scien-tifici che ne hanno convalidato l’efficacia te-rapeutica allargandone il campo di azione insettori un tempo sconosciuti quale quello del-le difese immunitarie. L’esemplare principedi queste ricerche è l’Echinacea che appar-tiene alla estesissima famiglia delle Astera-ceae o Compositae. La sua comparsa sullanostra terra si perde nella notte dei tempi, erisalendo nei secoli, la si incontra nei trattatidel grande Linneo che per primo la indivi-duò chiamandola Rudbeckia in onore del suopredecessore e studioso Rudbeck. I suoi na-tali ebbero luogo in Ameri-ca da cui si distaccò propa-gandosi facilmente anchenel Vecchio Continente, perla facilità di adattamentoalla variabilità climatica. E’una pianta erbacea plu-riennale, inizia la fase atti-va della sua vita nel mese dimarzo quando spuntano ro-sette di foglie di un bel ver-de intenso, a margine se-ghettato e rivestite di epite-lio peloso. Dal loro centro sierge un consistente fustodi altezza variabile (50-150cm), ricoperto anch’esso dipeli e di foglie. Alla suasommità si pone una spet-tacolare infiorescenza simi-le ad una grande margheri-ta. Dal suo bordo spuntanoi fiori sterili, ligulari, simili aleggiadri petali, di colorevariabile dal rosa al fucsia,

il loro insieme mima un’appariscente corol-la al centro della quale sono inseriti piccolitubuli fertili. La loro produzione copre unarco di circa tre mesi, da giugno a settembre;in seguito, le sommità si seccano, gli steli siaccartocciano, le foglie perdono il loro tur-gore; si avvicina, così, il riposo vegetativo,fase necessaria per la ricostituzione delle ri-serve energetiche: in primavera il ciclo del-la vita riprenderà in tutta la sua magnifi-cenza. L’indubbia bellezza dell’Echinacea, inparticolare della varietà purpurea, la pone,anche, nel novero delle piante ornamenta-li: le aiuole delimitate da bordure di questofiore o che lo offrono agli sguardi come so-litario punto focale, creano una scenografiadi grande impatto estetico. Simili alla pre-cedente, non per l’aspetto ma per alcune pro-prietà curative dei loro derivati, sono gliesemplari appartenenti alla famiglia delleRubiaceae, diffusi in tutto il globo e parti-colarmente numerosi nelle zone caldo umi-de dell’America del sud. In questi luoghi, ilclima favorevole determina notevoli diffe-renze morfologiche per cui alcune piante

hanno crescita cespu-gliosa, altre arborea, al-tre addirittura lianosacome la specie cono-sciuta col nome di Unca-ria tomentosa o Unghiadi gatto. Questa deno-minazione popolare, de-riva dalla presenza lun-go il particolare fusto asezione quadrata, disporgenze acute e pun-genti simili agli artiglidel felino. A sviluppocompleto, raggiunge di-mensioni ragguardevoli

e inquietanti, ma l’intreccio dei rami spino-si è ingentilito e sdrammatizzato dai gran-di e numerosi fiori vivacemente coloratiAlle altre latitudini, invece, troviamo facil-mente esemplari erbacei esteticamentemeno appariscenti rispetto alle specie tro-picali, ma pur sempre utilizzati in fitoterapia.E noi esseri pensanti, esponenti della clas-se superiore, dobbiamo sempre essere gra-ti a madre Natura che ci elargisce questidoni, queste perle rare, supporti validissimied indispensabili nella lotta contro i flagel-li dell’umanità.

Vaccini naturali per i mali di stagione

Leggenda e realtàEchinacea e Rubiacea, utili e decorative

Usate sin dall’antichità a scopi terapeutici, sono oggi un valido aiuto in campo scientifico

A CURA DEL DOTT. GIANLUCA D’ALESSANDRO

L’estate è finita e una nuova stagionefredda sta cominciando ad aprire le sueporte. È giunto quindi il momento di co-minciare a pensare a come proteggersidai malanni tipici che si accompagnanoall’abbassamento delle temperature. A

questo proposito ilprimo passo è co-minciare con i trat-tamenti immunosti-molanti, utili perrinforzare le difeseed evitare di esserecoinvolti in epide-mie influenzali o di-sturbi gastrointesti-nali di origine vira-

le. Infatti, con un sistema im-munitario più forte, sarà più dif-ficile ammalarsi o comunque ildecorso della malattia sarà piùbreve. Una delle soluzioni piùconsigliate è quella offerta dai ri-medi naturali, utili a garantireun’ottima funzionalità del siste-ma immunitario. Sono due leerbe che non devono assoluta-mente mancare nei nostri ar-madietti: echinacea (echinaceaangustifolia) e uncaria (uncariatormentosa).

L’echinacea è una pianta

originaria del Nord America con proprietàantisettiche ed immunostimolanti; au-menta la capacità dei globuli bianchi diinglobare e distruggere batteri e virus, inparticolare aumenta il numero dei linfo-citi T molto attivi nelle infezioni virali. Stu-di effettuati dimostrano che l’aumento deilinfociti T dopo l’assunzione di echinacearaggiunge il massimo dopo otto giorni diterapia, per poi rimanere su alti livelli pro-seguendo la terapia. Questa pianta è ingrado di opporsi anche all’azione de-pressiva sul sistema immunitario tipica dimolti antibiotici. È quindi impiegata consuccesso nelle sindromi influenzali e nel-le riniti. L’uncaria arriva dal Sud Ameri-ca, contiene alcaloidi in grado di stimo-lare la fagocitosi sia da parte dei linfoci-ti T che delle cellule natural killer (NK).Studi dimostrano che l’azione immuno-stimolante avviene dopo tre giorni dal-l’assunzione di principio attivo per quan-to riguarda le cellule NK e dopo circa duesettimane per i linfociti T. Di conseguen-za l’uncaria può essere impiegata comeun ottimo preventivo immunostimolanteper le malattie da raffreddamento delleprime vie aeree.

Affinchè si abbiano dei risultati va-lidi, l’echinacea e l’uncaria vanno assuntecome estratti secchi per un mese all’ini-zio della stagione autunnale: andando arinforzare le difese immunitarie questidue prodotti della natura costituirannodei veri e propri vaccini naturali.

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C’è chi li ricorda con nostalgia. Echi li considera un capitolo definiti-vamente archiviato. Ma la moda è

imprevedibile e la sua costante evo-luzione punta dritto ver-

so il revival: quest’an-no non si sfugge alritorno dei mitici anni‘80. Qualche lettricepotrebbe pensareche sia giunto il mo-mento di rispolverareil pezzo vintage di cuinon si è mai voluta li-berare; in realtà ciò acui bisogna guardareè la sua possibilità diessere attualizzato. In-fatti, per quanto si ispi-

ri alle tendenze pas-sate, la moda crea

inevitabilmentequalcosa diinnovati-vo. I leg-g i n g sa desem-

p i onon so-

no altroche lamoder-

na evoluzione dei fuseaux. In comu-ne con uno dei capi simbolo degli an-ni ‘80 hanno ancora l’elasticità el’aderenza, ma, a differenza di questiultimi, hanno conquistato il ruolo dicapo passe-partout. Ideali quandonon si vuole indossare un pantalonee si cercano leggerezza e comodità, ileggings sono lunghi fino alla cavi-glia e i diversi materiali e colori con cuivengono realizzati ci consentono dicreare uno stile urban chic mai scon-tato. In questo caso l’accoppiamen-to nero lucido e lunghezza fino al gi-nocchio dei fuseaux èstato decisamen-te soppianta-to dallanuova al-ternativa

meno aggressiva e più versatile. Laregola basilare che riguarda questocapo così rivelatore è che non va maiindossato senza una maxi maglia oun cardigan che scenda fino a metàcoscia. Arriva direttamente dagli an-ni ‘80 quindi un accostamento stra-tegico per nascondere qualche cur-va che non si vuole rendereprotagonista; oggi tuttavia è ancorapiù facile distogliere l’attenzione daqueste zone critiche: i capi si accen-dono con tinte che ci permettono digiocare su caldi tono su tono. El’aspetto castigato e monocorde vie-ne eliminato grazie alla presenza dicinte sottili da stringere in vita o qual-che prezioso inserto.

