+ All Categories
Home > Documents > La Voce del Leone - iisroncalli.edu.it · Il colle vaticano 9. Il Palazzo Apostolico 10. Il Cortile...

La Voce del Leone - iisroncalli.edu.it · Il colle vaticano 9. Il Palazzo Apostolico 10. Il Cortile...

Date post: 17-Feb-2019
Category:
Upload: lyquynh
View: 218 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
36
La Città del Vaticano Un Leone perplesso La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi Anno XII n° 1 Ottobre 2017
Transcript

La Città del Vaticano

Un Leone perplesso

La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi

Anno XII n° 1 Ottobre 2017

IN QUESTO NUMERO: 3-5 Le interviste del Leone

6-8 Dieci cose da vedere

2 Editoriale 9-10 I musei vaticani 11-12 Storia della Basilica

13-14 Visitando S.Pietro 15 La Cappella Sistina

16-17 La Stagione teatrale 2017-2018 18 I flussi turistici19-20 Curiosità vaticane

21-22 Il Vaticano nella Storia23-25 Le Guardie Svizzere26-27 Il Vaticano a tavola

28-29 Il vino dei papi30-31 Scandali in Vaticano

Città del VaticanoCittà del Vaticano

La Voce del Leone

contatti: Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone

Anno XII n°1 Ottobre 2017 Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it

Le nostre Rubriche 32-33 Le Grandi Biografie a cura di Fabrizio Giacomini

34 ARTE SENZA “PIPPONI” a cura di Pietro Vezzaro

35 L'Angolo della Poesia a cura della Redazione

Copertina a cura di Tommy Laurino

Pag.2

Editoriale

Ci risiamo,il Leone riparte per nuove destinazioni. Quest'anno faremo un viaggio tra le “capitali” del turismo internazionale,scelte rigorosamente con un'estrazione a sorte, che numero dopo numero scoprirete con noi. Toccheremo luoghi di grande interesse,sotto molti punti di vista, e sono conosciutissimi da chi fa il turista per passione. Il nostro,però, non sarà il solito reportage giornalistico,perché andremo a cercare tra Storia leggenda e folklore gli aspetti più interessanti delle località che toccheremo. Il nostro Leone sarà protagonista,attraverso i disegni di Tommy, di una storia dentro “altre storie”e il finale sarà sorprendente,ve lo assicuro!In questo numero ci siamo occupati della Città del Vaticano,il minuscolo Stato,ricco di Storia,di Arte e di misteri, racchiuso nel centro di Roma.Ne abbiamo raccontato la storia,com'era doveroso,ma abbiamo trattato anche tematiche interessanti che hanno riguardato la Chiesa nel tempo e sono ancora attuali e non abbiamo dimenticato certamente l'Arte e gli artisti ”senza tempo” che vi hanno lasciato i loro capolavori. Insomma un numero da non perdere!!Quest'anno abbiamo un nuovo Dirigente Scolastico,il professor Gabriele Marini, e naturalmente lo abbiamo intervistato. Nel corso del colloquio ci ha raccontato la sua idea di scuola e i progetti che ha in mente per il nostro Istituto.Proprio parlando con lui, abbiamo saputo che la scuola parteciperà, il 25 novembre, alla cerimonia di premiazione del Rotary Club, presso il Liceo “A. Volta” di Colle Val d'Elsa, poiché uno studente dell'Istituto “Roncalli-Sarrocchi” sarà premiato.Siamo proprio forti!! E dato che ci siamo, vi informo che anche La Voce del Leone ha vinto, ed è il sesto anno consecutivo, il Concorso Nazionale “Giornalista per 1 giorno”.“Che novità!”,direte voi ed invece siamo molto soddisfatti perché quest'anno abbiamo ricevuto i complimenti di un giornalista importante,il dottor Sangiuliano, Vicedirettore del TG1 RAI, che è il Presidente della Giuria del Concorso.Il nostro palmares si arricchisce ,quindi, di un nuovo premio ed io ,lo confesso,a questo punto ne ho proprio perso il conto,so soltanto che i nostri “trofei” hanno letteralmente ricoperto le pareti tra l'ufficio di Presidenza e la Segreteria della nostra scuola!! Basta! Ho parlato troppo,vi lascio sfogliare questo numero.BUONA LETTURA

Patrizia Davini

Pag.3

Le interviste del Leone

Intervista al Dirigente Scolastico

La Redazione ha intervistato il professor Gabriele Marini, nuovo dirigente scolastico del nostro Istituto, che ci ha invitato in presidenza e ha risposto alla nostre domande.

• Lei ,prima di venire qua, dove esercitava la sua professione?Sono stato dirigente a Castelfiorentino e poi a Volterra. Inoltre sono stato insegnante di Italiano alle scuole medie a Colle, presidente di commissione di esami sia per la scuola secondaria di I grado che per gli esami di Stato del superiore.

• Ha in mente delle idee,dei progetti per il futuro della nostra scuola??I progetti sono molti ma andiamo per gradi, partendo dalle priorità: la mia idea di scuola è di una scuola che garantisca a tutti pari opportunità, garantendo a coloro che hanno talento e motivazione allo studio momenti di approfondimento e offrendo a coloro che possono incontrare difficoltà progetti extrascolastici che li possano aiutare a trovare la giusta motivazione allo studio. Ci sarà una grande varietà di progetti che hanno avuto cospicui finanziamenti europei per permettere agli studenti di approfondire e potenziare le competenze in Matematica, in Italiano e in Inglese; ci sarà possibilità di fare teatro e di fare sport. Mi piacerebbe che anche gli studenti più grandi si sentissero anche esperti su alcune discipline e che potessero essere punti di riferimento o tutor per quelli più piccoli. Mi piacerebbe anche che gli studenti anche da me sostenuti arrivassero a fare un’associazione studentesca che potrebbe diventare un soggetto terzo con cui la scuola dialoga; a quel punto le studentesse e gli studenti potrebbe fare progetti, richiedere degli spazi e potrebbero incontrarsi per fare attività prendendosi la responsabilità dell'uso dei locali e sentendosi protagonisti. Tutto ciò anche per responsabilizzare gli studenti sia nel far proprie le regole della scuoal; il senso di responsabilità si acquisisce sempre di più se poi uno sente che lo spazio della scuola è aperto e comprende che la scuola non finisce quando suona la campanella dell’ultima ora ma prosegue con attività extra-scolastiche come appunto il giornalino. E' importante far capire che la scuola è aperta fino alle 19, aperta anche per garantire agli studenti esperienza e progettualità. Partirà anche un progetto per migliorare lo star bene a scuola, grazie anche alla metodologia dei maestri di strada, finalizzato all'individuazione con gli alunni di spazi esterni dove poter effettuare graffiti, utilizzando la tecnica dello street-art. Mia intenzione è migliorare l'ambiente interno ed esterno, a partire dal mettere panchine, vasi di fiori per rendere anche più accogliente l’atrio scolastico durante la ricreazione, poter anche creare un orto per chi vorrà. La Provincia ha un progetto che nel medio periodo provvederà a migliorare lo spazio esterno,

Pag.4

regolamentando il parcheggio e la viabilità oltre alla realizzazione di una pista di atletica; per far ciò non basterà un anno. Un parcheggio con 200 posti e una riorganizzazione degli spazi. Sarà modificata anche la promiscuità di pedoni e automobilisti perché verrà cambiato il verso, ci sarà il terminal autobus in fondo che non farà più tappo con i bus e le macchine arriveranno in un senso e se ne andranno da un altro; avere poi questa pista d’atletica, che la mattina verrà usufruita dagli studenti e farà parte al termine delle lezioni sarà uno spazio fruito da chi pratica l'atletica a livello agonistico.

• Ha trovato situazioni da aggiustare o migliorare e problemi da risolvere? Nel tempo probabilmente grossi interventi di manutenzione non sono stati fatti, anche a causa delle problematiche legate alla Provincia che ha subito un riassetto ordinamentale non ordinamentale. Tutto ciò è una problematica che andrebbe risolta a livello normativo (perché siamo nella fase in cui le scuole secondarie a differenza di quelle del primo ciclo delle cui sedi sono proprietari i Comuni, nel superiore sono le Province che private di risorse hanno difficoltà a rispondere ai bisogni e alle emergenze delle scuole).Laddove non interverrà la provincia interverrà la scuola con le risorse a disposizione o con quelle che riuscirà ad attrarre: la prima cosa che vedo prioritaria sono le veneziane delle finestre per cui a breve la maggior parte delle aule ,se non tutte, avrà le veneziane nuove.

• Tra i due plessi, Roncalli e Sarrocchi, quali differenze ci sono sia strutturali che gestionali?L’Istituzione scolastica è una, il Roncalli, la quale comprende anche il Sarrocchi. Sono due plessi ravvicinati e di conseguenza si trovano le stesse pratiche perché gode di una sola presidenza. La differenza sono gli indirizzi che vi trovo, gli spazi e i laboratori, che comunque sono a disposizione di tutta l'istituzione scolastica: la sede della dirigenza del Roncalli dove c’è l’indirizzo Economico Turistico e CAT è una scuola degli anni 60 mentre l’altra è una scuola degli anni 90. Il fatto che sia più nuova non non è detto che non abbia criticità; in entrambe le sedi la Provincia ha programmato interventi per risolvere il problema delle infiltrazioni dell’acqua.

• Pensa che può essere frainteso dagli studenti il suo voler cambiare, voler ristrutturare porre leggi e quant’altro?? Sa a volte tra gli studenti si sente che è come fossimo in una prigione, certo tutto deriva da una mancanza di abitudine ma come la pensa lei?.Le regole credo che una comunità debba darsele, a partire da quelle che sono le leggi dello Stato, anche solo per convivere pacificamente gli uni gli altri e di conseguenza vanno rispettate.

Pag.5

Immagino ci si riferisca al fumo ma d’altra parte se c’è una legge che dice che non si può fumare, non si fuma. Personalmente mi sembra di essere disposto al dialogo con gli studenti e chi vuole prendere appuntamento e parlare con me sono a disposizione. Ovviamente per stare dentro una comunità bisogna rispettare le regole piano piano facendole proprie però se dall’altra parte abbiamo una scuola più accogliente si sentirà più l’esigenza o il desiderio di rispettarle, ovviamente ci vuole tempo per cambiare abitudine e per rendere più accogliente la scuola, ma con l’andar del tempo ci riusciremo. La scuola è aperta a 360° anche perché sono gli studenti i protagonisti della scuola e nessuno vuole essere punitivo nei loro confronti. L’intenzione è quella di coinvolgere gli studenti, infatti a breve verrà consegnato agli studenti un questionario dove potranno esprimere il proprio parere circa le cose da migliorare a partire dalle aule, su come le vorrebbero imbiancate. Le novità non si fermano solo al rispetto delle regole, dei principi e dei valori di una comunità, ma anche alle attività per rendere più piacevole lo studio. Certo la scuola non dev’essere un momento in cui uno viene e fa quello che vuole.

• Secondo lei qual è un’idea per incrementare le iscrizioni? Anche perché gli hanno non sanno di tutti questi progetti e modifiche che avverranno in futuro. Ha in mente di fare propaganda o altro?

