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FitMed n°2-10

Date post: 07-Mar-2016
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is a monthly magazine aimed at updating professionals in the field of fitness and health, which produces original articles on methods of training, physiotherapy, nutrition, prevention and wellness, management, marketing and anything that can serve to the efficient and modern health e fitness club.
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La rivista online per i professionisti del settore Anno 2 numero 2 Focus osteoporosi Prevenire è meglio che curare Fitness metabolico Clinical Pilates Allenamento vibratorio Low back pain Fitness 2.0: eccoci qui Manipolazioni mio-fasciali Le variabili del benessere
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  • La rivista online per i professionisti del settoreAnno 2 numero 2

    Focus osteoporosi

    Prevenire meglio che curare

    Fitness metabolicoClinical Pilates

    Allenamento vibratorio

    Low back pain

    Fitness 2.0:eccoci qui

    Manipolazioni mio-fasciali

    Le variabili delbenessere

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    Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93.

    LEditore e lautore non potranno in alcun modo essere respon-sabili per incidenti o danni provocati dalluso improprio delleinformazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto;inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchianoil pensiero delleditore. Il materiale (testi, immagini e disegni) per-venuto in redazione non verr restituito, anche se non pubblica-to e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del mate-riale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasiscopo non consentita se non dietro richiesta scritta e firmatadal direttore responsabile e dalleditore. Per eventuali controver-sie il Foro di competenza quello di Milano.

    Fitmed online una rivista mensile di aggiorna-mento che si rivolge a imprenditori, manager,opinion leader, professionisti che operano nelmondo del fitness, benessere, prevenzione esalute. Propone articoli riguardanti metodichedi allenamento, rieducazione funzionale, ali-mentazione, prevenzione e benessere, marke-ting e management.

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    Gestione dati digitaliLidia Di [email protected] - int. 218

    Amministrazione Luciana [email protected] - int. 219

    La Scuola di Professione FitnessFrancesco [email protected] - int. 217

    EditoreAlea Edizioni di Alessandro Lanzani

    via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano

    Redazione e ufficivia P. Orseolo, 3 - 20144 Milano

    tel. 0258112828 - fax [email protected]

    [email protected]

    Direttore responsabile Alessandro Lanzani

    [email protected]

    RedazioneMia DellAgnello

    [email protected] - int. 212

    Progetto graficoStefano FrattalloneImpaginazione

    Anita Lavoce

    PubblicitAlessandro Lanzani

    [email protected]

    Hanno collaborato a questo numeroMarco Ciervo, Maurizio Ronchi, RosarioDOnofrio, Antonio Pintus, A. De Nicola,

    Massimiliano Gollin

    ANNO2

    N2FEBBRAIO

    2010

    LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

    Alcan Airex pag 7Clinical Pilates pag 15, 19Top Fitness Group pag 11

  • Sommario CLICCA SUL TITOLOPER ANDARE DIRETTAMENTE ALLARTICOLO

    CHE PI TI INTERESSA Sommario Sommario

    RUBRICHE

    31 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

    40 FIERE E CONVEGNI

    38 NEWS

    SPECIALE: OSTEOPOROSI

    4 PREVENIRE MEGLIO CHE CURAREdi Mia DellAgnello

    8 0STEOPOROSI E FITNESS METABOLICOdi Alessandro Lanzani

    12 CLINICAL PILATES E STILE DI VITAdi Marco Ciervo

    16 LA DENSIT OSSEA E LALLENAMENTOVIBRATORIO

    ALLENAMENTO E REHAB

    20 MANIPOLAZIONI MIO-FASCIALI:un contributo al miglioramento delle performance sportive per gli atleti 1parte di Maurizio Ronchi

    24 LE VARIABILI DEL BENESSERE NEL

    FITNESS di Massimiliano Gollin

    26 LOW BACK PAIN in atleti di sport a gestualit torsionale di Rosario DOnofrio,Antonio Pintus, A. De Nicola

  • dante di cui losteoporosi rappre-senta, a sua volta, un fattore di ri-schio: le fratture negli anziani.Eppure, pare che tutti gli sforzi degliultimi anni siano concentrati solosul problema della perdita di mate-riale osseo: molto pi probabileche un medico inviti una propriapaziente in menopausa a effettuareun esame per la rilevazione delladensit ossea (MOC), piuttosto chea frequentare un corso di ginnasti-ca. Eppure, nel 2005 la IOF(Fondazione Internazionale perlOsteoporosi) stata ideatricedella campagna Move it or Loseit, volta a promuovere lattivit fisi-ca sia come prevenzione che comerecupero funzionale nei pazientiosteoporotici. Una campagna an-cor pi lodevole e significativa, se siconsidera che la IOF unorganiz-zazione internazionale non gover-nativa che rappresenta unalleanza

    globale di pazienti, medici, scien-ziati e delle stesse industrie farma-ceutiche: Certamente, la miglior prevenzioneper la salute del nostro scheletrotrova le sue basi in una sana e con-tinuativa attivit fisica, quella stessache contribuisce a prevenire le ma-lattie cardiovascolari, il diabete,lobesit ed i tumori. Tutti, operato-ri sanitari, organizzazioni di fitness esoprattutto la gente, dovrannocomprendere come il problemaosteoporosi sia un impegno collet-tivo e come da una consapevoleautogestione del nostro stile di vitapossano essere conseguiti risultatidi enorme rilevanza socio-econo-mica Anche i pazienti che hannogi subito delle fratture possonotrarre beneficio da esercizi e allena-menti speciali, in grado di incre-mentare il potenziamento e la fun-zionalit muscolare: tutto questo

    focus osteoporosi

    C chi la definisce epide-mia silenziosa, perchlosteoporosi asintoma-tica e diventa clinicamen-

    te evidente solo al manifestarsi del-la prima frattura. La perdita di mine-rale osseo fisiologica, stretta-mente collegata allavanzare del-let e fa parte dei cosiddetti fat-tori di rischio non modificabili.Anche la mancanza di attivit fisicae una dieta non equilibrata concor-rono allo sviluppo della malattia, macon una fondamentale differenza:sono fattori di rischio modificabi-li e per questo sono, ovviamente,i primi su cui intervenire, soprat-tutto volendo realizzare una pre-venzione primaria. Prevenzioneche, in realt, non dovrebbe esseretanto indirizzata allosteoporosi ins (sarebbe un po come voler pre-venire linvecchiamento), quanto aun grave fenomeno spesso invali-

    Prevenire meglio che curare

    di Mia DellAgnello [email protected]

    Se pensi di esseresano, significa che

    non hai fattoabbastanza esami

    (Dr. Robert Rangno,Professore Emerito,

    Dipartimento di Medicinae Farmacologia e

    terapeutica presso laUniversity of British

    Columbia)

    CON LINK DI APPROFONDIMENTO

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  • facilita la mobilit e ci aiuta nelle no-stre attivit quotidiane. (Helmut W.Minne medico, Presidente delComitato delle Societ Nazionaliaderenti alla IOF, Clinica Centro diEndocri-nologia e per le MalattieMetaboliche dellOsso, Accade-mia Tedesca di Scienze Osteolo-giche e Reumatologiche). Ma al-lora, perch i medici prescrivonosolo esami diagnostici e farma-ci?A questo punto si inserisce, a no-stro modo di vedere, un enormegap culturale, cui concorrono diver-si attori: la classe medica, le casefarmaceutiche e i dispensatori diattivit motoria (passateci il termi-ne, giustificato dalla eterogeneitdella categoria). Per quanto riguar-da i due primi gruppi, appare evi-dente come, purtroppo, tutto ciche ruota intorno alla malattia,dalla sua semplice definizione al-la ricerca a essa applicata, siafortemente influenzato da unamentalit prettamente econome-trica, in cui spesso gli interessi dellecase farmaceutiche si scontranocon i bilanci sempre pi in rossodella pubblica assistenza. Il terzogruppo, i dispensatori di attivit mo-toria, ha sicuramente la responsabi-lit di non essere riuscito a ottenereil giusto riconoscimento dalla clas-se medica, che non ha nessun re-ferente cui affidare i pazienti sani,ma non in salute (secondo la de-finizione dellOMS).

    OSTEOPOROSI E CASE FARMA-CEUTICHE: UN RAPPORTO DIF-FICILEC un libro interessante (pubblica-to nel 2005), che propone una vi-sione decisamente alternativa ri-spetto losteoporosi e altre malat-tie. Gli autori, Ray Moynihan (unodei pi stimati giornalisti scientificidel panorama internazionale, cheper anni si occupato del busi-ness della salute scrivendo per ilBrit ish Medical Journal e perLancet) e Alan Cassels (ricercatorecanadese) definiscono gi dal titoloFarmaci che ammalano, la loroteoria. Si legge nel prologo: Con

    campagne promozionali che sfrut-tano le pi ataviche paure dellamorte, del decadimento e della ma-lattia, lindustria farmaceutica, chevanta un fatturato di 500 miliardi didollari, sta letteralmente cambian-do il modo di intendere la condizio-ne umana Problemi lievi vengonodipinti come patologie gravi, per cuila timidezza diventa sintomo diFobia Sociale e la tensione preme-struale una malattia mentale chia-mata Sindrome Pre-Mestruale Ilsemplice fatto di essere a rischiodi una patologia diventato essostesso una malattia, per cui don-ne di mezza et sane oggi soffronodi un male latente alle ossa chiama-to osteoporosi e uomini di mezzaet in piena forma hanno un distur-bo cronico chiamato colesterolo al-to. Il capitolo 8 del libro ha per tito-lo Testare il mercato: losteoporo-si. L vi si legge:Quando alcuni anni fa 1998 - ungruppo di medici e ricercatori indi-pendenti della University of BritishColumbia ha esaminato tutti i datiscientifici sullosteoporosi, la con-clusione stata che la campagnadei test della densit ossea per ledonne era un classico caso di pro-mozione della paura. La teoriaespressa dagli autori che, poichlosteoporosi asintomatica, perpoterla elevare al ruolo di malat-tia, e meglio ancora di epidemia,era necessario indurre le perso-ne a fare il test per provarnelesistenza. In che modo? Conabili operazioni di marketing e co-municazione mirata a instillare lapaura: campagne di sensibilizza-zione, le chiama qualcuno. Ancoraagli inizi degli anni 90 erano pochia conoscere dellosteoporosi, men-tre diverse importanti case farma-ceutiche avevano degli interessi in-vestiti in questa malattia. Non a ca-so provvidero a finanziare la distri-buzione delle macchine per la MOCnegli USA; non a caso lOMS sipreoccup di darne una nuova de-finizione, utilizzando come parame-tro di densit ossea normale, quelladi una donna di 30 anni, ovvero ilmassimo picco raggiungibile nel

    focus osteoporosi

    corso di tutta la vita. Da questa de-finizione automaticamente risultche il 30% delle donne in post me-nopausa era affetto da osteoporo-si. Lascesa dei test per la densitossea contribu allesplosione dellevendite dei farmaci per losteoporo-si, creando cos un mercato globa-le per lindustria farmaceutica cheattualmente (2004) frutta 5 miliardidi dollari lanno, ma che secondo leprevisioni di alcuni entro breve arri-ver a oltre 10 miliardi di dollari.Eppure, fare il test non serve a pre-venire le fratture e rispetto allas-sunzione dei farmaci ancora in at-to uninteressate dibattito rispettoalleffettivo rapporto costi/benefici(costi in termini anche e soprattuttodi effetti collaterali). Eppure, un me-todo sicuramente efficace per li-mitare il rischio di fratture neglianziani c, ed mettere in prati-ca dei programmi per prevenirelevento traumatico che determi-na la frattura, ovvero la caduta.

