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Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

Date post: 17-Mar-2016
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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore
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PR O FESSI O NE VETERINARIA MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE tempo. Le cause sono principal- mente legate all’incremento nu- merico che la professione ha su- bito nell’ultimo decennio, alla mancanza di ricambio fisiologico- generazionale, alla scelta forzata, di svolgere attività libero profes- sionale con particolare affolla- mento nel settore degli animali da compagnia per le difficoltà a tro- vare altri sbocchi professionali. La crisi porta conflittualità interna, concorrenza selvaggia, scadi- mento dei rapporti tra Colleghi, violazioni sistematiche del Codice Deontologico e dei tariffari ordini- stici, innescando una spirale ne- gativa che inasprisce le tensioni tra Colleghi e tra le varie compo- nenti la Categoria. Il sistema ordinistico che regola l’attività professionale è vecchio e non possiede strumenti adatti ed al passo con i tempi per potere fa- re fronte a una situazione profes- sionale così delicata e difficile. Una sua riforma ormai richiesta da più parti, compresi gli Ordini stessi, richiederà tempi lunghi di gestazione a fronte di una situa- zione professionale che necessita di interventi urgenti Chi paga il prezzo più alto di una siffatta situazione è la professione privata, non protetta come invece è l’attività pubblica, che deve sopportare l’impatto numerico di un afflusso indiscriminato di Col- leghi che ogni anno si affacciano al mercato del lavoro e che, non potendo trovare sbocchi profes- sionali in comparti della Veterina- ria pubblica ormai chiusi ad ogni possibile incremento di operatori, non possono fare altro che av- viarsi volenti o nolenti alla libera professione. Il mercato della professione pri- vata, l’unico a non godere di La professione veteri- naria sta attraversan- do una crisi profonda che ormai dura da 001 EDIZIONI SCIVAC - Anno 11, numero 7, mensile, luglio 2001 Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza Concessionaria esclusiva per la pubblicità EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona Diossina, BSE, residui nei prodotti alimentari e una nuova coscienza ecologista rilanciano il settore Agricoltura e zootecnia biologiche: interessanti prospettive… Una Professione in crisi l’editoriale di Carlo Scotti (in questo numero:) 1 13 22 Prima Pagina: Agricoltura e zootecnia biologiche: interessanti prospettive di Fabrizio Pancini ANMVI Informa: Recupero del credito: ecco come fare a cura della redazione Attualità: Attenti all’EURO di Antonio Manfredi 7 18 23 L’Inchiesta: Il veterinario e l’autocontrollo nella distribuzione degli alimenti di A. Cereser e A. Sarale Rubrica Legale: Una forte associazione può agire in giudizio di M.T. Semeraro Attualità: Strutture veterinarie e imprenditoria femminile di M.C. Lopez 8 19 25 Attualità: Novità dall’OIE, Office International des Epizooties di Sabina Pizzamiglio Rubrica Fiscale: Chiarimenti dal Ministero per la dichiarazione dei redditi di Giovanni Stassi L’Opinione: Il graffio del gatto di Oscar Grazioli 9 21 26 L’Intervista: ENPAV e investimenti: risultati e garanzie di Carlo Scotti Rubrica di Bioetica Pet partnership: valorizzare la referenza animale di Roberto Marchesini Dalle Associazioni: I veterinari senza frontiere di Giovanni Piccolo 72 Hill ’s * A PAG. 3 di Fabrizio Pancini Global Leader in Pet Nutrition I n questi giorni alcune Asso- ciazioni veterinarie hanno ricevuto una lettera a firma del Prof. Giorgio Poli che, in qualità di Presidente, invitava i loro consigli direttivi a promuovere fra gli iscritti una nuova asso- ciazione: il Club del Veterinario. Nel pieno rispetto di chi sta so- stenendo questa iniziativa ci permettiamo di avanzare alcu- ne considerazioni. Il Prof. Poli -noto e stimato ricer- catore, docente universitario e neo eletto preside della facoltà di Milano- nel promuovere que- sta nuova associazione non sembra averne letto attenta- mente la presentazione, lo sta- tuto ed il regolamento. Incominciamo col dire che la veterinaria italiana non è certa- mente carente di associazioni, anzi, sarebbe auspicabile che alcune di queste, operando nel- lo stesso settore, trovassero il modo di svolgere la loro attività in stretta collaborazione. Non si può nemmeno credere che al Prof. Poli siano pervenute “se- gnalazioni e sollecitazioni da ampi settori della Medicina Ve- terinaria” per costituire una nuova associazione. Anche al mondo universitario di certo non mancano le società scienti- fiche: lo stesso Poli è Vicepresi- dente della SISVET. Appare al- lora inevitabile chiedersi se questo progetto nasca solo “nell’interesse della categoria” o piuttosto da interessi, certo leciti, ma diversi da quelli stret- tamente collegati alla tutela dei medici veterinari. Basta leggere con attenzione il testo di presentazione dell’as- sociazione per capire che l’og- getto principale della stessa è un ambizioso progetto com- merciale e di marketing, elabo- rato dall’editore Le Point Vétéri- naire Italie legato ad una rivista dal titolo “Club del Veterinario che proporrà vari servizi e sconti su diverse iniziative”. Al- la rivista, mensile, ci si potrà abbonare. Fin qui non possiamo che fare i complimenti all’editore per aver inventato una nuova iniziativa che sarà certamente occasio- ne di ritorno economico. L’a- spetto associativo nasce sol- tanto a sostegno del progetto editoriale: “Nata con gli stessi obiettivi del giornale, l’associa- zione omonima è convenziona- ta con il giornale e ne rappre- senta la parte tecnico-scientifi- ca”; e poi: “l’associazione è parte integrante del progetto club e, per questo motivo, ne viene omaggiata l’iscrizione agli abbonati al giornale”. È evidente che l’associazione è parte integrante di un proget- to editoriale che non nasce, pare, per fare beneficenza ai veterinari. Riteniamo dunque spontaneo domandarci se non sia forse più opportuno che coloro i quali fanno parte del Consiglio Diretti- vo o vengono indicati come re- sponsabili delle diverse Com- missioni (presidi, docenti uni- versitari, dirigenti di Enti pubbli- ci e segretari di sindacati, ecc…) mantengano una posi- zione al di sopra delle parti, stante il ruolo professionale ed istituzionale che rivestono. Un club per chi? CONTINUA A PAG. 3 Software in ambiente Windows per facilitare il lavoro di medico veterinario. Gestione clienti, visite e registri dei medicinali. Comprende anche i nuovi registri dei farmaci veterinari per le aziende agricole. AZIENDA AGRICOLA EFFER Via Reggiolo n° 10 CADE (RE) www.rmel.it Tel/Fax 0522946116-0335/6005543 (Meloncelli)
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Page 1: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

PROFESSIONE VETERINARIA

MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

tempo. Le cause sono principal-mente legate all’incremento nu-merico che la professione ha su-bito nell’ultimo decennio, allamancanza di ricambio fisiologico-generazionale, alla scelta forzata,di svolgere attività libero profes-sionale con particolare affolla-mento nel settore degli animali dacompagnia per le difficoltà a tro-vare altri sbocchi professionali.La crisi porta conflittualità interna,concorrenza selvaggia, scadi-mento dei rapporti tra Colleghi,violazioni sistematiche del CodiceDeontologico e dei tariffari ordini-stici, innescando una spirale ne-gativa che inasprisce le tensionitra Colleghi e tra le varie compo-nenti la Categoria.Il sistema ordinistico che regolal’attività professionale è vecchio enon possiede strumenti adatti edal passo con i tempi per potere fa-re fronte a una situazione profes-sionale così delicata e difficile.Una sua riforma ormai richiestada più parti, compresi gli Ordinistessi, richiederà tempi lunghi digestazione a fronte di una situa-zione professionale che necessitadi interventi urgenti Chi paga il prezzo più alto di unasiffatta situazione è la professioneprivata, non protetta come inveceè l’attività pubblica, che devesopportare l’impatto numerico diun afflusso indiscriminato di Col-leghi che ogni anno si affaccianoal mercato del lavoro e che, nonpotendo trovare sbocchi profes-sionali in comparti della Veterina-ria pubblica ormai chiusi ad ognipossibile incremento di operatori,non possono fare altro che av-viarsi volenti o nolenti alla liberaprofessione.Il mercato della professione pri-vata, l’unico a non godere di

La professione veteri-naria sta attraversan-do una crisi profondache ormai dura da

001 EDIZIONI SCIVAC - Anno 11, numero 7, mensile, luglio 2001

Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza

Concessionaria esclusiva per la pubblicità

EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona

Diossina, BSE, residui nei prodotti alimentarie una nuova coscienza ecologista rilancianoil settore

Agricoltura ezootecnia biologiche:interessantiprospettive…

Una Professionein crisi‘‘l’editoriale

di Carlo Scotti

(in questo numero:)

1 13 22Prima Pagina:Agricoltura e zootecniabiologiche: interessantiprospettivedi Fabrizio Pancini

ANMVI Informa:Recupero del credito:ecco come farea cura della redazione

Attualità:Attenti all’EUROdi Antonio Manfredi

7 18 23L’Inchiesta:Il veterinario el’autocontrollo nelladistribuzione degli alimentidi A. Cereser e A. Sarale

Rubrica Legale:Una forte associazionepuò agire in giudizio di M.T. Semeraro

Attualità:Strutture veterinarie eimprenditoriafemminiledi M.C. Lopez

8 19 25Attualità:Novità dall’OIE, OfficeInternational desEpizootiesdi Sabina Pizzamiglio

Rubrica Fiscale:Chiarimenti dalMinistero per ladichiarazione dei redditidi Giovanni Stassi

L’Opinione:Il graffio del gattodi Oscar Grazioli

9 21 26L’Intervista:ENPAV e investimenti:risultati e garanziedi Carlo Scotti

Rubrica di BioeticaPet partnership:valorizzare lareferenza animaledi Roberto Marchesini

Dalle Associazioni:I veterinari senzafrontieredi Giovanni Piccolo

72

Hill’s*

A PAG. 3

di Fabrizio Pancini

Global Leader in Pet Nutrition

I n questi giorni alcune Asso-ciazioni veterinarie hanno

ricevuto una lettera a firma delProf. Giorgio Poli che, in qualitàdi Presidente, invitava i loroconsigli direttivi a promuoverefra gli iscritti una nuova asso-ciazione: il Club del Veterinario.Nel pieno rispetto di chi sta so-stenendo questa iniziativa cipermettiamo di avanzare alcu-ne considerazioni. Il Prof. Poli -noto e stimato ricer-catore, docente universitario eneo eletto preside della facoltàdi Milano- nel promuovere que-sta nuova associazione nonsembra averne letto attenta-mente la presentazione, lo sta-tuto ed il regolamento. Incominciamo col dire che laveterinaria italiana non è certa-mente carente di associazioni,anzi, sarebbe auspicabile chealcune di queste, operando nel-lo stesso settore, trovassero ilmodo di svolgere la loro attivitàin stretta collaborazione. Non sipuò nemmeno credere che alProf. Poli siano pervenute “se-gnalazioni e sollecitazioni daampi settori della Medicina Ve-terinaria” per costituire unanuova associazione. Anche almondo universitario di certonon mancano le società scienti-fiche: lo stesso Poli è Vicepresi-dente della SISVET. Appare al-lora inevitabile chiedersi sequesto progetto nasca solo“nell’interesse della categoria”o piuttosto da interessi, certoleciti, ma diversi da quelli stret-tamente collegati alla tutela deimedici veterinari.Basta leggere con attenzione iltesto di presentazione dell’as-

sociazione per capire che l’og-getto principale della stessa èun ambizioso progetto com-merciale e di marketing, elabo-rato dall’editore Le Point Vétéri-naire Italie legato ad una rivistadal titolo “Club del Veterinarioche proporrà vari servizi esconti su diverse iniziative”. Al-la rivista, mensile, ci si potràabbonare.Fin qui non possiamo che fare icomplimenti all’editore per averinventato una nuova iniziativache sarà certamente occasio-ne di ritorno economico. L’a-spetto associativo nasce sol-tanto a sostegno del progettoeditoriale: “Nata con gli stessiobiettivi del giornale, l’associa-zione omonima è convenziona-ta con il giornale e ne rappre-senta la parte tecnico-scientifi-ca”; e poi: “l’associazione èparte integrante del progettoclub e, per questo motivo, neviene omaggiata l’iscrizioneagli abbonati al giornale”.È evidente che l’associazioneè parte integrante di un proget-to editoriale che non nasce,pare, per fare beneficenza aiveterinari. Riteniamo dunque spontaneodomandarci se non sia forse piùopportuno che coloro i qualifanno parte del Consiglio Diretti-vo o vengono indicati come re-sponsabili delle diverse Com-missioni (presidi, docenti uni-versitari, dirigenti di Enti pubbli-ci e segretari di sindacati,ecc…) mantengano una posi-zione al di sopra delle parti,stante il ruolo professionale edistituzionale che rivestono. ■

Un club per chi?

CONTINUA A PAG. 3

Software in ambiente Windows perfacilitare il lavoro di medico veterinario.

Gestione clienti, visite e registri dei medicinali. Comprende anche

i nuovi registri dei farmaci veterinari per le aziende agricole.

AZIENDA AGRICOLA EFFERVia Reggiolo n° 10 CADE (RE)

www.rmel.itTel/Fax 0522946116-0335/6005543 (Meloncelli)

Page 2: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

In questi ultimi anni, al rag-giungimento della quantitàdei consumi si sta affiancan-

do quello della qualità e della salu-brità dei prodotti, requisiti che di-ventano un obiettivo primario,quando esiste la disponibilità eco-nomica per farvi fronte. L’agricoltu-ra è quindi chiamata a soddisfarenuove necessità che, tuttavia, nonsi limitano alle produzioni alimenta-ri ma che abbracciano anche l’am-biente naturale in cui i prodotti so-no stati ottenuti. In questa ottica,quindi, emerge il ruolo nuovo del-l’agricoltura nel complessivo siste-ma sociale ed economico di ogniPaese.Ecco che, a fronte di queste consi-derazioni ed al di là dei convinci-menti personali, l’agricoltura e lazootecnia biologica possono dive-nire un interessante sbocco profes-sionale per il medico veterinario, ol-tre a rappresentare un sistemaecologico che propone evidentibenefici sia a livello di salubrità ali-mentare sia per quanto riguarda ilbenessere degli animali. Il recente Decreto Ministeriale n.91436, che recepisce il Regola-mento CE n. 1804/99, ha istituito enormato anche in Italia la cosiddet-ta Zootecnia Biologica la quale, perla verità, alla fine dell’anno scorso,contava già una espansione di ol-tre un milione di ettari convertiti. A questa estensione terriera fannoriscontro numerosi allevamenti dibovini, suini, ovini, caprini, avicoli,ecc. convertiti al metodo biologicoe certificati. Tuttavia, a fronte di ta-le espansione ed all’interesse mo-strato dall’opinione pubblica e daimedia per il settore, in Italia si èassistito finora alla inadeguatezzadi opportune risposte, soprattuttoper quanto riguarda l’assistenzatecnica e del controllo, per caren-za di personale adeguatamentepreparato.È necessario quindi creare sia la fi-gura del tecnico di supporto all’im-presa agro-zootecnica in conver-sione o già convertita al metodobiologico, come anche quella dicertificatore autorizzato sia di pro-cesso, sia di prodotto. Per fare ciòoccorre potenziare e sostenere leattuali scuole private che aderisco-no alla F.I.A.M.O. (Federazione Ita-liana Associazioni Medici Omeopa-ti) e soprattutto istituire dei corsiuniversitari “ufficiali” presso le fa-coltà di agraria e veterinaria.Ma vediamo ora le opinioni di alcu-ni operatori e studiosi di questo set-tore anche al fine di valutare le pro-spettive professionali dei veterinarialla luce dell’aumento della do-manda da parte dei consumatori aseguito delle problematiche scatu-

rite dai primi casi di BSE nel nostroPaese.

Prof. Corrado CarenziDocente di ZootecniaUniversità Statale di Milano

Quali sono i limiti ed i pregi dellacosiddetta zootecnia biologicarispetto all’allevamento intensi-vo?La prima caratteristica di questometodo di allevamento alternativo,che inizia ad affiancarsi a quello at-tualmente predominante di tipo in-tensivo, è di mirare a soddisfare lacrescente richiesta di prodotti diqualità, per i quali la qualità non èpiù legata esclusivamente alla si-curezza igienico-sanitaria, che de-ve ormai essere considerata comeun prerequisito garantito dalla pro-duzione e dalle istituzioni, ma ri-guarda l’intero processo produttivosoprattutto per la sua rispondenzaal rispetto dell’ambiente e del be-nessere animale. In questa ottica ipregi della “zootecnia biologica”sono essenzialmente da ricercarsinei principi fondamentali di questometodo produttivo che tende ad ar-monizzare l’attività di allevamentocon l’ambiente ponendo particola-re attenzione su:- scelta di animali geneticamenteidonei a questo tipo di allevamento;- utilizzo di alimenti prodotti conmetodo biologico ed in particolarenella stessa area in cui è collocatol’allevamento;- un reciproco adattamento tra pa-trimonio genetico delle popolazionianimali allevate e tecnologie di al-levamento attraverso una verificadel benessere degli animali;- eliminazione di sostanze a “ri-schio” o comunque “sospette”escludendo, oltre all’uso di additivi,anche la medicina allopatica ed in-troducendo l’uso dell’omeopatia odi altri rimedi alternativi sia in fun-zione terapeutica che preventiva.Questi aspetti fanno rientrare la

zootecnia biologica negli attualiorientamenti della Politica AgricolaComunitaria dell’Unione Europea,sempre più orientata alla tutela delconsumatore, per il quale è statacreata una apposita Direzione Ge-nerale a cui è affidata la specificacompetenza normativa.I limiti sono essenzialmente legati:- alla difficoltà di applicazione dellarecente normativa (il primo regola-mento CE n. 1804/1999 del 19 lu-glio 1999 è stato recepito in Italiacon il Decreto Ministeriale del 4agosto 2000). Si verificano attual-mente infatti due tendenze contra-stanti: da una parte la rigorositàche mira a ben qualificare la pro-duzione biologica e dall’altra unamaggior elasticità che tende a faci-litare la diffusione di questa produ-zione;- ai costi di produzione, che, so-prattutto negli allevamenti più in-tensificati ed industrializzati, vedo-no la zootecnia biologica fortemen-te penalizzata. Si evidenzia in que-sto caso sia la attuale necessità didifferenziazione dei prodotti per unmercato disposto a pagare il so-vrapprezzo derivante da una diver-sa tecnologia di allevamento, sia lanecessità di sviluppare futuri meto-di per il contenimento dei costi diproduzione;- alla scarsa disponibilità di tecnicipreparati che offrano una adegua-ta assistenza tecnica alla tumultuo-sa crescita del settore.

Da un punto di vista normativo, ilReg. CEE n. 2092/91 costituiscela base per il settore dell’agricol-tura biologica. Dal momento chein quest’ultimo decennio ci sonostate numerose modifiche a que-sta normativa, attualmente qualinovità legislative normano il set-tore e quali sono previste o au-spicabili nell’immediato futuro?Nel quadro della normativa euro-pea che regola la produzione del-l’agricoltura biologica dal 1991 ilcomparto zootecnico ha atteso finoal 19 luglio 1999, data in cui è sta-to approvato il regolamento CE n.1804/1999 ad esso relativo e che èstato recepito in Italia con il Decre-to Ministeriale del 4 agosto 2000.Come ogni normativa nuova, an-che questo decreto non ha manca-to di sollevare discussioni interpre-tative e richieste di modifiche chenon mancheranno di essere attua-te, anche se non se ne conoscononé i tempi né gli indirizzi. Va però ri-cordato che le Direttive comunitarieed i relativi Regolamenti vengonoperiodicamente rivisitati, ancheperché la loro funzione non è esclu-sivamente impositiva, ma spesso èanche quella di orientare le tecni-

che di produzione verso gli obietti-vi più generali della Politica Comu-nitaria di settore, verso i quali ci simuove con aggiustamenti succes-sivi in funzione della evoluzione siatecnica che politico-economica. Inquesto specifico settore è neces-sario calibrare attentamente gli in-terventi in modo tale da favorirneun equilibrato sviluppo, evitandoad esempio una crescita determi-nata solo dalla probabile facilità dicollocazione di prodotti fortementeappetiti in un momento in cui i pro-dotti di origine animali sono stati vit-tima di contingenze sfavorevoli(mucca pazza, afta e quant’altroprima di questi); questo potrebbedeterminare una scarsa attenzionealla qualità delle produzioni, dan-neggiando sul nascere il mercatoper non aver saputo soddisfareadeguatamente le esigenze delconsumatore.

L’associazione Italiana ZootecniaBiologica e Biodinamica dellaquale fai parte di che cosa si oc-cupa specificatamente e qualiiniziative intraprende per incenti-vare la diffusione di queste disci-pline? (Racconta pure quando ènata, il numero di iscritti, il tuoruolo all’interno, ecc…)L’Associazione Italiana di Zootec-nia Biologica e Biodinamica (ZOO-BIODI) è stata fondata per cre-scente interesse verso questo nuo-vo settore della zootecnia ed a se-guito della tenace attività di PaoloPignattelli, Professore a contrattodella Facoltà di Medicina Veterina-ria di Milano, ed ha come obiettivodi essere parte attiva nelle proble-matiche sia operative che di ricer-ca della zootecnia biologica. Puressendo di recente costituzione hagià raccolto un buon numero di as-sociati e sta svolgendo una intensaattività. Ha organizzato un primoConvegno Nazionale, tenutosi il 2marzo scorso ad Arezzo, in cui lanumerosa partecipazione ha dimo-strato l’interesse sia del mondo del-la ricerca che di quello operativo. Da parte mia, conscio della neces-sità di informazione e di formazionein questo settore, ho promosso larealizzazione di un workshop su

“Zootecnia biologica ed approccioomeopatico” all’interno della Scuo-la di Specializzazione in “EtologiaApplicata e Benessere Animale”che dirigo, come pure ho organiz-zato dei seminari per gli studentidel V anno di Medicina Veterinariaall’interno del corso che tengo su“Allevamenti alternativi”. Data lacarenza di tecnici nel settore, l’As-sociazione, in collaborazione conla Fondazione Iniziative Zooprofilat-tiche e Zootecniche di Brescia, or-ganizza un Corso di FormazioneProfessionale per Tecnici dellaZootecnia Biologica, che si terràpresso la sede della FondazioneIniziative Zooprofilattiche e Zootec-niche di Brescia con inizio al 7 set-tembre 2001 per concludersi congli esami il 15 febbraio 2002.L’attività dell’Associazione è incontinua evoluzione e può essereseguita sul sito Internet: www.zoo-biodi.it

A che punto di sviluppo è giuntain Italia la zootecnia biologica (sehai delle cifre aggiornate sareb-be meglio) rispetto agli altri Pae-si dell’U.E. e quali prospettiveprofessionali ci sono in questoambito per i medici veterinari? Siarriverà a sostituire completa-mente l’attuale sistema intensivocon quello biologico e tra quantotempo questo potrebbe avveni-re?È al momento senz’altro impensa-bile che la produzione biologicasostituisca quella convenzionale,anche se la produzione animalebiologica ha ormai posto le pre-messe per assumere le caratteristi-che di una produzione qualificatache, in funzione della evoluzionedelle richieste del consumatore,peraltro già verificatesi per il com-parto vegetale, potrà passare dauna produzione di “nicchia” ad unaproduzione di “segmento”. Le pre-visioni per il futuro sono sempre dif-ficili, ma le logiche evolutive delleproduzioni sono sempre legate aglisviluppi delle tecnologie produttivee della domanda del mercato. Èpertanto possibile ipotizzare per ilfuturo da una parte l’accentuarsi diuna intensificazione delle produzio-

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 3D A L L A P R I M A P A G I N A ➥

l’editorialeSEGUE DALLA COPERTINA

meccanismi di protezione, è or-mai anche esso saturo in ognisua espressione, con puntepreoccupanti nel settore deglianimali da compagnia e non è ingrado di dare redditività suffi-ciente a garantire un futuro sere-no e dignitoso per chi opera inquesto settore.È naturale quindi che i professio-nisti convoglino il loro consenso

verso associazioni professionalirealmente rappresentative allequali richiedono di prendere po-sizioni determinate, quale adesempio una riforma dell’acces-so alla professione, per tutelareun futuro sempre più incerto ericco di incognite.Se si vuole evitare che si creinoposizioni radicali con conse-guenti spaccature profonde al-

l’interno della Classe veterinariasi rende necessario aprire un ta-volo di confronto tra la professio-ne privata, quella pubblica ed ilmondo accademico.Diversamente è facile prevedereche nel prossimo futuro assiste-remo ad un inasprimento dellaconflittualità interna alla catego-ria che risulterà lacerante pertutti. ■

Aziende biologiche e superficie in Italia (al 30.4.1996)*

Regione Aziende n. Biologica Superficie (ha) TotaleIn conversione

Piemonte 495 2.969 1.804 4.773Valle d’Aosta 2 310 0 310Lombardia 260 5.193 2.197 7.391Trentino A.A. 182 980 56 1.036Veneto 814 3.324 3.275 6.599Friuli V.G. 151 379 276 655Liguria 56 190 25 215Emilia Romagna 1.005 9.223 8.617 17.840Toscana 613 10.519 8.729 19.248Umbria 239 1.996 4.110 6.106Marche 735 5.724 5.852 11.576Lazio 551 5.062 8.099 13.161Abruzzo 132 860 962 1.822Molise 230 1.043 1.947 2.990Campania 276 892 1.378 2.270Puglia 760 4.102 12.650 16.752Basilicata 67 2.458 1.117 3.574Calabria 267 1.762 1.597 3.359Sicilia 5.838 31.458 75.359 106.816Sardegna 1.264 2.540 47.036 49.576

Italia 13.937 90.985 185.085 276.069

*Fonte: MiRAAF

Page 3: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

Dr. Franco Del FranciaDirettore Scuola di Omeopatiaveterinaria di Cortona

Quali sono i limiti ed i pregi del-la cosiddetta zootecnia biologi-ca rispetto all’allevamento in-tensivo?I pregi della cosiddetta zootecniabiologica rispecchiano un migliorbenessere animale (strutture piùampie, pascolo eccetera) e con-seguentemente migliori prodotti diorigine animale. Per quanto attie-ne invece i limiti dobbiamo pur-troppo riferirci al Reg. UE n.1804/99 recepito anche da noi inItalia nell’Agosto 2000, perché so-no previste numerose deroghesoprattutto dal punto di vista sani-tario (prevenzione e terapia), dan-do l’impressione di una certa con-fusione di idee pur di favorire an-cora metodi tradizionali.

A che punto di sviluppo è giuntain Italia la zootecnia biologica ri-spetto agli altri Paesi dell’U.E. equali prospettive professionali cisono in questo ambito per i me-dici veterinari? Non ho cifre aggiornate occorre-rebbe rivolgersi all’A.I.A.B. di Bolo-gna e per quanto mi risulta gli alle-vamenti biologici e/o biodinamicisono ancora sporadici e distribuitia macchia di leopardo. Per le pro-spettive professionali è evidenteche occorre potenziare le attualiscuole private e indipendenti cheaderiscono alla F.I.A.M.O. (Federa-zione Italiana Associazioni MediciOmeopati) di cui anche la Scuoladi Cortona fa parte. A tal proposito,per poter approfondire le tematicheinerenti la zootecnia biologica, lascuola che dirigo prevede la parte-cipazione degli iscritti ad un mini-mo di 450 ore teoriche da svolger-si in tre anni di corso, oltre a diver-se altre ore pratiche di esercitazio-ne clinica. Tutto ciò in mancanza dicorsi accademici ufficiali. Tuttavia,a seguito del crescente interesseconcretizzatosi attorno a queste te-matiche, sembra che, in fatto di ri-conoscimento ufficiale di corsi uni-versitari o parauniversitari, qualco-sa a livello politico e istituzionale sistia muovendo.Tutto questo anche per ottempera-re a quanto stabilito dal DecretoLegislativo n. 110/95 che dà indi-cazioni per la produzione e com-mercializzazione dei prodottiomeopatici per uso veterinario, manon indica le modalità della forma-zione culturale dei veterinari chevogliono accedere a questo settoreprofessionale.

