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Cercasi un fine N.26 - Gennaio 2008

Date post: 06-Jun-2015
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Bisogna che il fine sia onesto. Grande. Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come lei vuole amare se non con la politica o col sindacato o con la scuola? Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte.
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intervistando meditando meditando gennaio 2008 anno IV Bisogna che il fine sia onesto. Grande. Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come lei vuole amare se non con la politica o col sindacato o con la scuola? Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte. www.cercasiunfine.it periodico di cultura e politica nei partiti da credenti di Nicola Occhiofino, Vincenzo Caricati, Teodoro Santorsola, Gianluca Miano mente e cuore in politica cercasi testimoni i nostri lettori empo ne è passato da quel gennaio del 1919, quando i cattolici ita- liani, guidati da Luigi Sturzo, sono ritornati ad impe- gnarsi direttamente in politica. Dei tanti nobili profili e alti con- tenuti, è impossibile fare sintesi, eppure solo la loro storia può il- luminare e guidare il presente dei cattolici italiani. Consci che, co- me scriveva Pietro Scoppola, “la storia, in contrasto con l'opinione corrente, non dà lezioni, non det- ta comportamenti, non dice a nessuno cosa deve fare; ma solo aiuta, un poco, a capire che cosa siamo, lasciandoci tutta intera la responsabilità di scegliere, dopo averci messo in una posizione un poco più elevata, con la possibi- lità di un orizzonte più aperto”. Questa storia, oggi, non può pre- scindere dall’indicazione di Pao- lo VI: “Una medesima fede cri- stiana può condurre a impegni diversi”. L’invito papale e conci- liare ad impegnarsi in politica non contiene mai un’indicazione di schieramento e di partito. Per questo motivo il magistero si li- mita a ricordare solo le esigenze etiche fondamentali e irrinuncia- bili nell’azione politica dei catto- lici, che sono: il rifiuto dell’abor- to e dell’eutanasia; la tutela dei diritti dell’embrione umano, del- la famiglia, della libertà di educa- zione e la tutela sociale dei mino- ri; la liberazione delle vittime dal- le moderne forme di schiavitù; la libertà religiosa; lo sviluppo per un’economia al servizio della persona e del bene comune; la giustizia sociale; la solidarietà umana; la sussidiarietà; la promo- zione della pace. Questi principi morali non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno e sollecitano una forte responsa- bilità personale nel realizzarli (cfr. Nota della CDF, 2002). Quin- di, tutti i cattolici, a prescindere dalla loro collocazione politica e sociale, sono tenuti a seguire fe- delmente tutte, nessuna esclusa, queste indicazioni etiche. Eppure una frattura esiste tra i cattolici italiani e non è quella dello schieramento; è quella del- la coerenza. Ci sono coloro che vivono in politica servendo il Vangelo per il bene comune e, purtroppo, ci sono anche quelli (di destra, sinistra e centro) che vivono servendosi del Vangelo per accrescere interessi e potere. La frattura esiste non per carenze magisteriali, ma per deficienze formative, sia a livello di autofor- mazione che di itinerari in par- rocchie e diocesi. Sono pochi i cattolici come Scoppola, che giungono all’impegno politico con una solida formazione intel- lettuale, un cuore grande e una fede solida. Senza questi requisi- ti, si moltiplicano coloro che so- no sedotti dal fascino della Bale- na Bianca, ovvero la parte peg- giore della DC, quella che racco- glieva ed erogava consensi e fa- vori, a tutto spiano. Ne volete una prova? Si chieda a questi si- gnori quanta storia e teoria poli- tica conoscano, se abbiano mai letto un libro di Murri, Sturzo, De Gasperi, La Pira, Moro o una pa- gina del magistero sociale. E con amarezza, spesso, si assiste an- che al vederli, ascoltati e seguiti da una parte della gerarchia e del laicato cattolici, se non proprio additati come esempi. Situazione così grave da far dire a Scoppola che “ormai in Italia vi è una Chie- sa del silenzio che soffre di una sorta di emarginazione ufficiale, ma che rappresenta la riserva per la vera alternativa”. Insieme a Scoppola, in questo numero, i nostri lettori, indicano altri cristiani coerenti e significa- tivi: Sturzo, De Gasperi, La Pira, Dossetti, Moro, Bonhoeffer, Laz- zati, Rodano, La Valle, Romero e altri ancora. Sono convinto che ad accomunarli è quanto Scop- pola scriveva: “La fede ha una pa- rola da dire su tutto! È che tocca a ognuno dei credenti di far sen- tire questa parola. A tutti i livelli. In tutti gli ambienti. Con umiltà. Senza arroganza. Ma con la con- sapevolezza di una grande re- sponsabilità e di un momento de- cisivo per la storia del mondo”. t di Rocco D’Ambrosio c ercasiun fine i ragazzi di don Lorenzo Milani Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DRT BARI Pietro Scoppola (1926-2007), storico, docente universitario, senatore, testimone di saggezza e fede cristiana nell’impegno politico n. 26 cattolici & politica di Eleonora Barbieri Masini, Luigi Adami, Bartolomeo Sorge
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Page 1: Cercasi un fine N.26 - Gennaio 2008

intervistandomeditandomeditandogennaio 2008 • anno IV

Bisogna che il fine sia onesto. Grande. Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questosecolo come lei vuole amare se non con la politica o col sindacato o con la scuola? Siamosovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte.

www.cercasiunfine.itperiodico di cultura e politica

nei partitida credenti

di Nicola Occhiofino,Vincenzo Caricati,Teodoro Santorsola,Gianluca Miano

mente e cuorein politica

cercasitestimoni

i nostri lettori

empo ne è passato daquel gennaio del 1919,quando i cattolici ita-liani, guidati da Luigi

Sturzo, sono ritornati ad impe-gnarsi direttamente in politica.Dei tanti nobili profili e alti con-tenuti, è impossibile fare sintesi,eppure solo la loro storia può il-luminare e guidare il presente deicattolici italiani. Consci che, co-me scriveva Pietro Scoppola, “lastoria, in contrasto con l'opinionecorrente, non dà lezioni, non det-ta comportamenti, non dice anessuno cosa deve fare; ma soloaiuta, un poco, a capire che cosasiamo, lasciandoci tutta intera laresponsabilità di scegliere, dopoaverci messo in una posizione unpoco più elevata, con la possibi-lità di un orizzonte più aperto”.Questa storia, oggi, non può pre-scindere dall’indicazione di Pao-lo VI: “Una medesima fede cri-stiana può condurre a impegnidiversi”. L’invito papale e conci-liare ad impegnarsi in politicanon contiene mai un’indicazionedi schieramento e di partito. Perquesto motivo il magistero si li-mita a ricordare solo le esigenzeetiche fondamentali e irrinuncia-bili nell’azione politica dei catto-lici, che sono: il rifiuto dell’abor-to e dell’eutanasia; la tutela deidiritti dell’embrione umano, del-la famiglia, della libertà di educa-zione e la tutela sociale dei mino-ri; la liberazione delle vittime dal-le moderne forme di schiavitù; lalibertà religiosa; lo sviluppo perun’economia al servizio della

persona e del bene comune; lagiustizia sociale; la solidarietàumana; la sussidiarietà; la promo-zione della pace. Questi principimorali non ammettono deroghe,eccezioni o compromesso alcunoe sollecitano una forte responsa-bilità personale nel realizzarli(cfr. Nota della CDF, 2002). Quin-di, tutti i cattolici, a prescinderedalla loro collocazione politica esociale, sono tenuti a seguire fe-delmente tutte, nessuna esclusa,queste indicazioni etiche.Eppure una frattura esiste tra icattolici italiani e non è quelladello schieramento; è quella del-la coerenza. Ci sono coloro chevivono in politica servendo ilVangelo per il bene comune e,purtroppo, ci sono anche quelli(di destra, sinistra e centro) chevivono servendosi del Vangeloper accrescere interessi e potere.La frattura esiste non per carenzemagisteriali, ma per deficienzeformative, sia a livello di autofor-mazione che di itinerari in par-rocchie e diocesi. Sono pochi icattolici come Scoppola, chegiungono all’impegno politicocon una solida formazione intel-lettuale, un cuore grande e unafede solida. Senza questi requisi-ti, si moltiplicano coloro che so-no sedotti dal fascino della Bale-na Bianca, ovvero la parte peg-giore della DC, quella che racco-glieva ed erogava consensi e fa-vori, a tutto spiano. Ne voleteuna prova? Si chieda a questi si-gnori quanta storia e teoria poli-tica conoscano, se abbiano mai

letto un libro di Murri, Sturzo, DeGasperi, La Pira, Moro o una pa-gina del magistero sociale. E conamarezza, spesso, si assiste an-che al vederli, ascoltati e seguitida una parte della gerarchia e dellaicato cattolici, se non proprioadditati come esempi. Situazionecosì grave da far dire a Scoppolache “ormai in Italia vi è una Chie-sa del silenzio che soffre di unasorta di emarginazione ufficiale,ma che rappresenta la riserva perla vera alternativa”.Insieme a Scoppola, in questo

numero, i nostri lettori, indicanoaltri cristiani coerenti e significa-tivi: Sturzo, De Gasperi, La Pira,Dossetti, Moro, Bonhoeffer, Laz-zati, Rodano, La Valle, Romero ealtri ancora. Sono convinto chead accomunarli è quanto Scop-pola scriveva: “La fede ha una pa-rola da dire su tutto! È che toccaa ognuno dei credenti di far sen-tire questa parola. A tutti i livelli.In tutti gli ambienti. Con umiltà.Senza arroganza. Ma con la con-sapevolezza di una grande re-sponsabilità e di un momento de-cisivo per la storia del mondo”.

t ‘‘di Rocco D’Ambrosio‘‘

cercasiunfinei ragazzi di don Lorenzo Milani

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postaleD. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)

art. 1, comma 2, DRT BARI

Pietro Scoppola (1926-2007),storico, docente universitario,

senatore, testimone di saggezza efede cristiana nell’impegno

politico

n. 26cattolici& politica

di Eleonora Barbieri Masini,Luigi Adami,Bartolomeo Sorge

Page 2: Cercasi un fine N.26 - Gennaio 2008

2 ricordando di Eleonora Barbieri Masini

Pietro Scoppola,cattolico a modo suo

io marito, Francesco Maria,era stato a scuola con i duefratelli Ippolito e Pietro

Scoppola. Era in classe con il pri-mo ma anche amico di Pietro. Eraun periodo storico che forse nonè ricordato molto per quanto ri-guarda le famiglie romane. Eranofamiglie numerose, solide, i cuifigli andavano in scuole in cuiavevano fiducia, famiglie cattoli-che nel senso di profonda federeligiosa e di cura nell’educazio-ne dei figli. Famiglie anche aperte ai bisognidegli altri e mai chiuse in lorostesse. Così crebbero i giovani diquelle famiglie a Roma, allora,anni trenta e quaranta, in un con-testo sociale non certo facile. Questo tipo di famiglia ha reso

possibile la formazione di perso-ne come Pietro Scoppola e miomarito con modi ed atteggiamen-ti molto simili anche se con vitemolto diverse. Qualunque fossero le loro scel-te, i loro impegni, di professioneo di vita personale e familiare,tutto veniva fatto con dedizione,serenità oltre che con serietà in-tellettuale. Attento ai suoi studied ai suoi studenti con le loro ne-cessità o curiosità l’uno, attentoal continuo aggiornamentoscientifico ed ai suoi malati, inquanto esseri umani in ospedale,l’altro. Pronti all’ascolto con ilsorriso quieto entrambi.Così li ricordo io. Mio marito, perla sua professione, vide attraver-so gli anni Pietro e Ippolito varievolte ma io lo seppi solo dopo,perché un vero medico non par-la mai degli incontri professiona-li.Ciò che però ricordo con chia-

rezza sono il modo e le parolecon cui Pietro mi salutò, comeuomo che lo aveva conosciuto edapprezzato, il giorno del funera-le di mio marito dopo la messa. Con l’altro fratello di Pietro, Lui-gi Scoppola anche lui medico co-me mio marito, e con sua moglieSofia, mio marito ed io coltivam-mo una lunga amicizia. Ho voluto parlare prima di PietroScoppola come forse nei moltiscritti recenti su di lui, non si èparlato tanto e cioè per ricordar-lo insieme a mio marito ed al lo-ro comune contesto di formazio-ne e nella loro somiglianza neltratto umano e professionale.Vorrei ora ricordare i miei incon-tri professionali ed anche di ami-cizia con Pietro Scoppola. Ci incontravamo, con altri amici,a casa di una comune e, per tut-ti, cara amica, Marisetta Paronet-to Valier, storica anche lei, perparlare di politica, di democrazia,della nostra fede e le nostre pre-occupazioni e speranze. Con-frontavamo anche i nostri ricordie le nostre esperienze della guer-ra e del dopoguerra specialmen-te a Roma.

