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DTO 08-2015 Obblighi in materia di documentazione ... 08... · decorsi 30 giorni dalla data di...

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Settore Sviluppo Urbano - Sportello Unico per l’Edilizia Pagina 1 di 14 OBBLIGHI IN MATERIA DI DOCUMENTAZIONE ANTIMAFIA NEI TITOLI EDILIZI CON IMPORTO DEI LAVORI SUPERIORE A 70.000,00 € Disposizione tecnicoorganizzativa (DTO 8/2015) 1 (ai sensi dell’articolo 7/III del RUE e del c. 7, art. 4, L.R. n. 15/2013) La Legge Regionale 26 novembre 2010, n. 11 “Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata”, all’articolo 12 “Efficacia del permesso di costruire”, comma 3, ha stabilito: L’efficacia del permesso di costruire è altresì sospesa, con i medesimi effetti di cui al comma 1, fin tanto che il committente o il responsabile dei lavori non abbia trasmesso all’ente competente la documentazione attestante l’insussistenza delle condizioni di cui all’articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. 575 (Disposizioni contro le organizzazioni criminali di tipo mafioso, anche straniere), nei confronti delle imprese affidatarie ed esecutrici dei lavori oggetto del suddetto permesso di costruire. L’entrata in vigore di tale disposizione è subordinata alla sottoscrizione da parte della Regione di un accordo con le amministrazioni statali e le amministrazioni pubbliche competenti, in merito alle modalità di richiesta e di rilascio della documentazione di cui al presente comma, secondo criteri di adeguatezza e semplificazione, e alla pubblicazione del suddetto accordo nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione EmiliaRomagna (BURERT)”. Si tratta di una legge che si inserisce nel percorso normativo nazionale, volto a tutelare la sicurezza e la legalità nei cantieri edili. Il citato comma 3 dell'art. 12 L.R. 11/2010 stabilisce infatti che l'efficacia del permesso di costruire è sospesa fino a che non viene trasmessa al Comune (ovvero allo Sportello Unico per l’Edilizia) la documentazione in materia antimafia 2 , nei confronti dell'impresa affidataria ed esecutrice dei lavori, oggetto del permesso di costruire. Fino a quel momento questo adempimento era previsto solo per gli appalti pubblici, ma con questa norma viene esteso anche agli appalti privati. L'adempimento, contenuto nella legge regionale del 2010, è entrato in vigore a seguito della stipula del Protocollo di intesa tra la Regione Emilia Romagna e le Prefetture dell'EmiliaRomagna, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 1529 del 24.10.2011 e firmato il 05.03.2012. Il Protocollo è stato poi pubblicato nel Bollettino ufficiale della Regione n. 59 del 06.04.2012, per cui la norma citata si applica dal 07.05.2012 3 . Sempre nel BUR della Regione Emilia Romagna n. 59 del 6/04/2012 è stata pubblicata anche la Circolare esplicativa prot. 2012/0079948 del 28/03/2012. 1 La presente Disposizione Tecnico Organizzativa riveste carattere regolamentare. 2 La documentazione antimafia attesta l'insussistenza, a carico dell'impresa che deve eseguire i lavori, delle condizioni di cui all'art. 10 della L.31/05/1965 n. 575 (oggi art. 67 D.LGS.159/2011). 3 L'art. 12 della L.R. 11/2010, al comma 4, precisa che la disposizione di cui al comma 3 (quella che prevede la documentazione antimafia) si applica agli interventi edilizi, per i quali la domanda di permesso di costruire sia stata presentata decorsi 30 giorni dalla data di pubblicazione sul BUR dell'accordo citato. Poiché detto accordo è stato pubblicato il 6/04/2012, la disposizione in materia antimafia si applica alle domande di permesso di costruire presentate al Comune a far data dal 7/05/2012. Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza Settore IV: Sviluppo Urbano N. 8/2015
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Settore Sviluppo Urbano - Sportello Unico per l’Edilizia

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 OBBLIGHI IN MATERIA DI DOCUMENTAZIONE 

ANTIMAFIA NEI TITOLI EDILIZI CON IMPORTO DEI LAVORI SUPERIORE A 70.000,00 € 

 

Disposizione tecnico‐organizzativa (DTO 8/2015)1 (ai sensi dell’articolo 7/III del RUE e del c. 7, art. 4, L.R. n. 15/2013) 

