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Astrologia per autoanalisi

Date post: 14-Apr-2017
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1 Versione definitiva – 23 giugno 2015 ANALIZZARSI E TROVARE CONFORTO E SOSTEGNO ATTRAVERSO LE RIVISTE DI ASTROLOGIA L’astrologia può essere considerata una tecnica analitica che soddisfa la razionalità avvalorando il potere visionario del Simbolo. Se c’è un’utilità pratica nello studio dell’astrologia è quella di insegnare a guardare al di là delle apparenze e comprendere, contenere, accettare e pensare in un contesto molto ampio le sfumature più disparate della personalità. Il documento contiene un elenco schematico di quanto si può considerare utile ricercare ed evitare nelle riviste di astrologia e alcuni concetti utili trasmessi principalmente attraverso la simbologia che vi si trova più facilmente (il testo è composto di brani tratti da articoli presenti in alcuni dei numeri usciti tra il febbraio 2009 e il 2014 di Astrella e Astro, lievemente rielaborati nella forma ma connessi tra loro con molta libertà per presentarli in modo tale da delineare un percorso di maturazione) . Il documento contiene molte ripetizioni dei concetti fondamentali e ciò in considerazione del fatto che quando si ha bisogno di riferimenti, terminologia e sfumature, ripetere è utile e a volte fondamentale. Del resto se i bambini non sono in grado di comprendersi bene e molti adulti (anche sicuri di sé) non sanno giudicarsi, in molti casi ciò non dipende da disimpegno, scelte di comodo o stupidità, ma dalla mancanza di un numero sufficiente di riferimenti e soprattutto di “parole” a loro disposizione. COSA CONSIDERARE E RICERCARE NELLE RIVISTE Il “vocabolario”, ovvero il linguaggio analitico indispensabile all’autoanalisi; Un inquadramento essenziale dell’astrologia attraverso indicazioni sull’affinità delle tradizioni occidentali con quelle più lontane e attraverso i suoi legami e rapporti con la cultura, come con Jung o in Italia per esempio con Fabrizio de André o Italo Calvino (la letteratura è in genere legata all’astrologia, che viene utilizzata da sempre nella costruzione dei personaggi letterari, come oggi lo è in quella dei personaggi cinematografici); Il rapporto tra tarocchi o fiabe e autoanalisi con riferimenti a Jung, alla legge di attrazione, alla storia ed alla efficacia psicologica dei simboli; Il profilo dei segni zodiacali; indicazioni ampie o brevi e basate su test a crocetta di ciò che la tradizione ha elaborato circa affinità, attrazione problematica e attrito tra segni; il rapporto tra il piano lineare dello zodiaco e uno più aderente alla complessità della realtà che considera esperienza e carta natale; i messaggi che possono aiutare a inquadrarsi nelle pagine relative alla fisiognomica (che pure di per sé non va considerata con serietà); Indicazioni inerenti al rapporto complesso tra apparenza e realtà dell’essere individuale sulla base dei rapporti di ascendente e segno; il ruolo dell’ascendente (“padrone della carta”) nella carta natale e nello sviluppo della personalità nel tempo (in generale si può affermare che segno e ascendente di nascita influenzano fisico e, in una direzione o in quella opposta, tendenze del carattere di tutti, essendo in relazione tra l’altro con la possibilità che si sviluppi una nevrosi anziché un’altra); Il rapporto tra VIII e XII “casa” dell’oroscopo con il concetto di crisi e con le dinamiche per superare il dolore; Il concetto di “segno d’ombra” (quello opposto rispetto al segno) e le dinamiche psicologiche rappresentate dall’incontro-scontro di contrari all’interno della personalità (ma anche della famiglia, perché, come si può facilmente osservare, spesso i figli hanno segno o ascendente opposto a quello dei genitori e dei fratelli);
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Page 1: Astrologia per autoanalisi

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Versione definitiva – 23 giugno 2015

ANALIZZARSI E TROVARE CONFORTO E SOSTEGNO ATTRAVERSO LE RIVISTE

DI ASTROLOGIA

L’astrologia può essere considerata una tecnica analitica che soddisfa la razionalità

avvalorando il potere visionario del Simbolo. Se c’è un’utilità pratica nello studio

dell’astrologia è quella di insegnare a guardare al di là delle apparenze e comprendere,

contenere, accettare e pensare in un contesto molto ampio le sfumature più disparate della

personalità.

Il documento contiene un elenco schematico di quanto si può considerare utile ricercare ed evitare

nelle riviste di astrologia e alcuni concetti utili trasmessi principalmente attraverso la simbologia

che vi si trova più facilmente (il testo è composto di brani tratti da articoli presenti in alcuni dei

numeri usciti tra il febbraio 2009 e il 2014 di Astrella e Astro, lievemente rielaborati nella forma ma

connessi tra loro con molta libertà per presentarli in modo tale da delineare un percorso di

maturazione) .

Il documento contiene molte ripetizioni dei concetti fondamentali e ciò in considerazione del fatto

che quando si ha bisogno di riferimenti, terminologia e sfumature, ripetere è utile e a volte

fondamentale. Del resto se i bambini non sono in grado di comprendersi bene e molti adulti (anche

sicuri di sé) non sanno giudicarsi, in molti casi ciò non dipende da disimpegno, scelte di comodo o

stupidità, ma dalla mancanza di un numero sufficiente di riferimenti e soprattutto di “parole” a loro

disposizione.

COSA CONSIDERARE E RICERCARE NELLE RIVISTE

Il “vocabolario”, ovvero il linguaggio analitico indispensabile all’autoanalisi;

Un inquadramento essenziale dell’astrologia attraverso indicazioni sull’affinità delle

tradizioni occidentali con quelle più lontane e attraverso i suoi legami e rapporti con la

cultura, come con Jung o in Italia per esempio con Fabrizio de André o Italo Calvino (la

letteratura è in genere legata all’astrologia, che viene utilizzata da sempre nella costruzione

dei personaggi letterari, come oggi lo è in quella dei personaggi cinematografici);

Il rapporto tra tarocchi o fiabe e autoanalisi con riferimenti a Jung, alla legge di attrazione,

alla storia ed alla efficacia psicologica dei simboli;

Il profilo dei segni zodiacali; indicazioni ampie o brevi e basate su test a crocetta di ciò che

la tradizione ha elaborato circa affinità, attrazione problematica e attrito tra segni; il rapporto

tra il piano lineare dello zodiaco e uno più aderente alla complessità della realtà che

considera esperienza e carta natale; i messaggi che possono aiutare a inquadrarsi nelle

pagine relative alla fisiognomica (che pure di per sé non va considerata con serietà);

Indicazioni inerenti al rapporto complesso tra apparenza e realtà dell’essere individuale sulla

base dei rapporti di ascendente e segno; il ruolo dell’ascendente (“padrone della carta”) nella

carta natale e nello sviluppo della personalità nel tempo (in generale si può affermare che

segno e ascendente di nascita influenzano fisico e, in una direzione o in quella opposta,

tendenze del carattere di tutti, essendo in relazione tra l’altro con la possibilità che si

sviluppi una nevrosi anziché un’altra);

Il rapporto tra VIII e XII “casa” dell’oroscopo con il concetto di crisi e con le dinamiche per

superare il dolore;

Il concetto di “segno d’ombra” (quello opposto rispetto al segno) e le dinamiche

psicologiche rappresentate dall’incontro-scontro di contrari all’interno della personalità (ma

anche della famiglia, perché, come si può facilmente osservare, spesso i figli hanno segno o

ascendente opposto a quello dei genitori e dei fratelli);

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L’indicazione di possibili compiti della vita per i diversi profili zodiacali attraverso Nodi

lunari nord e sud del destino, giorno della settimana o data completa di nascita;

I meccanismi generali di evoluzione personale rappresentati attraverso l’immagine di

retrogradazione dei pianeti e dell’installazione dei pianeti in un segno durante il loro

passaggio;

Il rapporto tra benessere, comunicazione e centramento rappresentato con l’immagine di

alcuni cristalli, colori, chakra e lettere della cabala e attraverso i miti di Mercurio e Lilith;

Il rapporto tra immaginazione creativa e profonda, istinto, razionalità e razionalismo arido

attraverso brani su Plutone, Lilith e Saturno, fasi lunari del mese, solstizi ed equinozi e su

aspetti caratteristici tra Urano e Nettuno o Luna e pianeti in movimento;

L’indicazione di percorsi particolari che conducano a modificare la propria vita e a una

profonda evoluzione interiore attraverso brani su Luna Blu, Luna Nera e fasi lunari, eclissi e

altri aspetti tra Luna e pianeti, Luna di nascita, Porta delle Ombre, Miti di Demetra e di

Eleusi, I Ching, Tarocchi, fiabe tradizionali, pratiche di meditazione orientali, buddismo;

L’indicazione di percorsi di vita di coppia (quando è poco schematica e sfida luoghi comuni)

attraverso le immagini delle “case” V, VI e VII, le analisi di sestili, quadrature e opposizioni

tra segno, Luna, Marte e Venere di nascita e mediante riferimenti al Tantra o test a crocetta;

I brani che fanno riflettere sul proprio modo ideale di vivere in casa attraverso la simbologia

tradizionale dei numeri civici, sul decluttering e sul Feng Shui;

Resoconti di sogni, incubi, esperienze, problemi comuni e le riflessioni oneste (modeste e

senza rimandi interessati a psicologi o psichiatri) sul modo di interpretarli e di superare il

dolore;

I ragguagli sulle tradizioni astrologiche non occidentali per l’utilità di confrontarsi con

alcune analisi spregiudicate di alcuni aspetti della personalità implicate dall’illustrazione dei

segni;

