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OA I Rapporto OASI 2013 - sossanita aziende stesse (Airoldi, Brunetti e Coda, 1994). Nelle aziende...

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a cura di CERGAS - Bocconi Rapporto OASI 2013 Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano CERGAS - Bocconi Rapporto OASI 2013 Collana CERGAS Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano Il rinnovamento dei sistemi sanitari è da tempo al centro del dibattito politico e scien- tifico nazionale e internazionale. Con l’istituzione di OASI (Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano), il CERGAS ha voluto confermarsi quale punto di ri- ferimento per l’analisi dei cambiamenti in corso nel mondo della sanità italiana, adot- tando l’approccio economico-aziendale. OASI rappresenta un tavolo comune dove ri- cercatori e professionisti del SSN possono interagire ed essere nel contempo promoto- ri e fruitori di nuova conoscenza. A partire dal 2000, l’attività di ricerca di OASI è stata sistematicamente raccolta in una serie di Rapporti Annuali. Il Rapporto 2013: • presenta l’assetto complessivo del SSN, del settore sanitario (con un particolare fo- cus sui consumi privati), nonché del sistema socio-sanitario e i principali dati che li caratterizzano (parametri di struttura, di attività, di spesa), anche in una prospet- tiva di confronto internazionale; • approfondisce quattro temi di policy rilevanti per il sistema sanitario: gli investimenti e le relative modalità di finanziamento, la gestione dei tempi di pagamento, la sele- zione dei Direttori Generali, l’evoluzione del ruolo delle Società Medico Scientifiche; • a livello aziendale, discute lo sviluppo di due innovazioni, il lean management e il fascicolo sanitario elettronico; propone due tematiche rilevanti per la gestione del personale nelle aziende sanitarie: il cambiamento dello skill mix e la gestione di as- senze (permessi ex lege 104/92) e inidoneità alla mansione; approfondisce i sistemi multidimensionali di misurazione della performance e i nuovi strumenti per accre- scere competitività e fiducia nel mondo sanitario (HealthCare Retailization). CERGAS CENTRO DI RICERCHE SULLA GESTIONE DELL’ASSISTENZA SANITARIA E SOCIALE DELL’UNIVERSITÀ BOCCONI Il CERGAS (Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale) dell’Università Bocconi è stato istituito nel 1978 con lo scopo di svi- luppare studi e ricerche sul sistema sanitario. Negli ultimi 35 anni, il CER- GAS ha contribuito all'elaborazione e alla diffusione delle conoscenze sulle logiche e sulle problematiche di funzionamento peculiari del settore sanita- rio. Le principali aree di studio e ricerca sono: confronto tra sistemi sani- tari e analisi delle politiche sanitarie pubbliche; applicazione dei metodi di valutazione economica in sanità; introduzione di logiche manageriali nelle organizzazioni sanitarie; modelli organizzativi e sistemi gestionali per azien- de sanitarie pubbliche e private; impatto sui settori industriali e di servizi collegati (farmaceutico e tecnologie sanitarie) e sul settore socio-assisten- ziale. www.egeaonline.it Rapporto OASI 2013 60,00 Questo volume è stato realizzato grazie al contributo incondizionato di cergas 5122-1c Oasi 2013_CERGAS oasi 5096-5c 08.qxd 11/12/13 19:22 Pagina 1
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a cura di

CERGAS - Bocconi

Rapporto OASI 2013

Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema

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Collana CERGASCentro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi

Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano

Il rinnovamento dei sistemi sanitari è da tempo al centro del dibattito politico e scien-tifico nazionale e internazionale. Con l’istituzione di OASI (Osservatorio sulle Aziendee sul Sistema sanitario Italiano), il CERGAS ha voluto confermarsi quale punto di ri-ferimento per l’analisi dei cambiamenti in corso nel mondo della sanità italiana, adot-tando l’approccio economico-aziendale. OASI rappresenta un tavolo comune dove ri-cercatori e professionisti del SSN possono interagire ed essere nel contempo promoto-ri e fruitori di nuova conoscenza.A partire dal 2000, l’attività di ricerca di OASI è stata sistematicamente raccolta in unaserie di Rapporti Annuali. Il Rapporto 2013:• presenta l’assetto complessivo del SSN, del settore sanitario (con un particolare fo-

cus sui consumi privati), nonché del sistema socio-sanitario e i principali dati che licaratterizzano (parametri di struttura, di attività, di spesa), anche in una prospet-tiva di confronto internazionale;

• approfondisce quattro temi di policy rilevanti per il sistema sanitario: gli investimentie le relative modalità di finanziamento, la gestione dei tempi di pagamento, la sele-zione dei Direttori Generali, l’evoluzione del ruolo delle Società Medico Scientifiche;

• a livello aziendale, discute lo sviluppo di due innovazioni, il lean management e ilfascicolo sanitario elettronico; propone due tematiche rilevanti per la gestione delpersonale nelle aziende sanitarie: il cambiamento dello skill mix e la gestione di as-senze (permessi ex lege 104/92) e inidoneità alla mansione; approfondisce i sistemimultidimensionali di misurazione della performance e i nuovi strumenti per accre-scere competitività e fiducia nel mondo sanitario (HealthCare Retailization).

CERGAS CENTRO DI RICERCHESULLA GESTIONEDELL’ASSISTENZA SANITARIA E SOCIALEDELL’UNIVERSITÀ BOCCONI

Il CERGAS (Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria eSociale) dell’Università Bocconi è stato istituito nel 1978 con lo scopo di svi-luppare studi e ricerche sul sistema sanitario. Negli ultimi 35 anni, il CER-GAS ha contribuito all'elaborazione e alla diffusione delle conoscenze sullelogiche e sulle problematiche di funzionamento peculiari del settore sanita-rio. Le principali aree di studio e ricerca sono: confronto tra sistemi sani-tari e analisi delle politiche sanitarie pubbliche; applicazione dei metodi divalutazione economica in sanità; introduzione di logiche manageriali nelleorganizzazioni sanitarie; modelli organizzativi e sistemi gestionali per azien-de sanitarie pubbliche e private; impatto sui settori industriali e di servizicollegati (farmaceutico e tecnologie sanitarie) e sul settore socio-assisten-ziale.

www.egeaonline.it

Rapporto OASI 2013

€ 60,00

Questo volume è stato realizzato grazie al contributo incondizionato di

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Collana CERGAS

Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi

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a cura diCERGAS - Bocconi

Rapporto OASI 2013

Osservatorio

sulle Aziende

e sul Sistema

sanitario Italiano

CERGAS CENTRO DI RICERCHESULLA GESTIONEDELL’ASSISTENZA SANITARIA E SOCIALEDELL’UNIVERSITÀ BOCCONI

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4 LastrutturaeleattivitàdelSSN di Claudia Guerrazzi e Alberto Ricci1

4.1 Premessa

Ilcapitolofornisceunavisioned’insiemedelServizioSanitarioNazionale(SSN)italiano,dellasuaorganizzazioneedellesueattività,conun’attenzionepartico-lareaicambiamentichenehannocaratterizzatol’evoluzionenegliultimianni.

Ilmodellodianalisiadottatoèquelloeconomicoaziendale(presentatonelcapitolo1).Glielementichevengonoapprofonditisonoiseguenti:

gliassettiistituzionalideisingoliServiziSanitariRegionali(SSR),valeadire(i)numerositàetipologiadiaziendee(ii)mobilitàdeiDirettoriGenerali(§4.2);

sceltediassettotecnico(configurazionefisico-tecnicadelleaziende)edidi-mensionamentodell’organismopersonaleinterminiquali–quantitativi(§4.3)2;

datidioutputinterminiditipologia,volumeequalitàdelleprestazionieroga-te(§4.4);

bisognisanitari,livellidisoddisfazioneedomandaespressadagliutenti(§4.5).

1LaricercaaggiornaeapprofondisceilsecondocapitolodelRapportoOASI2012.Nell’ambitodiuncomunelavorodiricerca,i§§4.1,4.2,4.4sonodaattribuirsiadAlbertoRicciei§§4.3e4.5aClaudiaGuerrazzi.GliautoriringrazianoFrancescaFerréperilcostanteaiutonellaredazionedelcapitolo.Inoltre,l’aggiornamentodeiprofiliistituzionalideisingoliSSRnonsarebbestatopossibilesenzailcontri-butodeireferentiregionali,chehannovalidatooaggiornatoleschederegionali.2Apartiredal2009,ilMinisterodellaSalutehaadottatounnuovoschemadiraggruppamentodellestrutturesanitarie,relativamenteallanaturapubblicaoprivatadeglierogatori.Inparticolare:gliistitutipubbliciincludonoAziendeOspedaliere,AziendeOspedaliereUniversitarie(AOinte-grateconl’Università)ePolicliniciuniversitaripubblici(AOUintegrateconSSN),IRCCSpubbliciefondazionipubbliche,Ospedaliagestionediretta;gliistitutiprivatisonoPolicliniciuniversitariprivati,IRCCSprivatiefondazioniprivate,Ospedaliclassificati,PresidiqualificatidiUSL,Entidiricerca,Casedicuraprivateaccreditate.Dovenondiversamentespecificato(cfr.alcunesezionidel§4.3),ilcapitoloadottataleclassificazione.

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112 RapportoOASI2013

IlconfrontotralastrutturadelSSNitalianoedialtripaesiOCSEoffreunbenchmarkperinquadrareancorapiùcorrettamentestrutturaerisultatidelno-strosistemasanitario.Intaleottica,ilcapitolopuòesserelettoinsiemealcapito-lo2delpresenteRapporto.

4.2 GliassettiistituzionalideiSSR

Secondoladottrinaeconomico-aziendale,l’assettoistituzionaledelleaziendepuòesserevistocomel’insiemedelleformeedelleregolechedefinisconolemodalitàdirappresentanzaecontemperamentodegliinteressicheconvergonosulleaziendestesse(Airoldi,BrunettieCoda,1994).Nelleaziendesanitariepubbliche,iportatoridiinteressiistituzionalisonolacollettivitàdiriferimentoeiprestatoridilavoro.Lacollettivitàdiriferimentopartecipaalgovernodell’aziendaattraversolarappresentanzapolitica.Inparticolare,aseguitodelprocessodiregionalizzazionedelSSN,èpossibileidentificareprevalentementenelleregioniirappresentantidellapopolazione.Sonoleregioniche,inqualitàdicapogruppo,devono:

1. ridisegnarel’apparatoamministrativoregionaleeglistrumentidigovernodelSSR;

2. individuareleaziende(dotatediautonomiagiuridicaedeconomica)checompongonoil«grupposanitariopubblicoregionale»;

3. definireilsistemadelledelegheperilgovernoeconomicodelleaziende(no-minadegliorganididirezionedimassimolivello,costituzionediorganicolle-gialirappresentativideidifferentiinteressi,ecc.);

4. delinearelepolitichecomplessivedelsistema,interminidicaratteristichedellecombinazionieconomiche;

5. progettarelenormegeneraliperl’organizzazioneeilfunzionamentodelleaziendedelgruppo.

Rispettoatalicompetenze,inappendicevengonoelencateleprincipalinor-mativeregionalicheregolanoidiversiaspetti,aggiornatesullabasedellaschedadiraccoltadatiinviataatutteleregioninellaprimavera2013.Nelpro-sieguo:

sianalizzanolescelteregionaliintemadidefinizionedellastrutturadelgrup-po,cioèdiindividuazionedelleaziendepubbliche(§4.2.1);

siapprofondiscelamobilitàdeiDirettoriGenerali,cometemachiavedellemodalitàdieserciziodelleprerogativedigovernodelleaziendedapartedellaregione(§4.2.2).

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113LastrutturaeleattivitàdelSSN

Conriferimentoagliapparatiamministrativiregionali,siricordacheleregionihannospessoistituitoun’AgenziaSanitariaRegionale(ASR).Inparticolare,so-no9leregioniincuièattualmentepresenteun’ASRcometecnostrutturadell’As-sessoratoodelConsiglioregionale3.DasegnalarecheilFriuliVG,ilPiemonte,l’Umbria,ilVenetoeilLazio4hannorecentementesoppressolapropriaAgenziaestabilitoiltrasferimentodellesuefunzionialleDirezioniRegionalicompetenti.

Sirimandainvece:

alcapitolo2delpresenteRapportoperun’analisicomparatadelSSNedeglialtrisistemisanitarideipaesiOCSE;

alcapitolo3delpresenteRapportoperun’analisicomparatadeisistemidiWelfarediItalia,Francia,GermaniaeRegnoUnito;

alcapitolo5delpresenteRapportoperunadescrizioneapprofonditadellaspesasanitarianelnostroPaese;

alcapitolo6delpresenteRapportoperun’analisideiconsumisanitariprivatiinItalia;

alcapitolo7delpresenteRapportoperun’analisicomparatadeisistemiso-cio-sanitariesocialiinEmiliaRomagnaeLombardia;

alcapitolo8delpresenteRapportoperunapprofondimentosultemadeicurriculumedellecompetenzemanagerialideiDirettoriGenerali;

alcapitolo6delRapportoOASI2012perunadisaminadeglistrumentistra-tegiciutilizzatidalleregioniperlapredisposizioneel’implementazionedeiPianidiRientro;

alcapitolo9delRapportoOASI2012perunconfrontodialcunimodellire-gionaliinnovatividipresaincaricodellacronicitàalivelloterritoriale;

alcapitolo10delRapportoOASI2012perun’analisidegliindirizziregionaliperlaprogrammazioneintegrataneisettorisociosanitarioesocialealivellolocale.

4.2.1 Leaziendedel«grupposanitariopubblicoregionale»

Tutteleregioni,inqualitàdicapogruppo,devono(i)definirel’articolazionedelterritorioregionaleinASL;(ii)decidereseecomecostituireinaziendeautono-me(AziendeOspedaliere–AO)gliospedalidirilievonazionale,dialtaspecia-lizzazionee,piùingenerale,quelliindividuatidallaregionestessa;(iii)definireilruolodiIRCCSeAziendeOspedalieroUniversitarieintegrateconl’SSN(expoliclinicipubblici)all’internodelsistemaregionale;(iv)identificareeventualialtrisoggetti(peresempio,ESTAV,Fondazioni,ecc.).

3LeleggidiistituzioneedisciplinadelleAgenzieragionali,sepresenti,sonoriportateinappendice,nellasezionerelativaallanormativasanitaria.4Rispettivamente,conL.R.12/2009,L.R.18/2012,L.R.18/2012,L.R.46/2012eL.R.4/2013.

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114 RapportoOASI2013

Taleautonomiasièconcretizzatainsceltemoltodiverse,chehannodetermi-natounaforteeterogeneitàinterregionaleinterminidi(i)numeroedimensionemediadelleASLedelleAO;(ii)numerodipresidiospedalierilasciatiallage-stionedirettadelleASLeconseguenteestensionedeimeccanismidi«quasimercato»;(iii)presenzadisoggettidiversidaASLeAOnelgrupposanitariopubblicoregionale.

LaTabella4.1presental’evoluzionedelnumerodiASLeAOnellediverseregionidal1992al30giugno2013elerelativedimensionimedie.

Rispettoal2012,siregistraladiminuzionenelnumerodelleASL,passateda145a143aseguitodelriordinodelSSRdell’Umbria.Dal01/01/2013,laexAz.USL1–CittàdiCastelloelaexAz.USL2–PerugiasonostateaccorpatenellanuovaAziendaUSLUmbria1.LaexAz.USL3–FolignoelaexAz.USL4–TernisonoinvecestateaccorpatenellanuovaAziendaUSLUmbria2.InFriuliVGlapropostadiriassettodelServizioSanitarioRegionale,cheprevedevaildimezzamentodelleAziendeSocio-SanitarieLocalida6a35,staincontrandounaforteopposizionedapartedellaGiuntaRegionaleinsediata-sinellaprimavera2013.Al30Giugno2013,risultanoancoraoperative6azien-deterritoriali.

Daunpuntodivistadimensionale,aDicembre20126sievidenziaunapopo-lazionemediaperASLparia411.622abitanti7,conunmassimorappresentatodall’ASURmarchigiana (1.545.155abitanti), seguitodalleASLcampane(824.250abitanti),pugliesi(675.134abitanti)elombarde(652.968abitanti)eunminimonellaValleD’Aosta(127.844abitanti).Sisegnala,inoltre,chenellere-gioniVeneto,FriuliVG,UmbriaeSardegnalapopolazionemediadelleASLèinferiorea250.000abitanti.InUmbriaperò,acausadegliaccorpamenti,conil01/01/2013ilnumerodiabitantimedioperASLoltrepassailvalorenazionalearrivandoa443.120.

IlnumerodiAOcaladidueunità,acausadell’accorpamentoditreAziendetorinesi(S.G.Battista–Molinette,CTO–MariaAdelaide,OIRM–Sant’Anna),riunitenell’AO«CittàdellaSaluteedellaScienza».

Inoltre,laTabella4.1mostra:

5IlriferimentonormativoècostituitodalDDLRegionalen.216,approvatodalConsiglioRegiona-ledelFriuliVeneziaGiuliail05/12/2012.6Labasedicalcoloècostituitadaidatidemograficifornitidall’ISTATperil31/12/2012(ultimidi-sponibilial30/06/2013).Questiultimifannoriferimentoalcensimento2011,chehaevidenziatounapopolazioneeffettivamenteresidenteinferioreaquellastimatainbaseaicalcolipre–censuari,ri-portatinelRapportoOASI2012;perulterioriinformazionisirimandaalsitoISTAThttp://demo.istat.it/archivio.html.Al31/12/2012ilnumerodiASLattiverisultavaidenticoaquellodell’annoprecedente.7RispettoalRapportoOASI2012,ilcalodelnumerodiresidentiperASL(anumerodiAziendeinvariato)èdaimputareallarevisionedeidatidipopolazione,comeriportatonellanotaprece-dente.

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116 RapportoOASI2013

unamediadi4presidiagestionedirettadelleASLal2011eunadimensionemediadi190postilettoperpresidio,sostanzialmenteinlineaconl’annopre-cedente8;

unamaggioredimensionemediadelleAOdell’Italiasettentrionale(conunnumerodipostilettosuperioreallamedianazionale,trannecheinPiemon-te9),rispettoaquelledelCentro-Sud(soloinToscanaePuglialeAOhannodimensionisuperioriallamedia);

l’elevatonumeromediodipostilettodeglistabilimentigestitidalleAOvene-te,liguri,emiliane,toscane,pugliesi,inseguitoallasceltaregionaledicostitui-reinAOsologliospedalidimaggioridimensioni,soprattuttoquelliincuil’attivitàospedalieraèsvoltacongiuntamenteconl’Università;

lapeculiaritàdellasceltalombarda,evidenziatadalnumeromediodistrutturediricoveroperazienda(0,1presidiagestionedirettaperASLe3,3stabilimentiperAO,rispettoadunamedianazionalerispettivamenteparia4e2,410).Inoltre,sinotaunalimitatadimensionemediadeglistabilimentidiAO,inquantosonostatiscorporatidallagestionedirettaASLancheospedalididimensioniridotte.

LacronologiadettagliatadellemodifichenelnumerodiASLeAOdal1996al30/06/2013èriportatainallegatoalterminedelcapitolo(Riquadro4.3).Quièsufficientericordarechenelbiennio1994-95lamaggiorpartedelleregionihaprovvedutoalriassettodelproprioSSRinattuazionedelD.Lgs.502/92.Dal1996al2001,lemodificheistituzionalieranostaterare,conl’unicaeccezionedellaLombardia.

Dal2002hainvecepresoavviounanuovastagionedirevisionedegliassettidisistema,incuigliinterventidi«ingegneriaistituzionale»sisonomoltiplicati.IlnumerodelleASL,alivellonazionale,èpassatodalle197del2001alle143dioggi.Indiverseregionidilimitataestensionee/oabassadensitàabitativasonostatecreateASLuniche(ValleD’Aosta11,PAdiTrento,PAdiBolzano,MarcheeMolise).NellerestantiregioniilterritoriodelleASLcoincidetendenzialmenteconquelloprovinciale12,conl’eccezionediVenetoeFriuliVG.Infine,nelle

8L’indicatorePLmediperpresidioospedalieroècalcolatocomerapportotraidatidiPLutilizzatieilnumerodeipresidiospedalieriagestionedirettaaggiornatial2010epubblicatidalMinisterodellaSalutenelrapportoannuale«AttivitàeconomicheegestionalidelleASLeAO».9LadimensionemediadelleAOpiemontesiècomunquedestinataacrescerenellerilevazionideiprossimianni,acausadell’accorpamentodelletreAOtorinesidescrittosopra.10Sisegnalaperaltroche,ingenerale,idatimedinazionaliriferitialleAOrisultanofortementeinfluenzatidaidatilombardi,dalmomentocheleAOlombarderappresentanopiùdiunterzodeltotalenazionale.11ValleD’AostaeProvinciaAutonomadiTrentopresentavanoASLunichegiànel2001.12AncheinregioniincuilaASLcoincideconlaprovinciasicontanoalcuneaziendesub-provin-ciali:laASLVallecamonica–Sebino(BS),laAUSLdiImola(BO),laAUSLdiCesena(FC),laASLChiavarese(GE),ledueASLdellaprovinciadiCuneo.Ragionistorico-amministrativeediaccessibilitàgeograficaspiegano,almenoinparte,questesceltediassettoistituzionale.

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117LastrutturaeleattivitàdelSSN

principaliareemetropolitanedelPaese(Roma,Milano,Napoli,Torino)sianno-veranoASLsub-provinciali.

LariduzionedelleASLèparzialmentericonducibileallaricerca,dapartedelleregioni,delledimensioniistituzionaliottimaliperleproprieaziende.AncheleAOsonodiminuiteattraversounaseriediaccorpamentieriattribuzionialleASLinqualitàdipresidi,passandodalle97del2001alleattuali78.Ilprocesso,soprattuttonelleRegionisottoposteaiPianidiRientro(PdR)daldeficitsanitario,hasubitoun’accelerazionenegliultimianni,dalmomentochel’accorpamentodiaziendeèstatatralemisureprevisteinquasituttiiPianidiRientro(Cuccurullo,2012)13.

LemodificheadASLeAOsonostateaffiancatedaulterioriinterventichesicaratterizzanoperrilevantielementidiinnovazionerispettoall’«ortodossiadelSSN».Leregioni,fortidel«federalismosanitario»,hannoinfatti:

introdottonuovisoggettiistituzionali; previstomeccanismicheleghinotralorolediverseaziende,inparticolareat-

traversolacreazionedilivellidicoordinamentointermeditralaregioneeleaziendestesse,nonnecessariamentedotatidipersonalitàgiuridica;

accentratoalivelloregionalealcunedecisionistrategicheefunzioniammini-strative.

