+ All Categories
Home > Documents > Il Tempio Di Salomone[1]

Il Tempio Di Salomone[1]

Date post: 21-Jul-2015
Category:
Upload: giovanni-farnocchia
View: 199 times
Download: 5 times
Share this document with a friend
29
 A:. U :. T :. O:. S:. A:. G:. Supremo Consiglio d'Italia del 33:. ed Ultimo Grado Massoneria Universale di Rito Scozzese Antico ed Accettato Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi Oriente di Prato IL TEMPIO DI SALOMONE INDICE l. Premesse Storiche pag.2 2. La Costruzione del Tempio pag. 5 3. Descrizione del Tempio  pag. 12 4. Il Simbolismo Esoterico del Tempio pag. 14 5 Bibliografia pag. 17 6. Allegati Prato: Giugno 2001
Transcript

A:. U :. T :. O:. S:. A:. G:. Supremo Consiglio d'Italia del 33:. ed Ultimo Grado Massoneria Universale di Rito Scozzese Antico ed Accettato Obbedienza di Piazza del Ges Palazzo Vitelleschi Oriente di Prato

IL TEMPIO DI SALOMONE

INDICE l. Premesse Storiche 2. La Costruzione del Tempio 3. Descrizione del Tempio pag. 12 4. Il Simbolismo Esoterico del Tempio 5 Bibliografia 6. Allegati Prato: Giugno 2001 pag.2 pag. 5 pag. 14 pag. 17

1) Premesse Storiche All'inizio, la storia delle origini di Israele, dai racconti della Creazione fino ai tempi dei Patriarchi e di Mos, comprendente tutte le figure del Vecchio Testamento (Adamo, Eva, Caino, Abele, No, Abramo etc,) fu probabilmente tenuta a memoria e tramandata a voce sotto fonna di versi e canti. Quando, gi dopo la conquista della teITa promessa, arnvarono alla lingua scritta, gli Israeliti cominciarono presumibilmente a scrivere i primi resoconti. E' possibile che altre storie degli inizi di Israele siano state trascritte ai tempi di Saul e David, ma fu solo agli albori del XO sec. a. C., durante il regno di Salomone, che i sacerdoti del Tempio di Genlsalemme cominciarono a copiare e conservare sistematicamente i sacri testi. Quei testi costituirono con molta probabilit il nucleo dei primi cinque libri del Vecchio Testamento, attribuiti a Mose e denominati poi "Pentateuco": Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio, i quali contenevano le storie dei Patriarchi, la nan-azione dell'Esodo con tutte le Leggi e i comandamenti di Dio. Nell'arco dei successivi 800 anni di storia biblica, furono aggitmti altri libri fino a quando, nel II o sec. a.C., i capi religiosi decretarono che non fossero fatte ulteriori aggilmte al Vecchio Testamento. Il paese in cui vissero e agirono i Patriarchi e i profeti era molto piccolo, stretto, nei suoi confini, tra i giganteschi imperi dell'Egitto e della Mesopotamia, civilt che erano gi antichissime quando sorse il primo regno di Israele (vedi tav.l). Al momento del loro insediamento in Palestina, gli Israeliti erano organizzati in una societ tribale, basata su un' economia agricolo-pastorale. Eccezionale era la presenza di agglomerati urbani, che dovevano essere piuttosto interpretati come insediamenti non fortificati in cui vivevano gli addetti alle attivit agricole. Il nucleo di questa organizzazione sociale era rappresentato dalla famiglia allargata, i cui membri si occupavano dell'agricoltura e dell'allevamento dei propri capi di bestiame in modo da garantirsi l' auto sufficienza. La trib era lm'entit fluida e variabile, essendo costituita da gruppi di elementi che vivevano vicini l'un l'altro in una detenninata area, e che si aggregavano per far fronte a momentanee aggressioni sulla base del reciproco bisogno piuttosto che per reale senso di parentela. Il cOlmnercio era pressoche inesistente, le aggressioni e i pericoli generalmente coinvolgevano solo alcuni gruppi e non era avvertita la necessit di

lma stnlttura sociale pi allargata. La fonna di vita era condizionata dalle necessit e dalle decisioni della famiglia piuttosto che dal concetto di "Israele". In casi di emergenza si allestivano alleanze, limitate nel loro coinvolgimento, guidate da capi carismatici chiamati a gestire la situazione, la cui durata era limitata a fronteggiare la situazione contingente. Tale tipo di societ, definita come segmentaria, era completamente decentralizzata ed alleanze di qualsiasi natura erano assolutamente eccezionali.

2 Dopo il cosiddetto periodo dei "Giudici", la federazione delle trib di Israele, che rimaneva ancora disomogenea e politicamente senza un comune organo di governo, improvvisamente si eresse a vero e proprio Stato e Saul divenne il primo Re di Israele (I Sam. 9,1-10;9,16;11,1-11 e 15) Saul, della trib di Beniamino, fu scelto dal profeta Samuele che lo proclam 'unto del Signore". Visse intorno all'anno 1.000 a.c. e sotto la sua guida gli Israeliti entrarono in una nuova fase della loro storia, poich strutture societarie tradizionalmente divise e separate furono sostituite da un potere politico centralizzato, e la sua ascesa derivava dal fatto di aver organizzato la resistenza degli abitanti dei villaggi delle colline contro i vicini aggressori, in particolare i Filistei. Il suo regno per non aveva comunque strutture amministrative ben organizzate o confini ben definiti, ed importante notare che Gerusalemme, all' epoca un villaggio di non rilevante importanza, non entr mai a far parte del regno di Saul (Il Sam. 5. 6-8). La successiva sovranit di David, sia per le sue origini come per il suo sviluppo, molto diversa da quella di Saul. David, della trib di Giuda, era un capo di mercenari, dapprima al soldo di Saul (I Sam. 18,5), quindi per proprio conto, infine al servizio dei Filistei che lo avevano addirittura creato principe (I Sam. 27,6). e divenuto amico di Jonathan, figlio di Saul, spos la figlia del re Michol. Allora Saul cominci a temere che David potesse essere una minaccia per il suo stesso potere e per l'ascesa al trono di suo figlio Jonathan e cerc quindi di eliminarlo. David fugg e infine trov rifugio proprio presso gli antichi avversari, i Filistei. Nelle loro fila partecip alla battaglia del Monte Gilboa in cui lo stesso Saul e suo figlio Jonathan furono uccisi.