Le pagine relative ai simboli: elementi tradizionali (acqua, terra, aria, fuoco), glifi dei segni

zodiacali, colori, simboli antichi (l’ankh o croce egizia, l’infinito, la stella a 6 punte, il

pentacolo, il sole nero o ruota solare, la croce celtica, il sigillo del sole, la ruota a 8 raggi, il

quadrato magico del sole, l’occhio di Horus, e l’occhio di Dio nel triangolo), Sabbath

maggiori e minori della “ruota dell’anno”, i simboli di alcune tribù indiane (il tepee, il

catturasogni, il tomahawk, la ruota della medicina, il Wampum, il calumet, il tamburo, il

totem, la freccia, la piuma, la collana e il bracciale decorati), simboli pasquali dell’uovo, del

coniglio o della colomba, simbologia delle dita della mano e degli anelli corrispondenti,

simboli natalizi (abete, stella e biancospino), simboli dell’epifania (mirra, oro, incenso),

simboli delle tradizioni stregonesche (il calderone, la bacchetta, lo specchio, il cerchio

magico ecc.), significati di elementi ricorrenti nei sogni (i cadaveri, l’acqua, la morte di un

bambino, il caos creato da acqua, fuoco, terra o vento, il galleggiare in acqua, triadi e gruppi

di quattro elementi, il gatto nero, i cani, l’isola, il viaggio in aereo, il viaggio in nave, il

numero 6, il burrone ghiacciato, il corallo, i capelli, cibo cattivo e cibo apprezzato, i piedi

nudi, l’essere nudi, gli esami, lo stare in alto, il pavimento sporco, scritte inintellegibili sul

muro, il fiume d’argento, abiti che si restringono, diventano larghi o non si trovano);

Gli articoli che mirano ad aprire le menti a una conoscenza non oggettiva e indipendente da

pregiudizi razionalistici senza cadere nell’irrazionale: è il caso per esempio di quelli sulla

telepatia e sulla comunicazione emotiva subliminale tramite odori e profumi; non è questo

invece il caso di quelli sulle presunte apparizioni di madonne e simili (bisogna infatti

almeno tenere conto del fatto che l’energia di certi luoghi di culto si spiega con il rilascio di

energia sull’ambiente da parte di certe attività simili prolungate nel tempo come appunto la

preghiera e che allucinazioni individuali o collettive non sono fenomeni rari).

COSA È PREFERIBILE RIFIUTARE

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L’oroscopo del mese (o, se non si riesce a farne a meno, lo si legga 2 mesi dopo la

pubblicazione): se esiste un valore di previsione dell’analisi astrologica, questo riguarda

probabilmente il movimento di pianeti abbastanza lenti che rimangono in un segno più di un

mese o due (Jung, per esempio, pur non credendo nell’attendibilità degli oroscopi, aveva

osservato coincidenze che facevano pensare a un’effettiva influenza dei transiti di Saturno e

Urano, oltre che l’effettiva influenza di segno e ascendente di nascita), mentre per

l’influenza delle fasi lunari non c’è bisogno di indicazioni e consigli ogni mese… È

impossibile non farsi mai influenzare da un oroscopo e questo tipo di influenza,

inconsapevole o accettata, è dannosa e da evitare, anche perché si può finire per fare, in un

momento di debolezza, cose diverse da quelle desiderate o per attirare qualche volta i

problemi e le discussioni che si leggono incombenti. Del resto, spesso nella stessa rivista

esistono più oroscopi e sono tutti in contraddizione tra loro, tanto da far sorridere;

I consigli che non sono motivati o non lo sono in modo preciso o che sono dati con una sorta

di autorità e non si affiancano a consigli di natura diversa e a più ipotesi di origine di un

problema: da consigli del genere il lettore non è spinto a ragionare e ad analizzare i problemi

con distacco e flessibilità e con il tempo necessario alla verifica dell’esperienza; né del resto

possono e potranno mai esistere esperti quando si tratta della propria intimità. Spesso queste

riviste mirano a offrire ciò che si vuole sentire e ciò in particolare nei profili e negli oroscopi

dei vari segni, che infatti si rivelano zeppi di giudizi che si contraddicono nell’insieme della

rubrica (i valori e i gusti di un segno non possono essere quelli di un altro con cui magari è

in quadratura o in opposizione). Lo scopo è spingere il lettore a comprare il numero

successivo e inoltre ispirare una fiducia che poi può essere utilizzata per creare non solo

allarmismo ma anche per altri fini;

La terminologia esageratamente negativa e le previsioni a volte quasi apocalittiche o troppo

allarmanti, che probabilmente mirano a preoccupare chi legge e a far insorgere una sottile e

poco consapevole dipendenza dalle soluzioni offerte e quindi dalla rivista;

I giudizi e i consigli cinici, ipocriti e puerilmente lusinghieri di tendenze spiccate

all’aggressività o alla malignità, alla falsità e alla superficialità (solitamente riferiti a

Gemelli, Scorpione e Leone );

I giudizi con cui ogni tanto si bollano come stupidi certi desideri o come ottuso e persino

testardo il perseguire obiettivi poco comuni o difficili o che non sono proprio nelle proprie

corde o alla propria portata, almeno in un dato momento: i bisogni vengono creati

dall’esperienza, che è unica per ogni individuo e, quando si vuole profondamente qualcosa,

fare fatica può essere giusto e la ricerca può soddisfare in sé anche se si sa di avere poche

possibilità di concretizzare o ci si trova a contemplare quella ricerca quando si è

obiettivamente fallito. Inoltre spesso non è possibile prevedere i risultati di un lungo

impegno, dato che esso modifica anche le capacità;

Le risposte alle lettere, quando arbitrariamente consigliano o anche indicano come

indispensabile per risolvere un problema la psicoterapia o la psichiatria: questi consigli e

sentenze sono deleteri, interessati, offensivi per la ragione e per la moralità più elementare.

Sono affermazioni irrazionali perché chiunque lo voglia può osservare che molti di fatto

risolvono problemi come quelli descritti senza rivolgersi a psicologi costosi, cosiddetti

“esperti” (magari attraverso letture adatte o attendendo l’amico giusto con cui parlarne e cui

chiedere supporto) e inoltre perché confidare cose personali, dare autorità o affidarsi in

qualche modo a un estraneo - qualunque laurea e apparenza abbia – è sempre un enorme

rischio e di per sé un’esperienza destabilizzante: non è facile aprire porte chiuse da tempo,

l’intimità richiede a gran voce di essere esposta solo tra fiducia e affetto, senza estranei e al

di là di interessi economici o di gruppo, di prestigio, piacere egoistico di ogni genere; a

giudicare da chi si interessa dell’argomento, poi, le possibilità di essere usati, manipolati o

diffamati sono alte.

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Quanto alla moralità di questi consigli si consideri i gravi danni agli individui e alla società

nel suo insieme causati dalla psichiatria, su cui oggi le informazioni sono tante e così lucide

e documentate che non ha senso ripeterle qui (eventualmente sfogliare l’introduzione e

considerare bene parte del “secondo gruppo” di letture in

http://www.slideshare.com/leggere-per-vivere);

Le schede sugli alimenti e soprattutto sui prodotti di erboristeria e sui servizi telefonici di

astrologia, che servono a sostenere economicamente la rivista e sono sicuramente evitabili

senza danno…;

Le curiosità che si possono soddisfare meglio altrove e quelle che contengono noiosi calcoli

o informazioni inutili all’autoanalisi o irrazionali.

SIMBOLI

MERCURIO: Al primo posto devono esserci la capacità di concentrarsi, analizzare e comunicare,

pensiero flessibile, mobilità, abilità nel gestire il tempo rapidamente, desiderio di conoscere, di

viaggiare e anche di fare attività fisica per il piacere di farla. Una cattiva comunicazione con se

stessi e con gli altri è alla base dell’essere fuori tempo, degli sbagli più pericolosi, del mostrarsi

generosi quando non è il caso, del non riuscire ad apprendere ciò che serve o del risultare antipatici

senza apparenti motivi.

Osservare i desideri profondi urlati dalla voce delle emozioni, senza stancarsi di dare un significato

a tutto ciò che si sta vivendo, aumenta la capacità di accettare i cambiamenti, perché dà anche la

chiara consapevolezza di trattenere e sfruttare la saggezza del passato. Anche mantenere la distanza

con gli altri è più facile con l’aumento della consapevolezza, perché diventa più facile attendere per

parlare nel modo e alle persone con cui la comunicazione possa avere più risultati e perché fermarsi

e analizzarsi più del solito porta a dubbi nuovi, a capire cose che sorprendono tanto da provocare in

sé un involontario cambiamento dell’ atteggiamento, avvertito poi dagli altri: le persone saranno

così meno incoraggiate ad approfittarsene e forse si ridimensioneranno o comunque troveranno

nuovi ostacoli, dato che, non solo si diventerà più lucidi e vigili, ma si organizzeranno meglio le

attività e si sfrutteranno bene alcuni dei propri svantaggi, attirando probabilmente anche imprevisti

fortunati.

SATURNO: la parte più analitica e conservatrice della personalità è un freno alle emozioni o

all’avanzamento o porta a esaltare un materialismo o un razionalismo eccessivi, ma permette di

potare i rami secchi o sterili e porta a rivedere il passato per capirlo: attraverso il dolore della

rinuncia e la libertà dell’essenziale, si compiono i passaggi particolarmente importanti

dell’evoluzione interiore e si arriva a isolare ciò che conta e a sciogliere i nodi.

