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PIANO REGIONALE DI DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DELLE...

Date post: 22-Jul-2020
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Regione Molise -55- Resoconti Consiliari Logit consorzio stabile società a r.l. Via Ostiense 104/B 00154 Roma C.F./P.I. 11529431006 PIANO REGIONALE DI DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE PER GLI ANNI SCOLASTICI 2014/2016 – APPROVAZIONE. PRESIDENTE Bene, colleghi, passiamo al secondo punto dell'Ordine del giorno: "Piano regionale di dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche per gli anni scolastici 2014-2016". Prego, Consigliere Manzo. CONSIGLIERE MANZO Chiedo un minuto di sospensione per organizzare un lavoro. PRESIDENTE Un minuto concesso, grazie. (Il consiglio è sospeso alle ore 17.29)
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PIANO REGIONALE DI DIMENSIONAMENTO DELLA RETE DELLE ISTITUZIONI

SCOLASTICHE PER GLI ANNI SCOLASTICI 2014/2016 – APPROVAZIONE.

PRESIDENTE

Bene, colleghi, passiamo al secondo punto dell'Ordine del giorno: "Piano regionale di dimensionamento

della rete delle istituzioni scolastiche per gli anni scolastici 2014-2016".

Prego, Consigliere Manzo.

CONSIGLIERE MANZO

Chiedo un minuto di sospensione per organizzare un lavoro.

PRESIDENTE

Un minuto concesso, grazie.

(Il consiglio è sospeso alle ore 17.29)

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RIPRESA DEL CONSIGLIO

- ore 17:46 -

PRESIDENTE

Per piacere, sul secondo punto all'ordine del giorno: "Piano regionale di dimensionamento della rete delle

istituzioni scolastiche per gli anni scolastici 2014 - 20016".

È pervenuta una nota da parte della Direzione generale della Giunta, Area Terza, che contiene una nuova

tabella F, allegata alla delibera di Giunta, che è stata modificata dalla Commissione perché recava un

errore materiale. Quindi, si è provveduto con la nota che ho richiamato, la quale ha ad oggetto "Delibera di

Giunta Regionale numero 609/2013, Piano regionale di dimensionamento della rete di istituzioni

scolastiche, per gli anni scolastici 2014 - 2016" a trasmettere la nuova scheda allegata della tabella F.

Voglio dare qualche avvertenza di carattere procedurale: il dimensionamento scaturisce dalle

determinazioni di Province e Comuni, la cui conformità alle norme e alle linee guida regionali è stata

verificata.

Sono state verificate le modifiche apportate in Commissione; ulteriori modifiche in Consiglio, se non

rispettassero i parametri di legge, comporterebbero serio rischio di impugnazione e annullamento dell'atto.

Gli eventuali emendamenti presentati, dovranno essere preventivamente verificati e, allo scopo, il

Consiglio sarà assistito dal Servizio Istruzione della Giunta Regionale.

Il Servizio Istruzione provvederà, altresì, ad inserire, nel testo del provvedimento, gli emendamenti che

fossero approvati. Ovviamente, nella piena autonomia delle votazioni che saranno assunte all'interno di

quest'Aula.

Erano soltanto delle avvertenze. Passiamo alla relazione del relatore, che illustrerà la proposta di Piano.

Prego il Presidente Ioffredi di procedere alla relazione.

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CONSIGLIERE IOFFREDI

Grazie Presidente.

Il Piano regionale di dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche, rappresenta uno strumento

fondamentale per il funzionamento del sistema scolastico, sia sotto l'aspetto della qualità dell'offerta

formativa, sia per l'ottimizzazione delle risorse umane ed economiche.

Nell'affrontare oggi questo argomento, è decisivo comprendere che non rendere operativo il Piano,

significa pregiudicare a monte il sistema.

La Regione Molise, purtroppo, è rimasta l'unica a non aver mai adottato l'atto di programmazione della

propria rete scolastica, in conformità con i nuovi criteri e parametri fissati dalla legge, lasciando la scuola

in un grave stato di disordine e precarietà.

A gennaio, come sapete, si apriranno le iscrizioni per il prossimo anno scolastico, ed alle scuole già

impegnate nelle attività di orientamento, è giusto dare immediate certezze.

Ciò significa approvare oggi il Piano, nella consapevolezza, da una parte della grande responsabilità che

grava su questo Consiglio, dall'altra dalla necessità di dare assoluta priorità al riordino complessivo del

sistema, anche rispetto a situazioni particolari, che la scadenza dei tempi previsti per la procedura, non

consente di rimettere discussione, ma che potranno essere corrette successivamente.

Nel complicato percorso di sintesi che abbiamo seguito, dopo la puntuale analisi delle esigenze e delle

doglianze di amministratori e dirigenti scolastici, rappresentate informalmente presso l'Assessorato al

ramo e formalmente in audizione nella quarta Commissione permanente, non potevamo in alcun modo

prescindere dalle indicazioni date dal decreto legislativo 112 del 1998, che ha avviato il processo

federalista del sistema scolastico.

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Dalla riforma del titolo quinto della Costituzione, dalla giurisprudenza, in particolare dalla Corte

Costituzionale formatasi in merito al riparto di competenze tra Stato e Regione e tra Regione ed Enti

locali.

Dalle leggi che hanno operato tagli, troppo spesso lineari, alla spessa pubblica, dalle decisioni assunte

dalle Regioni in sede di conferenza unificata.

Partendo dal quadro normativo di riferimento - dallo scorso mese di maggio - la Regione ha avviato un

confronto con la cabina di regia, composta dalle organizzazioni sindacali di categoria, dall'Ufficio

scolastico regionale, dall'ANCI e dalle Province, che ha portato all'adozione di una delibera di indirizzi, la

numero 277 del 2013, le così dette linee guida, con le quali si sono stabiliti i primi criteri ed i parametri da

rispettare nella redazione dei Piani, nonché la tempistica delle diverse fasi.

Ovvero, la trasmissione alla Regione dei Piani Provinciali entro il 20 ottobre, per arrivare

all'approvazione, in Consiglio Regionale, entro il primo dicembre.

L'iter successivo è stato gestito, come prescrive la legge, dalle Province di Isernia e Campobasso, che

hanno trasmesso, rispettivamente il 22 ottobre e l'8 novembre, il Piano approvato il 4 novembre.

La Giunta Regionale, tenuto conto delle osservazioni formulate dall'Ufficio scolastico regionale, nonché

del ridotto margine di tempo rimasto per completare l'iter procedurale, ha motivatamente rimodulato la

proposta, limitatamente ad alcuni dei punti critici riscontrati.

Successivamente, in Commissione ci siamo fatti carico di chiamare in audizione i rappresentati di quelle

realtà che risultavano più critiche.

In premessa ed in risposta ad una certa disinformazione che abbiamo notato in giro, va assolutamente

chiarito che in nessun caso il dimensionamento scolastico provoca lo spostamento di alunni e studenti.

Il Piano incide solo sull'organizzazione e la gestione amministrativa delle istituzioni scolastiche, ma

ognuno resta nella propria scuola e nel proprio comune.

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Per illustrare, in sintesi, gli aspetti di cui ci siamo occupati, e le modifiche che la Commissione ha

apportato alla proposta della Giunta Regionale, di cui alla delibera numero 609 del 2013, partiamo dalla

scelta di arrivare al superamento delle istituzioni scolastiche omnicomprensive - composte, cioè, da scuole

di ogni ordine e grado - assegnando rilevanza agli Istituti comprensivi.

Nel confronto con il territorio e gli operatori della scuola, abbiamo, però, constatato la difficoltà di

attuazione di tale scelta, e quindi, di recuperare in un sol colpo gli anni di mancata programmazione.

Così, responsabilmente, nell'intento di rendere maggiormente sostenibile l'impatto del dimensionamento,

abbiamo deciso di ripristinare gli Istituti omnicomprensivi di Montenero di Bisaccia, Vinchiaturo e Santa

Croce di Magliano.

Ciò, tuttavia - in termini di moratoria limitata all'anno scolastico 2014 – 2015 - anche in attesa della legge

di riordino complessivo del sistema formativo regionale, che disciplinerà, in maniera specifica, la

programmazione dell'offerta formativa del secondo ciclo di studi.

Ancora, considerando la specificità delle cosiddette istituzioni educative, cinquantadue in tutta Italia -

questo mi piace sottolinearlo - abbiamo optato per la non assoggettabilità del Convitto Nazionale Mario

Pagano al dimensionamento.

Escludendo l'aggregazione con altre scuole della città di Campobasso, e ferma restando la competenza

dell'Ufficio scolastico regionale all'eventuale attribuzione di dirigenza.

Quanto, invece, al dimensionamento della Scuola Media Francesco D'Ovidio e della Scuola Elementare

Enrico D'Ovidio - che comprende la Scuola dell'Infanzia San Vito e la Scuola dell'Infanzia di Via Tiberio -

che presentano, complessivamente, una consistenza numerica di seicentoquattro alunni - troppo vicina al

limite minimo stabilito di seicento alunni - e considerata l'improponibilità di rimodulare l'intero assetto

delle scuole del Capoluogo, con l'obiettivo di raggiungere un maggiore equilibrio complessivo, è apparsa

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adeguata la soluzione di aggregare il plesso di Via D'Amato, Nina Guerrizio, con trecentoquattordici

alunni.

Si forma, in tal modo, un Istituto Comprensivo di novecentodiciotto alunni, con scuole aggregate che,

insistendo su bacini territoriali di utenza diversi, ne tutelano la stabilità.

L'Istituto Comprensivo Colozza, che, nella proposta della Provincia, presenta un numero di

milletrecentosette alunni, sproporzionato rispetto a quello di tutti gli altri comprensivi della città, e

comunque superiore al numero massimo indicato nelle linee guida, con lo scorporo del plesso di Via

D'Amato, Nina Guerrizio, resterebbe ugualmente e solidamente dimensionato con 993 alunni.

Nella città di Termoli, il Liceo Artistico Jacovitti è stato sottratto all'Istituto di Istruzione Scolastica

Superiore Alfano, e aggregato all'ITIS Majorana, che in questo modo consolida la sua autonomia, nel

rispetto dei parametri stabiliti dalla normativa.