Considerato ancora un alleato dei Filistei, David venne incoronato re dagli anziani della trib di Giuda. In questa veste si scontr con il successore di Saul, Ishbosheth, un re debole, sconfiggendolo. Un evento cruciale nella storia fu rappresentato dalla conquista di Gerusalemme da parte di David (circa 1.000 a.c.). Il luogo non rivestiva all'epoca alcuna particolare rilevanza, ma per gli scopi di David rappresentava la capitale ideale. Oltre a costituire un luogo facilmente difendibile con lilla ricca sorgente d'acqua, Gerusalemme rappresentava un territorio neutrale fra gli Israeliti a nord e i Giudei a sud. Inoltre, quando in seguito il regno di David si estese dalle colline verso la pianura e la Transgiordania, Gerusalemme conferm la sua importanza perch si trovava in una posizione centrale ideale per il controllo del territorio. Il regno di David generalmente considerato una continuazione di quello di Saul e, probabilmente, lo stesso David si sforz di sottolineare questa continuit chiamando il suo regno Israele e portando a Gerusalemme l'Arca dell'Alleanza.

3 L'Arca dell' Alleanza era stata costruita per contenere le Tavole della Legge, durante le peregrinazioni degli Ebrei nel deserto del Sinai dopo l'uscita dall 'Egitto, allorch sul monte Horeb Dio aveva comandato a Mos: "D ai figli di Israele che mi faranno un santuario ed lo abiter in mezzo a loro" (Es. 25,8), dicendogli anche come doveva essere costruito il tabernacolo che l'avrebbe contenuta. La Bibbia precisa che per molte settimane tutti gli Israeliti lavorarono per costruire la dimora trasportabile. Le donne tesserono sui telai metri e metri di tessuto di lino fine e di pelo di capra; gli uomini ricavarono, lavorando di martello, utensili d'oro, argento e bronzo e segarono legno di acacia per i pali della tenda sacra. All'interno del Tabernacolo era collocata l'Arca dell' Alleanza, un'arca di legno decorata con Cherubini, contenente i dieci comandamenti e che simboleggiava l'alleanza e le promesse stipulate tra Jahv e il popolo di Israele. Il Tabernacolo era protetto da una tenda di lino, ricamata con figure di Cherubini e, a sua volta protetta, da un'altra tenda di pelo di capra. Al di fuori di queste due tende erano presenti un candelabro con 7 luci, un tavolo, una conca di bronzo per le abluzioni, un altare per i sacrifici, e tutto intorno veniva costruito un recinto (vedi tav. 2). Le vicissitudini dell'Arca dell'Alleanza sono riconducibili al carattere nomadico delle primitive trib israelitiche. Infatti l'Arca, per poter seguire gli spostamenti

delle popolazioni, non aveva una sua definitiva collocazione o casa, come anche esplicitamente indicato dal volere divino (Il Sam. 7), ma veniva comunemente protetta e alloggiata sotto una tenda, alla cui cura erano periodicamente nominati membri delle diverse trib. In occasione di una battaglia fra Israeliti e Filistei, l'Arca fin nelle mani di questi ultimi (I Sam. 4.1-7.2). Trasportata da una citt all'altra, gravi sciagure si verificarono al suo passaggio, finche i Filistei si decisero a restituire l'Arca alla trib dei Leviti che la trasferirono a Gibeal1, luogo dove probabile che rimanesse fino al suo trasferimento a QiryatYearim e di l a Gerusalemme, come ordinato da David. Tuttavia Israeliti e Giudei erano gruppi ben distinti, nessuno dei quali aveva precedenti legami con Gerusalemme. Appare comunque chiaro che una volta che David si insedi a Gerusalemme, la citt divenne il vero centro amministrativo, religioso e militare di un regno dalle caratteristiche molto pi pluralistiche rispetto a quello di Saul. Dopo vittoriose campagne contro i Filistei, nuovamente nemici, David si trov a domare due rivolte interne che si conclusero con la eliminazione di tutti i restanti discendenti della stirpe di Saul, e intraprese in seguito campagne militari che portarono il suo regno a comprendere gran parte della Palestina occidentale e una vasta parte della Transgiordania, fino in prossimit di Damasco. David progett di edificare la casa per l'Arca del Signore, ma Dio stesso lo dissuase, indicando in suo figlio colui che avrebbe realizzato tale progetto (Il Sa 2)

4 2) La Costruzione del Tempio Conquistata Gerusalemme e tolto, con le prime vittorie sui Filistei, il controllo che questi potevano ancora esercitare sull' Arca dell' Alleanza, trasferita a QiryatYearim, David and a prelevarla per collocarla definitivamente nella nuova capitale (Il Sam, 6). Gerusalemme ("Shalem ha fondato" oppure "Shalem conservi"), antica citt dei Gebusei, rappresentava il luogo ideale per dare unit e coesione al nuovo regno: infatti oltre ad essere facilmente difendibile ed estremamente ricca di sorgenti d'acqua, essa era situata in terra di Canaan, cio in un territorio neutrale, non appartenente in particolare ai possedimenti di alcuna trib. Collocando l'Arca nella nuova capitale, David aumentava cos il proprio potere politico sulle 12 trib che componevano il regno. Sotto il profilo religioso, dato che l'Arca era venerata in

