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Come FOLGORE dal cielo, come NEMBO di tempesta · La località di Tarquinia è stata scelta per...

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N. 11-12 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 Organo ufficiale dei paracadutisti d’Italia Come FOLGORE dal cielo, come NEMBO di tempesta RIVISTA MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARACADUTISTI D’ITALIA (ANPd’I) - Via Sforza, 5 00184 Roma - Spedizione in abb. postale - Art. 1, Comma 1, D.L. 24.12.2003, convertito in Legge 27.2.2004, n. 46 - DCB Roma
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N. 11-12 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011Organo uf ficiale deiparacadutisti d’Italia

Come FOLGORE dal cielo, come NEMBO di tempesta

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RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONENAZIONALE PARACADUTISTI

D’ITALIA (ANPd’I)

MENSILE DI INFORMAZIONE

ASSOCIATIVO, TECNICO E POLITICO-CULTURALE

… voi siete gli arditidel cielo e della terra

NOVEMBRE/DICEMBRE2 0 1 1 S O M M A R I O

SIT.REP. 3Attualità 4Reparti in Armi 23Speciale Meloria (inserto staccabile) I-VIIIFigure da ricordare 39Recensioni 42Posta 44Brevi e liete 45Attività delle Sezioni 48Ultimo lancio 60

COPERTINAIl monumento ai caduti della Meloria presso il cimitero della Cigna

Testata a perenne ricordo del Foglio di Campodei Paracadutisti d’Italia, 1943-46, fondato daAlberto BECHI LUSERNAdirettore Umberto BRUZZESEriattivato e diretto da Giovanni PICCINNIin Firenze dal 1956 al 1962.

Direzione, redazione, amministrazione, pubblicità:

ANPd’I – Via Sforza, 5 – 00184 ROMACCP 32553000 – Telefono 06 4746396Linea Militare 3/5641 – Fax 06 486662

www.assopar.it

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La Rivista è inviata gratuitamente ai Socidal momento del rinnovo del tesseramento

Associata all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 9385 del 3-9-1963

Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) al n. 1265

Anno LXVIII dalla fondazioneNumero 11-12, Novembre/Dicembre 2011

Direttore editoriale: Aldo Falciglia

Direttore responsabile: Vittoria Maria Passera

Capo redattore:Nuccia Ledda

Inviato speciale:Valter Amatobene

Corrispondenti:Claudio Borin, Raul Di Gennaro,

Paolo Frediani, Annamaria Martella,Efisio Secci, Sandro Valerio

Amministrazione: Antonio Gremese

Stampa: STILGRAFICA srlVia Ignazio Pettinengo, 3100159 RomaTel. 06 43588200 – Fax 06 4385693

Grafica: [email protected]

Le opinioni espresse negli articoli sono persona-li degli autori e non rispecchiano necessaria-mente il pensiero e lo spirito del giornale, néhanno riferimento con orientamenti ufficiali.

Collaborare con «Folgore»La collaborazione è aperta a tutti ed è gratuita;gli articoli e le foto, anche se non pubblicati,non vengono restituiti (fate delle copie prima).La redazione sceglie per la pubblicazione gliargomenti ritenuti più interessanti, riservando-si, quando ritenuto opportuno, di apportaremodifiche e correzioni allo scopo di una più cor-retta esposizione.Faciliterete il lavoro della Redazione inviandouna copia dell’articolo che desiderate proporre,su cd-rom in formato MS-Word o compatibile(*.doc; *.rtf; *.txt) o speditelo via e-mail [email protected]; allegate quando possibi-le fotografie a corredo, e indicate sempre unrecapito telefonico; le foto non devono supera-re la dimensione di 1 Mb.

Pro prie tà let te ra ria, ar ti sti ca e scien ti fi ca ri ser -va ta. Per ri pro du zio ni, an che se par zia li, dei te -sti, è fat to ob bli go di ci ta re la fon te.

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SIT.REP.di Aldo Falciglia

In questo numero doppio, che chiude l’anno 2011, vi diamo conto di numerose notizie che ci riguardano e che

hanno chiuso un intenso anno di attività associativo, generate dal costante impegno dei paracadutisti dell’ANPd’I.

È ancora prematuro presentarvi il «bilancio» di tutte le attività, di questo vi renderemo conto, insieme ad altro, nella

prossima Assemblea Nazionale che il Consiglio Nazionale, nella sua ultima riunione dell’anno, ha fissato per i giorni

21 e 22 aprile 2012 in quel di Tarquinia.

La località di Tarquinia è stata scelta per rendere omaggio alla prima scuola militare di paracadutismo sorta in territorio italiano,

senza nulla voler togliere a quelle di Castel Benito in Libia, e di Viterbo o Tradate, ma si parla di quella scuola di paracadutismo

in cui vennero forgiati quei paracadutisti, che da lì a pochi mesi avrebbero fatto entrare il nome «Folgore» e i paracadutisti d’Ita-

lia nella leggenda, partecipando alla cruenta e disperata battaglia di El Alamein.

Proprio nell’anno in cui ci apprestiamo ad entrare, il 23 ottobre, cade la settantesima ricorrenza della battaglia di El Alamein. Una

ricorrenza che noi non possiamo non onorare degnamente e totalmente.

In previsione di ciò, già da diverso tempo, la Presidenza Nazionale e i suoi collaboratori, si sono attivati; molte sono le iniziative

in fase di avanzata realizzazione e alcune in fase di definitiva messa a punto e approvazione.

Per citarne una: il «Progetto El Alamein» che entrerà nel suo terzo anno di attività e che, come sappiamo, ha raggiunto notevoli

risultati grazie anche alla corale e bellissima partecipazione dei nostri associati; coordinati da uno staff scientifico diretto dal Prof.

e paracadutista, Aldino Bondesan dell’università di Padova.

Questo per quanto riguarda le iniziative di carattere internazionale. In Patria, da parte delle sezioni e i Gruppi regionali, si stanno

preparando eventi di alto spessore storico/culturale e patriottico.

Importante è che tutte queste iniziative siano coordinate e non vadano a sovrapporsi, per questo motivo faccio appello, principal-

mente, ai Presidenti di Sezione e ai Consiglieri di Gruppo, affinché tra loro e anche per tramite la Presidenza Nazionale si possa

stilare un calendario degli eventi.

È imperativo che ogni sezione, organizzi almeno un evento, per commemorare il settantesimo anniversario della battaglia di El

Alamein. Il 2012 deve essere l’anno in cui l’Associazione insieme, ai nostri veterani, ai reparti paracadutisti in armi, dovrà espri-

mere il meglio di se stessa per celebrare degnamente il ricordo del sacrificio del paracadutista e più in generale del soldato d’Ita-

lia, in quel tragico momento storico in cui come scrisse Paolo Caccia Dominioni, sul cippo al Km 111 sulla strada che porta ad

Alessandria d’Egitto, «Mancò la fortuna non il valore».

Purtroppo a tutto ciò non potrà assistere il tenente paracadutista, conte Francesco Marini Dettina, nostro Presidente Onorario,

che ci ha lasciati proprio nell’ultimo mese di questo anno. A Lui il mio commosso e reverente saluto, insieme alle più sentite con-

doglianze che ho espresso alla Sua famiglia anche a nome di tutti voi.

Stringiamoci quindi ai nostri veterani, stiamo loro vicino, diamogli i riconoscimenti di stima e di affetto che si meritano, quello che

questa ingrata nazione non ha saputo dare loro, rientrati dalla guerra e dalla dura prigionia, vilipesi e dimenticati, dopo tutto quel-

lo che avevano affrontato, nel nome della «Folgore» e della Patria!

Facciamo sentire a questa distratta società globalizzata e consumistica, soprattutto ai nostri giovani, l’orgoglio di essere italiani di

appartenere a un popolo fiero di esserlo, ma nel contempo tollerante e pacifico, e che oggi, a settant’anni da quegli epici fatti d’ar-

me, non ha timore di fare i conti con la propria storia, ne di impegnarsi con i suoi splendidi soldati al mantenimento della pace

nel mondo.

par. Giovanni Fantini

I

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

L ivorno, sabato 12novembre 2011. In unamattinata solatia si è

concluso il quarantennale dellacommemorazione della sciagu-ra aerea alla Meloria. Una ceri-monia commovente ed austeraalla presenza del Comandantedella Brigata paracadutisti «Fol-gore», generale Mingiardi, delPrefetto di Livorno dott. Manni-no, del rappresentante delComune di Livorno, del Coman-dante del 187° Reggimento,colonnello Badialetti, con i suoisplendidi paracadutisti da pocorientrati dall’Afghanistan. I sot-tufficiali di Corpo dei Reggi-menti e della Brigata hannoaccompagnato le autorità civilie militari ai siti cittadini dove sitrovano i due monumenti com-memorativi. Dopo la posa dellecorone, il colonnello inglese haricordato a tutti i presenti inquale contesto è accaduto untale disastro: «Era il periododella guerra fredda, e le F.A.dovevano prepararsi con adde-stramenti sempre più impegna-tivi». Mentre il Col. Badialettiha aggiunto che quella sciagu-

ra, la più luttuosa nelle F.A.ita-liane del dopoguerra ha acco-munato i «Ragazzi» della Folgo-re di El Alamein di 29 anniprima con quelli caduti allaMeloria a quelli di questitempi, caduti nelle missioni dimantenimento della pace. Aseguire, dopo la resa deglionori con un picchetto in armial monumento cittadino, postodavanti allo specchio di acque

antistanti la Meloria, è avvenu-to il trasferimento presso ilcimitero comunale della Cigna,dove sotto il grande basamen-to del San Michele che estraei paracadutisti dalle acque,sono posti i resti degli undicicorpi non identificati. Tra i tantiparenti delle vittime è risaltatala nutrita presenza dei familia-ri dei paracadutisti sardi: iDeiana, i Dessì, i Carta, i Cariarappresentati da Luisella sorel-la del generoso GianninoMOVC, incursore del ColMoschin, che si sacrificò per lesue immersioni estreme. Sem-pre presente negli anni anchela famiglia Augello, la famigliaGuarneri, con i Colombini, i Ful-geri, i D’Alessandro per il fra-tello Antonio, i Giglioli, gli Iannìdalla Calabria con numerosialtri familiari, che stretti in unaforte commozione hanno assi-stito al triste rito del ricordo

insieme alla nutrita presenzadei paracadutisti dell’allora 6ªCompagnia «DRAGHI» del 2°sc. del 1971, circondati dailabari provenienti da ogni parted’Italia. A conclusione dellasolenne rimembranza il Coman-dante della Brigata «Folgore»,gen. Mingiardi, ha espresso atutti i presenti che la «Folgore»non dimenticherà mai tutti isuoi caduti, volontari o di leva,che caddero sia addestrandosicon sacrificio, sia ristabilendola pace nel mondo.Gli anziani «folgorini» di oggi,pensando a quel tempratosacrificio, ripetono con doloree orgoglio che quei giovani nonconsiderarono mai concluso illoro viaggio, né lo mitigaronofinché quella lunga strada nonli spinse sfortunatamente allasua estrema conclusione.

Paolo Frediani

A Livorno il quarantennaledella sciagura della Meloria

ATTUALITÀ

Monumento alla «Banditella», il Colonnello Gianmarco Badilaletti insieme al rappresentantedelle F.F.AA. britanniche rende onore ai caduti della sciagura della Meloria

Il Comandante della Brigata paracadutisti «Folgore», generale Mingiardi, con le autorità civili e militari rende gli onori ai caduti al cimitero della Cigna

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 5

A Cracovia (Polonia),nei giorni dal 28 set-tembre al 2 ottobre

scorsi, si è svolto l’annualecongresso UEP (Unione Euro-pea dei Paracadutisti) di cuil’ANPd’I è una delle Associa-zioni fondatrici.A rappresentare la nostraAssociazione, il Presidente deiRevisori nazionali, CostantinoPalmitessa, in sostituzione delresponsabile UEP, GeneraleRenato Perrotti.Dopo i saluti degli ospiti polac-chi le relazioni della presiden-za UEP, sullo stato dell’Unione,le delegazioni dei paracadutistieuropei si sono confrontate sultema relativo ai «Reparti para-

cadutisti e le Forze speciali,nelle missioni di mantenimen-to della pace, e operazioni direcupero di connazionali inaree di crisi, nel 21° secolo».Molto apprezzata, da tutti i pre-senti, la relazione inviata dalGenerale Perrotti e letta dalpar. Palmitessa. Il congresso ha poi fissato ladata e i temi da discutere nelprossimo appuntamento euro-peo dei paracadutisti che siterrà in Spagna, più precisa-mente a Castellon de la Plana,Valencia, nella prima decade diottobre 2012, unitamente alcampionato europeo di paraca-dutismo, specialità precisionein atterraggio, dedicato al para-

cadutista tedesco, recente-mente scomparso, HorstRömer.Il prossimo congresso avrà ilcompito di analizzare gli obiet-tivi perseguiti e raggiunti dal-l’UEP, in ventidue anni di attivi-tà, successivamente, a cura ditutti i membri partecipanti, ver-ranno elaborate proposte sulleprospettive future dell’UEP eobiettivi raggiungibili.

Al termine dei lavori congres-suali i delegati si sono trasfe-riti presso il museo dell’Avia-zione polacca, sempre a Cra-covia, dove hanno visitato lesale museali e assistito auna presentazione sulla sto-ria, gli equipaggiamenti e gliarmamenti dei paracadutistipolacchi.

A.F.

XXI CongressoUEP a Cracovia

ATTUALITÀ

Foto di gruppo dei delegati che hanno partecipato al XXI congresso UEP

6 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

I 6 novembre scorso, nelquadro delle celebrazio-ni del IV novembre, a

Tradate (VA), presso il Sacra-rio Militare dei Paracadutistid’Italia, si è svolta una toc-cante e significativa cerimo-nia: la tumulazione, nel Sacra-rio stesso, delle spoglie di uncombattente italiano decedu-to nel 1945.La vicenda merita la nostraattenzione, e una se purbreve presentazione, per isentimenti di valore, di italia-nità e di amore fraterno cheda essa promanano. Nel mese di aprile del 2011,dopo anni di incessanti richie-ste, il par. Fusetti Guido, vete-rano del Reggimento «Folgo-re» di Tradate, è finalmenteriuscito a far rientrare le spo-glie mortali del fratello ser-gente dei Granatieri, OtelloFusetti. Otello si trovavasepolto in Inghilterra perchépreso prigioniero in Tunisia,nel 1943, veniva successiva-

mente trasferito in Gran Bre-tagna dove, lavorando al dis-innesco di alcuni esplosivi,trovava la morte il 4 giugnodel 1945. Nello scorso mesedi luglio, pochi mesi dopo ilrientro delle spoglie di Otello,anche il fratello Guido è venu-to a mancare; avendo almenoportato a termine la promes-sa fatta ai suoi genitori, e ase stesso, cioè quella di rim-patriare le spoglie mortali diOtello. Per espressa volontà di Guidoi resti del sergente OtelloFusetti sono stati tumulatipresso il Sacrario Militare diTradate, anche perché il serg.Fusetti fu uno di quei granatie-ri che, partecipò con onore alcombattimento di Takrounaaggregato ai paracadutisti al285° Btg. «Folgore», per poiessere catturato ad Hamma-met il giorno 11 maggio 1943.Allo scopo di approfondire lapagina di storia che ha vistoprotagonista il sergente Otel-

lo Fusetti, il giorno prima dellacerimonia, sabato 5 novem-bre, presso i saloni di VillaTruffini, sempre in Tradate, siè svolto un incontro aperto alpubblico dal titolo «La campa-gna di Tunisia e il Battaglionedimenticato» incentrato sullevicende del 285° Btg. paraca-dutisti «Folgore», ricostituitodopo la battaglia di El Ala-mein, relatore il ConsigliereNazionale Aldo Falciglia. All’in-contro sono intervenuti: il Sin-daco di Tradate, dott. StefanoCandiani, il par. RolandoGiampaolo, già vice Presiden-te Nazionale e figlio del gene-rale par. R. Giampaolo, Meda-glia d’Argento V.M. per i fattid’arme di Tunisia.Il giorno successivo, il tenen-te alpino, e paracadutistaANPd’I, Fusetti Otello, figliodel par. Guido Fusetti e nipotedel sergente Otello Fusetti,scortato da due granatieri incongedo in alta uniforme – ilPresidente dell’associazione

regionale della Lombardia deiGranatieri di Sardegna, cav.Enrico Mezzenzana e l’alfiereClaudio Dantino – ha preso inconsegna le spoglie della zio,e accompagnato dalla madre,signora Nuccia e dal fratelloPierluigi, ha portato le spoglienei locali del Sacrario.Il Sindaco di Tradate ha volu-to salutare l’ingresso alSacrario di questo combatten-te, con toccanti parole rivolteal numeroso pubblico presen-te insieme alle rappresentan-ze delle Associazioni d’Armatradatesi e ad un nutrito grup-po di paracadutisti intervenutida tutta la Lombardia.Dopo la tumulazione dellespoglie, il Presidente onorariodella sezione di Monza, Gio-vanni Fossati, ha procedutocon un appello, alla voce, ditutti i caduti sepolti nel Sacra-rio concludendo l’emozionan-te cerimonia.

Enzo Crenna

ATTUALITÀ

Tradate: il sergenteOtello Fusettiritorna a casa

Le spoglie di Otello Fusetti portate dal nipote e scortate dai Granatieri e dai Paracadutisti si avviano al Sacrario di Tradate

C on delibera del Con-siglio Nazionale, suproposta del Presi-

dente Nazionale, qualchemese fa, mentre la Brigataparacadutisti era in Afghani-stan, è stato deciso di stanzia-re una somma di circa6.000,00 euro (seimila) peraiutare le popolazioni afghane.Fedeli al detto che: «se dai unpesce a un uomo lo nutrirai

per un giorno, ma se gli inse-gni a pescare lo nutrirai pertutta la vita», il ConsiglioNazionale si era raccomanda-to che lo stanziamento riguar-dasse qualcosa di utile edurevole. La Brigata paracadutisti haben saputo interpretare que-sta richiesta, e ha deciso diimpiegare la somma stanzia-ta dai paracadutisti ANPd’I

nell’acquisto e consegna dinumerose infrastrutture didat-tiche: banchi, cattedre, lava-gne, consegnate alla scuoladi un villaggio del distretto diFarah. Anche aiutando a vin-cere l’arretratezza culturale,si favorisce il dialogo e lademocratizzazione di unpaese. Non a caso gli «insur-gents» ostacolano questo tipodi iniziative. Soprattutto nei

riguardi delle donne, le quali,secondo loro, non avrebberoil diritto di istruirsi.L’ANPd’I ringrazia tutto il per-sonale della Brigata paraca-dutisti che si è impegnato perla consegna, in special modoi paracadutisti del 187° Rgt.,e il suo comandante, il Colon-nello Gianmarco Badialetti.

A.F.

L’ANPd’I per l’Afghanistan

ATTUALITÀ

I bimbi del villaggio a cui è stata consegnata la donazione dell’ANPd’I

Il colonnelo Badialetti viene ringraziato dagli anziani del villaggio, sul muro è stata affissa la targa della donazione

Un camion carico di banchi sta per essere consegnato

8 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

I l 18 novembre 2011 aseguito del cambiamentodella compagine di gover-

no, ha assunto la carica di

Ministro della Difesa l’Ammi-raglio Giampaolo Di Paola.L’Ammiraglio di Paola che intempi recenti ha ricoperto le

più alte cariche di comando inseno alle Forze Armate italia-ne, è sicuramente persona

dotata delle migliori capacitàper reggere le sor ti della«Difesa», in termini di espe-

L’ammiraglioGiampaolo Di Paola nuovo Ministrodella Difesa

ATTUALITÀ

L’Ammiraglio Giampaolo DI PAOLA è nato a Torre Annunziata (NA)il 15 agosto 1944. È entrato all’Accademia Navale nel 1963 ed è stato nominatoGuardiamarina nel 1966.È stato promosso successivamente: Sottotenente di Vascellol’11 novembre 1967, Tenente di Vascello il 31 luglio 1971, Capi-tano di Corvetta il 1° gennaio 1976, Capitano di Fregata il 1 gen-naio 1980, Capitano di Vascello il 31 dicembre 1986, Contram-miraglio il 31 dicembre 1993, Ammiraglio di Divisione il 31 dicem-bre 1997 ed è stato promosso Ammiraglio di Squadra il 1° gen-naio 1999. Dopo la specializzazione presso la Scuola Sommergibili, dal 1968al 1974 ha prestato servizio con vari incarichi a bordo dei som-mergibili convenzionali «GAZZANA» e «PIOMATA». Comandantedel Sommergibile «CAPPELLINI» nel 1974/1975 e del Sommergi-bile «SAURO» nel 1980/1981 è stato anche Comandante dellaFregata «GRECALE» nel 1984/1985; dopo la promozione a Capi-tano di Vascello ha prestato servizio come Comandante a bordodell’Incrociatore Portaeromobili «G. GARIBALDI» nel 1989/90.Nel 1981 ha frequentato il NATO DEFENCE COLLEGE a Roma (Ita-lia).Dal 1981 al 1984 l’Ammiraglio Giampaolo DI PAOLA ha prestatoservizio a SACLANT (Norfolk - Virginia, USA) nel settore «LONGTERM PLANNING» come Ufficiale ASW (guerra antisommergibile)e addetto al Programma di Guerra Subacquea.I suoi incarichi più importanti nell’ambito dello Stato MaggioreMarina sono stati:Capo del Settore «Piani e Programmi» della Pianificazione Genera-le e Finanziaria (1986/1989), «Assistente del Sottocapo StatoMaggiore della Marina» (1990/1991), «Capo dell’Ufficio Piani ePolitica Navale della divisione Piani e Operazioni» (1991/1992) e«Capo del 3° Reparto Piani e Operazioni» (1992/1994).Dal 1994 al 1998 ha ricoperto l’incarico di «Capo del RepartoPolitica Militare» dello Stato Maggiore Difesa. Il 30 novembre1998 è stato nominato «Capo di Gabinetto» del Ministro dellaDifesa. Dal 26 marzo 2001 al 9 marzo 2004 è stato SegretarioGenerale della Difesa/Direttore Nazionale degli Armamenti.

CURRICULUMDELL’AMM

GIAMPAOLO

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 9

rienza, capacità, professiona-lità e di visione interforze. Ilcompito che gli spetta è tra i

più difficili, dovrà pilotare lostrumento «Difesa Italia» trale secche della crisi interna-

zionale e nazionale, e dei con-seguenti tagli al bilancio chesi preannunciano. Siamo certi che l’AmmiraglioDi Paola saprà coniugare, almeglio, il rigore finanziariocon le scelte che dovrà com-piere, in termini d’investimen-to, per la salvaguardia e l’am-modernamento dello «stru-mento militare italiano».Come siamo certi che, con unelemento capace quantol’Ammiraglio Di Paola, nessunaltro aspetto relativo alla«Difesa» verrà trascurato,anzi, verrà affrontato coneccezionale competenza. Nel suo discorso di saluto alcambio del Capo di StatoMaggiore dell’Esercito (vediapposito articolo su questonumero della Rivista) così si èespresso: «È il momento que-sto di comprendere il presen-te e costruire il futuro median-te coraggiose e nuove rifor-me. A fronte delle risorsefinanziarie che oggi e in pro-spettiva, il Paese può destina-re alla Difesa, lo strumentomilitare, così come è struttu-rato, non è più sostenibile.L’ineludibile stava arrivandoda tempo ma tutti insiemenon abbiamo saputo o volutovederlo. La revisione deve, quindi, par-tire dal dimensionamento

complessivo dello strumentocon uomini e mezzi, andandoad incidere sulla struttura esull’organizzazione, e salva-guardando al meglio possibilela componente operativa. Il compito mio e dei verticimilitari, in questo particolaremomento, è quello di indicarela strada da seguire e di dareil via a questa indispensabiletrasformazione. Una trasformazione che vaaffrontata con coraggio nellapiena consapevolezza che èl’unica strada possibile permantenere l’efficacia e l’effi-cienza di quello strumentomilitare che è garanzia disovranità ed indipendenza diogni Nazione. Non è la dimensione chegarantisce l’utilità bensì lasua efficacia operativa. Que-sta – l’efficacia operativa – gliitaliani hanno il diritto di pre-tenderla, questa la Difesa e leFF.AA., hanno il dovere diassicurarla».Parole chiare e coraggiose dichi è abituato a prendersi leresponsabilità di quello cheafferma. Al Sig. Ministro icomplimenti e gli auguri dibuon lavoro dal PresidenteNazionale ANPd’I, GeneraleGiovanni Fantini, e di tutti iparacadutisti d’ Italia.

A.F.

ATTUALITÀ

Dal 10 marzo 2004 al 12 febbraio 2008, l’Ammiraglio GiampaoloDI PAOLA è stato il Capo di Stato Maggiore della Difesa.Dal 27 giugno 2008 al 17 novembre 2011 è stato il Presidentedel Comitato Militare della NATO.Dal 18 novembre 2011 è Ministro della Difesa.