    PROMUOVERE LATTIVIT FISICAChe la sollecitazione della forza digravit sia necessaria per lo svilup-po e il mantenimento della densitossea cosa nota da quando i pri-mi astronauti fecero rientro dalleprime esplorazioni spaziali: non so-lo i loro muscoli si erano atrofizzati,

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  • ma anche le loro ossa. Da cui si de-dusse che, non solo in fase di cre-scita lattivit fisica era fondamen-tale per costituire un deposito dimateriale osseo da tesaurizzare perla propria vita futura, ma anche cheun allenamento realizzato consovraccarichi (anche di lieve en-tit) poteva essere utilizzato, inet adulta e senile, sia per rallen-tare la perdita di materiale os-seo, che per la riabilitazione ne-gli stati pi avanzati della malat-tia. Lattivit motoria svolge ancheun ruolo fondamentale per il raffor-zamento della muscolatura l doveun buon trono/trofismo muscola-re pu sostituire unarchitetturaossea deficitaria (frattura di verte-bre e relativa cifosi), e restituire unabuona funzionalit dopo le fratturederivate da cadute (tipico il casodella rottura della testa del femore erelativa protesi danca). In realt,troppo spesso nei testi dedicati al-losteoporosi le fratture sono diret-tamente associate alla malattia, ge-nerando parecchia confusione: lapatogenesi delle fratture dipen-de da molti fattori diversi dal-l'osteoporosi, primo fra tutti il ri-schio di cadere, che aumentacon l'avanzare dellet e che influenzato a sua volta da fattoridi rischio modificabili, anche conlattivit fisica. Tipico esempio quello gi citato della rottura del fe-more, la frattura pi grave, pi co-mune e pi invalidante. Secondouna review citata dalla IOF, ledonne che trascorrono pi di no-ve ore al giorno sedute hanno il50% in pi di probabilit di subi-re una frattura dellanca rispettoa chi sta seduto per meno di seiore al d (nota 1). Esercizi che mi-gl iorano la postura e al lenanolequilibrio e la propriocezione, pro-teggono dalle cadute e diminuisco-no la probabilit di andare incontroa fratture.Nota 1. Pfeifer M, Sinaki M, Geusens P,Boonen S,Preisinger E, Minne HW; ASBMRWorking Group on MusculoskeletalRehabilitation. Musculoskeletal rehabilitationin osteoporosis: a review. J Bone Miner Res.2004

    focus osteoporosi

    PROTEO-1: PER CAPIRE COME VANNO LE COSE

    Proteo-1 il nome del pro-getto presentato dal laSiommms (Societ ItalianadellOsteoporosi, del Me-tabolismo Minerale e delleMalattie dello Scheletro)come la pi estesa e com-pleta ricerca sullosteoporosimai condotta in Italia. Si trat-ta di uno studio osservazio-nale, di coorte, longitudinalee multicentrico che ha coin-volto 71 centri italiani perl'Osteoporosi sulla praticaclinica corrente per quantoconcerne prevenzione, diagnosi e trattamento dell'osteo-porosi primaria in donne in post-menopausa. I risultati, re-centemente presentati al convegno annuale Siommms, dimo-strano che le reali possibilit di fratturarsi sono ampiamentesuperiori a quanto finora ipotizzabile anche per le donne in po-stmenopausa non a rischio e che, pertanto, la filosofia pre-ventiva adottata al Ministero della Salute totalmente in-sufficiente, rivolgendosi solo a pazienti gi fratturati o adaltissimo rischio. Il riferimento al giro di vite imposto allaMOC e ai farmaci antiosteoporosi dagli ultimi LEA(Livelli Essenziali di Assistenza), che stabiliscono quantoe cosa pu essere rimborsato dal Servizio SanitarioNazionale. In pratica, con i nuovi LEA si riduce fortementelimportanza dellindagine MOC che, in assenza di sintomi, di-venta rimborsabile solo alle donne in post menopausa chepresentano una concomitanza di fattori di rischio (et superio-re a 65 anni, carenza ormoni estrogeni, terapie con cortisoni-ci, fumo e alcol, apporto alimentare di calcio inferiore a 600mg., ipertiroidismo, talassemia, radiografia che dimostriosteoporosi o cedimenti vertebrali, perdita di statura ecc.).Inoltre, in merito ai farmaci (i cosiddetti bifosfonati) se ne con-sente la prescrizione solo alle donne che hanno gi avuto unafrattura o un cedimento importante delle vertebre, ma non sul-la base dei risultati della MOC, a fini preventivi. Ora, ci sareb-be quasi da scandalizzarsi insieme alla Siommms, al pensieroche il Servizio Sanitario Nazionale risparmi sulle spalle di chista male, se non fosse che lo studio sopra menzionato stato promosso e sponsorizzato da Servier Italia, la filialeitaliana del Gruppo di Ricerca Servier, il terzo Gruppo far-maceutico francese su scala mondiale e il primo privato.A giugno del 2009 stato dato lannuncio che la societ far-maceutica fiorentina Stroder stata incaricata di distribuire inItalia un nuovo farmaco contro l'osteoporosi, sviluppato eprodotto proprio dalla Servier.

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  • Per non malattiaintendiamo un problemao un processo umanoche alcuni hannodefinito come unacondizione medica, madove la gente pu avereun migliore risultato se il problema o ilprocesso non definitoin quel modo... La forzadi gravit il farmacopi efficace e abassissimo costo, chefavorisce la calcificazionedella matrice proteicadell'osso a tutte leet

    Negli ultimi anni ilmondo medicosta affrontandoun dibatt ito di

    proporzioni gigantesche.La questione se alcunecondizioni dell'esistenzaumana possano essereconsiderate delle malattie

    oppure no: il dibattito ri-guarda, anche e so-prattutto, l'invecchia-

    mento e le sue con-s e g u e n z e .L'argomento non di poco conto,perch si tratta didecidere se, e so-prattutto come,curare moltissi-me condizioniumane. A questoproposito si so-no espresse al-cune r iv iste

    scientifiche di as-soluto prestigio e

    in part icolare i lBritish Medical

    Journal. La presti-giosa rivista ha inclu-

    so l'osteoporosi nel-l'elenco delle non ma-lattie (InternationalClassification of Non-Disease), r iportandol'attenzione al la cre-scente tendenza di clas-

    sificare i problemi delle persone co-me malattie: in particolare, sebbe-ne l'osteoporosi generi disagio,tecnicamente non pu essere con-siderata una malattia, cos comenon lo sono la nascita, la vita e lamorte. Testualmente, nell'articolo silegge: By non disease we meanta human process or problem thatsome have defined as a medicalcondition but where people mayhave better outcomes if the pro-blem or process was not defined inthat way. Che tradotto letteral-mente : Per non malattia inten-diamo un problema o un processoumano che alcuni hanno definitocome una condizione medica, madove la gente pu avere un miglio-re risultato se il problema o il pro-cesso non definito in quel modo.Emblematica la definizione delMinistero della Salute: L'osteopo-rosi si pu definire come un disordi-ne delle ossa scheletriche caratte-rizzato dalla compromissione dellarobustezza dell'osso che predispo-ne a un aumento del rischio di frat-tura e questo l'aspetto pi impor-tante, soprattutto per l'alto numerodei casi colpiti nella popolazioneadulta. Il ruolo esatto dell'osteopo-rosi nell'eziologia delle fratture deveperaltro ancora essere determinatocon precisione. Infatti, la resistenzadell'osso ai traumi riflette l'integra-zione tra due fattori: la densit os-sea e la qualit ossea.

    0steoporosidi Alessandro Lanzani

    [email protected]

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  • DEFINIZIONE MEDICA DEL-L'OSTEOPOROSILa definizione medica dell'osteopo-rosi che qui riportiamo tratta e ri-calca le linee guida pubblicatedal Ministero della Salute. In al-cuni punti abbiamo aggiunto delledomande riguardanti la questionemalattia/non malattia, con l'obietti-vo di stimolare la riflessione.L'osteoporosi primaria sottoclas-sificata in 2 tipi: osteoporosi postme-nopausale e osteoporosi senile. Osteoporosi postmenopausale(la menopausa una malattia? Lapostmenopausa una malattia?). Caratteristiche:- associata alla ridotta secrezione diestrogeni;- riscontrabile nel 5-29% delle donnedopo la menopausa (n.d.a. gli studihanno dato valori diversi e sono staticondotti con parametri diversi);- compare entro i primi 20 anni dal-l'inizio della menopausa;- la perdita ossea, molto acceleratanel periodo perimenopausale, puraggiungere una perdita del 5%della massa ossea totale all'anno(n.d.a. questo valore rappresentaun'eccezione? Altrimenti, in chepercentuale si verifica? Quando passato il momento di crisi perime-nopausale, la perdita ossea si sta-bilizza?);- interessa prevalentemente l'ossotrabecolare (la parte porosa internadelle ossa), con effetti particolar-mente evidenti a livello della colon-na vertebrale, dove il turn-over os-seo elevato;- le fratture vertebrali rappresenta-no la situazione clinica pi comunein questi casi.

    Osteoporosi senileCaratteristiche:- pu colpire entrambi i sessi dopoi 70 anni di et (n.d.a. quindi unfenomeno legato all'invecchiamen-to, ma l'invecchiamento una ma-lattia?);- pu interessare fino al 6% dellapopolazione anziana;- la perdita di massa ossea interes-sa sia l'osso trabecolare che quellocorticale;- le fratture possono interessarenon solo la colonna vertebrale, maanche le ossa lunghe, il bacino e al-tre sedi. Le tipiche complicanze so-no rappresentate dalle fratture delcollo femorale, dell'estremit dista-le del radio, dell'omero.L'osteoporosi secondaria dipen-de da un'altra patologia di baseche ne crea i presupposti e rispec-chia l'incidenza delle malattie e/ocondizioni cliniche e/o uso cronicodi farmaci a cui associata. Le condizioni cliniche a cui si asso-cia l'osteoporosi secondaria sono:- ipogonadismo e malattie endocri-no-metaboliche, malattie neoplasti-che e terapie correlate;- alcune malattie croniche (insuffi-cienza renale cronica, broncopneu-mopatia cronica ostruttiva, insuffi-cienza cardiaca cronica);- connettivopatie e malattie infiam-matorie croniche (artrite reumatoi-de ecc.);- alcune malattie gastrointestinali(morbo di Crohn, celiachia);- deficit nutrizionali, abuso alcolicocronico;- uso cronico di farmaci (corticoste-roidi, immunosoppressori, ormonitiroidei, anticonvulsivanti);

    - immobilit prolungata.

