Il Calice di Gesù di don Luciano Vitton Mea
Settimanale di preghiera
Anno XIX - n° 787
Non di solo
PANE Domenica 22 gennaio 2017
III Tempo Ordinario
«Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».
Non di solo pane Numero 787 III Tempo Ordinario pagina 2
Gennaio 2017
“Pregare, forse il
discorso più urgente”
Sussidio di preghiera
per la famiglia
Offerta della giornata
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Offerta quotidiana
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.
Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le
azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore
del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi
nell’Eucaristia per la salvezza del mondo.
Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida
e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimo-
ne del tuo amore.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Per tutti i cristiani, perché fedeli all’insegnamento
del Signore si adoperino con la preghiera e la carità
fraterna per ristabilire la piena comunione ecclesia-
le, collaborando per rispondere alle sfide attuali
dell’umanità.
Intenzione dei vescovi
Perché la Chiesa italiana avanzi con coraggio sulla
via della missione.
Intenzioni mese di Gennaio
Non di solo pane Numero 787 pagina 3
III Settimana Tempo Ordinario
La saggezza
sta nell’imporsi delle priorità.
Brano Evangelico: Mt 4,1223 Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazareth, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tene-bre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
Contemplo: Abbiamo visto una grande luce (cf Mt 4,16)
«Il popolo che camminava nelle tenebre» (Is 8,23) siamo tutti noi che viviamo tra le incertezze di questo mondo. In Gesù abbiamo visto «una grande luce», cioè il suo amore per il Padre e per i fra
telli. Egli stesso ci ha dato il suo Spirito perché avessimo nel cuore lo stesso amore, la stessa luce. Ed è la sua luce, che rifulge nel nostro intimo, a guidarci sulla retta via.
Agisci
In un momento di
preghiera, nell’arco
della giornata, esa-
minerò a cosa è le-
gato il mio cuore,
per scoprire ciò che
mi tiene lontano da
Dio, e chiederò la
grazia di sapervi ri-
nunciare.
Il santo del giorno:
San Vincenzo di Saragozza
Martire del IV seco-lo, Vincenzo nacque
in Spagna, a Hue-sca. Divenuto il più
affidabile collabora-
tore del vescovo
Valerio di Saragoz-za, subì il martirio
in quella città du-rante le feroci per-
secuzioni di Diocle-ziano, perpetrate in
terra spagnola dal
governatore Dacia-
no nel 304. Viene rappresentato con
gli abiti del diacono, dalmatica e stola
indossata di traver-so, e con la palma
del martirio.
Domenica 22
Gennaio
III Settimana del Salterio
Non di solo pane Numero 787 III Tempo Ordinario pagina 4
R i f l e s s i o n i p e r o g n i g i o r n o
Gesù si trasferisce da Naza-
reth a Cafarnao, sempre in
Galilea, presso il pescoso lago
di Genésaret (mare dell'arpa
o della cetra). Non è una
scelta occasionale ma voluta,
dettata dalla logica divina
che dall’alto scende verso il
basso, penetra nei bassifondi,
parte dai piccoli inferni che
gli uomini, con estrema facili-
tà, costruiscono in questa mi-
sera “valle di lacrime”. Gali-
lea, luogo di confine fra i ter-
ritori dipendenti da Erode An-
tipa ed il fratellastro Erode
Filippo; entrambi vi riscote-
vano le tasse e vi era pure
una guarnigione romana. I
potenti si arricchivano e la
gente impoveriva. Galilea
delle genti. Terra di incontro
tra varie popolazioni, luogo
abitato dai pagani, da miscre-
denti, da gente avvolta dai
meandri delle tenebre e quin-
di bisognosa di una piccola
luce, di una lieta notizia. Ge-
sù parte proprio dalla Galilea,
dalle tante Galilee, dalla pic-
cola Galilea che c’è in me e
che c’è in te. Dove c’è tene-
bra là Gesù si trasferisce, do-
ve c’è miseria, qualsiasi mise-
ria, là il Dio liberatore pone
la sua tenda. Non è una pre-
senza passiva e innocua quel-
la di Gesù ma esigente:
«Convertitevi, perché il regno
dei cieli è vicino». I cambia-
menti non avvengono con il
tocco di una bacchetta magi-
ca, ma richiedono una deci-
sione personale, un cambia-
mento di prospettiva. I gioghi
si rompono, la povertà diven-
ta gaudio, il deserto si tra-
sforma in lussureggiante oasi
solo attraverso la conversio-
ne. Le mie tenebre si trasfor-
mano in luce quando esco da
me stesso, l’alba sorge quan-
do decido di mettermi in vi-
aggio. La conversione non è
mai un avvenimento sociale,
ma personale. Per trasforma-
re la Galilea devo cambiare il
mio cuore. Devo percorrere la
“via del mare”, devo lasciar-
mi avvolgere dal soffio del
vento che solleva la polvere
del mio deserto interiore.