A tuo avviso in Europa si arriveràa sostituire completamente l’at-tuale sistema intensivo con quel-lo biologico oppure ritieni che lebiotecnologie da una parte e lazootecnia biologica e la biodina-mica dall’altra possano, in un fu-turo abbastanza prossimo, viag-giare su binari convergenti?L’attuale sistema a livello mondialedi agricoltura intensiva sta dimo-strando molti lati negativi, soprat-tutto per quanto riguarda la quan-tità e qualità delle derrate agricole.Per tali ragioni la zootecnia biologi-ca e/o biodinamica stanno rita-

movimenti di opinione (ambientali-sti, animalisti, crescita delle abitudi-ni vegetariane); per la secondasarà invece necessario il confrontocon la economicità delle produzio-ni, per non rimanere una produzio-ne di elite.Per la professione Veterinaria ri-sulta ineludibile il continuo aggior-namento ed adeguamento ai mu-tamenti del mondo produttivo: co-me il Veterinario che si occupa dianimali da allevamento si è dovu-

to trasformare da clinico del sin-golo animale a clinico dell’interogruppo di animali allevati e piùancora a consulente zootecnico,così il Veterinario che si occupa dizootecnia dovrà nel futuro aggior-nare la propria professionalità aqueste nuove esigenze, comple-tando la propria formazione so-prattutto nei settori della medicinaalternativa richiesta dalla normati-va sulla zootecnia biologica e del-la etologia applicata, che oltre ad

essere un caposaldo dell’alleva-mento biologico sarà sempre piùuna competenza anche del Vete-rinario pubblico, come dimostra ilrecente Decreto Legislativo n. 146del 26 marzo 2001 che impone,tra l’altro, ai Servizi Veterinari laperiodica verifica del rispetto del-le norme di protezione degli ani-mali negli allevamenti nonché laformazione professionale deglioperatori di settore anche in ma-teria di etologia applicata.

PROFESSIONE VETERINARIA 7/20014

ni attraverso la progressiva introdu-zione di biotecnologie e, dall’altra,la crescita di produzioni qualificate,attraverso una particolare attenzio-ne del processo produttivo che, insintonia con le esigenze del consu-matore, elevi gli standard qualitativie l’immagine del prodotto presso iconsumatori. Per la prima situazio-ne sarà necessario un continuoconfronto con l’evoluzione dellanormativa, soprattutto Comunitaria,condizionata dalla evoluzione dei

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gliandosi delle nicchie di mercatosempre più consistenti, al puntoche, nell’immediato futuro, potreb-bero essere presenti contempora-neamente sul mercato dando alconsumatore la possibilità di ope-rare scelte indipendenti e più con-sapevoli.

Dr. Paolo Tambinimedico veterinario omeopataCapannoli (PI)

Su cosa si fonda il concetto di“Biologico” in agricoltura e inzootecnia?Il concetto di base che anima il“Biologico” sia nell’agricoltura sianella zootecnia è quello di produr-re derrate alimentari, di originevegetale ed animale destinate al-l’alimentazione umana, prive diresidui derivanti da sostanze chi-miche di sintesi. In agricoltura nonvengono usati pesticidi e diser-banti ma vengono riprese tecni-che colturali, ormai dimenticatedall’agricoltura intensiva moder-na, con nuove meccanizzazioniatte allo svolgimento di questetecniche; vengono inoltre privile-giate coltivazioni più robuste neiconfronti delle fitopatologie e itrattamenti vengono effettuati consostanze attive di origine naturaleo con sostanze riconosciute atos-siche per la salute umana. In zoo-tecnia vengono privilegiate le raz-ze più robuste e rustiche ed an-che per le razze più produttive sista iniziando un discorso di sele-zione genetica non mirata esclusi-vamente alle produzioni ma chetenga anche conto della resisten-za alle malattie (elevate risposteimmunitarie) di una linea di san-gue rispetto ad altre. Per quantoriguarda gli interventi sanitari si in-terviene principalmente attraversol’uso delle medicine alternative especialmente della medicinaomeopatica e della fitoterapia chesono quelle più conosciute e usa-te nell’ambito veterinario negli ulti-mi anni in Europa. Importantissi-ma è l’alimentazione degli animaliche deve provenire possibilmentee principalmente dalla stessaazienda biologica o comunquedeve essere di origine biologica.

Sulla base della tua esperienzaprofessionale quali sono i limitied i pregi del biologico rispettoall’allevamento intensivo?Penso che la difficoltà maggiorenell’intraprendere la zootecnia bio-logica sia quella mentale dell’alle-vatore che inizialmente deve modi-ficare, a volte in modo veramenteradicale, il metodo di allevamento ele strutture affrontando dei costiche avranno lunghi tempi di am-mortamento. Anche i costi di ge-stione sono più elevati in fase ini-ziale ma quando l’azienda è a regi-me i costi sono paragonabili all’al-levamento intensivo convenziona-le. I pregi sono svariati, il primo,che farà sorridere molti ma che ri-tengo il più importante, è di originesociale in quanto produrre alimentiprivi di residui e di buona qualità edinoltre non contaminare terreni equindi falde acquifere con sostan-ze chimiche è sicuramente un be-

ne nei confronti della collettività. Insecondo luogo i prodotti biologicisono sempre più richiesti e spunta-no un prezzo maggiore sul merca-to e nello stesso tempo la C.E. stasempre più favoreggiando con va-rie tipologie di finanziamento l’agri-coltura e la zootecnia biologica.Inoltre negli allevamenti biologici viè un aumento del benessere ani-male con l’azzeramento di tutta unaserie di patologie legate all’alleva-mento intensivo e quindi a situazio-ni di stress. Portiamo per esempiodue grosse stalle da latte nella zo-na del Mugello in provincia di Fi-renze che seguo da diversi anni.Qui siamo arrivati a non usare piùfarmaci allopatici (convenzionali)ma solo rimedi omeopatici unitaried alcuni fitoterapici solo nella fasedel preparto. Parliamo un attimodei farmaci convenzionali che nel-l’allevamento intensivo sono diven-tati uno dei capitoli di spesa piùgrossi e si è avviato un meccani-smo perverso in base al quale l’usodei farmaci a scopi profilattici e cu-rativi è di tipo esponenziale: tuttociò non porta ad altro che ad uncontinuo indebolimento degli ani-mali che avranno quindi bisogno dinuovi interventi terapeutici e/o pro-filattici e la catena si perpetua.Questo indebolimento degli anima-li si denota poinei grossi proble-mi di fertilità, nellaelevata frequen-za delle ritenzioniplacentari e dellemorti neonatali,per non parlaredelle patologiemammarie sem-pre più incom-prensibili e sub-dole. In questidue allevamentibiologici si è vo-lutamente inter-rotta questa cate-na con risultativeramente sorprendenti. Abbiamoottenuto negli ultimi anni un tasso diconcepimento elevato con inter-parti invidiabili, pochissime riten-zioni placentari, chetosi o blocchiruminali rari, come rare anche lemastiti e ciò grazie anche ad unaequilibrata alimentazione imposta-ta e seguita continuamente da tec-nici addetti. Tutto questo mante-nendo costante e paragonabile aprima la produzione media lattea.

Da un punto di vista normativo, ilReg. CEE n. 2092/91 costituiscela base per il settore dell’agricol-tura biologica. Dal momento chein quest’ultimo decennio ci sonostate numerose modifiche a que-sta normativa, attualmente qualinovità legislative normano il set-tore e quali sono previste nell’im-mediato futuro?Il settore è stato regolamentato a li-vello comunitario con il Reg. CE1804/99 del 19 luglio 1999 che haaggiornato alcuni aspetti dell’agri-coltura biologica e stabilito per laprima volta norme precise riguardoalla zootecnia biologica la cui rego-lamentazione precedentemente siriferiva a norme locali o a discipli-nari emanati dai vari organismi dicontrollo. Tale Regolamento è statorecepito in Italia dal Decreto del Mi-

nistero delle Politiche Agricole eForestali dell’agosto 2000 e suc-cessiva modifica, nel quale sonodescritte le linee guida applicativedel predetto regolamento. Per chifosse interessato a consultare taliregolamenti sono reperibili su inter-net nei siti della C.E. o dei vari or-ganismi di controllo del biologico.

A che punto di sviluppo è giuntain Italia la zootecnia biologica ri-spetto agli altri Paesi dell’U.E. equali prospettive professionali cisono in questo ambito per i me-dici veterinari?Nel corso degli ultimi due anni lazootecnia biologica ha avuto unfortissimo aumento nel numero diaziende che hanno operato la ri-conversione e i dati precisi su que-sto sono difficilmente reperibili peril loro continuo incremento. Questaespansione del settore è comunepiù o meno a tutta l’Europa. In que-sto ambito penso che si sianoaperti dei grossi spazi per colleghiche abbiano già svolto o intrapren-dano ora studi presso scuole quali-ficate di medicine alternative e so-prattutto per la medicina omeopati-ca. Ovviamente non è cosa sempli-ce dato che sono studi lunghi edimpegnativi (in genere 4 anni) ed èbasilare un lungo periodo di pratica

in campo per ottenere buoni e du-raturi risultati nella clinica. Si notaanche un certo interesse da partedi allevatori non appartenenti almondo del biologico verso le cureeffettuate con la medicina omeopa-tica che hanno la caratteristica diessere efficaci, di facile sommini-strazione (importante nei grandi al-levamenti) e di basso costo. Tuttociò grazie alla pratica pionieristicaeffettuata da liberi professionisti incampo da ormai molti anni e allesperimentazioni con seri protocolliscientifici svolte negli ultimi anni daScuole Omeopatiche, Universitàed Enti Pubblici.

Dr.ssa Mara Zardusmedico veterinarioKem-O-Tek Italia srl

Attualmente, quali novità legisla-tive normano il settore della far-macologia biologica e quali diqueste sono previste o auspica-bili per l’immediato futuro?A livello comunitario l’allevamentobiologico è regolamentato dai Re-golamenti CEE 2092/91 e 1804/99che stabiliscono le linee guida perquanto riguarda il biologico ed an-che in merito a terapia e profilassi.Per la terapia, la preferenza viene

data alla medicina omeopatica ealla fitoterapia con ricorso solo oc-casionale alla medicina allopatica.Molta importanza viene data allaprofilassi da effettuarsi per mezzodi: scelta di razze rustiche, più resi-stenti; applicazione di pratiche diallevamento adeguate alle esigen-ze di ciascuna specie, che aiutinoa stimolare la resistenza alle malat-tie ed aiutino ad evitare le infezioni;uso di alimenti biologici di alta qua-lità; regolare movimento fisico e ac-cesso ai pascoli, per stimolare ulte-riormente le difese immunologichenaturali degli animali; adeguatadensità ambientale degli animali,evitando il sovraffollamento e qual-siasi problema sanitario che ne po-trebbe derivare; attento controllodel benessere animale.È vietato l’impiego di promotori dicrescita di sintesi, compresi anti-biotici e coccidiostatici. Anche gliormoni o sostanze analoghe per ilcontrollo della riproduzione non so-no permessi se non per sommini-strazione a singoli animali in corsodi trattamento terapeutico.In caso di malattia gli animali devo-no essere sottoposti a cure imme-diate e, se necessario, isolati.La preferenza per quanto riguardala scelta del farmaco deve esseredata a omeopatia e fitoterapia. In

caso di utilizzo dimedicinali allopa-tici ciò deve es-sere fatto sottostretto controlloveterinario ed ènecessario spe-cificare: tipo diprodotto e princi-pi attivi, dettaglidella diagnosi,posologia, modoe tempi di sommi-nistrazione, tem-po di sospensio-ne. Inoltre gli ani-mali trattati devo-no essere chiara-

mente identificati. Per quanto riguarda l’immediato fu-turo sarebbe auspicabile una piùchiara regolamentazione e control-lo per ciò che concerne l’utilizzo diprodotti omeopatici e fitoterapici inzootecnia.

Quali sono i limiti ed i pregi delsettore farmacologico biologicorispetto a quello tradizionale uti-lizzato nell’allevamento intensivoe in quali campi di applicazione èutilizzato?I pregi di omeopatia e fitoterapiasono sicuramente molti e vanno avantaggio degli animali, degli alle-vatori, dell’ambiente e dei consu-matori.Vantaggi per l’animale:assenza di effetti collaterali; azionecurativa su tutto l’organismo conmiglioramento dello stato generale;tendenza ad ammalarsi sempremeno e a guarire prima; possibilitàdi risposta a problemi altrimenti irri-solvibili.Vantaggi per l’allevatore:meno incidenza di malattie; mag-giore qualità e quantità di prodotti;prodotti più richiesti e apprezzatidal consumatore; assenza di tempidi sospensione; maggiore consa-pevolezza e partecipazione al pro-cesso di cura dell’animale.

Vantaggi per l’ambiente e il consu-matore:assenza di inquinamento chimico;assenza di resistenza microbica;assenza di residui chimici negli ali-menti; nessun pericolo per il con-sumatore; prodotti alimentari di ele-vata qualità.Per quanto riguarda i limiti noncredo che ce ne siano per l’omeo-patia, mentre per quanto riguardala fitoterapia un limite è sicuramen-te la scarsa reperibilità di prodottidi qualità per uso zootecnico chesiano controllati e dei quali si cono-sca l’esatta composizione. In com-mercio sono comunque presenti,anche se sono molto pochi, degliottimi prodotti.Per quanto riguarda i settori di ap-plicazione di omeopatia e fitotera-pia in zootecnia biologica esistonoattualmente diverse realtà di appli-cazione in tutti i settori: bovini, sui-ni, conigli, volatili.

A che punto di sviluppo è giuntain Italia la fitoterapia rispetto aglialtri paesi dell’U.E. e quali pro-spettive professionali ci sono inquesto ambito per i medici vete-rinari?Per quanto riguarda la mia espe-rienza personale nel settore deglianimali da compagnia e da reddi-to, purtroppo parlare di “punto disviluppo della fitoterapia” in Italia èuna parola grossa. Parlerei più chealtro di “punto di sottosviluppo” inquanto la fitoterapia in medicinaveterinaria è purtroppo pochissimoconsiderata, conosciuta, valorizza-ta e quindi diffusa; mentre invecepotrebbe avere tantissime applica-zioni sia nei piccoli che nei grossianimali.La fitoterapia è una metodica te-rapeutica di comprovata efficaciasia sull’uomo che sugli animali eoltretutto il suo utilizzo in sostitu-zione alla metodica allopatica sa-rebbe molto più semplice e com-prensibile per il medico veterina-rio, perché si avvicina molto di piùalla “mentalità” della medicinaclassica rispetto all’omeopatiache ancora non riesce ad esserecapita da troppi colleghi e che,per essere utilizzata in modo cor-retto, richiede anni di studi ap-profonditi e molta pratica.Si parla molto e per fortuna, sem-pre di più, di omeopatia veterinaria.Ci sono tantissimi corsi più o menovalidi per impararla, capirla, utiliz-zarla, ma per la diffusione, la com-prensione e l’utilizzo della fitotera-pia non si sta facendo proprio nullao comunque troppo poco.Sicuramente le prospettive profes-sionali in questo ambito per i medi-ci veterinari sono molte perché ilbiologico avanza e perché anchel’allevatore che non segue il biolo-gico, comincia a richiedere un di-verso tipo di prevenzione e di tera-pia per gli animali (anche perchéspesso non ha alternativa, consi-derando che molti farmaci non sipossono più usare o comunquecreano molti problemi gestionali).

A tuo avviso, quando si arriveràa sostituire l’attuale sistema in-tensivo con quello biologico?Non posso assolutamente fare unaprevisione, sia perché è impossibi-

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le saperlo sia perché il lavoro da fa-re è sicuramente ancora tantissimoper il legislatore, per l’allevatore eper il veterinario. La sostituzione del sistema inten-sivo con quello biologico mi sem-bra comunque più fantascienzache una possibilità reale, anchese ancora molto remota. Il biologico è in forte via di svilup-po e sicuramente farà grandi pas-si in futuro, ma non penso che po-trà mai sostituire l’allevamento in-tensivo, perlomeno non in questotipo di società.

Dr.ssa Nicoletta Colombomedico veterinario omeopata

Come ti sei avvicinata al settoredella zootecnia biologica?Mi occupo di bovini e specificata-mente di vacche da latte, l’inte-resse per il biologico nasce dall’e-sigenza di declinare un maggiorrispetto per gli animali e per l’am-biente e le potenzialità delle tera-pie complementari. Dalla fitotera-pia all’agopuntura fino all’omeo-patia esiste un comune denomi-natore che le caratterizza, rappre-sentato dall’uso che fin dall’anti-chità era fatto da molti popoli edal grado d’efficacia dimostratada quelle terapie che personal-mente preferisco indicare comecomplementari più che alternati-ve.Frequentando un corso triennaled’omeopatia, interessandomi di fi-toterapia e potendo applicare taliterapie in aziende a vocazionebiologica, e non, mi è apparsaevidente la necessità di una zoo-tecnia biologica che prenda lemosse da uno studio più ap-profondito del comportamentoanimale con particolare attenzio-ne alla progettazione d’ambientiidonei secondo le specie e le raz-ze. Attualmente, purtroppo, coloroche avrebbero il compito di stu-diare l’applicabilità di tali principiincontrano ostacoli legati allamancanza di strutture riconosciu-te sia dal punto di vista economi-co che scientifico.

Sulla base della tua esperienzaprofessionale quali sono i limitied i pregi del biologico rispettoall’allevamento intensivo?La zootecnia biologica ha il meri-to di rivalutare la possibilità di al-levare specie o razze più idoneealle diverse esigenze territorialisenza esasperarle o modificarle.Credo nel biologico quando non èimprovvisato, è un modo di alleva-

re che necessita di un diversopunto di vista, di una certa con-vinzione e di una notevole capa-cità imprenditoriale forse maggio-ri di quelle tradizionali.Tuttavia, optare per il biologiconon può e non deve essere consi-derata una via veloce e sempliceper raggiungere gli obiettivi desi-derati; le terapie omeopatiche, adesempio, non possono essere in-trodotte solo al fine di ridurre ilproblema dei residui, come nonpuò essere preso alla leggera ilregolamento comunitario.A tal proposito, l’assenza di chia-rezza nella situazione legislativa,rispetto a queste medicine ed ilfatto che, a tutt’oggi, dalle varieassociazioni non sia richiesto av-valersi di tecnici specializzati, so-no limiti che speriamo possanopresto essere superati. Non ultimi, la mancanza di un’effi-ciente organizzazione che coordi-ni gli interventi e l’assenza di sup-porti agli allevatori rappresentanoi due ostacoli maggiori al diffon-dersi di una zootecnia che rispon-da alle necessità del biologico.

Qual è il ruolo del medico vete-rinario in questo settore?L’intervento veterinario (come daregolamento) deve essere di tiponaturale, permettendo l’uso d’an-tibiotici o sostanze di sintesi, soloin casi particolari ed estremi e adiscrezione del veterinario. Ri-spetto a questo ci sono due puntida chiarire: le terapie alternative ocomplementari hanno il loro valo-re ed io, come parecchi altri vete-rinari, le uso e credo nella loro ef-ficacia. Tuttavia, il loro utilizzoesclusivo è ancora lontano poichélegato ad una seria ricerca che leassociazioni del biologico potreb-bero e dovrebbero promuovere.

A tuo avviso, si arriverà a sosti-tuire completamente l’attualesistema intensivo con quellobiologico e tra quanto tempoquesto potrebbe avvenire?Il settore zootecnico, che sta vi-vendo importanti cambiamentidettati dai recenti avvenimenti anoi tutti noti, vedrà il passaggioda un allevamento intensivo, cosìcome tradizionalmente inteso, aduno che, pur maggiormente atten-to all’animale e all’ambiente, nonsarà però assimilabile all’attualebiologico. Quest’ultimo, tra nonmolto, riuscirà ad acquisire sem-pre maggiori consensi continuan-do però a rappresentare una scel-ta fatta da una selezionata partedel settore zootecnico. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/20016D A L L A P R I M A P A G I N A

Scusate se esisto

S ul numero 5, 2001 del nostro giornale abbiamo parlato della figura dell’ausiliario veterinario. Il dibat-tito è proseguito in rete, nell’ambito della vetlink dell’ANMVI, e nella corrispondenza a Professione

Veterinaria. Fra i contributi pervenuti in redazione pubblichiamo quello che segue, a firma del CollegaMaurizio Albano.

Il titolo vuole essere l’unica nota polemica in questo mio articolo che spero sarà pubblicato per intero.Alcuni responsabili della SCIVAC, tra cui anche il responsabile di questo giornale sono perfettamente a co-noscenza che a marzo è iniziato il primo corso in Italia per ausiliario veterinario organizzato a Roma con lacollaborazione di un istituto francese che si occupa di formazione d’aiuto veterinario da 18 anni e con l’uni-versità di Camerino. Ho parlato con queste persone per informarle dell’iniziativa e della mia disponibilità a tro-vare forme di collaborazione per un migliore adeguamento della figura dell’ausiliario veterinario alla realtà del-la veterinaria in Italia. Se nulla è stato fatto per il momento è perché esiste una sorta d’inchiesta presso laFNOVI per accertare se non ci siano addirittura gli estremi per istigazione all’abuso di libera professione. Totònon avrebbe potuto inventarne una migliore. Chiudo qui la mia vena polemica nella certezza che non mi saràsollecitata da altre persone o da strani accadimenti, e passo più volentieri a darvi la mia opinione, che permotivi ignoti, non è stata richiesta nel vostro numero di professione veterinaria, forse non c’era posto in quel-le dieci pagine!È ovvio che chi ha fatto il titolo non ha approfondito gli aspetti legislativi della questione. In Italia l’assistente è una figura prevista nei contratti di sanità pubblica e corrisponde ad un livello elevatoche nulla ha a che vedere con la figura lavorativa che si vuole andare a creare cosi com’esiste negli altri pae-si occidentali.Altra figura che non possiamo permetterci è quella dell’infermiere veterinario. Per una serie di motivi. È unafigura che nel panorama della professione veterinaria troverebbe impiego solo nelle grandi strutture e nelleuniversità, vale a dire 5% del totale, con dei costi retributivi che non potranno essere per legge, inferiori al lo-ro corrispettivo in medicina umana, il che, anche per strutture avviate sarà di notevole incidenza sui conti eco-nomici. Come poi riusciremo a controllare questi laureati brevi? Perché di laurea breve bisogna parlare, qua-li saranno esattamente le loro mansioni? Siamo sicuri che dopo tre anni di studio accetteranno solo un lavo-ro sotto “padrone”? Ricordiamoci che gli infermieri in medicina umana possono esercitare nei limiti delle lorocompetenze con partita IVA propria.Chi saranno poi i primi infermieri veterinari? Per almeno tre-quattro anni tutti quegli studenti che soggiornanoda svariato tempo dentro le facoltà di medicina veterinaria di tutta Italia ai quali non sembrerà vero di poteravere un titolo dopo dieci anni di sosta. Pensate come saranno preparati, cosa potranno mai ricordarsi d’a-natomia dopo sei-sette anni da quando l’hanno studiata, in più molti di loro accetteranno mal volentieri di es-sere classificati di serie b rispetto al compagno di corso che si è laureato, il che comporterà probabilmentepiù di qualche abuso di professione. All’estero la denominazione varia a seconda della nazione, nurse in In-ghilterra, aide (aiuto) veterinaire in Francia, technician in USA ed in molti altri paesi tra i quali il prossimo an-no la Romania. Le scuole sono per il 95% private, alcune sono gestite all’interno d’università pubbliche marimanendo sempre corsi privati in cui le persone pagano da cinque fino a quattordici milioni all’anno per im-parare un lavoro che potrà dare loro un reddito compreso tra quindici e trenta milioni all’anno.Non si capisce quindi perché in Italia i corsi, secondo quanto emerso dalle vostre interviste, presi da un evi-dente riflusso bolscevico, dovrebbero essere pubblici, regioni ed università al più, guarda caso, una societàculturale, se non ricordo male l’università è stata più volte sottoposta a pesanti critiche da parte della SCIVACcome mai ora si cambia idea? Forse l’università privata è alle porte? Perché dobbiamo per forza differenziarcidal resto dell’Europa e dagli USA?Esiste un programma Europeo che unisce le scuole dei paesi europei in cui sono presenti corsi per ausiliariveterinari che ha portato alla creazione di un eurosyllabus in cui sono previste le materie e le conoscenze dibase che tutti i diplomati devono avere per far si che il diploma abbia un riconoscimento in tutti i paesi del-l’unione. Non mi risulta che vi sia nessun’altra figura giuridica oltre alla nostra società all’interno di questo pro-gramma.Le ore previste sono circa seicento, ogni scuola può decidere di aumentare le ore e di svolgere il corso inuno o più anni, l’importante è che siano rispettate per tutti le conoscenze di base senza le quali non si puòavere il riconoscimento del diploma di veterinary care assistant. Per una serie di questioni questo titolo è sta-to da noi riportato con la dizione d’ausiliario veterinario, in più proprio per la ricerca di collaborazione con al-tre realtà e per garanzia di serietà e preparazione abbiamo chiesto per alcune materie la presenza di prof.universitari dell’università di Camerino. Perché solo alcune materie e non tutte? Perché oltre a materie comeanatomia e fisiologia, ci sono materie come segreteria, cioè insegnare a queste persone a rispondere al te-lefono ad archiviare le cartelle cliniche, a ricevere la clientela, o materie come procedure infermieristiche incui s’insegna a curare il materiale, la sua pulizia, la preparazione della sala operatoria, o materie come la si-curezza del lavoro dove si devono sorbire ben trenta ore di lezione come vuole la C.E.E. Per queste materieun buon professionista è sicuramente più indicato.In questo programma è evidente che si formano delle persone che hanno grand’utilità per il mondo veteri-nario in grado di poter lavorare in tutti gli ambienti, piccoli ambulatori o grandi cliniche, ognuno avrà le basiper affrontare tutte le situazioni di lavoro, saranno poi la struttura e le capacità individuali di ciascuno di loroa portarli più specificatamente verso un indirizzo preciso, esattamente come avviene in tutto il mondo. Di-menticavo di riferire che i nostri studenti oltre a seicento ore di teoria effettuano quattrocento ore di stage pra-tici in differenti strutture pubbliche e private per affinare le loro conoscenze ed entrare in contatto con il mon-do del lavoro. Gli studenti sono messi a contatto con i differenti settori della veterinaria, piccoli animali, ca-valli, animali da laboratorio, selvatici, per consentire una conoscenza di base delle diverse realtà e dare loromaggiori possibilità di lavoro. Non voglio dire altre cose se non ribadire la disponibilità di mettere in atto unaforma d’accreditamento a livello nazionale, non necessaria visto che già esiste quello europeo, ma auspica-bile per un’armonizzazione degli insegnamenti nelle diverse scuole che sicuramente si apriranno in tutta Ita-lia, nonché la volontà di collaborare con enti privati e pubblici, che ne facciano richiesta, per uno svilupposensato di questa “nuova” professione, mettendo a disposizione le nostre conoscenze e le esperienze ac-quisite anche grazie al nostro partner Francese.