La Legge Regionale 26 novembre 2010, n. 11 “Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata”, all’articolo 12 “Efficacia del permesso di costruire”, comma 3, ha stabilito: “L’efficacia del permesso di costruire è altresì sospesa, con  i medesimi effetti di cui al comma 1,  fin tanto che  il committente o  il responsabile dei  lavori non abbia trasmesso all’ente competente  la documentazione attestante l’insussistenza  delle  condizioni  di  cui  all’articolo  10  della  legge  31 maggio  1965,  n.  575  (Disposizioni  contro  le organizzazioni criminali di tipo mafioso, anche straniere), nei confronti delle  imprese affidatarie ed esecutrici dei lavori  oggetto  del  suddetto  permesso  di  costruire.  L’entrata  in  vigore  di  tale  disposizione  è  subordinata  alla sottoscrizione da parte della Regione di un accordo con  le amministrazioni statali e  le amministrazioni pubbliche competenti,  in merito  alle modalità  di  richiesta  e  di  rilascio  della  documentazione  di  cui  al  presente  comma, secondo criteri di adeguatezza e semplificazione, e alla pubblicazione del suddetto accordo nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia‐ Romagna (BURERT)”. Si tratta di una legge che si inserisce nel percorso normativo nazionale, volto a tutelare la sicurezza e la legalità nei cantieri edili. Il citato comma 3 dell'art. 12 L.R. 11/2010 stabilisce infatti che l'efficacia del permesso di costruire è sospesa fino a che non viene  trasmessa al Comune  (ovvero allo Sportello Unico per  l’Edilizia)  la documentazione  in materia antimafia2, nei confronti dell'impresa affidataria ed esecutrice dei lavori, oggetto del permesso di costruire.  Fino a quel momento questo adempimento era previsto solo per gli appalti pubblici, ma con questa norma viene esteso anche agli appalti privati. L'adempimento, contenuto nella legge regionale del 2010, è entrato in vigore a seguito della stipula del Protocollo di  intesa tra  la Regione Emilia Romagna e  le Prefetture dell'Emilia‐Romagna, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 1529 del 24.10.2011 e firmato il 05.03.2012. Il Protocollo è stato poi pubblicato nel Bollettino ufficiale della Regione n. 59 del 06.04.2012, per cui la norma citata si applica dal 07.05.20123. Sempre  nel  BUR  della  Regione  Emilia  Romagna  n.  59  del  6/04/2012  è  stata  pubblicata  anche  la  Circolare esplicativa prot. 2012/0079948 del 28/03/2012. 

1 La presente Disposizione Tecnico Organizzativa riveste carattere regolamentare. 2 La documentazione antimafia attesta l'insussistenza, a carico dell'impresa che deve eseguire i lavori, delle condizioni di cui all'art. 10 della L.31/05/1965 n. 575 (oggi art. 67 D.LGS.159/2011). 3 L'art. 12 della L.R. 11/2010, al comma 4, precisa che la disposizione di cui al comma 3 (quella che prevede la documentazione antimafia) si applica agli interventi edilizi, per i quali la domanda di permesso di costruire sia stata presentata decorsi 30 giorni dalla data di pubblicazione sul BUR dell'accordo citato. Poiché detto accordo è stato pubblicato il 6/04/2012, la disposizione in materia antimafia si applica alle domande di permesso di costruire presentate al Comune a far data dal 7/05/2012.

