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LA STORIA DI OGNI CERCATORE DI DIO · network. Dopo aver lanciato, lo scorso novembre, il nuovo...

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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 10 N. 91- APRILE 2017 LA STORIA DI OGNI CERCATORE DI DIO Siamo nel tempo di Pasqua, che liturgicamen- te proseguirà per l’intero prossimo mese di maggio. Uno dei racconti evangelici che lo ca- ratterizzano è quello dei due discepoli in cam- mino verso Emmaus (cfr Lc 24, 13-35). Anche l’arte se n’è lasciata suggestionare. L’evangeli- sta lo colloca nel medesimo giorno in cui le donne fanno la scoperta della tomba vuota e incontrano il Risorto. Lo riferiscono agli apo- stoli, che rimangono increduli. Poi san Luca comincia a narrare: «in quello stesso giorno due di loro erano in cammino…». Cos’è questo giorno? «Giorno della fine e dell’inizio in una sola volta. In tal modo l’episodio di un giorno è vero ogni giorno; esso accade oggi». È l’anno- tazione di M. de Certeau, il quale commenta con questa preghiera: «Gesù! Tu ti avvicini a coloro che meditano ciò che ti è accaduto… Of- fri alla mia solitudine e alla mia preghiera il dono della Chiesa, che ti conosce e che tu co- struisci nella sua diffusione». Emmaus è la storia di ogni cercatore di Dio! Perciò è storia possibile per ogni uomo. Bella l’esortazione che, evocando la parabola del buon pastore, Agostino rivolge a ogni cercatore di Dio: «O pe- cora, tu ora lo cerchi. E potrà non curarsi di te, lui che per primo ti ha cercata, quando tu lo di- sprezzavi e non lo cercavi? Comincia, final- mente, a cercare colui che per primo ti ha cer- cata e ti ha riportata sulle sue spalle» (Esp. sui Salmi 69,6). Emmaus è la storia di un incontro, nella Chiesa sempre possibile. In quel raccon- to sono almeno tre i luoghi dell’appuntamento: la Parola, l’Eucaristia, l’ospitalità fraterna. A Emmaus c’è Cristo che spiega Cristo: anche per noi, in ogni ascolto della Sua parola è sem- pre Lui a donarci la chiave che apre il tesoro. A Emmaus c’è pure l’offerta di ospitalità a uno che fa «come se dovesse andare più lontano» (Lc 24,28). C’è, infine, un’apertura degli occhi che accade allo spezzare il pane e induce quei due a riprendere la strada verso quel «luogo» dove si racconta quanto di coinvolgente è acca- duto e s’inizia con l’Evangelo a costruire la Chiesa. Mistero di Emmaus, dove «la crisi del- la speranza è superata dal massimo mistero della presenza viva ed eloquente di Cristo Ri- sorto» (Paolo VI, Angelus del 9 aprile 1978). X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 12 i giovani dal papa 2 milleflash 4 settimana delleducazione 5 il lavoro e la persona 6 progetto policoro 7 marco quarra diacono 8 nuovi reperti al mudi 9 rubrica biblica 10 letica della cura dellio 11
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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 10 N. 91- APRILE 2017

LA STORIA DI OGNI CERCATORE DI DIOSiamo nel tempo di Pasqua, che liturgicamen-te proseguirà per l’intero prossimo mese dimaggio. Uno dei racconti evangelici che lo ca-ratterizzano è quello dei due discepoli in cam-mino verso Emmaus (cfr Lc 24, 13-35). Anchel’arte se n’è lasciata suggestionare. L’evangeli-sta lo colloca nel medesimo giorno in cui ledonne fanno la scoperta della tomba vuota eincontrano il Risorto. Lo riferiscono agli apo-stoli, che rimangono increduli. Poi san Lucacomincia a narrare: «in quello stesso giornodue di loro erano in cammino…». Cos’è questogiorno? «Giorno della fine e dell’inizio in unasola volta. In tal modo l’episodio di un giorno èvero ogni giorno; esso accade oggi». È l’anno-tazione di M. de Certeau, il quale commentacon questa preghiera: «Gesù! Tu ti avvicini acoloro che meditano ciò che ti è accaduto… Of-fri alla mia solitudine e alla mia preghiera ildono della Chiesa, che ti conosce e che tu co-struisci nella sua diffusione». Emmaus è lastoria di ogni cercatore di Dio! Perciò è storiapossibile per ogni uomo. Bella l’esortazioneche, evocando la parabola del buon pastore,Agostino rivolge a ogni cercatore di Dio: «O pe-

cora, tu ora lo cerchi. E potrà non curarsi di te,lui che per primo ti ha cercata, quando tu lo di-sprezzavi e non lo cercavi? Comincia, final-mente, a cercare colui che per primo ti ha cer-cata e ti ha riportata sulle sue spalle» (Esp. suiSalmi 69,6). Emmaus è la storia di un incontro,nella Chiesa sempre possibile. In quel raccon-to sono almeno tre i luoghi dell’appuntamento:la Parola, l’Eucaristia, l’ospitalità fraterna. AEmmaus c’è Cristo che spiega Cristo: ancheper noi, in ogni ascolto della Sua parola è sem-pre Lui a donarci la chiave che apre il tesoro. AEmmaus c’è pure l’offerta di ospitalità a unoche fa «come se dovesse andare più lontano»(Lc 24,28). C’è, infine, un’apertura degli occhiche accade allo spezzare il pane e induce queidue a riprendere la strada verso quel «luogo»dove si racconta quanto di coinvolgente è acca-duto e s’inizia con l’Evangelo a costruire laChiesa. Mistero di Emmaus, dove «la crisi del-la speranza è superata dal massimo misterodella presenza viva ed eloquente di Cristo Ri-sorto» (Paolo VI, Angelus del 9 aprile 1978).

X Marcello Semeraro, vescovo

appuntamenti 12

i giovani dal papa 2

milleflash 4

settimana dell’educazione 5

il lavoro e la persona 6

progetto policoro 7

marco quarra diacono 8

nuovi reperti al mudi 9

rubrica biblica 10

l’etica della cura dell’io 11

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Dal 19 al 26aprile seigiovani sa-

cerdoti della dio-cesi di Albano,don Andrea Co-nocchia, don Ga-briele D’Anniba-le, don ValerioMessina, donAlessandro Tor-deschi, don Ales-

sandro Mancini, don Martino Swiatek e il seminarista MarcoQuarra hanno vissuto insieme al direttore del Centro missio-nario diocesano, don Pietro Massari, l’esperienza della mis-sione in Sierra Leone, visitando la diocesi sorella di Makeni.Giorni intensi di incontri, di preghiera, di risate, di riflessioni,a contatto con l’essenzialità, la gioia e le difficoltà del paeseafricano: «Sentivo l’Africa nell’animo – racconta don AndreaConocchia – già durante il volo, a 4000 metri di altezza, sedu-to sulle nubi, mi pareva d’essere un seme portato dalla brez-za forte e leggera, dalla gioia, dalla luce della Risurrezioneche investe e rischiara la nostra storia, la storia degli uomi-ni, la storia dell’Africa la storia del mondo intero.Un seme portato dalla chiamata e dal desiderio di annuncia-re la vita, l’amore, la speranza, la pace». Nei giorni di perma-nenza in Sierra Leone, i sacerdoti hanno visitato le città in cuiè presente la missione della diocesi di Albano – Makeni, Lun-gi, Masuba, Yele, Port Loko – incontrando in un clima di fra-ternità intensa, vera e profonda i sacerdoti, le suore missio-narie delle Piccole discepole di Gesù, le missionarie dellaCarità e monsignor Natalio Paganelli, amministratore apo-stolico di Makeni.