PLUTONE: energie sottili operano in modo sotterraneo per trasformare profondamente la

personalità e la vita. I poteri della trasformazione sono guidati dalla forza propulsiva e creatrice

dell’immaginazione, che deve affiancarsi alla razionalità per evitare di essere vittima di un

razionalismo povero, inefficace. Gli orizzonti vanno immaginati e non analizzati. Le preoccupazioni

circa la casa, la salute e il lavoro possono poi distogliere da ciò che conta ancora di più, cioè da

un’evoluzione senza la quale non ci si può sentire se stessi e sentirsi liberi e soddisfatti. Leggere,

meditare, cogliere la bellezza e un edonismo controllato attivano l’immaginazione, come

l’esprimere ciò che si sente e non solo quello che si pensa oppure il farlo senza immaginare se verrà

apprezzato. Una cooperazione profonda tra concretezza e fantasia può mettere le ali al pensiero,

rendere lungimiranti le costruzioni, regalare successo alle azioni e un’aura di genialità, non certo

solo quindi inquietudine e ansie verso non si sa bene cosa.

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URANO: anche chi ha poca pazienza e gestisce male o poco volentieri i piccoli cambiamenti, può

scoprirsi in grado di reggere bene cambiamenti radicali e improvvisamente trovare il proprio

percorso, magari originale e davvero imprevedibile.

LILITH, LUNA NERA: gesti inconsueti aiutano nel processo di individuazione delle fragilità per

poterle superare. I principi dell’indipendenza e dell’uguaglianza, dell’equilibrio e dell’autonomia

delle parti nelle relazioni sono alla base del risveglio del potere personale, magari deposto sotto

strati di desideri frustrati, ed agli antipodi dell’essere iperattivi agli stimoli esterni, del disperare e

del rinnegare impulsi e istinti. Si deve guardare l’interlocutore dritto negli occhi, esigere pari

rispetto e superare la crisi con azione e rinnovato vigore.

LUNA, NETTUNO: sono necessari frequenti periodi di ripiegamento su se stessi prima di vivere

periodi in cui l’energia è particolarmente adatta a espressione o stimoli nuovi. Bisognerebbe avere

sempre presente alcune considerazioni fondamentali legate a una concezione sana dell’emotività

come onere e dono: l’importanza di leggere le emozioni con distacco in modo simbolico e non

letterale, di contenerle o moderarle e insieme accettarle, di valorizzarle, canalizzarle per renderle

strumenti e guide e non dannosi tiranni; l’importanza di non farsi condizionare dai bisogni deleteri

di fusione con l’altro o dalla stasi delle emozioni del passato (che in certi periodi possono

permanere anche quando sono state analizzate ed elaborate da tempo); la necessità, a volte, di

equivoci e di subire una certa confusione a lungo dalle conseguenze dure per aver poi una visione

lucida di trappole tese e dei propri valori e desideri profondi, un particolarmente profondo e sano

radicamento e attaccamento alla vita e a se stessi; il sostegno che fornisce ricordare che una

profonda malinconia, se accettata in una visione d’insieme e amore per se stessi, spesso si trasforma

in una sensazione di energia profonda e calore (attraverso le maree delle emozioni è necessario

muoversi in modo non lineare e lasciar fluire la corrente sopra e sotto di sé, senza ostacolarla, come

fa il granchio).

ASCENDENTE: a volte attività, pensieri e legami sono il risultato di un modo di vivere creato

dall’abitudine di indossare una posa difficile da riconoscere, anche per chi la assume, perché

condizionata dallo sguardo altrui che la riflette e perché dettata anche da tendenze innate, anche se

non in sintonia con la parte di sé più profonda o con tutti gli aspetti originari del carattere. Questa

“maschera” può integrarsi con il tempo con il nucleo della personalità con più o meno facilità e in

modo più o meno saldo e complesso a seconda delle affinità tra le due modalità di essere, ma in

ogni caso può divenire preziosa e fornire una serie di mezzi con cui raggiungere l’obiettivo di

felicità corrispondente alla propria essenza o natura fondamentale, portando a una naturale - e forse

predestinata - evoluzione e alla stratificazione e strutturazione delle componenti della personalità (

o alla sua stabilizzazione ).

ASPETTI DI SESTILE, TRIGONO, CONGIUNZIONE, QUADRATURA e OPPOSIZIONE: un

incontro di energie affini, non stimola e può bloccare in una posizione, mentre conflitti e nodi da

sciogliere, se possono bloccare l’espressione, possono anche impegnare in una continua lotta che

può costringere a tirare fuori energie nascoste inaspettate. Il rapporto con una fonte di caratteristiche

sia comuni che del tutto opposte e complementari sollecita lo sforzo per integrare certe doti estranee

nel proprio modo di essere, rendendo più completi ed equilibrati. Elementi che con armonia si

completano, senza prevalere l’uno sull’altro, formano un punto di forza della personalità in grado di

compensare eventuali squilibri dovuti ad “aspetti” dissonanti. La fusione di valori molto simili può

legare tali valori in modo tale da dare come risultante non la loro somma, ma una nuova energia,

che può sia rafforzare che destabilizzare e che a volte innesta nel vivo della personalità il suo

potere.

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NODI DEL DESTINO: la vita sembra chiamare a lasciare il noto per l’ignoto, trasformare ciò che

si conosce e si sa fare bene in un bagaglio di esperienze utili da usare come un “pass” con cui

accedere a un campo nuovo che rappresenta il punto di arrivo in un percorso di

autoperfezionamento.

A ogni uomo appartiene un profondo bisogno di riscatto o di migliorarsi, più o meno consapevole

che strappa ai marosi e conduce verso un porto dove trovare una dimensione vera e soddisfacente.

C’è una chiave per conoscere il significato della propria esistenza.

SEGNO D’OMBRA: c’è una sfera della vita, che è come l’ombra di sé, in cui si è stati limitati o

arrestati alla crescita, in cui si può sentirsi ipersensibili, inadeguati e goffi, in cui i difetti emergono

di più perché si intensificano le paure e ci si sente spinti non ad affrontarle ma alla compensazione,

tentando di mostrare magari una facciata coraggiosa e talvolta insensibile. Il lato in ombra di sé

irrompe con effetti negativi ed azioni incontrollate se ignorato, perciò esso va reso il più possibile

accessibile alla coscienza: il lato oscuro va trattato come un alleato per la crescita personale.

Il dialogo con il segno d’ombra può portare: ad ammettere esigenze ed ambizioni senza futili sensi

di colpa in modo che, amandosi di più, si sia più rilassati e aperti anche verso gli altri (rif. ad

Acquario – Leone); ad accettare di concentrarsi meno su di sé e a sentirsi al sicuro in un rapporto

(rif. ad Ariete – Bilancia); a comprendere che troppo controllo serve solo a perdere ciò che si ama e

che per fecondare bisogna a volte distruggere lo status quo che fa ristagnare le emozioni più vere

(rif. a Toro – Scorpione); a imparare che il passato non va trattenuto perché serve solo a dare un

tesoro spendibile nel futuro di insegnamenti e di senso di protezione (rif. a Cancro – Capricorno);

ad ammettere che il mondo è grande e che ci sono tante cose di cui occuparsi anziché di sé (rif.

Leone – Acquario); a vedere ogni stabilità o situazione limitata come un punto di partenza (rif. ad

Ariete - Bilancia); a vincere il rifiuto per le idee elevate e le proprie riflessioni quando il loro rifiuto

dipende solo dal bisogno di trovare modalità espressive adatte a condividerle senza sentirsi ridicoli

(rif. a Sagittario – Gemelli); a percepire nell’eccessiva volubilità e sensibilità e nel senso del dovere

eccessivo, la propria paura di non meritare amore per ciò che si è (fragilità comprese) e quindi a far

sì che ci si determini a vedersi abbastanza strutturati e autonomi da non temere di affidare le

emozioni agli altri e da coltivare un sano edonismo (rif. a Capricorno – Cancro); a guardare in

faccia il fatto che, se pure non è un atteggiamento sbagliato cercare di guadagnare più soldi e lottare

per avere una casa e un posto di lavoro o un partner stabile, non va bene che la ricerca diventi

un’ossessione, un’ancora di salvezza dalla propria intensità, ovvero un mezzo per evadere da se

stessi e dagli affetti (rif. Scorpione – Toro); a scoprire che lo spirito giocoso ammorbidisce la

passionalità del carattere ricco di entusiasmo ma a volte privo di sfumature e che prendersi in giro

con ironia e saper sdrammatizzare sono qualità fondamentali per vivere bene, migliorare i rapporti,

affrontare le sfide con grinta maggiore (rif. Sagittario – Gemelli); a ricordare che se ci si butta

nell’azione, perché spaventa scoprirsi a non sapere cosa fare, l’effetto è ritrovarsi a gestire le

conseguenze di un’azione che si sarebbe dovuta soppesare meglio e ad agire in modo arruffone e

impreciso, mentre occorre fidarsi di se stessi, concedersi lo spazio per una riflessione e non aver

paura di rimanere fermi e passivi a comprendere i propri ritmi interiori e ad accordarsi come uno

strumento musicale per poi riuscire a vivere con più audacia, coraggio e passionalità (rif. Bilancia –

Ariete).

CASE QUINTA, SESTA E SETTIMA: Bisogna tener presente che per non diventare vecchi a forza

di aspettare la fortuna di un amore ideale e per vivere l’unica vita che si ha, bisogna essere pronti a

godersela alla faccia dei propri ideali di felicità. Molti tendono a farsi un’idea astratta della felicità e

di ciò che realmente li rende felici e, perseguendola, diventano freddi e non vedono la felicità

possibile nel momento presente. La realtà è più bella e appassionante di qualsiasi idea preconcetta e

la felicità del resto è un patrimonio interiore che a volte cresce in certe difficoltà. Quando l’amore

diventa attaccamento e nevrosi, a causa dell’egocentrismo e delle debolezze dei componenti,

compassione e passione forniscono l’antidoto per un percorso interiore in cui la relazione possa

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sviluppare radici sane. Spesso si afferma che prima di poter star bene con un partner bisogna aver

raggiunto un proprio equilibrio altrimenti si rischia di portare nella relazione solo le proprie

debolezze e di appoggiarsi troppo all’altro, creando i presupposti di un rapporto di dipendenza e non

di scambio, ma se si aspetta di essere perfettamente a posto con se stessi prima di innamorarsi,

probabilmente si avrà la prima relazione a ottant’anni o forse mai. Ogni relazione è un incrocio di

bisogni dove si cerca nell’altro ciò che manca e del resto mostrare i punti deboli è sano e la

sicurezza spesso si trova lavorandovi su insieme.

