L’autoregolazione:
dalla cognizione alla metacognizione
Primaria
Obiettivo: Apprendimento Autoregolato
Cosa significa
autoregolazione
è composta da alcune fasi e da una serie di aree su cui essa viene esercitata
[Pintrich e Zusho, 2002]:
1. pianificazione
2. monitoraggio
3. controllo
4. reazione e riflessione
FASI AREE
1. cognizione
2. motivazione/affettività
3. comportamento
4. contesto
Richieste
del
compito Strategie
cognitive,
motivazionali,
ambientali
Risorse
personali Preconoscenze
Strategie
cognitive,
motivazionali,
ambientali
pianificazione
monitoraggio valutazione
CONOSCENZA METACOGNITIVA
CONTROLLO METACOGNITIVO
APPRENDIMENTO AUTOREGOLATO
Le tipologie più frequenti in ambito scolastico
AGGRESSIVITA’ OPPOSITIVITA’ INIBIZIONE
I COMPORTAMENTI DIFFICILI
L’inserimento a scuola e la successiva convivenza con
un ambiente educativo strutturato crea, in questi
bambini, notevoli difficoltà.
Il bambino con queste caratteristiche non ha gli
strumenti sufficienti per affrontare il rapporto con i
pari e provare a risolvere eventuali contrasti,
mettendosi nei panni dell’altro.
Di fronte a questa nuova situazione il bambino, non
potendo ricorrere ad adeguate competenze sociali,
tenderà a fomentare il conflitto diventando presto
una figura “fastidiosa” e da evitare
DIFFICOLTA’ ED ETEROGENEITA’
COME REALIZZARE UNA SCUOLA
INCLUSIVA
«Come sfondo integratore vorrei indicare tutte le
strutture connettive che riescono a tenere insieme
senza immobilizzare» (Canevaro e Chieregatti, 1999)
Modificazione e arricchimento di contesto
comunicativi, relazionali, affettivi, strumentali e
materiali
Fonte: Ianes, Macchia, 2008
Processi di mediazione
nella microdinamica
Insegnamento/apprendi-
mento
Cornice metodologica
Cornice relazionale
Cornice affettiva
Fonte: Ianes, Macchia, 2008
ATTIVARE LA RISORSA COMPAGNI DI
CLASSE/SCUOLA
Sostegno alla prosocialità e alla solidarietà tra alunni
(Stainback e Stainback, 1993; 1996)
L’ambiente interpersonale in classe ha un’influenza
importante sugli atteggiamenti dell’alunno (interessi,
impegno, rendimento, prosocialità) (Walberg e
Greenberg, 1997)
Scuole dove manca il senso di comunità e di forte
appartenenza a un gruppo ci sono problemi di
rendimento e abbandono scolastico, emarginazione degli
alunni con disabilità, bullismo (Menesini, 2003; Lines,
2008)
Strumenti: gruppi cooperativi; tutoring
OSSERVAZIONE COMPORTAMENTO
PROBLEMATICO
L’ANALISI FUNZIONALE
Il Modello ABC
COMPORTAMENTI
Il comportamento è
qualcosa di
osservabile che una
persona compie, di
cui si può contare la
frequenza e che si
può modificare .
Può essere positivo
o negativo.
ANTECEDENTI
Gli antecedenti sono
gli eventi che si
verificano prima di un
comportamento.
CONSEGUENZE
Le conseguenze
sono gli eventi che si
verificano dopo.
Possono essere
positive o negative.
la pigrizia, il non lavorare non sono
comportamenti.
camminare, urlare colpire sono comportamenti.
Regole
Aspettative
Comunicazioni
Pensieri.
Premi
Punizioni
Strumenti per osservare la relazione
• Sociogramma
INTERVISTA SOCIOMETRICA
L’obiettivo: fornire un quadro delle relazioni presenti nella classe. Attraverso il sociometrico si può investigare lo status sociometrico, il grado in cui i bambini sono scelti o non scelti dai propri pari. Il costrutto teorico che sta alla base di tali nomine è l’accettazione sociale. Questa metodologia è stata anche applicata per lo studio dell’amicizia.
Le persone intervistate possono essere differenti:
2. Educatori e insegnanti.
1. Bambini – Bambini con la stessa/diversa età (Coie, et al., 1982);
– Bambini dello stesso genere/diverso genere (French & Waas, 1985);
INTERVISTA SOCIOMETRICA
L’intervista ha luogo individualmente in
un’area tranquilla della scuola.