Chi non rinuncia alle contami-nazioni audaci del proprio

look potrà indossaregli skinny in pelle –che lasciano al 1980

la zip la-terale –

e il chiodoche oggi ha

assunto fat-tezze molto

più femminili.Restiamo sem-pre in un ambito

oversize dato chesono tornati alla ri-

balta il neoblousoncon le maniche a pipi-

strello e le grandi magliecon scollo asimmetrico stile“Flashdance”. Trent’anni farappresentavano il massimo

della tendenza da sfog-giare nel tempo liberomentre oggi, complici itessuti preziosi e lestampe animalier, vivo-

14 se t tembreduemilaundici moda

Nuove collezioni: un vento che spira dal passato per

Il meglio degli Gli anni '80 sono davverotornati di moda: dalle pagine di Vogue ai video, dai look alle performaces di pop star come Lady Gaga, che dello stile eccessivo, spalline imbottite, vita alta, tulle e pailettes, hanno fatto un marchio di fabbrica

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15se t tembreduemilaundicimoda

no una nuova vita come mise notturne. Le pochette poi, completano da sempre il

look e rappresentano un altro caposaldo delpassato targato 1980. I materiali innovativi e lestampe inaspettate come il pitonato, rappre-sentano la frontiera della modernità in fattodi borsette. Onnipresenti nei capi anni ‘80 era-no le spalline: eccole rispuntare per dare vitaad una silhouette squadrata che ben si abbi-na ai volumi ampi di giacche e cappotti (e so-lo su questi) che quest’anno ci avvolgerannofino alla caviglia. Su quest’ultima poi si cana-lizza l’attenzione grazie al risvolto del jeans eagli ankle boots, tronchetti rispolverati da quelmitico passato ma reinterpretati in modo me-no rock e più grazioso. Questi possono essereabbinati a miniabiti in paillettes cangiati e adaccessori dal sapore metallico: fa molto anni ‘80ma con un allure futurista. L’ultimo tributo aquesti mitici anni lo si può offrire indossandouno dei materiali più gettonati del periodo: laciniglia, che oggi torna protagonista sulle tu-te intere. Le versioni presentano felpa e cap-puccio o pantalone a zampa nei colori più ina-spettati. Così potremo sfoggiare anche nellosport uno stile intramontabile, ma sempre alpasso con i tempi.

Dalila Campanile

una moda che ama ogni volta reinventarsi

Tornano ciniglia, spallineimbottite e pelle, ma con un’allure tutta nuova

anni ‘80

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16 se t tembreduemilaundici

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17se t tembreduemilaundici

Fumo e webAlla comunità europea pre-

occupa la parziale rimonta del-la dipendenza dal tabacco. So-prattutto tra le donne. Esoprattutto nella fascia dai 25ai 34 anni, che in Europa am-monta a 28 milioni di persone.Per questo è partita la nuovacampagna triennale «Gli ex fu-matori. Sono irresistibili», lan-ciata da John Dalli, Commis-sario europeo per la Salute e lePolitiche dei consumatori, chebatte strade alternative, chesfruttano il mix tra pensiero po-sitivo, «psicologo» digitale esocial media.

Esempi in carne e ossa, pri-ma di tutto, 27 giovani, uno perogni Paese dell’Ue, che hannoprovato con successo il pro-gramma i-Coach, un «percor-so verso la libertà», ovviamen-te gratuito, su internet e che oralo promuovono. Il fotografo difama internazionale Rankin liha trasformati nei «volti» dellacampagna che comparirà trapoco sui giornali. A ciascunouno slogan. Quello di Davide, ilbellunese di 34 anni seleziona-to per rappresentare l’Italia, re-cita: «Gli ex fumatori annusa-no meglio». Davide, che dimestiere fa il consulente per lasicurezza sul lavoro, vuole riu-scire ad annusare il profumodella suo nuovo amore senzache la ragazza scappi disgu-stata dal fatto che lui puzza co-me un posacenere. È stata pro-prio lei la «molla» per smettere.

Il percorso di i-Coach èstrutturato in cinque fasi. Pri-ma di tutto, occorre registrarsie rispondere a una serie di do-mande. Il programma, pensa-to non solo per i singoli, ma an-che per le aziende, elabora unprofilo dell’utente e lo inseri-sce in una “fase”. Ogni giornosi ricevono suggerimenti via e-mail per rafforzare la propriamotivazione, consigli, tecni-che, esercizi e mini-test taglia-ti su misura, fino al raggiungi-mento della fase finale.

“È la prima volta che unacampagna europea offre unaiuto pratico - sottolinea JohnDalli -. Siamo partiti a giugnoe già 20 mila fumatori stannoutilizzando i-Coach. Più di 650mila persone muoiono annual-mente nell’Ue a causa del fu-mo. Le autorità pubbliche sonochiamate a svolgere un ruoloimportante per aiutare i citta-dini a spezzare questo circolovizioso di dipendenza e di mor-ti e malattie evitabili”. Secondogli ideatori, un terzo degliiscritti al programma avrebberaggiunto le fasi 4 e 5, cioèquelle di chi ha appena smessoo ha smesso da qualche tempo.

(Fonte: corriere.it)

in pocheparole

La vulnerabilità umana non sempre è segno di disagio psichico movimento e non ben focalizzata,che separa la “normalità” dalla“patologia” e che ciascuno di noi,per un motivo o per un altro si tro-va a superare in qualche momentodella sua vita, senza necessaria-mente essere folle, pur vivendomomenti di follia. Ciò che rende unproblema realmente tale è la diffi-coltà, oggettiva e soggettiva, a ge-stirlo con le proprie risorse, evitan-do che questo comprometta losvolgimento sereno delle proprieattività e della vita quotidiana, co-sì come la sua persistenza oltre undeterminato lasso di tempo. Se ladifficoltà diventa invalidante alpunto da pregiudicare la normaleevoluzione lavorativa, scolastica,familiare, affettiva e sociale di chine è affetto, allora sarebbe insen-sato non richiedere un aiuto psico-logico, dopo aver usufruito di tut-te le risorse interne ed esterne adisposizione. Al contrario, può es-sere rassicurante ricordare che tut-ti noi, periodicamente, varchiamoi confini della normalità e che, perquesto, potremmo riscoprirci ag-gressivi senza essere isterici, tristisenza essere depressi, pensierosisenza essere paranoici, preoccu-pati senza essere ansiosi e, perchéno, vivaci senza essere iperattivi.Potremmo, semplicemente, risco-prirci umani e volubili, senza chequesto significhi, necessariamente,essere “folli”.

A quale essere umano, più omeno “sano di mente”, non è maicapitato di riscoprirsi “isterico” nelcorso di una lite familiare o “de-presso” per aver subito un tradi-mento, o “paranoico” dopo un in-cidente diplomatico con i colleghidi lavoro o, ancora, “ansioso” perl’attesa dell’ennesimo esame dasostenere o, perché no, “iperatti-vo” nella foga di doversi occupare

contemporaneamente delle cosepiù svariate?

“Siamo tutti un po’ malati masiamo anche un po’ dottori” can-tava Luca Carboni in una delle suecanzoni più famose, eppure, nonè infrequente imbattersi in luoghicomuni che vorrebbero attribuirea tutti i costi un nome e una dia-gnosi ai più comuni e ordinari ma-lesseri umani e che, di contro, con-

feriscono allo psicologo il poteredi dirimere ogni conflitto nel mo-mento stesso in cui si manifesta e difornire una spiegazione immedia-ta a qualunque cosa accada nellavita di chiunque.

È il mito dello “psicologo tut-tologo” o della “soluzione tasca-bile” alle difficoltà in cui, quoti-dianamente, ciascuno di noi siimbatte per il fatto stesso di essereal mondo.

Così, a dispetto di chi pensache il nostro Paese non sia ancora“culturalmente pronto” ad accet-tare di pagare per parlare di sé adun “esperto sconosciuto”, c’è chisostiene che dietro ad ogni lapsussi nasconda un segreto da svelaree che dietro ogni gesto o compor-tamento insolito ci sia un disturboda individuare e correggere.

Inutile dire che, se fosse così,ciascuno di noi avrebbe bisognodi uno psicologo di fiducia e, inparte, questo è anche vero, consi-derati i cambiamenti culturali chestanno rivoluzionando la società,i punti di riferimento e i valori diun tempo, quelli che facevano delvicino di casa il più fidato degliamici e che ora, invece, ne fannoil più spietato dei nemici.

Certo è che esiste una sottilelinea di confine, costantemente in

DI MARIA GRAZIA BELLANTUONO

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PSICOLOGA CLINICA

Lo “Psicologo tuttologo”Oltre i confini della normalità senza essere folli

DI ALESSANDRA D’APOLITO

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GINECOLOGA

Premenopausa e contraccezioneLa “Premenopausa” è un pe-

riodo di transizione che precede dicirca cinque anni la menopausavera e propria ed è caratterizzato dairregolarità mestruali legate a unaprogressiva diminuzione dell’atti-vità follicolare. Ciò nonostante, la fer-tilità è comunque mantenuta. Infat-ti, circa l’80% delle donne tra i 40 ei 44 anni risulta ancora in grado diprocreare. In Europa l’incidenza digravidanze spontanee nelle pazienticon più di 44 anni è di 1/3.000, scen-de a 1/1.000.000 nelle donne con piùdi 50 anni.

