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leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http://www.10righedailibri.it
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Le Navi

Titolo originale: Seven Experiments That Could Change The World© 1994 Rupert Sheldrake

Traduzione dall’inglese di Stefano Musilli e Giorgia Nepi

I edizione: marzo 2013© 2013 Lit Edizioni SrlCastelvecchi è un marchio di Lit EdizioniSede operativa: Via Isonzo, 34 – 00198 Roma

[email protected]

Rupert Sheldrake

Sette esperimenti per cambiare il mondo

Ai miei figli

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PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE ITALIANA

Quando fu dato per la prima volta alle stampe in Gran Bretagna, nel1994, questo libro suscitò un grande interesse nel pubblico, soprattuttoin relazione agli esperimenti – descritti nel primo capitolo – con gli ani-mali domestici capaci di prevedere il ritorno del padrone. Tramite i let-tori del libro, e grazie anche all’ampia risonanza nei media, ricevetti cen-tinaia di lettere di persone che descrivevano le abilità percettive dei loroanimali. Ben presto fu chiaro che in molti avevano notato, nei loro cani,gatti, cavalli, pappagalli e altri animali domestici, comportamenti chesembravano andare al di là dell’attuale conoscenza scientifica. Ad oggipiù di 3.500 persone hanno fornito un resoconto del loro caso che è sta-to classificato e archiviato all’interno del mio database digitale.

Nell’arco degli anni Novanta ho coordinato un vasto programma diricerca sui poteri inspiegati degli animali basandomi sulla prima parte diquesto libro. Centinaia di esperimenti videoregistrati hanno confermatoche i cani sono in grado di avvertire in anticipo il ritorno del padrone inmodo apparentemente telepatico. Inoltre, con l’aiuto dei miei colleghiricercatori, ho intervistato dozzine di persone con una particolare espe-rienza nel campo del comportamento animale: addestratori, proprietaridi stalle e canili, guardiani di zoo, poliziotti delle unità cinofile e non ve-denti accompagnati da cani guida. Ho anche condotto inchieste di am-pia portata interpellando centinaia di famiglie selezionate a caso in GranBretagna e negli Stati Uniti, al fine di scoprire quanto fossero diffuse va-rie manifestazioni di capacità percettive inspiegate in cani, gatti e altrianimali domestici. Tali manifestazioni si sono rivelate molto comuni. Horiassunto gran parte di questa ricerca all’interno del mio libro I poteristraordinari degli animali, pubblicato per la prima volta in Gran Breta-

gna nel 1999. Una serie di articoli specialistici sull’argomento firmati dame e dai miei colleghi, inoltre, è comparsa su varie riviste scientifiche.Per i dettagli si rimanda all’appendice di questa edizione.

Sebbene sia stato il primo capitolo a ottenere più risonanza, anche lamaggior parte delle altre linee di ricerca che propongo nel libro ha avu-to seguito nel lavoro mio e di altri. Gli aggiornamenti sui progressi com-piuti in queste aree sono illustrati in appendice, corredati di riferimentia pubblicazioni in riviste scientifiche.

Il più gettonato tra gli ambiti d’indagine interessa la sensazione di es-sere osservati, secondo l’impostazione descritta nel quarto capitolo. So-no state condotte decine di migliaia di esperimenti, molti dei quali al-l’interno di scuole e college, con risultati straordinariamente positivi e dienorme significatività statistica, riassunti in appendice e all’interno delmio libro La mente estesa (2006).

Nella maggior parte dei casi ho apportato migliorie ai disegni speri-mentali suggeriti nei capitoli che seguono. I nuovi metodi sono illustra-ti in appendice.

Ringrazio del sostegno finanziario il compianto Ben Webster di To-ronto, l’Institute of Noetic Sciences, la Lifebridge Foundation di NewYork, la fondazione portoghese Bial, Addison Fischer e il Trinity Colle-ge di Cambridge.

Londra, dicembre 2012

SETTE ESPERIMENTI PER CAMBIARE IL MONDO

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PREFAZIONE

Da molti anni gli argomenti che qui tratto esercitano su di me ungrande fascino: i piccioni viaggiatori, in particolare, fin dalla prima in-fanzia. Dopo più di venticinque anni nella ricerca scientifica, ho matu-rato un grande rispetto per l’approccio sperimentale, poiché ho avutomodo di verificare che, attraverso esperimenti ben congegnati, si può in-terrogare la natura e ottenere risposte precise.

L’esperienza mi ha insegnato, inoltre, che è possibile fare ricerca di-sponendo di risorse economiche limitate. Da studente, a Cambridge, misono imbattuto in molti esempi della leggendaria parsimonia della scien-za britannica. Poi ne ho avuto esperienza diretta quando, come ricerca-tore della Royal Society, ho condiviso per anni un laboratorio al Dipar-timento di Biochimica dell’Università con Robin Hill, decano della ri-cerca sulla fotosintesi ora scomparso, i cui esperimenti, ancora oggi, co-stano meno di quelli degli studenti al primo anno.