Lafinalitàprincipalediquestesoluzionisembraesserelariconnessioneelamessainretedelleaziende,perricercaresinergieedeliminareduplicazioniinspecifichefunzionioindeterminatiambitidiattività.Aciòsiaggiunge,inalcunicasi,l’esigenzadirestituireinfluenzaastakeholder diversidallaregionecome,adesempio,aglientilocali(èilcasodellacostituzioneinToscanadi25Societàdel-laSalute–vedicapitolo9delRapportoOASI2012).

Rispettoalprimopunto,leregioni,semprepiùspesso,hannoprevistoambitidiprogrammazionesovra-aziendaleolacostituzionediareevasteomacro-areediaccentramentoecoordinamentodeiprocessidiacquistoedialtrefunzioniammi-nistrative(gestionedeimagazzini,logistica,gestionedelleretiinformativeeorga-nizzazionedeicentridiprenotazione).Lescelteregionalinellagestionedegliac-quistiedialtrefunzioniamministrativepossonoesserericondotteaquattromo-delliprincipali14(cooperazioneistituzionale;areevaste;entipubblicigiuridica-menteautonomieaziendaunica)presentatiediscussinelCapitolo2delRapportoOASI201115.Diseguitosifornisceunarappresentazionegraficadegliattualias-

13Tralepiùdrastichedinamichediaccorpamentonell’ambitodeiPdRsiricordanoquilariduzionedelleASLcalabresida11a5(trail2007eil2012)eladiminuzionedelleAOsicilianeda16a5(2009).14Laclassificazionedeimodellidigestionedegliacquistiedialtrefunzioniamministrativeripren-deirisultatidellaricercacoordinatadaMartaMarsilionell’ambitodelprogettoSIVEAS2010.SiringraziaMartaMarsilioperilcontributonell’aggiornamentodiquestasezione.15PerunapprofondimentosuimodelliregionalidicentralizzazionedegliacquistisivedaancheMele(2012),cheriprendeinbuonasostanzalaclassificazionequipresentata(pp.136-137).

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settidiaccentramentodegliacquistipresentineivariSSR(Figura4.1).Lacronolo-giadettagliatadellemodifichenelnumerodistruttureintermediesceltedaiSSRperlagestioneaccentratadell’acquistodibenieservizisanitariedialtrefunzioniamministrativedal1996al30/06/2013èriportatainallegatoalterminedelcapitolo(Riquadro4.4).RispettoalRapporto2012,nonsievidenzianovariazioniufficialinelleformeistituzionaliintermedie,salvol’attivazionedelleAreeVasteinFriuliVG.AseguitodelTavolopergliadempimentidel04/04/2013,invece,laGiuntare-gionaledelPiemontehaannunciatol’abrogazionedelleFederazioniSovrazonali.

4.2.2 LamobilitàdeiDirettoriGeneralidelleaziendesanitariepubbliche16

Ilsoggettostrategicodiun’aziendasanitariapubblica,sebbenesiaunattorecomposito,siincentrasullafiguradelDirettoreGenerale(DG),ilcuiruoloèprofondamentemutatonelcorsodegliultimianniaseguitodelletrasformazioni

16QuestasezioneèstataaggiornataconilfondamentalesupportodiFrancescaFerré.Laprincipa-lefonteècostituitadalleSchederegionali,integrateconricerchesuisitiwebdelleAziendeedelletestategiornalistichelocali.

Figura 4.1 L’accentramento degli acquisti (2013)

(*) Presenza di Azienda Unica Regionale(**) Nella PA di Trento l’approvvigionamento avviene esclusivamente a livello di ASP (1 livello), mentre nella PA di Bolzano può avvenire sia a livello di ASP che di singolo comprensorio.

Fonte: Elaborazione OASI da Marsilio, 2012

**

*Centrale acquisiti regionale

Centrale acquisiti regionalecon focus sanità

Aree Vaste con personalità giuridica

Aree Vaste senza personalità giuridica

*

*

Cooperazione (consorzi/azienda capofila)

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dell’ambientediriferimentoedell’assettoistituzionaleditaliaziende.IlDG,tradizionaleorganofocalizzatosullagestioneinterna,haassuntosemprepiùlafunzionedi«gestorediretidirelazioni»conivarisoggettidelmondosanitarioesocio-sanitario,alfinedigenerarelecondizioniinterneedesterneperlarealiz-zazionediobiettiviassegnatidallaregione(Zuccatelliet al.,2009).

IllegislatorenazionalelasciaallaregioneampimarginidiautonomianelladefinizionedegliobiettividiperformanceperlavalutazionedeiDG.Larotturapiùevidente,coniltradizionaleparadigmaburocraticoèl’ideacheiDGsianonominatisubase«fiduciaria17»,debbanorisponderedeirisultatiraggiuntie,inpresenzadirisultaticonsideratiinsoddisfacenti,possanoesseresostituiti.Tutta-via,lamobilitàdeiDGèlegatanonsoloagiudizisull’operatodelDGstessoinrelazioneairisultatidell’azienda,maancheadinamicheistituzionaliepolitichecomelescadenzedilegislatura,lamodificazionedellemaggioranzeelosposta-mentodegliequilibriinterniallemaggioranzestesse(DelVecchioeCarbone,2002).Nonvannodimenticatialtrielementiextraeconomicichepossonodimi-nuireoaumentaremoltolamobilità,soprattuttoextra-regionale,deiDG:sipen-siafattoriculturaliolinguistici(conparticolareriferimentoallaProvinciaAuto-nomadiBolzano),oallecaratteristichegeografichediunaregione(isolamento,estensione,ecc.).

Allalucedellesuddetteconsiderazioni,questosottoparagrafoaggiornaleanalisisulturnoverdeiDGdelleaziendesanitariepubblicateneiRapportiOA-SIapartiredal2002.Inparticolare,ilsottoparagrafoèdivisointreparti:lapri-mapresentailturnoverdeiDGalivellonazionaleeregionale;lasecondavalutalaformazionediunacomunitàprofessionalediDGdelleaziendesanitariepub-bliche;laterzametteaconfrontoilgradodistabilitàdeivarisistemiregionalieillorogradodiapertura.

Rispettoallaprimadimensione,laTabella4.2mostraladuratamedia18delperiodoincuiogniDGèrimastoincaricainunadataazienda,siaalivellona-zionalecheregionale.Ilvaloremedionazionaleèparia3,6anni,ossia3annie7mesicirca,quindialdisottodelladuratafisiologicadelcontrattodeiDirettori,generalmentefissataincinqueanni.Questoè,sicuramente,unorizzontedige-stionetroppolimitato,considerandoitempinecessariperlarealizzazionediun«progettodigestione»inaziende,comequellesanitarie,caratterizzatedamolte-plicielementidicomplessità.Nel2013,alivellonazionale,siregistraunaflessio-nedelladuratamediaincaricadeiDGrispettoal2012(da3,7a3,6).Confron-tandoivaloridelladuratamediapertipologiadiazienda,leAOhannosempre

17DanotarecheilD.L.158/2012,convertitoinleggeconlaL.189/2012(c.d.»DecretoBalduzzi»)all’art.4hastabilitopiùstringentiparametriperlanominadeiDirettorigenerali,interminidietà,titolodistudio,esperienzapregressanelsettoresanitario,procedurediselezione.18Laduratamediadell’incaricodiunDGalivelloaziendalevienecalcolatacomerapportotrailnumerodianni«n»consideratiperunadeterminataazienda«x»(con1≤n ≤18)eilnumerocom-plessivodeiDGchesisonosuccedutiinquelperiodoinquelladeterminataazienda.

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mostratounastabilitàsuperiorealleASL,anchese,nel2011,sieraraggiuntounallineamento(ASL3,7eAO3,8).Nel2013,latendenzaaunadifferentedurataincaricadeiDGdelleduetipologiediaziendepubblichenonsiriscontraunifor-mementeintutteleregioni.Infatti,inPiemonte,VenetoeFriuliVGlastabilitàdeiDGdelleASLeAOèmoltosimile,mentreinToscanagliincarichideidiret-toridelleASLtendonoasuperarequellidelleAO(3,9contro3,5anni).

LasecondadimensionediindaginehacomeoggettolepersonechehannosvoltoostannosvolgendoilruolodiDG.L’obiettivocapirese,alivellonaziona-le,cisiaosistiaformandounacomunitàprofessionalediDG.L’analisisulgradodi«professionalizzazione»deiDGincrociaduevariabili:

consistenzaedinamicaneltempodellapopolazionedipersonechehannori-copertooricopronolacaricadiDG;

numerodiregioniincuilesingolepersonehannoricopertolacaricadiDG.

Tabella 4.2 Durata media in carica dei DG in una data azienda, per Regione (1996-2013)

Regione AO ASL Totale complessivo

Abruzzo – 4,0 4,0

Basilicata 3,0 3,3 3,2

PA Bolzano – 10,0 10,0

Calabria 2,3 1,5 1,7

Campania 5,2 3,1 3,9

Emilia Romagna 4,9 4,1 4,3

Friuli VG 3,8 3,9 3,9

Lazio 3,2 2,7 2,8

Liguria 5,0 3,7 4,2

Lombardia 4,0 3,7 3,9

Marche 3,5 3,0 3,1

Molise – 3,9 3,9

Piemonte 3,1 3,3 3,2

Puglia 4,4 2,9 3,4

Sardegna 3,6 2,8 2,9

Sicilia 3,5 2,8 3,3

Toscana 3,6 3,9 3,8

PA Trento – 4,5 4,5

Umbria 3,8 2,6 2,9

Valle D’Aosta – 4,5 4,5

Veneto 4,7 4,5 4,5

ITALIA* 3,9 3,5 3,6

(*) Valore medio calcolato come media aritmetica di tutte le durate medie aziendali.

Fonte: OASI, 2013

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121LastrutturaeleattivitàdelSSN

LaFigura4.2incrocialeduevariabili,rappresentandoilfenomenoinungrafi-coabolle(l’areadellebolleèproporzionaleallanumerositàdelleclassi).Sievidenziacosì,perogniclasseidentificata,ilnumerodegliindividuiadessaap-partenenti.

Ilgraficomostracome,delle270personechehannoun’esperienzadiseiopiùannicomeDG,soloil14%l’abbiamaturatainaziendedidiverseregioni.D’al-traparte,rimanemoltoaltoilnumerodipersonechehannoricopertolacaricasoloperuno,dueotreanni(rispettivamente292,126e142).L’incidenzadellasommaditaliclassisièperòridottamarginalmentenelcorsodeltempo,passan-dodapocopiùdel55%nel2003al52%nel2013.

AnalizzandoiDGchehannooperatoinpiùdiunaregione,prevalgonospo-stamentitraregionilimitrofeeperlopiùsitrattadimanagerchehannooperatoindue,treo,massimo,quattroregionidiverse.

Perinformazionisull’identikitprofessionaledeiDGapartiredaun’analisidei curriculum vitaesirimandaalcapitolo8delpresenterapporto.

Infine,laterzadimensionedianalisimetteaconfrontolamobilitàdeiDGneidiversisistemiregionalisullabasedeidueindiciinizialmentepropostinelRap-portoOASI2003(Carbone,2003):l’indicediinstabilitàdelsistemaregionale19(propensionedelsistemaacambiareipropriDG)el’indicediaperturadelsi-stemaregionale20(propensionedelsistemaadassegnarel’incaricoapersoneesterne,qualiDGdiaziendedialtreregioniosoggetticheperlaprimavoltari-cevonol’incarico,invecechefarruotareiDGfraleproprieaziende).L’indicediaperturanonèovviamentecalcolatoperleregionichepertuttiglianniconside-ratirisultanomono–azienda(ValleD’AostaePAdiTrento),inquantoilcon-cettodirotazionedeiDGtraleaziendedellaregioneperdedisignificatoeilsi-stemaèperdefinizioneperfettamenteaperto21.Inoltre,taleindicesaràprogres-

19L’indicediinstabilitàdelsistemaregionalevienecalcolatocomerapportotrailnumeroeffettivodimutamentideiDGchesisonorealizzatinellaregioneeilnumerodimutamentiteoricamentepossibili,dovequest’ultimoèdatodalprodottotra(i)numerodiaziendeesistentiall’internodellaregioneinogniannoconsideratoe(ii)numerodianniconsideratimenouno.Taleindicevariainunintervallocompresotrazeroeuno,estremiinclusi:unsistemaèperfettamenteoquasistabilequan-dol’indiceèpariotendeazero;èperfettamenteoquasiinstabileselostessoindiceèpariotendeauno.Sel’indiceèpariazerolaregionenonhamaicambiatoalcunDG,sel’indiceèpariaunoogniaziendahamutatoilDGognianno.Sisegnalachenelcasodifusionidipiùaziendelanuovaaziendavieneconsideratacoincidenteconunadellevecchie.20L’indicediaperturadelsistemaregionaleèdatodalladifferenzatrailnumerodipersonechehannoricopertolacaricadiDGinunaopiùaziendedellaregionenelperiodo1996-2013eilnume-romassimodiaziendepresentinellaregionenelcorsodeglianni,divisaperilnumerodicambia-mentieffettividiDGnelleaziendedellaregionenelperiodoconsiderato.L’indicevariainuninter-vallocompresotrazeroeuno:unsistemaregionalevienedefinitoperfettamenteoquasiapertosel’indiceèpariotendeauno,ossiaseprevalelatendenzaanominarepersoneesterne;invece,ilsi-stemavienedefinitochiusosel’indiceèpariotendeazero.Sisegnalachenelcasodifusionidipiùaziendelanuovaaziendavieneconsideratacoincidenteconunadellevecchie.21Èpossibileinvececalcolarel’indicediinstabilitàcheèpari,a0,167perentrambeleregioni.

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sivamentemenosignificativoancheperquelleregionichenelcorsodegliultimiottoannisonodivenutemono–azienda(MoliseePAdiBolzano).

Associandoaogniregioneivalorideidueindici,vienearappresentarsiunsistemadiassicartesiani(Figura4.3).Inparticolare,l’assedelleascisserappre-sentailgradodiinstabilitàel’assedelleordinateilgradodiapertura.L’interse-zionedeidueassi(0,24;0,72)22rappresentalamedianazionale,sostanzialmenteinvariatarispettoal2012.Inquestomodosiraffiguraunamatriceaquattroqua-dranti.

Nelprimoquadrantesicollocanoleregionicaratterizzatedaelevatigradidiinstabilitàediapertura(regioni«adaltavariabilità»).QuestecaratteristichesiriscontranomaggiormenteinalcuneregionidelCentro-Sud:Calabria,Sar-degna,Campania,LazioeBasilicata.LaCalabriasiconfermacomelaRegio-neapiùaltogradodiinstabilitàdell’interoPaese,ancheseilrelativoindiceè

22L’indicediinstabilitànazionalevienecalcolatocomequelliregionali,ossiacomerapportotrailnumerototaledeicambiamentiavvenutiinItaliatrail1996eil2013(1.175)eilnumerototaledeipossibilicambiamenti(4.807).Ilvaloreèparia0,24.L’indicediaperturanazionaleècalcolatocomedifferenzatrailnumerocomplessivodellepersonechedal1996al2013hannosvoltoosvol-gonoilruolodiDG(1.099),eilnumerodiaziendeponderatoperilloronumerodiannidiesisten-za(267)divisoperilnumerodimutamentieffettivichesisonorealizzatinell’arcodelperiodoconsiderato(1.175):ilvaloreèparia0,72.Sisegnalachetalerisultatoconsideradue(n)volteiDGchehannooperatoindue(n)regioni,ilchepuòpermettereconfrontipiùomogeneiconidatiregionali.QuestospiegaperchéilnumerodeiDG(1.099)noncoincideconquantoriportatoinFigura4.2.

Figura 4.2 Distribuzione dei DG per numero di anni e numero di regioni in cui hanno ricoperto la carica (N=1.073)

Fonte: OASI, 2013

292

4 4

2

2

1

6

1

5

1

36

5

39

5

32

4

1

13

4

20

3

14

1

7

3

1

1

7 3

2

1

2

2

1

0

1

2

3

4

5

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18

122 136 112 121 57

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diminuitorispettoal2012(da0,54a0,51).Tuttelealtreregionievidenzianovaloristabili23.

Ilsecondoquadranteraggruppaisistemiregionalistabiliedaperti,incuiicambiamentideiDGsonorariedavvengono,prevalentemente,nominan-dopersoneesternealsistemaregionale.Inquestoquadrantesiposiziona,inmanieraevidente,laPAdiBolzano,cheregistraivaloridiinstabilitàpiùridottidelPaese24.Sicollocanopiùvicinoallamedianazionaleperl’indicediinstabilitàAbruzzoeMarcheeperentrambigliindicilaLiguria.Lere-gionidiquestoquadrantenonregistranosignificativevariazionirispettoal2012.

Ilterzoquadranteraggruppaisistemiregionalichepresentanoelevatigradidistabilitàedichiusura(regioni«statiche»).LaLombardiaeilMolisesicol-locanosuvaloriparticolarmentebassidiapertura(ancheseilMolise,mono–aziendadal2005,èpassatoda0,56a0,6nelcorsodell’ultimoanno).EmiliaRomagnaeVenetoevidenzianovaloriparticolarmentebassidiinstabilità,conquest’ultimaregionecheaumentaivaloridientrambigliindici(da0,13a0,17l’instabilità,da0,64a0,67l’apertura).ToscanaeFriuliVGsiposizionano

23Quienelrestodelparagrafosiconsideranocometrascurabililevariazioniinferiorioparia0,02invaloreassoluto.24Sitratta,inrealtà,diunsistemaad«aperturafittizia»:l’attualedirettoredell’ASPunica,prece-dentementeincaricapressol’ASLdiBolzano(chehaincorporatotuttelealtrepre-esistentiazien-dealto-atesine),ricopreilruolodiDGdall’iniziodellarilevazione(1996).Adoggi,èquindiformal-mentealprimoincaricoall’internodelsistemasanitariodellaPAdiBolzano.

Y=In

dice

di a

pert

ura

X=Indice di instabilità

ABR

BAS

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LAZ LIG

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PIE PUG

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UMB

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I II

IV III

1,00

0

0 0,6

0,24; 0,72

Figura 4.3 Matrice di mobilità dei DG. Posizionamento in base a indice di instabilità (ascisse) e di apertura (ordinate) (1996-2013)

Fonte: OASI, 2013

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124 RapportoOASI2013

piùvicinoallamedianazionaleeregistranosoloridottevariazionideltassodiaperturaediinstabilità.

Ilquartoquadranteraggruppaleregionicaratterizzatedaunaltogradodiinstabilitàedichiusura,valeadiresistemiregionaliincuiicambiamentideiDGsonofrequentiedavvengono,prevalentemente,facendoruotareiDGfraleaziendedellastessaregione(regioni«autosufficienti»).Questecaratteristi-chesiriscontranoinmanierarelativamenteevidenteinUmbria,mentreSici-lia,PugliaePiemontesiposizionanopiùvicinoallamedianazionale.Ivaloridiquesteregionirimangonocostantinelcorsodell’ultimoanno,adeccezionedell’Umbria,doveiltassodiaperturacalada0,61a0,57.

4.3 Lerisorsestrutturalidelleaziendesanitarie

LeesigenzedicontenimentodellaspesasanitariaediriqualificazionedeiSSRhannocomportatounaprogressivaecostanteazionedirazionalizzazionedell’offerta.Taletendenzahainteressatotantol’ambitoospedaliero,quantoquelloterritorialeedell’emergenza-urgenza.

Ilparagrafoproponeun’analisidell’evoluzionedellacapacitàdioffertaditalilivellidiassistenza,distinguendoeconfrontandoledinamichecaratterizzantil’offertapubblicaeprivataaccreditata.

4.3.1 Lacapacitàdioffertadellestruttureospedaliere

Conl’avviodeiprocessidiriformadeglianniNovanta,sonostatirealizzatinu-merosiinterventifinalizzatiallarazionalizzazionedellareteospedaliera:siètrattatodiaccorpamenti,riconversionifunzionaliodismissionichehannori-guardatoprevalentementestrutturedilimitatedimensioniinterminididotazio-needattività25.

Ciòhacomportato,nelperiodo1997-2010,unaprogressivariduzione(–33%)delnumerodellestrutturepubblicheedequiparate(Figura4.4)26.

Nellostessoarcoditempo,invece,lestruttureprivateaccreditatehannore-gistratounandamentostabile(–1%):inparticolare,sinotaunlievissimoau-mentoapartiredall’anno2002finoal2006,poiunadiminuzionedel5%trail2006eil2010.

25Inparticolare,siricordanoglistandardminimidiriferimentoperladotazionedipostiletto(120)edisaturazionedellacapacitàproduttiva(utilizzomedioannuodeipostilettopariosuperioreal75%)indicatidallanormativa(rispettivamente,L.412/91,art.4,c.3ess.mm.eL.662/96art.1,c.1-4).26ConriferimentoallaFigura4.4,inbaseallostoricodelleinformazionidisponibili(flussiHSP12exDM05/12/2006),ilmodellodiclassificazionedellestruttureprevedetrecategorie:pubbliche,equiparateeprivateaccreditate,comedettagliatodallanotaallatabella.Nelprosieguodelparagra-fo,anchelaFigura4.5,laFigura4.7elaTabella4.4adottanoquestaclassificazione.

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125LastrutturaeleattivitàdelSSN

L’obbligodirazionalizzazionedellaretevieneripresodalPianoSanitarioNa-zionale(PSN)2006-200827edalPattoperlaSalute2010-2012che,tragliobiet-tiviprioritari,individuanolariorganizzazionedellareteospedalieraattraversoladismissionedegliistitutiminoriel’incrementodell’appropriatezzadeiricove-ri,sviluppandounamaggioreoffertadiassistenzaterritorialeecreandodeiCen-tridieccellenza.IlD.L.95del06/07/2012(«Disposizioniurgentiperlariduzionedellaspesapubblicaaserviziinvariati»)riprendequestiindirizzieprevedecheleregionieffettuinounaverificadellafunzionalitàdellaretediofferta,conpar-ticolareriferimentoaipresidipubblicisottodimensionati28.

Illivelloregionaleharecepitoprogressivamentegliobiettivifissatidaidocu-mentidiprogrammazionesanitarianazionale,procedendoalriordinodellareteospedaliera(conriferimentosiaallestrutturepubblichecheaquelleprivateac-creditate).Inparticolare,oltreaitradizionaliobiettividirazionalizzazionedelleattivitàedimiglioramentodell’appropriatezzadelleprestazionisanitarie,lere-gionihannoemanatoindirizzielineeguidavincolantiperlariduzionedeipostiletto,lariconversionedegliospedalidipiccoledimensioniinstruttureterritoria-lieilpotenziamentodellestruttureoperativedelsistemadiemergenza-urgenzaregionale(cfr.capitolo6delRapportoOASI2011).

27IlPianoSanitario2006-2008èl’ultimoPSNapprovatoerisultaquelloufficialmenteinvigore.28Articolo15,comma13,letterac.Perospedalidi«piccoledimensioni»,quiediseguito,siinten-donolestrutturedotatedimenodi121postiletto.