Intanto la cosa migliore è quella di migliorare la comunicazione esterna sulle cose che la scuola fa, far emergere quello che facciamo, inoltre alla pagina Facebook, al sito abbiamo dato una maggiore strutturazione, qualcosa di più potente. Un’altra cosa è l’orientamento nelle scuole e quello anche utilizzare gli studenti che attualmente stanno facendo questa scuola e cercare di raccontarla al meglio a coloro che verranno. Iniziative mirate sulle lingue o sulla scienza durante l’open-day così che si possa mettere maggiormente in atto le capacità apprese durante l’anno dagli alunni, altro elemento è l’investimento sulle tecnologie, mettere alle classi che mancano le LIM e un servizio di manutenzione, porre un totem elettronico all’ingresso con immagini e video che scorrono e che fanno vedere le varie attività svolte e un paio di ragazzi che raccontano la loro esperienza. Durante l’open-day avere avere uno spazio in cui dei ragazzi con un video raccontano i laboratori e le attività che la scuola ha fatto. La Biblioteca è stata rimessa in sicurezza dopo tanti anni ma come ultimo lavoro sempre fare il contro-soffitto in modo da farne uno spazio innovativo e fruibili da studenti e pure da esterni

La ringraziamo per la disponibilità e la gentilezza.

Elena Ferrara Caterina Mostacci

Pag.6

Dieci cose da vedere nella Città del Vaticano

Per dire di essere stati davvero nella Città del Vaticano,secondo me, è necessario vedere queste 10 cose:1. I Musei Vaticani 2. La Basilica di San Pietro3. la Necropoli vaticana4. Castel Sant'angelo5. La Cappella Sistina6. I giardini vaticani7. Il “Giudizio Universale” di Michelangelo8. Il colle vaticano9. Il Palazzo Apostolico10. Il Cortile del BelvedereIniziamo la nostra visita.1) I Musei Vaticani si trovano in viale Vaticano a Roma. Fondati da papa Giulio II nel XVI secolo e aperti al pubblico nel 1771 per volere di papa Clemente XIV , occupano gran parte del vasto cortile del Belvedere e sono una delle raccolte d'arte più grandi del mondo, dal momento che espongono l'enorme collezione di opere d'arte accumulata nei secoli dai Papi: la Cappella Sistina e gli appartamenti papali affrescati da Michelangelo e Raffaello sono parte delle opere che i visitatori possono ammirare nel loro percorso.I Musei Vaticani sono ,in realtà, un insieme di musei e di collezioni.

• Musei. • Pinacoteca vaticana• Collezione d'arte religiosa moderna• Museo Pio-Clementino

• Palazzi Vaticani. • le gallerie:

• Galleria Lapidaria• la galleria detta Braccio Nuovo• Galleria dei Candelabri• Galleria degli Arazzi• Galleria delle carte geografiche

• le cappelle: • Cappella Sistina• Cappella Niccolina

• Cappella di Urbano VIII

Pag.7

2) La basilica di San Pietro in Vaticano è una basilica cattolica della Città del Vaticano; simbolo dello Stato del Vaticano, cui fa da coronamento la monumentale piazza San Pietro.È la più grande delle quattro basiliche papali di Roma, spesso descritta come la più grande chiesa del Mondo e centro del Cattolicesimo. Non è tuttavia la chiesa cattedrale della diocesi romana poiché tale titolo spetta alla basilica di San Giovanni in Laterano, che è anche la prima per dignità essendo Madre e Capo di tutte le Chiese dell'Urbe e del Mondo.In quanto Cappella pontificia, adiacente al Palazzo Apostolico, la basilica di San Pietro è la sede delle principali manifestazioni del culto cattolico ed è perciò in solenne funzione in occasione delle celebrazioni papali, ad esempio per il Natale, la Pasqua, i riti della Settimana Santa.

3) La Necropoli Vaticana, ubicata 10 metri in profondità della Basilica di San Pietro in Vaticano, sotto l’attuale livello delle grotte vaticane, in corrispondenza della navata centrale della stessa basilica, appartiene a una area funebre di epoca romana, formatasi nel tempo accanto allo scomparso circo di Nerone, dove coesistono tombe pagane e cristiane databili al periodo tra I e IV secolo d.C. Si può visitare anche Il circo, La zona del Vaticanum, L’ippodromo di Caligola, I sepolcri vaticani, Il trofeo di Gaio . La tomba di Pietro fu individuata presso il "Campo P", nella zona ovest della necropoli, dove la pietà dei cristiani aveva edificato già intorno alla metà del II secolo.

4) Castel Sant'Angelo è un monumento di Roma, situato sulla sponda destra del Tevere di fronte al ponte Sant'Angelo, a poca distanza dal Vaticano; è collegato allo Stato del Vaticano attraverso il corridoio fortificato del "passetto". Venne costruito di fronte al Campo Marzio, al quale fu unito da un ponte appositamente costruito, il Ponte Elio. Nel 359, l'imperatore Onorio lo include nella cinta muraria di Roma, trasformandolo in una sorta di fortilizio per la difesa della città: data da allora l'appellativo di castellum. Dall'XI secolo nelle bolle pontificie si usa la dizione mista Castrum nostrum Crescentii e Castrum Sancti Angeli. Prima dell'anno Mille i cronisti lo chiamano domus Theodorici e anche carceres Theodorici perché Teodorico, re d'Italia dal 493 al 526, lo adibì a prigione, funzione mantenuta anche sotto i papi e con il governo italiano, fino al 1901.

5) La Cappella Sistina, dedicata a Maria Assunta in Cielo, è la principale cappella del palazzo apostolico, nonché uno dei più famosi tesori culturali e artistici della Città del Vaticano, inserita nel percorso dei Musei Vaticani. Fu costruita tra il 1475 e il 1481, all'epoca di papa Sisto IV della Rovere, da cui prese il nome.È conosciuta in tutto il mondo sia per essere il luogo nel quale si tengono il conclave e altre cerimonie ufficiali del Papa, sia per essere decorata con una delle opere d'arte più conosciute e celebrate della civiltà artistica occidentale, gli affreschi di Michelangelo Buonarroti, che ricoprono la volta (1508-1512) e la parete di fondo (del Giudizio universale) sopra l'altare (1535-1541).

Pag.8

6) I Giardini Vaticani si estendono da sud a nord-ovest del piccolo stato. I Musei Vaticani li separano dalla zona nord, in cui risiedono le banche, il giornale e i Palazzi Apostolici dove abita il Pontefice.Molte sono le testimonianze storico-artistiche rinvenibili nei giardini: dagli stessi giardini sono ancora visibili, ad esempio, le antiche Mura leonine in due tratti: quello più antico vicino alla Palazzina della Zecca, in prossimità della Fontana del Sacramento e l'altro tratto, restaurato da Niccolò V, visibile sul colle insieme alle due grandiose torri circolari, dette torre della Radio e Torre.7) Il Giudizio universale (1535-1541) è un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato tra il 1535 e il 1541 su commissione di papa Paolo III Farnese per decorare la parete dietro l'altare della Cappella Sistina. Si tratta di una delle più grandiose rappresentazioni dell'evento dell'ultima venuta alla fine dei tempi del Cristo per inaugurare il Regno di Dio, nonché il più grande capolavoro dell'arte occidentale in generale.Il Giudizio universale segnò la fine di un'epoca e costituì uno spartiacque della storia dell'arte e del pensiero umano: all'uomo forte e sicuro dell'Umanesimo e del primo Rinascimento, che Michelangelo stesso aveva esaltato negli Ignudi della volta, subentra una visione caotica e angosciata che investe tanto i dannati quanto i beati, nella totale mancanza di certezze che rispecchia la deriva e le insicurezze della nuova epoca.8) Il colle Vaticano è un colle di Roma posto sulla riva destra del Tevere.Si può, quindi, ragionevolmente desumere la fissa presenza di luoghi di preghiera e di sacerdoti, in una zona dedicata tradizionalmente al culto dei defunti e molto frequentata a causa degli spettacoli circensi. Il colle Vaticano non è compreso nei tradizionali sette colli di Roma ed è stato inserito nei confini della città al tempo del papato di Leone IV, che ingrandì le mura cittadine tra l'848 e l'852, allo scopo di proteggere la basilica di San Pietro.Fino alla formazione dello Stato della Città del Vaticano, istituito con i Patti Lateranensi nel 1929, il Colle Vaticano faceva parte del rione Borgo. 9) Il palazzo è un complesso di costruzioni realizzate tra il XII secolo e il XIX secolo, che comprende l'Appartamento Papale, gli Uffici del governo della Chiesa cattolica, l'appartamento del cardinale segretario di Stato e quello dell'arcivescovo sostituto.10)Il Cortile del Belvedere è un vasto complesso edilizio posto a nord della Basilica di San Pietro in Vaticano e dei Palazzi Apostolici, a Roma.Fu realizzato, a partire dalla prima metà del XVI secolo su volere di papa Giulio II e su progetto di Donato Bramante.

Matilde Leoncini

Pag.9

Due passi nei Musei Vaticani

I Musei Vaticani si trovano sul viale Vaticano a Roma, all'interno dello Stato della Città del Vaticano. Fondati da papa Giulio II nel XVI secolo, occupano gran parte del vasto cortile del Belvedere e sono una delle raccolte d'arte più grandi del Mondo. Le più grandi attrazioni del museo rimangono: la grande raccolta di sculture;i cimeli greci, romani, egiziani; le numerose opere d'arte Rinascimentale e Contemporanea.

Una delle più impressionanti sculture è certamente il “Laocoonte e i suoi figli” .

Alta 242 cm, è una riproduzione, di epoca romana, del I secolo a. C. di una statua greca in bronzo risalente al 150 a. C. e raffigura una delle scene descritte nell'Eneide, quando il destino di troia era stato scritto.L'immagine trasmette, a chi la guarda, un senso di paura e di dolore per la morte che sta per sopraggiungere su Laocoonte e i suoi figli e contemporaneamente un sentimento di angoscia. Non si può dire che non sia straordinaria.

Un’altra attrazione dei Musei Vaticani è la Cappella Sistina,un immenso spazio dipinto dagli armoniosi colori di Michelangelo (alcuni soggetti furono coperti perché la visione di corpi maschili e femminili nudi potevano disturbare al sensibilità di qualche visitatore.), “Ercole del teatro Pompeo”,invece,è un bellissimo esempio di scultura bronzea greco-romana, giunta a noi dal II secolo a. C. che si è salvata da numerosi saccheggi, incursioni barbariche e persino la fusione del bronzo per i cannoni del papa quando Roma era stata minacciata.Questo Ercole fu concepito sempre come il suo fratello bronzeo ritrovato nel Foro Boario, ovvero il vecchio mercato dei buoi, sotto i canoni realizzati da Lisippo del IV secolo a. C.Le due statue differiscono solo per un particolare, l’Ercole delle Terme di Pompeo ha la clava poggiata a terra, quasi per sorreggersi, e la pelle scuoiata del leone di Memea sul braccio sinistro;mentre quello del Foro Boario ha la clava leggermente alzata, in una presa statica e le tre mele del giardino degli Esperidi.