Per ciò che riguarda la Provincia di Isernia, in relazione all'Istituto Comprensivo che racchiude i comuni di

Cerro al Volturno, Acquaviva d'Isernia, Castel San Vincenzo, Montenero Val Cocchiara, Rocchetta a

Volturno, Colli a Volturno, Fornelli, Scapoli, Pizzone e Rionero Sannitico, la proposta di Piano

Provinciale individua la sede della dirigenza scolastica nel comune di Cerro al Volturno, che ha un

numero di alunni pari a 119; sebbene il Comune con il numero più alto di alunni risulti invece essere Colli

al Volturno che ne ha 151. A tal proposito, è bene precisare che le linee guida indicate dalla Giunta

Regionale prevedono che nelle Istituzioni scolastiche composte da più Comuni, la sede della Dirigenza, in

assenza di una scelta condivisa tra i Comuni interessati, vada allocata nel Comune con popolazione

scolastica più numerosa. La nota inviata dal Comune di Colli e la successiva diffida del 3 dicembre 2013,

documentano l'assenza di accordo fra i Comuni necessaria a derogare dalle linee guida e, pertanto,

l'automatica necessità di collocare la sede della Dirigenza nel Comune di Colli al Volturno. Analogamente

è accaduto per l'Istituto Comprensivo che racchiude i Comuni di Monteroduni, Montaquila, Macchia

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d'Isernia, Longano e Sant'Agapito. La conferenza provinciale di Isernia ha indicato come sede della

dirigenza scolastica il Comune di Monteroduni, con 170 alunni, invece del Comune con un numero più

alto di alunni, che risulta essere Montaquila, che ne ha 208. Tuttavia, il Comune di Montaquila ha

manifestato alla Regione il proprio dissenso, con una nota del 13 novembre 2013, chiedendo il rispetto del

criterio di scelta della sede dirigenziale, indicato dalle linee guida regionali, e documentando, anche in

questo caso, l'assenza di accordo fra i Comuni necessaria a derogare. Conseguentemente, la sede della

Dirigenza dell'Istituto Comprensivo in questione è stata riportata nel Comune di Montaquila. Concludo

dicendo che, come voi, sono consapevole che il Piano sottoposto alla vostra approvazione, redatto dalle

due Province e solo in piccola parte emendato dalla Giunta, non rappresenta l'organizzazione ideale della

rete scolastica regionale, e lascia irrisolte criticità ben riconoscibili. Ma è un primo e non rinviabile

tassello di cui la scuola Molisana, nel suo complesso, non può essere privata per l'ennesima volta. La pur

comprensibile volontà di apportare modifiche migliorative, intervenendo diffusamente sul Piano,

metterebbe a serio rischio l'adozione dell'atto in tempo utile a garantirne l'operatività per il prossimo anno

scolastico. Si tratterà di un anno di passaggio, probabilmente complicato, che esigerà particolare

attenzione e forte sostegno da parte della Regione, senza precludere, in alcun modo, la possibilità - anzi,

direi, l'obbligo - di opportuni correttivi per le annualità successive in direzione di una tutela più effettiva e

concreta del diritto allo studio dei nostri ragazzi e della qualità dell'offerta formativa. A voi colleghi

Consiglieri rivolgo, quindi, un forte appello ad approvare il Piano di dimensionamento della rete delle

Istituzioni Scolastiche Regionali con un gesto di responsabilità, che è necessario alla Collettività

Molisana. Grazie.

VICEPRESIDENTE DI PIETRO

Grazie Relatore. Apriamo la fase della discussione. Ha chiesto la parola il Consigliere Manzo. Prego, ne

ha facoltà.

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CONSIGLIERE MANZO

Grazie Presidente. Il Piano di dimensionamento scolastico è un atto di fondamentale importanza per la

crescita culturale, sociale, economica della Regione, e si pone l'obiettivo di riorganizzare il sistema

istruzione dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria superiore di secondo grado, approvando un

Piano che, al di là delle linee guida della Giunta Regionale - condivise e apprezzate dai più - avrebbe

dovuto essere il risultato di un'azione sinergica tra Istituzioni territoriali e scolastiche, per collaborare alla

costruzione di un'offerta di istruzione e formazione rispondente alla domanda ed alle potenzialità delle

singole realtà locali. Però, permetteteci di denunciare che oggi, cari cittadini e colleghi, questo Consiglio

Regionale si trova a gestire, piuttosto, un'emergenza nel campo dell'istruzione, dettata dai tempi e dai tagli

drammatici per razionalizzare e, per lo meno, cercare di garantire continuità educativa e didattica

attraverso un Piano di dimensionamento dettato, purtroppo, da logiche di potere, numeri e autonomie

rivendicate.

Il mondo della scuola, poi, è particolare, quindi rendere ancora più difficoltoso il tentativo di trovare una

soluzione che rispetti tutti i possibili criteri e le diverse esigenze ed individualità; che tenga

contemporaneamente conto dei vincoli, delle risorse economiche e di mille altri aspetti.

Il Preside, che ormai è Dirigente scolastico - cioè un manager, un politico in un certo senso - guarda alla

concretezza del vicolo più o meno cieco in cui si trova. Come faccio a mantenere la scuola, le classi, i

posti di lavoro, gli eventuali finanziamenti? Le Province, i Comuni e la Politica avrebbero dovuto

sostenere il sistema scolastico facendo comunità, creando un consorzio di servizi e andando anche oltre il

concetto di unione dei Comuni, dimostrandosi aperti, innovativi e pronti ad unire le forze per raggiungere

obiettivi di efficienza e di efficacia nei servizi offerti; e dando anche completa attuazione al decreto legge

95 del 2012 - quello che abrogava le Province - che prevede che i Comuni con popolazione fino a 5 mila

abitanti - oppure fino a 3 mila, nel caso appartengano o siano appartenuti a Comunità Montane - esercitino

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obbligatoriamente, in forma associata, mediante unione dei Comuni o convenzione, le funzioni

fondamentali dei Comuni, esercitate ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione Italiana.

Ricordiamoci, tuttavia, che stiamo parlando dell'offerta formativa dei ragazzi, della loro istruzione, di

quello che saranno; l'unico faro che dovrebbe orientare certe scelte, al fine di assicurare, per i nostri

ragazzi, una più efficace azione didattica, mercificata e mortificata da un Piano di dimensionamento

dettato da ben altre logiche. E le numerose prese di posizione da parte di Sindaci, Dirigenti Scolastici di

diversi Comuni delle due Province e numerosi Consiglieri Regionali, sono una sonora bocciatura a questo

Piano di dimensionamento.

Vorrei aprire una parentesi. Così come stabilito dal decreto legislativo 112 del 1998, e poi dalla modifica

del titolo quinto della Costituzione, viene assegnata alle Regioni la funzione di pianificazione e di

programmazione dell'offerta formativa, la funzione di programmazione della rete scolastica, ma anche la

definizione degli ambiti funzionali al miglioramento dell'offerta formativa. Invece, da parte delle

Province, ai Comuni sono stati conferiti i seguenti compiti: l'istruzione, l'aggregazione, la fusione e la

soppressione di scuole - in attuazione, però, degli strumenti di programmazione - la redazione dei piani di

organizzazione della rete delle Istituzioni Scolastiche, i servizi di supporto organizzativo e del servizio di

istruzione per gli alunni con handicap o in situazioni si svantaggio, il piano di utilizzazione degli edifici e

delle attrezzature, d'intesa con le Istituzioni scolastiche.

Detto ciò, a fronte dei principi offerti dalle linee programmatiche regionali, al fine di assicurare il diritto

allo studio, è il caso di denunciarne la violazione in più di qualche caso. Quali, ad esempio, il

mantenimento delle pluriclassi, e, quindi, creando danni ai nostri bambini; ma, giustamente, l'obiettivo è

mantenere l'autonomia scolastica, non offrire un'istruzione di qualità.

Altro caso è l'eliminazione del Comprensivo del Comune di Palata e l'annessione del Comune a quello di

Petacciato, che, geograficamente, rappresenta una realtà ben diversa. E il mantenimento, nonché l'aumento

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- così come denunciato dall'Ufficio scolastico regionale del MIUR - degli Omnicomprensivi. I piani

provinciali dovevano essere redatti tenendo conto della sicurezza degli edifici scolastici, valorizzando le

strutture maggiormente adeguate alla relativa normativa e con spazi idonei per il tipo di scuole che vi avrà

sede. Invece, sono stati completamente ignorati gli interventi già effettuati nelle due strutture scolastiche

del Comune di Palata, nonché la prossima disponibilità sia della sede della Comunità Montana sia di

quella del Giudice di Pace.

Inoltre, il Presidente della Provincia di Campobasso ha dato contezza delle pessime condizioni di aree

esistenti per il collegamento tra Palata e Montenero di Bisaccia, rendendo con ciò palese le estreme

difficoltà di raggiungere il Comune di Montenero di Bisaccia e, di conseguenza, il Comune di Petacciato.

Nonché l'assenza dei servizi di mezzi pubblici, più volte denunciata anche dai pendolari, lavoratori nel

nucleo industriale di San Salvo. Il Comprensivo di Palata, Castelmauro, San Felice, Guardialfiera e

Mafalda, avrebbe creato un Comprensivo, così come era, tra Comuni Montani che potevano per lo meno

garantire una continuità, grazie alla presenza di 675 alunni. Invece, è stato approvato un Piano rispondente

a logiche localistiche e particolaristiche che vanno a penalizzare i cittadini, gli alunni ed i Comuni

ricadenti in zona montana, piuttosto che aiutarli ed incentivarli a fare rete tra loro, consorziandosi, anche

per la gestione dei servizi necessari. Si è scelto di unire il Comune di Palata, che è un comune montano,

con il Comune di Petacciato, che si trova sulla costa. La Regione prevedeva, altresì, l'esclusione delle

aggregazioni di scuole in Istituti Omnicomprensivi, tranne che in casi eccezionali - motivati e condivisi -

tenuto conto che un'adeguata offerta formativa delle scuole superiori, suggerisce di superare la logica dei

confini comunali. L'unificazione delle istituzioni secondarie e di secondo grado poteva rappresentare

l'input per dar vita ai poli scolastici, che vedrebbero insieme alunni di piccoli plessi, onde evitare la

polverizzazione sul territorio e orientandosi, effettivamente, verso la costruzione di poli formativi

omogenei, al fine di garantire un'offerta formativa che risponda realmente ai fabbisogni formativi del

