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ETIOPIA - Popoli primitivi della valle dell'Omo, 15 gg...ETIOPIA Popoli della valle dell’Omo Dai...

Date post: 14-Oct-2020
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ETIOPIA Popoli della valle dell’Omo Dai paesaggi afro-alpini dell’altopiano del Bale ai popoli arcaici della valle dell’Omo Viaggio di 15 giorni – tutto in hotel e con 3 passeggeri per auto Un viaggio confortevole grazie ai recenti bungalow di Turmi, nel profondo Sud, ma da affrontare sempre con spirito di adattamento. Molto bella la zona naturalistica del sud- ovest, dove mutano gli scenari tra le alte vette dell’altopiano del Bale (oltre 4.000 metri) e il cratere di El Sod. Un’esperienza unica tra le popolazioni più arcaiche d’Africa che a causa dell’isolamento geografico-ambientale hanno mantenuto, per ora, usi e costumi tradizionali vivendo in villaggi sperduti e incontaminati. Mursi, Hammer, Konso, Nyangatom, Dassanech, Karo… il più denso concentrato di etnie di tutto il continente. I loro semplici mercati e i caratteristici villaggi, le fantasiose acconciature di bellissime donne, le decorazioni e le scarificazioni corporee praticate da slanciati guerrieri, la vita legata a usi e abitudini ancestrali. Straordinari gli incontri “on the road” con pastori vestiti di pelli e col corpo e viso dipinti come fossero appena usciti da una foto del secolo scorso. I tre più pittoreschi mercati del sud in cui varie etnie confluiscono, ciascuna dai propri villaggi, distante anche ore a piedi, per vendere o barattare semplici mercanzie. Un colpo d’occhio unico! Come unici e indimenticabili sono gli incontri con le donne Mursi che praticano ancora l’uso dei piattelli labiali, retaggio di antiche tradizioni. La foresta di Harenna, l’ambiente afro-alpino dell’altopiano del Bale, i laghi della Rift Valley con migliaia di uccelli, ippopotami e coccodrilli, estese savane che ricordano il Kenya. I villaggi Konso, coi loro terrazzamenti (UNESCO), e la lussureggiante regione del Kaffa, dove cresce il caffè selvatico, e il Monte Wonchi, cratere vulcanico con un lago incastonato sul fondo. Un viaggio vario, non solo etnografico ma anche paesaggistico e naturalistico, attraverso un mondo destinato a sparire. I gruppi sono accompagnati dai nostri tour leader e con 3 passeggeri per auto.
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ETIOPIA Popoli della valle dell’Omo

Dai paesaggi afro-alpini dell’altopiano del Bale ai popoli arcaici della valle dell’Omo

Viaggio di 15 giorni – tutto in hotel e con 3 passeggeri per auto

Un viaggio confortevole grazie ai recenti bungalow di Turmi, nel profondo Sud, ma da

affrontare sempre con spirito di adattamento. Molto bella la zona naturalistica del sud-

ovest, dove mutano gli scenari tra le alte vette dell’altopiano del Bale (oltre 4.000 metri)

e il cratere di El Sod. Un’esperienza unica tra le popolazioni più arcaiche d’Africa che

a causa dell’isolamento geografico-ambientale hanno mantenuto, per ora, usi e costumi

tradizionali vivendo in villaggi sperduti e incontaminati. Mursi, Hammer, Konso,

Nyangatom, Dassanech, Karo… il più denso concentrato di etnie di tutto il continente. I

loro semplici mercati e i caratteristici villaggi, le fantasiose acconciature di bellissime

donne, le decorazioni e le scarificazioni corporee praticate da slanciati guerrieri, la vita

legata a usi e abitudini ancestrali. Straordinari gli incontri “on the road” con pastori

vestiti di pelli e col corpo e viso dipinti come fossero appena usciti da una foto del

secolo scorso. I tre più pittoreschi mercati del sud in cui varie etnie confluiscono,

ciascuna dai propri villaggi, distante anche ore a piedi, per vendere o barattare

semplici mercanzie. Un colpo d’occhio unico! Come unici e indimenticabili sono gli

incontri con le donne Mursi che praticano ancora l’uso dei piattelli labiali, retaggio di

antiche tradizioni. La foresta di Harenna, l’ambiente afro-alpino dell’altopiano del

Bale, i laghi della Rift Valley con migliaia di uccelli, ippopotami e coccodrilli, estese

savane che ricordano il Kenya. I villaggi Konso, coi loro terrazzamenti (UNESCO), e la

lussureggiante regione del Kaffa, dove cresce il caffè selvatico, e il Monte Wonchi,

cratere vulcanico con un lago incastonato sul fondo. Un viaggio vario, non solo

etnografico ma anche paesaggistico e naturalistico, attraverso un mondo destinato a

sparire. I gruppi sono accompagnati dai nostri tour leader e con 3 passeggeri per auto.