Figura 4.4 Numero di strutture di ricovero pubbliche ed equiparate e private accreditate (1997-2010)

Nota: le strutture pubbliche comprendono i Presidi a gestione diretta ASL, le Aziende Ospedaliere. Le strutture equiparate inclu-dono le AO integrate con l’SSN, i Policlinici universitari privati, gli IRCCS pubblici e privati, gli Ospedali classificati, gli Istituti sa-nitari privati qualificati presidi USL, gli Enti di ricerca. Le strutture private accreditate comprendono le case di cura accreditate.

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

Pubbliche ed equiparate Private accreditate

0100200300400500600700800900

1.000

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

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126 RapportoOASI2013

PerladistribuzionegeograficadellestrutturediricoverosirimandaallaTa-bella2.7delRapportoOASI2012.Afrontedi494strutturediricoveropubbli-che,siregistravano676struttureprivate(dicui612accreditatee64nonaccredi-tate).Perquantoriguardalestrutturepubbliche,sinotavaunaprevalenzadeipresidiagestionediretta(384intotale),principalmenteconcentratinelleregio-nidelCentro-Sud(76%).Specularmente,lamaggiorpartedeipresididiAzien-deOspedalieresitrovavaalNord(68%deltotale).Sicontavano60IRCCS,dicui38privati,concentratisoprattuttoinLombardia(25,dicui20privati).IPoli-cliniciUniversitari,pubblicieprivati(rispettivamente,8e2)eranopresentisolonelLazioenelMezzogiorno.Considerandolecasedicuraprivate,eraevidentelaprevalenzadellestruttureaccreditate(90%).

LaTabella4.3analizzalestrutturediricoverodalpuntodivistadimensionale,individuandotremacro-classi:AO(considerateunitamentealleAOintegrateconl’Università)eAOintegrateconl’SSN(exPolicliniciuniversitaripubblici)presentanolamaggioredotazionedipostiletto(PL)utilizzati,conunamedia,rispettivamente,di682e679postinel2010;presidiagestionediretta,IRCCSeOspedaliclassificatisicollocanoadunlivellodimensionaleintermedio,rispetti-vamentecon190,223e209PL;leCasedicuraprivate,infine,raggiungonome-diamenteappena81PLaccreditati29.LaTabella4.3evidenziacome,oltrechenelnumerodistrutture,sisiaregistrata,finoal2009,unariduzionenelledimen-sionimedieinterminidipostiletto:inparticolare,questosièverificatoperleAO(–24,7%trail1997eil2009),leAOintegrateconl’SSN(–28,7%)elecasedicuraaccreditate(–15,8%).Tuttavia,dal2009al2010sirilevaunaumento,so-prattuttonelleAOeAOintegrateconl’università,chepassanoda628a68230PLmedi,enelleAOUintegrateconl’SSN,chepassanoda610a67931PLmedi.

Passandoall’analisideipostilettoperregimediricovero,conriferimentoalricoveroindegenzaordinaria(Figura4.5),sièregistrataunafortediminuzionedeipostilettopubbliciedequiparati,ridottisidel36,9%trail1997eil2010.Ipostilettodellecasedicuraaccreditatesonoinvececalatidel22,9%.

Nelcorsodel2010,nellestrutturepubblicheedequiparatesièregistrataunariduzionedipostilettoinregimeordinario(RO)dell’1,27%.Nellestruttureac-creditatelariduzionedipostilettotrail2009eil2010èstataparia1,1puntipercentuali,evidenziandouncalomenomarcatorispettoall’annoprecedente(2,4%trail2008eil2009).

Perquantoriguarda,invece,ladotazionediPLperricoveriinregimediurno,sièregistrato,nell’arcodeiquattordicianni,unincrementoparial36%(da22.066a

29QuestodatosiriferiscealnumerodipostilettodedicatiasvolgereattivitàpercontodelSSNenonriflettenecessariamenteledimensionirealidellecasedicuraprivate,poichéquestepossonoincluderenelladotazionestrutturaleanchepostilettononaccreditati.30Ilforteaumentodipostilettotrail2009eil2010èdaimputareprincipalmentealriordinodelSSRsiciliano,chehacomportatoilpassaggioda16a5AziendeOspedaliere.31L’aumentoèdaimputareesclusivamenteall’incrementodeipostilettoda4.881a5.435.

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127LastrutturaeleattivitàdelSSN

29.991unità).Ancheseinterminiassoluti,l’aumentodeiPLpubblicièmaggiorerispettoaquellodeiPLprivatiaccreditati,l’aumentopercentualediquestiultimièpiùmarcato.Infatti,iPLpubbliciedequiparatisonocresciutidel23,8%(da21.247a26.300),mentrequelliprivatisonopiùchequadruplicati(da819a3.691),conunaumentocomplessivomoltorapido(81%)nelperiodo2001-2004.Questatendenzaerastataavviataneglianni1995-1997,inattuazionediquantoprevisto

Tabella 4.3 Dimensione media (n. posti letto utilizzati per la degenza ordinaria) per tipologia di struttura di ricovero (1997-2010)

Tipologia struttura 1997 2000 2005 2008 2009 2010 Variazione 1997-2010

AO e AO integrate con Università 834 774 660 630 628 682 –18,2%

Presidi a gestione diretta ASL 199 184 193 192 189 190 –4,4%

AOU integrate con SSN 856 832 620 621 610 679 –20,6%

IRCCS pubblici e privati 243 247 224 227 223 223 –8,4%

Ospedali classificati(1) 234 223 211 213 211 209 –10,6%

Case di cura accreditate(2) 98 89 85 84 83 81 –16,9%

(1) Ex art. 1 ultimo comma L. 132/68 e art. 41 L. 833/78(2) Numero medio dei posti letto accreditati

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

PL pubblici ed equiparati PL privati accreditati

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Num

ero

PL in

RO

Figura 4.5 Numero di posti letto previsti (RO, acuti e non acuti), pubblici ed equiparati e privati accreditati (1997-2010)

Nota: le strutture pubbliche comprendono i Presidi a gestione diretta ASL, le Aziende Ospedaliere e le Aziende Ospedaliere inte-grate con l’Università. Le strutture equiparate includono le AOU integrate con l’SSN, i Policlinici universitari privati, gli IRCCS pubblici e privati, gli Ospedali classificati, gli Istituti sanitari privati qualificati presidi USL, gli Enti di ricerca. Le strutture private accreditate comprendono le case di cura accreditate.

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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128 RapportoOASI2013

daiD.Lgs.502/1992e517/1993,esièulteriormenteaccentuatasoprattuttoneglianni2001-2003,anchecomeconseguenzadelleesigenzenazionalidicontenimen-todellaspesaediincrementodell’appropriatezzadelregimediricovero.Dase-gnalarechedal2008iltrendsièinvertito,registrandouncalodelladotazionepo-stidilettoinregimediurno.Taleriduzionetrail2009eil2010èparial2,9%(–904unità).Tuttaviaquestadiminuzioneèfruttodelbilanciamentotrailfortecalochehainteressatosiaglierogatoripubbliciedequiparati(–1059unità;–3,9%)el’au-mentochehainteressatoquelliprivatiaccreditati(+155unità,paria+4,4%).

Idatididotazionestrutturalerelativialtrenddelbiennio2010-2012,pubbli-catiinformaaggregata(RO+DH)adagosto2013,confermanolatedenzacom-plessivaallariduzionedeiPL.Nel2012ilSSNdisponevadi230.068PL(–18.754rispettoal2010,–7,5%dicui185.595 instrutturepubblicheoequiparate(–15.384;–7,7%)e44.473incasedicuraprivateaccreditate(–3.374;–7,1%).

Ledinamichediriduzionedelladotazionestrutturalederivanodaunforteimpulsodellivellocentrale.Inparticolare:

laL.405/2001(art.3,comma4)definivaunostandarddi5PLospedalieri(RO+DH)permilleabitanti,dicuil’1permilleriservatoariabilitazioneelun-godegenzapost-acuzie,stabilendocheilpersonaleinesuberovenisseriassorbi-todallestrutturericonvertiteetramiteilpotenziamentodellecuredomiciliari;

l’IntesaStato-Regionidel23marzo2005(art.4,comma1)haintrodottol’ob-bligodiadeguare,entrol’anno2007,ladotazionediPLospedalieriaccredita-tiedeffettivamenteacaricodelSSRadunostandardmassimodi4,5PLpermilleabitanti,comprensividellariabilitazioneedellalungodegenzapost-acu-zie,adattando,diconseguenza,ledotazioniorganichedeipresidiospedalieripubblici.Perfacilitareilraggiungimentodell’obiettivo,èstataammessalapossibilitàdiscostamentirispettoallostandard,purchènonsuperiorial5%inrapportoallediversecondizionidemograficheregionali,conladefinizionediobiettiviintermediperglianni2005e2006;

ilPattoperlaSalute2010-2012(art.6,comma1)haimpostoaregioniepro-vinceautonomediimpegnarsiadadottareprovvedimentiperconseguireunostandarddeiPLospedalieriaccreditatiedeffettivamenteacaricodelSSRancorapiùstringente,ossianonsuperiorea4PLper1.000abitanti,compren-sividi0,7perriabilitazioneelungodegenza32.

32IcriterisopraelencatisonoribaditianchenelloSchemadiPianoSanitarioNazionale2011-2013.Leregionidovevanoadempiereall’obbligoentroil30giugno2011adeccezionediquellesottopo-steapianodirientro,perlequaliiltermineerafissatoal31dicembre2010.Perfacilitareilraggiun-gimentodell’obiettivo,ancheinquestocaso,erastataammessalapossibilitàdiprevederescosta-mentirispettoallostandard,purchénonsuperiorial5%,finoalladefinizionedinuoviriferimentidapartedellaConferenzaStato-Regioni.Dasegnalare,comunque,cheloschemadiPSN2011-2013èall’esameparlamentaredaoltreunannoepuòconsiderarsisuperatodallepiùrecentidispo-sizioni(D.L.95del06/07/2012).

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129LastrutturaeleattivitàdelSSN

IlrispettodiquestistandardèstatooggettodiverificaannualedapartedelCo-mitatoLEA,istituitopressoilDipartimentodellaQualitàdelMinisterodellaSalute.Laverificahariguardatosial’adeguamentodelladotazionediPLallostandard,sial’adozionedeiprovvedimentiregionalivoltiaprogrammarelari-modulazionedell’offertaospedaliera.

Nel2010ladotazionemedianazionalediPL–inregimedidegenzasiaordi-nariachediurna–eraparia3,5permilleabitantipergliacutiea0,6perinonacuti(Figura4.6).RispettoalleprescrizionidelPattoperlaSalute,lagranpartedelleRegioninonèriuscitaarispettarelostandarddi4PLcomplessivi.Rispet-tanoquestostandardCampania,Umbria,Basilicata,Sicilia,Toscana,Puglia,Ca-labria,VenetoeAbruzzo.Ladifficoltànelrispettarelostandardcomplessivoderivaprincipalmentedalladotazionedipostilettoperacuti;infattilostandardperlalungodegenzadi0,7èrispettatodatutteleRegioni,tranneLombardia,EmiliaRomagna,Piemonte,Lazio,MoliseeProvinciaAutonomadiTrento.

Infine,ilD.L.95del06/07/2012(art.15,comma13,letterac)haridottoulte-riormenteladotazione-obiettivoa3,7PLper1.000abitanti,dicui0,7perriabi-litazioneelungodegenza.IlDecretoLegge,convertitoconmodificazionidallaL.135del07/08/2012,specificachelariduzioneèacaricodeipresidiospedalieri

Posti Letto per acuti/1000 ab. Posti letto per non acuti/1000 ab.

0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0

CampaniaUmbria

BasilicataSicilia

ToscanaPuglia

CalabriaVeneto

AbruzzoMarche

ItaliaSardegna

Friuli Venezia GiuliaValle D’Aosta

PiemonteLiguria

PA BolzanoLombardia

Emilia RomagnaLazio

PA TrentoMolise

Figura 4.6 Posti letto previsti per acuti e non acuti (RO e DH) / 000 abitanti (2010)

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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130 RapportoOASI2013

pubbliciperunaquotanoninferioreal50percentoedèconseguitaesclusiva-menteattraversolasoppressionediunitàoperativecomplesse33.

LaFigura4.7approfondisce,invece,ledifferenzeregionaliinterminidipesorelativodelprivatoaccreditato.Intutteleregioni,l’offertaèprevalentementepubblica34,conunamedianazionaledell’80,7%.Alivelloregionale,ilprivatoaccreditatocostituisceunaquotasignificativadell’offertatotaleinCalabria(32,5%),Campania(32,2%)eSicilia(25,3%);lapercentualediprivatoaccredi-tatoè,alcontrario,moltobassainLiguria(2,6%),Veneto(6,4%),Basilicata(7,4%)eUmbria(8,4%).Nelperiodochevadal1998al2010,larilevanzadeiPLaccreditatièaumentatainItaliadi2puntipercentuali.Gliincrementipiùsignificativisisonoavutinelleregionimeridionali,specialmenteinSicilia,Moli-seePuglia;Lazio,EmiliaRomagnaeAbruzzo,invece,hannoregistratounde-crementonell’offertadiPLprivatiaccreditati.

Infine,sesiconsideracomeiltotaledeiPLprivatiaccreditatièsuddivisoper

33IlDecretomantienecomevariabiledicontrolloperl’adeguatezzadell’offertauntassodiospe-dalizzazionedi160ricoveriper1.000abitanti,dicuialmenoil25%erogatiinDH.34Tralestrutturepubblichesiconsideranoanchelestruttureequiparate.

0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0%

LiguriaVeneto

BasilicataUmbria

Friuli Venezia GiuliaMolise

PA BolzanoToscana

Valle D’AostaMarche

PugliaEmilia Romagna

PA TrentoPiemonte

ItaliaAbruzzo

LombardiaSardegna

LazioSicilia

CampaniaCalabria

Figura 4.7 Percentuale di posti letto privati accreditati sul totale dei posti letto previsti per acuti e non acuti (RO e DH) nel 2010

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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131LastrutturaeleattivitàdelSSN

areageografica,èpossibileevidenziarecome,nel1998l’offertaprivataaccredi-tataeramaggiormenteconcentratanelNordItalia(36%contro32%nelCen-tro35enelSud);nel2010,lasituazionerisultadifferente,conunapresenzadelprivatoaccreditatoparial39%alNord,al38%nelSudesoloal23%nellere-gionidelCentroItalia.

Un’importantefunzionesvoltadallestrutturediricoveroèlarispostaalleurgenze.Dall’analisidelladiffusionediquestatipologiadiservizi(Tabella

35Inquestocaso,ilCentroItaliacomprendeancheAbruzzoeMolise,mentreilSudincludeSiciliaeSardegna.

Tabella 4.4 Servizi per le emergenze all’interno delle strutture di ricovero (2010)

Regione

% s

trut

ture

 pu

bblic

he d

otat

e di

 DE 

% s

trut

ture

 pu

bblic

he d

otat

e di

 PS

% s

trut

ture

 pu

bblic

hedo

tate

 di

 PSP

% s

trut

ture

 pu

bblic

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otat

e di

 CR

% A

mbu

lanz

e di

 tipo

 «A

» co

n m

edic

o in

 st

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re p

ubbl

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% C

ase 

di c

ura 

accr

edita

te d

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 DE

% C

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di c

ura 

accr

edita

te d

otat

e di

 PS

% C

ase 

di c

ura 

accr

edita

te d

otat

e di

 PSP

% C

ase 

di c

ura 

accr

edita

te d

otat

e di

 CR

Piemonte 65% 73% 20% 68% 44% 0% 0% 0% 8%

Valle D’Aosta 100% 100% 100% 100% 0% 0% 0% 0% 0%

Lombardia 67% 73% 38% 75% 3% 8% 22% 3% 18%

PA Bolzano 43% 100% 0% 71% 0% 0% 0% 0% 0%

PA Trento 0% 78% 11% 22% 1% 0% 0% 0% 0%

Veneto 66% 76% 13% 68% 24% 7% 7% 0% 0%

Friuli VG 69% 81% 19% 69% 3% 0% 20% 0% 0%

Liguria 58% 67% 42% 67% 3% 0% 0% 0% 25%

Emilia Romagna 85% 93% 15% 78% 18% 0% 0% 0% 13%

Toscana 83% 79% 10% 67% 29% 0% 0% 0% 3%

Umbria 55% 82% 0% 64% 57% 0% 0% 0% 0%

Marche 44% 84% 3% 41% 57% 8% 8% 0% 0%

Lazio 32% 68% 11% 51% 56% 5% 6% 0% 6%

Abruzzo 62% 100% 5% 57% 69% 0% 0% 0% 33%

Molise 57% 71% 0% 71% 0% 0% 0% 0% 33%

Campania 55% 84% 38% 66% 35% 10% 18% 0% 10%

Puglia 60% 92% 3% 62% 34% 0% 0% 0% 12%

Basilicata 33% 78% 0% 67% 0% 0% 0% 0% 0%

Calabria 50% 86% 6% 36% 60% 3% 3% 0% 0%

Sicilia 28% 93% 9% 57% 16% 2% 2% 0% 8%

Sardegna 22% 75% 13% 50% 10% 0% 0% 0% 8%

ITALIA 52,2% 80,9% 15,5% 60,1% 22,0% 3,8% 7,0% 0,4% 9,4%

Nota: le strutture pubbliche includono anche le strutture equiparate (AOU integrate con l’SSN, Policlinici universitari privati, IRCCS pubblici e privati, Ospedali classificati, Istituti sanitari privati qualificati presidi USL, Enti di ricerca).

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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132 RapportoOASI2013

4.4),siregistracomelagrandemaggioranzadellestrutturepubblichesiadota-tadeiservizidiProntoSoccorso(PS)edicentririanimazione(CR),rispettiva-mentenel80,9%enel60,1%deicasi.UnveroeproprioDipartimentodiEmergenza(DE),chedovrebbeforniremaggiorigaranzieinterminidisicu-rezzaequalitàdellecure,èpresentenel52,2%dellestrutture.Alcontrario,lestruttureprivateaccreditateoffronomoltopiùraramenteiservizidigestionedelleemergenze36:ilDEèpresentesolonel3,8%deicasi,ilPSnel7%,ilCRnel9,4%.Unserviziofondamentalepergarantireun’assistenzapiùadeguataaipazientipiùgiovani,ilProntoSoccorsoPediatrico(PSP),èpresentesolonel15,5%dellestrutturepubblicheeinduestruttureprivateaccreditatelombar-de.Lamaggiorfocalizzazionedelprivatoaccreditatosullanon-acuzie(cfr.§4.4.1)contribuisceaspiegarelascarsapresenzadiserviziperleemergenzenellestrutture.

4.3.2 Lacapacitàdioffertadellestruttureterritoriali

Latendenzadegliultimianni,tantonegliindirizziprogrammaticiquantonellapratica,èstataquelladiporremaggioreattenzioneall’assistenzaterritoriale(§4.4.2).Ciòsiètradottoprincipalmenteinsforziperilpotenziamentodeidi-stretti37.Questiultimi,infatti,sonodeputatiall’organizzazionedeiservizidiassistenzaprimaria,ambulatorialeedomiciliare;sonoresponsabili,incoordi-namentoconl’assistenzaospedaliera,dellagestionedelleattivitàsocio-sanita-riedelegatedaiComuni,nonchédelsupportoallefamiglieeallepersoneindifficoltà(anziani,disabilifisiciepsichici,tossicodipendenti,malatiterminali,ecc.).

Dal2001al2010,ilnumerodeidistrettialivellonazionaleèpassatoda875a722(–17,5%),conilconseguenteaumentodellapopolazionemediadiriferi-mento(da66.107nel2001a83.574nel2010).Alivelloregionale,leriduzionipiùevidentirispettoalnumerodeidistrettiriguardanolaCampania(da107a72),ilVeneto(da82a50)e,soprattutto,laToscana(da111a31).Siregistrano,d’altra

36Questodatorisentedelfattocheesistonomoltestruttureprivateaccreditatedipiccoledimen-sioni;infatti,poichéperunamigliorecuradelpaziente,iPSdevonoesserecollocatiinstrutturedigrandidimensioni,generalmentelestruttureprivateaccreditatedipiccoledimensioninonhannoiPS,mentrenesonodotatiiprivatiaccreditatidigrandidimensioni.37LoSchemadiPSN2011-2013indicacome«Ilcoordinamentoel’integrazioneditutteleattivitàsanitarieesocio-sanitariealivelloterritorialevengonogarantitidaldistrettoalqualesonoaltresìaffidatiicompitidiricercare,promuovereerealizzareopportunesinergietratuttiisistemidioffer-taterritorialeedifungeredastrumentodicoordinamentoperilsistemadellecureprimarie(MMGealtreprofessionalitàconvenzionate).Ildistrettorappresenta,inoltre,l’interlocutoredegliEntiLocaliedesercitatalefunzioneinmodocoordinatoconlepoliticheaziendali».Centridiurnipsi-chiatricieingeneralestrutturechesvolgonoattivitàditiposemiresidenziale.ResidenzeSanitarieAssistenziali,Caseprotette,eingeneralestrutturechesvolgonoattivitàditiporesidenziale.

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133LastrutturaeleattivitàdelSSN

parte,9regioniincuiidistrettisonoaumentati(PAdiBolzano,Liguria,EmiliaRomagna,Lazio,Molise,Calabria,UmbriaeSardegna).Considerandonuova-mentelaprospettivanazionale,nelperiodo2001-2010,èaumentatoilnumeromediodidistrettiperASL(da4,4a4,9).

AcompletamentodelquadrosullostatodiattuazionedellaretedeidistrettiinItaliasirimandaalCapitolo2delRapportoOASI2011,incuisonoillustratiirisultatidellasecondaindaginead hoccondottadaAge.Na.Snel2010.

Perl’erogazionedelleprestazioniterritoriali,idistrettisiavvalgonodiunapluralitàdistrutture,classificabilicomesegue:

struttureincuisieroganoprestazionispecialistichecomel’attivitàclinica,dilaboratorioedidiagnosticastrumentale(ambulatorielaboratori);

strutturesemiresidenziali,comeadesempioicentridiurnipsichiatricieperanziani;

struttureresidenziali,qualileresidenzesanitarieassistenziali(RSA),gliHo-spiceelecaseprotette;

altrestruttureterritoriali,comeicentrididialisiadassistenzalimitata,glista-bilimentiidrotermali,icentridisalutementale,iconsultorimaterno-infantilieicentridistrettuali.