In India, dove ho trascorso cinque anni lavorando come ricercatoreagronomo, ho visto scienziati, stimolati dalla necessità, sviluppare tecni-che di indagine sul campo ingegnose ed economiche. All’istituto inter-nazionale dove lavoravo, nei pressi di Hyderabad, ho adattato ed elabo-rato questi metodi locali impiegando per lo più gente del posto e ne horiscontrato l’estrema efficacia. Io e i miei colleghi abbiamo, ad esempio,escogitato un sistema di semina multipla per una particolare qualità dilegumi (cajanus cajan) che contribuisce all’incremento della produzione,ed è quindi ora ampiamente in uso tra i coltivatori indiani.

Più di recente, l’interesse per l’ipotesi della causalità formativa, pro-posta per la prima volta nel mio libro A New Science of Life (1981), miha spinto ad applicare il metodo sperimentale per porre insolite doman-

de scientifiche, in particolare sulla formazione delle abitudini in naturamediante il processo di risonanza morfica. I primi esperimenti a verificadi questa ipotesi sono descritti nel mio libro The Presence of the Past(1988); da allora ne sono stati tentati molti altri nelle Università europee,americane e australiane, con risultati incoraggianti che vorrei raccoglie-re in un prossimo libro. Sono rimasto favorevolmente colpito dall’ele-gante semplicità dei progetti sperimentali dei ricercatori, tra cui alcuniancora studenti, vero esempio istruttivo di ricerca ad alto livello con mi-nimizzazione dei costi.

L’idea di questo libro è nata a Londra nel 1989. Ero stato invitato auna riunione del Consiglio d’Istituto di Scienze Noetiche (noetico è ciòche attiene al pensiero) in California. I membri di quel gruppo di studiovolevano dedicarsi a un progetto sulla natura della causalità ed eranoquindi interessati al mio punto di vista, in particolare all’ipotesi sullacausalità formativa. Durante l’incontro si parlò in termini generali deifuturi programmi di ricerca e mi fu chiesto che cosa avrei proposto, sefossi stato membro del Consiglio, in merito a un progetto interessante eproduttivo, ma con risorse limitate. Il mio suggerimento fu di compila-re una lista di esperimenti semplici a basso costo che avrebbero potutocambiare il mondo e, poi, di incoraggiarne la realizzazione.

La sera, a cena al Garrick Club, alcuni membri del Consiglio, tra cuianche un senatore americano, mi suggerirono di scrivere un libro sul-l’argomento. Era un’idea nuova per me, ma più ci pensavo, più cresceval’entusiasmo. Ho elaborato progetti per nuovi tipi di esperimenti e, allafine, tra i tanti, ne ho selezionati sette che ho raccolto in questo libro, ilquale ha assunto via via le caratteristiche di un ampio programma di ri-cerca con un invito di partecipazione aperto a tutti.

L’attuazione di queste idee è stata resa possibile da una borsa di stu-dio dell’Istituto di Scienze Noetiche, di cui ora sono membro, che mi haanche offerto un aiuto per coordinare il programma di ricerca negli Sta-ti Uniti. Un ulteriore supporto finanziario mi è stato fornito dalla fon-dazione Schweisfurth di Monaco, grazie alla generosità della signora Eli-zabeth Buttenberg.

Sono grato a molte persone per la quantità di informazioni, obiezio-ni e consigli che mi hanno fornito sulle varie sezioni di ricerca trattate,e in particolare a Ralph Abraham, Sperry Andrews, Susan Blackmore,Jules Cashford, Christopher Clarke, Larry Dossey, Lindy e Ava Dufferin,Dorothy Emmet, Suitbert Ertel, Winston Franklin, Karl Geiger, Brian

SETTE ESPERIMENTI PER CAMBIARE IL MONDO

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PREFAZIONE

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Goodwin, David Hart, Sandra Houghton, Nicholas Humphrey, ThomasHurley, Francis Huxley, al compianto Brian Inglis, Rick Ingrasci, Stan-ley Krippner, Anthony Laude, David Lorimer, Terence McKenna, DixieMacReynolds, Wim Nuboer, al compianto Brendan O’Regan, a BrianPetley, Robbie Robson, Robert Rosenthal, Miriam Rotschild, RobertSchwartz, James Serpell, George Sirk, Dennis Stillings, Louis van Ca-steren, Rex Weyler e a mia moglie Jill Purce. Ho ricevuto inoltre moltepreziose informazioni da più di trecento fonti diverse: sperimentatori,persone che mi hanno scritto sul comportamento degli animali domesti-ci, sul senso d’orientamento dei piccioni, sull’esperienza degli arti fanta-sma e sulla sensazione di essere guardati. Sono molto riconoscente pertanto aiuto prezioso e spontaneo.

Un grazie anche a tutti coloro che, avendo letto questo libro, hannovoluto fornirmi critiche costruttive e suggerimenti validi, in particolare aRalph Abraham, Christopher Clarice, Suitbert Ertel, Nicholas Humph-rey, Francis Huxley, Brian Petley, Kit Scott e ai miei editor ChristopherPotter e Andrew Coleman.

Ringrazio Christopher Sheldrake per i disegni (figure 3, 5 e 6), RickOsman (figura 1 e 2) e Stanley Krippner (figura 9) per avermi permessodi riprodurre le illustrazioni.