A questa età la gravidanza esi-ta in un aborto nel 50% dei casi, edaumentano anche le patologie ma-terne e fetali legate alla gravidanza(gravidanze extrauterine, malfor-mazioni fetali/cromosomopatie, ri-tardo di crescita intrauterina, ma-crosomia per diabete gestazionale,preeclampsia, distacco intempestivodi placenta, emorragia post-par-tum).

Per tutti questi motivi, ed ancheper esigenze sociofamiliari, il 51%delle gravidanze sopra i 40 anni sonoindesiderate e il 65% di queste ven-gono interrotte. Pertanto, la donna inquesta fascia di età ha bisogno diuna contraccezione sicura.

Le esigenze contraccettive di

ogni singolapaziente pos-sono variare inbase a diversifattori, come ildesiderio diuna sterilizza-zione irreversi-bile, la fre-quenza deirapporti ses-suali, la neces-sità di protezio-ne verso malat-tie sessualmen-te trasmesse,ma anche il de-siderio di be-nefici non contraccettivi (controllodel ciclo mestruale, della sintoma-tologia vasomotoria, prevenzionedi patologie neoplastiche e del-l’osteoporosi).

Quando si parla di contraccetti-vi orali (CO) si pensa subito al rischiocardiovascolare ma occorre distin-guere tra il versante venoso e quel-lo arterioso.

L’evento di maggiore importan-za interessante il versante venoso èla tromboembolia che include latrombosi venosa profonda degliarti inferiori e l’embolia polmona-re.

Per quel cheriguarda il ver-sante arterioso,gli eventi prin-cipali sono l’in-farto del mio-cardio e l’ictuscerebrale. Ilfumo di sigaret-ta, l’ipertensionee il diabete, alungo ritenutifattori di rischioper entrambi iversanti, recen-temente sonostati consideraticome responsa-

bili solo della patologia interessan-te il versante arterioso. L’obesità, alcontrario, è un fattore di rischio siaarterioso che venoso.

Nel 1991 la Food and Drug Ad-ministration ha stabilito, che il rischiocon CO contenenti più di 50 mcg dietinilestradiolo è limitato alle pa-zienti fumatrici e che l’età di per sènon può essere considerata un fat-tore di rischio.

Un altro fattore di rischio indi-pendente è l’ipertensione arteriosa.I CO determinano un lieve, reversi-bile aumento dei valori di pressionesistolica e diastolica che si verifica

per lo più nelle prime fasi di assun-zione della pillola. Diversi autorihanno chiaramente dimostrato checon l’avanzare dell’età si assiste adun aumento del rischio cardiova-scolare che diviene più marcatodopo la cessazione della funzionemestruale. L’età ha un effetto ap-prezzabile anche sul metabolismo diglucosio ed insulina.

Studi recenti hanno peraltro di-mostrato che l’utilizzo dei CO nelledonne diabetiche in perimenopau-sa non influenza i livelli di Hb gli-cosilata, la risposta alla terapia in-sulinica e la progressione verso lecomplicanze vascolari. Pertanto,l’Organizzazione Mondiale dellaSanità (OMS) non ha ritenuto chesussistessero le condizioni per con-troindicare l’uso di contraccettiviorali a basso dosaggio nelle donnediabetiche in perimenopausa non fu-matrici e senza altri fattori di rischio.

La contraccezione ormonale nonsolo offre alle donne in perimeno-pausa la sicurezza contraccettiva, marisolve i problemi di irregolarità me-struali (menometrorragie, sangui-namenti uterini disfunzionali) tipicidi questa età che spesso portano allaisterectomia, intervento non privo dirischi e spesso associato a un forte di-sagio psicologico.

Irregolarità mestruali e riduzione dell’attività follicolare

Per una maggiore tranquillità ed un sicuro benessere della donna

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18 se t tembreduemilaundici

Via i cattivipensieri

in pocheparole

Un brutto ricordo che assillae rende ogni cosa difficile.Un’esperienza traumatica checontinua a tornare in mente.

Appare anche nei sogni, sen-za darci pace. L’idea di poter di-menticare tutto sembra impossi-bile. Eppure non è così: larisposta arriva dalla lontanaOceania.

Un gruppo di ricercatori delQueensland Brain Institute diSaint Lucia, in Australia, ha fat-to una scoperta che potrebbe es-sere utile per far sparire pensie-ri negativi e difficoltà. I risultatidello studio promettono di cura-re fobie e disturbi da stress post-traumatico.

Gli studiosi, in pratica, hannoidentificato una molecola di Rna,il mir-128b, che agisce diretta-mente su un gene e che regola iricordi legati alla paura. Nel mo-mento in cui viene riattivato il ri-cordo originale a cui è legato lostato di negatività, il mir-128bpuò inibire in modo transitorio igeni ad esso associati. Gli stu-diosi sono riusciti a dimostrareper la prima volta che le paurepossono essere cancellate grazieall’azione di questo polimero e sidichiarano convinti che questostudio potrà aprire la strada anuove cure per affrontare i di-sturbi post traumatici da stress efobie.

GLI STUDI PRECEDENTIGià un anno fa una ricerca

della John Hopkins Universityaveva aperto prospettive con-crete sulla nascita di farmaci ingrado di combattere i disturbi dastress post-traumatico. I ricerca-tori avevano studiato una protei-na che si trova nell’amigdala,l’area cerebrale responsabile, tral’altro, del condizionamento al-la paura.

Ricerche di questo tipo apro-no la strada allo studio di farma-ci usati per manipolare la me-moria, un settore che spessogenera timori. Alcuni studiosisottolineano la necessità di un at-teggiamento più aperto verso losviluppo e l’uso di farmaci chepossano essere in grado di alte-rare i ricordi, superando le riser-ve espresse da molti eticisti, chetemono che in questo modo sipossano alterare la personalitàdelle persone.

Per esempio, un farmacochiamato ‘Zip’ ha dimostrato dibloccare la dipendenza da co-caina nei topi, cancellando il ri-cordo del luogo dove potevanotrovarla. E altri farmaci già testatisull’uomo sembrano capaci di al-leviare la sofferenza legata a ri-cordi di eventi traumatici.

(Fonte: repubblica.it)

DI ROSANGELA LORISO

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MOVIMENTO CONSUMATORI

Addio canone RAICome è ormai noto l’obbligo del

pagamento del canone di abbona-mento al servizio radiotelevisivo pub-blico discende dalla mera detenzionedi un apparecchio, che si caratterizza,per attitudine o adattabilità alla rice-zione di qualsiasi emittente radiofo-nica o televisiva, italiana o straniera,pubblica o privata e, di conseguen-za, la competente amministrazionefinanziaria è legittimata a preten-derne l’adempimento.

Anche in pre-senza di una plura-lità di apparecchitelevisivi pressoun’unica abitazioneil canone dovuto èsolo per un appa-recchio.

Infatti, il pagamento del canone diabbonamento consente la detenzionedi uno o più apparecchi televisivi aduso privato nei luoghi adibiti apropria residenza o dimora.

E’ notorio, però, che ilconsumatore/utente spes-so incontri grandi diffi-coltà a portare a compi-mento la procedura didisdetta del canoneRAI, pur sussistendone irequisiti per farlo.

Forse per la mancanza di

informazioni ed indicazioni in meritosul sito della Rai che, al contrario, ab-bonda di dettagli in ordine all’attiva-zione dell’abbonamento, alle sue va-riazioni ed agli eventuali obblighiconnessi.

Mettendo da parte le critiche e lepolemiche, cerchiamo di fare un po’ dichiarezza e di dare qualche indica-zione. La materia è regolata dall’art.10 del R.D.L. 21-2-1938 n. 246 (disci-plina degli abbonamenti alle radio-audizioni)

Secondo tale prescrizione, ovel’abbonato non intenda o non possa,per qualsiasi ragione, più usufruiredal servizio radiotelevisivo e continuia detenere l’apparecchio presso di sé,deve presentare al competente Uffi-cio del Registro apposita denunzia sucarta semplice non oltre il mese di no-vembre di ciascun anno, indicando ilnumero di iscrizione nel ruolo (il nu-mero di iscrizione nel ruolo è indica-to nel libretto di abbonamento e nei

bollettini dipagamentodel canone) especificandoil tipo di ap-parecchio dicui è in pos-

sesso, il quale deveessere racchiuso in apposito involucro

in modo da impedirne il funziona-mento, c.d. suggellamento.