Le esperienze del gruppo diamici, erano certo diverse tra lo-ro, secondo le circostanze e i luo-ghi dove avevamo trascorso que-gli anni. Ad esempio, per quantomi riguarda, ricordavo come ildopo guerra fosse stato marcatodall’esperienza, da quasi adole-scente, degli anni trascorsi in unconvento, nascosta con mia ma-dre scozzese, mentre mio padreera lontano a causa della guerrae dal suo ritorno dopo la duraesperienza di tanti anni. Altri tra noi amici avevano espe-

rienze diverse legate al contestosociale in cui si erano trovati du-rante e dopo la guerra. Pietro Scoppola poneva la sua lu-cida conoscenza della storia afianco delle esperienze di tuttinoi. La sua profonda consapevo-lezza storica, continuamente rivi-sitata da nuove curiosità, è statafonte e stimolo di riflessione peruna persona che come me, haoperato nell’area delle scienzesociali attraverso l’insegnamentouniversitario e la ricerca sul cam-po in paesi diversi sia in Africache in America Latina e in Asia.La lucida visione storica di Scop-pola portava necessariamente alriesame delle esperienze vissutein contesti sociali così diversi traloro e con percorsi storici cosìcomplessi, incoraggiandomi, diconseguenza, all’approfondi-mento del passato e del presenteda me vissuto, per meglio com-prendere i problemi attuali e pos-sibilmente quelli futuri di queipaesi e di quelle persone. A questo proposito non possonon ricordare il suo insegnamen-to riguardante il non arroccarsi infondamentalismi religiosi mapiuttosto cercare di conoscere,comprendere gli “altri” diversiper religione e cultura onde por-re le basi del dialogo e soprattut-to del rispetto reciproco.Per quanto mi riguarda, ho appli-cato questo insegnamento nellamia vita di studio con i giovani didiverse culture e di attività di ri-cerca in paesi diversi. Il pensiero di Scoppola però vaoltre: al poter convivere. E’que-sto a mio parere il concetto cen-trale e soprattutto l’obbiettivo daperseguire per il futuro del no-

stro paese come di ogni altra par-te del mondo. Questo obbiettivoriguarderà sempre più i nostri fi-gli e nipoti, i quali si troveranno,più ancora di noi, nella situazio-ne sociale del convivere con “al-tri” di religioni e culture diverse.In questo quadro interpreto ilpensiero di Scoppola, lo storico,come necessità di comprensionedella realtà sociale passata ed inmutamento e quindi in chiaveanche anticipatoria o di previsio-ne sociale. Non a caso, recentemente, il Car-dinale Carlo Maria Martini, hadetto:” Credo che lo sforzo percapire gli altri, per mettersi al lo-ro livello debba essere oggi piùgrande che mai”. Ancora un concetto di Scoppolache lo ha molto impegnato e con-tro il quale, come democratico, siè battuto ed ha operato nei tem-pi attuali, è il silenzio del laicatocattolico che pare rinchiudersinell’ intimità individuale o di po-chi. Anche questo è un pensierodi grande riflessione per i catto-lici per il loro futuro. I cattolicihanno avuto, nella politica italia-na un ruolo importante a partire

da Don Luigi Sturzo e da AlcideDe Gasperi, personaggi che han-no costituito il background poli-tico in termini democratici diPietro ScoppolaCome ha detto recentemente il

cardinale Achille Silvestrini: “conlui scompare una personalità distatura morale non facilmenteimitabile” e questo costituiscecertamente una sfida nonché unsegnale per i cattolici democrati-ci nei confronti della politica at-tuale e futura del nostro paese.L’esempio di Scoppola è un mes-saggio forte per il cattolico versol’assunzione delle proprie re-sponsabilità alla luce della fede.Si tratta a questo punto, per il

cattolico, di dare una risposta aiproblemi della società come èoggi e come potrà essere doma-ni. Così si può intendere la defi-nizione di papa Paolo VI nei con-fronti di Pietro Scoppola di “cat-tolico a modo suo” definizione incui oggi molti cattolici in Italia siriconoscono.

[sociologa e docente di previsio-ne sociale, PUG, Roma]

m

ietro Scoppola (1926-2007)ha dedicato gran parte del-la sua vita alla ricerca e al-

l'insegnamento della storia con-temporanea del nostro paese neidue ultimi secoli (Ottocento eNovecento). È stato professoreordinario di Storia contempora-nea all'Università La Sapienza diRoma; il suo nome è anche stret-tamente associato alla storia delcattolicesimo democratico in Ita-lia. I suoi studi si sono indirizzatiinizialmente verso il modernismoe le origini del movimento demo-cratico cristiano agli inizi del‘900, per poi approfondire i rap-porti tra Chiesa cattolica e lo Sta-to nel periodo liberale, fascista enell’Italia repubblicana. Egli haprofondamente analizzato le ra-gioni dell’affermarsi del regimefascista, nonché i rapporti traquesto e la Chiesa cattolica, cheportarono al concordato del 1929e all'appoggio da parte del Vati-cano, rimasto invariato fino al1943 ed oltre, malgrado la cam-pagna antisemita del 1938. Comeha ricordato Nicola Tranfaglia “ilsuo libro-antologia La Chiesa e ilfascismo, divenne per molti anniun testo prezioso per spiegare aigiovani che cosa era successo inquegli anni e per quali ragioni siera realizzato quel discutibile

connubio tra i fascisti e le istitu-zioni ecclesiastiche. Le sue anali-si di quel periodo restano ancoraoggi valide e insegnano alle nuo-ve generazioni il dramma italianocon grande chiarezza e la giustadistanza che spetta allo storico”.Un grande rilievo ebbe per lui lafigura di Alcide De Gasperi, cuidedicò approfondimenti di porta-ta internazionale. Lo scritto piùnoto su questo tema è La propo-sta politica di De Gasperi, che su-scitò un ampio dibattito culturalee politico. La figura di De Gaspe-ri incarnava per lui il simbolo delpolitico cattolico impegnato a di-fendere l’autonomia delle sceltedel partito di ispirazione cristia-na, rispetto all’ingerenza messain atto dal Vaticano. Negli annisuccessivi alla morte di Aldo Mo-ro, evento che definì "una grandeoccasione morale sprecata", ana-lizzò i caratteri della lunga tran-sizione italiana "incerta, contrad-dittoria nei suoi esiti, infinita e in-concludente a un tempo". Nelsuo altro saggio fondamentale LaRepubblica dei partiti. Evoluzio-ne e crisi di un sistema politico,Scoppola analizza il perché la de-mocrazia in Italia appare lontanada un coerente modello demo-cratico. Dal 1974 al 1978 è statocapo redattore della rivista Il Mu-

lino. Nella IX legislatura (1983-'87) viene eletto senatore - indi-pendente nelle liste della DC. Ne-gli ultimi anni si era avvicinato al-la Margherita, in particolare algruppo dei Popolari. Dal 2003 al2007, è stato presidente naziona-le della Rete dei Cittadini perl'Ulivo. È stato membro dellaCommissione Nazionale Italianaper l'UNESCO.

tra i suoi libri

Dal neoguelfismo alla Democra-zia cristiana, Studium;Crisi modernista e rinnovamentocattolico in Italia, il Mulino;Chiesa e Stato nella storiad'Italia, Laterza;La Chiesa e il fascismo, Laterza;La proposta politica di De Gasperi,il Mulino;Gli anni della Costituente frapolitica e storia; La "nuova cristianità" perduta,Studium;La Repubblica dei partiti. Evolu-zione e crisi di un sistema politico,il Mulino;25 aprile. Liberazione, Einaudi;La Costituzione contesa, Einaudi;La democrazia dei cristiani,il Mulino;La coscienza e il potere, Laterza.

tra i libri

p

di Pietro Scoppola

eocon, teodem, atei de-voti. I neologismi teocon eteodem identificano coloro

i quali propugnano politiche, ri-spettivamente, conservatrici eprogressisti, rigorosamente ispi-rate alla dottrina e ai valori cri-stiani. Essi, permanentemente “inmissione per conto di Dio”, siproclamano difensori più o menomoderati della religione; piùspesso “contro” che “pro” qual-cosa, inflessibili vessilliferi e as-sertori di verità, non sempre nesono testimoni. A volte capitaquindi che divorziati, fedifraghi,sfruttatori di donne difendano lafamiglia, spregiudicati affaristi in-carnino l’etica commer-ciale, esportatori didemocrazia e im-portatori di immi-grati a colpi dibombe e lavoronero contribui-scano a confon-dere su cosa siano lapace e l’accoglienza.L’essere cristiano diventa qua-si una petizione di principio, unaquestione o un vanto meramenteculturale da condividere, in tra-sversale contiguità, con gli ateidevoti, i quali - per definizione -non credono e non praticano, ma“rispettano”. Singolari ammicca-menti e ossequiose riverenze do-ve latitano o soccombono model-li ed esempi realmente virtuosi.Non a caso, infatti, l’espressione“atei devoti” fu coniata da Benia-mino Andreatta, per intelligenzae coerenza, loro esatto opposto.

Religione civile. Secondo l’ac-cezione classica, essa rimande-rebbe alla memoria, all’etica co-mune, ai valori fondanti di unanazione: in Italia, a sentire alcu-ni, non si sarebbe mai seriamen-te consolidata a causa del ruolo,dell’importanza e dell’ostracismo

secolari del Papato. Le incertezzeterminologiche dimostranoquanto sia sterile contrapporrefede e laicità o affermare la su-premazia dell’una sull’altra, allastregua di crociate ideologichegeneratrici di amnesie e revisio-nismi storici, di vacanze demo-cratiche e vuoti normativi, a tuttodiscapito di un dialogo, ben piùproficuo e responsabile, capacedi pervenire a sintesi costruttive.

Laicismo, integralismo. È an-cora contro-

verso se laparola “laici-smo” possa edebba distin-guersi, in

senso peggiorativo,dal sinonimo “laicità”,

individuando non più sol-tanto la separazione e

la equidistanzadello Statodalle ideologie

e dalle confes-sioni, ma addirittura la sua

totale indifferenza verso ogniquestione etico - religiosa. La pa-rola “integralismo” esprime inve-ce un atteggiamento di irremovi-bile intransigenza rispetto a ognidiversità. Stranamente, i due ter-mini condividono il destino at-tuale di alludere, diversamenteche in passato, quasi esclusiva-mente alla sfera religiosa. Istinti-vamente si associa ad entrambiun approccio estremista e intolle-rante: i laicisti ripudiano la mora-le e la fede in assoluto, gli inte-gralisti soltanto quelle altrui.Guerre di religione, insomma, ci-vili e mondiali, dove sono pro-prio i lumi o quel Dio per cui sicombatte a risultare sconfitti. E,con loro, tutti gli uomini.