L’Ammiraglio Giampaolo DI PAOLA è stato insignito delle seguen-ti decorazioni e onorificenze: • Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Merito della Repubblica

italiana;• Croce d’oro per anzianità di servizio (40 anni);• Medaglia Militare al merito di lungo comando;• Medaglia di Bronzo per servizio di lunga navigazione nella Mari-

na Militare (10 anni);• Medaglia «Mauriziana» al merito per 10 lustri di carriera milita-

re;• Decorazione d’onore interforze di SMD;• Gran Croce con Spade dell’Ordine al Merito Melitense;• Commendatore con Placca dell’Ordine Equestre di S.Gregorio

Magno;• Cavaliere di Gran Croce di Merito del «Sacro Militare Ordine

Costantiniano di S. Giorgio»;• Cavaliere Grand’Ufficiale dell’Ordine Equestre di Sant’Agata

(San Marino);• The Legion of Merit (Degree of Commander) USA;• Commandeur de l’ordre de la Legion d’Honneur (FR);• Grand’Ufficiale dell’Ordine dell’Infante Don Enrico (PO);• Commandeur de l’ordre National du merite (FR);• Gran Croce dell’Ordine Bernardo O’Higgins (Cile);• Grand’Ufficiale della Virtù Militare con l’insegna di Guerra (RO);• Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito del CISM;• Medaglia NATO per l’Operazione ISAF in Afghanistan;• Medaglia per la Missione ONU per il Mantenimento della Pace

in Kosovo (UNMIK);• Medaglia Commemorativa del Sovrano Militare Ordine Ospeda-

liero di S. Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta;• Distintivo d’Onore per Sommergibilisti

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D opo un’intermina-bile stagione difatiche, e di suc-

cessi, anche l’ultima tappadella World Cup Series 2011si è conclusa. La competizio-ne, che si è svolta dal 23 al25 settembre a Locarno (CH),prevedeva i consueti 8 lancidi gara, più ulteriori 2 lancinotturni per attribuire il TrofeoNight and Day. Tale Trofeo siattribuisce sommando i cmottenuti nei 2 lanci notturni,con quelli accumulati nei lancidiurni.Il Para Centro di Locarno,situato nelle immediate vici-nanze del Lago Maggiore, haospitato l’evento. Trentasei lesquadre presenti per aggiudi-carsi la vittoria della tappa.Solo la vittoria della tappasvizzera, perché ormai la clas-sifica generale era indubbia-mente in mano alla nazionaleitaliana. Infatti, dopo il terzoposto in Croazia, la matemati-ca dei punteggi aveva già resoufficiale la vittoria degli azzur-ri. Ma gli atleti della nazionalenon si sono lasciati distrarreed hanno voluto finire in bel-

lezza. Doveva essere festa efesta è stata!!Il selezionatore Paolo Bevilac-qua ha messo in campo, omeglio in aereo, la stessa for-mazione di Rijeka: FrancescoGullotti, Corrado Marchet,Giorgio Squadrone, VittorioGuarinelli e Giuseppe Tresoldi.Che le altre squadre non aves-sero intenzione di cedere ilpasso è stato chiaro fin dall’i-nizio. Alla fine della 3ª man-che, quattro squadre erano intesta alla classifica con 19cm: Italy National Team,Sportfoerdergruppe BW 1,Papea Spain e Hungary CISM.In un susseguirsi di sorpassi escivoloni, la classifica andavavia via definendosi, fino all’ul-tima manche, in cui gli azzurrihanno definitivamente impres-so il tricolore italiano, sul gra-dino più alto del podio, seguitida tedeschi e sloveni. Senzadimenticare la schiacciantevittoria nella classifica finaledella World Cup Series 2011:1° Italy National Team

129 punti2° Slovenia Elan

1105 punti

3° Czech Republic Military Team 1890 punti

Gli atleti della compagine del-l’Esercito non sono stati dameno. Fabio Filippini, PaoloFilippini, Andrea Cardinali,Luigi Conga e Michele Narcisi,hanno dimostrato una grandedeterminazione fin dallaprima manche. Con un anda-mento costante, lancio dopolancio, sono riusciti a scalarela classifica fino a raggiunge-re e occupare definitivamentela quinta posizione con 52cm, dietro la RepubblicaCeca. Buon piazzamentoanche per loro in classificagenerale, con un buon setti-mo posto a 715 punti.Nella classifica individuale,grande prestazione di CorradoMarchet manca di un soffio ilgradino più alto, ma occupaun meritato 3° posto con soli6 cm, dietro a due componen-ti della squadra della Repub-blica Ceca. Ennesimo podioper lui, che lo piazza alla quar-ta posizione della classifica

generale, di pochissimo sopraal nostro Giorgio Squadrone.Ma è un altro atleta del Cen-tro Spor tivo Esercito, adaggiudicarsi l’oro nella classi-fica assoluta della World CupSeries 2011. Si tratta di Giu-seppe Tresoldi, che con i suoi247 punti, strappa la meda-glia d’oro allo sloveno BanUros, con 218 punti.Degna di nota è anche la clas-sifica master, dove al primoposto troviamo di nuovo Cor-rado Marchet, seguito a ruotada Paolo Filippini e dallo sviz-zero Christian Frei, rispettiva-mente con 6, 10 e 13 cm. Eanche in questa classificagenerale l’Italia la fa dapadrona, con Oreste Zambar-da al 3° posto (295 punti),Paolo Filippini al 2° (440punti) e Corrado Marchet al1° (512 punti).Infine, per il caratteristico Tro-feo Night and Day di Locarno,un altro podio va ad arricchireil medagliere azzurro. L’ag-guerritissima squadra dell’E-sercito conquista un primo

A Locarno la Nazionale Italianatrionfa alle World Cup Series 2011

10 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

ATTUALITÀ

La squadra azzurra brinda all’ennesimo successo

Un membro della Nazionale italiana mentre effettua uno spettacolare atterraggio notturno

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 11

posto con 70 cm totali, sca-valcando squadre come laRepubblica Ceca (73 cm) e laGermania (84 cm).La stagione agonistica inter-nazionale è giunta al termine.Il 2011 è stato un anno deci-samente proficuo per gliazzurri, che ricordiamo, oltrealla vittoria della World CupSeries, hanno ottenuto un

titolo mondiale assoluto e disquadra ai Giochi MondialiMilitari in Brasile, e un 3°posto ai Campionati EuropeiFAI in Serbia. Grandi risultati,che i nostri atleti si prefiggo-no di migliorare ulteriormen-te, con impegno e dedizione,nella prossima stagione.

CSEsezione paracadutismo

A completamento diuna strepitosa sta-gione di paracadu-

tismo che ha visto la Naziona-le Italiana di Precisione inAtterraggio dominare la scenamondiale con le vittorie alCampionato CISM e al WORDCUP SERIES è arrivato ancheuno strepitoso terzo posto nel3° INTERNATIONAL PARACHU-TING CHAMPIONSHIP 2011AND GULF CUP a Dubai.Un appuntamento importantein quanto, nel prossimo mesedi dicembre 2012, si terrà il

Campionato Mondiale di Para-cadutismo per tutte le specia-lità e quindi un test per verifi-care le possibili condizionimeteo che si potranno incon-trare in quel periodo dell’anno(ricordiamo che siamo deten-tori del titolo mondiale!).Le 40 squadre maschili iscrit-te e 8 femminili hanno datovita ad una competizione adaltissimo livello.La Nazionale Italiana capita-nata dal maresciallo PaoloBevilacqua e composta daimilitari Francesco Gullotti,

Beppe Tresoldi, Giorgio Squa-drone non che dai civili Vitto-rio Guarinelli e Corrado Mar-chet, dopo un avvio difficileinanellavano una serie di bel-lissime manche che li porta-vano sino allo spareggio perla seconda posizione con laNazionale Cinese.Purtroppo la fortuna giocava afavore dei Cinesi in quanto inostri ragazzi incappavano in uncambio di vento che li metteva

fuori gioco e si dovevano accon-tentare della terza piazza.Per la cronaca il primo postoè andato ad una regolareRepubblica Ceca (come nellascorsa edizione di gennaio)mentre per la classifica fem-minile dominio assoluto delledue squadre di giovanissimeCinesi che relegavano al 3°posto la Nazionale Bielorus-sa.

Claudio Borin

Grande Italia conquista il podioa Dubai 2011

L’atleta Corrado Marchet in fase di atterraggio durante una manche di gara, sullo sfondo lo skyline di Dubai

Da sinistra il Commissario Tecnico Paolo Bevilacqua, Vittorio Guarinelli, Francesco Gullotti, Corrado Marchet, Giorgio Squadrone e Giuseppe Tresoldi

12 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

N ei giorni precedentila ricorrenza del69° Anniversario

della Battaglia di El Alamein,è stato presentato nei localidella Sala Convegno del 185°Reggimento AcquisizioneObiettivi, il plastico che confi-gura visivamente gli ultimimomenti delle pagine di eroi-smo della «Folgore».Il manufatto, ha una dimen-sione di mt. 2,20 x 2,00;include le posizioni difensivedella G.U da Deri Alinda, Deriel Munassib, Qaret ed Himei-mat fino alla depressione diEl Qattara. In particolare evi-denzia la Quota 105, presidia-ta dal plotone della 6ª Cp.,Comandata dal S.Ten. Ferruc-cio Brandi, medaglia d’Oro alValor Militare e dal 1969 al1973 Comandante della Bri-gata paracadutisti Folgore.È corredato da un commentoillustrativo, da esporre a vivavoce o da attivare con apposi-to dischetto a seconda delnumero e del rango dei visita-

tori. Numerose le personalitàintervenute all’inaugurazione:il Gen. C.A. par. Marco Bertoli-ni, Comandante territorialeToscana, il cui padre Vittorio,combatté nel IV Btg. Paraca-dutisti con il grado di Sergen-te, nel settore di El Munassib;il Col. Ribezzo, ComandanteDistaccamento del Cdo. B.Par. Folgore; il Col. V. Jannuc-ci, Comandante del 185°RAO; il Presidente della sezio-ne ANPd’I di Livorno, Col. Vig-giani e numerosi Ufficiali eSottufficiali in servizio e inquiescenza.L’opera, già trasferita alCAPAR per essere inseritanella Sala delle Memoriedelle Aviotruppe, è frutto di ungruppo di lavoro costituito daiGenerali Cantone, Giostra,Jannucci, Milani, Orrù e dalColonnello Scafolatello.La sabbia con la quale èstato ricoperto, proviene dailuoghi dei combattimenti ed èstata generosamente fornitadai Soci, già in servizio al

185° Reggimento ArtiglieriaParacadutisti, Di Bert e Ama-tobene.Il predetto gruppo di lavoro, siè impegnato a ralizzare, aricordo dell’altra Grande UnitàParacadutisti – la DivisioneNembo – che altrettanto eroi-camente combatté nella Guer-ra di Liberazione inquadratanel Corpo Italiano di Liberazio-

ne (CIL), un plastico relativoal più impegnativo combatti-mento sostenuto da quellaUnità per conquistare Filottra-no, liberata il 9 luglio 1944con severe perdite.Per quest’opera, la Presiden-za Nazionale ANPd’I ha offer-to il suo contributo finanziarioall’esecuzione dell’impegnati-vo lavoro.

ATTUALITÀ

Settore difensivo Divisione Folgore

Plastico della Battaglia di El Alamein

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 13

I l 3 novembre 2011 si èsvolto, nella sala dellaProtomoteca del Campi-

doglio, il convegno del Consi-glio Nazionale Permanentedelle Associazioni d’Arma (AS-SOARMA). L’evento ha avutolo scopo di dare risalto, nelquadro delle celebrazioni dei150 anni dell’Unità d’Italia, al-la presenza della Associazionid’Arma nella realtà contempo-ranea quale espressione divalori nazionali e, nel contem-po, quale componente attivadella società, sia per il richia-mo delle tradizioni del passa-to sia per il concorso all’impe-gno della Protezione Civile in

Convegno di Assoarma al Campidoglio

Le Associazioni d’Arma: realtà e prospettive

ATTUALITÀ

14 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

occasione di particolari emer-genze calamitose.Sono intervenuti:- il Senatore Marini, già Presi-dente del Senato, qualeespressione dell’Associazio-ne Nazionale Alpini, un soda-lizio che per dimensioni e im-pegno non ha pari a livello in-ternazionale. Gli alpini sonola sintesi di un sistema di vi-ta forgiato dalle difficoltà del-la montagna e sostenuto daun profondo sentimento na-zionale che li pone in primopiano in ogni circostanza dirilievo che richieda impegnoe dedizione;

- il Professore Senatore Do-menico Fisichella, che haposto in risalto lo stretto le-game morale che ha unito

le Associazioni d’Arma conla storia d’Italia nelle tantevicende che hanno visto icittadini e i soldati impegna-ti nel corso degli anni. Lospirito che ha animato leAssociazioni d’Arma è sem-pre stato espressione signi-ficativa di ricordi, di impre-se, di fedeltà alle istituzioninella formazione e nel con-solidamento della nostraUnità e del sentimento na-zionale;

- il Dottor Alessandro Ortis,già Presidente dell’Autoritysull’Energia nonché dell’As-sociazione ex allievi dellaNunziatella, che ha ricordatoil significato storico di que-sta Scuola Militare, erededella scuola di formazione

degli ufficiali del Regno delleDue Sicilie. Anche se non in-serito in Assoarma, questosodalizio ne esprime glistessi valori e mantiene vivoil ricordo di tanti personaggi,autorevoli e non, che hannoindossato le stellette in gio-vanissima età, facendo unascelta di vita che ha guidatotutta la loro esistenza (unospot riferito a questa scuolamaestra di vita mostra dueragazzi in uniforme e affer-ma «tutti i ragazzi crescono,alcuni diventano grandi» persottolineare la maturità chequesto Istituto conferisce);

- il Generale di Corpo d’Arma-ta Vittorio Bernard, membrodella Presidenza di Assoar-ma, ha posto in risalto alcu-

ne delle problematiche ri-guardanti l’attuale situazio-ne dell’associazionismo mili-tare specie in relazione all’e-liminazione del servizio di le-va ed al conseguente minorafflusso dei giovani conge-dati nei ranghi delle varie as-sociazioni;

- il Generale di Corpo d’ArmataMario Buscemi, Presidente diAssoarma, ha svolto il ruolodi moderatore del dibattito edha concluso citando la propo-sta di legge n. 3442 relativaall’assetto giuridico delle As-sociazioni e ponendo in rilie-vo l’importanza di una sem-pre maggior integrazione del-le Associazioni d’Arma con leForze Armate per una presen-za solidale ed attiva in ognicircostanza. Particolare men-zione è stata poi fatta del pro-gramma «Vivi le Forze arma-te» che, con la collaborazionedi molte associazioni, primifra tutti gli alpini, ha vistomolte migliaia di giovani tra-scorrere tre settimane pres-so alcuni reparti, vivendo co-sì un’esperienza di cui avreb-bero portato il segno nel ritor-no alle loro normali attività distudenti o lavoratori.

È seguito un vivace ed attivodibattito a conferma del parti-colare interesse suscitato daitemi trattati.Al convegno hanno portato illoro autorevole e solidale sa-luto il Senatore Carlo Giova-nardi, Sottosegretario di Sta-to alla Presidenza del Consi-glio, il Capo di Stato Maggioredella Difesa, Generale BiagioAbrate e il Capo di Stato Mag-giore dell’Esercito, GeneraleC.A. Giuseppe Valotto espri-mendo il loro apprezzamentoper l’opera delle Associazionie per la funzione pilota di As-soarma.

ATTUALITÀ

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 15

È la quarta volta in questiultimi tre anni che ritor-no ad El Alamein e par-

tecipo alle iniziative programma-te per onorare i caduti e ricorda-re quell’epica battaglia.La Celebrazione del 69° anni-versario, che si è svolta il 22 ot-tobre scorso, si ripete ogni annoa cura delle Nazioni che sonostate protagoniste della Batta-glia. Quest’anno l’organizzazio-ne è stata affidata all’Italia. Ladelegazione italiana, accompa-gnata dal Generale Totaro, Com-missario per le onoranze ai ca-duti di tutte le guerre, era costi-tuita da rappresentanti delloStato Maggiore dell’Esercito,della Marina e dell’Aeronautica,del Comando Generale dell’Ar-ma dei Carabinieri, dell’Ordina-riato Militare, da un gruppo di

Cadetti dell’Accademia Militare,dai «badilatori» dell’El AlameinProject e da due reduci: Giusep-pe Facchinetti (Lecco) e LuigiCompagnoni (Brescia).Aeroporto di Ciampino. Cintureallacciate, siamo sulla linea divolo, ma il bimotore turbo-elicamilitare non decolla, dopo unalunga attesa sbarchiamo. Un fu-rioso uragano interessa tutto ilLazio e, inevitabile, la partenza èrinviata al pomeriggio. Si parte, ilGenerale Totaro, ci assegna il«posto d’onore» al centro dell’ae-reo; al mio fianco il SottotenenteGiuseppe Facchinetti novanta-treenne artigliere dell’Ariete, Me-daglia d’Argento al Valor Militare,privo del braccio sinistro troncatoda un proiettile nel corso dell’a-zione. È sempre sereno ed estre-mamente autonomo.

Di fronte a noi troviamo il sorrisodel Cappellano Paracadutistadella Folgore, Padre GiuseppeFaraci, recentemente tornatodall’Afghanistan. Di fianco alCappellano prende posto il sotto-tenente Andrea Garbuccio, (rap-presenta le forze armate del fu-turo) che ha concluso il corso al-l’Accademia Militare di Pozzuoli.La delegazione. Io e Giuseppeambedue un po’ claudicanti, ab-biamo sentito il calore e la consi-derazione di tutta la delegazionee siamo sinceramente grati agliorganizzatori dell’evento, a parti-re dal Tenente di Vascello Giu-seppina Vitariello, che ha volutoportare la mia valigia dall’auto-bus all’albergo.Molto apprezzata è stata anchela cortesia del Tenente Colonnel-lo medico-paracadutista, arriva-

to al Sacrario carico di un enor-me zaino contenente le attrezza-ture per il suo lavoro-missione,così come quella del Maresciallodei Bersaglieri Giorgio DomenicoPiscopo, che mi chiedeva i parti-colari e gli stati d’animo dei ra-gazzi della Folgore nel corso del-la Battaglia del 1942. Franco, ilTenente Colonnello figlio del Ge-nerale, paracadutista, France-sco Merlino, (già Presidente Na-zionale ANPd’I) ci ha affettuosa-mente seguiti e consigliati du-rante il soggiorno.Eravamo gli unici veterani pre-senti al Sacrario e innumerevolisono state le fotografie richie-steci dai parenti dei caduti e deimilitari provenienti dalla Germa-nia, Austria, Francia, Gran Breta-gna, Cecoslovacchia, Polonia,Grecia, Congo, America, NuovaZelanda, Sudafrica, Sri-Lanka edovviamente dagli italiani. Parti-colare è stato l’interessamentodegli ufficiali superiori egiziani.Erano presenti oltre all’ambascia-tore d’Egitto, S.E. Claudio Pacifi-co, ben trentacinque rappresen-tanti di Consolato di tutte le Na-zioni coinvolte nella Battaglia.Sessantanove anni fa il 23 otto-bre alle ore 9,40 iniziò la terzaBattaglia di El Alamein che siconcluse il 6 novembre. L’attua-le cerimonia anche quest’annoha carattere internazionale. Sulla Battaglia di El Alamein so-no stati versati fiumi d’inchio-stro, e tutt’ora si stampano pub-blicazioni che esaltano i protago-nisti. Ho preso diligentementenota delle varie fasi del come siè svolta la Cerimonia ed è su

ATTUALITÀ

EL ALAMEIN Diario di un giorno indimenticabile

«Folgore» e «Ariete» unite nel ricordo: Gino Compagnoni e Giuseppe Facchinettialla cerimonia nel Sacrario italiano di El Alamein

16 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

questo aspetto che voglio infor-mare in modo particolare i giova-ni. Dopo l’ingresso nel salonedel Sacrario, alla presenza del-l’Ambasciatore italiano in Egitto,accompagnato dal Generale To-taro ascoltiamo l’omelia delCappellano, Padre Giuseppe Fa-raci, il quale esordisce così: «Glieroi non si piangono, ma si ama-no e si imitano. Uomini che ave-vano sognato di scendere dalcielo, gloriosamente vi salirono.Ecco chi sono coloro che oggi ciaccolgono nella loro casa e ciabbracciano come se fossimo iloro figli, coloro per i quali essihanno combattuto…».Vengono poi resi gli onori ai ca-duti con la disposizione delle co-rone. La prima è quella dei vete-rani italiani che è posata in no-me di tutti i reparti che hannocombattuto nel deserto. Il gratificante compito è affidatoa me ed al carrista dell’Ariete,Giuseppe Facchinetti. Subito do-po l’altare viene sommerso dadecine di corone deposte dalledelegazioni estere e dalle Asso-

ciazioni dei caduti di El Alamein. La staffetta dei «Congedati Fol-gore» Un rumore confuso in salacui segue un caloroso applauso,annuncia l’arrivo della staffettadi una trentina di paracadutisti:sono i «Congedati Folgore» edhanno posizionato pochi minutiprima nel vialetto che dall’in-gresso conduce al Museo. Por-tano la fiaccola che darà fuocoal braciere posto sul piazzaleesterno. Due paracadutisti, fan-no guardia d’onore al braciere,uno dei due è il bresciano TaiolaGaudenzio. Il gruppo, dispostosu due file, con passo marzialeattraversa il salone e fa coronaintorno all’Altare. Sono partitidal Passo del Cammello e dopoaver percorso tutta la linea delfronte (118 Km) sono giunti alSacrario degli Italiani. Fra loro visono altri due bresciani che sa-luto e che non conoscevo. Si av-vicina a me il Direttore di «Con-gedati Folgore», Walter Amatobe-ne, instancabile protagonista ditante iniziative – in questo perio-do è il braccio operativo dell’«El

Alamein Project» – e ci scambia-mo un affettuoso, replicato ab-braccio.Si presenta anche il prof. AldinoBondesan geologo all’Universitàdi Padova presidente della So-cietà Italiana di Geologia Milita-re. Lo studioso è impegnato acreare un centro di documenta-zione e un parco storico, ponen-do cippi nei luoghi dove più di al-tri è infuriata la battaglia. Un ab-braccio e un mio sentito grazieper aver apposto, su richiesta, ilmio nome sulla targa del cippo,collocato al caposaldo dove haoperato la sesta Compagnia«Grifi» (la mia compagnia).Sotto il sole rovente del desertovolontari paracadutisti (a propriespese) hanno lavorato per mesicon piccone e pala per riportarealla luce le trincee sepolte dallasabbia, hanno scaricato dagliautocarri i cippi di marmo del pe-so di 300 Kg. Mi sia consentitodi dire che in una di quelle diecibuche di varie dimensioni a Quo-ta 105, la notte del 23 ottobre1942 c’ero anch’io a fianco del

mio «Tenente», il Generale Bran-di Ferruccio (M.O.V.M.). Il trom-bettiere suona il silenzio d’ordi-nanza. Un minuto di commoven-te silenzio, il Cappellano benedi-ce tutte le corone. Le autorità etutti i partecipanti escono dalSacrario e si recano in corri-spondenza del braciere doveavrà luogo la Cerimonia di ac-censione della fiaccola. La fiaccola. Il drappello di «Con-gedati Folgore è schierato da-vanti al braciere. Il tedoforo con-segna la fiaccola ai due reduciche provvedono all’accensionedel braciere. È un altro inevitabi-le appassionato momento dicommozione. La cerimonia pro-segue presso il Cimitero degliAscari dove, a fianco di una pic-cola Moschea su una grande la-pide, sono incisi i nomi di 228soldati libici caduti combattendoa fianco dei soldati italiani. Ven-gono resi a loro gli onori con trecorone deposte rispettivamenteda Facchinetti, Compagnoni, daiCadetti dell’Accademia Militare,dalle Forze Armate Italiane e anome della Repubblica Italiana.Al termine della Cerimonia unavisita a Quota 33, dove nel1948 il Tenente Colonnello Pao-lo Caccia Dominioni instaurò lasua base logistica ed iniziò la ri-cerca – durata ininterrottamentecirca quaranta anni – dei restidei Caduti di tutte le nazioni, cul-minante nella costruzione delSacrario da lui progettato e co-struito.Un ultimo adempimento: l’Am-basciatore Claudio Pacifico e idue reduci depongono al Km111 una corona che ricorda ilpunto massimo dell’avanzataitalo-tedesca.È stata un’esperienza indimenti-cabile! Un GRAZIE a tutti coloroche l’hanno resa possibile.

Presidente OnorarioANPd’I Sezione di Brescia

Gino Compagnoni

ATTUALITÀ

Gino Compagnoni e Giuseppe Facchinetti accompagnanti da S.E. Claudio Pacifico, Ambasciatore italiano in Egitto, alla lapide posta al km 111 da Alessandria d’Egitto

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 17

ATTUALITÀ

T ra coloro che hannoacquistato un interocippo o sottoscritto

una quota a piacere, la gran-dissima maggioranza sono Se-zioni o singoli paracadutistidell’ANPd’I. Basterebbe soloquesto per capire come El Ala-mein sia una sorgente di idea-li e il luogo dove ha davvero unsenso chiamarsi paracaduti-sti. Una battaglia più facile, lanostra del «Progetto», rispettoa quella dei «Leoni della Folgo-re», ma ugualmente importan-te perché non scompaia il lororicordo anche attraverso lacreazione di un museo all’a-perto. Il 22 Ottobre 2011 ilcippo «numero 1» è stato po-sato nel cortile d’onore del Sa-crario, a pochi metri dal mu-seo. Inutile scrivere dell’im-portanza di questa presenza edel valore simbolico che assu-me. Ci sarà una inaugurazioneufficiale nei prossimi mesi. Viterremo al corrente.Mentre questo numero dellarivista è in distribuzione, la XImissione del progetto El Ala-

mein sta posizionando 18 deitrenta cippi sinora spediti,mentre una squadra di volon-tari esperti (appartengono al-l’associazione gotica-tosca-na, n.d.r.) sta lavorando al ri-pristino «accurato e storico,con materiali originali» di uncomando, perché la foto pos-sa essere pubblicata sull’At-

lante storico della Battagliache il Professor Bondesan staproducendo. In dieci missioni,che hanno portato 186 para-cadutisti e 12 amici della Fol-gore a El Alamein, sono staterilevate 586 postazioni e neabbiamo ristrutturate 97. Mac’è di più: ANPd’I, SIGGMI,Congedatifolgore.com e sin-

goli partecipanti hanno prov-veduto in proprio a coprire lespese, che stimiamo in alme-no 170.000 euro, tra costi dipartecipazione dei singoli,spese per materiali e acqui-sto dei cippi: una dimostrazio-ne di straordinaria efficienzadei baschi amaranto che ilprofessor Bondesan, respon-

IL PROGETTOEL ALAMEIN

La nobiltà delle Sezionie dei Paracadutisti dell’ANPd’I Trentaquattro cippi donati in dieci mesi

I partecipanti della X missione del Progetto El Alamein

18 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

sabile scientifico del Progetto,dell’Università di Padova e an-che presidente del SIGGMI,

non si stanca mai di ripeterenelle numerose conferenzenazionali ed internazionali che

tiene su El Alamein. Lui e ilgeologo Lamberto Fabbrucci,si sono persino brevettati

paracadutisti per dimostrarcirispetto e stima.Entro marzo 2012 i cippi col-locati al fronte saranno 50,mentre sin d’ora invitiamo iparacadutisti a pensare di ac-quisire un «cippo gemello» daposizionare nella propria cit-tà. Sul retro avrà la targa conla foto e le coordinate di quel-lo nel deserto, mentre in unaapposita nicchia sulla testatapotrà essere custodita e sigil-lata un’ampolla di sabbia diEl Alamein. Prossime missio-ni: febbraio – marzo – maggio– settembre – ottobre 2012.

Per informazionisulle missioni e sui cippi

rivolgetevi a: [email protected](per essere indirizzati

alle sezioni ANPd’I) oppure webmaster@congedatifolgo-

re.com e [email protected]

Walter Amatobene

ATTUALITÀ

Sacrario di El Alamein: posa del 1° Cippo, a destra il Prof. A. Bondesan

EL ALAMEIN Donato il primo Cippo

al Sacrario del parco museale

E rano trentacinque gliambasciatori – e al-trettanti gli addetti

militari – presenti al Sacrario il22 Ottobre, quando i tedoforidella staffetta in onore dei«Leoni della Folgore» si sonoschierati dietro l’altare, con ilabari dell’ANPd’I di Livorno,quello del «Progetto El Ala-

mein» che rappresenta anchel’ANPd’I nazionale, il SIGGMI eil giornale telematico www.con-gedatiflgore.com, affiancati daquelli del Rotary Club di Cast-glioncello. L’intero plotone ave-va celebrato poco prima la po-sa del cippo «numero 1» dona-to al Sacrario, nei pressi delmuseo. Un altro passo avanti

nella realizzazione del parcomussale all’aperto che staprendendo rapidamente for-ma, grazie alla generosità deiparacadutisti dell’ANPd’I. Lo speacker ha lungamentespiegato – in inglese – il moti-vo della nostra presenza, ac-cennando anche al «ProgettoEl Alamein». Gli sguardi di tutti

gli ospiti internazionali si sonolungamente soffermati sulgruppo che si presentava com-patto, uniforme e ordinato. Leprove svolte all’alba ci hannopermesso di fare una splendi-da figura anche nelle manovredi ingresso e di uscita. A pochiminuti dalla fine, come da ceri-moniale, i tedofori e la «Mis-sione» si sono riordinati sulsagrato per dare luogo alla se-conda parte della cerimonia,la più importante e baricentri-ca. Prima di lasciare il Sacra-rio, il capo drappello ha ordi-nato ad alta voce: «onore agliospiti e alle autorità», cui è se-guito un «Folgore» davvero to-nante e un lungo, sincero e ri-petuto applauso di tutti gliospiti internazionali.