Il suggellamento consistenel rendere inutilizzabili,

generalmente mediantechiusura in appositi in-

volucri, tutti gli appa-recchi posseduti daltitolare dell’abbo-namento e dagli ap-

partenenti al suo nu-cleo familiare presso

qualsiasi luogo di loro resi-

denza o dimora. La denunzia deveessere fatta con lettera raccomanda-ta con ricevuta di ritorno.

Alla denunzia l’utente deve uni-re un vaglia postale di € 5,16 inte-stato all’Ufficio del Registro” Agen-zia delle Entrate Ufficio di Torino 1– SAT Sportello Abbonamenti Rai –Cas. Post. 22 – 10121 Torino”, indi-cando come causale “spese dell’in-volucro”.

Qualora, invece, l’utente inten-da cedere o alienare l’apparecchio aterzi è obbligato ad indicare nella de-nunzia di cui sopra il cognome, il no-me ed il domicilio dell’acquirente.

In questo caso, però, è esoneratodall’obbligo del pagamento dellasomma di € 5,16.

In ultimo, all’atto del c.d. “sug-gellamento dell’apparecchio televi-sivo”, l’Agenzia delle Entrate, se-condo quanto denunciato, potrebberichiedere direttamente all’abbona-to i dati identificativi di eventuali ter-zi conviventi a vario titolo con l’ab-bonato, sempre a fini anti-elusivi delpagamento del canone, in tal modocondizionando la disdetta dell’abbo-namento al conferimento di tali in-formazioni. In mancanza di regola-re disdetta l’abbonamento si intendetacitamente rinnovato ed il relativocanone da corrispondersi.

C’è tempo fino a novembre

Come disdettare l’abbonamento ed evitare controversie

La malattia di Anderson-Fabryè una malattia multisistemica, pro-gressiva, ereditaria del metaboli-smo glicosfingolipidico causata damutazioni del gene GLA situato sulcromosoma X che codifica per l’en-zima alfa-galattosidasi A. Il difettodell’enzima porta al progres-sivo accumulo intracellu-lare di globotriosilcerami-de (Gb3) e galattosilceramidein tessuti diversi, interessando so-prattutto l’endotelio e le cellule liscevascolari, ma anche l’epitelio rena-le, i periciti, le miocellule cardiachee dell’interstizio, determinando co-sì un progressivo coinvolgimentosistemico. Nella sua forma classica,la malattia colpisce maggiormentei maschi emizigoti, privi di attivitàdell’enzima alfa-galattosidasi A, ed

è caratterizzata da sintomi neuro-logici (dolore), cutanei (angioche-ratoma), renali (proteinuria e in-sufficienza renale), cardiovascolari(cardiomiopatia e aritmia), cocleo-vestibolari (difetto uditivo neuro-sensoriale) e cerebrovascolari (ic-

tus). La malattia colpisce tutte le

popolazioni e ha una pre-valenza che varia da 1 a 5casi ogni 100.000, ma vero-

similmente la prevalenza reale èsottostimata. I primi sintomi clinicicompaiono durante l’infanzia tra i4 e i 10 anni. Due sono le modalità ti-piche con cui si presenta: le “crisidi Fabry” e le acroparestesie. Leprime sono rappresentate da epi-sodi di dolore urente, intenso e la-cerante, avvertito inizialmente al-

le mani e ai piedi, e successiva-mente irradiato anche ad altre par-ti del corpo. Si tratta di crisi che pos-sono essere estremamentedebilitanti, dalla durata variante dapochi minuti a diversi giorni, spes-so in relazione a brusche variazionidi temperatura, situazioni di stress,affaticamento o episodi febbrili. Lecrisi possono presentarsi con le ca-ratteristiche di accessi di dolore ad-dominale localizzato, simulandoquadri clinici di appendicite o coli-ca renale. Le acroparestesie sonoinvece descritte come un dolore al-le mani e ai piedi, con il carattere diparestesie urenti, sia intermittentiche costanti. Le caratteristiche cli-niche più frequenti comprendonola diarrea, la nausea, il vomito,l’ipoidrosi (riduzione della sudora-

zione), le lesioni cutanee e lealterazioni della cornea (cor-nea verticillata). Con l’avan-zare dell’età diventano fre-quenti le anomalie cardiache(cardiomiopatia ipertrofica,aritmia e alterazioni dellafrequenza cardiaca) e cere-brovascolari (ictus e attacchiischemici transitori) e pro-gressivamente anche la fun-zione renale si deteriora. Du-rante l’infanzia, la diagnosidifferenziale si pone con al-tre patologie che causano do-lore (ad es. artrite reumatoide,

febbre reumatica, neuropatie, eri-tromelalgia, dolori di crescita). Nel-la maggioranza dei casi, nonostan-te la presenza precoce di sintomi disospetto, il processo diagnostico èlungo e si completa solo in età adul-ta, quando la malattia è pienamen-te sintomatica e l’accumulo è giàprogredito. Questa “difficoltà” didiagnosi può avere un peso pro-gnostico rilevante per il singolo ma-lato, specie ora che è disponibile laterapia enzimatica sostitutiva. È es-senziale quindi migliorare la capa-cità di sospetto e diagnosi fin dal-l’età pediatrica, consentendo diavviare precocemente i pazienti al-la terapia sostitutiva, evitando cosìla progressione della malattia e lacomparsa delle complicanze d’or-gano.

PEDIATRADI ALESSANDRA MARINARI

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Tel. 0881.563326La Malattia di Anderson FabryUn nome da fiaba per una patologia da horror

E’ fondamentaleuna diagnosi precoce per avviareimmediatamente i pazienti alla terapia sostitutiva

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19se t tembreduemilaundici

La Psicologia Giuridica è oggiuna disciplina applicativa, che va-lorizza approcci soprattutto di tagliopsico-sociale ed accoglie ampi edarticolati spazi.

In senso generale ha come og-getto di studio la giustizia, comecampo di espressione del diritto, co-me organizzazione e come campodi attività centrato sulle decisioni deigiudici e sugli interventi tecnici col-legati ad esse. Al termine del se-condo conflitto mondiale la psicolo-gia giuridica prova ad uscire dalsilenzio in un clima giuridico carat-terizzato dall’entrata in vigore nel1931 del Codice penale e di proce-dura penale Rocco. Tale codice, chepure prevedeva l’utilizzo di catego-rie psicologiche, non prevedeva difatto la presenza della psicologia,anzi ne poneva esplicito divieto.

Si cominciava a parlarne so-prattutto in ambito minorile (R.D.L.1404/34 ) e nelle ipotesi di riformadel sistema penitenziario.

Ad oggi l’attività dello psicolo-go giuridico ha grande spazio pres-so il Tribunale dei Minori, nato nel1934 e tali spazi sono stati ampliati

grazie al DPR 448 del 1988.Il primo importante contributo

in questa direzione proviene dal-l’apparizione in Italia nel 1966 dellavoro tradotto di Mira Y Lopez“Manuale di Psicologa Giuridica”.

In esso si legge: “La psicologiagiuridica è la psicologia applicata aldiritto per consentirne un miglioresercizio”.

Da allora lo sforzo è stato quellodi dare una nuova identità alla psi-cologia giuridica, soprattutto adopera di Ermentini, psichiatra e an-tropologo criminale e Gulotta, pe-nalista e psicologo.

Da un interesse frammentario ead opera di pochi esponenti la psi-cologia giuridica si avvia ad un pro-cesso di autodefinizione.

Si porrà nei confronti del dirittoavendo il carattere di una scienzaapplicata che rivendica la propriaautonomia.

Tale cambiamento è altresì te-stimoniato dalla nascita di gruppi diricerca, associazioni e dal riconosci-mento in ambito accademico.

La psicologia giuridica oggiAttualmente, la psicologia giu-

ridica sembraavere finalmenteraggiunto unpunto stabile diequilibrio fra lediverse discipli-ne che regolanol’ambito forense, trovando una suacollocazione fra il diritto e la psi-chiatria forense.

Possiamo quindi dire che, dopoun lungo periodo di chiusura versoquesta materia, durato vari decen-ni, sono dunque attualmente benpercepibili concreti passi in avantinel riconoscimento della psicologiagiuridica come disciplina autonomaall’interno di altre discipline.

E’ inoltre una disciplina che sisviluppa nell’ottica di una collabo-razione fra diverse materie e figureprofessionali.

Chi è lo psicologo giuridico?E’ uno psicologo che ha matu-

rato una particolare esperienza nelproprio campo, che conosce il con-testo professionale in cui gli opera-tori del diritto si muovono, che sacontestualizzare i propri strumentidiagnostici e di intervento, che ha

ben presente la specificità del pro-prio lavoro clinico in ambito foren-se.