Città di Castel San Giovanni Provincia di Piacenza

Settore IV: Sviluppo Urbano 

N. 8/2015 

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L’articolo 3 del citato Protocollo di Intesa stabilisce: “Art. 3 (Certificazioni antimafia ed efficacia del permesso di costruire) Le  Prefetture  si  impegnano  a  considerare  fra  i  soggetti  legittimati  a  richiedere  la  documentazione  attestante l’insussistenza  delle  condizioni  di  cui  all’articolo  10  della  legge  31 maggio  1965,  n.  575  (Disposizioni  contro  le organizzazioni criminali di tipo mafioso, anche straniere) e successive modificazioni anche le imprese affidatarie ed esecutrici  dei  lavori  oggetto  di  permesso  di  costruire  nel  settore  dell’edilizia  privata  rilasciato  dai  Comuni  del territorio emiliano‐romagnolo. La documentazione viene rilasciata secondo  le condizioni e  le modalità  indicate nell’articolo 3, secondo comma, del D.P.R 252/1998. Qualora la richiesta venga indirizzata ad una Prefettura avente sede al di fuori della Regione Emilia‐Romagna, dovrà essere segnalato che la richiesta viene avanzata in attuazione del presente Protocollo. Si dà atto che, ai sensi dell’art. 6 del D.P.R. 252/1998,  le certificazioni o attestazioni della Camera di commercio, industria e artigianato che riportino in calce apposita dicitura “antimafia” e vengano rilasciate direttamente dalle Camere  di  Commercio,  anche  per  via  telematica,  secondo  le modalità  già  previste  da  tali  enti,  si  intendono equiparate alle  comunicazioni della Prefettura  che attestano  l’insussistenza delle  cause di decadenza, divieto o sospensione di cui all’ art. 10 della legge 575/1965, e successive modifiche. I titolari delle imprese di cui al comma 1 trasmetteranno la documentazione rilasciata dalla Prefettura al Comune che ha rilasciato il permesso di costruire, direttamente o tramite il committente, ferme restando eventuali ulteriori comunicazioni che la Prefettura ritenga di inviare direttamente al Comune stesso. In relazione agli obiettivi di semplificazione e razionalizzazione perseguiti con la legge regionale 26 novembre 2010 n. 11, la Regione Emilia‐Romagna dà atto che sono tenuti a richiedere la documentazione di cui ai commi 1 e 3 del presente articolo  le  imprese affidatarie ed esecutrici di  lavori di  importo pari o superiore ad Euro 70.000,00. La Regione dà atto altresì che per lavori di importi inferiori ad Euro 70.000,00 è sufficiente che l’imprenditore produca apposita dichiarazione, resa ai sensi di legge, con la quale attesti che nei propri confronti non sussistono le cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all’art. 10 della legge 31 maggio 1965 n. 575, secondo le modalità di cui all’art. 5 del DPR 252/1998”. La Circolare esplicativa afferma: “Il  Protocollo  prevede  inoltre  che,  in  alternativa  al  committente,  anche  il  legale  rappresentante  dell’impresa esecutrice dei  lavori abbia facoltà di  inviare  la suddetta documentazione antimafia direttamente al Comune che ha  rilasciato  il  permesso  di  costruire.  Ovviamente,  qualora  l’impresa  esecutrice  provveda  ad  inviare  detta documentazione direttamente al Comune dovrà indicare gli estremi identificativi del permesso di costruire”.  Fino a questo punto della vicenda quindi: 1. La certificazione antimafia doveva essere prodotta, all’interno del procedimento  finalizzato al  rilascio del 

permesso di costruire, solo dopo il rilascio del medesimo ma prima dell’inizio dei lavori; 2. La  certificazione  antimafia  doveva  essere  richiesta  alla  Prefettura  solo  dalle  imprese  edili  esecutrici  dei 

lavori; 3. La certificazione antimafia andava richiesta solo per importi di lavori edili superiori a 70.000,00 €; 4. Le certificazioni o attestazioni della Camera di commercio, industria e artigianato che riportassero in calce 

apposita dicitura “antimafia” erano equiparate alle comunicazioni della Prefettura; 5. La certificazione antimafia poteva essere richiesta anche dal legale rappresentante dell'impresa esecutrice 

dei lavori. 

Tuttavia, dal 07.04.2012, le cose cambiano, a seguito dell’entrata in vigore delle disposizioni dell’art. 6, comma 3 bis, del D.L. n. 5/2012, convertito con modificazioni dalla L. 35/2012. La  Legge n. 35/2012  introduce  infatti  la  seguente modifica all’art. 6, del D.L. n. 5/2012  (disposizioni urgenti  in materia di semplificazione e di sviluppo): «3‐bis. All'articolo 99 del codice delle  leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto  legislativo 6 settembre 2011, n. 159, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente: "2‐bis.  Fino  all'adozione  dei  regolamenti  di  cui  al  comma  1,  le  amministrazioni  acquisiscono  d'ufficio  la certificazione anti‐mafia e la certificazione camerale con la dicitura antimafia"».  Le cose cambiano ancora  il 28.12.2012, quando tale comma 2‐bis viene modificato, come di seguito, dall'art. 6, comma 1, D.lgs. n. 218 del 2012: “2‐bis.  Fino  all'attivazione  della  banca  dati  nazionale  unica,  e  comunque  non  oltre  dodici mesi  dalla  data  di 