Walter Amatobene

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 19

I l tracciato della Staffet-ta per i «Leoni della Fol-gore», come risulta dal

navigatore di Luca Bartoli, unodei tedofori, incrociato con al-tri due si attesta, facendo unamedia tra alcuni tagli che lejeep hanno dovuto effettuare,mentre il tedoforo circoscrive-va la depressione di El Qatta-ra, a 116 chilometri.I luoghi toccati sono tutti quel-li del fronte sud e della «Folgo-re»: Passo del Cammello,Naqb Rala, Qaret El Himei-mat, Quota 105, Deir El Mu-nassib, Deir Alinda, Bab ElQattara, Pista dell’Acqua, Sa-crario Italiano. Sul percorso lafiaccola ha sfiorato le posta-zioni contraddistinte da duecippi della zona della 6ª Grifi edel caposaldo della 24ª Com-pagnia, a Quota 105. Durantela tratta verso Naqb Rala ilMaggiore Mustafa Ahmed,dell’Accademia della Guardiedi Frontiera, paracadutistacon 6 lanci ca C130 e nostrascorta militare ha chiesto l’o-nore di correre con noi per 5chilometri. Lo ha fatto con learmi al seguito e scarpe ina-datte. Ha sofferto e si è gua-dagnato sul campo la nostrastima, tra paracadutisti. Ci hariferito l’ammirazione che nel-la sua Accademia, scorta do-po scorta e giunti alla terzastaffetta, si è diffusa nei no-stri confronti per come onoria-

mo i nostri caduti. Diventeràcolonnello nel 2012. Sarà unamico in più del progetto, checi ha promesso supporto ecollaborazione.Ho avuto il piacere e l’onoredi dividere questi giorni neldeserto con i tedofori e i com-ponenti della X Missione.Ognuno di loro, senza alcunaeccezione, ha dimostrato diessere nobile d’animo, moti-vato e rispettoso degli scopi edell’organizzazione (severa)che ci eravamo preposti. Ilcaldo, la fatica, il poco sonno,lo stress delle giornate «al ga-loppo» per rispettare le tabel-le di marcia scientifiche, nonhanno modificato di un milli-metro il buonumore e il came-ratismo che si è immediata-mente creato tra noi. Gli alza-bandiera, il saluto serale pri-ma di andare in tenda, il buo-numore che si percepiva dalbrusio di chi si preparava adormire, l’allegria del mattino,le colazioni fatte di corsa perrispettare la partenza dei la-vori alle 7: tutto mi ha fattotornare indietro nel tempo, alReggimento. Alcuni dei com-ponenti non erano paracaduti-sti «tecnicamente», ma il lorocomportamento è stato all’al-tezza. E mentre lo scrivo, capi-sco che è poco definirlo così:c’era amore e rispetto per la«Folgore» di ieri e per i conge-dati (iscritti all’ANPd’I) che

ATTUALITÀ

EL ALAMEIN Il raro privilegio di essere paracadutista:

la staffetta nel deserto

Un tedoforo della Staffetta dei «Leoni» in corsa nel deserto di El Alamein

20 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

tengono in piedi le missioni.Poi i saluti commossi in aero-porto a Malpensa, alla finedell’avventura, come se fossi-mo fratelli, come se ci cono-scessimo da chissà quanto.Ci rivedremo presto, con tutti.Mentre lo dicevo so che lo fa-

rò. Non è stato un semplice«viaggio» insieme. C’è moltodi più. Altrimenti non ci sarem-mo commossi, abbracciando-ci. Sono alla mia settima mis-sione e ognuna mi ha inse-gnato come El Alamein, con lanobiltà della sua storia e l’e-

normità del sacrificio dei no-stri «Leoni» e dei soldati italia-ni, sia un vero e proprio labo-ratorio di valori che cementaamicizie già vive e ne fa cre-scere di nuove, che divente-ranno indissolubili.Chiudo con un messaggio da

un componente della V Mis-sione, assistente di volo Alita-lia, che diceva, il 23 mattina:«non si è più gli stessi, tornatida El Alamein. Folgore!». Haragione. A presto, fratelli dimissione!

Walter Amatobene

ATTUALITÀ

Luca Bartoli

Stefano Venturini(medico e tedoforo)

Rodolfo Hauff

Walter Amatobene

Pietro Del Grano

Angelo Pastori (foto video)

Francesco Nappini

(Comandante del drappellodurante tutte le cerimonie)

Maggiore Mustafa Ahmed(Esercito Egiziano

di confine- paracadutista)ha chiesto l’onore

di partecipare, che gli è stato concesso

Mario Locatelli

Alberto Buratti

Fabio Camignani

Lori Tonus

Porcella Andrea

Basuino Antonio

De Plano Lorenzo

Gallia Angelo

Graziano Tajola

Savio Michele

Alfonso Fusaro

Aldino Bondesan

Lori Tonus

Claudio Aimi

Squadra A

Giuseppe De Luca

Danila De Luca

Massimo Gulisano

Squadra B

Fabio Camignani

Andrea Porcella

Basuino Antonio

Deplano Lorenzo

Squadra C – TOPOGRAFI

Alberto Buratti

Mario Locatelli

Claudio Panza

Squadra D - TOPOGRAFI

Giulio Presutti

Giuseppe Presutti

Vona ciro

Squadra E

Gallia Angelo

Graziano Taiola

Savio Michele

Alfonso Fusaro

TEDOFORI

I COMPONENTI DELLA X MISSIONE

ATTUALITÀ

Q uando un sabato mat-tina di alcuni mesi faricevetti la telefonata

del neo pensionato RoccoVolpe, artificiere del mio ploto-ne quarant’anni prima, pensaiche il passare degli anni gliavesse dato alla testa.Si era imbarcato in un’impresache consideravo folle: rintrac-ciare i nostri fratelli paracaduti-sti del 3° Contingente 1972, inostri commilitoni della 4ªcompagnia Falchi al comandodell’allora capitano Bruno Loi.La convinzione e l’entusiasmocon cui Rocco mi aveva parla-to, la successiva altrettantoentusiastica (e commovente)telefonata con l’amico ClaudioRusso mi fecero cambiareidea: potevamo e dovevamofarcela.E lì cominciò l’avventura: dallaricerca già a buon punto inizia-ta da Rocco, che partendo daimanifesti di carico aveva stila-to i primi elenchi e rintracciati iprimi fratelli, contattammoogni fonte possibile di informa-zione: archivi della SMIPAR,carabinieri, uffici anagrafe, nonultima l’Inps.Ogni fratello rintracciato, sca-vando nei suoi ricordi, dava unnome, un indizio, un’informa-

zione utile alla ricerca: 60, 80,100, 120, 140… I Falchirispondevano all’appello conindescrivibile entusiasmo. Ilmotto della «quarta»: «Nonconosco l’impossibile» ha resopossibile l’impossibile!Falchi più o meno spelacchiativenivano «stanati di casa incasa», ritrovandoli persino inVenezuela e in Siria.La macchina dell’organizzazio-ne era stata messa in moto: le

divise, le patch personalizzatecon numero di Brevetto enome, le richieste per l’utilizzodella base logistica di Cecina,gli accordi per la cerimoniaall’interno della caserma Van-nucci, il settore riservato allostadio Picchi: tutto procedevanel migliore dei modi.Ma una persona in particolareha reso possibile questaavventura, entusiasmandosi asua volta, dandoci dei consigli

(meglio dire ordini) ed interve-nendo in prima persona quan-do necessario: il Generale diCorpo d’Armata Bruno Loi.Dobbiamo a lui se ci siamoritrovati: è lui che quarant’annifa ha inculcato in ognuno di noiquello spirito di corpo che devecontraddistinguere il paracadu-tista. È lui che quando nel ’72accolse dei ragazzini con lafrase «non siete i migliori per-ché sarete paracadutisti, madiventerete paracadutisti per-ché siete i migliori», congedòl’anno successivo degli uomi-ni.Ma finalmente arrivò la fatidicadata: il rincontrarsi alla base diCecina cancellò quarant’annicon un colpo di spugna.Con qualche chilo in più eparecchi capelli in meno 92Falchi (più 36 accompagnatoritra mogli e figli) si sono ritrova-ti, si sono riconosciuti (quasisempre), hanno ricordato ilfantastico periodo passatoinsieme, si sono commossi…Coloro che non erano presentiper motivi di lavoro, per motivifamiliari o di salute, hannomandato attraverso altri fratelliil loro saluto, garantendo laloro presenza in un successivoincontro.

La 4 Falchi si ritrova a Livorno

I Falchi davanti al Monumento al Paracadutista della Caserma Vannucci

22 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

ATTUALITÀ

Anche i sei Falchi che purtrop-po ci hanno lasciati erano pre-senti tra di noi: alla lettura delnome di ciascuno, durante lacerimonia alla Vannucci, ilgrido Folgore si levava dai suoicommossi commilitoni.Le vedove di due di loro, Sig.raGiussani e Sig.ra Lazzari, ci

hanno onorato con la loro pre-senza, volendo rendersi contodel perché i loro mariti hannosempre ricordato con gioiaquel periodo della loro vita.Durante tutto il Raduno, forseunico per partecipazione, quel-lo che colpiva era il camerati-smo e soprattutto l’entusia-

smo dei «vecchi» paracadutisti,molti dei quali hanno riscoper-to un sentimento latente inloro: l’amore per la Folgore.Chi di noi non ha provato unbrivido e non si è commossoquando, durante la festa dellaBrigata, nel silenzio dello sta-dio, lo speaker ha annunciato:

«SIGNORI, IN PIEDI, ENTRA LAFOLGORE!» Quella Folgore chequarant’anni fa è entrata neinostri cuori e vive tuttora den-tro di noi.

ARRIVEDERCIAL PROSSIMO RADUNO!!

Un Falco

Si ringraziano: Generale Carmine Masiello (Comandante uscente della Brigata «Folgore»), Col. Maurizio Mazza (Comandante della Caserma Van-nucci - «Folgor»), Col. Gianmarco Badialetti (Comandante del 187° Reggimento «Folgore»), Col. Cosimo Bianchi Comandante della Base Logisti-ca di Cecina, T.Col. Claudio Levis Capo Sez. Matr. Voli e Lanci CAPAR, Cap. Mario Neva Direttore della Base Logistica di Cecina, Cap. Fabrizio DiVitale, Comandante dell’attuale 4^ Cp, «Falchi – Folgore». Un grazie particolare al fratello Paracadutista Renato Guarguaglini.

Carissimi «Falchi» della 4ª com-pagnia, la tenacia e la perseve-ranza di Rocco Volpe hannoconseguito il magnifico risulta-to che tutti noi abbiamo regi-strato. È stata davvero unastraordinaria performance.Bravo Rocco! Già allora in fure-ria avevi manifestato buoneattitudini; con questo exploithai superato te stesso e te neabbiamo dato atto pubblica-mente e solennemente.Sono passati 38 anni la massadi voi non aveva ancora ven-t’anni. Avevate tutti i capelli,diversi chili in meno e non ave-vate tutti gli acciacchi cheavete adesso, ma soprattutto,

non avevate ancora sperimen-tato il peso e l’affanno delleresponsabilità, delle preoccu-pazioni e delle pene che la vitanon risparmia a nessuno. Sonocambiate le sembianze fisichee forse per qualcuno sono venu-ti meno gli slanci giovanili ma,a giudicare dal grande succes-so che ha avuto l’iniziativa diRocco, viene da dire che nulla ècambiato dello spirito di corpodi un tempo e che si è ravviva-to un fuoco che ardeva, perqualcuno forse inconsapevol-mente, sotto la cenere: l’amoreper la Folgore!Quando siete arrivati alla Van-nucci vi dissi che non eravate i

migliori perché sareste diventa-ti paracadutisti, ma che saretediventati paracadutisti perchéeravate i migliori. Quel fior fioredegli italiani (come dice lanostra canzone «con la morte aparo a paro») che amano laPatria, hanno il senso del dove-re, coltivano lo spirito di sacrifi-cio, sanno collaborare con l’al-tro che rispettano e di cui sifidano, sono onesti e disinteres-sati, in una parola: i migliori.Credo che nel prosieguo dellavostra vita vi siate accorti cheavevo ragione: tutti voi avetesaputo affrontare l’esistenzacon coraggio e grinta e ce l’a-vete fatta per voi e per le vostrefamiglie. Questo è accadutoperché siete in gamba. Il para-cadute vi ha dato solo le emo-zioni della sfida ma la materiaprima era già di buona qualità.La vita militare per chi l’ha vis-suta come un obbligo civile, ingenerale, oltre che formare deibuoni soldati contribuiva imaniera sostanziale a formare,nel contempo, bravi cittadini,rispettosi delle leggi, degli ordi-namenti e delle istituzioni, con-

sapevoli dei diritti che fannogrande una democrazia, prontiad assumere le responsabilità ead affrontare i necessari sacrifi-ci, animati da una sana ambi-zione e sorretti dalla piena fidu-cia in sé stessi.Nella Folgore tutto ciò risultavastraordinariamente semplifica-tivo proprio perché nei suoi ran-ghi arrivavano sempre i migliori.Non mi dilungo oltre e porgo aciascuno di voi un sentito,affettuoso ringraziamento peravermi fatto rivivere un periododella mia vita intenso e ricco dipassione ed entusiasmo; rivol-go un pensiero commosso aicommilitoni che non sono piùtra noi e mi complimento con leconsorti intervenute, prime fratutte le signore Lazzari e Gius-sani, per aver dimostrato stimae affetto nei confronti dei mari-ti e della Folgore e per avercionorati con la loro presenza.Auguri a tutti e arrivederci alprossimo raduno. Folgore!!!

Capitano (mi avete convinto)

Bruno Loi

IL SALUTO DEL GENERALE LOIDa sinistra il Generale Bruno Loi e Rocco Volpe

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 23

I l Generale C.A. ClaudioGraziano è il nuovo Capodi Stato Maggiore dell’E-

sercito. Subentra al GeneraleC.A. Giuseppe Valotto.L’avvicendamento, sancito uffi-cialmente dal passaggio dellaBandiera di Guerra dell’Eserci-to, è stato celebrato il 6 dicem-bre alla presenza del Ministrodella Difesa Giampaolo Di Pao-la.Alla cerimonia hanno parteci-pato il Capo di Stato Maggioredella Difesa Generale Biagio

Abrate e tutti i Vertici militari.Al Generale Valotto, che con-temporaneamente ha lasciatoanche il servizio attivo, dopooltre 45 anni dalla nomina adUfficiale, il Ministro ha rivolto ilsuo ringraziamento per l’impe-gno profuso alla guida dell’E-sercito Italiano negli ultimi dueanni.Nel suo discorso di congedo ilGenerale Valotto così ha salu-tato i suoi soldati: «Come Ca-po di Stato Maggiore, ho lavo-rato intensamente e con pas-

Avvicendamento del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito

REPARTI IN ARMI

Il Generale di Corpo d’Armata ClaudioGraziano ha frequentato l’AccademiaMilitare di Modena, dal 1972 al 1974, ela Scuola di Applicazione di Torino, dal1974 al 1976, dove ha conseguito la

laurea in Scienze Strategiche Militari. È stato nominato Ufficiale di fanteria(Alpini) nel 1974. Nel 1976 il suo primo incarico è statoquello di comandante di plotone fucilie-ri al Battaglione Alpini SUSA in Pinero-lo. Nel 1977 è stato Vice Comandantedella compagnia contro carri della Bri-gata Alpini «Taurinense» con la quale hapartecipato ad esercitazioni in Norve-gia e Danimarca in ambito Forze Mobi-li Alleate (AMF-L). Nel 1980 ha coman-dato in successione una compagniamortai ed una compagnia alpini (fucilie-ri) presso il Battaglione Alpini Trentodella Brigata Alpini «Tridentina». Dal1983 al 1986 ha comandato la compa-gnia Allievi Ufficiali e la compagniaComando presso la Scuola MilitareAlpina di Aosta.

Dopo il corso di Stato Maggiore, nel1987 è stato assegnato allo StatoMaggiore dell’Esercito dove ha svoltol’incarico di Ufficiale Addetto pressol’Ufficio Programmi di Approvvigiona-mento. È stato promosso Maggiore nel1988. Ha poi frequentato dal 1989 al1990 il Corso Superiore di Stato Mag-giore. Nel 1990, promosso Tenente Colonnel-lo è stato trasferito all’Ufficio del Capodi Stato Maggiore dell’Esercito comecapo della Segreteria di Stato Maggio-re del Capo di SM. Successivamentenel 1992 è stato riassegnato al Batta-glione Alpini SUSA in qualità di coman-dante. In quella posizione ha comanda-to il battaglione durante la missione dipace in Mozambico. In tale quadro, ilcompito principale assegnato era quel-

BIOGRAFIA DEL GENERALEDI C.A. CLAUDIO GRAZIANO

Al centro il Ministro Di Paola con, a partire dalla sua destra, i generali Abrate, Graziano e Valotto

Il Generale di C.A. Claudio Graziano nuovo Capo di SME

24 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

sione per poter consegnare,alla collettività e al paese, unEsercito pronto, moderno, cul-turalmente e tecnologicamen-te in grado di affrontare qual-siasi sfida. L’Esercito che lascio è un’isti-tuzione sana, ove i principi dilealtà istituzionale sono con-cretizzati dall’operato dei no-

stri uomini e donne in armi,che ogni giorno servono il pro-prio paese, in Patria e all’este-ro, svolgendo, sin’anche a co-sto della propria vita, la missio-ne che l’Italia ci ha affidato. È proprio a questi uomini edonne e alle loro famiglie, chevoglio rivolgere la perenne rico-noscenza: siate fieri del vostro

essere, siate sempre orgoglio-si di quanto state facendo,sentitevi sempre parte attiva diquesto meraviglioso Esercito edi questo altrettanto meravi-glioso paese. Grazie ragazzi e ragazze! Sare-te per il resto della mia vita il ri-cordo più bello… essere statouno di voi ed aver avuto l’onore

e il privilegio di guidarvi è statal’esperienza più esaltante dellamia vita di soldato».Al Generale Claudio Graziano(che dal mese di febbraio del2010 ha ricoperto l’incarico diCapo di Gabinetto del Ministrodella Difesa), il Ministro Di Pao-la ha rivolto invece i suoi auguriper l’incarico che ha assunto.

REPARTI IN ARMI

lo di garantire la sicurezza del corri-doio di Beira (via di comunicazione tralo Zimbabwe ed il mare), ivi compresofavorendo e supportando il soccorsoumanitario e sanitario alle popolazionilocali. Alla fine del 1993, è stato desi-gnato Capo Sezione presso l’Ufficio delCapo di Stato Maggiore dell’Esercito.Promosso Colonnello nel 1996 hacomandato il 2° Reggimento Alpinidella Brigata «Taurinense» a Cuneo.Successivamente ha ricoperto l’incari-co di Capo Ufficio Pianificazione delloStato Maggiore dell’Esercito. Nelmese di settembre 2001 ha assuntol’incarico di Addetto Militare pressol’Ambasciata d’Italia di WashingtonD.C. È stato promosso Generale di Bri-gata il 1° gennaio 2002. Rientrato inItalia ha assunto, il 27 agosto 2004, ilComando della Brigata Alpina «Tauri-nense». Dal 20 luglio 2005 ha assunto il Coman-do della Brigata Multinazionale Kabul inAfghanistan e la responsabilità dell’A-rea Operativa della provincia di Kabulfino al 6 febbraio 2006. In tale periodo,oltre ai compiti di sicurezza e protezio-ne, ha diretto numerose iniziative uma-nitarie nel settore della ricostruzione edel primo soccorso alle popolazioni. Rientrato in Italia ha continuato acomandare la Brigata Alpina Taurinen-se fino al 2 marzo 2006. È stato pro-mosso Generale di Divisione il 1° gen-naio 2006 ed ha assunto l’incarico diCapo Reparto Operazioni del ComandoOperativo di vertice Interforze dellaDifesa dal 15 marzo 2006. Dal 29 gen-

naio 2007 è stato nominato dal Segre-tario Generale delle Nazioni UniteComandante delle Forze di Pace eCapo Missione UNIFIL in Libano. In talequadro per tre anni, ha avuto il dupliceruolo di Comandante militare e Capomissione, come tale responsabileanche della componente civile, com-preso il coordinamento degli aiuti uma-nitari e delle attività di ricostruzione esoccorso intraprese dalle Nazioni Uniteo condotte su base bilaterale dai variPaesi contributori. Il 1° gennaio 2010 è stato promosso algrado di Generale di Corpo d’Armata.Dal 10 febbraio 2010 è stato nominatoCapo di Gabinetto del Ministro dellaDifesa. Il 14 ottobre 2011 è statonominato Capo di Stato Maggiore del-l’Esercito ed ha assunto l’incarico il 6dicembre 2011. In questa veste, il Gen. C.A. ClaudioGraziano è il massimo responsabile del-l’approntamento, dell’addestramento edel mantenimento in efficienza dell’E-sercito Italiano. Rappresenta la ForzaArmata presso il Governo e i suoi Mini-steri, presso il Parlamento Italiano e leOrganizzazioni Internazionali, è membrodel Comitato dei Capi di Stato Maggio-re delle Forze Armate e può partecipa-re al Consiglio Supremo di Difesa. Il Generale Graziano è stato insignitodelle seguenti decorazioni: Grande Uffi-ciale dell’Ordine Militare d’Italia; Cava-liere di Gran Croce dell’Ordine al Meritodella Repubblica Italiana; Croce d’ar-gento al merito dell’Esercito; MedagliaMauriziana al Merito dei 10 Lustri di

carriera Militare; Medaglia al merito dilungo comando dell’Esercito (15 anni);Croce d’oro per anzianità di servizio;Ufficiale della «Legion D’Honneur» fran-cese; Medaglia commemorativa missio-ne in Afghanistan; Medaglia commemo-rativa per missioni di pace (Mozambi-co); Medaglia commemorativa NATOAfghanistan (ISAF); Medaglia comme-morativa UN (Mozambico); Medaglia 1ªClasse «D. Alfonso Henriques» dell’Eser-cito Portoghese; US Legion of Merit;Medaglia al merito dell’Esercito Tede-sco per la Missione di Pace in Afghani-stan; Croce al Merito della Difesa peroperazioni di Pace dello Stato MaggioreDifesa Norvegese; Medaglia d’oro almerito della difesa (Stato MaggioreFrancese); Medaglia CommemorativaUN (Libano); Medaglia d’Oro delle ForzeArmate Polacche; Commendatore del-l’Ordine dei Cedri (Repubblica del Liba-no); Cittadinanza onoraria della Provin-cia di Tyro (Sud del Libano). Inoltre, gli sono stati tributati 5 EncomiSolenni e 9 Encomi Semplici. Istruttore militare di sci, ha frequentatonumerosi corsi universitari e professio-nali, in particolare l’US Army War Colle-ge dal 1996 al 1997. Ha conseguito lelauree in Scienze Diplomatiche ed Inter-nazionali presso l’Università degli Studidi Trieste, il Master in Scienze Strategi-che e la Specializzazione universitaria inScienze Umane presso l’AccademiaAgostiniana di Roma. È autore di nume-rosi libri, studi ed articoli. È sposato con la signora Marisa Lanu-cara con cui vive a Roma.

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 25

Q uello che durante i me-si della missione dellaBrigata paracadutisti

«Folgore» in Afghanistan, nel2009, non abbiamo potuto scri-vere per ragioni di sicurezza, loha parzialmente rivelato la Gaz-zetta Ufficiale della RepubblicaItaliana; pubblicando le motiva-zioni delle decorazioni concessead alcuni paracadutisti in mis-sione.Il riassunto di una motivazionenon rende completamente onoreal comportamento dei paracadu-tisti decorati, come pure non puòcitare il corale e superbo com-portamento tenuto da tutti i

paracadutisti presenti in quellamissione. Sappiamo benissimo

della loro diuturna abnegazionedella quale, all’epoca, con alcuni

«speciali» su questa rivista, vi ab-biamo informato. Tutti ricordia-mo i caduti di quella missione, equel triste mese di settembrequando abbiamo salutato a Ro-ma, per l’ultima volta, ben seiparacadutisti, rientrati avvolti inun tricolore e pianti dai loro cari.Solo questo basterebbe a rende-re l’idea di come le cose andaro-no, realmente, laggiù. Fu una ve-ra e propria battaglia, dove tutti iparacadutisti compirono il lorodovere, e molti fino all’estremosacrificio.In ordine cronologico riportia-mo le motivazioni delle decora-zioni, e pubblichiamo le foto-grafie solo di tre decorati inquanto, nei nostri archivi, nonsiamo riusciti a rintracciarequelle degli altri paracadutisti,di questo mi scuso con gli inte-ressati e i lettori.

Aldo Falciglia

Maresciallo Capo, inc. par.,Sponziello Marco da Milano(MI), Medaglia d’argento al va-lore dell’Esercito.Motivazione: Sottufficiale in-cursore, nel corso di un’opera-zione in supporto alle forze disicurezza afghane tesa allacattura di uno dei maggiori ri-cercati, si prodigava con co-raggio nel coordinamento dellecomponenti alle sue dipenden-ze. Durante la delicata fase diirruzione all’interno di un edifi-cio, esponendosi in prima per-sona, agiva in modo rapido erisoluto disarmando e, succes-sivamente, immobilizzando unindividuo sospetto, senza ri-correre all’uso delle armi edevitando il rischio di eventualidanni collaterali. Splendida fi-gura di sottufficiale che hacontribuito ad accrescere ilprestigio e il lustro dell’Eserci-to italiano in un contesto inter-nazionale. Bala Baluk (Afghani-stan), 28 marzo 2009.

Tenente Colonnello, par., Tru-biani Roberto da Popoli (PE),Medaglia d’argento al valoredell’Esercito.Motivazione: Comandante dibattaglione paracadutisti, veni-va incaricato di supportare l’a-

zione della 1ª Brigata dell’E-sercito afghana, già provatada numerose perdite. Al co-mando della sua unità, nel cor-so di una complessa operazio-ne, nonostante fosse fatto se-gno a fuoco di armi, portatili,

mortai e razzi, si esponeva amanifesto rischio per condur-re, da posizione avanzata, il ri-piegamento delle forze sulcampo, portato poi a terminebrillantemente. Mirabile esem-pio di ufficiale che ha tenutoalto il prestigio del contingentenazionale e dell’Esercito in uncontesto internazionale. BalaMurghab (Afghanistan), 29maggio 2009

Tenente, par., Ballin Lorenzoda Padova (PD), Medaglia d’ar-gento al valore dell’Esercito.Motivazione: Vice comandantedi compagnia paracadutisti,durante un’importante opera-zione, incaricato della presa diun obiettivo particolarmenteesposto alla minaccia, subiva,a più riprese, violenti attacchida parte di insorti. Nonostan-te l’azione ostile, manteneva ilcontrollo del settore presidiatoassicurando, con il proprio per-sonale, il consolidamento del-

REPARTI IN ARMI

i paracadutisti decoratiAFGHANISTAN 2009:

Il Tenente Colonnello Roberto Trubiani, già comandante del 1° Btg. «Grizzano» durante la missione Afghanistan del 2009

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la posizione. Nelle ventiquat-tro ore successive, a seguitodi ulteriori attacchi, il suo po-sto di osservazione veniva col-pito e severamente danneggia-to. Benché gravemente ferito,proseguiva nell’azione di con-trasto, continuando a imparti-re disposizioni per l’assolvi-mento della missione. Fulgidoesempio di ufficiale che concoraggio e abnegazione ha ele-vato il prestigio dell’Esercitoitaliano. Bala Murghab (Afgha-nistan), 10-11 giugno 2009.

Caporale Maggiore, par., La Mat-tina Stefano da Nizza Monferrato(AT), Medaglia d’oro al valore del-l’Esercito.Motivazione: Mitragliere di bor-do, impegnato a erogare fuoco dicopertura al fine di consentire ildisimpegno dei propri commilito-ni nel corso di un’imboscata, ve-niva gravemente ferito a un brac-cio. Conscio dell’importanza dimantenere la posizione per nonesporre i paracadutisti a ulterioreminaccia avversaria, a rischiodella propria vita, sotto intensofuoco, utilizzando il braccio anco-ra abile, proseguiva il tiro riu -scendo a respingere l’attacco.Chiaro esempio di professionali-tà, coraggio e abnegazione cheha dato lustro all’Esercito italianonel contesto multinazionale e in-ternazionale. Parmakan (Afghani-stan), 23 luglio 2009.