SOLSTIZIO D’INVERNO: Nella grotta nasce il bambino come un tesoro, un cristallo distillato in

secoli dalla terra e che racchiude potere ed energia, mentre all’esterno il buio trionfa: si tende a

chiudersi in casa o nella propria interiorità che è piena di luci e ha al centro il focolare

dell’ispirazione, cosicché dall’inconscio emerge la propria verità e l’amore senza preoccupazioni

per le apparenze.

Il simbolismo della stella natalizia è pressoché infinito perché si richiama alla stella a cinque punte,

il simbolo della manifestazione divina presente in ogni uomo: la stella danzante del filosofo

Nietzsche, ma anche la stella a cui uno dei più noti ed eccentrici esoteristi del Novecento faceva

riferimento dicendo che ogni uomo e ogni donna è una stella e che in ogni creatura c’è un principio

interiore luminoso con cui ognuno si dovrebbe identificare.

È il riferimento al Sé della psicologia junghiana, alla possibilità dell’uomo di elevarsi che viene

celebrata in questa notte: nel simbolismo cristiano Cristo è appunto Dio che si è fatto uomo e questa

nascita può essere identificata con la nascita interiore del Sé in ciascuno, la parte divina che si

manifesta nella psiche.

BIANCO: “Come tutti i colori sono presenti nel bianco (la purezza e l’emotività) che riflette la luce

intera, così c’è un silenzio tanto pieno da contenere tutte le parole”. Dato che un fiume inarrestabile

di parole porta a essere poco lucidi e a rischiare fraintendimenti pericolosi, bisogna ascoltare i

silenzi, contemplare fino a restarne affascinati ciò che brilla in sé e recuperare o imporre un

linguaggio autentico ed efficace: contenere/contenersi è riempire e tenere insieme e privilegiare

gesti ed emozioni, anziché parole, quando non ci si sente capaci di esprimerle.

AZZURRO, BLU, AZZURRITE, LAPISLAZZULO, CHAKRA DELLA GOLA: Il senso di colpa

e le sue sintomatizzazioni fisiche spesso derivano dal non andare a fondo di emozioni e riflessioni e

dal non esprimerle: mettere in equilibrio la parte emotiva con quella razionale è possibile, aiutando

la comunicazione interiore e insegnando a esternare emozioni e sentimenti con armonia e serenità.

Se il dialogo con se stessi è sereno ed equilibrato, l’atteggiamento verso il mondo esterno è più

aperto e suscettibile di un entusiasmo non nevrotico, ma pacato e rassicurante. Comunicare stimola

una visione ampia e profonda per attivare un collegamento diretto tra ciò che finalmente si riesce a

vedere dalla propria vita e il modo di comunicarlo, promuove un senso profondo di amor proprio e

onestà, e diminuisce la collera repressa, la suscettibilità agli incubi, il timore di parlare in pubblico,

le somatizzazioni spesso a livello di mandibola, gola e cervicale. Bisogna solo tenere presente che

la comunicazione può diventare anche troppo chiara, diretta e destabilizzante per chi sta intorno.

ARANCIO, ROSSO, CORNIOLA: la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità calma l’ira, placa

l’ansia del futuro e combatte la paura della morte perché, mettendo in contatto con le emozioni, dà

gioia di vivere, dà senso alla vita e fa riscoprire il piacere di vivere nel presente; essa stimola la

capacità di portare a termine ciò che si è intrapreso, infonde coraggio.

VIOLA, AMETISTA: la meditazione, è considerabile la chiave per comprendersi con calma,

diventare se stessi, stare centrati e sentirsi forti e realizzati, esprimendosi.

Page 8: Astrologia per autoanalisi

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LA LETTERA SHIN (KABALA): Il fuoco dell’emozione e del cambiamento (basi perché gli

avvenimenti possano essere compresi e perché si possa vivere appieno) è come il fuoco dello

Spirito Santo cristiano o la pietra angolare biblica: nella struttura di sé un insieme di informazioni

vive indipendentemente dalla personale capacità di percepirle o verificarne la funzionalità.

LA LETTERA ALEPH (KABALA): “considerare la mente non un nemico da combattere, ma come

“un drago nero che va addomesticato e trasformato in uno splendido cigno bianco”. Se il processo

di dispersione crea confusione e blocca la realizzazione dei propri desideri, si può sempre portare a

galla il potenziale creativo che giace nell’inconscio e veicolarlo nella direzione giusta connettendosi

a sé e alle correnti sotterranee del mondo come al “Prana”, quale elemento informativo che avvolge

ciascuno.

I CIGNI SELVATICI: nelle favole di Andersen i fratelli, che solo alla fine si ritrasformano in cigni

consentendo alla sorella di parlare, rappresentano il potere inconscio che fa superare ogni blocco

della comunicazione e porta all’espressione autentica e alla realizzazione.

IL PIFFERAIO MAGICO: le infestazioni della città del Pifferaio Magico sono i legàmi di cui non

si riesce a liberarsi, la rabbia repressa o i piani di vendetta che non si riesce a realizzare e le tare o le

pulsioni inconsce… Anche quando li si annega nelle acque dell’inconscio permane sempre qualcosa

dello spirito vendicativo.

I bambini non sono altro che le idee, la creatività e la capacità di generare che vengono

rabbiosamente rinchiusi nell’inconscio cosicché muoiono: il bambino zoppo che nella fiaba

sopravvive, è un essere irrealizzato, incompleto, squilibrato: le sole scintille di creatività che

sopravvivono in questo atteggiamento sono idee che non stanno in piedi, ma le idee si può farle

morire o si può farle uscire, abbandonando i luoghi dove non ci sente desiderati.

LA BELLA ADDORMENTATA: la storia della Bella Addormentata è quella del rifiuto del mondo

con le sue imperfezioni e le sue cattiverie, in favore di uno stato di pura grazia: i genitori

dimenticano di invitare al battesimo la strega, che rappresenta la bruttura del mondo e che si

vendicherà. La protagonista è risvegliata a una nuova consapevolezza dopo che la morte è divenuta

sonno e che il principe ha sconfitto il drago: la soluzione attiva di lotta contro il dolore si affianca a

quella del ritiro in se stessi che sfocia nell’accettazione luminosa che il mondo va trasceso.

IL MAGO DI OZ: gli amici di Dorothy hanno da sempre ciò che desiderano, ma avranno bisogno di

una certificazione del Mago di Oz per rendersene conto e anche la bambina scopre solo alla fine che

sarebbe potuta tornare a casa fin dal primo giorno grazie alle scarpette magiche: il messaggio,

chiaro e semplice, è che non ci si rende conto delle proprie qualità e possibilità se non si vivono

percorsi complicati ma necessari per la crescita interiore.

PINOCCHIO: questo racconto di Collodi rappresenta la voglia di scoprire il mondo, la coscienza

che guida verso più alte aspirazioni tra difficoltà, angosce e aiuti provvidenziali. Il viaggio è quello

che in realtà conduce al ritorno, a scoprire la cosa lasciata, il cuore degli affetti e quindi serve a far

scoprire che la meta è il punto di partenza e ad arricchire lungo il percorso.

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE: Alice è alla ricerca di un equilibrio, la giusta altezza

che il fungo che mangia per cambiare dimensioni non riesce a regalarle e la domanda fondamentale

è quella del Blucaliffo: “Chi sei?” Il Cappellaio Matto e la Regina di Cuori non hanno mai trovato il

proprio equilibrio e anche Alice rischia di perdere la propria testa, ma il dialogo distaccato con lo

Stregatto dà la soluzione: egli infatti solo se disconosciuto - quando non si resta consapevoli della

sua esistenza, delle sue esigenze e dei suoi messaggi o del fatto che risiede in un piano ben separato

dalla realtà - interviene facendo fare gaffe ed errori.

Page 9: Astrologia per autoanalisi

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BIANCANEVE: la Regina cattiva che è invidiosa della bellezza di Biancaneve che si trasforma in

una vecchia megera per offrirle la mela incantata è forse quello che ogni donna può diventare se

non viene amata: si dovrà quindi cercare il Principe e consentire il risveglio da quel sonno emotivo

in cui di tanto in tanto si può cadere e che fa trascurare quello che è più importante (l’amore e i

sentimenti) in favore di una logica implacabile che dà un posto a tutto.

CENERENTOLA: in Cenerentola la parte femminile della personalità è espressa in modo armonico

e non si trasforma nella matrigna cattiva, ma è in parte sacrificata a favore di un piglio austero o

dell’accettazione degli umili compiti e preferenze semplici, vicine alla natura. Tutto ciò però

germoglia (sulla tomba della madre) in forma di qualità che le rendono la sua vita meno gravosa di

quanto sarebbe per altri e che la portano a una compensatoria ambizione: al ballo vuole andarci a

tutti i costi e non le importa quali prove affrontare e al momento del bisogno trova in sé risorse

insospettate sotto forma di colombe, tortore e della fata.

L’atteggiamento di Cenerentola, come quello di Biancaneve, è di vivere ciò che non piace senza

resistenza, senza mollare e senza ordire diaboliche rivincite, ma preparandosi a ricevere come

prescrive la legge d’attrazione.