    DENSIT OSSEA E MINER-ALOMETRIA OSSEA COMPUT-ERIZZATALa densit ossea un concetto chemisura la quantit di sali di calciocontenuti nella matrice proteicadell'osso. La densit minerale del-l'osso misurata attraverso unesame, la mineralometria osseacomputerizzata (MOC), ormai prati-cato come screening di massa. Lasua analisi permette di comprende-re che l'approccio medico o non pi indicato ad affrontare il proble-ma (la non malattia) o, comunque, del tutto inadeguato affrontarlosenza l'ausilio dell'attivit motoria edei sani stili di vita.

    PREVENZIONE DELL'OSTEO-POROSIQueste sono le linee guida di pre-venzione tratte dal sito delMinistero della Salute:1. seguire una dieta bilanciata ric-ca di calcio e vitamina D;2. praticare esercizio fisico in rela-zione al peso corporeo;3. seguire stili di vita sani (senzaalcol ne' fumo ne' droghe);4. quando appropriato, eseguireesami per definire la densit mi-nerale ossea ed eventualmentesottoporsi alle terapie del caso.Rispetto al punto 2 (la pratica del-l'esercizio fisico) si consiglia diSvolgere un'attivit fisica regolare,anche con esercizi che siano bilan-ciati rispetto al peso corporeo, do-ve ossa e muscoli lavorano controla gravit (passeggiate, salire lescale, sollevare pesi leggeri ecc).

    FITNESS METABOLICOImpostando un corretto lavorodi fitness metabolico, bene in-cludere esercizi che stimolinotutte le capacit motorie di ba-se, suddivise in: forza, mobilit,coordinazione e resistenza.1. Forza. Attraverso gli esercizicon i pesi (correlati alla riserva fun-zionale complessiva del soggetto epartendo con il criterio universaledi gradualit e progressione) oc-

    Figura 1: Grafico riassuntivodi una MOC. In ascissa leclassi di et, in ordinata ladensit ossea in g/cm2. Lafisiologia dell'invecchiamen-to impone una graduale de-mineralizzazione che vienecontrastata dall'attivit mo-toria e non dalla frequenzadel monitoraggio.

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  • corre stimolare il muscolo e l'ossoalla forza di gravit. La forza digravit il farmaco pi efficacee a bassissimo costo, che favo-risce la calcificazione della ma-trice proteica dell'osso a tutte leet. I l meccanismo biofisico quello dell'effetto piezoelettrico. Inpratica, la forza di gravit appli-cata sull'osso genera un campoelettrico debole che in gradofissare il tono, o trofismo, mu-scolare. Questo, oltre a dare forzaper la gestione degli imprevisti mo-tori, fornisce una vera e propriaprotezione fisica sull'osso, attuten-do le forze d'impatto traumatico epreservando la struttura ossea dalrischio frattura. 2. Mobilit. Lo stretching migliora irange di mobilit restituendo pos-sibilit di movimento con dece-lerazioni pi graduate e impattipi piccoli. La mobilit anche unprerequisito per poter organiz-zare al meglio esercizi di coordi-nazione motoria, che permette digestire gli imprevisti e d soddisfa-zione psicologica perch aumentala consapevolezza di poter gestirecon disinvoltura gesti e movimentinella vita di relazione. Infine, perquanto riguarda l'alfabetizzazionemotoria, insegna alle persone a ri-conoscere, rispettare e superare illimite motorio.3. Coordinazione motoria. Puessere sviluppata tramite esercizicon movimenti fini e tridimensio-nali, ovvero su tutti e tre i pianidello spazio; esercizi che stimoli-no l'abilit e che possano esseresvolti con progressivi livelli di diffi-colt; esercizi associati alla psico-motricit e alla memoria visiva;esercizi contaminati da coreografiesimili a figure di danza e di ballo,purch non ripetitivi. 4. Resistenza cardiovascolare.Sebbene indicata sempre in uncontesto di equilibrio funzionale, la meno specifica per quanto ri-guarda la prevenzione e la curadell'osteoporosi, a meno chenon si intenda camminare in sa-lita su un treadmill o su un sen-tiero.

    ALESSANDRO LANZANIMedico specialista in medicina dellosport, specialista in ortopedia,direttore della scuola di ProfessioneFitness, che dal 1986 ha formatomigliaia istruttori e personal trainercon corsi stage e master. Da anni promotore dei contenuti relativi alfitness metabolico in corsi econvegni scientifici su tutto ilterritorio nazionale. Autore dinumerose pubblicazioni e libri diformazione e supportoprofessionale.

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    FORMALDEIDE? NO, GRAZIE!Raccomandazione dellOrganizzazione Mondiale della Sanit

    Unici in Europa, i nostri armadi spogliatoio sono prodotti utlizzando pannelli certificati E0 (emissione di formaldeide max.mg 0,3/l )

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  • si nutre con un eccesso di proteinee fosfati pu essere a rischio, coscome chi assume caffeina in dosielevate, piuttosto che vino e bevan-de alcoliche; inutile poi tentare dispezzare una lancia in favore del fu-mo, assolutamente da eliminare.

    PREVENZIONE E TRATTAMENTOIl peso corporeo dovrebbe esseremantenuto costante, evitando ma-grezza e soprappeso eccessivi. Perquanto riguarda lattivit motoria,abbiamo ottenuto grandi soddisfa-zioni con attivit muscolari a sti-molo allenante, con carichi mode-sti (lutilizzo di elastici assoluta-mente consigliato) e con il giustorecupero (90 sec.) dopo lesecuzio-ne della serie. Consigliamo forte-mente di inserire nei protocolli di la-voro per le donne post menopau-sa, la propriocettiva e gli esercizidi destrezza per prevenire even-tuali cadute: tutti gli studi sul-losteoporosi comprendenti questo

    tipo di attivit hanno evidenziato ef-ficaci risultati, ottenuti attraverso unmoderato incremento della densitossea e unevidenza di un minornumero di cadute. Da molto tem-po, ma ora in auge pi che mai, si affacciato sul mercato italiano unnuovo sistema di lavoro che impe-gna il soggetto ad attivit con ela-stici, molle e posizioni di sospen-sione e rotazione gravitaria: i lClinical Pilates. Il metodo consistein una serie di esercizi di tipo atti-vo con intensit di carico regola-bili, da svolgersi nei diversi de-cubiti, accompagnando sempreil tutto con una profonda respira-zione e una contrazione sia dellaparete addominale che del pavi-mento pelvico. La parte dinamicadel lavoro in ortostatismo, pu es-sere sia di tipo vincolato, ovverocon un supporto di trazione che fa-cilita i movimenti, che non vincola-to; e ancora, sia in equilibro stabileche in equilibrio instabile, per mi-

    focus osteoporosi

    Losteoporosi una malattiamultifattoriale dello schele-tro caratterizzata da graveperdita di tessuto osseo,

    scompaginamento della microar-chitettura ossea, alterazioni dellaresistenza ossea e della qualit del-losso sufficienti a predisporre ilcorpo a fratture. ormai noto che imaggiori fattori di rischio oltre al-let (over-50) e al sesso (prevalen-za del 24% nelle donne over-50 edel 7,5% negli uomini over-50), so-no lo stile di vita e lalimentazione.Fatto salvo che il movimento in ge-nerale, come salire le scale e lacamminata a passo svelto, nonpu che aiutare, anche vero chelesercizio per il miglioramentodella forza muscolare incremen-ta in modo consistente la densitminerale dellosso. Esiste poi unacorrelazione tra la stazza e losteo-porosi: soggetti molto magri o dicorporatura minuta, presentanofattori di rischio maggiori. Anche chi

    di Marco [email protected]

    Clinical Pilatese stile di vita

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    approfondimento

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  • gliorare la propria destrezza e pro-priocettivit, con e senza laiuto dicontrappesi. Losteoporosi rappre-senta uno dei pi importanti proble-mi per la salute pubblica nel mondooccidentale e le sue principali com-plicanze, ovvero le fratture vertebra-li, del collo del femore e del polso,sono associate ad alta morbosit emortalit. quindi doveroso, per ri-durre il rischio di osteoporosi, che ledonne assumano pi massa osseapossibile prima della menopausa,per ridurre cos il rateo di perditadella stessa dopo la menopausa.Ridurre il rischio di cadere servirugualmente a prevenire linsorgen-za di fratture. Le donne raggiungo-no il loro picco di massa ossea du-

    rante la seconda decade di vita: daquesto momento fino al periododella menopausa si osserva unalentissima perdita della stessa. Poi,alla menopausa, questo fenomenoaccelera e, negli anni immediata-mente successivi, il deficit pu toc-care il 5% allanno. Infine, la perditadi massa ossea rallenta di nuovo.Misure preventive:1. massimizzare la massa osseaattraverso attivit fisica moderata;2. minimizzare la perdita osseaattraverso alimentazione e,eventualmente, integrazione;3. ridurre il rischio di cadute, at-traverso una migliore propriocet-tivit.

    MASSIMIZZARE LA MASSA OS-SEA ATTRAVERSO ATTIVIT FI-SICA MODERATA noto che pi alto sar il contenu-to minerale dellosso allepoca delpicco, maggiore sar la perdita diosso che un individuo potr soste-nere. Per questo motivo il periododelladolescenza un momentoimportante in cui sfruttare lop-portunit di incrementare lamassa ossea. Pur considerandoche un fondamentale contributo al-

    focus osteoporosi

    la formazione di tessuto osseo deri-va da fattori genetici, ci sono alcunicomportamenti che dovrebberoessere conosciuti per permettere diincrementare la massa ossea nellegiovani donne. Studi condotti suanimali hanno dimostrato che los-so risponde meglio ad attivit chegenerano alte intensit di carico, al-ti stimoli o comunque differenti daquelli che abituato a subire. Si ot-tengono risposte migliori e sonosufficienti cicli pi brevi di carichi dilavoro se lesercizio opportuna-mente intervallato da periodi di ri-poso. Pertanto, dovrebbe essereincoraggiata unattivit fisicacomprendente vari esercizi incarico e, per cos dire, ad altoimpatto (naturalmente non di-mentichiamo che nellet adole-scenziale necessario essere at-tenti a salvaguardare le cartilagini diaccrescimento, che sono ancoraaperte). Viceversa, attivit non incarico quali il nuoto o la biciclettanon hanno mostrato di essere utiliad aumentare il pool osseo. Studihanno dimostrato che gli effettidellesercizio sullosso sono effi-caci in presenza di un adeguatoapporto alimentare di calcio: si visto come, nel periodo compresodalla prima infanzia alla giovane etadulta, sia importante lassunzionedi calcio, in una quantit racco-mandata di 1200 mg al giorno.

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  • focus osteoporosi

    t reclutativa dei muscoli, pi rapi-da sar la risposta a un eventualedisequilibrio, che pu provocare lacaduta.

    Lesercizio eccessivo, associato ainadeguato apporto energetico ealle irregolarit del ciclo mestruale,pu avere un effetto negativo sullamassa ossea. Lunghi periodi di de-genza a letto dovrebbero essereevitati, per quanto possibile: la per-dita di massa ossea in questi casi stimata essere di circa il 4% al me-se e recuperare questo deficit ri-chiede un periodo di tempo moltopi lungo.