[avvocato, Conversano, Bari]

in parola

t

di Massimo Diciolla

Page 3: Cercasi un fine N.26 - Gennaio 2008

iorgio La Pira, morto tren-t’anni fa, ha scritto e testi-

moniato che “la politica è la piùelevata attività umana con la pre-ghiera e la poesia”. Forse è unpo’ difficile per noi oggi pensarela politica insieme alla preghierae alla poesia. Forse i politici ri-dono di questo accostamento egli oranti e i poeti si sentono im-barazzati.Eppure la politica senza la pre-ghiera e la poesia deperisce ecessa di essere (come la definivaErnesto Balducci grande amico diLa Pira, “l’organizzazione storicadella speranza”) e diventa intral-lazzo per il potere. E la preghie-ra e la poesia senza la politica ri-schiano la deriva dell’alienazioneo dell’egoistica consolazione.Si sa che l’attività politica è fattadi analisi, di sintesi, di mediazio-ni, di decisioni.Ma si dovrebbe anche sapere chel’attività politica vera, alta, auten-tica si nutre di ideali, di speranze,di sogni.Parlando di “sogni e politica” èimpossibile dimenticare per lepersone della mia età (sono natonel 1935) il discorso pronunciatoa Washington il 28 agosto 1963da Martin Luther King. In quelmemorabile discorso ha ripetutopiù volte “Io oggi ho un sogno”. Sempre in quel discorso, tra l’al-

tro, ha detto: “Non indugiamonella valle della disperazione.Con questa fede potremo cavaredalla montagna della disperazio-ne una pietra di speranza. Ho unsogno, che questa nazione ungiorno sorgerà. Questa è la no-stra speranza. Con questa fedepotremo lavorare insieme, prega-re insieme, lottare insieme, anda-re in prigione insieme, schierarciinsieme per la libertà”.In questo “sogno” io colgo ancheil messaggio che il politico è in-nanzitutto un uomo e che l’uomonon è solo politica. Sempre Bal-ducci nel 1977 disse: “L’aver ri-dotto tutto l’uomo a politica èuno dei peccati del nostro tempo.L’uomo non è solo politica. Lapolitica è lo strumento per tra-durre in realtà le sue speranze.Ma la sorgente della speranza è ilsolco profondo della coscienzaumana”.È la coscienza la prima e insosti-tuibile fonte ispiratrice dell’attivi-tà politica dell’uomo .Se si inaridisce questa fonte (epuò succedere per tanti e svaria-ti motivi) non si può più parlaredi attività politica dell’uomo. Sidovrà parlare dell’attività politicadell’“homo homini lupus”, cioèdella bestia. Domandiamoci con sincerità e ri-spondiamo con onestà: come te-nere insieme senza confusione e

senza separazione, coscienza epolitica? Per tutti gli uomini e ledonne di ogni religione o di nes-suna religione è una domandaineludibile e senza risposte pre-confezionate o preparate e acqui-stabili da agenzie di “articoli emateriali etici”.Per quanto riguarda i cristiani,cioè i discepoli del Signore Gesùmorto e risorto, è importante chesiano sempre consapevoli che “ilVangelo non fornisce ricette perassegnare, ai difficili tentativiumani di lotta contro il male, leoppressioni e le ingiustizie, dei fi-ni precisi a breve o lungo termi-ne, né indica i modi per trovarele vie e i mezzi capaci di condur-vi. Nessuno sarà mai dispensatodal portare, a proprio rischio epericolo, dei giudizi pratici suipericoli che minacciano, sulle si-tuazioni da affrontare e da analiz-zare, sulle scelte da fare tra lepossibili offerte” (P. Grelot).Quindi anche il cattolico deve vi-gilare perché alla coscienza nonsi sostituisca la viltà, la conve-nienza e la vanità anche se chia-mate con nomi più presentabili.E deve vigilare perché alla giusti-zia, che è il fine dell’azione poli-tica, non si sostituisca la sicurez-za, l’opportunità, la popolarità.Nel marzo 1990 a Seoul capitaledella Corea del Sud si svolse l’As-semblea Ecumenica Mondiale or-

Dio è il sole che dà la vita,

Dio è l’acqua che disseta la nostra gola,

Dio è il mais che ci nutre,

Dio sono le vibrazioni che danno la musica,

Dio è l’uomo sulla Luna,

Dio è l’uomo che muore di fame,

Dio è l’uomo che muore in fabbrica,

Dio è l’uomo che crede di credere,

Dio è la vita e la morte.

Dio è il rispetto per l’amore e la libertà,

tutto il resto è potere!

3

poetando di David Maria Turoldo

meditando

la politica, la preghierae la poesia

cittadini e credenti

G

di Luigi Adami

ganizzata dal Consiglio Ecumeni-co delle Chiese che ha sede a Gi-nevra. Il tema dell’assise era:“Giustizia, Pace e Salvaguardiadel Creato”. Tra i partecipantic’erano anche alcuni cattolici . E’stata un’Assemblea molto viva,con momenti anche difficili edrammatici.Ho impresso ancora nella memo-ria il discorso vibrante e appas-sionato del vescovo Barbara Har-ris della diocesi episcopaliana delMassachusetts. A conclusionedella sua relazione disse: “Ricor-do il cammino morale e spiritua-le percorso da Gandhi e da Mar-tin Luther King.Essi riconobbero che:La viltà chiede “è sicuro?”la convenienza chiede “è oppor-tuno?”la vanità chiede “è popolare?”,ma la coscienza chiede “è giusto?”.E viene un giorno in cui dobbia-monon perché è sicuro,né perché è opportuno, né perché è popolare,ma perché la coscienza dice cheè giusto”.

Bisogna che la voce mite della

coscienza che ci indica quelloche è giusto scegliere e fare an-che nell’attività politica riesca adessere percepita, accolta e ascol-tata nonostante il frastuono e ilchiasso di voci provenienti talvol-ta anche da ambiti istituzionalireligiosi che parlano di sicurezza,di convenienza, di rilevanza so-ciale, in ultima analisi di poterecon altre parole.Per ascoltare la voce mite dellacoscienza ogni uomo è invitatoinsieme con altri uomini di buo-na volontà o da solo (oggi la con-dizione di solitudine è più fre-quente di quanto si pensi) a sco-prire e praticare percorsi di cre-scita spirituale tessuta dalla quie-te interiore e dal silenzio esterio-re. Cammini di autentica spiritua-lità, da non confondersi con i va-ri spiritualismi narcotizzanti, nar-cisistici e alienanti tanto in voga,dove si impara l’umiltà della par-zialità, della ricerca e del dialogoe si fa argine contro l’arroganzadel totalitarismo del possesso edel monologo.

[parroco di Colognola ai Colli,

questione antica e, tutta-via, sempre attuale quelladella doppia appartenenza

del cittadino cattolico alla “polis”ed alla ”ecclesia”. Quale rappor-to deve esserci tra le due dimen-sioni ? Di subordinazione, di esclu-sione o di armonizzazione?Il credente cattolico è parte inte-grante della cittadinanza e, per-tanto, deve vivere questa condi-zione collocandosi né sopra, nésotto, né a lato degli altri, ma suun piede di pari dignità e diuguaglianza di diritti e di doveri.Quando pensa di rivendicare unasua superiorità, appellandosi alfatto di attingere motivazioni edindicazioni dal Libro Sacro, si po-ne su un piano di permanenteconflittualità con chi credentenon è o lo è altrimenti. Ben diver-so è stato l’atteggiamento di No-stro Signore che non attirò a sél’incredulo centurione con la mi-naccia e l’anatema, ma con la vi-ta donata sulla croce. La Suagrandezza non è stata impostaper decreto, ma riconosciuta nel-l’umiltà della testimonianza. Nel-la prospettiva specificatamentepolitica la diversità della ispira-zione del cattolico va vista nellospirito di quella che don ToninoBello chiamava la “convivialitàdelle differenze”. Negli ultimi an-ni, tuttavia, il cattolico non sem-pre è riuscito a tenere salda laconquista, compiuta fin dai tem-

pi della lotta al nazifascismo edella nascita della Repubblica,della cultura del dialogo; ha inve-ce posto l’accento su ciò che di-vide, piuttosto che su ciò che uni-sce. Riandando ai tempi del Con-cilio Vaticano II, ricordo congrande nostalgia Papa GiovanniXXIII ed il suo : “…quando in-contri qualcuno sulla tua stradanon chiedergli da dove viene, madove va e se la meta è da te con-divisa accompagnati a lui”. E’questo spirito che va recuperato;l’impegno politico del cattolico,oggi, è quello di ritornare ad“animare dal di dentro le realtàtemporali” e, nei limiti consentitidalla dialettica politica, riuscire acondividere con gli altri alcuniobiettivi fondamentali. Splendidoesempio al riguardo è stato nelrecente passato la elaborazioneed approvazione della nostra Co-stituzione repubblicana. Quantodi evangelico, senza alcunaostentazione, è presente nei prin-cipi fondamentali e nella primaparte della Costituzione italiana?Moltissimo! La sintesi meraviglio-sa di valori cristiani, socialisti e li-berali, operata dai padri costi-tuenti e presente in quegli artico-li, è la prova che, quando si ope-ra con onestà intellettuale, mora-le e culturale, la “convivialità” èpossibile; quando ci si colloca gliuni contro gli altri armati, l’esitonon può essere che l’attuale do-

lorosa condizione dell’Italia. Unacondizione questa da cui è ur-gente allontanarsi e i cattolici de-vono dare un contributo decisivoa svelenire il clima, lasciando fi-nalmente da parte le nostalgiedell’unità dei cattolici e la riven-dicazione petulante della propriaidentità e della propria superio-rità; dietro tutto ciò io vedo pau-ra del mondo che, paradossal-mente e dialetticamente, si capo-volge in spirito di rivalsa, trionfa-lismi e malcelata sete di potere. Ilcattolico faccia in piena coscien-za la sua scelta di campo e quin-di operi all’interno del suo schie-ramento come soggetto di unio-ne, di ricerca del bene comunesecondo la prospettiva propriadella sua parte e poi, senza alza-re barricate, discuta con l’altra econ essa condivida quello che ècondivisibile; ma la smetta di an-cheggiare, tramare, occhieggiarecon quelli dell’altra sponda nel-l’illusione di poter contare, ricat-tare, dominare il campo, trasfe-rendo in politica una cultura ten-denzialmente mafiosa.Per il bene di noi tutti: Onestàmorale, intellettuale, culturalee…”mettersi alla stanga” (AlcideDe Gasperi).

[docente di liceo, impegnato nel PD,Andria, Bari]

meditando

è

di Vincenzo Caricati

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4

l 14 ottobre 2007 è nato ilPartito Democratico (PD).

Quale spazio vi è per i cattolici?Alcuni ritengono che nel PD, peressi, non ve ne sia. La ragione sa-rebbe che il peso dei DS, che nelPD sono entrati in maggioranza,finirebbe col prevalere sui catto-lici democratici, i quali perciò sa-rebbero destinati a scomparire oa scendere a compromessi su va-lori e principi «non negoziabili».Altri invece – a ragione – consi-derano il PD il compimento sto-rico della intuizione del popola-rismo di Sturzo, aperto fin dal-l’inizio a tutti i riformisti, «liberi eforti», credenti e non credenti. Certo, nel PD i rischi per i catto-lici vi sono; ma lo stesso Com-pendio della Dottrina Sociale del-la Chiesa avverte che «il cristianonon può trovare un partito piena-mente rispondente alle esigenzeetiche che nascono dalla fede edall’appartenenza alla Chiesa: lasua adesione a uno schieramentopolitico non sarà mai ideologica,ma sempre critica» (n. 573). E’come dire che, in politica, i cri-stiani sono sempre chiamati aconfrontarsi. Nel caso concretodella confluenza nel PD, i cattoli-ci sono chiamati, quindi, a funge-re da lievito. Utopia? Se i Padri