Pag.10

Se siete grandi appassionati di geografia c’è un intero corridoio lungo 120 m e completamente arredato di mappe che rappresentano la Terra e la morfologia di qualche territorio allora conosciuto. La galleria fu costruita tra il 1581 e il 1583 ,per volontà di papa Gregorio XIII ,dal geografo Ignazio Danti.Prima del termine della visita si trovano delle sale di arte contemporanea e con opere che rappresentato l'idea di religione degli artisti esposti.

So di aver tralasciato molte opere presenti all’interno dei Musei Vaticani,ma sarebbe stato un articolo molto più noioso e dato che io li ho già visitati vi consiglio di andarci senza aggiungere altro. Un’ultima cosa.Assicuratevi di prenotare il biglietto per entrare nei musei, perché l’alternativa è una fila di 2 o 3 ore, con bambini che strillano, tedeschi accalorati, giapponesi che si fanno un selfie ad ogni mattonella ,il tutto accompagnato dalla soave voce degli automobilisti romani.

Pietro Vezzaro

Pag.11

Storia della Basilica di San Pietro

Durante la grande persecuzione contro i cristiani voluta da Nerone nel 64 d. C. , che ebbe come scenario il circo di Caligola , subì il martirio anche San Pietro . Fra le testimonianze che identificano il luogo del martirio , un passo di Eusebio da Cesarea cita una lettera scritta da Gaio a Proclo, in cui il presbitero invita l’amico a venire a Roma . Proprio per l’importanza di questa testimonianza , l’edicola del II secolo , rinvenuta durante gli scavi nella Necropoli vaticana a protezione della sepoltura di San Pietro , è stata chiamata "Trofeo di Gaio" .

In seguito al proclama da parte dell’imperatore Costantino dell’Editto di Milano (313 d. C.) , i cristiani ebbero la facoltà di costruire i loro edifici di culto: fu proprio Costantino che diede avvio nel 324 alla costruzione della Basilica che doveva inglobare il "Trofeo di Gaio" e fare della tomba di Pietro il fulcro della struttura. Consacrata nel 329 , la grande Basilica si presentava come un edificio a pianta longitudinale a cinque navate e transetto . All’esterno una scalinata conduceva al quadriportico antistante la Basilica, noto anche come Paradiso , al

cui centro si trovava una fontana per le abluzioni dei catecumeni identificata con la grande pigna di bronzo , ricordata anche da Dante nella Divina Commedia e oggi collocata nell’omonimo Cortile dei Musei Vaticani .

Fu in questa Basilica , nella notte di Natale dell’anno 800 d. C. ,che Carlo Magno , re dei Franchi , fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero ; era in questa Basilica che fino agli inizi del 1300 affluivano masse di pellegrini provenienti a piedi da tutta l’Europa per venerare la tomba del "Principe degli Apostoli" .Con l’abbandono di Roma durante lo scisma avignonese , la basilica , che già aveva più di mille anni , cominciò ad avere problemi statici e di conservazione sempre più gravi. Non ci sono molte notizie sull’argomento , ma si è certi che il papa Niccolò V Parentucelli prese la decisione di ingrandire e restaurare l’antica Basilica , affidandone l’incarico al Rossellino nella seconda metà del Quattrocento,dall'inizio dei lavori al completamento del nuovo edificio , trascorsero poco più di 150 anni,durante i quali si alternarono alla direzione della "Fabbrica di San Pietro" i più famosi artisti dell’epoca: Raffaello Sanzio , intorno al 1514, scelse di trasformare l’impianto a croce greca dell’edificio bramantesco in una croce latina ;Antonio da Sangallo il Giovane; Michelangelo.

Pag.12

Fu quest'ultimo che,sotto il pontificato di Paolo III, oltre a decidere di recuperare il progetto a croce greca originale disegnò la cupola di cui seguì personalmente la realizzazione, fino alla sua morte avvenuta nel 1564 .

Nei circa trenta anni che seguirono , la "Fabbrica di San Pietro" venne affidata prima alla direzione del Vignola e poi a quella degli architetti Giacomo Della Porta e Domenico Fontana a cui si deve dare il merito di aver portato a compimento, intorno al 1588, il progetto michelangiolesco della cupola .

La Basilica di San Pietro raggiunse l’attuale aspetto grazie all’intervento di Carlo Maderno , che ritornò all’impianto basilicale a croce latina e definì l’aspetto scenografico della facciata

I lavori sulla Basilica si conclusero con la consacrazione solenne ,sotto il pontificato di Urbano VIII, nel 1626 ma solamente fra il 1656 ed il 1667 , per volere di Alessandro VII , Bernini progettò e realizzò il grande portico colonnato di piazza San Pietro mettendo al centro l’obelisco del I secolo a. C. il quale,originariamente,era posto al centro della spina del circo di Caligola dove fu martirizzato San Pietro .

L'obelisco fu trasportato nella piazza e collocato nell’attuale posizione nel 1585 da Domenico Fontana, per ordine di papa Sisto V .

Alcune cifre che rendono la Basilica di San Pietro un monumento unico al Mondo:

1) essa è in grado di accogliere 20.000 fedeli ;

2) è lunga circa 190 metri ;

3) la larghezza totale delle sue tre navate è di 58 metri ;

4) la navata centrale è alta ,al culmine della volta, 45,50 metri;

5) la cupola raggiunge i 136 metri circa di altezza sino alla croce ;

6) gli interni , caratterizzati dalle vastissime decorazioni a mosaico , sono lo scrigno prezioso per alcune delle più celebri opere d’arte al mondo , quali ad esempio il Baldacchino del Bernini e la Pietà di Michelangelo .

Andrea Verdiani

Progetto di Michelangelo

Pag.13

Una visita alla Basilica di San Pietro

Andare a Roma senza visitare San Pietro non è possibile,ma raccontarla per intero vi annoierebbe e così mi soffermerò solo su alcune cose particolarmente interessanti.

La Porta Santa

La porta più a destra della basilica è la Porta Santa realizzata da Vico Consorti, fusa in bronzo dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli nel 1950, fu donata a papa Pio XII. Nelle sedici formelle che la costituiscono si può vedere lo stesso Pio XII e la bolla di Bonifacio VIII che indisse il primo Giubileo nel 1300. Al di sopra sono presenti alcune iscrizioni.

La Pietà di Michelangelo

Nella prima cappella a destra è collocata la celebre Pietà di Michelangelo, opera degli anni giovanili del maestro (1499) e che colpisce per l'armonia e il

candore delle superfici; la scultura è protetta da uno scrigno di cristallo a seguito dei danneggiamenti subiti nel 1972, quando un folle vi si avventò contro, colpendola in più punti con un martello.

Il BaldacchinoIl Baldacchino fu realizzato da Gian Lorenzo Bernini tra il luglio 1624 e il 1633. L'incarico di realizzarlo fu la prima grande commissione pubblica che l'artista ottenne in seguito all'elezione di papa Urbano VIII nel 1623; l'opera venne inaugurata il 28 giugno 1633 dallo stesso papa. Quella del Baldacchino è la prima impresa di Bernini in cui si fondono scultura e architettura a tal punto da creare una allegorica immagine di un oggetto, un catafalco processionale di grandezza monumentale, molto più grande del solito, e che sostituisse il consueto tabernacolo inserendosi nello spazio in maniera innovativa e scenografica, aprendo nuove prospettive all'architettura barocca.

Pag.14

Per realizzare l'opera vennero asportati e fusi gli antichi bronzi del Pantheon, consistenti nelle massicce travature del pronao. L' infame decisione ispirò la celebre pasquinata con la quale si voleva sottolineare la smisurata ambizione della famiglia del pontefice che, pur di auto celebrarsi con monumenti spettacolari, spendeva cifre enormi e neppure si fermava di fronte al danneggiamento di uno dei monumenti più importanti dell'antica Roma. L'autore della celebre "pasquinata" è stato identificato dal critico d'arte de L'Osservatore Romano, Sandro Barbagallo, in monsignor Carlo Castelli, ambasciatore del Duca di Mantova.

A certificare l'identificazione di Sandro Barbagallo è il diario dello stesso Urbano VIII, conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana con il nome di Codice Urbinate 1647.Il papa Pio XII, appena eletto (1939), promosse la ricerca archeologica con i nuovi scavi, che nell'arco di dieci anni, riportarono alla luce il pavimento dell'antica basilica costantiniana e, i resti di una necropoli romana, che occupava il pendio del colle Vaticano, e che fu interrata dai costruttori della prima basilica. La presenza di questo spazio cimiteriale confermerebbe così la convinzione che il luogo di sepoltura di San Pietro si trovasse proprio nel luogo in cui gli fu eretto dapprima un sepolcro e poi la basilica. A seguito della campagna di scavi, nel 1953 furono rinvenute alcune ossa avvolte in un prezioso panno di porpora; esse provenivano con attendibilità da un loculo della stessa necropoli in cui si riconosceva una scritta incompleta in greco con il nome di Pietro. I ritrovamenti furono quindi ricollocati nella posizione sotterranea originaria, la quale corrisponde esattamente alla verticale dei tre successivi altari papali, del baldacchino bronzeo che li sovrasta, e della cupola che tutti li avvolge.

Fabrizio Giacomini

Pag.15

La Cappella SistinaE' dedicata a Maria Assunta in Cielo e inserita nel percorso dei Musei Vaticani. È conosciuta in tutto il Mondo, sia per essere il luogo nel quale si tengono i conclave sia per essere decorata con

gli affreschi di Michelangelo Buonarroti, che ricoprono la volta (1508-1512) e la parete di fondo (del Giudizio universale) sopra l'altare (1535-1541).Fu recuperata tra il 1475 e il 1481, all'epoca di papa Sisto IV della Rovere, da cui prese il nome,e affrescata da un gruppo di artisti importanti del tempo, tra i quali ricordiamo il Perugino,Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Cosimo Rosselli.In seguito,nel 1504,a causa degli assestamenti del terreno la cappella subì dei danni ed una lunga crepa si formò sul

soffitto;questo spinse papa Giulio II della Rovere a chiuderla. Il papa,dopo aver fatto rinforzare il soffitto con delle catene,decise nella primavera del 1506 di affidare a Michelangelo Buonarroti il compito di affrescarla. L'artista fiorentino iniziò la sua opera soltanto nel 1508 e si concluse nel 1541. Il programma generale della decorazione pittorica della cappella fu articolato su tre registri dal basso verso l'alto: lo zoccolo con finti arazzi, il secondo ordine con scene del Vecchio Testamento (scene della vita di Mosè) e del Nuovo Testamento (scene della vita di Cristo) e infine l'ordine più alto con la rappresentazione di pontefici martirizzati. La decorazione pittorica venne avviata, nella parete dietro l'altare, il quale aveva già lavorato per il papa nella distrutta Cappella della Concezione nell'antica basilica di San Pietro in Vaticano e che realizzò anche la pala d'altare raffigurante la Vergine Assunta. La volta fu decorata da un cielo stellato di Piermatteo d'Amelia, seguendo una tradizione medievale. La Cappella si trova sulla destra della basilica di San Pietro, all'interno del Palazzo Apostolico, accessibile dall'imponente Sala Regia. È a pianta basilicale e misura 40,93 metri di lunghezza per 13,41 di larghezza. Ha un'altezza di 20,70 metri ed è coperta da una volta a botte ribassata, collegata alle pareti da vele e pennacchi, che generano lunette in corrispondenza dei muri laterali. Sotto ciascuna lunetta si aprono le strette finestre ad arco che danno luce all'ambiente: sono sei su ciascuna parete laterale a cui si aggiungevano altre due aperture sul lato ovest, tamponate con la creazione del Giudizio.La cornice tra la zona inferiore e quella mediana è poco sporgente rispetto a quella successiva, tra la zona mediana e quella superiore; qui, all'altezza delle imposte delle finestre, il muro rientra per lasciare spazio a uno stretto camminamento. Oltre questo confine i pilastri, che in tutta la zona inferiore sono solo dipinti, diventano reali e reggono i peducci della volta. Sopra il portale, in corrispondenza del peduccio della volta, si trova un grande stemma papale Della Rovere con la quercia a dodici ghiande d'oro e la tiara papale, appartenente a Sisto IV, ma fatto all'epoca di Giulio II, suo nipote. Durante le cerimonie importanti, la parte inferiore dei muri laterali, affrescata con finti tendaggi, era coperta da una serie di dieci arazzi, realizzati da manifatture fiamminghe su disegni di Raffaello. Essi riproducono eventi delle storie dei principes apostolorum Pietro e Paolo, tratti dai vangeli e dagli Atti degli apostoli.All'interno della Cappella Sistina si trova un organo a canne, collocato nell'angolo destro della contro facciata.