    MINIMIZZARE LA PERDITA OS-SEA ATTRAVERSO ALIMENTA-ZIONE E INTEGRAZIONEIl secondo principio di prevenzionedellosteoporosi la riduzione delrateo di perdita di osso dopo la me-nopausa. Poich il periodo pi ne-gativo per il bilancio osseo quelloimmediatamente successivo allagravidanza, importantissimo isti-tuire misure preventive prima o incoincidenza con la menopausa.Sono stati proposti numerosi eser-cizi a impatto moderato e di in-cremento della forza muscolarenel periodo post-menopausale,che si sono mostrati efficaci nelridurre il rateo di perdita di poolosseo anche nei soggetti che gipresentavano una bassa densitossea. Fra tutti il metodo ClinicalPilates ha dimostrato di essereparticolarmente indicato, per le suespiccate caratteristiche di focaliz-zare il lavoro non solo sul treno infe-riore ma anche e soprattutto suiglutei, laddome e i lombi, con

    importanti risultati anche di armoniadelle forme. Nelle donne in etpost-menopausale il fabbisognodi calcio maggiore in conside-razione dellincrementata perditaurinaria associata ai bassi livellidi estrogeni nel sangue. La sup-plementazione di calcio ha solo unpiccolo effetto positivo sulla densitossea: i dati della ricerca hannomostrato una riduzione delle frattu-re vertebrali, mentre il dato incer-to per quanto riguarda gli altri tipi difrattura. Anche la vitamina D im-portante per la salute dellosso.La vitamina D si ottiene attraversolesposizione della pelle al sole epertanto il deficit di vitamina D puessere un problema in particolarizone climatiche, a certe latitudini eper coloro che hanno scarsa o nul-la attivit allaria aperta.

    RIDURRE IL RISCHIO DI CADU-TE, ATTRAVERSO UNA MIGLIO-RE PROPRIOCETTIVITLe cadute rappresentano ovvia-mente un importante fattore di ri-schio per fratture e naturalmente lepossibilit che si possano verificareaumentano con laumentare del-let: un individuo ogni tre sopra i65 anni andr incontro a una cadu-ta allanno. per questo motivoche nellattivit di Clinical Pilates stato inserito un protocollo dilavoro specifico per la destrezzae il miglioramento delle capacitdi reclutamento muscolare: in-negabile che pi veloce la capaci-

    MARCO CIERVO

    Classe '64, dopo il diplomaall'Istituto Superiore di Educa-zione Fisica di Torino, si laurea inScience et Technique des Activi-ts Pysiques e Sportives pressol'universit Claude Bernard LyonI in Francia. Nel 1995 si specia-lizza in posturologia, con masterannuale a Zurigo presso laScuola Svizzero Francese diposturologia. Nel 2002 si diplo-ma in Massofisioterapia aPerugia. Negli anni si occupa diginnastica correttiva, ma anchedi progetti legati alle attivit musi-cali in palestra. stato assistenteall'Isef di Torino, occupandosi diginnastica educativa. Per anni ha frequentato l'Istitutodi Medicina dello Sport di Torino,lavorando nell'ambito dellaginnastica Medica.

  • redazioneVAI AL SITO

  • donne, ma i suoi valori diminuisco-no fisiologicamente con lavanzaredellet. I soggetti di sesso femmi-nile sono a maggior r ischio diosteoporosi rispetto alla loro con-troparte maschile.

    ALCUNI STUDI INTERNAZIONALIIn uno studio condotto presso ilLaboratorio di esercizio Fisiologicoe Biomeccanico, Facolt diEducazione Fisica e Fisioterapia,Dipart imento di Chinesologia,Universit Cattol ica di Leuven(Belgio), un gruppo di 70 donne(et 58-74) stato suddiviso ca-sualmente in tre sottogruppi:1. allenamento con Whole BodyVibration; 2. allenamento tradizionale; 3. gruppo di controllo.Le partecipanti si sono allenate 3volte la settimana per 24 settimane.Il gruppo WBV ha eseguito esercizistatici e dinamici degli estensori delginocchio su una pedana vibrante,caricando meccanicamente lossoe provocando contrazioni muscola-ri riflesse. Il gruppo di allenamentotradizionale ha allenato lestensoredel ginocchio mediante leg pressdinamica ed esercizi di estensione

    della gamba. Il gruppo di controllonon ha partecipato ad alcun allena-mento. Non sono stati riscontraticambiamenti nella DMO dellancanelle donne che hanno preso parteallallenamento tradizionale e inquelle appartenenti al gruppo dicontrollo, mentre lallenamento convibrazioni ha aumentato sensibil-mente la DMO dellanca. I risultatihanno confermato la validit dientrambi i metodi di allenamento(WBV e resistenza) sia per mi-gliorare la forza di estensione delginocchio, che la velocit delmovimento e la performance dicontro-movimento di salto nelledonne pi anziane. Nel caso del-lallenamento WBV si ipotizza chela forza guadagnata nelle donne pianziane sia principalmente dovutaallo stimolo della vibrazione e nonsolo agli esercizi di scarico eseguitisulla pedana. stato infine rilevatoche lallenamento vibratorio eser-cita con costanza il senso di equi-librio e pertanto svolge anche unafunzione preventiva rispetto laprobabilit di cadere, che rappre-senta la causa principale dellefratture ossee negli anziani.Un altro studio stato svolto presso

    La densit ossea e lallenamento vibratorio

    A review dalla letteratura

    focus osteoporosi

    La densit ossea determi-nata da numerosi fattori, dicui la predisposizione gene-tica quello pi importante.

    Tuttavia, altri fattori quali nutrizione,esercizio fisico ed equilibrio ormo-nale possono influenzare questatendenza ereditaria, sia positiva-mente che negativamente.Lattivit su pedana vibrante au-menta lo stress verticale sullastruttura ossea e agisce comeun acceleratore gravitazionale.Lo stress verticale applicato alleossa genera unattivit piezoe-lettrica che stimola la formazioneossea. Ci sono due fattori che per-mettono alle Whole Body Vibrationdi influenzare la densit ossea:1. limpatto meccanico verticale di-retto delle vibrazioni sullosso;2. limpatto meccanico indirettoche agisce sullosso, dovuto almaggior lavoro dei muscoli.La Densit Minerale Ossea (g/cm2)misura la quantit di calcio presen-te in una particolare regione dellos-so. La misurazione della DMO aiutaa individuare il rischio di eventualifratture ossee. La DMO media normalmente pari a 3,88 g/cm2 ne-gli uomini e di 2,90 g/cm2 nelle

  • la Facolt di Scienze Sportive,Universit di Extremadura, Cce-res,Spagna; lo scopo era di paragonaregli effetti del WBV usando una peda-na a frequenze pi basse di 20 Hz eun programma di allenamento basa-to su esercizi di camminata e di equi-librio nelle donne nel post-menopau-sa. Un gruppo di ventotto donne nelpost-menopausa fisicamente non al-lenate stato diviso casualmente indue sottogruppi:- allenamento WBV; - allenamento walking.Entrambi i programmi sperimentalisono stati strutturati in 3 sessioni asettimana per 8 mesi. Ogni sessio-ne vibratoria includeva 6 sessioni di1 minuto (12.6 Hz di frequenza e 3cm in ampiezza con una flessionedel ginocchio di 60 gradi) con 1 mi-nuto di riposo tra una sessione elaltra. Ogni seduta di walking eracostituita da 55 minuti di cammina-ta e 5 minuti di stretching. Dopo 8mesi la DMO al collo del femore nelgruppo WBV era aumentata del4.3% rispetto al gruppo Walking,mentre alla spina lombare era rima-sta inalterata in entrambi i gruppi,probabilmente a causa dellinter-vento delle strutture con funzioneammortizzante (dischi interposti ecurva fisiologica).

    CONCLUSIONINella popolazione anziana fem-minile esposta al rischio generi-co dellosteoporosi le vibrazionirappresentano una valida alter-nativa ai programmi di allena-mento tradizionale, che pu esse-re proposta a tutti quei soggetti chenon gradiscono un training struttu-rato con attrezzature fitness.Inoltre, in alcuni studi stato ap-prezzato un miglioramento del-lequilibrio, oltre che della forza,che svolge un ruolo importante a fi-ni preventivi. Si tratta sicuramentedi un metodo di lavoro competitivorispetto al cammino, grazie allamaggiore esposizione allaccele-razione (ovvero la variazione del-la forza nellunit di tempo) che,in definitiva, rappresenta il valorechiave del WBV. Se, tuttavia, il

    punto nodale stato individuato,un po meno chiara la questioneche riguarda i dosaggi, in termini difrequenza, ripetizione, durata neltempo di esposizione.

    BIBLIOGRAFIA- Luo J, McNamara B, Moran K.School of Sport Science and Health,Dublin City University, Ireland. SportsMed. 2005.- Issurin VB. Vibrations and their appli-cations in sport. A review. J SportsMed Phys Fitness. 2005 - Rehn B, Lidstrm J, Skoglund J,Lindstrm B. Effects on leg muscularperformance from whole-body vibra-tion exercise: a systematic review.Scand J Med Sci Sports. 2007 Feb- Gusi N, Raimundo A, Leal A. Low-fre-quency vibratory exercise reduces therisk of bone fracture more than walking:a randomized controlled trial. BMCMusculo-skelet Disord. 2006 - Wilcock IM, Whatman C, Harris N,Keogh JW. Vibration training: could itenhance the strength, power, or speedof athletes? J Strength Cond Res.2009 - Roelants M, Delecluse C,Verschueren SM. Whole-body-vibra-tion training increases knee-extensionstrength and speed of movement in ol-der women. J Am Geriatr Soc. 2004 - Fagnani F, Giombini A, Di Cesare A,Pigozzi F, Di Salvo V. The effects of awhole-body vibration program on mu-scle performance and flexibility in fe-male athletes. Am J Phys Med Rehabil.2006 Dec;85(12):956-62. - Prisby RD, Lafage-Proust MH,Malaval L, Belli A, Vico L. Effects ofwhole body vibration on the skeletonand other organ systems in man andanimal models: what we know andwhat we need to know. Ageing ResRev. 2008 - Dolny DG, Reyes GF. Whole body vi-bration exercise: training and benefits.Curr Sports Med Rep. 2008 - Rees SS, Murphy AJ, Watsford ML.Effects of whole body vibration on po-stural steadiness in an older popula-tion. J Sci Med Sport. 2009 - Jacobs PL, Burns P. flexibility withwhole-body vibration. J Strength CondRes. 2009

    focus osteoporosi

  • Il fitness 2.0 una rispostacoerente alle nuove richiestedel mercato. Un mercato chepotenzialmente si allargato,ma in cui ancora domanda eofferta non sono allineate e chequindi stenta a ripartire. Fino aoggi. Perch sabato scorso aMilano, allhotel Marriot, abbia-mo respirato unaria nuova.Nuova come la proposta: unworkshop tecnico per ri-spondere alle esigenze di chivuole aprire un centro di atti-vit motoria. Indicazioni prati-che, informazioni tecniche e ri-sposte per tutti coloro che in-tendono mettere a frutto lapropria professionalit struttu-rando centri di attivit motoriabasati sul servizio alla persona,rivolti a unutenza che ancoranon riuscita a trovare la sod-disfazione delle proprie esigen-ze in un centro fitness tradizio-nale. Qui si sono incontrati inuovi attori di questo setto-re: imprenditori, professionistie fornitori di prodotti. Nuovinon certo perch neofiti; anzi,gente che il settore lo conoscebene, da anni, e che, propriograzie a questa grande espe-rienza, ha saputo cogliere, pri-

    ma di altri e pi sensibilmente,le nuove esigenze del mercato.Le aziende presenti come part-ner allevento sono tutte alli-neate in questa direzione e in-fatti hanno proposto strumentie attrezzature di alta qualit,con una forte attenzione rivoltaal servizio, contribuendo vera-mente in modo attivo e parteci-pativo al successo della gior-nata. Nei video allegati viproponiamo delle intervisteche abbiamo realizzato contutti i protagonisti: le azien-de, i relatori, i congressisti egli opinionisti. Noi, graziealla differenziazione delle no-stre attivit (scuola di formazio-ne, casa editrice, web) godia-mo di una posizione di privile-gio, proprio sul crocevia delmercato; per questo siamo riu-sciti a scegliere gli ingredientigiusti, con cura e attenzione:relatori, pubblico, aziende. Mail risultato, sicuramente e senzaipocrisia, merito di tutti quan-ti. E chi cera lo sa. Per questo,GRAZIE a tutti coloro che han-no condiviso con noi questapiccola iniziativa, figlia di unprogetto, o meglio, di un pen-siero, di ben pi vasta portata