LaTabella4.5presentaladistribuzionedellestrutturesopraelencatenelledi-verseregioniitaliane.Alivellonazionale,ilperiodo1997-2010sicontraddistin-gueperl’incrementodellestruttureterritoriali(+49,6%)e,traqueste,perilsempremaggioreapportodelprivatoaccreditato(passatodaunaquotadistrut-turedel33,7%nel1997aunadel53,1%nel2010,conunincrementointerminidinumerodistruttureparial136%).Ilsignificativoaumentodellestruttureterritorialièdovutoprevalentementeall’incrementodellestrutturesemiresi-denzialieresidenziali,cresciuterispettivamentedel214%edel238,1%nell’ar-cotemporaleconsiderato.Questestrutture,inparticolare,sonogestiteprevalen-tementedalprivatoaccreditato,ilcuipesoèpassatorispettivamentedall’8%e5%del1997al62,8%e75,4%del2010.L’unicaeccezioneèlacategoriadeno-minata«Altrestruttureterritoriali»,doveilprivatoraggiungel’11,7%nel2010(5%nel1997).

Analizzando,invece,ildettaglioregionale,lasituazioneapparepiùdiversifi-cata:

nelcasodi«AmbulatorieLaboratori»,Lombardia,Lazio,Abruzzo,Molise,Campania,PugliaeSiciliasicaratterizzanoperuncontributodelprivatoac-creditatosuperioreallamedia,compresotrail61,9%dellaLombardiael’81,1%dellaCampania.Tuttelealtreregioni,alcontrario,presentanovaloriinferioriallamedianazionale;ivaloripiùbassisiregistranoinPiemonte(20,2%)eUmbria(21,1%);

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134 RapportoOASI2013

perquantoriguardale«Altrestruttureterritoriali»,ilcontributodelprivatoaccreditatoèmoltolimitatoadeccezionediVenetoeCampania,chesicarat-terizzanoperun’offertadelprivatoaccreditatoparirispettivamenteal23,6%eal30%;

conriferimentoallestrutture«Semiresidenziali»e«Residenziali»,sonoso-prattuttoleregionidelNordItalia(oltreaMoliseePuglia)apresentarelepercentualipiùelevatedistruttureprivateaccreditate.

Tabella 4.5 Presenza di strutture territoriali pubbliche e private accreditate nelle regioni (2010)

Regione

Ambu

lato

ri e 

labo

rato

ri

di c

ui p

rivat

i ac

cr.

Altr

e st

ruttu

re 

terr

itoria

li (*

)

di c

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cr.

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i ac

cr.

Tota

le s

trut

ture

 te

rrito

riali

di c

ui p

rivat

i ac

cr.

Piemonte 440 20,2% 339 1,8% 176 61,4% 950 74,9% 1905 48,0%

Valle d’Aosta 5 60,0% 25 4,0% 3 100,0% 12 91,7% 45 40,0%

Lombardia 751 61,9% 756 13,5% 685 76,8% 1.342 87,9% 3534 64,3%

PA Bolzano 51 31,4% 84 17,9% 7 0,0% 87 89,7% 229 47,6%

PA Trento 42 50,0% 40 17,5% 8 0,0% 75 85,3% 165 55,8%

Veneto 456 52,2% 543 23,6% 471 64,5% 735 77,8% 2205 56,3%

Friuli VG 139 31,7% 85 7,1% 49 32,7% 181 66,3% 454 41,0%

Liguria 352 27,6% 152 5,3% 64 62,5% 289 82,0% 857 44,6%

Emilia Romagna 460 39,6% 588 5,6% 565 84,6% 913 80,0% 2526 56,3%

Toscana 811 36,1% 518 8,7% 249 38,6% 527 59,0% 2105 35,4%

Umbria 128 21,1% 102 2,0% 61 29,5% 108 42,6% 399 23,3%

Marche 195 53,3% 107 10,3% 29 10,3% 99 34,3% 430 35,3%

Lazio 836 69,9% 441 5,4% 53 1,9% 173 67,1% 1503 48,2%

Abruzzo 166 58,4% 121 5,0% 12 25,0% 68 85,3% 367 44,7%

Molise 58 70,7% 14 14,3% 6 100,0% 8 87,5% 86 65,1%

Campania 1.558 81,1% 427 30,0% 92 15,2% 145 29,0% 2.222 65,1%

Puglia 660 62,3% 284 3,2% 41 63,4% 143 85,3% 1128 50,4%

Basilicata 114 43,0% 59 11,9% 4 25,0% 37 62,2% 214 37,4%

Calabria 386 58,0% 123 8,1% 16 37,5% 78 74,4% 603 49,4%

Sicilia 1.669 80,3% 542 16,1% 33 9,1% 108 58,3% 2.352 63,5%

Sardegna 358 53,4% 164 4,3% 20 45,0% 75 76,0% 617 42,8%

ITALIA 2010 9.635 60,0% 5.514 11,7% 2.644 62,8% 6.153 75,4% 23.946 53,1%

ITALIA 1997 9.335 54,0% 4.009 5,0% 842 8,0% 1.820 5,0% 16.006 33,7%

(*) Sono inclusi: centri dialisi ad assistenza limitata, stabilimenti idrotermali, centri di salute mentale, consultori materno-infanti-li, centri distrettuali e in generale strutture che svolgono attività di tipo territoriale.

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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135LastrutturaeleattivitàdelSSN

4.3.3 IlpersonaledelSSN

ElementoqualificantedelSSNerilevanteaifinidiunaesaurientecomprensio-nedelladimensionestrutturaledelleaziendesanitarieèilpersonale,siaperchédaquestadipendegranpartedellaqualitàdeiservizierogati,siaperchécostitu-isceunaquotarilevantedeicostidelsistemasanitario(cfr.Capitolo5delpre-senteRapporto).

LaFigura4.8evidenzial’andamentodellanumerositàdelpersonaledipen-dentedelSSN38el’incidenzadelpersonalediruolosanitario.Idipendentitota-lisonodiminuitida650.894unitànel1997a646.236unitànel2010(raggiungen-dounaquotaminimadi627.538nel1999).Ildatosicaratterizzaperunanda-mentoannuopiuttostovariabile,legatoinparteaiperiodidibloccodelturn-over.Sirilevacomeilpersonalesiarimastopressochéinvariatorispettoal2009(+0,02%).Daregistrareancheilcostanteaumentopercentualedelruolosanita-riosultotaledeidipendentiSSN(dal66%nel1997al70,2%nel2010),aumentoprevalentementedovutoallacomponentemedica.

Diseguitosipresentanoalcunidatiessenzialisull’entitàecomposizionedelpersonaleSSNnellediverseregioni.Innanzitutto,èimportantesegnalareche

38SonoinclusiidipendentidelleASL,delleAziendeOspedaliereedelleAziendeOspedalierein-tegrateconl’Università.Labaseinformativaministerialediquestasezioneèildocumento«Perso-naledelleASLedegliIstitutidicuraPubblici2010»,pubblicatoafebbraio2013.

Unità personale SSN % personale ruolo sanitario

66% 66% 66%

67%

67% 68%

68% 68% 69%

69% 70%

70% 70% 70%

63%

64%

65%

66%

67%

68%

69%

70%

71%

600.000

610.000

620.000

630.000

640.000

650.000

660.000

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Figura 4.8 Trend unità di personale SSN e incidenza del personale di ruolo sanitario (1997-2010)

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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136 RapportoOASI2013

l’SSNfornisceunconsiderevolecontributoall’occupazionenazionale(acuibi-sognerebbeaggiungerel’indotto):idipendentiSSNrappresentanoinfattil’1,1%dellapopolazione.Talecontributosidifferenzianellediverseregionierisultacompresotral’1,7%dellaPAdiBolzanoelo0,8%delLazioedellaSicilia.Talidifferenzerisentonodelladiversarilevanza,all’internodeiSSR,dellecasedicuraprivateaccreditateedellestrutturec.d.«equiparate»allepubbliche,ilcuipersonalenonècompresotraidipendentidelSSN.

DifferenziazioniterritorialisirilevanoanchenellacomposizionepercentualedelpersonaleSSN.Inparticolare,nel2010:

l’incidenzadeiruolisanitarièpiùmarcatanelCentroenelSuddelPaese,dovesimantienequasiovunqueoltreil70%deidipendentitotali,sinoalva-loremassimosuscalanazionaledelLazioedellaSicilia(rispettivamente,77,6e76,1%).NelNord,invece,iruolisanitariregistranopercentualipiùcontenu-te,finoal61,4%dellaPAdiBolzano;

l’incidenzadeiruolitecnicièesattamentespeculare:superioreal19%intutteleregionidelNord(eccettoEmiliaRomagnaeLiguria),scendeaiminiminelLazio(12,1%);

larilevanzadellacomponenteamministrativaètendenzialmentemaggiore

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4

SiciliaCalabria

CampaniaSardegna

Valle D’AostaLazio

PugliaMolise

AbruzzoItalia

UmbriaPiemonteBasilicata

ToscanaLiguria

MarcheLombardia

Emilia RomagnaPA Trento

Friuli Venezia GiuliaVeneto

PA Bolzano

Figura 4.9 Numero di infermieri per medico e odontoiatra nelle Regioni Italiane (2010)

Fonte: Elaborazioni OASI su dati del Ministero della Salute

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137LastrutturaeleattivitàdelSSN

nelleregionidelNord(conl’eccezionedellaCalabria),raggiungendoivalorimassimi(15,1%)inValleD’Aosta.LapercentualepiùcontenutasiregistrainveceinUmbria(8,4%).

Indagandopiùneldettagliolacomposizionedelpersonalesanitarioe,inparti-colare,osservandoilrapportotrainfermieriemedici/odontoiatri(Figura4.9),leregionidelSudpresentanounaminoredisponibilitàmediadiinfermieriperme-dico,paria2,1contro2,9delNord.IlCentrosicollocasuvaloriintermedi(2,5infermieripermedico)moltoviciniallamedianazionale(2,46).

LaTabella4.6presentainveceilnumerodiMMG(MedicidiMedicinaGene-

Tabella 4.6 Numero MMG e PLS nelle Regioni Italiane (2010)

Regione Numero MMG Adulti residenti per 

MMG

Numero scelte per MMG

Numero PLS Bambini residenti per 

PLS

Numero scelte per PLS

Piemonte 3.335 1.173 1.176 445 1.198 931

Valle d’Aosta 90 1.235 1.223 18 927 775

Lombardia 6.504 1.310 1.316 1.154 1.131 930

PA Bolzano 272 1.564 1.577 58 1.346 1.016

PA Trento 395 1.138 1.141 80 942 837

Veneto 3.486 1.222 1.221 569 1.149 987

Friuli VG 969 1.124 1.138 122 1.184 943

Liguria 1.313 1.099 1.078 168 1.027 886

Emilia Romagna 3.212 1.199 1.189 595 916 823

Toscana 2.968 1.108 1.095 441 1.002 867

Umbria 762 1.040 1.031 114 948 813

Marche 1.228 1.112 1.105 187 1.037 867

Lazio 4.831 1.023 1.045 771 961 815

Abruzzo 1.142 1.030 1.023 180 902 806

Molise 269 1.052 1.062 37 1.005 830

Campania 4.215 1.170 1.193 798 1.121 918

Puglia 3.307 1.064 1.084 587 965 814

Basilicata 510 1.010 1.017 63 1.173 840

Calabria 1.463 1.191 1.146 287 932 793

Sicilia 4.247 1.019 1.036 820 874 764

Sardegna 1.360 1.089 1.068 224 855 737

ITALIA 2010 45.878 1.143 1.147 7.718 1.026 864

ITALIA 1997 47.490 1.045 1.086 6.664 1.174 685

Fonte: Elaborazioni OASI su dati del Ministero della Salute

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138 RapportoOASI2013

rale)ediPLS(PediatridiLiberaScelta)nellediverserealtàregionali.Iprofes-sionistisonorapportatiallapopolazioneassistitaealnumeromediodiscelte.Ilnumeropiùaltodiresidentiediscelteperprofessionista,siaperiMMG(oltre1.564residentie1.577scelte)cheperiPLS(1.436residentie1.016scelte),siregistranellaPAdiBolzano.ValoriparticolarmenteelevatidiscelteeresidentiperprofessionistainteressanolaLombardiaperquantoriguardal’assistenzaagliadulti(circa1.300residentiesceltepermedico);Piemonte,Veneto,FriuliVeneziaGiuliaeCampaniaperl’assistenzaaibambini.All’opposto,leregioniconmenoassistitiperMMGsonoilLazio(1.023residenti,1.045scelte),laBasi-licata(1.010residenti,1.017scelte),l’Umbria(1.040,1.031)el’Abruzzo(1.030,1.023);leregioniconmenoassistitiperpediatrasonoquelleinsulari:laSardegna(855residenti,737scelte)elaSicilia(874residenti,764scelte).Sinota,ingene-rale,unminornumerodipazientipermediconelleregionicentro-meridionali.

ConfrontandoilnumerodiMMGePLSoperantiinItalianel1997enel2010,sirilevaunlievecalodeiprimi(–3,39%)eunaumentodeisecondi(15,8%).MentresiagliadultiresidentichelescelteperMMGaumentano(ri-spettivamentedel9,4%edel5,6%),relativamenteallapediatriasiosservanotrendcontrastanti:ibambiniresidentiperPLScalanodel12,6%,mentreilnu-merodiscelteperpediatraaumentadel26,1%.Seilprimodatoèdaimputareall’aumentodelnumerodeipediatri,ilsecondoèprobabilmentedovutoallamaggiorepropensionedellefamigliearivolgersialPLSinvecechealMMG.

4.4 LeattivitàdelSSN

ComegiàevidenziatoneiprecedentiRapportiOASI,larilevazionedeilivellidiattivitàdelSSNèpiuttostocomplessa.Inpassato,talecomplessitàeralegataallamancanzadiunrealecollegamentotralivellidiattivitàefinanziamentiottenutidalleaziende.Conl’introduzionedelfinanziamentoatariffaperprestazione,èaumentatalacompletezzadellerilevazionidisponibilinelSistemaInformativoSanitario(SIS)interminidiricoveriospedalierie,ancheseconritardo,dipre-stazionispecialisticheambulatoriali.

4.4.1 Leattivitàdiricovero

Daidatigeneralisull’attivitàdiricoveroalivellonazionalenelperiodo2001-2011sipossonotrarrealcuneconsiderazioni(Tabella4.739):

39IdatidellatabellasidifferenzianorispettoaquelliriportatinelRapportoOASI2012.QuestadiscrepanzaèdaattribuirealmaggioregradodiraffinatezzadeidaticontenutinelRapportoSDO2011,basedatidelparagrafo,rispettoalleversioniprecedenti(èaumentatalafrequenzadellerile-vazioni,dasemestraleatrimestrale,oltreaicontrollisullaqualitàdeldato).

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139LastrutturaeleattivitàdelSSN

sievidenziaunariduzionenelnumerodelledimissioni(meno2.187.194unità)parial16,9%in10anni,conunandamentoannuovariabile(compresotra–5%e+2%)ancheaseguitodellafortespintaaltrasferimentodalsettingospedalieroaquelloterritorialeperunamiglioreappropriatezzaequalitàdell’assistenzaerogata.Nel2011iricoverisonodiminuitidel4,7%rispettoal2010;

nelperiodo2001-2011legiornatediricoverosonodiminuitedel16,2%;inparticolare,trail2001eil2003esseregistranounadiminuzione(–5,9%)perpoiaumentarenelperiodo2004-2005esuccessivamenteridursiapartiredal2006;

legiornateerogateinregimediday hospital sonoaumentateprogressivamen-tedal2001al2011,passandodaun’incidenzasullegiornateinricoveroordi-nario(RO)parial13,4%40adunadel16,2%.Dal2007siregistraperòun’in-versioneditendenza,conunadiminuzionenelrapportoinquestioneparia2,4puntipercentuali;

ladegenzamediaperacutiinregimeordinario,dadiecianni,èstabilenell’in-tervallo6,7-6,8.

40Sisegnalacheilrapportoeracresciutodicircaquattropuntipercentualidal1998al2001.

Tabella 4.7 Dati generali sull’attività di ricovero a livello nazionale (2001-2011)

Anno Numero di Dimissioni(1)

Giornate  di ricovero(1)

Rapporto tra giornate in DH e in RO 

Degenza media(2)

2001 12.937.140 82.829.483 13,4% 6,80

2002 12.939.492 79.823.905 15,1% 6,70

2003 12.808.615 77.969.619 17,0% 6,70

2004 12.990.109 78.241.122 18,4% 6,67

2005 12.965.658 78.292.237 19,1% 6,70

2006 12.843.634 77.876.800 19,1% 6,68

2007 12.330.465 76.224.954 18,6% 6,72

2008 12.100.698 75.371.789 18,2% 6,76

2009 11.657.864 73.412.967 17,5% 6,69

2010 11.277.742 71.904.063 17,2% 6,74

2011 10.749.246 69.417.699 16,7% 6,81

2001-2011 –16,9% –16,2% / /

Nota: (1) Totale dei ricoveri ospedalieri in strutture pubbliche, equiparate e private (accreditate e non), sia in regime ordinario che in DH, per acuti e per riabilitazione e lungodegenza. Il dato include i ricoveri dei neonati sani.(2) Solo ricoveri per acuti in regime ordinario.

Fonte: Elaborazioni OASI su dati SDO, Ministero della Salute

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140 RapportoOASI2013

LaTabella4.8presentapiùneldettagliolacomposizionedeiricoveriperregio-neeregimediricovero.

I10,3milionidiricoveriospedalieridel2011sicompongonoperil95,5%diricoveriperacuti,sostanzialmenteinlineaconildato2010(95,7%).

Rispettoal2010,aumentalievementelaquotadiricoveriperriabilitazione(da3,3%a3,5%).Questiultimisonoprevalentementeerogatiinregimeordina-riodatutteleregioni(85,2%alivellonazionale),puressendocisituazioniincuilapercentualediday hospital(DH)èmoltoelevata;èquestoilcasodiLazio(28,4%),Sardegna(25,5%),eVeneto(24,4%).

Iricoveriperlungodegenza,checostituisconoalivellonazionaleunaquotamoltoesiguadeiricoveritotali(1%),sonorimastiinvariati.

LaTabella4.9mostraneldettagliolegiornatedidegenzaperregioneeregi-mediricovero.

Glioltre68milionidigiornatediricoveroeffettuatinel2011sicompongonoperl’82,2%digiornateperacuti,peril13,2%digiornatediriabilitazioneeperilrestante4,7%digiornateinlungodegenza.Rispettoal2010,legiornatediria-bilitazioneaumentanodi0,4puntipercentuali,diminuendoleggermentelequo-tericonducibiliagliacutieallalungodegenza.Piemonte,Lombardia,PATrento,EmiliaRomagnaeLaziopresentanovaloriinferiorialdatoitalianoperquantoriguardalegiornatedidegenzaperacuti,afrontediunmaggiornumerodigior-nateperriabilitazione(LombardiaeLazio)olungodegenza(EmiliaRomagna)operentrambe(PiemonteePATrento).

Sempreconriferimentoairicoveriperacuti,laFigura4.10presentaalcunidatisullacomposizionedell’attivitàerogata.Inparticolare,mostraladistribu-zionedeidimessiperacutitraregimeordinarioeDH.Rispettoaun’incidenzamedianazionaledeiricoveriinday hospitalsultotaledeiricoveridel28,7%(inaumentodi3,4puntipercentualirispettoal2010),diverseregionievidenzianounapercentualeinferiore,tracuil’UmbriaelaLombardia(20%).Alcontrario,leregionichepresentanolepercentualipiùelevatediattivitàin day hospitalsonoLiguria,CampaniaePAdiTrento,conquoterispettivamenteparial40,3%,al37,1%eal36,5%.

LaFigura4.11illustraladistribuzionedeidimessipertipodistrutturaeatti-vitàsulterritorionazionale41.Lamaggioranzadeiricoveriordinariperacutivieneerogatadagliistitutipubblici(76,9%),incalorispettoal2010(–1,3%);traquesti,laquotamaggioreavvieneerogatadagliospedaliagestionediretta(41,9%).Iricoveriperriabilitazione,invece,sonoerogatisoprattuttodalprivatoaccreditato(75,3%,+1,4%rispettoal2010).Infine,lalungodegenzaèerogataquasiinegualmisuradalpubblico(53,6%)chedalprivato(46,4%),conpercen-tualisostanzialmenteinvariaterispettoall’annoprecedente.

41IntuttoilparagrafoèadottatalaclassificazionedellestruttureintrodottadalRapportoSDO2009(cfr.§4.1).

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0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

AO Osp. Gest.diretta

Poli. Univ.pubblicie AOU

IRCCS efondazioni

Poli. Univ.Privati

IRCCS efondazioni

private

Osp.Classificati

CC privateaccreditate

CC privatenon accr.

Ist. qual.presidio

USL

Entiricerca

Pubblico Privato, accreditato e non

Acuti Riabilitazione Lungodegenza

Figura 4.10 Distribuzione dei dimessi per acuti tra RO e DH per Regione (2011)

Fonte: Elaborazioni OASI su dati SDO, Ministero della Salute

% RO % DH

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

UmbriaLombardia

MarchePA Bolzano

ToscanaEmilia Romagna

Friuli Venezia GiuliaVeneto

PiemontePuglia

AbruzzoItalia

SardegnaValle D’Aosta

CalabriaLazio

MoliseBasilicata

SiciliaPA TrentoCampania

Liguria

Figura 4.11 Distribuzione dei dimessi in regime ordinario, per tipo di struttura e attività sul territorio nazionale (2011)

Fonte: Elaborazioni OASI su dati SDO, Ministero della Salute

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144 RapportoOASI2013

Inmeritoalledimissioniospedaliere,èimportanterilevareseeinqualemisu-raiserviziterritorialivenganoutilizzatinellafasepostacuzie.DaidatiSDO2011emergecomel’88,3%deiricoveriperacutiinregimeordinariosiconcludaconuna«dimissionedomiciliare»,mentresoloil2,2%deipazientivienedimes-so/trasferitopressostruttureterritoriali(0,8%pressoRSAe1,4%pressoistitutidiriabilitazione),oppuredimessoadomicilioconattivazionediAssistenzaDo-miciliareIntegrata(ADI,0,4%)odiproceduredidimissioneprotettaconospe-dalizzazionedomiciliare(0,2%).Nel2%deicasiilpazientevienetrasferitopressoaltrestruttureperacuti,mentrel’1%vienetrasferitoadaltroregimediricovero;nel2,8%deicasisitrattadidimissionivolontarieeilrimanente3%corrispondeaidimessideceduti.

UnaltrodatorilevanteèladistribuzionedeidimessiperacutiinROeDHtraDRGditipomedicoeditipochirurgico42(Tabella4.10).Alivellonazionale,iltotaledeiDRGmedicisuperaquellodeiDRGchirurgici(rispettivamente5.691.903e4.187.960,57,6%contro42,4%).