Tenente Colonnello, par., SgangaRodolfo da Varese (VA), Medagliad’argento al valore dell’Esercito.Motivazione: Comandante di bat-taglione paracadutisti, nel corsodi un’operazione volta a verificarela presenza di un deposito diesplosivi, veniva ingaggiato daforze ostili, per oltre cinque ore,con fuoco di armi portatili, mortaie razzi. Dimostrando eccezionaleprontezza e coraggio, esponen-dosi a rischio della propria incolu-

mità, organizzava e guidava per-sonalmente con successo la rea-zione riuscendo, in tale frangen-te, a far soccorrere ed evacuareun militare ferito. Esemplare figu-ra di comandante che ha contri-buito a dare lustro all’Esercitoitaliano in un contesto internazio-nale. Bala Baluk (Afghanistan),25 luglio 2009.

Capitano, par., Simonelli Gianlu-ca da Carbonia (CA), Medagliad’argento al valore dell’Esercito.Motivazione: Comandante dicompagnia paracadutisti, nelcorso di un pesante attacco diforze ostili, durato oltre cinqueore, manovrava con assoluta pe-rizia e ardimento la propria unitàal fine di agevolare il ripiegamen-to di altro reparto oggetto diun’intensa azione di fuoco avver-saria. Benché ferito, in condizio-ni di estrema difficoltà ed espo-nendo la propria vita a manifestorischio, continuava in prima per-sona a impartire le disposizioniche consentivano d’infliggeregravi perdite all’avversario, por-tando a termine con successo lamissione. Splendida figura di uf-ficiale che, con il suo coraggio edeterminazione, ha contribuito adare lustro all’Esercito italiano.

Bala Baluk (Afghanistan), 25 lu-glio 2009.

Caporal Maggiore Scelto, par.,Guarna Floro da Catanzaro (CZ),Medaglia d’argento al valore del-l’Esercito.Motivazione: Comandante disquadra fucilieri e capo carro, nelcorso di un’operazione nell’areadi Bala Baluk, veniva fatto segnoa fuoco da parte di insorti che in-gaggiavano la sua unità armati dirazzi e armi portatili. Gravementeferito, incurante del dolore, orga-nizzava con perizia e coraggio il ri-piegamento della squadra versouna posizione di sicurezza atta a

preservare l’incolumità dell’equi-paggio e solo dopo aver assolto ilcompito, stremato, si accascia-va. Con il suo comportamento,ha contribuito a elevare il presti-gio dell’Esercito italiano in uncontesto internazionale. Bala Ba-luk (Afghanistan), 25 luglio 2009.

Colonnello, par., Tuzzolino Marcoda Palermo (PA), Medaglia d’ar-gento al valore dell’Esercito.Motivazione: Comandante del183° Reggimento paracadutisti,nel corso di un’operazione insupporto alle forze armate af-ghane per la riconquista di un po-sto di frontiera, conduceva per-sonalmente un elisbarco ad al-tissimo rischio. Impegnato neisuccessivi combattimenti, af-frontava la minaccia con consa-pevole coraggio, fermezza e raralucidità. Malgrado fosse fatto se-gno a fuoco, esponendosi a ri-schio della propria incolumità, di-rigeva con assoluta efficacia, econ eccellente azione di coman-do la propria unità che, dopo duegiorni di intensi scontri, ottenevail controllo del presidio. Fulgido,esempio di ufficiale superiore ecomandante che con coraggio eabnegazione ha tenuto alto ilprestigio dell’Esercito italiano.Morichak (Afghanistan), 7-8 set-tembre 2009.

REPARTI IN ARMI

Il Tenente Colonnello Rodolfo Sganga, già comandante del 2° Btg. «Tarquinia» durante la missione Afghanistan del 2009

Il Colonnello Marco Tuzzolino, già comandante del 183° Rgt. «Nembo» durante la missione Afghanistan 2009

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 27

PISTOIA - Il 183° Reggimen-to Nembo ha un nuovo coman-dante da ieri mattina. È il co-lonnello Marco Becherini, natoa Cascina, ma sempre vissutoa Livorno, sposato, padre didue bambini. Ha alle spalle lapartecipazione a tre importantimissioni: la Somalia, i Balcanie l’Afghanistan. Proviene dalloStato Maggiore, pianificazioneUnione Europea. Durante la ce-rimonia ha ricevuto, come ac-cade in queste solenni occa-sioni, la Bandiera di Guerra delReggimento appena rientratadall’Afganistan, che il coman-dante uscente, il colonnelloMarco Tuzzolino, gli ha conse-

gnato. E il grido «Folgore», lan-ciato dalle compagnie schiera-te nel piazzale della caserma«Marini» è risuonato fortissi-mo. Il comandante della Briga-ta Folgore, il colonnello Massi-mo Mingiardi, ha presieduto ilpassaggio delle consegne:«Sono emozionato – ha detto–. Il destino gioca strani scher-zi. Tre anni fa ho lasciato il te-stimone al colonnello Tuzzoli-no. Ero consapevole, allora eancora oggi, di lasciare il Reg-gimento in mani sapienti. An-che grazie a te (rivolto diretta-mente al comandante uscen-te), è una realtà ammirata datutti». E il pensiero di tutti è an-

REPARTI IN ARMI

Da destra il Colonnello Giuseppe Montalto e il Colonnello Carlo Sardi

Il Comandante della «Folgore» Massimo Mingiardi, passa in rassegna il 183° Rgt. Nemboseguito dai Colonnelli Tuzzolino e Becherini

AVVICENDAMENTO DI COMANDANTI DI REPARTO

NELLE AVIOTRUPPE

VERONA - Venerdì 7 ottobrescorso, alla presenza del co-mandante delle Truppe Alpine,Generale di Corpo d’Armata Al-berto Primiceri, nella caserma«Duca» di Montorio Veronese, il

colonnello Carlo Sardi ha ricevu-to la gloriosa e pluridecorataBandiera di Guerra del «MonteCervino» dalle mani del colon-nello Giuseppe Montalto, che gliha ceduto il comando del 4°Reggimento Alpini paracadutisti.Il colonnello Montalto assumeràl’incarico di Capo di Stato Mag-giore della Brigata alpina Julia.Il Colonnello Sardi, invece, pro-viene dal 3° Reggimento Alpininel quale ha ricoperto l’incari-co di comandante.

La consegna della Bandiera di Guerra del 4° Rgt. Alpini paracadutisti al suo nuovocomandante

28 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

dato a chi è caduto in Afghani-stan, a Massimiliano Randino(la signora era presente), a Da-vid Tobini: «David – ha detto ilcolonnello Mingiardi – ti ho co-nosciuto, il tuo sacrificio non èstato vano. In un futuro prossi-mo quel martoriato paese ritro-verà la convivenza civile». Il co-lonnello Tuzzolino ha ringrazia-to tutti i suoi paracadutisti, ilsuo primo maresciallo AntonioCarito che ha condiviso con lui

due missioni in Afghanistan, lasua famiglia. Parlando del suoamico e collega che rileva il co-mando ha detto: «A lui conse-gno uno dei Reggimenti più bel-li». Il Colonnello Tuzzolino èstato assegnato ad assumerel’incarico di Capo di Stato Mag-giore della Brigata Folgore.

Immagini e notizia per gentile concessione del sito www.congedatifolgore.com

SIENA - La splendida cornicedella Fortezza Medicea e unagiornata di sole hanno attenua-to il velo di rimpianto nelle paro-

le del Colonnello D’Addario, cheha comandato, orgogliosamen-te, – come tiene a dire – il 186°Reggimento. Il Colonnello Min-

giardi, comandante della «Folgo-re», ha sottolineato il duro lavo-ro del 186°, la capacità degliuomini e del loro Comandante.«Un numero uno», ha detto. Sia il Comandante della «Fol-gore» che il Colonnello D’Ad-dario, quindi, hanno dedicatoil loro intervento agli uominiche formano il Reggimento eche danno continua prova diessere professionali e motiva-ti. I sette mesi di missionenella difficilissima area diBakwa sono stati durissimi,con due caduti: il caporal mag-giore capo della Ariete Gaeta-no Tuccillo e il Caporal mag-giore scelto paracadutistadell’8° Reggimento, RobertoMarchini, entrambi in servizionell’area assegnata al 186°. Ilpensiero del Comandante è

andato a loro, per primi. «Èstato un anno entusiasmante.Ho avuto la vostra collabora-zione nei giorni della tristezzae nei giorni del successo. Idea-li e valori non sono parole vuo-te, né retoriche per i soldati.Sono impegni che impongonodi vincere la paura e compierela missione che ci fanno la-sciare le famiglie e i figli anco-ra troppo giovani per capire.Siatene orgogliosi. Questi va-lori sono la scelta che abbia-mo fatto e qualificano la no-stra esistenza».Poi, il Colonnello d’Addario hasalutato il Colonnello Albamon-te, suo amico, che era tra gliospiti d’onore. In tribuna c’era-no anche il Prefetto e i Sindacidi Siena, Monteriggioni, Rapo-lano e Castelnuovo Berarden-ga, il labaro dell’ANPd’I e tantiamici con il basco amaranto ealcune scolaresche.Il Sindaco di Monteriggioni haconsegnato al Colonnello D’Ad-dario una targa ricordo in cristal-lo, con le insegne del Comune. Il

REPARTI IN ARMI

Da sinistra il Colonnello Marco Tuzzolino e il Colonnello MarcoBecherini durante la cerimonia di cambio del comandante

Da destra il Colonnello D’Addario cedente, e il Colonnello Angius subentrante

Il passaggio della bandiera di Guerratra i due Comandanti

Le compagnie del 186° Rgt. sfilano cantando tra le vie di Sienasegue a pag. 37

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 I

S ul finire degli anni ses-santa, del secolo scor-so, il comando della

Brigata paracadutisti, appenarinominata «Folgore», venivaassegnato all’allora colonnello,paracadutista, Ferruccio Bran-di, Medaglia d’Oro al Valor Mili-tare, meritata per i combatti-menti sostenuti, in qualità di

comandante di plotone dellasesta compagnia paracaduti-sti, 187° Rgt., della Divisione«Folgore», la notte tra il 23 e il24 ottobre 1942, nell’epicabattaglia di El Alamein in Egit-to.Una fine di decennio, che verràricordata soprattutto per la pro-fonda trasformazione culturale

e sociale che coinvolgerà l’Oc-cidente. Anni in cui anche leForze Armate italiane e in parti-colar modo la Brigata paraca-dutisti, vivranno un periodo ditrasformazione gestito da co-mandanti, già pionieri del para-cadutismo militare, con eleva-ta esperienza di combattimen-to; coadiuvati da giovani e ca-

paci ufficiali licenziati dalla ri-formata accademia, e dai ran-ghi dei sottufficiali con unaqualificata presenza di veteranidella seconda guerra mondia-le. Di quegli anni è la pubblica-zione n. 772 (della serie dottri-nale SME), sull’«impiego delgruppo tattico paracadutista alivello di battaglione», all’inter-

La sciagura alle secchedella Meloria

SPECIALE MELORIA

«GESSO QUATTRO NON RISPONDE»

II NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

no della quale si trova la famo-sa frase sulle unità paracaduti-ste che così recita: «… per es-se, l’imprevisto è la regola,mentre il prevedibile deve es-sere considerato, al limite,l’eccezione.».Proprio in virtù di questa affer-mazione, posta a premessadella pubblicazione dottrinale diriferimento sull’impiego delleaviotruppe, la Grande Unitàparacadutista: studiava e si ad-destrava per raggiungere quellesinergie e quegli automatisminecessari per applicare, sulcampo le nuove tecniche d’im-piego. Comandata con perizia ecapacità, dai sopracitati quadri,e composta da una truppa for-mata da coscritti volontari cheaffluivano con giovanile entu-siasmo, ai reparti paracaduti-sti, desiderosi di emulare i lorogloriosi predecessori.Complesse manovre costituiva-no il banco di prova e verifica ditutto lo studio e l’addestramen-to effettuato. Campi d’arma ve-nivano eseguiti, in diverse aree,dalle unità della Brigata paraca-dutisti, con l’esecuzione di avio-lanci e successive esercitazioni.Queste esercitazioni avevano loscopo di verificare i temi tattici,appositamente ideati per sfrut-tare le peculiari capacità delleaviotruppe come: l’aggiramentoverticale del fronte per la con-quista di obiettivi posti al tergodel dispositivo nemico; o la pre-sa di contatto, tramite gruppiesploranti, e successiva azionedi contrasto dinamico, con pat-tuglie da combattimento.Proprio in virtù di queste moda-lità addestrative e anche per-ché in quel periodo la Brigataparacadutisti «Folgore», (stantele condizioni del parco velivoli adisposizione, costituito dal glo-rioso ma obsoleto C 119 «Far-child», ormai giunto al limitedella sua vita operativa) aveva

un cronico bisogno di ore di vo-lo, per brevettare e addestrareil personale; vennero pianifica-te, già nel 1970, un serie diesercitazioni di aviolancio conaeromobili messi a disposizio-ne dalla Royal Air Force britan-nica.Scopo di queste specificheesercitazioni, tra due nazionialleate facenti parte della stes-sa colazione: la NATO, era du-plice. Per gli italiani, prioritaria-mente e come detto, poter ef-fettuare un maggior numero diaviolanci. Per i britannici: adde-strare il personale navigante alvolo tattico diurno e notturno –necessario anche per applica-re la nuova tecnica di aviolan-

cio di paracadutisti, denomina-ta Calculated Air Release Point(CARP) –. Questo perché le mo-dalità con cui si esegue un volotattico, cioè un volo effettuatoa quote molto basse, seguen-do il profilo del terreno, persfuggire ai rilevamenti dei ra-dar nemici, sono molto impe-gnative e richiedono, ai pilotiche lo eseguono, un costanteaddestramento, anche duranteil periodo autunnale quando,per le avverse condizione me-teo, in Gran Bretagna, questo èraramente possibile.Alla tecnica del così detto volotattico, seguito da aviolanciocon CARP (calcolo del punto dirilascio), si era giunti analizzan-

do quella del lancio di massa,basato sul contemporaneo lan-cio di paracadutisti, da nume-rosi aeromobili, su ampie zoned’atterraggio. L’esperienza acquisita duranteil secondo conflitto mondialeaveva dimostrato che l’aviolan-cio di massa, effettuato da ae-romobili in formazione, eviden-ziava diversi aspetti critici, du-rante le fasi della navigazione,in quella dell’aviolancio e delsuccessivo riordino a terra del-le unità paracadutiste. La com-binazione della tecnica di voloeffettuato a bassa quota e delCARP, poneva rimedio a questecriticità. Nel dettaglio, l’applicazione diqueste nuove modalità preve-deva che gli aeromobili, venis-sero disposti in formazione divolo uno dietro l’altro distanzia-ti da un intervallo di tempo, paricirca a quello occorrente aiparacadutisti presenti su ognivelivolo per aviolanciarsi. Inquesto modo si otteneva unasequenza di lancio articolatama efficace. Infatti, quando ilprimo aeromobile arrivava sullaprevista zona di lancio (Z.L) einiziava a lanciare i paracaduti-sti, se l’intervallo di tempomantenuto in volo tra gli aero-mobili era corretto, si verificavache: con l’uscita dell’ultimoparacadutista dall’aereo, inizia-va il lancio del primo paracadu-tista dal successivo aeromobi-le, sopraggiunto nel frattemposulla Z.L., e così via fino all’ulti-mo velivolo della formazione.Per aumentare l’efficacia diqueste nuove procedure il volodi avvicinamento, veniva effet-tuato in modalità così detta«tattica» cioè volando radenti alterreno, seguendone il profilo apoche centinaia di metri d’al-tezza, per sfuggire al rilevamen-to radar del nemico. Solo inprossimità della zona lancio ve-

SPECIALE MELORIA

Una squadra di mortaisti della «Folgore» in esercitazione

Il velivolo C119 impegnato nel lancio di paracadutisti

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 III

niva effettuata dall’aeromobileuna rapida cabrata, per raggiun-gere la quota minima necessa-ria al lancio dei paracadutisti,seguita da una successiva pic-chiata per ritornare subito abassa quota, e seguire la rottadi scampo per il rientro. I vantaggi rispetto alla tecnicadell’aviolancio di massa, utiliz-zato nella seconda guerra mon-diale, sono diversi ed evidenti,tra questi: la possibilità di po-ter scegliere zone di atterrag-gio meno ampie rispetto aquelle richieste dal lancio informazione compatta; e la sen-sibile riduzione dei tempi di ri-ordino dei paracadutisti. I qua-li, imbarcati per reparto di ap-partenenza a bordo degli aerei,riescono a prendere terra ingruppi omogenei. Per tutto ciò, considerati i reci-proci benefici e gli ottimi risul-tati ottenuti con il sopradettoaddestramento nel ’70, ancheper il 1971 venne pianificatauna altra esercitazione con-giunta di questo tipo. La quale

prese il nome di «Cold Stream»(corrente fredda).Con modalità identiche a quel-la dell’anno precedente, macon una «grossa» novità: l’uti-lizzo del velivolo C 130 «Hercu-les», impiegato come vettoread ala fissa dagli aviatori bri-tannici.Il «C130», dotato di quattromotori turbo «Allison», di avioni-ca completa e moderna, in gra-do di trasportare e aviolanciarefino a 72 paracadutisti; rad-doppiava le capacità rispetto al«C119» in termini di carico, ve-locità, tangenza operativa eraggio d’azione.Di li a breve, questi aeromobili,verranno adottati anche dallaAeronautica Militare Italiana, esaranno al centro di una oscu-ra vicenda di tangenti detta«scandalo Lockheed», dal no-me della ditta statunitense co-struttrice degli aeroplani, inqui-sita negli USA. In questa vicen-da furono coinvolti, a vario tito-lo, numerosi esponenti politici:i Ministri Gui, Tanassi e Rumor,

il Presidente del Consiglio AldoMoro, fino al Presidente dellaRepubblica Giovanni Leone. Adiverse riprese, e per vari moti-vi, sospettati di essere «Antelo-pe Cobbler» (in italiano antilo-pe ciabattina), nome in codicedel politico italiano corrotto,del quale a tutt’oggi non si co-nosce la vera identità. Moltipensarono che nel trasmetterele carte processuali dagliU.S.A il nome «Antelope Cob-bler», fosse stato trascritto conun errore, in quanto se si sosti-tuisce la «C» di «Cobbler» conuna «G!, cioè «Gobbler», eccoche la traduzione è «mangiato-re di antilopi» (il leone?).Ai primi di novembre del ’71 tut-to questo era ancora da venire,e il personale della Brigataparacadutisti, dal suo Coman-dante fino al più giovane para-cadutista, era impegnato nellariuscita dell’esercitazione,ognuno con i propri compiti eobiettivi. Infatti, durante l’eser-citazione «Cold Stream», si sa-rebbero collaudati anche nuovi

apparati radio in grado di potercomunicare direttamente tra lazona di lancio, situata a Villaci-dro, località a qualche decina dichilometri a Nord-Ovest di Ca-gliari, in Sardegna, e la nuovacentrale operativa posta a Li-vorno. La quale avrebbe segui-to e coordinato, per la primavolta, tutta l’esercitazione in fo-nia diretta con la Z.L. e succes-sivamente con quella situata inSicilia, dove, da lì a pochi gior-ni, si sarebbero effettuati altridi aviolanci.Nelle prime ore di quel fatidico9 novembre del 1971, verso le02.30, terminati tutti i prepara-tivi relativi e alla successivapermanenza in Sardegna, iparacadutisti della «Folgore»,comandati all’aviolancio, sisvegliano, e con la consuetarapidità ed efficienza si radu-nano per imbarcare sugli auto-carri che li trasporteranno al-l’aeroporto di Pisa, da dove de-colleranno. All’aeroporto ad at-tenderli, ci sono 9 «C130» e un«Andover» britannici, del 38°Stormo, giunti il giorno primadalla base di Odhinam in GranBretagna. Tutti i velivoli sonostati contrassegnati con un nu-mero progressivo, detto di«gesso», dall’uno al dieci. Taleprocedura di segnatura, istitui-ta per praticità operative varie,richiede di scrivere, appuntocon un gesso, sulla carlingadell’aereo il numero progressi-vo allo stesso assegnato.Gli ordini di operazione prevedo-no il decollo dell’aeromobile«Andover», numero di «Gesso1», provvisto degli apparecchiper calcolare in volo il citatoCARP, con a bordo 10 sabotato-ri paracadutisti del 9 Battaglio-ne «Col Moschin», che decollan-do da Pisa alle 04.55, raggiun-gerà la Z.L. di Villacidro alle07.00. Dopo il lancio, e una vol-ta a terra, il compito assegnato

Storica foto che ritrae alcuni paracadutisti di «Gesso 4» mentre si imbracano, da lì a qualche manciata di minuti la sciagura. Da destra c.le De Mitri, c.le Torsello, il secondo D.L. m.llo Celozzi, serg. Colombini, c.le Dal Lago

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IV NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

per l’esercitazione ai sabotato-ri, sarà quello di organizzare,segnalare e difendere la Z.L. inattesa dell’arrivo dei «C130».I nove «C130» britannici, cheall’alba devono decollare da Pi-sa, trasportano 220 paracadu-tisti del 1° Reggimento, 100carabinieri paracadutisti, 44artiglieri paracadutisti, 12paracadutisti del quartier gene-rale di Brigata e 20 della com-pagnia manutenzione; per untotale di 396 uomini, assegna-ti in ragione di 44 unità per veli-volo, unitamente a un direttoredi lancio e un addetto alla sicu-rezza 8 il secondo direttore dilancio). Questi ultimi, dopoaver terminato di compilare ilmanifesto di carico – fogliocontenente i nominativi deiparacadutisti assegnati a ogniaereo, e i numeri di matricoladei paracadute loro assegnati– hanno il compito di far ese-guire, al personale che si avio-lancia, tutta una serie di opera-

zioni che va da quelle di pre-im-barco fino quelle di uscita dal-l’aeromobile.Il primo dei nove «Hercules»,«Gesso 2», che segue il velivolodei sabotatori, parte alle 05.41con a bordo il generale Ferruc-cio Brandi, e altri 43 paracaduti-sti del 1° Reggimento. Per il Comandate della Brigataparacadutisti è un giorno parti-colare, quello del suo cinquan-tunesimo compleanno.Il decollo di «Gesso 9» e «Gesso10» subisce un contrattempo. Acausa della configurazione di ar-rivo sono in ritardo, perché ilpersonale britannico sta ancoraprovvedendo a riconfigurarli peril trasporto di paracadutisti. De-collano così solo 7 «C130», in-tervallati l’uno dall’altro da 15secondi di tempo. Il sole non èancora sorto e sulla zona di de-collo insiste della foschia. L’or-dine di operazione prevede chegli aerei mantengano una quotadi 1.000 piedi – un piede equi-

vale a 33 cm. – sorvolando laterra, e di 500 piedi quando si èin volo sul mare. Dopo aver ef-fettuato una serie di virate, lacolonna di «C130» si avvicina almare, e circa sulla verticale diMarina di Pisa, inizia ad abbas-sarsi per raggiungere la quotaprevista di 500 piedi sul livellodel mare (circa 165 mt.). A bor-do di «Gesso 4», terzo aereodella formazione che decolla 30secondi dopo «Gesso 2», oltre aisei aviatori britannici, che com-pongono l’equipaggio, ci sono44 paracadutisti della sestacompagnia, un direttore di lan-cio e l’assistente alla sicurezza,entrambi della compagnia co-mando del 2° battaglione para-cadutisti «Tarquinia». All’arrivoprevisto sulla Z.L. mancano cir-ca due ore e, presumibilmente,a bordo tutto è tranquillo.A pochissimi minuti dal decolloi piloti di «Gesso 5», che seguedi 15 secondi «Gesso 4», vedo-no davanti a loro una improvvi-

sa fiammata sul mare. Il primopilota informa il comandantedella formazione che si trova su«Gesso 2», il ten. col. Scott: Ilquale cerca di stabilire un con-tatto via radio con tutti i setteapparecchi in volo. «Gesso 4»non risponde! Dopo una serie di chiamate avuoto il ten. col. Scott informa

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Come titolarono i giornali:«IL TELEGRAFO» in edizione straordinaria

Drammatica foto subacquea che riprende un paracadutista ancora all’interno del C130 sommerso, pubblicata sul settimanale «Europeo».Il compenso per le foto scattate fu devoluto dagli autori Luciano Bolzoni, Giampiero Fusello e Vittorio Mangili, alle vittime della sciagura

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la base, e distacca «Gesso 8» asorvolare la zona di mare dovel’equipaggio di «Gesso 5» ha in-dividuato la vampata; mentre,con i restanti aeromobili, prose-gue nella navigazione alla voltadella Sardegna.All’aeroporto di Pisa, il maggio-re Antonio Dilani (poi coman-dante della Brigata paracaduti-sti), allora capo ufficio opera-zioni della «Folgore», rimasto aterra perché imbarcato su unodegli ultimi due aerei della for-mazione, che per i contrattem-pi subiti non avrebbero più ef-fettuato il lancio a Villacidro,chiede il permesso di alzarsi involo, dopo aver sentito per ra-dio da «Gesso 8» la scioccantefrase: «è in mare». Con un eli-cottero AB 205 del 26 Gruppodell’A.L.E «Giove» pilotato dalcomandante di gruppo, ten.col. Aldo Mangione, si dirigeverso il luogo segnalato da«Gesso 5», come probabilepunto dell’incidente: le secchedella Meloria.Sul posto incominciano ad avvi-stare una grossa macchia oleo-sa e subito dopo alcuni zainettiin dotazione ai paracadutisti, ilcarrello del velivolo e battellini

di salvataggio autogonfiabili,crudelmente vuoti… Aviolanciatosi in Sardegna an-che il generale Brandi viene avvi-sato dal Direttore di Esercitazio-ne, lo sconcerto è totale, il gene-rale si mette subito in viaggioper rientrare a Livorno, mentre iparacadutisti proseguono nell’e-sercitazione. Nelle parole dell’al-lora maggiore Giovanni Giostra,comandante del reparto di arti-glieri paracadutisti atterrato aVillacidro: «Proseguii senza indu-gio verso la zona di riordinamen-to ove confluirono rapidamentetutti gli artiglieri paracadutisti,completamente ignari dell’acca-duto. Disposi l’adunata del re-parto e informai il personale diquanto era avvenuto, ordinandodi presentare le armi in onoredei caduti, in una atmosfera diprofonda commozione…».Anche il maggiore Dario Orrù,direttore della sala operativadel comando Brigata paracadu-tisti è corso in caserma e a luispetta l’amaro compito, mani-festo di carico di «Gesso 4» allamano, di gestire le chiamatedei familiari dei paracadutistiche, appresa la notizia attraver-so i canali d’informazione nazio-

nale, stanno telefonando in cer-ca di informazioni sui loro fami-liari in servizio. Ecco come ricor-da quei momenti il generale Or-rù a distanza di anni: «Non po-trò mai dimenticare, dico mai,le voci angosciate dei congiuntiche chiedono notizie di quel da-to nome» e prosegue «Purtrop-po tante, troppe volte, debboprovare un profondo senso diamarezza: quel nome è lì nelmio elenco e non posso dareserenità alcuna…».Sotto il comando del Diparti-mento della Marina Militare del-l’Alto Tirreno iniziano le ricerchecon un vasto spiegamento dimezzi aerei e navali. Le ricerchenon danno i frutti sperati, com-plice anche il mare agitato e al-cune poco precise considerazio-ni sul punto d’impatto, effettua-te dal personale preposto alle ri-cerche.I familiari dei paracadutisti peritinell’incidente, avvisati dalle ri-spettive stazioni dell’Arma deicarabinieri, cominciano ad afflui-re a Livorno, sono centinaia, daquasi tutte le Regioni d’Italia, evengono accolti dal personaledella Brigata paracadutisti.Insieme a loro fa rientro il gene-

rale Brandi, che nel giorno delsuo compleanno ha perso 46paracadutisti, quasi tutti dellacompagnia in cui aveva militatoe combattuto a El Alamein. Nel frattempo viene costituitaun’apposita commissione d’in-chiesta, ma qualsiasi ipotesicirca la causa dell’incidente èprematura fino al recupero delrelitto del velivolo. Dal quale,peraltro, nei pochi minuti pas-sati in volo non era giunta nes-suna comunicazione di allarmeo segnale di emergenza. Un mi-stero che resterà tale, a onta difantasiose ricostruzioni che an-cora oggi circolano.La Regina d’Inghilterra invia untelegramma di cordoglio, il Pre-sidente della Repubblica, Giu-seppe Saragat, partecipa im-mediatamente al grave lutto. Inuna compassionevole e coraledimostrazione di solidarietà tut-ta la nazione si unisce al doloredei familiari dei paracadutisti edella Brigata «Folgore».Non mancano nemmeno alcuniatti inqualificabili, mani anoni-me vergano sul muro dello sta-dio di Livorno una sciaguratascritta che recita: «46 paraca-dutisti morti = 46 fascisti inmeno – niente lacrime». Suc-cessivamente, anche sulle ban-chine del porto di Livorno, neglispasmodici giorni della ricercadel velivolo, qualcuno sussurre-rà ai parenti in dolorosa attesa:«ve li hanno ammazzati»… Il giorno 12 rientrano, con la na-ve appoggio «Etna» della M.M., ireparti che hanno effettuato l’a-violancio a Villacidro. Tutti han-no formalmente richiesto di farerientro con un aviolancio, in ono-re dei commilitoni caduti, manon è stato possibile. Sulla rot-ta del rientro all’altezza dellesecche della Meloria gettanouna corona in mare ai loro fratel-li. Il generale Brandi, tributa unencomio a tutti i partecipanti, e