Elena Ferrara

Pag.16

Stagione teatrale 2017-2018TEATRO DEL POPOLO

martedì 14 novembre 2017 ore 21.00IL BERRETTO A SONAGLIcon Sebastiano Lo Monaco

e Maria Rosaria Carliregia di Sebastiano Lo Monaco

TEATRO DEL POPOLOdomenica 19 novembre 2017 ore 21.00

L'ORA DI RICEVIMENTO (BANLIEUE)con Fabrizio Bentivoglioregia di Michele Placido

TEATRO POLITEAMAgiovedì 30 novembre 2017 ore 21.00

MARITI e MOGLIcon Monica Guerritore e Francesca Reggiani

regia di Monica guerritore

TEATRO BOCCACCIOmercoledì 6 dicembre 2017 ore 21.00

GRAN GLASSE'con Francesca Sarteanesi,Francesco Rotelli,Luca

Zacchini,Giulia Zacchini

TEATRO DEL POPOLOmercoledì 13 dicembre 2017 ore 21.00

BUKUROSH,MIO NIPOTEcon Francesco Pannofino e Emanuela Rossi

regia di Claudio Boccaccini

TEATRO DEL POPOLOmercoledì 10 gennaio 2018 ore 21.00

MEDEAcon Franco Branciaroliregia di Luca Ronconi

TEATRO BOCCACCIOgiovedì 18 gennaio 2018 ore 21.00

L'ULTIMO BUFFONEdi e con LEO BASSI

TEATRO DEL POPOLOmartedì 23 gennaio 2018 ore 21.00

GIULIO CESAREdi Michele Riondinoregia di Alex Rigola

TEATRO POLITEAMAmartedì 30 gennaio 2018 ore 21.00

LA SIGNORA DELLE CAMELIEcon Mariangela Bargilli,Ruben Rgillo,

Silvia Siravo, Carlo Grecoregia di M.Tarasco

TEATRO DEL POPOLOmartedì 6 febbraio 2018 ore 21.00

VETRI ROTTIcon Elena Sofia Ricci e Giammarco Tognazzi

regia di Armando Pugliese

TEATRO BOCCACCIOgiovedì 6 febbraio 2018 ore 21.00

LA LETTERAcon PAOLO NANI

regia di Nullo Facchini

TEATRO POLITEAMAmercoledì 14 febbraio 2018 ore 21.00

LACCIcon Silvio Orlando

regia di Armando Pugliese

TEATRO DEL POPOLOmercoledì 21 febbraio 2018 ore 21.00

MINIMA ANIMALIAvoce di ELIO

pianoforte ROBERTO PROSSEDA

TEATRO POLITEAMAlunedì 26 febbraio 2018 ore 21.00

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATEcon S.Fresi,G. Pasotti,V. Placido,P.Ruffini

regia di M. Bruno

TEATRO BOCCACCIOgiovedì 1 marzo 2018 ore 21.00

SERIOUSLY FUNNY!DANCE COMEDY SHOW

TEATRO DEL POPOLO venerdì 2 marzo 2018 ore 21.00

PICCOLI CRIMINI CONIUGALIcon Michele Placido e Anna Bonaiuto

regia di Michele Placido

TEATRO POLITEAMAmercoledì 14 marzo 2018 ore 21.00

IL PIÙ BRUTTO WEEK END DELLA NOSTRA VITA

con Maurizio Micheli, B.Boccoli,N.Salerno,A.Elia

regia di Maurizio Micheli

TEATRO POLITEAMAgiovedì 22 marzo 2018 ore 21.00

IL PIACERE DELL'ONESTA'con Geppy Gleijeses e Vanessa Gravina

regia di Liliana Cavani

TEATRO DEL POPOLOmercoledì 28 marzo 2018 ore 21.00

TEMPI NUOVIcon Ennio Fantastichini e Iaia Forte

regia di Cristina Comencini

TEATRO POLITEAMAmercoledì 4 aprile 2018 ore 21.00

CHI E' DI SCENAcon Alessandro Benvenuti,

P. Cioni,Maria Vittoria Argentiregia di Alessandro Benvenuti

Pag. 17

TEATRO BOCCACCIOgiovedì 5 aprile 2018 ore 21.00

Il Sol ci ha dato alla testacon Raffaello Tullo,Renato Ciardo,Vittorio Bruno,Niccolò

Pantaleo,Francesco Pagliaruloregia di Raffaello Tullo

TEATRO DEL POPOLOgiovedì 19 aprile 2018 ore 21.00

Dì che ti manda Piconecon Biagio Izzo

regia di Enrico Maria Lamanna

Fuori abbonamento2017-2018

TEATRO DEL POPOLOlunedì 16 ottobre 2017 ore 21.00

IL PANARIELLO CHE VERRA'con GIORGIO PANARIELLO

TEATRO POLITEAMAvenerdì 27 ottobre 2017 ore 18:30

“LEGGERE,RECITARE;INTERPRETARE”conversazione con SANDRO LOMBARDI

TEATRO POLITEAMAvenerdì 27 ottobre 2017 ore 21.00

DALLA PARTE DI SWANNSandro Lombardini legge Marcel Proust

TEATRO BOCCACCIOmercoledì 22 novembre 2017

COME UN GRANELLO DI SABBIAGiuseppe Gulotta,storia di un innnocente

con SALVATORE ARENAtesto e regia di S.Arena e M.Barilla

TEATRO POLITEAMAsabato 25 novembre 2017 ore 21:30

LUNA PARKdo you want a cracker?

di e con SIMONE PERINELLI

TEATRO BOCCACCIOmercoledì 29 novembre 2017 REQUIEM FOR LADY PORET

di Cristina Castellinicon F.Basetti,C.Canemolla

C.Castellini,G.Vittori

TEATRO DEL POPOLOdomenica 3 dicembre ore 16

LA BOHEMEdi Giacomo Puccini

Società Corale “Vincenzo Bellini”

TEATRO DEL POPOLOmartedì 2 gennaio IL LAGO DEI CIGNI

Musica di P.I.ChaikovskjRUSSIAN STARS &Moscow Classical State Ballet

TEATRO POLITEAMAdomenica 7 gennaio

POLLICINOcon CLAUDIO CASADIOdi Marcello Chiarenza

TEATRO DEL POPOLOdomenica 8 aprile ore 16

MADAMA BUTTERFLYdi Giacomo Puccini

Ballet Academy

TEATRO POLITEAMAmartedì 10 aprile

ROMEO e GIULIETTA-Musicaldirezione artistica

Ballet Academy

TEATRO POLITEAMAlunedì 23 aprile

CONTEMPORARY TANGOBalletto di Roma

coreografia di Milena Arzullomusiche di Astor Piazzolla e AA.VV.

Stagione concertistica 2017-2018

TEATRO POLITEAMA

martedì 31 ottobre 2017 Concerto di Inaugurazione

direttore Daniele Rustioni violino Roman Simović

lunedì 18 dicembre 2017CONCERTO DI NATALEdirettore Daniele Rustioni

pianoforte Alessandro Taverna

giovedì 11 gennaio 2018 ore 21.00Sturm Und Drang/Tutto nacque lì

direttore Federico Maria Sardelli

I CONCERTI DELL'ORTlunedì 16 aprile 2018

direttore Giorgio Pehlivanianclarinetto Alessandro Carbonare

mercoledì 2 maggio 2018direttore Donato Renzettiviolino Francesca Dego

Pag.18

Il TURISMO in VATICANOIl TURISMO in VATICANOIl Vaticano è una meta turistica molto ambita ed è visitata ,mediamente, da più di 8 milioni di visitatori,ogni anno.L'itinerario prevede la visita dei seguenti luoghi:• Musei Vaticani • Pinacoteca Vaticana• Fontana della Pigna• Museo Chiaramonti• Galleria dei Candelabri• Galleria degli Arazzi• Galleria delle carte geografiche• Stanze di Raffaello• Cappella Sistina• Basilica di San Pietro La Città del Vaticano è il più piccolo Stato indipendente del Mondo ma ,nonostante le piccole dimensioni, contiene il più grande numero di opere d'arte in assoluto e tra queste c'è la famosissima Basilica di San Pietro. Le vie attorno al Vaticano appartengono al rione “Borgo” caratterizzato da piccole strade ricche di ristoranti e negozi di souvenir. I magnifici e vastissimi Musei Vaticani rappresentano uno dei complessi museali più grandi e interessanti e racchiudono al loro interno diversi musei: Museo Pio Clementino, Museo Chiaramonti, Museo Gregoriano Etrusco, Museo Gregoriano Egizio, Museo Missionario Etnologico, Collezione d’Arte Religiosa Moderna, Gallerie Superiori, Museo della Biblioteca Vaticana, Pinacoteca ed altri. Naturalmente, la più importante è la Cappella Sistina. Per visitarli tutti non basta un giorno intero, infatti i tour turistici sono organizzati per i musei più importanti e i visitatori sono divisi in gruppi. I Musei Vaticani si compongono di oltre 25 tra musei, gallerie, pinacoteche e collezioni. Si sviluppano su 4 livelli, comprendono 1000 stanze per un percorso totale di 14 km. In queste stanze si possono ammirare: i famosissimi affreschi di Michelangelo; il Laocoonte e i suoi figli, gruppo scultoreo acquistato nel 1506 da Papa Giulio II; la spettacolare scalinata a spirale di Giuseppe Momo; i mosaici e le sculture dell’epoca romana; l'affresco della Liberazione di San Pietro di Raffaello; il Giudizio universale di Michelangelo; il San Girolamo penitente ,dipinto da Leonardo da Vinci; la Deposizione di Caravaggio e molti altri. La Basilica di San Pietro, il cui nome completo è “papale arci basilica patriarcale maggiore” di San Pietro in Vaticano, è una delle chiese più grandi del Mondo ed è anche la cosiddetta 'casa' del Papa, è una basilica cattolica nonché simbolo del minuscolo Stato della Città del Vaticano. Alla basilica fa da coronamento la monumentale piazza San Pietro;al suo interno si possono mirare l'incredibile altare e la Pietà, magnifica scultura di Michelangelo. La Basilica di San Pietro è¨tra i 25 luoghi universalmente più visitati. L’Italia, secondo i dati del World Trade Organization (un'organizzazione che calcola i flussi turistici mondiali ), resta una delle destinazioni principali dei flussi turistici mondiali (per i cattolici), considerando la presenza del Vaticano e di Roma, insieme ad altre realtà quali Assisi, Padova, San Giovanni Rotondo, Loreto ed altre ancora. Si calcola, ma le stime sono al ribasso, che siano circa 330 milioni i "turisti religiosi”.