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INTRODUZIONE GENERALE

Le grandi questioni non hanno bisogno della grande scienza

In questo libro propongo sette esperimenti che potrebbero modifica-re la nostra visione della realtà e portarci molto al di là delle attuali fron-tiere della ricerca, rivelandoci cose del mondo che mai la scienza ha osa-to concepire. Ogni esperimento, se coronato da successo, potrebbe apri-re nuovi sconcertanti panorami e tutti insieme potrebbero rivoluzionarela nostra concezione della natura e di noi stessi.

Non si tratta soltanto di un tipo di scienza più aperta, ma di una ma-niera più aperta di fare scienza: più pubblica, più partecipativa, non piùmonopolio di una casta di scienziati. Gli esperimenti proposti hanno uncosto molto basso, alcuni non ne hanno affatto. Questa ricerca è apertaa chiunque sia interessato.

La scienza istituzionale è diventata molto conservatrice e si è lasciatainibire da paradigmi convenzionali, ignorando alcune questioni fonda-mentali, che vengono trascurate o considerate tabù, anomalie che non siaccordano con la perfezione del resto. Ad esempio: le capacità di orien-tamento degli animali che migrano e poi fanno ritorno (come le farfallemonarca e i piccioni viaggiatori) sono alquanto misteriose e non è stataancora trovata una spiegazione in termini di scienza ortodossa, ammes-so che sia possibile trovarne una. Il senso d’orientamento animale è uncampo di ricerca per così dire «inferiore» se paragonato, ad esempio, al-la biologia molecolare e quindi ben pochi scienziati vi si dedicano. Ep-pure un tipo di indagine relativamente semplice sul comportamento mi-gratorio potrebbe rivoluzionare la concezione comune della natura ani-male e, allo stesso tempo, portare alla scoperta di forze, ambiti e in-fluenze sconosciuti alla fisica odierna. Tali esperimenti, come di seguitocercherò di dimostrare, richiedono sforzi economici davvero esigui, alla

SETTE ESPERIMENTI PER CAMBIARE IL MONDO

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portata di tutti. Tra le altre cose, credo che i soggetti più adatti a con-durre esperimenti del genere potrebbero essere gli appassionati di pic-cioni, che nel mondo sono più di cinque milioni.

In passato gran parte della ricerca scientifica era portata avanti dai di-lettanti, cioè da coloro che, per definizione, si dilettano, provano piace-re nel fare una cosa. Charles Darwin, per fare un esempio illustre, nonaveva alcun impiego istituzionale: lavorava da solo nella sua casa nelKent studiando i cirripedi, scrivendo, allevando piccioni e facendo espe-rimenti nel giardino di casa con il figlio Francis. Ma dalla seconda metàdel Diciannovesimo secolo in poi, la scienza si è andata via via profes-sionalizzando e dagli anni Cinquanta si è assistito a una grande espan-sione della ricerca istituzionale1. Oggi sono pochi gli scienziati indipen-denti: il più noto è forse James Lovelock, il principale sostenitore dell’i-potesi Gaia, la quale si fonda sull’idea fondamentale che la terra sia ungrande organismo vivente. E i naturalisti dilettanti e inventori freelanceche ancora esistono sono relegati ai margini della scienza ufficiale.

Eppure esplorare aree oltre i confini della scienza è diventato più sem-plice di quanto si immagini. Ancora una volta siamo alle soglie di un nuo-vo sviluppo in cui le indagini pionieristiche possono essere condotte danon professionisti, anche privi di una formazione scientifica. Sicuramen-te la preparazione scientifica rappresenta un vantaggio, e comunque esi-stono milioni di persone sulla terra che ne sono in possesso. La potenzadell’informatica un tempo era monopolio delle grandi organizzazioni eora non lo è più: ci sono computer in milioni di case. L’uomo, adesso, hatanto tempo libero, più di quanto ne abbia mai avuto prima. Ogni annocentinaia di migliaia di studenti devono affrontare progetti di ricercascientifica che costituiscono una parte essenziale della loro formazione ealcuni tra loro accoglierebbero con entusiasmo la possibilità di diventarepionieri. Molti sistemi e associazioni informali forniscono già un modelloper comunità di ricercatori che si volessero organizzare da sé, all’internoo all’esterno delle istituzioni scientifiche. Immagino un rapporto equili-brato e complementare tra ricercatori non professionisti e professionisti,i primi con una maggiore libertà di sondare nuove aree di ricerca, gli altricon un approccio più rigoroso che permetta di trovare conferme alle nuo-ve scoperte, di incorporarle nella grande scienza in via di sviluppo.

Nei periodi di maggiore creatività della scienza, si può trarre alimen-to anche dall’inventiva della gente comune. La ricerca può evolversi daun interesse personale per i fondamenti della natura, lo stesso interesse

INTRODUZIONE GENERALE

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che spinge molte persone verso la carriera scientifica, e che spesso vienesmorzato, in un secondo tempo, dalle esigenze delle strutture istituzio-nali. E una fortuna quindi che l’interesse per la natura si impossessi, for-se con maggiore intensità, anche di persone che, di professione, non sioccupano di scienza.