eguale misura da tutte, il re vittorioso faceva della nuova capitale di Israele l'erede naturale del Santuario di Siloh del tempo dei Giudici e della Tenda del Deserto, costruita da Mos (cfr. La Bibbia di Gerusalemme, EDB, 1985; Gios. 18;19;21;22; Giu. 18; l Sam. 1;2;4;14,3; l Re 2,27; 14,2). Un ulteriore passo importante per la fondazione di un santuario gerosolimitano, fu compiuto da David con la costruzione di un altare nel luogo dove avrebbe poi dovuto elevarsi il Tempio di Salomone (2 Sam, 24 e l Cron, 21,15-30). L'altare di David venne costruito sul Monte Moriah, nel "campo", o meglio nell' "aia" di Ornan (o "Arauna") il Gebuseo, al quale il re David aveva chiesto di poter acquistare un pezzo di terra perch guidato fin l da una "manifestazione della presenza divina", ossia dall'apparizione di un angelo del Signore, armato di "spada di fuoco" (1 Cron. 21,17-18) - (vedi tav. 3). L'incontro tra Ornan il Gebuseo e David ricorda stranamente quello tra Abramo e Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo (EI-Elyon), avvenuto molti secoli prima nello stesso territorio, presso Salem, identificata poi con Gerusalemme. La figura di Ornan, quasi certamente un sacerdote del culto locale e custode di un luogo sacro, appare infatti quasi pi regale e magnanima dello stesso Re di Israele perch, di fronte alla richiesta di acquisto di David, egli si offre generosamente di donare il suo possedimento, senza contraccambio. Pi che un suddito, fatto oggetto di conquista, Ornan il Gebuseo sembra il Signore del luogo. La decisione di pagare un prezzo per quel "campo" ricorda il pagamento delle "decime" da parte di Abramo nei confronti di Melchisedek, avvenuto nello stesso luogo, in terra di Canaan. Allora il Patriarca ricevette in contraccambio l'offerta simbolica del "pane e del vino", tradizionale dono "graalico".

5. Alcuni studiosi ipotizzano che il racconto biblico della costruzione di un altare di Jahv sul monte Moriah, dove poi sarebbe sorto il Tempio di Salomone, nel terreno di Ornan, voglia rievocare l'incontro tra il culto di Jahv e quello di El-Elyon, il Dio Altissimo dei Fenici e dei Cananei, adombrato dall'episodio di Abramo e Melchisedek. Infatti Abramo, "padre di molte genti", pagando le "decime" a Melchisedek ne aveva implicitamente riconosciuto la superiorit, stringendo

tramite l'iniziazione ricevuta, (l'offerta del "pane" e del "vino"), un collegamento indissolubile ed eterno con il culto ivi praticato. Il monte Moriah era anche il luogo sacro nel quale il Patriarca Abramo aveva offerto a Jahv il suo primogenito Isacco e questo particolare non fa che confermare lo stretto legame esistente tra la storia di Abramo e la fondazione del Tempio di Gerusalemme (Gen. 14,22). Ecco che nel Salmo 110,4 lo stesso re di Israele detto essere "Sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melcbisedek", re di Salem e sacerdote di El-Elyon (il Dio Altissimo). Questa "investitura", "regale" e "sacerdotale" ad un tempo, considerata superiore al semplice sacerdozio levitico, quello derivante da Aronne, fratello di Mos. Infatti Melchisedek detto essere senza genealogia umana e per la tradizione esoterica egli "tipo" e figura dell' eterno Messia, il Figlio di Dio; di chi "rinato dall'alto", cio del vero Iniziato e di tutto quanto concerne l'Alta Iniziazione, la Sapienza Primordiale o Parola Perduta. Poich il patriarca Abramo, che era depositario del culto di Jahv, si sottomise a Melchisedek, sacerdote di El-Elyon, pagandogli le decime, mettendo in relazione i Re di Israele con questo luogo e con il sacerdozio "regale", sembra logico pensare che il testo biblico vuole sottolineare come alla base della successiva costruzione del Tempio di Salomone ci sia l'assimilazione, da parte della religione ebraica, del culto locale, un culto antichissimo ed estremamente evoluto, a carattere "iniziatico", risalente anch'esso, come quello di Jahv, alla comune radice di una tradizione unica, la Tradizione Primordiale. A questo proposito occorre ricordare che il culto del pantheon fenicio e cananeo risentiva a sua volta delle influenze religiose e sapienziali di molte altre civilt, tra cui quella egiziana, caldea e micenea. Il Dio Altissimo (El-Elyon) di origine antichissima e per Filone di Byblos egli era padre di Ouranos (Cielo) e di Gh (Terra), secondo il pantheon fenicio. Orbene in Genesi 14,19 il nome El-Elyon seguito dall' epiteto "creatore del cielo e della terra" e nei Salmi 47,3 e 97,9 Elyon diventato un epiteto di Jahv. Questo fa capire che con l'insediamento del popolo ebraico nella terra di Canaan, ci fu un' osmosi e una assimilazione tra culti diversi tra loro, ma aventi tutti una stessa origine e come comune denominatore il riconoscimento di un Dio unico e l'adorazione di un "Creatore", i cui nomi (ElElyon, Jahv) fanno tutti riferimento ad una Divinit Solare e ad una Tradizione Iniziatica.