Nella lieve brezza del mattino
riconosco la presenza di Dio,
la voce dell’infinito che con
struggente insistenza conti-
nua a dirmi: «Convertiti, per-
ché il regno dei cieli è vici-
no». Mia piccola Galilea quan-
to ti voglio bene. Qui, tra mil-
le contraddizioni, posso cam-
biare, mi viene data la possi-
bilità di partecipare ad un
bacchetto che non è di quag-
giù. Qui incontro Gesù che ha
scelto di incominciare da me,
da questa miseria, dal mio
peccato. Anche se domani mi
incamminerò verso il sontuoso
tempio di Gerusalemme per
offrire le tortore del mio en-
nesimo tentativo di conversio-
ne, poi tornerò nella mia Ga-
lilea. Qui la misericordia di-
vina non viene mai meno, qui
incontro gli esuli figli di Eva,
la mia famiglia, intravedo la
porta di casa mia.
Segno dell’amore di Dio
Segni visibili Meditazione di Don Luciano Vitton Mea
Preghiera
Signore Gesù, invochiamo il tuo sguardo su di noi, sull'ordinarietà della nostra esistenza, sulle piccole e grandi fatiche della giornata. Guar-daci, Signore, guarda a noi e rianima la nostra vita, dai valore ad ogni più piccola cosa, rimetti in moto la no-stra vita in un dinamismo di dono, di servizio, di stupore fanciullo. Ti pre-ghiamo per questo, Signore!
Non di solo pane Numero 787 pagina 5
III Settimana Tempo Ordinario
Il santo del giorno:
Sant’I ldefonso
da Toledo
Visse in Spagna tra
il 607 e il 667. Aba-
te benedettino, fu
eletto vescovo di
Toledo. Scrisse o-
pere di teologia e
trattati sulla vergi-
nità di Maria. Il cul-
to in suo onore si
diffuse a partire
dalla traslazione
de l le re l iqu ie ,
nell'VIII secolo.
Viene rappresenta-
to nelle vesti di a-
bate, generalmente
in presenza della
Vergine Maria, le
cui apparizioni al
santo sono il tema
principale dell'ico-
nografia che lo ri-
guarda.
Brano Evangelico: Mc 3,2230
Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito immondo».
Dimentica il passato: è morto e sepolto.
Vivi per il futuro: è pieno di possibilità.
Agisci
Spenderò un po’ del
mio tempo per com-
piere un concreto
atto di carità verso
qualche fratello, u-
nendovi anche una
preghiera per lui.
Contemplo: Si è ricordato del suo amore (sai 97,3)
Con la sua vita e la sua morte il Signore Gesù ci ha mostrato l'amore del Padre (cf Gv 14,9). Il Signore Gesù ci testimonia che Dio «si è ricordato del suo amore e della sua fedeltà» (Sal 97,3),
poiché non solo ci ha donato «qualcosa» di molto prezioso, ma ha donato se stesso, il suo Figlio amato, il suo Spirito d'amore, per questo eleviamo ogni giorno a lui il nostro rendimento di grazie.
Lunedì 23
Gennaio
III Settimana del Salterio
Non di solo pane Numero 787 III Tempo Ordinario pagina 6
Meditiamo la Parola
La vicinanza di Dio Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
Giovanni vede Gesù venire verso di lui. Dio ama
l’uomo e quindi va verso di lui, lo cerca. Non ama
l’uomo ideale, come lo aveva sognato, ma così
com’è, con le sue ombre e le sue luci, con i suoi
slanci di generosità e nel fango della sua empietà.
