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La Toscana meridionale nel tardo medioevo: il ruolo di...

Date post: 15-Feb-2019
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La Toscana meridionale nel tardo medioevo: il ruolo di Siena nella fine dei paesaggi medievali e nella formazione di quelli moderni (XIII-XVI secolo) Sommario 1. Premessa 2. Descrizione del progetto 2.1 Temi da affrontare 2.2 Contesto storico e cronologico 2.3 Ambito geografico della ricerca 3. Obiettivi 4. Metodologia 4.1 Verifica dei dati editi ed inediti 4.1.1 Dati sulle fasi tarde dei castelli 4.1.2 Dati da ricognizione e da contesti indagati in modo non distruttivo 4.1.3 Dati provenienti da fonti scritte edite 4.1.4 Dati provenienti dall'Atlante dei siti fortificati d'altura della Toscana 4.1.5 Dati provenienti dalla schedatura del dizionario di Emanuele Repetti 4.1.6 Dati provenienti da fonti cartografiche 4.2 Gestione dei dati attraverso una base GIS 4.2.1 Dati relativi al paesaggio 4.2.2 Dati relativi a scavi, ricognizioni e rinvenimenti occasionali 4.2.3 Dati relativi al Catasto del 1823 4.2.4 Dati dall'edito 4.2.5 Base GIS degli assetti insediativi del paesaggio 4.3 Le indagini sul campo 4.3.1 Le ricognizioni di superficie 5. Temporizzazione 6. Bibliografia di riferimento
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La Toscana meridionale nel tardo medioevo:

il ruolo di Siena nella fine dei paesaggi medievali e nella formazione di quelli

moderni

(XIII-XVI secolo)

Sommario

1. Premessa

2. Descrizione del progetto

2.1 Temi da affrontare

2.2 Contesto storico e cronologico

2.3 Ambito geografico della ricerca

3. Obiettivi

4. Metodologia

4.1 Verifica dei dati editi ed inediti

4.1.1 Dati sulle fasi tarde dei castelli

4.1.2 Dati da ricognizione e da contesti indagati in modo non distruttivo

4.1.3 Dati provenienti da fonti scritte edite

4.1.4 Dati provenienti dall'Atlante dei siti fortificati d'altura della Toscana

4.1.5 Dati provenienti dalla schedatura del dizionario di Emanuele Repetti

4.1.6 Dati provenienti da fonti cartografiche

4.2 Gestione dei dati attraverso una base GIS

4.2.1 Dati relativi al paesaggio

4.2.2 Dati relativi a scavi, ricognizioni e rinvenimenti occasionali

4.2.3 Dati relativi al Catasto del 1823

4.2.4 Dati dall'edito

4.2.5 Base GIS degli assetti insediativi del paesaggio

4.3 Le indagini sul campo

4.3.1 Le ricognizioni di superficie

5. Temporizzazione

6. Bibliografia di riferimento

1. Premessa

Il fine che si pone questa ricerca è comprendere quali siano state le scelte, e le conseguenti

trasformazioni nel territorio, che portarono Siena a incidere in maniera definitiva sui paesaggi della

Toscana meridionale, gettando le basi delle strutture paesaggistiche moderne, che solo la

rivoluzione economica e culturale del secondo dopoguerra del XX secolo ha trasformato

definitivamente.

Uno dei temi storiografici di maggior rilievo, in particolar modo negli ultimi 40 anni, è stata la

formazione della città comunale e le trasformazioni degli assetti territoriali che questa ha

comportato nei paesaggi esistenti.

Le ricerche storiche e archeologiche hanno individuato, attraverso un'attenta lettura delle fonti, le

dinamiche di trasformazione, imposte dalla città, delle strutture politiche, economiche, sociali e

culturali dei territori che andava sottomettendo, costituendo quello che comunemente è conosciuto

come contado.

La costituzione del comune di Siena e del suo contado, sono stati analizzati attraverso ricerche di

ambito storico e archeologico, che hanno permesso di comprendere in maniera più esaustiva la

trasformazione dei paesaggi nel corso dei secoli.

Il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Siena si è in questo ambito contraddistinto con le

sue ricerche nella comprensione delle dinamiche di trasformazione della Toscana meridionale.

Lo scavo di un elevato numero di castelli, la redazione della carta archeologica della Provincia di

Siena, le ricognizioni in ambito maremmano, lo studio della cultura materiale e dei caratteri

dell'edilizia storica e dell'urbanistica, hanno prodotto una serie di dati considerevole. Questa ha

contribuito a comprendere le trasformazioni con cui questo territorio dall'XII secolo, attraverso

percorsi talvolta non diretti, ma, al contrario, complessi e dinamici, viene man mano assoggettato

dal comune di Siena e plasmato dalla sua politica economica e territoriale (per una sintesi del lavoro

in particolare del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Siena si veda: Francovich 1999,

Francovich, Valenti 2005).

Lo stesso tema in ambito storico ha prodotto un numero elevato di ricerche. Queste costituiscono la

base di riferimento per un inquadramento più esaustivo delle dinamiche del popolamento medievale

(tra gli altri: Cherubini 1974, Redon 1983, Redon 1989, Pinto, Pirillo 1987, Ginatempo 1988,

Ascheri 2001).

In definitiva, la creazione dello Stato senese risulta essere una delle tappe fondamentali di questi

processi, poiché da quel momento le campagne della Toscana meridionale presenteranno una

trasformazione definitiva dei caratteri insediativi e produttivi, che saranno alla base anche delle

scelte di età moderna della gestione del territorio mediceo.

2. Descrizione del progetto

2.1 Temi da affrontare

Il progetto ha come finalità la comprensione, attraverso gli strumenti dell'indagine archeologica,

delle dinamiche di trasformazione degli assetti insediativi, e più in generale del paesaggio, della

Toscana meridionale, a partire dalla fine del XII fino al XVI secolo, cioè il lasso di tempo in cui

questo territorio viene a far parte dello stato senese.