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  • redazioneVAI AL SITO

    redazioneVAI AL SITO

  • pito come il distributore e l'armo-nizzatore delle forze espresse daimuscoli - sistema contrattile. Lafascia, sotto l'aspetto atletico-spor-tivo, si comporta come il direttored'orchestra del nostro corpo, capa-ce di gestire i diversi elementi moto-ri, SNC-Muscoli-Scheletro, in as-senza del quale i nostri movimentisarebbero molto simili a quelli pocoeleganti di un robot, ovvero senzaarmonia e fluidit nei gesti. Se, conuna visione semplicistica, facciamocoincidere il corpo umano a un vio-

    tessuti pi fibrosi e resistenti, serveper il sostegno e la protezione dei di-versi organi del corpo e per collega-re, stabilizzando tra loro, i vari tessu-ti. La seconda, esclusiva dei tessuticon maggior contenuto di acqua,pi sostanza di base, caratterizza-ta da tessuti a maggior densit e ro-bustezza, quindi pi fluidi e consonial trasporto dei nutrimenti e alla dife-sa dagli agenti esterni. Il sistemaconnettivale, visto come catenefasciali o treni fasciali a secondadelle preferenze, ormai conce-

    Questo lavoro si prefigge dicollegare alcune mieesperienze di massaggia-tore-bodyworker sportivo

    con gli aspetti tecnico-scientifici dialcuni studi di ricerca nel settoreSports&Med, con la collaborazionee l'aiuto di illustri addetti ai lavori.

    IL TESSUTO CONNETTIVOI tessuti connettivi sono caratterizza-ti da due ben distinte tipologie diconnettivit: una meccanica e laltrafunzionale. La prima, esclusiva dei

    Manipolazioni mio-fasciali: un contributo al miglioramento delleperformance sportive per gli atletidi Maurizio Ronchi [email protected]

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    Manipolazioni mio-fasciali: un contributo al miglioramento delleperformance sportive per gli atleti

    Prima parte

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  • sogno di trattamenti manipolativiper mantenere una fisiologica ela-sticit/flessibilit, specie dopo unevento traumatico o un ciclo di la-voro/allenamento intensivo/ripetiti-vo mirato a uno specifico distrettomuscolo-articolare. Laiuto prezio-so avuto da Luigi Stecco (2), unodei primi studiosi e operatori nelcampo della fascia, per approfondi-re la fisiologia e i meccanismi ine-renti le varie forme di TC, mi ha por-tato a meglio comprendere e chiari-re il modo in cui le manipolazionimio-fasciali, come anche la tecnicapassivattiva, agiscono migliorandouno stato fisico-atletico non ottima-le. Grazie a Stecco sono scaturitealcune considerazioni che a miomodesto parere devono assoluta-mente far parte del bagaglio scien-tifico di un bodyworker sportivo edesser tenute ben presenti durante illavoro mio-fasciale che si eseguesu di un atleta.

    adiacente; da cui minore escursio-ne mio-fasciale, conseguente retra-zione e stiffness. In definitiva, si in-staura una diminuzione sensibiledella funzionalit biomeccanicamuscolo-articolare. Questa con-dizione apprezzabile sia dallosportivo, che si sente legato nelcompiere un gesto atletico, chedalloperatore durante l'esecuzionedi semplici test muscolari e di ROMarticolare. " Nel muscolo, un im-brigliamento reciproco pi serratodelle fibre di actina e miosina e unaddensamento del tessuto connet-tivo che diviene fibroso, si traducein un aumento della forza di resi-stenza passiva del muscolo stesso,una diminuzione della capacit ela-stica, una diminuita resistenza fun-zionale" (1). Nella figura 2 un esem-pio empirico e semplicistico, maesemplicativo, di quanto affermato.Questi addensamenti di collagenee fibrosit, sono aree che hanno bi-

    loncello, otteniamo che: lo chassis(telaio) lo scheletro; l'archetto laforza muscolare; chi lo muove ilSCN; le corde che lo percorrono dalbasso verso l'alto, sono i treni/cate-ne fasciali. Sulle corde si distribui-scono uniformemente le forze mu-scolari prodotte dall'archetto e, perinduzione, trasmettono la vibrazione(forza) a tutto lo strumento. Le ditadel musicista premute in varie zonedel manico del violoncello, sono co-me i punti di intersezione o variazio-ne di massa-dimensione-densit tis-sutale, dove viene modulata/ scari-cata parte della forza ritrasmessadalla fascia. Se tutto ci avviene inarmonia e in sinergia tra le parti, ot-terremo un piacevole suono; in altreparole, se il corpo ben allenato equindi armonico e sinergico nellesue parti, avremo una buona presta-zione atletico-sportiva. La fasciaassume la parte pi rilevante inquesto concerto di parti, dirigen-do e trasmettendo con armonia,attraverso i suoi treni/catene fa-sciali, le forze muscolari in tutto ilcorpo.

    RETRAZIONE E STIFFNESSLa manipolazione e il massaggiosportivo, con la preparazione atleti-ca, sono mezzi importanti per man-tenere accordato e in equilibrio ilcorpo, ma anche per la manuten-zione di routine, per correggere leanomalie dovute a overuse-overlo-ad. L'inattivit, cos come la ripe-titivit e il sovrallenamento, mo-difica negativamente la funzio-nalit del muscolo e del tessutoconnettivo nelle sue varie formeda mio-tendinea-aponevrotica acapsulo-legamentosa, fino nel-l'intimo legame fascia-fibre mu-scolari-nervose, data l'ormai ri-conosciuta indissociabilit tramuscolo e fascia. A livello pratico,queste situazioni di addensamentocon aumento della fibrosit del tes-suto connettivo (TC) che riveste o contiguo a un muscolo, provocanoun aumento della forza di resisten-za passiva allallungamento mu-scolare causata dalla perdita di ela-sticit della guaina fasciale o del TC

    Nella foto di fianco lesempiodi un muscolo a riposo, dovela retina viola rappresenta unaporzione di fascia densificatamolto fibrosa.

    La foto simula la contrazione delmuscolo, che mette in evidenzala poca elasticit della fasciafibrotizzata che pu nonconsentire il fisiologico cambiodimensioanle del ventremuscolare o addirittura dideformarlo a discapito dellanaturale biomeccanica delmovimento articolare cui ilmuscolo collegato.

    Figura 1

    Figura 2

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  • dare sempre l'importanza che il col-lagene ha nel nostro corpo usandoquesta citazione: "il collagene uno delle pi ubiquit proteine nelcorpo. lelemento strutturale dibase e supporta cariche nella pel-le, vasi, tendini, legamenti, cor-nea, ossa ecc. Ha un' importanzanel nostro organismo quanto lac-ciaio nel mondo tecnologico" (3). Aun TC indurito e fibroso, le manuali-t inducono una normalizzazionedellelasticit per via della proprietviscoelastica della sostanza fonda-mentale, oltre che rompere gli incol-laggi aderenziali, cross-links, creatisicoi tessuti adiacenti, ripristinando ilfisiologico movimento muscolo-arti-colare. Ovviamente non possibileeffettuare un release mio-fasciale sututte le strutture di TC presenti nelcorpo umano. Come viene benmesso in evidenza da RobertSchleip in "Three-dimensionalmathematical model for deforma-tion of human fasciae in manualtherapy" (6), per poter ottenere unapprezzabile cambiamento viscoe-lastico del tratto Ileotibiale (ITB), ser-virebbero decine e decine di kilo-grammi di forza-peso indotte da unamanipolazione, il che risulta, per ov-vie ragioni, impossibile da applicare.Ma non una partita persa! In effet-ti, secondo la mia esperienza, epenso anche quella di molti altrioperatori, trattando ITB tract con lamanualit di stripping eseguita colpugno, dopo qualche minuto sia perl'operatore che per l'atleta non dif-ficile sentirne il creeping o il poppingdi un release mio-fasciale. Che cosa avvenuto, allora, cosa ha indotto lanostra manipolazione? Parlandocon Schleip a tal proposito, siamod'accordo nell'affermare che, pro-babilmente, la parte esterna apone-

    vrotica dellITB strutturata in ma-niera differente dal core, con unapossibile diversit di densit e di-sposizione delle fibre di collagene:probabilmente, poich al momentomancano precisi studi istiologici. Perquesto il release che percepiamo dovuto allo spezzarsi dei crosslinksmio-fasciali, quei ponti che si forma-no tra i vari strati tissutali costituiti dadeboli legami a idrogeno e forze diVan der Waals, che appunto deter-minano le aderenze.In accordo con la propriet visco-elastica della Matrice Extracellulare(MEC) possiamo concludere che glieffetti indotti dalla manipolazioneprovocano dei cambiamenti sen-sibili come la rottura dei cross-links e la variazione dell'idratazio-ne della MEC, che permettono al-l'operatore di sentire il rilasciomio-fasciale anche per questidensi tessuti connettivi come iltratto Ileotibiale. Non si riuscir amodificare la densa struttura fibrosa,ma sicuramente i suoi legami ade-renziali e la matrice gelatinosa nellaquale essa dispersa e avvolta.Studi rilevano la differenza di forza ditenuta nei crosslinks aderenziali traun tessuto fasciale con maggior per-centuale di elastina o meno. La forzadei legami dell'elastina molto mi-nore rispetto a quella delle fibre dicollagene, per cui pi facile un re-lease mio-fasciale per quel tipo diconnettivo. Se un tessuto connetti-vo fibroso si presenta con fibre dicollagene allineate e parallele, in pra-tica le strutture tendinee e legamen-tose, esso sopporta tensioni elevatecon carico di rottura tra 75 e100MPa; se invece le fibre di colla-gene sono orientate random, comeper esempio nella pelle, il carico dirottura scende a 1-20MPA (7). Nel