Probabilmente la maggior parte dei lettori non troverà il tempo o lavoglia di mettere in pratica gli esperimenti che propongo. Ma so peresperienza che l’idea di poter partecipare, sia pure solo in potenza, è diper sé eccitante e gradita anche a coloro che non possiedono una pre-parazione scientifica. Inoltre accade che, proponendo esperimenti parti-colari, le discussioni sugli argomenti diventino più pregnanti, le proble-matiche vengano meglio focalizzate.

Nel campo delle scienze naturali, di tanto in tanto, avvengono dellevere e proprie rivoluzioni che sconvolgono le ortodossie2. Ma è il meto-do sperimentale il cuore della scienza, l’elemento centrale che rimaneimmutato, mentre i paradigmi vanno e vengono. Non avrei mai scrittoquesto libro se, pur notando molte incongruenze nello stato attuale del-la scienza, non rimanessi un fermo sostenitore dell’importanza degliesperimenti.

Non c’è nulla di misterioso nel metodo sperimentale. È una formaparticolare di procedimento di base, presente in tutte le società umane,e anche nel mondo animale, che, letteralmente, impara dall’esperienza.Il termine latino experire significa ‘mettere alla prova’ ed è la radice se-mantica delle parole esperienza ed esperimento. In francese, ad esempio,la parola expérience ha il doppio significato di ‘esperienza’ ed ‘esperi-mento’, come il termine greco empeiros, radice della parola empirico.

Gli esperimenti scientifici sono appositamente concepiti per fornirerisposte; sono un modo per interrogare la natura, possono decidere tradue ipotesi rivali lasciando che la natura si esprima attraverso i dati. Inquesto senso, sono una forma moderna d’oracolo. In passato gli inter-preti degli oracoli, i divinatori, erano sciamani, aruspici, saggi, profeti eprofetesse, sacerdoti e sacerdotesse, streghe e maghi; nel mondo moder-no gli scienziati hanno assunto molti di questi ruoli.

Le ipotesi scientifiche vengono sottoposte a osservazione e le migliorisono quelle che più avvalorano ciò che viene osservato. Solo attraverso gliesperimenti si può approfondire la nostra conoscenza della natura, solocon l’evidenza empirica si possono costruire i nuovi paradigmi della scien-za, solo con la verifica sperimentale la scienza può progredire. La fede nel

metodo sperimentale è il presupposto di base per la pratica della scienzae, per questo, è condivisa da quasi tutti gli scienziati, me compreso.

Mai prima d’ora c’è stato tanto interesse generale per le questioniscientifiche fondamentali – la cosmologia, la teoria quantistica, il caos, lacomplessità, l’evoluzione, la coscienza – ma allo stesso tempo, mai pri-ma d’ora c’è stata tanta estraneità rispetto alla ricerca ufficiale. Questomio lavoro intende attirare l’attenzione verso aree di ricerca trascuratedal pensiero convenzionale, in cui esperimenti relativamente semplicipotrebbero rivelarsi estremamente proficui al fine di creare spaccaturedegne di questo nome. Esperimenti poco dispendiosi aprono la stradaalla ricerca pionieristica dei profani e, allo stesso tempo, creano nuoveopportunità per i ricercatori di professione, per i quali è sempre più dif-ficile reperire i fondi necessari, nonché per gli studenti in cerca di pro-getti emozionanti.

In Gran Bretagna la ricerca sugli argomenti qui proposti viene coor-dinata dalla Scientific and Medical Network e negli Stati Uniti dall’Isti-tuto di Scienze Noetiche; altri centri sono sorti in Francia, Germania,Olanda e Spagna, centri che faciliteranno i contatti tra i ricercatori, of-friranno consulenza sui metodi sperimentali e sulle procedure statistichee forniranno un costante aggiornamento.

SETTE ESPERIMENTI PER CAMBIARE IL MONDO

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SETTE ESPERIMENTI

PER CAMBIARE IL MONDO

Parte prima

Poteri straordinari di animali ordinari

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INTRODUZIONE

Perché incredibili poteri degli animalisono stati trascurati dalla scienza

La biologia istituzionale è tuttora dominata dalla visione meccanicisti-ca della vita, secondo la quale tutti gli animali e le piante sono macchinecomplesse, il cui funzionamento è riconducibile per intero ai principidella fisica e della chimica. Questa teoria, lungi dall’essere recente, fuproposta per la prima volta da Cartesio, nel Diciassettesimo secolo, co-me parte della più vasta visione meccanicistica della natura: il cosmo, contutto quello che comprende, incluso il corpo umano, è una macchina; so-lo la mente umana, conscia e razionale, è differente in quanto di essenzaspirituale. Si supponeva che la mente interagisse con la grande macchinadel corpo per mezzo di una minuscola sezione del cervello. Per molti ver-si la concezione meccanicistica della realtà è stata di grande efficacia.L’ingegneria genetica, le biotecnologie, la medicina moderna e i procedi-menti industriali applicati all’allevamento e all’agricoltura devono moltoall’impostazione pragmatica che ne è derivata. Riguardo al generale ap-profondimento della conoscenza della realtà, si è imparato molto, tra l’al-tro, sulla struttura molecolare degli organismi viventi, sulla natura delmateriale genetico, il Dna, sulle attività chimica ed elettrica del nostro si-stema nervoso, sull’influenza psicologica della funzione ormonale.