6

La scelta del monte Moriah per la costruzione del Tempio di Gerusalemme, come si visto, non era stata una scelta casuale e la conferma di quanto siamo venuti scoprendo, giunge da un altro interessante enigma che accompagna la narrazione dei fatti che precedettero e seguirono l'edificazione del tempio. Sotto il regno di David appare improvvisamente a Gerusalemme una nuova stirpe sacerdotale mai vista prima le cui origini sono oscure: quella di Sadoq (Tzadoq). Il nome di chiara derivazione cananea, come quello di Melchisedek, cui assomiglia: ma da dove veniva questo Sadoq il quale appare nella storia solo posteriormente alla conquista di Gerusalemme e che, dopo aver condiviso il sacerdozio con Ebyatar, lo spodesta del tutto diventando il primo sommo sacerdote del Tempio di Salomone? La sua genealogia, al pari di quella di Hiram, l'artefice del Tempio, contraddittoria, segno evidente del mistero che lo circonda. A Sadoq sono attribuite due diverse genealogie (cfr. 1 Cron. 24,3; 5,29-34; 6,35-38; e 2 Sam. 8,17) e quindi, in parole povere Sadoq risulta essere privo di una vera genealogia umana, come il suo antico predecessore Melchisedek, perch come gli studiosi dell' antico testamento sanno, quando di un personaggio importante si trovano molteplici e contraddittorie genealogie, significa che in realt non ne ha nessuna. Alcuni ritengono che egli fosse il sacerdote del santuario Gebuseo, situato proprio su quel monte Moriah, dove David era stato condotto da una manifestazione divina. Clemente d'Alessandria (I secolo dopo Cristo) ritiene che Sadoq fosse un oriundo della Caldea, mentre altri pensano che egli fosse addirittura il Sacerdote Supremo di EI-Elyon, l'Altissimo del culto Fenicio e Cananeo di cui abbiamo parlato, e che fosse stato assunto da David al servizio di Jahv, tanto da mettere in secondo piano e far poi allontanare il legittimo sacerdote levita di nome Ebyatar (cfr. 2 Sam. 15,24-29; 17,15; 19,12). Come Abramo aveva incontrato Melchisedek cos David avrebbe incontrato Sadoq, riallacciando la storia passata al presente e ricostituendo quell' unit di culto e di integrazione civile e religiosa necessaria alla pacifica convivenza delle due popolazioni: da un lato il popolo ebraico, dall'altro i preesistenti Gebusei. Sadoq sarebbe quindi stato l'erede del "sacerdozio di Melchisedek", e la sua presenza al fianco di David avrebbe simbolicamente ripreso e portato a compimento l'eredit di Abramo, dando contemporaneamente prestigio ed autorit al nuovo re anche presso le popolazioni locali. Il sacerdozio di Sadoq indica a sua volta un sacerdozio superiore a quello levita, perch proveniente da una investitura "regale", trascendente, di origine celeste,

tanto che in seguito gli Esseni, ordine iniziatico di Israele, si autodefiniranno non i figli del sacerdozio Levita, ma i "Figli di Sadoq".

7 La storia della costruzione del Tempio di Salomone comprende e racconta due aspetti diversi ma contemporanei e interdipendenti. Dal punto di vista letterale e storico essa narra la costruzione "materiale" di un edificio realmente esistito, con tutte le opere, i contributi, gli sforzi e le conoscenze tecniche che furono necessarie per portarlo a termine. Dal punto di vista simbolico ed esoterico, essa narra anche come in un determinato momento storico si siano create le premesse indispensabili affinch sulla terra, in un preciso luogo, si manifestasse la Presenza Speciale Divina e come sia sorto un "Centro Iniziatico", ossia un "Tempio", destinato a dare impulso all'evoluzione spirituale umana. In ogni manifestazione ciclica si fa riferimento ad un "Centro Spirituale" che pu prendere nomi diversi, pur racchiudendo il medesimo valore intrinseco: "Sacerdozio Regale di Melchisedek", "Tempio di Salomone", "Santo Graal", "Tempio Massonico" ecc.. Un Tempio vero, o meglio la costruzione materiale e spirituale di un Centro Iniziatico, ci che da sempre prepara la strada a una "nascita divina" nell'Uomo. Con il trasferimento dell'Arca nella nuova capitale, David aveva voluto fare di Gerusalemme il centro religioso e politico di Israele; l'Arca restava per sotto la Tenda e la costruzione di un altare sul Moriah non era sufficiente a fame un santuario che la contenesse. David desiderava costruire una "dimora" per Jahv, ma non riusc a farlo perch uomo di guerra: soltanto suo figlio Salomone, "uomo pacifico", era predestinato a realizzare ci che al padre era stato impedito (2 Sam. 7,13; 7,1-7; l Re 5,17-19; 8,15-21 e l Cron. 22,8-10; 28,3). E' dunque sul monte Moriah, nell' "aia", donata al padre David da Ornan il gebuseo, che Salomone decise di costruire il suo Tempio (l Cron 22,1; 21,18; e 2 Sam 24; 2 Cron 3,1). Il lungo regno di Salomone fu, salvo poche interruzioni, un periodo di pace, di aumento della ricchezza e prosperit del commercio estero e delle costruzioni, e il re mantenne strette relazioni diplomatiche con l'Egitto e Tiro. Il suo matrimonio

con una principessa egiziana, oltre a dimostrare l'importanza che Israele aveva raggiunto di fronte all'Egitto ormai in decadenza, gli port in dote la citt di Gezer. Il grandioso programma edilizio di Salomone e le sue immense ricchezze furono per resi possibili da pesanti tasse e dal ricorso al lavoro forzato (l Re 5,13). Per la tradizione Salomone fu il padre della sapienza israelita e della letteratura sapienziale. L'unificazione delle 12 trib, sostituite in distretti, sotto una monarchia unica e molto potente, rendeva estremamente necessario che si formasse la coscienza di un solo popolo sotto cui raccogliere e fondere le varie tradizioni tribali. La costruzione di un Tempio poteva quindi costituire un mezzo di nuova e forte coesione (vedi tav. 4).

8 Nel 960 a.C. fra il quarto e l'undicesimo anno del suo regno Salomone fu occupato nella costruzione del Tempio ( 1Re 6,37-38; cfr. 6,1). In base ad un trattato di amicizia concluso con Hiram re di Tiro Cl Re 5,15-26), i legnami da costruzione vennero dal Libano, mentre le pietre erano estratte dalle cave prossime a Gerusalemme ( l Re 5,2; 31). Gli Israeliti, tenuti al lavoro obbligato, fornirono la manovalanza (l Re 5,20. 23.27-30), ma fenici furono gli operai specializzati: tagliatori di legna del Libano, marinai per il trasporto marittimo, carpentieri e muratori a Gerusalemme (l Re 5,20.32). Fenicio era, anche se nato da madre israelitica, l'architetto Hiram, che nella valle del Giordano col in bronzo le due colonne del Tempio e gli altri oggetti metallici (l Re 7,13-47). Confrontato con i grandiosi Templi d'Egitto e Babilonia, il Tempio di Salomone era di mediocre grandezza, ma riccamente addobbato e ricco di significati e valenze simboliche e doveva essere una riproduzione in piccolo del Tempio Celeste dove dimorava Jahv, cio dell'intero cosmo. La divisione tripartita del Tempio in "ulam", "hekal" e "debhir" corrispondeva alla divisione in tre parti dell'universo, cos come era concepito dalla tradizione segreta di Israele o kabbalah, e cio il "cielo" (debhir), la "terra" (Hekal) e il "mare" e le "acque" (ulam) (cfr. Sap 9,8; Esodo 25,9,40; Ebrei 8,1-5; Apocalisse 21,1-2 e Flavio Giuseppe, antichit giudaiche, II, 6,4; 7,7; Filone d'Alessandria, De Vita Mosys 3,4 sgg.) - (vedi tav. 5).