ABIVET s.r.lMaurizio Albano

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I n seguito al recepimentodella Direttiva 93/43 dellaComunità Europea con il

D.L.vo n° 155 dell’aprile 1997 èstato introdotto il concetto di “au-tocontrollo” agli anelli della filieraalimentare successivi alla produ-zione primaria.Tale sistema, basato sull’applica-zione del metodo HACCP (analisidei pericoli e punti di controllo cri-tici), permette di individuare i pe-ricoli (vale a dire quegli agenti fi-sici, chimici o microbiologici ca-paci di causare un danno al con-sumatore) e di gestire quelle fasidi un processo produttivo che ri-sultano critiche, cioè decisive, perprevenire l’insorgere di problemiigienico-sanitari.Oggi quindi si preferisce parlaredi “Prevenzione” piuttosto che di“Controllo” inteso come verificadell’insorgere dell’anomalia effet-tuata a posteriori.“Autocontrollo”, come dice la pa-rola stessa, significa “controllarsida sé”, per cui ogni azienda ditrasformazione o distribuzione,deve disporre di un proprio “Ma-nuale di autocontrollo” ed appli-carlo in modo da dimostrare diaver operato al meglio delle pro-prie possibilità.Le aziende addette alla distribu-zione degli alimenti, piccola ogrande distribuzione organizzata,sono parte della filiera alimentaree sono tra quelle che devono ave-re un manuale di autocontrollo edapplicarlo.Il medico veterinario può operarein questo settore a diverso titolo:• perché previsto dalla legge

nell’ambito vigilanza pubblica,• come libero professionista ad-

detto al controllo per contodell’azienda,

• come dipendente dell’aziendao associazione,

• come consulente esterno conil compito di valutare la correttaapplicazione delle principali rego-le di igiene del personale e dellelavorazioni per il rilevamento delleanomalie rilevandone il peso inun’ottica di collaborazione con laproprietà e di miglioramento del-la qualità del servizio erogato, inuna parola, nel soddisfacimento

del cliente interno ed esterno del-l’azienda (fornitori, A.S.L., colletti-vità, G.D.O., consumatori).Si tratta di un lavoro nuovo e mol-to interessante per la nostra cate-goria.Quali sono le caratteristiche chedeve avere questa figura di pro-fessionista?In primo luogo una formazione dibase sull’igiene degli alimenti,sulla legislazione alimentare, sullamicrobiologia e tecnologia ali-mentare, sulle tecniche di audit(vale a dire delle verifiche ispetti-ve) e di comunicazione.Tutte queste conoscenze si pos-sono solo in parte acquisire suibanchi di scuola, necessariamen-te vanno ricercate soprattutto “sulcampo” ed è proprio quest’ultimoaspetto che costituisce la diffi-coltà principale.È difficile ma non impossibile “en-trare” in questi circuiti, serve so-prattutto la volontà di imparare edi adattarsi.L’università può essere d’aiutoagli studenti per indirizzarli e for-marli in questo settore.La funzione degli istituti di ispe-zione in questi anni è quella di for-mare dei buoni ispettori non solonel senso classico della parolama anche insegnando loro le mo-derne tecniche di audit.Una strada percorribile potrebbeessere quella dell’utilizzo del tiro-cinio, purtroppo oggi ancora rite-nuto come periodo finalizzato allafirma per l’esame di stato, quandoinvece dovrebbe essere intesocome tempo da utilizzare in stagepresso aziende della Distribuzio-ne Organizzata convenzionate di-rettamente con l’università. Inquesto modo ci sarebbe da partedel neolaureato la conoscenzadel settore e, da parte dell’azien-da, delle capacità di un possibilefuturo collaboratore.Questa figura di veterinario chesi occupa dell’ultimo anello dellafiliera degli alimenti, non utilizzané aghi, né siringhe, né farmacima il termometro, il pHmetro, lostrumento per la determinazionedell’aw e il computer portatilecon un programma di microbio-logia predittiva e la legislazione

alimentare aggiornata.Il veterinario ufficiale, in fase di vi-gilanza valuterà che quanto vienefatto non violi la legge, avendoquindi una funzione anche di re-pressione di eventuali comporta-menti non corretti e comunquepotendo aiutare l’azienda per ilraggiungimento degli obiettiviprefissati.Il veterinario libero professionista,dipendente o consulente dell’a-zienda di distribuzione come laGrande Distribuzione Organizza-ta, può seguire sistematicamentel’autocontrollo nei reparti parten-do dall’elaborazione del manualedi autocontrollo, dalle attività diformazione del personale, dall’e-ventuale prelievo di campioni finoalla gestione dei reclami dei clien-ti o, nei confronti dei fornitori, allaloro qualifica e gestione.Può avere un valido aiuto dai Ma-

nuali di corretta prassi igienica,basati sui principi dell’HACCP,dove vengono fornite indicazionisul monitoraggio dei punti criticiidentificati nel diagramma di flus-so e per l’applicazione documen-tata di una serie di procedure,chiamate “delocalizzate”, le qualiintervengono tenendo sotto con-trollo le fasi del diagramma di flus-so (ad esempio il pericolo di con-taminazione).La verifica della corretta applica-zione di quanto stabilito nel ma-nuale di autocontrollo aziendalepuò essere svolta da personaleinterno o personale esterno (con-sulenti). Questi ultimi, incaricatidall’azienda, oltre al controllo del-l’applicazione del manuale di au-tocontrollo aziendale, intervengo-no anche su aspetti di igiene ge-nerale e legali (etichettatura). Iltutto viene documentato, nellamaggior parte dei casi, attraversomodulistica di proprietà aziendaleche è parte integrante del manua-le stesso.Il veterinario che effettua questotipo di controllo (audit) deve ave-re parecchia esperienza sul cam-po. Questa esperienza si acquisi-sce con molte giornate di affian-camento ad auditors esperti. L’au-ditor deve essere sempre aggior-nato sugli aspetti legislativi in am-bito alimentare e soprattutto deveessere in grado, attraverso il dia-logo, di comunicare in modo chia-ro con le persone, cosa fonda-

Il veterinario e l’autocontrollo nella distribuzione degli alimenti

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 7L ’ I N C H I E S T A FATTI E NOTIZIE SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO ?!

di Andrea Cereser e

Adriano Sarale

Commissione Filiera degli Alimenti SIVAR

ARCOSAN S.r.l.TELERIE T.N.T MONOUSOMEDICAZIONE CHIRURGICAVia Bainsizza, 41 - 21042 Caronno Pertusella - Varese Tel. 02/96459129 - Fax 02/96459711

mentale vista l’importanza delruolo svolto.L’ambiente di lavoro non è quindiné la stalla né l’ambulatorio ma l’i-permercato. Il tavolo chirurgico èsostituito da lineari, spalliere ecelle frigorifere. La durata dell’au-dit in un punto vendita dellaGrande Distribuzione può durare,a seconda della sua grandezza,dalla mezza giornata alla giornataintera e le anomalie eventualmen-te riscontrate vengono discussecon il personale interessato ed in-sieme si cerca di risolverle. Unaverifica superficiale e frettolosanon è di nessun giovamento all’a-zienda bensì un puro e semplicecosto. Questo tipo di controllo daparte di veterinari preparati, è vis-suto positivamente dal personaledell’azienda, il quale, lo consideraun momento di confronto e di mi-glioramento. In questo modo,coinvolgendo attivamente il per-sonale, si ottengono i migliori ri-sultati e si dà efficacia all’ispezio-ne, cosa che non si ottiene effet-tuando un intervento poliziesco.Per esperienza personale questorisulta essere un lavoro gratifican-te sotto tutti i punti di vista e puòdiventare un’ottima occasione dicrescita professionale per i liberiprofessionisti e per i dipendentipubblici che già operano nel set-tore agro-alimentare mentre per ineolaureati può indubbiamentecostituire una nuova e stimolanteopportunità. ■

Page 7: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

Acirca un anno dalla nomi-na a Presidente del Co-mitato Internazionale del-

l’OIE, abbiamo chiesto al dottorRomano Marabelli di fare con noiil punto della politica veterinariamondiale. L’intervista che ci ha ri-lasciato prende le mosse da dueappuntamenti internazionali di ri-lievo: la 69° General Session del-l’OIE (27 maggio-1 giugno 2001)e le successive consultazioni tec-niche fra OIE, WHO (World HealthOrganisation) e FAO (Food andAgriculture Organisation).

Quale scenario mondiale si èdelineato nel corso dell’ultimaAssemblea dell’OIE?C’è stata una crescita positiva del-la partecipazione dei 160 Paesiche aderiscono all’OIE e della re-sponsabilità dei servizi veterinarinel garantire un livello di sanitàanimale e di salute pubblica. Adifferenza del passato c’è stato uncoinvolgimento più ampio di tuttele aree, a livello mondiale. Si ten-ga conto che l’OIE è anche unpunto di riferimento scientifico perl’organizzazione mondiale delcommercio (W.T.O.World TradeOrganisation) e che qualunquecontenzioso nel WTO passa attra-verso un parere preliminare del-l’OIE, che ha quindi sempre piùpeso sullo sviluppo produttivo deivari Paesi.

Più che in passato, si assiste allapartecipazione ad una strategiacomplessiva delle produzioni ani-mali, per dare sicurezza ai gover-ni che intraprendono piani di con-trollo e di eradicazione, e alla pre-sa di coscienza in Europa che ilraggiungimento di obiettivi di sa-lute nelle produzioni animali è mo-tore per lo sviluppo.

Le regole di sanità sono un fattoredi sviluppo. Il settore veterinario èpropedeutico allo sviluppo delleproduzioni. Questo vale anche per quei Paesi,come i Paesi dell’Est europeo, chehanno vissuto cambiamenti im-portanti e stanno cogliendo la ne-cessità di una corretta separazio-ne fra i diversi attori.

L’Assemblea ha elaborato unpiano quinquennale di lavoroche oltre a rafforzare i tradizio-nali compiti dell’OIE riserva unruolo chiave alla ricerca e alcoordinamento dei servizi vete-rinari. Più precisamente cosa sichiede alla veterinaria?L’OIE si è resa conto - ed anchenoi come Italia attraverso i contri-buti portati alla Commissione Re-gionale di Stoccolma nel 1998-del fatto che qualunque strategia

di sviluppo nel nostro settore nonpuò non avvalersi di una organiz-zazione adeguata. L’introduzionedi valutazioni scientifiche alla di-chiarazione di indennità da unacerta malattia da parte di un Pae-se è una svolta epocale: non è piùuna semplice autodichiarazionema è una constatazione fatta daiservizi veterinari che sono in gra-do di documentare tale dichiara-zione.

Bisogna che ogni singolo Paese,ancora prima di predisporre eprogrammare strutture di control-lo, sappia dimostrare capacità dianalisi e gestione del rischio e diprodurre una dichiarazione credi-bile d’indennità.

Sono sempre stati i responsabiliveterinari di ogni Paese a fare ledichiarazioni ma senza altra verifi-ca se non la conoscenza della ro-bustezza della struttura. Era evi-dente però che quei Paesi i cuigoverni esercitavano uno strettocontrollo sull’informazione e chedichiaravano di non avere afta opeste pur avendo delle estensionienormi non potevano vedere le lo-ro produzioni accettate dalle areepiù evolute del mondo, solo sullabase di queste dichiarazioni. È stato un cambiamento anche afavore di questi Paesi e dei loroservizi veterinari che hanno dettoai loro governi: se dobbiamo daredichiarazioni dateci il modo di es-sere credibili. Tutto questo ha im-portanti ricadute sul commercio esulle esportazioni di uno Stato,quindi i governi devono esseresensibilizzati affinché diano risor-se adeguate ai servizi veterinarianche nei Paesi in via di sviluppomalgrado le difficoltà a reperire lerisorse. I servizi veterinari cono-scono i problemi del territorio eaiutano le produzioni del Paese. Altri due aspetti innovativi sono sta-ti introdotti nel piano strategico an-che per interventi italiani. Il primo èl’introduzione del benessere anima-le come obiettivo e come attività, at-traverso commissioni specializzateche diano credibilità scientifica allescelte di sanità animale.

C’è stata una votazione unanimeche ha riconosciuto nel benessereanimale un obiettivo etico e cultu-rale. È stata una battaglia, perchéè facile immaginare come permolti Paesi con problemi sanitarigravi e immediati questo principiopossa non rappresentare unapriorità.

Il secondo riguarda le zoonosi el’individuazione di pre-requisitilegati alla sicurezza delle produ-zioni, a partire dal controllo del-

l’utilizzo di farmaci antibiotici.

Quali sono le verifiche messe inatto dall’OIE sulle dichiarazionidei servizi veterinari?Ci sono commissioni specializzateche verificano i dossier presentatidai vari Paesi su singole malattieai fini della dichiarazione d’inden-nità. Per le malattie importanti manon prioritarie ci si basa sempresulle dichiarazioni del singoloPaese ma attraverso questo mec-canismo di valutazione del rischiolo si costringe a verifiche internepreliminari.

Il valore aggiunto dell’OIE è checrea un contatto permanente tra iservizi veterinari di tutto il mondoe sono così possibili controlli in-crociati fra le dichiarazioni e quel-le non corrette hanno le gambecorte. È penalizzato non tanto ilPaese che ha problemi sanitariquanto quello non trasparente o inritardo.

Il sistema OIE si regge sulla credi-bilità e sul livello qualitativo deisuoi partecipanti: questo crea lostimolo per i paesi più evoluti astare al passo e al tempo stessoad essere solidali verso aree conmaggiori difficoltà.

Qual è la funzione dei laboratoridi referenza dell’OIE?Garantiscono la preparazione de-gli standard qualitativi e delle tec-niche di ricerca. Sono laboratori dieccellenza e i laboratori dei Paesiche intendono accedere alle loroindagini possono farne richiestaattraverso i propri governi. La ri-strutturazione del sistema orga-nizzativo dell’OIE stesso prevedeuna rete di laboratori sia di refe-renza mondiale che territoriale.

In Italia abbiamo laboratori ricono-sciuti dall’OIE come Teramo per ilsettore epidemiologico e le malat-tie esotiche, Brescia per l’afta e lemalattie vescicolari e Padova perle patologie. Siamo in contattocon i laboratori del Sud Africa perla blue tongue e con i laboratori direferenza degli Stati Uniti nel set-tore epidemiologico.

Mentre le commissioni specializ-zate forniscono gli standard e ipareri scientifici, i laboratori fannoda supporto nell’ambito della dia-gnostica, ricevono magari incari-chi di ricerca ma hanno comun-que obiettivi propri specifici e dif-ferenziati.

Dal 10 al 14 giugno si sono svol-te le consultazioni tecniche fraOIE, WHO e FAO sullo stato at-tuale della prevenzione della

BSE, mentre il Codice Interna-zionale della Salute Animale èstato aggiornato con un nuovocapitolo proprio sulla BSE. Diquali novità si sta discutendosul fronte internazionale?Le consultazioni tecniche di giu-gno hanno rappresentato la primaoccasione mondiale di mettere in-sieme gli attori che partecipanoalla valutazione di questa malattiaper fare chiarezza sulle linee di in-dirizzo da seguire. Vista la grandesensibilità che c’è su questo argo-mento il fatto di essere tutti assie-me era già una cosa importante.

Sulla BSE ci sono ancora moltipunti da chiarire e le Commissioniscientifiche dell’OIE vi lavoranocontinuamente. Il nuovo capitolodel Codice fornisce le indicazioniper arrivare ad una procedurauniforme, a livello mondiale per laclassificazione dei Paesi rispettoalla presenza e all’incidenza dellaBSE.

I criteri per rendere più trasparen-ti le classificazioni saranno ap-prontati nella sessione del 2002.Essendo un problema mondiale,la classificazione non si baserà suautocertificazioni ma su dichiara-zioni validate. Il nuovo sistema diverifica di cui ho detto prima saràparticolarmente accentuato ri-spetto alle dichiarazioni sulla BSE.E i criteri saranno unificati anchefra tutti i Paesi dell’Unione Euro-pea che sono tutti membri OIE. IlCodice è un punto di riferimentoqualitativo per l’UE. Nella valuta-zione di questa malattia l’Europanon può considerarsi un’isola ri-spetto al resto del mondo, ma de-ve dare un contributo importantee favorire il confronto scientifico.

In che termini l’OIE interagiscecon le istituzioni politiche interna-zionali e quelle dei singoli Paesi?Quanto è in grado di influenzare ledecisioni degli Stati membri in ma-teria di prevenzione e controllodella sanità animale e della salutedell’uomo?

C’è uno sviluppo positivo in que-sto senso. L’OIE è il riferimento deiservizi veterinari però ha via viaassunto un peso scientifico rispet-to agli Stati membri e alle altre or-ganizzazioni mondiali. Come si di-ceva, è stato validato dal WTO.

I governi danno sempre maggioreattenzione alle valutazioni del-l’OIE. Le sue dichiarazioni sullostato di salute di un certo Paesepossono anche evitare momenti ditensione nei rapporti fra Statimembri.

Il bollettino dell’OIE arriva quindi-cinalmente ai Ministeri di tutto ilmondo per far conoscere lo statodi salute dei vari Paesi. Il salto diqualità è una forte spinta a trovaredelle collaborazioni con altre orga-nizzazioni internazionali (OMS,UE, FAO, ecc…). In certi Paesi,magari in Italia, lo si coglie di me-no, ma nella maggior parte deiPaesi del mondo l’impatto dell’OIEè molto grande; lo sarà per esem-pio in Libano e in Nepal quest’au-tunno dove sono previste missioni.

In che rapporti è l’OIE con laglobalizzazione?Se per globalizzazione s’intende ildispregio delle identità culturali al-lora il termine non ha senso perl’OIE che è un sistema fortementedemocratico, dal basso, che ten-de a valorizzare tutte le identità af-finché tutte partecipino al miglio-ramento complessivo della salute.

Se pensiamo alla relazione tra re-sponsabili, l’OIE va inteso comeun sistema mondiale di rapportiimmediati e diretti per il trasferi-mento di informazioni e di culturascientifica nel rispetto delle iden-tità e delle priorità di tutti i Paesi.

C’è nel sito web dell’OIE l’email diciascun Paese per cui ci si puòchiamare da tutto il mondo in ognimomento. Noi comunque non sia-mo in confidenza con questo ter-mine, ci riconosciamo come orga-nizzazione “mondiale”. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/20018

Organizzazioni Veterinarie Internazionali

Novità dall’OIE, Office Internationaldes EpizootiesElaborato un piano strategico di prevenzione ed eradicazione

di Sabina Pizzamiglio

A T T U A L I T À

OIE: è un’organiz-zazione intergo-vernativa, natanel 1924, con se-de a Parigi. Oggiconta 158 Paesi Membri. Tra lesue principali funzioni, il monito-raggio della salute animale nelmondo e la divulgazione diinformazioni scientifiche, conparticolare riferimento alla salu-te umana e al commercio di ani-mali e di prodotti di origine ani-male.Comitato Internazionale del-l’OIE: è la più alta autorità del-l’OIE ed è composta dai delega-ti di tutti i Paesi Membri. Si riuni-sce una volta all’anno a Parigi,nel mese di maggio.Pubblicazioni dell’OIE: in retesi leggono il settimanale Disea-se Information, gli aggiorna-menti del World Animal Health eil notiziario Bulletin. Tra i docu-menti ufficiali dell’OIE ricordia-mo l’International Animal HealthCode.www.oie.int [email protected]

Page 8: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

Il Sole 24 Ore ha pubblicato,martedì 10 luglio, un interessan-te articolo sulla strategia degliinvestimenti mobiliari dell’EN-PAV, evidenziando nel 2000 il mi-glioramento del rendimento lor-do del patrimonio mobiliare edimmobiliare. Quali sono state leiniziative assunte dal Consigliodi Amministrazione che hannodeterminato questo risultato?È evidente che un buon utilizzo deiflussi finanziari ed una gestione delpatrimonio improntata a criteri diefficienza costituiscono un’impor-tante forma di investimento ai finidella determinazione del risultatofinale. Il Consiglio di Amministra-zione, in realtà, si è trovato a doveraffrontare una sfida completamen-te nuova che offriva da un lato l’op-portunità di muoversi con più ampimargini di autonomia, dall’altro lanecessità di acquisire maggioreprofessionalità con l’esperienza. Eciò specie in considerazione delfatto che il decreto di privatizzazio-ne dei nostri Enti escludeva ogni fi-nanziamento pubblico.

Quindi, il passaggio da Entepubblico, fortemente controllatodallo Stato, ad Ente con perso-nalità giuridica di diritto privatoe con autonomia gestionale, ha

consentito di orientarvi verso in-vestimenti più speculativi?È vero che siamo divenuti Ente didiritto privato, come lei ha giusta-mente ricordato, ma è anche veroche lo scopo statutario primariodella nostra attività è quello di ga-rantire ai nostri iscritti il servizio diassistenza e di previdenza. Considerata, quindi, la finalità el’interesse pubblico della nostrafunzione, non potevamo orientarciverso una politica di investimentitroppo speculativa che avrebbeesposto ad un rischio elevato i ve-terinari.Tenuto conto di ciò, l’ENPAV ha co-munque modificato negli ultimi cin-que anni in maniera sostanziale lapropria strategia di investimento,agendo non tanto in un’ottica diprofitto, quanto piuttosto spinto

dalla necessità di adeguarsi ai mu-tamenti che hanno interessato etuttora coinvolgono i mercati.

In che direzione, allora, si è mos-so l’ENPAV in quest’ultimo pe-riodo?Dal 1995 ad oggi una parte pre-ponderante del nostro patrimoniocontinua ad essere investita in Ti-toli di Stato e in PCT, scelta que-sta che ci consente di garantirel’equilibrio finanziario della ge-stione, e cioè la capacità dell’En-te di far fronte al pagamento del-le pensioni e delle altre provvi-denze senza tensioni di liquidità.È vero pure che questa quota siè via via ridotta, privilegiando, inuna situazione di tassi di interes-se decrescenti, forme di investi-mento a basso rischio ma piùredditizie, quali Fondi Comuni diInvestimento e Gestioni Patrimo-niali. Facendo leva perciò su unasolidità economica e finanziariaconsolidata nel tempo e sfruttan-do la competenza di una Com-missione interna per gli investi-menti mobiliari coadiuvata daconsulenti esterni di elevata pro-fessionalità, abbiamo deciso diimpiegare parte delle risorse inazioni e opzioni. Ad oggi, il no-stro portafoglio (che ammonta adoltre 130 miliardi di lire), mante-nendo un profilo di rischio me-dio-basso, risulta essere suffi-cientemente diversificato e cosìcomposto: il 41% da PCT, il 24%da Titoli di Stato a medio e lungotermine (BTP e CCT), l’8% daFondi Comuni di Investimento(Azionari ed Obbligazionari), il

23% da Gestioni Patrimoniali Bi-lanciate ed infine il 4% da titoliazionari.

Nella strategia di diversificazio-ne che ruolo hanno avuto edhanno gli investimenti nel cam-po immobiliare?Bisogna premettere che nel pas-sato l’ENPAV ha considerato il set-tore immobiliare in maniera margi-nale, destinandovi una parte mo-desta delle proprie risorse. Tutta-

via, negli ultimi anni, il C.d.A. ha ri-visto tale strategia decidendo di ri-valutare le proprietà edilizie attra-verso opere di ristrutturazione edammodernamento e di acquisirnedelle nuove. Risale infatti all’iniziodell’anno in corso l’acquisto di unnuovo immobile che va ad aggiun-gersi ai tre già in portafoglio. L’o-biettivo che ci siamo posti è quellodi bilanciare, all’interno del nostropatrimonio, la componente mobi-liare con quella immobiliare.

In definitiva, volendo trarre delleconclusioni, si ritiene soddisfat-to dei risultati che le politiche diinvestimento dell’ENPAV hannoconseguito nel 2000?Come si evince dai dati riportatinel conto consuntivo 2000, recen-temente approvato all’unanimitàdall’Assemblea Nazionale dei De-legati, i risultati che il nostro Enteha ottenuto possono essere ritenu-ti più che apprezzabili. Nello spe-cifico, gli investimenti mobiliari, no-nostante l’anno di riferimento siastato caratterizzato, nella sua par-te finale, da forti turbolenze deimercati azionari, hanno prodottoun rendimento lordo del 4,6%, net-tamente superiore al dato registra-to l’anno precedente (2,9%). Perquanto attiene, invece, alla com-ponente del patrimonio immobilia-re a reddito, che è passata in ter-mini assoluti, tra il 1999 e il 2000,da 2,9 a 5,1 miliardi di lire, essa hafatto registrare un rendimento lor-do pari al 4,1% in linea con quantoregistrato nel 1999. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 9

Previdenza Veterinaria

ENPAV e investimenti: risultati e garanzieIntervista al presidente Alessandro Lombardi

di Carlo Scotti

L’Ente veterinari cambia strategiasugli investimenti

A fronte di una riduzione dei pronticontro termine e degli investi-menti a breve, sono state progressivamente aumentate le risorse

finanziarie impegnate in fondi azionari, obbligazionari, in gestioni patri-moniali in fondi e in titoli azionari. Si spiega così - informa una nota EN-PAV (l’Ente di previdenza dei veterinari) - la riduzione del patrimoniomobiliare dell’Ente che, come riportato sul Sole- 24 Ore di sabato 30giugno, è passato da 169,6 miliardi del 1999 a 143,3 miliardi di lire del2000.L’anno scorso l’Ente previdenziale di categoria ha migliorato il rendi-mento lordo del patrimonio mobiliare, passato dal 2,9% del 1999 al4,6% del 2000. In valori assoluti significa che mentre due anni fa il pa-trimonio mobiliare ha reso più di 4,9 miliardi, l’anno scorso ha reso in-vece oltre 6,5 miliardi di lire.Quanto agli immobili, invece, nei due anni considerati la consistenzadel patrimonio a reddito è passata da 2,9 a 5,1 miliardi di lire, per unrendimento lordo pari, rispettivamente, al 4,6 e al 4,1 per cento.L’Enpav è dunque in salute. E questa solidità finanziaria ed economi-ca, prosegue la nota, «viene evidenziata dal rilevante gap positivo cheemerge confrontando le entrate contributive con le uscite per presta-zioni, nonché analizzando l’ammontare della riserva legale».

Il Sole 24 ORE Martedì 10 luglio 2001

L’andamento del patrimonio netto dell’Ente, riferito al periodo compre-so tra il 1990 ed il 2000, ha evidenziato un rilevante incremento, comesi evince dalla tabella e dal grafico seguenti ed è destinato ad aumen-tare ulteriormente almeno fino al 2012. Le modifiche statutarie e rego-lamentari recentemente introdotte produrranno l’effetto di prolungareulteriormente l’equilibrio di bilancio.

ANNO PATRIMONIO VARIAZIONE VARIAZIONE %NETTO NUMERICA

1990 2.822 anno base anno base1991 8.856 6.034 213,821992 36.788 27.932 315,401993 52.819 16.031 43,581994 78.596 25.777 48,801995 121.586 42.990 54,701996 143.900 22.314 18,351997 159.688 15.788 10,971998 175.710 16.022 10,031999 192.615 16.905 9,622000 213.085 20.470 10,60

ENPAV O NON ENPAV?ENPAV!

Quando il medico veterinario fattura per attività professionale nondi tipo clinico (ad esempio docenza presso una scuola) deve cal-colare e quindi pagare il 2% di ENPAV o basta aggiungere IVA eRitenuta d’Acconto?

Relativamente all’applicazione del contributo ENPAV su prestazionisvolte con codice attività diverso da quello specifico per le prestazio-ni veterinarie (codice 85200), direi che se il contribuente ha attivato unnuovo codice di attività per le altre prestazioni che intende svolgere,il contributo ENPAV 2% dovrebbe essere applicato solamente sulleprestazioni relative al codice attività 85200. Sulle prestazioni con codice diverso dall’85200 andrà applicata lamaggiorazione del 4% per contributo INPS Legge 335/95, previa iscri-zione all’INPS, e in occasione della presentazione della dichiarazionedei redditi andrà versato il contributo del 10% (e non 13%) sul reddi-to netto derivante da tale attività. L’apertura di un codice di attività separato comporta comunque ladoppia contabilità sia ai fini IVA che ai fini dei redditi. Certamente la strada più semplice è quella di avere un solo codice diattività (85200) e fatturare anche le altre prestazioni con applicazionedel contributo ENPAV del 2%.

Giovanni StassiDottore Commercialista - Torino

L ’ I N T E R V I S T A

Page 9: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

S ono passati dieci annidall’emanazione dellaLegge Quadro sul

Randagismo. È lo stesso Ministe-ro della Sanità con una circolarededicata (Circolare del14/05/2001, pubblicata in GU il23/06/2001) a sottolineare il ritar-do nell’attuazione della Legge 14agosto 1991, n. 281, in materia dianimali di affezione e prevenzionedel randagismo. Osservato che il completo adem-pimento della norma si è registra-to con un ritardo decennale e chel’importanza stessa della leggequadro non è stata adeguatamen-te riscontrata anche a causa deisuoi limitati supporti finanziari, ilMinistro aggiunge che la soluzio-ne alternativa, ricercata nel con-tempo dalle autorità territoriali, ov-vero il cosiddetto “cane di quar-tiere”, non è “risolutiva”, dato che“non consente il raggiungimentodell’obiettivo sancito dalla leggein parola, cioè l’eliminazione delrandagismo”, benché riconosciu-ta quale “rimedio necessario, matemporaneo, per evitare il dilataredel fenomeno”.La circolare ribadisce inoltre l’im-portanza del recepimento di con-cetti operativi contenuti nel prov-vedimento del 18/03/1999 (GU14/04/1999, n. 87), il quale indica

gli obiettivi prioritari della L. 281:1- anagrafe dei cani “con i piùmoderni criteri informatici e quindicon l’uso di microchip” 2- steriliz-zazione 3 - prevenzione.In merito ai criteri riguardanti la

gestione dei canili comunali, silegge: “si ritiene che la legge n.281/1991 debba essere interpre-tata considerando i principi gene-rali stabiliti dall’articolo 1 secondoil quale lo Stato promuove e disci-plina la tutela degli animali d’affe-zione, condanna gli atti di cru-deltà contro di essi, i maltratta-

menti ed il loro abbandono, al finedi favorire la corretta convivenzatra uomo e animale e di tutelare lasalute pubblica e l’ambiente”.Partendo da tale considerazione ilcriterio dell’economicità che legit-tima la scelta della concessionedella gestione di canili da partedei comuni, non deve essere va-lutato unicamente come criterioeconomico ma deve essere inte-so in riferimento al citato articolo1, in sostanza l’economicità deveessere riferita non solamente a chigarantisce minori costi di gestio-

ne dei canili ma soprattutto a chigarantisce il benessere degli ani-mali. Il benessere animale dei ca-ni randagi riguarda sia le loro con-dizioni di vita nelle strutture che liospitano che le attività dirette alloro affidamento e al relativo con-trollo. Pertanto l’articolo 2 comma11 e l’articolo 4 comma 1 dellalegge 281 devono essere intesinel senso che le convenzioni perla gestione dei canili e dei rifugidevono essere concesse priorita-riamente alle associazioni o aglienti aventi finalità di protezionedegli animali”.