La biologia accademica ha ereditato, sempre dal Diciassettesimo se-colo, una grande fede nel riduzionismo: i sistemi più complessi andava-no scomposti in parti più piccole e quindi analizzati. In origine si crede-va che gli atomi fossero l’elemento ultimo di ogni spiegazione del mon-do fisico, mentre ora è risaputo che sono in realtà strutture complesse diattività di particelle subatomiche, a loro volta soggette all’interazione dicampi di forze; così il fondamento della scienza materialistica, apparen-temente solido, è franato. Per dirla con le parole di Karl Popper, filosofo

della scienza: «Attraverso la fisica moderna, il materialismo ha trascesose stesso»1. Nonostante questo, nella biologia accademica lo spirito ri-duzionista non solo rimane ancora vivo, ma produce anche una fortespinta verso la scomposizione dei vari fenomeni fino al livello molecola-re. A questo punto il testimone del riduzionismo potrà passare ai chimi-ci, i quali, a loro volta, lo passeranno ai fisici, quando le molecole saran-no ridotte prima in atomi, poi finalmente in particelle subatomiche. E al-la biologia molecolare, una delle scienze più prestigiose e più economi-camente supportate, la spinta propulsiva si ferma. Nel frattempo altrediscipline, di per sé olistiche, occupano uno scalino molto basso nellagerarchia delle scienze, ad esempio l’etologia, studio del comportamen-to animale, o la morfologia, studio della forma degli organismi.

Ma dai tempi di Cartesio la visione meccanicistica della vita ha subitospesso contestazioni e, fino al 1920, è stata contrastata da una scuola dipensiero conosciuta come vitalismo2. Il vitalismo sostiene che gli organi-smi viventi sono veramente viventi, mentre il meccanicismo è la dottrinache li vuole inerti e inanimati. Per più di due secoli i sostenitori del vi-talismo hanno affermato che gli organismi viventi sono animati da prin-cipi vitali che gli studiosi di fisica e di chimica non possono comprende-re attraverso i loro studi di materia inanimata. Per contro, i meccanicistihanno sempre contestato l’esistenza di fattori o forze vitali. Da parte deivitalisti è stato un grande atto di fede affermare che, se per il momentonon si poteva dimostrare alcunché sugli organismi viventi con i principidella fisica e della chimica, in un futuro non troppo lontano ciò sarebbestato senz’altro possibile.

Poiché i rappresentanti di questa scuola di pensiero ammettevano l’e-sistenza di fenomeni inspiegabili dal punto di vista meccanicistico, la lo-ro caratteristica è stata l’apertura mentale verso altri fenomeni come, adesempio, quelli paranormali nell’uomo o certi poteri sconcertanti neglianimali3. Al polo diametralmente opposto si trovavano i meccanicisti, ingenere tetragoni di fronte a manifestazioni non riconducibili ai dogmidella fisica e della chimica.

Ricorrono spesso a un argomento noto come «rasoio di Occam», usa-to in origine da un filosofo medievale di Oxford, Guglielmo d’Occamappunto, per negare che i costrutti teorici potessero esistere al di fuoridella mente e per sostenere il principio che le «entità non devono esse-re inutilmente moltiplicate», che bisogna privilegiare le ipotesi più sem-plici. Ma quando i meccanicisti ricorrono al rasoio di Occam, non di-

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POTERI STRAORDINARI DI ANIMALI ORDINARI

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fendono alcun principio filosofico: tentano soltanto di giustificare un at-taccamento a un punto di vista scientifico ortodosso4. Il presupposto dipartenza è che la loro spiegazione sia necessariamente la più semplice,anche se, nella pratica, prevedere ad esempio il comportamento di unaformica sulla base della struttura del suo Dna produrrebbe calcoli cosìdiabolicamente complessi da risultare sterili. Secondo i meccanicisti,ogni ipotesi di ambiti, forze, principi non-materiali deve essere scartata,a meno che non sia già stata contemplata dai fisici. Essi hanno sempretemuto, e ancora temono, che ammettere la realtà di qualcosa di «miste-rioso» o di «mistico» nel regno vitale equivarrebbe ad abbandonare letante certezze scientifiche per cui si è lottato5.

A chi non appartiene al mondo della scienza, queste controversie po-trebbero apparire superate e stantie, eppure, sfortunatamente, sonoancora del tutto attuali. Molti biologi, esperti in agraria e medici han-no finito col credere che la visione materialista rappresenti il trionfodella ragione sulla superstizione, minaccia da cui la vera scienza devesempre difendersi. Nonostante tutto i fenomeni psichici hanno conti-nuato a manifestarsi come prima; gli animali non hanno cessato di com-portarsi in maniera «soprannaturale» e un numero sempre crescente discuole di medicina non-meccanicistica fioriscono al di fuori delle isti-tuzioni ortodosse. Sorgono sempre più dubbi riguardo alle applicazio-ni pratiche dei principi meccanicistici nelle tecniche di allevamento,dell’agricoltura industrializzata, della silvicoltura e della vivisezione. Ilprospettarsi dei miracoli di ingegneria genetica suscita più paura cheammirazione e le teorie dell’evoluzione casuale e della selezione natu-rale non hanno conquistato i cuori e le menti di molte persone, a di-spetto degli intensi sforzi da parte degli evangelizzatori neodarwiniani.