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pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del primo dei regolamenti di cui al comma 1, i soggetti di cui all'articolo 83, commi 1 e 2, acquisiscono d'ufficio  tramite  le prefetture  la documentazione antimafia. A  tali  fini,  le prefetture utilizzano il collegamento informatico al Centro elaborazione dati di cui all'articolo 8 della legge 1° aprile 1981, n. 121, al fine di verificare la sussistenza di una delle cause di decadenza, di sospensione o di divieto di cui all'articolo 67 o di un tentativo di  infiltrazione mafiosa di cui all'articolo 84, comma 4, e all'articolo 91, comma 6, nonché  i collegamenti  informatici  o  telematici,  attivati  in  attuazione  del D.P.R.  3  giugno  1998,  n.  252.  In  ogni  caso,  si osservano per il rilascio della documentazione antimafia i termini di cui agli articoli 88 e 92”.  Fino a questo ulteriore punto della vicenda quindi: 1. La certificazione antimafia doveva essere prodotta, all’interno del procedimento  finalizzato al  rilascio del 

permesso di costruire, solo dopo il rilascio del medesimo ma prima dell’inizio dei lavori; 2. La certificazione antimafia doveva essere richiesta alla Prefettura solo dal Comune; 3. La certificazione antimafia andava richiesta solo per importi di lavori edili superiori a 70.000,00 €; 4. Le certificazioni o attestazioni della Camera di commercio,  industria e artigianato che riportssero  in calce 

apposita dicitura “antimafia” erano equiparate alle comunicazioni della Prefettura. 

Dal  14.02.2013  la  situazione  cambia  ancora,  da  tale  data  infatti  la  Camera  di  Commercio  non  rilascia  più  la certificazione antimafia. Il Decreto Legislativo 15.11.2012 n. 218 ha infatti previsto l’abrogazione del DPR 252/98 che affidava alle Camere di Commercio la competenza al rilascio della certificazione antimafia. Pertanto a partire da tale data  la documentazione antimafia viene rilasciata dalle Prefetture esclusivamente alle "pubbliche  amministrazioni  ed  enti  pubblici,  anche  costituiti  in  stazioni  uniche  appaltanti,  gli  enti  e  le  aziende vigilati dallo Stato o da altro ente pubblico e le società o imprese comunque controllate dallo Stato o da altro ente pubblico nonché i concessionari di opere pubbliche", ai sensi del'art. 83 comma 1 del D.Lgs. 159/2011.  Fino a questo terzo punto della vicenda quindi: 1. La certificazione antimafia doveva essere prodotta, all’interno del procedimento  finalizzato al  rilascio del 

permesso di costruire, solo dopo il rilascio del medesimo ma prima dell’inizio dei lavori; 2. La certificazione antimafia doveva essere richiesta alla Prefettura solo dal Comune; 3. La certificazione antimafia andava richiesta solo per importi di lavori edili superiori a 70.000,00 €.  Due prime considerazioni: 1. La preoccupazione del  legislatore circa  le possibili  infiltrazioni mafiose nelle attività edilizie private vale solo 

per le opere soggette a Permesso di Costruire. Ovvero: non è, a giudizio del legislatore regionale, la natura e consistenza delle opere che determina il rischio dell’infiltrazione mafiosa, ma invece e solo la tipologia del titolo edilizio necessario! Pertanto:  il problema delle  infiltrazioni mafiose NON ESISTE per opere soggette a SCIA o CIL! Nonostante  il fatto che con la SCIA (o meglio la SuperSCIA) sia possibile, in determinate ipotesi (vedi articolo 13, c. 2, della L.R. n. 15/2013), eseguire nuove costruzioni, oppure che con  la SCIA sia possibile effettuare gli  interventi di ristrutturazione  edilizia  con  totale  demolizione  e  ricostruzione  (che  di  fatto,  venendo meno,  con  l’ultima definizione di ristrutturazione edilizia, l’obbligo del rispetto della sagoma e del sedime, sono, a tutti gli effetti, opere di nuova costruzione). 

2. La preoccupazione del  legislatore circa  le possibili  infiltrazioni mafiose nelle attività edilizie private vale solo per le imprese edili. Pertanto: un idraulico, un serramentista, un lattoniere o un elettricista non possono mai evidentemente, per disposizione di legge, essere mafiosi, o comunque la circostanza non riveste alcun interesse. Solo le imprese edili sono infatti soggette al rischio di infiltrazioni mafiose! 