Osservandoladistribuzionedeiricoveriperacutidal2009al2011,sipuòno-tareunasostanzialestabilitàdellaquotadiricoveriinregimeordinarioconDRGmedicoononchirurgicosultotaledelledimissioniinRO,conunleggerocalodal60,7%del2010al59,4%del2011(–417.715dimissioni).L’attivitàchi-rurgicainROmostraunleggeromacostanteincrementopercentuale,dal39,3%

42LapercentualedeiricovericonDRGchirurgicoinregimeordinariosultotalericovericostitui-sceunindicatoreutilizzatodalComitatoministerialedeiLivelliEssenzialidiAssistenzaperilmo-nitoraggiodell’efficienzaeappropriatezzadeiLEA2010.IlComitatovalutapositivamentelere-gionicheottengonounapercentualediricovericonDRGchirurgicoinregimeordinariosultotaledeiricoveriordinari≥36%.

Tabella 4.10 Dimissioni per regime di ricovero e tipo DRG. Ricoveri per acuti (2009-2011)

  2009 2010 2011

Dimissioni % Dimissioni % Dimissioni %

Regime Ordinario

DRG medico 4.605.056 60,7% 4.452.575 60,4% 4.187.341 59,4%

DRG chirurgico 2.980.213 39,3% 2.922.190 39,6% 2.859.140 40,6%

Totale RO 7.585.269 100,0% 7.374.765 100,0% 7.046.481 100,0%

Day Hospital

DRG medico 1.739.623 54,6% 1.645.790 54,5% 1.504.562 53,1%

DRG chirurgico 1.444.604 45,4% 1.376.159 45,5% 1.328.820 46,9%

Totale DH 3.184.227 100,0% 3.021.949 100,0% 2.833.382 100,0%

Totale (RO+DH) 10.769.496 10.396.714 9.879.863

Fonte: Elaborazioni OASI su dati SDO, Ministero della Salute

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145LastrutturaeleattivitàdelSSN

del2009al40,6%del2011,purdiminuendoilnumeroassolutodidimissioni(–121.073).Dasegnalarecomediverseregioniregistrinovaloridiquestoindica-toreinferioriallostandardfissatodalComitatoLeadelMinisterodellaSalute(incidenzadeiricoverichirurgiciperacutisutotale≥36%):Calabria(28,9%),Sardegna(32,3%),Liguria(33,3%)Molise(34,7%),ProvinceAutonomediBol-zano(34,7%)eTrento(34,9%),Sicilia(35,3%).Infine,sisegnalachelaquotadiDHmedicosiriducedi1,5puntipercentualiinfavoredelday surgery.

Diseguitosiriportanodatiecommentirispettoadueindicatoritradizionalidianalisidell’attivitàospedaliera:degenzamediaetassodiospedalizzazione.

Ilprimoindicatoreconsentedioperareunavalutazionesull’efficienzaope-rativa43.Ladegenzamediaperacutialivellonazionalesiattestanel2011a6,81giorni(inlieveaumentorispettoalle6,74giornatedel2010–cfr.Tabella4.7).Mediamente,lestruttureprivatesicaratterizzanoperunadegenzamediainfe-rioreaquellepubblicheperiricoveriperacuti(5,5rispettoa7,2giorninel2011),mentrepresentanodegenzemediesuperioriperlariabilitazione(26,8rispettoa26,1)eperlalungodegenza(34,0rispettoa28).Siosservano,però,considerevolidifferenzetraregioni,soprattuttoconriferimentoagliistitutipri-vati:relativamenteairicoveriperacutinel2011(Figura4.12),sipassadalle2,99giornatedell’Umbriaalle8,07dellaPAdiBolzano;perriabilitazioneelungo-degenzaivaloririlevatisonoestremamenteeterogenei,conunavariabilitàpar-ticolarmenteelevataperlariabilitazionenegliistitutipubblicielalungodegen-zainquelliprivati.

Iltassodiospedalizzazioneesprime,invece,lafrequenzaconlaqualelapopo-lazioneresidentevienericoveratanellestruttureospedaliere,pubblicheopriva-te,siadentrochefuoriregione.Taleindicatore(eventualmentestandardizzatoperclassidietàdellapopolazione)permettedivalutareimiglioramentidieffi-cienzaconseguibiliattraversol’appropriatezzadell’ambitodicura.Negliultimianni,infatti,èstatodatograndeimpulsoallosviluppodiformealternativealri-coveroinregimeordinario,inparticolareDH,ospedalizzazionedomiciliareederogazionediprestazionidiriabilitazioneelungodegenzainstruttureextrao-spedaliere.Inpassato,lanormativa(L.662/1996,art.1)fissavaunvaloreottima-le,periricoveriperacuti,di160ricoveriannuiper1.000abitanti44.Successiva-mente,l’art.4dell’AccordoStato-Regionidel23marzo2005(comma1,letterab)hastabilitocheleregioni,entroil2007,avrebberodovutogarantiretassidiospedalizzazioneperiricoveriordinarieinregimediurno(acutienon)entroil

43Unamaggioreappropriatezzadegliambitidicura,oltrechestrumentoperrecuperareefficienzaoperativa,puòtradursiinunbeneficioperilpaziente,aumentandolacoerenzaelarispondenzadell’offertaaibisognidelmalato,incrementandoquindianchel’efficaciadellaprestazione.D’altraparte,degenzemedietropporidottepotrebberosegnalaretrattamenticlinicinonadeguati(ades.dimissioniprecoci).44Sitrattadiuntassodiospedalizzazionegrezzo,chenonconsideralastandardizzazioneperclassidietà.

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146 RapportoOASI2013

valoredi18045per1.000abitantiresidenti,dicuiquelliinday hospital pariadalmenoil20%,precisandoanchegliobiettiviintermediperglianni2005e2006.Infine,l’art.15,comma13delD.L.95/2012hafissatountassodiospedalizzazio-nediriferimentodi160ricoveriper1.000abitantidicuiil25%erogatiinDH,daraggiungereentroil30novembre2012.

DallaTabella4.11risultaconfermatalariduzionedell’ospedalizzazionegiàinattodaalcunianni,conuntassostandardizzato46peracutiinregimeordinarionel2011paria109,8per1.000abitanti(da115,8nel2010),mentreilcorrispon-dentevaloreperl’attivitàdiDHsiattestaa45,5per1.000abitanti(da48,82nel2010).Iltassodiospedalizzazionecomplessivorisultaparia155,3per1.000abi-tanti,indiminuzionerispettoal2010(164,6).

Ancoraunavolta,però,ènecessarioprestareattenzioneallafortedifferenzia-zioneregionale(Tabella4.11).LeregionidelSudregistranosempretassioltreildatonazionaleespessooltrelostandarddel160‰(conunmassimodi189‰inCampania),mentreleregionidelCentro(adeccezionedelLazio)edelNord(adeccezionedellaLiguria,dellePAdiBolzanoediTrentoedellaValled’Aosta)registranovaloriinferioriaquelloitaliano.Sesiconsideranoisolitassidiospeda-

45LostandarddeltassodiospedalizzazioneèindividuatonelPattoperlaSalute2010-2012(art.2,comma2)comeindicatoreperilmonitoraggiodell’efficienzaeappropriatezzadeiLEA.IlComita-toministerialedeiLEAvalutapositivamenteleregionicheottengonountassodiospedalizzazione(ROeDH)standardizzatoper1.000abitantiinferiorea180,dicuiil20%periDH.46Laproceduradistandardizzazioneconsentedidepurareildatogrezzodall’effettodelladiversacomposizioneperetàpresentenellediverseregioni.LastandardizzazioneèeffettuatarispettoallapopolazioneitalianaalCensimento2001.

Figura 4.12 Degenza media per acuti per Regione e per tipo di struttura (2011)

Istituti privati Istituti pubblici

0

2

4

6

8

10

Piemon

te

Valle

D’Aosta

Lomba

rdia

PA Bo

lzano

PA Tr

ento

Vene

to

Friuli

VGLig

uria

Emilia

Romag

na

Tosca

na

Umbri

a

Marche

Lazio

Abruz

zoMolis

e

Campa

niaPu

glia

Basili

cata

Calabri

aSic

ilia

Sarde

gna

ITALIA

Fonte: Elaborazioni OASI su dati SDO, Ministero della Salute

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lizzazioneperacutiinregimeordinario,sonoPugliaePAdiBolzanoapresenta-reivaloripiùelevati(rispettivamente135e125,9ricoveriper1.000abitanti);in-vece,conriferimentoaitassiinregimediurno,ciòavvieneperLiguria,CampaniaeMolise(rispettivamente68,1,68,7e61,3ricoveriper1.000abitanti).

Agliindicatoritradizionalidimisurazionedell’attivitàdiricovero,ilMiniste-rodellaSaluteaffiancadueulterioriclassidiindicatori47:

indicatoridicomplessità,cheanalizzanoilcase-mixtrattato,ilpesomedio,lapercentualedeicasicomplicatieilpesomediodeiricoverideglianziani(65annieoltre);

47IlMinisterodellaSalutehainoltredatomandatoadAGENASdielaborareilProgrammaNa-zionaledivalutazionedegliEsitidegliinterventisanitari(PNE)perlastimadiindicatoridiesitoasupportodiprogrammidiauditingclinicoeorganizzativo(Fuscoetal.,2012).

Tabella 4.11 Tasso di ospedalizzazione standardizzato per acuti, per regime di ricovero e Regione (2011)

Regione Tasso  osped. RO  

intraregionale

Tasso  osped. RO  

fuori Regione

Tasso  osped. DH  

intraregionale

Tasso  osped. DH  

fuori Regione

Tasso  osped. 

RO

Tasso  osped. 

DH

Totale  tasso osped.

Piemonte 93,3 7,0 36,0 2,9 100,2 38,9 139,2

Valle d’Aosta 95,8 25,7 42,0 7,4 121,5 49,4 170,9

Lombardia 106,5 4,2 28,2 1,6 110,7 29,9 140,5

PA Bolzano 120,6 5,4 39,1 2,1 126,0 41,2 167,2

PA Trento 85,4 16,0 51,9 7,2 101,4 59,1 160,5

Veneto 86,7 5,9 32,3 3,2 92,7 35,5 128,2

Friuli VG 93,6 6,8 32,2 3,2 100,5 35,5 135,9

Liguria 88,4 14,7 63,5 5,6 103,2 69,1 172,2

Emilia Romagna 102,4 6,5 36,5 2,6 108,9 39,1 148,0

Toscana 93,7 6,3 33,2 3,0 100,1 36,2 136,3

Umbria 102,2 13,4 25,8 7,0 115,6 32,8 148,4

Marche 97,4 13,1 32,4 4,8 110,5 37,2 147,7

Lazio 97,7 8,0 49,4 3,2 105,6 52,6 158,3

Abruzzo 96,2 19,8 38,1 9,7 116,0 47,8 163,8

Molise 94,5 26,1 48,4 12,8 120,6 61,3 181,9

Campania 110,5 9,9 64,6 4,1 120,4 68,7 189,1

Puglia 125,0 10,0 49,8 4,2 135,0 54,0 189,0

Basilicata 82,5 24,7 42,0 11,5 107,3 53,6 160,8

Calabria 93,6 19,8 39,5 8,8 113,4 48,3 161,7

Sicilia 103,2 7,5 56,2 2,4 110,8 58,5 169,3

Sardegna 114,7 6,6 47,4 2,3 121,3 49,7 171,0

ITALIA 101,3 8,5 41,9 3,6 109,8 45,5 155,2

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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148 RapportoOASI2013

indicatoridiefficaciaeappropriatezza,cheverificanoseleprestazionisonoerogateaqueipazienticherealmentenepossonobeneficiare,allivellodias-sistenzapiùadattoeconlatempestivitànecessariaagarantirnel’utilità.

LaTabella4.12mostratreindicidicomplessitàperregione.Inparticolare:

Ilpesomedio(PM)deiricoveriperacutiinROeracresciuto,nelperiodo1998–2005,da1,05a1,26;trail2005eil2006sièverificataunadiscontinuitàdellaseriestoricaperchéècambiatoilsistemadiclassificazionedeiDRG(chesibasaadoggisullaversione24);nelperiodo2006–2009sieraridottoda1,09a1,06perpoicrescerea1,11nel201148.

L’indicedicase mix (ICM)èsuperioread1(indicando,quindi,unpesodellacasisticatrattatamaggioredellamediaitaliana)intutteleregionisettentrio-nali(trannelaValleD’AostaelePAdiBolzanoeTrento)ecentrali(trannel’Umbria),convalorimassimiinToscana(1,08),Piemonte(1,07)eLiguria(1,06).Tutteleregionimeridionalipresentano,alcontrario,unindiceinferio-reall’unità,trannelaBasilicata(1,02).

IlrapportotracasicomplicatietotaledeicasiafferentiafamigliediDRGomologhihaunvaloremedionazionaleparia31,77%(inlieveaumentori-spettoal30,96del2010),conun’elevatavariabilitàinterregionalecheevi-denzia un massimo in Liguria (40,59%) ed un minimo in Campania(26,58%).

Gliindicatoridiappropriatezzaorganizzativaeclinicapresentanofortidifferen-ziazionitraleregionicentro-settentrionaliequellemeridionali.LaTabella4.13presentaalcuniindicatori,operandounconfrontotraglianni1998e2011.Fragliindicatoridiappropriatezzaorganizzativatroviamo:(i)lapercentualedeidimis-sionidarepartichirurgiciconDRGmedico,(ii)lapercentualediricoveribreviconDRGmedicoe(iii)lapercentualediricoverioltre–sogliaconDRGmedi-coinpazientianziani.Questiindicatorisonoespressividell’inappropriatezza,inquantoessendoricovericonDRGmedico,potrebbero,inmolticasi,essereef-fettuatiinregimeambulatoriale,oinDH.

Unindicatoreespressionediappropriatezzaclinicaè,invece,l’incidenzadeiparticesareisuipartitotali.

Nonsivuoleovviamentesostenerechetuttiicasiricompresiinquestecate-goriesianonecessariamenteinappropriati;perunacorrettavalutazionedell’ef-fettivapossibilitàditrattamentoalternativosarebbe,infatti,necessariounap-profondimentosullepatologieesulleprocedureterapeutiche.

48Osservandoiltrenddelladegenzamediaperilpesomediodal1998al2005,annoincuisiregi-straladiscontinuitànellaseriestorica,èevidenteladiminuzioneprogressivadelladegenzamediadal1998al2002eunarelativastabilitàfinoal2005,associataadunandamentosemprecrescentedelpesomediofinoal2005(cfr.Tabella4.7).

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IdatiinTabella4.13evidenzianoche:

LapercentualedidimissionidarepartichirurgiciconDRGmedicoènotevol-mentediminuita,soprattuttoinUmbria(–16,5puntipercentuali),Puglia(–15,5)ePiemonte(–13,8).IldatorisultapiùaltoalSudchealCentro-Nord:ivaloririlevatialSudnel2011siavvicinanoailivelliregistratinel1998nelCentro-Nord.

Lapercentualediricoveridi1giornoperacutiinregimeordinario,suscalanazionale,èparial10,7%edèdiminuitasololievemente(2,2puntipercen-tuali)dal1998al2011;suscalaregionale,però,sievidenziaancoraunafortevariabilità(differenzadi11,4puntipercentualinel2011tralaregioneconlapercentualepiùelevata–Campania–elaregioneconlapercentualepiùbas-

Tabella 4.12 Indicatori di complessità dei ricoveri per acuti in regime ordinario per Regione (2011)

Regione Peso medio ricoveri acuti RO (*)

 Indice di Case Mix (*) Percentuale casi  complicati 

Piemonte 1,19 1,07 34,71

Valle d’Aosta 1,10 0,99 40,30

Lombardia 1,14 1,03 26,58

PA Bolzano 1,02 0,92 29,28

PA Trento 1,09 0,98 38,41

Veneto 1,15 1,04 27,85

Friuli VG 1,16 1,05 35,41

Liguria 1,18 1,06 40,59

Emilia Romagna 1,15 1,03 36,40

Toscana 1,20 1,08 36,51

Umbria 1,09 0,98 31,58

Marche 1,12 1,01 33,98

Lazio 1,10 0,99 30,28

Abruzzo 1,08 0,97 34,37

Molise 1,10 0,99 37,16

Campania 1,02 0,92 27,72

Puglia 1,03 0,93 32,95

Basilicata 1,13 1,02 38,07

Calabria 1,00 0,90 32,06

Sicilia 1,08 0,97 33,77

Sardegna 1,00 0,90 31,87

ITALIA 1,11 1,00 31,77

Nota: (*) Valori determinati utilizzando i pesi D.M. 18712/2008.

Fonte: Elaborazioni OASI su dati SDO, Ministero della Salute

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150 RapportoOASI2013

sa–Veneto).Perquestoindicatore,sonosoprattuttoalcuneregionidelSudadavereregistratounmiglioramento:inparticolare,Basilicata(–7,6puntipercentuali)eSicilia(–6puntipercentuali).InCampanial’incidenza,anchesediminuitadiquasi2punti,continuaarappresentareilvaloremassimona-zionale(18%).

Traleregioni,risultaaltrettantodifferenziatal’incidenzadeiricoveriperacu-tiinROoltrevaloresogliaerogatiperanziani49:rispettoal2006,l’indiceèpassatodal4,6%al4,8%.Nel2011sonoleregionidelNord(adeccezionedellaPAdiBolzanoedell’EmiliaRomagna)insiemeaMarche,LazioeSar-degnaaregistrarevalorisuperiorialdatonazionale.

Relativamenteaiparticesarei,siosservaneltempounpeggioramento50dif-fusosututtoilterritorio(+6,1puntipercentuali).TutteleregionidelNord(adeccezionediValled’Aosta,PiemonteesoprattuttoLiguria)rispettanol’indicazioneministeriale(<30%).Leregionicentraliemeridionali,invece,adeccezionedellaToscana,sicollocanotuttealdisopranazionaledellostan-dardministeriale.

Sempreconriferimentoaiparti,èinteressanteosservareilnumerodipuntina-scitapubblicieprivati,conunparticolareapprofondimentosuquellicaratteriz-zatidaunvolumedierogazionesuperioreallasogliadi500parti/anno51(Tabel-la4.14).Ipuntinascitasidistribuisconoperil78,7%instrutturepubbliche,an-cheseCampaniaeLaziocontanooltreil40%deipuntinascitagestitidastrut-tureprivateaccreditateenon.Lapercentualecomplessivanazionaledistrutturesoprasogliaèparia67,7%,inpeggioramentodioltretrepuntipercentualiri-spettoall’annoprecedente(71,1%)52.

PerquantoriguardaiDRGarischioinappropriatezza(cd«DRGLEA»),ilriferimentononèpiùai43del2008(DPCM29/11/2001–Allegato2C),maai

49Pazientioltrei65anni50LapercentualediparticesareisultotaledeiparticostituisceunindicatoreutilizzatodalComita-toministerialedeiLivelliEssenzialidiAssistenzaperilmonitoraggiodell’efficienzaeappropria-tezzadeiLEA2010.LapercentualealivelloregionaleèvalutatasoddisfacentedalComitatoLEAsecorrispondeadunvaloreinferioreal30%deiparticesareitotali.51Talevalorevieneindicatodall’OMScomeilnumerominimodiparticheunastrutturade-veerogareaffinchél’assistenzaerogatasiaconformeadunadeguatostandarddiqualitàedisicurezza.52Aquestoproposito,l’AccordoStato-Regionirelativoalle«Lineediindirizzoperlapromozioneedilmiglioramentodellaqualità,dellasicurezzaedell’appropriatezzadegliinterventiassistenzialinelpercorsonascitaeperlariduzionedeltagliocesareo»,sancitoil16/12/2010,haprevistola«ra-zionalizzazione/riduzioneprogressivadeipuntinascitaconnumerodipartiinferiorea1.000/anno,prevedendol’abbinamentoperparicomplessitàdiattivitàdelleUU.OO.ostetrico-ginecologicheconquelleneonatologiche/pediatriche,riconducendoadueiprecedentitrelivelliassistenziali»,ehastabilito,inoltre,che«lapossibilitàdipuntinascitaconnumerositàinferioreecomunquenonaldisottodi500parti/anno,potràessereprevistasolosullabasedimotivatevalutazionilegateallaspecificitàdeibisognirealidellevarieareegeograficheinteressate[...]».

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151LastrutturaeleattivitàdelSSN

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152 RapportoOASI2013

108previstinelPattoperlaSalute2010-2012(AllegatiAeB).Dall’analisiSDO2011,l’inappropriatezzariguardamaggiormenteiDRGditipomedico(61%deltotaleDRGLEA).IdatiriportatiinTabella4.15mostranocome,nellamaggiorpartedelleregionidelSud,nellaPAdiBolzanoeinLombardia,lapercentualediinappropriatezzasuDRGditipomedicosuperiilvalorena-zionale(15,1%),conunmassimorappresentatodallaSardegna(20,7%).Ilva-lorepiùbassodiinappropriatezzasuDRGmedicisiregistrainveceinPiemon-te(8,1%).IDRGditipochirurgicoarischioinappropriatezzarilevatinel2011sonostatiinmediail9,7%deltotaledeiricoveriordinariperacuti,convalorimassimiregistratinelleMarche(12,5%)eminimiinSicilia(4,7%),PAdiTren-toeLiguria(4,8%).

Unultimodatoimportantesull’appropriatezzadeiricoverièrappresentatodalnumerodeiricoveriripetuti,definiticomericoverisuccessivialprimo,avve-

Tabella 4.14 Distribuzione dei punti nascita per Regione e tipo di istituto (2011)

Regione ISTITUTI PUBBLICI

ISTITUTI PRIVATI 

ACCREDITATI

ISTITUTI PRIVATI NON ACCREDITATI

TOTALE

Numero punti nascita

Numero punti nascita

Numero punti nascita

Numero punti nascita

% con 500 parti e oltre

Piemonte 31 0 0 31 77,4

Valle D’Aosta 1 0 0 1 100,0

Lombardia 60 16 0 76 81,6

PA Bolzano 7 0 1 8 50,0

PA Trento 6 1 0 7 42,9

Veneto 38 4 0 42 81,0

Friuli VG 10 1 0 11 54,5

Liguria 12 3 0 15 73,3

Emilia Romagna 29 3 0 32 78,1

Toscana 28 0 2 30 70,0

Umbria 12 0 0 12 41,7

Marche 17 2 0 19 68,4

Lazio 29 17 5 51 62,7

Abruzzo 12 0 0 12 66,7

Molise 4 0 0 4 50,0

Campania 41 34 0 75 66,7

Puglia 37 11 0 48 64,6

Basilicata 6 0 0 6 66,7

Calabria 17 8 0 25 68,0

Sicilia 54 15 0 69 59,4

Sardegna 17 4 0 21 42,9

ITALIA 468 119 8 595 67,7

Fonte: Elaborazione Oasi su dati SDO, Ministero della Salute

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153LastrutturaeleattivitàdelSSN

nutinellostessopresidioospedalieroinunintervalloinferioreougualea30giornieconlacategoriadelladiagnosiprincipale(MDC)delsecondoricoverocorrispondenteallacategoriadiunadellediagnosididimissionedelricoveroprecedente.