Manuel De Santis

Sabato 8 aprile, nella basilica diSanta Maria Maggiore a Roma,papa Francesco ha presieduto

una veglia di preghiera in occasione

della 32a Giornata Mondiale dellaGioventù, e in preparazione al Sinodoche avrà inizio nell’ottobre del 2018sul tema “I giovani, la fede e il di-scernimento vocazionale”. Un Sinododal quale, come il Papa ha volutosottolineare: «Nessun giovane deve sentirsi escluso» perché«il Sinodo è di tutti i giovani» e «ogni giovane ha qualcosa dadire agli altri, ha qualcosa da dire agli adulti, ha qualcosa dadire ai preti, alle suore, ai vescovi e al Papa. Tutti abbiamo bi-sogno di ascoltare voi!». Un momento di preghiera e testimo-nianze ha preceduto l’incontro con il Santo Padre, il quale ha

rivolto un messaggio chiaro ai giova-ni: «Il mondo può cambiare soltantose i giovani sono in cammino. (…) Négiovani “in pensione”, né giovani “dadivano”. Giovani che camminino, gio-vani di strada, giovani che vadanoavanti, uno accanto all’altro, maguardando il futuro!».Anche la diocesi di Albano si è mes-sa in cammino verso Roma prenden-

do parte all’evento, con una delegazione di 120 ragazze ra-gazzi provenienti da alcune parrocchie e associazioni, accom-pagnati da educatori e sacerdoti e religiose. In fine il Papa ha

dato appuntamento a Panama, per la 34a Giornata Mondialedella Gioventù, che si terrà nel gennaio del 2019.

Valerio Messina

dalla diocesi2

Èstato pubblicato dallacasa editrice diocesanaMiter Thev il nuovo do-

cumento del vescovo MarcelloSemeraro dal titolo “I consigliparrocchiali in una chiesa si-nodale” (costo ¤ 4,00). Nel vo-lume, il presule tratteggia lecaratteristiche, le finalità e leresponsabilità dei Consigli pa-storali e Consigli per gli affarieconomici, principali luoghidella corresponsabilità e dellasinodalità vissuta nelle par-rocchie, operando una sintesidella riflessione svolta negli anni della visita pastorale.«Quando considero queste realtà – scrive Semeraro – ilmio pensiero corre spontaneamente a quella comunitàeucaristica che gli orientamenti pastorali Cei per il primodecennio del 2000, “Comunicare il Vangelo in un mondoche cambia”, descrivevano come formata da “coloro chesi riuniscono con assiduità nella eucaristia domenicale, ein particolare quanti collaborano regolarmente alla vitadelle nostre parrocchie”. Lì questa comunità è pure indi-cata come “un anello fondamentale per la comunicazionedel Vangelo”». Il documento è stato consegnato al Consi-glio presbiterale diocesano e presentato da monsignorGualtiero Isacchi, vicario per la pastorale: «A conclusionedel documento – spiega monsignor Isacchi – il vescovopropone anche alcune domande utili alla riflessione e aun confronto all’interno dei consigli, che avranno unostrumento utile per meglio definire il proprio ruolo e leproprie corresponsabilità: in una parola, il proprio volto».

Giovanni Salsano

I CONSIGLI PARROCCHIALIIl nuovo libro del vescovo per una chiesa sinodale

SIERRA LEONEIl viaggio di alcuni sacerdoti della diocesi

I GIOVANI DA PAPA FRANCESCO PER LA GMGUna veglia per camminare insieme: 120 giovani della diocesi scendono in piazza

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milleflash4

a cura di GIOVANNI SALSANO

Percorso sull’affettività e la sessualità nel vicariato di AnzioSi articola in tre incontri,tra aprile e maggio, ilpercorso avviato giovedì27 aprile, sull’affettivitàe la sessualità, organiz-zato dal Vicariato terri-toriale di Anzio e il Cen-tro famiglia e vita, rivol-to al mondo degli adultie, in particolare, ai geni-

tori dei bambini e dei ragazzi dei percorsi di catechesi.L’intenzione è quella di offrire una riflessione sul tema al-la luce della “Amoris Laetitia”. Gli incontri si svolgonopresso la parrocchia di San Benedetto, in corso Italia, 1 adAnzio, sempre con inizio alle 18,30 e i prossimi appunta-menti sono giovedì 4 maggio (“La gioia dell’amore” con Da-niela Notarfonso) e giovedì 11 maggio (“Educare all’amo-re”, con Donatella Mansi, presidente di “Teen Star Italia”).

Due appuntamenti del Centro Diocesano VocazioniSono due gli appuntamenti in calendario nel mese di mag-gio a cura del Centro diocesano per le Vocazioni, diretto dadon Alessandro Mancini. Sabato 6 maggio, nella Chiesa diSanta Maria della Rotonda alle 20,45, è in programma laVeglia diocesana di preghiera per le vocazioni, un appunta-mento che si inserisce nelle celebrazioni in occasione del-

la 54a Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni, incalendario domenica 7 maggio. Il tema scelto è “Alzati eva!”, lo stesso che accompagnerà, domenica 7 maggio, la“Giornata diocesana dei ministranti”, che si svolgerà in Se-minario ad Albano, a partire dalle 9,30. La Giornata si con-cluderà alle 17 con la celebrazione della Messa.

Famiglie solidali a PavonaÈ stato presentato mercoledì 26 aprile presso le sale delcentro anziani di Pavona, “Famiglie solidali”, il progettoche l’associazione “Libera_Mente” onlus mette in piedi sulterritorio di Pavona, in collaborazione coi Comuni di Alba-no Laziale e Castel Gandolfo. L’iniziativa si pone all’internodel quadro complesso dell’affidamento, nel quale le formedi genitorialità sociale acquistano un carattere preventivo edi tutela dei legami parentali. Le “Famiglie solidali” sonofamiglie, o single, che si rendono disponibili ad aiutare at-tivamente e affiancare un’altra famiglia, secondo la neces-sità della famiglia stessa o del minore: ad esempio ospita-re il minore in casa per qualche ora durante il giorno o nelfine settimana; aiutarlo a fare i compiti o accompagnarlonei suoi spostamenti.

Obolo di San Pietro: la carità passa sui socialL’Obolo di San Pietro diventasocial e apre i profili sui socialnetwork. Dopo aver lanciato, loscorso novembre, il nuovo sitointernet www.obolodisanpie-tro.va, il secolare Ufficio di so-lidarietà ha attivato un accountsu Twitter (con tre distinti pro-fili in lingua italiana, inglese e

spagnola) e uno su Instagram, nati con l’obiettivo di crearecon i cattolici di tutto il mondo una comunicazione diretta,autentica, trasparente e partecipata con chi vuole aiutare ipiù bisognosi. Sulle due piattaforme vengono quotidiana-mente condivisi i messaggi del Pontefice pubblicati sul sitoufficiale dell’Obolo, insieme a immagini, pensieri e appro-fondimenti sulle opere di carità avviate dalla Santa Sede at-traverso questa storica iniziativa di Carità cristiana.