 Successivamente,  la  Giunta  Regionale  ha  approvato,  con  deliberazione  n.  993  del  07.07.2014,  l’Atto  di Coordinamento tecnico regionale per la definizione della modulistica edilizia unificata (ai sensi dell’art. 12, comma 4, lettere a) e b), e comma 5, della Legge Regionale n. 15/2013). Tra i vari modelli è stato approvato anche quello relativo alla richiesta di Permesso di Costruire, ai sensi degli artt. 17, 18, 19, 20, LR 15/2013, art. 17, LR 23/2004, e art. 7, DPR 160/2010. Con  Disposizione  Tecnico  Organizzativa  n.  61  del  03.10.2014,  questa  Amministrazione  ha  recepito  tale modulistica, che pertanto è entrata in vigore in data 01.11.2014. 

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L’utilizzo di tale modulistica unificata è obbligatorio, a pena di improcedibilità, a partire da tale data, e comunque, a  livello  regionale,  a  partire  dal  05.01.2015,  sia  per  i  procedimenti  di  competenza  dello  Sportello  Unico  per l’Edilizia, sia per quelli di competenza dello Sportello Unico per le Attività Produttive. Gli SUE ed i SUAP provvedono inoltre, come stabilito dalla citata D.G.R. n. 993/2014, ad uniformare le procedure edilizie  alle  indicazioni  operative  desumibili  dalla  medesima  modulistica  unificata,  per  quanto  attiene  alle informazioni,  alla  documentazione  progettuale,  alle  autorizzazioni,  pareri  e  atti  di  assenso,  comunque denominati, necessari ai fini della legittimità dei relativi atti. In particolare, tra queste, le procedure relative alla documentazione antimafia. Prima  considerazione:  l’espletamento  delle  incombenze  in materia  di  antimafia  viene  “anticipata”  in  sede  di richiesta di Permesso di Costruire e non più nella fase successiva al suo rilascio ma comunque prima dell’inizio dei lavori. Fino al 20.03.2015, il modello regionale relativo alla richiesta di Permesso di Costruire (e solo questo), in tema di rispetto  degli  obblighi  in materia  di  documentazione  antimafia,  prevedeva,  al  quadro m)  (per  opere  edili  di importo superiore ai 70.000,00 €): 

 Ma,  come  abbiamo  evidenziato  sopra,  la  possibilità,  alternativa,  di  allegare  “certificati  o  attestazioni  rilasciati 

dalla Camera di Commercio  Industria e Artigianato, contenenti  in calce  la dicitura «antimafia»”, era già venuta meno da quasi due anni! La Regione Emilia Romagna aveva provveduto ad un primo adeguamento della complessiva modulistica edilizia regionale unificata, compreso  il modello di richiesta di Permesso di Costruire, approvato con determinazione n. 16913 del 17.11.2014, senza però provvedere a correggere quanto sopra riportato. Restava  quindi  solo  la  possibilità,  per  il  committente,  di  scegliere  l’opzione  della  documentazione  antimafia rilasciata dalla Prefettura. Ma in questo caso, come sottolineato in precedenza, tale documentazione la Prefettura la rilascia solo al Comune e non anche al soggetto privato. Pertanto era del tutto impossibile che il privato potesse allegarla alla richiesta di Permesso di Costruire! Oltretutto  il Decreto del  Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445  “Testo unico delle disposizioni legislative  e  regolamentari  in  materia  di  documentazione  amministrativa”,  all’articolo  40  “Certificati”  (come modificato dall'art. 15, comma 1, della legge n. 183 del 2011), stabilisce: “01. Le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione in ordine a stati, qualità personali e fatti sono valide e utilizzabili solo nei rapporti tra privati. Nei rapporti con gli organi della pubblica amministrazione e  i gestori di pubblici servizi i certificati e gli atti di notorietà sono sempre sostituiti dalle dichiarazioni di cui agli articoli 46 e 47.  02.  Sulle  certificazioni  da  produrre  ai  soggetti  privati  è  apposta,  a  pena  di  nullità,  la  dicitura:  «Il  presente certificato  non  può  essere  prodotto  agli  organi  della  pubblica  amministrazione  o  ai  privati  gestori  di  pubblici servizi»". Successivamente,  con  Determinazione  n°  3316  del  20.03.2015,  la  Regione  Emilia  Romagna,  ha  approvato  il secondo  adeguamento  alla  Modulistica  Edilizia  Regionale  Unificata,  occupandosi,  in  particolare,  anche  della questione in commento. Il punto m) del modulo di richiesta del Permesso di Costruire è stato quindi modificato come di seguito: 