Eryka Gaggelli

Pag.19

Alcune curiosità sulla Città del Vaticano

Lo Stato della Città del Vaticano è il più piccolo stato del Mondo e sorge su un’area di 44 ettari, corrispondente a meno di mezzo chilometro quadrato.Il capo di Stato non può mai essere un laico bensì un “uomo di Chiesa”, poiché coincide con la persona del Sommo Pontefice.Quella vaticana è una monarchia assoluta, l'unica in Europa, ma di un raro tipo, poiché è "elettiva", non esiste un parlamento né partiti politici.Lo Stato della Città del Vaticano,spesso indicata come "Santa Sede", deve la sua denominazione all’omonimo colle sul quale si trova e corrisponde al minuscolo Stato posto nel cuore di Roma. La Città del

Vaticano ha due Corpi di vigilanza: il primo è costituito dalle Guardie Svizzere ed è il più noto, e anche il più pittoresco; il secondo è la Vigilanza Vaticana, molto meno nota, i cui componenti hanno una divisa blu

scuro, portano il berretto, e sono tutti, per una norma prevista dal loro regolamento, piuttosto alti.

Alcune curiosità :1. La cittadinanza vaticana non si

ottiene semplicemente con la nascita nello Stato, come avviene in tutte le altre parti del mondo. Deve essere di volta in volta concessa da un apposito ufficio. Ai figli che nascono in queste famiglie viene concessa la cittadinanza vaticana,

però solo fino alla loro maggiore età. Poi essi la perdono, diventando in genere cittadini italiani, e andando ad abitare fuori dalla Città.

Pag.20

2. Secondo uno studio diffuso dalla rivista tedesca “Der Spiegel” nel 2007, il Vaticano sarebbe il paese dal più alto tasso criminale al mondo: nel corso del 2006 il ministero della Giustizia del Vaticano avrebbe indagato su 486 cause penali e 341 cause civili. Il reato più diffuso, com’è facile immaginare, è il furto.

3. La pena di morte è rimasta valida fino al 1969 per punire il tentato ed effettuato assassinio del Papa: ufficialmente è stata abolita solo nel 2001, per volere di Papa Giovanni Paolo II.

4. E’ possibile accedere agli Archivi Segreti del Vaticano. Per poter richiedere la consultazione, oltre alle generalità e a una foto tessera, è necessario indicare le motivazioni della ricerca allegando la lettera di presentazione di un Istituto di ricerca storico-scientifica accreditato o di un professore qualificato nel campo delle ricerche storiche. I laici, inoltre, devono certificare di essere in possesso (almeno) di una laurea o diploma universitario equipollente,

5. La lingua ufficiale dello Stato è l’Italiano, mentre il Latino è la lingua della Santa Sede: non a caso la legislazione della Città del Vaticano è redatta esclusivamente in latino.

6. Possiede un giornale proprio, chiamato L'Osservatore Romano7. Batte una propria moneta,anche se per motivi legati agli accordi monetari con

l'Italia utilizza l'euro.8. Possiede una radio propria, Radio Vaticana, che trasmette in tutto il Mondo

utilizzando varie lingue 9. Emette francobolli propri ma ,ovviamente, solo con spedizione dalle Poste

Vaticane.10. Quanti soldi ha il Vaticano? A questa domanda è difficile rispondere, dato che

per 125 anni lo Stato non ha pubblicato resoconti delle sue attività economiche. La svolta è avvenuta nel 2012, quando a causa della politica di rigore e trasparenza voluta da Papa Francesco lo IOR– Istituto per le Opere di Religione – è stato costretto a pubblicare il bilancio del 2012, svelando un utile di 86,6 milioni di euro. A fine 2012 i clienti della Banca Vaticana erano 18.900, la maggior parte dei quali rappresentata da enti, tutti affiliati alla Chiesa, in accordo con lo Statuto.

11. Il corpo delle Guardie svizzere pontificie è un corpo armato al servizio del papato dal 22 gennaio 1506, quando un gruppo di 150 mercenari elvetici varcò le soglie dello Stato della Chiesa per servire Papa Giulio II. Per entrare a far parte delle guardie svizzere è necessario possedere particolari requisiti. Oltre ad essere di sesso maschile, è indispensabile essere di fede cattolica, avere cittadinanza svizzera e un’età compresa tra i 18 e i 30 anni; bisogna aver prestato servizio nell’esercito svizzero e rimanere celibi (il matrimonio è permesso a chi consegue il grado di caporale e gradi superiori).

Caterina Mostacci e Elena Ferrara

Pag.21

La Città del Vaticano nella Storia

La Città del Vaticano, ufficialmente Stato della Città del Vaticano (in latino: Status Civitas Vaticanæ), comunemente viene chiamata anche Vaticano, o per antonomasia, San Pietro.

È una città-stato indipendente ed è lo stato sovrano più piccolo del Mondo, sia per abitanti (605), sia per estensione(0,44 km2); proprio quest'ultima ,però, lo pone al contempo al secondo posto in Europa per densità di popolazione. La Città del Vaticano è un'enclave nel territorio della Repubblica Italiana inserita nel tessuto urbano della città di Roma. Nello stato vige un regime di

monarchia assoluta,teocratica ed elettiva con a capo il papa . La lingua ufficiale è l' italiano ,mentre il latino è la lingua ufficiale della Santa Sede. Parliamo ora della storia di questo piccolo stato che si chiamava Stato della Chiesa e si estendeva ,fino al 1850, sul Lazio e buona parte dell'Italia centrale,comprendendo le Marche,l'Umbria e parte dell'Emilia Romagna. In seguito alle guerre d'indipendenza combattute durante il Risorgimento italiano i territori posseduti dal papa furono uno dopo l'altro annessi al Regno d'Italia ma e fu soltanto nel 1870, quando i bersaglieri ,il 20 settembre, penetrarono in Roma attraverso la breccia di Porta Pia, che lo Stato della Chiesa cessò di esistere,anche se i soldati si astennero,per rispetto a Sua Santità Pio IX dall'occupare militarmente il rione Borgo nel quale sorgeva la basilica di San Pietro e la residenza papale. Il territorio lasciato al Pontefice si restrinse ulteriormente nei giorni successivi alla sola cerchia delle Mura Leonine, per richiesta dello stesso cardinale Segretario di Stato, Giacomo Antonelli, che temeva problemi di ordine pubblico e si fece portavoce del rifiuto di Pio IX a diventare una sorta di sovrano di un solo rione. In realtà questo era solo un pretesto per far pesare ancora di più la prigionia del papa, sperando che una nuova Restaurazione,per altro mai avvenuta, potesse far recuperare tutto il territorio dello Stato Pontificio. Col Regio Decreto del 9 ottobre 1870 n. 5903 Roma fu proclamata capitale d'Italia e fu soppresso il potere temporale dei papi. Pio IX ,il sovrano spodestato militarmente, non dette né l'adesione né il consenso all'occupazione italiana e non riconobbe nemmeno la legge delle Guarentigie emanata l'anno successivo ,ed unilateralmente, dal Regno d'Italia, nell'intento di mantenere e garantire l'indipendenza spirituale del Papa (ma non la sua sovranità) e la prosecuzione dellasua missione religiosa.

Pag.22

Pio IX si considerò prigioniero in Vaticano, e non ne uscì mai più, pur continuando a esercitare il pontificato. Nacque così la Questione Romana che tormentò i rapporti tra il Regno d' Italia e la Chiesa Cattolica per 59 anni. Ci furono ,poi,lunghe trattative diplomatiche, durante le quali fu più volte ipotizzata la costituzione di un nuovo Stato, la cui estensione, a seconda delle proposte, variava dalla sola area a disposizione del Papa sin dall'ottobre 1870, ad un territorio esteso fino al mare o che comprendesse ,almeno, un accesso al Tevere, come garanzia della possibilità di raggiungere i fedeli fuori d'Italia senza percorrere il territorio italiano. In ogni caso, comunque, si ipotizzava un territorio non troppo minuscolo e che giungesse fino a Villa Doria Pamphilj. Molti anni dopo,quando già era cominciata la dittatura fascista,la decisione di Mussolini di non cedere porzioni significative di territorio italiano e il timore di Pio XI di essere eccessivamente distolto da problemi temporali impedirono di trovare una soluzione.

La Questione fu infine risolta l'11 febbraio 1929, quando Il primo ministro Benito Mussolini e il cardinal Gasparri firmarono i Patti Lateranensi con i quali i due Stati si riconobbero reciprocamente il carattere di indipendenza e di sovranità.

I Patti consistevano in: • un concordato sui reciproci rapporti.• un trattato con allegata una convenzione finanziaria.

Il trattato lateranense è l'atto istitutivo dello Stato della Città del Vaticano, con il quale l'Italia riconosce al Papa la piena sovranità e indipendenza sulla sola ed esclusiva parte del territorio della città di Roma compreso nella cerchia delle Mura Leonine, oltre che sulla Piazza San Pietro. Questo territorio, pur estremamente ridotto, è riconosciuto a livello internazionale e assicura così l'indipendenza sovrana della Santa Sede rispetto a qualsiasi altro potere politico. La convenzione finanziaria fornì i mezzi per l'autonomia economica della nuova formazione statale. Da allora,i rapporti si sono consolidati e un nuovo Concordato è stato firmato nel 1984.