Il modello dettagliato del Tempio di Gerusalemme, era stato consegnato da David al figlio Salomone (1 Cron. 28,11 e sgg.) e si ispirava certamente alla descrizione della Tenda del deserto: in essa il Santo dei Santi non era separato dal Santo (hekal) che da un velo, qui ripreso sotto forma di una parete di legno di cedro (cfr. Esodo 26,33). Per spiegare l'architett1lfa del Tempio, fatto edificare da Salomone, bisogna per considerare anche i modelli costruttivi siro-fenici e egiziani. Come naturale il popolo ebreo, essendo stato per secoli un popolo "nomade", non aveva le cognizioni necessarie per dare vita ad una complessa architettura quale era quella del Tempio di Gerusalemme. La conferma degli aiuti esterni ricevuti da Salomone per dare il via all' ambizioso progetto, ci viene dallo stesso racconto biblico, allorch ci informa che gli operai specializzati provenivano da Byblos, antichissima e rinomata citt fenicia, e che il fonditore degli oggetti di bronzo, l' "architetto" Hiram o Huram-Abi, era fenicio per parte di padre, cos come Adonhiram, il soprintendente dei lavori obbligati (cfr. 1 Re 5,28; 2 Sam. 20,24). L'influenza della civilt fenicia su Israele fu dunque molto forte. Byblos, citt fenicia molto rinomata per la lavorazione del papiro egiziano (da cui "biblos" che in greco significa libro), venerava da tempo immemorabile il Dio El, e tutta la regione fenicia era stata luogo di incontro delle influenze mesopotamiche, egiziane e micenee.

9 L'influenza egiziana era prevalente anche a causa degli intensi scambi commerciali intrattenuti, e la "Signora di Byblos", la divinit femminile pi venerata nella citt, era facilmente identificabile con Iside o Hathor di tradizione egizia. Il complesso simbolismo di quella "Grande Opera" che fu il Tempio di Salomone, non facilmente decifrabile sulla base della descrizione pervenutaci, ma le sue precise e meticolose corrispondenze numeriche e architettoniche, dovevano riflettere un ordine dello Spirito e rappresentare l'armonia di quell' Universo dove permane la Presenza di Dio. "Nell'insieme si aveva la rappresentazione di una struttura cosmica e ad un tempo umano-cosmica, i cui caratteri fondamentali in rapporto alla percezione sensibile erano l'unit, la singolarit, la compiutezza, la dignit" (cfr. MASSONERIA E ARCHITETTURA, a cura di Carlo Cresti, Vittorio Leti Messina, Architettura: mesocosmo simbolico tra microcosmo e macrocosmo, pag.368, Bastogi, 1989).

Complessivamente il Tempio misurava 70 cubiti di lunghezza (60+10 di atrio) e 20 cubiti di larghezza, ed era stato edificato secondo l'armonia dell'utilizzo del "numero aureo". Sappiamo che questo numero ha preoccupato tutti i grandi artisti del Rinascimento, alla ricerca della pi assoluta bellezza ed armonia formale, e ai nostri giorni ha guidato i calcoli di quel grande architetto che stato Le Corbusier. Sulla base della "proporzione aurea" si costruisce anche il Pentalfa o Stella di David, la Stella fiammeggiante, simbolo della Luce e della Quintessenza. Hiram, anche detto Huram-Abi, per la leggenda l'architetto e il direttore dei lavori del Tempio, per la Bibbia solo il fonditore degli oggetti di bronzo e di metallo prezioso, oltre che "tintore" dei tessuti, era "figlio di una vedova" della trib di Dan (2 Cron. 2,13) o, come leggiamo in 1 Re 7,13-14, della trib di Nephtali, e di padre Tirio. Il nome Huram-Abi. sicuramente di origine egizia; infatti un faraone della XI dinastia portava un nome molto simile: Horem-Heb. Il nome Hiram invece di derivazione fenicia. Il perch di questa duplice attribuzione di nomi diversi: Hirmn (l Re 7,13) o Huram-Abi (2 Cron. 2,12) non chiara. E' solo ipotizzabile la volont di delineare l'origine fenicia e, al tempo stesso, egiziana di Hiram e con essa le tradizioni religiose e culturali di cui era portatore. Certo che l'espressione "figlio della vedova" presso l'antico Egitto indicava coloro i quali erano iniziati ai Misteri di Iside, la "vedova" per eccellenza, moglie di Osiride, chiuso in una cassa da nemici gelosi e dal fratello Seth, poi ucciso e gettato nelle acque del Nilo. Successivamente l'espressione "figlio della vedova" stata assunta anche dalla Framassoneria, e trae la sua origine proprio dalla figura e dalla leggenda di Hiram. Ci pare interessante ricordare che anche Parsifal, l'eroe del Graal, era chiamato "figlio della vedova" e che Galaad, per inciso, preferito a Parsifal in quanto uomo senza peccato, doveva dimostrare di discendere dal re Salomone per poter prendere possesso della mitica spada di David.