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PROGRAMMA DI VIAGGIO – Partenze Estate 2017

1° giorno / Milano – Addis Abeba

Partenza in serata da Milano Malpensa per Addis Abeba con il volo di linea diretto di Ethiopian Airlines (è previsto uno scalo tecnico per il quale non occorre cambiare aeromobile). Pernottamento a bordo. 2° giorno / Addis Abeba

Arrivo al mattino, accoglienza da parte dello staff e trasferimento in città. Prima colazione e intera giornata dedicata alla visita della capitale dell’Etiopia. Sorta come piccolo agglomerato sull'altopiano, a 2.400 metri di altitudine, lungo le rotte carovaniere e successivamente ampliata da Menelik nel 1887, Addis Abeba, il "nuovo fiore", conta ora più di cinque milioni di abitanti e si fregia di essere la prestigiosa sede dell’Unione Africana oltre che del più grande mercato all’aperto di tutta l'Africa. Visita al piccolo ma interessante Museo Nazionale ed Etnografico che, tra i vari reperti, ospita lo scheletro di "Lucy", l'Austrolopitecus Afarensis ritrovato nella valle dell’Awash nel 1974 che si ricollega all'inizio della storia dell'uomo e risale a tre milioni di anni fa (non di rado è la copia di Lucy, in quanto l’originale è spesso in “tournée mondiale”). Pranzo al ristorante e si prosegue ancora con una breve visita panoramica della città. L’imponente e inaccessibile Palazzo di Menelik, la Piazza Meskal, da cui partì la rivoluzione di Menghistu, e, se ci sarà del tempo a disposizione, le colline di Entoto, ricoperte da una fitta boscaglia di eucalipti, che si trovano appena alla periferia di Addis Abeba e che dall’alto dei loro 3.000 metri dominano la capitale. Cena in un ristorante tipico con danze e musiche di tutte le etnie dell’Etiopia. Sistemazione e pernottamento in un hotel 5*.

3° giorno / Addis Abeba – Shashemene – Altopiano del Bale – Goba (circa 430 km)

Prima colazione e partenza al mattino per una bella tappa di trasferimento. imboccando la principale strada dell’Etiopia che prosegue verso Sud, fino in Kenya a Nairobi, si attraversa la regione dei grandi laghi posizionati sul fondo di antichi vulcani: il lago Ziway, il lago Langano, i laghi gemelli Shala e Abyata che costituiscono un Parco Nazionale per l’abbondante avifauna composta da cormorani, fenicotteri rosa, cicogne, aironi e, nei mesi invernali, gli uccelli migratori che provengono dall’Europa. La strada è costeggiata da campi coltivati a orzo, grano e teff, un tipo di cereale locale adoperato principalmente per la preparazione della ngera, una specie di pane azzimo che serve come base per accompagnare lo zighinì, il piatto più popolare dell’altopiano. L’ambiente circostante è caratterizzato da paesaggi dolci e sono frequenti gli incontri con la gente che, a piedi e carica di merci o al seguito di mandrie di animali, cammina lungo la strada, un perenne flusso ‘migratorio’. Siamo nella Rift Valley, la grande spaccatura della crosta terrestre che attraversa buona parte dell’Africa. Si attraversa la cittadina di Shashemene, importante crocevia lungo la “TransAfrican Highway”, una delle più importanti arterie stradali del continente da cui si diramano le strade di collegamento con l’est del paese, verso l’altopiano del Bale, e con l’ovest, verso la regione di Gambela. Con un po’ di fortuna potremo trovare qualche improvvisato mercato locale lungo il ciglio della strada: ogni occasione è buona per vendere le proprie mercanzie, anche quando c’è da attendere per pochi minuti che arrivi il taxi-brousse o per qualche ora che passi la giusta corriera. Simpatici e colorati i numerosissimi tuk-tuk, tutti dipinti seguendo fantasiose ispirazioni e non sono infrequenti quelli dedicati a Bob Marley, il leggendario musicista rasta. Infatti Shashemene accoglie una delle più grandi comunità rasta del

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mondo al di fuori della Jamaica, da quando il negus Hailè Selassie (il cui nome di battesimo era per l’appunto Ras Tafari Makonnen) donò delle terre intorno alla cittadina affinché la diaspora degli africani nelle Americhe potesse ritrovare nell’Etiopia la ‘terra promessa’. Pranzo lungo la strada. Si imbocca la pista, in parte sterrata e in parte asfaltata, che conduce all’altopiano del Bale Si inizia a salire di quota per raggiungere quindi Goba, grosso paese situato sull’altopiano a circa 3.000 metri. Cena e pernottamento in hotel. 4° giorno / Goba – Parco del Bale (Sanetti Plateau e foresta di Harenna) – Neghele

(circa 330 km)

Al mattino, dopo colazione, si parte per una giornata molto bella e intensa ma impegnativa a causa di una lunga percorrenza su piste. Escursione dedicata al Parco

dei monti Bale, un imponente massiccio situato nella parte sud est dell’Etiopia. E’ un immenso acrocoro la cui cima più alta si trova a oltre 4.300 metri, caratterizzato da una vegetazione afro-alpina e da grandiosi panorami. Circa un’ora da Goba per raggiungere l’entrata del parco: siamo sul Sanetti Plateau, che si sviluppa estesissimo a circa 4.000 mt, una brughiera dove si incontrano anche cascatelle e laghetti alpini circondati da una vegetazione particolare come l’elicrisio e le stupende lobelie giganti che sembrano spuntare dal nulla. Gli scenari sono così diversi da portare alla mente paesaggi andini o tibetani.