L’insieme di questi fattori contribuisce a produrre in molti biologi unatteggiamento difensivo e una svogliatezza rispetto all’indagine in ambi-ti che potrebbero rivelare un mondo assai più strano di quello mai con-cepito dalla fisica vecchio stile. Questo forse aiuta a chiarire i motivi percui i fenomeni sconcertanti che esporrò nei tre capitoli che seguono han-no attirato un così scarso interesse da parte dei ricercatori professionisti.

Sebbene l’antica controversia meccanicismo-vitalismo sia stata deter-minante nel creare le diverse attitudini dei biologi moderni, a mio pare-re questa non rappresenta più al giorno d’oggi una maniera efficace diesplorare la natura del processo vitale. A partire dagli anni Venti si è af-fermata una valida alternativa alla visione meccanicistica della vita sotto

forma di una filosofia della natura olistica e organica. Secondo questopunto di vista, il tutto è più della somma delle sue parti. Non soltanto gliorganismi viventi ma anche i sistemi non-biologici – come le molecole, icristalli, le galassie – possiedono proprietà olistiche che non sono ridu-cibili alle parti che li compongono essendo la natura un insieme di or-ganismi, non di macchine6.

Mentre la biologia accademica è ancora sotto l’influsso di un modo dipensare antiquato, di un paradigma vecchio di tre secoli, altre branchedella scienza l’hanno superato. Dagli anni Sessanta in poi l’intero cosmoha abbandonato le caratteristiche di una grande macchina e ha assuntoquelle di un organismo in via di sviluppo, che cresce sempre più creandovia via nuovi sistemi organizzativi al suo interno. Il rigido determinismo halasciato spazio al riconoscimento di una spontaneità intrinseca alla naturastessa, attraverso l’indeterminismo a livello quantico, la termodinamicadel disequilibrio, l’intuizione delle teorie del caos e di complessità7. Nelcampo della cosmologia, attraverso la scoperta della «materia scura» si èarrivati ad affermare l’esistenza di una sorta di inconscio cosmico. L’es-senza di questa «materia scura» è ancora totalmente sconosciuta, eppuresi ipotizza che costituisca il 90-99% della materia dell’universo. Nel frat-tempo la teoria quantistica ha rivelato aspetti paradossali della natura, co-me il fenomeno della non-località o non-separabilità, la quale prevede chesistemi che un tempo costituivano un’unità abbiano mantenuto una con-nessione misteriosa pur trovandosi attualmente a chilometri di distanza8.

I biologi generalmente si rifanno a una visione antiquata della realtàfisica e, per definizione, si sono specializzati nel campo della biologia;molti non possiedono, se non in minima parte, cognizioni di meccanicaquantistica o di altri aspetti della fisica moderna. Per assurdo, molti diloro sperano ancora di ricondurre i fenomeni della vita alla fisica del pas-sato, che nel frattempo è diventata la fisica del futuro.

Questa premessa aiuta a comprendere le ragioni per cui i poteristraordinari degli animali sono stati trascurati dalla ricerca tradizionalee, di conseguenza, come mai tali questioni fondamentali rimangono tut-tora aperte. In ogni caso, nel tentativo di trovare una spiegazione, nonfarò appello ad alcuna teoria. Ritengo che l’attuale ortodossia scientificasia troppo ristretta e che il progresso dipenda da quello che ci dirà la na-tura stessa. Oggi si richiedono altri fatti; spero quindi che gli esperimentidi questo libro possano essere utili per schiudere nuovi ambiti di inda-gine già troppo a lungo preclusi.

SETTE ESPERIMENTI PER CAMBIARE IL MONDO

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1. GLI ANIMALI DOMESTICI CHE SANNO QUANDO IL PADRONE STA PER TORNARE

I legami tra gli animali domestici e l’uomo

Nella cittadina dove sono nato, Newark-on-Trent, la mia vicina di ca-sa era una vedova che aveva un gatto. Suo figlio lavorava come marinaiosu un mercantile. Un giorno mi raccontò che era sempre in grado di sa-pere quando il figlio sarebbe tornato a casa in permesso senza che lui laavvisasse. Il gatto si accoccolava sullo zerbino davanti alla porta di casa emiagolava per un’ora o due finché lui effettivamente compariva. «Così sosempre quando preparargli l’acqua per il tè», aveva aggiunto la signora.

Non era il tipo da inventarsi cose del genere, anche se, forse, nel rac-contarle amava ingrandirle un poco. In ogni caso il modo in cui la donnaaccettava tranquillamente un fenomeno in apparenza paranormale mi in-dusse a riflettere. Era realmente qualcosa di strano? Oppure si trattava diun’illusione, del prodotto di una mentalità superstiziosa e totalmenteascientifica?

Ben presto scoprii che molti altri proprietari di animali avevano storiesimili da raccontare. In alcuni casi gli animali erano in grado di presagiremolte ore in anticipo il ritorno di un membro della famiglia da lungo tem-po assente da casa. In altri casi, meno straordinari, entravano in agitazio-ne soltanto poco tempo prima del ritorno dei loro padroni.