Laura Monti nuovo presidente dell’Ac diocesanaLaura Monti, 37 anni, psicologa del lavo-ro e delle organizzazioni, è il nono presi-dente dell’Azione cattolica della diocesidi Albano del dopo Concilio. La nomina èstata comunicata dal vescovo MarcelloSemeraro al Consiglio diocesano, che inseguito ha eletto anche la presidenza,composta da Donatella Paci, Pietro Con-ti, Francesca Di Maio, Daniele Conciatorie Giada Polo. Amministratore diocesano

è Vittori Magatti, Inoltre, in seno all’Azione cattolica, Massi-miliano Romanelli è stato eletto incaricato regionale per ilsettore adulti, Sara Gavi ricopre il ruolo di incaricata regio-nale per il Movimento Studenti di Azione Cattolica e Adelai-de Iacobelli è stata eletta segretaria nazionale del Msac.

Gli eventi della Settimana della comunicazioneDomenica 28 maggio la Chiesa celebra la Giornata mondia-le delle comunicazioni sociali, sul tema scelto da papaFrancesco: «Non temere, perché io sono con te» (Is 43,5).Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo. Nell’am-bito di tale ricorrenza, l’ufficio comunicazioni della diocesidi Albano e la Famiglia Paolina dei Castelli Romani orga-nizzano la Settimana della comunicazione, con tre incontridi formazione e preghiera. Sabato 20 maggio alle 16,30 nel-la parrocchia Sant’Eugenio I papa di Pavona si svolgerà l’in-contro con don Antonio Sciortino, direttore emerito di Fa-miglia Cristiana, sul tema Comunicare speranza e fiducianel nostro tempo, mentre il giorno successivo in Cattedra-le ad Albano sarà celebrata una preghiera comunitaria ani-mata, alle 17, sul tema Attenti e rispettosi della verità edella dignità di ogni persona. Una preghiera animata, sultema Superare le incomprensioni e favorire il dialogo, siterrà anche domenica 28 maggio, in Cattedrale, alle 17.

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la settimana dell’educazionea cura di Matteo Lupini

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SETTIMANA DELL’EDUCAZIONE: PREMIAZIONIInsegnanti, genitori e alunni per “Tutti in strada” per un progetto d’insieme

SCUOLA DELL’INFANZIALeggerezza, vivacità, gioiae allegria. Si può riassume-re con queste quattro paro-le l’evento svolto il primoaprile alla parrocchia San-t’Eugenio di Pavona cheaveva per protagonisti ibambini delle scuole del-l’Infanzia. Tantissimi i lavo-retti sul tema “Da mammae papà… alla maestra. L’incontro con i compagni che avventu-ra!”, con i quali i piccoli hanno affrontato il delicato passag-gio, che riguarda ognuno di loro, dall’ambito protetto della fa-miglia al mondo che c’è fuori, dalla certezza dei soli genitoria un mondo di persone con cui socializzare. Un pomeriggiopassato in piena spensieratezza con genitori e nonni che, peruna volta, sono tornati bambini, lasciando da parte le loro an-sie, i loro problemi e le difficoltà di tutti i giorni. A vincere èstato il gruppo laboratoriale capitanato da Chiara del Mastrodella zona Anzio-Nettuno; sul podio anche l’I.c. Santa Mariadelle Mole, con Laura Fatale come referente, e l’I.c. SantaProcula di Pomezia, guidato da Rosanna Latte.

SCUOLA PRIMARIAUltimo in ordinecronologico, manon meno im-portante, l’even-to dell’8 Aprilesvolto presso laparrocchia SanBarnaba a Mari-no, dedicato aibambini dellaprimaria. Il temadel laboratorio,“Sui sentieri del-l’amicizia”, ha permesso ai fanciulli di sbizzarrirsi sull’amiciziacome primo passo per crescere e per diventare adulti, in un po-meriggio ricco di gioia grazie sia alla calorosa partecipazionedelle famiglie che all’animazione dell’evento, gestito con un bri-ciolo di sana follia dal maestro Stefano e dai ragazzi dell’orato-rio. Tra il chiasso e le patatine, tra le risate e i momenti di rifles-sione, a vincere è stato il lavoro realizzato dalla “Scuola SantaRosa Venerini” di Ariccia; seconda piazza, invece, per l’I.c. ArdeaIII, e terzo posto per l’I.c. Martin Pescatore di Torvaianica.

SCUOLA SECONDARIA DI I GRADOAlla scoperta di se stessi e del rapporto con gli altri, gli ado-lescenti della scuola secondaria di I grado si sono sbizzarritinei propri lavori, che hanno presentato al plesso E. Visca del-l’Istituto comprensivo Nettuno III il 4 Aprile. Un vero e propriospettacolo autogestito dagli stessi giovani protagonisti, dallaconduzione al dietro le quinte, dal funzionamento di audio evideo, al coro, mentre alcuni di loro si sono magistralmenteesibiti in brani di lettura, recitazione, danza e musica. Un pas-saggio di testimone incoraggiato dagli Idr, capaci di aver re-sponsabilizzato i ragazzi facendosi da parte, ma rimanendocomunque alle spalle, proprio come fa l’accompagnatoreman mano che il figlio cresce e diventa via via autonomo. Ilconcorso, abbina-to al laboratorio“M’incontro t’in-contro”, è statovinto dall’istitutoLeonardo Murial-do di Albano, se-guito dall’ I.c. diAlbano (localitàCecchina), e dall’I.c. Ardea III.

SCUOLA SECONDARIA DI II GRADOA dare il via agli eventi finali, il 31 Marzo, sono stati gli adole-scenti delle scuole secondarie di II grado che, con la loroenergia unita alla creatività, hanno regalato grandi emozionie momenti di riflessione al liceo Chris Chappell di Anzio. Do-po il breve intervento del vescovo Marcello Semeraro, i ragaz-zi hanno dato vita a un vero e proprio talent school con i lorolavori che avevano come fulcro centrale il tema del laborato-rio proposto, ovvero “La convivialità delle differenze”. Anche ilpubblico è stato coinvolto, attraverso dei nastri annodati in-sieme da ogni persona, che hanno formato una rete, simbolodelle relazioni, di soli-darietà, inclusione,ricchezza delle diversi-tà. Il concorso è statovinto dall’istituto pro-fessionale Colonna-Gatti di Anzio-Nettuno,seguito dal liceo scien-tifico Blaise Pascal diPomezia e, sul gradinopiù basso del podio,dal liceo statale JamesJoyce di Ariccia.

Dal 20 al 26 Marzo, le scuole di ordine e grado del territorio diocesano hanno vissuto la quarta edizione la “Settimana del-l’educazione”, l’iniziativa a cura dell’ufficio diocesano per l’educazione, la scuola e l’insegnamento di religione cattolica,sul tema “Tutti in strada”. Un grande successo su tutti i fronti, vista la crescente quantità e qualità dei lavori pervenuti,

insieme al numero delle scuole aderenti, unita all’organizzazione dei singoli eventi che ha visto, tra i partecipanti anche alcu-ni parroci e vicari territoriali invitati dagli insegnanti di religione cattolica.