Costituenti, così diversi tra loro,riuscirono a fare sintesi tra eticapersonalista (tradizione cattolico-democratica), solidarietà (tradi-zione socialista) e laicità (tradi-zione liberal-democratica), per-ché dovrebbe essere impossibileoggi che, dopo 60 anni di vita de-mocratica, conosciamo meglio ivalori della nostra Costituzione:libertà, uguaglianza, solidarietà,pace, dignità della persona? Que-sta, dunque, è la sfida per i catto-lici confluiti nel PD. E’ la stessache dovranno affrontare i riformi-sti di altre tradizioni. Si tratta,cioè, di elaborare un ethos comu-ne – un «neopersonalismo solida-le e laico» –, sublimando (nonrinnegando) le proprie radici e lapropria storia, per dare insiemeun’anima ideale al nuovo proget-to politico.Del resto, in questa linea si muo-ve il primo Manifesto del PD. Ivalori del nuovo soggetto politi-co – vi si legge – «discendono daimolti affluenti della cultura de-mocratica europea. Hanno le lo-ro radici più profonde nel cristia-nesimo, nell’illuminismo e nel lo-ro complesso e sofferto rapporto.Traggono alimento sia dal pen-siero politico liberale, sia daquello socialista, sia da quello

cattolico democratico. Sono ma-turati nella dialettica tra questediverse tradizioni e dal confrontocon le sfide proposte dalle cultu-re ambientalista, dei diritti civili edella libertà femminile, oltre chenella condanna delle ideologie edei regimi totalitari del novecen-to. […] Per noi, i democratici –conclude –, la politica è prima ditutto servizio, è una nobile formadi amore per il prossimo e per ilnostro Paese». Non vi sono, quin-di, motivi seri, in linea di princi-pio, che impediscano o sconsigli-no ai cattolici di militare nel PD.Anzi, sono molte le ragioni peraderirvi. I dubbi riguardano invece le pro-cedure organizzative, che hannoimpedito al PD di nascere comepartito «veramente nuovo». Sonoprevalse le vecchie logiche parti-tocratriche, tipiche di tutte leoperazioni di vertice. Perciò, lapiena realizzazione del PD di-pende ormai da come sarà gesti-ta la «fase costituente». I primipassi, a cominciare dalla nominadei 17 membri del consiglio, fan-no ben sperare. Il contributo deicattolici, dunque, potrà esseredecisivo per aprire il nuovo sog-getto politico ai valori e al coin-volgimento della società civile.

meditando di Bartolomeo Sorge

cattolici in ricercaDetto questo, però, il discorso suicattolici in politica non si può ri-durre alla loro presenza nei par-titi. Date le persistenti e gravi in-cognite della politica italiana, ac-quista importanza un fenomenoche – da qualche tempo – si ma-nifesta nell’area cattolica, a livel-lo non politico, ma culturale, eti-co e religioso. Alludiamo al Fami-ly day, all’incontro di Loreto, alMeeting di Rimini, al sentir parla-re di verità, che sembra usciredall’ambiguo collateralismo poli-tico, che ne ha offuscato fin quila «cattolicità». Si parla di «cattoli-cesimo di popolo»; ma è una de-nominazione equivoca, perchépuò dare adito a strumentalizza-zioni di natura politica, comequalcuno ha già provato, metten-do il fenomeno in relazione conla eventuale nascita di un partitodi centro. Rifiuta ogni strumentalizzazionepolitica il movimento Officina2007, fondato da Savino Pezzot-ta. Esso si presenta come «un mo-vimento di iniziativa politica e diproposta culturale, laico e di ispi-razione cristiana, che ha comeobiettivo la costruzione del “benecomune”. Un movimento perchéintendiamo sperimentare e gene-rare forme nuove di partecipazi-

ne diffusa alla vita politica, dun-que non un ennesimo partito». L’intuizione è valida. Infatti, la«identità politica» non coincidecon la «identità partitica». «L’iden-tità politica – spiega il prof. Cam-panini – è qualcosa di più, e an-che di meno, di quella partitica:di meno, in quanto non si espri-me adeguatamente in Parlamen-to, non conta nelle decisioni divertice, non assurge a responsa-bilità di governo; ma di più, inquanto capace di elaborare cultu-ra, di misurarsi sulla progettuali-tà, di formare nella società uomi-ni e donne di cui successivamen-te la politica possa avvalersi». Un giudizio su queste novità, perora, è prematuro. In ogni caso, inpresenza anche di queste possi-bili nuove forme di presenza deicattolici in politica, appare sem-pre più urgente creare spazi diformazione (sul modello delle«scuole di formazione politica»),che preparino soprattutto le nuo-ve generazioni a un impegno ide-almente motivato e professional-mente serio.

[gesuita, direttore Aggiornamenti So-ciali, Milano]

el nostro Paese soffia unvento che abbatte le perso-ne povere. Aumentano so-

litudini, angosce, tristezze, discri-minazioni ed emarginazioni. E’ ladevastante conseguenza di un si-stema economico che ignora,danneggia, esclude, dissanguacon le invereconde leggi del mer-cato. Di fronte ad un così tragicoquadro bisogna scendere in cam-po, ritornare alla politica e inter-rogare tutte le persone di buonavolontà. Bisogna porre in esse-re,con la massima urgenza, unapolitica di liberazione dalla mise-ria, dalle sofferenze, dalle paure.Si tratta di impegnare tutte leenergie creative per incarnare

nella lotta alla povertà, alla disoc-cupazione, alla precarietà, all’ille-galità, i fondamentali diritti uma-ni. Su tutti il primato della perso-na umana, la giustizia, la pace, illavoro, l’uguaglianza. E’ il benecomune, che può essere conse-guito solamente declinando inconcreto la centralità delle ultimee degli ultimi. Per raggiungere ta-le e salvifica meta s’impone inqualsiasi scelta la valenza eticadell’impegno politico, insieme alfascino di una grande tensioneideale, morale e civile. Va eserci-tata con pulizia, competenza, ri-gore, onestà, integrità, rettitudi-ne, coraggio, sacrificio, dignità eautorevolezza. Con l’esempio

che trascina nella dimensione delservizio. Essa non può essere sle-gata dai valori, altrimenti diventaun ben misera cosa. Dotati di lai-cità ed autonomia, educati al plu-ralismo, le cattoliche e i cattolicinell’agire politico sono chiamati,da cittadini, ad essere competen-ti, coraggiosi, credibili, profetici,a lottare contro qualsiasi ingiusti-zia, a stare sempre dalla parte dicoloro che hanno più bisogno.E’ l’insegnamento di Giorgio LaPira che, da sindaco di Firenze,così scrisse: ”Fino a quando voimi lasciate in questo posto mi op-porrò con energia massima a tut-ti i soprusi dei ricchi e dei poten-ti. Non lascerò senza difesa la

parte debole della città; chiusuradi fabbriche, licenziamenti esfratti troveranno in me una diganon facilmente abbattibile. Tutta-via la vera politica sta qui, difen-dere il pane e la casa della piùgran parte del popolo italiano. Ilpane (e quindi il lavoro) è sacro;la casa è sacra: non si tocca im-punemente né l’uno né l’altra”. Nell’attenzione a non ammalarsid’integrismo, i cristiani devonoimpegnarsi in una politica contutte le forze del cambiamento.Un’arte del governare aperta allevere e necessarie novità, che ab-bia il senso della storia pur atten-tissima alla cronaca, faccia prece-dere i fatti alle parole, incarni la

cultura nell’azione, che sveli l’im-potenza della violenza e la po-tenza liberatrice della non violen-za e difenda la dignità anche diuna sola persona. Ispirati dallaprima lettera di Pietro, da quellaa Diogneto, dobbiamo contribui-re a dischiudere nel mondo laprimavera della giustizia e dellapace.”Coraggio, profeti della pri-mavera- scriveva don ToninoBello - la terra per non rabbrivi-dire ha bisogno di vestali dellasperanza”.

[già assessore prov., impegnato in Ri-fondazione Comunista, Bari]

n

meditando di Nicola Occhiofino

profeti della primavera

dando a dio e a cesare

i

he strano pomeriggio: iltutto partì da una richiestadel commissario del mio

partito politico, il quale mi chie-se di rappresentare il partito allamessa per i defunti. “Siamo unpartito cattolico non possiamomancare, altrimenti cosa penseràla gente!" Che strana richiesta!Senza pensarci su risposi di sì.Ero comunque contento di doverassumere un ruolo ufficiale, inuna celebrazione. Quanta gentequel pomeriggio. C’era un climasurreale, avvertivo, però, unastrana sensazione di tristezza neivolti dei partecipanti. Certo le al-

te nuvole nere non rendevano lecose più semplici! Ricordo chenon riuscii ad arrivare vicino alsindaco ed ai diversi rappresen-tanti politici del mio paese. Mifermai molto prima, insieme aduna vecchietta che, a differenzadi molti, mostrava un viso diver-so, dolcezza e gioia trasfigurava-no i suoi occhi in quel pomerig-gio di apparente tristezza. La ce-lebrazione ebbe inizio: il sacer-dote non parlava di giudizio fina-le ma raccontava della morte conparole di vita, di amore e di spe-ranza, quell'esperienza mi riempìil cuore, fui inondato da profon-

da consolazione. Insomma avevaragione quella simpatica vec-chietta! Da un pomeriggio in cuiil mio "ruolo di politico" era “ap-parire”, rimasi nascosto ad impa-rare. Penso che impegnarsi in po-litica da credente significa in pri-mo luogo testimoniare l’incontropersonale con Cristo e sentirci re-sponsabili in un impegno totale ecoerente. Ecco le dimensioni delmio agire: in senso verticale nelrapporto con Dio e in senso oriz-zontale nel servizio dei fratelli,senza un atteggiamento inquisi-torio. Il mio agire in un contestopluralista mi impone, infatti, di

ragionare con metodo laico. Lai-co non significa affatto non catto-lico, né tanto meno agnostico oateo. Laicità non come contenutofilosofico, bensì come ambitomentale, come metodo, ovvero lacapacità di saper distinguere ciòche è dimostrabile razionalmenteda ciò che oggetto di fede. Van-no distinte le sfere e gli ambitidelle due competenze, ”date aDio ciò che è di Dio ed a Cesareciò che è di Cesare”. Laico è chisa aderire ad una idea senza re-starne succube, impegnarsi poli-ticamente conservando l’indipen-denza critica. Il cristiano impe-

gnato in politica, a mio avviso,non deve andare alla ricerca spa-smodica di una coincidenza traleggi sponsorizzate dai cattolici ela morale naturale, tutto ciò por-ta a discutere su un piano nonpolitico. Si resta, invece, sul pia-no politico solo quando si chiedese una legge sia o no costituzio-nale. Quanti pensieri aveva pro-vocato quella semplice rappre-sentanza politica al cimitero, tuttinella linea dell’essere più chedell’apparire.

[avvocato, impegnato nell’UDC, Puti-gnano, Bari]

meditando di Gianluca Miano

c

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cattolici e politica: un test di vita5intervistando

bbiamo posto ad alcuni dei nostri sostenitori e lettori tre domande su cattolici e politica:1. Cosa pensi dei cattolici impegnati in politica?2. Secondo te quale partito politico è più coerente con la fede cattolica?3. Chi secondo te nel passato è stato un grande testimone cristiano della vita politica?

Li ringraziamo per le risposte, che riportiamo di seguito. In generale l’iniziativa ha riscosso molta attenzione e cura nel voler condividere e discutere opinioni e credenze di

ogni tipo; l’unica eccezione è stato il fatto che diversi sacerdoti si sono rifiutati di rispondere.

a

1. Non credo che i cat-tolici debbano costituireuna categoria politica asé. Credo che tutti i cri-

stiani, piuttosto che qualificarsida sé come discepoli di Gesù,debbano umilmente mettersi so-lo in cammino nella sequela dichi, per sola grazia, li ha chiama-ti a rendere conto, con rispetto edolcezza, della speranza che è inloro.2. Non credo che esistano partiticoerenti con la fede cristiana. Au-spico, contro ogni forma di inte-gralismo, che non esistano maipartiti, che strumentalizzano lafede per indorare e catturare lerealtà terrene, senza rispettare lalaica dualità dell'azione di Dio edell'azione della terra.3. Dietrich Bonhoeffer e mons.Romero.Roberto Savino [avvocato, Bari]

1. Se fare politica è unaforma di servizio, il giu-dizio sui cattolici che siimpegnano in quell'am-

bito così delicato è certamentepositivo. Anzi, ancor più, attesoche oggi, nell'accezione comune,l'azione politica implica uno“sporcarsi”. Pertanto, i cattoliciimpegnati sono ancor più ap-prezzati in quanto accettano con-sapevolmente di sottoporsi a ungiudizio negativo (immeritato).2. Non so rispondere. Bisognaguardare ai programmi? Alle per-sone che li compongono? A quel-lo che pensiamo noi della fede oa quello che è la Dottrina? Che“peso” attribuire nella valutazio-ne all'attenzione alla famiglia, al-la tutela delle fasce deboli (deipoveri), alla “giusta mercede ailavoratori”, al creare e tutelare lecondizioni per una vera demo-crazia? Se si pensa, alcuni partitisono sensibili ad alcuni profilielencati e altri sono “appannag-gio” dei loro antagonisti.3. Ritengo La Pira, per la sempli-cità di vita, elemento sintomaticodi una scelta di servizio nella po-litica.Michele Parisi [magistrato, Bari]

1. Penso che l'impegnodei cattolici in politicasia una forma alta di ser-vizio alla collettività e

un modo per porre in atto un la-voro di mediazione culturale checonsenta di tradurre nel contestoattuale, in risposta ai bisogni del-la gente qui e ora, il messaggiodel Vangelo. Per questo occorro-no cattolici preparati a fare poli-tica, competenti anche professio-nalmente dei campi di cui si oc-cupano e disposti al confronto,all'ascolto, a una traduzione “re-lativa” e non definitiva e immuta-bile dei valori in cui credono.2. Nessuno degli attuali partitipolitici è, secondo me, coerentecon la fede cattolica. Si possono,eventualmente, individuare deisingoli, persone che, nel com-plesso, manifestano una certacoerenza con la fede che dichia-rano e questi, suppongo, sianopresenti in diversi schieramenti.3. Grandissimi testimoni sonostati De Gasperi e La Pira.