Con i nostri fuoristrada si raggiunge il punto più alto, oltre 4.300 metri di altitudine, da cui si gode un panorama veramente impressionante. In questo particolare ecosistema vive il bellissimo e imponente nyala di montagna, una specie endemica dell’Etiopia che, con facoceri e cervi selvatici di Menelik, popola questa verde regione. Con una piacevole camminata in compagnia di esperti ranger (ovviamente l’incontro con gli

animali non è prevedibile), si tenta di trovare e avvicinare, con tutti gli accorgimenti, i branchi di questi animali. I maschi dispongono di grandi corna a spirale e le femmine mostrano grandi orecchie sempre attente ai minimi rumori. E’ possibile incontrare la volpe rossa, un canide endemico di questa regione e molti uccelli. Dall’altopiano si scende di qualche chilometro sul lato sud della montagna e ci si trova immersi nella foresta di Harenna. E’ una foresta fittissima, in prevalenza di conifere. I rami degli alberi sono a volte completamente ricoperti da muschi che cadono fin quasi a terra, creando un ambiente magico e un po’ misterioso. Pranzo a pic-nic. Si guadagna successivamente l’uscita del parco procedendo ancora verso sud, lungo la pista che, discendendo gradualmente dall’altopiano, consentirà di raggiungere in tarda serata Neghele (1.450 metri), cittadina di “frontiera” che funge da snodo commerciale tra l’estremo est e il sud-ovest del paese. Cena e pernottamento in un semplice hotel.

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5° giorno / Neghele – cratere di El Sod – Yabelo (circa 310 km)

Al mattino presto si riparte ancora verso sud, per una lunga e interessante tappa. Lo scenario lungo la pista cambia, la fitta vegetazione cede il passo alla savana. Qua e là si incontrano dei piccoli villaggi: è il territorio dei Borana, discendenti dei primi gruppi Oromo (tutti del ceppo cuscitico), che hanno un atteggiamento altero e staccato verso quasi tutte le altre tribù e gli estranei poiché sono i più puri tra gli Oromo. Un tempo erano allevatori di bovini, ora si occupano per lo più dell'allevamento di zebù e dromedari a causa della desertificazione del loro territorio. Mantengono la loro particolare organizzazione sociale improntata a grande spirito di cooperazione; tipiche le capanne rotonde che si possono spostare. Si prosegue per El Sod, l’enorme cratere vulcanico ormai spento. Il colpo d’occhio dal bordo della caldera è impressionante; si scende a piedi lungo la mulattiera che conduce al lago salato che si trova sul fondo (250 mt di dislivello, mezzora per la discesa, circa un’ora per la risalita). Dall’alto il lago, circondato da chiazze rossastre, per effetto dei riflessi sembra quasi chiaro, ma quando si è sul fondo invece l’acqua è nera come inchiostro. In questo ambiente di eccezionale bellezza, le condizioni di vita sono molto dure ma i salinai continuano a estrarre il sale secondo tecniche antiche e immutate nel tempo. I borana, spesso nudi e con l'aiuto di bastoni, estraggono il sale misto a fango che viene poi caricato su carovane di muli che lo trasporteranno fino al margine del cratere. L’incontro con i salinai, se scorti all’opera, è un momento davvero intenso sia per i colori sia per le spontanee considerazioni sul duro lavoro che questi uomini praticano in un ambiente così ostile. Si riguadagna la strada asfaltata per proseguire spediti e raggiungere in serata Yabelo, e sistemazione per la notte in un semplice hotel, immerso nella natura, in camere con servizi privati. Cena e pernottamento. N.B. Questi piccoli e semplici hotel del sud, oltre ad avere talvolta un livello di pulizia

basso, ricevono anche una scarsa manutenzione. Noi cerchiamo di garantire tra le

migliori strutture disponibili sebbene lo standard sia più o meno lo stesso.

6° giorno / Yabelo – Konso – il mercato di Key Afer – Jinka (circa 280 km)

Un bel percorso tra le colline, lungo una pista che corre tra enormi termitai colore rosso, ci introduce nel territorio abitato dall’etnia Konso, da cui prende il nome l’omonima cittadina, e dei quali approfondiremo la conoscenza al prossimo passaggio, fra qualche giorno. Davanti a noi le belle acacie ombrellifere che caratterizzano le pianure del Sud. Sono tante le etnie che popolano il territorio che si attraversa oggi e