  

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Finalmente  quindi  la  possibilità  alternativa  della  certificazione  rilasciata  dalla  Camera  di  Commercio  è  stata eliminata. Quanto riportato al nuovo punto m.2.1, riguarda la cosiddetta “white list”, istituita presso la Prefettura e prevista dal  Decreto  del  Presidente  del  Consiglio  dei  Ministri  18  aprile  2013  recante  “Modalità  per  l'istituzione  e l'aggiornamento degli elenchi dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa, di cui all'articolo 1 comma 52, della  legge 6 novembre 2012, n. 190”. Si tratta di un elenco di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori, non soggetti a rischio di inquinamento mafioso, cui possono chiedere di essere iscritti gli esecutori dei lavori oggetto di contratti e successivi subappalti e subcontratti. Tuttavia, le attività imprenditoriali iscrivibili nell'elenco prefettizio sono esclusivamente:  - trasporto di materiali a discarica conto terzi; - trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti conto terzi; - estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti; - confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume; - noli a freddo di macchinari; - fornitura di ferro lavorato; - autotrasporto conto terzi;  - guardiania dei cantieri; - noli a caldo. Ovvero, ci sono praticamente  tutte  le attività che «per  legge»  (come abbiamo visto sopra) non possono essere mafiose, nell’ambito del procedimento finalizzato al rilascio del Permesso di Costruire, e mancano invece del tutto le imprese edili, ovvero le uniche che interessano ai fini del rilascio del Permesso di Costruire! Quindi, in sintesi: 1. NON E’ praticabile l’opzione m.2.1, in quanto si tratta di impresa edile; 2. NON E’ praticabile  l’opzione m.2.2,  in quanto  la documentazione antimafia viene  rilasciata dalla Prefettura 

solo al Comune e quindi in privato non può allegarla all’istanza. E, per le stesse ragioni, evidentemente, neppure la m.2.3.  Come uscirne? 

LA SOLUZIONE INDIVIDUATA DALLO SPORTELLO UNJICO PER L’EDILIZIA DEL COMUNE DI CASTEL SAN GIOVANNI: 

La  documentazione  antimafia  verrà  acquisita  direttamente  presso  la  Prefettura,  come  peraltro  obbligatorio, direttamente da questo Sportello Unico per l’Edilizia. Per  importi  >70.000  €  la  documentazione  antimafia  che  può  richiedere  il  Comune  è  costituita  dalla  c.d. «informazione  antimafia»,  la  quale,  per  essere  ottenuta  dalla  Prefettura  (e  la  può  richiedere  ed  ottenere, ribadiamo,  solo  il Comune e non direttamente  l’impresa edile ai  fini della  sua produzione al Comune  stesso  in sede di richiesta di Permesso di Costruire), necessita della produzione, da parte dell’impresa edile al Comune, di quanto segue (come si evince dalla consultazione del sito della Prefettura): Procedimento di rilascio dell'informazione antimafia: L'Ente Pubblico dovrà acquisire dalla società interessata (che ha la sede legale nella Provincia di Piacenza la copia integrale della visura camerale aggiornata con l'attuale compagine societaria contenente tutti i componenti di cui all'art. 85 del D. Lgs. 159/2011 o la dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di Commercio redatta dal rappresentante legale e contenente le medesime indicazioni (vedi modelli 2 e 4). Una prima considerazione in proposito: La  «copia  integrale  della  visura  camerale  aggiornata  con  l'attuale  compagine  societaria  contenente  tutti  i componenti di cui all'art. 85 del D. Lgs. 159/2011» NON può essere prodotta dal privato al Comune e quindi da questo acquisita dal privato (per le stesse ragioni di prima circa il divieto di produzione dei certificati rilasciati da una P.A. ad un’altra P.A.). Dovrà,  inoltre,  essere  acquisita  (vedi  allegato)  la  dichiarazione  sostitutiva  riferita  ai  familiari  conviventi, maggiorenni, residenti nel territorio dello Stato, dei soggetti di cui all'art. 85 del D. Lgs. 159/2011 (vedi Modello 4 in allegato). Successivamente,  l'Ente Pubblico provvederà a trasmettere alla Prefettura  la richiesta di  informazioni antimafia, corredata della documentazione  suddetta,  la quale procederà alle verifiche di  cui agli artt. 84 e  ss. del D.  Lgs. 159/2011. Una seconda considerazione: Il  rilascio del Permesso di Costruire NON  resta  sospeso  in attesa  che  la Prefettura abbia  inviato al Comune  la 