Franca Longhi [docente discuola superiore, Milano]

1. Un dovere morale eun servizio per la socie-tà. La crisi dei tradizio-nali schemi culturali

(marxista e laicista) consente diconsiderare il personalismo co-munitario un valore aggiunto perl'intera società.2. La risposta è difficile. Il proble-ma è di verificare quale partito èpiù rispettoso dei valori cristianiperché il dibattito all'interno delpartito stesso è riuscito a matura-re la convinzione che il rispettodei valori fondamentali (la vita, lamorte, il diritto a nascere) sonocondizioni essenziali per il viverecomune. In questo senso, il par-tito democratico, se i cattolici riu-sciranno a sopravvivere alla for-tissima pressione dell'apparatoex DS, potrebbe offrire elementidi positività. Se faranno la finedei maroniti in Libano, mi sembrasia possibile affermare che lesperanze si riducono a zero.3. Certamente De Gasperi: ha di-mostrato la capacità del persona-lismo comunitario di intravederel'evoluzione della società e di in-dividuare gli strumenti istituzio-nali e di politica economica capa-ci di governarli realizzando il be-ne comune.

Antonio Troisi [docente di eco-nomia, Bari]

1. Penso che i cattolicinon si possono e non sipotranno mai ricono-

scere dal partito in cui militano,bensì da una unità di intenti suigrandi temi della società e nondella Chiesa e questo lo si vedepoco. Sul Family Day e soprattut-to sulla Legge 40, abbiamo avutouna mobilitazione dei cosiddetti“cattolici”, ma non dobbiamo di-menticare che altri hanno votato.Non erano cattolici anche quelli,che si trovavano al Coraggio Lai-co in Piazza Navona? Io ne cono-sco moltissimi e da allora il miopiù grande problema è: cosa po-trà, in questo momento storico,riconciliare i due schieramentidegli “ortodossi ed eterodossi”?2. Nessuno, manco i centristi pos-sono ritenersi “fedeli”.3. Sicuramente Sturzo, De Gaspe-ri, La Pira, Moro, Dossetti e mol-tissimi altri anche nei nostri co-muni.

Vito Castiglione Minischetti[sacerdote, storico-archivista, Po-

lignano, Bari]

1. Il problema dei catto-lici in politica è legatoalla loro capacità di non

tagliare i ponti con la loro origi-naria formazione e con il lorogruppo di espressione. L'esserecattolici è un orizzonte sempreda inverarsi. La politica, la sua lo-gica di potere, le alleanze innatu-rali con altri schieramenti ma nelcontempo la necessità di esercita-re una forte mediazione politica eculturale, impongono discerni-mento, passione e nutrimento.Da soli i cattolici non possonofarcela. Devono avere il corag-gio, mentre fanno politica, di nonabbandonare i luoghi scomodi acui vengono richiamati al sensooriginario del fare politica. Anchenoi abbiamo la responsabilità dicostruire dei luoghi di accoglien-za franchi e leali che non ripro-ducano gli attuali schieramenti,ma che abbiano l'ambizione diuna ricerca leale della verità.2. Non voglio essere qualunqui-sta, ma credo nessuno. Ci sonoframmenti qua e là legati alle per-sone, e manca un nostro reale di-scernimento a capire anche noicosa e chi valorizzare.3. Direi su tutti La Pira.

Salvatore Passari [docente difilosofia, Torino

1. I cattolici sono chia-mati a impegnarsi perun “servizio”. La politicaè uno di questi; ritengo

che alcuni cattolici possano esse-re portatori di valori facendosi te-stimoni di questi nella politica.2. Non penso che esista un parti-to del genere oggi. Deve essere ilcattolico che ovunque si trovi de-ve essere coerente.3. Moro, La Pira, De Gasperi.

Maria Vittoria Colapietro[sociologa, Taranto]

1. Continuo a credereche la politica sia la“prima e più alta formadi carità” (Paolo VI). I

cattolici impegnati in politica de-vono fare un uso molto discretodella propria appartenenza eccle-siale, spesso più proclamata cheeffettiva, e della propria fede.Amo pensare che sia possibile ri-conoscere un politico cattolicopiù dalle scelte concrete messe incampo nella sua azione politica,che dalla quantità di volte in cuisi richiama ai cosiddetti “valoricattolici”, spesso utilizzati in mo-do strumentale.2. I partiti che più esplicitamentesi richiamano a una ispirazionecristiana sono quelli nei quali piùstridenti sono le contraddizionitra le proclamazioni di principioe la coerenza personale dei sin-goli appartenenti. In tanti altripartiti, c’è una presenza di catto-lici, frammista a quella di altri po-litici che si rifanno ad altre matri-ci culturali e ideali; in queste or-ganizzazioni partitiche è ancorafaticosa e non sempre chiara la ri-cerca di sintesi il più possibilecondivise da tutti, specialmentesu alcuni dei temi cruciali chel’agenda politica pone dinnanzi.Tuttavia, in una situazione in cuiè un dato acquisito, la pluralità diopzioni politiche da parte dei cat-tolici, ritengo più utile un con-fronto serrato e laicamente argo-mentato sulle singole questioni,all’interno di formazioni politicheo di coalizioni plurali, che non ilrichiamo puramente ideale a uncattolicesimo, spesso ridotto amera “religione civile”, capacesolo di far da collante identitario,contro nemici comuni, visti comeminacce incombenti da fronteg-giare.3. La Pira, per la sua capacità pro-fetica e per la coerenza tra azio-ne politica e vita personale. Per lacapacità di fare scelte impopola-ri, anche contro le indicazioni diopportunità suggeritegli dal suostesso partito, la DC. Per averscelto l’impegno politico comeservizio alle persone, come voca-zione, nella totale dedizione alperseguimento di un bene comu-ne come bene di ogni uomo e ditutto l’uomo.

Adriano Caricati [assistentenazionale MSAC, Roma]

1. Non credo vi possaessere nesso tra fatti as-solutamente intimi (lareligione) e fatti pubbli-

ci (la politica). Purtroppo le reli-gioni, o meglio i religiosi, hannoutilizzato sempre in manierascorretta la loro influenza fino adarrivare a teorizzare, dopo la ca-duta del potere temporale, l’im-pegno cattolico in politica. È amio avviso, quindi, una categoriache non dovrebbe esistere.Quando mi rivolgo al mio dio so-no cattolico, musulmano o altro.Quando guardo alla politica sonosolidarista, socialista, liberistaecc.2. Nessun partito, può esserecoerente con una fede (e solocon quella). Nella politica è insi-to il dubbio. Nella fede il dogma.3. La mia risposta attiene al vissu-to proprio di un determinato uo-mo: Girolamo Savonarola.

Vincenzo Sassanelli[ingegnere, Bari]

1. Sul primo punto cre-do siano davvero pochicoloro che dal compor-tamento si facciano ri-

conoscere come cristiani.2. Nessuno partito si può direcoerente con la fede cattolica;più di uno nominalmente si ispi-ra alla Dottrina sociale. Altra co-sa sono, poi, gli interessi da pre-servare per lo status quo delleimprese del mondo cattolico.3. Classicamente direi De Gaspe-ri e La Pira. Ma perché non pen-sare anche a Desmond Tutu eMartin Luther King? Fa riflettere ilfatto che la testimonianza cristia-na, negli anni più vicini a noi, siadata da persone impegnate nellacooperazione internazionale,nelle professioni e attività di im-presa, nell'affermazione della le-galità.

Alfredo Lobello [sociologo,Bari]

1. I cattolici in politicafanno del bene: perchèdovrebbero starne

fuori?2. Nessuno.3. Forse Moro.

Roberta Rizzo [impiegata, Roma]

1. Penso siano indi-spensabili nel loro im-pegno quotidiano, maessere cristiani impe-

gnati in politica li ricopre di re-sponsabilità non di poco conto.Per me non sarebbe facile il bino-mio Vangelo – politica.2. Non credo ci siano partiti coe-renti con il Vangelo. Vanno sceltidi volta in volta a destra, al cen-tro o a sinistra.3. La Pira.

Pierangelo Scatigna [architetto,Taranto]

Oscar Romero

Luigi Sturzo

Giorgio La Pira

Alcide De Gasperi

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6 intervistando

1. In questa fase, nonvedo una presenza deicattolici in politica chepossa dirsi veramente

tale. A differenza di altre stagioni,infatti, oggi manca la presenza vi-sibile di un laicato cristiano chesia, allo stesso tempo, riconosci-bile nella sua ispirazione ideale eaperto a tutti nella proposta cheha da fare. Quando questa pre-senza è espressione diretta del-l'associazionismo cattolico pre-tende di parlare a nome e perconto della Chiesa, apparendo,così, poco credibile nel rappre-sentare gli interessi di tutti. Quan-do, invece, non chiede tutele cle-ricali, da parte della comunità cri-stiana viene immediatamenteguardata con sospetto, isolata eabbandonata a se stessa, perden-do così di fatto ogni possibilità diconfronto comunitario e quindidi appartenenza ecclesiale.2. La componente ulivista delpartito democratico.3. Livio Labor e Franco Rodano.Vito Micunco [direttore diocesa-

no pastorale sociale, Bari]

1. Non credo ci si possariferire a persone con-crete, la lista sarebbelunga e il giudizio mol-

to diversificato. In senso lato, re-sto convinto che l’impegno inpolitica sia una delle forme diservizio più alte che un cristianopuò svolgere nella sua comunità.Più alta e più pericolosa; meglio:più alta perché più pericolosa da-to che richiede “chiarezza deiprincipi, grande capacità di lettu-ra e di interpretazione delle situa-zioni, solida preparazione e com-petenza, disponibilità a ogni uti-le confronto, coraggio di scelta edi rischio. Sulla coerenza nel per-seguire la giustizia e sulla moda-lità di coniugare il concetto di be-ne comune con la concezione di“uomo” e della sua dignità, si gio-cano, secondo me, le differenzedi scelta e di collocamento nel-l’agone politico.2. Non credo che un partito deb-ba essere coerente con la fedecattolica, ma che le persone, sin-golarmente, debbano fare questosforzo. Il riferimento di un parti-to deve essere la Costituzione, ladichiarazione dei diritti dell’uo-mo, la sfida della democrazia edella partecipazione, l’interroga-tivo sul futuro del nostro pianetae sulle forme di sviluppo sosteni-bile, la forma di governo del-l’economia, ecc. Sono convintoche un cristiano debba avere unapropria idea di tutto questo, maanche la precisa consapevolezzache questa sua visione vada mes-sa in gioco nel concreto della sto-ria e nella complessità della so-cietà.3. De Gasperi, La Pira, Lazzati.

Mario Lonardi [già sindaco diSan Martino Buon Albergo,

Verona]

1. A parte il fatto cheogni cattolico, per natu-ra e vocazione, è, co-scientemente o non, im-

pegnato nella politica, ritengoche la politica sia il martirio bian-co dei nostri tempi e coloro chedirettamente sono impegnati so-no dei chiamati a questo martirio.2. Non credo che il termine coe-renza appartenga all'umana natu-ra. Quale uomo può dirsi coeren-te? Solo Dio è coerente. Un uomocoerente non ha bisogno di Dioe tanto meno della fede. Per que-sto non penso che ci sia un par-tito più coerente di un altro. Lapolitica è per natura mediazione,tende verso un di più valorialema non coincide mai con esso.L'esistenza di un partito coerentecon la fede cristiana sarebbe lamorte della politica stessa.3. In quanto è stato capo di unostato mi è gradito ricordare comecattolico impegnato in politica ilbeato Giovanni XXIII.