E’ Dio che viene verso di noi, si rende presente,
illumina la notte oscura dell’incredulità, sostiene
le nostre fragilità, fasci i lombi di ogni umana de-
bolezza. E’ il Dio presente, che c’è, che intervie-
ne. Questa verità era già ben evidente nell’Antico
Testamento ma ha raggiunto la sua pienezza con la
venuta di Gesù, il Verbo fatto carne. Questa vici-
nanza fa sorgere in noi una domanda, ci interpella,
sfiora la blasfemia: come può Dio amare l’empietà,
l’uomo che è caduto nell’abisso del peccato? A
stento, direbbe San Paolo, si trova chi e disposto a
dare la vita per il giusto ma come è possibile che
la santità si avvicini così tanto all’empietà? La ri-
sposta è chiara ed evidente: soffrendo. I genitori
soffrono per il figlio che si è perso, la bontà soffre
per la cattiveria, la giustizia per l’ingiustizia, la
vicinanza per la lontananza, Dio per il peccatore.
Dio va verso l’uomo, si fa prossimo, abita sul pia-
nerottolo dell’umana esistenza per redimere e
salvare, per riscattare la vita, ogni vita. Diventa
così l’uomo dei dolori, il crocefisso. Quando con-
templiamo il crocefisso, contempliamo l’amore di
Dio, il perenne moto di chi viene “verso di noi”,
l’infinita grandezza di un Creatore che redime la
sua creatura.
Meditazione del giorno
Soltanto un povero può
seguire il Passante Di Alessandro Pronzato
Più che le sentinelle l'aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Il tempo della notte, della veglia, degli
interrogativi laceranti, è lungo, spesso
insopportabile. Ma allorché si affaccia
all'orizzonte la Realtà promessa, si sta
delineando la grande scoperta, spunta
l'aurora di un mondo nuovo, è il momen-
to di nascere, non hai più tempo di so-
gnare, di fare previsioni. Se non spalan-
chi gli occhi in quell'istante e se nello
stesso, tempo non sei già in piedi, anzi,
in cammino, dopo ti ritroverai a veder
passare, interminabilmente, nessuno..,
niente all'altezza delle tue attese.
Lui ti dà la grazia di seguirlo. E ciò av-
viene nella spoliazione più assoluta. Sol-
tanto un Povero, che non ha nulla da
difendere, può seguire il Passante.
Anche Lui, quando passa, non ha più
tempo.
... L'ha esaurito tutto nell'aspettarti.
E soltanto Lui sa quanto glien'è occorso.
Preghiera
Signore Gesù, che hai aperto a ogni uomo e donna i segreti di una giovinezza che non conosce la vecchiaia dell'egoismo e della paura di servire e di amare, rialzaci dai letti in cui ci prostra la febbre delle nostre paure e delle nostre dimissioni dall'amore. Come il giovane Samuele, donaci di accogliere il dono della vita come un servizio di profezia.
Non di solo pane Numero 787 pagina 7
III Settimana Tempo Ordinario
La vita presto passerà,
ma ciò che fai per amore durerà.
Brano Evangelico: Mc 3,3135
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».
Agisci
Cercherò un parente
o un amico che si sia
allontanato dalla
pratica della fede e
gli offrirò la mia te-
stimonianza di vita
cristiana.
Il Santo del giorno:
San Francesco
di Sales
Nato in Savoia nel
1567, studiò retori-
ca, filosofia e teolo-
gia all'università di
Parigi e conseguì il
dottorato in legge a
Padova, ma rinun-
ciò alla carriera se-
colare per dedicarsi
al sacerdozio. Ordi-
nato nel 1593, fu
instancabile e pa-
ziente predicatore,
inviato nel territorio
di Chablis a operare
la conversione dei
calvinisti. Dal 1602
fu vescovo di Gine-
vra. Morì nel 1622;
canonizzato nel
1665, nel 1877 fu
dichiarato Dottore
della Chiesa. Viene
rappresentato in
abiti vescovi li, cal-
vo e con folta bar-
ba.
Contemplo: Ecco mia ma-dre e i miei fratelli (Mc 3,34)
All'annuncio che la madre e i fratelli erano venuti a cercarlo, Gesù, indicando quanti lo ascoltavano, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di
Dio, costui per me è fratello, sorella e madre» (Mc 3,3435). Il legame che unisce Gesù all'umanità non è quello del sangue, ma quello della fede che spinge ad ascoltare e mettere in pratica la sua parola.