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diocesi: cosa bolle in pentola6

IL MONDO DEL LAVORO TRA INDA

Qualche giorno fa,l’Istat ha fatto ilquadro dell’oc-

cupazione nel 2016.Dati in evidente chiaro-scuro. La loro (essen-ziale) lettura ci intro-duce al cuore di questariflessione: il senso dellavoro, oggi, in Italia,

con particolare riferimento al ruolo della persona, alla sua di-gnità e al costante magistero di papa Francesco in tale ambito.

Dati in ascesaCominciamo col dire che il numero di occupati nel 2016 è cre-sciuto rispetto al 2015: 300mila in più a livello italiano (+1,3%).Forse sorprende vedere, date le premesse, che (in proporzione)sono proprio gli occupati a tempo indeterminato quelli che au-mentano di più: +280mila (+1,9%). Nonostante i minori sgravialle assunzioni - dimezzati rispetto all’anno precedente - il ri-sultato del 2016 bissa quello del 2015 e permette un altro pas-so verso il ritorno ai livelli occupazionali pre-crisi. Un recuperoche, va detto, non procede alla stessa velocità in tutti i territoridel paese, con notevoli differenze tra nord e sud. L’Italia è an-cora impegnata a inseguire il picco del 2008. Posto uguale a 100

il numero di occupati del 2008, nel 2016l’Italia è ferma a 98,6. È una dinamica,quella degli occupati, coerente con l'an-damento dell’economia nei tre contestiterritoriali considerati: il Pil italiano sitrova ancora sotto il pre-crisi (2008) di -6,0%, a conferma che per un vero svilup-po dell’occupazione è necessaria la cre-scita economica. Il tasso di disoccupa-zione giovanile continua a rimanere sulivelli troppo elevati (37,8%), ma nell’ul-timo anno è nella fascia 15-24 anni cheil numero di disoccupati si riduce di più.

Un limbo professionale che ingabbiaNella stessa classe di età si registra anche un consistentecalo dei Neet, giovani a metà del guado tra formazione emondo del lavoro: gli ultimi dati indicano che la loro inci-denza è scesa in Italia sotto il 20%. In pratica il numero diquesti giovani, bloccati in una sorta di “limbo professiona-le”, è diminuito in un solo anno di quasi l’8%. Segnali po-sitivi, infine, anche dall’indicatore che misura la criticità diaccesso al mercato del lavoro: il tasso di mancata parteci-pazione si è sensibilmente ridotto. È una accezione piùampia del tasso di disoccupazione, dal momento che in-

La dottrina sociale della Chiesachiede di porre l’uomo al cen-tro dell’analisi sociale ed eco-

nomica del lavoro. Si deve parteci-pare al processo produttivo non su-bendo passivamente le sue logiche,ma diventando generativi di svilup-po. Generare implica prendersi curadi precise relazioni, investendo lapropria libertà e scommettendo sul-l’altro. Partendo da queste convin-zioni l’ufficio diocesano per i proble-mi sociali e del lavoro ha messo in atto due progetti rivoltiai giovani: una all’interno delle attività previste dall’alter-nanza scuola-lavoro, l’altra per i giovani che vogliono avvi-cinarsi al mondo rurale e alla cura della terra.La prima iniziativa è stata realizzata con il liceo Meucci diAprilia e con l’Istituto professionale Colonna-Gatti di Nettu-no, con attività di formazione presso aziende, enti e profes-sionisti per superare lo scollamento che spesso caratteriz-za il rapporto tra la scuola e il lavoro e rende difficile l’inse-rimento lavorativo una volta terminato il ciclo di studi. I pro-getti realizzati con il CESAB e con i professori Ercole Amato,Giampiero Valenza e Ernesto Maria Giuffrè dell’universitàRegina Apostolorum di Roma hanno coinvolto e appassiona-

to gli studenti che hanno ancheideato alcune interessanti e innova-tive start up, mettendo in campo laloro intelligenza e creatività unite aldesiderio di misurarsi da protagoni-sti con il mondo del lavoro.La seconda esperienza di formazio-ne è stata avviata nel Vicariato terri-toriale di Aprilia su proposta delleAcli di Latina, nella persona del pre-sidente Nicola Tavoletta, e coordina-ta da don Alessandro Saputo sul te-

ma “Lo sviluppo rurale e le opportunità”. Dei quattro incon-tri uno si è svolto presso la parrocchia della Natività di MariaS.S. di Vallelata il 19 aprile, mentre gli altri sono in calenda-rio presso la parrocchia di San Pietro in Formis di Campover-de il 3 maggio, presso l’agriturismo “Il Casale di Giulia” in viaCarano il 17 maggio, e presso il circolo Acli “Verso la saggez-za” di via Parigi, tutti con inizio alle 18. Il ritorno alla terra ealla sua cura risponde bene al concetto di lavoro inteso co-me fattore di trasformazione del mondo e di realizzazionedell’uomo. Un lavoro che sta in mezzo tra l’uomo e la natura,ma anche tra uomo e uomo, in quanto luogo di riconosci-mento sociale, di collaborazione, di utilità comune.

Rita Leli

L’UOMO AL CENTRODue progetti diocesani in via di sviluppo rivolti ai giovani

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dalla cei una realtà preziosa 7

IL MONDO DEL LAVORO TRA INDAGINI E RESPONSABILITÀ COMUNEclude non solo chi cerca attivamenteun lavoro, ma anche gli “scoraggiati”.

Cosa c’è sul territorioFatta questa doverosa premessa, sorgespontanea una comune riflessione: sulnostro territorio non c’è alcun segno ditale, pur flebile ripresa. Continuiamo aincontrare persone espulse dal mondodel lavoro senza alcuna prospettiva. Igiovani “galleggiano” in un mare di in-certezze e con la forte tentazione di la-sciare il paese. La Chiesa, in tale fran-gente, non può far venire meno la suavoce di “coscienza critica” nel tessuto

sociale italiano. Costante è il suo richiamo verso i responsabi-li a tutti i livelli degli ambiti istituzionali, politici, economici, auna attenzione e impegno per individuare soluzioni credibili al-l’emergenza occupazionale, fonte principale di malessere so-ciale e destabilizzazione del futuro delle famiglie.