Nel 1919 il naturalista americano William Long pubblicò un libro in-teressante dal titolo How Animals Talk (Come parlano gli animali’), incui raccontava che il suo vecchio setter di nome Don, quando lui era ra-gazzo, reagiva così ai suoi periodi d’assenza per la scuola:

Per mesi di seguito Don si aggirava attorno alla casa senza mai allon-tanarsi e obbediva prontamente agli ordini di mia madre, la quale, pe-raltro, non amava molto i cani. Ma nel giorno in cui sarei dovuto tor-nare, cominciava a disobbedire e si allontanava fino a raggiungere unapostazione rialzata da cui poteva dominare la strada. A qualsiasi ora iotornassi, mezzogiorno o mezzanotte, lo trovavo sempre lì ad aspettar-mi. Una volta accadde che mi dessero senza preavviso il permesso ditornare a casa. Quello stesso giorno mia madre perse di vista Don e lochiamò più volte. Qualche ora dopo, al momento del pasto, il cane nonera ancora ricomparso e mia madre, preoccupata, andò a cercarlo: lotrovò al solito posto sopra la strada […]. Mia madre, a quel punto,senza esitare tornò a casa e mi preparò la stanza. Se il cane avesse avu-to l’abitudine di allontanarsi, avrebbe potuto trattarsi di una puracoincidenza, ma le uniche volte in cui si accucciava in quel precisopunto era quando io stavo per tornare. Anzi, scoprimmo che il canecominciava a mettersi a guardia della strada a pochi minuti dalla par-tenza del mio treno. A quel che appariva, Don sapeva quando mi muo-vevo verso casa.1

Storie come questa abbondano. Ma devono essere prese sul serio? Loscettico integrale è sempre pronto a trovare spiegazioni in termini dicoincidenze, di «indizi sottili», di particolare acutezza di olfatto e udito,di abitudine oppure di credulità, di condizionamento da parte di coloroche amano credere in questo genere di cose.

Tali obiezioni teoriche standard non derivano da studi empirici accu-rati. Difatti non è ancora stata fatta alcuna ricerca sull’argomento, e nonperché manchi l’interesse; anzi, esiste una curiosità generale della genteriguardo ai misteriosi poteri degli animali domestici. Né la spesa ha co-stituito un ostacolo: gli esperimenti di base non costano praticamentenulla. In realtà la ricerca scientifica è stata inibita dalla combinazione ditre potenti tabù, su cui mi soffermerò più diffusamente alla fine di que-sto capitolo: il pregiudizio nei confronti delle indagini sul paranormale,il modo particolare di considerare gli animali che ospitiamo nelle nostrecase e, infine, la resistenza a fare esperimenti con loro. Per quanto mi ri-guarda, al momento intendo ignorare questi tabù e procedere a un espe-rimento possibile.

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NOTE

Introduzione generale

1. Per un’interessante trattazione di questa transizione in Gran Breta-gna, v. Berman M., 1974.

2. Kuhn, T.S., trad. it., 1969.

PARTE PRIMA

Introduzione

1. Popper, K. e Eccles, J., trad. it., 1981.2. Per un resoconto storico di questa controversia, cfr. Sheldrake, R.,

1981; 1988.3. Ad esempio, i due rappresentanti principali della scuola vitalista,

Hans Driesch e Henri Bergson, ricoprirono la carica di presidenti dellaBritish Society of Psychical Research; le concezioni vitaliste del naturalistaEugène Marais lo indussero ad analizzare il comportamento degli anima-li con un metodo molto originale. Un accenno ai suoi studi sulle termiti ècontenuto nel terzo capitolo. E tra i ricercatori dei fenomeni psichici c’e-ra una notevole apertura mentale nei confronti degli strani poteri deglianimali, come dimostra il lavoro di Haynes (v.).

4. Occam si avvalse di questa argomentazione per contrastare la con-cezione platonica delle Idee eterne e universali, le quali esistono o in ma-niera autonoma oppure come Idee nella mente di Dio. Secondo questalogica la stessa argomentazione dovrebbe essere incompatibile con la no-zione delle leggi matematiche universali della natura, esistenti indipen-

dentemente dalla mente umana. Molti meccanicisti e altrettanti fisici so-no segretamente seguaci del Platonismo e non applicano il rasoio di Oc-cam a questa parte del loro pensiero. Occam usò il suo rasoio anche con-tro gli aristotelici e la loro dottrina dell’essenza immateriale intrinseca al-le cose materiali. Questa argomentazione invaliderebbe anche l’esistenzadei campi, compresi quello gravitazionale universale e quelli elettroma-gnetici. Nemmeno in questo caso i meccanicisti prendono in considera-zione con serietà le vere implicazioni del rasoio di Occam. La maggiorparte di loro pensa ai campi in natura come a realtà esistenti e non comea modelli nella mente dei fisici.

5. Alcuni amano vedere tali questioni sotto la luce di una lotta tra be-ne e male, «contro la Bestia che sonnecchia di sotto», per dirla con le pa-role di Gerald Holton, uno scienziato di Harvard. Di recente ha esorta-to i difensori della scienza meccanicista – che definisce scienza giusta –a stare in guardia, a tentare di «rendere innocua la Bestia», come «do-vere verso ciò in cui credono». V. Holton, G., 1992, pp. 103-28.