Martedì 24
Gennaio
III Settimana del Salterio
Non di solo pane Numero 787 III Tempo Ordinario pagina 8
Preghiera
Signore Gesù, tu non hai voluto formare una
famiglia secondo le attese e le consuetudini del-
la tua gente, né hai temuto di deludere quanti ti
amavano e ti sentivano parte della loro vita per
legame di natura e di affetto. Donaci la larghez-
za di cuore per scegliere i cammini più adeguati
alla nostra libertà, fino a farci custodi della li-
bertà di tutti e di ognuno.
Meditiamo la Parola
Il più grande miracolo Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
L’ascolto attento della Parola di Dio genera
in noi un miracolo, forse il più grande; quello
che valica ogni confine e ogni limite: quello di
diventare famigliari di Dio, madre, fratello, so-
rella di Gesù. Mistero che ci avvolge, incontro
tra che è infinitamente grande e ciò che è infi-
nitamente piccolo. La Parola ascoltata e messa
in pratica fa crescere dentro di noi una nuova
mentalità, rigenera il lievito facendolo diventa-
re nuovo, ci rende otri capaci di contenere la
forza del vino appena spremuto. Il Vangelo, let-
to e meditato ogni giorno, tesse dentro di noi
l’icona di Gesù, il suo volto, i suoi sentimenti.
“Nel Medioevo spesso Maria è raffigurata in gi-
nocchio di fronte al bambino nella greppia
mentre lo adora. In queste figure gli artisti e-
sprimono quanto Luca ha espresso con i cinque
verbi: essa ha dato alla luce, ha avvolto, ha de-
posto, ha serbato e ha meditato. Maria sente il
mistero di questa nascita. Ripensa sempre nel
proprio cuore quanto è accaduto. Medita il mi-
stero del proprio figlio per rendersi conto di
questo bambino. Maria è per Luca la donna che
crede”. (A. GRON, Natale celebrare un nuovo inizio,
Brescia 1999, 126s.). Cosi, nella semplicità, pie-
ghiamo anche noi le ginocchia, ascoltiamo ciò
che tanti uomini giusti avrebbero desiderato u-
dire, lasciamoci guidare da quella mano intessu-
ta d’amore, contempliamo il Verbo che per noi
diventa carne, evento di salvezza. Poi, giù, ci
attende la valle, gli uomini, la storia di ogni
giorno. Ci attende un nuovo miracolo: chi ci sta
accanto diventa fratello, il forestiero un volto
famigliare, il nemico una persona da perdonare
e da amare.
don Luciano Vitton Mea
Meditazione del giorno
Il pozzo e il canto di Jose Tolentino Mendoca
«“Lo senti?”, disse il piccolo
principe. “Abbiamo svegliato
questo vecchio pozzo e lui si è messo a canta-
re”». Mi torna spesso in mente questa esclama-
zione dell'eroe di Saint-Exupéry allorché trova
un pozzo in pieno deserto. Non ci si aspetta
che esistano pozzi in pieno deserto. Lui, però,
garantisce che «ciò che rende bello il deserto è
il fatto che da qualche parte si nasconde un
pozzo». Così pure nella nostra vita sta celato
un pozzo, anche se avvertiamo che l'aridità la
ricopre con il suo fine mantello di sabbia e de-
solazione. Noi ci lagniamo della vita. Le manca
qualcosa, mai niente è perfetto, mai niente è
completo, nulla è risolto. È come se stessimo a
giocare a un gioco senza soluzione: se abbiamo
il pozzo, ci manca la corda; se abbiamo la cor-
da, ci manca il secchio; se abbiamo corda, sec-
chio e pozzo, ci manca la forza di andare fino
al fondo della sorgente per attingere l'acqua
che ci disseti. In questa narrazione spirituale
così intensa che è Il piccolo principe, non ci
manca niente. Ciò che vi si insegna è che ognu-
no di noi ha quanto gli serve per sperimentare
la gioia. Non è un problema di conoscenza, è
un problema di sguardo. Di guardare a quel che
siamo e a quanto ci circonda con cuore grato,
capaci di percepire il dono che ci abita. Se ac-
costiamo l'orecchio alla vastità della nostra
vita, essa canta!
Non di solo pane Numero 787 pagina 9
III Settimana Tempo Ordinario
Ogni delusione nella vita può essere un punto di partenza
per cose più grandi.