    LA SOSTANZA FONDAMENTALEQuando con la manipolazione sitratta un TC fibroso, o meglio anco-ra le densificazioni presenti nelleespansioni mio-fasciali, la pressio-ne esercitata e il calore indottosono in grado di ammorbidire laSostanza Fondamentale della fa-scia, che pu quindi passare dauno stato fisico di gelificazione(gel) a uno stato pi solubile (sol),permettendo anche la rottura del-le eventuali aderenze tissutali.Collagene ed elastina spesso si tro-vano insieme, ed la loro interazio-ne che d luogo alle propriet vi-scoelastiche del tessuto connettivo.Il grado di viscoelasticit dipendedalle quantit relative di collagene,elastina e ground substance (3). Lagelatinosa sostanza fondamentaleche concorre a costituire insieme alcollagene e allelastina, la matriceextracellulare - MEC - sia nei tes-suti molli sia in quelli duri mineraliz-zati, consiste principalmente di pro-teine PoliSaccaridi, o GlicosAmino-Glicani (GAG), che servono comesostanza cementante tra le fibre dicollagene e di elastina (4). "Il collage-ne maturo suscettibile di glicazionenon enzimatica e i prodotti che ne ri-sultano vengono ulteriormente tra-sformati in composti cross-linkatiche possono successivamente inibi-re il turn-over del collagene" (5). be-ne precisare che solo il TC plasticoe malleabile, propriet tixotropica delcollagene, e non il tessuto muscola-re; spesso si intende per fascia sololo strato aponevrotico che circondagli arti, invece fascia anche lepi-misio-perimisio-endomisio: questo scheletro collagenico delmuscolo che subisce la sovrasol-lecitazione o sindrome da sovrau-so e il danno acuto. Mi piace ricor-

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  • caso di un cambiamento viscoela-stico durante una manipolazionemio-fasciale, semplificando, sappia-mo che gi dopo alcuni minuti, perun'area modesta e con carico di po-chi kg di forza-peso applicata, si haun cambiamento dello stato fisicodella sostanza di base, ovvero unafluidificazione di quel gel di polisac-caridi, acqua, proteine, acido ialuro-nico ecc., dove le fibre di collagene equelle elastiche sono disperse. Manon solo: la manipolazione fascialeesercita un effetto sul ripristino dellapropriocettivit.

    LA FASCIA PROFONDAA dare manforte a queste conside-razioni, evidenziandone il precisofondamento scientifico, ritorno al su-perbo lavoro di ricerca "Histiologi-cal study of deep fascia of thelimbs", (8) del quale consiglio la vi-sione integrale. Sono state eseguitedelle misurazioni morfometriche sul-la fascia profonda (quello strato diTC a stretto contatto con i muscoli)relativi alla fascia della coscia e aquella brachiale: lo strato di tessutofasciale non si presenta distribuitouniformemente, ma mostra un'ap-prezzabile differenza di densit(spessore) lungo i tratti presi in visio-ne. Lo strato relativo alla coscia evi-denzia un incremento della fasciaprofonda dalla zona cruro-inguinale(pi sottile) che, scendendo versol'articolazione del ginocchio, si fasempre pi densa, arrivando a mi-surare uno spessore di pi del dop-pio rispetto alla parte iniziale. Il se-condo campione, relativo alla fasciabrachiale, denota una differenza dispessore minore nella sua parte an-teriore e maggiore per quella poste-riore, con un aumento di densitdalla regione distale a quella prossi-male. Il frutto di questa misurazionerisulta di grande aiuto all'operatorenel valutare a priori come poter im-postare le pressioni di un lavoromanipolativo mio-fasciale per lanormalizzazione di una eccessivadensificazione in un compartomuscolare dovuta a overuse, so-vraccarico o elevata ripetitivit diun gesto atletico, sia per ottenere

    una miglior efficacia dalle nostretecniche, che per un evidente ri-sparmio di energie da parte del-l'operatore. Un altro aspetto moltoutile per noi operatori sportivi, evi-denziato dai risultati della ricerca, ri-guarda lorganizzazione strutturaledella fascia. Alcune immagini moltoesemplicative mostrano come sin-crocino tra loro i vari fasci di fibre dicollagene, fino a ottenere una strut-tura molto resistente alle trazioni emolto adattabile agli allungamenticui sottoposta, nonostante la po-ca presenza di fibre elastiche (menodel 1%), assumendo una caratteri-stica forma a onda che ne aumentadi fatto l'elasticit/flessibilit. Un suc-cessivo studio di ricerca condottoda Carla Stecco, "Modello per lamisura dei parametri della fasciaprofonda" (9), spiega ulteriormentecome la potenzialit e adattabilitdella fascia sia realmente ecceziona-le. Tale propriet elastica e resisten-te allo stesso tempo pare sia dovutaallorientamento delle fibre di colla-gene tra i vari strati adiacenti dei fo-glietti fasciali, con angolo di circa78. Questa precisa disposizione,spiega l'autrice, fa s che lo strato fa-sciale abbia ottime propriet bio-meccaniche, poich assume la ca-pacit di essere elastico in tutte le di-rezioni di sollecitazione. Grazie aquestangolazione strutturale, leforze di trazione, di compressionee di taglio applicate sul muscolo,sono ripartite anche sulla fasciaprofonda senza che essa offratroppa resistenza negativa, nono-stante l'esiguo numero di fibreelastiche presenti. In pi, tale strut-tura permette lo scorrimento ottima-le tra i vari strati/lamine fasciali - fa-scial layers. Questo ci aiuta a spie-gare come sia diverso l'approccio,impostazione/esecuzione, tra unmassaggio mio-fasciale sportivo ri-spetto a uno tradizionale, basato sumanualit di detensione, battiture espremiture, che risulterebbero inutilio poco efficaci se eseguite sulla fa-scia, che invece necessita di un la-voro fatto con manipolazioni precisee specifiche, atte a variare la suapropriet viscoelastica, cercando di

    normalizzare le fibrosit e densifica-zioni prodotte da sovraccarichi, ten-sioni, traumi, aderenze e cicatrici.

    BIBLIOGRAFIA1. Ft Ugo Morelli "Rieducazioneposturale metodo Le TRE Squadre",www.tresquadre.it2. Studio anatomico della continuitmiofasciale (C. e A. Stecco) 3. Prof. Arti Ahluwalia "Biomechanicsof Soft Tissue: An introduction",Centro Interdipartimentale di RicercaE.Piaggio, Facolt di IngegneriaUniversit di Pisahttp://www.piaggio.ccii.unipi.it/index.php?en/199/arti-ahluwalia4. Prof Ugo Andreaus "Resistenza deiBioMateriali - BioMateriali naturaliParte 1" http://w3.disg.uniroma1.it/an-dreaus/index.php?option=com_doc-man&task=cat_view&gid=12&Itemid=95. Dott.ssa Annunziata Scherillo"Riproduzione, sviluppo e accresci-mento dell'uomo XVIII ciclo" Universitdi Napoli 6. Robert Schleip et al. "Three-dimensional mathematical model fordeformation of human fasciae inmanual therapy " JAAO - vol 18 - No8- August 2008 - 379-3907. Prof Zaccaria Del Prete, dispensa acura dell'Ing. Emanuele Rizzuto"Misure in vitro delle proprietviscoelastiche di tessuti connettivi"corso di Misure Industriali II Universitdegli studi di Roma "La Sapienza"8. C. Stecco, A. Porzionato, A. Stecco,R. Aldeghieri, R. De Caro "Histiologicalstudy of the deep fascia of the limbs"Universit di Padova, lavoropresentato al First International FasciaResearch Congress, Harvard BostonUSA 2007www.fascialmanipulation.com9. Dott.ssa Carla Stecco "Modello perla misura dei parametri della fasciaprofonda", atti dei lavori del I Conve-gno sulla Manipolazione Fasciale,CMS Vicenza 2009

    rehab

    MAURIZIO RONCHIDal 1979 istruttore FIDAL (FederazioneItaliana di Atletica Leggera) e collabora conil Gruppo Sportivo 5 Cerchi di Seregnocome istruttore, massaggiatore sportivo nonterapista e preparatore atletico. Ha praticatodiversi sport a livello agonistico e amato-riale: basket, atletica leggera, judo,podismo, alpinismo e dal 1991 istruttorenel CAI (Club Alpino Italiano) di CarateBrianza, Scuola di Alpinismo M. DellOro.Collabora con palestre e societ sportive,seguendo diversi atleti in qualit di mas-saggiatore sportivo non terapista e prepa-ratore atletico. Istruttore di postura MBT,Tutor in Massaggio Wellness TIB e co-docente per i corsi di Practitioner in Mas-saggio Sport TIB, presso AssoTIB di Arcore,attualmente, con il collega e amico FedericoPolimene, massaggiatore sportivo delVedano Calcio e del Seregno Rugby.http://massaggiosportbodyworks.spaces.live.com

    Link

  • mono i segmenti corporei gli unicon gli altri; regolata dalla contra-zione tonica dei muscoli. Il sistematonico-posturale ha bisogno di unaserie dinformazioni che sono con-tinuamente mediate dai recettorineuromuscolari. Le fibre nervoseafferenti ed efferenti inviano al SNC(sistema nervoso centrale) e agli or-gani effettori (muscoli) i corretti in-put per una buona gestione dellat-tivit motoria sia statica che dina-mica. A tal fine lorganismo utilizzadifferenti risorse comunicative neu-ro-fisiologiche: gli estererocettori(tatto, visione, udito), che permet-tono il posizionamento del corpoumano in rapporto allambienteesterno; i propriocettori (i fusi neu-romuscolari, gli organi tendinei delGolgi, i corpuscoli del Pacini e i re-cettori cutanei), che posizionano ledifferenti parti del corpo in rapportoal loro insieme al fine di stabilizzareuna posizione predefinita. Come evidenziato da Bricot (nota1) esiste una costante posturaleo posizione fisiologica di riferimentoche sottintende la statica corretta.Il soggetto si presenta in stazioneeretta, arti superiori e inferiori inestensione e sguardo rivolto inavanti, i piedi sulla proiezione dellespalle. La posizione dellavambrac-cio risulta in situazione intermediatra pronazione e supinazione e ledita della mano sono in estensione.I talloni sono distanti circa 5 - 6 cm

    pesi, cavi ecc.) in grado di incre-mentare la vascolarizzazione basa-le, cio la neoformazione di capilla-ri allinterno del muscolo, di svilup-pare i tessuti connettivi, tendinei elegamentosi e di aumentare le pro-teine contrattili di base costituenti lemiofibrille. 3. La resistenza cardiovascolare.Mediata dallesercizio aerobico (co-me il ciclismo o la corsa di durata),permette il raggiungimento e il man-tenimento di un buono stato di salu-te generale. Gli effetti pi evidentidellallenamento aerobico sono :- il miglioramento della funzionecardiocircolatoria e respiratoria,con un incremento dello scambio diossigeno tra i tessuti corporei; - laumento del consumo dei depo-siti adiposi in eccesso, soprattuttosulle lunghe distanze;- la riduzione dei livelli di stress, gra-zie a un migliore equilibrio tra ten-sioni accumulate nella vita di rela-zione e scaricate tramite lallena-mento;- la diminuzione della pressione ar-teriosa grazie allincremento dellarete capillare;- il migliore funzionamento deigruppi muscolari implicati nel gestoatletico, con potenziamento dellaforza e della resistenza muscolare. 4. Una corretta postura. la strategia del corpo umano perrestare in equilibrio nello spazio edipende dalla relazione che assu-

    allenamento

    Il benessere psicofisico media-to, oltre che da unottimale con-dizione emotiva e cognitiva, an-che dallefficienza fisica dellindi-

    viduo. Di seguito passiamo in ras-segna le capacit fisiche pi impor-tanti da allenare, utili per salvaguar-dare la salute muscolo-articolare ecardiovascolare.1. La mobilit articolare e la fles-sibilit muscolo-tendinea.Esercizi fisici mirati:- conservano, il pi a lungo possibi-le, lefficienza della struttura osseae delle cartilagini articolari; - mantengono le caratteristichebiomeccaniche e fisiologiche del-lapparato muscolare, evitando unaveloce diminuzione dellipertrofiafunzionale; - diminuiscono lusura dei materialicostituenti la porzione tendinea ri-tardandone laumento della fragilit; - incrementano una maggiore pro-duzione di liquido sinoviale conconseguente lubrificazione e nutri-mento della struttura articolarestessa. 2. La forza muscolare.La debolezza muscolare pu gene-rare uno squilibrio di forze e crearemovimenti poco controllati conlassunzione di posture scorrette(paramorfismi) che pregiudicano lanormale funzionalit muscolo-arti-colare. Lallenamento della forzatramite luso delle esercitazioni consovraccarichi progressivi (elastici,

    di Massimiliano [email protected]