10 Hiram e Salomone fanno parte a tutti gli effetti della tradizione del Santo Graal, e la nascita dell'Ordine dei Templari ce lo ricorda, cos come fanno parte di tutta la Tradizione iniziatica successiva che alla costruzione del Tempio fa risalire la propria origine. Sappiamo che alla corte del Re Salomone vi erano diversi egiziani incaricati dell'amministrazione, funzione questa in cui l'antico Egitto aveva molto da insegnare al popolo nomade di Israele. E' storicamente indubbia l'influenza delle

istituzioni egiziane su Israele; non solo Salomone aveva preso in moglie la figlia del faraone, ma anche la tradizione ebraica o Kabbalah assieme al culto religioso, situava le sue radici nell'antico Egitto dei Faraoni e dei Collegi iniziatici sacerdotali. Anche Mos fu un sacerdote egiziano, come afferma Strabone, e le Sacre Scritture atte stano senza ombra di dubbio che egli fu "ammaestrato in tutta la sapienza degli Egizi" (Atti VII,22). In conclusione, il Tempio di Salomone stato il centro religioso, iniziatico e sapienziale di Israele; esso doveva rappresentare per sempre la dimora di Dio (Jahv) (cfr. 1 Re 8,13), il "trono" dove egli potesse riposare, vale a dire il "supporto" terreno, fisico, della manifestazione della Presenza Divina, la "Shekinah". Salomone ebbe il compito di costruire un Tempio "al nome del Signore, Dio di Israele" (1 Re 8,20), per dare gloria al Signore (cfr. 1 Re 3,2). Il lavoro occorso per edificarlo fu fornito da uomini di varia estrazione, provenienti da popoli e culture diverse, ritrovatisi insieme per dare luogo ad una formidabile opera collettiva frutto della solidariet e della collaborazione delle migliori braccia e delle migliori menti dell' epoca, confluite a Gerusalemme, per volere di un grande Re, allo scopo di dare vita ad un centro di aggregazione culturale, religioso ed iniziatico che tuttora desta stupore e ammirazione e che costituisce la "pietra fondamentale", (la "shetyyah" dei racconti rabbinici), alla quale ci si continua ad ispirare per dare impulso al progresso umano. Il Tempio di Gerusalemme con tutto il suo complesso simbolismo doveva quindi riflettere l'intero Universo e l'Uomo. Molte culture e tradizioni iniziatiche, provenienti da diverse civilt, ma facenti capo alla medesima Tradizione primordiale, hanno contribuito ad edificarlo, arricchirlo ed abbellirlo, sia in senso letterale e storico, che in senso allegorico. Oggi l'originario Tempio di Salomone, come struttura materiale, non esiste pi, ma come costruzione ideale tuttora presente e lo si continua a costruire, pietra dopo pietra, con lo stesso amore e la stessa abnegazione di allora. I suoi Maestri costruttori, i suoi esperti muratori, i suoi sorveglianti, non hanno mai smesso di lavorare e sono tutti coloro che partecipano, armati solo di cazzuola, maglietto e scalpello, a quell' opera eterna ed infinita che la costruzione del Tempio spirituale dell'Umanit.

11

Se dovessimo trovare le parole adatte per darne l'esatta descrizione dovremmo scrivere di nuovo cos: "Il Tempio costruito dal re Salomone per il Signore era lungo sessanta cubiti, largo venti, alto trenta. Davanti al Tempio vi era un atrio lungo venti cubiti, in base alla larghezza del Tempio, ed esteso per dieci cubiti secondo la lunghezza del T empio. . . . . . .. . . . . .. . NelI' anno undecimo, nel mese di Bul, che l'ottavo mese, fu terminato il Tempio in tutte le sue parti e con tutto l' occorrente. Salomone lo edific in sette anni" (1 Re 6,2-38). 3) La Descrizione del Tempio La descrizione del Tempio e della sua attrezzatura mobile fornita da 1 Re 6-7, di cui 2 Cron. 3-4 d una descrizione abbreviata. Il Tempio era un lungo edificio, aperto su uno dei lati minori. Si divideva internamente in tre parti: un vestibolo chiamato Ulam, (da una radice che significa "essere davanti"), una sala di culto detta Hekal, che in ebraico e in fenicio significa sia "palazzo" che "tempio", e il Debhir, la "retro-camera", che in seguito fu denominata il Santo dei Santi, dove riposava l'Arca dell' Alleanza. Le misure del Tempio non comprendevano lo spessore dei muri ed erano: la larghezza 20 cubiti, la lunghezza dell'Ulam 10 cubiti, dell' Hekal 40, del Debhir 20 cubiti (1 Re, 16-17). Hekal e Debhir costituivano propriamente la "casa" di Jahv", di 60 cubiti di lunghezza (1 Re 6,2). In 1 Re 6, 16 scritto che Salomone "costru i 20 cubiti (del Debhir) a partire dal fondo del Tempio con tavole di cedro dal suolo fino alle travi". Queste tavole costituivano forse un tramezzo di legno che isolava il Debhir dall' Hekal. Questa separazione in legno ricorda la descrizione della Tenda del deserto, dove il Santo dei Santi non era separato dall'Hekal che per mezzo di un velo (Esodo 26,33). Oggi possiamo trovare una simile divisione nei santuari ortodossi dove l'iconostasi, una sottile parete di legno, divide la sala di culto dal luogo della consacrazione. Sembra che il Debhir fosse ad un livello superiore a quello dell' Hekal, cio sopraelevato, come alcuni templi egiziani, e che vi si accedesse attraverso 5 gradini e una porta larga circa 6 cubiti; lo stipite della porta, di legno d'ulivo, ha 5 angoli uguali e forma cio un pentagramma, figura geometrica perfetta nella definizione della Sezione Aurea. Secondo le misure che sono date, il Santo dei Santi formava un cubo perfetto di 20 cubiti di lato, cio di circa 10 metri, perch 1 cubito corrisponde a 0,45 mt o a 0,52 mt. (1 Re 6,20). L'altezza dell'Hekal era invece di

30 cubiti. E' logico presumere che il pavimento del Debhir fosse pi alto di quello dell' Hekal e vi si accedesse con una scalinata.