Risorse Finanziarie eAbbandoni Buona parte dei fondi a disposi-zione della L. 281 sono stati as-sorbiti dal mantenimento a vitadegli animali, impedendo di fattoazioni più incisive sul randagi-smo. Molte ASL dirottano a vitapresso i canili rifugio dei Comunioltre il 50% dei cani che ricevo-no. L’obbligo di mantenere in vi-ta questi animali per alcuniavrebbe addirittura favorito il fe-nomeno del randagismo: moltecucciolate ad esempio sarebbe-ro state deliberatamente abban-donate dai proprietari nella cer-tezza del mantenimento in vitadopo la cattura. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200110

Nuova circolare del MinSan sul randagismo

Microchip, sterilizzazione e prevenzione gli obiettivi prioritari della L. 281

A T T U A L I T ÀA . N . M . V . I . I N F O R M A

L’inoculazionesottocutanea di microchip

negli animali èprerogativaveterinaria

Nel diffondersi della prati-

ca di identificazione

elettronica degli animali me-

diante inoculazione sottocuta-

nea di microchip, la Federazio-

ne Nazionale Ordini Veterinari

Italiani richiama l’attenzione de-

gli Enti in indirizzo* sul rispetto

della prerogativa esclusiva-

mente veterinaria di questa

procedura.

L’inoculazione sottocutanea di

microchip costituisce a tutti gli

effetti una manovra sanitaria

che può essere compiuta uni-

camente da un medico veteri-

nario abilitato alla professione,

che deve garantire il rispetto

delle norme d’asepsi e antise-

psi necessarie per evitare infe-

zioni, il rispetto della sede d’i-

noculazione, l’attenzione ad

evitare le strutture vascolari vi-

cine (arteria carotide e vena

giugulare) e di ferire l’orecchio

e l’occhio in caso di movimenti

improvvisi dell’animale e la cu-

ra nell’effettuare un’esecuzione

indolore. L’ago, di grosso cali-

bro per poter contenere il mi-

crochip, è molto affilato e, in

mani inesperte potrebbe esse-

re pericoloso per l’animale e

per lo stesso operatore.

Certo dell’attenzione che gli

Enti in indirizzo vorranno avere

nel rispettare questa disposi-

zione, si informa che ogni utiliz-

zo illecito di questa pratica

verrà segnalato alle autorità

competenti per i provvedimenti

di legge.

Il Presidente FNOVI

Dott. Domenico D’Addario

(Lettera ufficiale FNOVI del

02/05/2001)

*ENCI, Associazioni Feline, AIA

e p.c. Ministero della Sanità e

Comando dei NAS

UE:

identificazione solo con microchip

L a Commissione Europea ha accolto un emendamento al Re-

golamento relativo alle condizioni di polizia sanitaria appli-

cabili ai movimenti a carattere non commerciale di animali da

compagnia che prevede il riconoscimento dell’identificazione

elettronica di cani e gatti come unico metodo accettato in ambi-

to europeo.

L’emendamento (art. 3 della Proposta modificata del suddetto

Regolamento, del 21/06/2001) prevede un periodo transitorio di

otto anni, a decorrere dalla data in cui sarà in vigore il Regola-

mento, in cui sarà accettato anche il tatuaggio “chiaramente leg-

gibile”, dopo di che si accetterà solo il sistema di identificazio-

ne con transponditore.

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Page 10: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

I l nuovo governo sembra nonaver fretta di affrontare la pa-tata bollente della riforma

degli Ordini. Certamente questoproblema non rientra nella mano-vra dei cento giorni, anzi si ha l’im-pressione che si voglia riprenderecon molta calma tutto il problema.Il Vicepresidente della Camera eresponsabile di Forza Italia delle li-bere professioni, Alfredo Biondi,ha dichiarato che in ogni modo lariforma dovrà evitare di sacrifica-re, per soddisfare le richieste del-l’Europa, le peculiarità del settoreprofessionale: il rapporto fiducia-rio non si risolve in logiche mer-cantili. Ha inoltre assicurato che inoccasione della discussione par-lamentare sulla prossima legge Fi-nanziaria si impegnerà a far ascol-tare gli Ordini e le Associazioniprofessionali.

Ilsottosegretario

alla giustiziagarantisce

la riforma degliorgani

L ’onorevole Vietti, sottosegre-tario alla Giustizia che avrà

la delega per la riforma degli ordi-ni, ha espresso la sua posizione inmerito e ha ricordato che lo Statoe gli Ordini hanno come primarioobiettivo della riforma quello dellaqualità professionale e il pieno ri-spetto del codice deontologico.Ha inoltre sottolineato l’esigenzadi riconsiderare le normative inmerito alle libere professioni certa-mente vecchie e superate inquanto i professionisti devono po-ter lavorare nel modo migliore nel-l’interesse degli utenti e della col-lettività. In ogni modo ha conclusoricordando che la riforma dovrànascere da un confronto direttocon tutte le categorie professiona-li. Ha anche aggiunto una riflessio-ne che ci interessa particolarmen-te riferendosi ad un accesso di-verso e più controllato al mondoprofessionale soprattutto per lecategorie presenti in sovrannume-ro rispetto alle necessità del “mer-cato” ricordando esigenza di unaformazione ed un aggiornamentocontinuo del professionista.

Maroni censuragli Ordini

I l ministro Maroni ha espressoalcune considerazioni sulla

riforma degli Ordini, sottolineandocomunque di parlare esclusiva-mente a titolo personale e di espo-nente della Lega, ricordando che,a suo avviso, queste organizzazio-ni non fanno altro che frenare l’ac-cesso alle professioni e garantireagli iscritti delle rendite di posizio-ne. Ha inoltre dichiarato che fareb-be subito chiudere l’Ordine deigiornalisti mentre ha espressoconsiderazioni positive verso que-gli Ordini che con controlli seri perquanto riguarda la professionalitàgarantiscono gli utenti.

Buttiglioneinterviene

sulla riformadegli Ordini

I l ministro delle Politiche co-munitarie Rocco Buttiglione,

riferendosi alla consultazione tra

gli stati membri della UE che èstata proposta dalla Commissio-ne Europea per approfondire lediverse opinioni in riferimento alfuturo regime di riconoscimentodelle qualifiche professionali, haricordato che nessuna decisionepotrà essere presa senza averprima coinvolto gli Ordini profes-sionali, ricordando inoltre che la

libera circolazione del lavoro nel-l’ambito dei paesi membri dovràessere prevista anche per le libe-re professioni e questo porteràquindi anche il nostro paese a ri-vedere con particolare attenzio-ne l’iter formativo e le regole diaccesso alla professione.

Per Finila riforma

riparte da zero

I l vicepresidente del consiglioGianfranco Fini ha ricordato,

rispondendo a una interrogazio-ne a Montecitorio, che il progettodi riforma degli Ordini del Gover-no Amato non è assolutamentecondivisibile dal nuovo esecuti-vo. I principi ispiratori del nuovoprogetto di riforma che si dovràdiscutere dovranno essere valu-tati in un confronto con le cate-gorie interessate, in ogni modo lariforma dovrà rispettare lo speci-fico ruolo degli Ordini professio-nali tenendo conto, in primo pia-no, che dovrà essere tutelata laqualità delle prestazioni a van-taggio degli utenti. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 11A . N . M . V . I . I N F O R M A

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Riforma degli Ordini Professionali

Un coro di voci soliste

Page 11: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

M entre migliaia di diploma-ti stanno decidendo a

quale università iscriversi, i gior-nali dedicano molto spazio a datie analisi del mondo universitarioitaliano che non sempre tengonoin debito conto la realtà del mer-cato del lavoro.Un ampio servizio di Repubblica,il 7 luglio scorso, confrontava levarie facoltà italiane di veterinaria(13+1) arrivando a conclusioni sulnostro settore per lo meno impro-babili. Sottolinenando che ai no-stri giorni si iscrivono a veterinariain maggioranza ragazze orientateallo studio degli animali da com-pagnia, si aggiunge che a tre an-ni dalla laurea l’84,5% dei veteri-nari ha già trovato un lavoro fisso.Questo dato, ripreso dall’ISTAT, èstato recentemente contestatodall’ANMVI in quanto per l’Istitutodi Statistica la semplice iscrizioneall’ordine - e si sa con quale faci-lità oggi si superi l’esame di stato- significa essere attivi nel mondodel lavoro, mentre molti laureati,dopo tre anni, sono ancora sot-tooccupati o in cerca di una pro-fessionalità propria che la laureanon ha fornito. Attualmente in Ita-lia il numero di iscritti agli Ordini èesorbitante rispetto a quello di al-tri paesi che hanno più animali dinoi e un atteggiamento più atten-to e cosciente verso la loro cura.Se si pensa che gli studenti at-

tualmente iscritti a veterinaria so-no oltre 14.000 e che ogni anno,nonostante il numero chiuso, lematricole ammesse a questa fa-coltà sono 1.532 (195 solo a Mila-no) si dovrebbe riflettere sulla ne-cessità di intervenire urgentemen-te sul contenimento degli iscritti.Continuare a far credere ai gio-vani diplomati, come stanno fa-cendo alcune università promuo-vendo il proprio corso di laurea,che diventare veterinari significhiavere lavoro facile e sicuro non èpropriamente corretto. Si rileggaal riguardo l’intervento del DottorDomenico D’Addario, Presidentedella FNOVI, che in un serviziodel Sole 24 ore ha invece giusta-mente dichiarato: “la nostra pro-fessione ha compiti limitati. E ilsettore è un po’ saturo. Onesta-mente, non è una strada checonsiglierei. Sì, è vero ci sononuove esigenze per esempio nelcontrollo alimentare, ma sono pursempre possibilità che dipendo-no soprattutto da strutture pub-bliche, che non si allargano all’in-finito”. In ultimo, non si trascuri ilfatto che, fra i vari interventi per ilcontenimento dei costi della am-ministrazione pubblica, il nuovoGoverno prevede la riduzione deidipendenti dell’1% all’anno per iprossimi tre anni e questo sem-bra valere anche per il settoreveterinario. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200112A . N . M . V . I . I N F O R M A

Riforma e tariffe professionali

L ’avvocato generale della Corte di Giustizia UE in riferimento alla causa riguardante il sistema italia-no degli onorari, in questo caso riferito agli avvocati, pur ribadendo che un tariffario nazionale po-

trebbe ledere la libera concorrenza, ha altresì affermato che non dovrebbe essere bocciato aprioristica-mente. Tenendo conto infatti che l’attività professionale, pur essendo rapportabile a quella delle imprese, hacaratteristiche fortemente diverse soprattutto per lo stretto rapporto di fiducia che si instaura fra il cliente e chiesercita una professione intellettuale ha ribadito che: le disposizioni degli articoli 5 e 85 del Trattato Ce (dive-nuti articoli 10 Ce e 81 Ce) non ostano a che uno Stato membro adotti una misura legislativa o regolamenta-re che approvi, sulla base di un progetto redatto da un ordine professionale di avvocati (o altre professioni in-tellettuali) come il Consiglio nazionale forense, una tariffa che fissa gli onorari minimi e massimi per le presta-zioni effettuate dai membri della professione, alla triplice condizione che: 1) le autorità pubbliche dello Stato membro interessato esercitino un controllo reale sul contenuto della tariffaproposta dall’ordine professionale;2) che la misura di Stato che approva la tariffa persegua uno scopo legittimo d’interesse generale e3) che la misura di Stato sia proporzionata rispetto allo scopo perseguito.A tutt’oggi in Italia la situazione per le varie categorie professionali è molto diversa e ne riportiamo di seguitoalcune a titolo esemplificativo ricordando che il tariffario nazionale dei veterinari è in via di approvazione al Mi-nistero della Sanità.

TABELLA RIPRESA DA “IL SOLE-24 ORE”, SABATO 14 LUGLIO 2001

Come si può vedere gli adeguamenti dei tariffari sono in grande arretrato anche perché la discussione svi-luppatesi a livello europeo ma anche nazionale per i dubbi espressi dall’anti trust ha frenato le iniziative in que-sto senso ed anzi, in qualche caso ha portato gli ordini (commercialisti) a riconsiderare il non rispetto del ta-riffario come sanzionabile per il codice deontologico. L’ANMVI ha più volte ribadito, al contrario, che il setto-re veterinario per le sue specifiche caratteristiche e per il ruolo sanitario che ricopre dovendo garantire la qua-lità delle prestazioni debba prevedere un tariffario che dovrà essere rispettato anche con precise sanzioni. Lamancanza di questo strumento rischia infatti di portare ad una concorrenza spietata, in un settore dove le ten-sioni sono già estremamente evidenti, con uno scadimento continuo della qualità del servizio proposto a sca-pito non solo dell’immagine professionale ma soprattutto del servizio sanitario reso agli animali. Speriamo per-tanto che il Ministero al più presto possa approvare il nostro tariffario nazionale.

LE TARIFFE PROFESSIONALIModalità di individuazione, aggiornamenti, tutela deontologica

Professione Provvedimento Ultimo Tutela aggiornamento deontologica

del rispetto delle tariffe

Notai Dm giustizia 1/7/1987 Sì

Avvocati Dm giustizia 5/10/1994 Sì

Commercialisti Dpr 10/10/1994 Sì

Ragionieri Dpr 6/3/1997 Sì

Consulenti del lavoro Dm giustizia 15/7/1992 Sì

Medici Dpr 17/2/1992 Sì

Ingegneri Dm giustizia 11/6/1987 Sì (*)

Architetti Dm giustizia 11/6/1987 Sì (*)

(*) Nel caso di prestazioni a vantaggio del pubblico sono consentiti sconti fino al 20%

O S S E R VAT O R I OF A R M A C O

Veterinaria, Universitàe prospettive di lavoro

Il farmacista non può farsi rimborsare le spese di spedizione di un farmaco Mi sono trovato nella necessità di prescrivere un antitussi-geno Poiché era necessario ricorrere ad un iniettabile ho op-tato per il butorfanolo (Dolorex). Ho redatto la prescritta ri-cetta in triplice copia non ripetibile, con la quale il proprie-tario si è recato in farmacia. Dopo 5 giorni il farmaco è sta-to consegnato alla farmacia ma al proprietario del cane so-no stati fatti pagare non solo il costo del farmaco, ma ancheil trasporto. È normale questa procedura?

Premesso che per il Dolorex, registrato anche per ani-mali produttori di alimenti per l’uomo, è giusto utiliz-zare la ricetta veterinaria in triplice copia, anche in ca-so di prescrizione ad un animale da compagnia, ilprezzo di fustella del medicinale comprende già i co-sti della distribuzione oltre che della produzione. Va tuttavia precisato che una norma contenuta nel re-

golamento allegato al testo unico delle leggi sanitariedel 1934, all’articolo 38, obbliga il farmacista a procu-rare nel tempo più breve possibile anche medicinali dicui la farmacia risulta sprovvista, purché il richiedentesi faccia carico delle spese di porto. In pratica, però,nessuno ricorre mai a questa vecchia norma, salvocasi particolari in cui il farmacista, di fronte ad una ri-chiesta particolarmente urgente per la quale sianosprovvisti anche i grossisti di zona, informa preventi-vamente il cliente della spesa necessaria per ottenerecon urgenza il medicinale richiesto. Comunque, l’addebito da parte del farmacista dellespese di spedizione al momento della consegna delmedicinale, senza aver prima ottenuto il consensoinformato da parte del cliente al momento della sua ri-chiesta, costituisce un comportamento non corretto.

Menoveterinaripubblici?

P er quanto riguarda il

pubblico impiego il

Dpef ha confermato l’obbietti-

vo del Governo di ridurre ne-

gli anni il numero dei dipen-

denti statali. Considerando

che nel settore il turn - over è

di circa 3% e vi è comunque la

necessità di inserire giovani

disoccupati in cerca di lavoro

si prevede di ridurre il numero

dell’1% all’anno. Naturalmente

questa previsione prenderà in

considerazione anche i veteri-

nari del Servizio Sanitario Pub-

blico che già negli ultimi anni

hanno registrato una contra-

zione in termini numerici. Per

quanto riguarda l’aumento

delle retribuzioni queste sa-

ranno rigidamente riferite al

tasso d’inflazione programma-

ta (per il 2002 l’1,7%) e sarà

considerato l’1% in più soltan-

to in considerazione della

eventuale migliore produtti-

vità.

Il disegno dilegge sul

“sommerso”apre ai

professionisti

I l disegno di legge riguar-dante le disposizioni sul-

l’emersione del lavoro irregola-re è stato aperto anche ai libe-ri professionisti. Come anchel’ANMVI, aveva sollecitato in-sieme alle altre categorie pro-fessionali il Governo ha rece-pito le esigenze dei professio-nisti ritenendo corretto inserirlinelle attività che avranno van-taggi da questa legge. Ha rite-nuto infatti, accogliendo le ri-chieste del mondo professio-nale, che in considerazionedegli obbiettivi di questo prov-vedimento che sono quelli diportare una crescita dell’eco-nomia legale dando a tutti i la-voratori precise garanzie sianei trattamenti economici chein quelli previdenziali gli in-centivi alla regolarizzazionenon potessero limitarsi ad al-cuni settori produttivi.

di Aldo Vezzoni

Pubblicato il Nuovo Regolamento sul FarmacoSulla Gazzetta Ufficiale n. 173 del 27-07-01 è pubblicato il Decreto del Ministro della Sanità n. 306 del 16-5-01 sul farmaco (Regolamento relativo alla distribuzione dei medicinali veterinari in applicazione degli ar-ticoli 31 e 32 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 119, e successive modifiche. (GU n. 173 del 27-7-2001).

http://www.archivioimg.anmvi.it/MINSAN%20DM%2016-5-01%20n.%20306.dochttp://www.archivioimg.anmvi.it/note%20DM%2016-5-01.doc

Page 12: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

L ’ANMVI ha definito con laCRC International srl,(Consulcredit) società

specializzata nel recupero delcredito, una convenzione chedarà a tutti i Colleghi la possibilitàdi avviare azioni di recupero deicrediti, in particolare di quelli par-ticolarmente difficili da esigere.Se il cliente non paga, questo è lostrumento per raggiungere l’obiet-tivo. Grazie alla convenzione, tuttigli iscritti ad una Associazione Fe-derata ANMVI avranno dalla CRCun servizio efficace, a condizionieconomiche particolarmente van-taggiose. Ecco come ha rispostoalle nostre domande il dottor Ro-sario Vollaro, Presidente dellaCRC.Come altre categorie libero-professionali anche quella deiveterinari ha il problema del re-cupero del credito. Vuole spie-garci perché vale la pena intra-prendere azioni di recupero equali sono le loro possibilità disuccesso?1 - Il recupero dei crediti è di fon-damentale importanza in qualsia-si tipo di azienda. Molte aziendeperò sbagliano nel tentare di re-cuperare i crediti direttamenteperché, in ogni caso, è moltoscarsa la pressione che puòesercitare sui debitori una per-sona dipendente dall’aziendacreditrice e poi perché è ogget-tivamente molto debole la suadeterrenza.La soluzione migliore, più effica-ce ed economicamente percorri-bile, è utilizzare professionistiesterni.Questa soluzione consente all’a-zienda creditrice di “non buttarsinella mischia”, delegando la trat-tativa per il recupero dei suoi cre-diti ai professionisti del recuperocrediti. Le possibilità di successo sonoelevate; bisogna comunque pre-cisare che la percentuale di in-casso è variabile non solo dalla ti-pologia del credito ma dall’anzia-nità e dalle precedenti azioni giàesperite sullo stesso. L’ANMVI ha sottoscritto unaconvenzione con voi per dare lapossibilità ai suoi iscritti di av-vantaggiarsi del vostro servizioe della vostra esperienza a con-dizioni agevolate. Cosa deve fa-re il medico veterinario deciso arecuperare un credito per entra-re in contatto con voi?Ogni associato A.N.M.V.I. interes-sato al ns. servizio di recuperocrediti dovrà semplicemente te-lefonare o faxare la sua richiestadi informazioni presso la ns. sedeche provvederà tempestivamentea contattarlo, tramite un ns. fun-zionario commerciale, con il qua-le potrà fissare un incontro perpotergli meglio illustrare i ns. ser-

vizi ed i risultati conseguibili.A seguito della segnalazionedel nostro iscritto, quali sono levostre azioni? Qual è il vostrometodo operativo e quali i tem-pi di recupero del credito?Il ns. metodo operativo può esse-re così sintetizzato: - CONTATTO EPISTOLARE: Co-stituzione in mora (lettera racco-mandata), ha lo scopo di ram-mentare al debitore la sua posi-zione debitoria e di metterlo alcorrente del mandato di recuperostragiudiziale affidatoci. - FASE ESATTORIA-LE: Ci avvaliamo diesperti professionistiche sono in grado intempi brevi di contat-tare il debitore e diistaurare con lo stes-so una trattativa cheporti ad una soluzio-ne amichevole, nel-l’interesse del debito-re stesso e del Clien-te. Nel caso di debito-re trasferito, il ns. fun-zionario tenterà di as-sumere informazioniin loco utili per il suoreperimento. - LETTERA ULTIMA-TIVA DI SOLLECITO:Si tratta di una letteraindirizzata al debitorenel quale ripercorria-mo le fasi operative elo avvisiamo che po-trebbe essere sog-getto a procedimentolegale, essendo que-sta l’ultima opportu-nità che gli concedia-mo per regolarizzarela sua posizione, pri-ma di rendere la pra-tica al ns. Cliente. Le pratiche affidateciverranno tempestiva-mente elaborate e re-stituite (con relazionedel ns. intevento perquelle negative) en-tro 180 gg dalla ns.comunicazione dipresa in carico: adeccezione di quelleper le quali si rilevas-se necessario untempo più lungo di re-cupero.Quali maggiori van-taggi e quali garan-zie di recupero puòdare il vostro inter-vento rispetto all’i-niziativa individua-le del professioni-sta che agisca au-tonomamente neiconfronti del clien-te, magari per vielegali?

Come spiegato pri-

ma riteniamo che l’iniziativa indivi-duale del professionista non risol-ve certamente il problema delcontenzioso e che sia più conve-niente affidare il recupero creditiad una società specializzata. Noi: - Abbiamo costi e tempi inferiori a

quelli di un qualsiasi legale. - Siamo molto più efficaci perché

andiamo a visitare e a trattarepersonalmente con il debitore.

- Concordiamo un piano di paga-mento se il debitore è in difficoltàeconomiche.

- Troviamo un accordo in via ami-

chevole quando il debitore con-testa la fattura da pagare.

- Le pratiche per le quali il tentati-vo di recupero ha dato esito ne-gativo saranno restituite con lans. scheda informativa che con-tiene i motivi della mancata defi-nizione e gli eventuali suggeri-menti sul proseguio di ulterioriazioni da intraprendere anche invia giudiziaria.

Parlando di costi, quali condi-zioni applicate ai nostri iscrittiin forza della convenzione cheabbiamo stipulato?

Le tariffe di prestazione della ns.società applicate agli associatiA.N.M.V.I. per il 2001/2002 in for-za della Convenzione saranno diun costo fisso per pratica di Lire50.000 e una commissione del15% solo sugli importi che verran-no effettivamente recuperati.Il servizio è già attivo.

Basta contattare lo 051/808042 e-mail: [email protected]

facendo riferimento alla Conven-zione ANMVI-CRC. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 13A . N . M . V . I . I N F O R M A

Dall’ANMVI un nuovo servizio

Recupero del Credito:ecco come fare

Page 13: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

D i seguito il testo inviatodall’ANMVI al Ministro

della Sanità e al Ministro dellePolitiche Agricole, alle relativecommissioni parlamentari e atutti i partiti in riferimento alledichiarazioni del Ministro Ale-manno che esprimeva l’inten-zione di portare i servizi veteri-nari nell’ambito del MIPAF.

Veniamo a conoscenza della vo-lontà di ricondurre al nuovo dica-stero delle Politiche Agricole,alimentari e forestali le compe-tenze dei Servizi Veterinari oggiin capo al Ministero della Sa-nità. L’ANMVI, che rappresentapiù della metà dei veterinari ita-liani, esprime preoccupazione erichiama l’attenzione dei cittadinisu questa ipotesi ritenuta ana-cronistica, antistorica e perico-losa.È evidente come nella lotta con-tro le malattie trasmissibili daglianimali all’uomo (zoonosi) e nelcontrollo della qualità e salubritàdegli alimenti il ruolo dell’ammi-nistrazione centrale (Stato) èpredominante. Se è vero che inmolti Paesi per amministrazione

centrale competente sui serviziveterinari è da intendersi il Mini-stero dell’Agricoltura è altrettantovero che spesso, negli stessiPaesi, zoonosi e vigilanza suglialimenti di origine animale sonoattribuzioni della Sanità Pubbli-ca.Il legislatore della legge di rifor-ma sanitaria 833/78 indicò la sa-nità pubblica veterinaria comeelemento indispensabile per ilconseguimento dei propri ob-biettivi di salute. Nel Piano Sani-tario Nazionale 2001-2003 risultachiaro che il compito della sanitàpubblica veterinaria è quello dioperare per promuovere la sa-lute animale e quella umana.Le emergenze sanitarie che han-no investito il sistema agro-zoo-tecnico-alimentare (diossina,BSE, influenza aviare) hanno di-mostrato l’instabilità del merca-to lasciato alle sole regole del-l’economia.Per assicurare ai consumatori legaranzie sanitarie che riguarda-no gli animali ed i loro prodotti èindispensabile perseguire ob-biettivi di formazione e infor-mazione, ma è necessario di-

sporre di elementi di controllo in-dipendenti da interessi locali e/oprivati. La gestione dei controllinon può essere in capo ai sog-getti controllati. La stessa Co-munità chiede nell’ambito del Li-bro Bianco sulla Sicurezza Ali-mentare di disporre di operatoritrasparenti.Tutte le volte che il veterinariopreviene malattie zoonosicheopera direttamente nella preven-zione a salvaguardia della salutedell uomo; ciò riguarda la veteri-naria tutta, pubblica e privata,perché le malattie non sonomai pubbliche o private, mal’approccio medico veterinariodeve essere contemporanea-mente pubblico e privato.È auspicabile migliorare le attua-li collaborazioni con l’Area Agri-cola con il comune obbiettivo diraggiungere incrementi quali-quantitativi delle produzioni pri-marie con produzioni sempre piùsalubri e rispettose dell’impattoambientale.L’ANMVI ritiene che solo unaclasse veterinaria pubblica eprivata indipendente, collegataalla Prevenzione, Igiene e quin-di alla Sanità possa contribuirein modo determinante a tutela-re con la salute degli animali lasalute delle persone e l’econo-mia nazionale.

Dr. Marco EleuteriIl Presidente ANMVI

10/07/2001

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200114

Hai sottoscritto l’opzione minima o media?Vuoi passare ad un’opzione superiore?

A breve, direttamente al tuo indirizzo e su queste pagine,

l’informativa e la modulistica per farlo

C ome da articolo 5 dello Statuto e del Regolamento del Fondo Sanitario ANMVI, i sottoscrittori diopzione minima e media possono decidere entro il 31 ottobre di quest’anno se mantenere le

condizioni di copertura già sottoscritte o passare ad opzione superiore (media o massima) dal 2002. Nessuna comunicazione al Fondo equivale a mantenere tacitamente le coperture già definite per il 2001. La decisione di salire d’opzione dovrà invece essere espressamente comunicata al Fondo secondo le mo-dalità e i termini che saranno resi noti a breve. Tutti i sottoscrittori di opzione minima e media riceveranno di-rettamente a casa l’informativa. La modulistica necessaria sarà anche scaricabile dalle pagine del sitowww.anmvi.it.

RimborsiIl Fondo Sanitario ANMVI sta liquidando rimborsi per una somma pari a lire 99.516. 000.I sottoscrittori che hanno inviato domanda di rimborso per spese sanitarie (32 nel primo semestre 2001) ri-cevono direttamente dai liquidatori di Assidim la somma dovuta. Il Fondo Sanitario che riceve per conoscen-za i moduli della domanda è sempre in contatto con Assidim e riceve informazioni sullo stato di copertura eliquidazione dei suoi iscritti. Il valore medio per nucleo familiare di rimborso è di circa 3.000.000.