Con il pieno XII secolo il comune di Siena inizia a estendersi in particolar modo verso S ed W,

essendo la frontiera a N bloccata dallo stato fiorentino, in un territorio dominato da signorie

territoriali, che ha come elementi caratterizzanti e central places i villaggi fortificati (Redon 1982 e

1999, Ascheri 2001) .

E' questo l'inizio dell'erosione del potere signorile, e della disgregazione del paesaggio formatosi a

seguito dell'affermazione della signoria territoriale tra X e XII secolo. Ciò si verifica attraverso una

serie di trasformazioni dovute, in parte, alla crisi stessa del potere signorile (ad esempio la crisi del

sistema di proprietà, lo sviluppo dei beni allodiali e la nascita delle comunità rurali), in parte alla

volontà delle famiglie stesse e del comune, di strutturare un territorio che si stava trasformando

dopo l'inizio dell'espansione cittadina (Cammarosano 1979).

Il XIII secolo è caratterizzato inoltre dalla presenza della proprietà cittadina nelle campagne, la

quale può essere considerata uno dei fenomeni chiave della trasformazione dei paesaggi nel

contesto preso in esame. Inoltre l'analisi storiografica ha individuato questo tipo di proprietà come

la forma principale della politica di espansione senese nel territorio (Cherubini 1974, Cardini et alii

1987).

Con questa presenza inizia il deterioramento della gestione della proprietà fondiaria e

dell'insediamento, a favore di nuove forme di conduzione/gestione che, con una presenza più diretta

del proprietario, sono finalizzate a garantire una rendita maggiore.

L'espansione fondiaria cittadina portò la diffusione di un nuovo tipo di insediamento sparso

connesso a “nuclei policolturali” e la conduzione di contratti a breve termine (ad medium,

adfictum).Tale espansione non si verifica in maniera uniforme, ma, almeno nella prima fase, con

un'intensità direttamente proporzionale alla distanza dalla città (Ascheri, De Dominicis 1997).

Sono questi gli elementi che porteranno alla destrutturazione dei paesaggi medievali, momento

formativo delle nuove forme insediative di età moderna.

In maniera differente, con dinamiche e tempi diversi da zona a zona, si arriverà, con il XVI secolo,

alla definitiva diffusione della mezzadria (che ha come elemento distintivo il podere policolturale

con l'abitazione al centro).

Il progetto ha il fine di comprendere come la nuova organizzazione del territorio, imposto dalla

città, si innesta sulle preesistenze insediative e i relativi paesaggi, e come va a trasformarli.

Si propone di verificare se, e come, gli insediamenti esistenti, i paesaggi e le risorse ambientali

abbiano influenzato le scelte della città riguardo alle nuove modalità insediative, che da questo

momento saranno caratterizzate da nuove forme sfruttamento delle materie prime, e da central

places i cui territori nascono dalla destrutturazione di quelli esistenti.

Queste trasformazioni hanno inoltre portato a modificazioni culturali, sociali ed economiche che

necessitano di una maggiore comprensione in termini sia quantitativi che qualitativi.

Il passaggio dal potere signorile al potere urbano, infatti, trasformando la gestione delle risorse e

modificando gli assetti del territorio, ha certamente in qualche modo trasformato le abitudini

alimentari e il rapporto con i mercati. Questo ha prodotto dei cambiamenti nella cultura materiali,

che devono essere indagati perché ne sia compresa la reale natura e significato.

In generale il fine del progetto è quello di verificare quanto la politica economica, agraria e

insediativa, imposta dalla città, abbia influito nella quotidianità degli abitanti del suo contado e se i

cambiamenti verificatisi siano omogenei nel territorio o presentino delle dinamiche diverse da zona

a zona.

2.2 Contesto storico e cronologico

L'ambito cronologico in cui si svolge questa ricerca prende in considerazione le tappe principali

della formazione dello stato senese dal medioevo fino alla sottomissione della Toscana meridionale

sotto il potere mediceo con il pieno XVI secolo.

Siena inizia la creazione del suo contado nel XII secolo, attraverso una serie di atti di sottomissione,

che in molti casi indicano la crisi del sistema signorile e la presa di coscienza della presenza nel

territorio di una nuova forza egemone (Cammarosano, Passeri 1976).

L'inizio di questo processo coincide con il fenomeno definito da alcuni secondo incastellamento

(Farinelli, Giorgi 1998); fenomeno che, in maniera differente da zona a zona,soprattutto nelle aree

meno esposte alla diretta influenza della città, rappresenta uno degli aspetti principali nella

trasformazione del territorio da parte delle signorie laiche ed ecclesiastiche.

Queste ristrutturano i propri ambiti territoriali (con l'abbandono di alcuni siti e l'accentramento

insediativo verso versi alcuni nuclei castrensi principali) andando a trasformare profondamente sia

la struttura insediativa che quella sociale delle campagne. Ciò con lo scopo di arginare dello

spopolamento dei distretti castrensi; dalla fine del XII secolo infatti si stava verificando uno

spostamento consistente della popolazione verso le città e verso alcuni centri «quasi urbani », che

attraevano con il richiamo di nuove possibilità economiche e sociali.

Si ha in definitiva una nuova geografia del popolamento contrassegnata da una forte polarizzazione

attorno ad alcuni centri castrensi principali. Vengono a formarsi un numero circoscritto di grandi

castra di popolamento, le cui dimensioni raggiunsero ordini di grandezza superiori rispetto ai

castelli della I fase di incastellamento. (Farinelli, Giorgi 1998, Farinelli, Giorgi 2000, Farinelli

2007).

Siena, inoltre, in questa prima fase di espansione non sembra rivoluzionare le strutture insediative

esistenti.

E' ben visibile che i villaggi fortificati (con le loro strutture di potere e la propria organizzazione

territoriale), mantengono un ruolo egemone all'interno del nascente stato. Questa caratteristica è

confermata da pratiche politiche ben precise come la “reinfeudazione” dei castelli ai signori che si

erano sottomessi a Siena, o l'uso di nominare rettore del castello il signore stesso (Ascheri, De

Dominicis 1997, Redon 1983, 1999).