Èbenesottolineareperòcheitassidiricoveroripetutodipendono,inlargamisura,dallanaturadellapatologiaedallerelativemodalitàditrattamento.Diconseguenza,perapprezzarel’appropriatezzapuòesserepiùsignificativaunaletturadelleseriestoricherelativeall’ultimotrienniodisponibile(Tabella4.16).Ledisciplineoncologiche(tralequalisicomprendequil’ematologia,perunto-taledioltre188milaricoverinel2011)registranoitassipiùelevatidiricoveriripetuti,anchesesirilevauncalogeneralizzatodal2009al2011.Lapsichiatria(116.595ricoveritotalinel2011)evidenziaunandamentocostantenelleriospe-dalizzazioni(dal34%del2009al33,7%del2011).Alcontrario,leunitàspinali

Tabella 4.15 Distribuzione DRG LEA medici e chirurgici, per Regione (2011)

Regione % LEA medici su totale  ricoveri acuti in RO

% LEA chirurgici su totale  ricoveri acuti in RO

Piemonte 8,1% 14,3%

Valle D’Aosta 12,0% 6,6%

Lombardia 16,3% 11,6%

PA Bolzano 19,4% 7,7%

PA Trento 15,0% 4,8%

Veneto 13,1% 6,7%

Friuli VG 13,5% 10,7%

Liguria 14,3% 4,8%

Emilia Romagna 13,0% 11,9%

Toscana 10,6% 9,7%

Umbria 15,5% 11,7%

Marche 11,2% 12,5%

Lazio 16,0% 9,1%

Abruzzo 14,1% 7,2%

Molise 19,4% 6,8%

Campania 19,7% 9,3%

Puglia 18,4% 11,1%

Basilicata 14,8% 7,3%

Calabria 19,9% 6,0%

Sicilia 14,6% 4,7%

Sardegna 20,7% 8,9%

ITALIA 15,1% 9,7%

Fonte: Elaborazione Oasi su dati SDO, Ministero della Salute

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154 RapportoOASI2013

(3.986ricoveri)registranounlieveaumentopercentualedeiricoveriripetuti(ri-spettivamentedal28,1%al30,2%).Lecureperledisfunzionalitàrenali(circa85milapazienti)mostranotassidiriospedalizzazionepressochèstabilitra2009e2011,convariazioniinferiorialpuntopercentuale;faeccezionelanefrologiapediatrica,cheregistraunaumentodal27,2%al28,9%dal2010al2011.

4.4.2 Leattivitàterritoriali

Idatidiattivitàrelativiall’assistenzaterritorialesonotrattidallarilevazioneannualedelMinisterodellaSalutecheconfluisceneldocumento«Attivitàge-stionaliedeconomichedelleASLedelleAO53»chesièarricchito,proprionelcorsodell’ultimoquadriennio,diinformazioniriguardantileprestazioniextrao-spedaliere.Diseguitosipresentanoecommentanoleprincipaliattivitàterrito-riali,qualil’ADI,leprestazionispecialisticheambulatorialiel’assistenzaeroga-tadastruttureresidenzialiesemiresidenziali.

L’ADIèunaformadiassistenzarivoltaasoddisfareleesigenzedeglianziani,deidisabiliedeipazientiaffettidamalattiecronico-degenerativeinfasestabiliz-zata,chepresentinounacondizionedinonautosufficienzaacuisiassocialane-cessitàdiun’assistenzacontinuativa,chepuòvariaredainterventiesclusivamen-teditiposocialeadinterventisocio-sanitari.L’obiettivodell’ADIèquellodierogareilserviziodiassistenzalasciandoalpropriodomicilioilpaziente,con-sentendoglidirimanereilpiùalungopossibileall’internodelsuoambientedi

53Rilevazionerelativaal2010,pubblicataafebbraio2013.

Tabella 4.16 Prime dieci discipline per incidenza dei ricoveri ordinari ripetuti su totale ricoveri ordinari (2009-2011) 

Specialità Incidenza Ricoveri ripetuti

2009 2010 2011

Oncoematologia pediatrica 72,4% 71,2% 70,0%

Oncoematologia 55,6% 52,3% 48,9%

Oncologia 52,1% 50,1% 49,3%

Ematologia 47,9% 47,2% 45,9%

Radioterapia oncologica 41,3% 38,5% 36,3%

Psichiatria 34,0% 33,9% 33,7%

Nefrologia - abilitati al trapianto di rene 30,8% 31,0% 30,5%

Unità spinale 28,1% 29,3% 30,2%

Nefrologia pediatrica 27,8% 27,2% 28,9%

Nefrologia 26,9% 26,7% 26,1%

Fonte: Elaborazione Oasi su dati SDO, Ministero della Salute

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155LastrutturaeleattivitàdelSSN

vitadomesticoediminuendonotevolmente,inquestomodo,ancheicostideiricoveriospedalieri.

Nel2010,mediamente,sonostatitrattatiinADI990pazientiogni100.000abitanti(Tabella4.17),maladifferenziazionealivelloregionale(ancheacausadiunascarsaomogeneitànellarilevazioneeclassificazionedeidati)èmoltoforteinterminidi:

numerodicasitrattati,chesicollocasuunintervallochevadai141casiper100.000abitantidellaPAdiBolzanoai2.867dell’EmiliaRomagna;

tipologiadipazienti,anzianinel90,7%deicasiinLiguriaedEmiliaRomagnaenel52,8%nellaPAdiBolzano;

intensitàdiassistenzaerogata,ovvero61orepercasotrattatoinValled’Ao-stae5inFriuliVG,controunamedianazionaledi22orepercaso.

Tabella 4.17 Attività di Assistenza Domiciliare Integrata (2010)

Regione  Casi trattati  Ore di assistenza erogata per caso 

trattato Numero  x 100.000 

abitanti di cui Anziani (%) (età > 65) 

Anziani per 1.000 residenti anziani 

(età > 65) 

Piemonte 28.409 639 77,1 21,6 16

Valle D’Aosta 192 150 59,4 4,3 61

Lombardia 4 1.009 84,9 42,7 19

PA Bolzano 712 141 52,8 4,2 0

PA Trento 5.094 971 71,0 35,7 13

Veneto 64.536 1.314 84,0 55,5 11

Friuli VG 22.462 1.820 87,2 67,8 5

Liguria 16.535 1.023 90,7 34,6 26

Emilia Romagna 126.033 2.867 90,7 116,0 20

Toscana 26.413 708 76,0 23,1 20

Umbria 18.283 2.030 87,5 76,7 13

Marche 15.466 992 80,0 35,3 29

Lazio 59.571 1.048 87,2 46,3 21

Abruzzo 17.101 1.277 81,8 49,1 32

Molise 2.934 916 79,0 33,0 76

Campania 27.729 476 70,9 21,2 35

Puglia 17.185 421 78,2 18,0 43

Basilicata 6.953 1.181 85,5 50,3 57

Calabria 12.648 629 83,8 28,2 24

Sicilia 18.882 374 74,1 15,1 30

Sardegna 10.873 650 74,0 25,2 51

ITALIA 597.151 990 84,0 41,1 22

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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156 RapportoOASI2013

Unaltroimportantesegmentodiattivitàterritorialeriguardaleprestazionidistrumentaleassistenzaspecialisticaambulatoriale,erogatedallestrutturepub-blicheeprivateaccreditate.Nel2010,inItalia,sonostateerogateoltreunmiliar-dodiprestazioniappartenentiaquestacategoria.Lacomposizionediquesteattività(Tabella4.18)evidenzial’assolutapredominanzadell’attivitàdilabora-torio(77,9%deltotale,conpuntesuperioriall’80%inPAdiTrento).Seguel’at-tivitàclinica,rappresentataingranpartedavisitespecialistiche,conil12,7%deltotale(convalorimassimidel25,5%nellaPAdiBolzano);l’attivitàriabilitativaeladiagnosticastrumentaleeperimmaginiraggiungonoquasiil5%.RisultaparticolarmenteelevatalapercentualediprestazioniriabilitativeinBasilicata(17,2%).Ovviamente,ildatosulladistribuzionedeivoluminoncorrispondeall’incidenzadellediverseattivitàsullaspesacomplessiva,datoildiversocostomediounitariodelleprestazioni.

Tabella 4.18 Distribuzione percentuale nel numero di prestazioni di attività clinica, di laboratorio, di diagnostica per immagini e strumentale erogate dalle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate (2010)

Regione  Lab. Analisi  chimico-cliniche e 

microbiologiche ecc.

Attività clinica Medicina fisica e riabilitativa - Recupero 

e riabilitazione

 Radiologia diagnostica  

e medicina nucleare

Piemonte 75,8% 13,4% 5,8% 5,0%

Valle D’Aosta 77,9% 12,6% 4,8% 4,8%

Lombardia 79,2% 12,6% 3,5% 4,8%

PA Bolzano 61,2% 25,5% 7,5% 5,7%

PA Trento 80,6% 10,8% 3,9% 4,7%

Veneto 76,1% 12,0% 7,4% 4,4%

Friuli VG 79,7% 13,3% 3,0% 3,9%

Liguria 75,6% 14,4% 5,3% 4,8%

Emilia Romagna 79,6% 13,1% 2,0% 5,2%

Toscana 79,4% 14,8% 0,8% 5,0%

Umbria 76,3% 15,4% 2,7% 5,6%

Marche 79,4% 12,0% 4,0% 4,6%

Lazio 77,7% 12,3% 5,8% 4,1%

Abruzzo 76,5% 12,3% 3,7% 7,5%

Molise 79,5% 13,1% 3,2% 4,1%

Campania 78,4% 10,2% 6,4% 5,0%

Puglia 78,7% 11,5% 5,2% 4,6%

Basilicata 67,2% 11,6% 17,2% 4,0%

Calabria 78,4% 12,1% 5,6% 3,9%

Sicilia 79,4% 12,7% 3,6% 4,3%

Sardegna 75,2% 13,3% 6,8% 4,7%

ITALIA 77,9% 12,6% 4,7% 4,7%

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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157LastrutturaeleattivitàdelSSN

Un’ulteriorecomponentedelsistemadiassistenzaterritorialeècostituitadal-lestruttureresidenziali54esemiresidenziali.Intalistrutture,il70,8%deiPLèdedicatoall’assistenzaaglianziani,il12,5%all’assistenzapsichiatrica,il16,2%all’assistenzaaidisabilipsichiciefisici,lo0,5%aipazientiterminali.Coerente-mente,tralevarieformediassistenzaaprevalerenellestruttureresidenzialièquellaaglianziani,con255.272utentialivellonazionaleeunamediadi221gior-natediassistenzaperutente(fortementedifferenziatealivelloregionale,dalle28dellaValleD’Aostaalle365delMolise).Nellestrutturesemiresidenzialipre-valeinvecel’assistenzapsichiatrica,cheprendeincarico33.044utentierichiedemediamente70giornatepercasotrattato(conunrangechevadalle18dellaCalabriaalle325delMolise)(Tabella4.19).

GliIstitutieCentriperilrecuperoelariabilitazionefunzionale,infine,svol-gonolapropriaattivitàfornendoprestazionidiagnosticheeterapeutico–riabi-litative.Taliprestazionipossonoessereerogateinformaresidenziale,semiresi-denziale,ambulatoriale,extramuraleedomiciliare.Nel2010sonostaterilevate971struttureriabilitativecon14.211postiperl’attivitàditiporesidenziale(incomplesso46postiogni100.000abitanti)e13.691perl’attivitàditiposemiresi-denziale.Questisettingassistenzialiregistranounariduzionedellacapacitàdiaccoglienzarispettoal2009(48postiogni100.000abitanti).Ilnumerodiutentitotaliassistitiinregimeresidenzialeèsuperioreaquelliassistitiinregimesemi-residenziale(rispettivamente56.316e23.181utenti);talerapportocambiaase-condadellatipologiadiattivitàriabilitativa(inparticolare,lariabilitazioneneu-ropsichiatricainfantileèsvoltapreferibilmenteinstrutturesemiresidenziali).

Unaspettoimportantedavalutarenell’ambitodellecureeserviziterritorialièillivellodiaccessibilitàefunzionalitàdeglistessi.Unamisuraproxyèrappre-sentatadaitassidiospedalizzazioneperlacuradellepatologiecronichequalidiabete,asma,insufficienzacardiacacronicaneglianziani(Tabella4.20).Questeultimedovrebberoesseregestitesulterritorio:maggiorisonoitassidiospedaliz-zazione,minoreèl’accessibilitàefunzionalitàdeiservizi.Diabeteedasmasonopatologieconbassiaccessiaiservizidiricovero(inmedia,rispettivamente,19,8e9,7ricoveriogni100.000abitanti),ancheseledifferenzeinterregionalisonomarcate:Lombardia,PAdiBolzano,Veneto,PugliaeSardegnamostranotassidiospedalizzazionesuperiorialdatonazionaleperentrambelepatologie.Alcon-trario,l’insufficienzacardiacacronicaneglianzianièancoramoltospessocuratainambitoospedaliero:inmedia1.243ricoveriogni100.000abitanti,convalorimassimiinCalabria,AbruzzoeMolise.

Pergarantireun’assistenzamedicadibasecontinuativa,leASLfornisconoaicittadinilapossibilitàdirivolgersiallaguardiamedica(medicodicontinuitàas-sistenziale).Sitrattadiunserviziototalmentegratuitopersituazionicherivesto-nocaratterediemergenzaechesiverificanoduranteleorenotturneoneigiorni

54Perunadefinizionedistruttureresidenzialiesemi-residenzialisivedailparagrafo4.3.

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159LastrutturaeleattivitàdelSSN

festivieprefestivi.Laguardiamedicapuòprescriveresoltantoifarmaciindicatiperterapied’urgenza;puòaltresìrilasciarecertificatidimalattiaeproporreilricoveroospedaliero.L’attivitàdiguardiamedicaèorganizzatanell’ambitodel-laprogrammazioneregionaleperrispondereallediverseesigenzelegateallecaratteristichegeomorfologicheedemografiche.

Nel2010sonostatirilevatiinItalia2.925puntidiguardiamedica,(29inmenorispettoall’annoprecedente)(Tabella4.21);sicontano12.104medicititolari,ovvero20mediciogni100.000abitanti.Ipuntidiguardiamedicasonodistribui-tiprevalentementenelleregionidelSud:il42%èconcentratoinquattroregioni(Sicilia,Calabria,PugliaeCampania).Alivelloterritoriale,siregistraunarealtànotevolmentediversificatasiariguardoiricoveriprescrittichelevisiteeffettua-te.Inmediavengonoprescritti296ricoveriogni100.000abitanti(incalorispetto

Tabella 4.20 Indicatori proxy di ridotta accessibilità e funzionalità dei servizi territoriali, attività per acuti in strutture pubbliche e private,  per 100.000 abitanti (2011)

Regione Tasso di ospedalizzazione per diabete non 

controllato

Tasso di ospedalizzazione per asma nell’adulto 

Tasso di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca  

(età >= 65 anni) 

Piemonte 7,8 5,1 847,8

Valle d’Aosta 4,7 5,0 1.153,0

Lombardia 28,3 11,5 1.191,5

PA Bolzano 46,7 10,1 1.307,0

PA Trento 22,2 5,4 1.123,0

Veneto 22,6 10,5 1.308,3

Friuli VG 16,1 5,5 1.345,9

Liguria 14,8 10,5 1.123,2

Emilia Romagna 26,0 7,7 1.287,4

Toscana 6,3 4,5 1.036,8

Umbria 19,8 11,8 1.265,2

Marche 13,4 7,8 1.367,6

Lazio 18,2 5,7 1.145,0

Abruzzo 15,8 6,4 1.647,4

Molise 10,4 4,5 1.666,6

Campania 12,0 15,6 1.378,7

Puglia 31,4 13,0 1.328,2

Basilicata 24,7 4,8 1.422,6

Calabria 16,2 12,9 1.670,1

Sicilia 18,1 8,7 1.461,8

Sardegna 29,9 17,9 1.115,1

ITALIA 19,8 9,7 1.243,9

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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160 RapportoOASI2013

ai322del2009),congrandidifferenzeregionali(PATrento1.059eLazio120).Levisiteeffettuate,suscalanazionale,sono16.884permilleabitanti,indiminu-zionerispettoaldato2009(17.229).IlivellidiattivitàpiùaltisiregistranoinCalabria(43.370),ipiùridottinelLazio(4.906)enellaPAdiBolzano(3.72455).

4.5 Lecaratteristichedeibisogniedelladomandaespressadagliutenti

L’analisideibisogniedelladomandarichiedediconsiderareunapluralitàdivariabili(demografiche,epidemiologiche,socialiedeconomiche),lacuiinciden-zavariatraleregionieall’internodellestesse.Un’analisiapprofonditaditutte

55Lavariabilitàdeldatoèprobabilmenteinfluenzatadaproblemididefinizioneeraccoltadelleprestazioni.

Tabella 4.21 Attività di guardia medica, per Regione (2010)

Regione Punti di guardia medica

Ore prestate Ricoveri prescritti per 100.000 abitanti

Visite effettuate  per 100.000 abitanti

Piemonte 142 998.092 383 12.308

Valle D’Aosta 8 58.458 501 11.900

Lombardia 226 1.584.158 311 10.611

PA Bolzano 6 28.193 0 3.724

PA Trento 32 227.564 1.059 17.632

Veneto 112 1.057.376 233 11.661

Friuli VG 50 279.023 411 12.993

Liguria 54 315.324 430 7.873

Emilia Romagna 163 1.210.439 131 16.244

Toscana 176 1.087.485 427 16.314

Umbria 43 360.529 227 18.346

Marche 88 586.073 366 23.564

Lazio 125 940.744 120 4.906

Abruzzo 101 633.184 287 23.052

Molise 45 226.632 572 33.408

Campania 211 1.776.672 245 19.988

Puglia 261 1.797.701 220 18.328

Basilicata 105 716.870 417 25.607

Calabria 327 1.871.472 432 43.373

Sicilia 432 2.466.092 303 32.730

Sardegna 218 1.279.720 589 28.444

ITALIA 2925 19.501.801 296 16.884

Fonte: Elaborazioni OASI su dati Ministero della Salute

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161LastrutturaeleattivitàdelSSN

levariabilicheincidonosulbisognoesulladomandadisaluteesuladagliobiet-tividelpresentecapitolo.SirimandaalRapportoOsservasalute2012(www.os-servasalute.it)perunatrattazionesistematicadelquadroepidemiologicochecaratterizzalediverseregioni.Diseguito,sipresentanosoloalcuniindicatori,utiliperdelineareilquadrodemografico,checostituisceunodeifattoripiùrile-vantiperladeterminazionedellepropensionialconsumosanitario(CutlereSheiner,1998;HerwartzeTheilen,2003;SpillmaneLubitz,2000;PammollieSalerno,2006).

Nelcorsodel2012,secondoidatiISTAT56,lapopolazionehacontinuatoacrescere,raggiungendoal31Dicembre201259milioni685milaresidenti,conunincrementodi291.020unitàrispettoallastessadatadel2011(pariallo0,49%),dovutocompletamenteallemigrazionidall’estero.Ladistribuzionedellapopo-lazioneresidenteperripartizionegeograficaassegnaaicomunidelNord-Ovestil26,6%deltotale,alNord-Estil19,3%,alCentroil19,6%,alSudil23,4%ealleIsolel’11,1%.Talipercentualirisultanopressochéinvariaterispettoall’annoprecedente.

Leimplicazionidelleprofondedinamichedicambiamentodemograficoeso-cialechestannointeressandoilnostroPaeseesulanodall’oggettodelpresentelavoro.Aifinidirappresentarel’evoluzionedeibisognisanitari,basteràricor-darechelabassanatalità,l’ingressodipopolazionegiovanemagiàadultael’allungarsidellavitamediacomportanounprogressivoinvecchiamentodemo-grafico.

Secondol’ISTAT,nel2012laquotadiultra65enniharaggiuntoil20,8%dellapopolazione.Ancheilrapportotraanzianiegiovani(indicedivecchiaia)hamo-stratouncostanteaumentoneglianni,attestandosia148,6nel2012controil127del2000.Logicamente,anchel’indicedidipendenzastrutturale,ossiailrapportotrapopolazioneinetànonattivaeattiva,negliultimidieciannièaumentatodi5puntipercentuali,toccandoal1°gennaio2012unvaloreparial53,5%.

Alivelloterritoriale(Tabella4.22)l’invecchiamentodellapopolazioneri-guardatutteleareedelpaese,purinpresenzadiunadiscretavariabilità.Lare-gionedoverisiedeilmaggiornumerodianzianiinrapportoaltotaleèlaLiguria,conil27,3%;quelledoverisiedeilmaggiornumerodiminoridi14annisonolaCampaniacon16,1%eilTrentinoAltoAdigeconil15,9%.

Unavoltaindividuatelecaratteristichedelladomanda,unprimopassaggiorilevanteèvalutarel’attualecapacitàdirispostaaibisogni,individuandoade-guatiindicatorideilivellidiefficaciaraggiunti(rapportooutput/outcome).NelRiquadro4.1sonoriportatiiprincipaliindicatorigestionalidiefficaciadelleaziendesanitarie,comeelencatinelRapportoOASI2002.

56Illettorepotràriscontrareunadiminuzionerispettoallacifrariportatanelcapitolo2delRappor-toOASI2012(popolazionestimata60,813milioni).Taleincongruenzaèdovutaalfattocheidatidisponibilifinoal2011appartengonoastimepre-censuarie,comegiàindicatoalparagrafo4.2.1.

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162 RapportoOASI2013

Tragliindicatoridiefficaciagestionaleassumonoparticolarerilevanzaquellirelativia:

flussidimobilità; gradodisoddisfazionedeicittadini; tempidiattesa.

Diseguitosipresentanoalcunidatirelativamenteaquestitretemi.Lamigrazionesanitaria,ossialafruizionediunaprestazionesanitariainuna

strutturalocalizzatainun’altraregioneoinunaltropaeserispettoaquellidiresi-denza,puòesseremotivatadaragionioggettive(centridialtaspecialità,malattierare),daesigenzegeograficheofamiliari,daun’inadeguatadistribuzionedeiservizidiagnostico-terapeutici,dadisinformazione,oppuredadifferenzerealiopercepiterispettonellaqualitàdellecureoffertedallestruttureregionaliedextraregionali.