Fondo Sanitario A.N.M.V.I.A.N.M.V.I. FONDO INTEGRATIVO DEL S.S.N. MEDICI VETERINARI

A . N . M . V . I . I N F O R M A

I Servizi Veterinaridevono restare alla Sanità

Spese veterinarie, solo ora il decreto

S olo il 17 luglio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il de-creto che specifica i tipi di animali per i quali spetta lo sconto

Irpef del 19% sulle spese veterinarie. Ricordiamo che la detrazionedel 19% spetta per le spese veterinarie entro i limiti di 750.000 £ conuna quota fissa non deducibile di £ 250.000. Per tanto le spese oltrele 750.000 £ non possono essere considerate e la detrazione Irpefmassima corrisponde a £ 95.000 (19% su 500.000 £ dovute a 750.000- 250.000 £). La detrazione era già prevista per il 2000 perciò potevaessere già considerata nella denuncia dei redditi riferita a quest’anno.A solo titolo informativo ricordiamo che in riferimento a questo decre-to l’ANMVI pure esprimendo il suo apprezzamento per l’attenzionemostrata dal Ministero verso i proprietari di animali aveva nuovamen-te ribadito la necessità, a nostro avviso più logica e di maggior van-taggio per gli utenti, di una sensibile riduzione dell’aliquota IVA sulleprestazioni veterinarie. Questa richiesta è stata nuovamente inoltrataal nuovo Governo nella speranza che possa essere finalmente presain considerazione. Come si può vedere dall’articolo unico del regolamento, pubblicato diseguito, tutti gli animali legalmente detenuti a scopo di compagnia opratica sportiva rientrano fra quelli per cui è prevista la detrazione.Quindi non solo cani e gatti ma tutti gli animali per cui è possibile di-mostrare queste prerogative. Sono al contrario esclusi tutti quelli de-stinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare oanimali di qualunque specie allevati o detenuti nell’esercizio di attivitàcommerciali agricole e ovviamente animali utilizzati per attività illecite. Decreto delle finanze 6 giugno 2001, n. 289.«Gazzetta Ufficiale» 164 del 17 luglio: «Regolamento per l’indivi-duazione delle tipologie di animali per le quali le spese veterina-rie danno diritto a una detrazione d’imposta».

ARTICOLO 11. La detrazione d’imposta prevista, nella misura del 19%, dell’arti-

colo 13-bis, comma 1, lettera c-bis, del Testo unico delle impostedirette, approvato con decreto del presidente della Repubblica 22dicembre 1986, n. 917, come modificato dall’articolo 32, comma1, della legge 21 novembre 2000, n. 342, compete in relazione al-le spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmentedetenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva.

2. La detrazione d’imposta di cui al comma 1 non compete, in ognicaso, per le spese veterinarie sostenute per la cura di animali de-stinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare edi animali di qualunque specie allevati o detenuti nell’esercizio diattività commerciali o agricole né in relazione ad animali utilizzatiper attività illecite.

L’anagrafe zootecnica:una competenza veterinaria

E cco il testo inviato dal-l’ANMVI al Ministro della

Sanità e al Ministro delle Poli-tiche Agricole, alle commis-sioni parlamentari di compe-tenza e a tutti i partiti, in riferi-mento alle dichiarazioni delMinistro Alemanno che haespresso l’intenzione di preve-dere l’autocertificazione daparte dei produttori per l’ana-grafe bovina.

Il Presidente dell’AIA, Mino An-dena, ha giustamente denuncia-to i ritardi del completamentodell’anagrafe zootecnica chemettono a rischio sostegni finan-ziari all’allevamento bovino. Purcomprendendo la preoccupazio-ne espressa dall’AIA, riteniamoinapplicabile la proposta pre-sentata al Ministero, per accele-rare i tempi, di una gestione di-retta dell’anagrafe bovina daparte della stessa AssociazioneAllevatori ribadendo comunqueche questi ritardi dipendonoprincipalmente dalla comples-sità dell’operazione e dalla diffi-coltà di reperire in tempi brevi idati su tutto il territorio nazionale.Infatti, l’anagrafe del bestiame èil punto di partenza per arrivaread una zootecnia veramente ri-

spettosa del consumatore e deiproduttori. È indispensabile cioèsapere con certezza la storia diogni singolo animale, da dovearriva, dove è stato allevato edove verrà macellato. Il principioispiratore dell’anagrafe, pertan-to, deve quindi essere la certez-za dei dati, la raccolta ed il con-trollo di questi. Il riconoscimentodell’animale (ovvero del suo pa-trimonio genetico) non può quin-di essere delegato al mondo al-levatoriale che potrebbe trovarsiin situazioni di conflitto di inte-resse, ma deve essere affidatoalla certificazione ufficiale di unveterinario, dipendente ASL o li-bero professionista. L’introduzio-ne, come da noi da tempo ri-chiesta, della figura del veterina-rio aziendale o riconosciuto, inqualità di responsabile sanitariodelle produzioni zootecnicheavrebbe garantito la sicurezzaalimentare e il controllo epide-miologico, assumendosi anchela responsabilità dell’identifica-zione degli animali evitando ri-tardi nella raccolta dei dati e as-sicurando la piena serietà e cor-rettezza dell’identificazione.

Dr. Marco EleuteriIl Presidente ANMVI

Page 14: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

I l dottor Giuseppe Ambrosio,Direttore Generale reggentedella Direzione del MIPAF

per la qualità dei prodotti agroali-mentari e la tutela del consumato-re è stato nominato nuovo com-missario straordinario per la BSEdal Ministro Alemanno. Il Ministroha voluto affidare questo incarico- ricoperto in precedenza da Gui-do Alborghetti dimessosi dopo leelezioni di maggio- ad un tecnicoesperto in materia di mucca paz-za. Tra le sue specifiche compe-tenze:➢ Riconoscimento degli organi-

smi di controllo e di certifica-zione per la qualità.

➢ Disciplina generale e coordina-mento in materia di tutela dellaqualità dei prodotti agricoli eagroalimentari.

➢ Disciplina generale e coordina-mento in materia di sicurezza edi educazione alimentare dicarattere non sanitario e di im-

piego delle biotecnologie inno-vative nel settore agroalimenta-re e dei libri genealogici e regi-stri anagrafici del bestiame erelativi controlli funzionali.

L’ANMVI ha già contattato il nuovocommissario riportandogli la do-cumentazione e i pareri già espo-sti al Ministro Alemanno, con par-ticolare riferimento all’anagrafebovina e all’importanza del ruolodel veterinario riconosciuto oaziendale.

Fiorentina “allaPasqualetti”

I l Ministro Alemanno ha con-fermato che è sua intenzione

ottenere il via libera dell’UnioneEuropea per il ritorno della bistec-ca alla fiorentina, sdoganando lacarne delle cinque razze doc ita-liane. La carne con l’osso, vietatadal 1 aprile, secondo il ministropotrebbe tornare in autunno. Me-rito anche del Collega Dario Pa-squaletti, responsabile sanitariodel Consorzio macelli pubblici diSan Miniato (PI) ideatore di unatecnica che realizza un taglio che,lasciando l’osso, elimina il rischiodi contagio. “Al momento dellamacellazione - ha dichiarato Pa-squaletti - per quanto riguarda lacolonna vertebrale possono rima-nere i processi trasversi della ver-tebra, le vertebre lombari, mentredeve essere eliminato il corpodella vertebra a più stretto contat-to con il midollo spinale e i grandigangli dorsali considerati a ri-schio.

Il test delle urinescopre se è

mucca pazza

I ricercatori israeliani dell’o-spedale di Hadassa hanno

rintracciato nelle urine dei boviniinfetti una proteina collegabile di-rettamente al prione, agente re-sponsabile della BSE. Da qui so-no stati in grado di realizzare untest estremamente semplice perdiagnosticare attraverso l’esamedelle urine, la malattia in faseprecoce. Se sarà confermata l’at-tendibilità di questo test o diquello proposto dagli svizzeri sulsangue avremo finalmente lapossibilità di diagnosticare ilmorbo sugli animali vivi evitandoche intere mandrie di bovini ven-gano decimate nel dubbio dipossibili contagi.

I controlli

S econdo Bruxelles il lavorodei servizi veterinari non è

uguale in tutti i Paesi per tecnichee qualità. Gli esperti ritengonoche un’ispezione veterinaria benfatta possa scoprire indizi di BSEanche senza i test. Invece spessoci si fida solo del “passaporto”dell’animale. Il rapporto sull’ispezione che laUE ha condotto in Italia nel di-cembre scorso suggeriva unmaggiore coordinamento e la ne-cessità di una migliore sorveglian-za epidemiologica

No all’abbattimentototale

C on un decreto approvato ametà luglio viene cancellato

l’obbligo di abbattimento totale diuna mandria dove sia stata trova-ta una mucca malata di encefalo-patia spongiforme bovina. Fino adora sono stati abbattuti 2000 capiin otto allevamenti.

Forse 21 i casidi mucca pazza

C onfermato il ventesimo ca-so di BSE italiana, si guarda

ad un possibile ventunesimo ri-scontrato in provincia di Cremo-na. Una mappa dei casi di BSE inItalia è sempre disponibile al sitowww.politicheagricole.it.

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 15A . N . M . V . I . I N B R E V E

Nominato il nuovoCommissario per la BSE

Sempre ridotti i consumi di carne

N onostante l’allentamento della tensione e della preoccupa-zione per la BSE, a tutt’oggi, in termini di valore economico,

il mercato italiano delle carni bovine, è inferiore del 12% rispetto al-l’autunno del 2000. La situazione è simile in tutta Europa dove si regi-strano percentuali inferiori all’anno scorso (es. in Germania e in Fran-cia) secondo una media europea del 10,8%. Di seguito un’immaginedella campagna di sensibilizzazione realizzata dal MiPAF.

Page 15: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

L’agopunturafunziona

Una ricerca italiana ha evi-denziato i meccanismi coi

quali l’agopuntura agisce sulcervello come potente antidolori-fico.Il Dottor Ferruccio Fazio che hasviluppato la ricerca all’Istituto

San Raffaele nel commentarel’articolo apparso sulla rivistaNeuroimage ha dichiarato: “l’a-gopuntura, quando viene prati-cata per combattere il dolore,non funziona grazie ad un effettoplacebo, ma grazie all’attivazio-ne di una serie di circuiti cere-brali, più o meno gli stessi chevengono attivati quando si provadolore”.

Se fosse veramente così, comesembra, l’agopuntura dovrebbefunzionare molto bene anche su-gli animali.

Animali“anallergici”

S ono moltissimi i casi diallergie agli animali che

costringono molte famiglie a do-ver rinunciare ad avere un anima-le in casa. L’ultima notizia che ar-riva dagli USA è che secondo al-cuni ricercatori si potrà avere ungatto geneticamente modificatoche eliminerà il problema dell’al-lergia al gatto. Basterà infatti so-stituire il gene di una proteina pre-sente nella saliva che è causadell’allergia. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200116A . N . M . V . I . I N B R E V E

Il Web in Italia

I dati definitivi riguardantilo sviluppo del Web in

Italia nel 2000 evidenziano al-cuni aspetti interessanti. Nel2000 le famiglie collegate era-no il 15,3%, dato comunque innetta crescita nel 2001, men-tre tre anni fa la percentualeera limitata al 2,3%. Una cre-scita di sei volte può far bensperare che nel giro di altri treo quattro anni anche l’Italiapossa arrivare alle percentualidi altri paesi che sono già avalori del 30/40%. Analizzan-do poi con maggiore attenzio-ne questi dati si evidenzia unamaggior presenza nel CentroNord rispetto al Sud, dato pernoi non particolarmente im-portante mentre è estrema-mente interessante che oltre aigiovani che usano Internetprincipalmente per svago ilWeb è molto diffuso nella fa-scia di età tra i 25 e i 54 so-prattutto fra i liberi professioni-sti per motivi di studio e di la-voro. Già oggi sono 2726 i ve-terinari che si sono iscritti alleliste di discussione di ANMVI,SCIVAC, SIVAE, SIVAR e SIVE(v. Professione Veterinaria6/2001 ndr) mentre sono piùdi 85.000 i contatti avuti dai si-ti che fanno riferimento allestesse associazioni. Se que-sto trend di crescita prose-guirà con le stesse percentua-li potremo presto attivare pertutti gli iscritti a queste societàservizi di aggiornamentoscientifico, culturale e profes-sionale di grande interesse.

In spedizione dal 1 luglio 2001!

I Soci SCIVAC in regola con laquota associativa 2000 riceveran-no il Prontuario gratuitamente co-me previsto dal pacchetto di iscri-zione dello scorso anno. La pub-blicazione verrà spedita dal 1 lu-glio. Ai tempi di ordinaria revisio-ne dei diversi capitoli, si sono ag-giunti quelli di attesa del nuovo re-golamento della distribuzione delfarmaco veterinario che, finalmen-te approvato, ha comportato l’a-deguamento della Sezione II° delProntuario (Norme di legge sullaprescrizione, detenzione e som-ministrazione dei farmaci). Ai sociva quindi una pubblicazione digrande utilità che oltre a rappre-sentare un indispensabile ausilionella pratica professionale forni-sce il più completo e aggiornatoquadro normativo. Per ulterioriinformazioni: 0372/40.35.07

1° CONGRESSO NAZIONALE

SULL’ALLEVAMENTO DEL BUFALO

3-5 Ottobre 2001Azienda Agricola Improsta

S.S. Tirrenia Inferiore, km 79.8 Eboli (Sa)

ASSOCIAZIONE NAZIONALE

ALLEVATORI SPECIE BUFALINA

CONSORZIO INCREMENTO PRODUTTIVOALLEVAMENTI BUFALINI

DIPARTIMENTO SCIENZE ZOOTECNICHEED ISPEZIONE DEGLI ALIMENTI

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARIANIMALI DA REDDITO

PER INFORMAZIONI: A.N.A.S.B, Sig. Angelo Coletta, Via Cesare Battisti, 56 - 81100 CASERTA - Tel. 0823/35.67.43

Page 16: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

7th WORLD CONGRESS5-7 OTTOBRE 2001 - SORRENTO (Napoli)

www.sive.itSocietà Italiana

Veterinari per Equini WEVAWEVA

8.009.00

10.00 Esame fisico del sistemacardiovascolare: una panoramica

Lesley Young (UK)

La zoppia e lo scarso rendimento nel cavallo atleta: dressage,salto ostacoli e concorso completo

Sue Dyson (UK)

Quanto è sicuro il vaccino vivo modificatocontro l’arterite virale equinaper l’immunizzazione degli stalloni? (20’)Peter Timoney (USA)

West Nile Virus:l’epidemia italiana (20’) - Claudio Mattozzi (I)

Diagnosi differenziale dell’edema

Warwick Bayly (USA)

Soffi e sfregamenti

Lesley Young (UK)

Zoppia del posteriore nel trottatore

Michael Ross (USA)

Le cause principali della zoppia dell’anteriorenel cavallo trottatore

Fabio Torre (I)

West Nile Virus: una minacciaalle popolazioni equine nel Nord Americae non solo (20’) - Peter Timoney (USA)

West Nile Virus nei cavallidegli Stati Uniti (20’) - Tim Cordes (USA)

Valutazione della sicurezza di un nuovovaccino vivo per il virus dell’influenzaequina (20’) - Thomas Chambers (USA)

Infortuni associati al trasporto dei cavallida macello negli Stati Uniti (20’)Tim Cordes (USA)

MEDICINA INTERNAChairperson: Reuben Rose

ORTOPEDIAChairperson: Richard Corde

MALATTIE INFETTIVEChairperson: Sandro Barbacini

MEDICINA INTERNAChairperson: Reuben Rose

ORTOPEDIAChairperson: Richard Corde

MALATTIE INFETTIVEChairperson: Sandro Barbacini

SALA SIRENE800

SALA ULISSE320

SALA TRITONE120

SALA SIRENE: Apertura del Congresso, Assemblea WEVA e presentazione del Premio Schering Plough Animal Healthsulla ricerca applicata nel cavallo

R E G I S T R A Z I O N E

11.30

12.15

10.45 P A U S A C A F F È E D E S P O S I Z I O N E C O M M E R C I A L E

P A U S A P R A N Z O E D E S P O S I Z I O N E C O M M E R C I A L E13.00

8.009.00

10.00

11.30

12.15

10.45

13.00

VENERDÌ MATTINA 5 OTTOBRE 2001

Aritmie nei cavalli:diagnosi, trattamento e prognosi

Lesley Young (UK)

Peritoniti:cause e trattamento

Tim Mair (UK)

L’importanza clinicadella scintigrafia nella prevenzionedelle lesioni invalidantinel purosangue

Fernando Canonici (I)

Risonanza magnetica e tomografiacomputerizzata:applicazioni nella chirurgia della testa negli equini

Claude Ragle (USA)

Aspetti ultrasonografici ed endocrini nel cicloestrale delle asine (10’) - Marco Russo (I)

Un confronto tra arruffianamento eultrasonografia ovarica nella valutazionedel ciclo estrale nella cavalla del Caspio (10’)Khashayar Sadeghi (IRAN)

Efficacia di cloprostenolo e ossitocinasomministrati nel periodo immediatamentepost ovulatorio nella formazione e funzionalitàdel corpo luteo e nella percentuale digravidanza - J.P. Brendemeuhl (USA)

Effetto dell’accumulo del liquido post inseminazione sulla fertilità delle fattriciinseminate con seme congelato (20’)Sandro Barbacini (I)

Embryo-transfer in asini tipici della Sardegna (20’) - Ignazio Cossu (I)

Fattori di rischio perinataliassociati alla sopravvivenza del puledro

Wendy Vaala (USA)

Il puledro itterico:diagnosi differenziali e strategie di trattamento

Wendy Vaala (USA)

Lesioni ossee subcondrali e zoppia

Michael Ross (USA)

Confronto tra diagnosi di cisti osseesubcondrali mediante TC e radiografie digitali (10’) - Clemens Kampman (D)

Esame termografico dello zoccolo (10’)Stefanie Hoppner (D)

Esame radiografico e incidenzadi osteocondrosi in una popolazione di 554saltatori allevati in Italia (10’) - Marco Pepe (I)

Valori cardiaci di troponina I in cavalli normalie in cavalli con sospette malattiecardiovascolari (20’) - Virginia Reef (USA)

Farmacocinetica comparativa ebiodisponibilità del ceftiofur doposomministrazione endovenosa, intramuscolaree sottocutanea (20’) - Nathan Slovis (USA)

Pressioni vascolari polmonari in cavallitrottatori e purosangue ad un simile livellodi sforzo (10’)Richard Hackett (USA)

Malattia eosinofilica epiteliotropicamultisistemica in un puledro trottatore (10’)Enrica Zucca (I)

MEDICINA INTERNAChairperson: Reuben Rose

ORTOPEDIA EDIAGNOSTICA PER IMMAGINI

Chairperson: Fabio Torre

RIPRODUZIONEChairperson: Duccio Pellegrini

NEONATOLOGIAChairperson: Reuben Rose

ORTOPEDIA EDIAGNOSTICA PER IMMAGINI

Chairperson: Fabio Torre

MEDICINA INTERNAChairperson: Warwick Bayly

SALA SIRENE800

SALA ULISSE320

SALA TRITONE120

P A U S A C A F F È E D E S P O S I Z I O N E C O M M E R C I A L E

I N T E R R U Z I O N E

C O C K T A I L D I B E N V E N U T O

VENERDÌ POMERIGGIO 5 OTTOBRE 2001

Infestazione da larve di ciatostomi:segni clinici, diagnosi etrattamento

Tim Mair (UK)

SCHERING PLOUGH ANIMALHEALTH AWARD LECTUREAvventure in farmacologia equina

Peter Lees (UK)

Esame di cavalli con zoppia che risponde all’analgesia palmare-digitale

Michael Ross (USA)

La zoppia associata alla regionepelvica

Sue Dyson (UK)

Pregnancies obtained from equine embryos producedin vitro by ICSI (10’) - Sandro Barbacini (IT)Equine diseases situation In last five years in Bulgaria(10’) - Ivaljo Chenchev (BG)A study on the cooling ability of a cooling sheet appliedto lower limbs of horses (10’) - Motoaki Goto (JP)Doppler sonographic findings of a carotid-jugular fistulain a filly (10’) - Carlo Guglielmini (IT)Sodium hyaluronic acid in the treatment of tendon injury(10’) - Des Leadon (IE)Extracorporeal shock waves treatment (ESWT) inpathologies of the radial carpal bone of the horse (10’)Eraldo Sanna Passino (IT)Efficacy of topic use of low molecular weight chondroitinsulfate tiethanolamine salt (LMWCS-TEA) in inducedarthritis in equines (10’) - Ignacio Videla Dorna (AR)Retrospective case analysis of a Pennsylvania, USAequine chiropractic practice (10’) - Jennifer Weeks (USA)The potential for radial shock wave applicationsin equine medicine (10’) - Cooper Williams (USA)Effect of acute endotoxemia on equine digital vesselsendothelial function (10’) - Hector Zerpa (VE)

Aspetti tecnici e clinici dell’uso del butorfanolo nei cavalliWilliam Muir (USA)

Il controllo del dolorenel paziente chirurgicoAlicia Bertone (USA)

Esito positivo nell’eliminazione di larve eadulti di ciatostomi mediante l’utilizzo di unasingola dose di moxidectina e applicazionepratica dei risultati - Ken Bairden (UK)

Malattie del sistema nervoso centrale nelcavallo con particolare riguardo per l’EHVPeter Thein (D)

Artroscopia diagnostica del nodello: aspetti patologici e prognosi

Fernando Canonici (I)

Diagnosi e trattamento di differenticondizioni dell’articolazionecentrale del carpo nel cavalloda corsa

Fabio Torre (I)

Metrite contagiosa equina: una minaccia continuanel commercio internazionale (20’)Peter Timoney (USA)

La micotossina Lolitrem B come fonte di disordinineurologici in cavalli olandesi (20’)Lutz S. Goehring (NL)

Incidenza di infestazione da nematodi e cestodi incavalli tramite ricerca delle uova nelle feci: unaricerca su campo in sei paesi europei (Germania,Svezia, Olanda, Irlanda, Ungheria e Polonia) (10’)Isabelle Villard (F)

Amministrazione intracamerale e/o topica dimiconazolo per il trattamento della cheratomicosinegli asini (10’) - Hussein El-Maghraby (Egypt)

PARASSITOLOGIAChairperson: Warwick Bayly

ORTOPEDIAChairperson: Fernando Canonici

SHORT POSTER DISCUSSIONChairperson: Alessandro Frione

FORT DODGE SYMPOSIUMChairperson: Warwick Bayly

ORTOPEDIAChairperson: Miki Tokuriki

MEDICINA INTERNAE TERAPIA

Chairperson: Sandro Barbacini

SALA SIRENE800

SALA ULISSE320

SALA TRITONE120

P A U S A C A F F È E D E S P O S I Z I O N E C O M M E R C I A L E

P A U S A P R A N Z O E D E S P O S I Z I O N E C O M M E R C I A L E

R E G I S T R A Z I O N E

SABATO MATTINA 6 OTTOBRE 2001

La pleuropolmonite nel cavallo

Warwick Bayly (USA)

Cause infettive e non infettive delle malattie gastrointestinali nel puledro neonato

Wendy Vaala (USA)

Funzione anatomica delle alte vierespiratorie e sue relazioni con casi di dislocazione dorsaledel palato molle

Normand Ducharme (USA)

Tecniche per il trattamento delladislocazione dorsale del palato molle

Normand Ducharme (USA)

Trattamento con le onde d’urto di cavallisportivi affetti da lesioni a tendini e legamenti(20’) - Stefano Donati (I)

Studio sperimentale degli effetti curativi del bapn-f nelle lesioni profonde dei tendiniflessori digitali (20’) - Kamran Sardari (Iran)

Iniezione intralesionale di β-aminopropionitrilfumarato (bapn-f) con o senza tendonsplitting per il trattamento sperimentale dellatendinite digitale flessoria superficiale negliasini (10’) - Hussein El-Maghraby (Egypt)

Nuovo esame radiografico dell’ossoaccessorio del carpo: la proiezione skylineT. Launois (F)

Incidenza dei fattori nutrizionali sullo sviluppo delle malattie d’accrescimentonei cavalli (10’) - Sara Nannarone (I)

Caratteristiche ultrasonografichedell’utero nella fattrice in estro e loro correlazione con gli ormonisteroidei e tempi di ovulazione

Jonathan Pycock (UK)

La sindromedell’“ovaio ingrossato”

Jonathan Pycock (UK)

Complicazioni a medio e lungo termine del trattamentochirurgico della colica

Tim Mair (UK)

Esame endoscopico del duodeno nel cavallo adulto (10’) - Lucio Petrizzi (I)

Aumento del livello della tripsina plasmaticanegli equini nel periodo post operatoriodopo il trattamento chirurgico della colica(10’) - Sigrid Grulke (B)

Trattamento della laminite cronica:un nuovo approccio (20’)Stephen E. O'Grady (USA)

Aspetti economici della fisioterapia in una clinica referenziata (20’)Patricia Quirion (USA)

Il sequestro osseo nei cavalli: diagnosi e terapia (10’) - Stefanie Hoppner (D)

Effetto dell’endotelina-1 sulla contrazionedelle arterie e delle vene del dito equinoindotta da 5-idrossitriptamina (10’)Lisa Katz (UK)

Impiego di un modello di piede intero in perfusione per la determinazione della vasocostrizione mediata da recettori5-ht1 dei vasi digitali indotta da 5-idrossitriptamina (10’) - Simon Bailey (UK)

MEDICINA INTERNAChairperson: Sandro Barbacini

CHIRURGIADEI TESSUTI MOLLI

Chairperson: William Jones

ORTOPEDIAChairperson: Sue Dyson

RIPRODUZIONEChairperson: Sandro Barbacini

CHIRURGIADEI TESSUTI MOLLI

Chairperson: William Jones

ORTOPEDIAChairperson: Sue Dyson

SALA SIRENE800

SALA ULISSE320

SALA TRITONE120

P A U S A C A F F È E D E S P O S I Z I O N E C O M M E R C I A L E

I N T E R R U Z I O N E

C E N A S O C I A L E

Animal Health

SABATO POMERIGGIO 6 OTTOBRE 2001

DOMENICA MATTINA 7 OTTOBRE 2001

Fisiologia dell’attività sportiva:che progressi abbiamo fatto?(90’)

Reuben Rose (AUS)

Laparoscopia:applicazioni pratiche in chirurgia equina

Claude Ragle (USA)

Gestione delle complicazioni conseguentialla terapia chirurgica dell’emiplegia laringea

Normand Ducharme (USA)

Valutazione ematologica del cavallo atleta

Warwick Bayly (USA)

Gas ematici arteriosi in cavalli esaminati per scarso rendimento atleticodurante esercizi ad alta velocità su treadmill (10’) - Benson Martin (USA)

Variazioni di V4 come funzioni temporali del lattato plasmaticoutilizzando il metodo di prelievo continuo (CBWM) (10’)Daniele Tedeschi (I)

Flusso sanguigno nel lobo polmonare apicale sinistro e pressionipolmonari vascolari in cavalli in allenamento (10’) - Robin Gleed (USA)

Embolizzazione con microspirale per il trattamentodelle emorragie dovute a micosi delle tasche gutturali:tecniche e risultati clinici (30’)Claude Ragle (USA)Trattamento conservativo di un caso di micosi delle tasche gutturali mediante l’associazionedi itraconazolo e clotrimazolo ad uso topico (10’)Francesco Ferrucci (I)

Termocauterizzazione del palato molle equino come trattamento della dislocazione dorsale durantel’esercizio (20’)Bob Ordidge (UK)

Ferite dei tessuti molli in cavalli partecipanti alle Olimpiadi di Sydney 2000 (10’)Kathy Gibson (AUS)

MEDICINA SPORTIVAChairperson: Maria Noel Rodriguez

CHIRURGIA GENERALEChairperson: Marco Pepe

MEDICINA SPORTIVAChairperson: Maria Noel Rodriguez

ALTRE VIE RESPIRATORIEE CHIRURGIA GENERALE

Chairperson: Marco Pepe

SALA SIRENE800

SALA ULISSE320

P A U S A C A F F È E D E S P O S I Z I O N E C O M M E R C I A L E

P A U S A P R A N Z O E D E S P O S I Z I O N E C O M M E R C I A L E

R E G I S T R A Z I O N E

Fattori che contribuiscono al rendimento nel cavallo atleta

Reuben Rose (AUS)

Emolisi indotta da esercizio nel cavallo trottatore (10’)Alessandra Pellegrini (I)

Trattamento delle più comuni condizionimuscoloscheletriche (selezione/impiego di farmaciintraarticolari - zoppie più frequenti) (25’)Gary Norwood (USA)

Problemi riproduttivi della cavalla anzianamai coperta

Jonathan Pycock (UK)

Trombocitopenia in due puledri purosangue con sepsi (20’)Pamela Wilkins (USA)Ovariectomia laparoscopica utilizzando elettrocoaugulazione e dieresi chirurgica del mesovario nella cavalla (10’)Dwayne Rodgerson (USA)Tecnica laparoscopica per la rimozione dei tumori ovarici a celluledella granulosa nella cavalla in stazione quadrupedale (10’)Dwayne Rodgerson (USA)