Tali scelte sono accompagnate da altri atti che hanno il fine di garantire alla città la gestione del

potere. Si assiste così all'obbligo per signori assoggettati di diventare cittadini senesi e di abitare per

parte dell'anno in città. Questo aveva un doppio scopo, da una parte un maggiore controllo politico,

dall'altra, e forse in misura maggiore, l' alliramento dei loro possedimenti, che praticamente

significava il controllo fiscale di gran parte dello stato che stava nascendo. Queste trasformazioni

sono l'inizio di una serie di processi che portano in particolare tra XIII e pieno XIV alla creazione di

un'entità territoriale e amministrativa ben definita.

La struttura insediativa in questo periodo era caratterizzata da una scarsa presenza di villaggi

fortificati nella zona centrale (quella più vicina Siena). In questo ambito territoriale prevalgono le

strutture aperte, concentrate, con intensità variabile, intorno a sedi plebane o ad altre strutture

religiose.

Nelle zone periferiche si andavano formando i grandi centri di popolamento (Giorgi 1994).

Le caratteristiche della zona più vicino a Siena dipendono da una serie di fattori complementari che

non permisero quelle trasformazioni che si ebbero tra XII e XIII secolo nella periferia del nascente

stato.

La vicinanza alla città determina rapporti diversi con la campagna: diffusione precoce della

proprietà cittadina e assenza di poteri forti di natura signorile (e quando sono presenti risultano

avere interessi e ruotare nell'orbita politica cittadina, Cortese 2000). Questa politica ha come origine

il diploma imperiale di Federico Barbarossa del 1158 (Farinelli 2000).

Questo atto risulta fondante per l'organizzazione insediativa del territorio: l'imperatore, infatti,

andava a premiare la fidelitas di Siena, e proibiva comitus de Orgia et dominis de Orgiale e a

chiunque altro di reficere vel aedificare aliquod castellum prope civitatem Senarum usque XII

miliaria.

Anche se la prescrizione risulta in parte disattesa, si può osservare come la zona compresa in un

raggio di dodici miglia da Siena corrisponda all'area dove non sono presenti grandi centri di

popolamento, e dove questo è caratterizzata da un insediamento più frammentato.

Tra XIII e XIV secolo Siena iniziò ad organizzare amministrativamente il territorio che andava man

mano sottomettendo. Alcune delle tappe fondamentali di questa operazione furono: l'alliramento del

contado (metà XIII), l'Estimo del 1318-1320, la definizione dei distretti e dei vicariati (inizio XIV)

(Redon 1999, Ascheri 2001); questi elementi dimostrano che la sottomissione del contado fu

essenzialmente una questione fiscale e di controllo del territorio.

In questo contesto si manifesta la politica di appoggio all'espansione della proprietà cittadina nei

territori che si andavano sottomettendo (per un confronto extra regionale si vedano ad esempio le

ricerche archeologiche nel nord della Sardegna sulla famiglia genovese dei Doria, Milanese 2010).

I dati della tavola delle Possessioni mostrano che la proprietà riguardava i ceti medio-alti dei

cittadini senesi, con la presenza preponderante di quella dei banchieri e dei mercanti (Cherubini

1987, Pinto 1987, Cherubini 1974, Passeri, Neri 1994).

La presenza dei ceti più dinamici della città ha come risultato la nascita del contratto di mezzadria,

che rappresenta il fenomeno determinante nella trasformazione dei paesaggi tardo medievali.

E' con questo che iniziano una serie di trasformazioni produttive e sociali, appoggiate, come già

accennato, legislativamente dal comune, che porteranno, in maniera e in tempi diversi, nelle aree

dello stato senese, alla destrutturazione definitiva degli insediamenti esistenti e alla formazione del

sistema poderale policulturale (Piccinni a cura di 1992).

La crisi di metà XIV secolo si inserisce in un tessuto economico-sociale disomogeneo e in

trasformazione continua. Questo produce, in maniera differente da zona a zona, una ripresa che si

avrà solo con la seconda metà del XV secolo (Ginatempo 1988a).

Anche in questo caso le risposte della città alla crisi, hanno come fine, nella maggior parte dei casi,

la salvaguardia della proprietà cittadina e lo sfruttamento del territorio in tutte le sue potenzialità.

La stessa diffusione dell'allevamento, la fine delle terre comunitarie e la nascita della Dogana dei

Paschi, sono scelte (politiche, economiche e sociali) volute da Siena ed indirizzate a uno

sfruttamento sistematico delle risorse del territorio (Ginatempo 1988b).

I dati finora sintetizzati sono desunti dalle sole fonti scritte. Questo progetto quindi si dovrà

realizzare instaurando una riflessione e un confronto sistematico tra il dato archeologico e quello

storico. Il fine non sarà quello di confutare o prediligere una forma di ricerca rispetto all'altra, ma

quello funzionale a costruire un insieme di dati basati sulla sola fonte archeologica su cui riflettere

per comprendere le dinamiche di formazione dei paesaggi storici.

2.3 Ambito geografico della ricerca

L'ambito geografico interessato da questa ricerca comprende lo stato senese nella sua massima

estensione, che può essere individuato più o meno nei limiti attuali delle provincie di Siena e

Grosseto.

Per realizzare l’obiettivo si ritiene di procedere su due livelli: uno a scala territoriale più ampia,

comprendente l’intero stato senese, l’altro, a scala più ridotta, per centrare l’attenzione su due aree

campione.

Il primo livello consente di inquadrare i fenomeni generali: dagli assetti istituzionali alle

trasformazioni economiche generali.