Vincenzo Lopano [sacerdote,Altamura, BA]

1. Non riesco a rispon-dere perché li trovo tut-ti abbastanza ambigui.

Con tutte le sue debolezze di pre-senza, apprezzo Prodi che riten-go buon cattolico ma troppopressato da diversi fronti che cer-ca di mediare con difficoltà. Inpassato avendolo brevementeconosciuto ho apprezzato la suadirittura intellettuale. Altri non sa-prei.2. Questo è ancora più confuso,certo non nei dichiarati democri-stiani o altro che dicono e nonsono nei fatti.3. Certo De Gasperi e Moro. Co-sa oramai dire in tempi più recen-ti?

Eleonora Barbieri Masina [do-cente Pontificia Università

Gregoriana, Roma]

1. Il compito formativodella Chiesa dei laiciadulti deve iniziare a es-sere il compito princi-

pale, la priorità pastorale, per for-mare cristiani adulti, maturi nellafede che sappiano stare nel mon-do in piedi da soli e con coeren-za.2. Non c'è, e, forse, non c'è maistato.3. Certamente Giuseppe Lazzati,Igino Giordani, Giuseppe Tonio-lo, don Mazzolari, don Sturzo.

Mimmo Natale [parroco,Acquaviva, BA]

1. Ritengo ogni cittadi-no italiano possa gode-re del diritto di impe-gnarsi in politica intesa,

però, come impegno “civile”, aprescindere dal proprio credo.Questo diritto resta inalienabile evale anche per i cittadini cristianidi fede Cattolico-Romana. Tutta-via, l’etica politica, religiosa emorale, dovrebbe evitare che lafede religiosa abbia un impattopsicologico sul politico affinchéquesti non riservi alla politica unapproccio di stile integralista.Purtroppo i politici italiani di fe-de Cattolica-Romana, hanno dasempre, e negli ultimi tempi an-cora di più, dimostrato una fortetendenza a compiacere con le lo-ro lotte e decisioni politiche, leautorità ecclesiastiche Cattoliche-Romane. Detto ciò, affinché sipossa sperare al raggiungimentodi più alti livelli di democraziavera e pura, auspico fortementeche ogni cittadino si impegni inpolitica sempre più, e che resti-tuisca al proprio credo religiosola vera natura di fede e ispiratri-ce del proprio intimo nei com-portamenti verso il prossimo.2. Poiché la fede cattolica fa rife-rimento ai Vangeli e al messaggioche ci ha lasciato Gesù Cristo,purtroppo l’ipocrisia evidenteche emerge dai comportamentidella classe politica italiana, nonmi consente dare una risposta al-la domanda. Tuttavia, i partiti checon i loro programmi politici econseguenti comportamenti,mettono il cittadino al centro del-la società, dedicano le loro atten-zioni alle famiglie, ai pensionati,ai disoccupati, ai lavoratori, allasolidarietà, alla lotta all’evasionefiscale, ed evitano di inserire lafamiglia e i propri bisogni nel-l’ambito di calcoli meramente ra-gionieristici per il raggiungimen-to di obiettivi di macro-finanzaimposta da istituzioni che nonhanno a cuore le tematiche di cuisopra, sono quelli che più si av-vicinano al messaggio di GesùCristo “È più facile per un cam-mello passare per la cruna di unago che per un ricco entrare nelRegno dei Cieli”.3. Essere testimone cristiano si-gnifica essere portatore del mes-saggio di Gesù Cristo tra la gentee vivere quotidianamente la pa-rola di Gesù Cristo. La storia e lacultura politico-religiosa italiana,è ricca di testimoni cristiani nellavita politica, che con le proprieopere e comportamenti nella po-litica sociale hanno dimostrato(nonostante gli equilibri politici acui si dovevano attenere) che ilmessaggio di Gesù Cristo può,senza ombra di dubbio, essereapplicato nella gestione politicadella comunità, anche se le insi-die sono tante, cioè il consumi-smo, il materialismo, l’egoismo.Fra i tanti potrei citare don Stur-zo, Gramsci, De Gasperi, Moro,Berlinguer.

Vito Damato [impiegato,Santeramo, Bari]

1. I cattolici dovrebberoevitare strumentalizza-zioni, mettersi in una“rete permanente”, in-

vestire il loro impegno per il be-ne comune e attestare la loroopera sulle questioni reali. Per fa-re questo essi per primi devonorecuperare la consapevolezzadella loro identità, che non puòdiluirsi nella “liquidità generale”,ma affermarsi sapendo che nonc’è tanto un concordato da difen-dere, ma la dignità della personada riaffermare.2. La mia opinione sulla situazio-ne politica attuale è che il partitopiù coerente si trovi nel centro-destra.3. Un grande testimone cristianodella vita politica è stato Moro,impegnato nella FUCI e divenutopoi presidente del “movimentolaureati” dell’Azione cattolica.

Nicla La Nave [catechista,Cassano, Bari]

1. Non ho nulla in con-trario. Tuttavia non diròche ce ne vogliono di

più né di meno: quello che civuole sicuramente tra i nostri po-litici è più gente genuinamenteonesta, indipendentemente dallaloro fede religiosa e da quantosostengano di praticarla. La per-sona onesta che ha la forza e, in-dubbiamente, il coraggio di man-tenersi tale in un contesto ricco diben altri stimoli è di per sé un cri-stiano esemplare.2. Nominalmente l'UDC, ma negliideali ufficiali di ciascun partitoc'è sempre qualcosa che derivadagli insegnamenti di nostro Si-gnore, e ciascun partito, sulla car-ta, sceglie di dare più risalto adalcuni aspetti piuttosto che ad al-tri. In quanto al comportamentodei singoli parlamentari, l'incoe-renza, purtroppo, è diffusa, sen-za per questo voler generalizza-re.3. Aldo Moro, il quale testimoniòla dedizione agli ideali, il corag-gio di perseguirli con abnegazio-ne, il martirio a causa di essi.

Alessandro Spano [impiegato,Santeramo, Bari]

1. Penso che chiunqueabbia a cuore il benepubblico e qualche ta-lento da spendere, cat-

tolico o no, abbia il dovere di im-pegnarsi in politica. Il cattolicodeve provare a impregnare deisuoi valori stile e condotta, senzacomplessi di inferiorità ma anchedi superiorità. Essere cattolici inpolitica e non avere senso delloStato e dialogo con tutti, peresempio, non ha senso.2. Nessuna risposta. Credo che leidee camminino sulle gambe de-gli uomini, non credo alle eti-chette.3. Dossetti, La Pira, ma ancheMoro, De Gasperi, Fanfani.Ognuno con il suo stile. Ma cre-do di sbagliare per difetto.

Cesare Paradiso [avvocato,Taranto]

1. La cultura della parte-cipazione, il sentirsi ap-partenenti a una comu-nità di persone che può

essere identificata nella città, onella provincia, nella regione,nella nazione, non può esimercidal provare a dare il nostro con-tributo perchè la qualità della vi-ta di tutti e in particolare dei piùdeboli, migliori. Un contributo dirisposta ai bisogni immediati è ilvolontariato, il contributo di ri-sposta alle cause dei bisogni è lapolitica. Mi pare doveroso che icattolici dalla fede adulta, matu-ra, quelli che riescono a pregaredicendo “Padre nostro” e non“padre mio”, si impegnino, lad-dove abbiano attitudini e voca-zione, per la costruzione del be-ne comune attraverso l'impegnopolitico.2. In verità ritengo che i partitisiano degli strumenti, dei conte-nitori, importanti, ma i contenutisono dati dalle persone. Guarde-rei alla coerenza delle persone,più che a quella dei partiti. Inogni caso mi pare che il centrosi-nistra sia più attento alla centrali-tà della persona, alla cultura del-la solidarietà, alla salvaguardiadell'ambiente, alla giustizia socia-le e alla legalità. Il centrodestraprobabilmente (al di là delle scel-te personali delle persone che lorappresentano) è più attento allasalvaguardia della famiglia.3. Dossetti, don Sturzo, La Pirasono i primi nomi che mi vengo-no in mente. Poi sicuramente cisono tante altre persone, alcunedelle quali forse anonime, chebene hanno testimoniato il Van-gelo di Gesù Cristo anche nel-l'impegno politico.

Gianni Liviano [commercialista,Taranto]

1. Dal punto di vistateorico penso che l'im-pegno in politica deicristiani sia una necessi-

tà storica e anche un modo per“incarnare” le nostre scelte di fe-de che, non va dimenticato, han-no come principio e fine l'uomofatto a immagine e somiglianza diDio. Quelli attualmente impegna-ti in politica sono di due tipi:quelli che appaiono e quelli cheprovano a testimoniare con coe-renza le proprie scelte. I priminon c'entrano niente con l'impe-gno in politica dei cattolici maspesso strumentalizzano la fede(a volte anche usando un ap-proccio integralista e/o fonda-mentalista); i secondi sono spes-so troppo timidi nella testimo-nianza o troppo proni alle sceltedei Vescovi.2. La coerenza non è possibile,per fortuna. Non vorrei un parti-to coerente con la fede cristiana(o cattolica?) ma un partito nelquale le scelte dei cristiani aves-sero diritto di cittadinanza. Senzaperò essere strumentalizzabili.3. Nel mio cuore: Franco Rodano,Giorgio La Pira, Aldo Moro, Ra-niero La Valle, Giuseppe Dosset-ti.

Michele Sorice [docente disociologia dei media,

La Sapienza, Roma]

1. I cattolici in politicasono una realtà cristianaimportante. Sono l'in-contro vivo tra la comu-

nità cristiana e quella civile chepermette l'innesto nella polis diquei valori che sono tipici del cri-stianesimo, ovviamente quandoil politico vive per primo quei va-lori come impegno di “Umanità eSantità” (La Pira).2. Non c'è ne sono. Tutti al mo-mento sono guidati più dai lorointeressi che in genere dai valori.3. La Pira.

Giuseppe Oliva [sacerdote dio-cesano, Massafra, TA]

1. Auspico che ce nesiano sempre più, per-ché credo che, al di là di

ogni visione ideologizzata, siaproprio l’elemento della incarna-zione del Verbo che esiga un im-pegno storico del credente.2. Credo sia legittima la presenzatrasversale dei cattolici in qualsia-si schieramento. Nessuno puòvantare l’esclusiva e piena coe-renza con il Magistero.3. Don Milani e don Sturzo.

Beppe Recchia [parroco,Putignano, BA]

Giuseppe Lazzati

Martin Luther King

Primo Mazzolari

Igino Giordani

Page 7: Cercasi un fine N.26 - Gennaio 2008

7intervistando

1. Il più delle volte sonoincoerenti con i principiche dicono di professa-re.

2. Secondo me fede e partito so-no due sfere che devono rimane-re separate. Sarebbe più opportu-no chiedersi se in politica i catto-lici sono più coerenti dei laici. Ri-spondo che l’esempio che ci vie-ne offerto da uomini politici im-portanti è di incoerenza, senz’al-tro. Non ci sono partiti coerenticon la fede cattolica, ma partiti sucui esercita la sua influenza la ge-rarchia cattolica.3. Senz’altro De Gasperi.