L’attività dello psicologo si espli-cita almeno in tre settori fondamen-tali di intervento: Penale, Civile, Mi-norile.

Ove l’esperto è incaricato dai le-gali direttamente nominati da unadelle parti (nell’ambito civile, dalprocuratore delle parti, attore o con-venuto; nell’ambito penale, dal di-fensore dell’imputato o da altra par-te), egli sarà indicato, sia in ambitocivile che penale, come “C.T.P.”,(ossia “Consulente Tecnico di Par-te”), e “Consulenza” è definita l’at-tività che egli avrà svolto.

Sarà chiamato “perito” se no-minato in ambito esclusivamentepenale dal Giudice. Produrrà una“perizia”, dal termine latino “peri-tia”, che indica una maestria acqui-sita con studio e pratica.

Alcol ingravidanza

Oltre 7 bimbi su 100 in Italiasono a rischio di esposizione al-l’alcol già nel pancione: lo ha cal-colato l’Istituto superiore di sa-nità, che ha coordinato il primostudio italiano sul tema. Dalla ri-cerca - presentata in occasionedella Giornata internazionaledella consapevolezza sulla sin-drome fetoalcolica - emerge an-che che non è tuttora possibileconoscere la quantità tollerata dialcol, perciò il monito degli stu-diosi è di ridurre a zero l’uso dialcol in gravidanza; stessa cosanei casi in cui si decide di avereun figlio e si iniziano i tentativiper averlo. Lo studio multicen-trico, i cui risultati saranno pub-blicati nel prossimo numero diAcer (Alcoholism: clinical andexperimental research), è statocondotto attraverso un biomar-catore messo a punto dagli stes-si ricercatori, l’etilglucuronide.Per l’indagine sono stati analiz-zati 607 neonati, grazie al coin-volgimento di 7 neonatologie didiversi ospedali italiani. Attra-verso l’etilglucuronide è statopossibile rilevare l’esposizionealcolica dei bimbi attraversol’analisi delle loro prime feci. Neè emerso che il consumo di alcolin gravidanza è sottostimato onon riconosciuto da parte delledonne: l’esposizione media è del7,6%, con una distribuzione nel-le città diversificata. Si va, adesempio, dallo 0% di Verona al29% dell’Umberto I di Roma. “Ilrisultato di questo studio è di fon-damentale importanza - spiegaSimona Pichini, coordinatrice delgruppo di lavoro - poichè finora ladiagnosi era affidata all’inter-pretazione e all’esperienza delmedico. Una diagnosi precoce,invece, può essere molto utileper individuare possibili rischi eagire tempestivamente”. Secon-do la coordinatrice, infatti, i neo-nati “devono avere un follow-upspecifico, perchè ancora non sisa che percentuale di loro svi-lupperà una sindrome feto alco-lica e quanti svilupperanno unospettro di disordini feto alcolici”.I problemi principali dovuti al-l’esposizione all’alcol possonoessere di tipo neurologico, neu-romorfologico, di sviluppo cere-brale o disabilità. Una possibili-tà è anche l’insorgere dellasindrome di iperattività e deficitdi attenzione. Eppure, per am-missione dello stesso presidentedell’Iss, “le patologie pediatrichecorrelate all’assunzione di alcolrestano un fenomeno sommer-so”.(Fonte: DIRE, Notiziario Sanità)

in pocheparoleAlla ricerca delle nostre radici DI INES PANESSA

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PSICOLOGA GIURIDICA

L’evoluzione della Psicologia GiuridicaA metà strada fra diritto e psichiatria forense, offre consulenze e perizie nei

diversi settori: penale, civile e minorile

Nelle relazioni umane bisogna adattarsi agli altri

Da Schopenhauer l’insegnamento su come migliorare una convivenza

La comunicazione indirettaDI ROSA SCHENA

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MEDIATRICE FAMILIARE

La fine dell’estate fa presumereuna rigenerazione mentale e fisicain quanto la maggior parte di noi èriuscita a scaricare le tensioni e adattenuare, ponendo in alcuni casi eove possibile in pausa, i conflitti le-gati alla vita di relazione familiare, la-vorativa e sociale. Non può, tuttavianegarsi che lo stress di un anno la-vorativo sia venuto fuori anche du-ranta le vacanze, si pensi alle innu-merevoli occasioni nelle quali èfacile entrare in conflitto anche nelluogo di vacanza con persone chehanno una rappresentazione diver-sa, in quanto soggettiva, delle rego-le di condivisione degli spazi propried altrui.

Fondamentale per ricercare edottenere un equilibrio che consentadi relazionarsi senza rilevare neces-sariamente l’accezione negativa deicomportamenti è lavorare con sestessi al fine di ottenere una comu-nicazione efficace con il prossimo,scevra da pregiudizi e condiziona-menti.

Nelle relazioni tutti gli esseriumani devono arrivare a compren-dere che ogni giorno, ci si trova di-nanzi a persone diverse in culturafamiliare e sociale e non sempre siha l’opportunità di conoscersi alpunto tale da poter modificare il pro-

prio comportamento adeguandoloa seconda della persona che si ha difronte, con la conseguenza che bi-sogna arrivare ad utilizzare un lin-guaggio efficace, capace di arrivarea tutti e di sviluppare la giusta em-patia che non degeneri in invaden-za dell’altrui mondo.

Ritengo utile riprendere questocontatto giornalistico raccontandoai lettori una metafora, tipica espres-sione della comunicazione indiretta,che basandosi sulla costruzione diuna storia, apparentemente non col-legata al vissuto delle persone, siprefigge lo scopo di ottenere deicambiamenti emotivi e di produrreun ascolto attivo che arrivi senzafrapposizioni di ostacoli e retaggiculturali. Chi ascolta una storia, nonsi sente chiamato in causa, si propo-ne all’ascolto con interesse e curio-

sità e in tal modo la re-cepisce come se non loriguardasse. Soltantoin seguito la trasferiscesul suo vissuto e la me-tabolizza fino a farlapropria, traendo dallastessa tutti gli insegna-menti che le servono,senza schemi e filtricondizionativi.

L’efficacia dellametafora trova il suo fondamentonella sua potenzialità di giungere adogni ascoltatore in maniera diversaattraverso un messaggio implicito;ognuno la rende sua, la personaliz-za, secondo la sua mappa, il suo spe-ciale vissuto e la utilizza secondo leproprie capacità emotive e intellet-tuali, sopperendoin alcuni casi a ca-renze lessicali del-l’ascoltatore.

La storia è ilfrutto della mia for-mazione professio-nale ed è una pic-cola favola diSchopenhauer. “Inuna fredda giornatad’inverno un grup-po di porcospini sirifugia in una grot-

ta. Per proteggersi dal freddo gli ani-maletti si stringono vicini. Ben prestoperò sentono le spine reciproche eil dolore li costringe ad allontanarsil’uno dall’altro. Quando poi il biso-gno di riscaldarsi li porta di nuovoad avvicinarsi si pungono di nuovo.Ripetono più volte questi tentativi,sballottati avanti e indietro tra duemali, finchè non trovano quella mo-derata distanza reciproca che rap-presenta la migliore posizione, quel-la giusta distanza che consente lorodi scaldarsi e nello stesso tempo dinon farsi male reciprocamente”.

La lettura lascerà in ognuno divoi un messaggio diverso, soggetti-vo, legato al vostro personale vissu-to, dal quale saprete trarre ciò chein questo momento vi è più utile.