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territorio del tessuto produttivo. Nonostante tutte le considerazioni del caso, e nonostante sia un Piano

dettato esclusivamente da logiche di spartizione e di potere politico, non votarlo significherebbe

continuare a mantenere dei dirigenti in reggenza e, in qualche modo, diventare complici di una morte

annunciata. La legge del 15 luglio del 2011, la 111, recante “disposizioni urgenti per la stabilizzazione

finanziaria”, ha stabilito, infatti, all'articolo 19, che, a decorrere dall'anno scolastico 2012-2013 e in

seguito 2013-2014, così come modificato dalla legge 104 del 2013, alle istituzioni scolastiche che non

raggiungano i parametri stabiliti per l'autonomia locale, non può essere assegnato un Dirigente scolastico

con incarico a tempo indeterminato. In questo modo, di fatto, si privano queste istituzioni scolastiche di

una figura fondamentale all'interno del sistema scolastico, il cui posto viene assegnato, in reggenza, ad

altri dirigenti, con incarico, però, su altre istituzioni scolastiche autonome e con una indennità mensile

avente carattere di spesa fissa, entro il limite massimo del 10 per cento dei risparmi recati dalla presente

legge. Una grave situazione più volte denunciata dal sistema scolastico regionale, che non è in grado di

garantire un processo di continuità didattica nell'ambito dello stesso ciclo di istruzione, e che pone, ancora

una volta, la Regione Molise in una situazione di notevole imbarazzo, essendo l'unica Regione d'Italia a

non avere ancora approvato un Piano di dimensionamento scolastico. Ricordo, a tal proposito, la sentenza

del TAR per il Molise, la numero 222 del 2011, che, sul ricorso proposto dalla provincia di Campobasso,

ha annullato la delibera del 24 gennaio 2011 - con cui il Consiglio Regionale del Molise ha approvato il

Piano di dimensionamento della rete scolastica per il Piano 2011 - 2013 e del relativo verbale di

attestazione del Presidente del Consiglio, protocollo 14 del 26 gennaio 2011 - poiché il Consiglio

Regionale aveva apportato, in più parti, delle modifiche rispetto al Piano provinciale di dimensionamento

scolastico assunto all'esito della conferenza di servizi promossa dalla provincia, in ossequio a quanto

previsto dall'articolo 139 del decreto legislativo 112 del '98. Il TAR, inoltre, ha dichiarato che, in caso di

modifica del Piano provinciale, è senz'altro indispensabile che si riattivi un contraddittorio

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procedimentale, per consentire alla Provincia, che ne ha delega e potere - stabilito dalla Corte

Costituzionale - di valutare le ragioni di opportunità che inducono la Regione a fare scelte diverse su

singoli punti, aderendo alle stesse o motivando il proprio dissenso. Tuttavia, i tempi e i ritardi non

permettono la riapertura delle consultazioni, approvando un Piano, come evidenziato all'inizio, dettato

dall'emergenza. Tuttavia, è la scuola che ci sta chiedendo un atto di responsabilità. E io mi auguro che

questo atto di responsabilità lo esprimano, in maniera principale, l'Ufficio di Presidenza, la Giunta e tutto

il Consiglio Regionale, non accettando quegli emendamenti che andrebbero a toccare l'organizzazione

della rete e, quindi, nel caso in cui il Piano venisse approvato con modifiche da parte del Consiglio

Regionale, riportandolo e rinviandolo, per le osservazioni e le dovute motivazioni, alle rispettive Province

della Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Manzo. Ha chiesto la parola il Consigliere Romagnuolo. Prego, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE ROMAGNUOLO

Grazie, Presidente. Purtroppo, per questi argomenti, il tempo è sempre tiranno, e ci troviamo - anche per

colpa di quanto avvenuto in passato - ad approvare, sempre all'ultimo momento, uno strumento molto

importante per l'istruzione della nostra Regione. Le colpe sono da ricercare, purtroppo, in quel

campanilismo frenetico che si manifesta nella redazione dei piani provinciali, che ci porta, poi, a prendere

decisioni in modo veloce. Voglio dire subito all'Assessore Petraroia - che è stato oggetto di un mio

comunicato stampa - che apprezzo il coraggio che ha avuto nell’indicare alcune scelte riguardanti ciò che

dovrà essere, un domani, il Piano generale riguardante l'istruzione nel Molise. Abbiamo un anno di tempo,

quindi, Assessore, dobbiamo partire da subito, e farlo tenendo conto di ciò. Oggi va approvato questo

Piano e vedremo degli emendamenti; la collega parlava di Palata e faceva notare, giustamente, che non si

può collegare questo paese con quello di Petacciato. Però, se continuiamo con questa logica, non

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arriveremo a una soluzione, perché l'anno prossimo ci troveremo con sempre meno studenti e, quindi, con

altre difficoltà. Dobbiamo tener conto di tre aspetti principali, per fare una vera razionalizzazione del

territorio, dei trasporti e dei poli scolastici; dove ci sono, perciò, gli edifici scolastici a norma, dove ci sono

le scuole che attraggono gli studenti. Non può ogni volta esserci una lotta tra i Comuni, che, tra l’altro,

immagino sia fastidiosa da gestire, da parte dell'Assessore Petraroia.

Voglio fare un esempio: nel Comune di Casacalenda, ci sono quattro Istituti di indirizzo superiore, e il

Preside va a scavalco anche nel Comprensivo di Castelmauro. Ora, poiché l’autonomia a Castelmauro c’è,

nessuno dice che il Preside non debba andare sia a Casacalenda che a Castelmauro ma, se togliamo

Castelmauro, invece, (inc.) come fatto di razionalizzazione, appunto, e di unificazione dei plessi tra

comprensivo e omnicomprensivo, sicuramente si scatenerà un fatto campanilistico; invece, se diamo dei

criteri ben determinati - che sono, ripeto, gli edifici scolastici a norma, il trasporto e l'attrazione rispetto al

territorio - penso che potremmo dare delle risposte concrete. Mi riservo di valutare gli emendamenti che

sono stati presentati. Ritengo, però, che, anche in questa occasione, dovremmo approvare questo Piano

così come è stato proposto, con l'impegno sicuro che l'Assessore Petraroia darà in futuro risposte ai

convincimenti che ho appena citato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Romagnuolo. Prima di andare avanti con la discussione, fissiamo entro un quarto d'ora

la presentazione di tutti gli emendamenti qui in Presidenza, perché altrimenti non riusciamo a metterli in

ordine. Quindi le 18.30 è l'ultimo termine per presentare gli emendamenti. Ci sono iscritti, a parlare?

Prego, Consigliere Fusco.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Signor Presidente, signor Vicepresidente della Giunta, Assessore all'Istruzione, io ho letto, approfondito, e

seguito, fino a un certo punto, i lavori della Quarta Commissione. Per cui, mi pongo una domanda, posta

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anche ai politici della Provincia di Campobasso: questo è un Piano destinato a salvaguardare i diritti degli

alunni e delle famiglie? O è un Piano di dimensionamento, un Piano cornice? Lo domando perché

all'interno vi sono solo i numeri, non vi sono contenuti né altre azioni o integrazioni.

Prendo in prestito una parte della premessa del Presidente della Commissione. È uno strumento

indispensabile, sì, e sappiamo tutti per quale ragione. È un documento di cui la Regione deve dotarsi. Ma è

il miglior documento possibile? È completo?

Non lo è. È parziale, incompleto. È un tentativo per non incorrere nel commissariamento.

Però dobbiamo rifletterci su, e se non possiamo farlo oggi - ci sono, comunque, alcune cose da migliorare

- dovremo farlo in futuro.

Assessore, c'era una proposta di legge che la Struttura dell'Istruzione predispose nella passata legislatura:

il Sistema Educativo Regionale. È una proposta di legge che può essere migliorata, ma che, comunque, dà

la possibilità di predisporre non il dimensionamento scolastico, ma l'obbligo e il diritto all'istruzione da

parte delle famiglie e soprattutto degli alunni.

E inserisce e completa questa proposta di legge - non so se lei l'ha letta - perché, al diritto all'istruzione, e

quindi, alle risposte che la Regione Molise, è tenuta a dare… è inutile che io legga il documento, voglio

soltanto fare, brevemente, alcune puntualizzazioni.

Quando si parla di sistema scolastico, si parla di sistema Regione, di sistema Paese e di tutti quei servizi

utili perché sia garantito l'accesso a un diritto.

Quella proposta di legge prevede anche l'integrazione tra i servizi scolastici, i servizi sociali, i servizi

sanitari, i trasporti, le infrastrutture; e prevede, soprattutto, i poli scolastici, che hanno una loro ratio. Sarà

difficile ottenere il polo scolastico, dopo quello che è stato il risultato di diverse concertazioni sul

dimensionamento scolastico. Comuni che si spostano, dirigenze scolastiche che vengono conservate e, per

alcuni, tutela politica e non giuridica.

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Questa proposta di legge e il nuovo sistema della formazione professionale sono strettamente collegati, e il

sistema educativo lo è all'integrazione fra i servizi e alla formazione professionale.

Anche a il Ministero della Pubblica Istruzione ha firmato delle convenzioni che riguardano proprio la

possibilità di una integrazione e, soprattutto, una migliore offerta, sia essa educativa che formativa.

Prescindendo dalle logiche campanilistiche - mi auguro - parliamo di unione dei comuni e di altro, oggi;

non possiamo discutere su come salvaguardare quel particolare Comune, perché in questo momento ci fa

comodo.

La Regione è intervenuta, ci sono molte criticità in questo Piano. Io mi chiedo se le modifiche che sono

state approvate - su questo mi deve dar lumi l'Assessore - e se il superamento di alcune criticità in quarta

Commissione, non corrispondano, da parte di alcuni Comuni, a ricorsi al TAR che possano impedire che

questo atto diventi fondamentale e che facciano sì che la Regione Molise non rischi il commissariamento

da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.

Ci sono delle sentenze della Corte Costituzionale che affidano alla Regione alcune competenze esclusive -

l'ha già detto la collega Manzo - di programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa. E ci

sono altre sentenze che vanno a confliggere con alcuni emendamenti che sono stati presentati e con alcuni

superamenti delle criticità.

Lei sicuramente avrà letto che la Provincia di Campobasso ha messo mano ad alcune modifiche che sono

comprese nella delibera approvata dalla Giunta Regionale. Io non le dico, Assessore, che la Giunta

Regionale, cioè la Regione nell'atto di programmazione, non possa dire la sua. Sappiamo qual è la

competenza della Provincia, ma conosciamo anche le competenze della Regione; e la Regione non può

prendere meramente atto di quello che la Provincia ha fatto, né può essere il notificatore di una scelta del

Consiglio Provinciale.

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Avete superato - perché noi non siamo stati presenti nell'ultima parte della Commissione - alcune criticità,

ma ritengo che un po’ di attenzione, Presidente, andasse posta. Avete inserito più omnicomprensivi

proprio per salvare e rimuovere alcune criticità.

Ma io mi chiedo, Presidente Ioffredi se qualcuno nella Commissione abbia ottemperato a una richiesta che

è stata fatta dalla scuola a Via D'Amato, che non vuole essere aggregata alla D'Ovidio. So che è stata

salvaguardata la struttura della scuola; ed è logico, perché sappiamo che, di anno in anno, la Scuola

D'Ovidio perde iscrizioni; per cui l'anno prossimo - perché le preiscrizioni sono a febbraio - non avrebbe

conservato l'autonomia.