Jonathan De Luca

Pag.23

Le Le GuGuarardiedie SviSvizzzzereereGuardie svizzere è il nome dato ai mercenari svizzeri che hanno prestato servizio come guardie del corpo, guardie cerimoniali e guardie del palazzo presso le corti d'Europa sin dal tardo XV secolo. Erano tenute in grande stima sia per il valore militare sia per la disciplina e la fedeltà nei confronti del signore cui giuravano obbedienza. La Svizzera, a quel tempo un paese povero, prettamente agricolo, ha fornito mercenari per i campi di battaglia europei dal XIV al XIX secolo. Fanti elvetici sono stati regolarmente assoldati dal Regno di Francia, dal Regno di Spagna e dal Regno di Napoli durante tutta l'Età Moderna. Furono per primi i francesi a selezionare un corpo di mercenari svizzeri deputato alla difesa del sovrano, con la creazione della "Guardia dei Cento" nel 1497. A partire dal Cinquecento, nei torbidi dell'Europa dilaniata dalle Guerre di religione e dai tradimenti dei vari Signori della Guerra mercenari, re e regine del Vecchio Continente vollero circondarsi di fedeli guardie elvetiche per difendere l'incolumità propria e delle loro famiglie. Nel XVIII secolo quasi tutte le corti d'Europa mantenevano un contingente di guardie svizzere. Le più importanti furono però le guardie svizzere francesi e pontificie. Al giorno d'oggi, per "Guardie svizzere" s'intendono solitamente i membri della Guardia Svizzera Pontificia ancora

operativa nella Città del Vaticano. L’esempio più antico di questa caratteristica forma di mercenarismo è datata al 1497, anno in cui in Francia, per volere di re Carlo VIII, venne istituita la campagna dei “Cento Svizzeri della Guardia” (in francese chiamata “Cent-Suisses”); essa fu la prima unità svizzera permanentemente al servizio di un sovrano straniero. Il Corpo ,più rappresentativo che militare, venne soppresso dall’Assemblea nazionale francese nel 1792,ma re Luigi XVIII nel 1814 ne decretò la ricostituzione. Durante la rivoluzione di Luglio (28-29-30 luglio 1830) le guardie elvetiche difesero ancora i Borboni perdendo diverse centinaia di uomini; quello fu l’ultimo anno che i mercenari svizzeri prestarono servizio al sovrano francese. Al servizio della Francia, le Guardie svizzere

divennero il simbolo, spesso mitizzato, della fedeltà assoluta. Rilevante è il dato che questo reggimento prese parte, spesso con coraggio e successo, a un numero elevato di campagne, le quali costarono la vita a molti soldati; nel XVIII sec. essesi limitarono a compiere il ruolo di guardia a Versailles,a Rueil, a Courbevoie e al Louvre.

La Guardia Svizzera pontificia

Il 22 gennaio 1506, un gruppo di 150 mercenari elvetici, al comando del capitano Kaspar von Silenen del Canton d'Uri, attraversando la porta del Popolo, entrò per la prima volta in Vaticano per servire papa Giulio II. Già in precedenza Sisto IV aveva concluso nel 1479 un accordo con la Confederazione Elvetica che prevedeva la possibilità di reclutare mercenari elvetici. Successivamente il Corpo delle guardie si ampliò ulteriormente. Nel corso dei secoli le guardie svizzere non furono solo impiegate come scorta personale del papa, ma

Pag.24

parteciparono a numerose battaglie, prima fra tutte quella avvenuta il 6 maggio 1527 durante il sacco di Roma da parte delle milizie del Conestabile di Borbone,e permisero ,con il loro sacrificio, a papa Clemente VII di avere salva la vita. Dei 189 svizzeri se ne salvarono solo quarantadue, cioè quelli che all'ultimo momento avevano accompagnato Clemente VII nella

fuga lungo il Passetto di Borgo, il passaggio che collega il Vaticano a Castel Sant'Angelo. Il 5 giugno Clemente VII si arrendeva. Per aver salva la vita dovette accettare pesanti condizioni (l'abbandono delle fortezze di Ostia, Civitavecchia e Civita Castellana e delle città di Modena, Parma e Piacenza oltre che al pagamento di quattrocentomila ducati). La guarnigione papale fu sostituita con mercenari spagnoli e Lanzichenecchi. Il Papa ottenne che gli svizzeri sopravvissuti fossero inclusi nella nuova Guardia, ma solo 12 di essi accettarono.Con la conquista di Roma da parte delle truppe del Regno d'Italia nel 1870, le Guardie Svizzere rimasero a difesa personale

del papa nei suoi alloggi, e papa San Pio X nel 1914 decise di fissarne il numero a 106 unità suddivise in 100 soldati e 6 ufficiali, tra cui il comandante che ha il grado di colonnello. Durante la seconda guerra mondiale papa Pio XII ampliò temporaneamente il corpo delle guardie svizzere che fu portato a oltre 300 effettivi, questo sia per dare rifugio ai molti sfollati sia per dare una maggiore stabilità alla Città del Vaticano..In base all'articolo 7 del regolamento, il corpo della Guardia svizzera è composta da 110 uomini così suddivisi: 6 ufficiali, 26 sottufficiali, 78 truppe

Requisiti per diventare una Guardia Svizzera:

Per entrare nelle guardie svizzere si deve :

1) essere un adulto maschio di età compresa tra i 18 e i 30 anni;

2) avere un'altezza superiore ai 174 centimetri;

3) avere la cittadinanza svizzera;

4) essere di fede cattolica;

5) aver assolto servizio militare nell'Esercito svizzero;

6) aver ottenuto un certificato di buona condotta;

7) essere celibe (il matrimonio è ammesso solo per i caporali e gradi superiori);

8) avere un certificato di capacità professionale o un diploma di maturità

medio-superiore.

E adesso,in chiusura,due parole sulla loro famosa divisa. Innanzitutto voglio precisare che,a differenza di ciò che si crede,l'uniforme delle Guardie svizzere non è stata disegnata da Michelangelo bensì al comandante Jules Repond (1910-1921) che aveva uno spiccato gusto per le forme e per i colori, si deve in gran parte l'attuale foggia della divisa degli svizzeri.

Pag.25

Egli, dopo lunghi studi e ricerche, e ispirandosi agli affreschi di Raffaello che nella sua "Cacciata di Eliodoro" nelle Stanze Vaticane rappresenta alcuni soldati dalla Guardia Svizzera attorno a Giulio II, che portano dei calzoni ampi e corti fino al ginocchio e il farsetto che arriva al bacino: questo tipo di vestito era molto comune a Roma e in Italia. Durante il Rinascimento, i vestiti si alleggerirono e assunsero colori sgargianti, tra cui dominava il rosso: con Leone X anche la Guardia Svizzera, al giallo e blu dei della Rovere, aggiunse il rosso, in modo da formare i colori dei Medici.

A quel tempo il copricapo dei mercenari svizzeri era molto vario e andava da un cappello a larghe tese al balzo o berretto di cuoio imbottito a forma di turbante, oppure si usava un semplice elmo di metallo. In tutti i casi, però, questi copricapo erano adorni di vistose penne di fagiano e airone, come quelle portate da von Silenen nel Trionfo di Giulio II. L'elmo di metallo ben presto cedette il posto al morione, casco di metallo a coppo emisferico, con alta cresta e orlo terminante anteriormente e posteriormente con punte rivolte all'insù.

Oggi,grazie comandante Jules Repond, le guardie pontificie indossano semplicemente il basco, su cui

spiccano i gradi e il colletto bianco al posto delle gorgiere più o meno increspate e la corazza e è modellata secondo le stampe dei tempi passati. Soltanto per l'uniforme di gala sono previsti una vistosa gorgiera, guanti bianchi e morione di metallo chiaro con pennacchio di struzzo, bianco per il comandante ed il sergente maggiore, viola scuro per il tenente, rosso su morione nero per gli alabardieri, e misto, giallo e nero, su morione anche nero, per i tamburi. Nel morione, a destra e a sinistra, è raffigurata a sbalzo la quercia dei della Rovere.I colori che danno tanto risalto all'uniforme della Guardia sono quelli tradizionali dei Medici, blu, rosso e giallo, a cui si lega molto bene il bianco dei guanti e del colletto. Le bande blu e gialle danno un senso di leggerezza con il loro muoversi sullo sfondo rosso del farsetto e dei pantaloni. La divisa di piccola tenuta o dei giorni feriali è completamente in blu.

L'ultima curiosità: durante il Rinascimento ed anche dopo la stoffa usata era, in genere, di lana e fu Clemente IX (1667-1669) a concedere al Conservatorio delle Ragazze Mendicanti, dove si lavorava la lana, l'esclusiva di fornire i tessuti per vestire la Guardia.

Andrea Verdiani

Pag.26

Il Vaticano a tavola

La cucina romana tradizionale è fondata su ingredienti di derivazione rurale e contadina, di origine vegetale ed animale, preparati secondo ricette spesso tramandate di generazione in generazione in ambito familiare,poiché si è sempre trattato di pietanze ricavate da una terra molto fertile e produttiva, destinate a soddisfare le esigenze energetiche dell'uomo impegnato nel lavoro nei campi.Tra i piatti tipici, vi sono l'abbacchio al forno, la coda alla vaccinara, la coratella, i rigatoni con la pajata, i saltimbocca, la trippa di bue, i carciofi alla romana, l'amatriciana, la carbonara, la cacio e pepe, il pangiallo e piatti della cucina ebraico-romanesca. La cucina romana dei giorni nostri si basa su ingredienti semplici ma saporiti, sull'uso di erbe aromatiche, di avanzi e frattaglie, di strutto, olio e battuto a base di lardo, guanciale, ventresca e grasso di prosciutto.La cucina romana, a partire dal Medioevo, si divise in cucina pontificia, consumata alla corte dei Papi, e cucina popolare, maturata sino ai nostri giorni. Non potendo quindi far riferimento specifico ad una cucina vaticana non mi resta che prendere in considerazione i gusti gastronomici di quattro pontefici vissuti in epoche diverse e molto lontani tra loro. Parleremo di Bonifacio VIII,Pio V,Pio XII e Giovanni Paolo II.Papa Bonifacio VIII era un uomo colto e preparato e quando salì al Soglio Pontificio si

circondò anche di professionisti qualificati nell’arte del cibo. Cuochi, panettieri, bottiglieri, speziali animavano la sua cucina, e la loro responsabilità era grandissima, perché Bonifacio VIII viveva nel terrore di essere avvelenato dai nemici.I bottiglieri prima di servire le bevande le assaggiavano davanti a lui, mentre i capocuochi dovevano, prima di porgergli il piatto, ricevere dal Papa "l'assazum", strumento che serviva per l’assaggio degli alimenti al fine di verificarne la non tossicità.Dai registri delle spese della corte pontificia è possibile scoprire che Bonifacio mangiava carne ben quattro volte la settimana, le sue leccornie preferite erano maiali, capretti, agnelli. Il pesce, preparato in mille ricette, arrivava in tavola tutti i giorni di vigilia e le spezie venivano comprate in grosse quantità.