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avremo modo di veder tutte insieme le più rappresentative facendo tappa lungo la strada presso l’insediamento di Key Afer, dove assistere al mercato del giovedì frequentato principalmente dalle etnie Tsemay, Benna e Arbore (anch’essi del gruppo cuscitico). Nell’assistere alle scene di contrattazioni di povere mercanzie (ortaggi, tabacco, burro…) avremo modo di apprezzare nei loro costumi migliori gli Arbore, pastori nomadi di ceppo Borana e discendenti dagli Oromo, le cui donne si distinguono per indossare una sola lunga gonna di cotone, per una tipica acconciatura di treccioline molto sottili che lasciano in evidenza una linea laterale sul capo e per impreziosirsi con monili d’alluminio e grandi e lunghe collane di perline coloratissime. Gli uomini Tsemay, anch’essi dediti all’agricoltura e alla pastorizia, si riconoscono dalla lancia di legno a punta di foglia mentre le donne si adornano il capo di treccioline, impomatate col burro e poi colorate con polvere rossa, e indossano costumi a forma triangolare di pelli d’animale con le code penzolanti. I Benna (o Bana) sono allevatori semi-nomadi che nei periodi stanziali coltivano sorgo, sesamo e grano per la scorta annuale della famiglia. Gli uomini sono poligami, possono sposare più donne ma solo se appartenenti alla stessa tribù e in base a quanto bestiame, o altri beni, può dare in dote alla famiglia di ciascuna nuova moglie. Gli antropologi ritengono che i Benna siano un sottogruppo degli Hamer, con cui condividono alcuni riti e tradizioni. Spesso gli uomini si adornano il capo con delle piume mentre le donne utilizzano soventemente le perline colorate per le loro acconciature. Pranzo e proseguimento per Jinka. Con un po’ di fortuna potremo incontrare degli Ari, che vivono principalmente lungo i margini settentrionali del Mago National Park. E’ una etnia molto numerosa e stanziale, e in virtù del territorio fertile su cui vivono - il loro è il più grande territorio di tutte le tribù della zona - sono sia coltivatori sia allevatori. Le donne si decorano con una moltitudine di bracciali e di collane di perline coloratissime intorno al collo, le braccia e in vita e tradizionalmente indossano dei gonnellini ricavati da foglie di banano, anche se oramai vengono sfoggiati solo nelle occasioni speciali. A differenza di altre tribù, gli Ari non vivono in capanne ma costruiscono delle belle case dalle pareti e dai pavimenti intonacati con fango e argilla e successivamente affrescate con bellissimi decori o begli abbinamenti di colori naturali. Così, mentre gli uomini di giorno lavorano nei campi o conducono le mandrie al pascolo, le donne si dedicano al mantenimento della casa e alla produzione di vasellame in terracotta, di cui sono particolarmente abili. Arrivo a Jinka nel pomeriggio e se vi sarà tempo si visiterà il piccolo ma interessante museo etnografico, che accoglie una buona collezione di oggetti tradizionali appartenenti a molteplici etnie del sud. Sistemazione nel semplice ma confortevole eco-lodge, inserito armoniosamente in un bel contesto naturale. Il lodge dispone di 20 grandi tende da safari, rialzate su palafitta e riparate da un tetto fatto in materiale naturale. Ciascuna tenda ha i servizi privati e una graziosa veranda. Area ristorazione in comune e corrente elettrica 24h. Cena e pernottamento al lodge. 7° giorno / Mago National Park – popolazione Mursi – Jinka (circa 80 km)

Prima colazione e partenza al mattino per una giornata di escursioni, tra cui l’incontro con una delle popolazioni più rappresentative della regione dell’Omo. Si attraversa una parte del Mago National Park, vasta area protetta dove si potranno ammirare in particolare le timide scimmie colubus dal pelo nero frangiato di bianco, che saltano di ramo in ramo, una delle specie endemiche del paese, ma anche antilopi, gazzelle e bufali (piuttosto rari gli altri animali come elefanti e leoni). Percorrendo una tortuosa pista attraverso la parte nord del parco, si raggiungono gli isolati villaggi Mursi. L'incontro con questa popolazione (di ceppo linguistico nilotico-sahariano) è estremamente interessante anche se, proprio per la loro primitiva integrità e rudezza,

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l'approccio non sempre è facile. Si viene attorniati dagli abitanti del villaggio che, con una certa insistenza, chiedono i “birr”, la moneta etiope, per essere fotografati. Sono decisamente imponenti e impressionanti con i loro corpi e visi dipinti, le scarificazioni e le fantasiose acconciature che portano sul capo. Spesso sono anche armati, più per costume che per un uso vero e proprio, con vecchi fucili o kalashnikov.

Le donne, sempre a seno nudo, e anch’esse con numerose scarificazioni corporee, usano portare piattelli di argilla posizionati nel labbro inferiore, un’usanza unica e decisamente interessante anche se le rende un po’ “mostruose”. Rientro a Jinka nel pomeriggio, cena e pernottamento all’eco-lodge. 8° giorno / Jinka – valle dell’Omo – il mercato di Dimeka – Turmi (circa 110 km)

Si scende un po’ dal pianoro, verso le grandi distese del sud che si perdono all’orizzonte fino in Kenya. Si raggiunge Dimeka nella tarda mattinata per ammirare il caratteristico mercato del sabato, principalmente frequentato dal popolo Hamer. Questa etnia – di ceppo linguistico omotico – vive ancora con tradizioni e abbigliamento arcaici. Le donne, forse le più belle tra le etnie del Sud, con i capelli a caschetto e lunghe treccioline ingrassate e colorate, adorne di monili di metallo e di collane di conchiglie, sono vestite con pelli di capra e raggiungono il mercato agghindate nelle loro acconciature più scenografiche per far mostra di sé e contrattano indisturbate le mercanzie in esposizione, povere e di uso quotidiano: miele, tabacco in foglie e in polvere, bucce di caffè, qualche cereale, polvere color ocra che viene mescolata con grasso animale per decorarsi il corpo. Nel pomeriggio si raggiunge quindi Turmi, grosso villaggio abitato dagli Hamer e sistemazione all’Evangadi Lodge, presso il villaggio, in semplici ma accoglienti bungalow dotati di zanzariere, servizi privati ed energia elettrica erogata da un generatore di corrente. Cena e pernottamento.