MEDICINA SPORTIVAChairperson: Warwick Bayly

RIPRODUZIONEChairperson: Sandro Barbacini

SALA SIRENE800

SALA ULISSE320

T E R M I N E D E L C O N G R E S S O

DOMENICA POMERIGGIO 7 OTTOBRE 2001

Per informazioni rivolgersi a:SIVE (Ludovica Bellingeri) - Via Trecchi 20

26100 CREMONA - ITALYTel.: +39 0372 403502 - Fax: +39 0372 457091

Email: [email protected] - web www.sive.it

Traduzione simultanea inglese-italiano

Scadenza per l’iscrizione a quota ridotta 10 Agosto 2001

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Page 17: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

S ollecitata da un articoloapparso sul quotidiano“Il Sole 24 ore” del

25.05.2001, in cui veniva com-mentata l’ordinanza N° 273/2001con cui il TAR (Tribunale Ammini-strativo Regionale) di Catania hariconosciuto la legittimità ad agirein giudizio delle associazioni dicategoria a tutela degli interessilegittimi degli associati,l’A.N.M.V.I. ha ritenuto opportunoche tale argomento venisse mag-giormente approfondito, così dachiarire ai propri associati l’ambi-to di applicazione di quanto previ-sto ex art. 3) dello Statuto asso-ciativo in cui, tra gli altri fini statu-tari, è ricompresa “la tutela giuri-sdizionale dei diritti e degli inte-ressi della categoria dei mediciveterinari”.Un tale chiarimento non può,però, prescindere da una seppurbreve e scheletrica esposizione dialcuni principi fondamentali su cuipoggia il nostro ordinamento giu-ridico con riferimento alla legitti-mazione (attiva) per un soggettopubblico e/o privato di richiederetutela giurisdizionale in caso diviolazione dei diritti soggettivi e/ointeressi legittimi di cui è titolare.Per tutela giurisdizionale si inten-de la possibilità, o per meglio direil diritto, che ha un soggetto pub-blico e/o privato di ricorrere al giu-dice civile, penale o amministrati-vo, nelle forme e nei termini cheregolano, diversificandoli, i proce-dimenti civile, penale e ammini-strativo, ogni qualvolta si intendaottenere giustizia a fronte di altruicomportamenti che possono inte-grare la violazione di un propriodiritto soggettivo o di un interesselegittimo.La tutela giurisdizionale di un dirit-to soggettivo può essere esercita-ta: promuovendo l’azione civilee/o amministrativa (iniziando, investe di attori o ricorrenti, unacausa civile e/o amministrativa)oppure denunciando la commis-sione di illeciti penali avanti il giu-dice penale ricordando che, a se-guito di denuncia o querela, l’e-sercizio dell’azione penale spettasolo allo Stato in persona del Pub-blico Ministero.La legittimazione ad agire in giu-dizio a tutela di diritti soggettivi èperò riconosciuta solo al sogget-to (pubblico o privato) titolare didiritti soggettivi.Si è in presenza di un dirittosoggettivo “quando a tutela diun interesse esista una norma direlazione - vale a dire una nor-ma, la quale, nel consentire a

vantaggio del suo titolare la pos-sibilità, a quest’ultimo, di tenereun certo comportamento (e cioèprevedendo un suo agere licere)garantisca tale interesse in mo-do diretto nei confronti di (uno opiù o tutti gli) altri soggetti, deli-mitando le rispettive sfere giuri-diche – allora (e soltanto allora)ci si trova in presenza di un dirit-to soggettivo”.A titolo di esempio il soggetto cheha legittimamente acquistato unacasa è titolare di un diritto sogget-tivo (diritto reale da res) di pro-prietà e può, quindi, richiedere latutela giurisdizionale (civile, am-ministrativa e penale) ogniqual-volta altri soggetti minaccino,contestino, impediscano l’eserci-zio legittimo del suo diritto.Chi non è proprietario (ferma re-stando la possibilità di denunciadi un reato che spetta a chiunque)non può agire a tutela dell’altruidiritto anche se ne constati la vio-lazione dell’esercizio e anchestante l’inattività del titolare.Accanto alla categoria giuridicadei diritti soggettivi (classificati indottrina come diritti personali, di-ritti reali, diritti reali di godimento,diritti indisponibili, di sequela, dicredito, ecc. ecc.) il diritto an-novera anche la categoria del-l’interesse legittimo inteso co-me quella posizione che un sog-getto ha nei confronti della Pub-blica Amministrazione ogni qual-volta l’attività della Pubblica Am-ministrazione (PA) interferisca ocon un suo interesse protetto equalificato dall’ordinamento ocon l’esercizio di un suo dirittosoggettivo.Per agire in giudizio (chiederecioè tutela giurisdizionale) occor-re avere un interesse da proteg-gere. Ciò non significa, però, peril nostro ordinamento, che ogni in-teresse che il comune sentire ri-tenga debba essere protetto pos-sa trovare “protezione” attraversoun’azione giurisdizionale.Tale principio, che forse non è difacile comprensione per chi nonha compiuto studi giuridici, deve,comunque, essere ben presentea coloro che, in veste di associati,si rivolgono alla propria associa-zione di categoria per chiederetutela dei propri interessi (di cate-goria) sollecitando il ricorso algiudice.Pur scusandomi con i lettori se l’e-sposizione assume toni scolasticinon posso, non precisare che:a) se è vero che tutti i cittadinihanno interesse a che la P.A. agi-sca nel rispetto dei canoni di

“buona amministrazione” e che,quindi, non ponga in essere attiche, seppur legittimi (perché po-sti in essere secondo le leggi cheregolano quella data materia)possono non apparire appropriati,è pur vero che avverso un attoamministrativo ritenuto poco ap-propriato o poco rispettoso di uncomune sentire o di un comuneinteresse non è possibile ricorrereal giudice amministrativo. È possi-bile solo segnalare in via gerar-chica, un tale comportamentosenza, però, poter ottenere un ri-storo personale a seguito di unatale azione. Si parla in questi casiallora, non di tutela giurisdizionalema di “tutela amministrativa”.b) L’ordinamento, però, ha previ-sto il diritto per il singolo di richie-dere tutela giurisdizionale al giu-dice amministrativo ogniqualvoltal’attività della P.A. interferisca conun suo interesse, se (e solo se)tale attività è svolta in modo nonconforme alle leggi che ne rego-lano lo svolgimento in quella datamateria.I cittadini, infatti, hanno un interes-se protetto dall’ordinamento a chela P.A. eserciti i propri poteri e leproprie funzioni secondo quantoprevisto dalle norme giuridiche.In virtù di ciò, quando l’attivitàdella P.A., svolta nel mancato ri-spetto della legge, interagiscacon un soggetto titolare di un di-ritto soggettivo (per es. il proprie-tario di un terreno oggetto di unaespropriazione effettuata in modoirrituale dalla P.A.) o titolare di unaposizione giuridicamente qualifi-cata (per es. il partecipante ad unconcorso pubblico in possesso ditutti i requisiti richiesti che dimo-stri che la commissione d’esameè stata irritualmente formata) ci sitrova di fronte ad un soggettoportatore di quello che la dottrinadefinisce un interesse legittimo,interesse oggetto di tutela giuri-sdizionale.Il proprietario irritualmente espro-priato potrà, dunque, rivolgersi algiudice amministrativo per richie-dere la pronuncia di illegittimitàdella procedura espropriativa.Va detto, però, che anche in casodi accoglimento nulla vieta che laP.A. ri-proceda ad espropriare ilbene ponendo in essere una se-conda procedura nel rispetto del-la legge. Il proprietario, dunque, non puòchiedere al giudice amministrati-vo (né al giudice civile) che il suoterreno non venga in assoluto maiespropriato. Può solo pretendereche tale espropriazione avvenga

secondo quanto stabilito dallalegge.Il concorrente ad un concorsopubblico per un posto di lavoropotrà chiedere al giudice ammini-strativo di annullare il concorso seriscontra vizi, per esempio, nellaformazione della commissioneesaminatrice, non potrà, però,successivamente pretendere diavere quel posto di lavoro.L’interesse legittimo è un interes-se che, in quanto collegato ad undiritto soggettivo od una partico-lare posizione soggettiva qualifi-cata dall’ordinamento è certa-mente oggetto di tutela (avanti lagiustizia amministrativa) nei limiti,però, di carattere generale soprarichiamati.È solo il caso di ribadire, per in-ciso, che chiunque può sempredenunciare alla magistratura pe-nale i reati che si ritiene venganocommessi dalla P.A. nell’eserci-zio di una sua attività anche al-lorquando tale attività non inter-ferisca con l’esercizio di propridiritti soggettivi o di propri inte-ressi legittimi.

* * *Per entrare più specificatamentenel merito del quesito occorre an-cora precisare che l’ordinamentoriconosce ad un soggetto la titola-rità di un interesse legittimo giuri-sdizionalmente tutelato solo e setale soggetto si trovi già in unaposizione che l’ordinamento rico-nosca come “qualificata” rispettoa quella di tutti gli altri soggetti.Rifacendomi all’esempio già fattopreciso allora che se è pacificoche tutti i cittadini hanno interessea che i concorsi pubblici diretti acreare posti di lavoro retribuiti condanaro pubblico (versato in partedagli stessi cittadini allo Stato me-diante il versamento delle tasse)siano legittimamente indetti è al-trettanto pacifico che solo il con-corrente in possesso dei requisitiper partecipare a detto concorsoè titolare di un interesse legittimoche può azionare avanti il T.A.R.in caso di indizione illegittima delconcorso medesimo.Per attagliare quanto sin quiesposto alla categoria dei veteri-nari è possibile affermare che, seun veterinario munito dei titoli ri-chiesti dalla legge e dai regola-menti per partecipare ad un con-corso pubblico indetto da unaA.U.S.L. per un posto di dirigenteveterinario si avvede che il con-corso è stato indetto irregolar-mente, deve chiedere personal-mente la tutela giurisdizionale del

suo interesse legittimo ricorrendoal T.A.R. competente.Se, però, l’A.U.S.L. indice un con-corso per un posto di dirigenteveterinario escludendo, contra le-gem, la partecipazione di veteri-nari ammettendo a parteciparvilaureati in ingegneria o medicina,l’A.N.M.V.I., in quanto associa-zione che tutela statutariamen-te gli interessi della categoriaveterinaria, potrebbe, in virtù diun nuovo orientamento giurispru-denziale a cui si è conformatal’ordinanza N° 273/2001 delT.A.R. di Catania qui richiamata,agire autonomamente avanti ilT.A.R. per ottenere l’annullamentodel concorso illegittimamentebandito.Pur consapevole che l’esempio orora sottoposto all’attenzione dellettore rasenta l’assurdo, non ri-tengo, in tale sede per non gene-rare confusione aspettative chepotrebbero essere disattese, di-lungarmi in altre prospettazioniastratte.L’ambito in cui alle Associazionidi categoria è riconosciuto il dirit-to di agire autonomamente avan-ti il T.A.R. non è amplissimo. Talediritto è assoggettato alla possi-bilità di individuare in un determi-nato comportamento della P.A. laviolazione di un interesse qualifi-cabile, secondo i principi dell’or-dinamento giuridico, come inte-resse legittimo la cui titolarità do-vrà poi essere ricollegata all’as-sociazione di categoria in quantotale.Un tale procedimento di indivi-duazione è certamente facilitatodalla dottrina giuridica che, a par-tire almeno dagli anni settanta, haprestato attenzione particolare aquelli che vengono definiti inte-ressi (legittimi) collettivi aprendola strada a pronunce dei giudiciche, come quella del T.A.R. di Ca-tania, acclarano la legittimazioneprocessuale delle associazioni dicategoria.Il lavoro, però, dell’interprete, chedeve valutare in presenza di uncaso concreto se l’Associazionedi categoria possa essere abilita-ta ad agire autonomamente ingiudizio non può esaurirsi in po-che pagine.Va detto, comunque, che l’Associa-zione può sempre intervenire me-diante lo strumento dell’interventoad adiuvandum nei giudizi promos-si dal singolo associato. ■

Fine prima parte.La seconda e ultima parte

sul prossimo numero.

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200118R U B R I C A L E G A L E�

a cura di Maria Teresa Semeraro

Avvocato, Bologna

Rappresentatività e tutela della Professione

Una forte associazione di categoriapuò agire in giudizio per la tutelagiurisdizionale dei propri associati

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A nche se il termine peril pagamento delle im-poste dovute sui

redditi dell’esercizio 2000 sarà giàscaduto al momento di pubblica-zione del presente articolo, ci èsembrato comunque opportuno ri-portare qui di seguito alcuni chiari-menti forniti dal Ministero delle Fi-nanze con la Circolare n. 55/E del14 giugno 2001, tenendo contoche il termine di presentazione del-la dichiarazione in via telematica èfissato per il 31 ottobre 2001 e chequindi è sempre possibile provve-dere ad eventuali correzioni a favo-re o a sfavore ed eventualmenteprocedere al versamento delle dif-ferenze di imposta con sanzioni ri-dotte utilizzando la procedura delravvedimento operoso.Per motivi di spazio abbiamo dovu-to selezionare soltanto alcune ri-sposte del Ministero, riservandocidi pubblicare le altre nel prossimonumero della rivista.I numeri in corrispondenza di cia-scun paragrafo o di ciascuna do-manda corrispondono ai numeri in-dicati nella circolare ministeriale.

Oneri e spese1.2 Spese mediche1.2.1 Spese farmaceutiche porta-

tori di handicapD. Le spese farmaceutiche soste-nute da un soggetto portatore dihandicap, non essendo menziona-te nell’elenco di cui alle istruzioniministeriali dell’Unico 2001 perso-ne fisiche rigo RP27, vanno ricom-prese nel rigo RP1 o nel rigo RP27del modello UNICO 2001?R. Si ritiene che le spese relativeall’acquisto di medicinali sostenuteda un soggetto portatore di handi-cap, riconosciuto tale ai sensi dellalegge 104 del 1992, pur rientrandonella nozione di spesa medica, va-dano indicate nel rigo RP 27 delModello Unico 2001 persone fisi-che, in considerazione delle pecu-liarità personali del soggetto che lesostiene.

1.2.2 Acquisto del veicolo da partedi un disabile

D. Un contribuente disabile cheha acquistato un’auto con relativadetrazione fiscale in data 12 aprile1996 può chiedere la detrazioneper l’acquisto di una nuova autoavvenuta in data 8 marzo 2000?Come deve essere interpretato ildisposto dell’articolo 13-bis delTuir, nella parte in cui prevede chela detrazione compete una solavolta in un periodo di quattro anni? Più in generale, inoltre, si chiedono

chiarimenti in merito alla detrazioned’imposta per l’acquisto dei veicolida parte di disabili prevista dall’ar-ticolo 30 della legge n. 388 del2000.R. Ai fini dell’IVA è stato già chiari-to con la circolare n. 197/E del1998, che l’agevolazione si applicaper una sola volta nel corso delquadriennio decorrente dalla datadi acquisto o di importazione delveicolo, salvo il caso in cui risultiche il veicolo sia stato cancellatodal PRA a norma dell’articolo 103del decreto legislativo 30 aprile1992, n. 285.Per ragioni di coerenza e di allinea-mento tra i diversi tributi, lo stessocriterio di computo del quadrienniodeve essere utilizzato anche in re-lazione alla detrazione IRPEF.Pertanto, nel caso prospettato ilcontribuente può provvedere al-l’acquisto di un nuovo veicolo, edavere diritto alla detrazione, a parti-re dalla data 13 aprile 2000.Per quanto concerne le novità in-trodotte dall’articolo 30, comma 7,della legge 23 dicembre 2000, n.388, si fa riferimento ai chiarimentigià forniti con la circolare n. 46/Edell’11 maggio 2001.

1.2.3 Acquisto del veicolo da partedi un disabile

D. Un contribuente portatore dihandicap riconosciuto tale ai sensidella legge n. 104/92 si è accortosolo al momento della compilazio-ne della dichiarazione modello730/2001 (redditi 2000) che la fat-tura relativa all’acquisto della suaauto (adattata alla guida relativa-mente al suo handicap) è datata 30dicembre 1999 e non 3 gennaio2000, data in cui ha effettuato il pa-gamento.Il contribuente può effettuare la de-trazione nel modello 730/2001?R. La detrazione prevista dalla let-tera c) dell’articolo 13-bis del Tuirper l’acquisto da parte di un sog-getto portatore di handicap dell’au-tovettura spetta con riferimento alperiodo d’imposta in cui tale spesaè stata sostenuta.Se il contribuente documenta diaver sostenuto la spesa nel corsodell’anno 2000, deve effettuare ladetrazione dall’imposta relativa airedditi del 2000, ad esempio trami-te la presentazione del modello730/2001.Si ricorda che si può fruire della de-trazione sia in unica soluzione conriferimento al periodo d’imposta incui l’onere è stato sostenuto che al-ternativamente ripartendo la pre-detta detrazione in quattro quoteannuali costanti di pari importo.

1.2.4Spese mediche sostenuteper familiari

D. Nel caso di spese mediche in-testate al genitore che le ha soste-nute per il figlio fiscalmente a cari-co, a chi spetta la detrazione se, incorso d’anno, il figlio percepisce unreddito superiore a lire 5.500.000?R. Ai sensi dell’articolo 12 del Tuir,sono considerati fiscalmente a ca-rico coloro che nel corso dell’annonon hanno posseduto redditi perun ammontare superiore a lire5.500.000. Pertanto, le spese me-diche sostenute per le persone nonfiscalmente a carico non danno di-ritto a detrazione, né alla personache ha sostenuto l’onere, né allapersona che ha beneficiato dellaprestazione. Nel caso prospettato,essendo ininfluente il momento incui il figlio è diventato titolare diredditi superiori a lire 5.500.000, ladetrazione non spetta ad alcunsoggetto.

1.2.5 Spese sostenute per sussiditecnici ed informatici

D. I costi di abbonamento al servi-zio che consente l’invio di una ri-chiesta rapida di soccorso attraver-so la linea telefonica sostenuti daun portatore di handicap ricono-sciuto ai sensi dell’articolo 3 dellalegge n. 104 del 1992 danno dirittoalla detrazione d’imposta previstadalla lettera c) del comma 1 dell’ar-ticolo 13-bis del Tuir per i sussiditecnici ed informatici rivolti a facili-tare l’autosufficienza e le possibilitàdi integrazione del disabile?R. Si ritiene possibile annoveraretali costi tra quelli previsti per l’ac-quisizione di supporti tecnici rivoltia facilitare l’autosufficienza del di-sabile. A tal fine è necessario che ildisabile sia in possesso di unaspecifica certificazione del medicospecialista dell’ASL di appartenen-za che attesti la valenza del sussi-dio per i suddetti scopi.

1.2.6 Spese per acquisto di oc-chiali

D. Per usufruire della detrazioned’imposta prevista per l’acquisto diocchiali da vista è sufficiente, oltrela prescrizione medica, lo scontrinofiscale rilasciato dall’ottico, ovveronecessita la fattura?R. Nel caso in cui gli occhiali davista sono stati acquistati da unottico abilitato ad intrattenere rap-porti diretti con il cliente, la relati-va spesa può essere documenta-ta dallo scontrino fiscale in alter-nativa alla fattura. In questo caso,come precisato con la circolare n.95/E del 12 maggio 2000, occorreanche un’attestazione dell’otticodalla quale risulti che l’acquisto

della protesi è necessario a sop-perire ad una patologia della vistadel contribuente o dei suoi fami-liari a carico.

1.2.7 Spese mediche per patolo-gie esenti dal contributo alservizio sanitario nazionale

D. Nel caso in cui un soggetto af-fetto da patologie che danno dirittoall’esenzione dalla partecipazionealla spesa sanitaria, non sia obbli-gato alla presentazione della di-chiarazione dei redditi (ad esempiopensionato senza altri redditi) devecomunque presentare la dichiara-zione per indicare l’importo dellaspesa medica che non ha trovatocapienza nella propria imposta? R. Il soggetto interessato dalla pa-tologia deve presentare la dichiara-zione indicando l’intero importodella spesa relativa a tali patologieed operare la detrazione del 19%fino a concorrenza dell’imposta dalui dovuta.Solo nel caso in cui questi non ab-bia alcun reddito o possiede reddi-ti tali da comportare un’imposta in-teramente assorbita dalle detrazio-ni soggettive non sarà tenuto allapresentazione della dichiarazionedei redditi. In tale ipotesi il familiareche ha sostenuto la spesa, potràoperare la detrazione in oggettoper l’intero onere sostenuto, entro illimite annuo di 12 milioni di spesa.

1.2.8 Spese mediche per patolo-gie esenti dal contributo alservizio sanitario nazionale

D. Nel rigo E2 (del modello 730)possono essere indicate le spesesanitarie relative a patologie esentidalla partecipazione alla spesa sa-nitaria pubblica, sostenute perconto di familiari non fiscalmente acarico per le quali le relative detra-zioni non trovano capienza nell’im-posta da questi ultimi dovuta. Sus-siste l’obbligo da parte del contri-buente di farsi certificare che la pa-tologia di cui è affetto il familiarerientra tra quelle che danno dirittoall’esenzione dalla partecipazionealla spesa sanitaria o è sufficiente,essendo magari in età molto avan-zata, che questi sia ricoverato in unistituto o clinica?R. Per poter usufruire della detra-zione relativa alle spese sanitariesostenute per familiari non a caricofiscalmente è necessario che ilcontribuente documenti che la pa-tologia di cui è affetto il familiarerientri tra quelle che danno dirittoall’esenzione dalla partecipazionealla spesa sanitaria mediante certi-ficazione rilasciata dall’azienda sa-nitaria locale.Non è sufficiente che il familiare, sia

pure in età avanzata, sia stato rico-verato in un istituto o clinica.

1.2.9 Spese mediche per patolo-gie esenti dal contributo alservizio sanitario nazionale

D. Con riferimento alla detrazioneper spese sanitarie sostenute nel-l’interesse di familiari non a caricofiscalmente si chiede di conoscerequali indicazioni devono essere ri-portate sulle ricevute mediche.R. Per poter usufruire della de-trazione prevista dall’articolo 13-bis, comma 2, del Tuir, è neces-sario che il documento che certi-fica la spesa sia intestato al con-

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 19

Chiarimenti forniti dal ministero delle finanze per la predisposizionedella dichiarazione dei redditi(Prima parte)

R U B R I C A F I S C A L E

di Giovanni Stassi

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tribuente che ha effettuato il pa-gamento e contenga l’indicazio-ne del soggetto a favore del qua-le la spesa medica è stata soste-nuta.Nel caso in cui il documento siaintestato al soggetto affetto dallapatologia, questi deve annotaresullo stesso, in funzione di auto-certificazione, quale parte dellaspesa è stata sostenuta dal con-giunto. Solo in tal caso al fami-liare stesso compete, nel limite

normativo di 12 milioni di spesa,il beneficio della detrazione.

1.2.10 Spese mediche per acqui-sto di medicinali per effet-tuare la cura “Di Bella” conprescrizione medica

D. È possibile considerare comeoneri deducibili le spese medichesostenute per l’acquisto dei medi-cinali richiesti per la cura del pro-fessor Di Bella considerando i sog-getti che praticano la cura come

portatori di handicap in quanto ri-conosciuti invalidi civili dalla com-missione USL?R. L’articolo 10, comma 1, lette-ra b), del Tuir, indica come onerideducibili le spese mediche equelle di assistenza specifica ne-cessarie nei casi di grave e per-manente invalidità o menomazio-ne, sostenute dai soggetti indica-ti nell’articolo 3 della legge n.104 del 1992. Tali oneri sono de-ducibili per l’intero ammontare

sostenuto ed anche se le spesesono state sostenute per i fami-liari. Il diritto alla deduzione è ri-conosciuto solo ai soggetti porta-tori di handicap, indicati dall’arti-colo 3 della legge n. 104 del1992. Le istruzioni al modello 730(rigo E25) prevedono che l’esi-stenza delle condizioni personalirichieste per usufruire dell’age-volazione deve essere accertatain base alle procedure previstedalla legge n. 104 ovvero da altre

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200120R U B R I C A F I S C A L E

commissioni mediche pubblicheincaricate ai fini del riconosci-mento dell’invalidità civile, diguerra, ecc. Si deve, però, rite-nere, che non sia sufficiente il so-lo riconoscimento dell’invaliditàcivile.L’accertamento della invalidità civi-le concerne, infatti la valutazionedel grado di capacità lavorativa,mentre l’accertamento dell’handi-cap attiene allo stato di gravità del-le difficoltà sociali e relazionali di unsoggetto che, se accertato, con-sente l’accesso a servizi sociali eprevidenziali nonché a particolaritrattamenti fiscali. Si tratta in definitiva di accertamen-ti concettualmente distinti in quantoperseguono finalità diverse.

1.2.11 Spese sostenute per il rico-vero di un familiare non acarico

D. Il figlio che paga la retta per ilgenitore ricoverato, il quale non siaperò fiscalmente a carico, ed esibi-sce quietanza dell’avvenuto paga-mento da lui effettivamente soste-nuto ed a lui intestata, può dedursila spesa?R. La disposizione contenuta nelcomma 2 dell’articolo 13-bis delTuir riconosce il diritto alla detrazio-ne d’imposta per le spese sanitariedi cui all’articolo 13-bis, comma 1,lettera c), del Tuir, anche qualoratali spese siano state sostenute nel-l’interesse di familiari non a caricofiscalmente, purché affetti da pato-logie che danno diritto all’esenzio-ne dalla partecipazione alla spesasanitaria.Per poter usufruire di tale disposi-zione sarà pertanto necessario cheil contribuente, oltre a documentarela spesa sostenuta, certifichi altresìche la patologia di cui è affetto il fa-miliare rientra tra quelle che dannodiritto all’esenzione dalla parteci-pazione alla spesa sanitaria.Si ricorda comunque che la detra-zione in parola spetta con riferi-mento ad un limite annuo di lire 12milioni di spesa e per la parte chenon trova capienza nell’impostadovuta dal familiare.

1.2.12 Spese mediche rimborsateD. Nel caso in cui l’esistenza dipremi versati dal datore di lavoro odal dipendente per assicurazionisanitarie non sia segnalata al punto24 del CUD 2001, possono tuttaviaessere ammesse in detrazione lespese sanitarie pur rimborsate pereffetto di premi di assicurazione sti-pulate dal sostituto d’imposta? R. In base alla lettera c) dell’arti-colo 13-bis del Tuir al contribuentespetta la detrazione anche per lespese mediche da lui sostenute erimborsate per effetto di contributio premi di assicurazione che nonsono deducibili o detraibili dal suoreddito complessivo.Tenuto conto che in relazione alpremio versato sia dal contribuenteche da altri (quali ad esempio il suodatore di lavoro) non si beneficia didetrazioni d’imposta, è possibileusufruire della detrazione per lespese sanitarie. ■

(Continua sul prossimo numero)

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L e risultanze positive, intermini assistenziali e terapeutici, evidenziate

negli ultimi cinquant’anni relativeall’interazione uomo-animale econosciute con il termine generi-co di pet therapy sono da ascri-versi alle caratteristiche del rap-porto che si viene a instaurare trail partner umano e il partner ani-male. Non è corretto parlare in te-ma di pet therapy di un prodottoo di una prestazione animale,quale si rileva nella performativitàzootecnica, in quanto il fulcro delsostrato assistenziale riposa sullepeculiarità dell’interazione uomo-animale e muta di conserva a se-conda della valorizzazione di tale

relazione. Passiamo perciò dalconcetto di reificazione o antro-pomorfizzazione dell’animale -categorie che mutano a secondache le si consideri farmaco o te-rapeuta, prodotto o prestatore diservizio - a un concetto referen-ziale che indica nella pet-partner-ship il vero motore di benessere edi assitenza. In questa logica nonè corretto parlare di un utilizzodell’animale né di un valore d’u-so, in quanto non è l’animale inquanto tale a essere utilizzatoquanto piuttosto il rapporto che,per essere valido ossia attivo, de-ve poter rivelarsi di reciproca uti-lità. L’animale assume così piena-mente il suo ruolo di alterità, con-notato da quella diversità com-portamentale e comunicativa cherende possibile l’espressione dicontenuti non paradigmatici,dando possibilità di consumazio-ne ad appetenze che vengonofrustrate nel rapporto interumano.La relazione con l’alterità non-umana diviene così il vero motoredella pet therapy che non deve inalcun modo essere consideratauno sfruttamento dell’animale népuò essere realizzata attraversolo sfruttamento dell’animale, masemplicemente valorizzando ladiversità etologica e zoosemioti-ca dell’animale. Lo studioso di

zooantropologia applicata all’as-sistenza deve orientare i pro-grammi di formazione degli ope-ratori e dei ricercatori attivi in pro-grammi di attività e terapie assi-stite da animali prima di tutto va-lorizzando i contenuti della refe-renza animale, facendo conosce-re cioè quali risorse sono in cau-sa e in che modo possono esse-re liberate nell’interazione con l’a-nimale. Solo in un’ottica di pienasoggettività del partner animale -ovvero riconoscendo le sue ca-ratteristiche percettive, cognitive,comunicative e comportamentalie dando loro piena soddisfazione- è possibile attivare quelle positi-vità che riscontriamo nella pettherapy. In questo senso è nellostesso interesse della scienza at-tivare un’ampia riflessione dibioetica animale, capace di mi-gliorare in ogni dettaglio la pet-partnership al fine di valorizzarela referenza animale e attivare unpiù alto livello di interazione conl’animale. Il punto centrale diquesta riflessione verte sulla ope-ratività onde eliminare ogni possi-bile fraintendimento circa gli am-biti applicativi, i soggetti coinvol-ti, il grado di coercizione. È es-senziale ribadire che, in una logi-ca referenziale e di interazionebiunivoca, non è possibile am-mettere alcun grado di coercizio-

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 21

Bioetica e pet therapy

Pet partnership: valorizzare la referenza animale

di Roberto Marchesini, SISCA

B I O E T I C A

BIOETICA E VALORI

Medicina, diritto e bioetica

Lo statuto pro-fessionale delmedico veteri-nario è radi-calmente mu-tato negli ulti-mi trent’anni,ciò ha portatoinevitabilmen-

te a uno scostamento delle esi-genze curricolari e dei bacini dioccupazione.Al centro di questa metamorfo-si, lo slittamento di significatoattribuito al referente animale e,in particolare, una vera e pro-pria rivoluzione paradigmaticariguardante il modello di intera-zione con l’animale domestico.Promotore di benessere e disanità, il medico veterinario difatto orienta le pulsioni e i com-portamenti che il cliente mani-festa verso il proprio animale, inuna logica di salvaguardia deibisogni fisiologici ed etologicidelle specie domestiche, ma alcontempo di tutela, lungo tuttala filiera produttiva, della salutedel consumatore. Questo librointende inoltre dimostrare co-me la bioetica applicata allescienze veterinarie possa offri-re un prezioso contributo, diconcerto alle scienze compor-tamentali, per chiarire alcunearee di problematicità nel rap-porto uomo-animale.