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20 se t tembreduemilaundici

I nei, più propriamente chia-mati nevi, sono macchioline scureche possono diventare anche un se-gno distintivo e affascinante. Nel-la maggior parte dei casi, non sonopericolosi, ma devono essere tenu-ti sotto costante controllo. Si tratta diproliferazioni benigne di un parti-colare tipo di cellule, i melanociti,che hanno il compito di produrremelanina, il pigmento naturale checi protegge dagli effetti dannosi deiraggi solari. Possono essere loca-lizzati in qualsiasi parte del corpo eraramente sono presenti dalla na-scita; di solito compaiono nei primianni di vita e, in età adulta, la lorocomparsa è ritenuta normale fino acirca trent’anni di età. In rari casi,però, la crescita di questi melano-citi diviene incontrollata e può da-re origine al temuto melanoma, un

tumore della pelle che, se non dia-gnosticato in tempo, può portaregravi conseguenze. Per questo mo-tivo, un controllo periodico è cal-damente raccomandato. Ovvia-mente la diagnosi spetta aldermatologo, ma èbene soffermarel’attenzione suqualche neo chenon ci convince.Esistono, infatti,cinque parametrida considerare:l’asimmetria, se unneo è asimmetrico olo diventa; i bordi,quando i bordi sono irregolari, fra-stagliati e mal delimitati; il colore,quando si nota una variazione delcolore originario con la comparsadi sfumature nerastre, grigie, blu,rossastre, oppure quando il coloretende a sbiadire in una zona delneo; le dimensioni, quando le di-mensioni superano i 6 millimetri didiametro; l’evoluzione, quando,nell’arco di poche settimane o me-

si, si verificano modificazionidella forma, del colore, del-

le dimensioni, o divienerilevato oppure sangui-na. Anche la comparsaimprovvisa di nuovi neiin età adulta deve essere

attentamente valutata; si ritiene, in-fatti, che la maggior parte dei me-lanomi si sviluppi su aree di cutenormale. Ci sono, tuttavia, alcunimiti da sfatare: non è vero, ad esem-pio, che traumi e ferite trasforma-

no il neo intumore; néè vero che inei nonvanno maitoccati, anziun inter-vento chi-rurgico diasportazio-ne non rap-

presenta un pericolo, ma permetteuna valutazione più approfonditadel tipo di lesione; né che il sole facomunque male, tutto dipende dacome lo si prende. Poco sole presotutti i giorni pare che addiritturaprotegga dal melanoma. Molto pe-ricolose sono, invece, le scottaturesolari ripetute, soprattutto dai 5 ai18 anni, che tendono ad aumenta-re del 70% la probabilità di svilup-pare melanomi nell’età adulta.

E’ necessario, quindi, proteg-gere sempre la pelle dal sole, so-prattutto quella dei bambini e deiragazzi, specie durante le primeesposizioni, applicando protezionisolari e scegliendo i prodotti con i

filtri solari più adatti. Se non si è an-cora abbronzati bisogna esporsi alsole gradualmente ed evitare le orepiù calde tra le 11 e le 16; in questeore, poi, non bisogna esporre i bam-bini di età inferiore ai 3 anni, nem-meno se protetti da creme. Occorrefare attenzione anche alle circo-stanze che riducono la percezionedel sole, come l’altitudine, il ventofresco, le nubi, e ricordarsi che laneve riflette più dell’80% dei rag-gi UV, mentre la sabbia ne riflettepiù del 25%, quindi, anche sottol’ombrellone, non siamo del tutto alriparo. Bisogna ricordare, inoltre,che anche i farmaci che si assumo-no possono spesso aumentare lasensibilità al sole. Attenzione, infi-ne, all’esposizione ai raggi UV arti-ficiali (lettini e docce solari): è statodimostrato, infatti, che superandole dieci sedute l’anno, si aumenta ilrischio di melanoma. Oltre ad unapredisposizione familiare, ha mol-ta importanza il fenotipo: chi ha ca-pelli rossi o biondi, lentiggini, pel-le molto chiara che si abbronza condifficoltà e si scotta facilmente, èpiù esposto al rischio di svilupparemelanomi. La protezione più effi-cace rimane, quindi, un’attenta os-servazione della propria pelle. Neldubbio, è bene rivolgersi subito al-lo specialista.

Compaiono nei primi anni di vita

Fascino e rischio dei neiFARMACIA

A CURA DELLA

FARMACIA SANTA RITA

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I cinque parametri di valutazione: asimmetria, bordi, colore, dimensioni, evoluzione

Depressionepost partum

Donne si nasce, mamme si di-venta. Doversi destreggiare al-l’improvviso tra pannolini, allat-tamento, pappe e veglie notturnenon è cosa da poco. Il mestiere dimamma, si sa, è gratificante maspesso comporta instabilità fisicaed uno stato emotivo particolare.Una recente ricerca condotta dalMedical Research Council diLondra conferma, infatti, che unamadre su tre soffre di disturbi de-pressivi dopo la nascita del bam-bino. Crisi di pianto, disturbi delsonno, stanchezza eccessiva, ir-ritabilità e umore altalenante so-no solo alcuni dei sintomi tipicidella sindrome post parto. Che sitratti di normale e fisiologica tri-stezza o di depressione vera epropria, sono circa 19 mila lemamme che vivono con difficoltàquesto momento ed il numero deicasi riscontrati ogni anno è spes-so falsato da un’elevatissima per-centuale di donne che non chie-dono aiuto per questo disagio. Idisturbi depressivi legati al par-to, oltre al calo del livello degliestrogeni e del progesterone, so-no causati anche dalla mancan-za di un adeguato sostegno so-ciale. Le neomamme si trovanospesso sole ad affrontare questaprofonda trasformazione o vivo-no in un ambiente familiare chenon garantisce un buon livello ditranquillità. In questi casi, è im-portante ricorrere all’aiuto di unesperto soprattutto per ripristina-re la comprensione reciproca conil bambino, sensibile nei primimesi di vita alle alterazioni del-l’umore materno. Nel post par-tum, supportare la mamma e al-leviarla dalle fatiche, anche conun appoggio emotivo, diventa ba-silare. Pur essendoci delle causenaturali, legate alla fisiologia del-la donna, la natura del malesse-re è perlopiù di origine psicologi-ca, legata agli eventiimmediatamente successivi alparto, come il cambiamento diruolo della donna in ambito so-ciale ed il timore nel doversi rico-noscere in un nuovo ruolo. Nelpost parto, la mamma vive in unostato di costante preoccupazionelegato al benessere e alla salutedel bambino. Vengono a manca-re le energie e si riduce la capa-cità di prendere decisioni, spie-gano gli esperti.

Molti dei dubbi e delle pauredelle neomamme sono poi ali-mentati da quello che leggono.Consigli pratici e guide fai da te,invece di tranquillizzare, concor-rono a creare il falso mito della“mamma perfetta” e generanofrustrazione. In questi casi, biso-gna avere il coraggio di esprime-re le incertezza della maternità echiedere aiuto. Una terapia disupporto studiata ad hoc, adesempio, può lenire l’effetto del-la mancanza degli ormoni dovu-ta al distacco della placenta eduna cura omeopatica può aiuta-re a superare casi di depressionepiù seri.

(Fonte: genitori.it)

in pocheparoleDI FLOREDANA ARNÒ

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PREVIDENZA SOCIALE

L’ultima Manovra Economicaappare in tutta la sua ampiezzacome una “stangata” sociale infertaal Paese. Vediamo nel dettagliocosa ha previsto la legge di Ma-novra relativamente agli aspettipensionistici. Delle donne in par-ticolare ci occuperemo sul prossi-mo numero.

Riduzione e blocco del costodella vita sulle pensioni

Per gli anni 2012 e 2013, dopole modifiche e la riscrittura dellanorma in Parlamento, la legge diManovra ha previsto che, gli im-porti di pensione che complessi-vamente non superano cinque vol-te il trattamento minimo (circa30.383 euro annui nel 2011 ovve-ro circa 2.337 euro mensili lordi),mantengono il meccanismo classi-co della rivalutazione automatica ecioè: 100% di aumento fino a trevolte il minimo (1.402 euro mensi-li lordi); 90% per gli importi com-presi tra tre e cinque volte il mini-mo (tra 1.402 euro e 2.337 euromensili lordi). Per le pensioni, in-vece, di importo superiore a cinquevolte il trattamento minimo (circa30.383 euro annui nel 2011) la ri-valutazione al costo della vita vie-

ne concessa nel modo seguente:70% di aumento fino a tre volte ilminimo (1.402 euro mensili lordi);nessun aumento per la parte ec-cedente tale soglia (da 1.402 euromensili lordi in poi).

Contrariamente a quanto sivuol far credere, non si tratta di unprelievo “una tantum” ma di un ta-glio che avrà effetti permanenti ecrescerà nel tempo. Per avere unordine di grandezza degli effetti fu-turi, si può fare riferimento a quan-to è avvenuto tra il 1992 e il 1995.Anche allora la perequazione au-tomatica fu applicata sia parzial-mente sia sospesa per un tempo li-mitato. Una pensione concessa nel1992, di importo pari a 4 volte il mi-nimo Inps, nel 2010 ha perso circa230 euro al mese, 3.000 euro lordil’anno. C’è da dire anche che gliaumenti del costo della vita hannola funzione di difendere il reale po-tere di acquisto delle pensioni, ilsuo parziale o non riconoscimentosi traduce automaticamente nellaprivazione per i pensionati di quel-lo strumento giuridico di attuazio-ne del diritto, costituzionalmentegarantito, al mantenimento e al mi-glioramento delle condizioni divita.