Il richiamo ad un progetto da condividerePapa Francesco, nella Evangelii Gaudium, al punto 222 ci ri-corda che “il tempo è superiore allo spazio”. Da qui discendeil richiamo a chi ha ruoli di responsabilità ad “attivare proces-

si” e non “occupare spazi”. La Dottrina sociale della Chiesa eil Magistero ci ricordano inoltre che il lavoro è per l’uomo enon il contrario. Un lavoro che crei maggior giustizia sociale,una equa distribuzione dei beni prodotti, e che non sia sotto-messo al principio del puro profitto (a favore di pochi!). Unpensiero sul lavoro lo ha offerto papa Francesco, nell’udienzagenerale a piazza San Pietro, nella festa di san Giuseppe la-voratore. Il lavoro, ha detto, “fa parte del piano di amore diDio” ed “è un elemento fondamentale per la dignità di unapersona. Il lavoro ci ‘unge’ di dignità, ci riempie di dignità; cirende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre; dàla capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di con-tribuire alla crescita della propria Nazione”. Il Pontefice hafatto riferimento “alle difficoltà che, in vari Paesi, incontra og-gi il mondo del lavoro e dell’impresa”, pensando “a quanti, enon solo giovani, sono disoccupati, molte volte a causa di unaconcezione economicista della società, che cerca il profittoegoista, al di fuori dei parametri della giustizia sociale”. Di quil’invito, rivolto a tutti, “alla solidarietà” e ai responsabili dellacosa pubblica “l’incoraggiamento a fare ogni sforzo per darenuovo slancio all’occupazione; questo significa preoccuparsiper la dignità della persona; ma soprattutto vorrei dire di nonperdere la speranza”.

Claudio GessiIncaricato Regionale Pastorale Sociale e Lavoro

Celebrare il lavoro in unPaese dove c’è una crisiprofonda ha ancora un

senso? Nelle società moderne,il lavoro è soggetto ad un cam-biamento continuo. Negli ultimianni, in particolare, il mondo dellavoro sta cambiando così infretta da rivoluzionare stili di vi-ta e modelli etici. Si tratta dimutamenti che sono portatori digrandi domande di fondo. Peresempio, cosa significa lavoro(umano)? Quali devono essere i (nuovi) diritti e doveri dellavoratore? E ancora: come sconfiggere la disoccupazionee quale formazione continua garantire ai lavoratori per pre-pararli al lavoro del futuro? Cosa pensare e cosa proporrecome cristiani e cittadini per ridare al lavoro la dignità chegli spetta secondo la Costituzione? La Chiesa italiana stamettendo tutto questo al centro di riflessione e proposte

nella 48a Settimana sociale dei cattolici italiani (Cagliari,26-29 ottobre 2017): una tappa di un percorso volto a capi-re insieme, a stare vicino, a cercare soluzioni, ad avanzareproposte. A generare cambiamento. Si sta costruendo que-sto evento, ma la proposta riguarda una risposta che da or-

mai 22 anni è concreta: il Progetto Policoro.Nella convinzione di «stare dentro la storiacon amore», e convinti dell’importanza del la-voro per l’uomo e della sua dignità, fin dal di-cembre del 1995 monsignor Mario Operti, di-rettore dell’Ufficio nazionale per i problemisociali e il lavoro, coinvolse il Servizio nazio-nale per la pastorale giovanile e la Caritas Ita-liana nel primo incontro svolto a Policoro, perriflettere sulla disoccupazione giovanile nellasicura speranza che l’Italia «non crescerà senon insieme». Nasceva così il Progetto Poli-coro, che si caratterizza per aver accolto «la

sfida che la disoccupazione giovanile pone alle Chiese» conla precisa «volontà di individuare delle risposte» all’«inter-rogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passa-re dalla disoccupazione dal lavoro alla disoccupazione del-la vita». La risposta elaborata è lavorare insieme (ai diver-si livelli: nazionale, regionale e diocesano) per evangelizza-re (la vita e il lavoro), educare (e formare le coscienze),esprimere impresa (ovvero gesti concreti di solidarietà ereciprocità). Nel 2017, aderiscono al Progetto Policoro 139diocesi su 225, con 194 animatori in servizio.

Fabiano LongoniDirettore Ufficio CEI Problemi sociali e lavoro

LA REALTÀ DI POLICOROStrumento e servizio per recuperare la dignità della persona

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speciale vocazioni8

TRA LITURGIA E ORATORIOIl prossimo 1° maggio il vescovo ordinerà diacono il seminarista Marco Quarra

Il prossimo primo maggio,alle 18 presso la parrocchiadello Spirito Santo ad Apri-

lia, sarà ordinato diacono ungiovane ragazzo della nostradiocesi: Marco Quarra, di 26anni, nato in una famigliasemplice e con begli ideali.All’età di 6 anni ha iniziato afare il ministrante presso lacongregazione delle Piccole

sorelle dei poveri, a Marino, dove ha incontrato, oltre a questacomunità religiosa, anche un sacerdote, don Andrea Dagnino,che – vedendoci lungo – lo ha indirizzato sulla strada che poiavrebbe scelto. Durante le scuole medie ha cominciato a fre-quentare la comunità della Ss.ma Trinità di Marino dove hamaturato pian piano la consapevolezza di una vocazione alministero sacro, attraverso la quotidianità, i campi scuola conl’oratorio e la cura per la liturgia. Il parroco, don Felicetto Gabrielli, gli ha proposto di entrare inseminario subito dopo la maturità e Marco ha accolto la sfida.Nel momento di iniziare il cammino di discernimento nel Se-minario di Anagni, Marco non nasconde di aver provato tantapaura: sentiva che la sua vita stava cambiando. Arrivato adAnagni, i suoi formatori gli hanno proposto di provare a stare

lì per qualche giorno, ci ha provato e alla fine è giunto al se-sto anno, in attesa dell’ordinazione diaconale.Quali sono le emozioni che provi in questo tempo in cui il dia-conato si avvicina?«Ci sono diverse emozioni: gioia, entusiasmo, curiosità, ac-compagnate anche da un po’ di timore. Il dono del Diaconato,così come quello del Presbiterato è per sempre. Mi disse unavolta una religiosa: “Sai perché è per sempre? Perché ciò chedona Dio, Lui non lo rivuole indietro, non se lo riprende!”». Hapoi continuato: «Queste emozioni sorgono soprattutto quandopenso al momento stesso dell’ordinazione. La prostrazione:totale abbandono in Dio, farsi da parte per accogliere Lui. Laconsegna del Vangelo: la parola del Signore viva, efficace,reale».Cosa vedi nel tuo futuro da “servitore”? «Il servizio. Abbiamo appena vissuto i grandi riti del Triduodel Signore: il cingerci il grembiule, il chinarsi, il lavare i pie-di, questa è la regalità per Gesù. Chiedo proprio questo donoa Lui per il mio diaconato: di farmi prossimo, in modo parti-colare ai poveri e ai sofferenti. Gli Atti degli Apostoli traman-dano l’istituzione del Diaconato, questo è stato costituito invirtù di determinati fini: l’assistenza quotidiana delle vedove,il servizio alle mense e, non per ultimo, l’essere collaborato-ri dei Dodici».