Roberto Marchesini, direttoredel periodico “Quaderni diBioetica”, membro del Comi-tato di Bioetica della Federa-zione Nazionale degli OrdiniVeterinari (FNOVI) e della So-cietà Italiana di Scienze Com-portamentali Applicate (SI-SCA), tiene lezioni di bioeticae di zooantropologia pressodiversi atenei. Tra i saggi rea-lizzati ricordiamo Oltre il mu-ro, Padova 1996, Il Concettodi soglia, Roma 1996, La fab-brica delle chimere, Torino1999, Lineamenti di zooantro-pologia, Bologna 2000.

Una rivoluzione copernicana

S iamo tutti testimoni della rivoluzione copernicana vissuta dallaveterinaria odierna, grazie soprattutto alla nascita delle società

culturali che ci hanno permesso di recuperare il gap che ci divideva nonsolo dalla medicina umana ma anche dai colleghi europei e di oltreo-ceano. La corsa all’aggiornamento scientifico ci ha portato oggi adesportare cultura. L’utenza può contare sul territorio nazionale di spe-cialisti qualificati, clinici, chirurghi, ortopedici, cardiologi, dalle elevatecapacità professionali che sono sempre pronti a venire in aiuto agli ami-ci a quattro zampe e non solo… Tuttavia questo nuovo percorso forma-tivo ci ha fatto dimenticare di approfondire aree del sapere che debbo-no per forza far parte del bagaglio culturale del veterinario del terzo mil-lennio. Mi riferisco alla conoscenza dell’etogramma delle varie specieanimali sottoposte alla nostra attenzione sia clinica che chirurgica, nondimentichiamo come si sia dimostrato che molte patologie sono causa-te da maltrattamenti etologici. Così come è importante con la cono-scenza delle variabili zooantropologiche che stanno alla base del nostrorapporto con gli animali e che inevitabilmente ci portano a delle rifles-sioni morali e bioetiche. Ancora una volta ci è venuto in aiuto il collegaRoberto Marchesini che, con il suo volumetto tascabile “Bioetica eScienze Veterinarie” edito dalla Edizioni Scientifiche Italiane, ci permet-te di addentrarci in maniera articolata e comprensibile nello spinosomondo dell’etica e della morale che deve quotidianamente regolare lanostra attività professionale negli ambiti più svariati da quegli zootecni-ci agli animali familiari se non all’area ispettiva. Ritengo che queste co-noscenze debbano essere imposte nel percorso formativo universitarioe far parte del bagaglio del professionista già affermato. Questo ci per-metterà infatti non solo di formare un’adeguata presa di coscienza su-gli aspetti etici e morali che debbono essere alla base di tutte le pro-fessioni che vedano coinvolto il mondo dei viventi, ma soprattutto di de-lineare un nuovo e più responsabile corredo deontologico.

Maurizio PasinatoPresidente SISCA

ne dell’animale, poiché ogni pos-sibile forzatura annullerebbe ine-vitabilmente i fondamenti dellarelazione, con effetti negativi an-che per il partner umano. Gli ani-mali domestici ben socializzatiamano l’interazione con il prossi-mo umano e quindi dovranno es-sere gli unici referenti presenti inprogetti di Attività Assistite daAnimali (AAA) e Terapie Assistite

da Animali (TAA), tenendo benpresenti tutti gli aspetti di welfareanimale e gli aspetti attinenti allescienze comportamentali appli-cate. ■

Page 21: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200122

S i stanno avvicinando lescadenze per l’introdu-zione dell’Euro e il dato

certo è che solo un italiano sudieci sembra essere pronto adaffrontare questo importantecambiamento.Da un’indagine riportata sul Il So-le-24 ORE risulta che gli ordiniprofessionali, fra questi anchequelli veterinari, non si sono as-solutamente mossi per dare pre-cise informazioni ai loro iscritti, ri-tenendo forse che questi abbia-no già sufficienti indicazioni daaltri mezzi d’informazione o dailoro consulenti.Anche per i veterinari i problemiperò non saranno pochi. Tutti iprogrammi della gestione e dellacontabilità dell’ambulatorio do-vranno essere rivisti sulla basedei nuovi riferimenti monetari,con particolare attenzione agliarrotondamenti previsti. Da set-tembre cercheremo di dare mag-giori informazioni seguendo l’iterapplicativo e le diverse scaden-ze dell’Euro per aiutarvi ad utiliz-zare al meglio il nuovo sistema.Per ora desideriamo soltanto ri-cordarvi alcune date importantied alcuni punti sui quali fare par-ticolarmente attenzione. È giusto d’altra parte sottolineareche questo cambiamento non èsoltanto contabile ma anche for-temente psicologico. È stato in-fatti constatato che soprattuttoper le persone anziane sarà uncambiamento fortemente trau-matico e di non facile apprendi-mento. Mentre sarà per noi estre-mamente più facile e sempliceviaggiare o acquistare in Europanon avendo più problemi di cam-bio, dovremo però mentalmenteabituarci a ragionare in terminidiversi con una unità di contoche vale circa 2000 £ (1936,27).Questo fatto può essere in certi

casi un vantaggio psicologico,una fattura di 1.000.000 di lire di-venterà infatti soltanto circa 500Euro ma d’altra parte si potràavere l’effetto definito “di po-vertà” che ci darà la sensazionedi avere incassi o stipendi estre-

mamente più bassi. Un altroaspetto riguarda l’abitudine, lacomodità che avremo i primi tem-pi di riferirci ad un Euro di 2000£. La mancanza di un calcolopreciso ci porterà a non averedati certi di trasformazione con li-

stini e tariffe che non corrispon-deranno a quelli in lire e non po-tranno essere maggiorati per l’ar-rotondamento effettuato. A que-sto proposito è bene ricordareche il nostro tariffario in approva-zione al Ministero della Sanità,pur nella speranza che venga alpiù presto reso ufficiale, dovràessere subito convertito in Europer essere un riferimento attuale.

CURIOSITÀLe monete avranno una faccianazionale (fronte) ed una facciaeuropea (retro) comune a tutti.Avranno bordi differenziati e se-gni in rilievo per i non vedenti. Lebanconote invece avranno dise-gni simbolici riconducibili alle fa-si storiche dell’UE e al patrimonioarchitettonico europeo. L’area diinteresse della moneta europea

Attenti all’€urosarà in realtà molto più ampiadell’Unione Europea, interessan-do anche l’Europa dell’est, zonadi influenza del marco tedesco,Cuba e i numerosi stati africanilegati al franco francese o allamoneta portoghese. ■

A T T U A L I T À

Scadenze

20011 agosto: importante è cominciare ad affrontare i vari problemi di tra-sformazione individuando la persona all’interno della nostra struttura oin un rapporto di consulenza che possa essere referente attento edinformato per tutte le procedure che dovremo avviare facendo molta at-tenzione a farlo gradualmente per evitare di bloccare a un certo puntol’attività per dover intervenire all’ultimo momento su tutti i problemi chedovranno essere affrontati.1 settembre: inizia la distribuzione delle prime monete in Euro aglisportelli bancari e quelli postali1 novembre: inizia la distribuzione di banconote in Euro alle aziendeoperative nel settore commerciale15 dicembre: saranno resi disponibili anche al pubblico i primi kit dimonete in Euro che non potranno essere utilizzati prima del 31 dicem-bre 2001.

20021 gennaio: l’Euro diventa la nuova moneta per tutti i paesi Europei chehanno aderito all’Unione monetaria. Da questo momento la contabilità,le fatture i bilanci devono essere esclusivamente in Euro. I conti cor-renti sono già stati trasformati in Euro, gli assegni possono essereemessi soltanto in questa valuta, i bancomat servono soltanto in Euroed inizia la circolazione di banconote e monete. Tutti i listini, le tariffe ei prezzi dovranno essere espressi in Euro.28 febbraio: fino a questa data si potrà ancora pagare in lire e si avràpertanto una doppia circolazione delle due valute. Oltre alle banche eagli uffici postali si potranno cambiare le lire anche presso qualsiasiazienda commerciale che saranno comunque tenute ad accettare le li-re in pagamento dando però, possibilmente, il resto in Euro.1 marzo: da questo momento la lira non ha più corso legale e questavaluta non potrà più essere utilizzata ma potrà soltanto essere conver-tita in Euro presso tutte le filiali della Banca d’Italia ancora per dieci an-ni fino al 1 marzo 2012.

1 Euro = 1936,27 LireL’Art. 5 del Regolamento CE 1103/97 stabilisce che nel caso di con-versione in Euro, l’importo ottenuto deve essere arrotondato:

• Per difetto al centesimo di Euro più vicino nel caso in cui il millesi-mo è minore di 5Es: Lit. 120.000 = € 61.9748278… = € 61,97

• Per eccesso al centesimo di Euro più vicino nel caso in cui il mil-lesimo è uguale o maggiore di 5

Es: Lit. 100.000 = € 51,6456…= € 51,65Es: Lit. 125.000 = € 64,557111…= € 64,56

N.B. in attesa di conversione all’Euro dei vostri sistemi informativi il sim-bolo € si può ottenere individuando nella tabella dei simboli.

di Antonio Manfredi

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Cremona 1-2-3 giugno 2001

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www.tesoro.it

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EUROLANDIA

http://eurolandia.tin.it

1 centesimo19 lire

2 centesimi39 lire

5 centesimi97 lire

10 centesimi194 lire

20 centesimi387 lire

50 centesimi968 lire

1 Euro1.936,27 lire

2 Euro3.872 lire

5 Euro9.681 lire

10 Euro19.363 lire

20 Euro38.725 lire

50 Euro96.813 lire

100 Euro193.627 lire

200 Euro387.254 lire

500 Euro968.135 lire

Page 22: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 23

I n merito al quesito sullapossibilità che le struttureveterinarie private possano

beneficiarsi delle agevolazioni pre-viste per la imprenditoria femminile,si ritiene quanto segue:Il medico veterinario può esercita-re la libera professione sia pressouna struttura veterinaria privata(obbligo di autorizzazione sanita-ria) sia in maniera itinerante opresso lo studio veterinario (asso-ciato o non). Nel caso delle strutture veterinarieprivate nessuna norma vieta chela stessa sia organizzata in formasocietaria: in ogni caso si ha l’ob-bligo d’indicare il nominativo deldirettore sanitario responsabiledella struttura. Pertanto, le strutture veterinariepossono essere gestite da società(ambulatorio veterinario Srl, clinicaveterinaria Spa, ecc.) dalle qualipossono far parte soci sia laureatiin medicina veterinaria o meno, acondizione che come responsabiledella struttura sia nominato un me-dico veterinario iscritto all’Albo (di-rettore sanitario). Allo stesso modoè anche possibile che una strutturaveterinaria sia organizzata comeimpresa individuale il cui titolarepuò essere un medico veterinario onon, a condizione sempre che il di-rettore sanitario sia un laureato inmedicina veterinaria regolarmenteiscritto all’Ordine.Fermo restando quanto sopra, ve-diamo ora chi può beneficiarsidelle agevolazioni previste dallaL. 215/92 sulla imprenditoria fem-minile.Tra i soggetti che possono accede-re ai benefici previsti dalla legge(art. 2, comma 1, lett. a) troviamo:• le società di persona, costitui-

te in misura non inferiore al 60%da donne;

• le società di capitali le cuiquote di partecipazione spetti-no in misura non inferiore ai dueterzi a donne e i cui organi diamministrazione siano costituitiper almeno i due terzi da don-ne;

• le imprese individuali gestiteda donne, che operino nei set-tori dei servizi.Inoltre, il D.P.R. 314/00 (Regola-mento per la semplificazionedel procedimento recante la di-sciplina del procedimento rela-tivo agli interventi a favore del-l’imprenditoria femminile) haprecisato che possono pre-sentare domanda per acce-dere ai benefici di cui alla L.215/92 le imprese operanti neisettori dei servizi rientranti nelladefinizione comunitaria di pic-cola impresa1.

Si desume, quindi, che le struttu-re veterinarie private costituitecome impresa individuale o co-me società, se rispondono ai re-quisiti prescritti nelle due normesopra menzionate, possono pro-porre domanda per usufruire deibenefici in esse previsti.

Nota

1 D.M. 20.12.1996: …è definita “piccola

l’impresa” quella che:

a) ha meno di 50 dipendenti e,

b) ha un fatturato annuo non superiore a 7

milioni di ECU, oppure un totale di bilancio

annuo non superiore a 5 milioni di ECU;

c) ed è in possesso del requisito di indipen-

denza, come definito al successivo comma

4: …è considerata indipendente l’impresa il

cui capitale o i diritti di voto non siano dete-

nuti per il 25% o più da una sola impresa op-

pure congiuntamente da più imprese non

conformi alle definizioni di piccola e media

impresa o di piccola impresa secondo il ca-

so, pertanto, al fine di effettuare la verifica

del requisito di indipendenza, debbono es-

sere sommate tutte le partecipazioni al capi-

tale sociale o i diritti di voto detenuti da im-

prese di dimensioni superiori. La predetta

soglia può essere superata nelle due fatti-

specie seguenti:

a) se l’impresa è detenuta da società di in-

vestimenti pubblici, società di capitali di ri-

schio o investitori istituzionali, a condizione

che questi non esercitino alcun controllo in-

Strutture veterinarie ed imprenditoria femminile

dividuale o congiunto, sull’impresa;

b) se il capitale è disperso in modo tale che

sia impossibile determinare da chi è detenu-

to e se l’impresa dichiara di poter legittima-

mente presumere la sussistenza delle con-

dizioni di indipendenza. ■

A T T U A L I T À

di Maria Del Carmen, Moreno

Lopez*

* Istituto di Medicina Legale e Legislazione Veterinaria, Università degli Studi di Milano

Page 23: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

circa 2 anni fa, ha realizzato la pre-visione di una grande associazioneche potesse unire in una sola tantesigle, già allora operative nel setto-re, per acquisire maggiore rappre-sentatività e quindi più forza neiconfronti delle istituzioni politiche,di Enti Pubblici, Università, Asso-ciazioni Industriali, altre categorieprofessionali, ecc... in modo da po-ter meglio affrontare i numerosi pro-blemi che affliggono la nostra cate-goria. L’ANMVI però è poi nata con carat-teristiche abbastanza diverse daquelle indicate nello schema. Infat-ti quando alcune associazioni na-zionali (SCIVAC, SIVAR, SIVAE e SI-

R iflettendo su alcuni re-centi avvenimenti chestanno trasformando il

mondo veterinario sono andato a ri-leggermi un articolo apparso suProfessione Veterinaria n° 1, Mar-zo 1992 dal titolo Progetto 2000.Prospettive di sviluppo del settoreveterinario. A distanza di quasi 10anni volevo vedere quante e qua-li di quelle previsioni si fossero av-verate. Riprendendo lo schema allora pro-posto, constatiamo che alcune po-sizioni sono rimaste immutate: laFNOVI che, in attesa della riformadegli Ordini che potrà modificaremolte cose, ha certamente espres-

so una maggiore dinamicità,- le As-sociazioni industriali, che purtrop-po continuano ad evidenziare unacerta rigidità rispetto all’evoluzionedel settore, e gli Enti pubblici con iquali si continua ad avere spessodifficoltà di rapporto nonostante, ilmaggior impegno della FNOVI e lanascita dell’ANMVI abbiano miglio-rato l’immagine e la forza di con-fronto della nostra categoria. Tutti gli altri punti meritano una ap-profondita analisi soprattutto alla lu-ce di due avvenimenti che hanno opotranno modificare certi equilibriall’interno del mondo veterinario.La nascita dell’ANMVI, Federazio-ne di 14 Associazioni, costituitasi

VE) hanno deciso di partire conquesto nuovo progetto associativo,ritenendo ormai maturi i tempi, e lohanno proposto a tutte le altre as-sociazioni, hanno riscontrato subitomolto interesse da parte di quellepiù attive ed attente anche ai pro-blemi professionali, ricevendo alcontrario un rifiuto da parte di quel-le che hanno una forte connotazio-ne universitaria o che al loro internoospitano anche altre categorie pro-fessionali, soprattutto allevatori. Permotivi diversi era venuta a manca-re anche l’adesione dell’AIVPA. Per quanto riguarda i Sindacati, findalla sua costituzione l’ANMVI hadichiarato di non voler in alcun mo-

do svolgere attività sindacale chie-dendo quindi al SIVELP ed al SI-VEMP di collaborare su progetti digrande importanza per tutta la ca-tegoria. Mentre con il SIVEMP c’èstato uno scambio di opinioni, il SI-VELP, che già si trovava in una si-tuazione di difficoltà che ha portatoalle dimissioni della Segreteria e al-l’interruzione della pubblicazionedel suo Notiziario non ha potutosviluppare un rapporto di collabo-razione che sarebbe, al contrario,molto utile per la libera professione. In questo panorama generale si in-serisce il nuovo progetto editorialedi Le Point Vétérinaire: il “Club delVeterinario”. Questa nuova rivistache nasce con l’idea di offrire ai ve-terinari varie proposte editoriali, as-sicurative e culturali, comporta an-che l’iscrizione gratuita ad un nuo-va associazione con funzioni tecni-che, scientifiche e di supporto delprogetto editoriale: “AssociazioneClub del Veterinario”. Se andiamo a vedere i nomi delprimo Consiglio Direttivo, dei re-sponsabili delle Commissioni edei soci fondatori ci rendiamo su-bito conto che questa associazio-ne, un po’ anomala per caratteri-stiche e finalità, sta raccogliendointorno a sé proprio i rappresen-tanti di quelle organizzazioni eassociazioni che a suo tempoavevano rifiutato di aderire, osemplicemente di collaborarecon l’ANMVI, come la SISVET ilSIVEMP, la SIPAS, l’AIVPA e la SI-PAOC. Se a questo aggiungiamoche la SIB già da tempo ha unastretta collaborazione con l’edito-re Le Point Vétérinaire, sembraproprio che il mondo veterinariosi sia spaccato in due, da unaparte l’ANMVI che rappresenta ilmondo professionale e dall’altraquesta nuova associazione chefinirà di rappresentare l’universitàe il sindacato pubblico. Una spaccatura forte e forse anchedannosa per la Categoria se non siriuscirà a trovare il modo di dialo-gare. In tutto questo resta ancoraun’incognita: il SIVELP. Il Sindacato dei liberi professionistiha appena rinnovato i suoi organidi rappresentanza. Quali strategieadotterà la nuova Segreteria Na-zionale? Saprà individuare la scel-ta migliore per sostenere il mondoprofessionale? Il nuovo SegretarioNazionale, Gastone Dalmonte, inuna intervista rilasciata all’indoma-ni della sua elezione ha dichiaratoche il Notiziario Sivelp sarà trasfor-mato da mensile in trimestrale, di-radando così la sua periodicità eche quindi il Sindacato cercherà“la possibilità di essere ospitatoperiodicamente con proprie rubri-che o interventi nella stampa di ca-tegoria”. Quali saranno le riviste del setto-re alle quali il SIVELP chiederàospitalità? O forse le mie considerazioni sonosoltanto fantapolitica? ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200124

Noi e gli altri

R I F L E S S I O N I

di Paolo Bossi

Vice Presidente ANMVI

PERUGIA 28, 29 e 30 SETTEMBRE 2001

PROGRESSI E PROBLEMI IN

MEDICINA FELINA

CONGRESSO INTERNAZIONALE SCIVAC

European Society of Feline Medicine Società Italiana di Medicina Felina

in collaborazione conAssociazione Veterinari Umbri Liberi Professionisti

PROGRESSI E PROBLEMI IN

MEDICINA FELINA

CONGRESSO INTERNAZIONALE SCIVAC

Page 24: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

L a storia della malattia dagraffio del gatto ci deveinsegnare qualcosa. Per

i pochi che non avessero cono-scenza dei fatti, riassumo. Ricer-catori veterinari dell’Università diPavia partecipano ad un conve-gno relazionando sulle ultimescoperte nel campo della CSD(Cat Scratch Disease) e fin quitutto bene. Il problema nascequando la stampa, Corsera in te-sta, scrive in prima pagina a ca-ratteri cubitali: “Allarme gatti, ar-riva il morbo dei graffi. Già se-gnalati casi nell’uomo”. Dalmomento che io stesso faccio ilgiornalista da parecchi anni co-nosco come vanno queste cose.Di solito le testate come Corsera,Repubblica, ecc. hanno dei gior-nalisti che coprono le notiziescientifiche e vengono inviati aicongressi più importanti (quellisull’AIDS purtroppo sono i piùgettonati). Può darsi che a quelcongresso ci fosse qualcuno ditali giornalisti, ma può anche dar-si, come più spesso accade, chei ricercatori stessi abbiano volutodare il giusto risalto alle propriefatiche. Quello che per loro è ilgiusto risalto è completamentediverso per il giornalista, all’eter-na caccia dello scoop. Da quiforse è venuta fuori la distorsionedella realtà. Mi permetto di tra-scrivere quanto da me pubblica-to su Libero in quei giorni. “Sia chiaro, non sto mettendo indubbio che la ‘malattia da graffiodel gatto’ o ‘cat scratch disease’esista e che, in rarissimi casi, pos-sa portare a complicazioni ancheserie (sebbene non sia mai statoriportato nella letteratura un solocaso fatale), ma da qui all’arrivodel morbo, dell’epidemia ce nepassa di acqua. Anche il richiamodei ricercatori ai veterinari perchéprendano coscienza del proble-ma e facciano prevenzione sul-l’uomo, eseguendo esami delsangue sul gatto, suona un tanti-no ridicolo, se solo si pensa che itest sono poco attendibili, che ilgerme va e viene dal sangue, co-sì come gli anticorpi, e che in unabuona parte dei gatti infettati spe-rimentalmente il batterio misterio-samente sparisce dopo tre mesi.Fare prevenzione sull’uomo? So-no cinquant’anni che si parla diquesta malattia e i veterinari nehanno piena coscienza, se non al-tro perché dovrebbero essere iprimi ad ammalarsi. La prevenzio-ne sull’uomo la stiamo già facen-do: consigliamo a chi viene graf-fiato da un gatto di lavarsi e di-sinfettarsi e, la prossima volta, distare più attenti a maneggiarlo.Quanto al fatto che sono ‘già se-gnalati casi nell’uomo’, come scri-ve il Corsera nel sottotitolo, suquesto bisogna dire che il quoti-diano ha fatto centro... Il primo ca-

so nell’uomo è stato descritto nel1931 da Debrè, in Francia.Certamente la stampa ha esage-rato con il tamburo, ma anche l’o-perato dei colleghi ricercatori

non mi è parso del tutto limpido.Certi richiami a prendere co-scienza, a fare prevenzione sul-l’uomo e soprattutto ad effettuareesami sul sangue dei gatti sono

parsi fuori luogo, anche perché,nel caso degli esami di laborato-rio, questi si rivelano assoluta-mente inattendibili ed inadeguatial controllo della malattia.

Sono il primo ad affermare che iveterinari devono sfruttare mag-giormente i mass media (lo vadodicendo inascoltato da anni), maest modus in rebus”. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 25

Il graffio del gattodi Oscar Grazioli

Medico Veterinario, Reggio Emilia

L ’ O P I N I O N E

Page 25: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200126

N ell’ormai consolidatoscenario del Chiostro diS. Maria La Nova in Na-

poli si è svolta, nelle giornate del 4e 5 maggio, la terza edizione del-la “Manifestazione Culturale a Tu-tela del Mondo Rurale, dei Prodot-ti Agro-Alimentari Tipici e delle At-tività Produttive di Interesse Vete-rinario”. La manifestazione, pro-mossa ed organizzata da SIVtro-Campania e patrocinata dalla Re-gione Campania, dalla Provinciae dal Comune di Napoli, ha vistoanche quest’anno la partecipazio-ne di numerose autorità, allevato-ri, docenti universitari, esperti dicooperazione internazionale, stu-denti. Il gruppo Campano di SIV-tro-VSF Italia è impegnato da di-versi anni in due ambiti solo ap-parentemente distanti tra loro: lacooperazione internazionale inambito rurale e la tutela e promo-zione dei prodotti alimentari tipicicampani e del sud Italia. Il pro-gramma delle due giornate preve-deva tavole rotonde, mostre foto-grafiche e degustazione di pro-dotti tipici. Alla tavola rotonda daltitolo “Lo sviluppo rurale nellacooperazione internazionale, sta-to attuale e prospettive future”,moderata dal Dr. Daniele De Me-neghi, Vicepresidente di SIVtro-VSF Italia, sono intervenuti, tra glialtri, il dott. Antonio Barsanti, per il“Progetto di Sanità Animale neicampi profughi Saharawi” ed ilProf. Federico Infascelli dell’Uni-versità di Napoli Federico II, cor-

responsabile del “Progetto di Svi-luppo dell’allevamento bufalino aCuba”, che hanno presentato unampio e suggestivo resocontodelle attività svolte da VeterinariSenza Frontiere nelle suddette zo-ne. In merito al primo progetto èstata anche allestita nel chiostrouna mostra fotografica sul lavorosvolto da SIVTRO-VSF Italia inSaharawi, mentre per Cuba è sta-to illustrato lo studio di fattibilitàdel progetto, che lascia intrave-dere un futuro di proficua collabo-razione tra SIVtro-Campania, laRegione Campania ed il Ministerodell’Agricoltura Cubano. La se-conda tavola rotonda dal titolo “Ilmondo rurale oggi: parlano i pro-tagonisti”, ha visto invece sedutiallo stesso tavolo autorità qualil’Assessore all’Agricoltura dellaRegione Campania, on. VincenzoAita, il Presidente della Provinciadi Napoli, on. Amato Lamberti, epiccoli e medi operatori del setto-re agrozootecnico campano. Èstato questo, a nostro avviso, ilmomento più intenso e importantedella manifestazione. Tra gli altri,ci fa piacere ricordare l’interventodel sig. Antonio Naclerio del Con-sorzio Allevatori di Razza Agero-lese che con parole semplici, maefficaci ed appassionate, ha illu-

strato alla platea i motivi di unascelta di tipicità e di qualità deiprodotti che lo ha proiettato dauna condizione di “uomo di stalla”e di subalternità al mercato, adun’altra ben più gratificante di al-levatore-trasformatore, aventerapporti con una clientela semprepiù ricettiva ed esigente in temadi qualità. Durante il dibattito, sa-pientemente moderato dal prof.Luigi Zicarelli dell’Università Fe-derico II di Napoli, è emersa sem-pre di più l’esigenza di salvaguar-

dare i nostri prodotti e la loro qua-lità dall’attacco combinato dellegrandi multinazionali, dell’indu-stria di trasformazione, della gran-de distribuzione e di un poterepolitico troppo spesso occupato asalvaguardare gli interessi dei piùforti, piuttosto che a difendere lepiccole realtà locali, depositariedi conoscenze e culture “diver-se”, e della nostra stessa identitàculturale. Difendere i prodotti tipi-ci significa, tra l’altro, garantire lapermanenza dell’uomo in zonedepresse, creando i presuppostiper uno sviluppo economico at-traverso la rivalutazione del sape-re e delle risorse locali. È interes-sante notare come questo discor-so possa essere trasferito, fattesalve le differenti realtà e modalitàdi intervento, anche ai Paesi in via

di Sviluppo. Ed è proprio in que-sto impegno contro il grande ten-tativo generalizzato di appiatti-mento della cultura, del gusto, deimodelli di sviluppo, oltre che nelsostegno a popolazioni disagiate,che va inquadrata la doppia atti-vità locale ed internazionale diSIVtro-Campania. Altro obiettivodella manifestazione era quello dipromuovere la visibilità dei pro-dotti avvicinando il mondo dellacittà al mondo rurale. La manife-stazione ha ospitato, infatti, al-l’ombra del chiostro, diversi pro-duttori che hanno offerto degusta-zioni dei loro prodotti. Tra i tanti,permettetemi di ricordarne uno diautofinanziamento, con vendita di“Mojito,” cocktail cubano dal fre-sco sapore di menta, ben noto al-le decine di studenti, veterinari ezoonomi, iscritti a SIVtro-Campa-nia e non, che hanno lavorato conentusiasmo e spirito di sacrificio(e soprattutto a titolo gratuito) perla riuscita della manifestazione.Infine non poteva certo mancarel’elemento “festaiolo” di piazzacon musica etnica e degustazio-ne di fior di latte vaccino, mozza-rella di bufala e formaggi ovicapri-ni. Particolarmente interessante èstato il grande successo delle sal-sicce e della carne di bufala allagriglia tra i visitatori affluiti in grannumero, segno che tali prodottihanno un sicuro avvenire. Raffor-zati nel nostro impegno, vi invitia-mo a partecipare all’edizione delprossimo anno. ■

I Veterinari Senza Frontiere a tutela del mondo rurale e delle attività produttive di interesse veterinario

D A L L E A S S O C I A Z I O N I

di Giovanni Piccolo

SIVtro-Campania

Iso 9000 per laSCIVAC

L o sviluppo dell’aggiorna-mento professionale e la

crescente richiesta di iniziative inquesto campo hanno fatto nasce-re molte iniziative spesso anchedi discutibile qualità e di basso li-vello culturale. Da anni gli opera-tori seri attivi in questo settoresentono l’esigenza di poter garan-tire ai propri utenti il livello dei pro-pri servizi. In assenza di un siste-ma nazionale di accreditamentoin questo settore alcuni degli entipiù qualificati hanno iniziato a va-lutare procedure di auto valuta-zione ricorrendo a certificazioniIso 9000. La SCIVAC pur poten-do già garantire la serietà delleproprie attività avendo ottenutodopo tredici anni di attività il rico-noscimento di personalità giuridi-ca per “il perseguimento di fina-lità scientifiche e culturali per fa-vorire l’educazione permanentedei membri nel settore degli ani-mali da compagnia” ha comun-que deciso di avviare la proce-dura per ottenere la certificazio-ne Iso 9000.