9° giorno / Turmi – i villaggi Karo e il fiume Omo – etnia Nyangatom (circa 90 km)

Attraverso la savana si raggiunge il territorio delle tribù Karo, che si estende lungo le sponde del fiume Omo. La popolazione, di ceppo omotico, vive in minuscoli villaggi di capanne circolari divise in due zone separate da un grande spiazzo centrale. I granai per la conservazione del miglio e del sorgo poggiano su un ripiano in legno che li isola dal suolo. Il tetto conico copre i muri circolari costruiti con frasche intrecciate con molta cura. Ormai ridotti ad alcune centinaia di individui, i Karo hanno una struttura atletica con un'altezza media di un metro e novanta. Gli uomini hanno una cura tutta particolare per quanto riguarda l'acconciatura che viene studiata nei minimi dettagli con pettinature stravaganti. I capelli impastati di grasso animale mescolato con l'argilla

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e le decorazioni del volto e del corpo che vengono create con calce bianca, minerali polverizzati e con disegni che riproducono il piumaggio di uccelli della savana.

Arrivo a Kangate, villaggio sul fiume Omo, unico immissario del lago Turkana, dove un ponte di recentissima costruzione unisce le due sponde. Su quella opposta ai Karo vi sono stanziati i Nyangatom (o Bume, di ceppo nilo-sahariano), anche essi molto “pittoreschi” per le loro particolari acconciature. Ritorno a Turmi in serata, cena e pernottamento al lodge. 10° giorno / Omorate e l’etnia Dassanech – il mercato di Turmi (circa 110 km) Partenza al mattino per Omorate, sulle rive del fiume Omo, percorrendo una pista che, punteggiata da acacie, attraversa le sterminate pianure che proseguono verso il vicino Kenya, il cui confine è all’orizzonte. Lungo queste savane poco abitate non è raro incontrare mandrie di bovini condotti da pastori nomadi spesso completamente nudi o vestiti solo con un perizoma e donne con pesanti carichi e con il corpo dipinto. Si raggiunge il fiume Omo che scorre placido (a seconda delle piogge) col suo colore marrone e che dopo un percorso di circa 1.000 km sfocia nel lago Turkana. Fu la spedizione dell’esploratore italiano Vittorio Bottego che nel 1895 scoprì il corso di questo fiume misterioso. Omorate è un grosso villaggio dove vivono i Dassanech

(chiamati anche Galeb, di ceppo omotico), una etnia con usanze e tradizioni simili a quelle di popoli vissuti migliaia di anni fa sulle medesime terre.

Rientro a Turmi in tarda mattinata per assistere all’interessantissimo mercato del

lunedì delle etnie Hamer, Karo e Dassanech dove si ha la sensazione di trovarsi nel passato più lontano, assistendo alla compravendita e al baratto di mercanzie che

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ciascuno ha portato a piedi dal proprio villaggio, a volte lontano anche decine di chilometri. Oltre a ortaggi, latte, burro, spezie e pelli, si trovano in vendita anche il tabacco in foglie, molto apprezzato, e le tipiche zucche intagliate e decorate, utilizzate dalle donne come contenitori. Come in tutti i mercati la contrattazione è d’obbligo, sebbene non troverete praticamente nessuno che parli una lingua a voi conosciuta…ma anche questo è il bello della contrattazione. Alla sera rientro a Turmi dove, con molta probabilità, si potrà assistere alle danze Hamer, eseguite sì per i forestieri ma con lo stesso stile che da sempre viene praticato da questa popolazione. Cena e pernottamento al lodge e se la notte è senza luna, preparatevi a una stellata senza eguali.

11° giorno / Turmi – i villaggi Hamer e la cerimonia rituale del ‘salto del toro’ – il

popolo Arbore – Konso (circa 150 km)

Al mattino, dopo la prima colazione, si lascia definitivamente Turmi per iniziare la risalita verso l’altopiano. Lungo la strada, con un po’ di fortuna, si potrebbe venire a sapere di qualche villaggio Hamer in cui poter assistere alla famosa cerimonia del “salto del toro”. E’ una prova di abilità e coraggio che una volta superata decreta il passaggio del giovane allo status di adulto, consentendogli di poter prender moglie e crearsi una famiglia, e che consiste nel saltare completamente nudo sopra la schiena di una fila di tori affiancati e tenuti fermi per le corna dagli altri adulti del villaggio e ripetendo la prova più volte. Un eventuale insuccesso sancirebbe l’allontanamento del giovane dal villaggio, con disonore e – soprattutto – senza la possibilità di potersi costruire una famiglia. Si riattraversa il territorio degli Arbore, che vivono in piccoli villaggi di tukul costruiti con steli di papiro, una tecnica costruttiva che mantiene fresco l’ambiente grazie a scambi di aria. Pranzo lungo la strada. Risalendo verso l’altopiano si entra nel territorio del popolo Konso e sembra di esser tornati alla civiltà. I Konso, appartenenti al gruppo linguistico cuscitico, sono agricoltori stanziali che coltivano i campi a terrazzamento, sfruttando e contenendo le