A cura di Irene Villani

VEGLIA DI PASQUAGrande festa della comunità diocesana per i 16 adulti diventati cristiani

Èsempre una festa quando si partecipaalla amministrazione di un battesimo,ma quando questa riguarda 16 adulti,

che nella Veglia pasquale ricevono i tre sa-cramenti dell’iniziazione cristiana, allora lafesta è ancora più grande. Provenienti daItalia, Albania, Francia, Tunisia, GuineaBissau, Capo Verde e Cuba, di età compre-sa tra i 18 e i 48 anni, ciascuno di loro por-ta nel cuore una storia diversa dall’altra,fatta spesso di sofferenza e difficoltà, matutti con un unico, profondo desiderio:quello di diventare cristiani per poter esse-re discepoli di Gesù. Nella ricerca di senso che accompagnaogni uomo, molti di loro si sono imbattuti in qualche cristia-no che ha testimoniato con la propria vita che Gesù è la ri-sposta, è Colui che può colmare il vuoto, lenire le ferite,riempire di gioia un’esistenza. La scoperta che Gesù cerca,ama, chiama ognuno personalmente ha messo in camminociascuno di loro, che dopo la richiesta di diventare cristianoha fatto un percorso di circa due anni in una parrocchia del-la diocesi: il percorso ha alternato momenti di preghiera ecelebrazioni a esperienze nelle varie realtà parrocchiali, aincontri di formazione e condivisione. Ogni momento è statoimportante e ha seguito alcune tappe fondamentali, che

hanno permesso a chiseguiva i catecumeni, eai catecumeni stessi, difare il punto della situa-zione, di verificare sedavvero era quello chevolevano e di fare il pas-so successivo. Dopo unperiodo di primo annun-cio sono arrivati allaammissione al catecu-menato, con la quale so-no stati presentati alla

propria comunità parrocchiale e in qualche modo sono statigià inseriti nella comunità cristiana. Con il rito di elezionesono stati scelti dal vescovo nella prima domenica dell’ulti-ma Quaresima come candidati a ricevere i sacramenti di ini-ziazione la notte di Pasqua e nelle domeniche successive lecomunità parrocchiali si sono strette attorno a loro per pre-gare per e con loro. Infine la veglia di Pasqua, culmine del-l’esperienza, durante la quale tutti hanno manifestato unagioia incontenibile e una profonda gratitudine al Signore. Ed è anche l’unica cosa che la comunità diocesana può fare:dar lode al Signore perché continua a fare meraviglie.

Barbara Zadra

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dal territorio 9

UN VALORE AGGIUNTO PER LA CITTÀ DI ALBANOIl museo diocesano accoglie i reperti della catacomba di San Senatore

Nel corso degli anni ‘90 delsecolo scorso, durante gliscavi condotti nella Cata-

comba di San Senatore da partedella Pontificia commissione di ar-cheologia sacra (Pcas), diretti dalprofessor Vincenzo Fiocchi Nicolai,vennero ritrovati alcuni importantireperti, come monete antiche e ce-ramiche provenienti dalle sepoltu-re cristiane. La Catacomba, ricava-ta all’interno di una vecchia cava dipozzolana, risale probabilmente alIII secolo. Il Cimitero è stato utilizzato per le sepolture fino alXII secolo e nei sotterranei fu ricavata una “ecclesia” per ilculto dei martiri locali. Al termine dei lavori presso la Cata-comba di San Senatore, nella citta di Albano Laziale l’unicomuseo esistente era quello civico: per questo, la Pontificacommissione di archeologia sacra, istituita da papa Pio IX il 6gennaio del 1852 “per custodire i sacri cemeteri antichi, percurarne preventivamente la conservazione, le ulteriori esplo-razioni, le investigazioni, lo studio, per tutelare inoltre le piùvetuste memorie dei primi secoli cristiani, i monumenti insi-gni, le Basiliche venerande, in Roma, nel suburbio e suolo ro-mano e anche nelle altre diocesi d’intesa con i rispettivi ordi-

nari”, decise di dare i ritrovamenti inprestito al polo culturale comunale chein questi anni li ha esposti al pubblico.La cerimonia di riconsegna dei reperti èavvenuta lo scorso 8 aprile presso laSala delle Vedute di Palazzo Lercari al-la presenza di monsignor Giovanni Car-rù, Segretario della Pcas, del sindaco diAlbano, Nicola Marini e dell’assessoreVincenzo Santoro, consigliere delegatoal Museo e turismo. Monsignor Carrùha voluto ringraziare la cittadina dei ca-stelli per aver in questi anni valorizzato

i ritrovamenti risalenti agli antichi cristiani. Con l’apertura delpolo museale diocesano, la Pcas ha chiesto che i rinvenimen-ti “tornassero a casa” anche se, in pratica, sarà possibile ap-prezzare gli antichi reperti nella stessa cittadina semplice-mente contestualizzate in maniera più appropriata. Anche ilvescovo Marcello Semeraro ha espresso la propria felicità perla permanenza delle importanti testimonianze all’interno del-la diocesi. Si arricchisce dunque la collezione del museo ec-clesiastico di Albano con testimonianze derivanti dalle originidel Cristianesimo, un motivo in più per visitare questo poloculturale interessante e sempre vivo.

Emanuele Scigliuzzo.

ARRIVA A PAVONA LA BIBLIOTECA DIFFUSAIndividuati i punti strategici per il ritiro e la consegna dei libri

Da oggi chi vuole leggere non ha piùscuse per non farlo. Grazie all’ini-ziativa, avviata a Pavona, de “La bi-

blioteca diffusa”, che allarga il servizio diprestito di libri e materiale multimedialeoltre i confini degli spazi tradizionali.Un’opportunità resa possibile dalla di-sponibilità espressa da esercizi commer-ciali, aziende e associazioni culturali.Presso questi luoghi verrà adibito un ap-posito spazio, in cui tutti coloro che han-no prenotato letture o film dalla bibliote-ca di zona, potranno ritirarli o riconse-gnarli oltre gli orari di apertura dellastruttura stessa. I proprietari delle attività saranno liberi didecidere quanti e quali media ospitare, la periodicità del lo-ro rinnovo, se e quali iniziative collegare al servizio che ero-gano. Qui gli utenti, muniti di tessera “Club Biblio+”, trove-ranno dei responsabili formati all’utilizzo del software delConsorzio bibliotecario, che si occuperanno del prestito edella riconsegna del materiale. Il servizio è pensato per chisi trova impossibilitato, per impegni di lavoro o familiari, a ri-spettare l’orario della biblioteca e, di fatto, è stato semprecostretto a rinunciare al piacere derivante dalla lettura di unbuon libro. «A Pavona – spiega Marco Alteri, responsabiledell’iniziativa – abbiamo individuato tre luoghi: la stazione

ferroviaria e leparrocchie di sanGiuseppe e san-t’Eugenio. Il librova comunqueprenotato onlinesul sito del Servi-zio bibliotecariodei Castelli ro-mani. L’utentepuò ritirarlo, equindi riconse-gnarlo, il lunedìdalle 6:50 alle

8:55 presso la stazione e la domenica dalle 10 in poi in par-rocchia, subito dopo la Messa». Il Consorzio bibliotecariomette a disposizione il patrimonio librario e multimedialedi diciassette biblioteche: «Parallelamente – aggiunge Al-teri – abbiamo fondato anche un circolo di lettura, semprea Pavona, aperto a tutti coloro che volessero condividereletture, riflessioni e non solo. Da queste esperienze abbia-mo scoperto che ci sono tante persone che amano la lettu-ra. Proprio qui, in una frazione in cui si sono tantissimi bare nessuna libreria. Questo perché siamo convinti che leg-gere migliora la qualità della vita».