Papa Pio V, che dormiva pochissimo e mangiava solo povere cose, curiosamente si ritrovò come capo della sua cucina il più grande cuoco del ‘500: Bartolomeo Scappi,nato a Dumenza che,intorno al 1549 ed il 1572 si è affermato presso la corte pontificia. La sua fama è dovuta al suo saggio scritto di cucina, considerato il più importante e conosciuto trattato di alimentazione rinascimentale. Per la sua maestria tra i fornelli il cuoco fu definito con il sontuoso appellativo di “Michelangelo della cucina”. Il grande papa,al quale imputarono un unico peccato di gola il latte d’asina ritenuto all’epoca la panacea per il “mal della pietra” (calcoli renali di cui poi morirà), non sappiamo se

Pag.27

apprezzò lo Scappi in tutta la sua grandezza o ritenne la sua abilità culinaria l’ultimo sussulto pagano e godereccio di un’epoca al tramonto.Comunque siano andate le cose, è certo che uno chef di tale rango, il quale nella prefazione della sua “Opera” fra le credenziali presenta anche quella di “Cuoco Segreto di Sua Santità Papa Pio V”. Lo Scappi, in grado di imbandire qualsiasi tipo di menù, sia per gli importanti personaggi che per gli “infermi” (a cui dedica il libro VI del suo trattato) per lo stomaco papale potrebbe aver elaborato per Pio V la minestrina di prezzemolo ed erbette passata alla storia come “Brodo Apostolorum”, dove si mescolano ad arte nutrimento e santità. Papa Pio XIITra i dibattiti enogastronomici riguardanti la nostra cucina tradizionale, uno coinvolge

sicuramente uno dei gioielli della cucina romana, le fettuccine alla papalina. Sembra infatti che questo piatto sia stato inventato proprio per Pio XII. Si fa risalire la ricetta a Cesaretto Simmi, titolare del Ristorante del Colonnato – ormai chiuso – di via del Mascherino, a due passi da Piazza San Pietro, che “aveva spesso l’occasione di fornire pranzi direttamente in Vaticano”: attorno al 1935 il futuro Papa Pacelli, allora Segretario di Stato, chiese al ristoratore “una pasta un po’ speciale” per stupire un gruppo di ospiti stranieri. Rimane però un mistero il riferimento agli spaghetti alla carbonara: se confermato, sarebbe la prova dell’esistenza di questo piatto anche prima della guerra e dell’arrivo degli Americani. Non resta allora che chiederlo alla

famiglia Simmi, che oggi gestisce il ristorante La Cisterna di Roma. Di sicuro la papalina divenne ben presto uno dei cavalli di battaglia delle osterie di Trastevere, Testaccio, Sant’Angelo e degli altri rioni della capitale. Papa Giovanni Paolo IIQuale importanza poteva mai avere il cibo per un tal personaggio? Proviamo a scoprirlo partendo dal suo lato umano e quotidiano. Si e saputo che durante le molteplici visite pastorali, in cui si radunavano intorno a lui milioni di persone, soprattutto giovani, si temeva che il Papa polacco potesse cadere vittima di avvelenamento. In alcune occasioni era stata prevista la presenza di un “assaggiatore” ,un chimico speciale che verificasse che il cibo a lui offerto non fosse adulterato. Parco per natura e per storia familiare, Wojtyla aveva vissuto gli anni della giovinezza in una Polonia calpestata dal ruvido tallone nazista, in cui una zuppa di cavolo e cipolle era quanto di meglio ci si potesse permettere per riscaldare l’inverno gelido. Nei suoi viaggi in aereo, tra un fuso orario e l’altro, una minestrina leggera accompagnata da te corroborante gli permetteva di arrivare con la mente fresca a destinazione e di baciare, tra l’entusiasmo dei presenti, la terra che lo accoglieva.

Nicolò Guadagno

Pag.28

La bevanda preferita dai papi

La Storia della Chiesa è sempre stata collegata al vino:vuoi per motivi legati alla liturgia,il sacerdote alla consacrazione benedice anche il vino contenuto nel calice; vuoi per i gusti personali dei vari pontefici che non disdegnavano durante il pasto di sorseggiare qualche bicchiere della inebriante bevanda.E allora viene spontaneo chiedersi quale vino prediligessero le loro santità,la risposta è necessariamente lunga e articolata.Tra i pontefici, Adriano IV, Urbano IV, Martino IV, Clemente VII scelsero Orvieto per sfuggire alle insidie della Roma papale; e negli anni in cui Orvieto fu residenza pontificia, verso Roma venivano spesso inviati fusti del celebre vino destinati a importanti personaggi.

Non a caso, il vino di Orvieto comincia allora a essere definito e conosciuto come "vino dei papi".

Tanti sono gli aneddoti che raccontano, come la qualità del vino di Orvieto sia stata sempre apprezzata da noti intenditori.

Papa Paolo III Farnese lo preferiva a ogni altro e Gregorio XVI volle che il suo corpo fosse lavato con questo vino prima della sepoltura.

Nel 1539 il bottigliere di papa Paolo III Farnese elogiava il vino chiamato “Sucano”,prodotto a pochi chilometri da Orvieto,con queste parole:

“Viene a Roma per schiena di muli e per some. Tali vini sono per la maggior parte rossi, et è perfettissimo vino sì per il verno quanto per la state. Sucano è un castelletto distante da Orvieto due miglia, e dopo il vino Monterano non ha pari bevanda per vino rosso. Tali vini sono odoriferi, bellissimi e polputi più che il Monteranno, ma non hanno tanto odore. A voler conoscere la loro perfezione, vuole essere odorifero,

bello e non agrestino. Ci sono delli bianchi molto perfetti per il verno, con una vena di dolce, ma vogliono essere mordenti, non grassi né matrosi. Volendo il rosso per la state, si vuole pigliare crudo, e sia di vigna vecchia, ché la vigna vecchia ha questa proprietà, che se fa il vino amabile lo mantiene e se lo fa asciutto lo mantiene; la giovane fa il contrario. Di questo vino S. S. (Sua Santità) beveva volentieri, massime quando era in Orvieto. Il capitano Jeronimo Benincasa (personaggio storico non identificabile, probabilmente, un funzionario di Curia, all’epoca di Paolo III) faceva buona provvisione e lo faceva portare a Roma et in viaggio”.

La storia dei papi passa poi anche dalla Francia,quando costretti alla cosiddetta “cattività avignonesi” i pontefici,per altro tutti francesi dovettero adattarsi ai vini locali e lo Châteauneuf-du-Pape divenne il vino preferito.

Pag.29

Tornati ,finalmente, a Roma,anche per la famosa bevanda si tornò ,come si dice, “ai santi vecchi”,vale a dire ai vini di Orvieto ed alla Vernaccia di San Gimignano. A proposito di quest'ultima,cantata da Dante nella Commedia:

"Questi e, mostrò col dito, è Bonagiunta. Bonagiunta da Lucca: e quella faccia di Ià da lui più che l'altra trapunta ebbe la Santa Chiesa e le sue braccia: dal Torso fu, e

purga per digiuno l'anguille di Bolsena e la Vernaccia" (Purg. XXIV,19-24).

C'è da dire che le origini di questa tradizione sembrano antichissime. Se già il divino poeta ne parlava,comunque la cronaca ci racconta che nel 1491, Lorenzo de’ Medici scriveva all’ambasciatore fiorentino a Roma, Piero Alamanni, che sarebbe stato onorato di mandare una bottiglia di Vernaccia di San Gimignano a Papa Innocenzo VIII.

Anche oggi il vino bianco di San Gimignano è apprezzato in Vaticano,infatti papa Francesco in viaggio per Cuba ha chiesto in aereo di poterne bere,

Nella nostra zona le principesse Natalia e Irina Strozzi Guicciardini ne producono delle pregiatissime bottiglie che già nei tempi antichi mandavano ai papi,come è dimostrato dai documenti conservati negli uffici della loro Tenuta di Cusona.

Questo fatto mi ha stupito e fatto tanto piacere.

Cristina Klyusyk

Pag.30

Scandali in VaticanoNella Chiesa si sono verificati eventi deplorevoli, dai numerosi casi di preti pedofili alle operazioni finanziarie scorrette o disoneste, ormai di dominio pubblico a causa della «fuga» di documenti riservati. Il sesso e gli atti impuri sono i più frequenti nelle stanze Vaticane insieme ai traffici poco chiari di denaro, a causa di ciò due comandamenti sono stati violati dagli stessi esponenti religiosi: “non avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio” e “non rubare”.

Lo Ior e il "non rubare" - Riguarda lo Ior e i traffici sospetti di denaro. E' soprattutto su questi temi che Benedetto XVI ha maturato la propria sfiducia e il bisogno di cedere il posto a un Papa "giovane" e nel "pieno delle forze". Perché la sua Chiesa corrotta, ha bisogno di una svolta.

Pedofilia – La lunga scia di atti di pedofilia nascosti tra le mura della Chiesa, ha raccolto con il tempo molte denunce che hanno messo sotto pressione Ratzinger (265° papa). Il 2009 fu un ulteriore anno scioccante poiché emersero i ripetuti abusi avvenuti in Irlanda che la stessa Chiesa aveva tentato di celare. In quel caso il papa decise di affrontare lo scandalo con una lettera aperta ai fedeli di Dublino.

Il caso Emanuela Orlandi – Il caso della sparizione di Emanuela Orlandi nel 1983 una cittadina vaticana figlia di un commesso, sparì misteriosamente all’età di 15 anni. Non si trattava “solo” di sparizione di un’adolescente, divenne presto uno dei casi più bui della storia italiana che coinvolse lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l’Istituto per le Opere di Religione (IOR), la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi, senza riuscire a risolvere il caso. Il 14 maggio 2012, ci fu una svolta nella Basilica di Sant’Appolinare,dovuta all'apertura della tomba del boss della Magliana Enrico “Renatino” De Pedis,

coinvolto nel caso Emanuela Orlandi.

Pag.31

Vatileaks – Nel 2012 ci fu il I “Vatileaks”, ovvero la fuga di notizie e documenti dal Vaticano. La Santa Sede è stata messa a dura prova da una vicenda complicata che ha avuto poi la sua conclusione nei due processi ai due imputati Paolo Gabriele, l’ex assistente di camera del Papa e Claudio Sciarpelletti e il tecnico informatico della Segreteria di Stato condannato per favoreggiamento.Nel 2015 c'è stato il II “Vatileaks” per il quale sono stati arrestati i "corvi" monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda, spagnolo, e Francesca Immacolata Chaouqui, di origini marocchine, già componente della Commissione referente sulle attività economiche della Santa Sede (il COSEA) soprannominata dai giornali la "papessa", subito

rilasciata, in quanto disponibile a collaborare alle indagini.L'accusa è stata di sottrazione di informazioni riservate dello Stato della Città del Vaticano relative alle spese economiche della Santa Sede . Le informazioni sarebbero state divulgate a due giornalisti, quindi pubblicate attraverso due libri,Via Crucis. Da registrazioni e documenti inediti la difficile lotta di Papa Francesco per cambiare la Chiesa, di Gianluigi Nuzzi, e Avarizia, di Emiliano Fittipaldi. . Il 7 luglio 2016 il processo si è concluso con l il proscioglimento dei giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, le condanne per monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda e per Francesca Immacolata Chaouqui rispettivamente a 18 e 10 mesi di reclusione, con pena sospesa per la Chaouqui.

Thomas Laughlin – Nel 1983 un sacerdote di 57 anni, Thomas Laughlin, in servizio dal 1972 nella diocesi di Portland, viene accusato di abuso sessuale nei confronti di un minore. Secondo la magistratura, invece, Laughlin era responsabile di abusi, anche su altri ragazzi, e tali abusi dovevano certamente essere noti ai responsabili dell’arcidiocesi, che non avevano preso tuttavia alcun provvedimento contro il sacerdote e né avevano riferito l'accaduto alle autorità statali. La diocesi pagò un risarcimento alle famiglie ed avviò una campagna informativa fra i sacerdoti, che illustrava l’obbligo di denuncia degli abusi sui minori.Nel 1985 padre Gilbert Gauthe, della Louisiana, viene accusato di molestie sessuali nei confronti di 11 minori.