Adesso chiederemo una sospensione, perché, Assessore, ci sono degli emendamenti - presentati da più

Consiglieri, anche da noi - e credo che, insieme, dobbiamo capire se si possono o meno accogliere.

La D'Amato è Palata; era una delle criticità che, quella sera, fu evidenziata, anche alla presenza

dell'Assessore Petraroia. Palata ha prodotto documenti alla Provincia, chiedendo più volte di rivedere la

propria posizione, se è vero che prevalgono il numero degli alunni e i criteri territoriali, come ha definito

la Corte Costituzionale

Mi fermo, Presidente. Voglio solo concentrarmi su due cose.

Perché a Palata, che aveva tutti i criteri e soprattutto tutti i requisiti per poter conservare…

PRESIDENTE

Cortesemente, c’è il Consigliere Fusco che sta parlando.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Il Consigliere Monaco quella sera, in Commissione, espresse voto contrario, proprio perché erano state

rivisitate alcune situazioni; e mi auguro che non siano oggetto di ricorso da parte di altre scuole, che non

hanno avuto accolte le loro richieste. Noi ci concentrammo su Palata, se lei ricorda, Presidente, per capire

se, insieme al superamento di altre criticità, si potevano superare anche queste. Non dico quali siano le

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motivazioni, poiché le ha ben espresse la collega Manzo. Petacciato deve e può conservare la sua

autonomia, Presidente del Consiglio; così come Palata, con la sua Dirigenza e la sua “Presidenza”. Però

dobbiamo anche rivedere se possiamo accogliere l'emendamento - sottoscritto come primo firmatario dal

collega Monaco - per evitare che Palata, che ha preannunciato il ricorso al TAR, possa bloccare il Piano di

dimensionamento, che è un tentativo che la Regione fa per dotarsi di questo Istituto e di questo -

chiamiamolo così - documento. Assessore, mi auguro che nel 2015, in quest'Aula, si possa tornare a

parlare di questi argomenti con una proposta che sarà legge sul sistema educativo. Parlare non di scelte

anche politiche - che sono anche condivisibili - perché le scelte politiche non possono prevalere sui diritti

degli alunni, delle famiglie, dei docenti e dei territori. Su questo dobbiamo ragionare e lavorare,

producendo degli effetti maggiori e migliori nei prossimi anni.

Noi abbiamo provato a portare in quest'Aula il dimensionamento scolastico nella passata legislatura.

Sappiamo che “fine” abbiamo fatto. Evitiamo di incorrere nello stesso errore, e cerchiamo di portare a

compimento, stasera - tenendo conto anche di qualche altra esigenza - una proposta che poi non venga

bloccata. Non ce lo possiamo permettere, perché siamo l'unica Regione che non ha il Piano di

dimensionamento scolastico. Grazie.

VICEPRESIDENTE DI PIETRO

Grazie Consigliere Fusco. Dichiaro chiusa la presentazione degli emendamenti, quindi quelli che ci sono

verranno discussi. Ci sono altri interventi? Prego Consigliere Sabusco.

CONSIGLIERE SABUSCO

Io non posso che condividere quanto è stato espresso dal Consigliere Fusco e, soprattutto, non posso

venire in Consiglio Regionale a ratificare delle storture che sono state commesse a livello provinciale e da

tutte le altre componenti che sono intervenute nella stesura di questo Piano. Quando vedo quanto è stato

previsto per Palata, devo riconoscere che qualche cosa non ha funzionato. Non è possibile che per salvare

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qualcosa, si distrugga quello che già esisteva. Quindi, dico che, se devo agire come un notaio, se devo

limitarmi a ratificare soltanto perché siamo arrivati all'ultimo momento e abbiamo bisogno di un Piano di

dimensionamento scolastico, non ci sto.

Ho anche preannunciato un emendamento per quanto riguarda l'Istituto Tecnico Agrario di Larino. L'ho

presentato e invito tutti i colleghi Consiglieri a tenerlo presente. Si tratta di un Istituto unico in Regione -

forse anche in Italia - che ha un convitto; cosa che è stata recepita anche per altre realtà, tipo il Mario

Pagano. Certamente non parliamo di un Istituto a livello del Mario Pagano, che è unico in Italia, però

l'Istituto Tecnico Agrario di Larino ha delle peculiarità importanti: lo frequentano degli studenti che

vengono dal terzo mondo, c'è - come ho detto - un convitto, e, soprattutto, l’Istituto ha una tradizione e

una struttura tali da far sì che possa essere presa in considerazione, da parte vostra, la possibilità di

ritenerlo - in via del tutto eccezionale e in attesa di altri interventi - una struttura a sé stante. Grazie.

VICEPRESIDENTE DI PIETRO

Grazie Consigliere Sabusco. Ci sono altri interventi, prima di dare la parola all'Assessore? Prego

Assessore.

ASSESSORE PETRAROIA

Grazie Presidente. Volevo esprimere un sentito apprezzamento per il lavoro che è stato svolto in

Commissione, e anche per gli interventi, attenti e puntuali, dei colleghi, che hanno voluto offrire il loro

contributo sia in sede di Commissione che nel dibattito di questa sera in Aula.

Un contributo che ha saputo bene inquadrare la questione, con grande senso di responsabilità, sapendo

che, per un verso, noi oggi siamo costretti ad agire in assenza di una legge regionale che disciplini il

sistema educativo e che deve rappresentare una priorità. Anzi - colgo la sollecitazione dei colleghi - sono

convinto che la quarta Commissione - ne abbiamo parlato anche, a latere, con il Presidente Ioffredi - possa

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calendarizzare una discussione che aiuti, quanto prima, la regione Molise a dotarsi di una propria legge

regionale, dove alcuni criteri possano essere acquisiti, una volta e per tutte, per legge.

Io non so quale sarà la tempistica con cui, a livello nazionale, si procederà al superamento delle Province;

però non vorrei legare il futuro assetto del dimensionamento scolastico del Molise ad un dibattito di

riordino costituzionale ed istituzionale che si trascina da anni. Noi dobbiamo, comunque, dotarci di una

nostra legge regionale sull'istruzione e la formazione, recuperando le proposte che sono state già

presentate nel corso della precedente Legislatura, ma arricchendole e implementandole. Questo perché, nel

frattempo, l'8 novembre è stata approvata la Legge 125; ma già prima c'erano state altre Leggi nazionali

che avevano, in qualche modo, acquisito un'evoluzione, rispetto anche all'integrazione di sistema, tra

educazione, conoscenza, formazione e istruzione, e il collegamento con il mondo del lavoro. Su questo

versante, sapete che c'è l'intervento molto forte dell'Unione Europea sul pacchetto garanzia giovani, con il

quale si vuole provare ad offrire, ai giovani che oggi sono esclusi non solo dai percorsi di lavoro, ma

anche da quelli di apprendimento e di istruzione, una opportunità. Ci sono una serie di risorse che

verranno messe a disposizione anche dalla nostra Regione, con il pacchetto garanzia giovani. La Legge

quadro sulla istruzione, dovrà rappresentare la vera risposta che noi dobbiamo dare al territorio. Lo dico

per onestà intellettuale e per correttezza anche nei confronti dei colleghi che sono intervenuti su questa

materia.

Noi non dobbiamo scambiare la esigenza di dotarci di un Piano di dimensionamento - che rappresenta un

obbligo per poterci confrontare nella Commissione a livello nazionale in Conferenza Stato-Regioni, ma

anche a livello di Ministero - sapendo che il Molise è dotato di un Piano di dimensionamento che superi

quelle 82 autonomie scolastiche che stanno solo sulla carta; 41 sono sottodimensionate. Come diceva in

un passaggio molto brillante il collega Romagnuolo, non ha senso far finta che ci sia l'autonomia

scolastica e poi avere l’istituzione scolastica in reggenza attraverso una frammentazione e una dispersione

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dei Dirigenti. In realtà quella istituzione è abbandonata a se stessa perché il reggente non va in tutti i

Comuni di quella autonomia sottodimensionata, ma soltanto in quello capofila; il resto dei Comuni sono

stati aggregati in passato dall'Ufficio scolastico regionale. Voglio dirlo perché non è semplice riuscire ad

aggregare, su 136 Comuni, una popolazione scolastica in costante diminuzione per via di un trend che va,

purtroppo, accentuandosi. Ad eccezione del 10 per cento, i Comuni sono tutti in un calo demografico,

alcune volte drammatico. Ve ne sono alcuni, per esempio, che oggi hanno una prima elementare

regolarmente costituita, ma che hanno fatto registrare, nell'ultimo anno, nascite per una o due unità. Cosa

accadrà, da qui a cinque-sei anni, in quello stesso Comune? Oggi la classe è insediata in base a parametri

che a livello centrale stanno cercando di rendere sempre più rigidi, perché con la Legge 111, come è stato

detto, il mille e 500 è poi stato portato a 600 e 400. Ma, come ricordava opportunamente la collega

Manzo, nelle scuole che sono al di sotto dei 600, il Ministero non si impegna a contrattualizzare a tempo

indeterminato il Dirigente scolastico e il DSGA, cioè il Dirigente tecnico amministrativo. Come a dire: "se

volete, potete anche tenervi l'autonomia scolastica, ma io ti mando qualcuno in reggenza". Quindi, noi

saremo chiamati a rimettere mano, in maniera seria e radicale, all'assetto scolastico. Ma dobbiamo poterlo

fare forti di una legge regionale che ci deve dare la possibilità di intervenire. Lo dico anche per

tranquillizzare: le modifiche che sono state apportate in Commissione sono frutto di una riflessione prima

di tutto giuridica.

Faccio delle puntualizzazioni rispetto alle cose che sono state cambiate, una per una.

Termoli e Isernia: abbiamo aspettato che i Sindaci ci inviassero una nota con la loro proposta di

dimensionamento rispetto a quei Comuni che sono, in base all'articolo 139 del decreto legislativo numero

112 del 1998, di pertinenza dei Comuni. Nel momento in cui noi, oggi, sulla base delle proposte che ci

hanno fatto i Comuni, facciamo l'emendamento, questo non solo non può essere impugnato, ma è il

recepimento di una volontà dell'Amministrazione che, in base alla Legge, può esercitare quella potestà.