Mirko Giustini

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rubrica biblica a cura di ombretta pisano10

Nel tempo pa-squale, abbiamomodo di acco-

starci ai testi che si tro-vano alle radici dellanostra fede, i raccontidella Pasqua. La de-scrizione che ne trovia-mo nel libro dell’Esodoè quella di una festa cheè “memoriale perenne”della salvezza prodigio-sa operata dal Signore eche ogni generazionedeve celebrare (Es12,14). Il termine ebrai-co “zikkaron”, “memo-riale”, indica l’attualiz-zazione di un passatonel presente della cele-brazione, soprattutto li-turgica. Tuttavia, la Pa-squa è “memoriale”non solo perché com-memora un passato,ma perché riproducenell’oggi d’ogni genera-zione la salvezza donatada Dio al suo popolo op-presso. Riporta il pas-sato nel nostro presen-

te e al tempo stesso proietta noi dentro il passato che cele-briamo. Ancora oggi gli ebrei che celebrano la Pasqua ricor-dano che “In ogni generazione ognuno deve considerare sestesso come personalmente uscito dall’Egitto, poiché la To-rah dice “in quel giorno dirai a tuo figlio: questo è ciò che il Si-gnore fece per me quando uscii dall’Egitto” (Haggadah di Pa-squa). Su questa festa si innesta il memoriale cristiano del“passaggio” di Gesù, Agnello il cui sangue dà la vita, che cirende testimoni del fatto che si può passare attraverso lamorte e uscirne risorti alla libertà di figli. Israele non ha pe-rò finito il suo processo di liberazione con il passaggio del MarRosso. La storia del cammino nel deserto dopo la Pasqua,che è paradigmatica per tutti i noi, è continuamente costella-ta dal dubbio e dalla mormorazione (“Dio è sì o no con noi?”,“perché ci hai portato fuori dall’Egitto per farci morire nel de-serto?”) nonostante Dio abbia dato ampia prova della sua vi-cinanza che salva.Deserto. Deserto è dove si sperimentano la tentazione e laprova. È il luogo dell’aridità, dove non c’è distrazione di sorta,e c’è silenzio. Quindi, è il luogo in cui è possibile imparare aconoscere Dio, ascoltare la sua Parola. Il deserto è il luogodell’educazione al rapporto con Dio perché lì ci si rende con-to che tantissime cose che possediamo non servono a vivere.In questo cammino nel deserto, Israele si imbatte in alcunesituazioni che costituiscono altrettante crisi, come quelle del-

la manna edelle qua-glie (Es 16),e delle ac-que di Mas-sa e Meribadove il po-polo soffrela sete e al-lora Mosècolpisce laroccia e nesgorga acqua (Es 17). In uno schema ricorrente, nel deserto ilpopolo sperimenta una necessità, un’insufficienza – grida aDio (e a Mosè) ritornando sempre sullo stesso ritornello:“Fossimo morti in Egitto” oppure “Perché ci hai fatti usciredal paese d’Egitto?” – Dio risponde dando quello che gli vie-ne chiesto, ma poi esige che questo nuovo segno non sia di-menticato. Per questo viene conservata un po’ di manna, inmodo che tutti i discendenti di Israele si ricordino che Dio li hanutriti nel deserto, e per questo viene dato un nome al luogodove Mosè ha fatto sgorgare l’acqua (“Massa e Meriba”) chericordi che lì l’acqua non mancò a Israele. Insomma, Israeledeve essere educato a fidarsi di Dio, senza dubitare che, neldeserto e nella difficoltà, lui lo nutre e lo disseta e gli dona lavita continuamente. Solo nel deserto, cioè nell’assenza di tut-to, il popolo (e noi) si può rendere conto che è Dio che dona lavita, non i nostri mezzi.Obbedienza. Nel cammino nel deserto, il popolo deve impara-re a fidarsi di Dio nell’assenza di tutto, e quindi imparare a ob-bedire alla sua Parola. Non l’obbedienza dello schiavo comequella che Israele doveva all’Egitto, ma quella del figlio, allaparola che dà la vita. Questo discorso dell’obbedienza è fon-damentale quando si arriverà al Sinai, al dono della legge. AlSinai il popolo può veramente dire di essere libero perché è ingrado di obbedire alla Parola che il Signore gli dona. L’obbe-dienza alla legge, alla Parola del Signore, è un atto di libertà,lo possono fare le persone libere. Ma anche questa libertà èdono di Dio, frutto della sua vicinanza amorevole che educa ilsuo popolo. È questo loscopo dell’uscita dall’Egit-to e della Pasqua. Questodiscorso ha un rilievo dinatura pedagogica, so-prattutto se siamo educa-tori o ci occupiamo di “ac-compagnare” altre perso-ne: prima viene l’educa-zione alla libertà, perchésolo le persone libere pos-sono ascoltare la voce delSignore e seguirla fino infondo. La nostra rispostaè sempre risposta al-l’amore liberante di Dio.(Continua)

VERSO LA LIBERTÀLa Pasqua, cammino di Israele, cammino della Chiesa

Mosè convocò tutti gli anzianid'Israele e disse loro: “Andate aprocurarvi un capo di bestiameminuto per ogni vostra famiglia eimmolate la pasqua. Prendereteun fascio di issòpo, lo intingeretenel sangue che sarà nel catino espruzzerete l'architrave e gli stipi-ti con il sangue del catino. Nessu-no di voi uscirà dalla porta dellasua casa fino al mattino. Il Signo-re passerà per colpire l'Egitto, ve-drà il sangue sull'architrave e su-gli stipiti: allora il Signore passeràoltre la porta e non permetterà al-lo sterminatore di entrare nellavostra casa per colpire. Voi osser-verete questo comando come unrito fissato per te e per i tuoi figliper sempre. Quando poi sareteentrati nel paese che il Signore vidarà, come ha promesso, osser-verete questo rito. Allora i vostrifigli vi chiederanno: Che significaquesto atto di culto? Voi direte lo-ro: E' il sacrificio della pasqua peril Signore, il quale è passato oltrele case degli Israeliti in Egitto,quando colpì l'Egitto e salvò le no-stre case”. (Es 12,21-27)

Ricordati di tutto il cammino cheil Signore tuo Dio ti ha fatto per-correre in questi quarant'anninel deserto, per umiliarti e met-terti alla prova, per sapere quel-lo che avevi nel cuore e se tuavresti osservato o no i suoi co-mandi. Egli dunque ti ha umilia-to, ti ha fatto provare la fame,poi ti ha nutrito di manna, che tunon conoscevi e che i tuoi padrinon avevano mai conosciuto, perfarti capire che l'uomo non vivesoltanto di pane, ma che l'uomovive di quanto esce dalla boccadel Signore. (Dt 8,2-3)

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mondialità e cultura 11

L’ETICA DELLA CURA DELL’IO Donarsi all’altro per crescere nell’amore di se stessi