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piogge. Essi furono i primi in Africa a praticare con ingegno questo metodo di coltivazione e i loro terrazzamenti e le pratiche agricole sono state riconosciute dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Grazie anche alla loro abilità di tessitori, vasai e ottimi artigiani forniscono ai Borana alcuni prodotti e utensili indispensabili per le loro attività quotidiane. I villaggi Konso sono arroccati sull'alto delle falesie oppure attorno a picchi dominanti le valli circostanti: essi costituiscono un esempio di architettura primitiva tra i più interessanti per accuratezza di finiture e concezione distributiva dei recinti familiari, comprendenti le diverse unità-capanne divise per funzioni (granai, depositi, cucina, abitazioni). Per entrare nel villaggio il percorso è obbligato: ciascun ingresso è caratterizzato dalla presenza di una capanna con volta enorme che è il centro della vita sociale, la casa dove gli anziani si riuniscono per prendere tutte le decisioni della comunità. Ogni villaggio dispone di uno spiazzo che funge da luogo per incontri o le feste. Nel pomeriggio si giunge alla cittadina di Konso. Sistemazione in un grazioso e confortevole lodge, che dispone di tukul con servizi privati. Di rientro dalle savane del sud è quasi un miraggio la sensazionale veduta sulla valle sottostante. Cena e pernottamento al lodge.

12° giorno / Konso – Chencha e il popolo Dorze – il lago Chamo – Arba Minch

(circa 150 km)

Partenza al mattino, dopo colazione, allontanandosi definitivamente dalla valle dell’Omo lungo una bella strada asfaltata che taglia in mezzo a campi coltivati. La strada sale gradualmente di quota e l’aria più fresca dell’altopiano non tarda a farsi sentire. La vista del lago Chamo preannuncia l’arrivo ad Arba Minch. Si prosegue poco oltre, fino al bivio dove si imbocca una deviazione di pochi chilometri che salendo su per una bella strada di montagna conduce nel cuore del territorio freddo e brumoso del popolo Dorze.

Si giunge al villaggio di Chencha, a oltre 2.000 metri di altitudine. I villaggi Dorze sono caratterizzati da grandi e alte capanne (hanno un altezza media di 7-8 metri), di fattura accurata, costituite da un'intelaiatura di bambù e ricoperte da foglie di banano. Sono facilmente riconoscibili dal loro profilo, con l’ingresso a forma di naso. Questa etnia si occupa prevalentemente della filatura e della tessitura a mano del cotone, tant’è che qui è possibile acquistare alcuni dei migliori tessuti di cotone di tutto il paese, completamente bianchi o con coloratissimi motivi. Tutte le capanne hanno un piccolo giardino attiguo e tutt’attorno a esse si coltiva il falso banano, un albero dalle cui radici estraggono una polpa che viene macerata e utilizzata per preparare il kotcho, il loro pane tradizionale, o per essere fermentata, dando luogo a una bevanda fortemente alcolica.

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Ritorno ad Arba Minch e pranzo in hotel, da cui si gode una bellissima vista sui laghi Chamo e Abaya. Nel pomeriggio piacevole escursione in barca sul lago Chamo per osservare a pochi metri di distanza i coccodrilli, che raggiungono anche una lunghezza di 6 metri (i più grandi dell’Africa), molti ippopotami e una ricca e varia avifauna. Le sue sponde sono abitate dai pescatori Ganjule che utilizzano primitive zattere realizzate con tronchi d’albero. Rientro in hotel, cena e pernottamento. 13° giorno / Arba Minch – i Guraghe e la regione del Kaffa – Giyon (circa 390 km)

Si riprende la strada principale verso nord fino a Sodo da cui si imbocca successivamente la deviazione per Hosaena, necessaria per raggiungere Giyon, la nostra destinazione nella regione del Kaffa. Si approfondirà la conoscenza del popolo Guraghe, di origine semitico-cuscitica, che in questa regione vive in piccoli e graziosi villaggi di capanne circolari costruite quasi interamente con tronchi, corteccia e foglie del falso banano (ensete) che qui abbonda e che rappresenta anche l’alimento principale della loro dieta. I Guraghe non sono tradizionalmente legati a una particolare religione, praticano sia la fede musulmana sia la fede cristiana, e sono rinomati per essere infaticabili lavoratori. Pranzo lungo il tragitto. Si prosegue sull’altopiano, tra paesaggi spettacolari e ampie vallate, e giunti all’incrocio con la grande strada che collega la capitale con Jimma, si svolta verso Giyon (chiamata anche Weliso), località nota per la sua prossimità a delle sorgenti calde di acque minerali. Sistemazione nei bungalows del grazioso e molto confortevole Negash Lodge, immerso nel verde di un rigoglioso giardino che ospita tanti animali e uccelli e con una piscina alimentata da una sorgente termale (non sempre operativa, ndr). cena e pernottamento in lodge.