La possibilità di utilizzare i dati delle ricerche archeologiche (ricognizione di superficie e scavi) che

il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell'Università di Siena ha portato avanti in tutta

la Toscana meridionale, può permettere di avere un quadro generale delle trasformazioni in atto nel

corso della nascita dello stato senese. Da questo livello più generale verranno analizzate le

dinamiche di trasformazione di un campione microterritoriale, per effettuare gli affondi necessari ad

inquadrare le vicende del popolamento di un area storico geografica ben precisa.

Questo è stato individuato nei comuni di Roccastrada e Civitella Paganico, che presentano delle

potenzialità storico-archeologiche e geografiche di particolare rilievo.

Le due aree selezionate presentano disponibilità di documentazione archeologica differente.

Il comune di Roccastrada è dagli anni '80 oggetto di ricerche sia territoriali (Guideri 2000, Guideri

2001, Guideri, Boldrini 1998, Farinelli 1992, Farinelli, Francovich a cura di 2000 ), che di scavo, in

particolare nei castelli di Montemassi (Guideri, Parenti 2000) e di Sassoforte (Salvadori,

Valdambrini 2009).

Per la zona di Civitella Paganico mancano al momento ricerche archeologiche specifiche e

complete; quelle esistenti sono di carattere storico (Bellugi 2007), o interessano solo parti

specifiche del territorio in determinati contesti cronologici (Salvadori 2010)

L'area si identifica come una zona di frontiera sia per la posizione geografica che per le dinamiche

storiche dei poteri territoriali.

Infatti, oltre a essere la frontiera naturale tra la parte settentrionale della Maremma e l'area più

prossima a Siena, è nel medioevo la frontiera tra i possedimenti settentrionali degli Aldobrandeschi,

e degli Ardengheschi (signoria territoriale di origine cittadina, il cui territorio risulta precocemente

sottomesso da Siena).

Questa zona si trova anche al confine tra le diocesi di Grosseto, Volterra e Siena, ed è prossima alla

principale arteria di comunicazione tra Siena e la Maremma.

Uno dei centri principali di quest'area è Paganico: terra nuova fondata da Siena lungo la strada di

collegamento con Grosseto alla fine del XIII secolo (Angelucci 1977, Farinelli 2003).

La creazione di questo nuovo centro ha comportato un'importante ridefinizione degli assetti

insediativi preesistenti e una nuova organizzazione conseguente alla sua fondazione.

In particolare il territorio subì notevoli trasformazioni demografiche a causa dell'immigrazione degli

abitanti verso la nuova fondazione (Farinelli 2000).

Il territorio in questione, situato alle pendici orientali delle Colline metallifere, è caratterizzato

dall'espansione degli interessi Siena (Farinelli 1992).

I dati provenienti dalle ricerche passate descrivono, in particolare il territorio di Roccastrada, in

trasformazione tra il XIII e il XIV secolo.

In questo periodo si hanno gli abbandoni di alcuni castelli (Fornoli, Lattaia, Litiano e Sassoforte)

mentre altri continuano ad essere i centri di riferimento del popolamento rurale (Roccastrada,

Roccatederighi, Montemassi).

Sembra che qui non si abbiano avuto processi di sinecismo evidente come in altre aree in quella

fase definita come II incastellamento. Questo viene imputato alla lontananza da Siena e dalle aree di

maggior traffico commerciale, ma anche dalle caratteristiche del territorio, in prevalenza montuoso,

elementi che limitano, in questa fase, gli interessi senesi in questo territorio.

Da qui si riscontrano dinamiche di accentramento insediativo di tendenza più lunga, che si protrae

ben oltre il XIV secolo (Farinelli 2000)

Questo attardamento è riscontrabile, secondo le analisi effettuate in passato, anche nella scarsità del

popolamento sparso a poderi, che attesterebbe la scarsa diffusione della conduzione mezzadrile, che

già si stava affermando soprattutto nelle aree più prossime alla città.

Ciò viene messo in relazione con le caratteristiche produttive del territorio, dove cerealicoltura,

allevamento e metallurgia, non richiedono la presenza dell'abitato sparso di nuova concezione. La

gestione del territorio appare così collegata ancora a tipologie relative all'età propriamente signorile

con coltivazioni di cereali in pianura, con boschi e pascoli, e con le coltivazioni intensive intorno ai

castelli su cui si concentra la popolazione.

Con il XIV secolo sembra inoltre essere attestato un incremento nelle attività produttive,

parallelamente al passaggio sotto il dominio di Siena.

Dopo la crisi del XIV, con il XV secolo il territorio appare caratterizzato dallo sviluppo consistente

dell'allevamento, con l'estensione dei pascoli a danno dei seminativi, a scapito, quanto sembra, della

presenza del contratto mezzadrile e del podere policolturale.

Compito di questo progetto è cercare di comprendere queste dinamiche nel loro insieme, ma anche

di leggere, e rileggere, questi dati nell'ottica delle nuove ricerche storiche e archeologiche effettuate

in Toscana meridionale negli ultimi anni, attraverso l'utilizzo delle nuove metodologie di ricerca e

informatiche. Questo per comprendere se all'analisi di questi dati possano essere apportate nuove

evidenze e interpretazioni, che possano in qualche nodo correggere il trend generale sinteticamente

sopra descritto.

Si presenta, quindi, come un'area con una notevole quantità di evidenze storiche, archeologiche ed

insediative; tale caratteristica permette di realizzare un confronto diretto e dialettico sia con la

Maremma, di cui è la porta settentrionale, che con la parte meridionale dell'area più prossima a

Siena.

3. Obiettivi

Gli obiettivi di questa ricerca possono essere riassunti in pochi e sintetici punti.

Innanzitutto la comprensione delle trasformazioni dei paesaggi che si attua man mano che Siena va

a costituire il suo contado.

Il sistema insediativo, formatosi nel corso dell'altomedievo e, strutturato in maniera definitiva dal X

secolo, inizia a subire la sua decisiva trasformazione nel XIII secolo (nel momento in cui lo stato

senese inizia a delinearsi sia territorialmente che amministrativamente).

