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Ddl Stabilità: nuovi tagli alla scuola pubblica

Date post: 16-Mar-2016
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scheda tecnica sul Ddl Stabilità ora in discussione in Parlamento
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Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco Via IV Novembre 98, 00187, Roma Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559 www.unionedeglistudenti.it - [email protected] Scheda tecnica sul nuovo DdL Stabilità ottobre 2012 a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza www.unionedeglistudenti.it [email protected] - Tel. 06/69770332
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DdL STABILITÀ:

QUALI CONSEGUENZE PER LA SCUOLA PUBBLICA?

Nel DdL Stabilità approvato dal Consiglio dei Ministri e ora in discussione in Parlamento, ad un'attenta analisi, si possono trovare tante nuove “bastonate” alla scuola pubblica. La discussione parlamentare è iniziata da poco, ma già il Presidente del Consiglio Mario Monti ha blindato il testo, sostenendo: "il governo condividerà solo modifiche migliorative, e che soprattutto lascino invariati i saldi del provvedimento". Qualsiasi deroga, avverte una fonte dell'esecutivo, avrebbe un effetto immediato: "I mercati la interpreterebbero come un abbandono della strada del rigore, tanto più preoccupante ora che si avvicinano le elezioni”. Insomma, ci troviamo di fronte a l'ennesima finanziaria, che ora viene chiamata “legge di stabilità”, che taglia il welfare state al fine di recuperare risorse per rispettare i parametri del fiscal compact e il vincolo del pareggio del bilancio inserito in Costituzione.

Di seguito tutte le misure importanti che investono l'istruzione:

• Razionalizzazione della rete scolastica

Dall'intesa stipulata tra Governo-Regioni ed Enti Locali dell'11 di ottobre, peraltro senza stabilire delle relazioni con i sindacati, si è approvato un nuovo piano di dimensionamento della rete scolastica nazionale. Il numero delle scuole autonome verrà definito in base al numero degli studenti che dal 2013 è fissato a 900. Quest'anno le scuole autonome in tutte Italia sono 9.135 e con il nuovo parametro diventano 8.894 che in realtà sono 8.787 se non si calcolano i 107 Centri Provinciali d’Istruzione per gli Adulti (CPIA). Si profila un taglio di 348 scuole autonome, che si aggiungono alle 1078 tagliate nell'anno scolastico corrente. Che ne sarà delle aree periferiche, delle isole e delle piccole comunità montane già ridotte allo stremo?

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Di seguito la tabella contenuta nel testo.

• Nuovi finanziamenti alle scuole paritarie

Il DdL Stabilità autorizza la spesa di ulteriori 233 milioni di euro per le scuole non statali che si aggiungono ai 200 previsti nella spending review per un totale di 433 milioni. Nel 2011 le scuole non statali avevano ricevuto 511 milioni di euro e l'aggiunta di 233 milioni di euro previsti nel nuovo DdL non fanno altro che cercare di raggiungere la cifra dell'anno precedente. Crediamo che la tragica situazione in cui versano le nostre scuole in merito all'edilizia, alla mancanza di laboratori, alla scarsa qualità dell'offerta formativa, ai bassi stipendi del personale e ancora, a fronte di un diritto allo studio inesistente, sia veramente scandaloso pensare di continuare a finanziare le scuole non statali.

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• Accorpamento Uffici Scolastici RegionaliCon lo scopo di risparmiare sugli uffici il Ddl prevede un taglio degli USR. Un'ulteriore misura accentratrice che mira unicamente al risparmio non curandosi dei servizi che dovrebbero essere garantiti in modo capillare su tutto il territorio nazionale.

• Aumento orario docenti da 18 h a 24 h = 1,683 mld di tagli

Il DdL prevede che l'orario dei docenti passi a 24 h. Prima di tutto bisogna sfatare il mito secondo cui i docenti italiani lavorino meno dei colleghi europei. Come si evince dalla tabella sottostante l'Italia rientra pienamente nella media europea.