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informativa antimafia  (tanto è vero che  il  richiedente può  legittimamente scegliere, sulla base delle  indicazioni procedurali contenute nel modello unificato regionale, l’opzione della allegazione prima dell’inizio dei lavori). Ciò che resta sospeso è l’effettivo inizio dei lavori. Infatti, a norma dell’articolo 18, della L.R. n. 15/2013, ciò che resta sospesa, nei casi previsti dall'articolo 12 della legge regionale 26 novembre 2010, n. 11, è l’efficacia del Permesso di Costruire, non il rilascio del medesimo (e se è l’efficacia di un atto ad essere sospesa, ciò significa evidentemente che l’atto deve pur esistere). Dunque sarà il Comune, attraverso lo Sportello Unico per l’Edilizia, a richiedere alla Prefettura la documentazione antimafia relativa alla impresa edile esecutrice delle opere dello specifico Permesso di Costruire: - Parallelamente  alla  procedura  di  rilascio  del  permesso:  se  il  committente  ha  già  individuato  l’impresa 

esecutrice; - Dopo  il  rilascio del permesso e comunque prima dell’inizio dei  lavori:  se  il committente, al momento della 

richiesta di permesso, non ha ancora individuato l’impresa esecutrice. Ed  una  volta  ottenuta  la  documentazione,  ovvero  essendone  in  quel  momento  in  possesso,  NON  PUO’ evidentemente  “girarla” al Committente al  fine di  consentire a questo di allegarla a  sua volta alla  richiesta di permesso,  al  solo  scopo  di  rispettare  il  dettato  letterale  della modulistica  regionale  che  prevede  che  sia  il committente ad allegare la documentazione antimafia. Ciò è espressamente vietato infatti dall’articolo 4, comma 8, della L.R. 15/2013: “Ai  fini  della  presentazione,  del  rilascio  o  della  formazione  dei  titoli  abilitativi  previsti  dalla  presente  legge,  lo Sportello  unico  e  le  amministrazioni,  competenti  al  rilascio  delle  autorizzazioni  e  degli  altri  atti  di  assenso comunque  denominati  necessari  ai  fini  della  realizzazione  dell'intervento,  sono  tenuti  ad  acquisire  d'ufficio  i documenti, le informazioni e i dati, compresi quelli catastali, che siano in possesso delle pubbliche amministrazioni e non possono  richiedere attestazioni,  comunque denominate, o perizie  sulla  veridicità  e  sull'autenticità di  tali documenti, informazioni e dati”. Nella  parte  finale  del modello  di  richiesta  del  Permesso  di  Costruire  è  riportato  il  quadro  riepilogativo  della documentazione a corredo dell’istanza: 

 

  

E’ del  tutto evidente  che, per quanto detto  sopra, per  ciò  che  riguarda  la documentazione  antimafia  (sempre obbligatoria a corredo della richiesta, a meno che il committente non si sia riservato di trasmetterla allo Sportello Unico per l’Edilizia prima, o anche contestualmente, all’inizio dei lavori), non sarà mai possibile spuntare la casella relativa alla sua allegazione  (atti allegati), da parte del Committente, a corredo della richiesta di permesso. Ma neppure sarà possibile barrare invece la casella relativa agli “Atti in possesso del Comune”. In sintesi quindi: Nel  caso  di  richiesta  di  Permesso  di  Costruire  con  importo  lavori  edili  superiore  ai  70.000  €,  il  committente, riguardo all’impresa esecutrice, al quadro m) della richiesta: 1. NON PUO’ scegliere l’opzione delle white list, in quanto trattasi di impresa edile; 2. NON  PUO’  scegliere  l’allegazione  della  certificazione  antimafia  rilasciata  dalla  Prefettura,  in  quanto  non 

titolato a richiederla e quindi ad ottenerla, e quindi ad allegarla. Ma NON PUO’ nemmeno riservarsi di fare tutto questo prima dell’inizio dei  lavori, per  lo meno con  le modalità contemplate nel modello regionale di richiesta del Permesso di Costruire. Per uscire da questo  impasse,  lo Sportello Unico per  l’Edilizia del Comune di Castel San Giovanni determina di procedere come di seguito: 