Dal XIII si assiste ad una selezione di siti vincenti che, in molti casi, avranno continuità di vita fino

ai giorni nostri, a scapito di altri insediamenti abbandonati a favore di questi.

In altri casi ancora si assiste alla nascita di nuovi insediamenti, sempre con la destrutturazione dei

paesaggi già esistenti, come ad esempio le terre nuove: Maremma Paganico, Talamone e

Roccalbegna (Farinelli 2007).

La ricerca si propone di individuare i meccanismi con cui vengono attuate queste trasformazioni

della maglia insediativa.

Sarà quindi indispensabile comprendere quali sono gli insediamenti che in questa fase tendono a

scomparire, e quali invece divengono i centri di riferimento del nuovo assetto, con particolare

attenzione alle nuove tipologie insediative/sfruttamento risorse (es. i casolari/mezzadria), che

diverranno gli elementi caratteristici del paesaggio.

La ricerca si concentrerà sui tempi e modi di diffusione della nuova gestione della terra, la quale si

sviluppa con il XIII secolo come soluzione di produzione privilegiata in particolar modo dalla

proprietà cittadina (AAVV 1987, Cammarosano 1979).

Questo per verificare il rapporto della nuova maglia insediativa con le strutture esistenti, con

particolare attenzione sia alla relazione con i centri che vengono abbandonati, che con quelli che

diventano egemoni dopo l'abbandono dei primi.

Si dovrà quindi analizzare questi insediamenti a livello qualitativo, quantitativo e spaziale, per

ottenere una visualizzazione quanto più completa ed esaustiva delle scelte alla base delle

trasformazioni in atto.

Particolare attenzione sarà data all'individuazione del rapporto tra il nuovo assetto del territorio e le

risorse agricole, ambientali e produttive in genere. Un secondo aspetto da approfondire è il rapporto

tra questi nuclei e gli elementi fondanti un territorio, e che stanno alla base della sua

antropizzazione: la viabilità, la rete fluviale, la geomorfologia, per comprendere come possano aver

influito sulle scelte insediative.

Ovvero si ritiene centrale la comprensione del rapporto tra le strutture dell'insediamento e le risorse

del territorio, con particolare attenzione alle sue caratteristiche, alle sue potenzialità produttive e

alle attività di sfruttamento (come ad esempio l'agricoltura e la pastorizia).

Questo servirà a capire in che modo questi elementi presi singolarmente, o in un quadro

complessivo, abbiano influito sulle scelte insediative e produttive, che trasformarono

definitivamente il paesaggio nel tardo medioevo.

Infine si dovranno delineare i tempi e le modalità in cui si sono avute queste trasformazioni e se

queste rispondono a precisi programmi politici ed economici di espansione, o rispondono a

domande e necessità specifiche di un momento o ad una commistione fra i due.

Un'attenta lettura di tutte le fonti, scritte, materiali, paesaggistiche consentirà di comprendere la

cronologia e la qualità delle trasformazioni, che caratterizzano la nascita del contado senese e,

soprattutto di determinare quali elementi possono essere considerati i markers di queste

trasformazioni.

Questi marker possono essere rintracciabili sia negli aspetti legati alla cultura materiale, che nelle

tipologie insediative.

Un ulteriore obiettivo che la ricerca si pone è capire l'entità, sia a livello qualitativo che

quantitativo, dell'influenza senese nei vari aspetti della vita quotidiana e della cultura materiale

nelle campagne, delineando gli effetti economici e sociali della destrutturazione dei paesaggi

medievali.

L'attenzione si concentrerà principalmente su:

-le trasformazioni urbanistiche e architettoniche

-le trasformazione nella produzione/consumo di ceramica, metalli, vetri

-le trasformazioni nei consumi alimentari

Un'analisi privilegiata riguarderà la produzione ceramica, in particolare la produzione e diffusione

della maiolica arcaica.

Essendo Siena uno dei principali centri produttivi toscani, ed essendo considerata questa classe

ceramica uno dei fossili guida per il basso medioevo, si cercherà comprendere il ruolo della città

nella sua diffusione nella Toscana Meridionale.

Questo per capire come la presenza di questo prodotto nelle campagne si rapporti con le dinamiche

e i tempi di espansione politica, economica e culturale della città.

4. Metodologia

4.1 Verifica dati editi ed inediti

4.1.1 Dati sulle fasi tarde dei castelli

Il primo passo prevede la raccolta dell'edito storico riguardante la formazione dello stato senese

nella Toscana meridionale. In particolare l'attenzione si concentrerà su alcuni temi: la crisi della

signoria territoriale, il ruolo delle famiglie magnatizie senesi nei cambiamenti in atto, le

trasformazioni delle campagne, dei paesaggi e della produzione agricola.

La raccolta dei dati storici dovrà seguire due livelli di lettura: mentre da una parte si dovrà

privilegiare l'edito che possa aiutare la lettura delle problematiche generali, dall'altra ci dovrà essere

una lettura dell'ambito microregionale, relativo al campione in cui verranno applicate le ricerche di

ambito propriamente archeologico.

La fase successiva prevederà l'acquisizione dei dati provenienti dagli scavi editi, e, quando

possibile, anche inediti, con contesti cronologicamente inquadrabili nel periodo preso in esame per

riuscire a comprendere le tipologie di frequentazioni, che sono presenti nei contesti indagati

stratigraficamente, nei decenni di formazione dello stato senese.

In particolare si vuole comprendere le trasformazioni verificatesi in un insediamento

successivamente alla sottomissione a Siena, o alla sua élite di proprietari cittadini.

L'analisi si concentrerà su 3 aspetti:

• Analisi delle trasformazioni urbanistiche in atto dopo la sottomissione senese, con

particolare attenzione: alle attività di restringimento o ampliamento della cinta muraria, ai

frazionamenti e alle variazioni di consistenza delle zone abitative, alle defunzionalizzazioni

o ristrutturazioni delle aree signorili e produttive. Questo consente di comprendere se queste

dinamiche siano specifiche di un singolo contesto, o esistano elementi comuni di

sottomissione e gestione di un insediamento da parte della città.