12 Davanti al vestibolo si trovavano due Colonne di bronzo, di 18 cubiti di altezza e di cubiti di circonferenza, sormontate da capitelli di 5 cubiti pure in bronzo, che rappresentavano il motivo ornamentale del fiore di loto tanto caro agli antichi egizi, con sopra due file di melagrane. Esse non sostenevano l'architrave del vestibolo, ma si alzavano isolate davanti a questo, ai lati dell'ingresso. La loro funzione era simbolica e continuava forse la tradizione delle "stele" degli antichi santuari cananei. Le analogie con l'architettura siro-fenicia non mancano. I nomi attribuiti alle due Colonne: Yakin (Stabilit), quella di destra, e Bohaz (Forza), quella di sinistra, sono stati spiegati come formanti la frase: "Egli (Jahv) stabilir con la forza il suo Regno". Le due Colonne rappresentavano probabilmente i due pilastri fondamentali del Mondo e della Conoscenza, secondo la tradizione esoterica ebraica, o Kabbalah, che riconosceva in Yakin e in Bohaz il lato destro e il sinistro, (il lato attivo e il lato passivo, il lato femminile e il lato maschile), della Divinit, e di quei divini attributi chiamati Sephiroth mediante cui l'Eterno d inizio alla Manifestazione. Esse erano di bronzo e cave al loro interno, e un'antica tradizione ebraica vuole che le due Colonne custodissero lo "Shamir", lo strumento misterioso che era servito a costruire il Tempio in sostituzione degli strumenti di ferro che erano proibiti, dato che "durante i lavori del Tempio non si sent rumore di martelli, di piccone o di altro arnese di ferro" (1 Re 6,7). Conformemente alla consuetudine dei santuari semitici, il Tempio si innalzava in mezzo ad un atrio chiamato il cortile interno (1 Re 6,36), per opposizione al grande cortile (1 Re 7,12), il cui muro chiudeva insieme il T empio e il Palazzo Reale. Per quanto riguarda la divisione in tre parti del Tempio, Ulam, Hekal e Debhir, bisogna ricordare che essa era frequente nelle costruzioni sacre sirofenicie. Nel Santo dei Santi (Debhir), tutto tappezzato d'oro, era depositata l'Arca dell'Alleanza che era stata fatta costruire da Mos in legno di acacia (Esodo 25,10). Essa era posta sotto due grandi figure di Cherubini in legno placcato d'oro, che occupavano tutta la larghezza e met dell'altezza del Debhir (1 Re 6,23-28). Nel Tempio i Cherubini rappresentavano insieme all' Arca il Trono di Jahv, il luogo del suo riposo, cio della sua Presenza reale.

Nell'Hekal si trovavano l'altare dell'incenso, chiamato anche altare di cedro e altare d'oro; le tavole dei pani di presentazione e 10 candelabri. Nell'atrio a sud est del Tempio (1 Re 7,39) si trovava il Mare di Bronzo, un grande bacino sorretto da 12 figure di toro che serviva alla purificazione dei sacerdoti (2 Cron. 4,6) e che implicava un chiaro simbolismo zodiacale (vedi tav. 6).

13 Su tre dei fianchi esterni del Tempio era appoggiato, tramite travi di cedro, un edificio di tre piani non molto alto, che serviva, forse, per alloggiare i sacerdoti (1 Re 6,10). Nel suo complesso il Tempio di Salomone non era di grandi dimensioni rispetto ad altri edifici sacri dell' epoca, ma riccamente addobbato e ricolmo di oggetti preziosi e d'oro. Di questa rinomata e gloriosa costruzione, cos difficile da interpretare, non rimane alcuna pietra visibile, nessuna preesistente struttura, tranne forse la "pietra di fondamento", la "eben shetyyah", la roccia sacra che oggi si trova sotto la cosiddetta Moschea di Omar. Questa pietra "primordiale" o roccia sacra sarebbe stata il fondamento del Debhir, il Santo dei Santi, e a conferma di questo, la tradizione rabbinica parla di una pietra che affiorava nel Santo dei Santi, chiamata "eben shetyyah". Essa era considerata la pietra di fondazione del mondo, e quando Ges disse a Pietro "Tu sei Pietro e su questa pietra costruir la mia Chiesa (Matteo 16,18)", forse faceva proprio allusione a tale roccia, sulla quale era stato costruito il Santuario dell' Antica Alleanza, cio il Tempio di Salomone. 4) Il Simbolismo Esoterico del Tempio Il racconto biblico della costruzione del Tempio di Salomone, dal quale prende spunto la leggenda massonica del Maestro Hiram, oltre a rappresentare un'importante verit storica, racchiude un profondo significato allegorico e simbolico, cio esoterico, che sfugge alla comune interpretazione, ma che tuttavia possibile decifrare. Per la Tradizione Iniziatica il Tempio di Salomone, con le sue perfette proporzioni geometriche basate sul quadrato e sulla forma cubica (il Santo dei Santi), il

simbolo base da cui partire per edificare quel Tempio Ideale dell 'Umanit, di cui ogni essere umano deve costituire una perfetta Pietra Cubica, capace di aderire alle altre con il cemento della fratellanza e della solidariet e di sostenere il peso della struttura a cui viene aggregata. Salomone, dall' ebraico "shalom"= "pace", significa "uomo di pace". Il Tempio da lui costruito in sette anni, della lunghezza complessiva di 70 cubiti, quello della vera "pace", cio della "coincidenza degli opposti", della vittoria sugli antagonismi, cui tendono tutti i sinceri cercatori della Verit, coloro che guardano con distacco l'agitazione del mondo profano. I sette anni occorsi per costruirlo sono gli stessi della et simbolica del Maestro; di colui che pervenuto alla pienezza dell'Iniziazione. Hiram fu l'artefice geniale del Tempio di Gerusalemme. Egli appare durante il regno di Salomone rivestendo un ruolo decisivo nella ultimazione del palazzo reale e del Tempio, di cui cur la decorazione e fuse tutte le parti "metalliche" (1 Re, 7, 13-14).

14 Compiuti i suoi capolavori, il Maestro scompare dalla storia biblica, ma la leggenda se ne impadronisce, trasformando la sua vita e la sua morte, in un fondamentale "mito" iniziatico. Come si detto, il Tempio di Salomone era fatto di pietre, di legno di cedro e d'oro, a simboleggiare la stabilit, la vitalit e la spiritualit della costruzione. Il fatto che la Bibbia attribuisca a Hiram la fusione delle parti metalliche, cio delle parti pi preziose dell'edificio, sta a significare che ad ogni vero Maestro costruttore sono affidati compiti a carattere spirituale, come la formazione delle nuove coscienze. L'orientamento rituale del Tempio rappresenta per la tradizione esoterica il cammino iniziatico che dalle tenebre e dall'oscurit dell' ignoranza conduce verso la Luce della Saggezza. Le due Colonne Jakin e Bohaz rappresentano a loro volta le due polarit cosmogoniche nel cui ambito si esplica ogni possibile Manifestazione. Per accedere alle conoscenze di natura superiore, cio iniziati che, bisogna realizzare spiritualmente la ricostruzione simbolica del Tempio di Salomone, e la prima cosa che occorre, che il luogo dove si costruisce, cio la nostra interiorit, sia "pacificata", sconfiggendo le passioni e le tendenze contrarie al Bene.