Tabella 4.22 Indicatori di struttura demografica, per Regione (1° gennaio 2012)

Regione % under 14 % over 65 Indice  di vecchiaia(1)

Dipendenza strutturale(2)

Età media

Piemonte 13,0% 23,5% 181,0 57,4 45,13

Valle D’Aosta 14,0% 21,3% 152,0 54,7 43,90

Lombardia 14,3% 20,8% 145,6 54,1 43,35

Trentino Alto Adige 15,9% 19,1% 120,1 53,8 41,76

Veneto 14,3% 20,6% 144,2 53,4 43,29

Friuli VG 12,6% 24,0% 189,6 57,7 45,51

Liguria 11,6% 27,3% 236,2 63,6 47,44

Emilia Romagna 13,5% 22,8% 169,5 56,9 44,69

Toscana 12,8% 23,9% 186,0 57,9 45,33

Umbria 13,0% 23,6% 181,0 57,9 44,97

Marche 13,4% 22,9% 170,7 56,9 44,47

Lazio 13,8% 20,2% 146,2 51,7 43,19

Abruzzo 13,0% 21,8% 167,6 53,3 44,06

Molise 12,5% 22,2% 178,3 53,1 44,44

Campania 16,1% 16,6% 102,7 48,5 40,12

Puglia 14,6% 19,0% 130,3 50,7 41,92

Basilicata 13,3% 20,5% 154,2 51,0 43,22

Calabria 14,1% 19,2% 135,6 50,0 42,09

Sicilia 14,9% 18,9% 127,0 51,1 41,68

Sardegna 12,2% 20,1% 164,6 47,9 43,76

ITALIA 14,0% 20,8% 148,6 53,5 43,30

(1) Calcolato come rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e quella infantile (fino a 14 anni), moltiplicato per 100.(2) Calcolato come rapporto tra la somma della popolazione anziana e infantile al numeratore, la popolazione adulta (15-64 anni) al denominatore, moltiplicato per 100.

Fonte: Elaborazioni OASI su dati ISTAT

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163LastrutturaeleattivitàdelSSN

L’analisideiflussidimobilitàpuòesserequindiutilizzatapervalutarelaqualitàdeiservizisanitarioffertidallediversestruttureoregioni,considerandolesceltedimobilitàdeipazienticomeunaproxydellareputazionedellestesse.Nelpro-sieguosipresentanoalcuneanalisisuiflussidimobilitàinterregionale.Perl’ana-lisideiflussidimobilitàtransfrontalierisirimandaalCapitolo5delRapportoOASI2011.

LaFigura4.13sintetizzaleinformazionidimobilitàperil2011relativeairi-coveriordinariperacutieffettuatiinstrutturepubblicheeprivateaccreditate,utilizzandocomecoordinateperilposizionamentodiciascunaregionedueva-riabili:

tassodifuga:ricoverideiresidentiinstrutturefuoriregionesultotaledeiri-coverideiresidentidellaregione;

tassodiattrazione:ricoveridipazientiprovenientidaaltreregionisultotaledeiricoverieffettuatidallestrutturedellaregione.

Riquadro 4.1 Indicatori di efficacia gestionale per le aziende sanitarie (Cantù, 2002)

Alcuni possibili indicatori gestionali di efficacia delle aziende sanitarie (oltre a quelli più diretti di effica-cia sanitaria, la cui valutazione è di competenza del personale medico o di studi epidemiologici e si basa sull’esistenza di dati scientifici validi attestanti la capacità di una prestazione sanitaria di miglio-rare in modo misurabile quantità o qualità della vita dei pazienti) possono essere (Borgonovi e Zan-grandi 1996):

• dimensione dei flussi di mobilità in uscita ed entrata di pazienti (ASL) e provenienza dei pazienti (AO), che sono indicatori di soddisfazione / insoddisfazione dei pazienti;

• tempi di attesa per tipologie di servizi e di prestazioni. Elevati tempi di attesa possono essere lega-ti ad una domanda particolarmente elevata di servizi (determinata dall’assenza di «filtri» alla do-manda o da una carenza dell’attività di prevenzione o dalla creazione di domanda impropria), o a un elevato tasso di attrazione di pazienti (in questo caso tempi di attesa particolarmente elevati sono sintomo di efficacia);

• grado di soddisfazione del cittadino-paziente così come rilevabile attraverso periodiche indagini;• tasso di ricovero o numero di prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione rispetto alla popolazione

(solo per ASL), che può essere indicatore di maggiore efficacia o di eccesso di prestazioni;• livello delle prestazioni di prevenzione. Tanto maggiore il numero di prestazioni, tanto maggiore può

essere considerata l’efficacia, a meno che non sia rilevabile un uso distorto delle strutture;• frequenza di «eventi» che segnalano situazioni di disfunzioni (es. denunce di disfunzioni e carenze

assistenziali o mancata risposta alla richiesta di prestazioni, azioni legali e reclami), che può però essere correlata alla presenza o assenza di movimenti di difesa del cittadino-paziente.

Molti degli indicatori sopra elencati presentano un limite: spesso la loro interpretazione non può esse-re univoca. Il SSN, inoltre, pone tra i principi alla base della sua istituzione la promozione, il manteni-mento ed il recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizio-ni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio (art. 1 L. 833/78). Il raggiungimento di un adeguato livello di equità è quindi una delle finalità istituzionali del SSN e delle aziende che vi operano. La misurazione del grado di equità raggiunto dal sistema rappresenta un ulteriore indicatore di efficacia dell’attività.

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164 RapportoOASI2013

Inquestomodoèpossibileevidenziarequattroquadranti(separatidallamedianazionale)eclassificareleregionicomeindicatonelRiquadro4.2.

Nelperiodo2008-2011,l’entitàcomplessivadellamobilitàfuoriregioneèlie-vementeaumentata,passandoda7,38%deiricoveriordinariperacutia7,56%nel2011.Trail2010eil2011,alivelloregionale,nonsiregistranovariazionisi-gnificativeneitassidiattrazioneefuga,conunavariazionemassimadi1,4puntipercentualinell’aumentodell’indicedifugadelMolise.Afrontediunacomples-sivastabilitànelposizionamento,ilLazioèl’unicaRegionecheeffettuauncam-biodiquadrante,passandodaregione«attrattiva»aregione«specializzata»,conunaumentodeltassodifugadello0,6%.NellaFigura4.14idatidimobilitàsonostatielaboraticalcolandoaltreduevariabili:

assorbimentodellamobilità:rapportotralamobilitàattivadiunaregione(numerodipazientiprovenientidafuoriregione)elamobilitàtotalealivellonazionaletraleregioni;

generazionedellamobilità:rapportotralamobilitàpassivadiunaregione(numerodipazientiricoveratifuoriregione)elamobilitàtotalealivellona-zionaletraleregioni.

Tasso di attrazione

Tass

o di

fuga

PIE

VDA

LOM BZ

TN

VEN FVG

LIG

EMR TOS

UMB MAR

LAZ

ABR

MOL

CAM

PUG

BAS

CAL

SIC SAR

0,00

0,05

0,10

0,15

0,20

0,25

0,30

0,00 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0,30

III

I

IV

II

Figura 4.13 Posizionamento delle Regioni in base agli indici di attrazione (*) e di fuga (**) (2011)

(*) Vengono inclusi solo i ricoveri di pazienti provenienti da altre regioni italiane, mentre non si considerano quelli di pazienti esteri e quelli di pazienti di provenienza sconosciuta (a causa della incompletezza nella compilazione delle corrispondenti SDO).(**) Si considerano solo i ricoveri in altre regioni e non quelli di pazienti italiani all’estero, poiché questi dati sono rilevati in un altro flusso informativo.

Fonte: Elaborazioni OASI su dati SDO, Ministero della Salute

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165LastrutturaeleattivitàdelSSN

AdifferenzadellaFigura4.13,gliindicatoriutilizzatinellaFigura4.14nonscon-tanoledimensionirelativedellediverseregioni.Sonoquindimenoadattiarap-presentarelamaggioreominorecapacitàdiattrazioneedicontenimentodellafugadellesingoleregioni.Nellostessotempo,però,dannounarappresentazionepiùimmediatadelvolumedimobilitàgeneratoeassorbitodaogniregione.Leregionichesicollocanosopralabisettricehannosaldonegativo,lealtrepositivo.Inparticolare:

Riquadro 4.2 Classificazione delle Regioni in funzione del posizionamento all’interno della matrice attrazione-fuga (Cantù, 2002)

• Regioni «SPECIALIZZATE» (quadrante I) con forte mobilità in uscita e in entrata (dove si collocano prevalentemente le regioni di piccole dimensioni, in cui la mobilità è generata dalla prossimità ge-ografica dei territori confinanti o dalla mancanza di determinate specialità nelle strutture regionali. Allo stesso tempo, si tratta di regioni che riescono ad attrarre pazienti dalle zone confinanti per al-cune specialità).

• Regioni «IN DEFICIT» (quadrante II) con elevata mobilità in uscita e ridotta mobilità in entrata (dove tendenzialmente si collocano le regioni i cui livelli di offerta sono inferiori rispetto alla domanda o sono percepiti di bassa qualità).

• Regioni «AUTOSUFFICIENTI» (quadrante III) con bassa mobilità in entrata ed in uscita.• Regioni «ATTRATTIVE» (quadrante IV) con elevata mobilità in entrata e più limitata mobilità in uscita

(dove tendenzialmente si collocano le regioni i cui servizi sanitari sono percepiti di elevata qualità).

Figura 4.14 Assorbimento (*) e generazione (**) della mobilità nelle Regioni (2011)

PIE

VDA

LOM

BZ

TR VEN

FVG

LIG EMR

TOS UMB

MAR

LAZ

ABR

MOL

CAM

PUG

BAS

CAL SIC

SAR 0%

5%

10%

15%

20%

25%

0% 5% 10% 15% 20% 25%

% pazienti da fuori regione su mobilità totale (assorbimento di mobilità)

% ri

cove

rati

fuor

i reg

ione

su

mob

ilità

tota

le(g

ener

azio

ne d

i mob

ilità

)

(*) Vengono inclusi solo i ricoveri di pazienti provenienti da altre regioni italiane, mentre non si considerano quelli di pazienti esteri e quelli di pazienti di provenienza sconosciuta (a causa della incompletezza nella compilazione delle corrispondenti SDO).(**) Si considerano solo i ricoveri in altre regioni e non quelli di pazienti italiani all’estero, poiché questi dati sono rilevati in un altro flusso informativo.

Fonte: Elaborazioni OASI su dati SDO, Ministero della Salute

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166 RapportoOASI2013

laLombardiaattraepiùdel20%dellamobilitàcomplessivafuoriregione,segui-tadaEmiliaRomagna(15,1%)Lazio(10%),Toscana(8,9%)eVeneto(7,2%);

sesiconsideralaprovenienzadeipazientiricoveratifuoriregionerispettoallamobilitàcomplessiva,èlaCampaniaapresentarelapercentualepiùele-vata(10,7%),seguitadaLazio(8,9%),Lombardia(8,2%),Puglia(7,8%),Ca-labria(7,6%)eSicilia(7,2%).

PerquantoriguardalasoddisfazionedeicittadinineiconfrontidelSSN,diversicentridiricercaitalianisvolgonopiùomenoregolarmenteindaginisultema.

Atalriguardolostudio«ItalianiinEvoluzione:laCustomer SatisfactionneiserviziinItalia–2012»realizzatodaDoxametricsperCFMT(CentrodiForma-zioneManagementdelTerziario)riportalasoddisfazionedegliutentinelsettoredeiservizi,traiqualivieneriportataanchelasanità.Quest’ultimaèunodegliambitichehavistodiminuireinmanierasignificativalasoddisfazionedegliutenti(Figura4.15);talecalosirilevasianellasanitàpubblica(dal57,9%al52,6%)cheinquellaprivata(dal65%al61,1%),mentrerimanecostanteildiva-riotraleduetipologiedistrutture.

LamaggioresoddisfazioneperiservizierogatidallasanitàprivatarispettoaquellapubblicaemergeanchedallostudiopubblicatodalCENSIS(2013).Talestudio,analizzandolacoperturadeibisognidelSSN,mostracomeil44,8%deipazientiritengachel’SSNoffratutteleprestazionidicuihabisogno.Tuttavia,il41,2%degliintervistatiritienechel’SSNsiaormaiingradodioffriresololepre-

Figura 4.15 Indice di soddisfazione, % su totale intervistati (2012)

Sanità pubblica

Sanità privata

0

10

20

30

40

50

60

70

2010 2012

Fonte: Elaborazioni OASI su dati CFMT (2012)

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167LastrutturaeleattivitàdelSSN

stazioniessenzialiperilmantenimentodiunaccettabilestatodisalute;il14%ritieneilnostrosistemapubblicoinadeguatonelcoprireibisognifondamentalidiassistenzasanitaria(Figura4.16).Questidatinascondonounarealtànazionaleprofondamentediversificata;sealNord-EstlapercentualedicittadinicheritieneilSSNinadeguatoèparisoloall’1,4%,talepercentualesalefinoal22,2%nelSudenelleIsole,assestandosisuvaloriintermedialNord-OvestealCentro(rispetti-vamente,12,2%e13,8%).Esattamentespecularelaquotadichisidichiaracom-pletamentesoddisfattodellarispostadelSSN,chepassadal60,8%delNord-Estal34,5%delSud-Isole.LaquotadichiritieneilSSNingradodiassicuraresoloiserviziessenzialièinvecevicinaal40%intuttelemacroareegeografiche.DanotarechequestepercentualievidenzianounacontinuitàconirisultatidiunanalogostudiocondottodalCENSISedalForumperlaRicercaBiomedicanel2012eriportatonell’edizioneprecedentedelRapportoOASI.

Ilmedesimostudioanalizzainoltreilgradodisoddisfazionedelpazienteinrelazionealcorrispettivomonetariopagato.Alivellonazionaleemergeche,ingenere,icorrispettivipagatisonoconsideratielevati(«alto»nelquestionario)rispettoalserviziodicuisiusufruisce(Figura4.17).Talediscrepanzaèsuperiorenellasanitàprivata,incuiil69,4%deipazientigiudicaaltoilcorrispettivopaga-

Figura 4.16 Giudizio sul grado di copertura dei bisogni offerto dal SSN – risposta alla domanda «Il Servizio Sanitario Nazionale offre le prestazioni  di cui ha bisogno?» (2013)

Fonte: Elaborazioni OASI su dati CENSIS – Previmedical (2013)

Sì, ma solo quelleessenziali, per le altrericorro alla sanità privata

Sì, offre tutte le prestazionidi cui ho bisogno

No, ormai la coperturaper me e la miafamiglia è insufficiente

48,1% 60,8% 43,3% 34,5% 44,8%

39,7%

37,8%

42,9%

43,3%

41,2%

12,2%

1,4%

13,8%22,2%

14,0%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

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168 RapportoOASI2013

Giusto Basso Alto

56,3

73 69,4

42,7

27 30,5

1 0 0,1

Sanità pubblica (ticket) Intramoenia Sanità privata

Figura 4.17  Giudizio sul corrispettivo pagato in relazione al servizio erogato

Fonte: Elaborazioni OASI su dati CENSIS – Previmedical (2013)

toenelpubblico,conriferimentoaiserviziinintramoenia,dovebenil73%deipazientigiudicailcorrispettivoelevatoesoltantoil27%logiudicaadeguato(«giusto»nelquestionario).

Focalizzandosisullasanitàpubblica,emergecheil56,3%deipazientigiudicailprezzoelevato,il42,7%loritieneappropriatoeun1%deipazientilogiudicacontenuto(«basso»).Taligiudizivarianomoltoinfunzionedell’areageografica(Figura4.18);inparticolare,èpossibileevidenziarecomeilticketrisultiadegua-toperlamaggiorpartedeipazientiaNord-Est(60,7%)ealCentro(50%),men-treèritenutoaltoaNord-Ovest(64,4%)ealSudenelleIsole(60%).

Nonostantelamaggiordiscrepanzapercepitatracorrispettivopagatoeservi-zioerogato,lasanitàprivatarisultaavereindicidisoddisfazionepiùalti,comemostratoinprecedenza(Figura4.15).

Unapossibilespiegazionediquestofenomenoèlegataallaproblematicadel-lelisted’attesa.ComeevidenziailrapportoAIOP(2013),il13,9%degliutentideiserviziospedalierinegliultimidodicimesihafattoricorsoaiserviziintramo-eniaall’internodegliospedalipubblici.Questasceltaèlegatainprimoluogoallapossibilitàdievitarelelistediattesadellasanitàpubblica,giudicatetroppolunghe,(7,1%)e,insecondoluogo,allavolontàdirivolgersiadunospecialistadifiducia(6,8%).

Relativamenteallelisted’attesa,lostessostudiomostracheil60,6%degliutentidiserviziospedalierinell’ultimoannohaavutoesperienzedilistediatte-sa.Traquesti,oltreunterzohaavutoesperienzadilistediattesamoltolunghe;inparticolare,il9,3%haattesotrai60ei120giornieil12,5%oltrei120giorni(Tabella4.23).

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169LastrutturaeleattivitàdelSSN

Rispettoaitempidiattesa,negliultimiannisièsviluppataunaforteattenzioneaquestotema,comedimostranoinumerosirichiamieprovvedimentinormativiperlariduzioneeilgovernodelleliste.SirimandaalCapitolo7delRapportoOASI2012perunaggiornamentoeapprofondimentodellepolitichedigestionedeitempid’attesa.

CoerentementeconquantoosservatodalCENSISedall’AIOP,lostudiopre-cedentementecitatodiCFMTsullasoddisfazioneglobaledegliutentideiservizi

Fonte: Elaborazioni OASI su dati CENSIS – Previmedical (2013)

Giusto Basso Alto

64,4

38,649,4

60,8 56,3

34,4

60,750

38,1 42,7

1,2 0,7 0,6 1,1 1

Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totale

Figura 4.18 Giudizio sul corrispettivo pagato (ticket) in relazione al servizio erogato per la sanità pubblica – per Aree Geografiche

Tabella 4.23 Servizi ospedalieri e liste di attesa

Negli ospedali pubblici

Utenti dei servizi ospedalieri negli ultimi dodici mesi che hanno fatto ricorso ai servizi intramoenia a pagamento all’interno degli ospedali pubblici, di cui:

13,9%

Per evitare liste di attesa troppo lunghe 7,1%

Per ricorrere ad uno specialista di fiducia 6,8%

Utenti di servizi ospedalieri negli ultimi dodici mesi che hanno avuto esperienze di liste di attesa, di cui:

60,6%

Meno di 60 giorni 38,8%

Oltre i 60 e fino a 120 giorni 9,3%

Oltre i 120 giorni 12,5%

Fonte: dati Ermeneia – AIOP (2013)

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170 RapportoOASI2013

sanitariindividuanellariduzionedeicostiedeitempidiattesaduedeiprincipalielementidipossibilemiglioramento.Inparticolare,sullabasedi1.722interviste,lostudiodiCFMTindividuacomeprincipalielementidimiglioramentodellasanità(pubblicaeprivata)lamaggiorpreparazioneecompetenzadelpersonale(37%),l’abbassamentodeicosti(24%),lariduzionedeitempidiattesa(23%),lasemplificazionedelletariffe(20%)edunaumentodelpersonale(19%).

AppendiceI.Quadrodelleprincipalimodifichenell’assettoistituzionaledeiSSR–1996–2013

Riquadro 4.3 Modifiche nel numero di ASL e AO dal 31/12/95 al 30/06/13

PIEMONTE

2004: Istituzione dell’ASO Ordine Mauriziano di Torino (LR 39/04).

2006: Riassetto del SSR: fusione in 7 nuove ASL di 16 delle 22 ASL esistenti: ASL TO1 per accorpamen-to di 2 ASL, ASL TO2 per accorpamento di 2 ASL, ASL 3 per accorpamento di 2 ASL, ASL 4 per accorpa-mento di 2 ASL, ASL 5 per accorpamento di 2 ASL, ASL 10 per accorpamento di 3 ASL, ASL 13 per ac-corpamento di 3 ASL.

2012: Accorpamento di tre AO Torinesi (S. G. Battista – Molinette, CTO – Maria Adelaide, OIRM – Sant’Anna) nell’AO «Città della Salute e della Scienza», integrata con la Facoltà di Medicina di Torino.

LOMBARDIA

1997: Definizione dei nuovi ambiti territoriali delle ASL (LR 31/97), che sono passate da 44 a 14.

1997: Costituzione di 11 nuove AO (DCR 742/97).

1998: Costituzione dell’ASL di Vallecamonica-Sebino (LR 15/98).

2002: Costituzione di 2 nuove AO: Provincia di Lodi e Provincia di Pavia (DCR 401/02).

2003: Trasformazione dell’AO Morelli di Sondalo nell’AO di Valtellina e Valchiavenna, con acquisizione dei presidi a gestione diretta dell’ASL di Sondrio (DCR 747/03). Attualmente solo l’ASL della Valcamonica continua a gestire direttamente due ospedali (Edolo ed Esine).

Tabella 4.24 Percezioni di elementi di possibile miglioramento della sanità

Pensando in generale al livello di servizio ricevuto oggi,  come potrebbe essere migliorato in futuro?

SANITA E ASSISTENZA

Numero interviste 1.722

Maggior preparazione / competenza del personale 37%

Abbassamento dei costi 24%

Riduzione dei tempi di consegna o di attesa 23%

Costi / tariffe più semplici 20%

Più personale 19%

Fonte: Dati CFMT(2012)

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171LastrutturaeleattivitàdelSSN

PA BOLZANO

2007: Accorpamento delle ASL di Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico nell’Azienda Sanitaria Pro-vinciale dell’Alto Adige (LP 9/2007).

VENETO

1996: Accorpamento delle ULSS 11 Venezia e 12 Mestre (DGR 6368/96).

LIGURIA

2008: Soppressione dell’Azienda Ospedaliera «Ospedale S. Corona» e dell’Azienda Ospedaliera «Villa Scassi», con ritorno dei presidi ospedalieri alla gestione diretta ASL.

2012: Accorpamento dell’Ospedale S. Martino di Genova e dell’IST – Istituto nazionale per la ricerca sul cancro – e relativo riconoscimento della nuova struttura («AOU IST San Martino») come IRCCS pubblico, in base alla LR 2/2011.

EMILIA ROMAGNA

2003: Istituzione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna (LR 21/03) che accorpa le tre ASL della provincia di Bologna (ASL Città di Bologna, Bologna Sud e Bologna Nord), con esclusione della ASL di Imola.

MARCHE

1996: Costituzione dell’AO Umberto I Torrette di Ancona (DGR 3959/96).

2003: Riorganizzazione del SSR (LR 13/03) con: (i) la costituzione dell’Azienda Sanitaria Unica Regiona-le in cui sono state accorpate le precedenti 13 ASL; (ii) la fusione per incorporazione nell’Azienda Ospe-daliera «Umberto I» delle Aziende ospedaliere «G.M. Lancisi» e «G. Salesi» (queste ultime hanno assunto, con la fusione, la natura di presidi di alta specializzazione nell’ambito della nuova azienda ospedaliera).

2009: Accorpamento strutture ospedaliere San Salvatore di Pesaro e Santa Croce di Fano nella nuova Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord (LR 21/2009).

UMBRIA

1998: Incorporazione dell’ASL di Orvieto nell’ASL di Terni (LR 3/98).

2013: La nuova Azienda USL Umbria 1 sostituisce la ex Az. USL 1 – Città di Castello e la ex Az. USL 2 – Perugia. La nuova Azienda ASL Umbria 2 sostiuisce invece la ex Az. USL 3 – Foligno e la ex Az. USL 4 – Terni.