• Analisi delle stratigrafie e delle frequentazioni contemporanee alle trasformazioni

topografiche. Questo permette di capire la qualità delle modalità di insediamento, le

dinamiche di abbandono o di recupero di determinate aree rispetto ad altre, le fasi di

abbandono e di crollo delle strutture. L'attenzione si concentrerà anche sull'entità e la

tipologia delle frequentazioni a basso profilo che si ritrovano molto spesso sui crolli degli

edifici; ciò per comprendere se siano delle frequentazioni temporanee fini a se stesse, o

possano essere riconducibili alle dinamiche di destrutturazione degli insediamenti di cui ci

occupiamo in questa ricerca.

• Analisi dei contesti ceramici, dei metalli, e dei reperti archeozoologici relativi alle fasi tarde

degli insediamenti. Questo per verificare se le trasformazioni dei paesaggi, e specificamente

degli insediamenti, abbiano comportato un'evoluzione dei consumi alimentari e della cultura

materiale. In definitiva si cercherà di capire se le forme di produzione e consumo nelle

campagne restino quelle precedenti alla conquista senese, o si registrino delle trasformazioni

ricollegabili ad una cultura materiale di modello “urbano”.

4.1.2 Dati da ricognizione e da contesti indagati in modo non distruttivo

In questa fase saranno acquisiti i dati provenienti dalle ricognizioni di superficie svolte in Toscana

meridionale dal Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti di Siena. Questa struttura negli

ultimi 30 anni ha svolto una capillare azione di ricerca delle trasformazioni dei paesaggi antichi, sia

della provincia di Siena (in particolar modo con la costruzione della Carta Archeologica della

Provincia di Siena), che, in modo più parziale, di quella di Grosseto.

Anche per quanto riguarda questa fase la lettura dovrà essere su due livelli. Da una parte la lettura

dei dati provenienti dalle varie ricerche sia edite che inedite effettuate nella Toscana meridionale,

per arrivare ad una comprensione generale delle linee di trasformazione dei paesaggi nel basso

medioevo.

Dall'altra parte una lettura delle ricerche svolte nel campione in esame, per comprendere gli assetti

insediativi in questa porzione di territorio.

L'Archeologia del paesaggio fornisce una serie di dati meno dettagliati rispetto allo scavo

archeologico; ma allo stesso tempo permette di formulare ipotesi utili alla comprensione della

trasformazione dei paesaggi antichi e delle loro strutture insediative, e a ottenere una visione

d'insieme delle problematiche storiche e archeologiche di un territorio.

4.1.3 Dati provenienti da fonti scritte edite

I dati provenienti da fonti edite possono essere usate per comprendere la natura e le caratteristiche

dei contesti presi in esame.

L'uso, ad esempio, di alcune ricerche sulla struttura dello stato senese (in particolare l'Estimo del

1318-1320, meglio conosciuto come Tavola delle Possessioni -Passeri, Neri 1994)), possono essere

utilizzate per capire la presenza, sia laica che ecclesiastica, delle proprietà cittadine e rurali

all'interno di un territorio. Per utilizzarne al meglio le potenzialità, questi dati devono essere

confrontati con la toponomastica medievale ed attuale, e verificati con scrupolosità sul campo.

Stesso utilizzo può essere fatto per altri dati fiscali cronologicamente leggermente posteriori come

quelli riportati per il XV (Ginatempo 1988) o come quelli riportati per la prima metà del XVI

(Rombai 1980).

La georeferenziazione e schedatura di questi dati fiscali permetteranno di non tralasciare alcun tipo

di dato per comprendere la diacronia insediativa e le mutazioni demografiche di un determinato

contesto territoriale di ricerca. Questi dati saranno utilizzati con particolare attenzione nel campione

microregionale di indagine archeologica; in particolar modo per avere dei punti di riferimento sulle

proprietà di fine medioevo, inizi età moderna, con cui confrontare i dati provenienti dal Catasto del

1823.

4.1.4 Dati provenienti dall'Atlante dei siti fortificati d'altura della Toscana

La possibilità di utilizzo della banca dati ASFAT permette di avere uno strumento in grado di

gestire l'enorme mole di dati storici e topografici inerenti i castelli toscani. Questo tipo di

documentazione risulta essere molto utile per le fasi iniziali dei siti presi in esame, soprattutto tra X

e XIV secolo, mentre risulta essere deficitario per i contesti cronologici che interessano questa

ricerca. Il suo utilizzo interpolandolo con gli altri dati desunti dagli altri tipi di documentazione,

sarà comunque utile per comprendere il quadro d'insieme dei contesti dei siti che interesseranno di

volta in volta gli ambiti della ricerca.

4.1.5 Dati provenienti dalla schedatura del dizionario di Emanuele Repetti

Il Dizionario di Emanuele Repetti permette di avere un quadro specifico dei paesaggi agrari e storici

della Toscana, prima delle grandi trasformazioni che si avranno in particolare con il XX secolo (La

Carruba 2003).

Esso fotografa i risultati di quelle trasformazioni che erano iniziate con il pieno medioevo, che si

definiscono con l'età moderna, e che sono alla base della ricerca. Questo strumento può essere

incrociato con i dati della cartografia storica come il Catasto Leopoldino e i dati fiscali di tardo

medioevo e inizio prima età moderna,permettendo una lettura quanto più diacronica delle

dinamiche insediative e demografiche, sia dei siti in vita che di quelli che vengono man mano

abbandonati.

4.1.6 Dati provenienti da fonti cartografiche

La fonte cartografica storica essenziale a questa ricerca è il Catasto Leopoldino del 1823-25, poiché

è la fonte territoriale antica più vicina a noi. Questo tipo di cartografia ha la possibilità di fornire

informazioni sulla presenza e la tipologia degli insediamenti, specificando le caratteristiche

strutturali, di viabilità, di canalizzazioni, elementi utili per una per un'analisi diacronica dei contesti

di indagine.