URANO, SATURNO, NETTUNO, PLUTONE, MERCURIO, LILITH, ERIS, OTTAVA CASA,

DODICESIMA CASA, LUNA BLU, LUNA NERA, DEMETRA, RUOTA DELL’ANNO, FASI

LUNARI, RETROGRADAZIONI DI PIANETI, PORTA DELLE OMBRE, RUOTA

DELL’ANNO, MANDALA, RUOTA DELLA MEDICINA, CARTA NATALE, CHAKRA,

CRISTALLI, CABALA, TAROCCHI, SOGNI, FIABE, SIMBOLI TRADIZIONALI DI

RINASCITA PRIMAVERILE E INVERNALE, SIMBOLI DI EVOLUZIONE O

TRASFORMAZIONE DI EPOCA MEDIEVALE O PRECLASSICA (altri concetti di riferimento:

legge di attrazione, saggezza buddista, pratiche di meditazione orientale, Misteri eleusini, mitologia

antica greca e latina, interpretazione classica di tarocchi e sogni): scegliere il futuro esprime la

fiducia nel sentirsi sostenuti dalla vita giorno dopo giorno. A volte si vive la mancanza di tempo

come giustificazione per non affrontare la complessità o per sfuggire alle responsabilità e allora si

può rischiare di diventare schiavi del tempo: cogliere il valore del tempo è cambiare direzione,

riprendersi il tempo necessario a ritrovare quello perduto, fermarsi, scendere nei paesaggi interiori

del proprio essere, riscoprire il tempo interiore, riannodare i fili che legano ciò che è dentro e ciò

che è fuori secondo legami chiari di causa-effetto.

Quando l’immaginazione e la connessione interiore sono attive, l’intuito è esatto ed è giusto

fidarsene e non mancherà la forza per il mutamento, ma potrà mancare un contatto saldo con la

realtà e si dovrà, per muoversi, trovare un solido punto fermo nel proprio carattere da cui poter far

partire i cambiamenti. La meditazione è uno dei modi migliori per far emergere dal profondo le

risposte alle proprie domande. Avere un obiettivo preciso è il primo passo per ottenere ciò che si

desidera nella vita. Ognuno racchiude in sé un’inesauribile forza e con la determinazione può

attivare questo potenziale: questa forza attiva si può far coincidere con il “maestro interiore” (voce

interiore, intuito, istinto, ragione) che guida e fa comprendere chi si è e qual è la direzione di

crescita personale e fa trovare soluzioni e nuovi punti di vista per realizzare i propri desideri.

Se le energie mentali sono disperse su troppi fronti sarà difficile poter sperimentare il senso di

pienezza che si prova raggiungendo ciò che ci si era prefissato, ma quando si comincia a capire

quali sono i propri desideri più importanti, cui subordinare e indirizzare il resto, si intravede come

raggiungerli e allora il mondo esterno risuona con l’universo interno. Avere un obiettivo chiaro e

concreto facilita l’individuazione di priorità, consentendo di gestire meglio il tempo a disposizione e

facendo sentire pieni di energia, mentre avere la consapevolezza che ogni giorno si sta facendo

qualcosa per avvicinarsi alla realizzazione del proprio obiettivo farà sentire motivati e soddisfatti,

perché impegni, doveri e anche riposo e distrazione assumeranno un nuovo significato e perché

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appariranno nella mente lampi, ricordi dimenticati che dimostreranno che l’energia attivata dal

pensiero e dalle emozioni ha aperto la strada a nuove realtà.

Quando c’è un desiderio sincero e profondo e attraverso l’intenzione si dà origine a una serie di

eventi anche fortuiti finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo e si ottengono i risultati sperati, si

rafforza la propria consapevolezza e la comprensione della legge universale di causa-effetto, e ci si

sente collegati al flusso dell’esistenza. Il primo passo da compiere è organizzare i propri pensieri in

vista di uno scopo preciso, tenendo conto che maggiore sarà il livello di dettaglio, più grande sarà

l’impronta energetica che si saprà costruire in sé e che si inizierà a emettere come un’onda che si

propaga nel mondo esterno: 1. fare una lista scritta di desideri (da 5 a 10) ordinati per importanza; 2.

sul primo desiderio va concentrata l’attenzione con la profonda convinzione che sia possibile

realizzarlo e che si è in grado di farlo; 3. il pensiero deve seguire il desiderio e l’emozione di gioia

che ad esso si associa; 4. Come il pensiero, anche le azioni dovranno essere indirizzate

coerentemente al suo raggiungimento.

Il percorso nel quale pensiero ed energia si fondono può essere agevolato oppure rallentato,

ostacolo, deviato. L’educazione ricevuta può scollegare dall’intenzione e l’abitudine consolida nella

mente schemi di cui è necessario liberarsi per riappropriarsi di una visione personale delle cose.

Riconoscere la verità che muove le proprie azioni è la chiave per far scorrere l’energia. La creatività

è la condizione essenziale di tutti, è in tutti e quando è latente e soffocata dai blocchi psicologici o

da routine o pigrizia mentale, può essere facilmente riportata alla luce, se si ha il coraggio di

riconoscerla e l’entusiasmo per esprimerla.

Diventare adulti può significare a volte accettare di non poter condonare o perdonare, ma anche

smettere di limitarsi ad attendere o presumere servizi o compensi o mappe (anche se essenziali) o di

incontrare chissà chi e chissà cosa prima di iniziare a vivere, godendosi il godibile senza farsi

condizionare dai gusti o dalle pretese altrui e affrontando con tutte le energie i problemi: mirando

alto e adeguandosi ai propri limiti del momento per superarli poi, si deve osservare tutto

considerandone l’estraneità profonda rispetto a sé e chiedere e attivarsi per ottenere dagli altri e

dalla vita ciò che si vuole a piccoli passi imperfetti, accettando anche di trovare sostegno “nel come,

anziché nel cosa”. Un adulto non è chi si arrangia (nessuno si arrangia) ma chi ha un atteggiamento

attivo, conta su di sé anche quando non è al livello dei più e si impegna a partire dai gradini più

bassi senza fare e premunirsi più del necessario, sicuro di essere nel giusto nel scegliere il sentiero

più semplice per sé pur di restare sulla strada giusta per portare a termine tutto ciò che ha intrapreso

(dalla realizzazione di un progetto in parte ostacolato all’osservazione-analisi di un’intuizione): chi

ha davvero autostima può scegliere regolarmente tra le strade moralmente sane la più facile, come

una persona davvero in armonia con se stessa e indipendente sceglie la taglia più comoda di un

abito nuovo con la massima tranquillità.

Per vivere pienamente l’importante è liberarsi presto dell’eredità emotiva del passato, rimuovere le

convinzioni ristrette su chi si è e i blocchi che si frappongono tra sé e la parte più autentica e vitale e

che hanno lì le loro radici. Molta energia è sprecata per trattenere ricordi o situazioni lasciate in

sospeso: sciogliere le questioni insolute e riconciliarsi con ciò che è stato è uno dei modi più

efficaci per recuperare una grande quota di questa energia, da utilizzare per i propri obiettivi: alcuni

gesti non si possono perdonare, perché le conseguenze potrebbero essere state troppo dolorose e

perdurare, ma, meditando regolarmente, si può arrivare a pensare ciò che è avvenuto in uno stato di

calma, aprirsi al nuovo, sperimentando leggerezza e benessere ( per distaccarsi dalla paura, ad

esempio del “padre-padrone”, provare a scrivere ciò che ha creato paure durante la giornata,

rileggerlo prima della meditazione del giorno successivo accogliendo le paure senza giudicarle e

perdonandosi per il provarle e subirle). Se un genitore o un marito non si rende conto di cosa sia

l’amore e tende a bloccare dal punto di vista sentimentale e pratico, l’atteggiamento migliore poi è

ignorarlo senza rispondere alle provocazioni ed evitando di vivere in funzione di ciò che fa o dice,

perché per far giungere un futuro diverso occorre nutrire la chiara intenzione di abbandonare il

presente e il passato, senza dimenticare ma anche senza farsi trascinare e contaminare.

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Ogni incontro inoltre porta con sé un messaggio, perché può essere uno specchio del mondo interno

proiettato al di fuori di sé: può essere utile decifrare questo messaggio, comprendendo quale sia lo

stimolo di cui si ha bisogno in un certo momento per risolvere un problema, per dare impulso al

lavoro, attuare quei cambiamenti da tempo in programma. In questa prospettiva, i nemici a volte

sono in parte complici. In ogni caso trovare una soluzione ai conflitti è possibile in generale quando

si rifiuta la fretta, non si danno limiti di tempo arbitrari, si riflette sul punto di vista dell’altro senza

abbandonare il proprio a caso, ma anche senza arroccarsi sulle proprie posizioni come in guerra:

così nasce la possibilità di creare e le tensioni diventano stimoli e non solo sventure e a questo

punto si può parlare di ascolto.

Resta vero comunque che è indispensabile liberarsi da legami che si sono trasformati in buona parte

da risorse in ostacoli o impedimenti per valorizzare ciò che apporta benessere e avvicina alla

personale realizzazione, per quanto di poco si disponga. Le relazioni più significative con gli altri

possono creare limiti nell’espressione di alcune parti di sé: le persone possono aumentare le energie,

fornendo sostegno e positività, o possono sottrarle, in un processo di svalutazione e sabotaggio.