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1. Il  committente,  al  quadro  m),  BARRA  LA  CASELLA  m.2.3),  relativa  alla  circostanza  per  cui  si  riserva  di trasmettere  la documentazione  antimafia prima dell’inizio dei  lavori,  sia nel  caso  in  cui  abbia o meno  già individuato l’impresa esecutrice dei lavori di cui al permesso di costruire; 

2. Il  committente,  alla  voce  «documentazione  antimafia»,  nel  quadro  riepilogativo  conclusivo  della documentazione  necessaria,  NON  BARRA  ALCUNA  CASELLA,  né  quella  relativa  agli  «atti  in  possesso  del Comune»  (circostanza  che  non  è  corrispondente  al  vero,  in  quanto  in  quel momento  tale  atto  non  è  in possesso  del  Comune),  né  quella  relativa  agli  «atti  allegati»,  in  quanto  non  è materialmente  in  grado  di allegare alcun atto relativo alla documentazione antimafia; 

3. Contestualmente  alla presentazione della  richiesta di Permesso,  l’impresa,  tramite  il  committente,  solo  se quest’ultimo già ha individuato l’impresa stessa affidataria dei lavori, avvia un procedimento parallelo, presso lo Sportello Unico per l’Edilizia, inteso ad ottenere la c.d. «informazione antimafia» presso la Prefettura, che la rilascerà solo al Comune stesso e non anche/o al Committente. 

Rispetto al punto 1 precedente, va precisato che è del  tutto evidente che  tale soluzione non rispetta  il dettato letterale del punto m.2.3) del modello di richiesta del permesso,  in quanto  il committente non può riservarsi di presentare la documentazione antimafia prima dell’inizio dei lavori, per la semplice ed evidente ragione che non è lui  il  soggetto  che  la  acquisisce,  ma  il  Comune.  Pertanto  tale  circostanza  va  intesa  nel  senso  che  la documentazione antimafia  sarà comunque presente prima dell’inizio dei  lavori, a prescindere dal  soggetto che l’avrà acquisita. Il committente pertanto richiederà,  l’avvio di tale procedimento, presentando una richiesta di acquisizione della informazione  antimafia,  a  favore  del  Comune,  per  la  individuata  impresa  esecutrice,  allegando,  una  volta individuata l’impresa esecutrice, le autocertificazioni dell’impresa stessa, che riportiamo in allegato alla presente disposizione  (Dichiarazione  familiari  conviventi  e  Dichiarazione  sostitutiva  di  iscrizione  alla  CCIAA‐Modello  2), facendo riferimento ai soggetti sottoposti a controllo riportati in Modello 44. Tale richiesta dovrà essere OBBLIGATORIAMENTE avanzata CONTESTUALMENTE alla presentazione della richiesta di Permesso di Costruire,  se  il  committente  avrà  indicato, nel modulo  “Soggetti  coinvolti” di  cui  al modulo di richiesta  del  permesso,  l’impresa  esecutrice  dei  lavori.  In  caso  contrario  potrà  essere  presentata  anche  in  un momento successivo, quando avrà individuato l’impresa. Lo SUE provvederà  immediatamente a  trasmettere  tale documentazione alla Prefettura,  la quale  ritornerà allo SUE stesso l’informazione antimafia, che lo SUE tratterrà agli atti della richiesta di PdC a cui si riferisce, dandone immediata comunicazione al committente, il quale potrà quindi legittimamente dare inizio ai lavori.  Castel San Giovanni, lunedì martedì 31 marzo 2015 

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Con la collaborazione del Responsabile dei Procedimenti Amministrativi SUE (p.az.co. Simona Sacconi)

4 La numerazione degli Allegati riprende quella adottata dalla Prefettura. 5 Questo documento è sottoscritto sul file originale (in formato .p7m) con firma digitale. Il documento originale, in formato elettronico, è conservato presso l’archivio informatico del Settore IV – Sviluppo 

Urbano – Sportello Unico dell’Edilizia del Comune di Castel San Giovanni. Ogni duplicazione del documento originale, anch’essa sottoscritta con firma digitale, costituisce originale. SI ATTESTA che, ai sensi dell’art. 23 del Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. n. 235/2010), la presente copia su supporto analogico dell’originale in formato elettronico, ha la stessa efficacia probatoria dell’originale in tutte le sue componenti.

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