LAZIO

1999: Costituzione dell’AO Universitaria S. Andrea (DPCM 22 luglio 1999), che ha inizialmente svolto solo attività ambulatoriale, mentre dal 2002 eroga anche prestazioni di ricovero.

ABRUZZO

2010: Riassetto del SSR attraverso la fusione in 2 ASL di 4 delle 6 preesistenti ASL (LR 5/2008): l’ASL 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila per accorpamento dell’ASL di Avezzano-Sulmona (ex ASL 1) con l’ASL dell’Aquila (ex ASL 4) e l’ASL 2 Lanciano-Vasto-Chieti per accorpamento delle ASL di Chieti (ex ASL 2) e di Lanciano-Vasto (ex ASL 3).

MOLISE

2005: Riorganizzazione del SSR (LR 9/05) con la costituzione dell’Azienda Sanitaria Regionale Molisana (ASREM), in cui sono state accorpate le precedenti 4 ASL.

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172 RapportoOASI2013

CAMPANIA

1997: Costituzione dell’AO «Cotugno» tramite scorporo dall’AO «Monaldi Cotugno» di Napoli (DGR 8048/97 e 22782/97).

2008: Riorganizzazione del SSR con la creazione di 4 ASL provinciali (Avellino, Benevento, Caserta e Salerno), in virtù della fusione delle rispettive ASL sub provinciali, e di 3 ASL nella Provincia di Napoli: Napoli 1, Napoli 2 (accorpamento delle ASL NA2 e NA3) e Napoli 3 (accorpamento delle ASL NA4 e NA5).

2011: Costituzione per accorpamento delle precedenti AO dell’AO di rilievo nazionale Monaldi – Cotu-gno – CTO (Decreto Commissario ad acta 70/2010).

PUGLIA

1996: Costituzione dell’AO SS. Annunziata di Taranto (Decreto Pres GR 53/96).

1997: Costituzione dell’AO Ospedali Riuniti di Foggia (Decreto Pres GR 44/97).

2002: Soppressione di 4 AO (su 6 restano solo AO Ospedali Riuniti di Foggia e AO Policlinico di Bari) (DGR 1429/02), con ritorno dei presidi ospedalieri alla gestione diretta ASL.

2006: Riassetto del SSR: costituzione dell’ASL BAT (ex ASL BA/1) e fusione in 3 nuove ASL di 9 ASL preesistenti: ASL BA per accorpamento delle ASL BA/2, BA/3, BA/4, BA/5; ASL FG per accorpamento delle ASL FG/1, FG/2 e FG/3; ASL LE per accorpamento delle ASL LE/1 e LE/2 (LR 39/2006).

BASILICATA

2008: Riassetto del SSR con creazione di due nuove ASL provinciali: ASP (ASL di Potenza) e ASM (ASL di Matera) (LR 12/2008).

CALABRIA

2007: Riassetto del SSR: fusione in 3 ASL di 9 delle 11 ASL esistenti: ASL di Cosenza per accorpamen-to delle ASL Paola, Castrovillari, Rossano e Cosenza; ASL di Catanzaro per accorpamento delle ASL La-mezia Terme e Catanzaro; ASL di Reggio Calabria per accorpamento delle ASL Locri, Palmi e Reggio Calabria.

2012: Accorpamento ASL Locri e ASL Reggio Calabria (Palmi e Reggio) nell’ASP Reggio Calabria.

SICILIA

2009: Riassetto del SSR attraverso la definizione di 9 Aziende Sanitarie Provinciali, 3 Aziende Ospeda-liere di riferimento regionale e 2 Aziende Ospedaliere di Rilievo Nazionale e Alta Specializzazione (AR-NAS).

Riquadro 4.4 Assetti istituzionali per l’accentramento dei processi di acquisto di beni e servizi sanitari e di altre funzioni amministrative (2002-2013) 

PIEMONTE

(i) Creazione di un’area di coordinamento sovra zonale (art. 23 LR 18/2007) per l’approvvigionamento di beni e servizi, la gestione dei magazzini, la logistica, la gestione delle reti informative e dei centri di prenotazione.

(ii) Istituzione di un’area di coordinamento metropolitana (art. 10 LR 18/2007) tra le strutture operanti nell’area torinese.

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173LastrutturaeleattivitàdelSSN

LOMBARDIA(i) Creazione della Centrale Regionale Acquisti per il monitoraggio delle dinamiche di domanda/offerta di

beni/servizi, la gestione diretta centralizzata degli acquisti e l’affiancamento degli enti nell’accesso alla piattaforma SINTEL per la gestione autonoma delle gare telematiche (LR 33/2007). Il 01/10/2012 la Centrale Regionale Acquisti è trasformata in Agenzia.

(ii) Definizione di Aree Vaste senza personalità giuridica, unioni formalizzate a livello provinciale e/o ma-cro aree, dette «Consorzi», per procedere agli acquisti in forma aggregata (LR 11/2011).

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO Istituzione di quattro Comprensori Sanitari, coincidenti con il territorio delle soppresse ASL, dotati di

autonomia tecnico gestionale ed economico finanziaria (LP n. 9 del 02/10/2006).

VENETO(i) Istituzione di cinque Aree Vaste per l’accentramento di alcuni processi gestionali e servizi tecnico-

amministrativi in materia di approvvigionamento in tutte le sue fasi (pianificazione, acquisto, stoccag-gio e distribuzione di beni) secondo quanto previsto dalla DGR 3456/2004.

(ii) Istituzione di una Centrale Regionale Acquisti (CRA) per la Sanità (DGR 4206/08).

FRIULI VENEZIA GIULIA(i) Istituzione di un Centro Servizi Condivisi (CSC) per la gestione centralizzata di attività tecniche e am-

ministrative a supporto degli enti consorziati (art. 18 LR 20/2004), poi abrogato con la LR 12/2009.

(ii) Istituzione di tre Aree vaste: Giuliano – Isontina, Udinese, Pordenonese. Per ognuna di queste, almeno formalmente, sono state istituite le «Conferenze di area vasta» quali «sedi di programmazione coordi-nata della risposta alla domanda appropriata»delle Aziende territoriali, alle Aziende ospedaliere pub-bliche e private, all’Istituto Scientifico che insistono nella stessa area». (PSSR 2006-08).

LIGURIA(i) Individuazione di tre Aree Ottimali con compiti di programmazione interaziendale e proposta di atti in

materia di servizi amministrativi, di personale e di aggiornamenti tecnologici (art. 7 LR 41/06).

(ii) Istituzione della Centrale Regionale Acquisti ai sensi della LR 14/2007.

EMILIA ROMAGNA Individuazione di tre Aree Vaste per coordinare le strategie e i processi di acquisto e valutare l’oppor-

tunità di una gestione unificata dei processi di gestione del trattamento economico e delle procedure concorsuali per il personale (LR 28/2007).

TOSCANA Istituzione di tre Enti per i servizi tecnico-amministrativi di Area Vasta (ESTAV), dotati di personalità

giuridica di diritto pubblico, per la programmazione e coordinamento delle prestazioni e organizzazio-ne sanitaria, oltre che svolgere la funzione di di approvvigionamento beni e servizi, gestione logistica e delle reti informative (art. 9 LR 40/2005).

UMBRIA Istituzione dell’agenzia «Umbria Sanità» per la gestione integrata delle funzioni tecnico-amministrative

delle aziende sanitarie e della direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali.

LAZIO Supporto per lo sviluppo del mercato elettronico e realizzazione di una Centrale Acquisti Regionale in

base all’intesa tra MEF, Consip e Regione stipulata il 24/01/2008.

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174 RapportoOASI2013

ABRUZZO

Supporto per lo sviluppo del mercato elettronico e la realizzazione di una Centrale Acquisti Regionale in base all’intesa tra MEF, Consip e Regione stipulata il 21/02/08 e rinnovata il 14/10/2009.

CAMPANIA

Costituzione di So.Re.Sa. Spa, ente strumentale della Regione titolare in via esclusiva delle funzioni di acquisto e fornitura dei beni e attrezzature sanitarie delle aziende sanitarie (art. 2 LR 24/2005).

PUGLIA

(i) Creazione di una Centrale Acquisti Regionale (EmPULIA) per svolgere le funzioni di Centrale di Com-mittenza, di stipulazione di Accordi quadro e Convenzioni a favore del SSR e degli altri soggetti pub-blici pugliesi.

(ii) Istituzione di tre Macroaree per l’organizzazione di processi gestionali in comune (Piano Regionale di Salute 2008-2010).

BASILICATA

Supporto per lo sviluppo del mercato elettronico in base all’intesa tra MEF, Consip e Regione stipulata il 19/12/2008.

CALABRIA

Costituzione della stazione unica appaltante prevista ai sensi della LR 26/2007 e del PdR (DGR 845/2009).

SICILIA

Istituzione di due comitati (Comitato Bacino Occidentale e Comitato Bacino Orientale) per l’accentra-mento delle gare di acquisto per beni e servizi ai sensi della LR 5/2009.

SARDEGNA

Istituzione di un Centro di Acquisto Territoriale, legato al Provveditorato regionale, che fornisce servizi per la razionalizzazione delle procedure di approvvigionamento (stipula di convenzioni-quadro, gare telematiche, osservatorio prezzi) ai sensi della LR 2/2007.

Fonte: Elaborazione OASI 2013

PrincipalinormeregionaliinmateriadiSanità(aggiornamento:Luglio201357)

PIEMONTE 

Legge di riordino del SSR – LR 18/2007, DCR 136/2007, DGR 65-7819/2007, L.R. 28 marzo 2012, n. 3

Piano di Rientro – DGR 1-415/2010

Ultimo Piano Sanitario – DCR 167-14087/2012, Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2015

57Sipuntualizzacheleleggiregionalidicontabilitàhannopersomoltodellalorovalenzaedo-vrannoessereaggiornateaseguitodeldecretoArmonizzazione(D.Lgs118/2011).

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175LastrutturaeleattivitàdelSSN

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 10/1995, modificata da LR 64/1995, LR 61/1997 e LR 18/2007

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 8/1995, modificata da LR 64/1995, LR 94/1995, LR 69/1996 e LR 14/2005

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 80-1700/2000 e Allegato B DGR 59-6349/2007, DGR n. 21-5144 del 28.12.2012

VALLE D’AOSTA

Legge di riordino del SSR – LR 5/2000, modificata da LR 1/2001, LR 18/2001, LR 25/2002, LR 13/2003, LR 21/2003, LR 1/2005, LR 15/2006 e LR 21/2006, LR 20/2011, LR 30/2011, LR 2/2013

Ultimo Piano Sanitario – LR 34/2010, Piano regionale per la salute ed il benessere sociale 2011-2013

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 5/2000, LR 1/2001, LR 18/2001, LR 25/2002, LR 13/2003, LR 21/2003, LR 1/2005, LR 15/2006, LR 21/2006,LR 20/2011, LR 30/2011, LR 2/2013

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 46/ 2009

Linee guida regionali per l’atto aziendale – LR 5/2000, modificata da LR 1/2001, LR 18/2001, LR 25/2002, LR 13/2003, LR 21/2003, LR 1/2005, LR 15/2006 e LR 21/2006, LR 20/2011, LR 30/2011, LR 2/2013

LOMBARDIA

Legge di riordino del SSR – LR 31/1997, modificata e confluita nella LR 33/2009

Ultimo Piano Sanitario – DCR 88/2010, Piano Socio-Sanitario Regionale 2010-2014

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 31/1997, modificata da LR 15/1998, LR 3/2001, LR 6/2001, LR 17/2001, LR 26/2001 e LR 28/2001

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 31/1997, modificata da LR 15/1998, LR 2/1999, LR 15/1999, LR 1/2000, LR 2/2000, LR 18/2000, LR 3/2001, LR 6/2001 e LR 17/2001

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 14049/2003

PROVINCIA DI BOLZANO

Legge di riordino del SSR – LP 7/2001; LP 9 del 02/10/2006

Ultimo Piano Sanitario – DGP58 3028/1999, Piano Sanitario Provinciale 2000-2002

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LP 22/1993, DGP 3028/1999 e LP 7/2001

Legge di contabilità aziende sanitarie – LP 14/2001

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGP 3576/2002; DGP n.602/2011

PROVINCIA DI TRENTO

Legge di riordino del SSR –LP 16/2010 – DGP 773/2011

Ultimo Piano Sanitario – LP 38/1993, Piano Sanitario Provinciale 1993-1995; disegno di legge ap-provato con DGP 1748/2008

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LP 16/2010 – DGP 773/2011

Legge di contabilità aziende sanitarie – LP 16/2010 –DGP 773/2011

Linee guida regionali per l’atto aziendale – Non definite

58DeliberazionediGiuntaProvinciale.

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176 RapportoOASI2013

VENETO

Legge di riordino del SSR – LR 56/1994

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 32/2001

Ultimo Piano Sanitario – DGR n. 15/DDL del 26/07/2011, Piano Sanitario Regionale 2012-2014

Legge di contabilità delle aziende sanitarie – LR 55/1994, modificata da LR 5/1996, LR 6/1996, LR 14/1998 e LR 46/1999

Legge di organizzazione delle aziende sanitarie – LR 56/1994, DGR 3223/2002; DGR 1015/2004, DGR 1718/2004, DGR 2058/2004, DGR 2497/2004, DGR 751/2005 e DGR1697/2007

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 3415/2002

FRIULI VENEZIA GIULIA

Legge di riordino del SSR – LR 41/1993, LR 12/1994, LR 13/1995, LR 08/2001, LR 23/2004 e LR 21/2005; LR n.12/2009 artt.9,10 e 11; LR n. 25/2012

Ultimo Piano Sanitario – DGR 465/2010, Piano Sanitario e socio sanitario 2010-2012

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 12/1994 e LR 14/2006

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 49/1996, modificata da LR 32/1997, LR 3/1998 e LR 13/1998; LR 30/2007,LR 24/2009 e LR 22/2010

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 834/2005, integrata da DGR 902 del 12/5/2010

LIGURIA

Legge di riordino del SSR –LR 41/2006 e ss.mm.

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 41/2006

Ultimo Piano Sanitario – DCR 22/2009, Piano Socio-Sanitario Regionale 2009-2011

Piano di Rientro – DGR 243/2007

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 41/2006 (Titolo II)

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 10/1995, modificata da LR 53/1995, LR 26/1996, LR 2/1997 e LR 25/2000

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 1528/2000; DGR 834/2005,

EMILIA ROMAGNA

Legge di riordino del SSR – LR 29/2004

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 19/1994, modificata da LR 50/1994, LR 4/2008, DGR 293/2009 e DGR 443/2010

Ultimo Piano Sanitario – LR 175/2008 Piano Sociale e Sanitario 2008-2010, integrato da deliberazio-ne Assemblea legislativa n.117 del 18/06/2013, «Linee Attuative PSSR 2013-2014»

Legge di organizzazione aziende sanitarie –LR 29/2004

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 50/1994, modificata da LR 11/2000

Linee guida regionali per l’atto aziendale – LR 29/2004, DGR 86/2006 e DGR 2011/2007

TOSCANA

Legge di riordino del SSR – LR 40/2005, modificata da LR 67/2005, LR 72/2005 e LR 60/2008

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 71/1998, modificata da LR 22/2000, LR 40/2005 e LR 28/2006

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177LastrutturaeleattivitàdelSSN

Ultimo Piano Sanitario – DCR 53/2008, Piano Sanitario Regionale 2008-2010 – validità del PSR prorogata come da LR 66/2011 art. 133

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 40/2005, modificata da LR 67/2005, LR 72/2005 e LR 60/2008

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 40/2005, modificata da LR 67/2005, LR 72/2005 e LR 60/2008

Linee guida regionali per l’atto aziendale – LR 40/2005, modificata da LR 67/2005, LR 72/2005 e LR 60/2008

UMBRIA Legge di riordino del SSR – LR 3/1998, modificata da LR 29/2000, LR 35/2004, LR 15/2005, LR

16/2005 e LR 6/2011

Ultimo Piano Sanitario – DCR 298/2009, Piano Sanitario Regionale 2009-2011

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 3/1998, integrata da LR 29/2000, LR 35/2004, LR 15/2005, LR 16/2005, LR 6/2011 e LR 18/2012, modificata con LR 8/2013

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 51/1995, integrata da LR 9/2003, LR 7/2004 e LR 8/2007

Linee guida regionali per l’atto aziendale – LR 29/2000, DGR 314/2003 allegato II; LR 18/2012

MARCHE* Legge di riordino del SSR – LR 22/1994, modificata da LR 31/1995, LR 9/1996, LR 26/1996, LR

13/2003 e LR 17/2011

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 26/1996, modificata da LR 32/2005

Ultimo Piano Sanitario – DCR 62/2007, Piano Sanitario Regionale 2007-2009

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 26/1996, LR 13/2003, LR 21/2009 e LR 17/2010

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 47/1996

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 1117/2004

LAZIO* Legge di riordino del SSR – LR 18/1994, modificata da LR 14/1995, LR 8/1996, LR 40/1997, LR

37/1998, LR 24/2000, LR 10/2001, LR 12/2001, LR 8/2002, LR 11/2004 e LR 15/2007

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 16/1999, modificata da LR 4/2006

Ultimo Piano Sanitario – Decreto Commissario ad acta 87/2009, Piano Sanitario Regionale 2010-2012

Piano di Rientro – DGR 149/2007

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 18/1994, modificata da LR 14/1995, LR 8/1996, LR 40/1997, LR 37/1998, LR 24/2000, LR 10/2001, LR 12/2001, LR 24/2001, LR 8/2002, LR 11/2004 e LR 15/2007

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 45/1996, modificata da LR 27/2006

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 139/2007

ABRUZZO Legge di riordino del SSR – LR 20/2006, LR 6/2007 e LR 5/2008 Piano Sanitario Regionale 2008-2010

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 37/1999 e DGR 2311/1999; LR 5/2008; LR 6/09

Ultimo Piano Sanitario – LR 5/2008 Piano Sanitario Regionale 2008-2010

Piano di Rientro – DGR 224/2007

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178 RapportoOASI2013

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 37/1999, integrata da LR 93/2000 e LR 5/2008

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 146/1996, modificata da LR 123/1999, LR 15/2004, LR 20/2006,LR 34/2007 e LR 5/2008 Piano Sanitario Regionale 2008-2010

Linee guida regionali per l’atto aziendale – Decreto del Commissario ad Acta n. 5 del 28/0272011, Decreto del Commissario ad Acta n. 15del 14/04/2011 e Decreto del Commissario ad Acta n. 4/2012 del 04/04/2012.

MOLISE*

Legge di riordino del SSR – LR 11/1997, modificata da LR 9/2005, LR 18/2008 e LR 34/2008

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 9/2005

Ultimo Piano Sanitario – DCR 190/2008, Piano Sanitario Regionale 2008-2010

Piano di Rientro – DGR 362/2007

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 2/1997, LR 9/2005 e LR 34/2008

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 11/1997, LR 12/1997 e LR 8/2010 e Decreto del Com-missario ad Acta n.96/2011

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 153/2001 e Decreto del Commissario ad Acta n. 6/2010

CAMPANIA*

Legge di riordino del SSR – LR 32/1994, modificata da LR 13/1997, LR 12/1998 e LR 3/2006

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 25/1996

Ultimo Piano Sanitario – LR 10/2002, Piano Sanitario Regionale 2002-2004 e LR 24/2006 – Piano Regionale OspedalieroPiano di Rientro – DGR 460/2007

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 32/1994, modificata da LR 13/1997, 12/1998 e LR 16/2008

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 32/1994, modificata da LR 13/1997, LR 2/1998, LR 12/1998, LR 18/2000, LR 10/2002 e LR 28/2003

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 1346/2001 e DGR 1758/2002

PUGLIA 

Legge di riordino del SSR – LR 36/1994, modificata da DGR 1429/2002, LR 25/ 2006, LR 25/2006, LR 26/2006 e LR 4/2010; Regolamento regionale 19/2010 e 11/2012.

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 24/2001, LR. 1/2004, LR 14/2004 e LR 1/2005

Ultimo Piano Sanitario – LR 23/2008, Piano Regionale di Salute 2008-2010

Piano di Rientro – LR 2/2011

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 36/1994, integrata da DGR 229/1996 e LR 39/2006

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 38/1994, modificata da LR 19/1995, LR 16/1997, LR 14/1998, LR 20/2002 e successive 1/2004, 1/2005, 39/2006, 40/2007, 45/2008, 34/2009 e 19/2010

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 830/2002; DGR. n. 1388/2011; DGR n. 3008/2012

BASILICATA

Legge di riordino del SSR – LR 50/1994, LR 39/2001, LR 34/2001 e LR 12/2008

Ultimo Piano Sanitario – DCR 317/2012, «Piano Regionale della Salute e dei Servizi alla Persona 2012-2015».

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Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 39/2001 e LR 12/2008

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 34/1995, modificata da LR 6/1996

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 2489/2000; LR 26/2011

CALABRIA Legge di riordino del SSR – LR 26/1994 e LR 2/1996, modificata da LR 11/1996 e LR 9/2007 art.7

Ultimo Piano Sanitario – LR 11/2004, Piano Sanitario Regionale 2004-2006

Piano di Rientro – DGR 845/2009 ad integrazione e modifica DGR 585/2009 e DGR 752/2009

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 2/1996, modificata da LR 11/1996

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 43/1996 e LR 29/2002

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 316/2006- DPGR 54/2011

SICILIA Legge di riordino del SSR – LR 30/1993 e LR 5/2009

Ultimo Piano Sanitario – Decreto Presidenziale n.282 18 luglio 2011, Piano Sanitario Regionale 2010-2012

Piano di Rientro – DGR 312/2007, Decreto Assessorato alla Salute del 30/12/2010 Programma operativo 2010-2012 per la prosecuzione del PdR

Legge di organizzazione aziende sanitarie – LR 30/1993 e LR 5/2009

Legge di contabilità aziende sanitarie – DA 24469/1998 e LR 8/2000, modificata da LR 26/2000, LR 2/2002, LR 4/2003; circolare 7/2005

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DA 34120/2001 e DA 736/2010

SARDEGNA* Legge di riordino del SSR – LR 10/2006

Legge di istituzione dell’Agenzia Sanitaria Regionale: LR 10/2006

Ultimo Piano Sanitario – DCR 4/2007 Piano Sanitario Regionale 2006-2008

Piano di Rientro – DGR 30/2007 e 33/2007

Legge di organizzazione delle aziende sanitarie – LR 10/2006

Legge di contabilità aziende sanitarie – LR 10/1997, modificata e parzialmente abrogata da LR 10/2006

Linee guida regionali per l’atto aziendale – DGR 30/2008 e 38/2007 per le ASL e DGR 27/2008 e 14/2008 per le AO e le Aziende Ospedaliero-Universitarie di Cagliari e Sassari

(*) Dati aggiornati al 30/06/2012, dal momento che non è pervenuta la Scheda Regionale 2013

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