14° giorno / Giyon – il lago vulcanico di Monte Wenchi – Ambo – Addis Abeba –

partenza (circa 190 km)

Attraversiamo la regione più verde d’Etiopia che, grazie al suo mite clima e alla laboriosità dei Guraghe, ha la più alta resa agricola ed è in grado di soddisfare non solo il mercato locale ma anche di contribuire al fabbisogno nazionale. Qui si coltivano principalmente mais, tè, legumi, cotone e la pregiata qualità arabica del caffè, oltre a crescere spontaneamente il caffè selvatico. La leggenda vuole che fu proprio un pastore etiope che avendo notato che ogni volta che i suoi animali masticavano e ingerivano quelle “strane” bacche divenendo più agitate, decise di provarle lui stesso. Nel XV° secolo i chicchi di caffè passarono dal Corno d’Africa ai paesi arabi, da qui in Turchia e poi in Italia e…oggi è forse la bevanda più consumata al mondo. Attraversando bellissimi paesaggi di montagna, in parte terreni agricoli e in parte coperti da foreste naturali, si raggiunge il Monte Wenchi (3.220 metri), un vulcano spento nel cui bellissimo e impressionante cratere si è formato un profondo lago. Si

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scende lungo un ripido sentiero (circa mezz’ora di cammino) fino al piccolo villaggio sorto sulle sponde del lago. Qui gli abitanti coltivano i fertili campi all’interno della caldera. Al centro c’è un’isoletta su cui è stata eretta la piccola chiesa di Cherkos. Il lago è un posto davvero speciale, vi regna un’atmosfera di pace e tranquillità, sembra di vivere fuori dal tempo. Si prosegue poi per la cittadina di Ambo, famosa per la fabbrica che imbottiglia l’omonima acqua minerale gassata. Pranzo in un ristorante e ripartenza per Addis Abeba. Nel pomeriggio breve visita della città e, tempo a disposizione permettendo, possibilità di fare shopping nei caratteristici negozi che vendono oggetti etnici. Alcune camere a disposizione in un hotel 5* fino alle ore 18h30 per rinfrescarsi e cambiarsi prima di partire (una camera ogni 4 persone). Cena in un ristorante tipico accompagnata da musiche e danze di gruppi etnici. Subito dopo trasferimento in aeroporto, in tempo per i controlli e il successivo imbarco sul volo diretto per l’Italia. Pernottamento a bordo. 15° giorno / Arrivo in Italia

Arrivo a Roma Fiumicino / Milano Malpensa al mattino presto.

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Sistemazioni solitamente previste (o strutture similari in alternativa): ADDIS ABEBA � Intercontinental Hotel 5* GOBA � Wabi Shebele Hotel NEGELE � Turaco Hotel YABELO � Yabelo Motel JINKA � Eco Omo Lodge TURMI � Evangadi Lodge KONSO � Kanta Lodge ARBA MINCH � Swaynes Hotel GYION � Negash Lodge ADDIS ABEBA � Intercontinental Hotel 5* (una camere in day-use ogni 3-4 persone)

IMPORTANTE – Facciamo presente che nel sud dell’Etiopia alcune sistemazioni sono

molto modeste, se non basiche, sebbene il grado di pulizia sia mediamente accettabile.

Talvolta la carenza di manutenzione o l’incapacità nella gestione non rendono le

strutture all'altezza delle nostre aspettative di standard, pur se il personale è

solitamente garbato e disponibile.

Nelle località più remote l’acqua corrente a volte può mancare per motivi diversi così

come l’acqua calda non sempre è disponibile. In alcune località la linea elettrica è

inesistente o soggetta a possibili black-out ma tutte le strutture sono dotate di

generatore elettrico. Da tenere presente che le strutture utilizzate sono comunque tra

le migliori disponibili fuori dalla capitale.

Altre informazioni:

Trasporti – Si utilizzano automezzi fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser o similari (ultimi modelli, dal 2009-2010 in poi) con 3 passeggeri per auto, ciascuno col posto

finestrino + autista. Minibus o bus previsti solo in Addis Abeba. Su un solo fuoristrada l’accompagnatore italiano potrebbe essere il quarto passeggero.

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Organizzazione – Per il mezzogiorno si effettuano le soste per il pranzo a pic-nic o in ristoranti locali. Acqua minerale sia ai pasti sia durante i trasferimenti. Guida o autista/guida locale di lingua inglese e nostro accompagnatore a partire da 8 partecipanti. Acqua minerale sia ai pasti sia durante i trasferimenti.

Pernottamenti – Ad Addis Abeba è previsto un hotel 5*. Fuori Addis Abeba, a parte Arba Minch, Konso e Giyon, tutti gli altri hotel sono molto semplici e con grado di pulizia mediamente accettabile. A volte potrebbero avere problemi con l’acqua corrente e con l’energia elettrica (anche se sono tutti dotati di generatore elettrico). Ad Addis Abeba sono previste alcune camere in hotel 5* a disposizione per cambiarsi l’ultimo giorno, prima della partenza (una camera ogni 4 persone).