Amico Friskies

È iniziato l’aggiornamentodegli indirizzi e degli orari

di apertura delle strutture aderen-ti al network “Amico Friskies” perfornire ai proprietari di animali do-mestici che chiamano il numeroverde 800-525.505, indicazioniprecise in caso di necessità oemergenza, sulla struttura veteri-naria aperta e a loro più vicina. L’aggiornamento è a cura di ungruppo di operatori telefonici spe-cializzati in questo tipo di servizioe ruberà solo pochi minuti. Il compito degli operatori telefoni-ci è di richiedere i vostri dati ana-grafici e se la struttura effettuaservizi di reperibilità e/o di prontosoccorso con veterinario in sede. Ricordiamo che possono aderireal servizio tutti i Medici Veterinariinteressati, richiedendo la schedadi adesione alla SCIVAC(0372/403506). Il Corriere dellaSera di Venerdì 13 luglio con il ti-

tolo “Veterinari in linea” ha ricor-dato a quanti partono per le va-canze con il proprio cane o gattoche il numero verde 800.525.505darà la possibilità in ogni momen-to di prendere contatti con un ve-terinario.

People andAnimals

P eople and Animals, a glo-bal perspective for the 21th

century: questo il titolo della nonaconferenza internazionale sull’in-terazione uomo-animale organiz-zata a Rio dal 13 al 15 settembre2001. Tutte le informazioni sonoreperibili al sito www.afirac.orgoppure al sito www.iahaio.org

Si terrà presso la Universityof Veterinary Medicine di

Vienna dal 29 settembre al 1 Otto-bre 2001 la EU-Conference- Food

Safety and Veterinary PublicHealth: “Safety Assurance duringFood Processing”. Il programma preliminare e leinformazioni utili alla partecipazio-ni sono pubblicate al sito: http:/ /www.vu-wien.ac.at/au-sland/econfVPH.htm

L’ECVS premiauna Collega

Italiana

A luglio, al Congresso dell’Eu-ropean College Veterinary

Surgery è stata premiata con ilResident Forum Award la CollegaKarin Schmidt, nata a Sassuolo, li-bero professionista, dipl. ECVS.Il lavoro che le ha fatto meritare ilriconoscimento è: Treatment ofradius-ulna fractures by meansof the Ilizarov technique: 21 ca-ses. “La trattazione presentata -ci ha detto la Collega - è il fruttodel lavoro di cinque anni di espe-rienza di tecnica chirurgica svol-ta all’interno dell’ambulatorio ve-terinario associato M.E. Miller diCavriago (RE) al fianco di Gian

Luca Rovesti nella veste di su-pervisor ECVS”. “Per un liberoprofessionista – ha aggiunto laSchmidt – è come togliersi la pel-le, è un surplus professionaleche costa molto in termini di tem-po e di impegno”.

CIRCOLO VETERINARIOMILANESE

INCONTRI DI DERMATOLOGIA7/10, 21/10, 11/11 2001(Relatore Dott. Fabbrini)

CORSO DI BASE DI ECOGRAFIA13-14/10, 27-28/10, 11-12/11

(Relatori: Dott. Faverzani;Dott. Rubini; Dott. Pirovini)

Per informazioni:02/29400945

(Ordine di Milano),031/304949 (Ordine di Como),

e-mail [email protected] Internet: www.cvm-online.it

Page 26: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

VENERDÌ 15 SETTEMBRE 2001h. 10. 00 - Aula Messieri Facoltà di Medicina Veterinariadi Bologna

Relatori:Dott. Alessandro Zocca,

Prof.ssa Rosanna Scipioni,Dott.ssa Giovanna Martelli,

Dott.ssa Maria Luce Molinari,Dott. Andrea Malgeri,Dott. Lorenzo Rossi,

Dott. Andrea Campani,Dott. Claudio Vezzani.

Programma:10.00 Introduzione della giornata

Dott. Alessandro Zocca(Libero Professionista)

10.15 Benessere degli animali inallevamento: normelegislative e applicazionipratiche

Prof.ssa Rosanna Scipioni(Facoltà di MedicinaVeterinaria - Bologna)

10.45 Allevamento biologico:attualità e sviluppi futuri

Dott.ssa Giovanna Martelli(Facoltà di MedicinaVeterinaria - Bologna)

11.15 Omeopatia unicista e sua

applicazione negli

allevamenti biologiciDott.ssa Maria Luce Molinari(Libero Professionista) - Dott.Andrea Malgeri (LiberoProfessionista)

12.30 Discussione

13.00 Pausa pranzo - Buffet

offerto da FATRO

14.30 Trattamento omeopaticodelle mastiti bovineDott. Lorenzo Rossi(Libero Professionista)Dott. Andrea Campani(Libero Professionista)

16.00 Fitoterapia: un’alternativaalla terapia tradizionaleDott. Claudio Vezzani(Marketing Advisor FATRO).

16.30 Discussione

InformazioniSegreteria SIVARTel. 0372/[email protected]

GRUPPO FATRO

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 27D A L L E A S S O C I A Z I O N I

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI

DI PERUGIA

FACOLTÀ DI MEDICINA

VETERINARIA

Dipartimento di Patologia,

Diagnostica e Clinica

Veterinaria

Sezione di Ostetricia e

Ginecologia

FACOLTÀ DI MEDICINA E

CHIRURGIA

Dipartimento di Scienze

Ginecologiche, Ostetriche e

Pediatriche

Centro di Medicina Perinatale

e della Riproduzione

IL LIQUIDOSEMINALE

NELL’ANIMALE E NELL’UMANO:

ASPETTILABORATORISTICI

E CLINICI

Presidenti: Vincenzo Lauro -

Massimo Porena

Fausto Santeusanio

Coordinatori: Stefano

Degl’Innocenti

Gian Carlo Di Renzo

30 ottobre 2001

Perugia, Aula Magna della

Facoltà di Medicina

Veterinaria - ore 9.00

Via S. Costanzo, 4

L’ALLEVAMENTO BIOLOGICO BOVINO E SUINO INCONTRO DI AGGIORNAMENTO

Page 27: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200128

AISAe Veterinaria

Caro Scotti,sull’ultimo numero della Settima-na Veterinaria ho letto un lungoarticolo, ben tre pagine, dedicatoall’AISA. Me lo sono letto tuttoanche perché essendo in ferienon avevo proprio niente di me-glio da fare. In tutte le dichiara-zioni del Presidente AISA e deivari Vicepresidenti e in tutti gli al-tri documenti e commenti riporta-ti e sempre riferiti a questa asso-ciazione la parola VETERINARIOnon esiste. In verità il Dr. Pradel-la, il Presidente, quando parla didistribuzione accenna en pas-sant all’esistenza del veterinarioma in modo del tutto casualequasi come se questa figura pro-fessionale fosse lì per caso. Man-ca completamente anche il mini-mo riferimento alla nostra cate-goria con la quale, al contrario,l’AISA dovrebbe incominciare unconfronto serio e costruttivo sedesidera veramente far crescerequesto settore in modo corretto erispettoso dei compiti, dei ruoli edelle responsabilità delle diversefigure professionali. Sino a chequeste logiche non cambierannoil nostro sarà sempre un terrenodi conquista.

Gianluca Mazzetti

Sinceramente non ho letto l’arti-colo a cui fai riferimento. Ho pas-sato al Dr. Pradella la tua lettera esono certo che al più presto cifarà pervenire una sua risposta inmerito.

Clubveterinario?

non capisco…Caro Carlo,in questi giorni la Settimana Vete-rinaria sta presentando ad alcuniveterinari “rappresentativi” il pro-getto di un Club per veterinariche offre agli iscritti sconti su al-

cuni servizi, abbonamenti e ac-quisto di libri. Personalmente do-po l’ultima esperienza fatta con ilClub di Topolino, e sono passatimolti anni, non ho più fatto partedi nessun club. Ma questa è unamia posizione personale. Ognu-no è libero di costituire e aderireal club che vuole se ritiene che cipossa essere un buon ritornoeconomico. Quello che proprionon riesco a capire è il meccani-smo di adesione automatica adun’associazione a seguito di unabbonamento ad una rivista e ilfatto che questa associazione indefinitiva non si ponga alcuna fi-nalità, né di aggiornamentoscientifico né di rivendicazionesindacale. E allora a cosa serve?Mi sembra che qualcosa non tor-ni: faccio molta fatica a capirecome le personalità citate trovinocompatibili i loro ruoli istituzionalie la gestione di un CLUB con ob-biettivi commerciali. Se tu l’haicapito per favore spiegamelo.

Michele Fortini

Clubveterinario?

ingenui!Caro Scotti, mi sembrate tutti un po’ ingenui.Scusami non voglio certo offen-derti ma riferendomi a quantoscritto dal collega Rimoldi nelloscivac forum a proposito delClub del Veterinario mi sembraproprio che molti non abbianoancora capito.Giustamente il collega si chiede-va quale fosse la funzione di unaassociazione il cui consiglio ècomposto da noti personaggidell’area pubblica e universitaria,per garantire il viaggio a Cuba?Ma secondo voi queste impor-tanti figure della veterinaria gio-cherebbero il loro nome per unruolo così sciocco ed inutile? Eperché mai il mondo professio-nale, quello che conta, è comple-tamente escluso da questo pro-getto? Permettetemi di risponde-

re così: “A pensare male si sba-glia ma si indovina” (credo l’a-vesse detto Andreotti, finissimaintelligenza politica) e allora per-mettetemi di pensare male…

Per quanto mi riguarda, mi sentodi aggiungere soltanto che ilClub Veterinario è un’operazionedi marketing che ricalca iniziativesimili già presenti in diversi altrisettori. Certamente, Le Point Ve-terinaire saprà organizzarlo beneavendo già dimostrato di avereottime capacità imprenditoriali. Il progetto del Club si basa sullapossibilità per il veterinario di ot-tenere sconti su libri, abbona-menti, viaggi, ecc… pagandouna quota di iscrizione di130.000 lire. È una formula giàda tempo collaudata verso laquale nutro le mie personali riser-ve, perché non vedo la necessitàdi essere iscritti a club o similiquando sconti e agevolazioni,anche molto buone, si possonoottenere sul mercato stesso. Ègiusto però rimandare un giudi-zio a quando il progetto sarà de-finitivo. Staremo a vedere.

ECMobbligatorio

Caro Carlo,riconosco che la posizione del-l’ANMVI in riferimento all’ECM ècorretta da un punto di vista diprincipio ma è assolutamentepoco realistica. Comprendo be-nissimo che un’associazioneche rappresenta 9.500 veterina-ri, in gran parte liberi professio-nisti debba esprimere giusta-mente una posizione di rifiuto aduna imposizione di aggiorna-mento culturale scientifico obbli-gatorio decisa dal Ministero econtrollata pedissequamentecon logiche da ragioniere in ter-mini di punti e di accrediti. Èd’altra parte vero che sono mol-tissimi i veterinari che dopo la

laurea, e sappiamo bene qualesia il livello di cultura che ci for-nisce l’università, hanno diffi-coltà non dico a partecipare adun congresso ma anche soltantoa sfogliare una rivista scientificaaccontentandosi di quanto giàimparato o ritenendosi sufficien-temente appagati. Tenendo con-to che l’esame di stato non con-trolla assolutamente la prepara-zione del futuro veterinario ab-biamo sul “mercato” centinaia dicolleghi fondamentalmente“ignoranti” che rovinano la no-stra immagine esprimendo un li-vello professionale a volte dav-vero penoso. Ben venga quindil’ECM se obbligherà colleghigiovani presuntuosi o più anzia-ni già arrivati sul piano economi-co a doversi nuovamente con-frontare con l’evoluzione scienti-fica e culturale del nostro lavoropotendo così offrire ai propriclienti un livello di servizio unpo’ migliore. Se l’ANMVI e le va-rie società scientifiche pensanodi poter sensibilizzare all’aggior-namento questi colleghi offren-do sempre più iniziative di livellidiversi e maggiormente distri-buite sul territorio nazionale si il-ludono di poter ottenere qualche

risultato. La verità è che soltantol’obbligatorietà e soprattutto, ri-gido controllo sulla partecipa-zione e l’apprendimento servi-ranno a migliorare un po’ questasituazione. D’altra parte questoimpegno ormai previsto a livelloeuropeo sarà sicuramente inse-rito nella prossima riforma degliordini prevedendo la sospensio-ne dell’iscritto in mancanza diun continuo aggiornamento.

Giovanni Baldi

L E T T E R E A L D I R E T T O R E @

Non vorrei mai far partedi un club che accettasse tra

i suoi soci uno come me.Groucho Marx

La rivista non è responsabile dei contenuti degli annunci.La loro pubblicazione è libera e gratuita.

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Page 28: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

PROFESSIONE VETERINARIA 7/2001 29A T T U A L I T ÀA T T U A L I T ÀN O T I Z I E D A L L E A Z I E N D E

REDONYL®:oggi anche inpasta orale, piùfacile per il gatto

Forte del successo ottenuto con ilPalmidrol nel gatto (si veda lo stu-dio clinico pilota su placca e gra-nuloma eosinofilico, pubblicato suln° 12, 2001 di Veterinary Dermato-logy1), Innovet sta introducendo inquesti giorni sul mercato italianouna nuova formulazione del suoprodotto Redonyl®.Si tratta di una pasta orale confe-zionata in tubo/siringa da 15 ml.Sviluppato per facilitare la sommi-nistrazione al gatto ed idoneo an-che all’uso nel cane di piccola ta-glia, Redonyl® pasta possiede ungusto neutro ed una particolarebioadesività tale da evitare qual-siasi spreco e conseguente sotto-dosaggio.Va utilizzato al dosaggio di 1 ml(pari ad 1 tacca della ghiera dosa-trice) ogni 4 kg di peso corporeo.Tale dose fornisce all’animale 20mg di Palmidrol (5 mg/kg p.c.), ol-tre ad un adeguato apporto di EFAdella serie omega 6 ed omega 3(in rapporto reciproco di 5,3:1) e dibiotina.Costante, dunque, il tipo di princi-pi attivi; ma aumentato - dai 3mg/kg p.c. della formulazione ori-ginale ai 5 mg/kg p.c. di quella at-tuale - il dosaggio di Palmidrol.Redonyl® pasta va ad affiancarsialla confezione per cani di grossataglia, che dalle tavolette blisteratepassa in compresse in pilloliera (1cpr/20 kg p.c.), anch’esse rivisitatein quanto al contenuto di Palmidrol(5 mg/kg p.c. anziché 3 mg/kgp.c.).L’aumento del Palmidrol - anchedettato dai risultati dello studio cli-nico pilota - conferisce maggioreefficacia al Redonyl® nel trattamen-to complementare delle dermato-patie da ipersensibilità nel cane enel gatto (dermatite atopica, iper-sensibilità alimentare, complessodel granuloma eosinofilico, etc.).Redonyl® pasta e Redonyl® com-presse vanno entrambi sommini-strati ai dosaggi consigliati per al-meno 6-8 settimane.Per maggiori informazioni, si veda-no le schede tecniche di prodottoconsultabili sul sito www.innovet.it.

1 L’articolo è disponibile presso ilCeDIS di INNOVET,tel 049.898.73.19;fax 049.898.73.21;e-mail: [email protected]

La Marsacquista laRoyal CaninLa società statunitense Mars(Waltham) ha acquisito dalla Pai(Paribass affaires industrielles) il56,4% del capitale del produttoredi alimenti per animali Royal Canin.

Il passaggio alla Waltham è previ-sto gradualmente e dovrebbe con-cludersi entro il 2003. La gamma diprodotti delle due società, la RoyalCanin è specializzata nel settoresecco, si integrano molto benedando quindi alla Mars la possibi-lità di completare le diverse tipolo-gie di prodotto proposte dal mer-cato. L’acquisizione della RoyalCanin da parte della Mars può es-sere considerata anche una rispo-sta alla recente acquisizione daparte del gruppo svizzero Nestlé(Friskies) della Ralston Purina chegli ha permesso di portarsi al pri-mo posto a livello mondiale nel set-tore della nutrizione per gli animalidomestici.

Buone vacanzeconRalston PurinaL’estate pressa!Sole, mare e montagna sono giàpronti a dare il via al gran diverti-mento estivo.Anche Purina va in vacanza nonsenza però salutare prima tutto ilsuo pubblico, amici a quattro zam-pe inclusi!Nella speranza che sia anche perloro una bella estate, Purina ricor-da che quest’anno è a disposizio-ne presso lo stabilimento balnearedi Albissola (Savona) il “PurinaBeach”, una spiaggia attrezzata amisura di fido.Mare riservato per il bagno in ac-qua, piattaforme galleggianti,campo di agility, sfilate di bellezzae numerosi servizi su misura perintrattenere e far divertire, sono leattenzioni dedicate da Ralston Pu-rina al suo pubblico.Arrivederci e a presto!

È partita lasfida del gustoWhiskas®

Milioni di pasti gratis nelle ciotoledei gatti di tutta Italia.

È la più grande “prova assaggio”mai realizzata: la “Sfida del gustoWHISKAS®”. Dolma S.p.a., con-sociata italiana del Gruppo MarsInc., raggiungerà oltre 500.000 fa-miglie italiane proprietarie di gatti.In tutta Italia, tantissimi mici avran-no la possibilità di assaggiareWHISKAS®. Dolma S.p.a., per farconoscere il nuovo prodotto, faràrecapitare a casa dei gatti italianiuna gustosa selezione di 6 busteWHISKAS® Piccole Bontà.Milioni di pasti in regalo per verifi-care la predilezione dei gatti perqueste nuove appetitose ricette.Insieme alle buste Piccole Bontà,a casa verrà recapitato un questio-nario con domande sulle abitudinidi acquisto e di utilizzo, che per-metterà a WHISKAS® di approfon-dire reazioni e preferenze dei gatti.

®

Quella di WHISKAS® è una sfida aiconsumatori, i gatti, per natura abi-tudinari ed esigenti: l’obiettivo èvariare le loro abitudini alimentari,proponendo un formato monodoseassolutamente innovativo che ga-rantisce freschezza e alternativa digusto per il gatto, unite a comoditàe convenienza per il suo proprieta-rio.Una campagna radio e stampa, unsito Internet (www.miao.it) e unpiano di direct marketing capillaresono stati studiati per lanciare que-sta grande operazione.Le nuove confezioni multiple Pic-cole Bontà racchiudono in un’uni-ca confezione la scorta per tantipasti dai gusti diversi, tutti comple-ti e bilanciati, con cui variare la die-ta del proprio amico a quattrozam-pe. Due le selezioni proposte:WHISKAS® Ricette Scelte in Sal-sa e WHISKAS® Ricette Scelte inGelatina, disponibili nei supermer-cati di tutta Italia.

UFFICIO STAMPA WHISKASSay What?

Giada MendaTel 02/31 91 18 34

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The New LifeStyle: Pro PlanIndoor AdultformulaPro Plan Adult Indoor, l’ultima no-vità in casa Purina per rispondere

alle esigenze di gatti metropolitanie casalinghi.Pro Plan Adult Indoor è un alimen-to dal gusto ricco, appetitoso eprelibato con un ridotto apporto digrassi e calorie, ideale per i gattipigri di casa.Quasi il 60% della popolazione fe-lina Italiana è, infatti, composta dagatti metropolitani, pigri sia per in-dole che per riflesso delle abitudi-ni dei proprietari, single, fuori casatutto il giorno e con consumazioniveloci di cibo.Questi gatti sonnecchiano spessoe tendono al sovrappeso, si lecca-no in continuazione ed ingoianopelo con i ben noti problemi colla-terali di occlusioni intestinali.Specifico per i gatti moderni e ca-salinghi, anche la formula Indoor èfedele alla promessa di tutta la li-nea Pro Plan che “protegge men-tre nutre”.Pro Plan Adult Indoor è un prodot-to dagli elevati contenuti innovativi:è facilmente digeribile, grazie a ri-so e tacchino freschi, che assicu-rano un’alimentazione bilanciatacon risorse alternative di proteine ecarboidrati; aiuta a mantenere ilcorpo vigoroso ed in forma, graziealla combinazione di acidi grassiessenziali; grazie alle fibre naturalidell’avena aiuta, infine, a prevenirela formazione di gomitoli di pelo,dannosissimi per la funzionalitàdell’organismo.

TENORI ANALITICI

PROTEINE 34%GRASSI 14%TACCHINO 21%RISO 14%AVENA 4%

Ralston Purina Italia (sede a Por-togruaro - VE), filiale della multi-nazionale americana con sede aSt. Louis nel Missouri, è specia-lizzata nella produzione di ali-menti secchi per piccoli animali.Il suo fatturato in Italia, ha supe-rato i 100 miliardi e i suoi prodot-ti sono venduti nei più importantinegozi specializzati e nelle prin-cipali catene della distribuzionemoderna.Prodotti perfettamente bilanciatie caratterizzati da elevati valorinutrizionali, controllati e migliora-ti periodicamente, grazie ad unelevato livello di ricerca nutrizio-nale (centro ricerche Purina diGray Summit) e di specializzazio-ne produttiva.

Vibravet Pasta, per motivi nondipendenti dalla volontà di PfizerItaliana, non è disponibile pres-so i grossisti e le farmacie. Sarànostra cura informare non appe-na il prodotto sarà di nuovo re-peribile. Vibravet Compresse200 mg è regolarmente in com-mercio.

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Animal Health

Page 29: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 7

PROFESSIONE VETERINARIA 7/200130

26th WORLD CONGRESS VANCOUVER - Canada - Per informazioni: WEB www.venuewest.com/wsava2001 o presso VenueWest Conference Services Ltd., #645 - 375 Water Street - Vancouver, B.C. - Canada V6B 5ClTel 604.681.5226 - Fax 604.681.2503

ICAVA/FECAVA CE COURSE - SOLVING CLINICAL PUZZLES - Dublin - Per informazioni: Dr. Michael Woods -Primrose Hill Veterinary Clinic - Tivoli Road, Dunlouighre - Co. Dublin - Ireland - Tel (353) 1 2803303www.ireland.oil.iemivahq/icava.htm - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI CARDIOLOGIA seconda parte - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAR L’ALLEVAMENTO BIOLOGICO BOVINO E SUINO - Bologna, Fac.tà di Medicina Veterinaria,Aula Messieri h. 10 - Info: Segreteria SIVAR (Paola Orioli) - Tel 0372/40.35.39, [email protected]

CORSO SCIVAC CITOLOGIA - PerugiaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

CORSO FSA CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANACA E DEL GOMITO NEL CANE - CremonaPer informazioni: Sara Cazzaniga - Segreteria FSA - Tel 0372/403511 - email [email protected]

SIVAE GESTIONE DI MAMMIFERI MARINI E CASI CLINICI - Acquario di GenovaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC MEDICINA SPORTIVA E FISIOTERAPIA RIABILITATIVA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SIMESC MEDICINA SPORTIVA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC DI CITOLOGIA CITOARCHITETTURA. CITOLOGIA ORGANI INTERNI - PerugiaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC SICILIA Per informazioni: Massimo Di Martino - Segretario - Tel 091/6111059

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC ABRUZZO TERAPIA COMPORTAMENTALE - Relatore: Dr.ssa OsellaPer informazioni: Elisabetta Fiore - Segretario - Tel 0861/415566

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC VENETO Monastier - TrevisoPer informazioni: Sandro Nespolo - Segretario - Tel 049/851438

SIDEV MALATTIE SISTEMICHE CON INTERESSAMENTO CUTANEO E CASI CLINICI PRESENTATI DAI SOCI -Cremona - Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LAZIO CHIRURGIA GENERALE - ERNIA DIAFRAMMATICA E TRAUMI DEL TORACE - Presso l’Hotel Astor,INCONTRO A CARATTERE PROVINCIALE via Marco Tullio Cicerone n. 200 - Frosinone - Relatore: Dr. Antonio Marinucci Trabalza

Per informazioni: Dr. Lorenzo del Greco - Tel. 0776/270512

43° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC MEDICINA FELINA - PerugiaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

AVEPA ANNUAL CONGRESS - Per informazioni: Av. Republica Argentina 21-25 - E-08023 BarcelonaTel (34) 93 4187312 - Fax (34) 93 4183979 - www.avepa.es

CORSO SCIVAC CORSO AO BASE - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAR CAMPANIA I° CONGRESSO NAZIONALE SULL’ALLEVAMENTO DEL BUFALO - Eboli (SA) Azienda AgricolaImprosta S.S. Tirrenia inferiore Km 79.8 - Info: A.N.A.S.B., Sig. Angelo Coletta, Tel 0823//35.67.43

CONGRESSO MONDIALE WEVA/SIVE Sorrento (NA)Per informazioni: Ludovica Bellingeri - Segreteria SIVE Tel: 0372/403502 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC CALABRIA MEDICINA INTERNA - Relatore: Dr. Caldin MarcoPer informazioni: Antonella Santoro - Segretario - Tel 0985/81369

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LIGURIA EMERGENZE CHIRURGICHE TORACO-ADDOMINALI - Genova - Star Hotel PresidentRelatore: Gert Nieubauer - Per informazioni: Maurizio Bortolamiol - Segretario - Tel 0187/624288

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC TOSCANA NEUROLOGIA - Relatore: Dr. BaroniPer informazioni: Catia Barone - Segretario - Tel 0585/631365

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC MOLISE MEDICINA INTERNAPer informazioni: Antonello Fazio - Segretario - Tel 0874/461116

76° INCONTRO SO.VE.P OFTALMOLOGIA - Centro Congressi Torino Incontra - Sala Giolitti - Relatore: Dr. ssa VercelliPer informazioni: Dr. Maurizio Alliani Tel. 011/541460

CORSO SIVAR CORSO DI ECOGRAFIA PRATICA BOVINA - (Sede di Cremona)Info: Segreteria SIVAR (Paola Orioli), Tel 0372/40.35.39, [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI PRIMO SOCCORSO prima parte - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

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Chiuso in stampa il 31 luglio 2001

PROFESSIONE VETERINARIA

BOYDANATOMIA CLINICA DEL CANE

E DEL GATTO. ATLANTE A COLORI

2a edizione, 200 pagine, 350 illustrazioni,

Masson-EV, giugno 2001Soci SCIVAC: Lire 185.000

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