Introduzione: Mi interessa scoprire con quali
bambini i tuoi compagni preferiscono o meno
giocare. Non ci sono risposte giuste o sbagliate a
queste domande. Mi interessa soltanto sapere
quello che pensi tu.
INTERVISTA SOCIOMETRICA
L’INTERVISTA SOCIOMETRICA
L’intervista prevede una domande:
“Con chi ti piace giocare?”
(nomina positiva)
"Con chi non ti piace giocare?«
(nomina negativa)
Si da ai bambini la possibilità di indicare tutti i
nomi dei compagni.
Si ottiene lo status sociometrico
I MAPPINGS
MAPPA DELLA CLASSE
F F
F
F
F F
F
F F
F
M M
M M
M
M
M
F M
F
M
COME PROMUOVERE
LA COMPETENZA SOCIALE E FAVORIRE LA RELAZIONE TRA
PARI
APPRENDIMENTO COOPERATIVO
TRAINING DI ABILITA’ SOCIALI
MODELLO SOCIO-RELAZIONALE
La «pedagogia sociale» (Kutnick, 2005) si pone come obiettivo quello di
studiare come i contesti e le interazioni sociali con gli adulti e con i
pari possono incrementare o inibire lo sviluppo dei bambini nei setting
educativi. Si fonda sull’analisi della qualità delle relazioni tra
bambini.
COME SVILUPPARE
COMPORTAMENTI COOPERATIVI
SPECIFICI
AUTOREGOLAZIONE
Le nostre regole
Uso del semaforo
La regola del tempo
Le 5 fasi del processo di autoregolazione
CRITERI GENERALI PER L’ACQUISIZIONE DI
NUOVI COMPORTAMENTI ATTRAVERSO GRUPPI
DI DISCUSSIONE
I comportamenti nuovi vanno definiti e discussi precisamente.
Gli alunni devono imparare a riconoscere i comportamenti nuovi.
Gli alunni devono poter definire e discutere il comportamento in modo oggettivo.
Gli alunni devono avere la possibilità di fare molta pratica dei comportamenti nuovi.
I comportamenti nuovi dovrebbero essere rinforzati ogni volta che si manifestano
Qualsiasi esercizio che viene sviluppato allo scopo di formare delle abilità dovrebbe rispondere a questi 5 principi
FORMARE L’EQUITÀ NELLA PARTECIPAZIONE
Morris (1977) ha indicato alcune norme necessarie per un
comportamento cooperativo di problem solving:
Esprimi le tue idee
Ascolta gli altri, dà a tutti l’opportunità di parlare
Chiedi agli altri le loro idee
Motiva le tue idee e discuti molte idee diverse
L’insegnamento delle norme per un’equa partecipazione
impedisce agli alunni di status più elevato di dominare
l’interazione. Si possono scrivere su un cartellone da
tenere nell’aula.
Elaborazione metacognitiva: stanno parlando tutti? Vi
state ascoltando a vicenda? Fate domande? Cosa potreste
chiedere per sapere le idee dell’altro? State motivando le
idee e ottenendo varie opinioni?
…ESEMPIO
E’ risultato molto efficace stimolare gli allievi a proporre
loro stessi i comportamenti che possono risultare utili
nello svolgere un’attività individuale o di gruppo in classe.
Ai più piccoli, potresti proporre di realizzare un disegno dal
titolo «vorrei che la mia classe fosse così» o, ancora, potrai
invitarli a scrivere un tema sull’argomento.
Primo passo: coinvolgere e non imporre
«Ragazzi, oggi vorrei chiedervi di esprimere la vostra opinione su
come vi piacerebbe che fosse la nostra classe durante le attività di
studio o di lavoro individuale o di gruppo. Come vi piacerebbe
che si comportassero i vostri compagni di classe? Quali
comportamenti potrebbero facilitare o ostacolare il lavoro di
gruppo?»
SECONDO PASSO: TRADURRE IN COMPORTAMENTI
CONCRETI
Anche se gli allievi avranno tirato fuori diverse idee su come sarebbe bello comportarsi in un certo modo in classe, può darsi che tali idee risultino ancora
legate a concetti astratti.