Revisione dellealiquote di reversibi-lità

Con effetto sullepensioni decorrenti dal1° gennaio 2012, l’ali-quota percentuale del-la pensione di reversi-bilità (generalmentepari al 60%) è ridotta qualora il ma-trimonio sia stato contratto da unodei coniugi dopo i settanta anni, conuna differenza di età tra i coniugistessi di oltre venti anni. Tale ridu-zione è pari al 10% per ogni annodi matrimonio mancante rispettoalla durata minima di 10 anni.

In caso di frazione di anno, lapredetta riduzione percentuale è ri-determinata proporzionalmente.

La riduzione non trova appli-cazione in presenza di figli mino-ri, studenti ovvero inabili.

Resta fermo, in ogni caso, il re-gime di cumulabilità fra pensionedi reversibilità e redditi di cui allalegge 335/1995.

I 40 anni di contributiUltima novità di rilievo riguar-

da i soggetti che vanno in pensio-ne con 40 anni di contributi, equindi non sono soggetti ad alcun

requisito anagrafico. Per questepersone (oltre alle finestre già in vi-gore: 12 mesi per i dipendenti, 18mesi per gli autonomi) si introdu-cono delle mini finestre che avran-no l’effetto di ritardare il godi-mento della pensione (che oggi nonera soggetto a limiti).

Per chi matura i requisiti nel2012, la pensione slitta di un mese;i mesi salgono a due per chi maturail diritto nel 2013, e arrivano a treper le pensioni maturate a partiredal 1° gennaio 2014. Sono esclusidalle regole tutti coloro i quali ma-turano la pensione entro il 31 di-cembre 2011, oltre a un gruppopredefinito di 5mila persone, da se-lezionare tra quelle che mature-ranno il diritto dopo tale data e cheabbiano determinate caratteristiche(lavoratori in mobilità, titolari diprestazioni a carico dei fondi di so-lidarietà).

Manovra economica e pensioni

Contributi e reversibilità, ecco cosa prevede la legge

Stangata sociale

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21se t tembreduemilaundici

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22 se t tembreduemilaundici viaggi

Panorami unici, tuffi tra coralli ed esclusivi resort. Ma soprattutto privacy garantita

Antigua, isola dei Caraibi

Lasciatevi cullare dolcemente dalle onde dell'oceano e godetevi spiagge dove la sabbia bianca fa da sfondo a tramonti mozzafiatoLa magia delle splendide

spiagge tropicali di Antigua, pa-norami tra i più suggestivi almondo, i mulini a vento in pie-tra. L’atmosfera dolce di un Ca-raibi rilassato, che accoglie po-tenti e celebrities, ma rifuggedalla mondanitàesasperata.

Viene ap-prezzata soprat-tutto per la ga-ranzia dellaprivacy presso-ché assoluta e asoggiornarvi so-no persino Arma-ni, Rania di Gior-dania, Bill Gatese Berlusconi. KenFollett addirittu-ra vi cerca “ro-manzesca ispira-zione”.

L’isola deve ilsuo nome al padre delle Ameri-che, Cristoforo Colombo, che labattezzò in nome della chiesa diS. Maria de la Antigua di Sivi-glia. Colonizzata poi dagli in-glesi, oggi vive di turismo nelpieno rispetto e tutela dell’eco-sistema.

Gli abitanti sono cortesi eospitali, ma anche molto religio-si; hanno un grande legame conla tradizione e un profondo sen-so del pudore, che è consigliabi-le, per rispetto, non turbare. Ec-co perché èopportuno nonpasseggiare, aldi fuori dellespiagge, in co-stume da ba-gno. La tintarel-la integrale èosteggiata pra-t i c a m e n t eovunque (adeccezione diuna sola spiag-gia per nudisti,a Hawksbill) eanche il toplessè vietato in mol-te aree. E’ pre-feribile dunque

scegliere di mettere in valigiaabiti leggeri ed informali per ilgiorno e cambi più eleganti per lasera, soprattutto se si alloggia inalberghi importanti o se si pensadi frequentare ristoranti raffina-ti, club privati e casinò, dove so-

no obbligatori, per l’uomo, giac-ca e pantaloni lunghi.

La lingua ufficiale è l’ingle-se, la guida è a sinistra come nelRegno Unito. I mezzi di traspor-to sono scarsi ed è possibile no-leggiare un’auto a soli 50 dolla-ri al giorno, ma per guidare ènecessario avere la patente daalmeno un anno e averne com-piuti 21. A Barbuda (che conAntigua forma un unico Stato)non ci sono trasporti pubblicie neppure veri e propri taxi.

Spostarsi può essereperciò un problema edunque è necessarioscegliere il posto giu-sto dove soggiornare.

Antigua e Barbu-da godono di almeno

365 spiagge,“una per ognigiorno del-l’anno” e so-no davverotutte da so-gno. Per aver-ne un’idea,basti pensarea distese disabbia biancae finissimache si srotola-no per chilo-metri lungo lecoste frasta-gliate, immer-gendosi in un

mare cristallino dai fondali ric-chi di vita, coralli e moltitudinedi pesci dai colori variopinti. Unvero paradiso terrestre dove spo-sarsi con l’abito bianco accarez-zato daiven-

ti Ali-sei, ideale pertrascorrere unavacanza in pie-no relax nelverde e per-dersi nell’az-zurro del-l’oceano.

La cucina creola dell’isoladeve la sua originalità alle in-fluenze di numerose e differen-ti popolazioni che si sono stan-ziate nel corso dei secoli. Fra leportate locali più diffuse: riso,spezie, noce di cocco, mango,papaia, avocado, banane e piat-

ti tipici a base di pesce (arago-ste, king fish, barracuda,

cernie, sgombri).Rinomata dagli

amanti della vela di tut-to il mondo, Antiguaoffre anche molte altrepossibilità per pratica-re gli sport più vari, siad’acqua che di terra.Dallo snorkeling alle

immersioni, alla scoper-ta di veri e propri tesori

sommersi nei fondali e an-tichi relitti affondati; oppure

avventurandosi in alcune dellesuggestive grotte sottomarine,come la vasta Dark Cave, per av-vistare un’infinità di creature de-gli abissi. Anche gli appassiona-ti di windsurf, sci nautico, golf etennis, possono dedicarsi alle at-tività favorite fra le bellezze na-turali di Barbuda.

Ad English Harbour si con-centra il maggior numero di siti

storici di Antigua.Tappa obbli-gatoria è la Nelson’s Dockyard, labase navale britannica del XVIIIsecolo, così battezzata in onoredell’omonimo capitano inglese.

Situato in uno dei punti piùsuggestivi di English Harbour,l’Abracadabra è il posto idealeper chi ama la vita notturna, fre-quentato da VIP, turisti e locali.Terra di reggae e calypso che siballano su tutte le spiagge, i tra-monti lasciano senza fiato e ce-nando con i piedi nell’acqua alume di candele e fiaccole la vo-stra vacanza sarà ancora più in-dimenticabile.

Agenda da viaggiatoreCapitale: Saint John’s. Valu-

ta: dollaro americano. Fuso ora-rio: 5 ore in meno rispetto all’Ita-lia (6 quando vige l’ora legale).

Vaccinazioni non richieste.Documenti: passaporto in corsodi validità (almeno 3 mesi dallascadenza), soggiorno conferma-to e biglietto di ritorno. Per i turi-sti italiani non è necessario il vi-sto.

Regole entrata animali: nonammessi (solo cani e gatti pro-venienti da U.K.)