SPECIALE MELORIA

Imbarcazione del 9° Btg. Sabotatori al vecchio faro delle secche della Meloria

VI NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

con l’ordine del giorno n. 27 del12 novembre 1971 e così si ri-volge a loro: «Paracadutisti, ono-riamo i nostri caduti: con loro èvolata in cielo una parte del no-stro cuore. Assicuriamo confor-to morale alle famiglie così atro-cemente colpite. La Folgore hasubito una ferita tremenda edinsanabile ma, proprio perchétemprata dal dolore, la Folgoreè, se mai, più forte e compattadi prima».I giorni trascorrono, ma del relit-to del velivolo nessuna traccia.Lo sconforto è alto, e in diversicercano di comprendere le cau-se del mancato ritrovamento,dato che fin dalle prime ore del-l’incidente appariva abbastanzachiaro il punto d’impatto. Inspie-gabilmente le ricerche sono di-rette sul punto segnalato dall’e-licottero, dove era stato avvista-to un battellino autogonfiabile,ma il forte vento e le correntimarine avevano certamentespostato il battellino dall’origi-nario punto d’impatto a maredel velivolo. Occorrevano datipiù precisi che comunque eranoa disposizione. Gli allora maggiori Milani e Orrùsulla base di due testimonianzeoculari raccolte, determinano,intersecando i punti di osserva-zione da terra dei testimoni, conil faro marittimo che delimita lesecche della Meloria, il corretto

punto d’impatto. Informano ilgenerale Brandi e anche l’am-miraglio Ciccolo a La Spezia. Lericerche continuano sempre inzone diverse. Il giorno 14 il mag-giore Orrù viene chiamato diret-tamente a rapporto dal Capo diStato Maggiore della Marina,l’ammiraglio Giuseppe RosselliLorenzini, che ha deciso di par-tecipare direttamente alla dire-zione delle ricerche. Una volta arapporto, Orrù, trova anche ilprimo pilota e il navigatore di«Gesso 5»; viene chiesto loro diindicare, sulla carta nautica, ilpunto d’impatto e sia Orrù che ilpilota britannico, indicano unpunto quasi combaciante. Cosìcome anche avevano fatto ilmaggiore Enrico Persi Paoli e ilten. colonnello Franco Angionidel Battaglione sabotatori, cheavevano condotto autonome ri-cerche subito dopo l’incidente.Lorenzini, seduta stante, dispo-ne di inviare, sulla zona identifi-cata, due dragamine il «Faggio»e l’«Ontano». Nella notte del 15novembre, a circa 40 metri diprofondità, il dragamine «Onta-no» localizza i resti sommersidel «C130».Il giorno 17 iniziano le operazio-ni di recupero, dopo che per pri-mi, nell’area delimitata dalleboe della M.M., si sono immersii sommozzatori dei Carabinieriche realizzano anche una ripre-

sa video del troncone principaledel velivolo, contenente i corpisenza vita di molti paracadutisti.Alla straziante opera di recuperodelle salme, imbarcati su un ri-morchiatore della ditta Neri,vengono assegnati anche i mag-giori Milani e Orrù, con due me-dici legali, insieme ad alcuni ca-rabinieri. I quali hanno il tristecompito di identificare le salmedei paracadutisti, che verrannorecuperate, tramite il manifestodi carico che contiene la matri-cola dei paracadute assegnati,e il numero di matricola delle ar-mi in dotazione a ogni singoloparacadutista.Alle operazioni di recupero par-tecipano sommozzatori dellaMarina Militare, dei Carabinieri,dell’Aeronautica, Polizia, Vigilidel Fuoco e alcuni club di sub ci-vili, oltre a quelli del Battaglionesabotatori con l’ imbarcazioned’appoggio «Buscaglia», affian-cati dalla nave appoggio britanni-ca «Layburn».Il giorno successivo, un’altrasciagura funesta le operazioni direcupero: uno dei subacquei im-pegnato nelle operazioni, perdela vita nell’adempimento delproprio dovere, è il sergentemaggiore sabotatore paracadu-tista Giannino Caria. Caria, du-

rante il suo turno d’immersione,nel generoso tentativo di volerriportare ai familiari almeno icorpi dei suoi commilitoni peritinella sciagura, forse per voleresplorare una parte del relittodifficile da raggiungere per i rot-tami che lo ostruivano, si togliela cima che lo teneva collegatoalla superficie e vi lega la cintu-ra dei pesi, per dare l’impres-sione, all’ufficiale che reggeval’altro capo in superficie, di es-servi ancora vincolato. Trascor-so il tempo di fondo stabilito ilmaggiore Enrico Persi Paoli, chesovraintendeva alle immersionidegli operatori, inizia il recuperodella cima trovando alla suaestremità solo la cintura dei pe-si. Immediato è l’allarme e uncapitano dell’Aeronautica Mili-tare, che ha appena terminato ilsuo turno d’immersione, si tuf-fa di nuovo, senza alcuna sicu-rezza, e recupera a 40 metri diprofondità il corpo ormai esani-me di Caria.Giannino Caria viene trasportatosu nave «Cavezzale» attrezzataanche con camera iperbarica, maogni tentativo di salvargli la vita èvano. Una tragedia nella trage-dia. A Caria verrà assegnata laMedaglia d’Oro al Valor Civile conla seguente motivazione: «Con al-

SPECIALE MELORIA

Il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, alla cerimoniadel 9 gennaio 1972, davanti a lui le bare con appoggiati i baschiamaranto dei paracadutisti e i berretti degli aviatori britannici

Alcuni subacquei durante le operazioni di recupero

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 VII

to senso di generosità e con ardi-mentoso slancio, chiedeva dipartecipare volontariamente alledifficili operazioni di recupero dal-le salme dei propri commilitoni,rimaste prigioniere sul fondo delmare, nel relitto di un aereo ina-bissatosi in tragiche circostanze.Malgrado la violenta avversitàdegli elementi naturali, non de-sisteva dall’effettuare ripetute,rischiose immersioni, fin quan-do restava vittima del proprio in-domito valore, facendo olocau-sto della giovane vita e legandocosì il suo destino a quello deicommilitoni caduti. Nobileesempio di completa dedizioneal dovere e di sublime abnega-zione. Mare di Livorno 18 no-vembre 1971».Le operazioni di recupero dellesalme e del relitto seguiteran-no fino al 10 di febbraio del1972, circa tre mesi, durante iquali saranno rinvenuti i corpidi 35 paracadutisti e tre avia-tori.Nel mese di giugno del ’72 du-rante un immersione su unascogliera sommersa, al traver-so di Tirrenia, il maggiore sabo-tatore paracadutista (r), France-sco Miglioranza, rinviene la sal-ma di un altro paracadutista.Questo sarà l’inizio di una nuo-va serie di ricerche, le quali por-teranno al ritrovamento di altritre paracadutisti vittime dellasciagura della Meloria. Il marenon restituirà più gli altri 11corpi mancanti all’appello.Alcuni resti non identificati, re-cuperati dal mare, saranno in-seriti all’interno del monumentofunebre eretto, presso il cimite-ro della Cigna a Livorno, su pro-getto del C.le Maggiore a.s.c. E.Rossato appartenente al 5°

Battaglione paracadutisti. Per irecuperi delle salme, succeduti-si nell’arco di oltre sette mesi,non sarà possibile celebrareun’unica cerimonia funebre, maseparate cerimonie. Il 9 gen-naio del 1972 si svolgerà unasolenne cerimonia a ricordo ditutte le vittime, presso la Catte-drale di Livorno, alla quale par-teciperà anche il neo eletto Pre-sidente della Repubblica, Gio-vanni Leone, successore delSenatore e Presidente EmeritoGiuseppe Saragat.Le varie inchieste sull’inciden-te, nonostante l’analisi delleparti del velivolo recuperate,non saranno in grado di deter-minare le sue cause. Dal ritro-vamento dei tronconi del velivo-lo, e dal loro posizionamentosul fondo del mare, è possibileipotizzare che i piloti abbianoeffettuato una richiamata delvelivolo – perché probabilmen-te si trovava con un assettotroppo basso rispetto al livellodel mare –, determinando cosìl’impatto della coda dell’aero-mobile con l’acqua e la succes-siva rottura del velivolo. Altronon si può aggiungere. Non molto è stato risarcito aifamiliari, per la perdita dei lorocongiunti: erano altri tempi, siviveva il dolore con dignità ecompostezza senza pensare acause legali e quant’altro… maalmeno la Brigata paracaduti-sti, i loro commilitoni, unita-mente alle famiglie, non hannomai cessato di onorare il sacri-ficio e la memoria dei cadutidella Meloria. Nel corso degli anni, oltre a quel-lo della Cigna, altri monumentiverranno posti in ricordo delle vit-time della tragedia della Meloria.

In occasione del trentennale del-la sciagura, su iniziativa del 9°Reggimento incursori paracaduti-sti «Col Moschin», nella fattispe-cie dal tenente colonnello Stefa-no Iubini, dal generale EmanueleSblendorio, e di due istruttorisubacquei, già paracadutisti mili-tari appartenenti alla IANTD Ita-lia Adria, posano a una quota dicirca 12 metri sul fondale di ma-re, vicino al punto in cui «Gesso4» si è inabissato, un capitello digranito a perenne ricordo. Nelnovembre del 2003 un altro mo-numento, grazie alla fattiva e ge-nerosa opera del marescialloinc. paracadutista Paolo Fredia-ni, per una promessa fatta al fi-glio del maresciallo Augello – ildirettore di lancio scomparso abordo di «Gesso 4» – è statoeretto in località Banditella a Li-vorno (vedi articolo in «attualità»di questo Rivista).Nel 2002, su iniziativa dell’Ono-revole Roberto Lavagnini è statoconferito, a tutte le vittime, a tito-lo di tributo d’onore alla memo-ria, il grado superiore.Oggi a quarant’anni da quel tra-gico evento i parenti e i paraca-

dutisti, che prestavano servizioin quei tragici giorni, ricordano lapiù grande sciagura accorsa alleForze Armate italiane dal termi-ne del secondo conflitto mondia-le, con la serenità che solo iltempo trascorso ha potuto par-zialmente restituire. Uniamoci aloro, con i sentimenti che il Pre-sidente Giuseppe Saragat ebbead esprimere nel suo messaggiodi cordoglio indirizzato, a sciagu-ra appena accaduta, al Ministrodella Difesa: «… rivolgo il miopensiero reverente alla memoriadi questi uomini che hanno sa-crificato la loro giovane vita nel-l’arduo adempimento del lorodovere, ad essi, in questa gravesventura che accomuna la nazio-ne italiana e l’amica ed alleatanazione britannica, sentiamo didover manifestare tutta la nostracommossa gratitudine ed il rim-pianto. Il compito a cui essi at-tendevano era quello della dife-sa della comune libertà e indi-pendenza e di tutti quegli idealinei quali crediamo, perciò essivivranno nella nostra memo-ria…».

Aldo Falciglia

SPECIALE MELORIA

Posa del cippo sui fondali della Meloria, da sinistra il ten. col. inc. Stefano Iubini e il generale inc. Emanuele Sblendorio

Fonti: testimonianze dirette di alcuni protagonisti, e la precisa e insostituibile pubblicazione: «9 novembre 1971, “Meloria” il Gesso4 non risponde» autori i Generali, paracadutisti, Antonio Milani e Dario Orrù.Per le fotografie di repertorio utilizzate non è stato possibile rintracciare tutti gli autori, la redazione della rivista resta a disposizione

VIII NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

SPECIALE MELORIA

ELENCO DEI CADUTI• Ten. Paracadutista P.M. Magnaghi,• Ten. Paracadutista E. Borghesan,• Mar. Ma. Paracadutista G. Augello• Mar. Or. Paracadutista C. Celozzi• Mar. Or. Sabotatore Paracadutista

Giannino Caria• Serg. Paracadutista C. Colombini• C.le Magg. Paracadutista M. Beneri-

cetti• C.le Magg. Paracadutista S. Bolzoni• C.le Magg. Paracadutista A. Fiumara• C.le Magg. Paracadutista G. Iannì• C.le Magg. Paracadutista P. Interrante• C.le Magg. Paracadutista S. Licori• C.le Magg. Paracadutista F. Vantaggia-

to• C.le Paracadutista L. Angelini• C.le Paracadutista E. Carta• C.le Paracadutista A. Ciappellano• C.le Paracadutista M. Carasi

• C.le Paracadutista A. Deiana• C.le Paracadutista V. De Marco• C.le Paracadutista L. Dal Lago• C.le Paracadutista U. De Mitri• C.le Paracadutista P. Dessi• C.le Paracadutista P. Donnarumma• C.le Paracadutista D. Dal Zotto• C.le Paracadutista A. De Vito• C.le Paracadutista A. D’Alessandro• C.le Paracadutista G. D’Alessandro• C.le Paracadutista G. Di Natale• C.le Paracadutista F. Dall’Asta• C.le Paracadutista M. Ferrari• C.le Paracadutista G. Facchetti• C.le Paracadutista C. Frasson• C.le Paracadutista S. Fumosa• C.le Paracadutista W. Furgeri• C.le Paracadutista R. Fracassetti• C.le Paracadutista R. Giannattasio• C.le Paracadutista G. Giannini

• C.le Paracadutista B. Guidorzi• C.le Paracadutista G. Guarnieri• C.le Paracadutista A. Ginex• C.le Paracadutista A. Gilioli• C.le Paracadutista R. Liuzzi• C.le Paracadutista D. Matelli• C.le Paracadutista R. Morganti• C.le Paracadutista E. Quarti• C.le Paracadutista S. Sabatini• C.le Paracadutista L. Torsello

Equipaggio inglese:

• FLT./LT. C.G. Harrison• FG.OFF. R. Swann Proce• FG.OFF M. Fawcett• F./SGT. B.D. King• SGT. R.R. Lee• SGT.P. Fulford

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LEGNAGO - Cambio di co-mandante all’8° Reggimentoparacadutisti Folgore di Legna-go. Il Comandante della Folgo-re, Colonnello Mingiardi (n.d.r.:la nomina a Generale di Briga-ta è imminente), ha presenzia-to al saluto del Colonnello Pas-quale Varesano che ha cedutola Bandiera di Guerra del Reg-gimento al Colonnello Salvato-re Tumminia.Termina quindi un periodo dicomando che ha visto gli uomi-ni del Reggimento Guastatoriin Afghanistan per una lunga epericolosa missione, dove han-no svolto un lavoro eccellentee prezioso. Il colonnello Vare-sano lo ha comandato con peri-zia, professionalità e carisma,

ottenendo dai suoi «uomini» ri-sultati eccezionali, conferman-do la loro reputazione militaredi vera punta di diamante dellaFolgore e dell’Esercito.Il Colonnello uscente ha ricor-dato con commozione i Capo-rali Maggiori scelti AlessandroDi Lisio e Roberto Marchini: idue giovani paracadutistidell’8° Rgt., rimasti vittime diattentati rispettivamente il 14luglio 2009 e il 12 luglio di que-st’anno, nella difficile missio-ne di pace in terra afghana.Presente il Sindaco RobertoRettondini e moltissime autori-tà. A 13 mesi dal suo insedia-mento ai vertici dell’8° Rgr., ilcolonnello Pasquale Varesano,subentrato nell’ottobre 2010

al pari grado Vittorio AntonioStella, ha cessato l’incaricoper prendere servizio al Co-mando Forze Operative Terre-stri (COMFOTER) di Verona do-ve dirigerà l’ufficio Lezioni ap-prese. Al passaggio di conse-gne sono stati invitati anche ifamiliari di Di Lisio e Marchini.Oltre ai congiunti di GiampieroDi Natale, il Caporal Maggiorescelto della «Folgore» decedutoai primi di febbraio in un inci-dente stradale sull’A1 duranteun viaggio di servizio, che halasciato la moglie incinta del lo-ro secondo figlio ed una bambi-na piccola. «Questi soldati chehanno dato la loro vita per laPatria e per portare aiuto allemartoriate popolazioni afgha-ne», ha detto Varesano conge-dandosi dai suoi ragazzi, «sonoe saranno sempre presenti tradi noi. Il loro sacrificio non èstato vano e vivrà con la Ban-diera dell’8° Reggimento cheho avuto il privilegio di coman-dare potendo contare su uomi-ni e donne eccezionali». Quindiil comandante u scente ha trac-ciato un bilancio sull’attivitàsvolta in questi 13 mesi, settedei quali trascorsi in Afghani-stan. «È stata – ha detto –un’esperienza bellissima ed in-tensa passata in un soffio trala missione internazionale e isoccorsi prestati al mio arrivoai cittadini alluvionati del Vero-

nese e più di recente della Li-guria».Ora il testimone passa a Tum-minia, accolto ieri anche daiLabari dell’ANPd’I Veneto e al-tre associazioni combattenti-stiche oltre che da MonsignorSilvano Mantovani, cappellanomilitare. «Oltre a potenziarel’addestramento in prospettivadi altre calamità – ha annuncia-to il neo comandante – mi im-pegnerò a rafforzare il già soli-do legame esistente tra la cittàed il nostro Reggimento, favo-rendo un’ancora maggiore inte-grazione della caserma con iltessuto cittadino.Il nuovo comandante dell’8°Reggimento Genio guastatoriFolgore, è di casa alla caserma«Briscese» di Legnago è Bre-sciano, nato nel 1965. Sposa-to, ha tre figli.Dal 4 ottobre 2004 all’8 mag-gio 2006 aveva infatti già co-mandato il Battaglione. Il successore del colonnello Va-resano vanta due lauree, una inScienze strategiche e la secon-da in Scienze internazionali e di-plomatiche conseguite dopoaver frequentato l’Accademia diModena ed altri corsi militari. Ar-riva dal 4° Reparto dello Statomaggiore della difesa dove hasvolto finora le funzioni di Caposezione Infrastrutture e risorseNATO. La sua carriera, costella-ta di numerose decorazioni, èiniziata nel 1984 e l’ha impe-gnato in importanti ruoli alla te-sta delle unità tipiche della Fan-teria più qualificata. Nel suo cur-riculum vanta, inoltre, incarichidi vertice nelle missioni di pacein Bosnia, Kosovo ed Iraq.

Immagini e notizia per gentile concessione del sito www.congedatifolgore.com

REPARTI IN ARMI

Colonnello Angius, ritorna al186° dopo avere trascorso aSiena 6 anni e comandato il 5°Battaglione nel 2007. Il comandante uscente ha saluta-to il suo successore e gli ha ap-puntato lo stemma di Reggimen-to, dopo il passaggio della Ban-diera di Guerra. Il colonnello Ro-berto Angius nel rispondere alle

domande dei giornalisti ha sotto-lineato l’importanza di avere allespalle le famiglie e un Paese cheli sostengono sempre. Al momento, secondo il co-mandante, per i parà non ci so-no missioni all’estero. «Rima-niamo nella normale turnazio-ne per l’Afghanistan».

Immagini e notizia per gentile concessione del sito www.congedatifolgore.com

Da sinistra il Colonnello Salvatore Tumminia e il Colonnello Pasquale Varesano durante la cerimonia di cambio del comandante dell’8° Rgt.

Il Colonnello Pasquale Varesano

segue da pag. 28

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N ella prestigiosa Villa Orlan-do di Livorno, sede dal1963 del Comando Briga-

ta Paracadutisti «Folgore», si è tenu-ta una riunione tra i validissimi SU. diCorpo dei Reggimenti della Brigata eil Presidente della Sezione Sottuffi-ciali «Par. Stefano PaolicchiM.O.V.M.», Paolo Frediani, accompa-gnato dal Consigliere Nazionale Cen-tro, Domenico Belardo, acquisitorein congedo del 185° RRAO Folgore. IlSU. di Corpo della Brigata, Lgt. 1°Mar. Giacomo Dessena ha fatto glionori di casa porgendo il saluto aipiù anziani colleghi, ricordando bre-vemente che molta acqua è passatasotto i ponti da quando loro avevanolasciato il servizio attivo e che oggi iReggimenti sempre più spesso sonochiamati ad operare lontani dalle lo-ro famiglie. Ringraziando in primis ilComandante della Folgore, Gen.Massimo Mingiardi per l’opportunitàconcessa all’Associazione, Fredianiha replicato che l’Associazione simette a disposizione al fine di poteragire come sostegno per le famiglie.Dopo la lettura delle finalità e scopidell’UNSI, da parte del C.N. Belardo,è stato evidenziato da parte dei SU.che la cosa più urgente al momentoè la casa. In pratica l’affitto per gli al-loggi AST ha raggiunto cifre non piùsostenibili e che sarebbe opportunoche venisse presa in seria conside-razione la costruzione di alloggi nelladismessa Caserma Rugiadi. Al ter-mine è stato offerto al Ltg. Dessenaun crest a ricordo del primo incontrodell’Associazione con i SU. di Corpodella Brigata. Una calorosa stretta dimano con i nove «vecchi» amici an-cora in servizio ed i rappresentantidei Sottufficiali in congedo ha poi ce-mentato ancor quel vincolo inossida-bile che regna nei «folgorini».

A ricordo del 16° anno dallafondazione della SezioneUNSI «Inc. Stefano PAO-

LICCHI, MOVM» di Livorno, si sono ri-uniti per lo scambio degli auguri na-talizi gli inossidabili Aiutanti della Bri-

gata Folgore degli anni ’50-’60. Il no-stro più sentito ringraziamento è an-dato al Col. Giovanni Maria Iannucci,Comandante del 185° RRAO Folgo-re, per aver autorizzato l’incontro deinon più verdi sottufficiali nella SalaCinema della Caserma Pisacane.Purtroppo gli impegni addestrativi inambiente alpino, non hanno per-messo al Comandante di essere con

noi, insieme al SU. di Corpo MarcoMessina. In quei momenti di irripeti-bile serenità e fratellanza, non pote-vano non esser ricordati eventi e fat-ti accaduti alcuni lustri prima. Ma lascena che più ha tenuto lo spirito dinoi tutti è stata quando velocementeho ricostruito il passato di un folgori-no doc, Giuseppe Baroletti, classe1921, presente con noi e socio d’o-

nore. Giuseppe, lui preferisce esserchiamato Beppe, partì dal trentinonel 1942 e divenuto paracadutistaseguì la sorte di tutta la «Folgore».Però lui ci precisa che dopo la batta-glia di El Alamein, sostenuta nei ran-ghi della 15ª Compagnia agli ordinidel tenente Ilio Finocchi, riuscì a noncadere prigioniero e perciò si fecetutta la ritirata fino in Tunisia, facen-do da retroguardia con altri paraca-dutisti al grosso delle truppe in ritira-ta. «Mi presero prigioniero l’8 marzo1943, due mesi prima che Messe,con i gradi di Maresciallo d’Italia, ri-cevesse anche da Mussolini l’auto-rizzazione ad arrendersi». Beppe, ri-mase prigioniero degli inglesi, neldeserto egiziano, fino al settembredel 1946; aveva visto i propri cari,nella licenza di Natale del 1941. Laprigionia fu molto dura a causa dellamancanza di cibo – ci ricorda – luiera di robusta costituzione e che co-me tutti i giovani atletici era un sup-plizio non poter mangiare a sufficien-za. Gli inglesi divennero ancora piùduri dopo l’8 settembre del ’43. Io emolti altri paracadutisti decidemmodi non cambiare bandiera e a causadi questo pagammo cara tale scelta,alcuni anche con la vita. Tornati inItalia, sbarcando a Napoli, ci accor-gemmo subito che tutti il nostro sa-crificio non era stato gradito da unpopolo che ormai non voleva ricorda-re chi stoicamente aveva mantenutol’impegno fino alla fine. Allora in Ita-lia comandava l’uomo per tutte lestagioni, Pietro Badoglio, e lui siguardò bene dal tendere una manoriconoscente verso chi, tornato in pa-tria con l’uniforme a brandelli, mamai macchiata di vergogna e tradi-mento. Giuseppe si commuove e co-glie l’affetto di tutti noi. Durante ilbrindisi mi confida la sua gratitudineper quanto detto e per il libro «Mis-sioni di pace», la risposta scontata èstata: «guarda che è un dovere daparte nostra, noi ci siamo perché voiavete costruito la leggenda della Fol-gore e noi nella vostra leggenda ab-biamo creduto ciecamente.