Ad es.: qualcuno potrebbe aver sottolineato l’importanza di “collaborare” o “ascoltarsi”, tuttavia se ci rifletti un attimo, questi due termini sono concetti astratti se non li traduciamo in comportamenti osservabili, poiché non ci dicono molto rispetto a ciò che “bisogna fare” per poter dire che si è in ascolto e collaborativi.
Come si può fare a spiegare agli allievi “cosa vorremmo vedere” quando parliamo di una
certa abilità sociale?
REALIZZARE UNA CARTA T
Un modo molto utile, suggerito dagli autori che
si sono occupati di Apprendimento cooperativo,
è quello di realizzare una carta T o T chart
(Comoglio & Cardoso, 1996). La T chart si chiama così
perché consiste nel disegnare su un foglio, alla lavagna,
o su un cartellone, una grande T.
Nella parte alta del foglio, sopra la T, viene
indicata l’abilità sociale su cui si intende
lavorare; nella parte sottostante, invece,
vengono riportati i comportamenti verbali e
non-verbali previsti da quell’abilità.
Saper ascoltare
Comp. Non verbali Comp. verbali
“Molto bene, mi sembra che avete nominato tante
abilità sociali utili, ma come facciamo ad accorgerci
che le stiamo mettendo in pratica? Forse possiamo
pensare a cosa fa con le parole (comportamenti
verbali) e cosa fa con i gesti (comportamenti non
verbali) la persona che mette in atto quella abilità.
Ad esempio: cosa fa con le parole il compagno che vi
sta ascoltando? E cosa fa con i gesti?” oppure
“Come vi accorgereste che i vostri compagni di
gruppo stanno collaborando? Cosa fanno con le
parole e con i gesti?”.
REALIZZARE UNA CARTA T
TERZO PASSO: RINFORZA IL RISPETTO DEI
COMPORTAMENTI SOCIALI
Potresti motivarli spiegando loro che, siccome hanno
individuato una serie di comportamenti sociali utili, vuoi
aiutarli ad allenarsi nel rispettarli.
Spiegherai così che li osserverai, durante i lavoro in gruppo
o la lezione, e registrerai su una griglia una X ogni volta che
ciascuno metterà in atto i comportamenti che avrete deciso
insieme di monitorare (ad es.: nel primo mese vi
concentrerete sui comportamenti dell’ascoltare, durante il
secondo mese, su quelli del collaborare).
Dapprima sarai tu stessa/o a monitorarli, in un secondo
momento, potresti affidare il compito agli allievi stessi.
Per rendere la cosa ancora più strutturata, potrai comunicare loro che utilizzerai una scheda di osservazione su cui registrerai, in un tempo stabilito (ad esempio ogni 15’/20’) la presenza del comportamento in ciascun allievo (o in ciascun membro del gruppo se lavorano in cooperazione).
Con i bambini della primaria, una modalità di rinforzo dei comportamenti sociali, che si è dimostrata particolarmente efficace, è quella del rinforzo attraverso i gettoni.
In pratica questa modalità sfrutta i principi della token economy, con l’obiettivo di riuscire a raggiungere una motivazione intrinseca per la messa in atto di alcuni comportamenti, attraverso un rinforzo estrinseco.
TERZO PASSO: RINFORZA IL RISPETTO DEI
COMPORTAMENTI SOCIALI
SCHEDE PER IL MONITORAGGIO DEI
COMPORTAMENTI COOPERATIVI
…PER CONCLUDERE
Sintetizzando quanto proposto :
1. E’ fondamentale tradurre in comportamenti
concreti, verbali e non verbali, abilità sociali
generiche e astratte
2. Devi rinforzare i comportamenti quando si
verificano, anche se appena accennati, perché
i ragazzi siano motivati a rispettarli e credano nella
possibilità di riuscire a realizzarli.
……ESEMPIO DI CARTELLONE DI REGOLE
ESPRESSE IN POSITIVO
Esempi di cartelloni:
LA TOKEN ECONOMY COOPERATIVA
Si può pensare di prevedere un momento nell’arco della giornata scolastica (es. dopo pranzo o gli ultimi 15 minuti prima di andare a casa) di valutazione del rispetto delle regole da parte di ciascun bambino
ESEMPIO:
A partire dal cartellone delle regole,
ciascun bambino riceverà:
-una faccina sorridente se rispetta almeno
3 regole;
-Una faccina così così se rispetta meno di
3 regole;
-Una faccina triste se non rispetta
nessuna regola.