In un mondo che muta costantemente,è bene chiedersi quali siano quellefondamenta solide che permettano di

essere liberamente chi siamo, attenti al-l’altro. E siamo chiamati, dunque, alla re-sponsabilità, la quale non termina là do-ve finiscono i nostri confini, lì dove sichiude la propria porta di casa, o là dovesi esaurisce il nostro campo d’azione.Anzi, la sfida che ogni uomo affronta èquella che definisco un’etica della cura, ilcui compito consiste nello scardinarel’egoismo dell’io, con la messa in questione della coscienzada parte del soggetto. E, allora, si inseriscono termini qualiprossimità, bontà, fraternità, fino ad arrivare alla categoria le-vinasiana della sostituzione, la quale consiste nell’io che sidona radicalmente per altri, “al di là del sacrificio”. Tale con-cezione di responsabilità è un’investitura, da parte di altri, cheirrompe nella sfera individuale dell’io, ed esige la sua non uc-cisione. Essere responsabile è, quindi, costitutivo del sogget-to, anche se ciò implica una rivoluzione circa la concezioneabituale del modo di vivere dell’uomo, oggi. Si richiede una ri-voluzione d’amore, verso una crescente indagine sul bene,come desiderio di bontà, ed esigenza di santità. C’è bisogno di

una cura per l’altro uomo, che vada oltreogni pregiudizio. La vera accoglienza, in-fatti, è quella dell’altro in quanto stranie-ro, senza alcun riconoscimento dei suoipredicati reali. Il capovolgimento dellatematizzazione è il passaggio al rendersiprossimi. La conseguenza immediata èun eccesso dell’etico, sul piano teorico. Ilche equivale ad ammettere la possibilitàdi una nuova affermazione di umanità.Emerge anche una diversa interpretazio-ne dell’esistenza inter-relazionale: c’è

bisogno, forse, di un recupero della morale? Ci si domanda,ancora, quali limiti debba avere la nostra libertà. In che mo-do, la ragione può guidare i miei atti? Sono davvero consape-vole dell’inviolabilità dell’altro, in quanto uomo, avente i mieistessi diritti, e i miei stessi doveri? Fondamentale è, in primaistanza, la cura personale dell’io, anche se ciò sembrerebbein totale disaccordo con la tesi esposta finora; eppure, solo at-traverso il “sì” all’invito, già a partire da Socrate, a conoscerese stessi, è possibile esser pronti ad affrontare tutto il resto,con padronanza di sé, e saggezza. Anche quando l’altro si av-vicina, e mi chiede aiuto, scomodamente.

Chiara Maffeis

LA FESTA DEL LAVOROTra crisi e recupero della dignità dell’uomo

Il 1° maggio è la Festa del la-voro o Festa dei lavoratori,ricorrenza celebrata in molti

paesi nel mondo, per ricordarela lotta per la conquista di im-portanti diritti come la riduzio-ne dell’orario lavorativo a ottoore. La festa, di stampo sociali-sta, negli anni ha assunto unsignificato rilevante per tutti,cattolici compresi, grazie an-che alla vicinanza del Papa allaquestione del lavoro. L’originedella ricorrenza risale a unamanifestazione organizzata il 5 settembre del 1882 a NewYork dai Knights of Labor. La manifestazione fu poi ripetutaogni anno ma cambiò data nel 1 maggio, scelta per comme-morare le vittime dei gravi incidenti scoppiati nei primi giornidel mese a Chicago, nel 1886, nella cosiddetta rivolta di Hay-market. In Europa la Festa del lavoro fu ufficializzata per il 1°maggio dai delegati socialisti della Seconda Internazionale,riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo. Il1° maggio del 1955 papa Pio XII istituì la festa di San Giusep-pe lavoratore, affinché tale data potesse essere condivisa apieno titolo anche dai lavoratori cattolici. Papa Francesco hapiù volte manifestato vicinanza agli italiani, vittime di disoccu-

pazione, precariato e sfrutta-mento. Da un lato c’è la (reale)crisi economica, dall’altro cisono troppi imprenditori che,con la scusa della crisi, scelgo-no di sfruttare e sottopagare ilavoratori. Venendo contro alprincipio della dignità del lavo-ro, più volte sottolineato dalPontefice: «Il lavoro ci dà digni-tà. Chi per manovre economi-che, per fare negoziati non deltutto chiari chiude fabbriche,chiude imprese e toglie il lavo-

ro agli uomini fa un peccato gravissimo». Una volta papa Francesco aveva ammonito: «Non esistepeggiore povertà di quella che priva del lavoro e della digni-tà del lavoro, e che rende il lavoro una forma di schiavitù»,auspicando soluzioni per «alcuni problemi del nostro tempo,quali la piaga sempre più estesa della disoccupazione giova-nile e del lavoro nero, e il dramma di tanti lavoratori, spe-cialmente bambini, sfruttati per avidità. Tutto ciò è contrarioalla dignità umana e deriva da una mentalità che pone alcentro il denaro, i benefici e i profitti economici a scapitodell’uomo stesso».

Francesco Minardi

John Everett Millais, 1849, Tate Gallery, Londra

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appunti12

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 10, numero 91 - aprile 2017

APPUNTAMENTI01 MAGGIOOrdinazione diaconale di Marco QuarraIl vescovo ordinerà diacono il seminarista MarcoQuarra alle ore 18.00 nella Parrocchia Spirito San-to in Aprilia.

06 MAGGIOVeglia per le vocazioniLa celebrazione si terrà alle ore 20.45 presso ilsantuario di Santa Maria della Rotonda in Albano.

07 MAGGIO• Giornata diocesana dei ministrantiLa giornata dei ministranti inizierà alle ore 9.30presso il seminario vescovile (Piazza San Paolo, 5- Albano Laziale) e si concluderà alle ore 17.00con la celebraziione eucaristica.• Percorso di vita e di fede nella crisi matrimonialeL’incontro si terrà presso il seminario vescovile apartire dalle ore 16.00.

08 MAGGIOScuola di coppia e di genitiriL’incontro si terrà alle ore 18.00 presso la Parroc-chia San GIuseppe in Pavona di Albano.

11 MAGGIOAggiornamento teologico del cleroOre 9.30 presso il seminario vescovile di Albano.

12 MAGGIOSan Pacrazio Martire - Patrono della Diocesi

Il vescovo presiederà la santa messa in cattedrale alleore 18.00. Segirà la processione per le vie della città.

15 MAGGIORiunione dei vicari territorialiOre 10.00, curia vescovile.

19 MAGGIORiunione dei direttori di curiaOre 10.00, curia vescovile.

20-28 MAGGIOSettimana della comunicazioneIl 20 maggio si terrà alle ore 16.30, presso la Par-rocchia Sant’Eugenio I, papa in Pavona di CastelGandolfo, un incontro dal titolo “Comunicare spe-ranza e fiducia nel nostro tempo” e sarà tenuto dadon Antonio Sciortino, ex direttore di Famiglia cri-stiana.

27 MAGGIO• Consiglio pastorale diocesanoL’incontro si terrà presso il seminario vescovile apartire dalle ore 9.30.• Ritiro spirituale dei diaconi permanentiL’incontro si terrà alle ore 15.30 presso il semina-rio vescovile.

28 MAGGIOSolennità dell’AscensioneGiornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Andrea Conocchia, Claudio Gessi, Mirko Giustini, RitaLeli, Fabiano Longoni, Matteo Lupini, Chiara Maffeis,Valerio Messina, Francesco Minardi, Monia Nicoletti,Antonello Palozzi, Ombretta Pisano, Giovanni Salsano,Emanuele Scigliuzzo, Irene Villani, Barbara Zadra.

Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844

[email protected]

Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Capo D’Acqua, 22/B00047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 27.04.2017

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