NOTIZIEdai sottufficiali

in congedo e nondella «Folgore»a cura di Paolo Frediani

REPARTI IN ARMI

I sottufficiali di Corpo dei Reggimenti con Paolo Frediani e Domenico Bellardo

Foto ricordo degli Aiutanti della Brigata Folgore degli anni ’50/’60

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I l conte Francesco MariniDettina, Presidente Onora-rio della nostra Associazio-

ne, ha raggiunto quell’angolodel cielo il 16 dicembre 2011.Della classe 1917, avrebbecompiuto 95 anni il primo gen-naio 2012. Il conte Marini Dettina fu ufficia-le paracadutista, comandantedella 26° compagnia, IX batta-glione del 187 Rgt., della Divi-sione «Folgore». Uno di quei «fol-gorini» che con il loro valoremantennero alto l’onore militareitaliano, in terra d’Africa, duran-te l’epica battaglia di El Ala-mein.Come molti appartenenti a nobi-li casati italiani, (vedasi i duefratelli Marescotti Ruspoli princi-pe di Poggio Suasa, e Costanti-no, Carlo Mautino de Servat,Francesco Vagliasindi della Tor-re di Randaccio e altri) il tenenteparacadutista Marini Dettina,

sentì di dover far parte di quellaaristocrazia guerriera, patriotti-ca e schiva, che lasciate le altreArmi di appartenenza era con-fluita nella nuova Specialità de-gli «arditi del cielo e della terra»;rinunciando a privilegi e vita diguarnigione, per combattere,fianco a fianco, con il popolo d’I-talia in armi. Contribuendo, conil personale esempio, a crearequello stile inconfondibile checontraddistinse la «Folgore» inAfrica Settentrionale durante ilsecondo conflitto mondiale.Quell’aristocrazia guerriera, cheproprio sulle sabbie di El Ala-mein, a chi suggeriva di cercareriparo dalle granate, ebbe a di-re: «Un Visconti non schiva ilpiombo dei Windsor» – paroledel capitano, M.A.V.M. alla me-moria, Guido Visconti di Modro-ne duca di Grazzano –.Numerosi protagonisti di quellacampagna d’Africa citano il te-

nente Marini Dettina, nelle loropubblicazioni, con episodi chevale la pena di ricordare.Il paracadutista Raffaele D’O-ronzo nel suo libro «Folgore e simoriva», mentre descrive leazioni di pattuglia che furono ef-fettuate dai paracadutisti, cosìlo ritrae: «il grido «Folgore!” è ar-rivato fino a noi ed è una verapioggia di bombe a mano checade sugli inglesi, subito segui-ta da un assalto che non lasciascampo a nessuno… Al raid hapartecipato anche il tenenteMarini che comanda la 26°. Èun conte romano, alto come lafame e con due baffetti allaCharlot. Si dice che la sua fami-glia sia fra le più ricche dell’ari-stocrazia romana. Bene Mariniha sempre avuto l’aria un po’svagata e distaccata del gran si-gnore. Pochissima confidenza,ordini dati al fronte quasi fossi-mo in caserma. Qui, il primo adandare all’assalto è stato lui,s’è caricato di roba come un asi-no e s’è pure arrabbiato perchéi suoi paracadutisti volevanoaiutarlo. E non c’è verso di farlovenir via dal varco, prima chetutti i soldati siano rientrati».E ancora, il D’Oronzo scrive del-la visita al fronte di un generale,preoccupato per il «rampollo digrande casata» che vorrebbe«aiutare”. Marini Dettina usciràancora di pattuglia per non in-

contrare il generale con grandedisappunto di quest’ ultimo, macon l’ammirazione di tutti i suoiparacadutisti.Terminati gli scontri di pattugliae la «puntata offensiva» di AlamHalfa il IX battaglione – coman-dato dal maggiore Aurelio Rossi,già ardito pluridecorato nella pri-ma Guerra Mondiale, e succes-sivamente Medaglia d’Oro al Va-lor Militare alla memoria – nelquale Marini Dettina fungeva an-che da vicecomandante, essen-do tenente i.g.s. (incaricato algrado superiore), parteciperà al-la durissima battaglia di DeirAlinda.Dopo la fallita offensiva di Rom-mel, fermata appunto con labattaglia di Alam Halfa, i britan-nici manovrarono subito per cer-care di isolare i reparti corazzatidell’Asse, in ripiegamento sullelinee di partenza, cercando diprecederli ai varchi dei vasticampi minati che dovevano riat-traversare. Il contrattacco, de-nominato in codice operazione«Beresford», fu sferrato da unadivisione neozelandese, appog-giata da reparti corazzati trattidal 46° e 50° Royal Tank.I piani di Montgomery e l’irruen-za degli ANZAC e dei Maori, sifrantumarono, letteralmente,contro il IX, il X battaglione e ilIII gruppo artiglieri paracaduti-sti, della «Folgore». Al prezzo di

In memoriadel tenente par.conte FrancescoMarini Dettina

FIGURE DA RICORDARE

Il conte Francesco Marini Dettina in aereo durante un recenteviaggio a El Alamein (foto cortesia W. Amatobene)

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forti perdite, i suddetti reparti,respinsero l’urto violento delnemico che, con uno strata-gemma, era arrivato fin sotto leloro postazioni, scagliandosi inun violento assalto all’armabianca.Nelle parole di Marini Dettina,tratte dal libro «Assalti e con-trassalti» del tenente, artigliereparacadutista, Renato Miglia-vacca anch’esso veterano diquella battaglia: «Non appenaaprimmo il fuoco anche quelliche erano ancora sugli automez-zi saltarono giù e proseguirono

attaccando all’arma bianca. Inseguito trovai due dei miei mor-ti, che si erano infilzati a vicendacon altrettanti avversari».Anche in una intervista al regi-sta Enzo Monteleone, MariniDettina così ricordò quell’episo-dio di guerra: «I Maori quandoattaccavano all’arma biancaavevano l’abitudine d’innestarela baionetta, erano imbottiti dirhum e venivano avanti con unadecisione… addirittura comedegli automi».Meno di ottocento paracaduti-sti avevano retto l’urto di una

intera Brigata formata da più di4.000 nemici appoggiati da ol-tre duecento automezzi, cingo-lati, carri armati e artiglieria,annientando due battaglioni; esalvando così i reparti corazza-ti dell’ACIT (Armata CorazzataItalo Tedesca) da distruzionequasi certa. Per il suo compor-tamento, in combattimento,vennero conferite al tenenteMarini Dettina una Medagliad’Argento al Valor Militare euna Croce di Ferro tedesca diseconda classe.Venne poi la grande e ultimabattaglia di El Alamein e MariniDettina vi partecipò fino all’ulti-mo, cioè fino a quando il colon-nello Camosso radunò i super-stiti e diede loro l’ordine di fer-marsi… invitti!Rientrato in Italia, dopo la pri-gionia, Marini Dettina tornò aRoma e da lì a qualche anno,s’imbarcò in un’altra impresache a molti parve disperata. Sulprincipio degli anni sessanta,con i suoi denari e solo per ilprestigio della «sua» Roma, rile-vò il club calcistico giallo rossodivenendone il Presidente. Co-me hanno scritto sul sito inter-net dell’A.S. Roma: «Nel giugno

1968, Marini Dettina esce defi-nitivamente di scena. Troppo si-gnore per resistere oltre in unmondo, come quello del calcio,pieno di squali».Sempre vicino ai paracadutisti eall’Associazione, tornò anchesui luoghi della battaglia che lovidero impegnato con i suoi uo-mini. Quando Marini Dettina par-lava di quelle esperienze diceva:«Sono delle sensazioni contra-stanti, di dolore e di orgoglio …certe volte ho anche invidiatoquelli che sono morti lì … per-ché certo, il sacrificio è statomolto, purtroppo il riconosci-mento non c’è mai stato». Non resta che inchinarsi di fron-te a questo «Leone della Folgo-re», così come ha fatto il Presi-dente Nazionale, Giovanni Fanti-ni, che è andato a rendergliomaggio, nel suo ultimo lancio,accompagnato dal MedagliereNazionale dove sono esposte, aimperitura memoria, anche lesue decorazioni al valore, quelledi un coraggioso e leale combat-tente. Quelle di un vero NobilisHomo, di sangue e d’animo, cheha dato lustro alla Patria e a tut-ti i paracadutisti.

A.F.

FIGURE DA RICORDARE

Il Presidente Nazionale, con il Medagliere dei paracadutisti d’Italia,accompagnato dal generale S. Fucito, presidente della sez. di Siena e dal Cons. Nazionale Gugliemo Marra porge l’ultimo saluto al tenente paracadutista conte Francesco Marini Dettina

Caro Francesco, dei tuoi epi-sodi non te ne sei mai vanta-to ma i tuoi superiori li hannoposti come esempio di azio-ne e coraggio. Un valore stori-co nel nome «Folgore».Anche con noi, amici di sem-pre, compagni d’arme non tene sei mai vantato, come seavessi timore che le tue azio-ni di combattimento fossero

poste in una luce di vantopersonale ad offesa dei ra-gazzi caduti. Questa tua riser-vatezza, la tua calma, la tuasignorilità ha rispecchiato latua personalità ricca di valori.Il tuo gentilizio casato ha avu-to un discendente, un uomo,un soldato un paracadutista,un eroe in guerra, per le feri-te riportate e per la medaglia

d’argento riconosciuta per letue azioni. Uomo di sport,Presidente della A.S. RomaCalcio.Tutte queste tue doti hannoilluminato la tua personalità,ricca di valori e di ideali tantoda essere nominato Presi-dente Onorario della nostraAssociazione.Ora hai potuto, spiritualmen-

te, raggiungere i tanti amici disempre, ragazzi come te: gliAvallone, Arpe, Fois, Andreol-li, Cantele, Polverino e tanti etanti altri. Quelli con cui haidato vita all’epopea «Folgo-re».Sempre nel vivo ricordo di sti-ma ed affetto.

paracadutista Raul Di Gennaro

La lettera di commiato dell’amico e commilitone,tenente Raul Di Gennaro MAVM

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I l ventisette settembrescorso ci ha lasciati NinoArena, classe 1926. La

vita di Nino, come molti di noisanno, è stata dedicata congrande capacità e impegno, al-la raccolta e alla divulgazionedei documenti e delle memoriedel paracadutismo e dell’aero-nautica.Nel 1943, non ancora diciot-tenne, fa domanda come volon-tario per l’ammissione ad uncorso per allievi piloti militari,supera la visita medica e vieneassegnato alla scuola di volo diReggio Emilia ma l’armistizioblocca ogni ulteriore aspirazio-ne e la possibilità di frequenza.Aderisce alla RSI come volonta-rio nei paracadutisti dall’otto-bre 1943, viene assegnato alRaggruppamento «Nembo» delMaggiore Rizzatti, e presta ser-vizio al 1° Btg. Arditi del Capita-no Manlio D’Abbundo sul Lito-rale Laziale fra Furbara e Casa-le Turbino. A fine 1943 vienetrasferito al Centro Addestra-mento Paracadutisti di Spoleto,poi al presidio di Monteleone, eagli inizi del marzo 1944, asse-gnato alla Scuola AA.UU. di Va-

rese da dove esce nel settem-bre sottotenente di prima nomi-na venendo assegnato in Vene-zia Giulia, al 2° Rgt. MDT«Istria» di Pola al comando di Li-bero Sauro figlio della MOVMNazario martire della I G.M.Al comando di un plotone in uncaposaldo a difesa del CarsoMonfalconese-Triestino, com-batte contro gli slavi del IX Kor-pus titino dall’ottobre 1944 fi-no al 1° maggio 1945, contri-buisce con una mitragliera al-l’abbattimento di un B.24 USAcaduto in mare di fronte aMonfalcone e proposto peruna decorazione al v.m., e allafine della guerra, ritiratosi inarmi con i suoi uomini fino alfiume Isonzo, viene catturatoda soldati alleati della 2ª Divi-sione neozelandese e portatonel POW Camp 331/10 di Ri-mini da dove evade nel luglio1945, dopo aver compiuto 20mesi di servizio militare nellaRSI e tre mesi di prigionia diguerra a Miramare.Come giornalista/pubblicista,inizia la sua attività come corri-spondente di ALI nuove da Tori-no, dapprima con reportages

sul paracadutismo, poi con ar-ticoli più impegnativi di aviazio-ne, storia e attività paracaduti-sta sportiva che pratica connumerosi lanci dal 1956 al1970. Trasferitosi a Roma permotivi di lavoro, allarga la suaattività ad altre riviste specia-lizzate fra cui Rivista Aeronauti-ca, Rivista Militare, Aeronauti-ca, Alata, Interconair, IARB,Storia modellismo, Il Carabi-niere, Folgore, Storia Illustrata,JP.4, IPMS e come corrispon-dente dall’Italia di TIME/LIFEcon articoli storici sulle FF.AA.italiane. Successivamente fon-da e dirige riviste di storia fracui Fune di vincolo, Storia Veri-tà, come direttore responsabi-le, e come condirettore della ri-vista Folgore. Nel 1966 iniziala sua attività editoriale pubbli-cando il suo primo libro, segui-to nel corso di trent’anni da al-tre numerose opere (38 volu-mi) coinvolgendo nella sua sfe-ra d’interesse e divulgazioneargomenti relativi alla 2ª G.M.soprattutto quelli poco cono-sciuti, ricercando in tutti gli ar-chivi militari europei e degliUSA documentazioni e confer-me sui fatti d’arme descritti.Scrive per conto dello SMA –Ufficio Storico AMI – la storiaufficiale dell’Aeronautica italia-na nella 2ª GM in sei grandi vo-lumi, per circa 4500 pagine ditesto e 2500 illustrazioni, rice-

vendo numerose attestazionidi plauso e consensi, premiletterari e positive critiche. Ilsuo libro «Per l’onore d’Italia»resta il più completo e esausti-vo scritto sui paracadutisti del-la RSI. La sua trilogia sull’im-piego del radar nella 2ª GM –cielo – terra – mare, vieneadottata come libri di testo dal-l’Institut of Technology dell’Uni-versità di Dublino per la vastitàe completezza della materiatrattata dalle principali nazionibelligeranti.Per la sua attività editoriale egiornalistica è stato insignitonel 1964 dell’onorificenza diCavaliere dell’Ordine al meritodella Repubblica italiana. Co-me consulente tecnico e stori-co dello Stato, ha collaboratocon la magistratura e gli organiistituzionali per sventare latentata truffa di pretesi dannidi guerra per 50 miliardi orditada falsi creditori con la compli-cità di funzionari dello Stato epolitici. Iscritto nell’albo dei pe-riti e consulenti tecnici di Ro-ma e Lazio e del Tribunale diRoma. Un altro combattente ha rag-giunto i suoi camerati in quel-l’angolo del cielo, siamo certiche da lassù qualcuno gli avràreso merito per non averli maidimenticati e onorati.

La Redazione

Nino Arena ha raggiuntoquell’angolo del cielo

FIGURE DA RICORDARE

Nino Arena

42 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

RECENSIONI

Q uesto libro raccoglie 290 fotogra-fie in grande formato, trovate neicassetti di artiglieri alpini apparte-

nenti alla 22ª, 23ª e 24ª batteria del gruppoBelluno della Divisione Pusteria, che i pa-renti e alcuni ultimi reduci hanno messogentilmente a disposizione dei curatori.Le immagini illustrano le attività operati-ve nel 1938, poi le operazioni di guerrasul fronte Francese, in Albania e in Mon-tenegro nel 1940-41-42. Sono immaginieloquenti, che parlano da sole, scattateprincipalmente dal S.ten Antonio Bosi diCastel Bolognese (RA) e dal S.ten Fer-nando Tabelli di Roma. (Tabelli al rientrodall’Albania abbandona il cappello alpinoed entra nella Folgore combattendo a ElAlamein dove viene fatto prigioniero).L’imbarco dal porto di Brindisi, l’incrocia-

tore Duca Filiberto alla fonda, la scortadelle cacciatorpediniere classe Spica,poi vita al fronte, le marce, gli sposta-menti con gli obici 75/13 in spalla, il po-sizionamento del pezzo «ardito», i duellid’artiglierie, gli scontri a fuoco, i cammi-namenti e le trune nella neve, colonne disalmerie. I paesaggi, l’ambiente, la popo-lazione e i bambini, inermi spettatori diuna guerra terribile e violenta che ha cau-sato oltre 38.000 morti italiani. Sono fo-to fissate con arte e con semplicità dagliimprovvisati fotografi in divisa, ma cherappresentano vere testimonianze stori-che. Raffrontate con i più moderni equi-paggiamenti, ai più giovani sembrerannoimmagini da repertorio archeologico, ep-pure sono passati appena settant’anni ene furono protagonisti i loro nonni.

L’opera comprende estratti da testi egiornali riferiti alle vicissitudini delle bat-terie, memoriali e diari inediti compilatidagli artiglieri al fronte; da questi tra-spaiono sofferenze, privazioni, difficoltàe inumani sacrifici, ma sempre al primoposto appare il dovere e l’amor di Patriaper l’Italia. All’interno presentazione delgenerale degli Alpini Cesare Di Dato.

ARTIGLIERI ALPINI 22ª, 23ª, 24ª batte-rie gruppo Belluno 1938 – 1943. Testi-monianze e foto degli artiglieri romagno-li. A cura di Luigi Melloni – Giovanni Vinci– Franco Orselli. pp. 280, cm 30 x 18, Eu-ro 25 comprese spese di spedizione.Reperibile presso: Carta Bianca Editore,Faenza (RA), via E. Fermi, 18 Tel. Fax. 0546-621977, e-mail: [email protected]

ARTIGLIERI ALPINI 22ª, 23ª, 24ª batterie gruppo

Belluno 1938 – 1943 Testimonianze e foto degli artiglieri romagnoli

a cura di Luigi Melloni – Giovanni Vinci – Franco Orseli

Carta Bianca Editore

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 43

RECENSIONI

S i è svolta l’11 maggio2011, presso il Palaz-zo «Mantica» a Porde-

none, la presentazione del li-bro «La battaglia di El Alamein»(Ed. La Biblioteca dell’Immagi-ne) che raccoglie il raccontodel reduce Piero Di Giusto(classe 1918), presidente ono-rario della sezione «O. Civran»di Pordenone, che combattènelle fila del 186° Reggimento,15ª compagnia, 5° Battaglio-ne. Il testo è stato redatto conl’aiuto del giornalista Piergior-gio Grizzo mentre, per quantoriguarda la memoria di fatti co-sì lontani, fondamentale è sta-ta la vicinanza dell’amico fra-terno Luigi Bertagna, commili-tone in quella battaglia nonchéil più giovane paracadutistadell’esercito Italiano in guerra. Alla presenza del Sig. SindacoSergio Bolzonello, amico dilunga data di Piero nonché pri-ma persona ad averlo spintoa raccogliere tutti i ricordi diquel periodo, un folto pubblicoha ascoltato ammirato e, atratti commosso, il raccontodi alcuni fatti, pensieri edemozioni provate e narrate

dai due reduci presenti. In sa-la, oltre a numerose autorità egiornalisti, c’è da sottolinearela presenza del Ten. Col. Polli-ni, comandante del 186°Regg.to di Siena che, pur tramolte difficoltà ed impegni diservizio non ha voluto manca-re all’appuntamento.Piero Di Giusto è un pordeno-nese DOC nato nel 1918. Ar-ruolato nel 1940 nel genio hapartecipato allo scoppio dellaseconda guerra mondiale nel-la campagna in Albania. Di se-guito, arruolatosi nella nuovaarma dei paracadutisti, è sta-to inviato unitamente alla na-scente divisione «Folgore» inAfrica settentrionale dove sisono svolti i fatti narrati nel li-bro fino alla conclusione dellastorica battaglia di El Alamein.

Oggi, Piero, rimane uno degliultimi testimoni di quel capito-lo tanto eroico quanto doloro-so che ha segnato il corso delsecondo conflitto.Il libro rappresenta una sortadi diario che raccoglie non so-

lo una serie di date, eventi oluoghi ma che, soprattutto,cerca di raccontare il viverequotidiano di chi si trovò alcentro di uno dei capitoli piùdrammatici ed eroici della sto-ria dell’umanità.

La battaglia di El Alamein

44 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

LA POSTA

DOMANI... SEMPRE...Riflessioni senza spirito di polemicaverso alcuni, ma solo constatazionein onore della città di Tarquinia.

I l 21 ottobre c.a. «La staffettadegli Eroi» è partita dal cimitero

dell’etrusca cittadina. Organizzazio-ne della Sezione ANPd’I di Roma, in«primus» il dinamico ed ancor giova-ne Presidente Par. Adriano Tocchi,con la partecipazione della Sezionedi Civitavecchia e la collaborazionedella Sezione di Tarquinia che, conpensieri espressi dal suo Presiden-te, Par. Giulio Maria Ciurluini, ha in-dicato i motivi della staffetta.Presente il Sindaco della città etru-sca che ha ribadito nel suo inter-vento i valori storici della cerimonia,esprimendo il desiderio di coinvol-gere, nei prossimi anni, anche i ra-gazzi delle scuole del comprenso-rio. Sono anche intervenute, le For-ze dell’Ordine, le Associazioni d’ar-ma e combattentistiche, conferen-do maggior prestigio alla manifesta-zione.L’accensione della fiaccola è avve-nuta all’ingresso del cimitero tar-quiniese, luogo di memoria, di valo-ri, emblema storico del paracaduti-smo, ove è stato realizzato un pic-colo tempio realizzato all’Ammini-strazione comunale e da sponsor.Sulla destra dell’area cemeterialeuna lapide ricorda i 19 allievi para-

cadutisti e l’equipaggio, caduti nel-l’incidente aereo del 16 marzo1942, a sinistra una mini cappellacon altare per le celebrazioni delleSante Messe.L’allocuzione storica, trasmessaprima della sfilata dei reparti nellostadio di Livorno, parlando della«Staffetta degli Eroi», non ha dato ilgiusto risalto alla cittadina etrusca,citata testualmente «Viterbo – Tar-quinia». Ma non bisogna dimentica-re che il Centro Militare tarquinieseè stato la seconda scuola italianadella specialità, e chi ha avuto l’o-nore di frequentarla e di divenireparacadutista ne è stato sempreparticolarmente orgoglioso.Durante la prigionia in un giornaleinglese lessi: «con un bombarda-mento è stata rasa al suolo la fuci-na dei paracadutisti italiani», comu-nicando così la distruzione della ca-serma e dell’aeroporto tarquiniesi.E questo avvenimento, se ben ricor-do, è avvenuto verso la metà delmese di luglio del lontano 1943, edil nostro storico Par. Fazio lo potràprecisare.L’espressione fu significativa per-ché Tarquinia è stata veramente lafucina dei primi paracadutisti italia-ni e fu vero; furono «I Ragazzi della

Folgore», ragazzi formati in quellacittadina, che fecero orgoglio edonore al nostro paracadutismo inun epica battaglia. Ebbene, Tarqui-nia fu madre e culla del paracaduti-smo italiano passando alla Storia,ed ancora aggiungo con lode e sen-timento!I cittadini di Tarquinia accolsero lascuola con elevato senso civico, in-tervenendo con particolare disponi-bilità alla vita dei paracadutisti, nelmomento delicato della loro forma-zione.Ancora oggi sono vivi negli eredi,nomi eccellenti di paracadutisti chesi integrarono nel tessuto socialedella cittadina.Gli abitanti di questa città etrusca,di questo loro retaggio, ne vanno or-gogliosi e, con l’intervento dell’Am-ministrazione Comunale, per dimo-strare ancora una volta i sensi delloro ancor vivo attaccamento, han-no eretto un monumento «Ai Para-cadutisti d’Italia»! Mi è caro ricordare queste annota-zioni perché non dobbiamo dimenti-care il passato e tramandare ai gio-vani dove è cominciata la nostra«Storia», «… dando a Cesare quelche è di Cesare»!

Civitavecchia, 4 novembre 2011.

Par. Raul Di Gennaro Ragazzo della Folgore

LETTERE

ERRATA CORRIGE

Il generale art. par. Giovanni Giostra mi ha “inflitto” una precisazione che segnalo. Sul numero 5 dell’anno 2011 della rivista, nell’arti-colo inerente la settantesima ricorrenza dell’aviolancio di guerra su Cefalonia, a pag. 27, è stato erroneamente riportato che i para-cadutisti resero onore alla tomba del poeta Ugo Foscolo, mentre si trattava di un monumento eretto vicino alla sua casa natia. La tom-ba del Foscolo, come correttamente fa notare il generale Giostra, si trova al tempio di Santa Croce a Firenze, insieme a quelle di: Machi-avelli, Galilei, Michelangelo, Alfieri e altri grandi.Ringrazio il Sig. generale per l’attenzione che dedica alla rivista, e mi metto giustamente in “tabella”.

Aldo Falciglia

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 45

RITROVA DOPO 55 ANNI IL COMPAGNO DI LEVA CREDUTO MORTO

Il pomeriggio del 13giugno 1956, dodiciaerei C119 aprono leporte a 400 metri diquota e circa 600 para-cadutisti colorano conle loro calotte di biancol’azzurro cielo. È unasimulazione militare dalnome «lancio tattico diguerra». Due parà si

scontrano in cielo, un paracadute si sgonfia, in gergo tecnico sidice «a fiamma», praticamente si schianta al suolo.L’ultima immagine rimasta nella mente di Vincenzo Di Vico è l’am-bulanza che raccoglie il commilitone. In caserma nessuno ha no-tizie, Frescucci Giorgio non è più rientrato e le voci sono di una suadipartita.Vincenzo, classe 1934, fa parte attiva del nucleo paracadutisti diLomazzo della sezione di Como e diverse volte, mostrando la foto incui si vede l’incidente in volo, racconta questa storia.

Quest’anno alla veneranda età di 77 anni Di Vico impara ad usare ilcomputer. Sempre pensando all’amico, mai dimenticato, ne in-serisce il nome su un motore di ricerca e compaiono come rispostaalcuni numeri di telefono. Prova col primo della lista e dalla Toscanauna donna risponde, è la moglie del parà che chiama ad alta voce ilmarito in giardino. La cornetta diventa in un attimo il veicolo per un«ritorno al futuro». Col computer poi si scambiano le foto, quelladell’incidente e quella sul letto dell’ospedale, poi i saluti e l’appun-tamento per rivedersi non in modo virtuale.Questo non è l’amore! Allora cosa fa battere di gioventù il cuore einumidire gli occhi? La risposta è la condivisione in quegli anni,delle fatiche, della disciplina e addestramento. Credere negli stessiideali di lealtà, solidarietà e fedeltà alla nostra patria. Tutto questoper arrivare a lanciarsi nel cielo, dove il silenzio accompagna il bat-tito assordante del cuore per quel volo.Questa è una piccola storia di uomini dove la parola fine non è an-cora scritta!

Il segretario del NucleoFigini Terenzio

SEZIONE BERICA

Fiocco rosa a casa di Wal-ter Ticinelli, diventatopadre per la seconda vol-ta di una splendida bim-ba, Alessia, che insiemealla sorellina Giada, sonoentrate a far parte delmondo «amaranto» del-l’orgoglioso papà.

A papà Walter e alla mamma oltre agli auguri della sezione Bericaanche gli auguri e le felicitazioni della redazione.

par. Renato Pilastro

TESI DI LAUREA

Il 16 dicembre 2011 il nipote del cav. uff. Luigi Andi (classe 1923),Stefano Andrea Salvadore Andi, paracadutista della «Nembo», hadiscusso la sua tesi presso l’Università di Milano, laureandosi.Tema della tesi: «Ex alto fulgor», storia dello Squadrone «F» nellaguerra di liberazione, inquadrato nel XIII Corpo d’armata inglesedell’8ª Armata. Molti dei miei commilitoni gli sono stati vicini e molti documenti,oltre che da me, li ha avuti dal generale Giostra.Motivo di orgoglio per il nonno che ha fatto parte dello Squadrone«F» dalla costituzione allo scioglimento e ha guadagnato una deco-razione al Valore.Al neolaureando i complimenti e gli auguri del nonno e dellaredazione.