    Le variabili del benessere nel fitness

  • tra loro e i piedi leggermente divari-cati creano un angolo di circa 30.In questa posizione e in condizioninon patologiche, la proiezione delcentro di gravit del corpo umano(CDG), individuato ventralmente incorrispondenza della terza vertebralombare, cade allinterno del poli-gono di sostegno generato dai duepiedi e dal trapezio che essi deter-minano e precisamente allincrociodelle diagonali della base (figura 1). Lasse longitudinale del corpo una linea immaginaria che partedallapice del cranio, passa perlapofisi odontoide della secondavertebra cervicale (C2), il corpo ver-tebrale della terza vertebra lombaree si proietta al suolo nel centro deltrapezio di sostegno generato daipiedi. I piani scapolare e gluteo de-vono risultare tangenti alla verticaledi Barr, cio una linea immaginariache a contatto con la zona dorsaledel corpo ne individua un piano diriferimento. La postura sul pianofrontale ha i seguenti riferimentianatomici: il centro delle pupille de-gli occhi, i processi tragali dellorec-chio, lapice bi-mammillare, gliacromion scapolari, i processi sti-loidei del radio, le creste iliache delbacino, gli apici rotulei e i malleoli,su differenti linee parallele (Figura2). La postura pu essere correttagrazie allesercizio dinamico e iso-metrico di muscolazione che miri alripristino e/o alla stabilizzazionedella corretta stazione eretta.Il controllo del grasso corporeo La vita sedentaria ha portato a unariduzione drastica del movimento ea un relativo abuso alimentare. Talesituazione ha generato una serie diproblemi morfo-funzionali tra cui ipi evidenti sono: le alterazionimorfologiche nella distribuzione delgrasso corporeo, la variazione delsenso della fame, linsorgere del

    Figura 1 Proiezione del centro digravit al suolo, da Bricot (1996),modificato.

    Figura 2 Postura corretta delsoggetto in posizione ortostatica sulpiano frontale

    MASSIMILIANO GOLLINLaureato in Scienze e Tecnichedellallenamento Sportivo, do-cente presso lUniversit inScienze Motorie dellUniversitdi Torino in Metodologia dellaPrestazione, allenatore di IVLivel lo CONI. esperto inMetodologia dellallenamento esvolge attivit di consulente perla preparazione fisica nel Ri-atletismo e Fitness, Triathlon,Sol levamento Pesi, Sci,Ciclismo, Maratona, Scherma.

    Et/valutaz. 19-24 25-34 35-4445-54 55-64 >64

    Sottopeso 15-18 16-19 17-20 18-21 19-22 20-23

    Normopeso 19-24 20-25 21-25 22-26 23-27 24-27

    Sovrappeso 25-29 26-30 27-31 28-32 29-33 30-34

    soprappeso corporeo, lalterazionedel metabolismo glucidico (diabe-te), un orientamento negativo delmetabolismo lipidico (ipercolestero-lemia e ipertrigliceridemia), linsor-genza di problemi muscolo artico-lari. La condizione di soprappesopu essere misurata tramite il BMI,indice di massa corporea (vediTabella 1).Esso generato dal rapporto tra ilpeso corporeo e laltezza al qua-drato. I valori di riferimento sono ri-portati in Tabella 1. Un altro sistemaper la stima del soprappeso corpo-reo dato dallanalisi del tessutoadiposo tramite il test plicometrico.Esso indaga per mezzo della valu-tazione dello spessore di differentipliche cutanee rapportate a formu-le predefinite, la percentuale corpo-rea complessiva di tessuto adipo-so. Valori normali sono le percen-tuali di grasso corporeo compresetra il 13% e il 18% nei maschi e il16% e il 25% nelle femmine. Un qualsiasi programma di attivitfisica, nellambito del fitness a sco-pi preventivi e/o terapeutici, nonpu prescindere da unattentaanamnesi preliminare dellindividuo.Successivamente, grazie allo stu-dio longitudinale del caso, dopoavere ripristinato le componenti ba-silari (mobilit articolare, flessibilitmuscolo-tendinea, forza muscola-re, resistenza cardiovascolare oltrea un attento controllo del peso cor-poreo e alla riprogrammazione po-sturale o al suo mantenimento), sa-r possibile orientare il training allacomponente pi carente, verifican-do in itinere, per mezzo di test divalutazione, lefficacia dei program-mi di allenamento proposti.

    NOTEBricot B., La riprogrammazione postura-le globale, Ed. Statipro, Marseille 1996

  • ning mirati alla coordinazione in-termuscolare tra il trasverso del-laddome, il multifido e lesten-sore spinale riducono la ricor-renza di LBP.

    IL DOLORE LOMBARE NEL-LO SPORTIVOIl dolore lombare un proble-ma clinico che angoscia mol-tissimi atleti durante la loro car-riera sportiva. Secondo l'evi-denza scientifica, il 90% di ogniLBP classificato come non

    specifico, il decorso favore-vole e l80% degli individui purecuperare, indipendentementedal trattamento ricevuto, entrole 4 - 6 settimane dallepisodiodoloroso. La conoscenza di fat-tori che contribuiscono allevo-luzione di questo processo clini-co potrebbe facilitarne le strate-gie di trattamento e di recuperosportivo. Recentemente la lette-ratura chiropratica ha messo inevidenzia come restrizioni dimobilit dellanca, disfunzioni

    L'evidenza scientifica pre-sente nella letteratura in-ternazionale ha messo inrisalto l'importanza degliesercizi di stabilizzazione loca-le del tronco nella gestione del-latleta con Low Back Pain.LBP associata a una ridu-zione dellattivazione del mu-scolo trasverso delladdomee del muscolo multifido e sicorrela con unatrofia dellamuscolatura dellestensorespinale e del multifido. Trai-

    L'evidenzascientifica presente

    nella letteraturainternazionale hamesso in risalto

    l'importanza degliesercizi di

    stabilizzazionelocale del tronco

    nella gestionedellatleta con Low

    Back Pain

    Low

    back

    pain

    rehab

    Rosario DOnofrio, Antonio Pintus, A. De Nicola [email protected]

    in atleti di sport a gestualit torsionale

  • nel controllo del movimento delginocchio, deficit di flessibilitrelativa, siano chiari e attuali fat-tori eziopatologici a cui ricolle-gare un dolore lombare. Hir-schberg GG [1] rileva come la-simmetrica mobilit dellartico-lazione dellanca e dellarticola-zione sacro-iliaca rappresentinola patogenesi del dolore lomba-re, cos come ben evidenziatodalla letteratura. Il focus prima-rio di questi studi concorda nelrilevare come chiari fattori predi-sponenti di un LBP:a) un decremento del rangedellarticolazione dell'anca atti-va o passiva (ROM);b) una minore estensione del-lanca; c) un decremento della simme-trica coordinazione tra funziona-lit dellanca e mobilit lombare.Shum GL [2] evidenzia comelarticolazione sacro iliaca, il cuirange of motion minimo 4 dirotazione e 1.6 mm di transla-zione, rappresenti un croceviadegli stress meccanici che af-fluiscono dalla colonna passan-do dal segmento lombare al ba-cino. Questi stress possonocausare una disfunzione ileo-sacrale ed essere in contempo-ranea fonte di stimoli dolorosidella zona pelvica lombare. Di-venta fondamentale a questopunto evidenziare come il con-cetto di disfunzione sia usatocomunemente per incapsularela complessit delle alterazionistrutturali che si verificano in pa-zienti con LBP. Sfortunatamen-te, i termini disfunzione SIJ edolore SIJ sono usati inter-cambiabilmente, ma nella so-stanza hanno un significato cli-nico e una fonte causativa di-versa. Risulta chiaro ed eviden-te come larticolazione sacro-iliaca possa essere la fonte pri-maria di dolore lombare o la vit-tima stessa di altre disfunzioniche possono correlarsi conadattamenti posturali compen-sativi, che saranno a loro voltacausa del dolore lombare. In

    molti sport sono richieste ge-stualit specifiche torsionali conripetuti impegni sui diversi pianidello spazio; limitazioni del ran-ge articolare della coxo-femora-le sfoceranno, per esempio, incompensi asimmetrici postura-li che, attraverso microtraumi ri-petuti, si consolideranno clini-camente in una patologia daoveruse. Nel contesto generaleil tipo di attivit sportiva, coscome la frequenza, la duratae l'intensit, svolgono un ruo-lo predittivo delle lesioni: ognitipo di sport d luogo a specifi-che, asimmetriche, richieste ge-stuali. Per esempio, ai giocatoridi golf viene richiesto, durante loswing, un movimento coordina-to, elegante e armonioso; una li-mitata rotazione dellanca creaschemi adattativi, esponendo arischio lintera integrit della re-gione lombo-pelvica durantelattivit sportiva.