Spesso alcune persone compaiono in momenti particolari della vita, offrendo la possibilità di un

cambiamento (e può trattarsi anche di un cambiamento necessario, ma che non li deve né

assecondare, né coinvolgere per apportare beneficio): l’intuito, se è il riflesso di un’armoniosa

connessione interiore, mette nelle giuste condizioni per riconoscere la persona che è entrata, anche

solo un frammento di tempo, nella propria vita e le emozioni che essa suscita (per esempio fiducia

nell’altro e in sé, amore o appunto paura e disagio, sospetto o dipendenza) sono un sistema interiore

da utilizzare per interpretare il significato dell’incontro, purché non si basi il giudizio solo su di

esse. Un altro modo di interpretare bene un incontro è osservare gli esiti delle azioni eseguite su

consiglio della persona conosciuta o in relazione a lei: incidenti o esiti particolarmente negativi

spesso indicano che frequentare quella persona avrà conseguenze deleterie (non indicano solo che

essa non sa comprendere il carattere e le esigenze di chi pretende di guidare o coinvolgere o che

manca di saggezza o equilibrio, ma spesso anche che inconsciamente si sente di doversene

allontanare e così a livello non cosciente si provoca da sé lo sbaglio o la sfortuna, un po’ come

quando si cerca di attuare un proprio progetto senza sentirsela o sentirlo davvero).

A volte è proprio indispensabile allontanarsi in fretta, proprio come è fondamentale frenare le

tendenze del proprio modo di essere più esteriore quando tradisce profondamente l’io interiore. Una

delle cose peggiori da fare è bloccare o cristallizzare la comunicazione per paura di destabilizzare la

relazione o una situazione, perché tacere è mortificarsi e pone il seme di astio e recriminazione e

indebolisce, e poi perché meccanismi troppo razionali contrastano il concetto di spontaneità che è

alla base del benessere e di una relazione appagante: una relazione di qualsiasi genere (anche di

coppia) solida non è una relazione ferma, ma un rapporto in grado di assorbire i cambiamenti, le

perturbazioni, le novità, cambiando di poco o molto, ma senza stravolgere la propria natura e

rimanendo soddisfacente mantenendo intatto l’essenziale (la stima, l’apprezzamento reciproco al di

là della consapevolezza dei difetti dell’altro, la disponibilità all’ascolto, la fiducia nella capacità

dell’altro di venire incontro a desideri e bisogni diversi dai suoi).

A volte un comportamento o un rapporto risultano deleteri anche solo perché non hanno una precisa

e valida giustificazione, perciò quando non si vede un buon e chiaro motivo per stare in un ambiente

che crea anche disagi bisogna allontanarsi e, se nel frattempo si è subito un danno grave, si deve

ricordare che ci sono molti modi per informarsi a distanza di sicurezza nel tempo quanto basta per

inquadrare l’accaduto, distaccarsene emotivamente, trarne insegnamento e combattere chi è

responsabile del male ricevuto e delle sue conseguenze, mentre restando si può rischiare un danno

profondo e duraturo e indebolirsi al punto da non poter più reagire in alcun modo: occorre seguire

non solo i ragionamenti altrui, ma anche gli sviluppi delle loro vicende per giudicare secondo un

metro non personale e così fermare il flusso delle cose anziché seguirlo, ma con gli altri è

importante non rendere tutto problematico, non tentare di capire ciò che non si riesce a capire,

guardare solo ai fatti, alle azioni nel complesso mantenendo sempre una certa distanza, senza voler

scandagliare l’animo e le recondite motivazioni di chi dice una cosa e poi ne fa un’altra e si

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comporta ambiguamente in modo contraddittorio, perché ciò non solo è tempo perso, ma spesso

significa cadere e rimanere impigliati in una trappola tesa dagli altri, consapevolmente o meno.

Commenti e critiche possono stimolare a rendere più efficaci il punto di vista e le azioni, ma se alla

base di queste pressioni c’è una volontà di comando e di prepotenza che non rispetta le esigenze e la

natura personali, queste possono trasformarsi in una gabbia mentale: per adeguarsi alle aspettative

degli altri si sprecano inutilmente molte energie…

Limitazioni potrebbero derivare anche dai modelli proposti dai media, dalle scuole o dalle religioni

e allora bisogna essere fermi nel riconoscere che la propria direzione può discostarsi di molto dai

percorsi intrapresi dalle altre persone, imparare a gestire le emozioni senza frequentare chi cerca di

imporre agli altri la sua ricetta contro i mali del mondo o si presenta come santo o esperto in

intimità magari perché professa una fede o ha conseguito una laurea in Psicologia e facoltà affini.

Anche quando si tratta di semplici gusti come musica e letture, è necessario darsi il tempo di

conoscersi bene, facendo per esempio periodicamente il vuoto di attività e interessi, come

condizione perché i più adatti a sé emergano in modo naturale.

Ritrovare se stessi e vivere su un piano di assoluta autenticità è il modo più diretto per sentirsi ed

essere liberi. Libertà significa essere se stessi pienamente in ogni luogo, in ogni momento, è

arricchire l’universo con il proprio punto di vista: passare dalla teoria alla pratica significa

assumersi la responsabilità di essere liberi in quanto veri, a costo di scontentare qualcuno, di

rinunciare a qualcosa e di commettere errori, di fare meno ma fare subito e così aggiornare lo stile

di vita alla realtà interiore e conoscere i propri limiti, in modo da non andare in panico o sentirsi

inetti e indifesi a ogni compito difficile o che non si sa se sia alla propria portata.

Deambulando si sospende un equilibrio acquisito e, attraverso una fase di squilibrio controllato, si

acquista un nuovo equilibrio, ma stando un passo avanti a prima. Così si può muoversi nella vita,

affinando via via l’abilità e aggiungendo grazia ed eleganza all’efficacia.

L’acqua scorre e prende la forma di ciò che la contiene, pur rinnovandosi continuamente, nasce,

scorre, si fa strada senza fatica tra macigni aggirandoli, scava il letto che agevolerà il suo fluire e

mentre cammina, agisce, non sta mai fermo, muta continuamente eppure rimane sempre se stesso,

anche sotto forma di ghiaccio o vapore, e vive libera dalle tossine psicologiche nel mare, che,

quando è mosso, porta a riva messaggi lanciati da chissà quale sponda: occorre far muovere le cose

fuori di sé, rimuovendo tutto ciò che è cristallizzato e che si è fermato dentro e facendo tanti piccoli

progetti, tenendo conto che il segreto per una vita ricca consiste nel sostituire al possesso lo

scambio e gioire del flusso infinito della realtà e che un atteggiamento mentale fluido e consapevole

è davvero la chiave per vivere serenamente, affrontando con entusiasmo le sfide che la vita propone

ogni giorno.

Una visione rigida delle cose blocca su posizioni che tolgono ogni possibilità di ripensamento e di

cambiamento, perciò essere flessibili e attenti ai mutamenti rappresenta una strategia efficace, oltre

che per raggiungere i propri obiettivi per vivere in modo più rilassato e nello stesso tempo in

contatto profondo, leggero e libero con le cose, percependone il valore in relazione alle esigenze

personali.

Cambiare punto di vista fa sperimentare nuovi aspetti della realtà e scoprire aree inesplorate del

proprio carattere.

Allenare se stessi ad attraversare le esperienze in modo fluido fa sentire nutriti da esse e arricchiti,

perché la ricchezza è una forma mentale, un modo di pensare e di comportarsi riguardo il modo in

cui si tratta se stessi e gli altri e l’abbondanza che si è disposti a vedere nel mondo.

Spesso la società con le sue costruzioni culturali crea degli ideali che a volte si trasformano in miti,

i quali allontanano da questa dimensione ciclica e trasformativa secondo dinamiche frequentemente

legate al concetto di possesso e che si portano dietro paure legate alla perdita: si innescano lotte

vane per mantenere tutto sempre uguale a se stesso, con grandissimo consumo di energie, ma i

cambiamenti avvengono nonostante tutti gli sforzi per contrastarli.

Cambiare è la chiave per scoprire nuove parti di sé, nuovi modi di essere, per vivere… È

abbandonare i vecchi schemi e le inutili paure, e aprirsi alla sperimentazione: sarebbe possibile, al

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di fuori del mutamento, dare valore e significato alle cose? Cambiare è quella risorsa irrinunciabile

che porta con sé l’esperienza che si trasforma nella saggezza che dà profondità alle percezioni,

offrendo una ricchissima variabilità e facendo sentire parte dell’esistenza.

Imparare l’arte di lasciar accadere le cose è essenziale: fare andare le cose esattamente come si

vuole è impossibile, dato che l’imprevisto scombina sempre i piani. Occorre seguire delle linee

guida e poi essere elastici, inserendo l’imponderabile nei propri piani, evitando una eccessiva

reattività ovvero di reagire con battutine, dispetti e testardaggine a tutto. Creare continuamente

categorie, ordinare e progettare comporta poi che anche quando tutto funziona si avrà la sensazione

di non potersi mai rilassare, perché si percepirà di vivere in un mondo stretto. Si può però

mantenere il controllo in una condizione di maggiore apertura e rilassamento lasciando vivere le

emozioni senza farle trasparire e inoltre passando dalla modalità logica di usare la mente a quella

metaforica, perché esiste la verità del collegamento oltre a quella più superficiale della separazione:

si può fissarsi sulle differenze oppure aprirsi a ciò che unisce per quanto sia meno evidente. Un

primo passo è quello di sforzarsi di superare l’identificazione con i propri pensieri per poter

imparare a osservare tutto da diversi punti di vista e arrivare a conoscersi al di là degli impulsi

automatici o condizionati: è come passare da guardare dal buco della serratura a guardare il mondo

da una cima di una montagna attivando una vista laterale e panoramica. Anziché sforzarsi di

controllare la realtà dall’esterno se ne diviene partecipi, fluendo con la corrente e gli eventi, anziché

cercare di deviarli o tenerli fermi, cosicché si può finalmente rilassarsi, godersi il paesaggio,

annusare profumi portati dalla brezza. Un altro passo è superare l’idea che le facoltà razionali siano

l’unico modo per interpretare la realtà e, senza rinunciare alla razionalità, ampliare le possibilità

della mente allenandola a osservare ciò che rende simili due manifestazioni e integrando

nell’osservazione, oltre al livello affettivo ed esteriore, il piano simbolico: ogni persona, evento,

situazione è un segnale sulla strada al di là del male e del bene, a volte attirato da un zona profonda

di sé ed è potenzialmente rilevabile della mente allenata man mano che aumenta l’esperienza e

familiarità con la voce dell’intuito e delle emozioni. Si può non essere sostenuti dalla famiglia e da

chi si ha intorno e indeboliti da limiti creati, oltre che dall’ambiente, dalla propria natura innata, ma

si è pur sempre sostenuti dalla realtà, che spesso, per le sue leggi impersonali intrinseche, dona

davvero le informazioni e occasioni desiderate, almeno se si persevera e si prova davvero a

ottenere, anche se soli, ciò che si desidera e di cui si necessita di più, di volta in volta, appena e

come si può. Basta esporsi del tutto e senza adagiarsi in nessuna situazione per imparare a

conoscere i vari limiti posti dalle leggi della realtà e dal destino.