Brano Evangelico: Mc 16,1518
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Contemplo: Vi fu una luce dal cielo (cf At 9,3)
Ciò che fa cadere a terra Saulo non è un colpo di spada, ma una luce dal cielo che all'improvviso lo avvolge (cf At 9,3). Noi pensiamo che per fermare un nemico che ci perseguita dovremmo ricorrere alle maniere dure, violente,
pari a quelle che subiamo. Dio attua un'altra strategia: manda il suo invincibile amore, che è luce, perdono, eterna sapienza e comunione di pace.
Agisci
Durante la giornata
di oggi, offrirò al
Signore un piccolo
sacrificio per i sa-
cerdoti che esercita-
no il ministero di
Dio.
Il Santo del giorno:
Conversione di S. Paolo apostolo
La conversione di
Paolo che siamo chiamati a celebra-
re e a vivere, espri-me la potenza della
grazia che sovrab-bonda dove abbon-
da il peccato. La svolta decisiva della
sua vita si compie
sulla via di Dama-
sco, dive egli sco-pre il mistero della
passione di Cristo che si rinnova nelle
sue membra. Egli stesso perseguitato
per Cristo dirà: “Completo nella
mia carne quello che manca ai pati-
menti di Cristo, a favore del suo cor-
po che è la Chiesa”.
Questa celebrazio-
ne, già presente in Italia nel sec. VIII,
entrò nel calenda-rio Romano sul fini-
re del sec. X. Conclude in modo
significativo la setti-mana dell’unità dei
cristiani, ricordando che non c’è vero
ecumenismo senza conversione.
Mercoledì 25
Gennaio
III Settimana del Salterio
Non di solo pane Numero 787 III Tempo Ordinario pagina 10
Meditazione del giorno
Una luce lo avvolse di San Bernardo di Chiaravalle
Come è possibile cedere alla disperazione,
per quanto grandi siano le nostre colpe,
quando si sente che quel Saulo, che sempre
fremente, minacciava strage contro i disce-
poli del Signore (c£ At 9,1), fu all'improvvi-
so trasformato in vaso di elezione? Chi po-
trebbe dire, schiacciato dal peso del suo
peccato: «Non posso rialzarmi e condurre
una vita migliore» se sulla strada su cui il
suo cuore era pieno di veleno, l'accanito
persecutore divenne subito il predicatore
più fedele?
All'improvviso, dice san Luca, una luce dal
cielo lo avvolse nel suo splendore. Incredi-
bile condiscendenza della bontà di Dio! Essa
illumina dall'esterno con un fulgore divino
un uomo interiormente incapace di luce.
Non potendo ancora penetrare dentro di
lui, essa l'avvolge con chiarore divino. E si
sentì una voce: «"Saulo, Saulo, perché mi
perseguiti?". "Chi sei, Signore?". E il Signore
rispose: "Io sono Gesù di Nazareth che tu
perseguiti. Io sono il Salvatore perseguitato
da te. Io sono colui di cui tu leggi nella leg-
ge questa profezia che tu non credi si sia
realizzata: Sarò chiamato il Nazareno (Mt
2,23)". "Signore, riprese Paolo, che vuoi che
faccia?"» (At 9,3-6).
Ecco un modello di perfetta conversione.
«Il mio cuore è pronto, Signore, il mio cuo-
re è pronto» [Sal 118(119),60]. Sono pronto
a compiere senza indugio quello che mi co-
mandi. Che vuoi che faccia? Solo poche pa-
role ma ricche, vive, efficaci e degne di
essere esaudite! Sono poche le persone che
hanno questa disponibilità all'obbedienza,
che hanno rinunciato alla loro volontà al
punto che anche il loro cuore non gli appar-
tiene più! Sono pochi quelli che momento
per momento cercano non la loro volontà,
ma la volontà di Dio e gli dicono: Che vuoi
che faccia, oppure le parole di Samuele:
«Parla, Signore, il tuo servo ti ascol-
ta!» (iSam 3,10).