USO DEL SEMAFORO PER RITROVARE LA CALMA
Quando siamo di fronte a un problema
invece di rispondere impulsivamente
pensiamo alla luce rossa e ci fermiamo
Con il giallo elaborare un piano
per risolvere il problema
Con il verde cominciamo a mettere in
atto il piano
LA REGOLA DEL TEMPO
Pianificazione
Monitoraggio
Autoregolazione
SVILUPPO
DELL’AUTOCONTROLLO EMOTIVO
SVILUPPO DELL’AUTOCONTROLLO EMOTIVO
Obiettivi:
Recuperare il deficit nelle abilità sociali, emotive e
cognitive;
Insegnare modalità di gestione della propria aggressività.
Comprendere che le emozioni non sono né buone né cattive, né
giuste né sbagliate;
Comprendere che ciò che conta è il modo in cui gestiamo le
nostre emozioni;
Imparare ad identificare le diverse emozioni;
Imparare ad identificare i diversi livelli di intensità della stessa
emozione;
Riconoscere gli antecedenti tipici ed i segnali corporei della
rabbia ed utilizzarli come segnali che ci comunicano che è tempo
di ricorrere a strategie di gestione.
ATTIVITÀ: RICONOSCIMENTO DEI DIVERSI
STATI EMOTIVI
Fare riferimento alla scheda Che emozione è? o utilizzare illustrazioni tratte da giornali. Potreste costruire un poster dei sentimenti che raffigurano emozioni diverse.
Obiettivo è di imparare a identificare diversi segnali fisiologici e fisici che si associano alle emozioni (espressioni facciali, posture corporee, tono di voce, segnali corporei interni) e capire che qualsiasi sentimento stiamo provando è accettabile. Esplicitate che sono i comportamenti associati ad alcune emozioni che devono essere modificati e non le emozioni stesse.
Chiedere ai bambini di identificare e commentare i sentimenti raffigurati.
Costruite un cubo delle emozioni, incollando su ciascuna faccia un cartoncino raffigurante un’emozione. Ogni bambino tira il dado e rappresenta l’emozione che appare sulla faccia superiore (espressione non verbale)
IDENTIFICA L’EMOZIONE IDENTIFICA L’EMOZIONE
Questo strumento si presta a essere utilizzato anche con soggetti che non sono in grado di verbalizzare.
È costituito da 21 schede nelle quali sono affrontate sette emozioni di base: paura, felicità, sorpresa, disgusto, tristezza, rabbia, dolore - a diversi gradi di intensità.
I bambini, partendo dall'espressione di un volto fotografato, vengono guidati in un percorso che li porta:
a riconoscere una data emozione negli altri -attraverso l'analisi delle caratteristiche di tale volto (occhi, bocca, fronte…)
a contestualizzare quella stessa emozione (cioè a capire in quante e quali situazioni si può provarla) -attraverso l'analisi dei disegni che completano ogni scheda, mostrando situazioni in cui l'emozione individuata viene "agita"
a riflettere su quando, come e perché essi stessi provano o hanno provato l'emozione in questione.
RICONOSCERE LE EMOZIONI
DIARIO DELLA RABBIA
TERMOMETRO DELL’INTENSITA’
Intensità da
1 a 10
1
10
IL PROGRAMMA SEED
(Social and Emotional Early Development)
54
SVILUPPO DELLE COMPETENZE SOCIALI
Lo sviluppo delle competenze sociali si basa sulla
comprensione che le persone sono dotate di stati interni,
emozioni, pensieri, intenzioni, scopi, che orientano il
comportamento e le relazioni con gli altri e con il sistema di
norme e di valori sociali
Comprensione
degli altri
Comprensione di
Sé
Procede parallelamente
SOCIALITÀ
Scambio tra individualità percepite come separate e
distinte una dall’altra
Requisiti indispensabili
QUALI ABILITÀ SVILUPPANO LE ATTIVITÀ DEL PROGRAMMA SEED?
Il programma ha individuato cinque categorie di competenze socio-emozionali da sviluppare:
Sviluppo personale e sé: capacità di descrivere se stessi e gli altri in modo appropriato.
Alfabetizzazione emotiva: individuazione, denominazione e gestione delle emozioni.
Empatia e tolleranza: capacità di comprendere gli altri, di “mettersi nei loro panni”, facilitando l’accettazione e la tolleranza.