La possibilità di aver indicata cartograficamente la presenza di un casolare o di altro tipo di

insediamento nel 1823-25, permette di avere un termine ante-quem, che dovrà essere analizzato e

verificato sul campo, dopo un confronto e con i dati di natura fiscale e storica, per poter ipotizzare

la continuità di vita dal medioevo alla prima metà del XIX secolo.

4.2 Gestione dei dati attraverso una base GIS

4.2.1 Dati relativi al paesaggio

Negli ultimi anni il Dipartimento di Archeologia e storia delle Arti dell’Università di Siena ha

rivolto particolare attenzione allo studio delle potenzialità agricole, produttive e delle risorse del

territorio.

Le analisi di queste evidenze sono state portate avanti attraverso le metodologie della Land

Evaluation in più contesti territoriali sia della provincia di Grosseto che di Siena.

In particolare tale metodologia è stata applicata nei contesti, editi, dei castelli di Castel di Pietra,

Miranduolo, e della pianura di Grosseto e del lago di Prile (Arnoldus-Huyzendveld 2007, Arnoldus-

Huyzendveld 2008, Arnoldus-Huyzendveld, Pozzuto 2009)

Sono in corso di studio altri contesti paesaggistici, di cui alcuni compresi anche all'interno del

campione territoriale di questa ricerca (si veda in particolare lo studio del paesaggio relativo al

castello di Sassoforte da parte di Antonia Arnoldus e Elisabetta Pozzuto ancora inedito).

Questo tipo di analisi risulta adatta, anche per questo progetto, per comprendere le dinamiche e i

rapporti tra trasformazione della maglia insediativa e potenzialità agricole e delle risorse. Ciò in

definitiva permette di comprendere se, e come, i ceti dirigenti, signorili o comunali, abbiano guidato

le trasformazioni insediative in rapporto alle attività agricole e pastorali.

Non potrà però essere realizzato nel nostro caso un progetto specifico sulle potenzialità del

campione di questa ricerca, soprattutto per problemi di tempo, e perché potrebbe essere in definitiva

un progetto di dottorato a se stante.

Essendo però un tipo di analisi necessaria alle domande e alla metodologia che verrà adottata, si è

deciso utilizzare i dati esistenti di questo tipo di analisi, utilizzandoli interfacciandoli ai risultati e ai

dati che si otterranno da questo progetto.

In particolare verranno utilizzati i dati relativi al castello di Sassoforte per poter avere una visione

più completa delle dinamiche di decastellamento di un importante central place medievale

all'interno del campione territoriale di ricerca (Salvadori 2010), e delle trasformazione insediative

relative alla nascita dell'insediamento sparso di fine medioevo, inizio età moderna.

Per la parte restante del campione, l'analisi del paesaggio utilizzerà i dati editi che possono a loro

volta adatti a comprendere il rapporto di questo con le trasformazioni in atto e gli assetti insediativi.

Saranno georeferenziati, dove non è già stato fatto durante ricerche pregresse, gli elementi che

caratterizzano i processi di antropizzazione storica del paesaggio come la viabilità, le presenze

ecclesiastiche e quelle produttive, in particolar modo quelle relative all'attività mineraria medievale

e postmedievale.

Per quanto concerne la viabilità, mancano al momento studi specifici sugli assetti viari della

Toscana meridionale per il basso e tardomedioevo.

Sarà quindi molto utile l'utilizzo di quei pochi dati esistenti, che si possono trovare nella cartografia,

relativi ad alcuni saggi sulla formazione del contado senese. (Redon 1983, Redon 1999, Ascheri

1991, Szabò 1992).

Ciò permetterà di comprendere la relazione di queste evidenze con la maglia insediativa del nostro

campione, ma sopratutto se possono essere stati elementi che hanno influenzato le trasformazioni e

le scelte dei ceti dirigenti,che le gestiscono tra tardo medioevo e prima età moderna.

4.2.2 Dati relativi a scavi, ricognizioni e rinvenimenti occasionali

Anche in questo caso i livelli di lettura territoriale saranno duplici: da una parte una lettura

macroterritoriale inerente i dati provenienti da ricerca sulla Toscana Meridionale, dall'altra una

lettura del campione dei comuni di Roccastrada e Civitella Marittima.

I dati raccolti sia dagli scavi editi, e dove sarà possibile, inediti, saranno organizzati all'interno di

una base GIS, per evidenziate le attività inerenti le problematiche poste in questo progetto

Le stratigrafie, frequentazioni e strutture dell'arco cronologico proposto, dovranno necessariamente

essere messe in correlazione in un database, creato appositamente, che possa sintetizzare al meglio

il contesto sulla base ogni elemento analizzato.

L'attenzione verrà concentrata in particolar modo alle fasi cronologiche di appartenenza del singolo

elemento, al suo significato interpretativo, al contesto storico, topografico, economico, sociale a cui

appartiene. Una particolare attenzione sarà rivolta alla cultura materiale e alle tipologie costruttive.

Lo stesso tipo di documentazione e analisi dovrà essere fatta per i dati riguardanti le ricognizioni

territoriali, con particolar attenzione alle strutture individuate cronologicamente inquadrabili tra il

basso medioevo e la prima età moderna.

In caso di segnalazioni generiche non georeferenziate, si procederà costruendo degli areali di

riferimento rispetto al luogo indicato.

4.2.3 Dati relativi al Catasto del 1823

L'utilizzo del Catasto Leopoldino del 1823, del campione dei comuni di Roccastrada e Civitella

Paganico, permetterà di individuare le strutture dell'insediamento, in particolar modo i casolari, che

saranno poi oggetto di verifica sul campo; la ricognizione dovrà, in particolar modo, costatare,

utilizzando i materiali in superficie, quale può essere l'orizzonte di vita di queste strutture.