La zona di comfort è un termine usato in psicologia per designare quel senso di benessere che si

prova quando ci si muove in un ambito di cui si conosce tutto, per cui ci si comporta in modo

sicuro, tutto appare routine e si è molto consapevoli delle proprie capacità e dei propri punti di

forza, punti di riferimento e abitudini consolidate che mettono a proprio agio, complice a volte un

senso di inadeguatezza e un’identità penalizzata che possono impedire di vedere il cambiamento,

novità e sorprese come opportunità. Occorre lasciare tale zona di comfort per entrare in quella sana

e naturale dell’apprendimento, accantonando scetticismo e diffidenza a favore del coraggio e della

propria forza di volontà. L’istinto, il cui scopo è la conservazione della vita di una specie e non la

realizzazione individuale, ha in sé dei meccanismi coattivi e ripetitivi che spingono a un eccesso di

protezione rispetto ai propri spazi vitali, ad assumere schemi rigidi che garantiscono stabilità più

che felicità, sicurezza anziché comunicazione e che allo scambio e all’intuito fanno preferire

l’impulso, alla percezione la sensazione, all’elasticità la rigidità, alla creatività l’istinto protettivo:

esso porta a chiudere i canali della vita anziché a mantenere un corretto equilibrio tra differenti

piani di percezione, mentre la conoscenza vera implica l’essere disposti ad avere poche certezze e a

mettersi in discussione e imparare attraverso continui scambi con il mondo.

Non si deve pretendere di basarsi su un sistema di cassettini per ogni cosa dove chiudere tutto,

perché non spaventi, perché il vero ordine è nella natura, dove ogni cosa ha un senso e si combina

con ordine ma senza freddezza. Nemmeno si può dare un significato a tutto ciò che accade (anche

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perché i veri segnali sarebbero così soffocati) o pensare di farsi valere davvero attraverso una

competenza priva di autoindulgenza.

Anche vedere il mondo in modo schematico, tutto bianco o nero, risponde in modo similmente

sbagliato al bisogno di sicurezza e di costruire solide categorie mentali di riferimento: sviluppare la

coscienza dello spazio interiore aiuta a mantenere un equilibrio dinamico, a trovare un rapporto

migliore con energie e pulsioni particolarmente intense. Chi tende a estremizzare, a perseguire

obiettivi con determinazione estrema, a cercare l’intensità e magari la teatralità ha particolarmente

bisogno di comprendere la relazione tra gli opposti (spazio-tempo, potenzialità-potere, conscio-

inconscio, espansione-contrazione, vuoto-pieno) e di allenarsi a percepire le sfumature e

apprezzarne il valore.

Se i modi indecisi non sembrano dare sicurezza, bisogna considerare poi che un modo di fare molto

sicuro o spavaldo spesso rivela menefreghismo, sentimenti poco profondi e inaffidabilità.

Molti provano imbarazzo a mostrarsi emotivamente coinvolti di fronte al dolore altrui e ciò non

dipende dal distacco degli altri ma dalla difficoltà a esprimere le proprie emozioni: da bambini la

libera manifestazione delle emozioni non è stata ancora raffreddata: occorre avvicinarsi a quella

dimensione e la sensibilità aiuta a farlo.

Una persona emotiva, se è fortemente motivata, può diventare forte e creare una corazza

impenetrabile a critiche e dubbi e d’altra parte il mondo è così pieno di gente che è o vuole apparire

super sicura di sé, che una persona che non ha paura di mostrarsi ipersensibile può suscitare anche

interessi e istinti di protezione.

Poi si deve considerare che, come per i difetti fisici non correggibili che anziché cercare di

nascondere è meglio a volte rendere più visibili, ironizzandoci e facendone punti di richiamo, così è

meglio investire le proprie energie non nell’insistere nel cercare di cambiare caratteristiche

fastidiose del carattere con cui si è nati o che ormai fanno troppo parte di sé, ma cercare di limitarne

le conseguenze con azioni mirate e farsi perdonare con autoironia e con le proprie qualità e con

programmi non lontani generosi per il momento in cui si sarà superata una certa fase problematica.

Anche quando tutti gli sforzi per far emergere la parte migliore di sé vengono fraintesi e nessuna

delle proprie relazioni dà la gioia che vi si ricerca, non si deve considerare la fragilità una condanna,

ma un’indicazione di ciò su cui porre l’attenzione in particolare per chiedersi per esempio “Se non

ci si ama perché dovrebbero farlo gli altri? Se ci si ritiene insicuri e non si riesce a gestire le

debolezze perché gli altri dovrebbero sceglierci come amici e punti di riferimento?”

Tutti sono deboli, nessuno escluso, ma alcuni sanno accettare le proprie fragilità trasformandole in

peculiarità degne di nota e, partendo dai difetti, costruiscono su di essi la loro unicità, altri si

lasciano travolgere dalle proprie fragilità, ingigantiscono le paure e sono incapaci di gestire

positivamente le proprie emozioni: intraprendendo un “lavoro” sulle proprie emozioni, non si avrà

più col tempo bisogno di cercare rassicurazioni nell’occhio dell’altro, ci si sentirà forti e sicuri nelle

proprie insicurezze e si sarà capaci di mostrare ciò che si vale. Una sensibilità fuori dal comune è

capace di produrre molti frutti, di capire il prossimo e col tempo di rassicurare coloro che si trovano

nelle difficoltà vissute o in altre situazioni dolorose.

Paure e dubbi possono spingere però ad assumere un atteggiamento di sospensione e attesa per cui

le questioni paiono irrisolvibili e l’altro irraggiungibile, così il desiderio di solitudine si accentua. A

una chiusura emotiva che porta a dare risalto agli aspetti negativi si reagisce trovando il modo

giusto di esprimere ciò che si sente e ciò che si pensa, dando il giusto risvolto alla comunicazione:

gli strumenti possono essere i più disparati, l’importante è riuscire a comunicare ciò che si è per

essere pronti a vedere le opportunità.

A causa della legge d’attrazione di energie simili (che risponde non solo alle azioni, ma alle

intenzioni, alle emozioni e all’attenzione ovvero al pensiero e alle parole), dopo un evento doloroso

e sfortunato occorre accogliere tutto senza voler ignorare ed eliminare a forza l’accaduto e senza

pensare a ciò che manca o a principi di merito che portano a coltivare l’attesa (cioè la sensazione di

mancanza che “attirerà” eventi che impoveriscono): bisogna concentrarsi subito sulle possibilità del

momento di stare meglio e quelle future di gestire diversamente le cose e sulle sensazioni positive

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di una situazione sbrogliata e serena evitando di rimuginare con i seguenti pensieri tipici nello

sconforto: a) cosa ho fatto di male per meritarmi questo?; b) una cosa del genere non mi capiterà

mai più; c) perché sono stato così stupido? d) la sfiga mi perseguita; e) ho un brutto presentimento e

avrà pur un significato…

Un aiuto contro i pensieri negativi è metterli tutti insieme, dopo averli accolti e ascoltati con

accettazione e lucidità insieme (senza disprezzo, ribellione, prediche), e lasciarli poi fluire,

volgendo l’attenzione ad altro (magari svolgendo un’attività qualsiasi), accettando il fatto che non si

può ingannare la mente, che bisogna evitare di fingere utilizzando parole che nascondono

disperazione e risentimento: presi in una spirale negativa occorre entrarci ed esplorarla, infatti,

perché altrimenti i pensieri e gli impulsi rifiutati escono in modo spiacevole (in incubi, automatismi

deleteri o eventi molto negativi).

L’atteggiamento fatalistico blocca la realizzazione mettendo in una condizione di attesa e di

dipendenza dagli altri. Davanti a un problema, in sintesi, non bisogna rimandare il momento di

affrontarlo né evitarlo ma essere flessibili e ripetersi: “OK, oggi sta andando così… ma io posso

farcela e non mi spezzerò”, così da sentire di avere il controllo della situazione - perché la si

affronta anziché crogiolarsi nella rabbia - e da sostituire un pensiero negativo con uno positivo.

Quando poi la sensazione è quella di sentirsi del tutto paralizzati nonostante gli sforzi di procedere

come in certi incubi, bisogna solo aver chiaro che si tratta solo di una sensazione e restare presenti a

se stessi, consapevoli di quello che si prova e si vuole e coscienti che l’impossibilità di realizzare i

progetti è solo attuale: non mollare, individuare i punti deboli e raddrizzare il tiro.

Due domande da porsi quando si soffre a causa del fatto che un desiderio importante non si realizza:

“Sono psicologicamente e fisicamente in condizione di incontrare e gestire l’oggetto desiderato?”