Assertività e comunicazione: esprimere opinioni, bisogni e desideri; ascoltare in modo accurato comprendendo l’altro ed essere capaci di chiedere aiuto.
Gestione dei conflitti: distinguere i fattori che sono all'origine di un conflitto e sviluppare una strategia per risolvere un problema.
Queste abilità costituiscono il nucleo delle competenze fondamentali necessarie per gli studenti per affrontare conflitti relazionali compreso il bullismo
Personale
Interpersonale
Metodologia
L’enfasi è posta sulla metodologia piuttosto che sui
materiali:
Si basa su una struttura narrativo/discorsiva invece che su
attività carta e matita
Viene valorizzata la conversazione e la discussione tra i
bambini e tra bambini e adulto, la costruzione condivisa
delle conoscenze e il ruolo dell’adulto come facilitatore.
Il lavoro si basa su una costruzione sociale dei significati in
gruppo che rafforzano la cooperazione e consolidano la
formazione di reti sociali. E’, infatti, un processo continuo di
riflessione e rimandi che l’insegnante e gli studenti
svolgono gli uni con gli altri.
DIDATTICA METACOGNITIVA
Valorizzare la conversazione vuol dire che l’attenzione
dell’insegnante è volta al formare quelle strategie
mentali superiori di autoregolazione che vanno al di
là dei semplici processi cognitivi mentali primari
(leggere, calcolare, ricordare).
Questo andare al di là della cognizione significa
innanzitutto sviluppare nell’alunno la consapevolezza
di quello che sta facendo, del perché lo fa, di quando è
opportuno farlo e in quali condizioni.
Tende a formare le capacità di essere il più possibile
gestori diretti dei propri processi cognitivi, dirigendoli
attivamente con proprie valutazioni e indicazioni
operative
Come sono strutturate le attività?
Le attività presentate si riferiscono a situazioni comuni
che i bambini vivono nell’ambiente scolastico e
presentano una struttura comune:
Descrizione dell’attività: vengono specificati i contenuti
di ogni attività e come condurla.
Dialogo: l’insegnante ha un ruolo cruciale nell’avviare e
mantenere il dibattito attraverso la presentazione di
conflitti cognitivi per guidare la riflessione degli
studenti.
Delineare le idee principali: per rafforzare i contenuti
affrontati durante la discussione al termine di ogni
attività svolta e anche per favorire la generalizzazione
dei risultati, agli allievi sarà proposto di creare uno
slogan che riassuma il lavoro svolto in classe.
Tempo: la durata dell’attività dipende dal livello di
partecipazione degli allievi e dall’età.
ATTIVITÀ N°1
José e Pedro sono due amici che, come te, iniziano il loro primo giorno di
scuola oggi. Quando si sono svegliati stamattina, sono andati davanti allo
specchio, si sono lavati la faccia e spazzolati i capelli. José è biondo, ha i
capelli corti e grandi occhi marroni. Anche Pedro è biondo, ha i capelli corti e
gli occhi marroni. I due hanno tante cose in comune, ma ci sono altre cose
che li rendono diversi.
DIALOGO
Hai mai prestato attenzione a queste cose?
Perchè presti attenzione a queste cose? Perchè non
ad altre?
Pensi di avere qualcosa di speciale da sottolineare?
Conosci qualcuno che ha le tue stesse
caratteristiche principali? Chi?
C’è qualcosa che hai tu che è diverso da quello che
hanno i tuoi compagni?
Che cosa ti piace fare? Perchè? E’ quello che ai
tuoi compagni di classe piacerebbe fare? Pensi che
loro vorrebbero fare le stesse cose?
DELINEARE LE IDEE PRINCIPALI
Al fine di rafforzare i contenuti affrontati durante la discussione,
e anche al fine di favorire la generalizzazione dei risultati
ottenuti, verrà proposto agli alunni di creare uno slogan che
riassuma il lavoro svolto in classe.
Che cosa abbiamo fatto oggi?
Che cosa abbiamo imparato?
Fornite esempi di situazioni dove ciò che abbiamo imparato può
essere utile.
Che cosa è stato più difficile da fare?
Come abbiamo fatto a superare queste difficoltà?
Slogan
SLOGAN
Alcuni esempi di slogan:
Io sono unico e irripetibile.
Ho tante cose che mi rendono unico