Formalità burocratiche – Per i cittadini itialiani è richiesto il visto d’ingresso, che si ottiene all’arrivo in aeroporto ad Addis Abeba previo pagamento dei diritti ($ 50 o il corrispettivo in Euro). Il passaporto, con almeno 2 pagine libere, deve avere validità residua di 6 mesi. Clima – Nelle regioni dell’Omo temperature calde che oscillano dai 32°-38° di giorni ai 20°-25° notturni. Stagione delle piogge in tarda primavera e inizio autunno ma possibili rovesci anche negli altri mesi dell’anno. Temperature piacevoli ma più fresche, sia diurne che notturne, ad Addis Abeba, sull’altopiano del Bale e nella regione del Kaffa. Disposizioni sanitarie – Per l’ingresso in Etiopia non è richiesta alcuna vaccinazione obbligatoria se si proviene direttamente dall’Europa. Consigliata la profilassi antimalarica. Informarsi presso l’Ufficio d’Igiene provinciale di propria competenza. Grado di difficoltà e caratteristiche – Viaggio un po’ impegnativo per alcune tappe di trasferimento o per alcuni tratti su piste dissestate e polverose ma reso un po’ più confortevole grazie alla sistemazione di massimo tre passeggeri più autista per auto. Grande appagamento per la ricchezza paesaggistica, naturalistica ed etnografica dei contenuti. Alcune sistemazioni sono davvero semplici ma tra le migliori disponibili ovunque. Temperature diurne più elevate nelle regioni dell’Omo, con possibilità di improvvise piogge, e temperature più fresche sull’altopiano.

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QUOTAZIONE PER PERSONA da Milano Malpensa:

€ 3.380 base 8-14 partecipanti, con nostro accompagnatore

Da aggiungere:

- supplemento singola € 380

- supplemento alta stagione aerea € 180

- tasse aeree, security e fuel surcharge € 290

- copertura assicurativa di viaggio (assistenza sanitaria, rimborso spese mediche, bagaglio,

infortuni, “rischio zero”) € 85 - costo individuale gestione pratica € 80

Facoltative:

- assicurazione annullamento viaggio facoltativa

comprensiva dell’assicurazione integrativa medico/bagaglio 4,5 %

- assicurazione integrativa facoltativa medico/bagaglio (per aumentare da € 15.000 a € 55.000 il rimborso delle spese

mediche in loco e da € 750 a € 1.500 il rimborso bagaglio) € 45

Per le prenotazioni effettuate almeno 90 giorni prima della partenza, confermate

dietro versamento dell’acconto di viaggio, verrà accordata, senza costi aggiuntivi, la

polizza contro le penalità di annullamento viaggio e la polizza integrativa per alzare

i massimali di rimborso per spese medico/bagaglio

Date di partenza di gruppo:

1) da sabato 8 a sabato 22 Luglio 2017 2) (a) da sabato 12 a sabato 26 Agosto 2017 (alta stagione aerea e locale) 3) da sabato 9 a sabato 23 Settembre 2017

**** Partenze individuali sempre possibili su richiesta ****

Le quotazioni includono:

voli di linea Ethiopian Airlines in classe economica da Milano Malpensa, accoglienza e trasferimenti privati da/per l’aeroporto, tutti i pernottamenti in hotel e lodge in camere con servizi privati, pensione completa durante il viaggio, acqua minerale o un soft drink ai pasti, un litro di acqua minerale per persona al giorno durante i trasferimenti, trasporto con vetture fuoristrada tipo Toyota Land Cruiser o similare (ultimi modelli) con tre passeggeri più autista per auto e trasporto in minibus ad Addis Abeba, guida o autista /guida locale parlante inglese e nostro accompagnatore dall’Italia a partire da 8 partecipanti, gli ingressi nei parchi e nelle varie località di interesse, dossier culturale / informativo sul paese.

Le quotazioni non includono:

bevande extra ai pasti e fuori dai pasti, le eventuali tasse governative in uscita dal paese, il visto d’ingresso (attualmente $50 da pagare direttamente in aeroporto all’arrivo), mance e spese personali, le polizze contro le penalità di annullamento viaggio e per l’aumento dei massimali di rimborso spese mediche / bagaglio (facoltative), tutto quanto non espressamente specificato sul programma.

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NOTE IMPORTANTI

• La quotazione è calcolata col valore del rapporto di cambio USD / EUR = 0,94 in vigore nel mese di Dicembre 2016. In caso di oscillazioni del cambio di +/- 3% a 20 giorni dalla data di partenza si effettuerà un adeguamento valutario.

• Per ragioni tecnico-organizzative o cause di forza maggiore – in fase di prenotazione o in corso di viaggio – l’itinerario potrebbe subire modifiche o essere effettuato in senso inverso, cercando di mantenere il più possibile invariate visite ed escursioni programmate e cercando di rispettare i vari giorni di mercato.

• Le tariffe aeree prevedono classi di prenotazione dedicate, soggette a disponibilità limitata di posti. Al momento della prenotazione e solo in caso di indisponibilità della tariffa utilizzata per la quota del viaggio, verrà comunicato l’eventuale supplemento.

• Molte compagnie aeree prevedono oramai l’emissione immediata del biglietto. In tal caso verrà riferita questa informazione contestualmente alla conferma del viaggio, per poi procedere all’emissione. L'acconto dovrà includere anche l'intero importo del biglietto, che non sarà rimborsabile, e le penali del viaggio in questione derogheranno dalle nostre pubblicate.

• L’importo delle tasse aeree dipende dal rapporto di cambio del USD e dal costo del petrolio, stabilito dalle compagnie aeree. Il valore esatto viene definito all’atto dell’emissione dei biglietti aerei.

Milano, 14.03.2017

Organizzazione tecnica:

I Viaggi di Maurizio Levi Via Londonio, 4 – 20154 Milano (Italia)

Tel 0039 02 34934528 – Fax 0039 02 34934595 E-Mail: [email protected] // Web site: www.viaggilevi.com


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