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Per quanto riguarda Campobasso, la delibera sulle linee guida - la 277 - stabiliva di non superare il

numero di 1.250; noi, però, ci trovavamo di fronte a una proposta di aggregazione che era di 1.307. È

chiaro che, grazie al lavoro della Commissione, abbiamo acquisito - in termini, anche, di approfondimento

– il fatto che l'Istituto- convitto Mario Pagano ha una legislazione a sé stante, e perciò lo abbiamo tenuto

fuori. Per il resto, ci siamo limitati a tenere al di sotto del numero di 1.250, che era un obbligo a cui si

doveva attenere il Comune di Campobasso quando ha portato la sua proposta. Sto parlando di un aspetto

meramente formale perché, in termini di scelte di merito, a noi, come Amministrazione Regionale, non è

consentito entrare nel merito. Però, pur rimanendo semplicemente alla impostazione, nelle linee guida

c'erano quei criteri, il Comune di Campobasso non vi si è attenuto e noi, quindi, ci siamo limitati a fare

una operazione di equilibrio, che sta all'interno della delibera della Giunta Regionale a cui si dovevano

attenere sia il Comune che la Provincia. Lo dico perché quello che è accaduto in precedenza, con

l'impugnativa al TAR da parte della Provincia, in questa circostanza non si può ripetere. La stessa

operazione di moratoria su alcuni Istituti omnicomprensivi, va in direzione di una sollecitazione della

Provincia. Mi riferisco alla comunicazione - a cui faceva cenno anche la collega Fusco - che diceva che

una delle questioni che la Provincia aveva avuto modo di eccepire, sulla delibera 609, era, per l'appunto,

quella degli omnicomprensivi. Noi oggi ci diamo questo impegno istituzionale, cioè lavorare a una

proposta di legge regionale sull'istruzione, che vada a rinquadrare la differenza e la distinzione tra la

scuola dell'infanzia e dell'obbligo da una parte e la scuola superiore dall'altra, immaginando, magari, di

fare - come è giusto che sia e come è stato fatto in altre regioni - una differenziazione anche per indirizzi -

un conto è l’indirizzo tecnico professionale, un altro è quello scientifico – umanistico, rispetto alla

proiezione universitaria. Oggi la Provincia ci dice di fare una moratoria su alcuni Istituti omnicomprensivi,

e anche se noi abbiamo ritenuto di accogliere quella sollecitazione; la stessa sollecitazione, però, non può

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essere impugnata, e questo per la semplice ragione che ci viene prospettata dall'ente che dovrebbe

impugnare. Lo dico per una questione di linearità e di trasparenza.

Vengo alla vicenda che ci è stata rappresentata dall'Amministrazione Comunale e dalla comunità di Palata.

Con grande rispetto nei confronti sia di quella comunità e sia dei colleghi che hanno operato per ricercare

una soluzione, dico che mi ritrovo totalmente nell'intervento che ha fatto su questo aspetto la collega

Fusco; nel senso che chi ha predisposto quel piano di dimensionamento provinciale, si è dimenticato di

avere a che fare con dei ragazzi e la qualità della scuola, e ha fatto cose diverse, che esulano da

quell'obiettivo. Però, posto che quel piano di dimensionamento è stato adottato, l'Articolo 139 del decreto

legge 112 recita che l'istituzione, l'aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole, in attuazione dello

strumento di programmazione, spetta alla Provincia. Questa è la legge. Noi possiamo anche stabilire di

non rispettarla, in questa sede, nel senso che un collega presenta un emendamento, si forma una

Maggioranza e quell'emendamento passa. Però il giorno successivo, dal punto di vista strettamente

formale - non sto parlando della sostanza, perché sul merito è chiaro che ci possono essere opinioni

diverse - basta il ricorso per bloccare piano di dimensionamento, e, non avendo a disposizione il Piano di

dimensionamento scolastico, ci ritroveremo in una situazione di paralisi. Lo dico con equilibrio e

correttezza nei confronti prima di tutto della comunità di Palata, con cui tutti noi possiamo e dobbiamo

impegnarci. All'interno di un percorso, dobbiamo capire, dentro la legge regionale sul sistema educativo,

in che modo, ad esempio, possiamo tutelare le aree interne e montane, e farlo con criteri che siano rigorosi

rispetto alle aree che montane non sono.

Credo che su questo, se vogliamo essere seri, possiamo dare una risposta.

Altri emendamenti si limitano a riconoscere che il criterio del maggior numero di alunni all'interno dello

stesso territorio, in qualche caso non era stato osservato.

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Quindi, laddove abbiamo apportato dei correttivi, e penso a Colle a Volturno e a Montaquila, ci siamo

attenuti a un criterio che è chiaro, trasparente. Cioè, lì ci sono i numeri.

Voglio anche dire che per l'Ufficio scolastico regionale, nell'aggregazione di Castelmauro, rispetto alla

nota che ci è pervenuta dal comune di Montefalcone, sono riportati dei numeri che prendono in

considerazione la paritaria.

L'Ufficio scolastico regionale dice che questo riferimento, in termini formali, non è possibile farlo.

Quindi, visto che a tutti i Consiglieri Regionali è pervenuta una nota, lo dico per una questione, anche qui,

di trasparenza e di...

(Intervento fuori microfono)

ASSESSORE PETRAROIA

No. Però è pervenuta a ogni Consiglieri una nota, da parte dell'amministrazione comunale di

Montefalcone. E, come mi sono premurato di dare un riscontro per le altre problematiche, per una

questione di onestà intellettuale, intendo far rimanere agli atti che se non c'è una presa in carico di quella

tematica, è semplicemente perché, per l'Ufficio scolastico regionale, quei numeri non possono essere

sommati a quelli della scuola pubblica; il comune di Castelmauro, in quell'aggregato, è quello che ha il

maggior numero di alunni, e, pertanto, non può che essere sede di autonomia scolastica.

So che ci sono stati e ci saranno una serie di emendamenti, quindi, colleghi, se intendiamo rimanere

all'interno di questa cornice, sarà abbastanza agevole misurarci per approvare, questa sera, il Piano di

dimensionamento.

Noi siamo tra l'incudine e il martello. Siamo tra i poteri che la legislazione nazionale sulla scuola

conferisce in capo al Ministero. Il Ministero è la più grande azienda italiana, la più grande fabbrica del

Molise è la scuola, con 6 mila 600 addetti. Questi 6 mila 600 addetti fanno capo all'Ufficio scolastico

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regionale, che amministra, gestisce, programma, pianifica e svolge attività sulla base di un'impostazione

che fa capo al Ministero, e non alla Regione. Dall'altro lato abbiamo il 112 del ‘98 che dice che, per

quanto riguarda l'organizzazione scolastica, a livello comunale è di pertinenza dei comuni, dopodiché,

nella Conferenza di Servizio, è competenza delle Province.

Non c'è una parte che demanda alle Regioni la possibilità di incidere nel merito e nella qualità del Piano, e

anche delle aggregazioni tra comuni e comuni.

Lo dico per essere corretti ed onesti nei confronti di quei comuni - e sono tanti - che, sostanzialmente, ci

chiedono di intervenire su una serie di questioni, tutte legittime.

Riferisco un fatto privato. È venuto improvvisamente a mancare un dipendente del Comune di Torella, io

sono stato al funerale e lì mi hanno fatto presente, in un momento non opportuno e in una sede non adatta,

che in tutta quell'area non c'è più una dirigenza scolastica. Come a dire che, se entriamo nel merito dei

numeri, degli aggregati e delle scelte, troviamo più di una perplessità.

Però, andare a Roma e continuare a essere messo in castigo dietro la lavagna perché sono il rappresentante

del Molise, l'unica Regione che non ha un Piano di dimensionamento - oggi sono io, domani mattina sarà

un altro o un’altra collega, che potrebbe meglio di me rappresentare questa Regione nel Ministero alla

Pubblica Istruzione - non è bello.

Se il Molise continua ad essere additato - ripeto - come l'unica Regione che non ha un Piano di

dimensionamento, rischia, anche, di essere penalizzato. Perché in una serie di attribuzione di risorse, se

non hai ottemperato al dimensionamento, sostanzialmente, vieni danneggiato.

Questo è l'impegno e l'imperativo che ci deve indurre stasera ad adottare il Piano di dimensionamento e a

consentire all'Ufficio scolastico regionale di fare gli adempimenti successivi in tempo utile. Dopodiché, ci

si mette a lavorare sulla legge regionale dell'istruzione, e proviamo, in quella sede, a dare tutte quelle

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risposte che abbiamo in mente di realizzare e di portare avanti, in termini di adeguamento e

modernizzazione. Perché questo è il sentiero stretto su cui lavorare.

PRESIDENTE

Grazie, grazie. Sono pervenuti gli emendamenti che sono stati già distribuiti, sono già in possesso dei

colleghi.

Allora, iniziamo, mi stavo accordando con la Presidenza. Mettiamo in votazione il Piano della Giunta che

è stato modificato dalla Commissione, e poi rettificato, con la nota di protocollo che ho richiamato

all'inizio, la numero 45579/13 che modificava la tabella F, allegata al Piano della Commissione.

Quindi, votiamo il testo della Commissione pervenuto in Aula.

(Intervento fuori microfono)

PRESIDENTE

E adesso andiamo a valutare ogni singolo emendamento. Andiamo secondo l’ordine in cui sono stati

numerati.

L’emendamento numero 1 propone "di modificare l'allegato F, della deliberazione della Giunta Regionale

609/2013, Piano Provincia di Isernia, nel modo di seguito riportato, per le seguenti motivazioni". La firma

in calce è del Consigliere Cotugno.

Lo vuole illustrare Consigliere?

CONSIGLIERE COTUGNO

Grazie Presidente.

L’emendamento proposto alla delibera della Giunta Regionale 609/2013 recepisce la richiesta del Sindaco

di Isernia, di cui nella nota allegata.

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Pertanto, relativamente al Piano della Provincia di Isernia, si propone di modificare l'allegato F della

delibera della Giunta di cui prima, nel modo di seguito riportato e per le motivazioni di cui alla richiesta

del Comune di Isernia, in quanto la modifica non incide sull'intero assetto del Piano Provinciale di Isernia,

ma produce effetti solo all'interno della città di Isernia e solo in termini di riequilibrio numerico degli

istituti scolastici.

Così come richiesto nella Prima Commissione consiliare permanente del Comune di Isernia, a firma del

Presidente Antonelli, al fine di armonizzare le esigenze didattiche ed educative, anche tenendo conto dello

sviluppo economico territoriale, nonché per favorire la stabilità delle istituzioni scolastiche nel tempo, si

chiede che la San Giovanni Bosco venga accorpata con l’Andrea d'Isernia e la San Pietro Celestino, per un

totale complessivo di alunni di 1.177, tra Infanzia, Primaria e Media di primo grado; propone, altresì,

l’accorpamento della Giovanni XXIII, con la Ignazio Silone e la San Lazzaro, per un complessivo di 1.246

alunni tra infanzia primaria e medie di primo grado. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cotugno. Ci sono interventi? Prego, Consigliere Manzo, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MANZO

Grazie, Presidente. Solo per anticipare il nostro voto favorevole all'emendamento proposto per la città di

Isernia, in quanto, comunque, è di competenza comunale, e abbiamo anche il documento firmato dal

Sindaco del Comune di Isernia. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Manzo. Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Fusco.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Noi tre colleghi del Centrodestra votiamo a favore di questo emendamento. Le motivazioni sono state già

dette, e le condividiamo.