6. Per una trattazione più ampia dell’argomento, v. Sheldrake, 1988.7. V. Prigogine, I. e Stengers, L., 1984; Gleik, G., 1988; Waldrop,

M.M., 1993.8. V. Sheldrake, R., 1990.

1. Gli animali domestici che sanno quando il padrone sta per tornare

1. Long, W.J., 1919, pp. 78-79.2. Ivi, pp. 81-82.3. Serpell, J., 1986, pp. 103-04.4. Ivi, 1986, p. 107.5. Negli Stati Uniti il gruppo più rinomato è il Csicop (Committee for

the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal), che organizzaconferenze annuali e pubblica una rivista dal titolo «The Skeptical In-quirer». Altre organizzazioni simili si sono insediate anche in altri Paesi,ciascuna con il proprio giornale.

6. Serpell, J., 1986, pp. 11-12.7. Humphrey, N., 1983.8. Woodhouse, B., 1981, p. 202.9. Smith, R., 1989.

SETTE ESPERIMENTI PER CAMBIARE IL MONDO

238

INDICE

PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE ITALIANA 9PREFAZIONE 11INTRODUZIONE GENERALE 15

PARTE PRIMA

POTERI STRAORDINARI DI ANIMALI ORDINARI 21

Introduzione. Perché incredibili poteri degli animalisono stati trascurati dalla scienza 23

1. Gli animali domestici che sanno quando il padrone sta per tornare 27

I legami tra gli animali domestici e l’uomo 27Esperimento con animali che sanno quandoi padroni stanno tornando a casa 29Retroterra sociale e biologico 34Tre tabù contro la ricerca sugli animali domestici 351. Contro l’idea di investigare ciò che è paranormale 362. Contro l’idea di considerare gli animali domesticicon serietà 373. Contro le sperimentazioni con gli animali che vivono in casa 39Altre ricerche in collaborazione con gli animali 40

2. Come ritornano i piccioni? 43Un’introduzione personale 43Il ritorno e la migrazione 44I piccioni possono registrare le curve e le rotazionidel viaggio di allontanamento? 47L’orientamento può dipendere dai punti di riferimento? 49I piccioni navigano seguendo il sole? 52L’orientamento può dipendere dalla luce polarizzata o dagli infrasuoni? 53Dipende dall’odorato? 54Dipende dal magnetismo? 56Esiste un senso d’orientamento ancora sconosciuto? 60Un legame diretto tra i piccioni e la dimora 61L’impiego militare delle piccionaie mobili 62Un esperimento con le piccionaie mobili 65L’addestramento a tornare alle piccionaie mobili 67Come cominciare 71Animali domestici che ritrovano i padroni 72

3. L’organizzazione delle termiti 75L’oracolo delle termiti 75Retroterra biologico 77La natura delle società d’insetti: programmi e campi 80I campi delle colonie di termiti 83Una proposta per alcuni esperimenti 88Conclusioni della prima parte 91

PARTE SECONDA

LA MENTE ESTESA 95

Introduzione. Mente contratta e mente estesa 97

4. La sensazione di essere guardati 102La mente si estende oltre il cervello? 102Il potere dello sguardo 104Il malocchio 106

Retroterra scientifico 108Le mie personali ricerche 113Esperimenti possibili 114

5. La realtà degli arti fantasma 117L’esperienza degli arti fantasma 117Altri fantasmi 119Eccezioni 120Fantasmi degli organi intatti 121L’animazione degli arti artificiali 123Il folclore dei fantasmi 124Arti apparenti ed esperienze di bilocazione 128Teorie sugli arti apparenti 130Fantasmi e campi 133Un semplice esperimento sugli effetti del tocco fantasma 134Risultati di un esperimento preliminare 135Altri esperimenti 140Il rapporto tra mente e corpo 143Conclusioni della seconda parte 144

PARTE TERZA

ILLUSIONI SCIENTIFICHE 145

Introduzione. Illusioni di oggettività 147

6. La variabilità delle «costanti fondamentali» 159Le costanti fisiche fondamentali e la loro misurazione 159Fede nelle verità eterne 161Teorie delle costanti variabili 166La variabilità della costante gravitazionale universale 167La diminuzione della velocità della luce dal 1928 al 1945 171L’aumento della costante di Planck 175Fluttuazioni nella costante di struttura fine 178Le costanti cambiano veramente? 179Un esperimento per individuare possibili fluttuazioninella costante gravitazionale universale 181

7. Le conseguenze delle aspettative dello sperimentatore 183Predizioni che si avverano da sé 183L’influenza dello sperimentatore 184Come ci si comporta rispetto alle aspettative 186L’effetto placebo 188Le influenze delle aspettative sugli animali 192Gli effetti dello sperimentatore in parapsicologia 194La scienza normale può essere paranormale? 196Esperimenti sui possibili effetti paranormali dello sperimentatore 199Un esperimento di cristallizzazione 201Un esperimento di biochimica 202Un esperimento di genetica 202Un altro esperimento di genetica 202Un esperimento di agraria 203Inganno 204Conseguenze 205Conclusioni della terza parte 207

CONCLUSIONI GENERALI 211

APPENDICI 215

Appendice alla seconda edizione 217Note 237Bibliografia 251Indice dei nomi 269


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