Meditiamo la Parola
Un abbagliante incontro Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
Come S. Paolo, anche noi dobbiamo avere il
coraggio di testimoniare la nostra fede in Ge-
sù donando tutto quello che siamo e che ab-
biamo. Certo, noi non verremo decapitati
come san Paolo, ma in qualche modo dobbia-
mo dare testimonianza della nostra fede. In
un mondo indifferente come il nostro, sono
innumerevoli le opportunità per essere testi-
moni di Gesù. Non è necessario uscire in stra-
da per urlare "Cristo vive!". Basta ricambiare
le offese con parole di perdono; dare testi-
monianza di sobrietà di fronte al lusso; acco-
gliere tutti, cominciando dai bisognosi; di-
fendere la vita nascente o quella che sembra
non aver senso; accettare con senso cristiano
la sofferenza che Dio permette, unendola a
quella di Cristo sulla croce. Ogni giorno della
nostra vita è un'occasione per essere testi-
moni, piccoli o grandi, della nostra fede e
della nostra speranza. Saremo così "martiri"
nel senso etimologico della parola, cioè
"testimoni".
Preghiamo la Parola Signore Gesù, è il volto dell'altro che ogni giorno ci chiama a conversione, per riconoscere il tuo vero volto oltre la paura, che sottilmente ci perva-de, di non essere i soli giusti. Rischiare la vita si-gnifica lasciarci spodestare, disorientare e infine guidare verso la salvezza che possiamo solo di-sporci a ricevere gratuitamente dalla tua miseri-cordia.
Non di solo pane Numero 787 pagina 11
III Settimana Tempo Ordinario
Il saggio cerca sempre di trovare
il giusto equilibrio in ogni cosa:
l’intensità giusta e la quantità giusta
si armonizzano nella risposta.
Brano Evangelico: Lc 10,19
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a
due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La
messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe
perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in
mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno
lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi
sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su
di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché
l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entre
rete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,
curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Di
o».
Agisci
Vincerò oggi la ten-
tazione di rimanere
passivo, quando
qualcuno biasima la
Chiesa o promuove
comportamenti che
vanno contro la fe-
de.
Contemplo: Narrate la glo-
ria di Dio (cf Sai 96,3)
«In mezzo alle genti narrate la sua gloria» (Sal 96,3). Come possiamo narrare la gloria di Dio? È possibile farlo solo dopo averne fatto e
sperienza! Sappiamo che Gesù ci ha rivelato il vero volto del Padre, la cui gloria è darci la vita eterna. Narrare la gloria di Dio significherà raccontare con la nostra vita la sua misericordia senza fine, il suo eterno amore per noi, suoi figli di adozione.
Giovedì 26
Gennaio
III Settimana del Salterio
Meditare il VANGELO - Nel Vangelo di oggi Gesù invia alcuni di-
scepoli perché portino la sua Parola di salvezza e ci pace e met-
te subito in chiaro qual è il suo stile e quale deve essere lo stile
di chi lo segue: accettare di servire gli altri nell'umiltà e nella
pace. Questo brano evangelico ci riporta alla mente l'urgenza di
pregare il Signore perché continui a mandare operai per la sua
messe e ci fa capire, inoltre, che anche i laici sono chiamati a
lavorare per il regno di Dio: nel servizio agli altri, fatto con u-
miltà e amore, si diventa veri collaboratori di Gesù.
Non di solo pane Numero 787 III Tempo Ordinario pagina 12
R i f l e s s i o n i p e r o g n i g i o r n o
Spesso la vita degli uomini
è segnata da sofferenze,
dolori e lutti. Quando sono
dei bambini o degli innocen-
te ad essere segnati dalla
sofferenza e dalla malattia
nasce in noi un moto di ri-
bellione, la fede vacilla, il
dubbio scuote la nostra
mente e turba il cure. Que-
sta riflessione scritta tanti
anni fa dal vescovo H. Ca-
mara diventa compagna
nella nostra fatica di crede-
re e balsamo per i nostri
dubbi. don Luciano
«Ho pensieri di pace, non di
afflizione».
Perdonami, Padre. Proprio
perché mi sei così autentica-
mente Padre, posso dirti che
credo nelle tue buone inten-
zioni, che credo che tutto an-
drà a finire bene (le afflizioni
termineranno, la pace regne-
rà per sempre); però qui in
quest'esilio quanti sono,
quanti, quanti, quelli che non
sono nelle condizioni psicolo-
giche di credere in te? Per
molti, per troppi la vita è du-
ra. E non esiste praticamente
nessuno che, almeno in certi
momenti, non la trovi scioc-
cante, assurda, senza senso,
asfissiante...