“Accetto l’eventualità di non incontrarlo?” Se la risposta anche a una sola delle domande è no, c’è

la possibilità che la strada sia ostacolata da una propria inconscia volontà. Ad esempio si può avere

un’enorme bisogno di libertà, una libertà prima di tutto mentale, e non essere pronti a diventare

indipendenti, autonomi, non aver ancora davvero liquidato il passato (tornando sugli errori) e non

aver trovato ancora un motivo per vivere tali da voler davvero cambiare, mettere a frutto quanto si è

capito e affermare le proprie verità, personalità, esigenze di gioie e amore (quindi della libertà e

dello spazio per viverli). Se la risposta alle due domande indicate invece è sì, bisogna fare spazio

(anche esteriore) a quanto si vuole ricevere e allenare la mente a vivere come se l’oggetto del

desiderio ci fosse. Se un desiderio è irrealizzabile o e troppo difficile da realizzare, troppo oneroso o

non si realizza da tempo nonostante l’atteggiamento migliore, bisogna forse lasciare una porta

aperta, ma puntare su altro per essere felici, ricordando che del resto i desideri non sempre

corrispondono ai bisogni più profondi e a quelli che, essendo stati creati dalle esperienze più forti

vissute, richiamano la maggior parte delle energie inconsce e che forse sono stati “scritti” da un

destino che non ammette molto altro e che del resto dà abbastanza.

A volte poi il cedere di un sogno porta – per reazione dell’energia distoltavi di colpo – alla

realizzazione in breve di altri sogni (più realizzabili) e pertanto non è cosa troppo negativa, anche se

bisogna passare momenti in cui tutto è confuso e ci si sente in balìa degli eventi.

Altre volte si sognano legàmi sentimentali quando si vive una fase di rivoluzione, un momento di

passaggio tale da aver bisogno di spazio e per cui i legàmi sono freni: essi perciò diverranno

dannosi o poco gestibili, tanto che genereranno problemi da sbrogliare inevitabilmente in futuro,

cioè quando invece si potrebbe ottenere dei legàmi adatti e opportuni grazie all’esaurirsi di quel

momento di tesa evoluzione.

Può essere inutile combattere o sognare quando nessuna delle sponde appare in grado di accoglierci:

meglio calmarsi, fidarsi di stessi e del tempo e lasciarsi andare con serenità al corso delle cose,

consapevoli che la soluzione giusta deve emergere con naturalezza nella mente.

C’è poi, chi, per natura ha un bisogno particolare di entusiasmo, per cui è quasi il motore per vivere,

e tende a farsi fiction mentali, a proiettarsi sempre avanti e a colorare il presente e il futuro,

fraintendendo e conservando ciò che non merita attenzione in realtà e impedendo che arrivi ciò che

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serve e ciò che, insegnando ad amare, radica nella realtà e cancella un’indifferenza, magari poco

consapevole ma dannosa.

Per chi ha passione, come per chi tende a riflettere molto, non c’è niente di più importante di

toccare con mano la realtà… soprattutto quella che gli altri intravedono come realtà, uscendo ed

esponendosi alle critiche, a verifiche attive circa l’opportunità di certi desideri, gestendo le

situazioni in modo indipendente da schemi, toccando il cuore e il corpo di chi si ama.

La soluzione al fatto che l’originalità e la diversità sono percepiti come minaccia dai più, è fare il

prima possibile i conti con i lati imprevedibili di sé, accettando ad esempio i cambiamenti d’umore,

i momenti di esaltazione e chiusura, prendendosi per mano e poi cominciando ad aprirsi al mondo

senza aspettative o pretese. Mantenere un costante contatto con la consapevolezza dei propri

automatismi e con le proprie reali emozioni e progetti è indispensabile: emozioni per troppo tempo

soffocate, come possono divampare in modo pericoloso e prendere il sopravvento, possono creare

una confusione interiore che brucia sul nascere ogni iniziativa.

Essere pronti a cambiare punto di vista per una qualsiasi piccolezza o non saper preservare i

rapporti dagli sbalzi d’umore significa essere influenzabili: per non essere facili prede delle illusioni

e non sbagliare con facilità, bisogna rilassarsi e imparare ad apprezzarsi per quello che si vale,

ricordando che si può essere emotivi e soggetti ad alti e bassi d’umore e un po’ lenti nel rendersi

conto di ciò che accade, perché trascinati da voglia di vivere e da entusiasmi affettivi, ma nello

stesso tempo essere lucidi, critici e profondi nei giudizi e capaci di darsi e amare e che il materiale

per l’evoluzione e le risorse più profonde nascono proprio da curiosità, entusiasmo e carica

evolutiva innati da manipolare e utilizzare in modo originale e, se è vero che l’entusiasmo richiede

cautela, anche se è bene avere i piedi per terra non ci si deve impedire di godere pienamente degli

stati d’animo e di realizzare quello che si ha in mente.

Se non si è del tutto coinvolti in quello che si fa, la vita può diventare frenetica perché si tenderà a

correre forsennatamente nel tentativo di trovare quella partecipazione emotiva che purtroppo in

questi casi può essere solo frenesia, bisogna accogliere il messaggio di quella frenesia e svagatezza,

che spesso nascondono la cosa più bella che ciascuno ha, ovvero il desiderio di essere se stessi, di

esprimersi, di lasciarsi guidare da emozioni e istinti meglio corrispondenti ai desideri, evitando

quanto inchioda nella solitudine, nella passività e in un doloroso stato di attesa e dipendenza. Dalla

frenesia poi è facile passare alla vera e propria alienazione e poi al fare troppo spesso qualcosa che

si considera insensata e sbagliata per sé, il che porta a un grave squilibrio mentale.

Se tutto sembra uguale in una dimensione finta e senz’anima, basta invece aprire la porta,

immergersi in sé, nell’acqua delle emozioni: si capirà quali sono i punti deboli della personalità e

gli schemi che impediscono di evolvere, i paradigmi più difficili da cambiare e che non si è voluto

vedere, le ragioni per cui non si è riusciti ancora a ottenere ciò che si voleva. Non bisogna farsi

prendere dalla fretta per nessuna ragione, bandire aggressività e autocommiserazione, ma anche

disidentificarsi dai propri pensieri e tenere ben separati i concetti di conflitto e confronto aprendosi

al dialogo. Le percezioni, le idee, le intuizioni nelle quali si crede devono essere sostenute con

tenacia e in parte con aggressività: devono essere difese. Dopo che sono state messe alla prova e

quindi raffreddate dal confronto con gli altri o nella mente, si tramutano in sensazioni. Non si deve

quindi fermarsi solo all’idea di aprire la porta, ma essere convinti di farlo, mettersi in gioco senza

alcuna limitazione e proseguire oltre la prima tappa per aprirne uno spiraglio. Si Inizierà il

cammino con la mente carica di convinzioni, quelle idee diventeranno fumose e vaporose e

potrebbero scomparire alla prima prova, ma si deve proseguire senza timore finché la nebbia che

limita il passo sarà spazzata via dal vento della consapevolezza: alcune idee torneranno valide ma

saranno più le novità che le conferme.

Fatta chiarezza nel cuore, si sarà pronti a ricavare ciò che si deve e il pensiero acquisterà peso,

diverrà vibrazione ed emozione: l’aria diventerà acqua, all’intuizione si sommerà il sesto senso,

all’intelligenza si potrà aggiungere valore grazie al cuore e forse in quel momento molte cose

funzioneranno all’unisono e ottime idee e intuizioni incontreranno la situazione perfetta per

diventare creatività, intesa non come capacità di produrre effetti artistici, ma come l’essenza

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dell’uomo e della vita. Quando le contraddizioni tra i propri impulsi e il contrasto tra convinzioni e

modo di vivere viene osservato con apertura e si finisce così per mettersi in dubbio, si viene portati

anche a mettere in dubbio il mondo intorno e allora la realtà appare un calderone, dove tutto può

succedere e dove esiste di fatto un destino, ovvero un sentiero dove poter decifrare segnali lungo il

percorso arrivando così a capire la strada più adatta a sé per esprimersi, non essere soli e stare

meglio senza tradirsi: l’indifferenza non esiste né si può scegliere cosa è o non è in sintonia con la

propria natura particolare, perciò aver chiaro ciò che piace e fa sentire vivi e ciò che non piace o

che porta il cuore a rivoltarsi è come la luce sulla strada giusta. Vivere con autoconsapevolezza,

indipendenza mentale e autonomia è poi il mezzo per arrivare a capire ciò che si desidera più

profondamente, nel senso di quel motivo personale per vivere la propria vita che si impone da sé

con forza lungo quella strada a un certo punto e che nessun altro può dare: infatti si può arrivare

così a conoscersi sempre più intimamente, come in certi sport o discipline come il Tai Chi, in cui

l’allievo che corregge i propri errori davanti allo specchio e con l’aiuto del suo maestro, piano

piano sviluppa dentro di sé una sensibilità, una sorta di sesto senso, che gli fa intuire subito se il

movimento è corretto e rende più veloce ed esatta la percezione dei movimenti e delle intenzioni di

movimento altrui. I segnali e la capacità di coglierli e interpretarli in tempi utili infatti aumentano

man mano che aumenta attenzione interna, coraggio e disponibilità e ciò che interessa e occupa di

più diventa l’inclinazione della mente, cosicché crescono le capacità e si superano limiti e illusioni

e il seguire diviene proseguire, poi inseguire e quindi perseguire quanto basterà. C’è un filo che

lega agli altri e che a volte si avverte di più e sembra far filare tutte le cose: non è quello della

mente che si ha paura di smarrire, ma sensazioni che si infilano dappertutto e invitano a lasciarsi

andare… Quando lo si fa, a volte tutto scorre liscio.

In ogni fase del processo è indispensabile tenere nota delle intuizioni importanti per dare

realizzazione alle idee (anche solo su un foglio). GDM


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