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PRESIDENTE

Grazie Consigliere Fusco. Ci sono altri interventi? Prego Consigliere Lattanzio.

CONSIGLIERE LATTANZIO

Anch'io manifesto voto favorevole, riportandomi, naturalmente, alle ragioni già esposte dal collega

Cotugno. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lattanzio. Ci sono altri interventi? Il parere del Relatore?

CONSIGLIERE IOFFREDI

Grazie, Presidente. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE

Il parere della Giunta?

ASSESSORE PETRAROIA

Il parere della Giunta è favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Pietraroia. Pongo ai voti l'emendamento così come illustrato.

Favorevoli?

Contrari?

Astenuti?

L'Aula approva all'unanimità.

(Il Consiglio approva)

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PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento identificato con il numero 2, a firma del Consigliere Monaco ed altri, e che

riguarda una rimodulazione di Istituto Comprensivo e quant’altro, se il Consigliere Monaco la vuole

illustrare. Grazie, Consigliere.

CONSIGLIERE MONACO

Grazie, Presidente. Questo emendamento, che scaturisce dalle sollecitazioni che ci sono pervenute da parte

del Sindaco di Palata, di Montecilfone e da altri Sindaci che insistono in quell'area, dovrebbe rimodulare,

così come è stato strutturato a saldi invariati, una deroga e un Istituto Comprensivo; vale a dire, Palata

prende anche Castelmauro, Acquaviva, Guardialfiera, Lupara, Montefalcone, Montemitro e San Felice,

passando da 460 alunni circa a 613 e, quindi, guadagnando l'autonomia, mentre Petacciato, perdendo

Palata, arriverebbe al 569, però con la deroga potrebbe garantire la Presidenza.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Monaco. Prego.

CONSIGLIERE FUSCO

Possiamo chiedere una sospensione? Due minuti.

PRESIDENTE

Sospensione concessa.

(Il Consiglio è sospeso ore 19:00)

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RIPRESA DEL CONSIGLIO

- ORE 19.09 -

PRESIDENTE

Per favore, colleghi, riprendiamo la seduta. Ci siamo fermati per richiesta del Consigliere Fusco, abbiamo

avuto una sospensione sull'emendamento numero 2 a firma del Consigliere Monaco ed altri. Ci sono

interventi? Nessuno intervento.

CONSIGLIERE MANZO

Presidente, se posso fare una osservazione.

PRESIDENTE

Prego, Consigliere Manzo.

CONSIGLIERE MANZO

Grazie. Visto che è stato proposto un emendamento al Piano regionale di dimensionamento scolastico che

va, effettivamente, a modificare degli Istituti Comprensivi, e visto che hanno chiamato il Consiglio ad

esprimersi nel merito, ci chiediamo se è possibile avere la documentazione dei rispettivi Comuni, che

attestano di essere in accordo a questa nuova organizzazione della rete. Grazie.

PRESIDENTE

Guardi, credo che siano stati distribuiti. Tutta la documentazione vi è pervenuta. Lei a quale

documentazione si riferisce? Quella pervenuta successivamente all'approvazione in Commissione?

CONSIGLIERE MANZO

Esatto. Quella nella quale il Comune di Palata...

PRESIDENTE

È stata distribuita in apertura di seduta questa mattina.

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CONSIGLIERE MANZO

No, che accompagna questo emendamento.

PRESIDENTE

Un attimo solo, proviamo a vedere se c'è la documentazione.

CONSIGLIERE MANZO

Perché, per quanto riguarda gli altri, avevamo le lettere dei Sindaci che intervenivano all'interno dei propri

Comuni. Per questo, invece, non abbiamo nulla. Allora, visto che è stato proposto e l'Ufficio di Presidenza

l'ha accettato, a questo punto ci chiediamo dove sono le delibere o le note a firma congiunta dei Sindaci di

Palata, Castelmauro, Acquaviva, Guardialfiera, Lupara, Montefalcone, Montemitro e San Felice.

PRESIDENTE

Consigliere Manzo, io le ho fatto una domanda: lei chiede le note successive al licenziamento del testo in

Commissione e pervenuto in Aula o quelle precedenti? Quelle precedenti sono anche in suo possesso,

voglio dire che sono state tutte trasmesse.

CONSIGLIERE MANZO

Presidente, io chiedo la nota, il documento amministrativo che accompagna questo emendamento. Prima o

dopo, non lo so. Se c'è stato l'emendamento saranno state fatte delle...

PRESIDENTE

Io non sono tenuto. Un attimo di pazienza, vediamo con la Presidenza se è pervenuta qualche nota riferita

a questo. Un attimo solo.

(Intervento fuori microfono)

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PRESIDENTE

Chiedo scusa, devo rispondere. Siccome le note sono state tutte distribuite, chi ha proposto l'emendamento

si assume la responsabilità della veridicità degli atti e di quanto dichiarato con la firma in calce. Per cui,

dobbiamo procedere all'esame. Lei può dichiararsi, favorevole, contraria, può fare l'intervento; dopo di

che, lasci anche agli altri colleghi la possibilità di potere intervenire su questo emendamento. Allora,

continuiamo, per favore. Ci sono altri interventi sull'emendamento numero 2? Parere del Relatore?

CONSIGLIERE IOFFREDI

Il parere è negativo e la motivazione è estremamente semplice: non è nei nostri poteri, come Regione,

intervenire in questo campo. Tutto qui.

PRESIDENTE

Grazie Relatore. Il parere della Giunta?

ASSESSORE PETRAROIA

La Giunta esprime un parere di non accoglibilità dell'emendamento ai sensi dell'articolo 139 della Legge

112 del ’98; fermo restando che ribadisco l'impegno dell'Amministrazione, all'interno della nuova legge

regionale sull'istruzione, a tornare sull'argomento nel momento in cui avremo la possibilità e gli strumenti

per poterlo fare.

PRESIDENTE

Grazie Vicepresidente. Pongo ai voti l'emendamento identificato con il numero 2.

Favorevoli?

Contrari?

Astenuti?

(Il Consiglio non approva)

(Intervento fuori microfono)

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PRESIDENTE

Allora, un attimo solo. Prego l'Ufficio di Presidenza di completarsi, per cui il Vicepresidente e il

Segretario vengano al mio fianco. Su richiesta del Consigliere Sabusco, ripetiamo la votazione perché mi

viene chiesto di esplicitare chi vota favorevolmente, chi è contrario e chi si astiene.

Favorevoli all'emendamento? Monaco, Totaro, Lattanzio, Sabusco e Fusco.

Contrari?

Astenuti? Con l'astensione del Consigliere Romagnuolo, l'Aula respinge.

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE

Emendamento numero 3, a firma del Consigliere Monaco. Prego Consigliere Monaco, ne la facoltà.

CONSIGLIERE MONACO

Grazie Presidente. L'emendamento, su sollecitazione del Sindaco di Campomarino e della Giunta

municipale di Campomarino, prevede l'aggregazione dell'Istituto Professionale per i servizi turistici

all'Istituto Comprensivo di Campomarino, per avere, quindi, un unico istituto in sede a Campomarino.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Monaco. Ci sono interventi sull'emendamento numero 3 appena illustrato dal

Consigliere Monaco? Non ci sono interventi. Il parere del Relatore?

CONSIGLIERE IOFFREDI

Il parere è negativo, e spiego il motivo: gli unici omnicomprensivi a cui è stata concessa la deroga sono

quelli che erano già esistenti. Per Campomarino si dovrebbe instaurare un omnicomprensivo ex novo e

questo, davvero, è fuori discussione, perché le Linee Guida ce lo vietano.

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PRESIDENTE

Grazie Relatore. Il parere della Giunta?

ASSESSORE PETRAROIA

Il parere della Giunta è negativo per le motivazioni che ha appena esposto il Relatore; non possiamo

approntare nuovi Istituti omnicomprensivi, avendo delle Linee Guida, approvate a monte, dove si parla del

superamento anche di quelli che materialmente erano già esistenti.

PRESIDENTE

Grazie Vicepresidente Petraroia.

Prego, per dichiarazioni di voto.

CONSIGLIERE MANZO

No, perché anche prima ha chiamato il voto ma non ha chiesto le dichiarazioni di voto. Per cui, tornando

al discorso di prima, l'emendamento proposto sul Comprensivo di Palata e di Castelmauro era veramente

inaccoglibile, come ha detto anche l'Assessore, in quanto, comunque, mancavano le delibere dei Comuni.

Quindi, il Consiglio si è espresso a votare con responsabilità.

PRESIDENTE

Stiamo parlando di un altro argomento.

CONSIGLIERE MANZO

Per quanto riguarda l'emendamento numero 3, invece, gli omnicomprensivi devono essere abrogati da

Linee programmatiche della Regione Molise e, per cui, noi votiamo no. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ci sono altre dichiarazioni di voto? Nessuna dichiarazione di voto. Pongo ai voti l'emendamento

identificato con il numero 3.

Favorevoli? Favorevoli Lattanzio, Sabusco, Monaco, Fusco.

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Contrari?

Astenuti?

L'Aula respinge l'emendamento numero 3.

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE

Emendamento n. 4, a firma Sabusco ed altri. Prego, Consigliere Sabusco, se lo vuole illustrare.

CONSIGLIERE SABUSCO

Ripeto quello che ho già detto nel mio primo intervento. Si tratta di un Istituto tecnico, unico nel Molise,

con peculiarità particolari, tra cui un convitto, non nazionale, come per il Mario Pagano, ma

internazionale. E' richiesto in deroga, in via del tutto eccezionale, in attesa del famoso Piano proposto non

so da chi e quando, perché conservi l'autonomia che già ha da anni e che ha dimostrato di saper gestire.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Sabusco. Ci sono interventi? Prego, Consigliere Monaco.

CONSIGLIERE MONACO

Mi associo all'appello del collega Sabusco, perché ritengo che se viene data la deroga al Mario Pagano per

le sue peculiarità, non vedo perché non possa essere assegnata anche all'Istituto di Larino. Per cui, anche

io mi associo all'appello del collega Sabusco.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monaco. La parola al Consigliere Romagnuolo. Prego.