David, padre di Salomone, non fu in grado di costruire il Tempio proprio perch ancora alle prese con nemici ed avversari da combattere, simbolo questi ultimi delle lotte che un iniziato deve sostenere per sconfiggere la propria tendenza verso il male ed il vizio, prima di poter dare inizio alla propria "ricostruzione" e rigenerazione morale e spirituale. Salomone dal canto suo attese di ricevere la Sapienza dall'alto prima di dare corso alla edificazione del Tempio, perch, prima di diventare buoni costruttori della propria Individualit, bisogna rifornirsi degli "strumenti" necessari, cio di una conoscenza adeguata della filosofia iniziatica. Ma cosa rappresenta il Tempio? In senso generale il Tempio un'immagine "cosmica", immagine del Mondo (Macrocosmo) e dell'Uomo (Microcosmo). Per la Tradizione Iniziatica l'Universo stesso concepito come un Tempio dove regna il Grande Architetto dell'Universo, e in senso mistico l'anima dell'uomo rappresenta il luogo ideale, il Tempio simbolico dello Spirito divino. Il Tempio sia come edificio reale, sia come archetipo e costruzione simbolica e interiore, rappresenta per eccellenza il "luogo sacro" della "inabitazione" di Dio sulla Terra, il luogo della sua Presenza reale; quella Presenza Speciale Divina che la Tradizione esoterica di Israele chiamava "Shekinah" o Gloria di Dio; la Tradizione cavalleresca e Templare, Santo Graal; i Rosa+croce, Parola Perduta. Se dal punto di vista morale, come scrive U. G. Porciatti, "la costruzione del Tempio simboleggia la edificazione di un ordine di vita migliore e pi aderente ai principi naturali di eguaglianza e di fratellanza", in senso strettamente esoterico il Tempio rappresenta il "Corpo" della Divinit, il supporto "fisico" di ogni Manifestazione divina. Esso il luogo della Pace, il luogo della Presenza e della discesa dello Spirito divino nell'Uomo: la sua 15 costruzione simbolica la Via Regale attraverso la quale possibile elevarsi sino alla scoperta e alla nascita di un Io superiore, autentico Filius Unicus Dei Il Tempio di Salomone presenta numerosi significati e risvolti simbolici. E' innanzitutto il Tempio Cosmico ideale costruito dal Grande Architetto dell'Universo con la collaborazione di tutti i Buoni Costruttori Iniziati esistenti sulla Terra; la perfetta Costruzione umanitaria e spirituale; poi l'Intelligenza universale o Anima del Mondo perfezionata e purificata, "ricostruita" sin dalle sue fondamenta, che accoglie e vede nascere dentro di se il Sole della Giustizia e la Luce della Verit. Quando l'Uomo si innalza tanto nel corso della propria evoluzione fino al punto di divenire "luogo teofanico", cio il luogo privilegiato

nel quale si manifesta la Presenza divina, allora diviene esso stesso il Tempio della Pace. L'architettura del Tempio, cio di ogni luogo sacro, rappresenta l'Uomo divinizzato, l'Uomo rigenerato dalla Vita dello Spirito, l'Uomo Celeste della Tradizione Ebraica, la Pietra Cubica della Tradizione Massonica, la Pietra Filosofale degli Alchimisti. Salomone rappresenta sotto un certo punto di vista la Volont Iniziatica pienamente realizzata, che edifica tramite la propria potenza creatrice (Hiram), unita alla Sapienza, patrimonio di ogni Iniziato, il Tempio della propria rigenerazione. Egli rappresenta per anche l'Assoluto nella Sua Trascendenza, il Signore della Giustizia, il quale tramite il Logos, cio il Grande Architetto dell'Universo, realizza nell'immanenza la Creazione ideale del Cosmo. Alla domanda come mai e con quale finalit segreta Salomone, Re della Pace, abbia costruito il Tempio di Gerusalemme, (che a sua volta significa citt della Pace), si pu in ultima analisi rispondere cos: Salomone, cio ogni vero Iniziato, come Uomo di Pace, decide di costruire il proprio ideale Tempio Interiore perch nel Santo dei Santi, il Debhir, nel luogo pi interno e nascosto del Cuore dell'Uomo, dove si trovano le Tavole della Legge Naturale, si manifesti in tutto il suo splendore la Luce della Verit, quella Luce che tutte le religioni, con nomi diversi, chiamano Dio.

16

BIBLIOGRAFIA - CHEVALIER J., GHEERBRANT A., Dizionario dei Simboli, BUR, 1986; - DE VAUX L., Le Istituzioni dell' Antico Testamento, Marietti, 1964; - D'OLIVET FABRE, La Lingua Ebraica Restituita, Arch, Milano, 1980; - ENEL, Il Messaggio della Sfinge, Atanr, Roma, 1971; - ENEL, Trilogia della Rota, Atanr, Roma, 1992; - HANCOCK G., Il Mistero el Sacro Graal, Piemme, 1995; - JAQ C., Salomone. Il Tempio Segreto, Oscar Mondatori, 1989; - LA BIBBIA, nuovissima edizione dai testi originali, ed. Paoline, 1986; - LA BIBBIA DI GERUSALEMME, EDB, Bologna, 1985; - MC KENZIE J., Dizionario Biblico, Cittadella Editrice, 1981; - MASSONERIA E ARCHITETTURA, convegno di Firenze, 1988, a cura di Carlo Cresti, Bastogi, 1989; - PIANTANIDA D., La Chiave Perduta, Atanr, Roma, 1972.

17


Recommended