    GESTUALIT TECNICOATLETICHE TORSIONALI ELOW BACK PAINSpecifici sport come weightlif-ting e football americano sonoassociati, secondo Bono et al[3], a unalta incidenza di LBP elesioni alla colonna dorsale/lom-bare, se comparati a una popo-lazione generale. Atleti chepraticano sport a gestualitrotazionali/torsionali constress ripetitivi sulla colonnadorso-lombare, sono mag-giormente predisposti aspondilolisi, fratture da stresse instabilit della colonnavertebrale. Deficit di forza,coordinazione e stabilizzazionedella muscolatura lombare so-no correlabili, come si evincedalla letteratura, con una LBP.Tra le strategie terapeutiche, lastabilizzazione della colonnavertebrale ha ricevuto attenzio-ne considerevole, rappresen-tando il focus di molti lavori pre-senti nella letteratura. La stabi-lizzazione tra i vari segmenti regolata da una serie di proces-

    rehab

    e

  • messa, il range della zonaneutrale incrementa [4]. Que-sto aumento pu potenzial-mente evidenziarsi attraverso: - lincremento del dolore; - lincremento del rischio dilesione, attraverso linibizionedella funzione di stabilizzazioneriflessa; - il decremento della coordi-nazione inter e intra muscolaree, di riflesso, della performancesportiva.In questo contesto viene affer-mato da Hodges, P.W. [5] co-me la stabilizzazione della co-lonna lombare sia realizzata at-traverso il coinvolgimento deidistretti muscolari:a) locali, profondi a espres-sione e controllo posturalecon una funzione maggior-mente stabilizzatrice;b) globali, che trovano la loroespressione nella dinamicitdel movimento. Gli stabilizzatori della colonnavertebrale, cosiddetti locali,hanno ricevuto e ricevonounattenzione considerevole

    si neurofisiologici che si interca-lano con il concetto pi ampiodi postura allinterno di un siste-ma cibernetico. Interventi tera-peutici per l'atleta con LBP in-cludono spesso un approccioclinico/terapeutico multidiscipli-nare, anche se nellallenamentoquotidiano sono spesso propo-sti esercizi a carattere generale,multiarticolari, anche su diversesuperfici instabili, sia per la pre-venzione che per un graduale ri-torno allo sport. Un atleta conLBP pu evidenziare, tuttavia,una marcata atrofia, associa-ta a un decremento della fles-sibilit e della coordinazionedei muscoli stabilizzatori, inparticolar modo di quelli rife-riti alla Core stabiliry. Ulte-riori infortuni, cambiamenti de-generativi articolari, allunga-menti e accorciamenti adattatividelle strutture passive possonocompromettere la stabilit e lafunzionalit posturale. Quandoquesta stabilit, di uno specificosegmento o di una catena disegmenti multipli, compro-

    nella letteratura a causa della lo-ro abilit di prevenire movimen-ti fuori dalla zona neutrale. Laricerca indica che le abilitneurofisiologiche di stabiliz-zazione locali sono soppres-se dopo un episodio di LBP.

    I MUSCOLI STABILIZZATORIMolta attenzione della letteratu-ra si concentrata sugli esten-sori spinali della colonna, inparticolare sull'erettore spi-nale che svolge, secondo lamaggior parte della letteratu-ra, un ruolo di stabilizzatoreprimario. Gli estensori spinaliestendono la colonna, mante-nendo la naturale lordosi e sta-bilizzando la colonna vertebralein catena cinetica chiusa duran-te lo squat e altre attivit sporti-ve in cui viene richiesto un con-trol lo lombare. L'evidenzascientifica suggerisce come siariscontrabile un decrementodei livelli di forza resistentedegli estensori spinali in unapopolazione di LBP. Questosquilibrio si correla a una pre-

    rehab

    Immagine Pearson Education

  • valenza della catena di flessionerispetto alla catena di estensio-ne tale da predisporre lindivi-duo a un LBP. Dal punto di vistaterapeutico, la letteratura sug-gerisce che lincremento dei li-velli di forza degli estensori spi-nali possa correlarsi a un decre-mento dellincidenza di LBP.Studi hanno evidenziato co-me un ruolo focale nella sta-bilizzazione locale sia svoltodal multifido e dal trasversodelladdome. Il trasverso del-laddome, viste le sue inserzionisui processi trasversi e in asso-ciazione allobliquo interno e algrande dorsale, svolge un im-portante ruolo stabilizzatore sulpiano trasverso, nella fase finaledellespirazione. Hodges, PaulW [6] ha messo in risalto come lacontrazione del trasverso del-laddome risulti alterata signifi-cativamente in pazienti con LBPsu tutti i piani di movimenti deltronco; una ritardata attivazionedel trasverso delladdome sicorrela con un deficit del con-trollo neuromuscolare della co-re stability, contribuendo a unadestabilizzazione della stessa.Tra laltro, il movimento su tutti ipiani dellarto superiore d luo-go alla contrazione stabilizzatri-ce dei muscoli del tronco, e inparticolar modo del trasversodelladdome, prima o immedia-tamente dopo, per esempio,lattivazione del deltoide. A taleproposito le ricerche sui cosid-detti A.P.A. (Aggiustamenti Po-sturali Anticipatori), iniziate nellontano 1983, hanno dimostra-to come movimenti veloci diflesso-estensione del bracciosu di un piano sagittale con ilsoggetto in posizione eretta re-clutino prioritariamente il multifi-do omolaterale, il traverso del-laddome, i lunghissimi e gliischiocrurali dellemilato contro-laterale; tutto ci a patto che ilmuscolo diaframma toracico siasvincolato da eventuali apneeinspiratorie e possa essere alservizio della strategia anticipa-

    toria come fissatore di tutti i mo-vimenti volontari, che avvengo-no naturalmente in espirazione.In questo contesto, un ruolostrategico svolto da un mu-scolo locale: il multifido,muscolo profondo che man-tiene e controlla i livelli fisio-logici posturali partecipandonel controllo delle gestualittorsionali.

    DISCUSSIONE La stiffness del tronco un'importante sottoscrittricedi stabilit spinale. Anche setessuti passivi contribuisconoalla stabilizzazione del tronco,l'apparato legamentoso, senzaappoggio attivo dellapparatomuscolare, in una situazionedi instabilit, per questo la stiff-ness della Core associata, se-condo alcuni autori, primaria-mente ai livelli di attivit dellamuscolatura del tronco. Unaco-contrazione volontaria nellamuscolatura del tronco stataassociata a un aumento del re-clutamento dei livelli di attivitsia dei muscoli agonisti che an-tagonisti, al fine di mantenereuna postura, una stabilit e uncontrollo ottimale durante ge-stualit dinamiche.L'evidenza che emerge dallaletteratura suggerisce che ilmultifido e il trasverso del-laddome subiscano cambia-menti patologici successivi aepisodi di LBP, come:1. decremento dellattivit an-ticipatoria neuromuscolare; 2. atrofia; 3. decremento dei livelli diforza. La normalizzazione dellattivitdel muscolo multifido non spontanea sia all'atto della re-missione dei sintomi dolorosiche al ritorno alle normali attivitquotidiane: stato evidenziatocome pazienti partecipanti agruppi di esercizi riabilitativispecifici decrementavano gliepisodi di LBP. Inoltre, a un an-no, le recidive nel gruppo di pa-

    zienti trattati con esercizi tera-peutici erano del 30%, mentrenel gruppo di controllo eranodell84%. Si deduce come unarieducazione specifica, asso-ciata a terapia farmacologica,possa essere pi efficace nelridurre episodi recidivanti diLBP, rispetto al gruppo dicontrollo che effettuava la so-la terapia farmacologica.L'attivazione del trasverso del-laddome, del multifiido e delgrande gluteo ritardata, du-rante la flessione dell'anca, sullato sintomatico in soggetti condolore sacroiliaco e LBP, com-promettendo di fatto la stabiliz-zazione pelvica. La funzionedella locale stabilizzazione quella di offrire una base sta-bile al momento preparatorioo anticipatorio dei movimentidel tronco e degli arti. In atle-ti con LBP, questo controllo alterato e il muscolo trasver-so delladdome mostra unat-tivazione ritardata o alterata,sfociando verso uninabilitnel controllo neuromuscola-re. In uno status di destabilizza-

    rehab

    Henry Gray - Anatomy of the human body

  • zione conclamata, gestualittorsionali danno luogo ulterior-mente a un incremento dellelateral shear forces sulla co-lonna vertebrale con overstresssui vari elementi, che sfocianoin microtraumi lesivi a caricodelle strutture viscoelastiche.Tali stress meccanici, asimme-trici, concorrono a un incre-mento dei fattori di rischio diLBP in sport a gestualit e mo-vimenti torsionali. Differenze disimmetria nel movimento dellaregione lombare durante latti-vit del tronco e degli arti infe-riori sono stati riportati in perso-ne con LBP. Sono, inoltre, pre-sentate in letteratura, correla-zioni importanti tra LBP e re-strizioni di mobilit dellanca:

    pazienti conLBP han-

    no dimo-s t r a t o

    u n a -s im-

    metria almovimentodella regio-

    ne lombaredurante un

    trunk lateralbending e nei

    test torsionali unincremento dei

    sintomi. In assen-za di LBP, la con-

    trazione dei muscoli stabilizza-tori locali automatica e sup-porta il movimento degli arti otronco. Diversamente, atleticon LBP presentano un decre-mento dei livelli di attivazione,controllo e stabilizzazione dellacore stability.

    CONCLUSIONI Una vasta letteratura si soffer-mata sul Low Back Pain (LBP),proponendo differenziate stra-tegie terapeutiche per la ridu-zione del dolore e il migliora-mento della locale e successi-vamente della generale stabi-lit. Recenti evidenze hannomesso in risalto come esistauna correlazione tra LBP e de-cremento dei valori di resisten-za degli estensori lombari, met-tendo in risalto come lanalisidellequilibrio del complessobacino-anca sia vitale nellaprevenzione e trattamentodel LBP.Studi incoraggianti hanno evi-denziato come, migliorandolattivit del Trasverso del-laddome e del muscolo mul-tifido, decrementi il dolorenella zona lombare.

    NOTE1. Hirschberg GG, Froet-scher L, Naeim F. Iliolumbarsyndrome as a common cau-se of low back pain: diagno-sis and prognosis. Arch PhysMed Rehabil 1979; 2. Shum GL, Crosbie J, LeeRY. Three-dimensional kinetics

    of the lumbar spine and hips inlow back pain patients during sit-to-stand and stand-to-sit. Spine 2007; 3. Bono , C.M. Low-back pain inathletes. J. Bone Joint. Surg. Am.86:382 396. 2004.4. La zona neutrale della colonna quel range di dislocamento neutraledove lesecuzione del movimento esprimibile attraverso una minimaresistenza dalle strutture osteolega-mentose. La zona neutrale pu es-sere interessata negativamente per:a) una lesione per una degenerazio-

    ROSARIO DONOFRIO

    Dottore fisioterapista, diplomatoISEF, Master in Posturologiapresso lUniversit La Sapienzadi Roma, stato fisioterapistadella Nazionale Italiana di Palla-mano Senior A maschile e dellaNazionale Italiana di Basket Fem-minile senior A. Preparatore atle-tico e allenatore, ha pubblicato aoggi oltre 102 lavori scientifici, suriviste nazionali di interesse spe-cifico nel campo della rieduca-zione e riabilitazione dello sport edella preparazione atletica. Suquesti stessi temi ha relazionatoa oltre 34 Congressi Nazionali e a13 Congressi Regionali, comeInvited Lecture.

    ne articolare, b) una perdita dellastiffness passiva, c) la debolezza ol'inibizione della muscolatura chesvolge un ruolo posturale di stabiliz-zazione.5. Hodges, P.W. ., and C.A-. Ri-chardson. Altered trunk muscle re-cruitment in people with low backpain with upper limb movement atdifferent speeds. Arch. Phys. Med.Rehabil. 80:10051012. 19996. Hodges, Paul W Inefficient Mu-scular Stabilization of the LumbarSpine Associated With Low BackPain: A Motor Control Evaluation ofTransversus Abdominis Spine: 15November 1996 - Volume 21.

    rehab LEGGI LA BIBLIOGRAFIA

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