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CONSIGLIERE ROMAGNUOLO

Ritengo, per le motivazioni espresse dal collega Sabusco, che scuola di Larino, l'Agrario - che è

un'istituzione storica e che è unica - debba avere una sua autonomia. Questo in considerazione anche della

sua struttura, che comprende anche un convitto che ospita quasi sessanta ragazzi, e un'azienda agricola di

circa 15 ettari - che la Provincia di Campobasso acquistò nel 1997-1998 - nelle piane di Larino. Quindi,

proprio come tipo di scuola, ha bisogno di una dirigenza autonoma che segua l'andamento. Per questo si

chiede il parere favorevole.

PRESIDENTE

Cioè lei vota favorevolmente, non il parere. Prego Presidente Totaro.

CONSIGLIERE TOTARO

Sì, grazie Presidente, era solo per dire che Pippo Sabusco, questa sera mi ha veramente impressionato.

Difficilmente condivido le sue illustrazioni, però quella di stasera la faccio mia, e, quindi, dichiaro il voto

favorevole rispetto a questo emendamento.

PRESIDENTE

Grazie Presidente Totaro. Prego Consigliere Fusco.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Il voto è favorevole. Credo che questo sia uno degli istituti che ha bisogno di essere accompagnato e

tutelato, per le esperienze e le sperimentazioni che ha fatto in diversi settori. Quindi, Assessore, vorremmo

che fosse possibile attuare quello che è stato chiesto. È vero che l’istituto di Larino non ha la stessa

titolarità del Mario Pagano, perché lì c'è un collegio, però possiede altri requisiti che dovrebbero farci

riflettere. Accogliere questo emendamento significherebbe compiere un'operazione positiva, anche perché

questo è l'unico Istituto Tecnico Agrario nella Regione, e serve anche le Regioni limitrofe. Voi non lo

sapete, perché siete molto giovani, ma io ho fatto anche delle esperienze in questo istituto Agrario, e

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ritengo che proprio gli Istituti Agrari, pochi in Molise - c'è una mappatura con pochi Istituti - debbano

essere considerati meritevoli di una autonomia scolastica che consenta una programmazione diversa,

differenziata e dedicata.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Fusco. La parola al Consigliere Manzo, prego ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MANZO

Grazie Presidente. Voglio solo dire che l'Istituto Tecnico Agrario di Larino è un istituto importante per la

nostra Regione. Da tempo, sin dagli anni Settanta, il nostro tessuto produttivo chiede una formazione

mirata nel campo agrario. Tuttavia, rimane una considerazione del tutto soggettiva e personale, per cui noi

voteremo contro. Grazie

PRESIDENTE

Lei vota contro, mi pare di aver capito? Grazie, Consigliere Manzo. Ci sono altri interventi? Nessun

intervento. Il parere del Relatore?

CONSIGLIERE IOFFREDI

Il parere è negativo. Io vorrei dire due parole. Qui non si sta parlando della qualità di questa o di quell'altra

scuola. Nessuno mette in dubbio che quello sia un Istituto che merita tutta l'attenzione del mondo. Qui

stiamo parlando del fatto che abbiamo un numero limitato, preciso, di dirigenti da assegnare alla Provincia

di Campobasso e di Isernia. Le deroghe a qualche situazione particolare, come è senz'altro quella del

Convitto nazionale, si possono accordare perché rientra all'interno di quei numeri. Altro è parlare della

qualità della scuola, perché quello è un Convitto nazionale, perché il Mario Pagano...

(Intervento fuori microfono)

PRESIDENTE

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Per favore, facciamo finire l'intervento al Presidente della Commissione. Dopodiché, sulle dichiarazioni di

voto, lei può riprendere la parola. Prego, Presidente.

CONSIGLIERE IOFFREDI

Grazie, Presidente. Tutte la valutazioni che sono state fatte in Giunta sono state poi riprese e

motivatamente affrontate in quarta Commissione, dove c'erano non solo i componenti, i Commissari della

quarta Commissione, ma molti altri Consiglieri, nonché tutti i Sindaci e i Dirigenti che sono stati ascoltati

in audizione. Gli emendamenti che quest'oggi andiamo a far passare, sono esclusivamente quelli che i

Sindaci dei Comuni interessati ci hanno chiesto di rivedere, in quanto i Sindaci sono i...

(Intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE IOFFREDI

Sì, ma va a variare il numero dei Dirigenti, e non possiamo permettercelo. Avremmo dovuto rivedere tutto

il Piano per togliere il Dirigente da una parte e metterlo qui. Quindi, è fuori discussione. Negativo.

PRESIDENTE

Grazie Presidente Ioffredi. Il parere della Giunta?

ASSESSORE PETRAROIA

Invito i colleghi a fare per un attimo mente locale sulla legge. La Legge n. 111 del 2011 stabilisce che, per

avere una autonomia scolastica, servono 1000 studenti, ridotti a 500. Con ulteriori accorgimenti, al

massimo, nelle aree montane, si possono accordare le deroghe per 600 o 400 studenti. Sotto i 400 studenti

l'emendamento è tecnicamente inammissibile, perché è contro la Legge. L'Istituto Tecnico Agrario di

Larino, l’ISIS, per potersi vedere accordata la deroga, avrebbe dovuto avere più di 400 studenti.

All'Istituto superiore di Larino, secondo il Piano che vi è stato consegnato, risultano 677 studenti, che

sono la somma dei 280 del Liceo Classico e dei 286 dell'Agrario. Mettendo i 286 dell'Agrario e

aggiungendo gli alunni del corso, che sono altri 22, arriviamo a 308. L'unico effetto che si produrrebbe,

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approvando questo emendamento, sarebbe che l'Istituto Agrario perderebbe l'autonomia, poiché non può

avere la deroga. E questo non per colpa nostra, ma perché non conta più di 400 studenti. Di fronte a 400

studenti si poteva anche valutare - per la questione della specificità - la peculiarità tecnica e quant'altro.

Nel momento in cui non ha 400 studenti, non si può proprio fare. Non solo: in questo modo rischiamo di

lasciare abbandonato il Liceo Classico di Larino, che dovrebbe essere accorpato a qualche altro istituto,

perché, con 280 studenti, non potrebbe sopravvivere. Quindi, la questione non è sulla specificità. Per

quello che attiene la specificità dell'Istituto Tecnico Agrario, io recepisco la sollecitazione, fondata, dei

colleghi: l'Istituto di Larino è l'unico Istituto Regionale Tecnico Agrario. Questo lo possiamo recepire

nella legge regionale sull'istruzione, cercando di individuare una modalità di accorpamento di quell'Istituto

Tecnico Agrario con altri Istituti similari, in modo tale che si possa fare una sorta di unico Istituto, che

metta insieme il tecnico con il professionale, e che si possa dare una opportunità di valorizzazione della

Scuola Media Superiore di Secondo Grado, specifica per l'agricoltura. Ma è un fatto da vedere in quella

sede e dopo che avremo determinato e definito queste regole. Oggi questo emendamento, per quello che

mi riguarda, non potrebbe nemmeno essere messo ai voti, perché si può chiedere la deroga soltanto se si

hanno più di 400 studenti. Se se ne hanno meno di 400, non si può fare. Questo è il tema: l'Agrario ha 308

studenti con la scuola serale, 286 senza. Non si può proprio fare. Quindi, invito i colleghi ad accogliere

questo appello, a ritirare l'emendamento e a discutere nel quadro della legge regionale sull'istruzione.

PRESIDENTE

Grazie. Grazie Vicepresidente Petraroia. Per dichiarazione di voto, Presidente. Prego.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Assessore, non so se ha le tabelle, perché non è specificato. Per quanto riguarda Larino, gli alunni sono

677. Per quanto riguarda Termoli, non sono riuscita ad avere contatto con la direttrice delle carceri, perciò

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vorrei sapere se la Casa circondariale con sede a Larino è un Istituto Professionale per alberghiero o no.

Perché si potrebbe unire i 92 alunni. È alberghiero?

(Intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

E, allora, se è alberghiero non è possibile. Siccome non è specificato, non sono riuscita a mettermi in

contatto con la Dirigente delle carceri.

PRESIDENTE

Non ho capito la dichiarazione di voto, però, mi scusi.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Scusi, Presidente, il voto è favorevole.

(Intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

È stato abbinato, per questo motivo. Cioè, sono stati abbinati in passato. Scusate se facciamo

conversazione anche se non potremmo, ma, in realtà, questa scuola con 92 alunni, l'Istituto Penitenziario,

nel dimensionamento era abbinata all'Istituto Agrario.

(Intervento fuori microfono)

PRESIDENTE

Colleghi, siamo in dichiarazione di voto. Un po' di silenzio, per favore.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Nel passato questa scuola era abbinata alla Casa circondariale, ma anche se non è possibile io, comunque,

voto in maniera favorevole all’emendamento.

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PRESIDENTE

Grazie Consigliere Fusco. Prego Consigliere Sabusco.

CONSIGLIERE SABUSCO

Voto, naturalmente, a favore di questa mia proposta, pure riconoscendola fuori Legge. Il fatto che quanto

io ho presentato non sia ammissibile perché al di fuori della Legge, è la prima volta che lo sento dire in

Aula. Vuol dire che la musica è cambiata; ne prendiamo atto e va bene così. Voto a favore

dell'emendamento, e non ritengo sia fuori Legge.

PRESIDENTE

Prego, Presidente Ciocca. Per dichiarazione di voto, Presidente Ciocca.

CONSIGLIERE CIOCCA

Chiaramente io mi unisco nel respingerlo, ma voglio dire una cosa all'amico Sabusco: non c'è nessuna

accusa. Si prende atto, tecnicamente, che non è più una scelta personale, di opinioni, ma un atto dovuto.

Perché se ci si dice che la legge non prevede questa...

(Intervento fuori microfono)

PRESIDENTE

Non facciamo dibattiti in Aula. Ha già fatto l'intervento, Consigliere Sabusco. Prego, continui,

Consigliere.

CONSIGLIERE CIOCCA

Va bene. Volevo soltanto dire di rasserenare un po' gli animi, perché non c'è nessuno a favore o contrario a

nessuno. Se il discorso è tecnico, io mi rimetto a quello che è il discorso tecnico.

PRESIDENTE

Grazie Presidente Ciocca. Ci sono altri interventi? Prego, per dichiarazione di voto il Consigliere

Romagnuolo.

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CONSIGLIERE ROMAGNUOLO

Grazie Presidente.

Io ritengo che, soprattutto per il tipo di scuola che è, l'Istituto Agrario abbia bisogno di una sua dirigenza.

Non può essere gestito da un Dirigente che sta in più Istituti. È un’azienda agricola grossa, e c'è la

necessità che qualcuno, giornalmente, segua le attività sia dei ragazzi - a livello didattico - sia della

produzione vera e propria. Il mio voto è favorevole. Condivido quello che ha detto l'Assessore Petraroia,

che è fuori Legge; però fuori Legge è stata anche la Provincia che ha presentato questo Piano senza tenere

conto delle peculiarità della Scuola Agraria di Larino. Quindi, per questo motivo, io voto a favore.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Romagnuolo. Ci sono altri interventi? Prego, per dichiarazione di voto, il Consigliere

Di Nunzio.