BREVI E LIETE

48 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

SEZIONE FIEMME E FASSA: UN ANNO DI CORSI

CORSO DI PARACADUTISMO “OLTRE IL LIMITE”

Sono 28, sul globale degli 81 aspiranti allievi paracadutisti dellasezione Fiemme e Fassa, sino alla data del 20 aprile 2011, i gio-vani della Val Rendena (Trentino) che hanno aderito all’iniziativa in-serita nel piano per le politiche giovanili, la quale vede al n° 8 dei14 eventi proposti, il corso di paracadutismo denominato «OLTRE ILLIMITE». Ideato dal capofila dei 18 Comuni della Val Rendena eBusa di Tione, il sindaco di Pelugo avv. Stefano Pietro Galli, padredi Hera e Kles a loro volta paracadutisti, coadiuvato dal referentetecnico organizzativo ed allieva, la rag. Gloria Baraldi. La sezioneFiemme e Fassa è deputata alla svolgimento teorico del corso, sup-portata egregiamente, come sempre, dalla scuola di Montagnanache fornisce, oltre l’apporto fondamentale dell’attività aviolancisti-ca, anche i membri della commissione per l’esame di ammissioneal lancio. A questo proposito, ci avvaliamo come sempre, dellepagine di Folgore per presentare nomi noti i quali non sono quasimai debitamente menzionati: par. Raffaello Venturi, par. Piero DalFiume, par. Giannino Nardi e par. Alberto Marcolongo. Con questinumeri, la Sezione sta raccogliendo i frutti della campagna pro-mozionale che effettua annualmente presso le scuole, istituti ecaserme della Regione Trentino Alto Adige, i quali sono i potenziali«fornitori» dei paracadutisti aggregati, linfa vitale di un contenitoreche sta soffrendo il cambio generazionale.Per tutti i corsi che la Sezione organizza, c’è una forte integrazionecon le tradizioni militari ed è in questo contesto che sono statetenute conferenze specifiche, la prima delle quali illustrata dal Prof.Bondesan, neo paracadutista e socio della sezione Basso Piave,vero trascinatore di platee, con il suo collaudato studio sullabattaglia di El Alamein.Una menzione speciale va al decalogo coniato per gli eventi cherispecchia le finalità, il quale recita:Crescere con riflessione, azione, relazione, attraverso la sperimen-tazione dell’estremo equilibrio; …Tenta, perché se non hai mai ten-tato… Non hai mai vissuto… Anche la persona più piccola puòcambiare il corso del futuro. Non rinunciare mai ai tuoi sogni, aprigli occhi ed inizia a sognare! Perché ciò che facciamo in vita

riecheggia nell’eternità. Com’è da sempre, ogni corso è intitolato aparacadutisti che non sono più fisicamente tra di noi ma allignanoprofondamente nel nostro cuore.La sezione Fiemme e Fassa si onora di dedicare il corso dei giovanidella Val Rendena al Capitano par. Cristian Boccia Pertan descrittoappassionatamente dal nostro caro amico par. Bocchio comeun’Ufficiale paracadutista dotato di grandi doti attitudinali e fortis-simo spirito di cameratismo, Comandante di Compagnia, es-tromesso dalla catena di comando ed assegnato quale ultimo in-carico, per i meriti sopra descritti al C.A.PAR. di Pisa in qualità diCapo Sezione addestramento… Bravi!... Morto a Trieste all’albadel 1° Gennaio 2005 in un tragico quanto assurdo incidente in mo-torino. È oggi sepolto a Materada nella sua amata Istria, la «TerraRossa» da lui fortemente amata e cantata, vero spirito di Italicocuore e Italica mente.Il ciclo addestrativo teorico si è concluso con la conferenza tenutadal Par. Maurizio Manzini, socio della sezione di Trieste, docente difilosofia e profondo conoscitore dei meandri della psiche, il qualeha ammaliato gli allievi ed il folto pubblico presente con i suoi dot-tissimi concetti. Il coinvolgimento dei genitori del Capitano Pertan,le testimonianze dei colleghi del 9° Battaglione e la presenza di Au-torità pubbliche, ha dato grande connotato alla serata. Nel giorno disabato 16 luglio hanno concluso l’iter con i fatidici 3 lanci i para-cadutisti: Antolini Valerio, Artini Roberto, Bertelli Marco, CantonatiDominik, Capelli Mattia, Cominotti Michele, Garbaini Enrico, GattusStefano, Gottardi Stefano, Lucchini Manuel, Madaschi Gabriele,Madaschi Matteo, Pellegrini Marco, Pellizzari Jacopo, Pouli David,Povinelli Samuele, Risatti Gabriele, Salvaterra Andrea, SangiorgiMario Primo, Simoni Silvino, Valentini Simone, Baraldi Gloria, Cat-tani Elisa, Collini Matteo e Moneghini Mattia. La sezione Fiemme eFassa è indirizzata ad ampliare sempre di più il suo bacino d’utenzagrazie a collaboratori dotati di forte motivazione che riescono a cat-turare grossi consensi soprattutto nel giovane pubblico, facendocrescere il nome dell’ANPd’I giorno per giorno. FOLGORE !!! MAISTRACK !!!

Par. Gianfranco Dal Ben

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 49

IX CORSO DI PARACADUTISMO “COL. F. (PAR.) ANGELO BEDINA”

Come ormai di consueto, an-che quest’anno, in quel diPredazzo si è tenuto il famigera-to corso di paracadutismo, alquale hanno aderito, su basevolontaria, 53 Finanzieri Allievidell’Istituto di formazionealpestre militare più antico delmondo, tra i quali i colleghiFabio Abbonizio, Antonio Bac-carin, Guido Barozzi, Gianni Bel-luomini, Enrico Caleffi, Alessan-dro Caporotundo, Riccardo Car-ta, Roberto Cataffo, Luigi Cirrin-cione, Giovanni De Luca,Daniele Vincenzo Domingo, An-tonino Donato, Antonio Esposi-

to, Maurizio Fabbri, Riccardo Fasciani, Gianluca Grossi, Simone Iso-la, Emidio Fancesco Lagala, Massimo Lambriola, Fabio Laurano,Salvatore Leggio, Ciro Lupo, Giorgio Macauda, Francesco Mancini,Gianluca Manes, Alessandro Marcotullio, Mario Marongiu, Sofia Par-ente, Christian Pernazza, Benedetto Piciullo, Francesco Pinto, Alber-to Rinaldi, Marco Silvi, Alessandro Tomassetti, Mattia Ventura, An-drea Andolina, Arnaldo Di Girolamo, Saverio Minnella, Francesco Or-lando, Daniele Cipollone, Luigi Cirene, Simone Baldan, Gaetano DeMarco, Valentina Marchiori, Francesco Nitti e Vincenzo Petrella. Instretta ed essenziale collaborazione con la sezione ANPd’I Fiemme eFassa, rappresentata egregiamente dall’anzianissimo presidenteparacadutista Gianfranco Dal Ben del 13° Graco, famosissimoistruttore dei parà della leggendaria B.A.O. (Batteria AcquisizioneObbiettivi) dell’Esercito. In 3 anni accademici 122 militari della VE-CIA Compagnia hanno conseguito con successo il Brevetto di Abili-tazione al lancio con paracadute, grazie alla scrupolosità addestrati-va del personale dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia edi coloro che transitati in Folgore hanno reso fondamentale apporto,

come il Fin. par. Domenico Ven-triglia, il Fin. par. Riccardo Roc-chi ed il Fin. par. Marco Manni.Un particolare ringraziamentova al Fin. par. Mario Marongiuper l’impegno e la disponibilitàmostrata nelle vesti di refer-ente. Lo scopo, in comune ac-cordo con il Comandante dellaScuola Alpina della Guardia diFinanza, Col. par. Secondo Al-ciati ed il Comandante dellaCompagnia Allievi, Cap. LuigiCarluccio, è sempre quello dicreare coesione tra colleghi dicorso, attraverso l’esperienza

del lancio, atto che accomuna da sempre un limitato numero di uo-mini che indossano con fierezza ed abnegazione l’amata Uniforme.È senz’altro la prova d’ardimento per eccellenza, le sensazioni chesi provano, susseguono veloci. Durante la fase di decollo e di lancio,la frequenza cardiaca sale alle stelle, l’adrenalina è quasi tangibile,sconfiggere la paura è impossibile, dunque l’abilità è nel dominarla,ecco come nasce il coraggio. Virtù dei forti, da sempre, virtù di val-orosi guerrieri. Il connubio tra studio, addestramento fisico e men-tale, la condivisione dei più svariati sentimenti tra colleghi, durante12 mesi di vita, di Iter formativo che portano a diventare finanzieri, litrasforma in un singolo elemento, inscindibile, che se animato da uncredo che si chiama Italia, li rende una delle più preziose risorse delnostro paese. Qui alla Scuola Alpina, noi crediamo che con l’aiutodell’attività aviloancistica, che innegabilmente aumenta l’autostimadel militare, sia possibile creare Fiamme Gialle di egregio livello, condosi sfrenate di passione per questo mestiere, per questo stile di vi-ta, un sogno che per noi è divenuto realtà e che dobbiamo alimenta-re e difendere con il fuoco che ci arde nel cuore, imperituro. Se lamotivazione un giorno verrà a mancare, a questo penseranno iCaduti, a ricordarci che viviamo nel sacrificio e non dobbiamo maimollare, nonostante tutto. Congratulazioni quindi, ai nostri audaci Fi-nanzieri, nati tra le dolomitiche montagne, che quest’anno sono en-trati a far parte di quelle, che noi qui a Predazzo usiamo chiamare,Fiamme Ardite.

par. William SANNA

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

50 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

SEZIONE CREMONABREVETTATI GLI ALLIEVI DEL 5° E 6° CORSO

Domenica 10 luglio 2011 hanno conseguito il brevetto di abili-tazione al lancio gli allievi del 5° corso di paracadutismo intitolato alCap. Par. Incursore Alessandro Romani caduto in missione in Af-ganistan, organizzato dalla Sezione ANPd’I di Cremona. I lanci sonostati effettuati sull’aeroporto di Montagnana. I neo paracadutistifanno tutti parte del personale del 10° Rgt. Genio Guastatori distanza alla Caserma «Col di Lana» di Cremona; si tratta dei C.liAlessandro Ioli, Maria Davì, Lino Sicignano, Carmelo DanieleNapoli, Manuel Stagni, Sergio Lombardi, Roberta Di Toma, CanioMetta, Angelantonio Centonze, Mykola Ofilat. Il corso, tenuto dagliI.P. Fabio Cristofolini e Giancarlo Bonisoli, è stato svolto nellapalestra della Caserma, ciò ha agevolato la partecipazione degli al-lievi. Un particolare ringraziamento al Comandante del 10° Rgt. Ge-nio Guastatori Col. Pierfrancesco Cacciagrano ed al Comandante diBattaglione T.Col. Gaetano Celestre che con la loro disponibilità ecollaborazione hanno reso possibile lo svolgimento del suddettocorso. A fine giornata, sotto gli occhi nostalgici del sempre giovanePresidente Onorario Cav. Delio Dada, anche gli I.P. Cristofolini eBonisoli hanno effettuato un lancio FdV.

Il 6° corso, intitolato a par. Padre Ubaldo Lino Basso per molti anniCappellano dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, èstato frequentato da due allievi, i fratelli Maria Chiara Gurrado e Si-mone Gurrado. Dopo un’intensa seduta di lezioni tenuta presso ilCentro Sportivo «Fadigati» di Cicognolo (CR) finalmente per gli scal-pitanti ragazzi è arrivato, sabato 16 luglio 2011, sull’aeroporto diMontagnana, il giorno dei lanci previsti per il sospirato brevetto diabilitazione. Da sottolineare che Maria Chiara Gurrado è un’allievadella Scuola Militare Teulie’ di Milano, prima rappresentante delgentil sesso della stessa a brevettarsi Paracadutista. Con fierezzaed orgoglio potrà ora fregiarsi del paracadute alato sulla caratteris-tica Uniforme Storica che ogni allievo delle Scuole Militari indossa.Il corso è Stato tenuto dall’I.P. Fabio Cristofolini.

Errata corrige: nel precedente numero della rivista sono statiomessi, per un banale errore di trascrizione, dall’elenco dei parteci-panti alla staffetta degli ideali, i nominativi del Presidente dellasezione di Cremona Fabio Cristofolini e del socio, istruttore di para-cadutismo e Consigliere di Sezione, Gian Carlo Bonisoli, che hannocorso dalla tratta di Melegnano fino a Piacenza. A loro le più sentitescuse dal direttore della rivista.

LA SEZIONE DI ASTI ABILITA 4 MILITARI DELL’ARMA

Battesimo dell’aria per quattro neo paracadutisti astigiani, tutticarabinieri, che si sono brevettati nei cieli di Novi Ligure. Sono imarescialli Osvaldo Rigogliosi e Vincenzo D’Acunzi (comandantirispettivamente delle Stazioni dell’Arma di Castello d’Annone eMombaruzzo/Quaranti) e i carabinieri Davide Geraci e AngeloCapone (che prestano servizio nelle Stazioni di Montemagno eCastello D’Annone).Hanno effettuato i tre lanci per il conseguimento del brevetto al-l’aviosuperficie ANPd’I di Novi, diretta da Gianni Bertoletti. Per iquattro neo parà si è concluso così l’iter di addestramento curatodall’istruttore Roberto Testai.Sono stati i quattro primi brevettati dalla neo ricostituita sezione

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

Il gruppo dei neoparacadutistidel 10 Rgt. Guastatori e i suoi istruttori

Simone e Maria Chiara Gurrado all’imbarco

Da destra: Cristofolini e Bonisoli durante la staffetta degli ideali

NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 51

ANPd’I di Asti, guidata da Bruno Pignari, paracadutista di lungo cor-so e assessore al comune di Incisa Scapaccino (il paese che ha da-to i natali tra l’altro a Giovan Battista Scapaccino, prima medagliad’oro dell’Arma e dell’Esercito italiano).«Per noi è motivo di grandissima soddisfazione avere portato questiragazzi (anche se c’è chi come il maresciallo Rigogliosi, 50 anni,che certo proprio ragazzo non è, avendo già una lunga carriera mi -litare alle spalle) a questo traguardo. È il frutto di un lavoro disquadra intenso, che ha avuto nel nostro istruttore Roberto Testaila sua punta di diamante. Non è facile organizzare e seguire i corsi“fuori Corpo”, ma il premio per questo impegno è l’entusiasmo concui questi giovani e meno giovani si avvicinano al mondo del para-cadutismo. Noi siamo fieri di aver ricostituito la sezione, con l’im-pegno di tutti, e onorati di rappresentare la Folgore, che è e resta lanostra bandiera e il nostro punto costante di riferimento e un mo -dello a cui ci ispiriamo e a cui aspirano i nostri giovani associati».La sezione Anpdi di Asti (una quarantina i soci) annovera tra le sue fi-la campioni come Claudio Borin, uno dei più forti specialisti ita lianidi «atterraggio di precisione», militari in servizio come StefanoLamattina (caporalmaggiore del 186°, ferito gravemente inAfghanistan e recentemente insignito della medaglia d’oro al valoredell’Esercito) e il «ranger» Marco Esposito, responsabile dellasezione sportiva degli Alpini paracadutisti, pluridecorato in gare disci militari, oltre a due giovanissime promesse del paracadutismocome Martina Borin, 17 anni (una settantina di lanci), «figlia d’arte»(il padre è Claudio) e Alessandro Binello, 18 anni appena compiutiche è a quota 312 lanci, dopo un anno e mezzo di attività lancistica.

Franco Binello

ATTIVITÁ DELLA SEZIONE DI VELLETRI

Usciamo con questo articolo un po’ datato poiché abbiamo dato ilgiusto spazio ad eventi purtroppo più seri ed importanti accaduti inquesto ultimo periodo e ai quali va tutto il nostro rispetto.

Abbiamo il piacere di raccontare di tre nostre partecipazioni ad al-trettante manifestazioni che si sono svolte nel centro sud e dellequali ne andiamo a nostro giudizio orgogliosi per il seguente moti-vo: in tutte e tre le manifestazioni abbiamo incontrato dei veri para-cadutisti che interpretano nella maniera più profonda quei valori diamore per la nostra Specialità che sono il fondamento della nostraAssociazione, senza riserve, né differenze e dimostrando che congrande umiltà, propria delle grandi persone, hanno saputo coinvol-gerci e trasformare ai nostri occhi una semplice manifestazione inun grande evento ricco di emozioni e denso di significati, che cisono rimasti nel cuore.

9, 10, 11 settembre 2011 – Commemorazione del 68° anniversario della Battaglia dello Zillastro

Probabilmente le condizioni meteo favorevoli hanno reso questa ri-correnza più suggestiva che attraverso i ripidi scoscesi delle mon-tagne dell’Aspromonte non ci hanno quasi fatto accorgere dell’im-pegnativa marcia di oltre 60 km che si sviluppa in due intense gior-nate. Impegni di lavoro ci hanno costretto a rinunciare alla primagiornata di «cammino», ma non alla condivisione del bivacco not-turno questa volta effettuato nel mausoleo dedicato a Garibaldi. Inquella notte abbiamo ricordato quanti di noi quest’anno sono venu-ti a mancare e vicino ad un caldo focolare abbiamo cantato e recita-to le «nostre» preghiere e canzoni in loro memoria.Quest’anno la marcia rievocativa è stata più reale delle precedentiedizioni poiché l’organizzazione magnifica ha deciso di ricalcareprecisamente il percorso che 68 anni prima i paracadutisti delNembo effettuarono nell’intento di aggirare le truppe nemiche chea loro insaputa erano diventate alleate. Era infatti l’8 settembre del1943.Un nostro socio ha indossato per onorare la Sua memoria lamimeti ca della Somalia del 1982 del Lgt. Inc. Par. Vittorio Boccaleper tutto il percorso.

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

I neo brevettati Vincenzo D’Acunzi, Davide Geraci, Angelo Caponee Osvaldo Rigogliosi, col presidente della sezione ANPd’I di AstiBruno Pignari e l’istruttore Roberto Testai

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17 settembre 2011 Pian di Pieca Commemorazione del Par. Inc. Teseo Tesei Seconda edizione Triathlon a squadre Monte S. Giorgio. Anche perquesta giornata le condimeteo erano ottime e l’organizzazione tutta,ha potuto funzionare al meglio. La posizione di decollo da un’avio-su-perficie non nota per il lancio su una zona pure non conosciuta hacontribuito a dare ai partecipanti quella sensazione di addestramen-to degna di chiamarsi tale. Inoltre l’assistenza del personale del-l’UNUCI per la marcia zavorrata di 10 km su Monte S. Giorgio e otti-mamente disposta ai punti di controllo e riconoscimento, l’uso dellacarta topografica e l’elaborazione delle coordinate per l’attaccosimu lato dell’artiglieria dopo l’individuazione di un punto nemico haveramente entusiasmato i nostri soci partecipanti. Aggiungiamo chela marcia si concludeva con l’arrivo al poligono di tiro e che il tiro ef-fettuato immediatamente sotto la stanchezza della marcia ha resoanch’esso l’addestramento più realistico. Anche il prosciutto vintodai nostri soci era reale… ed anche buonissimo.

1-2 ottobre 2011 Raduno X Gruppo Castellammare del Golfo. Il raduno inteso comel’unione conviviale di un sodalizio non ha nulla di comune con quel-la organizzata dai Paracadutisti del X Gruppo della sezione diCastellammare del Golfo. Infatti più che un Raduno è stata unagiornata addestrativa che è iniziata con una bella marcia di 7 km suuno scenario meraviglioso all’interno del parco «Riserva dello Zin-garo» con lo sfondo del mare che non deve invidiare nulla alle costecaraibiche. Nel giorno seguente la visita in una grotta sul Monte Ini-ci chiamata Abisso dei Cocci, che per entrarci è stato necessarioutilizzare staffe e moschettoni di sicurezza. Lo scenario all’internoera meravigliosamente costellato di stalattiti pendule, e pareti dicristalli di calcite che alla luce delle torce apparivano brillanti comestelle. Abbiamo particolarmente apprezzato il minuto di silenzio as-soluto al quale ognuno di noi ha dedicato il pensiero agli Assenti.Un particolare ringraziamento per gli ottimi arrosti alla griglia ed igolosi dolci siciliani. Come avrete notato abbiamo volutamente omesso di elencare i no-

mi perché tutte le persone che hanno partecipato sono numerosis-sime e non vogliamo dimenticare nessuno, ma possiamo assoluta-mente confermare che tutti gli organizzatori e coadiuvanti sono per-sone veramente encomiabili per spirito di sacrificio e vero animo diparacadutista. Ex alto fulgur!

ANPd’I Velletri

NUOVI BREVETTATI NELLE SEZIONI MARCHIGIANE

Si sono brevettati tutti regolarmente gli allievi paracadutisti dei cor-so dedicato al Col. fant par. Angelo Bedina. Anzi, ad essere precisi icorsi erano tre, contemporanei e paralleli, organizzati simultanea-mente dalle sezioni di Ancona, Fermo e Ascoli Piceno.I lanci istituzionali si sono svolti il 29 ottobre 2011 presso l’aviosu-perfice del fermano, e abbiamo voluto festeggiare e «bagnare» tuttii neo brevettati/e, nonostante le defezioni da parte del personalenel frattempo inviato presso le sedi di destinazione o impegnati inservizi interni di caserma.Come vuole la tradizione, infatti, eccoci sorridenti e pronti a fe -steggiare, dopo aver degnamente ricordato la figura della personaa cui sono stati dedicati i corsi.Sono stati riportati i messaggi di congratulazioni e felicitazione daparte della signora Fiammetta, moglie del compianto e «semprepresente» Colonnello, nonché del primogenito Marco che hanno vo-luto essere presenti per l’occasione, anche se soltanto telefonica-mente.Un caro ricordo da parte mia personale e di tutti quanti hanno avu-to modo di conoscere Angelo Bedina.

Marco Andreani

BREVE NOTIZIARIO E INIZIATIVE DELLA NEO NATA SEZIONE DI MIRANO

Questo è il primo notiziario della sezione di Mirano protagonista dinumerose iniziative in questi pochissimi mesi di attività.

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

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Il 6 novembre ha rappresentato la sezione a Bottrighe - Adria dove èstato commemorato un commilitone dei nostri parà (Bolzoni).Pochi giorni dopo, il 9 novembre, la Sezione ha ricordato i due ParàLicori e Frasson nel 40° anniversario della loro morte nelle acquedella Meloria. Alla cerimonia hanno partecipato le famiglie dei Paràscomparsi nella tragedia, le autorità locali, la sezione di Treviso benrappresentata dal suo Presidente nonché Consigliere della III Zona,Lino cav. Tinazzi, la sezione di Venezia con il suo Presidente Forco -lin e tanti altri parà. Nella stessa cerimonia c’è stata la benedizionedel labaro della Sezione.

SEZIONE FAENZA E IMOLA

Come tutti gli anni i reduci della Nembo si sono radunati domenica13 novembre 2011 presso il loro monumento di Castel del Rio.Era presente il Sindaco con la fascia, un gran numero di marinai eparacadutisti ed i labari delle sezioni di Rimini, Bologna, Ferrara,Faenza-Imola.Don Ezio Franzoni ha benedetto il monumento ed i presenti, ed hacelebrato la S.S. Messa. I reduci Benedetto Matronola ed EdmondoZaccaria hanno ricorato i fatti d’arme che li hanno qui visti coinvolti.Con commozione hanno ricordato i loro commilitoni che qui hannodonato la vita.

UN GIORNO SPECIALE CON L’ANPD’I DI SANREMO-IMPERIA

Volo e disabilità nella manife -stazione del 4 dicembre 2011organizzata dalla sezione ANPd’I Sanremo-Imperia sullasplendida spiaggia del Comunedi Ospedaletti. Oltre 10 decolliin tandem con ragazzi diversa-mente abili e decine di giochi inspiaggia appositamente stu-

diati per loro, hanno reso la giornata indimenticabile e unica nelsuo genere. In cielo migliaia di palloncini colorati accompagnavano

i voli dei ragazzi con il gom-mone volante, parapendii eparamotori. A terra gli aero-modelli volteggiavano in-torno ai nostri MC1 utilizza-ti per giocare con il vento.La Capitaneria di Porto diSanremo presente in radainsieme al K38 della F.I.N.

salvamento, garantivano la sicurezza in mare. Un ringraziamento vaal Comune di Ospedaletti ed ai commercianti che hanno offerto unricco buffet a tutti i ragazzi, a tutte le associazioni che hanno con-tribuito all’evento. Una festa meravigliosa che ha portato la nostraassociazione a contatto con una bellissima realtà facendo toccareloro il cielo con un dito.

Tommaso Russo

SEZIONE TORINO – BABBO NATALE ARRIVA DAL CIELO!

Una grande partecipazione ha fatto da cornice alla manifestazionesvoltasi il 23 dicembre in piazza Castello a Torino per la raccoltafondi a favore della Lega Italiana Fibrosi Cistica.

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

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Il pomeriggio di festa per i bimbi torinesi ha avuto come “clou” l’at-teso lancio dei paracadutisti vestiti da Babbo Natale che, con infal-libile precisione, sono atterrati sul materasso posto al centro dellapiazza. I quattro autori dell’impresa sono il torinese Bruno Scagliolaartefice dell’evento, i biellesi Enzo Gulmini e Vanni Rivetti e l’asti-giano Claudio Borin che si sono, in seguito, prodigati con la dis-tribuzione di dolci e foto ricordo con i bambini.È doveroso ringraziare il Teatro Regio di Torino, lo Sky Dream Centerdi Cumiana e l’Associazione Paracadutisti d’Italia sezione di Torinoche, con il loro contributo, hanno dato l’opportunità di viverequesto momento di solidarietà.

Claudio Borin

SEZIONE VERBANIA

Il par. Mario Locatelli, della sezione di Verbania, insieme al propriofiglio Alain, ha partecipato ad una gara per pattuglie, nella zona Tu -scia Monterosi (Roma).La competizione a coppie, prevedeva: marcia di 8 km, tiro con re-volver calibro 22, e per ultimo a sorpresa un test di cultura ge -nerale, il tutto organizzato dalla sezione UNUCI Monterosi, presen-ziata dal Generale di Corpo d’Armata Canu Luciano. La squadra diVerbania è riuscita a primeggiare in tutte le specialità, con due parimeriti al tiro e ai test, su venti coppie partecipanti.

Il giorno successivo dopo la visita all’Altare della Patria nella caser-ma dove ha sede la biblioteca nazionale alla presenza di molte au-torità e numerosi iscritti della sezione dell’UNUCI Monterosi, haavuto luogo la premiazione.

I PARACADUTISTI MARCHIGIANI CELEBRANO IL IV NOVEMBRE

A VENAROTTA RICORDATO IL PARACADUTISTA SILVANO SABATINI

Il 12 novembre 2011 a Venarotta, provincia di Ascoli Piceno, i para-cadutisti marchigiani hanno ricordato il loro commilitone SabatiniSilvano, vittima del tragico incidente nel quale il 9 novembre 1971un C130 inglese si inabissò nelle acque antistanti Livorno con a

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

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bordo 46 paracadutisti italiani e 7 membri dell’equipaggio. Presen-ti i soci delle sezioni di Ancona, Fermo e Ascoli San Marco con i lorolabari e i familiari di Silvano schierati nel primo pomeriggio davantial monumento dei caduti di Venarotta con successiva deposizionedi una corona d’alloro intonando le note del silenzio fuori ordinanza.Commuovente il discorso del presidente della sezione di Ascoli Pi-ceno “San Marco” par. Salvatore Organtini, che ha ricordato la tra -gica vicenda del «GESSO 4» e appunto il paracadutista marchi-giano. Successivamente il gruppo si è spostato al cimitero di Cerre-to per depositare un’ulteriore corona nel luogo dove tutt’ora riposa,accompagnata dalla lettura della Preghiera del Paracadutista.Molto toccante è stata la scritta che la lapide riporta riguardo il luo-go dove Silvano perse la vita «nel mare di Livorno».La cerimonia si è conclusa al grido di Folgore, grido al quale hannopartecipato commossi anche i familiari presenti.

NUOVI PARACADUTISTI ALLA SEZIONE DI VIAREGGIO

Sabato 19 novembre 2011, presso la scuola di paracadutismo ANPd’I di Novi Ligure, si è concluso il 43° corso di paracadutismofune di vincolo della sezione Viareggio e Versilia.Nove aspiranti paracadutisti, otto uomini e una donna, dopo circadue mesi di intenso corso, hanno splendidamente affrontato i lancidi brevetto, ottenendo le sospirate ali!Come di consueto, voglio ringraziare la scuola di Novi Ligure, nellapersona del Presidente Gianni Bertoletti, per il supporto fornitoci,che ci permette di operare in piena autonomia e sicurezza.Un forte ringraziamento al nostro istruttore senior Michele Muro,che supporta la sezione di Viareggio da oltre 16 anni, nonché mio«maestro d’armi».Altro sentito ringraziamento va all’aiuto istruttore Flavio Fazzi,colonna portante dei nostri corsi ed instancabile collaboratore!Infine un ringraziamento ai nove nuovi paracadutisti della nostragrande famiglia! Ecco i loro nomi: Cristian Parisi, Cosimo Leo, Sascha Liggieri, FabioScalzo, Modesto Angeli, Francesco Rogo, Cristina Corrain, LucaDella Pina e Gabriele Alibani.

Il PresidenteEnzo Muro

1° CORSO ALLIEVE VOLONTARIE ASSOARMA «DRAGO VI»

Certo di fare cosa gradita informo che è stato inaugurato mercoledìscorso il 1° Corso Allieve Volontarie Assoarma Livorno «DRAGO VI».Le volontarie attinte dalle varie sezioni che compongono AssoarmaLivorno dovranno al termine del corso essere impiegate per la ges-tione delle attività di Assoarma Livorno.Le materie saranno:- Ordinamento delle FFAA- Giurisprudenza dell’Associazionismo Militare con particolare riferi-

mento alla «Legge Scelba»- Giurisprudenza e normativa del 3° Settore- Fund Raising e europrogettazione- Tenuta contabile e gestione amministrativa dei volontari- Educazione Sociale- Gestione mezzi e materiali e normativa in materia Un in bocca al lupo alle allieve!