Catia Caramia, [insegnante,Putignano, BA]

1. In una società comela nostra dove la tesi re-lativista dilaga, per ogni

singolo cristiano è doveroso pre-sentare e testimoniare con chia-rezza i contenuti della fede edemettere un giudizio quando leleggi sono contrarie alla legge diDio. Se un cattolico si sente chia-mato a occuparsi della “cosapubblica” ha il dovere di non sot-trarsi a ciò. “Guidati dalla co-scienza cristiana, in conformità aivalori in essa contenute, con il lo-ro compito animano cristiana-mente l’ordine temporale” (Gau-dium et Spes). Quindi è necessa-rio e urgente far sentire la nostravoce anche in politica.2. Quando si presenta la necessi-tà di affidare il compito di rappre-sentarmi, come cittadina, al Par-lamento o ai diversi livelli di ge-stione del bene pubblico, nonfaccio mai riferimento a un parti-to ma alla persona. Oggi non tro-vo alcun partito politico che simuova e si proponga con coe-renza rispetto ai principi sostenu-ti dalla fede cattolica.3. Di uomini politici che hannoservito Dio nelle loro attività po-litiche e di governo ce ne sonomolti; penso a La Pira, a De Ga-speri. Tempo fa mi è capitata trale mani una nota dottrinale cheindividuava San Tommaso Morocome il patrono dei governanti edei politici. Incuriosita, mi sonodocumentata ed è emersa una fi-gura di grande spessore e attua-lissima: laico inglese, padre di fa-miglia, avvocato, umanista, gran-de uomo politico. E’ vissuto inperiodo storico difficilissimo ca-ratterizzato dalla forte presenzadi Enrico VIII (il grande scisma) edi Lutero, di cui si sono conosciu-te le idee. Egli ha rifiutato ognicompromesso, affermando l’au-tonomia della sua coscienza; ciògli è costato la prigione e poi lavita. E’ morto decapitato.

Marilena Stano [casalinga,Cassano, Bari]

1. Penso che i cattolicidevono impegnarsi inpolitica per spirito di

servizio verso gli altri e che il cat-tolico deve stare a sinistra; nonpuò stare, infatti, in partiti che ri-tengono che l’economia vada re-golata dal mercato. Negli Atti de-gli Apostoli si racconta che i pri-mi cristiani mettevano in comunetutti i loro beni, mentre nella let-tera ai Colossesi San Paolo invitai padroni a dare un giusto edequo compenso ai servi.2. I valori di cui ho appena dettoli possiamo ritrovare solo nelnuovo partito della sinistra: ilpartito democratico.3. De Gasperi.

Vito Miccolis [avvocato,Massafra, Taranto]

1. La partecipazione allapolitica da parte dei cat-tolici è una delle tantemodalità con cui rispon-

dere alla chiamata. Paolo VI hadefinito la politica come la mas-sima espressione della carità.Purtroppo, molto spesso, essa èvista come la massima espressio-ne della perversione. Credo che ilcattolico, che senta di impegnar-si nella politica per la costruzio-ne del bene comune, abbia il do-vere di spendere i talenti ricevutiper testimoniare che anche oggila politica può essere e deve es-sere una strada verso la santità.2. Non rispondo. Qualsiasi parti-to, a condizione che sia coerentecon i valori cattolici.3. San Tommaso Moro.

Gianvincenzo Angelini DeMiccolis [avvocato, sindaco di

Putignano, BA]

1. La risposta sarebbestata identica se a esse-re impegnati in politicafossero protestanti, val-

desi, testimoni di Geova, mormo-ni, buddisti, ecc. … o cittadinisenza religione alcuna. La Costi-tuzione della Repubblica Italianaall’articolo 21 recita: “tutti hannodiritto di manifestare liberamenteil proprio pensiero con la parola,lo scritto e ogni altro mezzo didiffusione”. I cittadini di questopaese possono quindi concorrereliberamente e senza discrimina-zioni a determinare l’indirizzopolitico del Paese. Cosa diversa,e a mio avviso più preoccupante,è la presenza di partiti politici cheispirandosi a una qualsiasi dottri-na religiosa abbiano come finali-tà quella di imporre una propriaetica esistenziale anche a chi se-guace di quella religione non è.Le teocrazie sono l’esatto contra-rio delle democrazie. La laicità èvalore fondante dello Stato mo-derno. Una democrazia o è laicao non è.2. Se guardiamo allo scenario de-gli attuali partiti politici presentiin Parlamento penso che i menocoerenti con la fede cattolica sia-no proprio quelli che si fregianodi trovare ispirazione nella cosid-detta “Dottrina sociale della Chie-sa” e che continuano a usare eabusare della parola “cristiano”.Penso che per chiunque e a mag-gior ragione per un cristiano, latestimonianza di vita e la coeren-za con i principi sbandierati sia afondamento dell’agire politico.L’attuale personale politico, nontutti per carità, presente nei par-titi con quella ispirazione o che aessa si rifanno, predicano bene erazzolano male.3. Forse a questa domanda biso-gnava aggiungere una distinzio-ne. Non sempre l’impegno politi-co è identificabile con l’adesionea un partito. Molti credenti nelnostro paese hanno militato inpartiti e/o in associazioni moltolontani da quelli definiti di areacattolica. L’anomalia tutta italianadi ospitare sul nostro territoriouno staterello teocratico e nondemocratico qual è il Vaticano,ha acuito l’eterno vezzo di certiuomini politici di blandire il votodei cattolici cercando l’approva-zione e l’imprimatur delle gerar-chie ecclesiastiche. Si è creatoquel fenomeno tutto italiano cheè il confessionalismo. Molto piùdiscreto e a volte conflittuale co-me quello di don Sturzo, Dosset-ti, La Pira, De Gasperi e Moro.Molto più servile e patetico comequello di Mastella, Casini, Giova-nardi, ecc.

Silvio Bonavoglia [formatore,Taranto]

1. Credo che essere cat-tolici significa necessa-riamente impegnarsi in"Politica", avendo, però,

una concezione molto ampia ealta della politica, come impegnoper il bene comune.2. Credo che tutti i partiti politicise veramente impegnati nel per-seguire il bene comune della col-lettività (maggioranze e minoran-ze comprese) e quindi se veripartiti politici, e non di classe,siano coerenti con la fede cattoli-ca.

Silvia Piemonte [avvocato,Bari]

1. A essere sinceri nondistinguo un politicocattolico da chi non lo è

se non quando si dibattono temiche riguardano quella che io con-sidero la sfera personale di un in-dividuo (leggi PACS e procreazio-ne assistita) e che si confronta-no/scontrano con la morale cat-tolica.2. Il partito è fatto dagli uomini enon dagli ideali che vorrebberorappresentare. Nessuno dei poli-tici che si professa cattolico misembra che persegua i principicristiani, salvo a trincerarsi dietrodi essi per racimolare consensi.3. De Gasperi. Non so se sia sta-to un buon cristiano (come si sa-rà capito non mi interessa), soche è stato un grande uomo po-litico.

Annamaria Acamante [quadrodirettivo istituto di credito, Bari]

1. Un cattolico ha il do-vere di impegnarsi inogni ambito del viveree la politica, che vuole

essere servizio alla “città” e al cit-tadino, deve trovare cattolici di-sposti ad impegnare il propriotempo e le proprie energie ani-mati dalle convinzioni di una fe-de da vivere per gli altri e con glialtri. Ma ciò che nasce da unaconvinzione personale acquistauna dimensione “pubblica” cheoggi, in nome della “laicità” dellapolitica, viene spesso mortificata.Aldilà delle strumentalizzazioni,accogliendo la raccomandazionedi Gesù: “non chi dice Signore,Signore, ma chi fa la volontà delPadre mio …”, penso che i catto-lici debbano in politica testimo-niare e concretizzare i valori dicui sono eredi.2. Diversi partiti oggi strizzanol’occhio al mondo cattolico e vor-rebbero, dove non ancora lo fan-no, sbandierare il vessillo dellacristianità per attingere a un ser-batoio di voti non disprezzabile.Di fatto è difficile riconoscere un

1. Tutto il bene possibi-le, come i buddisti inpolitica, i protestanti in

politica e i seguaci di tutte le re-ligioni, la laicità dello stato è ga-ranzia di partecipazione per tuttialla vita politica. Oggi, però, i cat-tolici, ma non solo loro, in politi-ca sono generalmente sotto pro-tezione del Vaticano, con qual-che eccezione come la Bindi. Ingenere, sono dipendenti da unagerarchia cattolica di una Chiesaaggrappata ai suoi privilegi e ca-pace di fare a braccio di ferro conil potere politico e vincere (vedila questione dei DICO, il referen-dum sulla procreazione assistita,ecc. …).2. Ci sono voluti cinquanta anniperché cadesse l’integralismo cat-tolico rappresentato in politicadal partito della Democrazia Cri-stiana e, dunque, è ora che i cat-tolici nelle questioni politichenon si rifacciano al Cardinal Rui-ni di turno per barattare finanzia-

partito pienamente coerente conla fede cattolica. La coerenza la sipuò riscontrare nelle singole po-sizioni piuttosto che nella lineapolitica del partito. Dovendoesprimere comunque un parere eseguendo la teoria del male mi-nore penso che nel partito demo-cratico, in particolare a quanto viè ancora presente dell’ex PPI, sipossa riscontrare una maggiorecoerenza con i valori della fedecattolica.3. Penso che Moro abbia rappre-sentato un esempio di cristianoimpegnato in politica. I suoi sfor-zi di creare un dialogo tra i variprotagonisti della politica conl’intento di offrire un miglioreservizio al Paese rimangono unagrande testimonianza cristiana.Ancor più oggi, in un panoramapolitico frammentato dove l’im-perativo di apparire e l’arroganzaalimentano divisioni anche tracoloro che si professano cattolici.

Ferdinando Massaro[dipendente Istituto di credito,

Andria, Bari]

menti per le scuole private el’esenzione ICI per gli istituti e glialberghi religiosi e rinunciare allavoro di ricerca di soluzioni eti-che nel dialogo, per questioni co-me i mezzi per la regolamenta-zione delle nascite, per il testa-mento di vita, per le convivenzedi fatto, per il lavoro precario deigiovani. Questo perché l’etica èfrutto della cultura, scaturisce daldialogo e nessuno ha il diritto dipromulgarla per legge, ma la siscopre appunto nel dialogo.3. Martin Luther King per la finepolitica delle discriminazioni raz-ziali per tutti i neri USA, apostolodella resistenza nonviolenta, pre-mio nobel per la pace a 35 anni.Dag Hammarskjöld, segretariodell’ONU, premio Nobel per lapace conferitogli alla memorianel 1961, "in segno di gratitudineper tutto quello che ha fatto, perquello che ha ottenuto, perl'ideale per il quale ha combattu-to: creare pace e magnanimità trale nazioni e gli uomini". De Ga-speri per la visione laica che ave-va della politica che lo portò an-che a contrapporsi alle interfe-renze di papa Pio XII nella poli-tica italiana; avrebbe molto da in-segnare sulla dignità e autonomiadella politica oggi ai politici didestra e di sinistra, cattolici enon.

Anna Tancorre [coordinatriceCentro di Riabilitazione Assisten-za Psichiatrica, Minervino, Bari]

Aldo Moro

Giuseppe Dossetti

Lorenzo Milani

Franco Rodano

Tommaso Moro

Page 8: Cercasi un fine N.26 - Gennaio 2008

Le scuole di politica, del circuitodi Cercasi un fine e del CentroStudi Erasmo, attive quest’annosono:

Associazione Pensare Politica-mentedi Gravina in Puglia (BA)con il patrocinio della diocesiScuola di Formazione all’ImpegnoSociale e [email protected]

Circolo Oratorio ANSPI S. Gerardodi Orta Nova (FG)Scuola di Formazione all’ImpegnoSociale e [email protected]

Cittadinanza Attiva di MinervinoMurgeScuola sulla felicità[email protected]

Centro Pedagogico Meridionaledei Salesiani di BariScuola su “Politica: che peccato!”[email protected]

Il secondo anno del nostro itinera-rioa [email protected] ad [email protected]

Il terzo anno a [email protected] a [email protected]

Per i programmi, le iscrizioni on-linee le altre informazioni:www.cercasiunfine.it(tasto: le scuole di politica)

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ercasiunfineperiodico di cultura e politicaanno 4 n. 26 • reg. presso il Tribunale di Bari, n. 23/2005.

sede: p.zza C. Pinto, 17 70023 Gioia del Colle (Bari)tel. e fax 080 3441243mail: [email protected]

direttore responsabile: Rocco D’AMBROSIOredazione: Franco FERRARA, Carla ANGELILLO, PasqualeBONASORA, Emanuele CARRIERI, Carole CEOARA MassimoDICIOLLA, Vito DINOIA, Domingo ELEFANTE, Franco GRECO, PinoGRECO, Pina LIUNI, Antonella MIRIZZI, Paola NOCENT,Fabrizio QUARTO.

editore: ERASMO - CENTRO DI RICERCA FORMAZIONE EDOCUMENTAZIONE SULL’EUROPA SOCIALE,mail: [email protected] • Per contributi: CCP N. 64761141,intestato a ASSOCIAZIONE ERASMO ONLUS p.zza C. Pinto, 1770023 GIOIA DEL COLLE (BA); l’accredito bancario con la stessaintestazione e lo stesso numero del CPP presso Poste ItalianeABI 07601 e CAB 04000.

grafica e impaginazione: Michele Guerra, mail: [email protected]

stampa: ECUMENICA editrice, scrl via B. Buozzi, 46 70123 BARIwww.ecumenicaeditrice.it

web master: Vito Cataldo

Periodico promosso daSCUOLE DI FORMAZIONE ALL’IMPEGNO SOCIALE E POLITICOdi Massafra (TA), Cassano delle Murge (BA), e Parr. Preziosissimo Sangue - Agesci 12 di Bari

CITTADINANZA ATTIVA DI MINERVINO MURGE (BA)Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico

CENTRO PEDAGOGICO MERIDIONALE DEI SALESIANI DI BARIScuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico

CONSIGLIO PASTORALE ZONALE DI PUTIGNANOScuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico

LABORATORIO POLITICO DI CONVERSANOScuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico

COMMISSIONE DI PASTORALE SOCIALEDELLA DIOCESI DI TRANI-BARLETTA-BISCEGLIEScuola diocesana di formazione all’impegno sociale e politico.