Avendo la possibilità di utilizzare i dati del catasto già georeferenziati, si concentrerà l'attenzione

sulle strutture e su tutti gli altri elementi diagnostici (con particolare attenzione alle perimetrazioni

catastali dei campi, la loro utilizzazione, canalizzazioni e strade) per comprendere l'assetto

insediativo nel primo quarto del XIX secolo. (Campana 2003, Milanese 2001).

Partendo da questi dati si andranno a creare delle buffer zone di 200 m intorno ad ogni struttura, in

particolar modo i casolari, in cui concentrare le ricerche di superficie .

Si è scelta una buffer zone di queste dimensioni, considerandola un limite spaziale adatto per una

possibile comprensione delle trasformazioni all'interno del singolo nucleo insediativo; con

particolare attenzione ai cambiamenti riguardanti l'uso, le ristrutturazioni o spostamenti nel tempo

del centro stesso del casolare.

Questo permetterà di avere una visione oggettiva e accurata dello stato del paesaggio nel XIX,

avendo così uno strumento per un confronto sistematico delle trasformazioni sia anteriori che

posteriori il 1823.

4.2.4 Dati dall'edito

Verranno utilizzate tutte le informazioni provenienti dall'edito per il campione dei comuni di

Roccastrada e Civitella Paganico, utili alla creazione di una visione di insieme delle problematiche

insediative. Questi dati, nella maggior parte dei casi, essendo già stati oggetto di ricerche nel

passato, sono già stati georeferenziati; si dovrà quindi solo calibrarli per essere inseriti nella

piattaforma GIS del progetto.

I dati demografici e fiscali riconducibili a questo territorio dal basso medioevo al pieno

rinascimento possono essere utilizzabili in una duplice versione: sia attraverso la georeferenziazione

degli assetti della proprietà e loro origine (si veda in particolar modo i dati della Tavola delle

Possessioni) sia attraverso grafici che facciano riferimento ad esempio alla quantificazione della

popolazione, o al rapporto tra carichi fiscali e assetti demografici.

4.2.5 Base GIS degli assetti insediativi del paesaggio

In questa fase si analizzeranno i dati disponibili sugli assetti della maglia insediativa.

Si andranno a creare in sostanza delle carte in cui si delineeranno gli assetti dell'insediamento nei

vari periodi.

L'attenzione si dovrà focalizzare sulla comprensione del rapporto tra centri egemoni e le altre forme

attestate dalla ricerca, per comprenderne la disposizione e il rapporto.

Ma anche il rapporto di questi vari elementi e gli assetti ecclesiastici, viari, produttivi e

geomorfologici, per comprenderne come, e se, hanno influito sulle scelte insediative.

Questo permetterà di avere, tramite le analisi spaziali, una visione sia qualitativa che quantitativa

dell'attività di ridefinizione del paesaggio nel tardo medioevo, comprendendone le gerarchia e le

linee di evoluzione anche per gli assetti successivi, cioè gli stessi che che hanno caratterizzato le

campagne toscane fino alla metà del XX secolo.

4.3 Le indagini sul campo

4.3.1 Le ricognizioni di superficie

La scelta di indagare il campione territoriale nasce dall'esigenza di interfacciare i dati storici,

cartografici e le ricerche pregresse, con l'evidenza archeologica ancora analizzabile e interpretabile.

La ricognizione prevede la selezione di una serie di elementi insediativi che possono essere

diagnostici, al fine di comprendere le trasformazioni del paesaggio tra basso medioevo e prima età

moderna.

La scelta è ricaduta su più tipologie insediative presenti nel territorio in esame. Da una parte, come

già accennato, si analizzeranno i casolari presenti nel Catasto Leopoldino del 1823, per capire se la

loro origine sia nella fase di formazione dell'insediamento sparso mezzadrile, successivo alla

destrutturazione dei paesaggi medievali, o sia inquadrabile nelle trasformazioni degli assetti di età

postmedievale.

La scelta, come visto, è quella di utilizzare delle buffer zones intorno ad ogni casolare, di circa 200

m per poter evidenziare tutte le possibili trasformazioni che la struttura può aver avuto nella sua

vita.

Un secondo passo sarà controllare tutte le evidenze descritte nella Tavola delle Possessioni, per

verificarne, attraverso la ricognizione, la loro consistenza e cronologia. E' comunque da sottolineare

che risulta essere un elenco che si può riportare in forma di schema topografico generale, ma

presenta alcuni limiti dovuto essenzialmente al carattere descrittivo generico dei singoli

possedimenti; ciò in definitiva non permette un utilizzo topografico specifico di dettaglio.

L'analisi andrà a verificare il loro rapporto con gli altri tipi di strutture insediative, con particolare

attenzione al rapporto spaziale con i casolari del Catasto Leopoldino.

Il terzo passo sarà quello di verificare i siti cronologicamente attinenti ai fini di questa ricerca

presenti nei lavori pregressi, che come visto hanno interessato in particolare il comune di

Roccastrada.

Lo scopo è quello di verificare gli elementi della maglia insediativa riportata dalle ricerche

archeologiche, per verificarne le datazioni, interpretazione, e loro rapporto con la maglia

insediativa, attraverso lo studio i materiali di superficie, con particolare attenzione alle fasi iniziali

di frequentazione e quelle di abbandono.

5. Temporizzazione

I° anno

costruzione della base GIS integrando i dati storici, archeologici, cartografici sia riguardanti la

Toscana meridionale che il campione territoriale .

II° anno

ricognizione archeologica rispetto alla metodologia precedentemente illustrata del campione

territoriale

III° anno

Elaborazione dati e stesura elaborato finale.

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Bibliografia digitale citata nel testo

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http://www.paesaggimedievali.it/relaz00-04.html

Guideri Silvia, e Fabrizio Boldrini. Contributi per una storia dell’antropizzazione del

territorio di Roccastrada. Scaricabile da internet all'indiririzzo

http://www.comune.roccastrada.gr.it./biblio/libro2.htm, pp.1-32


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