Dirai che questo è il prezzo
per il risveglio degli uomini,
che questo è il pagamento
per il peccato. Ci sono dei
misteri, Signore. Le macchine
umane stanno filmando la vi-
ta intima degli uomini. Soffe-
renze che nemmeno riuscia-
mo a vedere, o quanto meno
non vedevamo e non abbiamo
visto per millenni: a cosa po-
tranno servirci? Se insisto con
queste domande angustianti è
con il proposito di difendere i
disperati, i blasfemi, gli atei.
È chiaro che non voglio giusti-
ficarli: ma li capisco e spero
che anche tu, Padre, li capi-
sca. E qui sta il grande segre-
to della tua paternità. È inge-
nuo voler negare che hai co-
struito la vita sulla morte. Ma
poi, quando gli uomini si con-
torcono dal dolore, si sentono
schiacciati dalla sofferenza
fisica, si ribellano alla soffe-
renza morale e bestemmiano,
tu li capisci e a castigarli non
ci pensi nemmeno. Ma il mi-
stero rimane: perché non par-
li un pochino più chiaro? Ripe-
to: non lo dico per me, a cui
hai dato una fede incrollabi-
le, come quella dei bambi-
ni... Non è nemmeno più fe-
de: è evidenza, è inizio di re-
altà.
Eppure ti sarebbe tanto faci-
le!
(H. CAMARA, Roma, due del mattino.
Lettere dal Concilio Vaticano Il, Cini-
sello Balsamo 2008, 312s.).
A proposito di una bambina morta a cinque anni per meningite
Perdonami Padre A cura di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 787 pagina 13
III Settimana Tempo Ordinario
Accadranno sempre cose spiacevoli,
l’importante è non serbare rancore.
Brano Evangelico: Mc 4,2634
Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra». Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
Contemplo: Il giusto vivrà per fede (cf Eb 10,37)
Siamo esortati a perseverare nella fede. Ricevere la luce di Cristo può esporci a una «lotta grande e penosa» (Eb 10,32), poiché è una luce che il mondo non può accogliere. Ma il seme gettato nei no
stri cuori non tarderà a fiorire secondo i disegni di Dio. Per questo abbiamo bisogno di perseveranza, di rinvigorire la nostra fede con la preghiera e l'abbandono alla volontà di Dio.
Agisci:
Oggi metterò bene a fuoco la mia posizione personale nei confron-ti di tutti quelli con cui ho a che fare: in famiglia, in comunità, o in altri ambiti. Qua-le è il mio atteggia-mento? Sono facile a purificare la memoria dei torti, delle offese, di eventuali calunnie col perdono cristiano?
Il Santo del giorno:
S. Angela Merici
Nata a Desenzano
del Garda nel 1474,
Angela Merici rima-
se orfana a quindici
anni; fu allevata da
uno zio e prese l'a-
bito delle terziarie
francescane. Sensi-
bile all'educazione
delle giovani e all'o-
pera caritativa, fon-
dò la Compagnia di
sant'Orsola (15351.
più nota come Con-
gregazione delle Or-
soline, la cui Regola
venne codificata so-
lo dopo la morte
di Angela, avvenuta
nel 1540. Fu cano-
nizzata nel 1807 .
Può essere rappre-
sentata con l'abito
francescano o con
quello delle contadi-
ne.
Venerdì 27
Gennaio
III Settimana del Salterio
Non di solo pane Numero 787 III Tempo Ordinario pagina 14
Meditiamo la Parola
Un nido per tutti gli uomini. Meditazione di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Gesù parla alla folla in parabole, perché
comprende che l'insegnamento sul Re-
gno è talmente importante che non può
essere frainteso: per questo motivo affi-
da il suo messaggio a delle storie che
hanno elementi caratteristici della quo-
tidianità, vicini a chi ascolta. Gesù ha
utilizzato molto spesso le parabole nei
suoi insegnamenti, proprio perché sono
racconti semplici, facili da capire e da
ricordare, ma anche capaci di coinvolge-
re gli ascoltatori spingendoli a immede-
simarsi nei personaggi del racconto.
II Regno, secondo l'insegnamento odier-
no è come il seme che ha dentro di sé
una forza e vitalità che lo porta natural-
mente a svilupparsi e a crescere: e, seb-
bene il suo inizio sia ben poca cosa (un
piccolo gruppo di povere persone in un
luogo sperduto dell'immenso impero ro-
mano), tuttavia è destinato a raggiunge-
re dimensioni inaspettate: la Chiesa,
che ha raggiunto tutto il mondo e che
tutti gli uomini, come uccelli del cielo,
possono sentire come loro nido.