Rosa Ceccarelli

Hydra Perciante

Pag.32

Le Grandi Biografie

Pio XII,un papa controversoPapa Pio XII ,Eugenio Maria Giuseppe Pacelli, nato a Roma il 2 marzo 1876, è stato il 260º papa della Chiesa cattolica e secondo sovrano dello Stato della Città del Vaticano dal 2

marzo 1939 al 9 ottobre 1958.

Nel 1990, ha ricevuto il titolo di Servo di Dio mentre nel 2009, ha ricevuto il titolo di Venerabile, che ne attesta l'eroicità delle virtù per la Chiesa. La causa di canonizzazione è affidata alla Compagnia di Gesù; è stato il primo papa ad essere nato nell'Italia unita. Eletto in un periodo di forti tensioni internazionali, con il nazismo che iniziava ad occupare molti territori europei, il Papa tentò senza alcun risultato di evitare il rischio di una nuova guerra mondiale con diverse iniziative, la più famosa fu il discorso alla radio del 24 agosto 1939, in cui pronunciò una frase emblematica:

“«È con la forza della ragione, non con quella delle armi, che la Giustizia si fa strada… La politica emancipata dalla morale tradisce quelli stessi che così la

vogliono. Imminente è il pericolo, ma è ancora tempo. Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra». .

Durante la guerra egli tenne un atteggiamento “prudente”verso il Nazismo e le sue violenze,tuttavia è accertato che egli ha operato con tutti i mezzi di cui disponeva per alleviare le miserie dei profughi, dei rifugiati, dei bombardati, degli affamati, dei perseguitati, degli ebrei, sia in Italia, sia all’estero

Il 18 febbraio 1946, a guerra finita, tenne il suo primo concistoro (riunione per la creazione di nuovi cardinali) e per la prima volta ,dopo secoli, il numero di cardinali italiani risultò inferiore a quello dei non italiani. Con la bolla dell'11 aprile 1946 egli definì la gerarchia ecclesiastica della Chiesa cattolica in Cina, la quale era oggetto della persecuzione da parte del regime comunista nato dalla rivoluzione cinese; nell'enciclica del 7 ottobre 1954 Pio XII si rivolse ai cattolici cinesi spingendoli a sopportare ogni persecuzione per rimanere fedeli alla legge divina. Neutrale durante il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, dovette fronteggiare la nascita della guerra fredda e della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. In questo il Papa non si mantenne sopra le parti ,ma si schierò decisamente contro il Comunismo, del quale cui fu un fermo oppositore. Nelle elezioni politiche del 1948 si schierò con determinazione a favore della Democrazia Cristiana, favorendone la schiacciante vittoria e appoggiandola sempre con entusiasmo anche se non condivise alcune scelte fatte da Alcide De Gasperi, tra le quali quella del rifiuto di collaborare con i partiti di destra.

Nel 1949, dimostrò interesse alle opere di carità e ricevette in visita il sacerdote Giulio Facibeni, noto per aver fondato l'Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa e concesse "pro grazia" la laicizzazione a don Zeno Saltini, fondatore della comunità di Nomadelfia ed impose al Sant'Uffizio di "lasciar stare padre Pio".

Pag.33

Lo stesso anno , scomunicò i cristiani che si dichiaravano comunisti e, i capi di governo ad essi riferiti. Cercò inoltre di attivare contatti e di salvare i cattolici dalle deportazioni nei gulag (campi di concentramento) sovietici, pur senza riuscirci. Ma in un mondo ancora segnato dalle ferite della guerra, capì che, più che un papa politico, la gente aveva bisogno di una via di mezzo. Con questo intento, Pio XII proclamò il Giubileo del 1950 al quale molti cattolici si dichiararono contrari. In tanti sostenevano che l'Italia, ancora distrutta dalla guerra, non fosse in grado di reggere ad una manifestazione di respiro mondiale. Invece il Giubileo, fu un vero trionfo, con oltre un milione e mezzo di pellegrini e, contribuì a far conoscere le bellezze italiane all'estero, favorendo l'espansione dei primi flussi turistici. Durante il Giubileo, istituì il dogma dell'Assunzione di Maria, il 1º novembre, ricorrendo per l'unica volta in tutto il Novecento all'infallibilità papale. Inoltre, proclamò santa, Maria Goretti, sebbene fossero passati solo due anni dalla sua beatificazione (all'epoca il diritto canonico prevedeva che ne passassero almeno venti) Negli anni successivi, Pio XII, anche per il suo carattere schivo e introverso, ridusse all'osso l'organizzazione della Curia Romana (dal 1944 non nominò nessun nuovo Segretario di Stato). Tuttavia fu un papa particolarmente amato dalla gente: istituì l'Angelus domenicale dalla finestra di Piazza San Pietro e fu il primo papa le cui immagini vennero trasmesse in televisione. Grazie alla conoscenza di numerose lingue, fu uno dei primi a rivolgersi in lingua straniera ai pellegrini che venivano a Roma. Nel 1950 affermò, la compatibilità tra fede cattolica ed evoluzionismo, pur considerando l'evoluzione una teoria scientifica e non una realtà già dimostrata, e la necessità di doverose ulteriori chiarificazioni concettuali.Nel 1951 in un discorso alle ostetriche offrì delle considerazioni contro i tentativi di procurare la sterilità nell'atto coniugale, ma ammise la liceità dei rapporti sessuali scegliendo per essi il periodo di sterilità naturale della donna.Pio XII era convinto che la vera pace avrebbe potuto scaturire solo da un nuovo ordine cristiano del mondo. Un tale ordine gli sembrava minacciato dalla perdita del senso di responsabilità individuale, in cui ognuno era come diventato una semplice ruota di organismi privi di consapevolezza, e in cui la libertà risultava dunque svuotata:Nel 1953 tenne il suo secondo e ultimo concistoro per la creazione di nuovi cardinali. In seguito rivolse la sua attenzione anche alle vicende dei cattolici ungheresi, colpiti dalla repressione militare successiva alla rivoluzione del 1956. La salute di Pio XII si aggravò durante la fine del decennio: fu afflitto per molto tempo da un singhiozzo continuo, dovuto forse ad una gastrite.Già all'inizio del 1954 una malattia l'aveva portato in fin di vita ma sopravvisse. Secondo alcune testimonianze, nel dicembre di quell'anno avrebbe avuto un'apparizione di Cristo che lo avrebbe miracolosamente guarito. Pare che papa Pacelli gli abbia chiesto di "portarlo via" intuendo di trovarsi in punto di morte, ma Gesù non abbia dato risposta. Invitò la Chiesa intera a riprendere lo slancio missionario soprattutto condividendo i sacerdoti con le giovani chiese. Il 3 maggio dello stesso anno, emana un significativo breve apostolico, con il quale nomina il martire san Sebastiano, patrono dei vigili urbani.Pio XII morì nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo il 9 ottobre 1958 a seguito di un'ischemia circolatoria e di collasso polmonare, all'età di 82 anni. Il giorno dopo l'archiatra Riccardo Galeazzi Lisi praticò sulla salma l'imbalsamazione secondo un metodo da egli stesso brevettato, consistente nell'avvolgimento della salma entro alcuni strati di cellophane insieme ad una miscela di erbe aromatiche, spezie e prodotti naturali. Tale soluzione tuttavia provocò un'accelerazione del fenomeno di decomposizione del cadavere, che nel giro di poche ore iniziò a sprigionare un cattivo odore tale da provocare lo svenimento di alcune guardie del picchetto d'onore.

Fabrizio Giacomini

Pag.34

ARTE SENZA “PIPPONI”

Ben tornati, amici e amiche dell'Arte senza estenuanti rigonfiamenti e allungamenti che non servono. Oggi parleremo,di nuovo, del maestro delle sfumature, l'incantatore dei turisti, colui che riesce a rendere un quadro vivo, Michelangelo Merisi da Caravaggio.Che bello tornare alle origini!Questo straordinario dipinto,intitolato “San Matteo e l'angelo”, è un piccolo esempio delle potenzialità di Caravaggio;una espressione, i connotati del colore e del corpo decisamente più avanzati rispetto alle scuole d'arte del resto dell' Europa.Il dipinto parla da sé. Un angelo scende dal cielo per dettare ad un uomo,l'apostolo Matteo, in un' atmosfera scura,il Vangelo. Matteo viene colto all'improvviso dall'angelo e inizia a scrivere ciò che la creatura celeste gli detta.L'immagine è come un frammento, uno scatto fotografico che coglie il momento della dettatura del Vangelo. Ciò che sorprende l'osservatore è che l'apostolo, anche dopo molte pagine scritte, è ancora sotto shock. L'angelo è rappresentato in una posa statica;sembra che stia cercando un sostegno o magari sedersi sul traballante panchetto dove si trova Matteo.Caravaggio sfrutta al meglio le tinte scure dello sfondo.Come si può avere un contrasto forte e allo stesso tempo simbolico con poco margine di luminosità? Infatti la cappella Contarelli, nella chiesa di San Luigi dei Francesi, dove si trova il dipinto,non è il migliore punto di illuminazione naturale.Semplice!! La si ottiene con i toni dei vestiti morbidi e avvolgenti e con “vecchi accorgimenti” come il suo rosso ,vivo e avvolgente, per non parlare di quel giallo, simile ad un ocra impreziosita dall'oro.Un perfetto connubio di sfumature che si impadroniscono dell'occhio del visitatore e che spostano l'attenzione sullo stesso Matteo “impreziosito” da una barba da filosofo e da sguardo attento e fanciullesco.I colori più li guardi e più ti coinvolgono, in una specie di fiammella; un lume, che illumina tutti e due i protagonisti e il libro del Vangelo posto sul tavolo.Signori e signore, manca un nome per completare il tutto,CARAVAGGIO .

Antonio Vezzaro

L'Angolo della Poesia

La fedeQuella vecchietta cieca, che incontrai

la notte che me spersi in mezzo ar bosco,

me disse: - Se la strada nun la sai,

te ciaccompagno io, ché la conosco.

Se ciai la forza de venimme appresso,

de tanto in tanto te darò 'na voce,

fino là in fonno, dove c'è un cipresso,

fino là in cima, dove c'è la Croce...

Io risposi: - Sarà ... ma trovo strano

che me possa guidà chi nun ce vede... -

La cieca allora me pijò la mano

e sospirò: - Cammina! - Era fa Fede.

Trilussa * • Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri

La Voce del Leone

Redazione Calabrese E.; Ceccarelli R.;De Luca J. De Lucia L.; Ferrara E; Gaggelli E. Giacomini F.; Guadagno N. Klyusyk C.; Leoncini M. Mostacci C.; Pascale D. Perciante H.; Shoraj J. Verdiani A.;Vezzaro P.

Caporedattore Collaborazioni esterne Marco Nesi Tommy Laurino


Recommended