Il Presidente Assoarma Livorno Ten. Luca Bilanceri

LE SEZIONI DI TRIESTE E TREVISO AUTENTICO E FRATERNO CAMERATISMO

Il 5 ottobre scorso lasezione ANPd’I diTreviso ha fatto visi-ta alla sezione di Tri-este per un momen-to di fraterno ed aut-entico cameratismo. La nostra pattuglia,con in testa il nostropresidente LinoTinazzi, accompa -gnata dal segretariodella sezione Triesti-na Umberto Bordon

– grande conoscitore della storia e degli avvenimenti di quei Luoghi– ha fatto visita alla foiba di Basovizza per rendere onore a chi vi è

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

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stato trucidato. A tutti loro un fortissimo FOLGORE. La serata è poiproseguita presso la sede della Sezione con un minuto di raccogli-mento per il nostro caro Nino Arena, appena «andato avanti» e trefortissimi Folgore che sicuramente gli saranno arrivati ben accetti;la proiezione di un filmato del BIVACCO 2011 di Montagnana delgiugno scorso ed una cena organizzata dai parà Triestini – squisitinell’ospitalità – sulla terrazza della loro sede, ha concluso la sera-ta, allietata dalle nostre canzoni.Per chi come me non era mai entrato nella sede di Trieste, è stataun emozione molto forte, più che una sezione è un Museo dove sipossono ammirare e riconoscere oggetti che riportano alla memo-ria gesta epiche di nostri Grandi Italiani, Uomini e Paracadutisti checon il loro Valore hanno onorato la Patria, fra tutti fanno bellamostra le onorificenze del maggiore Aurelio Rossi; se poi la visita èguidata dal Presidente della Sezione Rinaldo Massi l’emozione ècompleta!Auspicando un sempre più forte e fattivo legame fra le nostresezioni ringraziamo i parà Triestini – iniziando dai mitici Massi eCamozzi (recentemente scomparso n.d.r.) – ed inviamo un augurioparticolare al Leone Lucio Mazzoli che quella sera non era presentea causa di un piccolo incidente.

Vanni Bertanza

SEZIONE NAPOLI - OGGI

Sabato 12 novembre2011 a Napoli si èsvolta la manifes-tazione celebrante il65° anniversario dellafondazione dellasezione di Napoli del-l’Associazione d’Armadei paracadutisti.

La Sezione napoletana dei paracadutisti ha sede in piazzetta Er-itrea n.5 e, in virtù di una convenzione stretta da anni con le ForzeArmate, sola Associazione d’Arma in Italia che ha tale onore edonere, “sforna” ogni anno numerosi paracadutisti che intendonoabilitarsi al lancio militare.Moltissimi giovani sono passati dalla palestra della Sezione e poi,aiutati anche dall’importante punteggio ai concorsi militari che laprestigiosa abilitazione assicura, hanno abbracciato la carriera mil-itare giungendo sino ai più alti gradi.Ma la Sezione oggi festeggiata è di interesse anche per i meno gio-vani, con iniziative sportive e culturali di grande rilievo e, quandoserve, concorrendo attivamente con la Protezione Civile. Una splendida giornata, soleggiata pur se ventosa, ha salutatol’inizio dell’importante evento che è cominciato alle nove con la de-posizione di due corone di alloro ai piedi della colonna marmorea

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

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sita nei giardini del Molosiglio e dedicata agli eroi dei sanguinosifatti d’arme avvenuti nell’ottobre del 1942 ad El Alamein.Il Presidente della Sezione, il paracadutista Francesco Esposito, inquesto luogo che rievoca fatti epici ma terribili svoltisi nelle sabbiedel nord Africa durante la seconda guerra mondiale dove i para-cadutisti della Folgore soccombettero in gran numero ma con unadignità tale da destare l’ammirazione di tutti i nemici, ha ricevuto lepiù alte cariche istituzionali del mondo civile e militare e, in partico-lare, il neo Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ha concesso ilpatrocinio all’evento assicurando la presenza del Gonfalone dellaCittà, e il Comandante della Divisione “Aqui” Generale RosarioCastellano che, ricordiamo, è anche il Vice comandante del 2° FODed è stato un amatissimo Comandante della Brigata paracadutisti“Folgore”.All’evento, presenti anche numerose altre Associazioni d’Arma e,visto l’importanza dell’avvenimento, la stampa e la televisione lo-cale.Un marziale picchetto di onore, il vigile servizio sanitario e un inap-puntabile plotone di rappresentanza è stato assicurato dagli Uffi-ciali, Sottufficiali e militi del Nucleo Arruolamento ed Attività Pro-mozionali del X Centro di Mobilitazione del Corpo Militare CRI diNapoli, mentre un trombettiere della Fanfara dei Bersaglieri intona-va le dolci e struggenti note del “silenzio militare”.La mattinata è poi proseguita con una conferenza gremitissima diospiti che si è svolta al Circolo Ufficiali, gemma incastonata nellostorico palazzo Salerno nella vicina piazza Plebiscito.Hanno preso la parola il Presidente Esposito, il Generale Castel-lano e, in fine, il Generale C.A. Franco de Vita, già Comandante del-la Brigata paracadutisti “Folgore” e attualmente Presidente del-l’UNUCI Napoli, l’Unione Nazionale degli Ufficiali in Congedo d’I-talia.Nel corso della interessante conferenza, che ha visto come impor-tanti ospiti i vertici di Aeronautica Militare, Carabinieri, Guardia diFinanza, Polizia di Stato, sono state donate alle personalità inter-venute alcune pregevoli statuette riproducenti il brevetto metallicodi paracadutista militare ed offerto un ricchissimo buffet a tutti ipresenti.La parte finale della manifestazione si è svolta nella piazza Plebisc-ito, vero salotto buono di Napoli, dove la Fanfara dei Bersaglieri haallietato il folto pubblico raccoltosi con coinvolgenti esecuzioni ban-distiche tratte da un ricco repertorio di brani militari ma anche dinotissime musiche popolari.Dunque si è trattato di un’importante evento che ogni cinque annisi ripete e che sottolinea il ruolo della Sezione napoletana dei para-cadutisti quale istituzione che continua a forgiare schiere di cittadi-ni nel segno delle migliori tradizioni di amor di Patria, altruismo,morale.Alcuni di questi italiani diverranno militari, altri continueranno asvolgere la loro vita come civili ma tutti avranno nel cuore e nell’an-ima impressi i valori migliori che, purtroppo, tendono a scivolare viadalla nostra società, ammalata di un modernismo fatto di avere pi-uttosto che di essere, di forma piuttosto che di sostanza. Sono gli stessi valori che animarono quegli italiani, studenti, pro-fessionisti, operai, che considerarono ciò che credettero il bene

della nazione sopra i loro personali interessi la mattina del 23 otto-bre 1942 e che, per questo, resteranno immortali esempi di eticada indicare alle nuove generazioni.

Vincenzo Di Guida

SEZIONE LATINAFESTA GRANDE NELLA «FAMIGLIA» DEI PARA’ PONTINI DELLA SEZIONE ANPD’I «UGO CARUSI»

La sera del 24 novembre u.s, alla presenza del Sindaco di Pontinia,Dott. Eligio Tombolillo, il nostro socio Luigi Tosti (Giotto), reduce diguerra Folgorino DOC, ha spento le sue 91 candeline. Grande emozione generale quando, a sua insaputa, condotto dasuo figlio Gianni nel ristorante «Sciampagna» con una banalescusa, Giotto si è trovato di fronte tutto il gruppo composto dai suoifamiliari e dai suoi amici e compagni d’arma Luigi Casalvieri classe1916 e Antegiovanni Attilio classe 1922. Entrambi, anche se condestinazioni e su fronti diversi, insieme a Luigi Tosti, hanno dato illoro eroico contributo per l’Onore della Patria. Tre vite segnate daun unico destino. Quello di sopravvivere ai sacrifici più duri per es-sere da monito per le nuove generazioni.Presenti alla festa anche il Segretario della Sezione, MicheleSaggese e il Presidente Ludovico Bersani che ha ringraziato il Sin-

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

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daco di Pontinia, Eligio Tombolillo, per sensibile disponibilità ancorauna volta dimostrata.Parauguroni Giotto e….sempre e ovunque FOLGORE!!!!!

Ludovico Bersani

SEZIONE IMPERIA SANREMO

«Anche questa volta, come dall’anno della fondazione, nell’Ottobre1993 il nucleo di volontari di protezione Civile valli Argentina –Armea della sezione provinciale ANPd’I di Imperia – Sanremo non èmancata al richiamo per portare aiuto alle popolazioni dello Spezzi-no per il dissesto idrogeologico del 25 Ottobre 2011.Il giorno successivo al disastro siamo partiti dalla sede operativa diTaggia (Imperia) diretti a Vernazza, la perla delle Cinque Terre e, aLevanto, abbiamo lasciato il nostro mezzo e ci siamo imbarcati conarmi e bagagli sul traghetto di linea che durante l’anno porta i tu -risti. Purtroppo era l’unico mezzo che poteva giungere a Vernazza eche portava aiuti in quanto la ferrovia era interrotta.Inutile descrivere quello che abbiamo trovato, l’avrete visto tutti at-traverso i telegiornali. Tocca al nostro Nucleo organizzare il lavoro su richiesta delle au-torità locali.

A distanza di un mese siamo tornati altre due volte sul luogo deldisastro, a turni con altri gruppi dell’imperiese. Precisamente il 26novembre. Da notare come quella stessa via, in quella stessa po-sizione sia cambiata dal 26 ottobre al 27 novembre. Siamo poi tor-nati l’8 dicembre e le cose sono di certo migliorate ancora e le fotosono le mute testimoni del disastro e del nostro lavoro.Il nostro nucleo è sempre presente: «Pochi ma buoni!» Folgore! Mai Strak!

Parac. Tommaso Russo

SEZIONE REGGIO CALABRIA

L’alba non era ancora giunta e la costa era ancora buia quando, il 9novembre 1971, un C130 dell’Aeronautica militare britannica, de-nominato «Gesso 4» ed in volo anti-radar con a bordo i Para-cadutisti della Brigata Folgore, precipitava col suo prezioso caricoumano nelle acque della Meloria.Ricorrendo il quarantesimo anniversario di questa tragedia - checon le sue numerose vittime costituisce l’evento più luttuoso per lenostre Forze Armate in tempo di pace la sezione ANPd’I di ReggioCalabria ha, più in particolare, commemorato il Paracadutista reggi-no Caporal Maggiore Giuseppe IANNÌ – uno dei Caduti – con unaMessa che, presso il Tempio della Vittoria, è stata concelebrata dalCappellano Militare Don Vincenzo Ruggiero e dal Parroco Don Anto-

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

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nio Santoro, alla presenza di Autorità civili e militari. Al termine del-la cerimonia, l’Avv. Alfonso Mazzuca – decano della Sezione regginadell’ANPd’I – dopo aver ringraziato tutte le Autorità intervenute ed inparticolare la Dott.ssa Caprino che rappresentava S.E. il Prefetto diReggio Calabria, Dott. Luigi Varatta, ha rivolto un’allocuzione a tuttii presenti per evidenziare il sacrificio dei militari nell’adempimentodel dovere e la necessità della “memoria“ per il bene comune.

«I Paracadutisti non dimenticano!», così ha esordito l’Avv. Mazzuca,rammentando che Giuseppe Iannì era un suo amico e concittadino,un soldato che, nel rispondere alla chiamata obbligatoria alle armi,scelse di svolgere il proprio servizio presso la Brigata Folgore, daparacadutista, così giungendo a mettere a disposizione dello Stato,che lo aveva chiamato, non soltanto un anno, per il servizio di leva,ma tutta la sua giovane vita, assieme ad altri 45 commilitoni e 6militari inglesi. «I paracadutisti non dimenticano!» – ha proseguito Mazzuca – «e nondimenticano perché conservano il ricordo, il ricordo anche di vicendetragiche e dolorose, come appunto è stata quella della Meloria, cosìfacendo in modo che il passato diventi memoria condivisa. È un’oc-casione, questa, che oggi ha maggior valenza perché inserita nellecelebrazioni dei 150 anni di Unità d’Italia, riaffermando i valori di«Dovere» e «Servizio alla Patria»; tutto ciò deve farci riflettere.Condividendo questi fatti, per quanto dolorosi, è peraltro possibilefar rivivere tutti coloro che, nell’adempimento del loro dovere, han-no sacrificato la propria vita per lo Stato ed il bene comune, rima-nendo così, per sempre, nella mente e nel cuore di tutti, esempio didedizione e di coraggio.

Se a 40 anni di distanza la tragedia della Meloria non si è ancorapersa nell’oblio, il merito – ha aggiunto Mazzuca – è della nostra As-sociazione, l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia che hasempre ricordato i 46 parà Italiani ed i 6 aviatori Britannici peritinella sciagura, una sciagura che poi ebbe pure un epilogo di ulteri-ore dolore per la scomparsa del sergente maggiore dei para-cadutisti sabotatori Giannino Caria, il quale non risparmiò se stes-so nel tentativo di strappare alla furia del mare le salme dei com-militoni.Infatti, dal silenzio radio di «Gesso 4», decollato dall’aeroporto SanGiusto di Pisa, assieme ad altri 9 aeromobili per raggiungere Vil-lacidro, in Sardegna, ove era in atto un’esercitazione NATO denomi-nata «Cold Strem» (corrente fredda), che pur aveva nell’immediatez-za destato impressione enorme, si è poi passati, come spessosuccede in questo nostro Paese, ad un silenzio più vasto: quellodelle Istituzioni e del tempo, purtroppo non riconoscenti nei con-fronti di questi ragazzi.Non può sfuggire che la sciagura della Meloria, obiettivamente col-locata in uno dei periodi più difficili della storia democratica d’Italia,contraddistinto dagli anni di piombo e dal terrorismo, ha poi attra-versato due decenni di guerra fredda con i cambiamenti epocalidegli anni ’80 e ’90 per poi passare nel nuovo millennio segnatodall’attacco alle Torri Gemelle. Ricordare siffatte vicende – ha con-cluso l’Avv. Alfonso Mazzuca – può diventare scomodo, soprattuttose il messaggio è quello di un Dovere compiuto con Onore eFedeltà, valori visti, purtroppo, ancor oggi con sospetto, tuttaviaquei ragazzi di allora rivivono adesso, come rivivranno sempre, nel-lo spirito dei Paracadutisti d’Italia e di tutti gli altri militari che, sen-za colore politico, senza etichette, ma indossando esclusivamentela divisa, hanno svolto o svolgono il proprio dovere in ogni tempo edin ogni luogo, tutti accomunati da quell’identico spirito di serviziorappresentato esclusivamente dalle stellette a cinque punte, salda-mente cucite sul bavero, simbolo univoco di disciplina del militareitaliano, di qualsiasi grado, Arma o Corpo».

Vice presidente sezione Reggio CalabriaAntonio Nucera

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

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RAFFAELE TOMAIUOLO – ABBIAMO PERSO UN VERO PARACADUTISTA E UN VERO AMICO

Il Presidente, il Consi-glio Direttivo e tutti iparacadutisti dellasezione ANPd’I di Tori-no piangono la scom-parsa di RaffaeleTomaiuolo (Classe1947) 15ª Compagniamortai «diavoli neri»Livorno.Esso, se pure in «con-dizioni estreme» per lagrave malattia che da

circa un anno lo stava torturando, ma che ha affrontato congrande forza e dignità, ha ugualmente voluto essere presenteall’inaugurazione del monumento ai «paracadutisti d’Italia» il 2luglio scorso, dimostrando immenso attaccamento all’Associa-zione e al corpo dei paracadutisti nel quale ha servito con onore!Ora si è unito ai paracadutisti che sono già nell’azzurro del cielo.A noi non resta che ricordarlo e rimpiangerlo sempre, con l’orgo-glio di averlo conosciuto!Che il Dio dei cieli accolga la sua anima buona.

Il segretario di SezionePar. Dario Ponzetto

DON CATTADORI

Ci sono uomini, tanti, che apprendono la storia dai libri. Ci sonouomini, pochi, che la storia la vivono sulla propria pelle dando il

proprio contributo.Don Cattadori appar-teneva a questaristretta cerchia diuomini. Per molti anniparroco nella parroc-chia di Castelvetro, siè spento ieri presso ilPio Ricovero Archieridi Monticelli d’Ongi-na. Alla soglia deinovantanove anni,Don Cattadori è salitoin cielo (o come sidice fra paracadutisti:«ha fatto l’ultimo lan-cio») fra le braccia diquel Dio che ha sem-pre servito anchedurante gli anni buidel secondo conflitto

mondiale. Sacerdote allo scoppio della seconda guerra mondia-le, decide di arruolarsi per dare il proprio sostegno a tutti queiragazzi chiamati a conoscere l’orrore e la crudeltà della guerra.Alla costituzione della seconda divisione paracadutisti «Nembo»(la prima fu la «Folgore», immolata ad El Alamein), decide diarruolarsi fra i paracadutisti. Effettuati i cinque lanci di abilitazio-ne presso la scuola di Tarquinia, venne assegnato con il gradodi tenente cappellano al 185° Reggimento. Fu testimone direttodei tragici eventi che caratterizzarono la storia del reparto: dap-prima impegnato nelle operazioni belliche contro gli alleati e poischierato affianco degli stessi alleati in quella guerra fratricidachiamata guerra di liberazione. Proprio durante le operazionicontro i tedeschi, emersero il valore e la straordinaria tempra diquesto cappellano, tanto da meritargli una medaglia di bronzo alValor Militare in quanto «magnifica figura di sacerdote e soldatodistintosi in numerose azioni di guerra…». Ora i suoi paracadu-tisti lo piangono, consapevoli di aver perso un protagonista diquegli eventi, ma soprattutto un magnifico esempio di soldato esacerdote.

Eugenio Quartieri

CORRÀ CORRADO

Sabato scorso, a Caracas, è salito in quell’Angolo di Cielo ilcaporalmaggiore par. Corrà Corrado della Divisione Folgore,classe 1920.Ad El Alamein era chiamato ad esaminare i resti degli aereiinglesi abbattuti, mi raccontava delle differenze con i nostri(pochi) apparecchi.Dopo la guerra era emigrato in Venezuela dove, grazie al suotalento, aveva fatto fortuna con la meccanica ed il legname.

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NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 61

Tante volte è tornato nel vicentino, aveva anche rinnovato lapatente di guida, tante volte mi telefonava.Ad una Consulta del Triveneto ad Arquà Petrarca (presente l’in-tera sua famiglia) l’allora Presidente nazionale, sig. gen. par.Cesare Speranza, gli ha consegnato il «brevetto ora per allora».La sezione di Vicenza, dopo le MAVM Dal Santo Giovanni e DalFiume Mario, piange Corrà Corrado, ultimo suo Reduce.Folgore! Mai strack!

Il PresidentePar. Guido Barbierato

ROMEO SANTINI

Il 6 dicembre 2011 èvenuto a mancare aSant’Andrea a Pigli(Arezzo) un valorosoparacadutista uneroe di El Alamein.Romeo Santini eranato il 9 gennaio1920. Il suo ricordosarà attraverso i suoiscritti tratti dal suodiario di guerra.«22 settembre 1940:dopo quattro mesi diesercitazioni facem-mo il primo lancio, miandò tutto bene. Fu ilpiù bel momentodella mia vita, poichénel mio aereo c’erauna ragazza cheanche lei si lanciò, si

chiamava Evelina Pignatelli, duchessina.Feci ancora due lanci a Tarquinia il 17 marzo e il 25 giugno1941. Poi fummo trasferiti a Viterbo, dove facemmo un’altrolancio all’aereoporto, era il 5 settembre 1941. Dopo andammoa Bolzano, pure lì facemmo un altro lancio era il 10 maggio1942. Finché riunirono i Reparti a Lecce e partimmo per l’Afri-ca settentrionale».Nel suo diario, Romeo Santini racconta la sua esperienza inquella storica Campagna di guerra; ma mi voglio soffermare inalcune righe a me particolarmente care. Scrive: «essendo por-taordini mi mandarono a portare un ordine ai tre plotoni di Com-pagnia, chiesi ad un soldato dove fosse accampato il suotenente, me lo indicò incamminandosi con me. Nel parlare venni a sapere che anche lui era toscano cioè diArezzo, lui di Rigutino ed io di Sant’Andrea a Pigli (i due paesidistano tra di loro 3 km); ci rivedemmo ancora con questo Puli-tini Santi, poiché così si chiamava», quel Santi era mio padre

deceduto qualche anno fa. Facevano parte dello storico 187°Reggimento 2° battaglione 5ª compagnia.Alla memoria di Romeo Santini e a tutti i folgorini di allora lefrasi storiche di Theodor Moller, giornalista, storico e combat-tente inglese ad El Alamein che scrisse testualmente: «nessunsoldato al mondo è mai riuscito e mai riuscirà a fare quello cheoggi gli italiani hanno fatto davanti a noi».Romeo che tu possa essere felice in cielo come lo fosti nel tuoprimo giorno di lancio. Io nel ricordarti sono fiero ed orgoglioso di essere figlio di unparacadutista.

Massimo Pulitini

MARIO GUERRUCCI HA RAGGIUNTO QUELL’ANGOLO DEL CIELO

Anche Mario Guerrucci ha effettuato il suo ultimo lancio. Unlancio verso quell’angolo di cielo riservato ai «Parà». Uomo, chenello spirito del paracadutista ha affrontato la vita, semprecombattendo e nel principio di nobili ideali.Nato a Civitavecchia nel 1922, è cresciuto nei sentimenti enello spirito di allora; chiamato alle armi, fece richiesta di esse-re assegnato ai «Parà».A Tarquinia, sotto la capace guida dell’indimenticabile MarioColomba, fece i suoi lanci di brevetto.Assegnato al 9° Btg. doveva raggiungere il fronte libico. In Sici-lia, in attesa di imbarcarsi, si trovò sotto un bombardamentoaereo. Una scheggia lo colpì alla testa ed un’altra alla manodestra, procurandogli lesioni gravi. Curato in ospedale, fudichiarato invalido di guerra e posto in congedo.Lo spirito combattivo ed a volte burbero gli diede la possibilitàdi affermarsi nel campo del lavoro. Il suo attaccamento ai Paràed alla Folgore era sempre vivo, tanto che realizzò all’ingressodel Cimitero di Tarquinia la cappella commemorativa per i para-cadutisti caduti. Da tanti anni ha curato l’ingresso all’Aeropor-to «Sostegni», rendendolo un giardino, e su uno dei pilastri delcancello ha posto un’asta con la bandiera tricolore (più volteportata via e poi rimessa); il tutto perché considerava Tarquiniala «culla del paracadutismo italiano». Era sempre vicino alle forze dell’ordine, poiché credeva che lasicurezza dei cittadini sia punto cardine della vita produttiva diun popolo.Per anni è stato il maggior sponsor del calendario della Briga-ta. Animo generoso, spirito combattivo, carattere forte masoprattutto umano.Nell’allocuzione alla cerimonia funebre la MAVM Raul Di Genna-ro ha detto: «Grazie, paracadutista Mario Guerrucci, per quelloche hai dato alla Patria. Grazie per essere un folgorino, che nelvessillo del tricolore hai innalzato a grandi valori gli ideali dellaPatria e che il tuo esempio sia di sprone ai giovani».

Presidenza ANPd’I Civitavecchia

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62 NOVEMBRE/DICEMBRE 2011

IL MARESCIALLO C.C CAPPELLO HA RAGGIUNTO «QUELL’ANGOLO DI CIELO»

Un grave lutto ha colpito la SezioneANPd’I e l’Arma dei Carabinieri di Cre-mona: il giorno 6 luglio 2011 scorso èdeceduto il Maresciallo Aiutante del-l’Arma dei Carabinieri Gianfranco Cap-pello, paracadutista, socio aggregatoe Consigliere della sezione di Cremo-na. È stato ritrovato senza vita nel suoletto, stroncato da un malore, dai col-leghi del Nucleo Radiomobile, allertatidai genitori che non riuscivano a met-tersi in contatto con lui.Il sottufficiale, molto stimato e cono-sciuto, era nato 52 anni fa a Badia

Polesine (Rovigo), ha frequentato la scuola Marescialli di Velle-tri e Firenze ed è stato poi in servizio in provincia di Sondrio. ACremona è arrivato nel 1998 operando come addetto prima ecome Comandante poi, del Nucleo Radiomobile della Compa-gnia. Subito si è iscritto alla sezione ANPd’I come socio aggre-gato, partecipando all’attività lancistica sia con paracadute vin-colato che TCL e rivestendo per diversi anni l’incarico di Consi-gliere. Attualmente era l’economo della Sezione. Nel 2008 èstato trasferito alla Stazione Carabinieri di Cremona e nel 2009al reparto operativo della stessa. Dal luglio dello stesso annoha iniziato una lunga convalescenza per motivi di salute, chenon gli hanno più permesso di rientrare in servizio attivo. Oltreal brevetto di paracadutista Gianfranco era Istruttore di tiro mili-tare, è stato insignito con croce d’oro per anzianità di servizioe medaglia d’oro al lungo Comando. Paracadutista GianfrancoCappello: PRESENTE!

Fabio Cristofolini

SEZIONE BASSO VERONESE

Due gravi lutti a breve distanza l’uno dall’altro hanno colpito lasezione di Basso Veronese:

Bertin Luigi (classe 1944). Il 30novembre 2011 è prematuramentevenuto a mancare il nostro socio eamico Luigi Bertin.Luigi ha sempre servito il paracadu-tismo con la tenacia e la forza dichi «crede nelle idee», contribuendoanche con il proprio lavoro manua-le a rendere la nostra sede piùaccogliente. Sempre presente allevarie manifestazioni, portato con

grande orgoglio il Labaro della Sezione.

Roncoletta Gastone (classe 1957). Il29 Dicembre 2011 anche Gastone, ciha prematuramente lasciato.Per anni è stato punto di riferimentodella nostra Sezione in qualità di Vice-presidente, Istruttore e Consiglieremettendo a disposizione la propriaesperienza, trasmettendo a tutti noil’entusiasmo tipico di chi ha fatto suoil motto: «SERVIRE IL PARACADUTI-

SMO, NON SERVIRSI DEL PARACADUTISMO». Gastone e Luigi sarete sempre in mezzo a noi!

Il PresidentePar. Giorgio Munerati

LUTTO ALLA SEZIONE DI GORIZIA

Nocet Antonio (Nino), uno dei pri-missimi abilitati della sezione(1954), è andato a raggiungere ilcamerata Luciano Medeot, perrivivere con lui l’avventuroso pel-legrinaggio compiuto insieme daGorizia ad El Alamein nel 1964,attraverso tre continenti, per por-tare l’omaggio agli eroici Caduti. Inostri due paracadutisti, avevanocompiuto l’eccezionale e significa-tiva impresa percorrendo in moto-

cicletta oltre dodicimila chilometri attraverso i Balcani, il MedioOriente e l’Egitto, superando le notevoli difficoltà, di quel parti-colare momento con paracadutistico slancio. Una volta rientrati,hanno consegnato alla Sezione un pugno di sabbia raccolta adEl Alamein che, tuttora, è devotamente custodita in ricordo delsacrificio sublime dei Ragazzi della Folgore.Il nostro Nino è andato alla chetichella, pochi sapevano dellasua scomparsa. Durante la cerimonia religiosa svoltasi il 14dicembre, nella chiesa di Ronchi dei Legionari sulla strada perRedipuglia, non è mancato il saluto della Sezione con la pre-ghiera del Paracadutista.

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IN RICORDO DI RIDOLFO NARDINI

Rodolfo Nardini è andato «avanti» il 27dicembre 2010. A un anno dalla scompar-sa il vuoto è ancora incolmabile. L’amicoe camerata Rodolfo, che era nato a Fiu-malbo (MO) classe 1953, già appartenen-te al 186° Rgt. 5° Btg 13ª Cp., era sociodella sezione ANPd’I di Reggio Emilia.

Nardini Ivan

Nino Nocent e Luciano Medeot nel 1964 a El Alamein


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