Irma Mecca

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Solitamente, quando si pensa al ri-spetto per l’altro e ad un alto senso civi-co, il pensiero corre subito ai Paesi delNord Europa, sempre più civili, menofurbi, molto lontani dalle classiche “com-medie all’italiana”. Ma come spesso ac-cade nelle migliori famiglie, dove con-traddizioni profonde, quando esistenti,sono celate da vesti dorate, così è perquelle “grandi oasi di civiltà”, dove unpazzo può mettere in atto un attentatodalle proporzioni enormi, rischiando almassimo ventun’anni di carcere perchéun Paese così civile non può conoscerepene più severe. Quando poi in quellostesso Paese, che ha bisogno di rimette-re a nuovo di fronte al mondo intero lapropria immagine, arriva un turista chenon solo è italiano, ma appartiene anchea quella “brutta razza” che sono i politi-ci, allora si ritiene sia arrivato il momen-to di dare un segnale di ritorno all’ordine.Tutto è accaduto nella seconda metà diagosto. Protagonista è l’ormai popolareinformatico, più conosciuto come “il con-sigliere comunale” di Canosa di Puglia,partito con una comitiva di una trentinadi persone per una crociera tra i Fiordi e arre-stato lo stesso giorno del suo arrivo a Stoccol-ma per maltrattamenti. “Eravamo partiti lamattina presta da Canosa. Intorno alle 19.30eravamo nella città vecchia in cerca di un ri-storante. Il gruppo si è scisso, quelli senzabambini da una parte e tre coppie con due fi-gli, dodici persone in tutto, dall’altra. Mio fi-glio maggiore, che ha dodici anni, era stancoper il lungo viaggio, voleva mangiare la pizza,mentre noi avremmo preferito qualcosa di piùtipico. I suoi capricci incalzavano. Ad un cer-to punto ha iniziato a correre”. Spaventato al-l’idea che il figlio potesse perdersi o essere in-vestito dalle auto di passaggio, Colasante loha rincorso e, raggiuntolo, lo ha afferrato peril bavero della camicia in modo da fermare lasua corsa. “Lui ha i capelli lunghi, anzi, li ave-va, perché adesso, (ndr sorride) li ha tagliati, eprobabilmente, nel trattenerlo, ho afferratoinavvertitamente tra le mani anche qualchecapello, ma è una cosa che ho ammesso sin dasubito, dal primo interrogatorio”. Alla scena,oltre al resto del gruppo, avevano assistito an-che tre svedesi che si sono avvicinati con fareminaccioso. “Sono arrivati correndo, con i pu-gni levati al cielo e rivolti verso di me, tantoche mi hanno persino sfiorato il mento. Tre uo-mini, vestiti più o meno allo stesso modo, checi hanno aggredito verbalmente con parolac-ce in italiano e in inglese. Quando sono anda-ti via, noi abbiamo continuato nella ricerca delristorante”. La tranquillità è però durata po-co. “Mentre eravamo seduti a tavola ho vistodalla vetrina una delle tre persone parlare condue poliziotti e indicare dalla mia parte. Adun tratto i poliziotti sono entrati, mi hanno fat-to alzare prendendomi ognuno per un brac-cio davanti agli occhi terrorizzati dei miei fi-gli che hanno iniziato a piangere e mi hannoportato fuori. Parlavano in svedese e inglese.Io pensavo che il tutto si risolvesse con un chia-rimento veloce, come accade in Italia, doveprendono le generalità, cercano di capire co-sa è accaduto e invece sono stato trattato comese fossi l’ultimo dei delinquenti”.

Uno dei poliziotti è rimasto con Colasan-te mentre l’altro, ad una certa distanza sulmarciapiede, interrogava il figlio e la moglie.“Lui mi poneva delle domande ma io conoscopoco l’inglese e per nulla lo svedese per cui lacomunicazione risultava impossibile, tant’èvero che si stavano generando degli equivoci.

Infatti quando è stato ascoltato in tribunalecome teste dell’accusa, il poliziotto ha rac-contato che io avrei dichiarato di aver pic-chiato mio figlio due volte quella sera. Cosaassolutamente non vera”.

Resisi conto delle difficoltà di compren-sione i due agenti li hanno accompagnati incentrale, a bordo di due macchine distinte.L’altro figlio di sei anni è rimasto con il restodella comitiva. “In centrale sono stato for-malmente fermato, chiuso a chiave in una ca-mera di sicurezza in attesa dell’interprete cheperò tardava ad arrivare. Così mi hanno re-quisito gli oggetti che portavo con me e tra-sferito in una cella dove poi avrei passato duegiorni. Materasso durissimo senza cuscino. Alsuo arrivo il traduttore mi ha interrogato, miha rassicurato sul fatto che tutto si sarebbechiarito ma ha detto di dover chiamare il ma-gistrato. Dopo aver parlato con lui, l’interpre-te mi ha invece comunicato che lo stato di fer-mo si trasformava in stato di arresto. In quelmomento mi è caduto il mondo addosso”. Suc-cessivamente anche moglie e figlio sono sta-ti interrogati alla presenza dell’interprete.“Non ha assistito uno psicologo, in barba aquanto prevede la legge. L’hanno interrogato,poi, senza filmarlo, altra deroga alla legge sve-dese. Per questo vizio procedurale la sua di-chiarazione in sede processuale non è statatenuta in considerazione fino in fondo. Anzi, ioritengo che tutta l’indagine della polizia non siastata condotta bene perché sono stati interro-gati solo i testimoni dell’accusa e non i mieicompagni di viaggio che avevano assistito al-l’intera scena e che sarebbero partiti solo al-l’indomani per la crociera alla quale avrei do-vuto partecipare anch’io”.

Essendo troppo discordante la versione diColasante, interrogato nuovamente, da quel-la dei tre testimoni dell’accusa, il magistratonon ha potuto commisurargli subito una mul-ta ma lo ha rinviato a giudizio. Straniero e sen-za un domicilio in Svezia, sarebbe dovuto re-stare in carcere sino al processo. “Un altroabuso: sono cittadino europeo e non dovrei es-sere penalizzato solo perché non svedese. De-vo ringraziare mia moglie che, attraverso ami-ci in Italia, ha preso contatti con la nostraAmbasciata in Svezia che mi ha fornito il do-micilio permettendomi di essere scarcerato.Non prima però di ritirarmi il passaporto, se-condo me una privazione gratuita”.

Dopo una decina di giorni si è tenuto il

processo. Poiché il procuratore aveva chiestocome pena massima la condizionale con lamulta, il che non prevede l’arresto, finalmen-te la famiglia Colasante ha potuto lasciare ilpaese. “Un travaglio gratuito e ingiustificatoa cui tutta la mia famiglia è stata sottoposta”.In particolare il figlio che, inconsapevolmen-te, aveva fatto scattare la macchina persecu-toria. “Mio figlio è adolescente, ha capito co-sa il suo comportamento aveva… non vogliodire ‘causato’ perché lui non ha fatto nulla co-sì come non ho fatto nulla io. E’ chiaro che hacompreso però che se in quel momento luiavesse fatto meno capricci forse non sarebbesuccesso nulla”. Il 13 settembre è giunta lacondanna ad una multa di 740 euro per mal-trattamenti lievi, pena che Colasante non do-vrà pagare perchè i metodi restrittivi già su-biti (carcere, ritiro del passaporto, divieto diviaggio), “sproporzionati nel caso di sospettidi crimini di natura relativamente lieve comein questo caso” (come si legge testualmentenella sentenza del tribunale svedese), com-pensano l’ammenda comminata. “Il magi-strato ha riconosciuto che era impossibile cheio avessi scosso volontariamente mio figlio peri capelli, viste le sue dimensioni. Non ha peròpreso in considerazione il fatto che l’eventua-le dolore che gli ho provocato, nell’afferrarlodal bavero, fosse stato causato da una moti-vazione seria, cioè dalla mia preoccupazioneper lui. Il solo fatto di aver provocato dolore amio figlio per la giustizia svedese risultavameritevole di condanna. E’ una sentenza “pi-

Latesca”, in cui il giudice, pur rendendosi con-to dell’effimerità delle accuse, per non smen-tire tutto il sistema giudiziario svedese, ha vo-luto salvare l’impianto accusatorioinfliggendomi questa condanna lieve. Un mo-do per salvare capra e cavoli”. Calpestato neidiritti e denigrato da certa stampa, soprattut-to svedese, forse, anche perché uomo politi-co. “Nella mia deposizione ho sottolineato diessere, prima che un politico, un lavoratore,di amare il mio lavoro e la mia famiglia e cheè per queste doti che sono stato eletto consi-gliere comunale. Ci ho tenuto a sottolinearequesto perché mi sono reso conto che l’epite-to “politico”, usato negativamente, veniva pri-ma di ogni altra cosa ormai, e non escludo cheil fatto di essere una persona pubblica, cosache io stesso avevo riferito in fase di interro-gatorio con l’intento di aumentare la mia cre-dibilità, mi abbia invece nuociuto”. In meritoal sistema educativo italiano, messo così in di-scussione, Colasante non ritiene che ci sianograndi differenze con quello svedese. “Riten-go di educare i figli esattamente come fa ungenitore di Stoccolma, non ritengo affatto chele botte siano lo strumento migliore, ma pen-so che, probabilmente, una sculacciata se mo-tivata, non faccia male”. Ancora voglia di ter-minare la crociera? “Stoccolma l’ho visitata,mio malgrado, nella settimana in cui sono sta-to costretto a fermarmi dopo l’arresto, il restodella crociera mi manca, ma mia moglie hagià dichiarato di averne abbastanza della Sve-zia. Anna Russo

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Storia di un italiano perbeneIn Svezia per una crociera tra i Fiordi, arrestato con l’accusa di maltrattamenti

Il racconto scioccante di Giovanni Colasante: “Io, trattato come l’ultimo dei delinquenti”

Giovanni Colasante, informatico e consigliere comunale

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