• Orario settimanale di insegnamento dei docenti. Fonte Eurydice – 2011

primaria Secondaria inferiore Secondaria superiorePolonia 14 14 14Estonia 16 16 15Rep. Ceca 17 17 16Slovenia 17 17 15Danimarca 18 20 19Grecia 18 16 14Austria 18 17 17Romania 18 18 18Slovacchia 18 18 18Finlandia 18 16 15Cipro 19 18 18media UE 19,6 18,1 16,3Germania 20 18 18Ungheria 20 20 20Belgio 21 19 18Lettonia 21 21 21Lituania 21 18 18Lussemburgo 21 18 18Irlanda 22 22 22Italia 22 18 18Francia 24 17 14Spagna 25 19 19Portogallo 25 22 22Malta 26 20 20Olanda m m mSvezia m m mRegno Unito m m mBulgaria 12 15 14

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Allo stesso tempo il Governo lascia invariato lo stipendio (già uno dei più bassi nelle classifiche europee). Questo viene compensato da 15 giorni di ferie in più, ma che non potranno essere fruite nell'arco dell'anno scolastico e quindi, nel caso degli insegnanti, assolutamente inutili. L'allungamento dell'orario viene imposto anche ai docenti di sostegno. Secondo un articolo di Luigi Illiano su "Il Sole 24 Ore" , che si basa sulle tabelle contenute nel DdL, l'aumento dell'orario dei docenti porterà a 128,6 milioni di euro di spesa in meno nel 2013 che diventeranno 385,7 nel 2014 e 385, 7 nel 2015. Mentre dall'allungo per gli insegnanti di sostegno deriveranno 109,5 milioni di euro nel 2013 e 328,6 milioni rispettivamente per il 2014 e altrettanti nel 2015. Infine, il taglio dei distacchi dei prof presso il Miur, enti o associazioni, farà risparmiare 2,3 milioni di euro nel 2013 e 7 milioni per anno nel 2014 e 2015. Le somme totali di questa stretta sulle spese che investirà Viale Trastevere sono di 240,4 milioni di euro per il 2013 e 721,2 milioni rispettivamente per il 2014 e il 2015. Stiamo parlando di 1 miliardo e 683 milioni di euro di nuovi tagli! Da dove arrivano i risparmi che derivano dall'aumento dell'orario e dagli altri tagli? L'aumento dell'orario di lavoro provoca un taglio delle supplenze temporanee, dei corsi di recupero e degli spezzoni orari, ossia le ore avanzate che non coprono le cattedre ordinarie. Questo secondo i primi studi potrebbe provocare un taglio di 25 mila docenti precari ai quali si aggiungerebbero 4 mila docenti di sostegno per gli alunni con disabilità. E cos'è questo nuovo "Fondo da ripartire per la valorizzazione dell'istruzione scolastica" di cui si parla nel testo del DdL? Non abbiamo bisogno di nuovi fondi stabiliti una tantum, delle “carote” del Ministro Profumo, ma di un grande piano di finanziamenti che restituisca dignità alla scuola pubblica, vessata dai più di 8 miliardi di tagli della legge 133 del 2008.

ORA BASTA!

Dopo mesi di proclami spot e di promesse non mantenute, il Governo non ci lascia dei dubbi ed infligge un ulteriore colpo all'istruzione pubblica, in perfetta continuità con le politiche della Gelmini che ci consegnano un sistema formativo vessato da oltre 8 miliardi di tagli. La gravità della situazione è stata confermata ancora una volta dall'OCSE che nella pubblicazione Education at Glance, stila una classifica dei Paesi in base alla spesa pubblica sull'istruzione. L'Italia si trova al 31° posto su 37 Paesi, con una spesa che ammonta al 4,9% del Pil, contro una media del 6,2 %. Sul totale della spesa pubblica la spesa per l'istruzione

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rimane al 9% contro una media Ocse del 13%, che ci colloca al 31° posto su 32.

È da anni che i movimenti del nostro Paese rivendicano una radicale inversione delle politiche che, sotto il mantra dell'austerity, smantellano l'istruzione pubblica e l'intero welfare state. Le studentesse e gli studenti italiani con le ultime mobilitazioni hanno ancora una volta ribadito l'assoluta esigenza di nuove risorse per l'istruzione. Dalla crisi si può uscire solo se si investe sul futuro, ripubblicizzando scuole e università, per renderle veramente accessibili e di qualità. Questa non è una richiesta di una minoranza, come crede il Ministro Profumo, dimostrando la sua concezione distorta di democrazia che prevede lo schiacciamento delle minoranze, ma è una necessità dell'intera società. Lo dimostreremo ancora una volta nei prossimi giorni, con il blocco di scuola e università durante le tre giornate di mobilitazione del 24,25 e 26 ottobre lanciate dal Maschio Angioino a Napoli e dalla Regione Lombardia occupati dagli studenti alla chiusura dei cortei del 12 ottobre. Occuperemo e autogestiremo i nostri luoghi della formazione per bloccare il PdL 953 (ex Aprea) e questi nuovi tagli, per liberare i saperi e il nostro futuro. Il cambiamento passa da noi, ora più che mai.

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