UFFICIO DI PASTORALE SOCIALE E BIBLIOTECA DELLA DIOCESI DIANDRIAForum di formazione all’impegno sociale e politico.

ASSOCIAZIONE PENSARE POLITICAMENTE GRAVINA (BA)Scuola di formazione all’impegno sociale e politico

CIRCOLO ANSPI S. GERARDO DI ORTA NOVA (FG)Scuola di formazione all’impegno sociale e politico

La citazione della testata Cercasi un fine è tratta da SCUOLA DIBARBIANA, Lettera ad una professoressa, LEF, Firenze, 1967

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Siamo grati a tutti coloro che ci sostengono con la loro amicizia, con i loro contributiintellettuali ed economici. In piena autonomia, in un clima di dialogo e nel rispettodelle posizioni di tutti e dei ruoli ricoperti, siamo ben lieti di poter fare tratti di strada

In compagnia di...

Luigi ADAMI, Paolo ANDRIANO, Gianvincenzo ANGELINI DE MICCOLIS, Giulia eFilippo ANELLI, Giuseppe e Marilena ANZELMO, Vittorio AVEZZANO, FrancescaAVOLIO, Giovanna e Pierluigi BALDUCCI, Angela BARBANENTE, Eleonora BAR-BIERI MASINI, Sergio BERNAL RESTREPO, Angela BILANZUOLI, Vito BONASORA,Paolo BUX, Nicola CACUCCI, Teresa CACCHIONE, Domi CALABRESE, Gianni CA-LIANDRO, Mariolina e Andrea CANNONE, Salvatore CANZANO, Clara e Genna-ro CAPRIATI, Annalisa CAPUTO, Maria CAPUTO, Adriano CARICATI, VincenzoCARICATI, Pasqua e Carlo CARLETTI, Raffaella CARLONE, Giuseppe CASALE, Vi-to CASTIGLIONE MINISCHETTI, Franco CATAPANO, Sario CHIARELLI, FrancoCHIARELLO, Roberto COCIANCICH, Chiara e Nicola COLAIANNI, Flora COLAVI-TO, Giuseppe COTTURRI, Maria e Antonio CURCI, Carmela e Mario D'ABBICCO,Leonardo D’ALESSANDRO, Piero D’ARGENTO, Lucia e Rocco D'AMBROSIO, An-narosa e Gaetano DE GENNARO, Sergio DE GIOIA, Peppe DE NATALE, Luigi DEPINTO, Mimmo DE SANTIS, Pasqua DEMETRIO, Carmela DIBATTISTA, Maria DICLAUDIO, Anna Maria DI LEO, Domenico DI LEO, Maria Luisa e Erio DI LISO, Da-nilo DINOI, Monica DI SISTO, Salvatore DISTASO, Elena e Michele EMILIANO, Ro-salba FACECCHIA, Nunzio FALCICCHIO, Mary Grace e Donato FALCO, Ester, Lil-ly e Paola FERRARA, Ignazio FRACCALVIERI, Antonio GAGLIONE, GiuseppeGAMBALE, Mariella e Fabio GELAO, Annamaria e Giuseppe GENTILE, FrancescoGIUSTINO, Ida GRECO, Silvia GODELLI, Nica e Michele GUERRA, Patrizia e Mim-mo GUIDO, Marco IVALDO, Raniero LA VALLE, Nunzio LILLO, Gaetana LIUNI,Gianni LIVIANO, Rosina e Aldo LOBELLO, Federica e Alfredo LOBELLO, MariapiaLOCAPUTO, Fiorenza e Mario LONARDI, Franca LONGHI, Franco LORUSSO, DinoLOVECCHIO, Nicola LUDOVICO, Maria MAGLI, Matteo MAGNISI, DamianoMAGGIO, Vito MAROTTA, Antonio MARTINELLI, Angela e Eugenio MARTIRA-DONNA, Giuseppe MASTROPASQUA, Vito MASTROVITO, Michele MATTA, Annae Antonio MIACOLA, Gianluca MIANO, Vito MICCOLIS, Vito MICUNCO, Vito MI-GNOZZI, Paolo MIRAGLINO, Eulalia MIRIZIO, Maria MITOLA, Giovanni MORO,Giuseppe MORO, Alba e Niki MUCIACCIA, Vito NANNA, Walter NAPOLI, Maria-celeste NARDINI, Mimmo NATALE, Beatrice NOTARNICOLA, Tina e Filippo NO-TARNICOLA, Renato NOTARO, Nicola OCCHIOFINO, Roberto OLIVERI DEL CA-STILLO, Leoluca ORLANDO, Giuseppe PAGANO, Antonio PANICO, Maria PANZA,Giovanni PARISI, Salvatore PASSARI, Edo PATRIARCA, Pasquale PELLEGRINI, Na-tale PEPE, Antonio PETRONE, Vito PICCINONNA, Silvia PIEMONTE, Elvira e Alfre-do PIERRI, Rosa PINTO, Federico PIRRO, Cosimo POSI, Luigi RENNA, Giovanni RIC-CHIUTI, Francesco RICCI, Vincenzo ROBLES, Annarosa e Roberto ROSSI, AntonioRUBINO, Maria RUBINO, Giacomo RUGGIERI, Giuseppe RUSCIGNO, FrancescoRUSSO, Rosa e Antonello RUSTICO, Angelo SABATELLI, Alda SALOMONE, Vin-cenzo SANTANDREA, Luca SANTORO, Pippo SAPIO, Maria Gabriella e VincenzoSASSANELLI, Marinella e Roberto SAVINO, Margaret e Gegè SCARDACCIONE,Vito SCAVELLI, Piero SCHEPISI, Maristella e Antonello SCHIAVONE, Francesca eItalo SCOTONI, Letizia e Francesco SEMERARO, Giuseppe SICOLO, Antonella SI-STO, Michele SORICE, Lucia e Franco SOTTILE, Enzo SPORTELLI, Laura TAFARO,Sergio TANZARELLA, Nicia e Alessandro TORRE, Emiliana TRENTADUE, Maria TRI-CARICO, Ennio TRIGGIANI, Antonio TROISI, Nichi VENDOLA, Emilia e DomenicoVITI, Tiziana e Costantino VOLPE, Elvira ZACCAGNINO, Alex ZANOTELLI.

e di...

padri Gesuiti della Cappella dell’università di Bari, botteghe di Bari “Unsolomondo”del commercio equo e solidale, gruppo “Noemi” di Bari, suore dello Spirito Santodi Bari, gruppo “Per il pluralismo e il dialogo” di Verona, AICO Puglia, suore di Ca-rità dell’Immacolata Concezione di Ivrea; Fraternità Cappuccina di Bari-Fesca.

Per l’elenco completo si veda il nostro sito.

c

i dovrebbe partire dal con-cetto che non esiste il poli-

tico cattolico, ma il cattolico po-litico; per un cattolico, infatti, iprincipi della propria fede do-vrebbero guidare l’azione e tra-dursi in atti coerenti e concretinel vivere quotidiano. La parteci-pazione dei cattolici in politica èdunque naturale, legittima ed au-spicabile, soprattutto quandoquesti sono capaci di portare suitavoli valori che oggettivamentevanno sempre più affievolendo-si.I cattolici, i veri cattolici, sono itestimoni della propria fede attra-verso la coerenza delle proprieazioni con i principi religiosi chenon va in conflitto con la prassiquotidiana, soprattutto in unmondo dove ormai sembra con-tare solo il proprio edonismo edove l’apparire ha ormai sop-piantato l’Essere, è facile abban-donarsi al comodo relativismo.

La sensibilità di un cattolico cre-

do che in politica possa bene

estrinsecarsi a proposito di temi

“tradizionali” quali: la difesa del-

la famiglia e della vita in ogni sua

forma, il rispetto per le differen-

ze culturali e religiose, il soste-

gno per i più deboli (spesso tra-

scurati o, peggio, ignorati dalla

frenetica vita cosiddetta moder-

na, permeata solo da egoismo ed

egocentrismo) e per le realtà le-

gate alla convivenza e alla pace,

all’onestà ed alla legalità.Non ci vorrebbe molto per uncattolico impegnato, essere unbuon politico se lo stesso non sidiscostasse dai dieci comanda-menti che dovrebbero rappre-sentare la strada maestra Il non rubare, infatti, non può es-sere di Destra o di Sinistra! Il nondesiderare la roba degli altri se èun principio valido per un politi-co di Destra, vale anche per ilcollega di Sinistra. Basterebbe calare questi elemen-tari ma basilari principi etici perbonificare molte stanze della po-litica che troppo spesso, al con-trario, si occupa della gestionedel potere e non, come dovreb-be essere, della gestione delbuon governo. Ognuno nellapropria comunità, guidato dallalinearità di principi semplici, maal tempo stesso efficaci, dovreb-be, poi concretamente, in azioni

quotidiane, e, perché no, anchein atti amministrativi, tradurre an-tichi ma validissimi insegnamen-ti.La difesa dei deboli può essereattuata con politiche sociali cheabbandonino l’antico mal vezzodi procurare bisogni per gestire ibisogni, e promuovere, peresempio, cooperative sociali ca-paci di occuparsi, a loro volta,delle diverse problematiche chesi profilano e che troppo spessoassalgono intere comunità. Pen-so, per esempio, agli anziani so-li, che spesso non hanno il con-forto di un amico con cui parla-re; a bimbi sempre più isolati dalmondo che “giocano” con inter-net che da strumento di lavoro econoscenza, diventa la più tristefotografia di un mondo alla ricer-ca di cattiverie d’ogni tipo (un so-lo esempio su tutti: la pedofilia).Il cattolico resta, forse, l’ultimobaluardo rispetto ad un processodegenerativo che attraversa tutti isettori della società. Un vero cat-tolico non solo non dovrebbemai essere coinvolto in scandalicome quelli registrati nelle sele-zioni all’università di Bari, ma do-

meditando di Teodoro Santorsola

s

con principi semplici

vrebbe adoperarsi, battersi per

impedire che la scuola, ai suoi

più alti livelli, non sia l’esempio

degenere di una società vittima

dell’edonismo, del relativismo,

del consumismo, dell’imbroglio e

della sconfitta per i tanti validi ed

onesti studenti che “conquistano”

legittimamente l’ingresso.

In conclusione, l’auspicio è quel-

lo che maggiori presenze di gen-

te forte ed onesta nel sostenere le

ragioni del buon agire, ispirato

dai sani principi, possa registrar-

si in numero superiore ai tanti

che occupano le stanze del pote-

re per far valere la forza delle

idee e non solo quella dei nume-

ri.

[vice sindaco, impegnato in AN, Cas-

sano, Bari]


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