CONSIGLIERE DI NUNZIO

Sì, solo per dichiarazione di voto. Naturalmente annuncio il voto contrario, ma volevo ricordare, a me

stesso e a tutti quanti noi, che non ci possiamo accalorare per una situazione troppo localistica, troppo

legata al territorio in maniera personalistica.

Quando si è trattato di costituirsi Parte Civile per i trasporti, pur essendo io amico intimo di Giuseppe

Larivera e concittadino di Roccavivara, ho votato come tutti gli altri.

Non mi sono lasciato prendere né dall'amicizia e né da altro. Siamo Consiglieri Regionali dell'intero

territorio, quindi...

(Intervento fuori microfono)

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CONSIGLIERE DI NUNZIO

C'entra, perché se tu ti accalori tanto per Larino, fallo anche per Riccia, che ha l'Istituto Agrario e potrebbe

avere la prerogativa per cui l'amico Nicola Romagnuolo dice che l'Istituto Agrario di Riccia apre altre

possibilità. Ribadisco: noi siamo Consiglieri Regionali, e non è un buon esempio se ognuno di noi spinga

soltanto per il suo Comune o per il suo comprensorio.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Di Nunzio. Ci sono altri interventi? Prego Assessore Facciolla.

ASSESSORE FACCIOLLA

Molto rapidamente. Probabilmente non è da riferire quale illegittima, la richiesta di emendamento

proposto dal Consigliere Sabusco, quindi non è di certo illegale. Ma sulla ammissibilità della stessa,

bisogna fare delle valutazione. Si deve valutare se c'è un testo di norma che non consente di poterla

approvare. Quindi, il limite è nella normativa; non nella logica, né tantomeno nella opportunità che - credo

tutti - abbiamo più volte sottolineato. Mi sembra che il Vicepresidente della Giunta Regionale l'abbia fatto,

anche con grande correttezza, in relazione alle esigenze dell'Istituto stesso; esigenze che, per certi aspetti,

non possono essere compresse o scemate, perché lo stesso Istituto potrebbe vedersi, nell'ambito dello

stesso ISIS, assegnato alla Presidenza. Quindi, non si vede la ragione per la quale un Istituto che ha una

sua peculiarità nell'ambito della riorganizzazione, non possa avere, “a danno degli altri”, una sua

Presidenza. Il tema è, inevitabilmente, quello del numero degli studenti, che, nel nostro territorio, non ci

dà grandi spazi. Potremmo, eventualmente, fare ricorso ad una nostra capacità di potere dare indicazioni in

natura comportamentali, allorché bisogni assegnare le dirigenze, e fare in modo che quest’ultima - nel

caso di specie, in relazione a Larino - possa andare all'Istituto Agrario. Questa sarebbe una soluzione che

contempererebbe, certamente, gli interessi in campo, riconoscendo la specificità del territorio, ma, ancor

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più, salvaguardando il rigore della norma che noi, in questo caso, di certo non possiamo violare quali

Legislatori Regionali.

PRESIDENTE

Grazie. Ci sono altri interventi per dichiarazione di voto? Prego Consigliere Monaco.

CONSIGLIERE MONACO

Grazie Presidente. Solo per annunciare anche il mio voto favorevole. Io ritengo che l'Assessore Facciolla

sia stato esaustivo, anche se io nutro qualche dubbio sulla spiegazione che ha fatto. Questo perché, in

Commissione, lo stesso Preside ha ritenuto di non sposare questa causa e, quindi, probabilmente, la sede

stessa della Presidenza andrà altrove, sicuramente non all'Agrario di Larino. Detto questo, credo che si

debba investire nell’agricoltura - l'Assessore Facciolla sta facendo benissimo – e, per farlo, ritengo sia

necessario ripartire dalla base, e cioè dalla scuola e da coloro che si formano in Istituti come quello di

Larino. Per cui, ritengo che l'Istituto di Larino, nel momento in cui perderà la Presidenza, verrà, in qualche

modo, penalizzato, con il rischio di perdere alunni e professionalità sul territorio.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Monaco. Allora, pongo ai voti l'emendamento identificato con il numero 4.

Favorevoli? Allora, favorevoli Totaro, Lattanzio, Romagnuolo, Sabusco, Micone, Monaco.

Contrari?

Astenuti?

L'Aula respinge.

(Il Consiglio non approva)

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PRESIDENTE

Allora, prendiamo in esame l'emendamento identificato con il numero 5 a firma del Consigliere Monaco.

Prego Consigliere Monaco, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MONACO

Grazie Presidente. Questo è un emendamento a saldi invariati - come si potrebbe dire - con l'istituzione di

una Scuola Secondaria di Primo Grado, unica su Termoli, che si avrebbe accorpando la Bernacchia, la

Brigida, la Schweitzer, e tre circoli: il Primo circolo con Principe di Piemonte, Difesa Grande, via Tremiti

e via Catania; il Secondo circolo con via Maratona, via Po', Pantano Basso e via Volturno; e il Terzo

circolo con via Stati Uniti e via Cina. È disponibile, per chi ne volesse prendere atto e nota, la lettera del

Sindaco di Termoli e le firme di 500 o 600 genitori e docenti, oltre che dei presidi di tutti e quattro gli

istituti.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Monaco. Interventi sull'emendamento numero 5? Nessuno intervento. Il parere del

Relatore?

CONSIGLIERE IOFFREDI

Come dicevo prima, questa è un'altra delle proposte che viene direttamente dal Sindaco della città, per cui

il parere è favorevole.

PRESIDENTE

Il Parere della Giunta, grazie.

ASSESSORE PETRAROIA

Il parere della Giunta è favorevole per ciò che ha appena terminato di dire il Relatore. È una proposta

dell'amministrazione comunale, condivisa dal Collegio dei docenti, dal Consiglio di Istituto. In base alla

norma, questa potestà è dell'amministrazione comunale, quindi si può tranquillamente accogliere.

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PRESIDENTE

Grazie Assessore Petraroia. Per dichiarazioni di voto? Prego Consigliere Manzo, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MANZO

Grazie Presidente. Come hanno ricordato l'Assessore e il Relatore dell'atto amministrativo del Piano di

dimensionamento scolastico, questo è un emendamento accompagnato e condiviso sia dal Sindaco che

dagli organi collegiali degli istituti, nonché dalle famiglie; pertanto il nostro parere è favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Manzo. Ci sono altre dichiarazioni di voto? Pongo ai voti l'emendamento numero 5.

Favorevoli?

Contrari?

Astenuti?

L'Aula approva all'unanimità.

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE

Emendamento numero 6, a firma dei Consiglieri Sabusco e Romagnuolo.

Prego Consigliere Sabusco, ne ha facoltà.

Dal momento che è molto breve, lo leggo prima. Allora: "Propongo l'accorpamento di Scarano via Crispi

con via D'Amato, Campobasso". Prego Consigliere Sabusco.

CONSIGLIERE SABUSCO

È stato chiesto dal Collegio dei docenti, dai genitori e da tutti che, per continuità, anche perché si

sarebbero delle cose...

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(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE SABUSCO

Anche l'Ufficio scolastico mi dava ragione, questa volta. È stato chiesto da tutti gli insegnanti e dai

genitori che, per continuità didattica, queste due scuole, che hanno degli insegnanti di supporto insieme,

vengano conservate nello stesso Istituto.

PRESIDENTE

Grazie Consigliere Sabusco. Ci sono interventi? Prego Presidente Ciocca.

CONSIGLIERE CIOCCA

Volevo fare una semplice osservazione. Nel momento in cui si accorpano due di queste scuole,

probabilmente le togliamo da un'altra parte, il che significa che verrà a mancare il famoso numero in un

altro contesto. Quindi, anche qui tecnicamente dobbiamo rimetterci a un parere negativo.

PRESIDENTE

Grazie. Ci sono altri interventi su questo emendamento numero 6? Parere del Relatore?

CONSIGLIERE IOFFREDI

Negativo.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

ASSESSORE PETRAROIA

Vorrei invitare il collega Sabusco a fare riferimento alla delibera di Giunta 277 che, a pagina 4, aveva

stabilito, tra i criteri, che per ritenere gestibile un'istituzione scolastica, era preferibile fare rimanere il

numero complessivo degli alunni al di sotto dei 1.250. Tenuto conto che la Colozza aveva 1.307 studenti,

in base a questa norma - che non si era rispettata - si è proceduto, senza recare alcun danno a nessuno, a

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prospettare due istituzioni scolastiche di 993 e 918 studenti, sulla città di Campobasso. Chiaramente, sono

salvaguardate tutte le tutele, tutti i diritti, tutta la continuità didattica; nel senso che in nessun caso e per

nessuna ipotesi vengono meno i diritti degli alunni e quelli degli insegnanti. Lo dico, semplicemente, per

una questione di correttezza. Quando si fa un dimensionamento scolastico, c'è una aggregazione tra più

Istituti che apporta una variazione rispetto all'assetto precedente. L'Ufficio scolastico regionale provvede,

evidentemente, a rideterminare gli organici in base alle graduatorie della nuova istituzione scolastica; è

chiaro che le cinquantaquattro istituzioni scolastiche, tutte al di sopra delle 400 unità - sia nei piani

presentati dalla Provincia che in quelli che sono stati prospettati in questa sede - hanno la necessaria di

riverificare le graduatorie per quanto riguarda i docenti. Ma questo elemento non pregiudica, né può

pregiudicare in via di Legge, il diritto degli studenti e degli insegnanti.

PRESIDENTE

Grazie. Per dichiarazione di voto? Nessuna dichiarazione di voto. Pongo ai voti l'emendamento

identificato con il numero 6.

Favorevoli? Sabusco, Fusco, Micone.

Contrari?

Astenuti?

L'Aula respinge.

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE

Votiamo il coordinamento tecnico, prima sul provvedimento. Allora, votiamo il Piano regionale di

dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche, per gli anni scolatici 2014, 2016, con le modifiche

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che vengono inserite nel testo, direttamente dal servizio istruzione che ha trattato il testo nella sua

complessità.

Favorevoli al Piano?

Contrari? Sabusco, Micone, Romagnuolo e Monaco.

Astenuti? L'astensione del Consigliere Fusco.

L'Aula approva il Piano.

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE

Bisogna votare il coordinamento tecnico, anche se già annunciato.

Favorevoli al coordinamento tecnico?

Contrari? Contrario il Consigliere Sabusco.

Astenuti?

L'Aula approva a Maggioranza il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)


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