Preghiera
Signore Gesù, ogni giorno leggiamo la
parabola che è la tua vita nei tuoi gesti,
nelle tue parole, nel tuo dono pasquale.
Donaci il tuo Spirito, che come linfa dia
vitalità alla nostra esistenza perché si
trasformi in una parabola vivente del tuo
regno che è già in mezzo a noi e viene
per la gioia di tutti.
Meditazione del giorno
Si da soltanto quello che si ha di CHARLES DE FOUCAULD
Bisogna passare attraverso il deserto e dimorarvi-
ci, per ricevere la grazia di Dio: è là che ci si
svuota, che si scaccia da noi tutto ciò che non è
Dio e che si svuota completamente questa piccola
casa della nostra anima per lasciare tutto il posto
a Dio solo... Gli ebrei dimorarono nel deserto; Mo-
sè vi visse prima di ricevere la sua missione; san
Paolo, uscito da Damasco, andò a passare tre anni
in Arabia; anche san Gerolamo e san Giovanni
Crisostomo si prepararono nel deserto.
È indispensabile... È un tempo di grazia... È un
periodo attraverso il quale ogni anima che vuole
portare frutti deve necessariamente passare... Le
sono necessari questo silenzio, questo raccogli-
mento, questo oblio di tutto il creato in mezzo ai
quali Dio pone in essa il suo regno e forma in essa
lo spirito interiore... La vita intima con Dio... La
conversazione dell'anima con Dio nella fede, nella
speranza e nella carità... Più tardi l'anima produr-
rà frutti esattamente nella misura in cui si sarà
formato in essa l'uomo interiore...
,Se questa vita interiore è nulla, per quanto si ab-
bia zelo, buone intenzioni e tanto lavoro, i frutti
sono nulli; si tratta di una sorgente che vorrebbe
dare la santità agli altri ma che non può, perché
non l'ha; si dà soltanto quel che si ha, ed è nella
solitudine, in questa vita, soli con Dio solo, in
questo raccoglimento profondo dell'anima che
dimentica tutto il creato per vivere solo nell'u-
nione con Dio, che Dio si dà tutto intero a colui il
quale si dà anch'egli tutto iutiero a lui.
Meditiamo la Parola
Una barca, il suo posto Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 787 pagina 15
III Settimana Tempo Ordinario
I colori dell’arcobaleno
si possono vedere solo attraverso
il prisma della pioggia.
Contemplo : Passiamo all'al-
tra riva (Mc 4,35)
Non c'è esigenza divina in opposizione con l'interesse del prossimo. Chi serve il bene del prossimo è sicuro di vivere correttamente la relazione con Dio.
L'intima gioia che provi alla sera, dopo una giornata trascorsa nel fare il bene, è una pallida immagine della gioia che proverai quando, giunto alla sera di una vita spesa per gli altri, Gesù ti dirà: «Passiamo all'altra riva» (Mc 4,35).
Brano Evangelico: Mc 4,3541
In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».
Agisci Oggi chiedo al Signore di donare a tutta la Chiesa l'unità di pen-siero, perché la missio-ne dell'evangelizzazio-ne sia l'unico scopo del suo agire, superando, con intelligenza e acu-tezza, ogni divisione.
Il santo del giorno:
San Tommaso
d’Aquino
Nato a Roccasecca
(Lazio) intorno al
1225, venne edu-
cato nell'abbazia di
Montecassino, dove
maturò la sua vo-
cazione religiosa.
Divenne frate do-
menica no e studiò
a Parigi con Alberto
Magno, perfezio-
nandosi a Colonia.
Scrisse la Summa
theologica, il tenta-
tivo più sistematico
di dare fondamento
scientifico, filosofi-
co e teologico alla
dottrina cristiana.
Morì nel 1274 e fu
canonizzato nel
1323. È rappresen-
tato in abiti dome-
nicani, con un sole
sul petto, la penna
e la colomba dell'i-
spirazione.
Sabato 28
Gennaio
III Settimana del Salterio
333/3390059 don Luciano
Anno XIX - n. 787
Domenica 22 gennaio 2017
Chiuso il 12/01/2017
Numero copie 1350
Stampato in proprio
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da don Luciano Vitton Mea
Sussidio di preghiera per la famiglia
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
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